Dignità umana e silenzio

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Dignità umana e silenzio
Jean-Luc Egger - Pavia, 15 maggio 2012 - Pensare la dignità umana- «Dignità umana e silenzio» - Handaout
Dignità umana e silenzio
Schema della relazione:
1.
Tre premesse
2.
Una metafisica del silenzio
3.
Il rispetto delle cose
4.
Critica della fisiognomica
5.
Conclusione: il silenzio e l'intero
1.
«Ho sempre tentato nei miei libri di liberare i singoli oggetti e fenomeni dalle migliaia di
relazioni, di rendere l’oggetto chiaramente visibile in se stesso, in modo che l’uomo potesse di nuovo
avere un incontro con il mondo come esso veramente è: ossia un oggetto nettamente separato dall’altro».
[MICHAEL PICARD, Auswahl von wichtigsten „Stellungen“ von Max Picard, Neggio (excerpta dall’epistolario di Picard, dattiloscritto
inedito) testo del 18.8.46, ital. in MAX PICARD, Il rilievo delle cose, a c. di J.-L. Egger, Servitium, sotto il Monte, 2004, p. 100.]
2.
«Una volta il silenzio ricopriva tutte le cose. Prima di potersi avvicinare a un oggetto, l’uomo
doveva innanzi tutto infrangere l’involucro del silenzio, e il silenzio si ergeva anche dinanzi ai pensieri
che l’uomo voleva pensare. L’uomo non poteva gettarsi direttamente sui pensieri e sulle cose, poiché
questi erano protetti dal silenzio che li circondava; ed egli era a sua volta trattenuto dal volgersi troppo
precipitosamente verso di loro. Il silenzio stava dinanzi ai pensieri e alle cose, in una presenza oggettiva,
e si ergeva davanti ai pensieri e alle cose come un oggetto. L’uomo si muoveva lentamente e con
timidezza verso i pensieri e verso le cose; il silenzio si frapponeva sempre nel moto tra un pensiero e
l’altro, tra una cosa e l’altra e il ritmo di questi movimenti era scandito dal silenzio. Ogni movimento era
un atto particolare. Prima di poter avanzare si doveva rimuovere il silenzio, la roccia primordiale del
silenzio; ma poi, una volta pervenuto ad un pensiero, l’uomo era veramente in esso e anzi solo in quel
momento il pensiero o la cosa erano veramente presenti: veniva generata una presenza, talmente l’uomo
era dentro il pensiero o la cosa». [MAX PICARD, Il mondo del silenzio, a c. di J.-L. EGGER, Servitium, Sotto il Monte
(BG), 2007, p. 191]
3.
«Il silenzio è un fenomeno originario, ossia è una datità primaria non riconducibile a nulla
d'altro. Non può essere sostituita da nient'altro né con altro scambiata e dietro di essa non vi è nulla a
cui riallacciarla, tranne il Creatore medesimo.
Il silenzio esiste originariamente e naturalmente come gli altri fenomeni originari, come l'amore,
come la fedeltà, come la morte e come la vita stessa. Il silenzio però esisteva prima ancora di tutti gli
altri fenomeni originari ed è presente in ognuno di essi. Fra i fenomeni originari è quello primigenio;
ingloba gli altri, l'amore, la fedeltà, la morte, sicché in essi vi è più silenzio che manifestazione,
nell'amore, nella fedeltà, nella morte vi è più silenzio di quanto si mostri amore, fedeltà e morte nel
mondo». [MAX PICARD, Il mondo del silenzio, a c. di J.-L. EGGER, Servitium, Sotto il Monte (BG), 2007, p. 23]
4.
«Oggi nelle scuole si è soliti mostrare ai bambini un filmato che descrive lo sviluppo di un fiore
partendo dal suo seme. La metamorfosi si dipana lentamente sotto gli occhi dei bambini. Ma il prodigio
non consiste nella crescita del fiore davanti a noi, bensì nella sua presenza, nel fatto che il fiore è talmente
Jean-Luc Egger - Pavia, 15 maggio 2012 - Pensare la dignità umana- «Dignità umana e silenzio» - Handaout
presente come se non fosse mai divenuto, poiché in realtà il suo sviluppo è risolto nella sua esistenza
presente. Questo è il miracolo, il fatto che il fiore sia qui come se mai fosse divenuto». [MAX PICARD, Die
Atomisierung der Person, Loco Verlag, Schaffhausen 2005, p. 12, (1° ediz. 1958) trad. it. nostra]
5.
«Le parti di una cosa convergono tendenzialmente verso la loro origine; nell'immagine sono;
l'anelito verso l'origine viene meno, perché ora sono a casa. La lontananza, da cui provengono, è risolta
in splendore: si volgono indietro brillando». [MAX PICARD, Fragmente aus dem Nachlass 1920-1965, hrsg. und
eingeleitet von Michael Picard, Eugen Rentsch Verlag, Erlenbach-Zürich, p. 32 trad. it. nostra]
6.
«Proprio qui sta la dignità del volto umano, nel fatto che nel volto l’uomo decide se accettare
ciò che l’immagine del viso esprime in silenzio. In questa decisione l’uomo è sottratto dal mero corso
naturale delle cose e si ricrea una nuova natura grazie allo spirito». [MAX PICARD, Il mondo del silenzio, a c. di J.-L.
EGGER, Servitium, Sotto il Monte (BG), 2007, p. 93]
7.
«Come abbiamo detto, non importa che l’esteriorità, il viso, appaia secondo la natura
dell’interiorità, importa invece che il viso aiuti l’interiorità ad essere una vera interiorità. Non conta che
il viso sembri cattivo nonostante che l’interiorità sia buona. Conta però che il viso assuma su di sé la
cattiveria affinché l’interiorità possa essere buona, – questa è la vera corrispondenza». [MAX PICARD, Die
Grenzen der Physiognomik, Eugen Rentsch Verlag, Erlenbach-Zürich 1937, p. 47-48, trad. it. nostra].
8.
«Il viso è apparenza, immagine, si libra sopra la forma umana, ne è svincolato, pronto ad essere
accolto. E l’immagine, leggera e fluttuante, non grava sull’interiorità, l’interiorità e l’esteriorità restano
distanti l’una dall’altra: l’iconicità è il fondamento formale della libertà dell’interiorità rispetto
all’esteriorità». [MAX PICARD, Die Grenzen der Physiognomik, Eugen Rentsch Verlag, Erlenbach-Zürich 1937, p. 45, trad. it.
nostra]
9.
«Il silenzio è come un organo nel viso umano. Nel viso non ci sono soltanto gli occhi e la bocca
o la fronte, ma vi è anche il silenzio. Esso è ovunque nel viso, è il sostrato di ogni sua parte». [MAX
PICARD, Il mondo del silenzio, a c. di J.-L. EGGER, Servitium, Sotto il Monte (BG), 2007, p. 91]
10.
«Il viso umano è più rivolto verso Dio che non verso l’uomo, è innanzi tutto risposta a Dio;
risponde al Creatore. Questa risposta avviene nel silenzio. Tutto nel volto è retto in funzione di questa
risposta. Il viso si esprime e diviene chiaro per gli uomini soltanto nella misura in cui la risposta a Dio, il
silenzio rivolto a Dio, lo permette. La chiarezza ed espressività verso gli uomini è subordinata a questo
silenzio». [MAX PICARD, Die Grenzen der Physiognomik, Eugen Rentsch Verlag, Erlenbach-Zürich 1937, p. 13, trad. it. nostra]
11.
«Impiantare nel nostro cervello estensioni di memoria, banche dati, strumenti di calcolo o di
aiuto alle decisioni, riprogrammare le nostre cellule per evitare la malattia, la disfunzione o l'usura degli
organi, collegare direttamente il nostro organismo ai sistemi informatici, regolare permanentemente il
suo funzionamento, ibridare corpo e macchine, allontanare i limiti dell'esistenza, trasformare la
successione delle generazioni, le identità sessuali: tutto questo è diventato prospettabile. E la lista delle
metamorfosi che potrebbero far scomparire l'immagine classica dell'umano si allunga». [MONIQUE ATLAN,
ROGER-POL DROIT, Humain. Une enquête philosophique sur ces révolutions qui changent nos vies, Flammarion, Paris 2012, p. 16, trad.
it. nostra]
12.
«Sembra proprio un miracolo che l'essere umano sia ancora circoscritto da contorni e che non
sia dilaniato dalle sue stesse possibilità». [MAX PICARD, Die Flucht vor Gott, Eugen Rensch Verlag, Zürich 1934, p. 22,
trad. it. nostra]