Diapositiva 1
Transcript
Diapositiva 1
La politica fascista mantenne nei confronti della donna un atteggiamento ambivalente Efficienti fasciste Le donne dovevano attivamente impegnarsi nella propaganda della missione fascista Angeli del focolare Le donne dovevano ricoprire i ruoli di madre, moglie e massaia Con gli anni del regime fascista nasce in Italia lo stereotipo della donna moderna, impegnata nel volontariato sociale o nell'attivismo culturale fascista. Furono fondati i Fasci Femminili Statuto dei Fasci femminili "La donna fascista - pur preparandosi per ogni eventualità a dare al Fascismo tutto quanto è nei limiti delle sue possibilità femminili e anche più, eviterà, quando non sia richiesto da una assoluta necessità, di assumere atteggiamenti maschili e di invadere il campo dell'azione maschile, perchè sa che la donna può molto giovare all'ideale per cui lavora se cerca di sviluppare in bene le sue attitudini femminili, anziché cimentarsi nel campo dell'azione maschile, dove riuscirebbe sempre imperfetta e non riscuoterebbe la fiducia necessaria allo svolgimento della sua propaganda." Queste donne dovevano partecipare a riunioni e a raduni, occuparsi di propaganda e di consenso al fascismo attraverso attività caritative, assistere i malati ed i feriti, fare da madrine ai nuovi fasci di combattimento, distinguersi nello sport. Tuttavia queste donne ben presto costituirono motivo di imbarazzo, problema da tenere sotto controllo, affinché non rappresentassero un modello di devianza dalla normalità della donna regina del focolare. Il fascismo allora creò l'OMNI (Opera Nazionale per la Maternità ed Infanzia) per la tutela di madre e bambino Fu imposta la riduzione al 5% del personale femminile nella Pubblica Amministrazione. Il diritto di famiglia, improntato sulla supremazia maschile, precluse alle donne ogni decisione, di natura giuridica o commerciale (atti legali e notarili, stipule, contratti, firme di assegni e accensione di prestiti), senza l'autorizzazione del marito o del padre Ogni aspetto della vita delle donne fu quindi commisurato agli interessi dello Stato e della dittatura “Una donna fascista per l’Italia fascista” Celebrare l’economia … … amare la patria e l’esercito … offrire i propri figli al fascismo … offrire i propri figli al fascismo … essere istruita in economia domestica, in educazione all’infanzia, nell’assistenza sociale ma non insegnare lettere, latino, greco, storia, filosofia nei licei o italiano negli istituti tecnici Propaganda fascista sulle donne Fate figli, il numero è potenza! Lo scopo della vita di ogni donna è il figlio … La sua maternità psichica e fisica non ha che questo unico scopo! Le donne devono mettere cibo in tavola e fabbricare carne da cannoni. La rivoluzione fascista è superiore a quella francese perché la rivoluzione fascista è maschia e quella francese è femmina! Le donne del regime dovevano loro malgrado accettare di vivere secondo lo slogan attribuito al duce Benito Mussolini: “Obbedire, badare alla casa, mettere al mondo figli e portare le corna”. La donna nazista era vista come un “ideale” che doveva servire lo Stato prima di ogni altra cosa, nel lavoro come nella famiglia, in pace come in guerra. L’immagine della donna propagandata dal nazismo non si limitava al "ruolo biologico" delle donne di procreare. In realtà per il nazismo la "migliore politica contro la disoccupazione consisteva nel favorire il ritorno a casa delle donne“ quindi eliminare la donna dalla politica e dal lavoro. Affermava Hitler che "il campo di battaglia della donna è la casa“: occorreva che la donna nordica desse il suo contributo per creare la "famiglia ideale tedesca” Hitler suddivise il sesso femminile in 4 categorie donne ariane procreatrici donne i cui figli non erano sgraditi donne che per condotta sarebbe stato meglio non procreassero, donne da sterilizzare Fu creata la Croce d'Onore della Madre Tedesca Si trattava di una medaglia che copiava la Croce di Ferro per i combattenti valorosi. La Croce d'Onore veniva consegnata in bronzo alle madri di quattro figli, in argento al raggiungimento dei sei figli, in oro alla nascita dell'ottavo figlio. La donna nazista era quindi una macchina per garantire il perpetuarsi della razza ariana o un elemento di piacere In particolare, le mogli dei gerarchi nazisti erano considerate oggetti da mettere in mostra nelle uscite pubbliche Ma una categoria particolare di Tedesche erano le aguzzine dei lager molto più crudeli e intransigenti degli uomini “… che cosa si aspetta una donna da un uomo? Chiarezza, decisione, forza ed azione..[.] Come una donna, la massa oscilla tra due estremi. Ma non solo la massa si comporta come una donna: la massa è anche costituita in massima parte da donne. Le prime a seguirmi sono le donne, in genere, poi i figli e poi, quando ho conquistato tutta la famiglia, arrivano i padri. Noi vogliamo risvegliare il popolo tedesco dal suo sonno secolare ed a ciò è chiamata anche la donna. Il tuo corpo, o donna tedesca, non appartiene a te, ma alla tua stirpe ed, in virtù della stirpe, al tuo popolo”. HITLER Nei lager due erano le tipologie di donna sorveglianti e prigioniere Le prime, le kapò, erano aguzzine spietate e disumane. Erano donne tedesche ariane, prese tra le assassine più feroci delle carceri, di quelle che godevano nel bastonare a morte una prigioniera. Costringevano a prostituirsi nei bordelli dei lager le donne più belle e più sane Al di sopra delle kapò c'erano le SS donne, che avevano stivaloni con un puntale di ferro per sferrare calci più violenti. Infine le infermiere, che assistevano i dottori nella selezione e nella soppressione, gettarono le basi per lo sterminio dei deportati. L'orrore dei campi di sterminio trovò la più disumana realizzazione nel male assoluto esercitato contro le prigioniere, vittime due volte: perché non ariane e perché donne La disinfestazione Le donne, giunte nei campi, venivano denudate e diventavano bersagli di risate sfrenate e sprezzanti, gare di sputi tra i soldati sui capezzoli, oggetto di scherno con dei bastoni che frugavano i loro corpi. Erano disinfestate con getti violenti d’acqua gelata e petrolio La depilazione Con rasoi poco affilati venivano depilate le parti intime, veniva impresso un marchio sul braccio sinistro, provavano l'orrore del freddo metallico della macchinetta tosatrice sulla testa. Gli esperimenti Molte prigioniere erano utilizzate per esperimenti. Ad Auschwitz erano chiamate Krouki, che significava cavie umane. La loro baracca era segnalata con la sigla NN (Nacht und Nebel, notte e nebbia). Gli esperimenti I medici SS ad esempio spezzavano con uno o più colpi di martello le ossa delle gambe della paziente e riunivano poi i frammenti ossei per vedere come saldavano Gli esperimenti Oppure innestavano tessuto precedentemente infettato nelle mammelle o tessuto testicolare nei genitali femminili Se incinta la donna era costretta ad abortire, anche a sei-sette mesi, e sui feti asportati, medici e ricercatori eugenetisti, ferventi sostenitori delle teorie sulla purezza della razza ariana, conducevano esperimenti per la selezione degli imperfetti. La sterilizzazione La donna ebrea, rientrando nella categoria di persone di “valore inferiore”, era soggetta alla sterilizzazione obbligatoria. Ad Auschwitz si spruzzava un liquido sterilizzante, che provocava dolori intensissimi ed emorragie diffuse ai genitali. Le detenute gridavano disperatamente, ma sotto la minaccia di venire uccise all'istante, dovevano camminare diritte e uscire cantando dalla baracca. La prostituzione Le più belle, le più giovani venivano selezionate per i bordelli. I principali lager erano “forniti” di ragazze da impiegare nella prostituzione per il personale di guardia e i generali tedeschi. Le prostitute impiegate nei bordelli dei campi erano “fortunate”: potevano riposare la mattina, avevano giorni liberi, ricevevano vestiti e cibo migliori, potevano lavarsi regolarmente Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo.