Programma di S. Sepolcro

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Programma di S. Sepolcro
Programma di San Sepolcro
Nel 1919 Benito Mussolini fondò il movimento fascista (che nel 1921 venne poi definitivamente trasformato in partito
politico, con il nome di Partito Nazionale Fascista). Il 23 marzo, in un salone di un circolo milanese in piazza San Sepolcro, furono infatti fondati i Fasci di Combattimento. Il loro programma, comunemente chiamato programma di San
Sepolcro, fu pubblicato il 6 giugno 1919 dal Popolo d’Italia, il quotidiano fondato a Milano nel novembre 1914 da
Mussolini, dopo le dimissioni da direttore dell’Avanti! e pochi giorni prima di essere espulso dal Partito Socialista.
Dalla loro costituzione fino ai primi giorni di giugno l’attività dei Fasci di Combattimento fu assorbita quasi completamente dall’elaborazione del programma. Esso rispecchiava la poco omogenea composizione del movimento, che riuniva diverse correnti di opposizione: la vecchia guardia interventista rivoluzionaria (ex socialisti, sindacalisti, anarchici), gli ex combattenti (in particolare gli arditi), gli intellettuali futuristi, guidati personalmente da Marinetti.
Le contraddittorie e confuse ispirazioni teoriche dei Fasci dimostrano come il fascismo stesse ancora cercando i propri
punti di riferimento sociali, che furono individuati nelle inquietudini degli ex combattenti, nelle frustrazioni della piccola borghesia, nelle spinte protestatarie che covavano anche in seno alla classe operaia.
Italiani!
Ecco il programma nazionale di un movimento sanamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore, perché antipregiudizievole. Noi poniamo la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di
sopra di tutto e di tutti. Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici, scolastici, coloniali ecc. li tracceremo
quando avremo creato la classe dirigente.
Per questo noi vogliamo, per il problema politico:
a. Suffragio universale a scrutinio di lista regionale con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le
donne.
b. Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i deputati abbassato ai 25 anni.
c. L’abolizione del Senato.
d. La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire
la forma di costituzione dello Stato.
e. La formazione di Consigli nazionali tecnici del lavoro, dell’industria, dei trasporti, dell’igiene sociale, delle comunicazioni ecc. eletti dalle collettività professionali e di mestiere, con poteri legislativi, e col diritto di eleggere un
Commissario generale con poteri di Ministro.
Per il problema sociale, noi vogliamo:
a. La sollecita promulgazione di una Legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore
di lavoro.
b. I minimi di paga.
c. La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria.
d. L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione
di industrie o servizi pubblici.
e. La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
f. Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sull’invalidità e sulla vecchiaia, abbassando il
limite di età proposto attualmente da 65 a 55 anni.
Per il problema militare, noi vogliamo:
a. L’istituzione di una milizia nazionale, con brevi periodi d’istruzione e compito esclusivamente difensivo.
b. La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.
c. Una politica estera nazionale intesa a valorizzare nelle competizioni pacifiche della civiltà la nazione italiana nel
mondo.
Per il problema finanziario, noi vogliamo:
a. Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
b. Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense vescovili, che costituiscono
una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.
c. La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell’85% dei profitti di guerra.
Nelle proposte di abolire il Senato e di convocare un’Assemblea nazionale per elaborare una nuova Costituzione si
possono leggere le finalità eversive del movimento fascista: esso non si riconosceva nello stato italiano e proponeva la
sostituzione della monarchia con la repubblica.
Vi è qui un’anticipazione del corporativismo fascista: i Consigli nazionali rappresentano una forma embrionale delle
future corporazioni, all’interno delle quali si sarebbe dovuta realizzare la collaborazione fra le classi degli imprenditori e dei lavoratori.
Fra le rivendicazioni sociali, il punto c e il punto d evidenziano la presenza nel primo programma fascista di motivi
tratti dalla tradizione politica socialista e sindacale.
Nella rivendicazione della politica di grandezza nazionale si può avvertire l’influenza del nazionalismo.

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