Marketing Oggi - Regione Abruzzo
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Marketing Oggi - Regione Abruzzo
Anno 26 - Numero 272 - € 0,80 Mercoledì 16 Novembre 2016 Marketing Oggi È IN EDICOLA A Il pri r mo magazine a -de d vice c per vivere r bene l’erra r digitale l IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Apre Decoded Fashion Milan. Da Farfetch, fetch Zalando e MyTheresa MyTheres evolve il linguaggio online Digitale, nuova vita ai contenuti Più prodotto e condivisione. Preferiti Instagram e Snapchat DI I Pagina a cura FRANCESCA SOTTILARO l digitale e i suoi meccanismi per trasformare in business le soluzioni tecnologiche a servizio delle aziende si arricchiscono di nuovi spunti a partire dai contenuti veicolati online dai marchi. A Decoded Fashion, l’evento di ePitti in corso a Milano e dedicato alle tecnologie applicate alla moda (partner Intesa SanPaolo, Splio, Ibm, Salesforce), cade un mito dello storytelling per determinati siti e-commerce, come Farfetch o Zalando: «Ci vuole più prodotto e meno storia. È questo che interessa oggi i consumatori», dice Giorgio Belloli, cco della piattaforma multimarca Farfetch. «Quanto ai mezzi per raccontarlo, oggi la conversion rate migliore rispetto ai contenuti tradizionali si ha con Instagram o Snapchat, le app per smartphone preferite anche dalle giovani generazioni». C’è anche una questione strettamente economica. «I brand hanno questa idea di iniziare il rapporto con i consumatori dai contenuti editoriali senza contare che quando si presenta una storia», racconta Kasia Luczak, fashion director del sito Zalando, «poi la si dovrebbe rendere acquistabile in toto e questo richiede investimenti non sempre facili». Ogni operatore vede il content con le sue lenti, ma il mezzo comune per raccontare è video, anche attraverso i filtri come Hyperlapse, Boomerang e Stories ricordati ieri da Julie Pellet, responsabile brand development di Instagram per il Sud Europa. In generale, più in alto si sale con l’e-commerce e più cambia la prospettiva in un mondo dove anche eBay ha lanciato il servizio premium «Valet» per assistere in tutto i suoi clienti. Così Mytheresa. com, sito nato dopo un primo negozio multimarca di moda di lusso a Monaco di Baviera (Theresa, tutt’oggi esistente) e dal 2014 di proprietà dell’americana Neiman Marcus, non rinuncia a video aspirazionali con le star del web come Alexa Chung o le attrici invitate a Venezia. «Emozionare e amare il marchio è la condizione per Smartphone durante una silata e, a destra, alcuni articoli della linea chiaraferragni.com to in atto è Francesco Bottigliero, ceo di ePitti: «Lo storytelling online si è dimostrato meno efficace per i far acquistare un brand», dice Michael Kliger, presidente di Mytheresa. com. «I nostri clienti lo sanno e quando parliamo di Facebook dicono: non abbiamo tempo per i social». Tra i servizi di MyTheresa ai clienti è stato lanciato anche il see now buy now alle sfilate, realizzato per esempio con Burberry. «I risultati sono stati strepitosi, con articoli andati sold out dopo lo show», spiega Kliger. A ribadire il cambiamen- Francesco Bottigliero multimarca con un grande assortimento di prodotti, ma se sei uno specialty store come anche Mr Porter (Net-a-porter) non puoi prescindere da un certo tipo di racconto, lo stesso che hanno fatto proprio griffe come Gucci o Kenzo, mettendo i giovani e l’arte al centro del loro percorso. E questo ha dato risultati incredibili anche grazie ad Instagram, che è tuttora perno di molte strategie dei brand». Non per tutti i marchi i ritorni sui contenuti sono immediati. «Spesso ci si affida ai web influencer senza effettive garanzie sull’efficacia dell’investimento», spiega Claudio Con Ibm arriva la moda intelligente Ibm e Marchesa hanno sperimentato lo scorso aprile alla serata di gala del Met di New York, in cui i designer fanno a gara a vestire le celebrities, la prima esperienza di alta moda di tipo cognitivo. «In base all’umore dei post sui social, il vestito creato con la maison Machesa cambiava colore», ha spiegato ieri Keith Mercier, global retail leader di Ibm Watson. Ma questo è solo una delle applicazioni che l’azienda hi-tech tramite Watson con team operativo nella Silicon Valley sta studiando per il mondo del fashion. Il sistema di intelligenza artificiale permette infatti di accelerare le conoscenze a servizio dei brand e tradurle in expertise o sistemi. «Per fare un parallelo dico sempre che a un fisico per costruire le proprie conoscenze servivano trent’anni e poco dopo veniva mandato in pensione», ha aggiunto Mercier, «Oggi si parla di big data, l’80% dei quali arriva da tweet e interazioni sui social e cosa sappiamo? Che siamo in grado di decifrare solo il 20% di questa mole di informazioni. Watson è il nostro sistema per accelerare e sfruttare questa conoscenza, capace di trasformare un trend in personalizzazione o in miglioramento del servizio al cliente». In pratica Watson stravolge l’approccio tradizionale alle informazione su un soggetto non solo su scala primaria, quello che si vede da un consumatore attraverso il suo aspetto o i dati primari (età, proveKeith nienza), ma unendo tutte Mercier le specifiche informazioni che ruotano intorno a lui (i cosiddetti structure data) e traducendo il linguaggio dell’utente in possibili soluzioni, dalla medicina alla moda. Il colosso ha annunciato diverse partnership anche nella Penisola ma i nomi sono ancora top secret. Di certo c’è l’accordo con Yoox Net-a-porter realizzata, tra l’altro, «per sviluppare una piattaforma tecnologica unica e comune agli online store affidabile e misurabile a servizio dei brand» e la partnership con Moncler. © Riproduzione riservata Agazzi di Bridge Dgtx. L’azienda con sede a Parma e Londra ha lanciato Influmeter, una app per misurare il ritorno delle operazioni di marketing online create insieme alle star del web. Chi sono le più profittevoli oggi? «Negin Mirsalehi, Mariano di Vaio, Chiara Ferragni», dicono da Decoded. La case history di The Blond Salad, in particolare, è stata sotto i riflettori del talent Garden Calabiana, sede della manifestazione. Da social influencer Ferragni è diventata imprenditrice con una doppia piattaforma. «C’è The blond salad per le collaborazioni con i brand e poi il sito Chiara Ferragni.com, marchio con cui vendiamo scarpe e accessori e che ha generato un venduto di oltre 20 milioni di euro», racconta Andrea Loroni, ceo di ChiaraFerragni.com, operativo tra Milano e Los Angeles dove risiede anche la blogger. «Nel 2017 apriremo il nostro primo store a Milano e altre 25 insegne dirette in Cina. Il primo mercato sono gli Stati Uniti e proprio a Natale debutta un pop up store al centro commerciale The Grove di Los Angeles». Per capire quanto il linguaggio dei contenuti stia evolvendo basta parlare con i ragazzi di Photoslurp, piattaforma di marketing e visual commerce con origini spagnole e attiva in 60 paesi. «Vede», dice il ceo Eulogi Bordas indicando le case history Castaner o gli orologi Cluse watches dall’immancabile Macbook dello stand, «ci sono marchi che fanno in Spagna la maggior parte del loro fatturato online e parliamo di un mercato, quello della moda e degli accessori che da noi ha un unico protagonista: Zara copre infatti il 45% delle vendite online. Per questo i marchi si sono attrezzati: ci sono contenuti fotografici e si può acquistare direttamente dallo storytelling. La conversion rate dei brand raddoppia in presenza di social content», conclude il ceo e cofondatore della società. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 18 Mercoledì 16 Novembre 2016 MARKETING L’associazione delle agenzie di relazioni pubbliche Rosato per Assorel Nuovo presidente dopo Pavesi http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI MARCO LIVI È Filomena Rosato il nuovo presidente di Assorel, l’Associazione italiana delle agenzie di relazioni pubbliche. Ieri (come anticipato da ItaliaOggi dell’8/11/2016) l’elezione da parte dell’assemblea dei soci, che era stata convocata dopo le dimissioni di Alessandro Pavesi lo scorso 12 ottobre. Rosato è presidente e ceo di FiloComunicazione, società fondata nel 1996, associata ad Assorel dal 2004. Laurea con lode in germanistica all’Università Orientale di Napoli e master Isforp in relazioni pubbliche a Milano nel 1988, Rosato è vicepresidente di Assorel dal 2008. «Nella nuova fase che si apre oggi lavoreremo con più forza per la riconoscibilità e lo sviluppo della cultura di una comunicazione finalizzata alla crescita e alla qualità del mercato», ha dichiarato il nuovo presidente. «Auspico che si possa generare un dialogo e un sistema di alleanze con le associazioni che condividono questi obiettivi, che necessitano di un fronte comune per aumentare la rilevanza del comparto ed elevarne la competitività verso il mercato nazionale e internazionale». Oggi Assorel è una delle associa- Filomena Rosato zioni che riuniscono le aziende di relazioni pubbliche, con la Ferpi e Pr Hub. E il precedente presidente, Pavesi, era stato nominato al vertice dopo le dimissioni di Andrea Cornelli a marzo 2015, il quale era poi uscito portando con sé una decina di agenzie (tra cui Havas, Ketchum, Mn, Noesis ecc.) che, nell’aprile del 2015, sarebbero confluite in Assocomunicazione per dare vita a Pr Hub. Pavesi, invece, un mese fa ha ritenuto di aver raggiunto gli obiettivi che gli erano stati affidati al momento della sua elezione e così ha dato le dimissioni. L’assemblea di Assorel ha anche votato l’ampliamento del consiglio direttivo a sette consiglieri. Ai confermati Carolina Mailander (Mailander Progetti di comunicazione), Omer Pignatti (Homina), e Massimo Tafi (Mediatyche), si aggiungono Anita Lissona (Lead communication), Anna Pelucchi (Soluzione group) e Saro Trovato (Found!). Nestlé, 115 mila opportunità per i giovani in Europa, di cui 6.500 in Italia. Sono questi i risultati raggiunti da Alliance for YOUth, il progetto promosso da Nestlé assieme ad oltre 200 aziende partner a favore dell’occupazione giovanile in Europa. Risultati oltre le aspettative per un’iniziativa alla quale ha contribuito anche l’Italia generando 6.500 opportunità, il 30% in più dell’obiettivo iniziale di 5.000. Ad allearsi con Nestlé in Italia sono stati 14 partner. Samsung, torna la Nba Digital exhibition. Samsung e Nba presentano la Nba Digital exhibition che dopo il successo dello scorso anno torna al Samsung district. Aperta al pubblico da oggi al 4 dicembre con ingresso libero, la mostra digitale, a cura di Massimiliano Finazzer Flory, raccoglie i video dell’archivio Nba che raccontano i momenti più emozionanti, le azioni più belle e i tiri più sorprendenti della storia dell’associazione. Mobile media e trasformazione digitale a l l ’ U p g ra d e m o b i l e summit. Si svolgerà a Milano venerdì prossimo la prima edizione di Upgrade mobile summit, convegno di informazione e formazione dedicato alle aziende italiane alle prese con la rapida trasformazione che interessa il mondo delle tecnologie di comunicazione. L’evento si terrà a partire dalle 9 a palazzo Mezzanotte, in piazza Affari. Carte fedeltà, vince la personalizzazione DI L’editoria in Piazza Affari Chiusura Var. % Var. % 30/12/15 FTSE IT ALL SHARE 18.275,01 FTSE IT MEDIA 9.191,51 -0,08 -0,36 -21,35 -31,90 Titolo Tim e Accademia di Santa Cecilia, grande musica in live streaming. Quarto e ultimo appuntamento oggi con PappanoinWeb 2016, l’iniziativa dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia e Tim, che apre le porte della musica classica al grande pubblico della rete. Il programma prevede, dall’Auditorium Parco della Musica di Roma, il concerto da camera con brani di Robert Schumann, interpretati dal pianista Alexander Lonquich e i solisti dell’Accademia di Santa Cecilia. Il concerto sarà trasmesso integralmente in diretta dalle 20.30 su www.telecomitalia.com/ pappanoinweb. © Riproduzione riservata LA VIGNETTA DEL GIORNO Indice BREVI Rif. Var. % Var. % 30/12/15 Capitaliz. (mln €) Cairo Communication 3,6000 Caltagirone Editore 0,6700 -3,49 -21,23 483,9 -1,47 -33,00 Class Editori 83,8 0,2950 -1,21 -57,55 Espresso 27,8 0,7280 0,41 -28,06 300,0 Il Sole 24 Ore 0,3330 -2,86 -48,37 14,4 Italiaonline 2,2980 -0,52 -25,87 263,7 Mediaset 2,3500 0,51 -38,67 2.775,9 Mondadori 0,9420 -1,52 -9,34 246,3 Monrif 0,1934 -0,26 -26,77 29,0 Poligraici Editoriale 0,1596 -0,93 -37,14 21,1 Rcs Mediagroup 0,9200 -1,34 48,27 480,1 IRENE GREGUOLI VENINI Agli italiani piace la carta fedeltà: il 74% è iscritto a un programma di fidelizzazione presso almeno un rivenditore (di più rispetto alla media europea e mondiale del 66%), la maggior parte dei consumatori preferisce acquistare in negozi che propongono queste iniziative e ritiene che siano una buona ragione per continuare a frequentare il punto vendita. Si tratta di uno strumento che può essere quindi molto efficace, a patto che venga utilizzato per personalizzare l’offerta, lanciando progetti coinvolgenti in base agli interessi dei clienti. A descrivere questo scenario è la ricerca di Nielsen «Retailer Loyalty: Card-carrying consumer perspectives on retail loyalty-program participation and perks», elaborata su un campione di oltre 30 mila individui in 63 paesi, secondo cui il 44% degli italiani aderisce a un numero di programmi compreso tra 2 e 5, mentre un consumatore su sei è iscritto a più di sei. «La personalizzazione dell’offerta costituisce il futuro dei programmi di fidelizzazione soprattutto in Italia, dove i margini di crescita in questo senso sono ancora molto ampi. Occorre costruire una relazione personale per interagire in maniera diretta con il cliente, per esempio attraverso i social media», spiega Giovanni Fantasia, a.d. di Nielsen Italia. Oggi la carta fedeltà è uno strumento fondamentale per il punto vendita, sia fisico che virtuale. Occorre quindi mettere in atto azioni di marketing che differenzino i contenuti delle singole iniziative per non far perdere la propria efficacia. Il compenso in denaro non può più essere considerato l’elemento differenziante. Si tratta quindi di mettere in cantiere progetti altamente coinvolgenti». La ricerca rivela che la presenza di un programma fedeltà ha un impatto su diversi aspetti: infatti, il 62% dichiara di comperare preferibilmente presso negozi che offrono carte fedeltà, per il 60% è la ragione per continuare ad andare nel punto vendita e nel 55% dei casi si spende di più, aumentando la frequenza di acquisto. In Italia, ma anche in Europa, la dimensione fisica vince rispetto a quella virtuale: la carta fisica è utilizzata dal 79%, mentre il 19% del campione dichiara di avere un account digitale e il 15% utilizza le app dei retailer sul proprio smartphone o tablet. Rispetto all’Europa, la penisola risulta indietro nell’utilizzo dei siti dell’e-commerce, ma comunque il 49% degli intervistati si dichiara propenso a partecipare a piani di fidelizzazione sul digitale se i rivenditori online li rendessero disponibili. Considerando quali sono i vantaggi che i clienti cercano, per 58% si tratta della possibilità di avere prodotti a prezzi scontati o un parziale rimborso della spesa e buoni sconto (in linea con quello che accade in Europa). Il 44% invece desidera ricevere omaggi e il 25% sottolinea anche la possibilità di beneficiare della spedizione gratuita per gli acquisti online. Si rivelano vincenti la flessibilità e la personalizzazione dell’offerta: per il 78% l’opzione tra premi diversi è importante, e per il 72% lo è la proposta di sconti personalizzati o di promozioni basate sugli acquisti precedenti. In generale i consumatori chiedono un’esperienza multicanale, come dimostra il fatto che il 68% desidera un sistema integrato per ottenere punti quando compra sia nel negozio, o sul web o attraverso una app. È inoltre apprezzata dal 70% la sinergia tra diversi rivenditori, in modo che lo stesso programma possa valere in punti vendita differenti. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Mercoledì 16 Novembre 2016 MEDIA 19 1 L’imprenditrice spiega come ha ottenuto fatturati in crescita, nonostante la crisi del settore Salamon, Doxa ha cambiato pelle Fuori dai sondaggi elettorali, investimenti sul digitale http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI I Pagina a cura CLAUDIO PLAZZOTTA l gruppo Doxa, che il prossimo 22 novembre celebrerà i suoi 70 anni, ha fatturati consolidati in costante crescita dal 2008, chiuderà il 2016 a quota 41,1 milioni di euro (+4% sul 2015, +41% dal 2011), con una ottima marginalità, buoni utili reinvestiti in azienda e 246 dipendenti (erano 160 nel 2011). Controllato al 90% da Marina Salamon, il gruppo specializzato in ricerche di mercato, che comprende anche Doxa Duepuntozero (panel web), Doxapharma (indagini nel comparto farmaceutico e medico-clinico) e Connexia (agenzia di comunicazione da 11 milioni di euro di fatturato), si prepara ora a una fase espansiva che, nel medio periodo, porterà a stringere alleanze, fare acquisizioni e, in prospettiva, magari pure a quotare Doxa all’Aim. Però va detto in tutta franchezza che da oltre vent’anni il brand Doxa era completamente sparito dai riflettori dei media, soprattutto abbandonando il comparto dei sondaggi elettorali nel quale era stato pioniere, nel 1972, con le prime proiezioni in Italia. Domanda: Presidente Salamon, perché questa fuga? Risposta. Ho rilevato l’azienda nel 1991, 25 anni fa. E proprio negli anni 90 ho deciso di uscire al volo e con decisione dal mercato dei sondaggi elettorali. Un mercato che in quegli anni, con il cambio di legge elettorale e la discesa in campo di Silvio Berlusconi, era completamente nuovo. D. Cosa non la convinceva? Vilma Scarpino e Marina Salamon R. In quel comparto un flusso regolare di lavoro poteva essere commissionato solo dai quotidiani. Che però non pagano molto. E in tv, al di là dei dati di ricerca più o meno buoni, avevano e hanno bisogno soprattutto di facce, di personaggi. Insomma, un business che non mi interessava… D. Tanta immagine, poca ciccia? R. È un comparto rimasto piccolissimo, dove le società di ricerche hanno ricavi marginali. Insomma, tanti grandi cuochi che vanno in tv ma che poi, alla fin fine, rimangono col loro piccolo ristorante in provincia. Doxa, quindi, è uscita da lì: noi, con la nostra reputazione e indipendenza, non spendiamo energie in quella direzione. E ci siamo concentrati sulla reputation, lavorando più di tutti, ma per le aziende, i brand e i perso- naggi. D. Chi sono i vostri concorrenti in Italia? R. Possono essere Ipsos o Gfk Eurisko, multinazionali che lavorano in Italia. Ma l’Italia è un mercato che, agli occhi di una multinazionale, conta pochissimo, un mero mercato di sbocco. Doxa, invece, è rimasta italiana. E l’Italia, per Doxa, è un luogo in cui sviluppare e ricercare. E abbiamo iniziato un trend di crescita fortissimo proprio dal 2008-2009, gli anni della crisi dei budget. D. E come avete fatto? Proprio dal 2008 nel settore delle ricerche di mercato sono crollati i budget che le aziende dedicavano alle ricerche e i compensi ai ricercatori… R. Non perché siamo più bravi, ma perché siamo italiani e lavoriamo col cuore e al meglio sul mercato italiano. Da subito abbiamo investito tantissimo sul digitale, integrando big data, analytics, social media, e dal 2009 aggiungendo Connexia (relazioni pubbliche, digital pr, ndr), offrendo così ai clienti una consulenza strategica con un progetto integrato. D. Doxa è scomparsa dai programmi televisivi elettorali, ma ha anche comunicato pochissimo negli ultimi vent’anni… R. Sì, è vero. Abbiamo fatto le cose prima di spiegarle, zitti, in un processo di grande trasformazione, mollando la tv. Doxa non si schiera politicamente, non costruisce personaggi da mandare in tv. Siamo rigorosi e seri, creiamo posti di lavoro intelligenti in Italia, rispetto ad attività fatte quasi esclusivamente di immagine televisiva che non creano né fatturati né posti di lavoro. Siamo stati fermi e silenziosi su tutto. Ora è tempo di raccontare la nostra storia, seria e vera. Anche perché, nel medio e lungo termine, ci sono intenzioni di allargare il perimetro, stringere alleanze, fare acquisizioni e, in prospettiva, magari pure quotare Doxa all’Aim. D. Ma in Italia c’è spazio per crescere nel mondo delle ricerche? R. Se parliamo di ricerche di mercato alla vecchia maniera, sarà molto dura. Bisogna diventare una cosa molto più ampia e integrata: o Prada o Zara, non c’è spazio per attività intermedie. In Italia c’è stata una imprenditoria eccellente nel manifatturiero. Credo che sia tempo che quei livelli di eccellenza si raggiungano pure in quello che un tempo si chiamava terziario avanzato, nei servizi, con gli stessi criteri di rigore, di investimenti, di creazione di valore. Noi di Doxa abbiamo integrato ormai da tempo le ricerche con i big data, l’analytics, il marketing e la comunicazione. Non ragioniamo con le logiche del «cresci e poi vendi», non inseriamo membri della famiglia in azienda, non abbiamo un management «toccata e fuga». Vilma Scarpino, ceo del gruppo Doxa e socia al 10%, l’ho presa che stava finendo la tesi all’università, ed è ancora qui. D. L’analisi e l’elaborazione dei big data e dell’attività sui social network rendono meno centrali la vecchia indagine telefonica o i focus group? R. No. I big data e il mondo social, da soli, non bastano. Necessario integrare le fonti di ricerca. Doxa ha i call center di proprietà, con dipendenti diretti. E abbiamo un nostro panel, patrimonio esclusivo, sul web con 50 mila individui che stanno salendo a 80 mila. Queste persone partecipano alle nostre indagini ricevendo, in cambio, o la possibilità di fare donazioni benefiche, e le fanno in molti, o ricariche al cellulare. Poi è necessario fare anche interviste personali o telefoniche, e i focus group fisici o online. Altrimenti, solo col web, rischi di avere universi di riferimento troppo giovani e meno rappresentativi. D. Come festeggerete i 70 anni di Doxa? R. Molto semplicemente: il 22 novembre invitiamo i clienti e tutte le persone che lavorano con noi al piano terra della nostra sede, a Milano in via Panizza 7. Con il catering a cura di Cuochi a colori. © Riproduzione riservata I grandi sondaggisti tv tra alti e bassi. E i fatturati languono Fare il sondaggista, fino a qualche anno fa, era un mestiere che dava immagine e, magari, consentiva poi di sviluppare fatturati in altri ambiti di ricerca. Ora, invece, si fa molta fatica a trovare riflessi positivi di reputazione nell’esercizio di quella professione (si spara al sondaggista un po’ a prescindere, e va detto che negli ultimi tempi, soprattutto nella pratica degli exit poll, le società di sondaggi ne han fatte più di Bertoldo). Di sicuro, i fatturati languono. I sondaggi elettorali, e quindi i sondaggisti, sono esplosi sostanzialmente con l’introduzione del sistema di elezione diretta dei sindaci (1993) e la discesa in campo di Silvio Berlusconi (1994). Va ricordato Gianni Pilo, fedelissimo di Marcello Dell’Utri, che però non durò molto (ferali le sue previsioni errate con tanto di bandierine al Tg4 di Emilio Fede per le amministrative 1995), e che passò il testimone alla Data- media di Luigi Crespi. Pure il corpulento sondaggista (inventore del contratto con gli italiani, firmato a Porta a Porta dal Cavaliere) , però, fu costretto a tornare nell’ombra dopo una serie di problemi con la giustizia e il crac del suo gruppo. Dalla scuola di Crespi, comunque, emerse Alessandra Ghisleri, che con la sua Euromedia research è tuttora una delle ricercatrici più apprezzate in tv e che ha mantenuto un legame esclusivo col mondo di Forza Italia e di Berlusconi. La Ghialmedia srl, che controlla le attività di Euromedia research, ha tuttavia (dati 2015) un patrimonio netto di appena 106 mila euro, ricavi per 792 mila euro e ha chiuso l’esercizio 2015 con una perdita di 28 mila euro, dopo il rosso di 76 mila euro nel 2014. Un altro grande studioso di lungo corso e appassionato di sondaggi elettorali è il professor Nicola Piepoli. Pure lui, con la sua società Cirm, rimase parzialmente impanta- nato nel caos provocato dal gruppo Hdc di Crespi. Ha però continuato a darsi da fare. E il suo Istituto Piepoli è sempre su piazza. Partecipa spesso a programmi televisivi, insieme col socio Alessandro Amadori. L’Istituto Piepoli (dati 2015) ha un patrimonio netto di 387 mila euro, ricavi per 2,2 mln (erano 3,5 mln nel 2014) e perdite per 94 mila euro (rosso di 432 mila nel 2014). C’era anche Renato Mannheimer con il suo istituto Ispo, utilizzatissimo da Porta a Porta e dal Corriere della Sera. Istituto poi costretto a chiudere i battenti nel 2015 per le difficoltà economiche del professor Mannheimer, che ora sta provando a rilanciarsi con la nuova società Eumetra Monterosa. Tra i volti che di recente si sono più affermati nel piccolo schermo come sondaggisti elettorali ecco Fabrizio Masia (della società Emg, gruppo Acqua) e Antonio Noto (Ipr marketing). Trattasi, però, di realtà di piccole dimensioni. La Emg di Masia (il sondaggista preferito da Enrico Mentana su La7) ha un patrimonio netto di 69 mila euro (dati 2015), ricavi per 1,3 milioni e un utile risibile di 1.400 euro (4 mila euro nel 2014). La Ipr Marketing di Noto, invece, non ha ancora pubblicato il bilancio 2015: nel 2014 il patrimonio netto era di 277 mila euro, per 1,5 milioni di ricavi e un utile di 10 mila euro. Insomma, coi sondaggi elettorali si fan pochi soldi per un mercato molto piccolo nel quale però si rischiano spesso delle figuracce cosmiche. Rimane affezionato al tema elettorale Nando Pagnoncelli di Ipsos. Ma più per passione personale, poiché il business di Ipsos, di cui Pagnoncelli è presidente, va da tutt’altra parte e non si consolida certo con i contratti per ricerche elettorali commissionate dal mondo politico o dei programmi tv. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 20 Mercoledì 16 Novembre 2016 MEDIA TELE-VISIONI Arrivederci ai Medici, gli ideatori lavorano al sequel http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI GIORGIO PONZIANO Frank Spotnitz, co-ideatore e co-produttore dei Medici (Rai1), sta incominciando a mettere le mani sulla sceneggiatura del sequel, nuove puntate richiestegli a colpi di audience. L’ultima serata della fiction ha totalizzato oltre 6 milioni d’ascolto. Perciò il finale è stato costruito come un arrivederci alla nuova serie, con la confidenza di Lucrezia Tornabuoni alla suocera Contessina De’ Bardi, di essere finalmente in attesa di un bambino, che sarà poi Lorenzo il Magnifico. Quindi le nuove puntate incominceranno con un blasonato parto. Marco Giallini festeggia il successo (3,6 milioni di telespettatori, 14,4% di share) di Rocco Schiavone (Rai2), la fiction con protagonista il vicequestore anticonformista. Ma rischia di incappare negli strali della Commissione di vigilanza. Infatti tre senatori del centrodestra hanno protestato perché Schiavone fuma cannabis, un messaggio negativo secondo i parlamentari, per lo più proposto dall’emittente pubblica. manifesto della nostra Rai. È soltanto una delle voci che la compongono». Il titolo dell’ultimo libro scritto da Vespa (che puntualmente arriva prima di Natale) è C’eravamo tanto amati. Chissà se ne ha mandato una copia al dg. Il quale mette nel mirino anche Gianluca Semprini, che doveva essere il nuovo volto dei talk e invece sta naufragando col suo Politics (Rai3, tra il 2 e il 4% di share): «Gli ascolti bassi di Politics?», dice Campo Dall’Orto. «A un certo punto dovremo setacciare». Simona Ventura è in attesa del debutto (il 21 novembre) col Valeria Marini: Grande Fratello Vip (Canuovo programma (prodotto da nale5) e grandi guadagni. Le indiscrezioni le Maria De Filippi) Selfie-Le cose assegnano infatti un compenso di 45 mila euro cambiano (Canale5) e non mana puntata, ovvero un totale di 135 mila euro. ca la polemica di rito. Accusa Ovvio che abbia accettato senza fiatare di esMara Venier di essere invidioAntonio Ricci ci riprova. Forsere ripresa priva di fondotinta oppure con la sa e riceve una piccata risposta te del successo di Striscia la Notipancetta sotto la doccia. Inferiori ma cospicui sui social: «Non voglio lanciare zia (Canale5) ha convinto Media(con un minimo di 15 mila euro a puntata) gli messaggi alla C’è posta per te, ingaggi degli altri concorrenti, da Pamela Prati set a riprendere un programma, sono una donna troppo diretta Cultura Moderna, che andò in a Elenoire Casalengo, da Laura Freddi a per affrontare le polemiche tra onda per un anno nel 2007 su Stefano Bettarini. Uomini e donne, però ho sentito Canale5 con alterna fortuna. Si che avrei tolto il saluto a qualcutratta di un game show, dove i Rocco Pietrantonio dovrà cercare di resuno perché gelosa di programmi partecipanti devono indovinare il scitare La Fazenda, brutta copia del Grande altrui prodotti da Maria. Per mia nome di un celebre personaggio Fratello (Canale5) e di La Fattoria (Italia1 e poi fortuna ho una vita troppo piena misterioso, nascosto dentro una Canale5), scomparso dai palinsesti dopo un’ediAntonio Ricci di lavoro, soddisfazioni e Amici cabina da spiaggia, per vincere zione su Sky. Ad ospitare il revival sarà Canale per patire i traguardi degli altri. E grazie al cielo un premio. La sfida partirà il 28 novembre alle Italia da metà gennaio. A fianco di Pietrantonio penso alla mia felicità e a quella di chi mi sta 20,20 su Italia1. La conduzione è stata affidata a vi sarà Giusy Seiello, ex velina. All’interno delTeo Mammucari (che lo condusse anche allora), intorno...». Convenevoli tra primedonne. la fazenda i «rinchiusi» oltre a superare prove affiancato da Laura Forgia (ex Eredità su Rai1) di resistenza e abilità dovranno provvedere alla Francesca Falcioni e Veronica Maya: è la e l’esordiente comico siciliano Carlo Kaneba. cura di 700 animali di varie specie. staffetta che cercherà di portare al successo la Il bello è che i due programmi di Ricci avranno nuova edizione dello Zecchino d’oro, che questa anche un periodo di sovrapposizione ma essendo Giuseppe Cruciani (La Zanzara, Radio24) volta Rai1 spalmerà ogni sabato pomeriggio dal totalmente differenti non dovrebbero cannibaterrà fede alla sua promessa? Aveva dichia19 novembre al 10 dicembre. La lizzarsi. rato che si sarebbe convertito all’astinenza sessuale se DoFalcioni, affiancata nald Trump fosse stato eletda Giovanni Cacto. E adesso? Dice: «Per me è camo, vincitore di un problema serio, molto serio. Sanremo Giovani Certo, due mesi senza sesso 2015, condurrà i 4 possono fare bene, a me in parappuntamenti setticolare. Mi sembrava talmente timanali per passaimpossibile che ho preso l’impere il testimone alla gno a mettermi questa camicia Maya che animerà È Franco Moscetti il nuovo amministratore delegato di forza. Dovrete fidarvi della due speciali, il podel Sole 24 Ore. Lo ha nominato ieri il cda del gruppo mia parola. Due mesi senza gomeriggio della vigipresieduto da Giorgio Fossa dopo averlo cooptato in dere. Da oggi fino all’8 gennaio. consiglio in sostituzione di Francesca Di Girolamo, lia e la mattina di C’è di mezzo pure Capodanno. Natale. La Rai ha che si era dimessa lunedì. Il cda ha inoltre nominaVabbè». Ma Cruciani parla di to Carlo Robiglio vicepresidente e ha deliberato la deciso di puntare sesso anche con un’ospite della convocazione dell’assemblea dei soci per giovedì 22 forte sul concorso, sua trasmissione, la parlamendicembre. L’assemblea dovrà prendere i provveditrasmesso dagli stutare bolognese Pd, Francesca menti previsti nel caso di riduzione di oltre un terdi tv bolognesi dei Puglisi, che vuole multare i zo del capitale frati dell’Antoniano, clienti delle prostitute «perché sociale (articolo dopo il mezzo flop Fabio Fazio così si salvano le donne dai fe2446 del codice dello scorso anno nomeni della tratta». Il conduttore domanda: civile), dal moche aveva indispettito i religiosi. Al«E se un uomo vuole fare sesso ma non c’è altro mento che il patro programma con protagonisti non trimonio netto bambini ma giovanissimi ballerini, modo?». L’onorevole risposta è: «Allora si fa una pugnetta, come si dice a Bologna». della capogrupmusicisti e cantanti sarà Prodigi-La po è sceso a 18,2 musica è viva, serata-evento su Rai1 Bruno Pizzul (ultimo impegno lo scorso anno milioni di euro a il 19 novembre dedicata all’Unicef: da opinionista alla Domenica Sportiva, Rai2) e fronte di un ca12 ragazzi si sfideranno per poter Costantino della Gherardesca (Pechino Adpitale sociale di ottenere una borsa di studio nella 35,1 milioni. propria disciplina. Alla conduzione, dicted, Rai4) voteranno sì al referendum costituzionale. Dice Pizzul: «Se non passa il sì chissà Per quanto riVanessa Incontrada, insieme a quanti anni dovremo aspettare perché ci sia un guarda Moscetti, Lino Banfi, entrambi sono ambafermento di novità». Aggiunge della Gherardeclasse 1951, prisciatori Unicef. Ricorda Banfi: «Io sca: «Bisogna vivere l’innovazione». Una presa di ma dell’approdo sono un po’ come i ragazzi di Proposizione che costerà a entrambi l’oscuramento al Sole 24 Ore digi. Quando c’erano le migrazioni dagli schermi Rai fino al 4 dicembre? è stato amminidi noi ragazzi del Sud al Nord, era stratore unico di facile perdersi: avevamo 17, 18 anni, Fabio Fazio ospita a Che tempo che fa (Rai3) i Axel Glocal Busici mettevano in stanzoni con 30, 40 ness, la società di persone con una tenda sudicia a diColdplay ma è Matteo Renzi a regalargli l’exconsulenza alle viderci. Dovevi pagare prima, sennò ploit: 3,5 milioni di telespettatori (13,6% di share) imprese da lui non entravi. Spesso dormivamo in con picchi di 7,6 milioni per il premier contro i 3,1 stesso fondata, e stazione a Milano, gli altri si dispemilioni (12,6%) del gruppo inglese (punte di 5,1 componente del ravano: io invece avevo il paraocchi, milioni). Fazio può così consolarsi dello scarso seFranco Moscetti consiglio di ampensavo che un domani ce l’avrei fatguito del suo Rischiatutto (sempre su Rai3) fermo ministrazione di Fideuram Investimenti Sgr, Diasota e andavo avanti: è questo che mi a 2,6 milioni (10,6%). Mentre Massimo Giletti rin, Zignago Vetro e della Capital For Progress I. Dal ha salvato, crederci». con l’Arena (Rai1) rimane l’acchiappatutto deldicembre 2004 sino all’ottobre 2015 è stato direttore la domenica pomeriggio raggiungendo il 25% di generale e amministratore delegato del Gruppo AmBruno Vespa maltrattato. Non share (3,5 milioni). Infine la sfida tra Barbara plifon, mentre dal 1989 al novembre 2004 ha avuto solo il dg Rai,Antonio Campo D’Urso (Domenica Live, Canale5) e Pippo Bauincarichi di rilievo (president-directeur general in Dall’Orto, gli ha tolto una serata, do (Domenica In, Rai1) è vinta dalla prima: 2,8 Francia e contemporaneamente amministratore desbandierando l’esigenza di più flesmilioni contro 2,2 milioni. legato in Italia e direttore della divisione sanità a sibilità nei palinsesti, ma in un’inTwitter: @gponziano livello internazionale) nel gruppo Air Liquide. tervista afferma: «Vespa? Non è un © Riproduzione riservata Sole 24 Ore, Franco Moscetti nominato nuovo a.d. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Mercoledì 16 Novembre 2016 MEDIA La pay di Mediaset fra accordi con telco e produttori di televisori Premium cerca la ripresa Ma Medusa concede la prima esclusiva a Sky http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI CLAUDIO PLAZZOTTA L a dura strada per cercare di dare, o ridare un senso al business di Mediaset Premium, che si appresta a chiudere il 2016 con un deficit vicino ai 200 milioni di euro, passa soprattutto da accordi non esclusivi ma molto stretti con grossi operatori delle telecomunicazioni, con grandi costruttori di apparecchi tv e affini, e con colossi della distribuzione. Ad esempio Tim ha intese, non esclusive, per contratti congiunti telefonia+internet+contenuti pay sia con Netflix, sia con Sky, sia con Premium. Ma negli ultimi tempi sta spingendo moltissimo le offerte Premium (e qui ci potrebbero essere anche interessi superiori che coinvolgono Telecom e il suo azionista Vivendi). D’altronde, è difficile pensare che in Italia vi sia ancora molto spazio di manovra per allargare il mercato di chi è interessato solo alla pay tv. Quel target è già stato raggiunto da Sky e da Premium, vale meno di 7 milioni di famiglie e da lì è difficile schiodarsi. Meglio, allora, provare a espandersi usando il contenuto pay come leva di marketing per abbinamenti più complessi che coinvolgano Tim, o Fastweb (come fa Sky), o costruttori come Samsung per la diffusione dell’Ultra HD e del 4K, e importanti catene della distribuzione. Proprio sul fronte dei contenuti è arrivata ieri la notizia che Medusa, la casa di produzione di Mediaset, ha concesso a Sky l’esclusiva pay dei propri film. Questo significa che pellicole come Quo Vado di Checco Zalone o Perfetti sconosciuti passeranno prima sulla pay tv satellitare e successivamente su Canale 5. In passato, invece, i titoli Medusa erano trasmessi sia da Sky sia da Premium. Sarà quindi da vedere Franco Ricci cosa significa per il Biscione questa scelta che sembra preferire Sky, ovvero se si tratta semplicemente di avere un tornaconto economico maggiore rispetto al passato oppure se sia segnale di un disimpegno dalla propria pay tv. Per ora, film di Medusa a parte, sembra che Premium, oltre che sugli accordi di cui si è parlato prima, voglia anche battere le strade dei contenuti più o meno esclusivi, della tecnologia o di nuove offerte commerciali natalizie. Uno spettro di strategie che verrà presentato oggi a Cologno Monzese dai vertici operativi di Premium (l’a.d. Franco Ricci, il direttore contenuti Yves Confalonieri, il direttore commerciale Marco Rosini). Ci saranno più cinema, più serie tv, più innovazione tecnologica (e si punta a colmare presto il gap con Sky, lanciando una sorta di My Sky pure per Premium). Inoltre bisogna iniziare a pensare alle gare per i diritti tv della Serie A e della Champions league di calcio per il triennio 2018-2021. Ora Premium non è più in interim management, può tornare a operare anche su iniziative ad alto budget senza chiedere autorizzazioni all’ex azionista entrante Vivendi (la questione verrà decisa nelle aule dei tribunali), e quindi si tratta di stabilire se e come partecipare alle aste. La Serie A sembra fondamentale per il futuro di Premium, ma sarà interessante vedere come la Lega e l’advisor Infront divideranno i pacchetti proposti, con una molteplicità di esclusive maggiore rispetto al passato, offerte riservate alla tv in chiaro ecc. Per la Champions, sulla quale nessuno sarà disposto a fare i sacrifici dell’ultimo triennio (oltre 210 milioni di euro all’anno versati da Premium per i tre anni 2015-2018), l’asta 2017 sarà fissata probabilmente più in là rispetto al tradizionale appuntamento di febbraio, poiché la formula della competizione cambia (ci saranno più club con tradizione calcistica ammessi di diritto) e si deve lasciare più tempo all’Uefa, alle società di calcio e ai broadcaster tv per valutare l’impatto delle novità. 21 2 CHESSIDICE Rcs, Gros-Pietro: Intesa Sanpaolo uscirà entro 2017. Intesa Sanpaolo uscirà «certamente» dal capitale di Rcs «entro il 2017». Lo ha assicurato ieri il presidente della banca Gian Maria Gros-Pietro a Roma a margine di un convegno all’accademia dei Lincei. «Non ci sentiamo», ha detto Gros-Pietro, «di dare un contributo a un’azienda editoriale. Quindi in coerenza con il nostro piano usciremo da Rcs». E ha aggiunto: «Valutiamo molto positivamente quanto fatto dal nuovo azionista (Urbano Cairo, ndr) e siamo contenti del netto miglioramento del conto economico della società. Ci auguriamo che il miglioramento prosegua e che il giornale cresca». Torna in Sicilia OrizzonteSud. Il Corriere del Mezzogiorno presenterà domani a Noto, in provincia di Siracusa, il nuovo numero di OrizzonteSud, la testata che punta a raccontare il «Meridione che ce la fa», con una serie di inchieste e incontri sul territorio, rendendo protagonisti gli attori positivi dei diversi settori produttivi, sociali e istituzionali. OrizzonteSud sarà in edicola domani con il Corriere della Sera in Sicilia, e con il Corriere del Mezzogiorno in Campania e Puglia. © Riproduzione riservata LO STOP CHIESTO DAL GOVERNO TURCO. SCOPPIA LA POLEMICA POLITICA, MA IL NODO È ANCHE GIURIDICO Eutelsat ha spento il segnale di due televisioni curde da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO Il premier Recep Erdogan, si è fatto sentire il 27 ottobre con una lettera della Rtük, l’autorità amministrativa indipendente (ma l’aggettivo, oggi, andrebbe rivisto) che regola il mercato radiotelevisivo turco, inviata a Eutelsat, la società francese (controllata dallo stato attraverso Bpifrance, la banca d’investimento della Cassa depositi e prestiti, che ha la partecipazione più rilevante, il 26,4%) che con una flotta di 38 satelliti, tra cui il più noto Hot Bird, trasmette in tutRecep to il mondo i segnali di 6.300 network te- Erdogan levisivi. Il messaggio di Istanbul era chiaro: sospendete immediatamente l’emissione del segnale di Med Nuçe Tv; si tratta di un canale tv legato al Pkk, il partito comunista curdo che il governo di Istanbul considera, e non da ora, né più né meno che una pericolosa organizzazione terroristica. E il direttore generale di Eutelsat, Rodolphe Belmer, un esperto di marketing che ha lavorato a Canal+ e che ha contribuito a preparare il piano strategico di Delphine Ernotte appena arrivata alla presidenza di France Télévisions, come a dire un manager ben inserito nel coté televisivo francese, non se l’è fatto ripetere due volte. Il segnale di Med Nuçe Tv ma anche quello di Nweroz Tv, altra emittente curda, sono stati bloccati. Scatenando una valanga di polemiche con lo scrittore Patrick Franceschi, premio Goncourt 2015 con il romanzo Prémier personne du singulier, eroe di guerra durante il conflitto afghano contro i sovietici, amico personale del mitico comandante Massud, che scende in campo contro il presidente Hollande per denunciare l’ipocrisia e il doppio gioco dell’Eliseo (a febbraio il presidente aveva ricevuto una delegazione curda e promesso il sostegno della Francia) e il direttore dell’Istituto di cultura curda di Parigi, Kendal Nezan, che si dice semplicemente scandalizzato della decisione di Eutelsat, presa dopo la chiusura in Turchia di 131 testate e l’arresto di 2 mila tra giornalisti e addetti alla comunicazione. Il caso è finito davanti al tribunale civile di Parigi perché, oltre che politico, è anche giuridico e pure abbastanza intricato. Infatti, la richiesta di sospendere l’emissione di Med Nuçe Tv (che in curdo vuol dire: Notiziario dal Medio Oriente) è stata inoltrata a Eutelsat sulla base delle norme che regolano la messa in onda le tv transfontaliere che aderiscono alla Convention européenne sur la télévision transfontière (Cett) con l’argomentazione che i contenuti della tv violavano la dignità della persona e diritti fondamentali della libera informazione (testuale). Senza entrare nel merito delle accuse di Istanbul, Eutesalt ha spento il satellite e oscurato il canale, dimenticando però un particolare: secondo la Cett la competenza, il potere di accendere e spegnere il segnale, spetta al paese in cui «la chaine opère». Ora Med Nuçe ha la sede Rodolphe legale in Italia (con Belmer regolare licenza rilasciata dalla nostra AgCom) e gli studi a Denderleueuw, una cittadina belga, e il Belgio è tra quei paesi che non hanno firmato la Cett, la Convenzione per le tv transfrontaliere e quindi la competenza finale dovrebbe essere proprio del regolatore belga, anzi del suo ufficio fiammingo, la Vrm, Vlaamse regulator voor de media. Se il regolatore del paese che ospita gli studi tv non si pronuncia (e in effetti, non s’è ancora pronunciato) la competenza dovrebbe passare al paese dove ha sede la società emittente, cioè Eutelsat, e quindi la Francia. Da qui il ricorso al tribunale di Parigi. Ma al di là di quello che i media francesi hanno definito «un envraisembable imbroglio juridique européen», un incredibile groviglio giuridico, resta lo scandalo politico di una società pubblica francese che prende per buone le motivazioni del regime di Istanbul per chiudere due televisioni curde negli stessi giorni i cui i curdi combattono contro l’Isis in Siria e in Iraq. «À una manovra di Erdogan», spiega da Tolosa, la sua città, lo scrittore Patrick Franceschi, «vuole liquidare l’informazione curda e fare in modo che restino solo le tv filoislamiche. Davvero, un bel risultato a un anno dalla strage di Parigi». Nezan dell’Istituto di cultura curda è ancora più duro: «L’Eliseo è sensibile alle pressioni della lobby industriale turca. Se davvero Med Nuçe era una tv terroristica, legata al terrorismo, allora avrebbe dovuto essere chiusa da tempo». E poi conclude con amarezza: «Come andrebbero chiuse certe emittenti finanziate dal Qatar e dalle petromonarchie del Golfo». Che, però, in Francia hanno investito miliardi di euro. Forse anche in Eutelsat. @pippocorsentino © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it