MontePaschi Siena

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MontePaschi Siena
FATTA LA STORIA ADESSO SIENA RIAPRE UN NUOVO
CAPITOLO, RESTARE COMPETITIVA NEL CAMBIAMENTO
Un triste addio a chi ha fatto la storia (Pianigiani, McCalebb, Stonerook, Lavrinovic e Andersen), Siena
riprende le buone abitudini: Coach fatto in casa e una squadra che vuole restare ai vertici
ANNACARLA TREDICI
MENS SANA BASKET SIENA
Anno fondazione: 1934
Colori Sociali: Bianco e verde
Impianto: PalaEstra (7.025 posti)
Presidente: Ferdinando Minucci
Allenatore: Luca Banchi
Albo d'oro: 7 Scudetti
4 Coppe Italia
6 Supercoppe italiane
1 Coppa Saporta
ROSTER
QUINTETTO
#06
Brown Bobby
#34
Moss David
#09
Carraretto Marco
#13
Sanikidze Viktor
#08
Eze Benjamin
PANCHINA
#23
Hackett Daniel
#10
Rasic Aleksandar
#22
Janning Matt
#04
Kasun Mario
#11
Kangur Kristjan
#14
Ress Tomas
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La stagione 2012/201 bussa anche alla
porta di viale Sclavo. La regina
incontrastata degli ultimi anni del basket
italiano è pronta a scendere in campo, in
una veste completamente rinnovata. La
Montepaschi Siena è l'unica squadra
italiana che, non solo nella scorsa annata,
ha riscritto la storia dei record, con il suo
settimo scudetto - sesto consecutivo vinto in gara5 contro l'Olimpia Milano, con
la quale condivideva la “fila dei cinque”.
Monarca assoluta del titolo tricolore,
senza dimenticare anche i trionfi in Coppa
Italia - Siena ha vinto le ultime 4 edizioni e in Supercoppa italiana, dove la striscia
conta ben 5 vittorie di fila.
Sorpassato il primato e il club milanese,
nel segno di una continuità avviata nel
2007 e firmata da Simone Pianigiani, ex
allenatore e anche c.t. azzurro, l'obiettivo
senese non cambia certo ora. Ma la
“panca”, sì.
“Un roster totalmente nuovo e folto di
giocatori - proprio come chiesto da
Minucci -, con grinta e tanta fame di
vincere e di affermarsi su palcoscenici più
importanti”. Non solo. La prima novità
annunciata dalla compagine senese è
avvenuta dall'interno: Luca Banchi
diventa head coach. “Solo una persona
poco sana di mente - aveva rilasciato a
Giugno il Presidente Minucci - avrebbe
accettato, con Luca è stato diverso perché
lui ha sempre fatto parte del progetto. Lo
scelsi sei anni fa non per amicizia, ma per
quelle doti umane che fanno parte di
qualsiasi scelta che facciamo e che poi
sono emerse. E' chiaro che dobbiamo
sapere che questo è il momento peggiore
per allenare la nostra squadra, dopo un
allenatore di Siena che ha fatto grande
Siena”. Ecco, tornando proprio al 'segno
del comando' - senza dimenticarci che,
nel 2004, Siena vinse con Coach Carlo
Recalcati -, possiamo vedere che ha
radici ben profonde, radici che affondano
nei “mitici” anni '90. Difatti, proprio nel
1994 la gloriosa squadra biancoverde
riuscì a riconquistare stabilmente la serie
A1 e concluse un periodo decisamente
delicato, nel quale aveva bazzicato per
varie stagioni perfino la serie B.
Successivamente, furono gettate le
fondamenta della celebrità di oggi. Il club
senese varò un progetto proiettato nel
tempo, perseguendo più che gli
investimenti a “sensazione” la politica del
passo dopo passo. L'aveva capito
perfettamente Ferdinando Minucci, il
manager al quale si deve tutto questo:
non bisogna avere fretta, o come si
vuol dire “chi va piano, va sano e va
lontano”.
Il basket senese è stato costruito con
calma e si è consolidato con il tempo.
Poi, è diventato il Montepaschi.
L'avvento dell'Istituto come “main
sponsor” risale al 2000 e, prima del suo
ingresso, la crescita del team
biancoverde ha sfruttato senz'altro altri
elementi propulsivi. Dunque, il
concetto di Pallacanestro ha ormai
messo radici profonde nella bella terra
toscana e pensare che questo ciclo,
fatto principalmente di gloria e sacrifici,
possa un giorno giungere alla
conclusione - per le cause più
disparate, come i rovesci visti nel
cuore dell'amministrazione comunale
e perché ogni gran bella avventura
prima o poi arriva ad un epilogo -, non
sembra certo spaventare i senesi. E
tanto meno Luca Banchi, da ex vice di
Pianigiani a nuovo head coach.
Il “nuovo ciclo” del Montepaschi vedrà,
quindi, diversi debutti. Primo fra tutti,
quello di Banchi che esordirà come
capo allenatore di Siena, dopo essere
stato per ben sei anni all'ombra di
Simone Pianigiani; inoltre, sarà la
prima per tanti elementi del roster,
come Aleksandar Rasic, Daniel
Hackett, Bobby Brown, Viktor
Sanikidze, Kristijan Kangur, Mario
Kasun e uno tra Matt Janning e
Marcelus Kemp (le voci di corridoio
danno l'ex Casale come favorito). La
rivisitazione della squadra senese,
soprattutto in chiave tecnica, è dovuta
senza dubbi all'indispensabile
necessità e al buon senso di doversi
confrontare con la crisi che attanaglia
pure il mondo dello sport. In sintesi:
l'organico è stato ringiovanito e
alleviato di contratti “pesanti” (lo stesso
Andersen ha firmato un contratto
biennale con il Fenerbahce Ulker
Istanbul, ritrovando il ct azzurro
Simone Pianigiani, uscito invece con
una stagione d'anticipo dal triennale
che aveva pattuito con la società
senese e ben riscattato dalla
Fenerbahce.) Insomma, dopo aver
raggiunto il primato nella caccia al
record contro il club milanese, la
Montepaschi azzarda e rilancia quella
che appare quasi una provocazione:
restare competitiva nel cambiamento. O
meglio, di-mostrare agli occhi di tutti,
scettici o meno, che “tutto è cambiato,
nulla è cambiato”.
Sui parquet italiani, potrebbe anche
farcela. Resta da vedere come se la
caverà sui palcoscenici europei.
L'età della Restaurazione. Nella storia del
basket senese, questa stagione vede,
finora, l'uso di una parola-chiave e, infatti,
lo scacchiere biancoverde è stato prima di
tutto “svecchiato”. La società ha
conservato del vecchio pacchetto, i
giocatori-superstiti come Marco
Carraretto, a cui è passato il titolo di
Capitano, Tomas Ress, David Moss e
Luca Lechthaler. Mentre sono ben sette
le “meraviglie” giunte alla corte di Luca
Banchi. All'americano Bobby Brown
l'ingrato compito di sostituire Bo
McCalebb. Classe 1984, e alto 188cm, è
cresciuto cestisticamente nella California
State University. La sua prima esperienza
europea risale al 2007 in Germania con la
maglia dell'Alba Berlino con la quale ha
anche vinto il campionato tedesco. Nei
due anni successivi milita nel campionato
NBA con le maglie di Sacramento,
Minnesota, New Orleans e dei Los
Angeles Clippers. Nell'ultimo campionato
è stato nuovamente protagonista in
Germania, con i Baskets Oldenburg,
chiudendo la stagione con una media che
sfiora i 17 punti a partita. Ricoprirà il ruolo
di guardia, ma sarà chiamato in numerose
occasioni a condurre anche il gioco,
Daniel Hackett. La sua è stata una
trattativa lunga e chiacchierata durante
tutta la scorsa estate, alla fine l'ex Pesaro
ha scelto di accettare la sfida dei campioni
d'Italia. Lo scorso anno per lui, con la
maglia della Scavolini, è stata la stagione
della definitiva consacrazione guidando i
suoi ad un gran percorso in campionato.
L'ultima annata per lui ci sono da
evidenziare 11 punti di media in 31,5
minuti di gioco. Un leggero
peggioramento delle cifre rispetto alla
stagione precedente (ancora in maglia
Vuelle) nella quale registrava oltre 14
punti ma a beneficiarne è stata la
concretezza e l'alchimia di gioco creata
con compagni di squadra “ingombranti”
come Jumaine Jones e James White. In
cabina di regia, troviamo anche
Ferdinando Minucci: “Porteremo sempre alto
il nome della città di Siena”
In vista della
stagione 12/13 il
presidente della
MensSana Siena
,Ferdinando
Minucci,
è
intervenuto sulle
pagine del sito
ufficiale per
presentare la nuova
annata. Tra
rigraziamenti a chi
ha fatto la storia in
questi anni al completo appoggio di un
progetto che riparte da zero ma che vuol
continuare a tenere alto il nome di Siena. Ecco
quanto scritto da Minucci: Prima di parlare
della stagione in corso, è doveroso uno
speciale ringraziamento a tutti i giocatori,
dirigenti, collaboratori, che hanno onorato la
nostra società. Un grazie allo sponsor
Montepaschi ed a tutti coloro che hanno
investito nel nostro basket. Ai tifosi che con
calore hanno seguito le nostre vicende. Alla
città tutta, alle istituzioni ed alla Polisportiva
Mens Sana 1871. Un ringraziamento
particolare a Simone Pianigiani, uno della
famiglia da cui ci siamo separati, ma che resta
uno di noi. Ma anche a tutti i componenti dello
staff che in questi anni hanno contribuito a
rendere Siena la società che è, e che con sei
scudetti consecutivi, ha centrato un risultato
mai riuscito a nessuno nella storia del basket
italiano. Un nome, però, oltre a quello di Simone
è giusto farlo: Shaun Stonerook. Ha deciso di
chiuedere la sua cariera e noi rispettiamo la sua
scelta. Shaun per noi è stato e resterà un
giocatore ed un uomo speciale. Non servono
altre parole se non un “grazie” per quello che
Shaun ha fatto in questi anni. Come annunciato
alla fine della scorsa stagione, questa doveva
essere un'estate di rivoluzione e lo è stata. Luca
Banchi è rimasto parte integrante del nostro
progetto, e la persona più adatta per sedersi
sulla nostra panchina in questo preciso
momento storico. Il feeling costruito in questi
anni è servito in questa estate a rifondare la
squadra, senza se e senza ma. Non tradiremo le
nostre origini, il nostro modo di essere. Siamo
orgogliosi di rappresentare questa piccola
grande città, siamo determinati nel dimostrare la
validità delle nostre idee, ma soprattutto nessun
fattore esterno, crisi compresa, modificherà il
nostro modo di essere e stile. Il campo non
tradisce mai, le parole le porta via il vento. E'
stimolante ripartire anche con basi
notevolmente diverse. La nostra sarà una
squadra fresca, frizzante, con tanta energia e
voglia di stupire. Per certi aspetti possiamo
pensare a qualcosa di simile a quanto accaduto
nell'estate del 2006, anche se le due situazioni
sono profondamente diverse, perché allora
eravamo reduci da due anni non positivi, adesso
da una serie incredibile di vittorie.
Aleksandar Rasic, che ha militato nella
stagione scorsa in Lituania con il Lietuvos
Rytas e precedentemente nel team turco
Trabzonspor, dove ha avuto modo di farsi
apprezzare. Direttamente dalla Turchia, con
la maglia del Besiktas, atterra sul suolo
toscano anche Marcelus Kemp, guardia
duttile, precisa e capace di forti
accelerazioni, che, in seguito alla lunga
trafila cestistica americana (conquistando
riconoscimenti come l'Ncaa “Most Improved
Player Award” nel 2005), si lascia ricordare
in Italia per la storica promozione in serie A
raggiunta nel 2009 con la Dinamo Basket
Sassari. Sotto canestro, come detto, via gli
ingombranti e (soprattutto) costosi
Lavrinovic, Andersen e preso atto
dell'addio al basket di una bandiera come
Shaun Stonerook la nuova MontePaschi si
è affidata a Eze, Sanikidze e Kangur. Per
Eze si tratta di un felice ritorno dopo aver
vestito la maglia del MontePaschi per ben
sei stagioni consecutive. Dopo una
parentesi con la maglia dell'Olimpia Milano,
nella quale non ha propriamente brillato,
Ben Eze torna a casa dopo una stagione di
inattività. Compito a Luca Banchi e del suo
staff di rimetterlo in forma per bene. Il
georgiano Viktor Sanikidze sarà l’ala fort
del team bianco-verde. In Italia dal 2009 ha
vestito solo la maglia della Virtus Bologna
riuscendo sempre a dare un buon contributo
alla causa delle V nere. La definitiva
esplosione nella scorsa stagione durante la
quale l’ala georgiana ha totalizzato una
doppia doppia di media. 12,0 punti e
10.9 rimbalzi. L'ex Varese Kangur e
Mario Kasun, oltre ai già citati Tomas
Ress e Luca Lechthaler, saranno
chiamati a subentrare dalla panchina.
Quest'anno, c'è da aggiungere in
calendario anche la “mitica” tournée
negli States. La Montepaschi sarà la
prima squadra italiana della storia ad
affrontare una mini-tournée per lo
storico Nba Tour organizzato
dall'Euroleague. Il MontePaschi sarà
impegnata a San Antonio, Texas,
contro gli Spurs e poi a Cleveland,
Ohio, contro i Cavaliers.
Un'esperienza unica, che offre la
possibilità di misurarsi sui rettangoli
statunitensi e, quindi, di confrontarsi
con la realtà del cosiddetto “american
basketball”. Alla vigilia di questa
stagione sportiva, la Montepaschi
Siena, indiscussa dominatrice degli
ultimi sei campionati, non riveste più il
ruolo da favorita, ma che questo
nuovo rivestimento possa,
paradossalmente, essere una spinta
propulsiva per la fame di vittorie che
non ha mai abbandonato l'ambiente
biancoverde?! Una cosa è certa:
un'aria di rivoluzione soffia in campo e
le irruzioni non dovrebbero mancare,
specie sotto le plance.
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