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Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena
FEBBRAIO 2004
Mensile di critica e attualità sportiva - €uro 2,00
In arrivo
le prime scadenze stagionali
La Montepaschi
f a g ruppo
editoriale
Direttore
Mario Ciani
Direttore responsabile
Paolo Corbini
Direzione – Redazione – Fotolito
Bernard & Co.
Strada di Busseto 18 -C2/7 – Siena
Tel. 05.77.28.53.74
Fax 05.77.22.10.14
E-mail: [email protected]
Edito e stampato presso
Arti Grafiche Ticci
Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si)
Tel. 05.77.34.92.22
Fax 05.77.34.93.66
Felici di esserci
I primi cinquanta giorni del 2004
dovevano consacrare definitivamente le squadre senesi ai
livelli di una città che quando
vuole non si fa mancare niente. Gli inediti appuntamenti
con Juventus, Milan e Inter,
pullman distrutto a Pesaro, sassaiola di Empoli). Tre episodi
che ci riportano fatalmente alla
mente quel dopo Siena-Modena che pure dovrebbe averci
insegnato qualcosa, perché solo
riconoscendo che gli imbecilli
sono anche fra
n o i
Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430
del 27.01.1983
Hanno collaborato a questo numero:
Corrado Bagella, Duccio Balestracci,
Mauro Bindi, Andrea Bruschettini,
Marco Buccianti, Massimo Carignani,
Barbara Cerretani, Michelle Chazine,
Mario Ciani, Vincenzo Coli, Fabio Fineschi,
Stefano Fini, Riccardo Giacopelli,
Emilio Giannelli, Daniele Giannini,
Antonio Gigli, Mario Lisi, Luca Luchini,
Mauro Mancini Proietti, Simone Marrucci,
Gilberto Martelli, Augusto Mattioli,
Marco Naldini, Paolo Ridolfi, Roberto Rosa,
Gigi Rossetti, Romano Rossi, Andrea Sbardellati,
Senio Sensi, Antonio Tasso, Matteo Tasso,
Francesco Vannoni.
Fotografie di
Lazzeroni/Castoria e Augusto Mattioli
Collaborazione fotografica: Fabio Di Pietro
Editing: Simonetta Michelotti
Progetto grafico: Bernard Chazine
cini-
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ANNO XXII
FEBBRAIO 2004
camente racchiusi nello spazio di 15 giorni
dopo averli attesi per quasi un
secolo (ma quelli dei biancoverdi sembravano da meno
solo perché certe frequentazioni ‘altolocate’ sono di più
vecchia data), erano la prova
provata del riscatto sportivo di
una intera comunità.
Invece no, ci tocca raccontare di
storie al limite della cronaca…
bianca quando va bene (la nonpartita al Delle Alpi per la fitta
nevicata) e della cronaca nera
quando va male (caso Cirillo,
possiamo legittimamente biasimare gesti di stupida violenza
come questi.
In mezzo a tanti fatti che poco in
comune hanno con lo sport,
non sono passati inosservati
alcuni risultati negativi, e fra
questi quelli subiti quasi in
contemporanea proprio contro l’Inter e la Scavolini. Due
sconfitte dal peso diverso, perché mentre quella di San Siro
ci poteva anche stare, al di là
delle proporzioni, quella della
MPS a Pesaro metteva a nudo
la fragilità di una squadra dalle
grandi potenzialità, ma senza il
guizzo ed il furore agonistico
che fanno la differenza fra una
squadra forte ed una fortissima. Ma forse, come sostiene
Recalcati, è solo una questione
di lingue e culture da conciliare ed amalgamare, ammesso
che alla vigilia dei grandi
appuntamenti
stagionali
(Coppa Italia,
qualificazione Euroleague,
posizionamento per i
play-off ecc.) ci
sia ancora il tempo per un
corso accelerato all’Università
per stranieri…
Così come non sono mancati
alcuni elementi di soddisfazione, a cominciare da quelli legati alle prestazioni della Robur
contro Modena e Perugia,
oppure della Mens Sana con
CSKA e Zalghiris. Poi è arrivato febbraio, e le strade di
Siena e Montepaschi sono
tornate a divaricarsi.
In ogni caso negare che tutto
questo abbia un suo fascino,
sarebbe falso. Primo, perché
ridurre tutto ad una questione di risultati (peraltro
sempre più proporzionali al
ruolo delle due
squadre), sarebbe
abbastanza arido
e trattandosi di sport non c’è
di peggio. Secondo, il dirittodovere di vivere queste esperienze con il giusto spirito…
olimpico. Non quello sull’importanza di partecipare e
basta, che per… cultura rifiutiamo a prescindere, ma di
lasciarsi coinvolgere e trasportare dal clima di festa che la
stagione ci sta regalando e che
sembra contagiare tutta la
città nelle sue diverse sfaccettature. ■
1
Gianni Guigou
3
calcio
Mario Ciani
Punto e a capo?
Se l’ultima prestazione è sempre la più indicativa, non ci sono
dubbi. Per fortuna però non è sempre così, anzi, ma un messaggio
chiaro e forte il derby con l’Empoli
l’ha inviato: si può perdere contro
chiunque, anche di goleada, ma
con avversari che sul campo si
dimostrano superiori, non per
mancanza di grinta o determinazione. Non a caso le stesse doti
emerse contro il Perugia appena tre
settimane fa. Quindi parlare di
squadra snaturata in così poco
tempo non ha senso, ma neppure si
può minimizzare l’accaduto.
Contro Juventus, Milan e Inter i
bianconeri hanno raccattato poco,
in compenso hanno contribuito a…
rilanciare l’immagine di Del Piero,
ad organizzare la festa rossonera per
la riconquista della vetta della classifica, ed infine a favorire l’ambientamento di Adriano. Davvero un bel
gesto di altruismo per una squadra
che non si era fatta illusioni, salvo
quella di essere sottovalutata. Parlare quindi di rimpianti dopo aver
subito 10 gol in 270 minuti (uno
ogni 27!) non sarebbe giusto, allora
limitiamoci a dire che se con l’Inter
non c’è stata partita, contro le altre
due hanno pesato un gol valido
annullato, ed un rigore parato. Dettagli, in definitiva.
Non sono dettagli invece alcune
circostanze emerse nel corso del
cosiddetto mercato di riparazione.
La storia di Delli Carri, ad esempio,
non ci è piaciuta. La società avrà
avuto i suoi bravi motivi per liquidare un elemento che solo ora
cominciava a fare bene, ma non
avendoli spiegati abbiamo tutto il
diritto di rimanere perplessi e sorpresi. E con noi quanti si sono trovati spiazzati da una decisione
quantomeno precipitosa. Che poi
l’ex granata, una volta indossata la
maglia viola, si sia lasciato andare a
qualche parola di troppo, rientra
nel gioco delle parti. Nel cambio
con Roque Junior è chiaro comunque che il Siena non ci ha rimesso,
e così in genere neppure con l’arrivo di Junior e Juarez e prima ancora di Vergassola, che non si può
mettere in croce per una prova
andata a vuoto .
L’esigenza primaria però era
anche quella di ampliare una rosa
fin troppo risicata e qui non siamo
assolutamente convinti che i 21
elementi attualmente in forza (più
lo sfortunato Ardito) garantiscano
quel ventaglio di opzioni tattiche
che squalifiche ed infortuni mettono ripetutamente a rischio. In questo contesto si inserisce anche la
cessione di Rubino, che si dimostra
forse funzionale agli interessi della
società e del giocatore, ma non
della squadra, visto che ora bisogna
andare a cercare un’altra punta
disposta a fare panchina.
Sulla bontà di certe scelte
garantisce comunque il fiuto di
Ricci e Papadopulo ( al di là del
fascino di vedere la casacca bianconera sulle spalle di gente che ha
vinto il titolo mondiale appena due
anni fa), ma si fa onestamente fatica ad entrare in certi meccanismi di
mercato. Basti pensare che ci sono
società concorrenti per la salvezza
che hanno inteso potenziarsi con
elementi che non hanno trovato
spazio neppure nelle file dell’ultima in classifica, vedi Hubner dal-
l’Ancona al Perugia…. Ma tant’è. A
volte quello che risulta incomprensibile oggi, diventa evidente domani. E questo vale anche per alcune
operazioni bianconere in uscita,
sempre in ottica organico. Certo il
gusto di comprare tanto per comprare non sembra appartenere alla
logica di una società sempre più
indirizzata verso scelte minime
(non minori) ma oculate. L’importante è non tirare troppo la corda.
Un altro argomento che in quest’ultime due settimane ha tenuto
banco in casa bianconera, è stato
l’inqualificabile episodio che ha
visto per protagonista Materazzi
nei confronti di Cirillo. Altri ne parlano più diffusamente a parte, qui
ci preme solo ribadire un concetto,
magari in controtendenza: siamo
proprio sicuri che il ‘buonismo’ alla
lunga paga? Che a rimanere in
campo anche dopo aver preso una
bottiglietta in testa come Buffon a
Genova o un petardo come Gillet a
Treviso, sia la soluzione migliore?
O forse sarebbe meglio che ciascuno si assumesse la responsabilità
del proprio gesto (anonimo o no)
facendo perdere alla squadra del
cuore punti e faccia? La correttezza
delle vittime non si discute, ma
questa non può andare a beneficio
degli imbecilli. Che infatti ci riprovano sempre più spesso, a qualsiasi
latitudine: tanto in campo c’è sempre qualcuno più sportivo… Ecco
perché il difensore bianconero ha
fatto bene a presentarsi davanti alla
TV, checchè ne dicano quei pochi
che hanno cercato di spostare l’in-
teresse su questo presunto problema.
Tutto ciò comunque succedeva
ieri. Oggi c’è questa sorta di flessione da gestire e Papadopulo dovrà
fare salti mortali per ridare alla
squadra quell’identità che aveva
all’inizio del campionato, pur in
presenza di tanti (veri o presunti)
problemi: dalla difesa che non convinceva, all’attacco che non segnava. Eppure quella squadra stava là,
vendeva cara la pelle e soprattutto
esprimeva buon gioco.
Che sarebbe stata difficile si
sapeva, né si poteva pretendere che
il poker indiziato di retrocedere
continuasse a tenere la ridicola
media di 21 punti complessivi sui
108 in palio nei 9 turni precedenti
l’ultimo, cioè poco superiore al
19% del totale. Per quanto tempo si
poteva continuare a vivere sulle
disgrazie altrui?
Comunque se quello che ci
voleva era un salutare bagno di
umiltà, è il momento di approfittarne. Non pensiamo che questa
squadra abbia esaurito il suo slancio, tanto più se può recuperare
certe pedine, però intanto deve trovare alla svelta una dimensione
difensiva nuova, altrimenti i confronti si sprecheranno.
Si, il Siena c’è sempre e merita
l’incondizionato sostegno di tutti.
A cominciare dal confronto col
Parma, da battere a tutti i costi unitamente all’emergente malumore.
Come? Facendo esattamente il contrario di quello che ha fatto ad
Empoli. ■
Basta una sconfitta ‘pesante’
ad agitare l’ambiente, ma nessuno deve mollare
Un bagno
di umiltà
che può far bene
Uniti ...si rivince
4 a tutto campoSENIO SENSI
Grazie Cirillo
Sull’episodio accaduto dopo InterSiena al nostro difensore è stato detto di
tutto. Sulla sentenza, perfetta per molti
aspetti compreso quello che dà totale
ragione a Cirillo, è stato detto e scritto di
tutto. In genere il fatto è stato analizzato,
dai media e dagli addetti ai lavori, con
intelligenza e correttezza. C’è solo da
segnalare due voci fuori dal coro, alquanto stonate, e dare atto a Cirillo di grande
coraggio e di forte carattere.
Foti, Presidente della Reggina, senza
nemmeno sapere bene cosa era successo,
e prima ancora della sentenza, si è permesso di dare un giudizio sul Cirillouomo che ha lasciato stupefatti. Secondo
lui si tratta di un individuo violento che
ama la provocazione. Forse per fare un
piacere, non richiesto, a Sua Maestà l’Inter, ha fatto una pessima figura resa
macrospica, due giorni dopo, dalla lettura del dispositivo che puniva Materazzi.
L’altro intervento inopportuno, e questo è ancora più grave, porta la firma di
Zaccheroni, Mister dell’Inter. In piena dissonanza con la Società che lo stipendia ha
inteso dare una lezione a chi aveva subìto
una violenza inaccettabile, dicendo che
certi fatti debbono rimanere nel chiuso
degli spogliatoi perché “il calcio deve
mandare messaggi di altro tipo”. Roba da
non credere; secondo il Mister il messaggio sbagliato l’avrebbe dato Cirillo il quale
avrebbe dovuto tacere per…non danneggiare il calcio. E così il “buon” Materazzi
avrebbe potuto continuare a tenere quel
comportamento violento, dentro e ora
anche fuori dal campo, evidenziato anche
da episodi raccolti e mostrati dalle TV.
Come sappiamo il suo nefasto “palmares”
è pieno di ….simpatici gesti. Forse, proprio il clamore dato al fatto indurrà nel
giocatore una riflessione profonda e, si
spera, o per paura o per convinzione, calmerà i suoi bollenti spiriti.
Allora è proprio il mondo del calcio
che deve ringraziare Cirillo. Si è anche
umiliato nel farsi vedere marcato di fronte alle TV di tutt’Italia pur di raccontare la
gravissima verità e condannare, moralmente prima che ci pensasse il giudice
sportivo, il comportamento anche vigliacco di un suo collega.
Noi comprendiamo benissimo il comportamento del A.C.Siena che non ha
fatto troppo clamore sul caso, ma apprezziamo, e lo ringraziamo, il nostro difensore per il coraggio dimostrato e per aver
così portato il suo nemmeno troppo piccolo contributo alla eliminazione, auspicabile, della violenza nel calcio. Dentro e
fuori il terreno di gioco.
Ora facciamo “gruppo”
La terza sconfitta consecutiva, per
come è maturata, per i successi delle dirette concorrenti, per la crescita fisica e tecnica di Bologna, Lecce, Empoli e Brescia, fa
suonare più di un campanello d’allarme.
Dopo la vittoria con i grifoni di Cosmi eravamo quasi in paradiso: sono seguiti invece i dieci giorni più neri del nostro primo
campionato di serie A e l’umore è ora sotto
terra. Se le sconfitte milanesi erano quasi
scontate, quella al Castellani doveva e
poteva essere evitata. Sarebbe bastato il
Siena visto in altre occasione: grintoso,
tosto, volenteroso e fisicamente a posto.
Queste doti sono mancate e quei famosi
“occhi di tigre”, tanto amati da De Luca,
sono rimasti negli spogliatoi.
Abbiamo compromesso un bel po’ del
buon cammino fatto ma sarebbe un delitto gettare la croce addosso agli atleti e
farsi abbattere. Quello di A è un campionato per gente forte di carattere, di cuore
e di gambe. E i nostri lo sono, occorre solo
che si ritrovino. Forse la mini (ma non
troppo) rivoluzione avvenuta con gli arrivi a gennaio in quel delicato settore che è
la difesa, hanno condizionato gli automatismi e le certezze. Se ci aggiungiamo gli
infortuni e le squalifiche, che hanno colpito i giocatori più rappresentativi ed
importanti, ecco spiegato il nostro calo.
Da domenica 16 febbraio, in casa col
Parma, si riparte alla ricerca della forma
mentale e fisica perduta. Sarebbe un
guaio se tecnico, giocatori, pubblico e
società si deprimessero, perché abbiamo
integre le possibilità per continuare a
veleggiare nella parte alta della seconda
classifica, quella per i “retrocedendi”.
Ma una cosa su tutte a noi sembra fondamentale: occorre ritrovare subito la
forza derivante da un gruppo unito, solidale e convinto. In questo senso dovrà
lavorare il “Papa” oltre a contare su un
recupero di nuove energie, indispensabili
per tornare ad essere la squadra rivelazione del girone di andata. ■
5
calcio
Luca Luchini
vano essere divenuti abbastanza
tesi, per poi arrivare invece alla partenza di Rubino senza che giungesse nessuno a sostituirlo. Così il
Siena si ritrova con due sole punte
vere, oltre al tuttofare Flo, ed in
caso di infortunio o squalifica la
coperta diviene drammaticamente
corta come le gare con Inter ed
Empoli hanno chiaramente dimostrato. Occorre poi ricordare che
solo il campo potrà dare risposta,
riguarda gli eccezionali fuochi d’artificio fatti da Ricci riuscendo a portare a Siena ben due campioni del
mondo. Al di là delle indiscutibili
doti tecniche dei due brasiliani e
del prestigio di poter schierare
simili giocatori, sembra lecito chiedersi se i due sapranno calarsi in
una realtà dove ogni settimana
occorre sacrificarsi, lottare e soffri-
sarie sono chiuse a difesa di un
risultato positivo. E allora se non si
tira da fuori e non si riesce a crossare come si dovrebbe (e qui occorrerà per forza migliorare) può succedere di non riuscire mai ad
impegnare il portiere avversario
come è accaduto ad Empoli.
La nostra fiducia in Papadopulo
è però grande per quanto di buono è
stato in grado di fare fino ad oggi e
non escluderemmo neppure che un
“volpone” come Ricci riesca a stupire tutti portando a Siena un altro
Cucciari, capace di dare una mano
in fase offensiva. Se la salvezza è a
quota 37 o 38 punti, come gli esperti dicono, questo obiettivo resta per
il Siena più che raggiungibile, anche
se i margini di sicurezza si sono
notevolmente ridimensionati.
sia Chiesa che Ventola sono reduci
da gravi infortuni e che l’ex laziale
non è neppure giovanissimo. Il
pericolo, quindi, che qualcuno di
loro possa talvolta segnare il passo
è molto concreto con la conseguenza che una volta in svantaggio
il Mister non ha carte da giocare
come l’esperienza di Empoli ha
confermato.
Non sappiamo se Ricci dal suo
cilindro magico riuscirà a tirar fuori
qualche attaccante libero che possa
servire alla causa bianconera, ma la
situazione è abbastanza preoccupante anche perché nelle formazioni
giovanili non sembra ancora esserci
nessuno abbastanza maturo da poter
fare il “Rubino” della situazione.
L’ultima domanda, alla quale
re per riuscire a conquistare una
salvezza che alcuni avevano forse
disegnato fin troppo facile. L’esordio è stato per nulla esaltante per
Roche Junior a Milano e più che
buono per Junior a Empoli, ma si sa
che dare giudizi alla luce di una
sola prestazione è spesso molto
rischioso.
Sul piano tecnico, invece, i
bianconeri non riescono a pungere
da fuori area e, specialmente quando manca D’Aversa, nessuno sembra in grado (o vuole assumersi la
responsabilità) di tirare in porta
limitando così enormemente la
nostra capacità offensiva. Arrivare
in porta con il pallone è sempre difficile, figuriamoci in serie A, specialmente quando le squadre avver-
Fondamentali saranno le
numerose gare interne che i bianconeri devono disputare, ad iniziare dalla prossima con il Parma e da
quella successiva con la Reggina. E
siccome le grandi società si vedono
quando arrivano le difficoltà, questo è il momento in cui stampa e
tifosi devono stringersi intorno agli
uomini di Papadopulo, evitando
qualsiasi tipo di polemica e aiutando il presidente De Luca a risollevare l’ambiente come lui sa e può
fare. Sciupare tutto adesso sarebbe
davvero un delitto, anche perché
non crediamo che le prestazioni
con il Milan ed il Modena, o la
determinazione ed il coraggio
dimostrati nel finale con il Perugia,
siano stati episodi casuali. ■
Il calcio-mercato ha turbato la squadra?
Ridotti al minimo
i margini di sicurezza
Tre sconfitte consecutive ed il
Lecce e l’Empoli si avvicinano pericolosamente anche se, almeno per
il momento, la classifica continua a
sorridere più per il Siena che per le
dirette avversarie.
Certo la terza giornata di ritorno
è stata davvero “pesante”, se si considera che quasi tutte le formazioni
della parte bassa della classifica,
tranne Ancona e Perugia, hanno
centrato l’obiettivo pieno e la zona
retrocessione inizia ad essere una
pericolosa mischia nella quale molti,
noi compresi, possono farsi male.
Al di là della classifica, comunque, forse per la prima volta dopo il
pirotecnico inizio di campionato
dei bianconeri, il commento mensile denota qualche preoccupazione, facendo nascere alcune domande che si riferiscono quasi tutte ai
responsi del calcio mercato.
L’impressione che si ha da fuori,
e che nessuno confermerà mai, è
che il pur sempre bravo Ricci, in un
mercato difficile e nel quale nessuno
vuole spendere, abbia questa volta
trovato ostacoli imprevisti, e probabilmente insormontabili, che non
gli hanno permesso di portare a
compimento fino in fondo il suo
progetto.
Si è iniziato con il caso Mignani, per continuare con quello Delli
Carri che, dopo aver colpevolmente
giocato a Torino con la “testa già a
Firenze” (per sua stessa ammissione), ha lasciato precipitosamente
Siena prima che fosse arrivato il
naturale sostituto, costringendo il
Mister a cambiare almeno quattro
coppie difensive centrali nell’arco
di un mese. E tutti sappiamo quanto in questo reparto sia importante,
se non decisivo, l’affiatamento.
Si è poi continuato con il “valzer” delle punte con Ventola e Chiesa (specialmente quest’ultimo) che
sembravano destinati a lasciare
Siena dopo che certi rapporti pare-
calcio
m e s e
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Domenica 15 febbraio 2004
l e
a v v e r s a r i e
d e l
SIENA-PARMA
Anche se il nome dell’avversaria
evoca sinistre vicende, la squadra di
Prandelli resta una delle più belle
realtà degli ultimi anni. All’andata
finì in parità, ma i bianconeri uscirono dal Tardini con più di un rimpianto. Passati in vantaggio sul finire del primo tempo con un
diagonale maligno di Lazetic, al suo
primo gol stagionale, già cominciavano ad accarezzare l’idea di sbancare Parma, quando un “pasticciaccio brutto” fra Mignani e Rossi
spiana la strada ad un gol di rapina
del solito Adriano che fissa il risultato finale. Oltre a Lazetic si segnalano Delli Carri, Taddei, D’Aversa e
Chiesa che, davanti a Frey ed ai suoi
ex tifosi, sbaglia il più facile dei gol
per chiudere l’incontro.
Dal recente mercato i rossoblù sono
usciti fortemente ridimensionati in
virtù delle cessioni di Adriano all’Inter e di Nakata al Bologna, oltre che
di Emanuele Filippini al Palermo, di
Junior proprio al Siena, di Sicignano
e Bolano al Lecce e di Grieco al
Genoa. In entrata i nuovi non reggono il confronto con i partenti, almeno sotto il profilo qualitativo, a parte
l’attaccante Cammarata dal Cagliari.
La squadra emiliana torna al Rastrello dopo 27 anni (9 ottobre 1977,
Siena-Parma 2/3).
Risultato dell’andata: Parma 1
Siena 1.
Tabellino: Parma (4.4.2). Frey;
Bonera, Ferrari, Castellini, Seric
(Junior 13’ st); Marchionni (Nakata
25’ st), Barone, Blasi, Bresciano
(Carbone 13’ st); Gilardino, Adriano. Siena (4.4.2). Rossi; Foglio
(Cirillo 35’ st), Delli Carri, Mignani,
Cufrè; Taddei, D’Aversa, Ardito,
Lazetic (Ventola 17’ st); Flo, Chiesa (Argilli 32’ st).
Marcatori: pt 41 Lazetic; st 34’
Adriano
Arbitro: Messina di Bergamo.
Domenica 22 febbraio 2004
Domenica 7 marzo 2004
ROMA-SIENA
LECCE-SIENA
È il primo punto pesante di una
matricola che fino a quel momento
ha giocato a viso aperto contro
chiunque. Un atteggiamento che
non snatura neppure di fronte alla
squadra di Capello, capolista con
Juve e Milan, e decisa ad imporre la
propria superiorità anche al Franchi. Ma le cose sul campo vanno
diversamente: il Siena pareggia il
conto delle occasioni (la più clamorosa è fallita da Chiesa su cross di
Taddei al 21’), ridimensiona il
miglior attacco del campionato e
rischia solamente su un colpo di
testa di Delvecchio, sul finire del
primo tempo, che Rossi respinge
d’istinto. Le altre stelle stanno tutte
a guardare: da Totti, che non regala guizzi all’altezza della sua classe
a Cassano, sempre bravo a smarcarsi ma senza mai insidiare la
porta senese. Fra i bianconeri
buone le prestazioni di Delli Carri;
che impedisce ai capitolini di sfondare sul centro; dell’ex Guigou,
bravo a mettere a frutto la sua
conoscenza di Totti e D’Aversa,
forse il migliore in assoluto. Del
tutto marginali le operazioni di mercato operate a gennaio.
I bianconeri tornano all’Olimpico
dopo 58 anni. L’ultima volta fu nel
campionarto di serie A-B centro
sud, il primo dopo la guerra. I romani si imposero per 1/0 con un gol di
Cozzolini.
Risultato dell’andata: Siena 0
Roma 0.
Tabellino: Siena (4.4.2). Rossi;
Cufrè, Delli Carri, Mignani, Guigou;
Taddei, D’Aversa (Menegazzo 45’
st), Ardito, Lazetic (Foglio 16’ st);
Chiesa, Flo (Ventola 23’ st). Roma
(3.4.3). Pelizzoli; Zebina, Samuel,
Chivu; Mancini, Emerson, Dacourt
(De Rossi 35’ st), Lima; Cassano
(D’Agostino 37’ st), Totti, Delvecchio (Montella 23’ st).
Arbitro: Rosetti di Torino.
Partita chiave nell’ambito del campionato, nel campionato, che disputano le due squadre, mentre i fantasmi dell’andata aleggiano ancora
oggi sul Rastrello. Le rete del vantaggio di Chevanton già al 9’, seguita da una fiammata dei bianconeri
che 3’ dopo pareggiano con Taddei,
il gol annullato da Saccani a Cassetti al 70’, infine il gol liberatorio di
Chiesa che firma di sinistro un successo che vale il decimo posto in
classifica, appena un punto sotto
l’Inter. Questo lo scenario dell’andata che i bianconeri dovranno rimuovere in Puglia, salvo fare buon uso
delle indicazioni emerse in quella circostanza. Per assurdo, ma non troppo, il miglior rinforzo è arrivato a
gennaio dalla conferma del 17enne
attaccante bulgaro Valeri Bojinov, già
appetito dai grandi club, ma trattenuto nel Salento per metterlo a frutto nel giugno prossimo. Per il resto
l’organico giallorosso è stato puntellato dall’arrivo di Bolano e Sicignano
dal Parma, W.Dalmat dal Grenoble,
Mariniello dal Foggia, Franceschini
dal Chievo e Stendarso dal Napoli.
Hanno fatto invece le valigie: Amelia
al Parma; Budel al Genoa; Piangerelli alla Fiorentina; Savino alla Ternana;
Testa e Winklaar alla Spal e Nuzzaci
al Castel di Sangro. Nel campionato
scorso i bianconeri uscirono imbattuti dallo stadio di Via del Mare con
il risultato di 1 a 1.
Risultato dell’andata: Siena 2
Lecce 1
Tabellino: Siena (4.4.2): Rossi;
Cirillo, Delli Carri, Mignani, Foglio
(Bonomi 12’ st); Taddei, D’Aversa,
Ardito, Lazetic (Ventola 15’ st); Flo,
Chiesa (Menegazzo 34’ st). Lecce
(4.4.2): Amelia; Siviglia, Silvestri,
Stovini, Abruzzese (Rullo 41’ st);
Giacomazzi, Cassetti, Piangerelli,
Tonetto; Bojinov (Budel 17’ st),
Chevanton.
Marcatori: pt 9’ Chevanton, 12’
Taddei; st 31’ Chiesa.
Arbitro: Saccani di Mantova.
Sabato 28 febbraio 2004
SIENA –REGGINA
All’andata i calabresi non hanno
ancora vinto ed il Granillo ribolle di
20000 sostenitori , tutti protesi alla
conquista del primo successo stagionale. I bianconeri per la verità
non accettano il ruolo di vittime
predestinate, ma alla fine devono
arrendersi. Lo fanno all’ultimo
secondo dell’ultimo minuto di recupero con Flo, quando la squadra di
Colomba ha già messo al sicuro il
risultato con il raddoppio di Leon e
non c’è più tempo per rimediare.
Dopo l’11^ giornata, Camolese ha
sostituito Colomba in panchina e la
squadra sembra aver trovato una
sua identità. Anche per questi motivi nel corso del recente mercato ha
volato basso con operazioni solo di
contorno sia in entrata che in uscita. Fra le prime l’arrivo di Comotto
dalla Fiorentina, Coppola dall’Ascoli e Morabito dal Genoa; fra le
seconde la cessione di Lejsal allo
Slovan Liberec, Go. Martinez al
Napoli e Leon alla Fiorentina.
La Robur torna ad ospitare la Reggina dopo appena due anni dall’ultima volta (2/2 il risultato finale).
Risultato dell’andata: Reggina 2
Siena 1.
Tabellino: Reggina (3.4.1.2): Belardi; Jiranek, Franceschini, Sottil;
Paredes Giacchetta 21’ st), Baiocco,
Mozart, Falsini; Nakamura (Tedesco
34’ st); Bonazzoli, Dall’Acqua (Leon
5’ st). Siena (4.4.2): Rossi; Cufrè
(Foglio 30 st), Delli Carri, Mignani,
Guigou; Taddei, D’Aversa, Ardito
(Menegazzo 27’ st), Lazetic (Ventola 13’ st); Flo, Chiesa.
Marcatori: pt 21’ Mozart; st 48’
Leon, 49’ Flo
Arbitro: Messina di Bergamo.
Come cambia
la fisionomia della Robur
7 l’angolo tecnicoRICCARDO GIACOPELLI
A META’ DEL CAMMINO
Il Siena ha concluso il girone di andata (anzi ha fin qui giocato anche un paio
di gare del ritorno) ed il bilancio può sicuramente essere definito soddisfacente, sia
per meriti da attribuire ai ragazzi di Papadopulo sia per i demeriti da dividere tra le
dirette concorrenti alla lotta per conquistare la salvezza, anche in basso qualcuna (Lecce ed Empoli soprattutto) inizia a
farsi sotto. Gli amanti dei conteggi avevano ipotizzato che per rimanere fuori dalla
mischia, occorreva “girare” a 20 punti. I
bianconeri non hanno raggiunto in pieno
il traguardo anche perché hanno giocato
una partita in meno ( la gara rinviata e poi
comunque persa con il Milan ) ma recuperano subito alla prima di ritorno raggiungendo i 21 punti nella gara al cardiopalma con il Perugia.
Le analisi statistiche ipotizzano che, a
meno di clamorosi stravolgimenti, in questo campionato, per restare in serie A
potrebbe bastare mantenere un rendimento appena sufficiente, con particolare
attenzione nel centrare risultati positivi
negli incontri-scontri con le squadre che
occupano la “colonna di destra” della
classifica. E sotto questo aspetto il campionato di Mignani & C. è risultato deficitario solo nelle trasferte di Reggio Calabria, Brescia ed Empoli.
LE PAZZIE DEL CALCIO-MERCATO
Sembra incredibile! Oltre la metà
delle squadre della serie A italiana hanno
seri problemi di bilancio, i loro presidenti chiedono a gran voce l’applicazione del
decreto “spalma-debiti” ma intanto alla
fine di febbraio entrano in vigore le nuove
norme UEFA: le società che non sono in
regola con bilanci e pagamenti non
potranno disputare le coppe europee. E
cosa succede al mercato di gennaio?
Centonovanta nuovi contratti per altrettanti giocatori che hanno cambiato
maglia, rose che vengono stravolte
(emblematica, in proposito, una frase di
Serse Cosmi: “Meno male che il mercato
è finito…….andavo negli spogliatoi e
dicevo: vediamo chi trovo oggi. Così per
un mese intero, ad un certo punto ho
perso il conto!). Ma a parte le follie di
Gaucci (Perugina) o Pieroni (che per il suo
Ancona ha attuato una mini-rivoluzione
nella quale però ha ridotto il monte ingaggi totale) nella maggior parte dei casi si è
trattato di un calcio-mercato dominato
dagli scambi e pochi sono stati gli acquisti effettuati con denaro sonante.
E LA ROBUR?
Tornando in casa bianconera, ci sono
due considerazioni da fare: La prima è
che il Siena ha costruito la squadra base
già nel mercato estivo (anche se “all’ultimo tuffo”) e quindi , a differenza di altre
realtà, non aveva bisogno di grandi stravolgimenti. La seconda è che la rosa rimane indubbiamente carente in termini
numerici (oggi per una squadra di serie A
che non disputa competizioni internazionali servono almeno 24 giocatori, mentre
lo spogliatoi bianconero conta 22 presenze, considerando anche l’infortunato
Ardito ) con alcuni ruoli (leggi reparto
offensivo) per i quali mancano le effettive
alternative.
Vediamo allora, soprattutto alla luce
degli ultimi arrivi, come cambia la fisionomia della squadra di Papadopulo, concentrando l’attenzione sulle caratteristiche dei nuovi arrivi.
Numericamente (a parte i 3 portieri)
partiamo da:
7 difensori: Cufrè, Loumpotis, Mignani,
Cirillo, Roque Junior, Juarez, Junior ;
9 centrocampisti: Argilli, Vergassola,
Lazetic, Taddei, Ardito, D’Aversa,
Guigou, Cucciari, Menegazzo;
3 attaccanti: Chiesa, Flo, Ventola.
Entriamo nello specifico e vediamo le
alternative ruolo per ruolo:
DIFESA
Destra: Cufrè, Cirillo, Juarez
Centrale: Mignani, Roque Junior, Juarez,
Argilli
Sinistra: Junior, Guigou, Loumpoutis,
Cufrè
CENTROCAMPO
Destra: Taddei, Lazetic, Guigou
Centrale: D’Aversa, Vergassola, Cucciari,
Menegazzo, Argilli, Ardito
Sinistra: Lazetic, Guigou, Junior,
Loumpoutis
ATTACCO
Flo, Chiesa, Ventola
Risulta evidente la penuria di uomini
in zona gol, con un unico vero centravanti che rimane Ventola (sia Flo che Chiesa
sono infatti seconde punte) anche se la
presenza di due esterni offensivi come
Lazeti e Taddei potrebbero garantire le
necessarie variazioni tattiche all’interno
delle soluzioni offensive.
Per concludere alcuni dati sui nuovi
acquisti del mercato invernale, fermo
restando che per un giudizio completo,
occorre aspettare ulteriori prestazioni
oltre al loro inserimento nel modulo di
Papadopulo.
JUAREZ
ruolo:
nazionalità:
posizione:
piede di calcio:
nato il:
a:
altezza:
peso forma:
società di app:
scadenza contratto:
come arriva
difensore
Brasiliana
destra centrale
destro
25/9/73
San Paolo
183 cm
76 Kg
Bologna
2005
Prestito
LOUMPOUTIS
ruolo:
nazionalità:
nato il:
a:
altezza:
peso forma:
società di app:
scadenza contratto:
come arriva
difensore
Greca
10/6/79
Salonicco
180 cm
76 Kg
Perugia
2005
Prestito
ROQUE JUNIOR
ruolo:
difensore
nazionalità:
Brasiliana
posizione:
centrale
piede di calcio:
destro
nato il:
31/8/76
a:
Santa Rita do Sapucal
altezza:
186 cm
peso forma:
73 Kg
società di app:
Milan
scadenza contratto: 2005
come arriva
Prestito
JUNIOR
ruolo:
dif/centroc
nazionalità:
Brasiliana
posizione:
sinistra
propensione:
difensiva
piede di calcio:
sinistro
nato il:
20/6/73
a:
Santo Antonio de Jesus
altezza:
171 cm
peso forma:
67 Kg
società di app:
Parma
scadenza contratto: 2005
come arriva
Prestito
9
calcio
Il noto legale ternano, nonché bianconero doc,
lavora all’ipotesi di riportare André Pinga a Siena
Dalla parte
del brasiliano
triste di Fortaleza
Il Siena ed i suoi colori l’ho
avuti sempre nel cuore, malgrado
da oltre mezzo sec olo viva ed operi
a Terni. Che tifo bianconero da una
vita lo sanno anche i sassi, sono
stato vicino alla Vecchia Robur
sempre, anche quando militava in
serie D e gli avversari si chiamavano Figline, Cannara, Borgo S.
Lorenzo ecc., non adesso che gioca
in serie A contro Juventus, Inter,
Milan e Roma. Insomma il Siena fa
parte del mio DNA, e quando sono
stato chiamato ho sempre risposto
presente. Come questa volta a proposito del rapporto con Pinga.
Dopo la sfida di novembre a
Terni del campionato di serie B
2002/2003 conclusasi con un
pareggio, a dicembre mi chiama
Nelso Ricci ed il tenore della telefonata è pressappoco così: “il Siena
ha bisogno di te”. Non faccio
domande, rispondo senza
esitazioni, eccomi, e Ricci
mi “snocciola” il problema del giovane brasiliano
che non gioca più come
all’inizio della stagione
perché ha grossi problemi
con il suo procuratore e
con tutta una serie di questioni lasciate insolute a
Torino. Segue un colloquio a Terni durante un
pranzo fugale dal noto
‘Pazzaglia’ e poi mi tuffo
nella nuova avventura.
Vengo incontro ai problemi di Pinga e piano piano
risolvo una per una tutte
le sue problematiche. Il
giocatore di Fortaleza
riprende a giocare con
entusiasmo ed il finale di
campionato è tutto un
crescendo. Anche Papadopulo è contento di aver
ridato serenità al ragazzo.
Ma la tragedia stradale dell’8
giugno scorso, quando sull’auto
guidata dallo stesso Pinga trova la
morte il povero Leonardo Taddei,
lascia il segno. Corro a Piacenza e
prendo in mano la situazione, mi
compete come avvocato e come
amico di Pinga.
Nell’estate scorsa il tentativo
del Siena di riportarlo a giocare al
Franchi non dà esito positivo.
Andrè dal Brasile mi telefona e mi
dice che devo curare anche i suoi
interessi con il Torino Calcio. Lo
seguo nella sua nuova avventura
piemontese, cercando soprattutto
di tenere alto il suo morale. Poi le
note vicissitudini con lo stesso
Torino, qualche articolo su “Tuttosport’ che riporta le intenzioni del
Siena di riprendere, qualora le
condizioni fossero favorevoli, il
mente per lui.
brasiliano triste di Fortaleza.
Una cosa è certa: Piazza del
Pinga, malgrado il campionato
non esaltante che sta disputando, Campo, i Fedelissimi del Siena ed il
ha molte richieste. Però Siena è rinnovato Franchi, conservono per
rimasta nel suo cuore ed il Franchi Andrè un fascino irresistibile.
A questo punto però non resta
è stato lo stadio dove ha vinto di
più con il suo inseparabile amico che attendere gli sviluppi del camTaddei.
Se
aggiungiamo
che i suoi interessi sportivi CHI È MASSIMO CARIGNANI
sono curati da
Il suo nome è legato alle vicende del Siena Calcio da
un senese doc,
quasi vent’anni. Istriciaiolo doc, avvocato di professione,
ogni ulteriore
da molto tempo svolge la sua attività legale a Terni, dove
commento è ricopre anche la carica di Presidente del Coni provinciale.
superfluo.
Il suo nome fu accostato per la prima volta a quello
Al termine del Siena a metà degli anni ottanta, quando fu chiamato
del lungo cam- a difendere la società bianconera dall’accusa di illecito
pionato di serie sportivo in occasione della gara con l’Imperia. Carignani,
B sarà presa dopo una serie di drammatiche udienze, dimostrò l’assoprobabilmente luta estraneità della Robur e da allora si è ‘guadagnato’
una decisione. un posto di primo piano nelle vicende legali della società
Pinga intanto di cui è rappresentante anche nel collegio arbitrale.
Nel recente caso Martinelli ha dovuto declinare qualnon ha rinnosiasi
impegno per incompatibilità con la carica dirigenvato a tutt’oggi
ziale
che ricopre all’interno della Ternana. Attualmente,
il contratto con
oltre
a
difendere gli interessi sportivi di Pinga, segue per
la società grasuo
conto
anche la causa in corso sull’incidente d’auto in
nata, la scacui
perse
la
vita il fratello di Taddei. Insomma un punto di
denza del conriferimento
sicuro
e fidato per il Siena ed i suoi colori. ■
tratto
è
prevista per il
pionato di serie A e di serie B…
30 giugnio 2005.
Molte squadre straniere, oltre a Intanto nei suoi orecchi, come nei
quelle italiane, sono interessate miei, risuona l’inno della Verbena.
alle sue prestazioni. Fra queste lo Troppo bello per essere vero. ■
stesso Real Madrid, i cui osservatoMassimo Carignani
ri si sono “scomodati’ apposita-
laneltesta
pallone
laneltesta
p
allone
la testa
nel
pallone
10
simone marrucci
MEGLIO QUANDO
ANDAVA PEGGIO
P
arti con il torpedone, ti fermi a
mangiare la trippa a un casello,
cerchi lo stadio e ascolti alla
radiolina, mentre guardi la partita, per sapere
quello che fa la
Juve. È cambiato
poco o nulla delle
gloriose trasferte dei tifosi
senesi, se non la
qualità e la
quantità
dei
partecipanti
alle missioni
fuori porta, e
soprattutto le
destinazioni.
Da Sarzana a
Milano
il
passo è non
poco conto,
dal glorioso
campo
del Grifocannara
a
quello
del
Milan neppure. La cosa
più bella è
che, spesso,
trovi
più
dignità
in
qualche oscuro campo di
provincia che
nella Scala
del calcio.
Il peggio che
ti può succedere a Poggibonsi o a
Cecina, mettiamo, è perdere tra gli
sfottò
dei
tifosi.
A
Milano non è
tanto grave
prendere
quattro pappine a zero,
quanto poi trovare uno dello staff interista o un giocatore della nazionale
che
ti
prendono in giro
tutta la partita.
E poi, come se non
bastasse, uno dei
due tira anche un
cazzotto al giocatore senese, spaccandogli il labbro e mandandolo all’ospedale.
Se poi cambi sport, ma rimani a livello di serie A, cambia poco: la Mens Sana
se ne va a Pesaro e prende una sassaiola che distrugge il pullman. C’è qualcosa che non torna nelle allegre trasferte senesi. Ed è difficile rimanere
contenti, perché la tua squadra tutto
sommato si comporta bene in serie A,
quando poi rischi qualcosa di peggio di
una umiliazione sportiva. Ribellarsi è
un obbligo, e il povero Cirillo ha fatto
bene a lamentarsi in tv. Occorre guadagnarsi la stessa dignità che hanno le
squadre più blasonate, ma non perché sei
imbattibile oppure più bravo come cazzottatore. In uno sport occorre essere
sportivi, anche quando non si stravince, e tutti devono avere spazio e
rispetto. C’è qualcosa che non torna, in
effetti. Soprattutto se un allenatore o
un presidente chiudono un occhio di
fronte a violenze plateali e gratuite,
a prese in giro pesanti, oppure dicono
che i panni sporchi vanno lavati in
famiglia, salvo magari prendersela con
il giornalista che fa il suo mestiere,
oppure critica e fa dell’ironia nei luoghi deputati. Ma di fronte a uno sport
nazionale che vanta personaggi come
Gaucci, tutto può accadere.
Qual è la regola? Omertà dentro e
fuori gli spogliatoi, interviste solo a
giornalisti in ginocchio, utilizzo del
calcio come mezzo per avere notorietà,
prestigio, per fare affari infischiandosene delle passioni vere? Poi magari, se
qualcosa va storto, muoia Sansone con
tutti i Filistei. Fiorentina, Parma,
Lazio, il mare di debiti che sommerge la
capolista e molti altri gloriosi sodalizi, sono un esempio abbastanza chiaro su
come stanno andando le cose sul fronte
calcistico. In compenso, quando i giornalisti commentano le partite, potranno
ancor meglio giocare sulla metafora: “Se
fosse stato un incontro di pugilato, il
Siena avrebbe vinto ai punti”, si
potrebbe dire. Mai paragone fu più pertinente: i pugni di Materazzi, i punti
(di sutura) di Cirillo. ■
11
calcio
La ‘rosa’ riveduta e corretta
Portieri
1 ROSSI Generoso
14 FORTIN Marco
83 FARELLI Simone
Difensori
2 CUFRE’ Leandro Damian
3 LOUMPOUTIS Konstantinos
4 MIGNANI Michele
5 CIRILLO Bruno
15 ROQUE Josè Vitor Junior
16 DE SOUZA Denilson Junior
39 DE SOUZA Juarez
Centrocampisti
6 VERGASSOLA Simone
8 ARGILLI Stefano
11 LAZETIC Nikola
21 TADDEI Rodrigo
22 ARDITO Andrea
23 D’AVERSA Roberto
28 GUIGOU Gianni
30 CUCCIARI Alessandro
33 MENEGAZZO Fernando
Attaccanti
9 FLO Tore Andre
10 CHIESA Enrico
25 VENTOLA Nicola
Allenatore
PAPADOPULO Giuseppe
Michele Mignani
Il Bernabeu può attendere
1 2 febbre altaANTONIO GIGLI
“Che spettacolo!” Miglior commento
non poteva fare il tifoso storico Fabio
Ciani, mercoledì 28 gennaio 2004 entrando nel tempio del calcio italiano, lo stadio
milanese di San Siro, esternando tutta la
sua gioia. Per una volta non vogliamo
parlare troppo di risultati, tra l’altro quella sera (come quattro giorni dopo) era
quasi scontato nonostante la buona
volontà dei bianconeri. Vogliamo parlare
dell’emozione, forte, intensa, come
quella che abbiamo provato noi
tifosi della centenaria
Robur, nell’entrare a San
Siro. La serata era fredda, ma meno del previsto, i nostri cuori caldissimi.
Macchine
fotografiche e telecamerine varie si sprecano,
tanta è la voglia di immortalare l’evento. Qualche minuto per riprendersi dallo choc e inizia la partita. Per un po’ abbiamo sperato
anche nel colpaccio, ma
davanti avevamo il Milan
campione d’Europa, spietato come non mai, e il sogno
è durato poco. Squadra
coperta, una sola punta in
avanti e cinque centrocampisti, così Papadopulo pare aver azzeccato le
mosse giuste, tanto che
per quasi quaranta
minuti abbiamo tenuto
in apprensione gli oltre
40mila milanisti, poi ci
pensa il giovane fuoriclasse Kakà a farci tornare sulla terra,
anche se il buon
Fernandino
potrebbe pareggiare con un
rigore
malamente gettato al
vento.
Nella
ripresa
non
cambia musica
e dopo il raddoppio rossonero,
arriva il
g o l
spe-
ranza di Flo, ma è troppo tardi per sognare qualcosa di ancora più magico.
Di quella sera, però porteremo sempre nel cuore le emozioni violente, calorose,
di
aver
vissuto
finalmente il
sogno che
avevamo fin
da bambini: entrare
a San Siro
non per
assistere ai
trionfi di
Inter
o
Milan, ma a
tifare Siena.
Per quelli come
noi che da Sansepolcro o Santa
Croce sull’Arno si
sono
ritrovati,
quasi in un botto,
catapultati a San
Siro, il giorno è
da appuntare nel
calendario, conservando come
accaniti collezionisti il biglietto della partita per raccontare e documentare la
“prima” volta del Siena in “quello” stadio, per poter dire “c’ero
anch’io” ai nostri nipoti. Lo
ammettiamo, siamo un po’
romantici, ma concedetecelo. Giocare a San Siro, invece che a San Giovanni Valdarno
o Sesto San
Giovanni
senza timori
di sorta con il
Milan ci dà
una gioia che i
gol di Kakà e
Tomasson non
possono offuscare. I nostri occhi
hanno dentro ancora le immagini di uno
spicchio del Meazza
tutto bianco e nero e non
era la Juventus.
Detto tutto questo, però, non vogliamo assolutamente indicare la prima partita giocata alla Scala del calcio, come un
punto di arrivo. Ci siamo arrivati e ci
vogliamo tornare molto spesso. Ora che
abbiamo assaggiato il dolce per la prima
volta, tornare a pane e acqua ci dispiacerebbe non poco, soprattutto senza aver
avuto la possibilità di fare indigestione.
Torniamo sulla terra, quindi, tutti insieme, tifosi, squadra e società, e pensiamo
alle nostre dirette concorrenti per la
corsa a non tornare a “pane e acqua”. Il
calo è evidente, era troppo bello che
durasse come il girone d’andata, ma
come in tutte le cose della vita, ci accontentiamo dell’indispensabile, lasciando il
superfluo ad altri, e se non abbiamo vinto
contro Juventus, Milan e Inter, lo vogliamo e possiamo fare con Reggina, Lecce e
Ancona, tanto per non fare esempi…Per
andare al Bernabeu c’è tempo, vogliamo
semplicemente tornare a San Siro. Chiediamo troppo? No, il dolce ci piace tanto,
anzi ne siamo ghiotti… ■
Flo, autore del primo goal della storia
del Siena a San Siro
14
calcio
Mario Lisi
Caduta di stile delle ‘milanesi’
Operazione ‘lifting’
All’indomani di Juventus –
Siena avevo promesso un articolo
sul tema “calcio & neve”. In verità
lo avevo già scritto concludendo
che far esibire i professionisti della
Serie A in quelle condizioni era
stato, con le dovute proporzioni, un
po’ come costringere Pavarotti a
cantare in un garage ma anche la
dimostrazione di quanta poca
attenzione ci sia verso gli sportivi
che per gustare lo spettacolo pagano prezzi salatissimi sottoforma di
biglietti d’ingresso o canoni della
pay tv. E per… deformazione professionale, a discolpa dell’arbitro di
turno, avevo auspicato il varo,
almeno ai massimi livelli del calcio,
di parametri oggettivi e da tutti
verificabili per stabilire in modo
inequivocabile quando un incontro
di calcio sia da disputare o meno
senza che tutta la responsabilità
debba ricadere come adesso sul
solo direttore di gara a cui non si
può chiedere di fronteggiare le
troppe pressioni che spingono a
scendere in campo sempre e
comunque in ossequio agli interessi dei concorsi pronostici e di calendari nazionali ed internazionali
sempre più forsennati.
Per dargli quella nota di amarcord che non guasta mai, l’articolo
si concludeva con il personale
ricordo di un Siena – Pistoiese di
molti anni fa disputatosi nel giorno
di una colossale nevicata che, un
paio d’ore prima della partita, aveva
ricoperto la città e rapidamente trasformato il Rastrello in un candido
gigantesco catino dove i rumori
risuonavano insolitamente ovattati
ed il biancore degli alberi ricordava
più l’ambientazione di una fiaba
nordica che un sanguigno derby
toscano, seppur di serie C. Ebbene,
anche allora, tra lo scetticismo
generale, tra impacciati equilibrismi e numeri di alta acrobazia, si
giocò grazie anche all’intuizione
davvero curiosa di alcuni tifosi che,
armati di secchi e di pale, reperirono sotto gli alberi del “prato” lato
San Domenico il terriccio necessario per tracciare, addirittura a
mano, le linee del terreno di gioco!
Per la cronaca vinse il Siena 1 – 0 su
calcio di rigore.
Ma l’articolo è stato messo da
parte in tutta fretta perché, dopo
taluni avvenimenti di domenica 1°
febbraio, ben altre riflessioni si
impongono riguardo al sempre più
insalubre ambiente del calcio. E
non mi riferisco nemmeno ai debiti sfacciati di alcune società ed ai
modi allegri di ripianarli (anche per
decreto statale) quanto piuttosto a
prepotenza ed arroganza che, a
certi livelli, in questo mondo dorato paiono ormai farla da padroni.
Cos’altro è, se non tracotanza
allo stato puro, la richiesta di Adriano Galliani (candidamente ammessa dalla bella conduttrice di “90°
minuto”) di far rivedere alla moviola le immagini del fallo di Maldini
su Tore Andre Flo che aveva fruttato un calcio di rigore ai bianconeri
nel turno infrasettimanale contro il
Milan? Nella circostanza, dal Vice
Presidente rossonero che come
presidente di Lega ha il dovere di
rappresentare tutti i club, sarebbe
stato lecito attendersi un minimo
di spirito super partes. Invece, se
quel rigore brucia ancora come
un’offesa mortale (nonostante Fernando se lo sia fatto parare ed il
Milan, vincendo proprio la sfida
con i bianconeri, sia salito in vetta
alla classifica), è la prova di come
ormai non basta più soltanto vincere sul campo ma occorre anche
stravincere a parole fino a negare,
in definitiva, ogni vero onore delle
armi all’avversario.
E dietro l’arroganza ecco puntuale la prepotenza: a San Siro
Materazzi, dopo un sonante 4-0
dell’Inter ai danni della squadra di
Papadopulo, per festeggiare non ha
trovato di meglio che spaccare la
faccia al malcapitato Cirillo. Vero è
che i dirigenti nerazzurri hanno
subito condannato l’episodio (a
quel punto cos’altro dovevano
fare?) prendendosi perfino un plauso generale ma, a ben guardare,
non è stato un atteggiamento di
discutibile altezzosità quello di forzare i regolamenti e permettere che
propri tesserati, pur non essendo
della partita, accedessero a recinto
di gioco e spogliatoi?
In tutto questo conforta prendere atto che il Presidente bianconero De Luca, nonostante gli strattoni di alcuni mass media avvezzi a
pescare nel torbido, rifiuta intelligentemente di farsi trascinare nel
turbine delle polemiche e mantiene
un irreprensibile aplomb. Altri
invece avrebbero bisogno di un
serio esame di coscienza, anzi di un
lifting. Adesso, del resto, pare vada
particolarmente di moda… ■
Al ‘Delle Alpi’
o ...sulle Alpi?
1 5 io c’eroMICHELLE CHAZINE
Dopo una breve ‘chiacchierata’ in
famiglia, ottengo ‘l’autorizzazione’ di
recarmi a Torino per assistere alla partita
Juve-Siena. Beh, effettivamente la perplessità dei miei non era sulla partita stessa,
ma sul fatto di partire il giorno prima
insieme ad alcune amiche per approfittare della ‘gita’ andando alla scoperta di
qualche discoteca piemontese…
Piccola precisazione a parte, in fin di
conti si trattava di una semplice gitarella
in una città del Nord una domenica di
gennaio. La sorpresa, però, è arrivata la
mattina del 18: un alto manto bianco ricopriva la città ed un freddo ‘boia’ ci faceva
rimpiangere di non aver portato un equipaggiamento da montagna invece della
solita giacchetta con la sciarpa del tifoso
(e chi se lo aspettava?!). L’inconveniente
non ha però impedito di ritrovarsi tutti (e
tanti) davanti allo stadio.
Lo stadio… aho! Così grande che la
‘marea’ di tifosi bianconeri a seguito della
squadra, una volta preso possesso della
propria curva, sembrava un gruppuscolo
di formichine in mezzo al deserto.
Bello… ma quant’è più bello il nostro sta-
diolo, piccino, intimo, dove siamo tutti
stretti, dove possiamo quasi toccare con
mano la palla in campo… Qui, da lassù,
in cima alle gradinate, altro che occhiali… ci volava il binocolo, cosa dico, il
telescopio, per vedere qualcosa! Con una
visibilità ridotta ulteriormente dall’abbondante nevicata in corso. Un campo completamente bianco, un gelo da Groenlandia. I nostri amati giocatori si sono trovati
a dover affrontare una situazione pesantissima: una squadra avversaria potente
come la Juve da ‘incontrare’ in un campo
storico (che mette suggestione, bisogna
riconoscerlo!), campo, però, che assomigliava più alla pista di pattinaggio alla
Lizza a Capodanno (ai giocatori mancavano solo le tutine attillate! che, sicuramente, avrebbero apprezzato!).
Con i lampioni accesi (in pieno giorno!), l’arbitro, dopo aver fatto la prova del
rimbalzo della palla, di colore arancione
fosforescente – sic! – (macché rimbalzo…
ci volevano quasi i cani da valanga per
ritrovare la palla sprofondata nella neve!),
ha fischiato l’inizio della partita, l’inizio
della sofferenza. Noi tifosi intonavamo i
i Ventola
Il goal d
canti a squarciagola con salti e ‘balli propiziatori’, un po’ per sostenere la squadra,
un po’ per riscaldarsi.
All’intervallo c’è stato un vero e proprio assalto (pacifico) alle bancarelle per
appropriarsi di bevande calde, qualsiasi
cosa …basta che sia caldo!
Ma ecco che l’arbitro fischia il secondo tempo; dopo pochi minuti vediamo
che il Siena ha qualcosa in più di prima,
più grinta, più forza d’animo. Ma lo strepitoso sforzo non serve a rovesciare la
situazione. Alla fine della partita, con un
4 a 2 ed un goal annullato, una partita che
veramente non doveva essere giocata per
inagibilità del campo, la tifoseria senese è
ripartita verso casa, amareggiata.
Per la cronaca, pare che i ragazzi dell’Istrice hanno dovuto affrontare un viaggio di 7 ore al ghiaccio con un pullman il
cui impianto di riscaldamento era guasto!
Però, anche se il viaggio è stato lungo,
il freddo ci ha attanagliato, la vittoria
ambita non è arrivata, il cuore bianconero è stato riscaldato dalla grinta dei nostri
giocatori. “Rrrobburone… Rrrobburone…” come urla sempre il mi’ babbo. ■
16
fatti e personaggi del mese
LA ‘PRIMA’ ALLA SCALA
“La Scala” del calcio ha aperto le porte ad una debuttante.
Stavolta però, il palcoscenico
non erano le tavole di un teatro,
bensì il discusso manto erboso di
San Siro, e la danzatrice, invece
che una “dama” dalle leggiadre
movenze, era la benamata Robur,
ovvero una bellezza secolare,
non più “giovanissima” appena
giunta tra le “elette” al gran galà,
il cui fascino però non conosce
tempo.
Memori del sofferto “vivacchiare” tra una serie C e l’altra, e
senza dimenticare che, prima di
salire nel “Paradiso” pedatorio, siamo stati ad un non nulla dal tornare
nell’anonimato dal quale tanto faticosamente la gloria bianconera era
riemersa, in molti, vivendo i due appuntamenti milanesi come le “tappe”
di un viaggio chiamato serie A, si accontentavano semplicemente di
esserci. I grandi “ingressi” implicano il dazio - quasi inevitabile - del noviziato. In quattro giorni, il Siena avrebbe proposto la “prima” e una altrettanto accattivante “replica”, in un doppio appuntamento che, come
“presentazione” aveva tutti i crismi dell’esperienza indimenticabile.
La “matricola” si sarebbe misurata con il plurititolato Milan, e con la
“grande incompiuta” Inter. “Musicisti” celeberrimi più avvezzi all’ assolo che all’esecuzione corale, contro un “orchestra” senza “fenomeni”
solisti indiscussi, ma capace di eseguire all’unisono gradevolissime sinfonie. Una diversità di credo calcistico, necessaria per “orchestrali” e…per
repertorio. O almeno così doveva essere: perché, se è vero che alla fine
i rossoneri hanno guadagnato, al pari dei nerazzurri, l’intera posta in
palio è altrettanto innegabile che gli applausi tributati alla “nuova arrivata” viva, lucida e a tratti brillante, traducevano la sostanza dei consensi
ricevuti in un crescente e meritato rispetto; erano come un lasciapassare nell’imponente e austero “tempio dei campioni”.
Il Siena ospite discreto di questo monumento sportivo, dopo essersi
inchinato ad una magia, (Kakà docet), poteva riprendersi se non avesse
“steccato” dal dischetto con il suo “musicista” più giovane: talento da
vendere, ma freddezza da acquisire. L’“acuto” di Flo, giunge poco prima
del termine dell’esibizione, tardi perché lo spartito bianconero potesse
riequilibrare “il canovaccio” dell’opera.
Scorrendo il “copione” della classifica, la replica, per quanto insidiosa, lasciava ben sperare: dopo le congratulazioni, la buona personalità mostrata, infondevano fiducia per la ricerca dei punti. Invece, tra
assenze previste e defezioni impreviste, la compagine andata in scena
mancava di quegli effettivi irrinunciabili per una buona esecuzione.
Qualche vistosa “stonatura” di troppo, elementi nuovi ancora da affiatare per arrivare all’ ”accordatura degli strumenti”, un Inter perfetta.
Insomma, tutto difficile anche per un Direttore d’orchestra come Giuseppe Papadopulo che ha abituato il pubblico a veri e propri capolavori
di “arrangiamento”.
Tornare da S. Siro con nessun punto incamerato, non significa doversi allarmare: altre sono le platee dove il Siena non dovrà “smarrire gli
accordi” per guadagnarsi, con la salvezza, la lecita aspirazione di rientrare al “Meazza”. Ritagliando ogni frammento di un’emozione sportiva
da non dirsi irripetibile, e con le note della “Verbena” comunque echeggiate a sancire il vanto della senesità, salutiamo questo incrocio con la
storia, come la realizzazione di un sogno. Uno spettacolo da applausi.
Scalfito solo in parte dall’increscioso “fuori programma” che ne ha macchiato la “coda”: messaggio gravemente lesivo per gli insegnamenti che
lo sport si impegna a trasmettere, ed epilogo meritevole della più inflessibile stroncatura “alla Scala” del calcio, e di un’ancor più irremovibile
bocciatura alla scuola della vita.
TORE ANDRE FLO
a cura di Francesco Vannoni
Chissà cosa avrà pensato,
Tore Andre Flo, quando al suo
arrivo all’aeroporto di Ampugnano, oltre al presidente Paolo De
Luca e al direttore sportivo Nelso
Ricci, che lo aveva appena prelevato dal Sunderland, trovò ad
accoglierlo anche la torrida calura estiva, quantomeno estranea a
chi come lui, era abituato alle
rigidità climatiche della natia
Norvegia. Che la sua avventura in
bianconero, dovesse rappresentare qualcosa di nuovo il “vichingo” deve averlo compreso anche
dalla… temperatura. Sì, perché
l’esordio nel massimo campionato italiano, non riguardava solo la carriera di un campione, ma l’emozione e lo zenit calcistico di un’intera città.
Il calore di Siena non era solo un fatto di…termometro, ma anche e
soprattutto quello di tanti sportivi che vedevano nascere, tessera dopo
tessera, il mosaico della squadra che avrebbe onorato i colori della Robur
nell’olimpo del pallone, dopo un secolo di alterne vicissitudini. E di vicissitudini ce ne sono state, prima che il biondo attaccante potesse prendere la via di Siena: sembrava proprio che il Sunderland non volesse
lasciarlo partire. Ma Nelso Ricci è uno che non si arrende facilmente, e
– dopo aver avuto sentore che l’affare potesse complicarsi – ecco la stretta di mano decisiva: il nazionale norvegese aveva accettato la “scommessa” di contribuire alla salvezza di una piccola realtà pronta a vivere
un grande sogno.
Intorno al nome di Tore Andre Flo, che sembrava dovesse arrivare in
Italia già qualche anno addietro, quando fu il Perugia a cercarlo, c’erano le certezze che servono per poter considerare il suo ingaggio un
“grande colpo” messo a disposizione di Giuseppe Papadopulo: nato il 15
giugno del 1973 a Stryn, il longilineo attaccante, dopo aver militato per
quattro stagioni in patria (prima nel Sogndal, poi nel Tronsoe e, ancora,
per due anni nel Brann Bergen, tutte compagini di serie A norvegese), nel
campionato 1997/98 il nazionale norvegese approda in Inghilterra: sono
i “blues” del Chelsea a volerlo in Premier League, e ad affiancarlo per
quattro campionati, alla sempre più nutrita colonia italica nel frattempo
sbarcata oltremanica, proprio per calcare il prato dello Standford Bridge: Zola, Di Matteo e un “certo” Gianluca Vialli, sono i nomi più rilevanti
tra i compagni di squadra dell’attuale “torre” bianconera.
Terminata l’esperienza al Chelsea, dove nel frattempo era arrivato un
altro tecnico italiano come Claudio Ranieri, Flo si trasferisce in Scozia
per vestire la casacca dei Glasgow Rangers nella stagione 2000/2001.
Con gli stessi colori, l’anno successivo, vive la sua migliore stagione dal
punto di vista del rendimento, firmando 18 gol in 30 presenze. Tutt’altra
musica, invece in quello che sarà il terzo ed ultimo campionato in terra
scozzese: solo quattro apparizioni. Il Sunderland è la formazione che lo
riporta in Inghilterra (4 gol per 29 presenze lo scorso anno). Grinta, spirito di abnegazione e tanto lavoro “oscuro” al servizio della squadra,
sono le peculiarità del bagaglio tecnico col quale Flo sta facendosi
apprezzare dal competente e attento pubblico senese. Forse non sarà un
cannoniere infallibile, ma alcune sue marcature sono state “pesanti” (a
segno quattro volte nelle 5 partite del mese di gennaio, mancando il bersaglio solo al Delle Alpi contro la Juventus) e quei 193 centimetri supportati da 86 chilogrammi, assommano una stazza di grande giovamento negli equilibri della beneamata; chi avesse dubbi in tal senso noti la
padronanza nel possesso palla e il sostegno di una “sponda” sempre
pronta a farsi rispettare in elevazione per creare più di un grattacapo alle
retroguardie avversarie. Tore Andre Flo è dunque la “fotografia in
campo” di questo Siena. La sue prestazioni identificano la solidità e il
valore del gruppo; i risultati, la verifica più probante sul positivo cammino sinora compiuto, confermano che la “scommessa” senese di Flo
possiede tutti i presupposti per essere vinta.
18
calcio
Gigi Rossetti
Continua il nostro viaggio fra le Giovanili del San Miniato
‘Esordienti’, ma con le idee già chiare
Chi mette un ragazzo nelle sue
mani può stare tranquillo.Competente, scrupoloso e soprattutto preparatissimo sotto ogni punto di
vista. Prima che come calcia, guarda se un bambino ( perchè a lui affidano quasi sempre i più piccoli)
poggia bene il piede in terra, guarda come cammina perchè deambulare bene è più importante che calciare bene un pallone, quello poi
può anche venire di conseguenza.
Insegna calcio da ormai tanti anni e
allora questa volta, questo spazio,
lo concediamo totalmente a lui per
sapere come vanno le cose di questa allegra brigata.
“Mi hanno affidato gli Esordienti B del 1993 che per la prima
volta hanno affrontato l’esperienza
del “campo a undici” e devo dire
che pur confrontandosi con squadre composte da bambini nati un
anno prima, hanno dimostrato
buon spirito di adattamento e nes-
sun timore reverenziale.”
Un anno di differenza e per la
prima volta sul “campo grande”
“Forse ho capito. Reagiscono
bene, reagiscono con la naturalezza che contraddistingue questa
fascia di età e grazie soprattutto
alla serenità degli adulti che li circonda, hanno saputo accettare le
prime sconfitte, catalizzare gli
errori per metterli a frutto di partita in partita mettendo in campo
energie fisiche e mentali che
hanno portato il gruppo ad esprimersi in un costante crescendo che
ha portato anche risultati positivi
sull’espressione del gioco, della
correttezza sportiva nell’atteggiamento……. ed anche a qualche
vittoria.”
Lo sport, palestra di vita; può
sembrare un po’ antico come concetto ma con Calderone fortunatamente è ancora così.
“Il nostro obiettivo, anche se
può sembrare retorico, è davvero
quello di consentire a questi “cittini” di vivere una esperienza che gli
consenta di crescere, di acquisire
quegli elementi educativi, fisici,
psichici e sportivi che li possano
accompagnare negli anni più belli
e spensierati della propria
vita.Concetti questi,che facili da
esternare, hanno bisogno di tanto
lavoro, tanta pazienza e soprattutto tanto buonsenso.”
Sport professionistico e cinismo:
sono questi gli elementi che caratterizzano la nostra epoca e che certamente non aiutano a portare avanti
un certo tipo di discorso; gli esempi
che arrivano dai più grandi molte
volte non sono certo il massimo e
così il rischio è di appiattirsi sull’arrivismo e sull’ egoismo è altissimo.
“Sarebbe troppo facile seguire la
“corrente”, ma anche se può sembrare un controsenso la forza per
raggiungere gli obiettivi sopracitati
viene proprio dai ragazzi, la loro
spontaneità, la loro forza e la loro
purezza spinge alla ricerca di offrire ciò che meritano e soprattutto di
restituire loro quella speranza e
quegli ideali che sembrano smarriti.” Un cammino che è fatto però
anche di cronaca sportiva e che racconta di una squadra che dopo una
prima fase alterna nei risultati ma
interessante per l’esperienza,
hanno iniziato nel 2004 la seconda
fase del campionato che li metterà
di fronte ad avversari con potenzialità più omogenee.Da fine aprile
poi, inizieranno i tanto attesi tornei
primaverili che consentiranno a
questi ragazzi di fare esperienze
nuove con squadre di altre province.
Gli ingredienti per fare bene ci
sono tutti, non rimane allora che
augurare a tutti questi bambini...in
bocca al lupo! ■
La formazione degli Esordienti B del 1993
Becchi
e bastonati
1 9 zappingVINCENZO COLI
Fin troppo facile titolare così quella serata di un giorno da cani. Domenica 1° febbraio, segnate la data in nero sul calendario
di cucina, e appizzateci sopra trecce d’aglio,
prezzemolo e finocchio. Perché non si abbia
a ripetere. Calcio e basket uniti nel passivo,
e che passivo: quattro pappine, tanti canestri, una scarica di cazzotti e una sassaiola
da paura.
Che alla stessa ora, ma cosa dico, all’unisono, sul manto smottato e scivoloso (vero
Roque?) dello stadio Meazza e dentro il nuovo Palas pesarese
ribollente di 10.000 (!) tifosi,
Siena sportiva abbia preso
su e portato a casa, ci
poteva stare. Due batoste al prezzo di una. Ma
ben diverse. La Robur
aveva parecchie attenuanti: mezza squadra
out tra squalifiche e infortuni, il nuovo brasiliano
appena sceso dall’aereo e
buttato in campo con ancora
negli orecchi l’effetto del jet-leg, e dall’altra parte una compagine che ogni tanto si
ricorda di essere l’Inter, in più arricchita da
due talenti puri come Adriano e Stankovic.
Nessuna scusante invece per la Mens Sana:
lenta, impacciata, senza idee, e quel che è
peggio, svogliata. Peccato veniale quando il
roster è pieno di fuoriclasse, con i numeri
per rimediare in qualsiasi momento, peccato mortale se la squadra è di talento medio,
costretta a puntare sulla difesa e sugli attributi 40 minuti su 40 se vuole competere.
Poteva succedere, è regolarmente successo.
Quella di Milano non era partita da vincere
a tutti i costi, non sono quelli gli avversari sui
quali fare la corsa. Lasciando perdere i proclami sciocchini che straparlano di zona
UEFA, basta arrivare quint’ultima a una
Robur la cui squadra è stata costruita in fretta e furia e all’ultimissimo secondo di due
mercati mentre la società si è dovuta dare in
pochi mesi un’organizzazione da club professionista. Oggettivamente non si può chiedere di più. Papadopulo, l’uomo dei miracoli, è nocchiero abbastanza saggio da
autorizzare ragionevoli speranze. Ma per
tornare al basket, quello di Pesaro era uno
scontro diretto, da vincere o almeno perdere con onore, l’occhio attento alla differenza
canestri. Niente da fare. Per fortuna nella
pallacanestro, più che nel calcio, si cade, si
risorge, si ricade e si ririsorge nel giro di 24
ore, e Recalcati è un grande coach abituato
a cavare sangue dalle rape, vedi la nazionale. Avrà tempo e modo anche a Siena per
confermare questa sua qualità.
Dunque, con due sconfitte contemporanee e in diretta tv, il cuore è straziato e le
balle girano. Ma
quando si è ai vertici,
l’esposizione
mediatica è la regola, e
se le vittorie inorgogliscono, le figuracce non si occultano. Come non si è occultato Bruno
Cirillo, e ha fatto la cosa giusta: mai visto
prima, a “90° minuto”, un calciatore presentarsi col volto tumefatto davanti alle telecamere Rai e Mediaset, facendo nome e
cognome di chi l’aveva conciato. Altro che
tv del dolore e reality show. Quelle sono scenette taroccate, questa era roba vera, cronaca al sangue. Mai vista prima perché episodi del genere, tragico caso Ferrigno a parte,
si verificano di rado, essendoci per fortuna
in circolazione pochi imbecilli come l’Innominabile cazzottatore. Di segno variegato le
reazioni all’increscioso evento. Il Siena, nel
senso della società, prima ha cercato di frenare Cirillo, poi ha minimizzato, forse per
motivi diplomatici che non è dato sapere.
Papadopulo, ancora una volta grande, ha
voluto parlare solo del match in campo, ed
è ammirevole l’autocontrollo di quest’uomo
in un ambiente tanto incline al vittimismo e
all’isteria. I giornalisti presenti alle trasmissioni tv si sono ficcati nel piatto ricco e
hanno fatto il loro mestiere, per lo più deplorando, come è giusto. Zaccheroni, uomo
solitamente equilibrato, ha stupito tutti invocando il principio andreottiano per cui “i
panni sporchi si lavano in famiglia”. I panni
suoi nella famiglia sua, forse; non quelli
sporcati alle famiglie altrui. Ma a caldo, si sa,
certe reazioni appaiono razionalmente
inspiegabili. Forse Zac temeva che il ritorno
alla vittoria dell’Inter in tv e sui giornali fosse
oscurato dalla cronaca nera. Infine il neopresidente Giacinto Facchetti, cui lo squisitissimo Massimo Moratti deve aver attaccato
il virus del buonismo: il mitico ex terzinone
ha speso parole di condanna per l’accaduto
e annunciato sanzioni societarie, ma ha
anche invocato l’assoluzione assicurando il
fulmineo pentimento: “È un uomo distrutto,
piange e si dispera, non sa capacitarsi del
suo gesto”. Infatti, il giorno dopo, l’uomo
distrutto ha dichiarato alla stampa: sono
stato provocato, ho le mie ragioni. Avrà
tempo per ripensarci fino al 29 marzo.
Mentre l’Innominabile menava, un
manipolo di Balilla pesaresi, minoranza
assoluta nel contesto di una tifoseria appassionata e corretta, praticava buchi grossi così
nel pullman della Mens Sana. Episodio odioso, ma ahinoi ricorrente, che non stupisce.
Da mettere nelle brevi, e sappiamo quanto
poco appeal possa vantare il basket rispetto
al calcio, per il mondo dell’informazione.
Che sul caso Cirillo e sulle sue conseguenze
disciplinari è tornato ampiamente nei giorni
a seguire. Dando voce anche a un signore il
quale ai suoi tempi sapeva materializzare un
sogno ricorrente sugli spalti: “gamba in tribuna!”. Un signore che, a freddo, se ne è
uscito più o meno così: “Cirillo è una fighetta, ai miei tempi ci si massacrava in campo
e fuori ma non usciva niente, men che mai
una denuncia. Doveva stare zitto ed aspettare”, come no, per vendicarsi e farlo in grande stile, in crescendo: nel prossimo girone
d’andata col coltello, così nel ritorno l’altro
reagirà con una calibro nove e l’anno dopo
di nuovo Cirillo col kalashnikov, e in risposta l’Innominabile con una passatina di
napalm… Si fa ma non si dice, e ci si copre
tutti con l’omertà. Che diamine, il calcio è o
non è uno sport da uomini veri? Parole
sonanti come musica, agli orecchi degli ultrà
che aspettano la partita per sprangare i poliziotti e scaraventare i vesponi giù dal terzo
anello. Così ragiona nel 2004 Pasquale
Bruno, ex difensore Juventus, denominato
“O’ animale”. Tanto per dimostrare che l’evoluzionismo di Darwin ogni tanto va in
corto circuito. ■
21
tennis
Andrea Sbardellati
Tutti i classificati 2004 a Siena e provincia
Chi c’è
alle spalle
di Lorenzi?
Chi c’è dietro Paolo Lorenzi, il
tennista senese numero 16 in Italia e alle soglie delle prime duecento posizioni nel mondo?
A Siena sono 152 i giocatori di
tennis classificati e iscritti per l’attività agonistica in tutti i circoli della
provincia. Anche il gruppo delle
giocatrici è piuttosto nutrito, con 43
atlete che si cimentano a vari livelli nei tornei sia individuali che a
squadre. Naturalmente, a questi
195 atleti, si aggiungono tutti coloro che risultano non classificati,
ma che puntano, con l’ottenimento
di successi nei tornei, a scalare le
selettive classifiche frutto di metodici calcoli matematici atti a valutare conferme, promozioni e retrocessioni. Un po’ come se ogni
giocatore rappresentasse una
squadra di calcio che, dopo la
disputa della stagione coincidente
con l’anno solare, lo vedrà sommare i risultati ottenuti, scegliendone i migliori per poi tirare le
somme. Particolarmente ricercati i
successi ottenuti con giocatori di
classifica superiore al fine di conquistare i punteggi migliori.
Partendo dal vertice della piramide diciamo subito che Paolo
Lorenzi è inserito in serie A assieme ad altri venti giocatori. I migliori d’Italia e la sua attività è volta
prevalentemente a ricercare successi in giro per il mondo. Paolino
ha disputato le qualificazioni per
l’Open di Australia, riuscendo a
vincere il primo turno contro la
testa di serie numero quindici, ma
ha dovuto mollare la presa nel
secondo turno e non è riuscito nell’impresa di qualificarsi per il tabellone principale della kermesse di
Melbourne che ha incoronato lo
svizzero Federer in cima alle classifiche Atp. Il nostro tennista punta
comunque a conquistare punti Atp
e, forte dei suoi 22 anni, sta lavorando duramente per salire ulteriormente in un ambiente altamente selettivo.
In ambito femminile sono cinque le tenniste tesserate per circoli senesi dotate di classifica di serie
B o, come viene chiamata oggi, di
seconda categoria: Valeria Madaro è appartenente al terzo gruppo
e proviene da una brillante promo-
gruppo Gaia Tanganelli in discesa
di un livello. Irene Scalacci si conferma nel secondo gruppo e vi
discende l’under 18 Michela
Sostegni. Sale di ben tre livelli fino
al terzo gruppo l’under 16 Sara
Pontremolesi. Ha ottenuto la promozione anche l’under 18 Giulia
Bartalucci (quinto gruppo) e allo
stesso livello si è confermata l’under 18 Francesca Galuppo. Guidano l’agguerrito stuolo delle 32 giocatrici appartenenti alla quarta
categoria l’under 16 destinata a
salire ancora Giulia Del Grosso e
la giovanissima under 12 Serena
Frazzitta. Di entrambe ne sentiremo parlare in futuro.
Guido Collodel, che scende di un
gruppo, così come Gino Bartoli e
Riccardo Danielli. Guccio Rugani
retrocede nel terzo gruppo, mentre
vi arrivano da una promozione
Luca Bassini e l’under 16 Niccolò
Adami. Arriva nel quarto gruppo
direttamente dalla quarta categoria l’under 18 Giacomo Grazi. Da
seguire con attenzione l’under 14
Andrea Volpini, giunto nel quinto
gruppo dopo una doppia promozione. Sono nel quinto gruppo l’under 16 Alessandro La Cognata,
Filippo Gonnelli, l’under 16 Giovanni Galuppo, l’esperto Gianluca
Arnecchi e Cristiano Baldacconi.
Guidano la quarta categoria i
zione di un livello. Katy Agnelli e
Cristina Beber sono appartenenti
al sesto gruppo e Francesca Grezzi ha appena ottenuto la conquista
del settimo gruppo, dopo essere
stata l’anno scorso in terza categoria secondo raggruppamento. Si
è confermata nell’ottavo gruppo
Stefania Pacella.
Per quanto riguarda la terza
categoria appartiene al primo
In ambito maschile il più alto in
classifica è Pietro Griccioli, confermatosi in seconda categoria nel
settimo gruppo. Scende dalla
seconda categoria l’amiatino
Michele Fabbrini, ora in terza categoria primo gruppo. Sono promossi in terza categoria secondo gruppo Andrea Ciabatti e Andrea
Taliani, protagonisti di un duplice
salto. Allo stesso livello l’esperto
seguenti giocatori facenti parte del
primo gruppo: Massimiliano
Arnecchi, Marco Bencini, Filippo
Casini, Antonio Maceroni, Massimo Marchettini, Riccardo Mazzoni
e Alessandro Sprugnoli. ■
22
atletica leggera
Andrea Bruschettini
L’atletica è un bellissimo
sport, ma spesso di non facile
lettura e comprensione. Al di là
dei gesti estetici, delle misure e
dei tempi mirabolanti che affascinano in maniera spontanea il
pubblico, si nascondono sacrifici
enormi, che portano ad esplorare i confini fisici del corpo
umano. L’esperto di questa pratica sportiva, è infatti un profondo
indagatore, e sa che al di là della
superficie dei risultati, dietro si
cela la scienza nelle sue diverse
forme: lo studio biologico e chimico delle reazioni del corpo
sottoposto ad allenamento; la
psicologia; e infine matematica e
fisica (l’ingegner Dick Fosbury
ne sa qualcosa). Quando tutti
questi componenti, ben esplorati ed applicati con sapienza, si
amalgamano perfettamente,
allora l’atleta produce il grande
risultato.
Un po’ di tutto questo forse
sta accadendo alla giovane
Domitilla Bindi, classe 1983, una
delle belle certezze dell’Uliveto
Uisp Siena in questo 2004,
anno cinquantesimo dalla
fondazione del club
senese. Allenata dal
tecnico Stefano Giardi, la studentessa universitaria (e contradaiola della Torre),
ha subito iniziato
alla grande la stagione
indoor,
palesando una
condizione ottima, ed una crescita netta nelle
prestazioni
rispetto alla passata stagione. Sul
corto catino fiorentino (un anello di appena
160m), nel primo meeting
stagionale ha prima corso i
200m in 25”92, poi ha siglato il
proprio record assoluto (migliore
del suo attuale primato all’aperto) nei 400m, 58”29. A distanza
di una settimana, si è poi ripetuta giungendo seconda (dietro
all’azzurra Benedetta Ceccarelli) nella prova toscana del Gran
Prix nazionale indoor, in cui ha
fermato i cronometri su 58”71.
Con queste credenziali, Domitilla Bindi si appresta a fare una
grande stagione indoor, ma
soprattutto mostra un potenziale
enorme per quelle che saranno
le gare all’aperto, in cui potrà
affrontare la sua specialità, i
quattrocento ostacoli.
Insieme a questa atleta, l’Uliveto Uisp Siena
ha proposto
nella
gare
indoor altre
belle
p r e stazioni: le
La giovane quattrocentista protagonista assoluta
delle prime gare indoor
L’Uliveto Uisp
riparte da
Domitilla Bindi
atlete di Claudio Lenti, Chiara
Marzi e Sara Gualandi hanno
corso i 55m in 7”80 e 8”33; nei
55m
maschili
Francesco
Tognazzi si è fermato a 7”13,
mentre il promettente Michele
Raspanti è arrivato a 6”94; nei
200m la novità della categoria
allievi Diego Vacca ha coperto la
distanza in 25”62, mentre nella
stessa categoria Daniele Bellini
si mostra costante nell’asta,
dove ha saltato 3,40m.
Positive risposte anche
dalla prima gara di salto in
alto, in cui Giulio De Michele con 1,79m è stato quarto e
Daniele Cavazzoni ottavo
(1,65m).
Lasciando l’atletica in
sala, e spostandoci all’aperto, la
cronaca ci dice che si è aperta la
stagione dei lanci lunghi e delle
campestri.
Nella prime competizione
della stagione, la campionessa
italiana Elisa Palmieri ha subito
vinto la gara del martello regionale con
51,82m,
mentre
Elena Calzeroni è
s t a t a
seconda con 35,18m
nel disco. Per entrambe le
portacolori della società
senese, quindi misure
al di sotto dei propri
record, ma, come
ricorda il loro tecni-
co Flamur Shabani, la stagione
è lunga e il raggiungimento di
picchi di performance adesso
potrebbe essere controproducente.
Nelle due campestri della
fase regionale del campionato
italiano di società (una a Castelvechio Pascoli, l’altra ad Arezzo)
è emerso il nome di Diomede
Cishahayo. L’atleta burundiano,
già talento di fama internazionale, alle soglie dei 40 anni (è del
1965), continua a mietere successi, grazie ad una preparazione seria, una tecnica di corsa
ineccepibile e una volontà di
ferro, che lo porta ad allenarsi (al
termine della giornata lavorativa) tutti i giorni da solo al Campo
Scuola. Le sue affermazioni nel
cross corto, sono state affiancate dal ventiquattresimo posto di
Gianni Betti nella campestre di
Arezzo (su un percorso reso
pesante dalla neve, quindi
muscolare, e non adatto alle sue
caratteristiche tecniche); dal
doppio terzo posto di Mattia
Paggetti nella categoria allievi
(dove anche Davide Bari ha ben
figurato finendo sesto e settimo); nonché dal doppio quarto
posto di Maurizio Cito tra gli
juniores. ■
24
hockey a rotelle
Marco Buccianti
Un campionato difficile quello
dell’attuale stagione in corso per la
Mens Sana Siena hockey su pista,
inserita nel girone B del campionato di serie B. Le altre formazioni
che fanno parte del girone sono:
tre toscane (H.C. Prato, S.C.S. 84
Follonica e SPV Viareggio), due
squadre liguri (Ceparanese e Sarzana), due emiliane (Amatori Reggio Emilia e Villa Oro Modena) e
una pugliese (Gsh Giovinazzo).
L’avvio non è stato dei più incoraggianti e fin ora, arrivati in prossimità del giro di boa del campionato, non è ancora arrivata la
prima vittoria e la casella segna
ancora zero punti, mentre il Villa
Oro Modena in testa procede a
punteggio pieno. A tutto questo
però c’è un motivo, in quanto l’intero collettivo della prima squadra
è composto da atleti provenienti
dal vivaio con il solo innesto di un
elemento di esperienza quale è
Andrea Marroni.
Le intenzione dei vertici societari sono quelli di costituire un gruppo
affiatato e compatto che, nell’arco
di tre-quattro anni possa fare il salto
di categoria in serie A2. Tutto questo per far crescere l’intero movimento hockeistico senese dimostrando che, nonostante Siena non
sia una delle prime piazze dell’hockey a rotelle, si può lavorare
bene con gli atleti del posto senza
dover attingere dalle realtà limitrofe
quali Follonica e Prato.
Nell’organico societario troviamo anche una squadra juniores
che nelle prime due giornate di
campionato ha messo a segno
due vittorie consecutive e mira
decisamente ad arrivare alle finali
nazionali di categoria che si svolgeranno in maggio in Veneto. Scorrendo troviamo poi la squadra
allievi e la squadra esordienti. Infine il folto gruppo dei principianti
nella quale i più piccoli compiono i
primi passi sui pattini.
Tutto ciò dimostra che la sezione è in continua crescita e punta
decisamente in alto per potersi
affermare come realtà hockeistica.
l’intero organigramma delle squadre giovanili è supervisionato dal
tecnico Roberto Tiezzi che è
anche coach della prima squadra.
I prossimi impegni della prima
Campionato difficile per la Mens Sana, ma il gruppo
dei giovani è una garanzia per il futuro
Un movimento in
continua crescita
squadra sono previsti per: sabato
14 febbraio in trasferta a Giovinazzo e il 21 di nuovo in casa con il
Sarzana per terminare il girone di
andata. Tutte le partite si svolgono
al Pala Chigi in via Sclavo.
Inoltre la società è sul web
all’indirizzo www.sienahockey.org
<www.sienahockey.org> , con
risultati e classifiche di tutte le
categorie. ■
La rosa della prima squadra:
Tiezzi Riccardo portiere
Sassetti Paride portiere
Sassi Carlo portiere
Baccani Diego esterno
Pedani Niccolò esterno
Paglicci Emanuele esterno
Marroni Andrea esterno
Vecchiarelli Francesco esterno
Tiezzi Davide esterno
Montemurro Michele esterno
Bonucci Filippo esterno
Buccianti Marco esterno
Affettuoso ricordo del pattinatore biancoverde
Engels Lambardi, l’ultima bandiera
Un altro pezzo di storia della Mens Sana se n’è andato.
Engels Lambardi era nato nel 1920 e fin dall’adolescenza aveva cominciato a
frequentare la palestra di Sant’Agata calzando i primi pattini della sua vita che lo
avrebbero portato ad essere uno dei primi fra i tanti campioni della Mens Sana.
Non possiamo certo qui elencare tutte le affermazioni di Engels, ma certamente siamo autorizzati a dire che la strada tracciata, in tutti i sensi, dal nostro
compianto atleta è stata una strada lastricata dai titoli più prestigiosi della specialità e il suo esempio ha portato la sezione pattinaggio della Polisportiva ad
essere una delle punte di diamante dello sport dilettantistico cittadino, fino a culminare, addirittura, nei titoli mondiali di Laura Perinti.
Queste considerazioni ci rendono meno doloroso il momento del distacco dal
grande Engels sentendoci consolati non solo dalle memorie e dalle testimonianze
delle sue imprese, ma anche dall’esempio del suo attaccameno ai nostri colori,
rivendicato con orgoglio fino agli ultimi momenti di questo suo passaggio terreno.
Vorrei concludere questo breve e doveroso ricordo di questo atleta puro, con
una notazione personale: i miei genitori mi dicevano sempre che si erano conosciuti “ a pattinare alla Mens Sana” e questo mi legava ad Engels anche un po’
sentimentalmente, rappresentando lui quell’ambiente che, bene o male che sia stato, ha dato origine alla mia
modesta persona e che ora mi consente di portare questa affettuosa testimonianza nella speranza che quel
luminoso esempio sia imitato, quanto più è possibile, dalle future generazioni mensanine. ■
Romano Rossi
25
polisportiva
Matteo Tasso
Subito bene le ginnaste della Mens Sana
Con le stigmate
delle ‘gariste’
Piccole ginnaste crescono…e
regalano successi. A Livorno, prima
uscita stagionale del 2004, è subito
trionfo biancoverde: terreno di conquista delle agoniste di Beatrice
Vannoni è la Coppa Toscana Fgi,
conclusasi con le affermazioni di
Costanza Pellati (1993) e Margherita Giannettoni (1994) ma anche
con una lunga serie di risultati e
prestazioni da incorniciare da parte
di tutta la squadra della Mens Sana,
che ha messo in mostra un livello
tecnico già importante, assimilato
durante la prima fase di preparazione in viale Sclavo.
Brillanti alle parallele (attrezzo
nel quale la preparazione delle
biancoverdi è apparsa ben superiore a quella delle avversarie) ed
al corpo libero, dove il binomio
musica-coreografia è stato certamente azzeccato, permettendo
esercizi armonici, belli stilisticamente e sostanzialmente “aggressivi”, le atlete della polisportiva
hanno mostrato anche una dote
che non si riscontra al momento le
esibizioni squisitamente tecniche.
In gergo le potremmo chiamare
“gariste”, ovvero sportive (nel loro
caso ginnaste) che, qualsiasi sia il
livello acquisito in allenamento,
riescono a dare qualcosa in più al
momento di gettarsi nel clima agonistico: significa avere la giusta
mentalità e l’appropriata saldezza
di nervi quando la posta in palio è
importante e quando ci si deve
confrontare con le avversarie, più
o meno forti che siano, e significa
aver recepito nella maniera migliore gli stimoli di chi, quotidianamente, ti segue in palestra preparandoti per appuntamenti del genere.
Una dote, ed un merito, da condividere con l’allenatrice federale
Beatrice Vannoni e con l’assistente Erika Perugini (che assieme alla
sua carriera internazionale nell’aerobica agonistica trova il tempo per
seguire le piccole ginnaste biancoverdi), riuscite ancora una volta a
confermare le proprie atlete ai
primi posti in Toscana, confermando il trend positivo che da diverse
stagioni contraddistingue tutta l’attività della sezione mensanina.
Tornando ai primi allori del
2004, vediamo nel dettaglio i risultati delle agoniste mensanine in
terra labronica:
Costanza Pellati: sul gradino
più alto del podio nella classe ’93,
centra la sua prima affermazione
in gara mettendosi alle spalle le
insicurezze e la sfortuna del passato e mostrando notevoli progressi nel proprio bagaglio tecnico.
Margherita Giannettoni: vince
nella classe ’94, confermando la
leadership toscana in questa
fascia di età e le qualità di atleta
che in gara sa sempre migliorarsi.
Martina Provvedi: si classifica
al secondo posto nella classe ’92,
un piazzamento di assoluto rilievo
considerato il problema al polso
che la sta limitando negli allenamenti. Determinazione e precisione in tutti i movimenti ginnici sono
però state tali da permetterle una
prestazione di buon livello.
Rossella Masone: si piazza al
quinto posto nella classe ’93, davvero un risultato importante considerata la sua minor frequenza
negli allenamenti rispetto alle compagne di squadra.
Giulia Leni: settimo posto per
questa piccola e promettente atleta, classe ’95, che paga le cadute
alla trave ma che si è distinta
magnificamente negli altri attrezzi,
evidenziando un bagaglio tecnico
davvero importante. ■
Il gruppo agonistico Promozionale
Acrobatico con tecnici e dirigenti.
Foto piccola: Beatrice Vannoni con le
Giovanissime pre-agoniste.
133 anni dopo
La ginnastica alla Mens Sana
è di casa, da sempre. Nomen est
omen, avrebbero sentenziato i
latini guardando all’originaria
denominazione della società,
ovvero Associazione Ginnastica
Senese, anno di fondazione
1871.
Oggi, a distanza di 133 anni,
la sezione della polisportiva è
diretta da Laura Giuntini, presenza ormai fissa ed insostituibile al vertice di un’attività che
racchiude tanti “micro-universi”
legati tra loro dal filo conduttore
della ginnastica. Direttore tecnico e allenatrice del settore agonistico è Beatrice Vannoni, coadiuvata da Claudia Biondi
(allenatrice del settore promozionale), Monica Vannoni (istruttrice dei corsi di base), Erika
Perugini (istruttrice dei corsi di
pre-agonistica ed acrobatica),
Sabrina Franci (istruttrice del
corso di acrobatica) e dalle assistenti Alice Manetti, Sara Fattorini, Chiara Pisani, Roberto Parlatoni e Benedetta Di Ruggiero. ■
26
cinque cerchi
Francesco Vannoni
Con l’obiettivo di cogliere, interpretare ed illustrare l’eterogeneità di una
richiesta sportiva più che mai diversificata, guardando oltre il modello dell’unicità che in passato sembrava privilegiare certe discipline a discapito di altre,
anche in relazione all’interesse popolare suscitato, parte – da questo numero
– il nostro viaggio all’interno delle
società polisportive presenti nel territorio senese, sia cittadino che provinciale.
L’onore dell’apertura non poteva
non essere riservato alla Polisportiva
Mens Sana che, dall’alto dei suoi 133
anni (fu costituita nel 1871), non è solo
uno dei sodalizi più antichi, ma rappresenta un esempio di multidisciplinarietà
sportiva, la cui valenza si estende ben
oltre il contesto locale, inserendosi efficacemente su scala nazionale. Piero
Ricci, appena rieletto alla presidenza, si
prepara a vivere, nel segno della continuità, il suo secondo mandato senza
nascondersi la delicatezza del compito
e la particolarità dell’impegno.
“L’emozione è forte. Sono onorato
della fiducia che mi è stata nuovamente
accordata, e la mia intenzione è quella
di proseguire il lavoro già intrapreso
quattro anni fa, finalizzato al raggiungimento del miglior equilibrio tra il rispetto
della tradizione e la necessaria spinta
innovativa, sia in ordine strutturale che
strumentale, per poter sostenere e corroborare i principi cardine della nostra
secolare vocazione allo sport”.
Una vocazione che – già insita nella
celeberrima denominazione sociale di
“Mens Sana in Corpore Sano” – si pone
l’intendimento di colmare il divario tra
giovani e meno giovani, consentendo la
pratica sportiva all’interno di un vastissimo quadro di attività, dalla più tenera
età, fino agli anziani. “A questo proposito – riprende Ricci – per ovviare al problema piuttosto diffuso di un prematuro
abbandono dell’attività sportiva, abbiamo cercato di inserire attività collaterali
che potessero rappresentare un’importante valvola di sfogo per chi volesse
fare sport anche dopo la conclusione
della carriera agonistica. Penso non soltanto all’area fitness, dove sia ragazzi
che adulti possono regolarmente proseguire, a qualsiasi età, la pratica sportiva
per la cura del proprio corpo e della propria integrità fisica, nelle varie forme
previste dalla specialità, ma anche alla
ginnastica artistica sezione nella quale,
oltre alle varie gare federali agonistiche,
abbiamo approntato corsi di aerobica; o
ancora riguardo al pattinaggio: accanto
a quello artistico che ha regalato ai
nostri colori grandi risultati con l’argento
Mondiale di Cristina Giulianini, è nato il
pattinaggio sincronizzato, ugualmente
protagonista agli ultimi Campionati del
Mondo in Argentina.Abbiamo cercato di
trasportare tali prerogative in tutte le
nostre sezioni”.
La Polisportiva Mens Sana comprende sezioni ordinarie come il minibasket, la danza, la ginnastica, le arti
marziali (sezione che Piero Ricci ha
diretto in precedenza, come responsabile interno, prima di essere chiamato
a ricoprire l’attuale incarico), il volley, il
pattinaggio artistico e il pattinaggio
corsa; e sezioni autonome (cioè non
direttamente legate alla Polisportiva)
come il Basket con la squadra della
Montepaschi Mens Sana, ai vertici
nazionali ed europei, il calcio per effetto della collaborazione con il settore
Giovanile del F.C. “Luigi Meroni”, l’endurance a cavallo, il tiro con l’arco e
l’hockey partecipante al campionato
nazionale di serie B.
“L’armonizzazione di tante e differenti esigenze che vanno dagli sport
agonistici, alle attività tipicamente
amatoriali, fino al puro professionismo,
richiede un grande sforzo organizzativo e un non trascurabile impiego di
risorse per adeguare l’impiantistica ad
un sempre più elevato numero di fruitori (la Mens Sana mette a disposizione i propri impianti, anche per le partite interne di Costone e Virtus,
rispettivamente impegnate nei campionati di serie C e B1 di basket). Sono
stati investiti, a questo scopo, oltre due
milioni di euro che ci hanno consentito
di racchiudere, relativamente all’anno
appena trascorso, l’intera cerchia delle
Nostra indagine sulle polisportive senesi (1)
Mens Sana,
la poliedricità
fatta sport
attività, all’interno dei nostri impianti.
La costante crescita che gratifica le
nostre proposte, porta a stimare in
circa 1200 unità il volume di utenza
sportiva mensanina, seguita dalla qualificata opera di 58 istruttori abilitati
dalle rispettive federazioni di appartenenza e dal Coni, e 11 dipendenti della
società. L’ottimo rapporto di collaborazione che intercorre tra il Comitato provinciale del Coni e la Polisportiva Mens
Sana, non è solo espressione delle
varie attività che le diverse sezioni
svolgono proprio in ambito Coni, ma
conferisce all’organismo stesso –
quale struttura di riferimento – un prezioso ruolo di garanzia esercitato
anche in occasione del recente rinnovo delle cariche dirigenziali. Con il Coni
siamo in relazione circa una serie di iniziative per il trattamento delle problematiche inerenti i vari adempimenti
delle realtà del settore. La poliedricità
operativa della Mens Sana, centro per
l’obiezione sociale, e quindi convenzionata per l’utilizzo di obiettori di coscienza, non si ferma solo allo sport con il
premio al merito sportivo Città di
Siena, o il torneo di minibasket Carlo
Ciccarelli, o, ancora al Torneo di
Pasquetta di volley: la natura prettamente volontaristica che ne contraddistingue le forme gestionali, e che configura la società senese come onlus,
apre altre innumerevoli occasioni di
inserimento nel tessuto socio-culturale
ed educativo della nostra città. Tra le
varie iniziative che in questi contesti la
polisportiva promuove e favorisce
ricordiamo il premio nazionale di composizione musicale intitolato alla
memoria di Simone Ciani, la gestione
per conto del Comune di Siena del Percorso Natura e della pista di pattinaggio su ghiaccio annualmente allestita
nei giardini della Lizza, l’adesione, ad
iniziative benefiche organizzate dall’Unicef presso i nostri impianti per l’occasione concessi gratuitamente. La Polisportiva ha partecipato, alle
manifestazioni organizzate lo scorso
anno, dall’Amministrazione Provinciale
di Siena in occasione dell’anno europeo del disabile; abbiamo preso parte,
con esemplificazioni dimostrative delle
nostre attività, alla giornata Giovani e
Sport voluta dal Comune di Sovicille e
conclusasi con una tavola rotonda alla
presenza di varie personalità del
mondo sportivo. La completezza del
nostro impegno – conclude Piero Ricci
– è realizzabile grazie al sostegno e
alla sensibilità delle istituzioni: dall’assessorato allo sport del Comune di
Siena, all’Amministrazione Provinciale,
per arrivare alla Fondazione e alla
Banca Monte dei Paschi di Siena, sempre al nostro fianco per sostenere le
iniziative che via via proponiamo. In
proiezione futura sarà fondamentale
proseguire la collaborazione avviata
anche con tutte le altre entità sportive
locali: un lavoro di sinergia per la crescita comune di un patrimonio di valori
da tramandare. Si orienteranno in questa direzione le linee programmatiche
del neo eletto organo direttivo della
Polisportiva, il quale annovera al proprio interno rappresentanti del CUS
Siena e dell’Intercras di Sovicille,
segno tangibile del necessario allargamento di quelle prospettive che sappiano superare le normali e immancabili logiche di campanile, secondo
canoni di modernità ed innovazione
perché lo sport si esprima come il pianeta della creatività in movimento”. ■
28
scherma
Daniele Giannini
Attività intensa per la scherma
cussina impegnata praticamente ogni
settimana in Campionati e Tornei
riservati alle varie armi e categorie
che regolano l’attività agonistica di
una di una delle discipline olimpiche
per eccellenza. Si è svolta a Ravenna
la prima prova di qualificazione nazionale ai Campionati italiani assoluti,
che si svolgeranno nel mese di giugno a Padova.
Nel fioretto maschile ottima qualificazione di Niccolò Nuti che ha
ceduto solo al campione del mondo
giovani a squadre Andrea Baldini Gli
altri fiorettististi della MPS Chiron
Vaccines hanno mancato di poco la
qualifica cedendo nel turno precedente: Vieri Nuti, ottimo atleta dal
recente passato, insieme all’inossidabile Fabio Miraldi, Alessandro
Nespoli e Vanni Zanchi, venivano
quindi “rimandati” alle qualifiche per
la seconda prova Open disputatesi
alla fine di gennaio al Palascherma
di Ancona e di cui vedremo in dettaglio i risultati.
Nella sciabola femminile, Flora
Scarlato vice-campione del Mondo
Giovani a squadre, pur menomata
per un infortunio patito in allenamento pochi giorni prima, partecipava lo
stesso alla competizione e perdeva
l’assalto decisivo alla qualificazione;
la brava Flora saprà senz’altro rifarsi
alla prossima gara di qualificazione
una volta recuperata completamente
dall’infortunio.
Nella spada femminile l’ottima
Martina Giovanetti offriva una bella
prestazione sin dal primo turno ed
arrivava spedita senza alcun affanno
alla qualificazione (merito questo di
una preparazione fisica corretta, ma
che viene da lontano come abitudine
mentale); nelle “32” cedeva all’ex
campionessa europea Elisabetta
Castrucci dopo un’assalto avvincente
che si concludeva 15-14 in favore
della poliziotta di Frascati. L’azzurrina
Eleonora Pieracciani perdeva di poco
l’accesso alla qualificazione e si classificava al 39° posto nella graduatoria
finale. Le altre cussine in gara Martina Bancheri, Elena Sommaria e Barbara Galini cedevano il passo nei
primi turni della eliminazione diretta.
Nella spada maschile era presente solo il veterano Simone Carboni che non andava oltre il primo
turno a gironi di una gara con quasi
200 partecipanti.
Si è svolta ad Imola la prima
prova delle trofeo nazionale under
Intensa attività alla sezione scherma del CUS
Mietono risultati
a tutte le età
gli atleti dell’Acquacalda
14 di spada maschile e femminile
I ragazzi e le ragazze della sezione scherma del CUS impegnati in
questa importante competizione al
di là dell’Appennino erano Lorenzo
Bruttini, Matteo Capecchi e Giovanna Dimitri nella categoria allievi,
Irene Crecchi ed Alice Volpi nella
categoria giovanissime.
Proprio da quest’ultima categoria
è arrivato il risultato più eclatante.
Infatti, Alice Volpi ed Irene Crecchi
hanno dominato la gara concludendo
al primo e secondo posto una competizione entusiasmante che le ha
viste protagoniste sin dall’inizio su un
positivo ha in questo caso tirato con
meno concentrazione subendo troppe stoccate per errori di misura.
Come anticipato in apertura, si è
svolta ad Ancona la seconda prova
di qualificazione zonale per la qualificazione alle prove nazionali di qualifica agli assoluti.
Gli atleti della sezione scherma
del CUS sono saliti sul podio ben
quattro volte ed hanno ottenuto altri
significativi piazzamenti qualificandosi per la prova nazionale in numero considerevole.
Nel fioretto maschile il veterano
Fabio Miraldi si classificava 3° bat-
lotto numerosissimo ed agguerrito di
avversarie provenienti da tutta Italia.
La cornice della finale è stata
bellissima sia agonisticamente che
tatticamente e si è conclusa sul filo di
lana per 10-9 a vantaggio della Volpi
sulla Crecchi .
Nella categoria “Allievi” Capecchi
dopo aver superato i gironi eliminatori ed il primo turno di diretta è stato
eliminato nel tabellone da “64” mentre Bruttini si qualificava per i sedicesimi di finale dove però concludeva
la sua gara di fronte ad un avversario più esperto. Un risultato sicuramente migliorabile proprio in considerazione di trovarsi al primo anno
della categoria.
La stessa sorte di Bruttini toccava a Giovanna Dimitri, nelle “Allieve”,
che dopo un inizio di annata molto
tendo in finale il compagno di squadra Alessandro Nespoli (numero uno
del tabellone), che si classificava 5°.
Miraldi dopo queste prove positive
arriverà senz’altro in forma ai campionati italiani master di cui detiene il
titolo e quest’anno il CUS dovrebbe
tentare anche l’impresa a squadre
grazie al raggiungimento della soglia
dei 40 anni per alcuni schermitori
cussini ancora in attività. Il giovane
Vanni Zanchi, dopo un girone di qualificazione travolgente che lo portava
ad essere il numero tre del tabellone,
si fermava al 17° posto perdendo
completamente il controllo della
situazione nell’eliminazione diretta.
Zanchi, che non può e non deve permettersi queste pause in questo tipo
di competizioni, si è comunque qualificato per la prova Nazionale in pro-
gramma a Foggia nel prossimo
mese di marzo.
Nella sciabola femminile pronto
riscatto di Flora Scarlato che si classificava al 2° posto dopo un assalto
viziato da tre errori arbitrali che la
costringevano a cedere alla frascatana Ruffini per 15-13. Ottima la sua
prova che gli ha permesso di riassaporare il gusto del podio dopo alcune prove meno brillanti. Nella sua
marcia spedita per la finalissima
Flora ha dovuto eliminare la giovanissima compagna di squadra Federica Parisi che l’ha comunque impegnata strenuamente dimostrando
buona predisposizione per l’arma
bitagliente con il punteggio di 15-10.
Nella spada femminile doppio
podio con l’azzurrina Eleonora Pieracciani e la lieta sorpresa di una Martina
Bancheri ritrovata; le due ragazze
senesi si sono classificate terze ex
equo su un lotto di 110 partecipanti ed
hanno ceduto ambedue di misura 1513 rispettivamente alla vincitrice,
Valentina Lattanti di Terni, ed alla
romana Andreani 2^ classificata.
Le altre spadiste in gara, Barbara Galini, 15^, Bianca Vannoni, 21^,
Elena Sommaria, 24^, si qualificavano per la prova nazionale di Foggia,
mentre Maria Elisabetta Lastri 31^ e
Federica Parisi 43^perdevano la
qualificazione per poche posizioni.
Nella prova di qualificazione
regionale di spada maschile a Firenze vittoria di Marco Cetoloni che
nella finalissima ha battuto nettamente il giovane pistoiese Gori.
Finale ad “8” anche per Enrico Gostinelli, che cedeva proprio a Gori per
15-14, e per il giovanissimo Giacomo Steiner classificatosi al 7° posto
dopo aver vinto di una sola stoccata
l’incontro valido per l’accesso alla
finale e la qualificazione alla prova
nazionale.
Ancora una volta gli schermidori
cussini hanno saputo interpretare in
maniera egregia lo spirito societario
che grazie agli sponsor MPS, Chiron
Vaccines e Allstar Senarmi (sponsor
tecnico) permettono un’attività così
intensa alla sezione. ■
Damian Cufrè, difensore
CAMPIONATO DI SERIE A 2003/2004
30
Foto Lazzeroni
31
32
tennis tavolo
Corrado Bagella
È cominciato il girone di ritorno,
anche se, per il momento, un po’ al
rallentatore. In tutto il mese di gennaio, infatti, il calendario stilato dalla
Federazione prevedeva soltanto la
prima giornata dei campionati a
squadre, ma ben due impegni,
peraltro importantissimi, per quanto
riguarda l’attività individuale.
Nei campionati di A/2, la squadra maschile aveva in programma
la difficile trasferta di Reggio Emilia, uno dei principali nodi da sciogliere in chiave di partecipazione
ai play-off. Ebbene, gli atleti senesi hanno affrontato l’impegno con
la massima concentrazione e ne è
scaturita una netta vittoria per 6 a
2, che praticamente pone fine alle
speranze degli emiliani. Il distacco
in classifica di tre punti appare difficilmente colmabile e, quindi, la
Libertas Siena è ora la più probabile candidata ad accompagnare
la Fortitudo Bologna, unica certa,
nell’avventura di fine campionato.
Qualche chances, semmai, occorre concederla ancora all’Arpino,
anch’esso distanziato di tre punti,
ma che potrebbe avvicinarsi pericolosamente, nel caso venisse a
vincere a Siena lo scontro diretto
in programma ai primi di febbraio.
Anche la squadra femminile
torna dall’ennesima trasferta di
Messina con un’altra vittoria, stavolta per 5 a 3, contro la Fiamma
Cairoli. Primo posto in classifica
confermato, quindi, a pari merito
con il Torino, che si è aggiudicato
lo scontro diretto con il Molfetta,
proponendo la sua seria ipoteca
su uno dei posti disponibili per i
play-off. Comunque, le prime due
settimane di febbraio, con i big
match Libertas Siena – Molfetta e
Torino – Libertas Siena, chiariranno definitivamente i residui dubbi.
Le restanti partite con le squadre
di Messina, infatti, appaiono ininfluenti, stante il notevole divario di
valori esistenti fra le prime tre e le
compagini siciliane. In
casa Libertas, qualche
apprensione desta il calo
di forma manifestato,
negli ultimi tempi, dalla
uzbeka
Saida
Burkhankhodjaeva, peraltro ampiamente compensato dalle prestazioni
super delle giovani italiane Giulia Cavalli ed Eleonora Francini, protagoniste di eccellenti risultati
nei due tornei individuali
di Roma e Modena. Giulia
Cavalli, in particolare, è in
un crescendo di condizione entusiasmante, forte
fisicamente, ma soprattutto mentalmente. Che dire,
infatti, di una sedicenne
che nel torneo di 2° categoria fa fuori la Merenda (n. 9 delle
classifiche assolute) e la Pilloni (n.
12), atlete che, fra l’altro, giocano
in A/1 ? Il secondo posto conquistato, battuta solo dalla cinese Wej
Jian, la dice lunga sulle reali possibilità dell’atleta senese, peraltro
ben supportata dalla Francini, che
ha ottenuto il 9° posto, ma solo
perché, nei sedicesimi, ha trovato
sulla sua strada la stessa cinese
Wej Jian.
Le due atlete hanno poi concesso il bis al torneo giovanile di
Modena, dove, sia nella gara
“Under 21”, che tra le Juniores,
hanno ancora superato avversarie
che nelle classifiche nazionali
occupano (ma, per quanto tempo
ancora ?) diverse posizioni davanti a loro. Nell’ “Under 21”, in particolare, Giulia Cavalli ha sgominato il campo, aggiudicandosi la
competizione. E le sue “vittime”
hanno i nomi di Pastorino (pluricampionessa italiana delle categorie giovanili), Bazzani (n. 19
delle graduatorie nazionali assolute) e, in finale, Di Napoli (torinese,
prossima avversaria in A/2). Per
parte sua, la Francini è giunta
quinta, dopo aver liquidato con un
secco 3 a 0 la torinese Pinotti, che
l’aveva battuta in campionato.
Nella gara Juniores, gara massacrante, dalla lunghezza esasperante, Giulia ha perso la finale,
quando le sue forze erano ormai
veramente ridotte al lumicino,
mentre Eleonora ha confermato il
quinto posto. ■
Le due principali squadre
m e t t o n o u n a s e r i a i p o t e c a s u l l a c o n q u i s t a d e i p l a y - o ff
La Libertas ad un passo
dal primo obiettivo
33
testimonianze
Augusto Mattioli
Filo diretto fra la nostra città e la Palestina
Quando
una piscina
significa
speranza
“Italiano? “Sì, di Siena” “Ah
final four, final four”.
Il giovane militare israeliano,
forse non arriva neanche a
vent’anni, si rilassa pensando ai
momenti meno preoccupati di
qualche partita di basket di cui
deve essere appassionato, abbassa quel fucile (che ci preoccupa) e
sorride. Ci lascia passare.
Siamo ad un posto di blocco
che controlla l’entrata di Ramallah,
la città della Palestina dove risiede
il capo dell’Olp Arafat in una sede
mezza distrutta dai bombardamenti. Nascosti dietro una siepe alta,
alcuni carri armati pronti ad intervenire in caso di bisogno in una terra
che da decenni non conosce pace.
Lo sport da queste parti deve essere l’ultimo degli interessi, se si
pensa a quanto sta accadendo.
Eppure qualcuno pensa a costruire
qualcosa per quando il futuro sarà
meno incerto e meno pericoloso e i
giovanissimi palestinesi non cresceranno più nella paura e con
quella rabbia che li porta a rischiare la loro stessa vita.
Alla Terra Santa School di
Bethlemme diretta da padre
Jbrahim Faltas, dove la bandiera
arcobaleno della pace sventola sul
tetto, i ragazzi che la frequentano,
giocano a calcio in un ampio spazio ricavato nelle fondamenta dell’edificio. Due porte, le linee segnate per terra bastano per una partita
molto combattuta. Ma c’è anche
chi invece si dedica alla pallacanestro. A Dura, la cittadina di poco
più di venticinque mila abitanti con
la quale il Comune di Siena ha progetti di cooperazione (e tra qualche giorno una delegazione senese sarà in Palestina per fare il
punto di queste iniziative) sta progredendo nella realizzazione di
un’area verde attrezzata di circa
ventimila metri quadrati nella
quale verranno realizzati la casa
della cultura, una piscina riservata
soprattutto ai più giovani, spazi
aperti.
Qualcuno ha obiettato che
viste le necessità di questo territorio una piscina non era tra le priorità. “Noi non vogliamo solo assistenza
rispondono
gli
amministratori della cittadina palestinese - ma anche speranza. E un
impianto sportivo è proprio il
segno della speranza”. E all’interno della casa della cultura un gruppo consistente di insegnanti di
educazione fisica sta facendo un
corso di aggiornamento sul tennis
da tavolo. In un primo momento
sembra strano che si pensi al tennis da tavolo quando magari poco
lontano israeliani e palestinesi
vengono feriti o uccisi in quella tragica guerra che dura da decenni e
che sembra senza fine. Un territorio nel quale la paura vince su tutto
Ma in fondo anche il corso di tennis da tavolo può essere considerato un piccolissimo segnale di
voler andare avanti alla ricerca di
una vita normale.
Nel campo profughi di Dehisheh, un agglomerato disordinato
di edifici nel quale aveva vissuto il
poliziotto palestinese che qualche
giorno fa si è fatto saltare in un bus
a Gerusalemme provocando morti
e feriti, i bambini giocano con un
pallone mezzo sgonfio in strade
strette e sporche. Ma anche loro,
come tutti i bambini palestinesi, si
avvicinano con fiducia. E sorridono “Chi sei? da dove vieni? come
ti chiami?” domandano nel poco
inglese che conoscono. E chiedono in arabo “Una foto, una foto”.
Qualcuno di loro ci mostra un mitra
di legno con il quale finge di sparare. Molti alzano le mani facendo
il segno di vittoria. Ma i ragazzi più
grandi, quelli tra i quindici e i venti
anni, ti guardano in una maniera
che ti imbarazza. Se ne stanno in
silenzio ma quando ti osservano
hai l’impressione che ti stiano per
dire: “Tu che vieni da un paese
dove la guerra non c’è non sei
gradito. Cosa sei venuto a fare qui
da noi che viviamo da anni in questa situazione e non abbiamo speranze?”. ■
34
attività subacquea
Mauro Mancini Proietti
Le vicende che legano l’uomo al mare sono tradizionalmente millenarie così com’è intramontabile il fascino che l’
elemento acqueo suscita nella
fantasia di molti. Una fantasia
che ha contribuito a scrivere
forse le migliori pagine della narrativa di tutti i tempi. La subacquea, ossia la disciplina che
porta ad esplorare le profondità
marine, è relativamente più
recente, ma non ha mancato di
ispirare i più celebri romanzieri a
partire dalla fine dell’ ottocento.
Una disciplina, quest’ultima, che
oltre ad arricchire la fantasia di
molti, anche ad oggi ha l’innegabile pregio di avvicinare l’uomo
alla natura forse nella sua veste
meno esplorata e per certi aspetti incontaminata. Non è un caso a
tal fine che tutte le diverse scuole di immersione vadano ad oggi
modificando le proprie diverse
didattiche su un unico fondamentale filo conduttore comune,
che è quello di avvicinare i singoli allievi ad un prioritario
approccio con le discipline biologiche e con i relativi temi inerenti ai più moderni sistemi di
ricerca e campionatura delle
varie specie appartenenti alla
flora e alla fauna marina.
Non è voluta essere ovviamente da meno la F.I.P.S.A.S ,
affiliata C.M.A.S. (Confederazione mondiale per le attività
subacquee), che vede nella
scuola di immersione operante
nell’ ambito dell’ associazione
subacquei senesi una delle
principali fautrici di questo
nuovo spirito di disciplina e di
rispetto per l’ambiente.
Un nuovo modo di intendere
la subacquea non solo come
divertimento o avventura, ma
anche come l’ occasione per
porsi allo studio ed al servizio
della natura mediante la capacità di saper monitorare, analizzare e campionare le varie specie da seguirsi nella loro
evoluzione biologica così da
dare un notevole contributo
conoscitivo a coloro che sono
istituzionalmente deputati alla
valutazione e alla conservazione dell’ ambiente.
Di questo si è in definitiva
parlato lo scorso 3 febbraio in
Piazza d’ Armi presso la piscina
comunale, al momento in cui
sono stati presentati i nuovi
corsi che hanno in tal modo
preso avvio sotto la guida del
direttore della didattica nella persona di Massimo Mechini chiamato a coordinare l’attività dei
vari istruttori che in questa prima
fase si articoleranno dal I al III
grado (sommozzatore esperto)
con i relativi istruttori rispettivamente Alessandro Pangallozzi,
Alessandro Cappelli e Leonardo
Civai.
A questi corsi seguirà poi,
come rappresentato nella illustrazione di apertura, uno specifico corso di specializzazione
per istruttori e aiuto istruttori (e
quindi tutto interno alla scuola
immersioni) che sarà tenuto da
Novello Manganelli.
La scuola di immersione
interna all’ associazione Onlus
di subacquei senesi ha ormai
tradizione più che pluridecennale e ha visto perfezionarsi nelle
sue file moltissimi senesi che
hanno voluto intraprendere un
nuovo e più “profondo” modo di
relazionarsi con il mare. Una
attività sportiva che concilia
pertanto la volontà di misurarsi
con se stessi e l’ innato desiderio di conoscenza e di scoperta
che anima ciascuno dei nuovi
allievi che numerosi si sono presentati all’ inizio dei corsi.
Doveroso poi aggiungere,
come rappresentato dalle stesse parole del presidente dell’
associazione senese, il maggior
coinvolgimento anche dal punto
di vista del volontariato e della
solidarietà sociale evidenziato
dal recente accordo che vede
appunto l’ associazione senese
tra quelle affiliate ai servizi di
protezione civile e che potrebbero pertanto partecipare, in
caso di bisogno in occasione di
eventuali calamità naturali, al
dispositivo dei soccorsi.
Un ulteriore modo in definitiva di sentirsi utili alla collettività
pur curando una disciplina
sportiva che molto contribuisce
al percorso di crescita di cia-
scuno e che lo pone di fronte
alle proprie individuali risorse e
potenzialità che non deve
necessariamente tradursi in un
poco opportuno sprezzo o incoscienza del pericolo quanto nel
sapersi adattare al pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza
il cui solo rigoroso rispetto permette appunto a tutti di potersi
avvicinare alla subacquea
senza particolari timori.
È solo la consapevolezza dei
potenziali pericoli che sono propri in fondo di tutte le attività
umane, che ci permette di saper
adeguare il nostro modo di agire
a quei modelli comportamentali
che maggiormente sono in
grado di garantire la massima
libertà, pur nel rispetto della
maggior sicurezza. Un aspetto
quest’ ultimo che, così come
molte discipline sportive, può far
sì di configurare anche la subacquea come mezzo a fine, soprattutto per i più giovani, in un percorso di maturazione e crescita.
Un aspetto quest’ ultimo, la
piena conoscenza delle norme
di sicurezza, che, congiuntamente al necessario rispetto
dell’ ambiente in cui si vive, è
sempre stato ben presente nell’
Associazione. ■
Presentati i nuovi corsi legati anche ai servizi di
emergenza
Fra natura ed
impegno civile
36
basket
Mauro Bindi
Luci ed ombre nelle ultime uscite dei biancoverdi, mentre incombono i primi esami stagionali
MPS, un rilancio
che parte dalla difesa
Anno nuovo, vita vecchia! La rivisitazione di
un detto classico di inizio anno è usata per inquadrare le difficoltà, sempre le stesse, in cui si dibatte ancora il mondo della palla a spicchi italiano.
Sono appena trascorsi sei mesi dalla estromissione della Virtus Bologna e quello che doveva essere comunque un monito per tutte le altre
consorelle, sembra essere già stato dimenticato.
Basta leggere le notizie che arrivano da alcune
piazze di A1 e ci si rende conto ancora una volta
come il campionato rischi di essere falsato.
A Trieste, dopo la fuga della guardia americana Thomas, anche l’ex play senese Mitchel ha
smesso di allenarsi per il pagamento parziale di
uno stipendio, senza dimenticare che anche il
centro portoricano Fajardo a più riprese ha
minacciato e saltato allenamenti per lo stesso
motivo. Dall’altra parte dell’Italia, a Messina,
coach Boniciolli ha rassegnato le dimissioni
dopo aver constatato che non c’erano più le condizioni ambientali e soprattutto economiche per
continuare nel proprio lavoro, con il play Busca
che, smesso di allenarsi, ha chiesto anche la
rescissione del contratto che lo lega con la
società siciliana per inadempienza, non dopo
aver constatato che lo sciopero dell’americano
Garnett aveva comunque permesso a quest’ultimo di recuperare gli arretrati.
Ad Avellino rimpiangono la sconfitta di Biella che trova una sua spiegazione tecnica nel
rifiuto dall’ala americana Jamison di seguire la
squadra in terra piemontese per un problema di
accredito dello stipendio, insomma un quadro
nel quale è sicuramente difficile distinguere la
verità, tra società che respingono accuse, senza essere in
grado di dimostrare una situazione patrimoniale che permetta veramente di concludere la stagione e le stesse che,
in questo quadro di incertezza, operano ugualmente sul
mercato per rinforzarsi.
Gli sforzi fatti finora in
Lega per uscire da situazioni
come quelle già vissute nel passato con Reggio Calabria e
Verona o la stessa Bologna, solo
per citare i casi più recenti, non
sono evidentemente sufficienti
per evitare il ripetersi di situazioni al limite del paradossale.
E questo lancia un’ombra
oscura sul campionato.
La ripetitività dei fatti ci
porta ormai a considerare consuetudine ciò che non dovrebbe essere accettato e sorvolare
su queste anomalie è senza
dubbio pericoloso, anche in
piazze come Siena che hanno
avuto la fortuna di trovare
uomini e mezzi idonei per elevarsi sopra la media.
Da un’accusa all’altra fa
gridare allo scandalo che in
un contesto elitario come
dovrebbe essere quello rap-
presentato dall’Eurolega, il Panathinaikos sia
autorizzato a giocare in una palestra come quella dove è tornata a giocare Siena a distanza di
pochi mesi dalla edizione della passata edizione,
non solo perché rappresenta un contesto non
degno del livello della manifestazione, ma anche
per le inevitabili ripercussioni che ciò ha sui
risultati della squadra greca.
Nessuno discute le problematiche inerenti
alla ristrutturazione per le Olimpiadi del palazzo dello sport in cui giocano abitualmente i
greci, ma non è difficile trovare un nesso tra i
risultati conseguiti sul campo e ciò che avviene
nello stesso.
Tanto di cappello alla società mensanina che
non ha puntato più di tanto il dito sulla eccezionale durata di un secondo di gioco, risultato poi
decisivo per il risultato finale e su altre intemperanze del pubblico ateniese, ma sta di fatto
che tutto ciò non rientra obiettivamente in
quella “normalità” che dovrebbe essere garantita in ogni situazione.
Detto questo entriamo nel vivo delle questioni senesi, partendo proprio dal capitolo
Eurolega, che in questo momento rappresenta,
senza nessun motivo di esaltazione, l’aspetto più
confortante del momento.
La vittoria di Kaunas, sfruttando sul filo di
lana il jolly determinato dall’assenza di Sabonis
nelle file dello Zalgiris e la sconfitta di misura
contro il Panathinaikos, offrono alla vigilia del
ritorno del derby italico con la Skipper ottime
opportunità per il futuro.
Siena può guardare con fiducia anche ad un
piazzamento oltre il quinto posto nel girone, la
vittoria irrinunciabile contro i bolognesi offrirebbe la quasi certezza di accesso alle Top 16,
senza voler ipotizzare che in caso di vittoria contro la Skipper con oltre quattro punti, Siena
sarebbe fino all’ultima giornata in lizza addirittura per la terza piazza.
Evidenziato questo, dobbiamo dire con onestà che gli aspetti positivi di questo momento
non vanno oltre le considerazioni precedentemente fatte per il cammino in Europa, non certo
per il rendimento offerto dalla squadra e tanto
meno per i risultati in campionato, che nel giro
di due settimane ha visto la Montepaschi dissipare buona parte di quel vantaggio che ritenevamo potesse essere una dote importante per il
future biancoverde.
37
basket
Mauro Bindi
Che gli uomini di Recalcati non abbiano mai
incantato nel corso della stagione è un dato
abbastanza assodato, certamente la capacità di
riuscire comunque a fare risultato, unitamente
alla considerazione di un organico rinnovato
che necessita di tempi abbastanza lunghi per
arrivare alla sua massima potenzialità, ha influito sul giudizio globalmente positivo che di volta
in volta è stato associato alle prestazioni della
Montepaschi. Il tempo però sotto molti punti di
vista è “matrigno” e in una logica di gradualità
diventa importante percepire anche piccoli processi di miglioramento, che nella realtà di questo momento in casa mensanina sono assai poco
appariscenti.
Anzi se sin dalle prime partite avevamo visto
nell’atteggiamento difensivo della squadra un
punto di forza fondamentale su cui costruire il
resto del percorso tecnico che caratterizza ogni
team, oggi dobbiamo constatare invece come
proprio in difesa si stiano palesando delle difficoltà macroscopiche.
La difficoltà di tenere l’uno contro uno, specialmente da parte dei nostri piccoli, spesso bruciati sul primo passo di entrata dei rispettivi pari
ruolo, è un elemento che balza agli occhi in
maniera evidente e con esso tutte le difficoltà
che ne derivano in termini di aiuti e adeguamenti difensivi palesati dalla squadra.
Lo stesso Recalcati ha evidenziato spesso le
difficoltà della squadra in un ambito che è
soprattutto di applicazione mentale, prima ancora che tecnico ed è qui che la Montepaschi necessita di un salto di qualità, perché, pur con tutte
le possibili perplessità che sempre emergono in
questi momenti sul valore reale dei singoli, è difficile affermare che la squadra senese non abbia
al suo interno un tasso di qualità effettiva.
Disquisire se era meglio avere un play o un
pivot in più diventa una mera discussione teorica, il gruppo a disposizione di Recalcati è completo e profondo, tutti hanno la possibilità di
esprimere il proprio potenziale, come ci dimo-
strano i dati statistici della squadra, quindi non ci
sono alibi per nessuno, perdere come la Montepaschi ha fatto prima a Treviso e successivamente a Pesaro non è accettabile per chi si propone
come candidato alla vittoria finale. Occorre quindi fare ricorso a tutte le risorse fisiche, tattiche e
mentali per scuotersi da quella inconsistenza
palesata contro avversari di pari livello senese e
più in generale nei momenti di difficoltà.
Certamente i tanti infortuni di questo ultimo
periodo, primo fra tutti quello occorso a Chiacig,
non hanno aiutato la squadra, ma ciò non pone
la Mens Sana su livelli diversi dalle proprie antagoniste, che in ugual misura o forse anche in
maniera più pesante, hanno dovuto fare i conti
con problematiche di carattere fisico.
I problemi sono che la squadra senese continua a non tirare bene da 3, che la sua manovra
è troppo poco fluida e che solo a sprazzi c’è equilibrio nella distribuzione dei palloni e ad essere
penalizzato spesso è proprio il servizio al pivot,
in un momento oltre tutto nel quale, nonostante l’infortunio, Chiacig si è riproposto in maniera positiva e lo stesso Andersen sta recuperando
dopo un periodo di appannamento.
Tra i pochi aspetti positivi di questo momento evidenziamo la partita di Galanda ad Atene
contro il Panathinaikos, nella speranza che ciò
segni il momento del definitivo recupero del
capitano della Nazionale, che a livello di consi-
stenza ed intensità, può dare molto ad una squadra forse ancora alla ricerca di un vero e proprio
leader al suo interno.
Fino a questo momento i numeri assolvono
Thorton, specie quelli di campionato dove è tra
i primissimi nella valutazione generale, rispetto
a quelli dell’Eurolega dove le difficoltà sono più
evidenti, ma è indubbio che dall’ex canturino è
lecito attendersi qualcosa di più, la sua insicurezza è palese, specie quando finisce per cozzare contro il muro difensivo che spesso gli avversari gli erigono davanti ed il suo salto di qualità
è quello di cercare con calma quelle variazioni
di gioco che lo possono rendere meno prevedibile, rispetto per esempio alla sua tendenza a
buttarsi sempre dentro all’area colorata, dove gli
scontri diretti con avversari spesso più forti fisicamente e la scarsa tutela di cui non sempre
godono gli attaccanti, gli stanno rendendo la
vita estremamente difficile.
Urge intanto recuperare anche il miglior
Vukcevic il cui tiro da 3 e la sua duttilità tattica,
sia offensiva che difensiva, ne hanno fatto un elemento importante negli equilibri biancoverdi
della scorsa stagione ed è impensabile che nello
scacchiere attuale il serbo-greco non riesca a fornire un rendimento adeguato al suo valore.
Intanto la squadra è attesa in questo mese di
febbraio al primo vero esame della sua stagione,
le final Eight di Coppa Italia affrontate da testa
di serie numero 1, impongono un atteggiamento adeguato al ruolo al quale ambisce la Montepaschi e sarà interessante vedere quale sarà il
rendimento del gruppo, che in un contesto dove
non sono ammesse prove di riparazione, dovrà
dimostrare fino in fondo le proprie qualità e sarà
importante toccare con mano quanto di vincente Carlo Recalcati sarà riuscito a trasmettere ai
propri uomini, lui che contende a Ettore Messina il titolo di coach più vincente degli ultimi
anni in Italia. ■
Chiacig (pagina precedente) e Galanda.
39
David Andersen
41
basket
Duccio Balestracci
Recalcati commenta l’attuale fase della Montepaschi Mens Sana
Per saper vincere
bisogna saper perdere
È reduce da un ritorno da Atene funestato dalla
nebbia, e soprattutto è reduce da una partita che, per un attimo si poteva sperare che si
tingesse di biancoverde e invece è andata
diversamente. La Montepaschi Mens Sana
non è più quella che ha concluso con il titolo di campione d’inverno il girone di andata.
Perde, perde male, perde contro squadre che
le sono tecnicamente inferiori. Perde gli
scontri diretti con le dirette concorrenti allo
scudetto. Mister Recalcati che cosa sta succedendo? (silenzio per tre secondi) beh…
certo non è un momento di grande condizione… si direbbe di no.
Stiamo facendo fatica. Nella continuità e nella
intensità difensiva.
Ma se fino a dicembre la squadra girava che era
una bellezza…
…sono cose che non vorremmo mai che succedessero, però succedono. Ci si possono…ci si
devono aspettare.
E ora che cosa succede?
Non ci si deve far prendere dalla paura.
Tuttavia non si può far finta di niente
Tutt’altro. Non ci si deve far prendere dalla
paura però nemmeno essere superficiali. Ma si
deve essere coscienti che all’interno della squadra ci sono risorse per superare questo momento difficile.
E che cosa si sta facendo per superarlo?
Intanto ci si allena, perché non si può far finta
che gli impegni frequenti, settimanali, con partite, viaggi e trasferte non abbiano il loro peso.
E bisogna allenarsi per avere qualità nel lavoro
e riuscire a gestire i problemi e a conviverci.
Ma non c’è anche un fattore psicologico? A Treviso la Montepaschi Mens Sana non è mai
stata in partita. Perdere ci stava ma così…
Senta, lei forse non si ricorda che tre giorni
dopo la partita con la Montepaschi Treviso è
stata anche di 28 punti davanti al Valencia. Sa, il
Valencia?…ha presente?
…sì l’ho presente…
…ecco. Treviso ha giocato per due mesi con
rendimenti strepitosi, vincendo alla grande contro tutti. È la squadra numero uno, in Italia.
Eppure, all’inizio…
All’inizio si pensava che, un po’ perché appagati, un po’ perché avevano fatto dei cambiamenti, fossero più deboli. Poi hanno aggiunto
due giocatori e, rispetto all’anno scorso, sono
addirittura più competitivi…
Sì, ma sparire dal campo in quel modo…
È vero che la Montepaschi deve essere capace
comunque di giocarsi una partita difficile, se
vuole essere in grado di giocarsi lo scudetto. La
squadra di Siena è partita come una protagonista: è arrivata subito in testa e lì, in testa, è facile sbagliare valutazione quando ancora non c’è
la giusta mentalità.
Allora un fattore psicologico c’è…
…ma nella misura in cui non è facile capire,
quando sei in testa, fino a che punto ci sei per il
merito tuo e quanto per errori degli altri.
E noi…
…e noi lì c’eravamo assolutamente per merito
nostro perché avevamo saputo vincere partite
importanti, magari senza rendimenti strepitosi,
e, certo, perché avevamo saputo sfruttare gli
errori degli altri. Quando sei lì è facile pensare
“siamo i primi perché siamo i più bravi e siamo
invincibili”. È un errore. Comprensibile per chi è
primo per la prima volta, ma pur sempre un errore. Se pensiamo così, se pensiamo di essere invincibili, perdiamo le nostre peculiarità.
E invece…
…e invece bisogna imparare che per vincere
bisogna essere pronti a perdere.
Sì, ma perdere con Roseto…perdere con Udine
che avrà anche giocato bene e concentrata,
ma oggettivamente è una buona squadra di
livello tecnico inferiore rispetto alla Montepaschi Mens Sana, no?
Con Udine siamo stati capaci di riprendere in
mano il gioco ma non di affondare. E poi, certo,
quando eravamo avanti, a fine partita, abbiamo
fatto degli errori puerili che hanno compromesso tutto…
…e questo è preoccupante…
…guardi, la Benetton ha perso cinque trasferte; ha perso con Messina. La Skipper è stata battuta proprio dalla Snaidero di Udine. La Scavolini (che non ha l’impegno di Eurolega e dunque
spende meno sul piano della fatica) ha perso con
la Benetton. Perdono anche le altre. Bisogna
essere severi verso noi stessi ma non si deve pensare che ci siano squadre invincibili e dunque
nemmeno noi lo siamo.
C’è stato qualche giocatore che ha avuto più calo
degli altri, in questo calo della squadra?
Noi abbiamo avuto un elemento di valore fondamentale fino a dicembre ed era Kakiouzis. Poi
è calato molto. Direi che è stato il caso più eclatante. Anche Vukcevic è calato ma lui è stato più
discontinuo anche nella prima fase e quindi il
suo calo è stato meno vistoso. Tuttavia Kakiousis, ad Atene, ha mostrato segni di netta ripresa.
Abbiamo iniziato il campionato con grandi
obiettivi. È cambiato qualche cosa nelle
aspettative? Dobbiamo rivedere i nostri
sogni?
No. Siamo in linea con gli obiettivi che ci eravamo dati. In Eurolega ci eravamo posti l’obiettivo di entrare nelle top 16 e a due giornate dalla
fine siamo in corsa. In campionato siamo a due
punti dalla prima…
…ma si era parlato di arrivare in testa alla fine
della regular season…
L’intento era ed è di arrivare primi ai play off
perché questo facilita molto la gestione dei play
off stessi. Le possibilità sono ancora intatte. Tuttavia l’obiettivo primo è quello di dimostrare di
essere competitivi e di arrivare alla fine della
regular season in condizione ottimale.
Anche se non siamo primi?
In passato ci sono stati casi di squadre che
hanno dominato dall’inizio alla fine, ma erano
squadre di società forgiate da tempo a giocare
restando sempre in testa. Oppure ci sono state
squadre che hanno giocato 7-8 finali scudetto in
7-8 anni e alcuni scudetti li hanno vinti. Ma nello
sport non è sempre così e si può vincere anche
non dal primo ma dal secondo o dal quarto posto.
Questa è la mentalità di chi vuole vincere.
Lei non si arrabbia mai. Non crede che qualche
volta ci sarebbe da dirgliene quattro quando
qualcuno combina qualche cavolata in
campo?
E chi gliel’ha detto che non mi arrabbio mai?
…mah…ha sempre un aplomb così inglese…mai visto fare un cazziatone…
E invece mi arrabbio spesso e parecchio, ma i
cazziatoni li faccio nello spogliatoio, non in
campo. Non è il mio modo di essere, quello di
urlare al giocatore che sbaglia: un giocatore,
anche se fa un errore, fa pur sempre fatica e deve
essere rispettato per questo; deve essere richiamato e corretto, non insultato. Ci sono i luoghi
opportuni per incavolarmi. E lì lo faccio, oh, se
lo faccio… ■
42
basket
Marco Naldini
È un po’ come la Milano-San Remo di ciclismo, la quattro giorni di Forlì per la coppa Italia. È il primo appuntamento del nuovo anno in
cui si gioca per vincere in maniera tangibile, per
conquistare un trofeo da mettere in bacheca.
Chi riesce ad aggiudicarselo può considerar-
nere che non ci sono più. Il precorso Cantù-Treviso che portò l’Mps davanti ai bolognesi di Ettore Messina rispecchiava in gran parte la cavalcata dei biancoverdi nella prima parte di quella
stagione, iniziata con undici vittorie consecutive tra campionato e coppa Saporta. Dodici mesi
A fine mese la MPS attesa
dall’impegno di Coppa Italia
Cantù
vorrà vendicare
il ‘ratto’ di Bootsy
si già al sicuro da eventuali defaillance di fine
stagione. La coppa Italia, a differenza del passato (anni ’70 –’80) può considerarsi un evento
d’élite riservato alle magnifiche otto del campionato, in duello avvincente, che rispecchia i
valori del momento espressi dalle partecipanti,
in una specie di résumé della prima parte della
stagione.
E così è stato anche per il Montepaschi,
almeno nelle ultime due edizioni dagli esiti
opposti, entrambe sotto la guida di coach Ergin
Ataman. Il sultano del Bosforo era sbarcato a
Siena con l’intento di vincere subito e già alla
sua prima occasione sfiorò l’impresa nell’avvincente ed indimenticabile Finale con quelle V-
orsono invece l’uscita inaspettata e sorprendente ad opera di Napoli già nei quarti rifletteva
l’andamento altalenante di un’annata iniziata
tra infortuni (Stefanov), aggiustamenti in corsa,
e qualche incomprensione tra superstar-allenatore e resto della squadra.
Ed il Montepaschi di Carlo Recalcati? Siena
ha l’obbligo di misurarsi nuovamente con il
Benetton nel secondo turno, spendendo meno
energie possibili, nei quarti, contro l’Oregon
Cantù. Dall’eventuale semifinale contro i campioni d’Italia potrebbero scaturire nuove ed
interessenti considerazioni in vista degli scontri
decisivi di fine stagione.
Il Monte, in campionato, non ha ancora
colto un successo contro le ‘grandi’, lontano dal
proprio parquet. Riuscirci a Forlì rilancerebbe le
quotazioni di una squadra destinata ad essere
comunque protagonista.
Qualche passo falso compiuto nelle ultime
settimane esige una controprova per affrontare
con fiducia e motivazione
le partite decisive dei
prossimi mesi. Un passo,
però, alla volta. Intanto ci
attende Cantù, avversaria
tradizionale e assai conosciuta, a proposito di
scontri senza possibilità
di appello.
E, al proposito ecco
l’opinione di Massimo
Oriani, de La Gazzetta
dello Sport: “Due dimensioni a confronto, due
modi diversi ma in fondo
uguali di vivere il basket.
Siena come Cantù, Siena
più di Cantù, almeno
quest’anno. Il ratto di
Bootsy Thornton ha
lasciato il segno, ha colpito l’anima di una squadra
di amici, la cui favola è
durata persino troppo in
un mondo dove spesso
conta solo il dollaro. Ma i
sentimenti segnano il
cuore, anche di quelli che
fanno finta di niente. Non
si dimentica, si va solo
avanti”.
E proprio Bootsy con
la coppa Italia ha un
conto in sospeso. Se non
si fosse fatto male nell’ultima finale, forse l’Oregon avrebbe battuto
Treviso. Se, forse. Non
valgono nulla. Conta
solo il campo, che non
mente mai.
Siena è più forte, più completa. Cantù ha il
solito spirito da combattente e un condottiero,
coach Pino Sacripanti, maestro dell’understatement, ma piccolo genio della lavagna e dello
spogliatoio. Si vince anche con quelle armi che
lo scout non spiega, troppo arido per cogliere il
loro immenso valore.
Siena favorita? Certo. L’Mps ha già vinto?
Assolutamente no. Come dicono in America,
“That’s why they play the game”... “È per questo
che giocano le partite”. ■
‘Bootsy’ Thorton
43
basket
Final Eight
di Coppa Italia
Forlì, 25-28 febbraio
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Benetton Treviso
4 Nicola Marcelo Ala
5 Edney Tyus Playmaker
6 Evans Maurice Guardia
7 Pittis Riccardo Ala
8 Marconato Denis Centro
9 Bulleri Massimo Playmaker
10 Slokar Uros Ala/Centro
11 Bargnani Andrea Ala
12 Giovannoni Guillerme Ala
13 Jackson Jermaine Centro
15 Garbajosa Jorge Centro
16 D’Incà Alberto Playmaker
18 Cuccarolo Gino Ala
20 Corradini Francesco Playmaker
Metis Varese
4 Callahan Dan Centro
5 Farabello Daniel Play/Guardia
7 Conti Paolo Ala/Centro
8 Vescovi Francesco Ala
9 De Pol Alessandro Ala
10 Allegretti Marco Ala
11 Meneghin Andrea Guardia
12 Podkolzine Pavel Centro
13 Bolzonella Federico Playmaker
14 Zanus Fortes Cristiano Centro
15 Mc Cullough Jerry Playmaker
16 Cola Francesco Ala
18 Giadini Andrea Guardia
20 Nesby Tyrone Ala
Montepaschi Siena
4 Stefanov Vrbica Playmaker
5 Zukauskas Mindaugas Ala
6 Tagliabue Marco Ala
7 Vitali Luca Play/Guardia
8 Vukcevic Dusan Guardia/Ala
9 Vanterpool David Guardia/Ala
10 Galanda Giacomo Ala
11 Thornton Bootsy Marvis Guardia
12 Lechthaler Luca Centro
13 Andersen David Ala/Centro
14 Chiacig Roberto Centro
15 Kakiouzis Michalis Ala
16 Scarponi Ivan Ala
18 Marino Tommaso Playmaker
19 Cavallaro Carmine Guardia/Ala
20 Datome Luigi Ala
Fina
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Oregon Scientific Cantù
4 Levin Mats Playmaker
5 Wheeler Tyson Playmaker
7 Johnson Nathaniel Ala
8 Hines Samuel Ala
9 Novati Lorenzo Playmaker
11 Gay Dan Centro
13 Porta Vittorio Ala
15 Bernard Mike Centro
16 Colombo Davide Ala/Centro
17 Calabria Dante Guardia
18 Schortsanitis Sofoklis Centro
19 Riva Patrizio Guardia
20 Stonerook Shaun Ala
Skipper Bologna
4 Mottola Hanno Ala/Centro
5 Basile Gianluca Play/Guardia
6 Mancinelli Stefano Ala
7 Belinelli Marco Play/Guardia
8 Smodis Matjaz Ala/Centro
12 Pozzecco Gianmarco Playmaker
13 Vujanic Milosm Playmaker
14 Van Den Spiegel Tomas Centro
15 Lorbek Erazem Ala
17 Cortese Riccardo Guardia
18 Guyton A.J. Guardia
19 Prato Patricio Guardia/Ala
20 Delfino Carlos Guardia/Ala
Pompea Napoli
4 Fevola Danilo Play/Guardia
5 Carrichiello Ernesto Play/Guardia
6 Schmidt Casey Guardia
7 Morena Domenico Ala/Centro
8 Costantino Giuseppe Ala
9 Moldu’ Pablo Play/Guardia
10 Allen Jerome Playmaker
11 Albano Corey Ala
13 Torres Oscar Ala
14 Davison Bennett Ala
16 Cittadini Alessandro Centro
17 Penberthy Mike Guardia
18 Andersen Michael Centro
Scavolini Pesaro
4 Scarone German Play/Guardia
5 Elliott Rodney Ala
7 Eley Bud Centro
8 Gigena Silvio Ala
9 Rannikko Teemu Playmaker
10 Ford Alphonso Guardia
11 Valentini Iacopo Guardia
12 Milic Marko Ala
13 Frosini Alessandro Centro
14 Ress Tomas Ala/Centro
16 Malaventura Matteo Guardia
17 Cinciarini Andrea Guardia
18 Lagioia Andrea Guardia
19 Rivali Eugenio Playmaker
20 Djordjevic Aleksandar Playmaker
Lottomatica Roma
4 Morabito Bruno Playmaker
5 Griffith Rashard Centro
6 Bowdler Cal Centro
7 Bennermann Doremus Playmaker
8 Tonolli Alessandro Ala/Centro
9 Righetti Alex Ala
10 Myers Carlton Guardia
11 Branch Johnny Play/Guardia
12 Bonora Davide Playmaker
13 Alexander Cory Playmaker
14 Cipolat Roberto Ala/Centro
15 Barton Lubos Ala
16 Iannuzzi MicheleCentro
18 Fillari Luca Playmaker
20 Tusek Marko Ala/Centro
45
basket
Fabio Fineschi
A febbraio inizia una nuova stagione. Con il
campionato delle prime quattro resettato in un
perfetto equilibrio, con la Coppa Italia, campo
tutto da esplorare, con l’Eurolega pronta a dare
già dei responsi. La Montepaschi ha in mano il
proprio destino. Questo significa dipendere solo
dai propri risultati. Bando dunque a radioline e
a televideo, quello che conta arriva d’ora in poi.
Quindi da dimenticare anche i delitti del passato. La sconfitta a Novo Mesto per prima. È vero
che quei due punti adesso significherebbero
sicurezza. Ma è altrettanto vero che la Mens
Sana ha avuto la fortuna di scontrarsi con uno
Zalgiris rimaneggiato, e privo della guida Sabonis. È arrivata una vittoria esterna che contro un
avversario diretto vale doppio. Resettata dunque
anche la classifica di Coppa con i senesi dà lì in
poi di nuovo padroni del proprio destino. Padroni di accogliere il Novo Mesto in una città innevata, di scherzarci ancora per venti minuti per
poi annullarlo nella ripresa. E poi padroni di
cercare quei due punti che mancano al primo
obiettivo stagionale. Il primo assalto in terra
greca è andato male, ma è stato per molti versi
incoraggiante. Primo perché una squadra reduce da un periodo di calo ha mostrato nuova vitalità. Da qui la sensazione che il periodo no fosse,
più o meno coscientemente, previsto proprio in
vista delle gare che contano. Insomma se un
calo ci doveva essere, come è normale in una stagione, bene che ci sia stato in una fase interlocutoria. Sempre dal campo di Atene giunge la
sensazione che i due punti sfiorati siano figli sì
di qualche errore, ma anche di un paio di evidenti torti arbitrali e di una tradizione che vuole
il Panathinaikos quasi imbattibile fra le mura
amiche. Notizie positive sono giunte in particolare dal reparto lunghi, il cui peso tecnico nelle
competizioni continentali, si sa, è maggiore. E
contro una squadra che non fa degli interni il
suo punto di forza, i pariruolo mensanini hanno
messo da parte infortuni e periodi di scarsa
forma per dar vita ad una prova convincente.
Adesso non resta che chiudere lo sforzo nel
migliore dei modi e venire a capo di questo tremendo gruppo B. Certo che di bilanci se ne potrà
parlare solo allora. Ma fin da adesso il cammino
luci ed ombre di questa creatura, nata forse più
per il campionato che per l’Eurolega, dice qualcosa. Intanto parla di due destini piuttosto
diversi per i due esordienti nella competizione.
Si diceva che la Montepaschi poteva soffrire un
po’ proprio l’inesperienza di due uomini da
quintetto. Il che si è dimostrato falso nei confronti di Vanterpool. Nuovo sì dell’Eurolega, ma
abituato a cambiare campionati e dotato dunque
di grande duttilità. Le cifre dicono anzi che proprio in campo europeo questo giocatore, amante del gioco fisico, ha dato il suo meglio. Punti,
penetrazioni, recuperi, difesa, assist e rimbalzi:
i suoi tabellini non si fanno mai mancare nien-
La prospettiva di accedere
alla seconda fase di
Euroleague è sempre valida
Le top 16
non sono più
un miraggio
te. Destino diverso per Thornton. Anche lui alla
prima esperienza ha pagato un dazio molto più
alto. Le cifre sono chiare anche in questo caso, e
diventano molto più negative rispetto al campionato. Le caratteristiche tecniche e a volte
proprio l’inesperienza hanno creato le difficoltà
di Bootsy. I contatti duri spesso gli impediscono
i suoi consueti giochi di attacco. E quando non
riesce a trovare la via del canestro si innervosisce, così tutto quello che in genere gli viene
naturale diventa più difficile. E quindi difesa,
rimbalzi e quant’altro è nel suo bagaglio. Il resto
della truppa di Recalcati ha vissuto gli stessi alti
e bassi del campionato, senza particolari divergenze di rendimento fra le due competizioni. Ne
è venuta fuori una situazione aperta. Si poteva
con un piccolo sforzo in più evitare alcuni patemi. Ma ciò che importa è che la Montepaschi ha
tutte le carte da giocare per fare di questa annata europea un altro successo. La vera stagione
inizia adesso. ■
Vanterpool, sorpresa positiva di Coppa
Dal titolo virtuale
a quello reale
4 6 quelli che il tifo biancoverdeBARBARA CERRETAN I
La vittoria casalinga della Mens Sana
contro la Pompea Roma a metà gennaio ha
segnato la fine del girone di andata, consegnando ai biancoverdi il titolo virtuale di
“campione d’inverno” fra la soddisfazione
generale per un traguardo mai raggiunto
prima dalla nostra squadra nella sua storia.
Lo stesso campionato che ci ha visti protagonisti nella prima parte di stagione sarà
però insidioso fino alla fine, lo abbiamo
detto più volte, soprattutto in virtù del fatto
che i ragazzi di Recalcati sono considerati a
ragion veduta, una delle squadre da battere,
con tutti i rischi e le tensioni che comporta
questo particolare status. Dobbiamo essere
consapevoli della nostra forza e perseguire
con convinzione l’obiettivo che questo
possa essere l’anno giusto per una definitiva
consacrazione.
Poco dopo il giro di boa, quindi, abbiamo chiesto ad alcuni tifosi le proprie impressioni su quello che si è visto fino a questo
momento in campo, commenti sulla stagione biancoverde ed aspettative future.
Secondo Massimiliano Cinci “il girone
di andata è stato senza dubbio positivo, sono
arrivati i risultati e di conseguenza il primo
posto in classifica. La squadra ha espresso
quelle peculiarità tipiche di chi sa vincere,
ovvero cinismo, pazienza e tanta applicazione difensiva che ci hanno permesso passo
dopo passo di salire in vetta. Adesso sono un
po’ preoccupato proprio perché non vedo
più queste caratteristiche, specialmente
sembra scomparsa la voglia di sacrificarsi in
difesa…Mi aspetto di dare una bella inversione di tendenza alla brutta serie negli
scontri diretti, ma sono convinto che se rivedremo la squadra “girare” come ad inizio
campionato non sfigureremo contro nessuna
avversaria”.
Il tema delle dirette concorrenti della
Mens Sana viene toccato anche da Alessandro Pellati che parla, riferendosi al girone
d’andata, di “due sconfitte molto diverse fra
loro: quella a Bologna contro la Fortitudo e
quella di Treviso, la prima arrivata lottando
fino in fondo tanto da meritarsi anche qualcosa in più, la seconda frutto di un errato
approccio al match elemento a mio parere
fondamentale. La squadra deve dimostrare
sempre la giusta mentalità, se si perde contro le grandi squadre può starci, ma non
bisogna farsi surclassare come successo
contro la Benetton a Pesaro come se mancasse la voglia di lottare altrimenti una sconfitta onorevole può trasformarsi in una disfatta. In Eurolega stiamo facendo una buona
apparizione anche se dobbiamo ancora guadagnarci l’accesso alle Top 16; sono sicuro
che arriveremo lontano in entrambe le competizioni a patto che non manchi l’apporto
di ognuno, perché non sempre la grande
serata del singolo può permettere alla squadra di vincere”.
Parlare al più presto di una Mens Sana
bella e vincente è la speranza anche di
Andrea Pannini, che si augura di non vedere
divenire il punto di forza delle vittorie iniziali propiziate solamente dalle iniziative
dei singoli, più che dal gioco di squadra. Un
punto debole: “dobbiamo tornare a difendere come sappiamo fare, con grinta, senza
però tralasciare l’attacco. Per il resto le sconfitte che sono venute, Udine a parte, ci stavano tutte e più che sui punti persi c’è da
recriminare sull’atteggiamento della squadra, ma sono sicuro che con un’impennata
al nostro gioco potremo raggiungere buoni
risultati come lo scorso anno”.
Non vuole fare previsioni sui traguardi
finali Francesca Cerretani, “un po’ anche per
motivi scaramantici. Penso, però, che il titolo di campioni d’inverno si commenti da
solo, è stata una grande emozione come del
resto per tutti coloro che, come me, seguono la squadra dai tempi della serie B, quando risultati del genere erano ben difficili da
immaginare. Questo però deve essere considerato solo un punto di partenza, la situazione attuale parla chiaro: in un campionato così difficile è bastato un passo falso per
ritrovarsi al quarto posto. Sono sicura che la
squadra tornerà a lottare e giocare come sa
certi atteggiamenti rinunciatari della partita
di Pesaro saranno solo un vago ricordo”.
Quest’ultimo elemento emerge anche,
in maniera piuttosto esplicita, dalle parole di
Federico Chellini, rappresentante del Commandos Tigre: “una squadra reputata da scudetto, con meno talento e più battagliera
rispetto a quella dello scorso anno, non può
prescindere da una difesa asfissiante come
quella che la Mens Sana ha dimostrato di
poter esprimere nelle prime giornate di campionato. Infatti quando questo tipo di atteggiamento è venuto a mancare, le prestazioni individuali non molto idilliache hanno
avuto il sopravvento sacrificando il bene
della squadra. Se in Eurolega stiamo procedendo in maniera dignitosa raccogliendo,
forse, più del previsto, contro squadre fisicamente molto più esplosive della nostra, il
campionato rischia di prendere una piega
storta se non viene immediatamente fatto
quadrato fra tutti gli elementi riacquistando
un po’ di umiltà, proprietà indispensabile
per chi vuole stare al vertice per molto
tempo. Ciò che forse può dare una spinta a
tutto l’ambiente sarebbe disputare un’ottima
Final eight di Coppa Italia, trofeo sempre
meno bistrattato per merito anche di una
brillante formula, ma dove le squadre
migliori possono arrivare ancora in ritardo di
condizione”.
Infine alcune parole dedicate al pubblico mensanino che fotografano al meglio la
situazione e le aspettative del tifo senese:
“noi come Commandos abbiamo già esortato la squadra nel post-Pesaro con un confronto civile, come siamo abituati a sostenere, considerandola costituita da ottimi
ragazzi molto vicini alle sensazioni dei tifosi, e per questo confidiamo in una pronta
reazione agonistica del team di Recalcati.
Dalla nostra continueremo a dare ai biancoverdi il consueto supporto in casa e in trasferta, come abbiamo fatto fino ad ora con
buoni risultati, sperando che il pubblico in
generale ci venga incontro ed accantoni per
un po’ l’indole polemica senese che può saltar fuori (finora no, per fortuna…) quando i
risultati non sono dei migliori…la pazienza
di un ambiente è la chiave delle vittorie!”. ■
48
Campionato A1
17a giornata
MONTEPASCHI SIENA-LOTTOMATICA ROMA
82/70
18a giornata
MONTEPASCHI SIENA-SNAIDERO UDINE
93/95 DTS
19a giornata
SCAVOLINI PESARO-MONTEPASCHI SIENA
90/79
20a giornata
MONTEPASCHI SIENA-MABO LIVORNO
91/70
Classifica: Siena, Pesaro, Fortitudo Bologna e Treviso 30;
Varese e Napoli 26; Roma e Cantù 22; Reggio Calabria 20;
Udine 18; Biella, Milano, Teramo e Avellino 16; Roseto 14;
Messina 12; Livorno e Trieste 10.
Vrbica Stefanov
Te lo dò io Tel Aviv!
4 9 tiri liberiANTONIO TASSO
“P
rezzi da Ladri, sede da Pazzi: Final
Four a Tel Aviv???…?’Sti ...azzi!!”
recita lo striscione esposto al Palaverde di Treviso.
“ No alla Final Four a Tel Aviv!” campeggia ormai da tempo sulla curva della Fortitudo e sul terrazzino del Palasclavo mensanino.
In soldoni, nessuno se la sente –nemmeno i più “Commandos” fra gli Ultras- di
affrontare i rischi di una trasferta in quella
Terra d’Israele quotidianamente martoriata
da attentati, kamikaze, repressioni e chi più
ne ha più ne metta.
Con ancora vivi nelle menti e nei palati
i sapori delle tapas delle Ramblas di Barcellona e le raffinatezze della cuisine di Lione,
pensare di andare a rovinarsi una tre giorni
d’inizio maggio, sia pure in riva al mediterraneo e sotto i dardi di un sole cocente, serrati nei recinti –sia pur dorati- delle sicurezze israeliane ed impossibilitati a muovere un
passo senza la compagnia dei mitra dei figli
d’Isacco per evitare le bombe dei nipoti di
Maometto, non è quel che si dice un “boccone da ghiotti”!
Ma tant’è, la geopolitica ha le sue ragioni ed Israele ed il Maccabi contano –oh se
contano!- all’interno dell’Eurolega: in termini di pubblico (palasport da diecimila sempre esaurito), tradizione cestistica fatta di vittorie su vittorie naturalizzando neri
d’America e orfani “sovietici”, potenza economica senza pari…E con i tifosi o senza i
tifosi al seguito dal 29 di aprile al 1° di maggio la Final Four si farà dove stabilito (in
un’ottica forse un po’ miope ed alla luce di
speranze disattese dai fatti): a Tel Aviv.
Nessuno si sente tranquillo –Maccabi
escluso, naturalmente! Anche se apertamente sono solo i tifosi (in Italia e all’estero)a
protestare, non si rivela un segreto dicendo
che perplessità –e non da poco- sono state
sollevate un po’ da tutti i club, se non altro
per i costi che una “tre giorni” in Terra Santa
impone. E quanto credete poi sia gradita ai
giocatori yankees una trasferta custodita
dagli agenti del Mossad e dai reticolati dei
Sabra?
Però, intanto, si va avanti perché … non
si sa mai e, soprattutto, pericolo o non pericolo, a nessuno piace esser fuori dal giro che
conta, quelle “top 16” già assaggiate che ti
danno la gloria internazionale….proprio a
nessuno!
Tantomeno alla Mens Sana!!!!
Poi, bene che vada, ci s’attrezzerà: in fin
dei conti siamo andati a …Roseto!!!
C
i aveva arbitrato due anni fa contro
Roseto in casa ed era ritornato il 28
dicembre scorso per fischiare la gara
vinta contro Teramo.
Niente da ricordare in maniera particolare in entrambe le occasioni, solo una grande
gentilezza, un’amabilità difficile da trovare
nella sua categoria, il sorriso anche nelle
occasioni più –diciamo così- contestate…
Uscendo dal Palasclavo, ai consueti
saluti ed auguri prima di salire in macchina
aggiunsi –come sempre- “Alla prossima!”….
“Non ci sarà una prossima….-mi gelò,
cordiale- Perché a gennaio mi faccio missionario!”
Simone Strozzi, da Parma, arbitro nazionale di pallacanestro, ha tenuto fede alla
promessa rivelata da tempo alla famiglia, ai
datori di lavoro, alla Federazione: lasciato il
fischietto (e non solo quello, naturalmente)
ha abbandonato la divisa grigia per quella
nera dei “Saveriani”. Diretta l’ultima partita,
a Bologna contro Avellino, è entrato nell’ordine religioso e si prepara a partire, dove lo
manderanno, per aiutare chi ha bisogno di
conforto religioso e non solo…
Era stato uno dei fischietti più giovani ad
approdare in serie A, era stato uno dei più giovani laureati della sua facoltà, era apprezzato
nel lavoro tanto da raggiungere precocemente posizione di responsabilità….
Era stato designato insieme a colleghi
più esperti e famosi per gare importanti in
palasport di prestigio… Questa volta la
“designazione” gli è arrivata non da Garibotti né da Rigas o Kotleba… l’hanno “designato” dall’Alto e a quel “Designatore lì”- ha
raccontato il buon Simone da Parma- non si
può resistere.
“Ma a certi vigili urbani, a certi poliziotti, a qualche agente di viaggio o di commercio – mi domandava uno dei più sfegatati
mangiauominiingrigio della curva- certe
chiamate non arrivano mai???…“
Pazienza ragazzi, pazienza… Alla fin
fine qualche “benzinaio” è ritornato alla
pompa!!!.
I
l nuovo “servizio” all’interno del Palasclavo sta ormai avviandosi a regime: dopo le
iniziali, inevitabili difficoltà ed i contrattempi dovuti –anche- alla lingua (non tutti
capiscono l’emiliano e non tutti parlano il
dolce idioma di Fontebranda), sembra che i
ragazzi col giubbotto celeste siano entrati
nello spirito del Palazzo e dei suoi abituali
frequentatori e, serenità e sorriso sul volto,
riescano a districare le situazioni più anomale per i posti, gli accessi, gli abbonati etc
etc. Basta un po’ di’esperienza e d’umiltà da ambo le parti- e spettatori e servizio
ormai sembrano filare nel giusto modo,
come nei Palazzi più importanti si deve.
È chiaro che non tutti conoscono tutti: la
storia ed i personaggi della palla al cesto
biancoverde sono patrimonio nostro ed
ancora è assurdo pretendere che lo divenga-
no per chi arriva per la prima volta. Ma, ripeto, basta la buona volontà e la pazienza e le
cose si aggiustano.
Tutta la città del basket ( e non solo!)
conosce Demo Pennatini, la sua indefettibile fede biancoverde, la passione per lo sport
che ne ha marcato la vita, la testardaggine
quasi visionaria nel voler a tutti i costi salvare quel bene comune che si chiama Mens
Sana: le tremila firme sotto la sua petizione
alle Istituzioni dettero il via ad una reazione
a catena che ha portato alla grandiosa realtà
odierna.
Non tutti quelli che vengono da fuori
possono sapere che Angelo Dambrogio è
stato una colonna portante dello spogliatoio
mensanino: dalla Cardaioli Band ai ragazzi
di Zorzi fino ai fasti di Dadone Lombardi e
Cesare Pancotto in coppia con l’inseparabile Alvaro non c’è stata muscolatura che non
abbia goduto delle sue cure.
Per questo è comprensibile che, qualche
volta, specie le prime partite, qualche giovane “controllore” abbia fatto difficoltà nel
pass o nell’attribuzione dei posti, non conoscendo i personaggi..
Ora, anche loro, incominciano a capire
quanto còntino nella nostra tradizione “quel
signore col nasone rosso che a volte s’inceppa” e quell’altro “capelli neri e braccio
ad una candida signora” che ogni domenica
sono sugli spalti… E non fanno più difficoltà!
C
apitò in casa proprio con loro, quelli
del Panathinaikos di Obradovic: un
canestro sul filo della sirena contestato da tutta la panchina mensanina, col Tasso
il Marruganti Recalcati ed il Menghetti a
sbraitare protestando lo scadere dei tre
secondi mancanti.
“Non è buono, non è buono!!!”
E un Commissario nostro “finitimo” (ma
allattato coll’acqua dell’Arno) che, prima
chiede parere all’arbitro russo-tedesco e poi,
dopo lunga meditazione, lo dà buono!!!
“Ma dài!… Nemmeno loro se lo aspettano… Obradovic non protesta più di
tanto… E poi, siamo in Italia, un tavolo italiano, una squadra italiana che già sta vincendo… Credi che se succederà ad Atene lo
daranno buono agli ospiti??” Ormai il guaio
era fatto, il discendente di Dante non intese
ragione né volle passare da favoritista… Si
vinse di dodici invece di quattordici…
E ad Atene è successo: palla ai Greci ad
un secondo dalla fine dei 24… ricezione,
palleggio, aggiustamento di posizione, mira
e via!!!.. almeno tre secondi per completare
il tutto... ma il cronometro, lì, parte solo
quando Lakovic lascia la palla!!
Tutto come previsto….
E poi ‘un s’aveva ragione a Montaperti??
50
basket
A qualche settimana di distanza dal termine del
girone d’andata, è interessante andare a rileggere cosa
pensavano del nostro campionato i 18 coach di serie A1
e se per caso in tutti non ci fosse già insito il dubbio
sulle reali ambizioni tricolori della Montepaschi.
In una
indagine
promossa
dal quotidiano
sportivo
Tu t t o sport, ai
biancoverdi senesi i
tecnici interpellati hanno infatti
preferito nella maggioranza dei casi (quattordici a sette, per la
citazione di
più
Fra i 18 coach di A1 la Mens Sana
non suscita grandi entusiasmi
Una fiducia
tutta da conquistare
squadre) quelli trevigiani di Messina. Alla squadra
veneta si riconosce in particolare l’abitudine a battersi
per certi traguardi, a differenza di quella senese propostasi ad altissimi livelli solo in questi ultimi anni.
Hanno indicato Siena: Melillo (Pesaro), Messina (Treviso), Bucchi (Roma), Lardo (Reggio Calabria), Gramenzi (Teramo), Banchi (Livorno) e Markovski (Avellino). Fra quelli che hanno preferito Treviso c’è anche
Recalcati, così sappiamo a chi vanno le sue preferenze.
Più variegato il ventaglio delle squadre che giocano meglio. Anche qui la Benetton guarda tutti dall’alto con 9 voti, seguita dalla Skipper Bologna con 3, ma
trovano spazio anche Reggio Calabria, Messina, Livorno, Pesaro, Biella e Varese. Nessuna citazione per
Siena. Fra i motivi che fanno preferire la Benetton
citiamo testualmente: talento, agonismo, soluzioni
tattiche, continuità, esperienza e meccanismi più oliati, Per Recalcati invece è Roma, di cui apprezza soprattutto la circolazione di palla.
Nella classifica della squadra rivelazione, vittoria
schiacciante di Varese con 12 citazioni, (fra le quali
quella del coach senese), seguita dalla Skipper con 2 e
Siena con una, quella di Markovski che non si aspettava una MPS così continua.
La squadra più deludente, al contrario, si è rivelata la Breil Milano (6 voti), anche se molti hanno preferito sorvolare su un argomento tanto delicato. Fra questi Recalcati, che si limita ad un generico ‘… più di
una”. Abbastanza articolaro il giudizio di Banchi, allora sempre alla guida della Mabo Livorno: “Milano ha
rinnegato le scelte estive rinunciando a Naumoski e
Topic che a Siena erano capaci di esaltare anche le doti
di Stefanov”. Fuori dal coro Alibegovic (Udine): “Più
che un team, mi deludono il movimento e un
Paese che investe poco nel basket. E senza
idee nuove i club dipendono sempre di più
dai loro mecenati”.
Sul piano della novità nel gioco,
i pareri sono ovviamente molteplici e
tutti riconducibili ad una serie di
rilievi: manca il tempo per lavorare
a medio termine sui grandi cambiamenti; tendenza ad un utilizzo maggiore della zona; crescita dei tiri da tre
punti; utilizzo di lunghi “atipici”; aumento dei giochi in isolamento e
conquista dei 24 secondi. Per
quanto ci riguarda , il
solito Banchi sottolinea
che
“una auten-
tica novità nel gioco non c’è, ma qualcuno ci prova.
Come la Montepaschi, che rischia con un solo play di
ruolo”. Recalcati, da parte sua, non vede grandi novità
in giro, ma solo un eccessivo utilizzo del tiro da tre.
Massimo riserbo anche sulle candidate alla retrocessione. Nessuno ne parla volentieri, né vuol fare
nomi, anche se quelle da 14 punti in giù (classifica riferita al termine del girone d’andata) per gli allenatori
della massima serie rischiano tutte.
Per quanto riguarda il bilancio di metà stagione di
ogni singola squadra, i giudizi variano da situazione a
situazione. Quello di Recalcati sulla sua squadra è
noto: “in media è un bilancio in linea con le nostre
aspettative. Abbiamo margini di miglioramento e
potenzialità per fare meglio, soprattutto sul piano della
continuità”.
Questo per quanto riguarda le singole squadre, ma
sul piano individuale i verdetti non sono meno interessanti. Partiamo dal miglior giocatore in assoluto del
campionato. Il più votato è l’ex biancoverde Alphonso
Ford della Scavolini con 6 citazioni, seguito con 4 da
Jerry Mc Cullough della Metis Varese e con 3 da Milos
Vujanic della Skipper. Fra i biancoverdi segnalati due
volte Bootsy Thornton e David Vanterpool, quest’ultimo votato anche da Recalcati.
E gli italiani? Quale è stato il miglior giocatore del
nostro Paese? Con 6 voti l’ha spuntata sugli altri Gianluca Basile della Skipper, seguito con 3 da Alessandro De
Pol della Metis. Sono stati inoltre citati Boni, Meneghin,
Soragna, Galanda, Di Bella, Carraretto, Myers e Marconato, quest’ultimo indicato anche dal CT azzurro.
Abbastanza assortita la scelta del miglior giovane:
si va dai 7 voti di Luca Garri di Livorno, ai 4 di Marco
Belinelli (fra i quali anche quello di Recalcati) e 3 di
Stefano Mancinelli, questi ultimi due della Skipper.
Consensi hanno riscosso anche Vujanic, Simone Cotani della Mabo e Fabio Di Bella della Lauretana.
All’appello manca solo il giocatore rivelazione, e
qui la scelta è caduta su Matt Bonner del Messina preferito 5 a 2 a Belinelli. Segnalazioni anche per Vujacic
(citato anche dal coach biancoverde), Rodney Elliott
della Scavolini, Lucas Recker della Roseto, Maurice
Evans della Benetton, Christopher Massie dell’Air,
Nathaniel Johnson dell’Oregon, Keith Carter del Teramo, Van Den Spiegel della Skipper ed il nostro Vanterpool, con questa motivazione: “arriva da una squadra
di bassa fascia e gioca da protagonista in una big”.
Siena insomma non brilla per la sua presenza in
queste classifiche, che sono sì indicative di un certo
modo di vedere le cose, ma che non incidono sulla loro
realtà. Realtà che a metà campionato registrava la presenza dei biancoverdi lassù dove prima d’ora nessun’altra squadra mensanina era riuscita ad arrivare. E
questo vorrà dire pure qualcosa ■
Vanterpool, uno dei pochi biancoverdi
che si sono meritati la citazione.
52
basket
Stefano Fini
A colloquio con Simone Pianigiani
I ‘comunitari’
sbarcano anche
nei campionati giovanili
Nell’arco di una settimana abbiamo assistito
a due entusiasmati derby che hanno visto come
protagoniste le squadre giovanili degli Juniores
e degli Under 20 della Virtus e della Mens Sana.
I due big match della stracittadina si sono
disputati nel gremito e chiassoso palazzetto di
via Vivaldi, dove le sofferenze per trovare un adeguato posteggio alla propria autovettura sono
state largamente compensate dall’evento sportivo. I diciotto nazionali in campo hanno dato vita
a due partite dal gioco intenso, dai contenuti
tecnico-tattici, agonistici e spettacolari interessanti. Lasciato alle spalle questo evento di primaria importanza per il movimento cestistico
nazionale, quali altri eventi possano attrarre l’
attenzione di noi “baskettari” per distrarci dalla
monotonia dei campionati giovanili di categoria
dominati (in questa fase) dalle squadre senesi in
modo fin troppo evidente?
Giriamo la domanda a Simone Pianigiani,
coach e responsabile del settore giovanile della
Montepaschi.
“Sono in programma due tornei interessantissimi: uno, per gli Under 20, a Forlì in concomitanza delle Final Eight di Coppa Italia e l’altro, per gli Juniores, a Piombino. Sono
occasioni per misurarci, significative ed importanti, dato che parteciperanno a questi due tornei squadre di prima fascia nel contesto del
basket giovanile nazionale. In merito al Torneo
della Coppa Italia c’è un regolamento diverso,
voluto dalla Lega e dalle società, che offre l’opportunità di provare anche giocatori stranieri.
Noi andremo con il nostro gruppo di giovani
italiani mentre altre, Varese e Treviso, inseriranno nel proprio organico anche giovani
comunitari: questo renderà più interessante la
manifestazione ed estremamente significativa
l’esperienza. In concomitanza con il Torneo di
Piombino, che si disputerà la prima settimana
di marzo, ci sarà il primo turno della seconda
fase dell’Eurolega, nella quale noi, Mens Sana,
speriamo d’ esserci; pertanto alcuni dei nostri
giovani saranno presumibilmente impegnati,
non sappiamo se in casa od in trasferta, anche
con la prima squadra. Tuttavia abbiamo fatto
questa scelta, indipendentemente da come ci
possiamo presentare al Torneo e da quello che
sarà il risultato finale, per dare ai nostri giovani una ulteriore opportunità di confronto. A
Piombino ci saranno squadre molto forti, ricordo Biella che, oltre ad avere tre nazionali ‘87, ha
preso Simeoli (nazionale ‘86); ricordo N.C.H.
Virtus Siena, la quotatissima Udine con Antonutti, la Tiber Roma, la Skipper Bologna, ecc.
Occorre dire che in questo periodo la qualità del
53
basket
RISULTATI dei Campionati Giovanili
Stefano Fini
gioco è migliore rispetto a quello che verrà
mostrato a giugno in occasione delle finali
nazionali, quando, a causa di formule un po’
strane, i ragazzi si troveranno a disputare queste finali giocando quasi tutti i giorni, con il
caldo, in palazzi dove non ci sono impianti di
aria condizionata; ne consegue che i giocatori
offrono prestazioni al di sotto delle loro potenzialità e di conseguenza le partite risultano
essere di un livello minore rispetto a quelle
disputate in questo periodo.
In merito ai nostri impegni extra-campionato, aggiungerei il Torneo “Mondial Basket” a
Cholet in Francia per aprile; una opportunità
d’incontro con la pallacanestro giovanile europea interessante e significativa. Se a tutto questo aggiungiamo gli impegni che i nostri ragazzi hanno can le varie nazionali di categoria, gli
impegni con la prima squadra ed il lavoro di
potenziamento individuale che ognuno di loro
deve quotidianamente svolgere, ci rendiamo
conto che i nostri giovani arriveranno a fine
stagione stanchi. Tuttavia noi riteniamo che
questa formula sia quella giusta per ottenere in
prospettiva i risultati desiderati”.
Se è vero, e questo è tutto da verificare, che
il basket giovanile nazionale sia in una fase di
recupero dopo un periodo di flessione, è sicuramente certo che la Mens Sana, ed anche la Virtus, non hanno mai cessato di impegnare risorse ed energie a questo settore. Nel contesto
nazionale, lascia un po’ perplessi veder disertare, da molte società, una vetrina molto importante per gli Under 20 come quella delle Final
Eight di Forlì. Pertanto viene da chiedersi: quali
sono i motivi che hanno determinato questa
risposta negativa da parte delle società? Motivi
organizzativi? Una mancanza di risorse economiche adeguate o quale altro fattore?
“L’iniziativa, presa dalla Lega, è comunque
da ritenersi molto lodevole ed è un primo passo
importante e positivo per tutti quei giovani che
disputano il campionato Under 20. Col
tempo è auspicabile che questa manifestazione possa avere una sempre maggiore partecipazione da parte delle
società di sere A1 e possa divenire una
occasione, per gli addetti ai lavori, di
visionare giovani in procinto di affacciarsi al basket di primo livello. Inoltre
è sempre positivo ed importante verificare, con incontri di livello, la crescita
di questi giovani sia dal punto di vista
fisico che mentale che tecnico”. Sono
loro stessi che chiedono un numero
sempre maggiore di sfide per misurare e
nel misurarsi. Il bisogno di confrontarsi, la necessità di verificare i propri cam-
Under 20 Open
N.C.H. Virtus Siena - Montepaschi Siena 79 - 76
Rinascita Sestese - Montepaschi Siena sospesa
N.C.H. Virtus Siena - Rinascita Sestese 122 - 52
U.S. Livorno - N.C.H. Virtus Siena 74 – 100
Juniores d’ Eccellenza
N.C.H. Virtus Siena - Montepaschi Siena 56 - 82
Laurenziana Firenze - N.C.H. Virtus Siena 45 - 104
Basket San Vincenzo - Montepaschi Siena 32 - 97
N.C.H. Virtus Siena - Pallacaqnestro Lucca 116 - 37
Montepaschi Siena - Fides Montevarchi 92 - 41
Liburnia Livorno - N.C.H. Virtus Siena 44 - 70
Montepaschi Siena - RB Montecatini 97 –23
Cadetti d’ Eccellenza
Montepaschi Siena - Basket Cecina 81 - 49
GMV Ghezzano - N.C.H. Virtus Siena 60 - 84
Montepaschi Siena - Ghezzano Basket 60 – 34
N.C.H. Virtus Siena - Basket Cecina 102 - 56
Pistoia Basket - Montepaschi Siena 43 – 75
Bam Open e Regionale
Montepaschi Siena - Pall. Costa d’ Argento 103-40
N.C.H. Virtus - Pino Firenze 70 - 59
Montepaschi Siena - Free Basket Arezzo 132 - 21
Basket Fucecchio - N.C.H Virtus Siena 34 -117
biamenti, i progressi fatti, è insito nel giovane, pertanto ben vengano questi tornei e
bene fa la Montepaschi Mens Sana a parteciparvi, anche se l’ interessamento è
focalizzato principalmente nelle categorie
Under 20 e Juniores; pertanto sarebbe
opportuno fosse esteso anche alle altre
categorie indipendentemente dalle potenzialità espresse. ■
Pagina precedente: Marino (Mens Sana)
in palleggio su Di Viccaro (Virtus)
A fianco: Cavallaro (Mens Sana)
in penetrazione
La pedana dinamometrica
5 4 timeout docGILBERT O M A RTELLI
In questo numero concludiamo il
discorso relativo agli aspetti diagnostici e
valutativi della propriocezione nella prevenzione dei traumi sportivi, È ormai
chiaro dunque che per ottenere la migliore prestazione sportiva nei gesti tecnici
più precisi è necessario avere una perfetta gestione dei frequenti momenti di equilibrio instabile che avvengono in tutti gli
sport che si basano su corsa e salti e con
o senza l’uso della palla. Abbiamo visto
negli interventi precedenti quali sono gli
aspetti fisiologici che sovrintendono al
controllo posturale e alla gestione del
disequilibrio, specie in appoggio monopodalico. Per una corretta valutazione di
tali meccanismi è molto utile, nella
moderna medicina dello sport, fare uso di
macchinari che aiutino i tecnici e gli atleti a migliorare le qualità propriocettive.
Attraverso infatti i dati forniti da tali macchinari, è possibile da una parte avere una
visione completa delle qualità del soggetto valutato e dall’altra creare di volta in
volta esercizi sempre più complessi per
mantenere e perfezionare tali qualità. Per
questo motivo ho voluto completare questo argomento, traendo spunto da un
intervento fatto da V.P. Ciccotti nel convegno della Performance dello scorso anno
sulla prevenzione dei traumi sportivi.
Fra l’altro vorrei aggiungere che da
tale congresso è stato ricavato di recente,
attraverso la Casa Editrice Ediermes di
Milano, un corso su computer di formazione a distanza, di cui il sottoscritto è il
responsabile, intitolato “Arto inferiore: la
prevenzione dei traumi da attività fisica”:
tale corso fra pochi giorni sarà usufruibile
gratuitamente come corso ministeriale
pilota su internet per l’aggiornamento di
tutti i medici dello sport e che darà diritto
anche a dieci crediti formativi.
Per mantenere in perfetto equilibrio
l’apparato locomotore, il nostro sistema
nervoso è chiamato ad elaborare una
quantità indescrivibile di informazioni
visive, tattili e relative alla conoscenza
della posizione del corpo nello spazio:
segnali che devono essere correttamente
elaborati ed integrati tra di loro.
La propriocezione e i segnali che arrivano dalle strutture neuromuscolari rappresentano i principali sistemi di controllo dell’equilibrio: assicurano la stabilità
delle articolazioni, regolano il tono
muscolare che ci permette di stare in
piedi e controllano i nostri movimenti.
La propriocezione è caratterizzata da
una componente subcosciente e una
cosciente; la prima è alla base di una serie
di meccanismi riflessi con un’importante
attività a livello del midollo spinale, la
seconda invece rappresenta una migliore e più fine
integrazione
di segnali “finalizzati” che ci permettono
di riconoscere la posizione di un arto
nello spazio (joint position sense) e la
velocità con cui spostiamo lo stesso arto
intorno a noi (cinestesia). Molta importanza hanno a questo scopo le strutture
propriocettive che si trovano nei tendini e
nei legamenti, e altrettanta importanza, in
senso negativo, rivestono tutti i traumi
che si verificano con sempre maggior frequenza e che creano un progressivo e
continuo peggioramento del disequilibrio. Anche la semplice riduzione del
movimento (ipocinesia) può provocare
effetti negativi importanti tra cui la riduzione dei meccanismi di controllo neuromuscolare .
L’utilizzo di strumenti che permettono
di incrementare le capacità di controllo
neuromuscolare favorendo il lavoro dei
sistemi di propriocezione rappresenta
quindi una via per risolvere problematiche riabilitative e un valido mezzo di
ripristino delle capacità motorie o di prevenzione di traumi e ricadute.
Strumenti adeguati ed esercizi appropriati rappresentano un binomio inscindibile al fine di assicurare un perfetto controllo ed allenamento all’equilibrio Per
decenni gli strumenti utilizzati per allenare le capacità propriocettive si sono limitati alle tavole basculanti classiche costituite da un piano oscillante nello spazio.
L’associazione ad un sistema elettronico
(pedana dinamometrica) ne ha rappresentato l’evoluzione naturale completandone
e migliorandone l’uso fino a determinarne modificazioni radicali vere e proprie. Il
feedback elettronico amplifica in maniera
esponenziale le richieste che vengono
fatte nell’unità di
tempo al sistema
posto in equilibrio
instabile
sulla
tavola: le modificazioni corporee
disegnano tracce
sul video che
descrivono graficamente la capacità di controllo
della posizione e
di recupero del
disequilibrio in relazione ad un percorso
imposto dall’operatore. È ovvio che maggiore è la difficoltà richiesta dall’esercizio, maggiore sarà la quantità di informazioni che dovrà essere gestita ai vari livelli
di integrazione. La duttilità delle tavole
elettroniche permette di elaborare tragitti
diversificati: dalla semplice linea retta, a
percorsi disegnati per le specifiche
necessità di allenamento o recupero del
soggetto. Ulteriore vantaggio ed espressione di coinvolgimento è la possibilità di
trasformare l’allenamento propriocettivo
in un gioco interattivo: il software di una
pedana dinamometrica fra le più moderne consente di utilizzare i movimenti di
basculamento per controllare la traiettoria di una navicella spaziale che a video
se la deve cavare contro orde di inferociti alieni.
La difficoltà imposta può raggiungere
la massima espressione in termini di controllo del disequilibrio attraverso l’esclusione del feedback visivo: è possibile
infatti eseguire un tracciato, conosciuto o
sconosciuto, avendo come unico elemento di ritorno un suono. In tal modo la
modificazione istantanea della tavola percepita attraverso un segnale acustico,
capace di informare su entità e qualità del
disequilibrio mediante toni cupi e acuti in
stereofonia, comporta un “superlavoro” a
carico dei segnali propriocettivi. È possibile l’allenamento di un solo segmento
corporeo introducendo uno o più vincoli
atti a limitare opportunamente i movimenti del soggetto.
Le molteplici possibilità di archiviazione offerte dal sistema elettronico rappresentano l’ultimo ma non meno importante elemento che, garantendo la
possibilità di monitorare i progressi raggiunti, offre interessanti risvolti anche in
chiave valutativa e motivazionale.
In conclusione l’utilizzo della pedana
dinamometrica basculante elettronica
modifica e amplifica le possibilità di allenamento offerte dai sistemi classici e permette l’introduzione di meccanismi di
allenamento specifici per un sistema
quale
quello
propriocettivo
che troppo spesso è stato messo
in disparte. La
notevole mole di
informazioni
fornita attraverso
il feedback visivo e gli altri
componenti del
sistema elettronico permette di
allenare livelli importantissimi atti a gestire il disequilibrio offrendo la possibilità di
ridurre l’occasione di traumi accidentali e
le loro spiacevoli conseguenze. ■
56
basket
Roberto Rosa
In attesa dei prossimi decisivi responsi,
la squadra di Zani sta ritrovando
tutte le sue certezze
Per la Ducato
il peggio
è alle spalle
È senza dubbio una Ducato diversa quella
che stiamo vedendo all’opera in queste ultime
giornate di campionato; dopo un avvio poco
convincente di inizio 2004, coinciso con 2
amare sconfitte, la formazione del presidente
Ghezzi ha messo a segno 4 stoccate consecutive
che hanno rilanciato la sua squadra ai vertici
della serie A2. L’ultimo di questi giunto tra le
mura amiche dell’Arbia, dove Mischi e compagne hanno addomesticato la capolista Maddaloni. Una partita molto intensa questa, giocata
perfettamente dalle senesi, che hanno avuto
nella pivot Torre il faro guida. Si, proprio lei, che
si è ripetuta alla grande dopo appena una settimana dal suo definitivo recupero avvenuto con
la prova super di Cagliari. Due partite, 39 punti
e medie da far rabbrividire qualsiasi difesa, e per
giunta una caterva di rimbalzi. “Zani ha ritrovato la sua Torre” hanno scritto i quotidiani locali, noi aggiungiamo la Ducato ha ritrovato il suo
centro e con essa tutta la determinazione dei
giorni migliori. Sarà un caso, ma con lei giungono le felici conferme di Paola Mischi, giocatrice di grande talento e sicuramente la più redditizia del gruppo, di Valentina Petrassi che in
cabina di regia, senza tanti protagonismi, fa
girare la squadra alla perfezione, di Elisa Donati, play-tiratrice dal tiro mortifero, Debora Del
Bello, che ancora non abbiamo capito come si
scrive il cognome se staccato o tutto attaccato,
ma di lei abbiamo capito che sotto canestro ci sa
fare e se non ci fosse stata lei, Zani avrebbe davvero giocato senza torre… Non ultima Barbara
Cencetti, capitana di lungo corso, che con il suo
carattere sa temprare tutto il gruppo, che oltre
alle veterane è composto anche da giovani che
hanno la pazienza di saper aspettare il loro
momento. Per troppo tempo Zani ha dovuto fare
i conti con una squadra decimata dagli infortuni, con sedute di allenamento che sembravano
più partitine tre contro tre, o giù di lì; adesso il
vento sembra cambiato, anche se tra gli spettatori c’è ancora una certa Sara Pecchiari che
ancora non ha risolto i suoi acciacchi fisici; peccato perché con lei dentro il potenziale della
Ducato sarebbe veramente esplosivo. Non
vogliamo fare previsioni su di lei, ci basterebbe
riaverla in forma per i play-off che la Ducato sta
conquistandosi vittoria dopo vittoria. A dire il
vero questo obiettivo è stato messo a fuoco sin
dall’inizio di stagione e mai messo in discussione. La questione adesso è strettamente legata
alla posizione di classifica; c’è l’obbligo di arrivare più su possibile e questa Ducato, che gioca
con cervello e raziocinio, forte in attacco e decisa in difesa, ce la può fare. La testa, attualmente
ad appannaggio della Pallacanestro Rende, è a
sole 4 lunghezze, dietro c’è una grande ammucchiata con ben 5 squadre racchiuse in soli 2
punti. Febbraio dovrà dare alcuni responsi
importanti, in quanto il calendario propone
degli scontri diretti già dalla prossima giornata,
quando la formazione costoniana dovrà recarsi
sul campo del S.Raffaele Roma. Poi una boccata
d’ossigeno in casa con il fanalino di coda Avellino, ancora a digiuno di vittorie e praticamente
già retrocesso; il mese bisesto si concluderà il 29
con la trasferta insidiosa ma non impossibile di
Battipaglia. Questo il prossimo tragitto della
Ducato, che ci auguriamo possa proseguire nel
segno della vittoria, così come sta facendo da 4
partite a questa parte. ■
57
basket
Andrea Monciatti
È la solita Virtus di sempre. Partenza a rilento, gennaio tumultuoso con cambi di giocatori e
allenatori, poi la rinascita. Quest’anno il sussulto (tre vittorie in quattro gare) è arrivato più
presto del solito, ma anche perché di tempo da
sprecare non ce n’era molto vista la posizione di
classifica. Per tre settimane infatti la Nch si è
ritrovata ultima da sola, e in Piazza Don Perucatti qualcuno già faceva programmi su una
futura B2.
Poi la decisione, quasi scontata, di richiamare alle armi il condottiero dell’ultima impresa,
quella di un anno fa: Umberto Vezzosi. In sostanza la società ha giocato la sua ultima carta, dopo
aver preso due giocatori di prim’ordine come Coltellacci e Alosa e mandato via un tecnico, Danna,
ritenuto responsabile della situazione. La novità,
come spesso accade, ha dato subito i suoi frutti.
Vittoria con Firenze, e le facce che tornano un po’
più rosee. Giusto per qualche giorno perché il
sabato seguente la Virtus subisce la sconfitta più
brutta ed umiliante della sua storia recente, perdendo 111-73 in quel di Patti.
“Non abbiamo proprio giocato – commentava Vezzosi – ma è meglio così. Una sberla del
genere ci servirà di lezione”. E infatti a distanza
di una settimana, Brigo e compagni fanno nuovamente rotta verso la Sicilia, stavolta tocca a
Capo d’Orlando, nobile decaduta della B1. Ed
ecco che contro la squadra di Fantozzi arriva,
soffertissimo, il primo successo in trasferta,
dopo dieci sconfitte dell’anno.
Si può dire a ragione che a Capo d’Orlando
la stagione della Virtus abbia veramente cambiato registro. Perché è difficile giocare senza
poter sperare di fare mai punti lontano da Siena.
Il finale 56-58 spiega che tipo di partita sia stata.
Non bella senza dubbio, con la paura di perdere
a fare da padrona. Una vittoria storica, come
quella di un anno fa a Patti, che porta nuovamente la firma di Umberto Vezzosi, il tecnico
delle rimonte. Certo rispetto al suo predecessore può contare su una rosa ben diversa. Senz’altro più motivata, vedi Rossi, ma anche più corposa, ora che i “senior” sono sei e che sono
arrivati altri giocatori in grado di fare la differenza. Coltellacci ad esempio contro l’Upea è
stato capace di segnare dodici punti consecutivi
nel terzo quarto. Alosa ha dato saggio del suo
talento nella rocambolesca vittoria con Veroli al
supplementare. Se per quanto riguarda l’italo
americano, si tratta di una semplice sostituizione (subentra a Rossi ceduto a Casale), Coltellacci ha cambiato non poco gli equilibri di questa
squadra, ovviamente in positivo. Intanto la Virtus adesso ha a disposizione quattro “lunghi” o
meglio giocatori da poter utilizzare vicino a
canestro, vista la prestanza fisica del romano. Si
tratta di un grande attaccante, che naturalmente catalizza le attenzioni delle difese, ma anche
di un giocatore versatile, che consente qualche
Il nuovo corso della NCH
Vezzosi porta
nuovo entusiasmo
minuto in più di riposo a
Dell’Agnello e porta un
sensibile contributo a rimbalzo.
Inoltre l’innesto di un
vero playmaker ha aiutato
molto anche Brigo, che ha
vissuto una stagione tormentata dai vari infortuni,
e che con il morale, sta
lentamente recuperando
anche la forma migliore.
Vezzosi ha davvero portato
una ventata di entusiasmo
alla Virtus. Con lui alla
guida si sono viste partite
in cui nove giocatori sono
stati a loro modo decisivi,
anche perché tutto quanti
hanno fiducia nei suoi
metodi e lo seguono. Basti
pensare alla gara con Veroli, decisa dal più giovane
del gruppo, Coronini,
capace di segnare il canestro-partita, in una serata
che aveva trascorso prevalentemente in panchina.
Ora la Virtus si può permettere di pensare in
grande, di sfidare ogni
avversario con la consapevolezza di potercela fare, e
allora nessuno spaventa
più, anche se ovviamente
tutti rimangono con i
piedi per terra. L’ultimo
posto non è poi così lontano, e c’è sempre l’incognita play-out. ■
Umberto Vezzosi (sopra)
e Franco Binotto
58
Damiano Brigo
60
sport per tutti
Come lo sport amatoriale
si adatta ...ai tempi
Paolo Ridolfi
La stagione sportiva 2003
2004 sarà ricordata nei secoli per
le imprese di altissimo livello di
Siena e Mens Sana. Gli impegni di
quest’anno di conseguenza, non si
limitano ai fine settimana ma si
estendono spesso anche ai dopo
cena dei giorni lavorativi. Negli
orari di solito destinati alle partite
degli amatori. Capita sovente infatti di vedere, sulle panchine dei tornei amatoriali, l’”addetto alle news”
che, munito di radio ed auricolare,
aggiorna in tempo reale sui risultati di calcio e basket delle beneamate. Quello che è accaduto al
PalaCeccherini l’altra sera, in
occasione di Milan Siena è
degno però di essere raccontato:
Verso la fine del primo
tempo, infatti, gli allenatori chiedono, quasi
all’unisono, minuto di
sospensione. I giocatori
si avvicinano alle panchine aspettandosi lumi
ed indicazioni tecniche
sulla partita, invece si
avvicina al crocchio di
giocatori l’uomo con
l’auricolare per comunicare che il Milan ha
segnato con Kakà il
goal dell’ 1 a 0. Tra il
disappunto generale si
ricomincia a giocare ma,
dopo pochi minuti, l’addetto ai collegamenti con San
Siro piomba a metà campo
bloccando il contropiede...”tutti
fermi...c’è un rigore per il Siena!”..
la sfera arancione rimbalza in un
angolo ignorata dai giocatori, la
partita si ferma e gli atleti si avvicinano alle panchine. Il cronometro
viene opportunamente fermato
“causa rigore”. Tutti si fanno incontro all’”uomo con l’auricolare”...
“chi lo batte?” chiede qualcuno...
“Menegazzo”.. risponde l’”uomo
con l’auricolare”. Tutti col fiato
sospeso... rincorsa... tiro ...parata!!
Scuotendo la testa l’arbitro
recupera il pallone in un angolo e
richiama i giocatori in campo per la
palla a due... anche questo è
basket Uisp!!
Passando ad un’altra lega,
quella del podismo - che con il
basket ha in comune la stanzetta
sul corridoio d’entrata nella quale
convivono nelle sere invernali
Mario e Renzo - troviamo un’altra
“interazione” col calcio di serie A. Il
grande Mario Muzzi, appena il
direttivo nazionale ha comunicato
che la data di Vivicittà era il 18 aprile 2004, ha subito fatto notare la
concomitanza con la partita di
serie A del Siena e la conseguente impossibilità di utilizzare la zona
“blindata” attorno allo stadio. Dopo
una serie di colloqui con il disponibilissimo questore si è deciso di
modi-
ficare il percorso in modo da
non toccare la zona dello stadio. La partenza è stata inoltre
anticipata di mezz’ora per consentire ai numerosi podisti del
gruppo sportivo della polizia di
partecipare alla corsa ed entrare
subito dopo in servizio, in tempo
per garantire l’ordine pubblico
nella zona dello stadio. Credo che
questo sia un altro grande esempio di come la flessibilità dell’organizzazione della Uisp consenta di
modificare in corsa progetti e programmi senza limitare la possibilità degli amatori di fare attività,
tutto questo grazie alla sempre
maggiore disponibilità delle istitu-
“Time-out:
c’è un rigore
per il Siena!”
zioni che non dimenticano mai
l’importanza di questo pezzo di
mondo dello sport che, forse,
costituisce un serbatoio importante di valori “esportabili” in certa
misura negli ambienti dello sport
professionistico e, soprattutto,
negli ambienti di coloro che lo
sport professionistico lo vanno a
vedere.
Proseguendo in questo
collage amatoriale mi piace
soffermarmi su una nuova
realtà del panorama Uisp
della stagione 2003-2004,
che è la scherma, nata que-
st’anno con la denominazione di
circolo schermistico senese. Il
gruppo guidato dal Maestro D’Argenio e coordinato da Stefano
Paganelli, dopo un primo periodo
di incertezza sulla riuscita del pro-
getto, ha trovato per strada l’entusiasmo che gli consente adesso di
sviluppare l’attività anche in settori non proprio schermistici. Si susseguono infatti cene, incontri e
partite di calcetto, rigorosamente
nei tornei Uisp, dove la squadra
del “maestrino”, nonostante i risultati abbastanza disastrosi, porta in
giro per i campi della provincia
un’abbondante dose di quel “folle
entusiasmo” tipico, a quanto mi si
dice, degli schermidori. A questo si
aggiungono anche ottimi risultati
su pedane anche importanti nel
panorama nazionale ed internazionale che, se non altro, “esportano” il nome del nostro comitato in
realtà finora distanti dalle logiche della Uisp senese.
Un’ultima considerazione deve essere dedicata ai non vedenti che
partecipano con grandissimo entusiasmo
al corso di ginnastica
organizzato
dalla
Uisp in collaborazione con l’Unione italiana Ciechi. È bello
sentire storie di chi,
dopo tanto tempo, è
riuscito e ritrovare un
rapporto diverso, più
totale, con il proprio
corpo, ha scoperto
movimenti nuovi e in
qualche caso, dolori
nuovi. Finalmente, poi,
è arrivato il tandem da
tempo ordinato, che la
Uisp donerà, appena la stagione lo consentirà, all’Unione
ciechi.
Si chiude qui la finestra di febbraio sul mondo della Uisp senese,
uno spiraglio su un mondo troppo
vasto per essere condensato in una
pagina di Mesesport. ■