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Da 2 9 a n n i il mensile senese di critica e attualità sportiva - Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena w w w . m e s e s p o r t . i t
2,00 €
n. 267
febbraio 2011
&Siena
A Bergamo e Torino
Mens Sana
all’appuntamento
con l’attimo
fuggente
editoriale 1
n. 267 - febbraio 2011 - anno XXIX
L’attimo fuggente
D’accordo,
non saranno i canonici ‘Quattro giorni di Palio’ che riscaldano le nostre estati, ma gli ultimi di questa settimana non
passeranno comunque inosservati. Per una strana coincidenza, nello spazio di 96 ore Siena e Mens Sana si
troveranno infatti ad affrontare il primo passaggio stagionale di una certa difficoltà, e dall’esito di questo si chiariranno meglio le aspettative di
entrambe.
Quello dei bianconeri resta in ogni caso interlocutorio, perché qualsiasi risultato scaturisse dal big-match con l’Atalanta non avrebbe
conseguenze immediate sull’esito del campionato. Potrebbe averne però sul piano psicologico, perché il Siena da questo confronto deve uscirne
in ogni caso con qualche certezza in più di quelle che si ritrova oggi. Diversamente rischia un’involuzione che potrebbe comprometterne il
cammino futuro. Questo va detto, a scanso di equivoci. Ecco perché venerdi 11 la squadra di Conte non giocherà solo per i tre punti, ma
soprattutto per guadagnarsi una definitiva
legittimazione agli occhi della concorrenza.
Peraltro sempre più agguerrita e numerosa.
Se quello del Siena non si configura
dunque come un punto di non ritorno, ma
piuttosto una tappa dalla quale sarà difficile
prescindere, le Final Eight di Torino
rappresentano invece il primo suggello (la
SuperCoppa è in calendario troppo
presto…) di una stagione ancora tutta in
divenire ma nella quale i biancoverdi hanno
già lasciato vistose impronte. Diciamo una
sorta di verifica tipo ‘midterm’, per dirla
con gli americani, visto che l’assegnazione
della Coppa Italia si pone a circa metà
strada del percorso 2010-2011 che, iniziato
a ottobre, ci porterà fino a giugno. Ma poi
Siena e la Montepaschi questa Coppa
l’hanno agognata ed inseguita per così tanto
tempo che non sarebbe da loro accontentarsi
di averne già vinte due. Il quintetto di
Pianigiani l’affronta con molto rispetto,
consapevole dei rischi di un torneo
compresso come questo, ma soprattutto
determinata a cogliere al volo, ed ancora
una volta, l’attimo fuggente.
Come deve fare la stessa Robur, nella
consapevolezza che certe occasioni non si
ripresentano mai due volte.
Insomma questa settimana non sarà
come le altre. Soprattutto non saranno uguali a tutti gli altri questi quattro giorni che da giovedì a domenica riempiranno i pomeriggi dei tifosi
senesi di entrambe le sponde: per la serie ‘lo sport è bello quando c’è (ma sui tempi e sugli orari qualche volta si esagera…). Quello che conta è
trasformare questa diversità in un’altra occasione di soddisfazione per l’intero sport senese. Che poi sarebbe il viatico migliore per affrontare e
centrare i più importanti obiettivi di fine stagione. •
Direttore
Mario Ciani
Direttore responsabile
Paolo Corbini
Edito e stampato presso
Arti Grafiche Ticci
Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si)
Tel. 05.77.34.92.22
Fax 05.77.34.93.66
Hanno collaborato a questo numero:
Corrado Bagella, Duccio Balestracci, Roberto Barzanti, Mauro Bindi, Elena Borri, Andrea Bruschettini, Massimiliano Bruttini,
Guido Carli, Mario Ciani, Claudio Colii, Stefano Fini, Emilio Giannelli, Daniele Giannini, Antonio Gigli, Mario Lisi, Luca Luchini,
Maurizio Madioni, Augusto Mattioli, Roberto Morrocchi, Francesco Oporti, Gigi Rossetti, Andrea Sbardellati, Senio Sensi,
Rudi Simonelli, Antonio Tasso, Matteo Tasso, Francesco Vannoni.
Fotografie di Paolo Lazzeroni e Augusto Mattioli
Collaborazione fotografica: Andrea Bruschettini e Bernard Chazine
[email protected]
Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430 del 27.01.1983
Progetto grafico ed impaginazione: Bernard Chazine
cura di mariociani
2 areferendum
IL PERSONAGGIO
DEI PRIMI 10 ANNI DEL TERZO MILLENNIO
1° SIMONE PIANIGIANI
basket
25 citazioni
2° FERDINANDO MINUCCI basket
17 citazioni
3° PAOLO DE LUCA
calcio
9 citazioni
4° GIUSEPPE PAPADOPULO calcio
3 citazioni
5° MICHELE MIGNANI
calcio
2 citazioni
6i ENRICO CHIESA
calcio
1 citazione
VALENTINA FAMBRINI calcio
1 citazione
CRISTINA GIULIANINI pattinaggio 1 citazione
I giornalisti senesi del settore assegnano al coach della Montepaschi
anche il podio del Personaggio Sportivo degli ultimi dieci anni
Il ter zo millennio inizia
nel segno di Pianigiani
Siamo certi di non sbagliare, indicando
nel primo decennio del terzo millennio il periodo più fulgido dello sport senese di tutti i
tempi. Un ritornello che ha preso a circolare
quasi da subito con la conquista da parte
della Mens Sana del suo primo trofeo internazionale (la Coppa Saporta del 2002),
proseguito con la promozione del Siena in
serie A (2003) e con i cinque-Scudetticinque che i biancoverdi si sono cuciti addosso dal 2004 al 2010.
Al contrario dell’ultimo decennio del secolo scorso (1991-1999) caratterizzato
dalla figura di Margherita Zalaffi - la schermitrice del Cus eletta appunto dai giornalisti sportivi senesi Personaggio degli anni novanta dopo la conquista della medaglia
d’oro alle Olimpiadi del 1992 a Barcellonan nella prova di fioretto a squadre e d’argento a quelle successive di Atlanta del
1996 – sono stati dunque gli sport di squa-
dra a dare una dimensione nuova e per certi
aspetti inattesa e quasi miracolosa allo sport
di casa nostra.
Siena e Montepaschi, catapultate in due
realtà fuori dagli orizzonti di una piccola
città e negli sport più popolari come calcio
e basket, non hanno però abbassato la testa contro avversari in qualche caso espressione di autentiche metropoli (soltanto le tre
squadre delle attuali Top 16 di Euroleague
sommano oltre 17 milioni di abitanti!), meritandosi abbondantemente l’invito a sedere al tavolo delle big italiane ed europee.
Ecco perché non può costituire una sorpresa che a guidare la classifica del Personaggio di questo primo scorcio del terzo millennio sia la figura che più di ogni altra lo
incarna: Simone Pianigiani, abbondantemente primo con 25 citazioni su 59.
Con i suoi quattro scudetti consecutivi, il
coach della Montepaschi ha attraversato la
seconda parte di questi primi anni duemila
con la violenza di un uragano, stracciando
tutto e tutti con la forza dei numeri ed imponendo all’attenzione del basket continentale
una realtà tanto ‘modesta’ nei mezzi quanto
‘ricca’ ed orgogliosa in campo.
Dunque a Pianigiani, cinque volte Personaggio dell’anno dal 2006 al 2010, gli
addetti all’informazione sportiva della nostra città hanno voluto dare questo ulteriore
riconoscimento non solo in virtù della indiscussa competenza professionale, ma anche per quel suo modo di porsi come uno
di noi, come il coach della porta accanto.
In poche parole, un valore aggiunto.
Giusto come la figura che in questa classifica lo segue con 17 citazioni: Ferdinando
Minucci. Non è la prima volta che il presidente-manager si vede sorpassare nelle nostre classifiche annuali da quella che ha tutto
il diritto di definire una ‘sua creatura’, e tanto
3
Ferdinando Minucci
Paolo De Luca
Giuseppe Papdopoulo
Simone Pianigiani
basta sicuramente per consolarlo. Se Pianigiani si può infatti definire il ‘braccio’ di una
realtà elevata negli anni a vero e proprio
fenomeno, la ‘mente’ non può essere che lo
stesso Minucci. Per il ruolo di pigmalione
che ha svolto nella circostanza, ma anche
per aver creato, esso stesso, i presupposti
per dare una base stabile e vincente alla
Mens Sana Basket di oggi. Merito certificato dalla presenza stabile sul podio del
‘Personaggio Sportivo dell’anno’ fin dal
2002, cioè ben prima dell’avvento dello
stesso Pianigiani.
Insomma niente di nuovo sotto il cielo
dello sport senese, almeno per le prime due
posizioni, mentre nella terza – con 9 citazioni - si piazza la figura di Paolo De Luca,
il presidente della ‘lucida follia’, quello che
per primo è riuscito ad intercettare ed appagare …l’alienazione mentale di una tifoseria stufa di vivere solo di ricordi di un pas-
sato ormai lontanissimo. Anche nel suo caso,
come per Minucci, non c’è mai stata però in
tutti gli anni della sua permanenza alla
guida del club bianconero, una indicazione
netta nell’ambito del nostro Personaggio annuale. A dimostrazione che al dirigente
pragmatico e vincente viene fatalmente privilegiato il tecnico anch’esso vincente.
E, lupus in fabula, ecco allora spuntare
al quarto posto Giuseppe Papadopulo, il tecnico della salvezza dei bianconeri in serie
B nel 2002, ma soprattutto quello della promozione in serie A dell’anno dopo, accreditato di 3 citazioni. Uno di quei personaggi
destinati ad entrare di diritto nella storia
della Vecchia Robur, e non da un ingresso
secondario. Un’impresa, la sua, paragonabile in termini di fattibilità ad uno Scudetto
conquistato da una squadra di provincia.
Al quinto posto, una delle tante tessere
che insieme a De Luca e Papadopulo hanno
Michele Mignani
Enrico Chiesa
Valentina Fambrini
Cristina Giulianini
cura di mariociani
4 areferendum
I ‘PERSONAGGI’DUEMILA
DEI SINGOLI ANNI
RRADI
2001 – BERNARDO CO
PADOPULO
2002 – GIUSEPPE PA
PADOPULO
2003 – GIUSEPPE PA
LCATI
2004 – CARLO RECA
IANINI
2005 – CRISTINA GIUL
IGIANI
2006 – SIMONE PIAN
IGIANI
2007 – SIMONE PIAN
IGIANI
2008 – SIMONE PIAN
IGIANI
2009 – SIMONE PIAN
IGIANI
2010 – SIMONE PIAN
contribuito a comporre
il fantastico puzzle della
serie A: Michele Mignani . In maglia bianconera per ben otto stagioni (dal 1998 a al
2006) il forte difensore
centrale con 206 presenze complessive – di
cui 54 in C1, 104 in B
e 48 in A – occupa il terzo gradino del
podio dei ‘fedelissimi’ di tutti i tempi dietro a Tosolini (242)
e Monguzzi (368). Parlare quindi di ‘bandiera’ nel suo caso
è quasi limitativo, posto che l’ex capitano – due citazioni
per lui - è stato certamente qualcosa di più per questa squadra e questa maglia.
Al sesto posto, con una citazione ciascuno, si piazzano (in
rigoroso ordine alfabetico): il giocatore che ha dato lustro alla
presenza dei bianconeri nella massima serie, quell’ Enrico
Chiesa protagonista assoluto delle prime cinque stagioni (dal
2003-04 al 2007.08) in cui è andato a segno ben 32 volte in
129 partite. Una persona, prima ancora che un leader, di cui
sono state apprezzate non solo le capacità tecniche ma anche
la misura e gli atteggiamenti; Valentina Fambrini, punto di
forza della squadra
femminile del Siena
Calcio che nel 2007
ha conquistato la
promozione in serie
B e nel 2010 quella
in A2. Un’attaccante
che per le riconosciute capacità si è
meritata spesso anche la convocazione
in maglia azzurra.
Ultima, ma non
ultima, a salire …sull’otto volante dello
sport senese dei
primi anni duemila,
l’atleta che più di
tutte ha vinto a livello
individuale
nello
stesso periodo: Cristina Giulianini (nella foto a fianco), la
pattinatrice della
Mens Sana pluricampionessa del mondo, d’Europa e d’Italia
nella specialità ‘obbligatori’, la cui costante presenza nella
classifica annuale del ‘Personaggio Sportivo’ è durata ininterrottamente dal 1994 al 2006.
Dunque Simone Pianigiani personaggio del 2010 e del
primo decennio degli anni duemila, come lo furono a suo
tempo Antonio Sala (l’artefice della pronozione del Siena in
B) nel 2000 e Margherita Zalaffi dal 1991 al 1999.
Quello del secolo? No, per l’erede di Artemio Franchi si
può attendere... •
COME HANNO VOTATO
Corrado Bagella
(Mesesport)
Duccio Balestracci
(Mesesport)
Roberto Barzanti
(Mesesport)
Andrea Bianchi
(Corriere di Siena)
Massimo Biliorsi
(Voce del Campo)
Mauro Bindi
(Mesesport)
Stefano Bisi
(Corriere di Siena)
Paolo Brogi
(La Nazione)
Andrea Bruschettini
(Mesesport)
Federico Cappelli
(La Nazione)
Elena Casi
(Corriere di Siena)
Mario Ciani
(Mesesport)
Chiara Cicali
(Mesesport)
Vincenzo Coli
(Mesesport)
Claudio Coli
(Mesesport)
Marco Decandia
(Corriere di Siena)
Guido De Leo
(La Nazione)
Mario De Gregorio
(Mesesport)
Fausto Fabianelli
(Radio Siena)
Vieri Falchi
(A.R.E.)
Marco Falorni
(Toscana Oggi)
Fabio Fineschi
(Tuttosport))
Stefano Fini
(Mesesport)
Daniele Giannini
(Mesesport)
Antonio Gigli
(Mesesport)
Lello Ginanneschi
(Corriere di Siena)
Angela Gorellini
(Canale 3))
Susanna Guarino
(La Stampa)
Roberto Guiggiani
(Mesesport)
Gennaro Groppa
(Corriere di Siena)
Paolo Lazzeroni
(La Nazione)
Mario Lisi
(Mesesport)
Alessandro Lorenzini
(Gazzetta Sport)
Giacomo Luchini
(La Nazione)
Luca Luchini
(Mesesport)
Maurizio Madioni
(Mesesport)
Mauro Mancini Proietti
(Mesesport)
Nicola Martinelli
(Basket Net)
Augusto Mattioli
(L’Unità)
Stefano Montomoli
(Radio Siena)
Roberto Morrocchi
(Mesesport)
Giuseppe Nigro
(Gazzetta Sport)
Francesco Oporti
(Mesesport)
Simone Pacchierotti
(Datasport)
Alessandro Pagliai
(A.R.E.)
Giovanni Pellicci
(La Nazione)
Alessandro Petri
(A.R.E.)
Paolo Ridolfi
(Mesesport)
Gigi Rossetti
(Canale 3)
Piero Ruffoli
(Corriere di Siena)
Tommaso Salomoni
(Radio Siena)
Stefano Salvadori
(Corriere Sport)
Andrea Sbardellati
(Italpress)
Senio Sensi
(Il Carroccio)
Rudi Simonelli
(Mesesport)
Massimo Sollazzini
(Radio 24)
Antonio Tasso
(Mesesport)
Matteo Tasso
(Canale 3)
Francesco Vannoni
(Mesesport)
PIANIGIANI
PIANIGIANI
PIANIGIANI
MINUCCI
PIANIGIANI
MINUCCI
MINUCCI
PAPADOPULO
MINUCCI
MINUCCI
FAMBRINI
DE LUCA
CHIESA
PIANIGIANI
PIANIGIANI
MINUCCI
PAPADOPULO
PIANIGIANI
MIGNANI
PIANIGIANI
PIANIGIANI
PIANIGIANI
MINUCCI
GIULIANINI
DE LUCA
MINUCCI
PAPADOPULO
PIANIGIANI
DE LUCA
MINUCCI
MINUCCI
PIANIGIANI
MINUCCI
MINUCCI
MINUCCI
DE LUCA
MIGNANI
MINUCCI
PIANIGIANI
MINUCCI
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DE LUCA
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PIANIGIANI
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DE LUCA
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PIANIGIANI
MINUCCI
MINUCCI
PIANIGIANI
calcio
Reginaldo Ferreira da Silva Fonseca
Siena,
ora non perdere
non è più sufficiente
5
mariociani
calcio 7
Meno male che Conte, in settimana, ci aveva
speso anche qualche parolina sull’argomento, del
tipo: “pur di far punti mi accontenterei di una partita non bellissima, ma dovremo essere più ‘cattivi’, più cinici…”. Appunto. Solo che la partita col
Cittadella è stata tutto fuorchè quella che voleva vedere sia lui che noi. Intendiamoci: in assoluto un
pareggio fuori casa non è mai da buttare, ma si dà
il fatto che quest’anno tutto va misurato con il metro delle ambizioni e allora appare del tutto evidente che senza qualche sussulto esterno è difficile
tenere il passo delle avversarie più agguerrite. Che
infatti continuano a non fare distinzioni di sorta,
come dimostrano i 20 punti conquistati lontano da
casa dal Novara e dall’Atalanta, contro i 13 dei
bianconeri. Senza considerare che mantenere il
passo del Franchi sarà sempre più difficile in un
campionato destinato a livellarsi sempre di più con
l’arrivo della primavera.
Ma se questa è l’analisi, quali sono i rimedi?
Sul piano tecnico i valori ormai sono questi, né
li hanno accresciuti i recenti acquisti di Cacciatore
e Caputo, gente che magari verrà utile in caso di
emergenza ma senza un peso specifico tale da spostare un giudizio complessivo già consolidato, chiarito una volta per tutte il concetto di ‘corazzata’…
Certo da tutti è ragionevole attendersi qualcosa di più
e di diverso, perché è impensabile che un Mastronunzio (tanto per citare l’elemento di spicco dell’attacco bianconero) segni un gol in otto partite, così
come mancano all’appello le giocate dei vari Reginaldo, Kamata e Troianiello. Ma il problema è proprio questo: potenzialmente nessuna squadra vanta
una rosa come quella bianconera (da qui la decisione
di non procedere a gennaio ad acquisti di grido, come
ha fatto invece l’Atalanta con quel Marilungo che
alla prima uscita ha già garantito tre punti…), solo
che non riesce ad esprimere questa vera o presunta
superiorità e in attesa che lo faccia le giornate passano e non si fa niente per rimuovere questa sorta di
‘blocco’. Ammesso poi che la colpa sia tutta degli
attaccanti, e non piuttosto (anche) di chi dovrebbe
garantirgli i rifornimenti, posto che quando vanno
al tiro – coi veneti abbiamo contato una conclusione
a lato di Marrone nel primo tempo e sei nella ripresa
di cui due di Mastronunzio con palo, due di Kamata
sopra la traversa e una a testa di Calaiò e Reginaldo
– c’è sempre qualcuno o qualcosa che ci impedisce
di esultare (nella circostanza oltre al palo il gol annullato a Calaiò che merita quantomeno una spiegazione). Spesso conseguenza del fatto che riusciamo a rendere difficili anche le cose più facili,
magari intestardendoci in improbabili e macchinose
manovre che hanno l’unico scopo di favorire i recuperi dell’avversario. Allora meglio essere più parsimoniosi in casa (dove si viaggia alla media di oltre due gol a partita) e raddrizzare la mira fuori. Il
tutto senza far calare il ritmo, perché la manovra
della squadra in questo caso ne risente vistosamente.
Sul piano tattico se all’inizio il gioco di Conte
appariva tanto spettacolare quanto dispendioso e …
presuntuoso (nel senso di difficile esecuzione), oggi
di quel gioco sono rimaste solo le… intenzioni: latitano i lanci di prima, gli inserimenti degli esterni
MENTRE ATALANTA E NOVARA SI METTONO A CORRERE,
I BIANCONERI SI ACCONTENTANO DI ALLUNGARE LA SERIE POSITIVA
Il Siena
alla prova di maturità
sono merce sempre più rara, le ripartenze troppo
elaborate. La conseguenza è che la manovra dei
bianconeri si è fatta più prevedibile, portare palla
e gestirla è sempre più difficile e rischioso, trovare
gli spazi per battere a rete, a difesa schierata,
un’autentica impresa. E non facciamo neppure una
questione di scelte tecniche, perché Conte raramente le sbaglia – ad essere sinceri - anche se non
coincidono con le aspettative dei media o degli
stessi tifosi. Poi va da sé che l’assenza di Bolzoni
a centrocampo si fa sentire in fase di interdizione,
come la mancata opzione di Larrondo in avanti.
La difesa invece, disperso il fantasma di Portanova, sta confermando quel salto di qualità che i
vari Ficagna, Terzi e Rossettini sono in gradom di
garantire alternandosi nei due ruoli.
Il (moderato) ottimismo sulla retroguardia, ci
introduce al discorso sulle prospettive.
Quanto fin qui sostenuto non è una critica fine
a se stessa, ma piuttosto la fotografia di una prova
– l’ultima – dalla quale è necessario ripartire per
dare una decisa sterzata al trend esterno. E che
questo Siena ci possa riuscire, nonostante non
l’abbia ancora dimostrato, è nella realtà delle
cose. Ad esempio quali? La prima è la consapevolezza che non si possono concedere solo 4 punti
dei 39 a disposizione in casa, senza una solida
base di partenza. La seconda, forse l’autostima
può fare difetto a chi vede sfuggirsi l’obiettivo
stagionale di giornata in giornata, non a chi lo sta
cavalcando nel pieno rispetto dei tempi com’è nel
caso dei bianconeri. Terzo, questo è un campio-
nato che si vince facendo leva sulla continuità e
finora non si può dire che sia mancata. Guidare
oggi la classifica è importante, farlo il 29 maggio
lo sarà di più. Ecco perché, indipendentemente
dal sorpasso che si è materializzato nell’ultimo
turno, la squadra di Conte deve convincersi che
non gli manca nulla di quello che hanno Atalanta
e Novara. Però deve trovare il modo di dimostrarlo e questo può farlo solo all’altezza di una
partita-clou come quella contro Tiribocchi & C.
Quello sì che sarà un incontro soprattutto da non
perdere (purchè non sia l’obiettivo dichiarato),
ma solo dopo aver provato a vincerlo.
Altri sosterranno che nell’occasione la squadra non andrà caricata di eccessive responsabilità,
che non dovrà farsi carico di tutta la pressione che
inevitabilmente graverà sull’incontro. Ma al
Siena gli basterà giocare con la personalità che si
addice ad una squadra che vuole tornare subito in
serie A, compatta, concentrata, e soprattutto consapevole dei propri mezzi e degli obiettivi per i
quali si batte. Una squadra che possa lanciare un
messaggio chiaro e convincente a tutto il campionato, magari facendo leva sull’orgoglio, il carattere e la grinta che l’impegno reclama. Nella
consapevolezza che a Bergamo ci si gioca anche
la faccia, non soltanto il vertice della classifica.
Il solito compitino esterno dunque non basterà.
Di questo devono esserne convinti soprattutto loro,
i ragazzi di Conte. Che già avrà il suo bel daffare a
‘digerire’ l’ambientino che i tifosi nerazzurri gli
stanno preparando. •
8
CERCASIFARMACOCONTRO ILMAL DI TRASFERTA
[A
ESTEROFILIA
Sono pochi i predicatori che indicano alle
grandi squadre di pescare… in casa. Il vizietto dura da tempo: straniero è bello! È il
credo dei ‘clebboni’ che se non pescano in
Europa o nel mondo non si divertono.
Il risultato? Squadre che per pronunciare tutti i nomi occorre conoscere una
decina di lingue (e fin qui …poco male);
Nazionale sempre più derelitta; vivai che
non hanno possibilità di autofinanziarsi
non acquisendo denaro da cessioni; giovani italiani di talento costretti a fare gavetta per anni in Prima Divisione e se va
bene in serie B.
È problema vecchio che sembra non interessi a nessuno di coloro che hanno in
mano i bottoni del potere. Eppure qualche gioiellino si potrebbe scovare anche
nei campi minori, ma i Presidentoni hanno
necessità di portare nomi da fuori e il
‘vezzo’ si è esteso anche agli allenatori,
tanto che coloro che hanno cognomi ca-
salinghi vanno a cercar fortuna all’estero.
E spesso ci riescono: Spalletti in Russia,
Capello e Mancini in Inghilterra (più il
primo che il secondo…), Zaccheroni addirittura in Giappone.
Ora la mania si è estesa anche al patrimonio delle società di calcio: la Roma
– se le notizie di stampa sono vere – sta
per diventare americana.
E così dopo l’invasione nel campo finanziario e di capitali nella produzione di
beni da parte delle imprese estere (anche la Fiat si esterofilizzerà – si dice
così?), il calcio segue la traccia facendo
diventare la nostra italietta sempre più
campo di incursione straniera. Questo
non è provincialismo, ma la preoccupazione di chi vede il proprio paese (e il calcio è il male davvero minore) degradare
sempre più.
PROFUMO DI ‘A’…
Non tanto per i risultati (altalenanti) dei
bianconeri quanto per la messe di atleti
che, avendo indossato le nostre storiche
maglie, stanno facendo quasi tutti bene (e
taluni benissimo) nel campionato massimo. Alcuni nomi? Portanova, Masiello,
Konko, Antonini, Mandelli, Curci, Maccarone, Zuniga, Corvia, Cribari, Ekdal, Mirante, Galloppa, Kharja, Taddei, Balzaretti, Bogdani, Rosi eccetera. Vuol dire,
forse, che i nostri sette campionati nell’Olimpo non sono stati un caso e che con
una maggiore attenzione e correttezza
(tutti sappiamo a chi ci riferiamo), potevamo essere ancora là. Il discorso vale
anche per gli allenatori passati dal Rastrello. De Canio e Malesani stanno facendo benissimo e siamo felici per loro;
Beretta ha avuto una esperienza troppo
breve in quel di Brescia (e ce ne dispiace tantissimo), mentre Giampaolo
– vittima del suo carattere e non solo
– è stato cacciato da Catania in
malo modo (e di questo, perdonateci, ci dispiace molto meno).
…MA NON È DIETRO
L’ANGOLO
No, la meta non è nemmeno
vicina. Si sente solo il profumo,
appunto, e non per merito nostro. Oscilliamo nei primi tre quattro posti e dietro qualcuno accampa
giusti diritti. Altaleniamo tra serenità e
convinzione dei nostri mezzi e amarezza
e scoramento. Colpa di un Siena che specie in trasferta non ce la fa a decollare. Un
T U T T O C A M P O G ] di Senio Sensi
Siena che taluni sentenziano essere priva
di attributi e di debolezza nell’approccio.
Ci permettiamo di dissentire e spieghiamo il perchè. Non c’è stata trasferta
in cui si sia riusciti a imporre il nostro
gioco, eccezion fatta per Portogruaro
dove trovammo una squadra distrutta moralmente e tecnicamente. Poi non abbiamo mai fatto noi la partita. Sia che
avessimo di fronte il Varese (imbattuta in
casa da 45 giornate) o il Sassuolo e l’Empoli, il Piacenza, la Triestina o il Cittadella
(squadre, queste ultime tre, davvero malmesse), siamo riusciti a ‘ottenere’ tre
sconfitte ancora brucianti, una vittoria raccogliticcia, e due 0 - 0 anonimi e pericolosi. Specie l’ultimo che vuol dire presentarsi a Bergamo con il rischio di ritrovarci,
a partita persa, a cinque punti dall’Atalanta con le altre in rimonta. Felici come
pasque se saremo smentiti!
E allora non è più un caso; non è più
una questione di ‘approccio’ sbagliato, ma
uno schema sbagliato e sostituzioni non
adeguate o ritardate. Perché non dirlo se
può, almeno in parte, servire a correggere ciò che non va? Se all’avversaria,
brava o meno brava che sia, che gioca a
4 o a 5 a centro campo, contrapponiamo
due soli nostri giocatori (e spesso in carenza di dinamismo), come si fa a pensare che gli avanti (sempre in quattro ma
troppo coperti e non supportati) possano
rendere quanto è possibile e auspicabile?
Riusciamo a rendere ‘belle’ tutte le squadre che in casa loro ci affrontano e non
per merito loro ma per demerito nostro.
Non è che gli avversari diventano leoni, è
che noi li agevoliamo con tattiche spesso
suicide e con il timore di ‘prenderle’ palpabile a tutti.
In conclusione, visto che gli avversari
diretti fuori casa fanno meglio di noi, occorre modificare qualcosa finchè è possibile e prima che sia troppo tardi. Il ruolo
di Brienza è dietro le punte (e magari le
punizioni da sinistra facciamole tirare a
lui, vero Carobbio?) e nessuna squadra,
nemmeno l’Inter, si può permettere il
lusso di regalare campo e uomini agli avversari. Non saremo una corazzata, ma
una squadra che è superiore, e di molto,
a Novara e Varese e ad altre che ci hanno
sconfitto, di sicuro sì. E allora occorre che
il campo sentenzi questa differenza. Se
Leonardo, Allegri, Del Neri e Ranieri,
tanto per fare ‘piccoli’ esempi, cambiano
spesso il loro modulo di gioco non si capisce perché non lo possa fare Conte! •
lucaluchini
calcio 9
Questo campionato di serie B ci sta veramente stressando, a conferma di quanto sia
complesso dover vestire i panni del favorito
predestinato che, obbligatoriamente, non solo
deve vincere ma anche convincere.
Almeno negli ultimi anni, infatti, è la
prima volta che ci troviamo in questa difficile
situazione psicologica e forse tutto l’ambiente
non era pronto a sostenere un simile peso.
Così, nonostante la formazione bianconera sia
ancora al secondo posto in classifica, con una
media più che apprezzabile e che, se raffrontata agli anni precedenti, dovrebbe garantire
la sospirata promozione diretta, non mancano
da parte di alcuni tifosi dure critiche nei confronti del tecnico che talvolta sfociano addirittura in assurde (alla luce di quando accaduto fino ad oggi) richieste di esonero.
Da parte societaria, invece, nonostante la
presenza di navigati uomini di mestiere, si dimostra eccessiva ‘sensibilità’ a commenti tecnici e considerazioni calcistiche, espressi fra
l’altro sempre con grande civiltà, quasi arroccandosi nella parte di chi deve combattere
da solo, contro tutti e tutto, la propria battaglia, nel continuo tentativo di dimostrare che
“non siamo una corazzata”, che altri sono più
forti di noi, che non è “obbligatorio” essere per
forza i primi della classe.
Alla luce di quanto detto occorre forse trovare un giusto equilibrio che agevoli al massimo la corsa verso la serie A. Da parte di
stampa e tifosi è necessario ammettere che il
rendimento della formazione di Conte, tranne
qualche isolato scivolone, è stato fino ad oggi
più che apprezzabile e che con un pizzico di
fortuna ed attenzione in più potremmo realmente guardare tutti dall’alto, proiettati con
maggiore serenità verso la promozione. Allo
stesso tempo i vertici tecnici devono accettare
qualche giustificata perplessità (eccessiva rigidità nel modulo tattico, cammino non esaltante in trasferta) cercando di trovare le giuste soluzioni che possano portare agli
auspicati miglioramenti, consapevoli che per
loro e tutto l’ambiente arrivare a giocarci il
campionato nella lotteria dei play off rappresenterebbe non solo un grande rischio, ma anche un fallimento per gli obiettivi dichiarati
senza alcuna remora dalla presidenza e per il
valore del gruppo bianconero.
Detto questo, forse, il Siena si trova al vero
determinante bivio del suo campionato. Da
tempo tutti hanno affermato che il torneo di serie B si decide in primavera, ma in realtà le cose
non stanno proprio così. Quando arriveremo
alle ultime determinanti fasi, qualcuno avrà già
compromesso definitivamente le sue possibilità (strada che sembra aver intrapreso il pur
ambizioso e forte Torino), altri forse dovranno
soltanto gestire con tranquillità la situazione.
Il prossimo scontro diretto a Bergamo, così,
alla luce di quanto accaduto nelle ultime gior-
‘COSTRETTA’ A VINCERE ED A CONVINCERE,
LA ROBUR ACCUSA IN TRASFERTA TUTTO IL PESO DEL PRONOSTICO
Felici di essere
smentiti a Bergamo
nate, potrebbe avere un grande peso per il prosieguo del nostro cammino. Una sconfitta (tocchiamo ferro!) ci porterebbe a ben cinque punti
dagli orobici, con il rischio di restare staccati
anche dal Novara e di vederci arrivare addosso
un Varese in costante crescita. Una vittoria (Dio
voglia!), importantissima anche sul piano psicologico, potrebbe rappresentare il perfetto
trampolino di lancio per un esaltante finale. Fra
l’altro non siamo affatto convinti che il Novara
abbia già sparato tutte le sue cartucce. Una fase
di rilassamento è fisiologica per chiunque. Speriamo che i momenti di crisi per i piemontesi
(che si sono anche rinforzati nel mercato di gennaio) non siano già finiti, perché altrimenti sarebbe davvero dura.
Fatto il punto generale sul campionato,
scendendo sul piano più strettamente tecnico, a
fronte di una difesa ormai quasi sempre più che
convincente e che ha saputo vincere molte iniziali perplessità (grazie anche al valore non sempre eccelso degli avversari) continuano a destare notevoli perplessità sia il reparto avanzato
che il centrocampo, sia pure per motivi diversi.
Gli attaccanti, infatti, si muovono bene,
creano in ogni gara numerose palle-goal (spesso
al termine di fraseggi veramente belli), ma poi
falliscono clamorosamente al momento decisivo. Se nelle ultime partite Calaiò e compagni
avessero trasformato anche soltanto un quinto
delle occasioni create, oggi staremmo tutti celebrando le glorie di Conte. Occorre, dunque,
maggiore “cattiveria” realizzativa perché in
questo caso l’allenatore non ha alcuna responsabilità ed é lecito attendersi molto di più da
bomber come Mastronunzio, uno di quelli che
stanno rendendo meno del previsto.
Per quanto riguarda il centrocampo, invece,
il discorso appare maggiormente legato alle
scelte tattiche del mister. I due uomini del reparto
centrale “soffrono” spesso gli avversari, specialmente in trasferta, Vergassola sta accusando i problemi legati all’inesorabile tempo che passa per
tutti e Carobbio ha fino ad oggi ampiamente deluso. Per fortuna il contributo offerto da Bolzoni
si è spesso rivelato determinante, ma in sua assenza il reparto non gira come dovrebbe, anche
perché gli esterni alternano ottime gare a prestazioni deludenti e non sempre, con l’eccezione
forse di Sestu, danno il contributo in fase difensiva che sarebbe lecito pretendere.
Nell’augurio, dunque, che Conte sappia apportare, almeno in determinate circostanze, quegli accorgimenti tattici che possano far crescere
il rendimento della squadra, stringiamoci attorno ai bianconeri con entusiasmo e fiducia in
questo mese che, se non sarà sicuramente determinante (visto che mancano ancora tante partite), potrebbe avere importantissime ripercussioni sul futuro del campionato. •
Il cammino è ancora lungo. La classifica conforta la Robur: ci
sarà da soffrire, come largamente previsto in un campionato mai
avaro di sorprese, ma l’obiettivo per il quale questa squadra è stata
pensata e costruita, oltre ad essere il sogno di tutti, appare soprattutto un obiettivo alla portata.
L’avevamo detto che chi sperava in una ‘cavalcata solitaria’
avrebbe dovuto presto riporre l’auspicio, ma i calcoli si fanno, i confronti sono pane quotidiano per quanti si nutrono di statistiche e anche guardando i numeri la speranza di ritrovare ‘il paradiso del pallone’ non sembra una chimera irraggiungibile, ma prende le
sembianze di una realtà possibile.
Quarantadue partite sono un percorso infinito da compiere, per
affrettate sentenze che parte della stampa specializzata aveva
emesso in favore della ‘corazzata’ bianconera. Ora che ne rimane
poco meno della metà, in molti non hanno perduto il vizio di definire il Siena una ‘squadra in missione da una categoria superiore’.
Acrobazie sintattiche e neologismi forzati che, ferme restando
le nobili intenzioni, non vorremmo si trasformassero in sonore ‘gufate’. Tuttavia, fatti i debiti scongiuri e riflettendo un attimo sulla
scala di valori che il campionato ha finora espresso, ci rendiamo
conto quanto le pressioni del pronostico, il peso e la voglia di un
immediato riscatto, siano stati e continuino ad essere fattori sulla
base dei quali poter indicare il Siena fra le favorite d’obbligo.
Gli investimenti estivi, la qualità dei singoli che può e deve essere valore assoluto del gruppo e il dichiarato intento di inizio stagione con la spinta dello sponsor più ‘generoso’ della cadetteria,
tasti sui quali non si può negare di aver più volte battuto, rafforzano
la consapevolezza di legittime ambizioni da primato.
Anche per questo, se da una parte è giusto che gli uomini ‘di
campo’ mantengano la tensione giusta per costruire passo passo un
‘miracolo sportivo’ ancora tutto da realizzare e verso il quale protendere ogni risorsa personale e professionale; dall’altra non deve
sorprendere che il ‘padre’ di questo progetto cominci a programmarne il futuro e a studiarne le ricadute.
Il tutto con la dovuta cautela eppure affidandosi alla lucidità
imprenditoriale di chi, alla passione e alla competenza per lo sport,
inseguendone i trionfi ma accettandone i verdetti, sa e intende unire
opportune logiche di sviluppo.
La serie A - secondo Il pragmatismo del Mezzaroma-pensiero
- non sarebbe soltanto un risultato da centrare per il prestigio e la
storia della piazza, ma anche una preziosa opportunità che il ‘sistema Siena’ nel suo complesso potrebbe sfruttare e che sarebbe
vera iattura vedersi sfuggire.
Sintesi perfetta di un ragionamento più articolato che ha portato il patron bianconero a valutare, insieme ad altri aspetti, anche
la rilevanza sociale di un agognato ritorno nella massima serie. Elemento, quest’ultimo, che richiama maggiormente l’ attenzione perché anteposto, per certi versi, alle ragioni di natura economica, capitolo evidentemente non trascurabile sia per quanto attiene il
coronamento degli sforzi profusi che per ovvi motivi di quadratura
dei conti. Che Massimo Mezzaroma fosse uno con le idee chiare è
stata per molti piacevole e immediata constatazione sin dal suo arrivo al timone della società: parole e non proclami, strategie e programmazione senza fronzoli strappa applausi o frasi ad effetto buttate là per facili entusiasmi. Accettare la sfida della gestione del
Siena in prima persona comportava la necessità di adeguarne strutture e risorse alla filosofia aziendale, l’unico modo possibile per
tracciare le linee operative di un percorso che potesse far collimare
al meglio le rinnovate aspettative degli sportivi con la cifra e le finalità dell’esborso finanziario.
In quest’ottica va letta anche la collaborazione con le istituzioni
che ha permesso, tra le altre cose, di definire spazi e tempi per iniziare la realizzazione del Centro Sportivo, polmone strutturale imprescindibile per sentirsi finalmente all’altezza dal punto di vista
tecnico, logistico ed organizzativo.
Del resto, e i sette anni precedenti hanno dato importanti conferme in tal senso (seppur con uomini e situazioni profondamente
differenti), farsi trovare pronti ad accogliere il grande spettacolo
del ‘gotha pedatorio’, significa anche coglierne i vantaggi commerciali e di immagine, per la promozione di un prodotto che funzioni, il quale, prima ancora che successo sportivo, sappia diventare il biglietto da visita più diffuso nella visibilità mediatica e nell’
attrazione culturale di un fenomeno le cui diverse inclinazioni darebbero – come dire – dignità sociologica alla condizione di una
città da serie A.
Tutto questo nel pieno e già
consolidato spirito di collaborazione e cooperazione con tutte
quelle entità, dalle contrade alle
associazioni di volontariato, storico microcosmo cittadino: l’une
per incontrare il cuore della città
e viverne le ancestrali tradizioni;
le altre per sposarne lo spirito
morale e assistenziale. In questi
anni, il convinto appoggio della
Robur verso campagne di sensibilizzazione o emergenze di va■ francescovannoni
rio tipo, non solo a carattere locale, ha prodotto effetti tangibili
sotto il profilo di concrete risposte dal e per il territorio.
Credenziali da aggiungere alle riconosciute eccellenze che appartengono al tessuto connettivo della senesità (concetto dall’indiscusso appeal ma spesso qualifica tanto totalizzante da tramutarsi
in limite) di cui lo sport è una delle principali espressioni.
Sono tanti gli addendi che devono
ancora trovare posto, tra i quadretti
della graduatoria, nella lunga
addizione di fattori, episodi
e situazioni a cui risponde
la sostanza dei numeri.
Sperando che il…totale del campo
possa corrispondere alla matematica del
pallone (variabili comprese) e
al sogno di un’intera città, Siena
guarda avanti. Inseguire e riabbracciare il patrimonio che la serie
A porterebbe in
dote, impone contestualmente di
non trascurarne le
oggettive priorità per
il suo mantenimento. •
il
‘Sistema
Siena’:
Siena
la miglior
risorsa
11
Emanuele Calaiò
LA ROSA DA QUI A GIUGNO
PORTIERI
33 COPPOLA Ferdinando,
43 FARELLI Simone,
22 IACOBUCCI Alessandro,
81 PEGOLO Gianluca,
1978
1983
1991
1981
DIFENSORI CENTRALI
5 BRANDAO Roncalo Jardim,
12 FICAGNA Daniele,
13 ROSSETTINI Luca,
19 TERZI Claudio,
1986
1981
1985
1984
ESTERNI DI DIFESA
2 VITIELLO Roberto,
7 CACCIATORE Fabrizio,
3 DEL GROSSO Cristiano,
21 ROSSI Andrea,
1983
1986
1983
1986
CENTRALI DI CENTROCAMPO
36 BOLZONI Francesco,
14 CAROBBIO Filippo,
39 MARRONE Luca,
8 VERGASSOLA Simone,
32 GENEVIER Gael,
1989
1979
1990
1976
1982
ESTERNI DI CENTROCAMPO
99 KAMATA Pedro,
10 REGINALDO Ferreira Da Silva Fonseca,
77 SESTU Alessio,
18 TROIANIELLO Gennaro,
23 BRIENZA Franco,
1981
1983
1983
1983
1979
ATTACCANTI
11 CALAIO’ Emanuele,
63 LARRONDO Marcelo Alejandro Paez,
9 MASTRONUNZIO Salvatore,
24 CAPUTO Francesco,
1982
1988
1979
1987
età media 27,6
Sono oltre dieci anni che il cosiddetto secolo breve è terminato, il
muro di Berlino è crollato da un pezzo e la Cina Popolare è diventata ormai nientemeno che un colosso del capitalismo mondiale, ma nello stereotipato linguaggio del calcio nostrano il pallone continua imperterrito
a ‘fare la barba al palo’, a ‘stamparsi’ all’incrocio dei pali o a ‘sibilare
vicino al montante’ di destra o di sinistra (in tempi di litigiosità politica
come quelli in cui viviamo è sempre bene essere imparziali).
Per non dire della roboante gamma di espressioni mutuate dalla terminologia bellica con le quali da tempo immemorabile giornalisti e commentatori televisivi sono soliti infarcire cronache e servizi post gara con
grande spreco di ‘assalti’, ‘siluri’, ‘missili’ e ‘bordate’ scagliate all’indirizzo della porta avversaria come se fosse una fortezza da espugnare.
Per non farsi mancare nulla non disprezzano nemmeno l’uso dell’arma
bianca; dunque, giù ‘arrembaggi’, ‘sciabolate’, ‘fendenti’ e ‘rasoiate’ in
ogni zona del terreno di gioco, tanto che alla fine si giustifica – volendo
fare della fin troppo facile ironia – quel ricorso alle ‘fasce’ che in tanti
sono soliti invocare quando ‘il gioco ristagna a centrocampo’.
Possiamo continuare a ridere pensando a tante altre espressioni
(che suonano davvero in maniera equivoca se estrapolate dal contesto
calcistico in cui vengono usate) come ‘cercare il fallo dell’avversario’
o più discretamente ‘puntare l’uomo’, oppure ancora ‘tirar fuori gli attributi’, ‘chiedere il triangolo’, ‘andare in sovrapposizione’, fino all’inflazionatissimo ‘sbagliare l’approccio’ e, forse per questo, in novanta minuti ‘non riuscire a toccar palla’.
E poi anche nel football ci si è adeguati in fretta alla dilagante moda
di coniare appellativi in qualche modo più gratificanti rispetto al vecchio tradizionale nome di mansioni e mestieri. Così, se lo spazzino è
oggi chiamato pomposamente ‘operatore ecologico’ e l’infermiere è
assurto alla qualifica di ‘paramedico’, nel mondo del calcio nessuno
dice più semplicemente ‘terzino’ o ‘ala’ bensì ‘esterno basso’, ‘esterno
alto’, ‘cursore di fascia’; la mezzala ora è il ‘trequartista’ e l’umile mediano un po’ scarpone, che non manca mai nemmeno negli squadroni
più blasonati, è stato elevato al molto più professionale rango di ‘incontrista’. Nel gergo pedatorio solo il portiere conserva l’eroico ap-
pellativo di ‘estremo difensore’ pronto ‘a dire di no’ alle ‘staffilate’ degli avversari, naturalmente ‘distendendosi in tuffo’ o ‘accartocciandosi sul pallone’.
In TV lo strazio della lingua italiana si sublima nelle ‘ripartenze’
di sacchiana memoria e con le reti ‘occasionate’ dall’assist di Tizio o
di Caio (Carlo Nesti docet). Si prosegue - ahimé - con le immagini che
finalmente ‘possono partire’ (per dove?) e con l’impalpabile, misteriosa ‘linea’ che viene ‘chiesta’, ‘ceduta’, ‘passata’, ‘restituita allo studio’ come in uno stucchevole incontro di tennis tra noiosi pallettari.
Ovviamente nemmeno i tifosi si salvano più da tale orgia di luoghi comuni e nelle loro discussioni
li senti snocciolare combinazioni
numeriche degne delle più sofisticate casseforti in una girandola di
scioglilingua a base di ‘quattro
quattro due’, ‘tre quattro uno due’,
‘quattro tre due uno’ e ‘quattro tre
tre’. Durante la partita constatano
preoccupati che l’avversario ‘raddoppia la marcatura sul portatore
di palla’ o che la loro squadra ‘si
è allungata’, si lamentano perché
il ‘rombo di centrocampo’ ha
smesso di ‘fare filtro’ e suggeriscono che è meglio metter dentro
una ‘mezzapunta’ al posto del
‘bomber’ un po’ spompato.
Perfino per l’arbitro il tempo pare essere trascorso solo per il colore delle divise perché, da che mondo è mondo, continua a ‘sorvolare’ o a ‘decretare la massima punizione’, a ‘comminare’ ammonizioni ed espulsioni ed a far faticosamente ‘rispettare la distanza
regolamentare’. Finché, con il fatidico ‘triplice fischio di chiusura’,
non ‘mette fine alle ostilità’ e ‘manda tutti negli spogliatoi’. A prendere un thé caldo, naturalmente. •
13
il
trionfo
dei
luoghi
comuni
lisi
■ mario
14
BASTA NON PERDERE IL SENSO DELLA MISURA
[ FEBBRE
LA LUNGA STRADA verso il paradiso continua. La Robur targata Conte prosegue
la sua marcia verso un traguardo che in
molti tifosi, forse troppi, danno per scontato. Il nostro compito di commentatori,
seppure tifosi, è quello di gettare acqua
sul fuoco sempre e comunque. Nonostante le undici vittorie casalinghe su
tredici partite, il Siena non si è scrollato
di dosso le avversarie e solo questo
semplice dato dovrebbe far riflettere.
Nobili decadute come Torino e Livorno,
per esempio, stentano molto nonostante i proclami e le campagne acquisti sontuose o quasi. A Siena, invece,
crediamo che la serie A sia un diritto acquisito da riconquistare al più presto. I
sette bei anni di massima serie, dopo
decenni di ‘infime’ categorie, ci hanno illuso e fatto credere di essere arrivati per
sempre. Il calcio, lo sport in generale,
non da’ mai verdetti assoluti. È il più bel
gioco del mondo, dal polo nord al polo
sud riunisce folle di tifosi, giocatori, semplici appassionati proprio per la sua imprevedibilità, maggiore di qualsiasi altro
sport. È la sua magia che ha fatto sì,
tanto per non andare lontano, che nel dicembre scorso una squadra di club africana ha giocato contro l’Inter nella finale del campionato mondiale per club,
ed è la solita magia che portò, otto anni
fa, la “follia” di Paolo De
Luca a condurre il Siena in
serie A.
Dopo sette anni di sogni
realizzati ci siamo svegliati e siamo tornati nella
normalità della serie B
che non ci fa apprezzare
appieno
l’importanza
sportiva della cosa. Guardandoci intorno possiamo
notare che squadre di città
importanti,
numericamente per storia calcistica, come Pisa, Taranto,
Messina, Perugia, e tante
altre ancora, sono sparite
dal calcio che conta e annaspano in categorie bassissime sognando i bei
tempi che furono.
Tornando alla realtà, non
vogliamo assolutamente
dire che dobbiamo accontentarci della serie cadetta,
ma che dobbiamo guardare l’attualità con occhi
più benevoli e mente più aperta.
Le basi per tornare nel calcio che
conta ci sono tutte. Un presidente appassionato e concreto, una società supportata da una delle maggiori banche
del mondo, una squadra ben preparata
e organizzata da due ottimi professionisti come il direttore Perinetti e l’allenatore Conte e soprattutto una città che
si è stretta attorno ai suoi beniamini
come poche, sono fattori che in molti ci
invidiano. In serie B contiamo oltre
7.000 spettatori di media, che in serie
A arrivano fino a 10000, dati che la di-
A LT A ] di Antonio Gigli
cono lunga sulla passione calcistica
della nostra gente. Quello che ci frega,
e qui dobbiamo fare una sana autocritica, è la nostra cronica, storica, ineludibile vis polemica. Vinciamo due partite di fila tra le mura amiche e
l’entusiasmo vola alle stelle, pareggiamo fuori casa ed ecco esplodere polemiche più o meno accennate. Il risultato sportivo non è in dubbio, eppure
non siamo ancora contenti, basta una
formazione sbagliata, un cambio più o
meno azzeccato e la nostra parte critica viene fuori.
In questi giorni di violente polemiche
politiche, una frase è sulla bocca di tutti:
fare un passo indietro. Questa frase vorremmo farla nostra e per questo invitare
tutti, partendo da noi tifosi accaniti:
stiamo tranquilli, facciamo un passino indietro e amiamo la Robur per quello che
di bello ci dà, cercando di giustificare i
pochi passi falsi di questo campionato.
Dopo quasi due terzi di torneo siamo
secondi in classifica, con diversi punti
di vantaggio su avversarie importanti,
e quindi riponiamo nell’angolo più remoto il nostro carattere e aspettiamo,
godendo, il finale di questo campionato.
Ce la possiamo fare, lo sappiamo bene,
società in primis, lasciamo lavorare chi
di dovere e tutti vivremo meglio quest’annata.
Una delle realtà sportive più importanti
della nostra città merita sicuramente fiducia, viste le difficoltà dell’”industria” calcio in Italia. Siamo piccoli ma possiamo
diventare grandi, basta aver fiducia e
aspettare. Siamo certi che mai come in
queste occasioni l’unione fa la forza. •
16 calcio
Rappresentativa
Juniores
IL PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE PROVINCIALE DELLA FIGC,
CI PRESENTA LE RAPPRESENTATIVE SENESI CHE PRENDERANNO PARTE
AI VARI TORNEI REGIONALI
Il fascino
della prima maglia
Come ogni anno, durante il mese di febbraio prendono il via i Tornei Regionali per
le Rappresentative Provinciali Allievi B (nati
nel 1995) e Giovanissimi B (1997) che richiedono al Comitato Provinciale Senese
della F.I.G.C. un significativo impegno organizzativo.
I selezionatori scelti per guidare le due rappresentative sono
rispettivamente Franco Rizzuto e
Fabrizio Scalpellini. I ragazzi senesi andranno ad affrontare in un
triangolare i coetanei del Comitato di Livorno e Arezzo. .
Durante i mesi di dicembre e
gennaio sono stati effettuati i raGiovanissimi B duni di selezione ed allenamento
ai quali hanno preso parte una quarantina di elementi per categoria.
Gli Allievi, guidati dal selezionatore Franco Rizzuto, durante
le selezioni e gli allenamenti
hanno dimostrato di possedere
buone doti tecniche ed una preparazione fisica adeguata alla loro età, ma considerato le
poche squadre che disputano il campionato
senese in questa fascia d’età, non c’è un’ampia scelta. Infatti, nella normalità dei casi, i ragazzi più promettenti vengono ingaggiati dalle
società professionistiche e perdono, di conse-
guenza, il diritto di prendere parte a questi tornei che sono riservati soltanto ad atleti di società dilettanti oppure di puro settore giovanile. Questo, forse, è il motivo per cui Il
Comitato F.I.G.C. della nostra Provincia non
ha mai vinto nulla in questa categoria.
I Giovanissimi B, seguiti dal selezionatore Fabrizio Scalpellini, hanno il difficile
compito di riconfermarsi, perché la rappresentativa senese di questa età ha vinto il Torneo Regionale per ben tre volte. Il valore di
questi successi non è uguale per tutti i Comitati Provinciali toscani, poiché se si mette
a confronto il numero delle Società fiorentine, livornesi e aretine con quelle senesi, si
può capire che la valenza delle nostre vittorie è sicuramente superiore.
Durante il mese di gennaio sono stati effettuati anche i raduni per la Rappresentativa
mariziomadioni
calcio 17
RAPPRESENTATIVA PROVINCIALE SIENA – JUNIORES (nati 1993)
Vignini
Ulivelli
Rubegni
Giglioli
Emini
Cerretani
Graziani
Romeo
Meconcelli
Pauciullo
Berni
Longino
Binarelli
Andrea
Andrea
Filippo
Tommaso
Endrin
Simone
Matteo
Andrea
Guido
Andrea
Francesco
Alessio
Alessio
Quercegrossa
San Gimignano
San Gimignano
San Gimignano
NP Chiusi
Asta
V. Mazzola
Valdarbia Calcio
Valdarbia Calcio
Staggia
L. Meroni
Montalcino
Montalcino
Machetti
Parissi
Nannotti
Leonardi
Baldini
Mucciarelli
Sardelli
Di Ioia
Kante
Fiaschi
Marcoionni
Rustichini
Diego
Lapo
Duccio
Giulio
Lorenzo
Cristiano
Giulio
Mattia
Amadou
Andrea
Gianluca
Matteo
Montalcino
Poliziana
Poliziana
Poliziana
Sinalunghese
Sinalunghese
Virtus Poggibonsi
Virtus Poggibonsi
Virtus Poggibonsi
Gracciano
Gracciano
Gracciano
AUTOFFICINA
E PUNTO VENDITA
Baccinetti
Mauro & C.
s.n.c.
RAPPRESENTATIVA PROVINCIALE SIENA – GIOVANISSIMI B (nati 1997)
Benocci
Imparato
Terrosi
Barcelli
Gurgugli
Zucca
Sorrentino
Murgia
Isidori
Targi
Benocci
Amedeo
Alessandro
Andrea
Alessio
Federico
Alessandro
Cristian
Alessandro
Ettore
Federico
Amedeo
B. Monteriggioni
San Miniato
O. Sarteano
V. Mazzola
V. Mazzola
V. Mazzola
Asta Taverne
Pianese
Poliziana
San Gimignano
B. Monteriggioni
Serravalle
Rapaj
Cirillo
Pacella
Cerbone
Cerbone
Agostino
Sciacca
Bernardini
Testi
Imparato
Andrea
Luftar
Roberto
Francesco
Antonio
Sebastiano
Umberto
Franco
Lorenzo
Andrea
Alessandro
Pianese
Gracciano
Gracciano
Gracciano
Valdarbia
Valdarbia
Valdarbia
Sinalunghese
Sinalunghese
San Gimignano
San Miniato
RAPPRESENTATIVA PROVINCIALE SIENA – ALLIEVI B (nati 1995)
Pistella
Gennai
Hilla
De Muru
Di Fiore
Martino
Tavanti
Ghiddi
Magliozzi
Lekeune
Alessandro
Davide
Ergis
Daniele
Leonardo
Gabriele
Niccolo’
Marco
Luis
Rapolano T.
Rapolano T.
Rapolano T.
Pianese
Pianese
U.Poliziana
Sinalunghese
Sangimignano
B.Monteriggioni
B.Monteriggioni
Juniores (nati 1993), affidata all’ex bandiera della
Robur Andrea Pepi.
Questa Rappresentativa, sotto la guida dell’ex
bianconero Walter Francini, ora allenatore del Serre
di Rapolano, di Mauro Gozzini e di Giancarlo Colombi, negli ultimi anni ci ha dato grandi soddisfazioni. Infatti, nel 2002 abbiamo vinto il trofeo senza
perdere alcuna gara; nel 2003 siamo arrivati secondi
dopo una avvincente finale disputata allo Stadio A.
Franchi di Siena contro la rappresentativa del Comitato di Lucca, per poi rivincere il titolo nel 2004
nello stadio lucchese. Nel 2008-2009 ad Arezzo,
dopo una gara avvincente e lottata fino ai tempi supplementari, abbiamo ceduto il primo posto alla squa-
Vitti
Giorgi
Pagliantini
Monaci
Bertoli
Mare
Anselmi
Vodo
Mari
Bruni
Andrea
Paolo
Andrea
Alberto
Jacopo
Federico
Niccolo
Aldo
Andrea
Alessandro
B. Monteriggioni
V. Mazzola
V. Mazzola
V. Mazzola
Gracciano
Gracciano
Gracciano
San Miniato
San Miniato
San Miniato
dra di Massa-Carrara. In questa stagione sportiva la
rappresentativa senese si troverà ad affrontare in un
triangolare le squadre di Livorno e Pistoia.
La prima partita del Torneo Paterni 2010-2011 si
è svolta il 9 febbraio a Staggia Senese. Dopo questa
gara casalinga, i ragazzi senesi dovranno giocarsi
l’accesso alla fase finale a Pistoia.
Ai responsabili organizzativi Vittorio Veneri, Giancarlo Giubbi, Gianni Pallari, Maurizio Mecacci, ai selezionatori ed a tutti i ragazzi che ci rappresentano in
queste competizioni un sincero e sportivo “in bocca al
lupo” con la speranza che il nome di Siena venga portato sempre più in alto con altri successi. •
Marizio Madioni
Via Pescaia 64/66
53100 SIENA
Tel.
05.77.42.162
Fax 05.77.22.42.73
[email protected]
elenaborri
polisportiva 19
La ginnasta biancoverde Giulia Leni in corsa per l’azzurro
in vista delle prossime Olimpiadi
Giulia Leni, ginnasta e
stella biancoverde, da tempo
in Mens Sana è una voce fuori
campo: dopo la pausa estiva
trascorsa a Siena, da settembre è tornata a Milano, al Centro Tecnico Federale. Riusciamo a parlare con lei
infiltrandoci tra i suoi numerosi
impegni, fatti di allenamenti al
mattino e scuola al pomeriggio. Inspiegabilmente, nonostante l’ora tarda e l’innegabile
stanchezza, Giulia ha ancora
voglia di sorridere e di rispondere con gentilezza alle domande che le poniamo.
Ormai da diversi mesi ti sei trasferita a Milano,
che cosa ti ha portato a fare questa scelta? È difficile stare lontano da Siena?
“Beh non è semplice, ti abitui a crescere in fretta.
Ma alla fine per me rimanere in Mens Sana era diventato impossibile: ero la sola agonista di alto livello e non avevo modo di confrontarmi con nessuno, non c’era competizione. A Milano invece
siamo in tanti, molti atleti hanno una lunga carriera
alle spalle: l’emulazione è un catalizzatore molto potente, guardando gli altri riesco a perfezionarmi di
giorno in giorno. Però quando penso alla mia famiglia (e al mio cane…) un po’ di nostalgia mi assale”.
Ma se in ballo c’è così tanta concorrenza, come
riesci a costruire rapporti personali?
“Per fortuna viviamo la rivalità in modo positivo,
cercando di trarre insegnamenti dalle qualità altrui.
Ci aiutiamo, a nessuno piace migliorare alle spalle
dei compagni. E poi quando usciamo dalla palestra
siamo davvero tutti amici: soprattutto con Carlotta
Ferlito, l’unica che ha la mia stessa età, ho un bellissimo rapporto. Negli ultimi anni ho condiviso con
lei praticamente ogni momento, è una grande ginnasta e un’ottima amica”.
La novità per la stagione agonistica 2011 è senza
dubbio il salto dalla categoria Junior alla Senior:
quali saranno le difficoltà che dovrai affrontare?
“Nella divisione Senior incontrerò ginnaste
molto più forti e preparate tecnicamente, in poche
parole le migliori al mondo. Sarà davvero difficile
batterle, anche perché aumenteranno i livelli minimi
sulle uscite a trave e parallele e sull’ultima diagonale al corpo libero”.
Nel tuo repertorio sono in cantiere nuovi esercizi?
“Ogni giorno lavoriamo insieme ai tecnici
per inserire o perfezionare qualche dettaglio. In
questo momento ci stiamo concentrando sul
corpo libero, il mio esercizio di punta. La scelta
è quella di potenziare l’attrezzo dove sono più
forte, per riuscire ad andare a medaglia”.
"Londra 2012,
il sogno
nel cassetto"
Tra i primi appuntamenti della tua lista, ci sono
i Test Nazionali...
“Sì, inizieranno a fine febbraio. In base ai loro
risultati, e a quelli della gara internazionale che si
terrà a Jesolo, avverranno le selezioni per i prossimi
Europei. L’obiettivo è quello di partecipare come individualista, ma come al solito la concorrenza è spietata. A rappresentare la Nazionale Italiana verranno scelte soltanto quattro atlete: due che
saliranno All Around sui quattro attrezzi e due che,
partendo da un punteggio di base molto alto su un
solo esercizio, si concentreranno esclusivamente su
quello. Inutile dire che la mia aspirazione è effettuare
il Giro Olimpico”.
E poi ci sarà il campionato di serie A1, nel quale
gareggi in prestito per la società Gal Gym Team.
Quali sono le prospettive della squadra?
“Alla Lissone avrò gli stessi allenatori che ho qui
al Centro Tecnico. Io e le mie compagne faremo il
possibile per ottenere buoni risultati, ma per il momento un pronostico è impensabile”.
E le tue future colleghe? Ci sono già alla vigilia
simpatie o antipatie?
“Le conosco già tutte molto bene, la maggior
parte di loro si allenano qui con me a Milano. Sono
ragazze simpatiche e determinate. Credo che mi
troverò bene”.
Se dovessi fotografare il ricordo più bello e
quello più brutto della stagione appena conclusa,
quale sceglieresti?
“Quello più bello senza dubbio gli Europei a Birmingham, dove insieme alle altre rappresentanti della
Nazionale Junior ho vinto la medaglia di bronzo. Il
più brutto... la caduta a trave dalla ruota senza alle
Finali di Specialità, un errore che mi è costato l’esclusione dalle Olimpiadi Giovanili di Singapore”.
A proposito di Olimpiadi, Londra 2012 è davvero un obiettivo che ti sei posta di raggiungere?
“Non oso pensarci, prima ci sono gli Europei e
poi i Mondiali a Tokyo, entrambi qualificanti. Per il
momento continuo a lavorare lasciando Londra archiviata solo come un sogno”.
Se ti fermi a riflettere sui tuoi esordi, che ruolo
attribuisci alla Mens Sana e alla tua allenatrice Beatrice Vannoni?
“La Mens Sana è la mia casa. Lì sono cresciuta e
ho raggiunto i primi traguardi importanti. Non posso
che esserle infinitamente grata. Quanto a Beatrice,
tutte le volte che ho avuto bisogno è sempre stata al
mio fianco, ha saputo consigliarmi, mi ha consolata
nelle sconfitte e gioito con me nelle vittorie. Quando
torno a casa spesso mi fermo da lei, come sua ospite.
Per me è come una seconda mamma”. •
20 gigirossetti
calcio
Era in “tutt’altre faccende affaccendato”
il San Miniato, ma oggi, con quella che è la
virtù dei forti, la calma, torna finalmente a parlare di calcio, quello giocato. È stato un periodo un po’ complicato quello degli ultimi
mesi ma pian piano, e come detto con calma,
sembra proprio che tutti i tasselli stiano andando al loro posto e allora lo spazio ad esso
riservato può tornare ad essere sfruttato per
parlare delle tante squadre neroverdi che domenicalmente hanno continuato, con alterne
vicende per carità, a scendere in campo.
Una panoramica che, a scalare, parte da
quella che da sempre è stata la squadra di punta
del maggior sodalizio senese in fatto di calcio
giovanile; parte dagli Allievi, quelli classe ’94,
quelli cosìdetti di elite, quelli allenati da Romano Perini. Rappresenta, questa categoria, il
top dei giovani della nostra regione e San Miniato è lì, con orgoglio, a rappresentare Siena.
Una grande partenza di campionato da parte
di questi ragazzi che poi però, verso la fine dell’anno, hanno cominciato ad avere qualche
problema che ha complicato la loro posizione
di classifica. Alcuni segni di risveglio però, soprattutto nell’ultima uscita, ci sono stati e al-
lora sperare in una pronta ripresa non è più
un’utopia. La salvezza, che è poi l’obiettivo di
partenza, sembra traguardo raggiungibilissimo, una speranza che deve essere, soprattutto nella mente, certezza grazie anche agli
innesti effettuati (quelli di una punta e di un
centrocampista arrivati dal Siena) che hanno
dato alla compagine una maggior compattezza.
Simile è il discorso per l’altra formazione
degli Allievi, quelli B. I ragazzi di Tosoni, allenatore/presidente, devono fare di necessità
virtù perché dati in “prestito” i migliori alla formazione più grande, altro non possono fare che
guardare al futuro; e a dire il vero ci stanno riuscendo bene perché comunque stanno facendo
delle buone cose. L’obiettivo è quello della crescita collettiva, quello di una preparazione in
vista del prossimo campionato più impegnativo con un occhio – perché no? – anche alla
classifica e quella, in questo momento, dice che
ci si può accontentare perché partiti con qualche inciampo di troppo, ora i ragazzi del ’95
viaggiano nella sua parte medio alta.
Giovanissimi A: eccola la “spada nel
cuore” del San Miniato. L’obiettivo di partenza è sempre il solito, vincere per riconqui-
AL SAN MINIATO SI TORNA A PARLARE DI QUELLO
CHE SA FARE MEGLIO:
PREPARARE I GIOVANI AL CALCIO MA SOPRATTUTTO ALLA VITA
Alla riscoper ta
della vera vocazione
stare quella categoria regionale che davvero
da troppo tempo ormai latita in Società. Anche quest’anno l’obiettivo sembra lontano
perché troppo è stato il terreno perso da questi ragazzi che cercano di indorare l’amara pillola con la grande ascesa che stanno vivendo
in questo momento. Primo posto lontano (da
sembrare irraggiungibile, nove lunghezze) e
così il traguardo primario diventa quello della
seconda posizione che potrebbe lasciare spazio alla speranza di un ripescaggio per tornare
là, dove il San Miniato ambisce e merita.
Giovanissimi B rinnovatissimi e così il
compito di Costantini non può che essere
quello del maestro che educa ad una sana crescita i ragazzi; ci sta riuscendo perché la risposta che riceve è quella di un campionato
assolutamente tranquillo. Dove invece il San
Miniato mette tre punti esclamativi è negli
Esordienti Fair Play. Storicamente importanti,
”i ragazzi del ’98” non tradiscono neppure in
questa occasione; è il secondo anno che sono
sotto la guida di David Contu, i ragazzi sono
cresciuti tantissimo, giocano il miglior calcio
e al fisico, ancora in via di formazione, sopperiscono con una gran tecnica e come detto
con il gioco che li porta nelle zone altissime
della classifica. Sono ragazzi sui quali si punta
parecchio perché se dovesse essere mancato
ancora l’obiettivo dovranno essere loro, in
prospettiva, a portare i Giovanissimi nel campionato regionale. Infine la Scuola Calcio, che
sta dando ottimi risultati anche dal punto di vista numerico dal momento in cui, anche quest’anno, cento ragazzi hanno scelto San Miniato per il loro sport preferito. Un plotone di
ragazzini che, agli ordini di bravi tecnici quali
sono Banelli, Pacini, Rosini, Ganci, Meniconi,
Pianigiani e Santi, con successo partecipa ai
campionati di pertinenza. Esordienti B, Pulcini a 7 a 6 a 5 e poi ancora i tornei per i nati
nel 2003/04/05; insomma per dirla come il
poeta “Passata è la tempesta… Ecco il sereno
rompe là da ponente”. •
Come vi sentite, sportivamente parClaudio Terzi
lando? Felici? Scontenti? Appagati? Delusi?
Frustrati? Euforici? Incazzati neri? Lezzi ‘na
cifra?
Dico: nel senso di tutt’e due le benamate. Quella bianchennéra e quella bianchevvérde
Forse, se dovessimo definire il momento complessivo che attraversa lo sport
maggiore senese, si potrebbe dire che ci
sentiamo in una fase sospesa e interlocutoria.
Il che vuol dire non del tutto scontenti
(ci mancherebbe altro), ma che alla piena
goduria ci manca ancora qualcosa.
Siamo alle vette – in tutt’e due i casi –
del campionato, e avercene di anni così.
Però... Però.
Versante bianchennéro.
Ma è possibile che in trasferta questa
squadra non vinca le partite? E che le giochi alla sciamannona come ultimamente è
successo? Nessuno è tanto naif (eufemismo col quale il buon Cardaioli apostrofa
chi spara una bischerata: è troppo signore
per dargli del testadicazzo, ma il senso è
quello), si diceva: nessuno è tanto naif da
pensare che con il Cittadella fosse cotto il
lesso e che s’andasse a fare una scampagnata. Il Cittadella, a onta della posizione
di classifica nella quale si trova, è squadra
da non prendere di sottogamba. E questo si sapeva, ma impostare
una partituccia come quella del 6 febbraio, via, vuol proprio dire
buttare via le occasioni.
Il risultato è quello di aver perso la vetta della classifica e, badate bene, di essere non secondi, ma terzi, perché il Novara è a pari
punti con la Robur, ma, con noi, ha pareggiato a Siena, dunque fuori
casa. Dunque, nella classifica avulsa, ci è davanti. Il che significa
che, se il campionato finisse oggi, a giocarsi la tombola dei play off
ci andrebbero i bianconeri.
Non so a voi, ma a chi scrive, l’ipotesi di giocarsi i play off,
mette i brividi nella schiena.
Il fatto è che Cittadella non è stata l’eccezione: è stata la (quasi)
regola. Il Siena, al Rastrello, se la cava anche bene, ma fuori no. E
una squadra che fuori non vince può trovarsi in difficoltà. Non ci
stiamo giocando la sopravvivenza in una serie: ci stiamo giocando
la promozione, e per poter contare di risalire in serie A le partite
fuori bisogna vincerle. Se non tutte (che è impossibile) almeno un
po’. Almeno quelle che contano. Questa contava, ed è andata com’è andata.
Mentre stiamo scrivendo queste note, il pensiero va alla partita con
l’Atalanta, di nuovo fuori casa. E la preoccupazione non cala. Anzi...
Versante bianchevvérde.
Si mette in salita in Eurolega. Felicissimi di essere entrati nelle
top sisxteen, beninteso, ma si fa dura andare avanti. La bellissima
impresa di Belgrado (alla quale la stampa sportiva italiana non ha dedicato una riga: meglio così. Meno è la pressione, meglio lavorano
la società e la squadra) ha un po’ bilanciato la sconfitta casalinga con
Madrid (maturata amaramente dopo che la Mens Sana era andata
avanti di un bel po’ di punti, al termine di una quarta frazione di gioco
in cui il primo canestro senese è arrivato dopo 8 minuti e gli hanno
fatto seguito solo un paio di altri, nei restanti quattro minuti di gioco).
E c’è toccato anche essere contenti (!!!) che Messina&Co. ce l’abbiano fatta a rimangiare lo svantaggio che stavano subendo dall’Efes.
Che ora è seconda, ma ci è avanti di solo un canestro e deve venire a
21
giocare a Siena. Tante variabili.
Troppe, per stare tranquilli.
In campionato va meglio. Pare
che il “Miracolo a Milano”, con
Dan Peterson nel ruolo di “Toto il
buono”, si stia un po’ spegnendo
(ma sono sicuri, lassù, di aver fatto
una cosa furba a mandar via Bucchi? Sarà, ma ho i miei dubbi. Tuttavia, come si dice, contenti loro..)
fche
ra
a son
color
sospesi
balestracci
■ duccio
mentre in viale Sclavo ci si sta attrezzando per sopperire agli infortuni e alla sfiga. Michelori sta facendo ricredere chi scrive, il quale
(chi scrive) aveva un po’ storto la
bocca davanti alle sue performance
(di Michelori). Ora, il ragazzo pare
maturato parecchio: onore a lui e a
chi lo sta facendo crescere.
Jaric ancora deve lavorare parecchio per tornare a essere Jaric, ma qualche segno positivo non
manca: le ultime partite lo vedono in interessante progresso, anche
se ci sono sempre da far dimenticare, da parte sua, alcune imbarazzanti prove di inizio. Tempo al tempo, diceva quel generale russo
mentre Napoleone si infognava verso Mosca. Ebbe ragione il generale russo, come
è noto.
Rakovic, ogni tanto,
combina qualche birbonaio
da billoccòne, benedetto anche lui, ma quel che lascia
sconcertati è un’altra cosa. È
il fatto che, ai liberi, questi
giocatori (anche i migliori)
tirano con una percentuale
che va poco oltre il 50%. Qui
bisogna che la pezza ci sia
messa e subito. Rischiare
perché gli altri giocano bene
è un conto; rischiare perché
si tirano palle torte è un altro
conto. E fa dimolto illezzire.
Insomma, anche in questo versante, le cose vanno
bene ma dovrebbero (non
“potrebbero”:
“dovrebbero”) andare meglio.
Senza pretendere né la
perfezione, né la luna, beninteso. Nessuno è tanto naif
(nel senso cardaiolesco del
termine). •
Marko Jaric
cicloturismo
In attesa dell'edizione 2011 de 'L'Eroica', la corsa senese e la Marcialonga si scoprono affini
Un gemellaggio
all’insegna della fatica
In attesa che sabato 5 marzo le ‘Strade Bianche’ tornino ad ospitare i professionisti del ciclismo, si è messa di
nuovo in moto (ammesso che si sia mai fermata…), la macchina organizzativa dell’edizione numero 15 de ‘L’Eroica’
in programma per domenica 2 ottobre prossimo.
L’unica vera e autentica novità di quest’anno, che si
prevede fin d’ora memorabile, è …la mancanza di novità.
Nel senso che non cambierà nulla, né per quanto riguarda
i percorsi, la logistica, i ristori d’epoca , le mostre e tutte
le altre attività che fanno da contorno, come la presentazione di libri, le attività teatrali e gli incontri con i personaggi che hanno fatto la storia del ciclismo. “Per mantenere L’Eroica quella che è diventata grazie a tutti coloro
che vi hanno preso parte, in qualsiasi forma, non potremo
essere più di quei 3500 che nel 2010 sono stati con noi”
- ha sottolineato il presidente della Eroica Ciclismo d’Epoca
SSD Furio Giannini -. “Questo è un passo che dovevamo
compiere peer evitare che l’evento crescesse a dismisura
rischiando di morire per obesità. Nel nostro regolamento
cercheremo di privilegiare la partecipazione dei meno
giovani, portatori di esperienze e conoscenze di cui
L’Eroica non dovrà mai fare ameno”.
È curioso intanto che, fin dal primo
giorno di iscrizioni, il numero di quelli che
hanno formalizzato la propria adesione sia
salito vertiginosamente a circa 600 unità,
la metà dei quali stranieri. A conferma, una
volta di più, del fascino che la cicloturistica
senese esercita su tutti gli appassionati di
questo sport sparsi nel mondo.
E mentre L’Eroica torna ad alimentare
la fantasia di coloro che almeno una volta
vi hanno già preso parte e di quelli che
ambiscono a farlo, l’originale corsa
d’epoca si prepara ad un connubio, all’insegna dei sapori del passato, con l’altrettanto storica Marcialonga.
Nel 2013, anno della 40esima edizione della famosa manifestazione di fondo, diventerà anch’essa
‘eroica’. L’infaticabile team organizzatore porterà infatti
la Marcialonga a rivivere emozioni e colori di un tempo
attraverso la ‘Marcialonga Story’, un pittoresco tuffo nella
memoria con tanto
di rievocazione di
materiali storici.
Si tratta di una
prova, in programma il 26 gennaio
2013, che dallo stadio del fondo di Lago
di Tesero si allungherà fino a Cavalese,
da sempre sede dell’arrivo della competizione trentina. I
concorrenti dovranno presentarsi al via
con attrezzatura e
abbigliamento d’epoca e un’apposita
commissione vali-
derà la correttezza dei materiali, che devono essere datati almeno 1976. A questo proposito risulterà decisamente opportuna una visita nella propria soffitta, dove
può nascondersi qualche bel pezzo d’antichità da spolverare e sfoggiare allo start della Marcialonga Story.
Per rendere il tutto ancor più allettante, e seguendo il
successo mondiale delle Bici Eroiche, registrate e catalogate dagli organizzatori che si svolge prevalentemente su
strade sterrate fra paesaggi suggestivi e borghi antichi, anche la Marcialonga ha istituito il ‘Registro degli Sci
d’Epoca’ che raccoglierà notizie, dati e immagini di sci
costruiti in epoche diverse e ancora funzionanti. Per iscriversi al ‘Registro’ basta ckliccare su www.marcialonga.it
, e nella sezione ‘Eventi’ della Marcialonga invernale si
trovano il regolamento e il modulo di adesione.
Marcialonga quindi come L’Eroica, con attrezzature
sportive diverse, ma con tante sinergie in comune. E’
emersa quindi l’esigenza di unirsi per collaborare e scambiare esperienze, consigli e suggerimenti, per crescere
sempre con un occhio a quello che siamo stati, tenendo
sempre viva la memoria di un ciclismo e di uno sci di
fondo fatto di grandi fatiche e di sfide impossibili.
La cerimonia ufficiale del gemellaggio fra le due associazioni si è svolta sabato 29 gennaio presso il Palacongressi di Cavalese. •
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24
GINO IL GIUSTO
[ F U O R I G I O C O ] di Roberto Barzanti
VUOI VEDERE
CHE LO FANNO SANTO?
Le premesse ci son tutte. I maligni lo
trattavano come un bacchettone qualsiasi, a Siena in particolare, e non solo
per spirito ghibellineggiante. Le costanti
frequentazioni di Santa Petronilla e la
stretta amicizia col Prete Bello, don
Bruno Franci, avevano esaltato la sua
fama di uomo pio, del resto non immotivata. Il tondo distintivo dell’Azione Cattolica riluceva sempre sul bavero della
giacca di Ginettaccio Bartali (quando si
degnava di indossarla). Si sapeva che
di ebrei ne aveva salvati un bel po’, nascondendo salvifici documenti d’identità opportunamente contraffatti sotto il
sellino della bicicletta e pedalando tra
Toscana e Umbria in finti e lunghi allenamenti. Chi poteva averlo in sospetto?
Si è scritto addirittura di 800 ebrei protetti dalle persecuzioni e salvati dalla
morte in case e conventi della Toscana
grazie alle pedalate davvero miracolose
e cristiane del buon Gino.
Ora è spuntata fuori una toccante testimonianza. Un certo Giorgio Goldenberg, settantottenne ebreo di origine fiumana, ha confessato di essere sfuggito
a rastrellamenti e retate perché negli ultimi mesi di occupazione se ne stette nascosto coi suoi genitori in una cantina il
cui intraprendente (non unico) proprietario era proprio Gino Bartali, “un agile
trentenne di Ponte a Ema”, come gli apparve allora. Giorgio faceva la spola ogni
giorno tra Fiesole e Firenze dove frequentava la scuola elementare. I genitori
erano molto amici di Bartali e di
suo cugino Armandino
Sizzi. Grazie ai due la
famiglia Goldenberg ebbe a disposizione lo
scantinato di
uno stabile in
via del Bandino, zona
Ga vinana.
“La cantina
– dice oggi
Giorgio
–
era
molto
piccola, una
porta dava su
un cortile ma
non potevo uscire,
avrei corso il rischio
di farmi vedere dagli inquilini dei palazzi adiacenti,
a un certo punto dopo mesi vidi un soldato inglese con la scritta Palestina e
con la Stella di David cuciti sulle spalle
[evidentemente faceva parte della brigata ebraica, n. d. a.], chiamai il babbo
che cominciò a parlargli yiddish, capii
che eravamo finalmente liberi”.
Sembra che altre testimonianze dello
stesso tenore siano state raccolte
dal periodico ‘Pagine
Ebraiche’, che ha
dato molto risalto
alla notizia, ripresa in bella
evidenza
dall’ ‘Osservatore romano’. E
così Gino
può darsi
che si veda piantato un albero in suo
onore nello
Yad Vashem,
luogo della memoria sacro al popolo ebraico, e sia
proclamato Giusto tra le
Nazioni. Una bellissima vittoria postuma,
che nessuno potrà mettere in dubbio.
L’aureola che illumina la testa di Bartali
nella tradizione popolare sarà ancora più
splendente.
Adelphi di recente ha riedito un testo
– ‘Bartali e Coppi’ – pubblicato in Francia da Curzio Malaparte. A dire il vero
non è la prima volta che viene offerto
in traduzione italiana. Già era apparso
su ‘Tempo’ in due puntate nel luglio del
’49. Con leggera ironia Malaparte si diffondeva in edificanti aneddoti, contrapponendo il Gino religioso e orante
al laico e cartesiano Coppi, campioni
di due Italie. “Il curato di Santa Lucia –
vi si legge –, il villaggetto dove sono
nato, sulle colline del Chianti che dominano Ponte a Ema, paese natale di
Bartali, mi raccontava di recente che
una ragazzetta della sua parrocchia
aveva visto un angelo durante l’ultimo
Giro d’Italia: questo angelo spingeva
Bartali su una salita. Il buon prete è
fiero del suo Gino, come Gino è fiero
del suo angelo”. Pedala pedala, da scalatore leonino, Bartali, il Giusto, è arrivato in Paradiso. •
Due illustrazioni tratte dal numero di "Tempo" del
9 luglio 1949.
andreasbardellati
appuntamenti 25
Petr ucci plaude
ai meriti
di Siena
Chi meglio del presidente del Coni Gianni
Petrucci può fare il punto sullo sport italiano in vista della preparazione dei giochi olimpici di Londra 2012?
Il Gruppo Stampa Autonomo Senese, presieduto da Roberto Romaldo, ha incontrato la massima autorità sportiva italiana in una piacevole serata conviviale a tema, nel corso di una sua recente
visita a Siena.
L’incontro con Petrucci è stato un nuovo fiore
all’occhiello della gestione del Gruppo Stampa,
che prosegue nell’intento di avvicinare i giornalisti senesi ai principali personaggi operanti nei
più svariati settori e far conoscere, anche in maniera un po’ meno formale del solito, qualcosa
di più e di diverso di chi abitualmente frequenta
le stanze dei bottoni.
Petrucci ha nel suo prestigioso curriculum numerose esperienze dirigenziali che ha messo al
servizio del basket prima e del calcio poi, e che
oggi utilizza per condurre la complessa macchina del Coni.
La sua visita a Siena, in occasione del vittorioso derby contro il Livorno, è stata un’occasione
per parlare di tutti gli sport, sviscerare gli argomenti attualmente più in auge e parlare del fenomeno calcio, vero motore e linfa finanziaria di
tutto lo sport italiano.
Alla serata hanno preso parte anche il segretario generale del Coni Raffaele Pagnozzi, il
responsabile degli impianti sportivi del Coni e direttore del parco del Foro Italico Diego Nepi Molineris, unitamente a Roberto Montermini e Massimo Carignani, presidenti rispettivamente dei
comitati del Coni provinciale di Siena e di Terni.
Spazio anche alla comunicazione, vero punto
nevralgico di ogni qualsivoglia settore e quindi
anche dello sport, con la partecipazione del responsabile dell’area comunicazione e rapporti
con i media Danilo Di Tommaso. Presenza atta a
continuare quel percorso di approfondimento
della realtà della comunicazione che il Gruppo
Stampa Autonomo Senese ha intrapreso in questi
ultimi anni incontrando a Siena Franco Siddi, presidente della Federazione nazionale della stampa,
Enrico Paissan, all’epoca vice presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, ed altri soggetti di
rilievo impegnati nelle più variegate forme di
espressione dell’arte del comunicare.
Nel corso dell’incontro con Gianni Petrucci
sono intervenuti anche i rappresentanti istituzionali dello sport senese come l’assessore allo sport
del Comune di Siena Massimo Bianchi, il vice
presidente della Banca Monte dei Paschi ed ex
presidente del Coni provinciale e regionale Ernesto Rabizzi, Orietta Maggi, presidente del Pa-
nathlon Club di Siena e il vice presidente del Coni
senese Andrea Luchini.
Rimarcato il ruolo fondamentale della sponsorizzazione dello sport senese da parte della
Banca Monte dei Paschi, una presenza importantissima nella nostra realtà che sostiene sia lo
sport di vertice con il Siena calcio e la Mens Sana
Basket, che lo sport impropriamente definito minore, permettendo a molti senesi di praticare le
più variegate discipline sportive.
Presente alla serata anche il presidente della
Mens Sana basket Ferdinando Minucci, vero protagonista dell’ascesa e del consolidamento ai vertici europei della pallacanestro senese negli ultimi venti anni e che può vantare anche di aver
formato l’attuale commissario tecnico della nazionale Simone Pianigiani. Nei confronti di Minucci, il presidente del Coni Petrucci ha speso
parole di profonda ammirazione definendolo “il
più grande dirigente italiano”.
Parole di elogio sono state rivolte anche al presidente Mezzaroma che con impegno e perseveranza sta ottenendo ottimi risultati con la sua Robur e allo stesso commissario tecnico Simone
Pianigiani, chiamato a trasferire in azzurro la perfezione del sistema Siena nel basket per provare
a inseguire quel sogno, ultimamente solo chimera,
chiamato qualificazione alle Olimpiadi. •
26 andreabruschettini
atletica leggera
Filippo Costanti e Riccardo Fratarcangeli:
brillano le stelle invernali dell'Uisp
È già Primavera
per l'atletica senese
Sarà un mese di febbraio particolarmente
caldo per l’atletica leggera senese, visto che
come tradizione in questo periodo si concentrano
le massime manifestazioni nazionali di inizio
anno, come campionati italiani indoor e campionati italiani di corsa campestre.
Già in gennaio si sono viste ottime prestazioni, e al contrario una piccola defaillance di
uno dei nomi top che dispiace, ma che speriamo
possa essere presto rimediata.
L’Uisp Atletica Siena ha subito calato in pista,
nello specifico l’anello di 200m del Banca Marche Palas di Ancona, il talento di Filippo Costanti,
che dopo mesi di assenza dalle gare nella seconda parte della stagione 2010 causa infortunio, appare completamente ristabilito. Prima ha
“rodato” il proprio motore correndo i 200m con
il personale di 22”20, ottimo crono, poi ha ribadito di essere un quattrocentista di razza vincendo la gara sul doppio giro di pista in 48”60,
nuovo primato provinciale assoluto.
Benché sia difficile rinvenire una vera e aggiornata graduatoria all-time indoor dell’atletica
leggera senese (le statistiche provinciali si basano
ormai da tempo più sulla diretta conoscenza degli interessati che su fonti certe), ormai è chiaro
che le qualità del ventiduenne originario di Chiusdino sono di primo livello, e la speranza è che
possa esprimerle nelle opportune sedi, nell’immediato i campionati italiani promesse (ovvero
under 23) e in quelli assoluti in programma sempre ad Ancona.
Sulla sua scia, i compagni di allenamento Lorenzo Centini, Vincenzo Grillo e Alessandro Carrozza danno altrettanti segnali di solidità agonistica, con il primo al doppio personale sia sui
200m (23”00) che sui 400m (50”32), e gli altri
a chiudere in 53”32 e 53”58.
Tra gli altri promettenti esordi dell’anno, va segnalato l’1,92 valicato a Firenze da Matteo Baldi
nell’alto (primato personale eguagliato), e il
13,18m nel triplo dell’allievo Matteo Sclavi. Si
attende ancora il debutto nel lungo della vicecampionessa italiana under 23 Alice D’Auria,
mentre la stagione 2011 ha sancito il ritorno nelle
fila del club senese dopo gli anni trascorsi al CUS
Sassari di Cristina Fornacelli, specialista di ostacoli e salto in lungo.
andreabruschettini
atletica leggera 27
Il risultato più sorprendente delle prime gare
in programma è quello siglato da Riccardo Fratarcangeli, 19 anni, alla sua prima vera e propria stagione agonistica. Allenato da pochi mesi
da Maurizio Cito, e alla prima competizione indoor della carriera, Riccardo ha corso gli 800m
in un sorprendente 1’57”27. Il potenziale del ragazzo è ancora tutto da esplorare, così come da
costruire è la sua esperienza agonistica, ma il
tempo stampato ad Ancona vale il minimo per i
campionati italiani juniores di metà febbraio, e
proprio in quel contesto prenderà confidenza con
un palcoscenico che nei prossimi mesi potrebbe
divenire di sua pertinenza.
Intanto il suo personale percorso di crescita è
transitato anche attraverso le campestri del Gran
Prix toscano di cross, dove è sempre risultato tra
i primi tre della categoria juniores, ovviamente
lontano dall’allenatore-atleta Maurizio Cito, che
ha letteralmente monopolizzato il campionato.
Il venticinquenne in forza all’Atletica Castello
ha infatti vinto tutte e tre le prove fin qui disputate
del Gran Prix (per lui la vittoria finale sarà solo
una formalità con la partecipazione alla tappa
conclusiva in programma a marzo proprio a Castello, periferia di Firenze), mettendoci pure nel
mezzo l’ottimo tredicesimo posto al cross internazionale di Villalagarina a Rovereto (quinto de-
gli italiani in gara). Purtroppo proprio a lui è da
ascrivere la defaillance agonistica citata a inizio
articolo, ovvero coincisa con il ritiro ai Campionati assoluti individuali di Varese. Veramente l’ennesima pagina negativa nel suo rapporto con il
massimo evento nazionale in quella che è la specialità che più ama e che più si addice al suo potenziale, purtroppo dovuta a un piccolo infortunio durante la corsa che l’ha portato a un vero e
proprio cortocircuito mentale, la difficoltà a riprendersi, ed infine la scelta di abbandonare la
gara. La speranza è che possa presto riscattarsi,
soprattutto in occasione della finale dei Campionati italiani di società di cross, proprio per dimostrare che il suo talento non rimane confinato
al solo ambito regionale.
Rimanendo invece all’orizzonte toscano del
cross, sono da segnalare le belle prove delle squadre della categoria cadetti (Alessandro Brizzi, Jacopo Gragnoli, Yohannes Chiappinelli e Sara Del
Colombo, Eva Aloisio, Elena Ferrini) con quella
maschile capace di raggiungere la medaglia
d’argento a Fucecchio nella staffetta 4 x 1000m
dopo un’incredibile rimonta nell’ultima frazione
di Yohannes Chiappinelli, e quella femminile ottima sesta su trenta società presenti.
L’ultimo sguardo del mese va ovviamente sulle
due atlete di punta del movimento dell’atletica senese: Elisa Palmieri e Chiara Bazzoni.
La martellista dell’Esercito è apparsa in ottima
forma negli allenamenti che sta svolgendo ad
Ascoli Piceno sotto l’attento controllo del tecnico
azzurro dei lanci Nicola Selvaggi. Si attende ora
soltanto il suo debutto agonistico, per verificarne
lo stato di forma, e poi puntare direttamente ai
Campionati invernali di lanci in programma a
metà marzo a Viterbo.
Discorso diverso per la compagna di squadra
Chiara Bazzoni, che sta attraversando un inverno
tribolato. Problemi alla schiena a inizio stagione
le hanno impedito di sopportare i dovuti carichi in
palestra, mentre nelle ultime settimane un infortunio durante un raduno con le compagne della nazionale l’ha costretta a un forzato riposo. Nulla di
compromesso per il resto della stagione, tanto che
la ragazza correndo in 54”27 nella prima uscita
stagionale ad Ancona ha subito stampato il secondo tempo italiano dell’anno sui 400m.
Per lei quindi focus rivolto agli italiani assoluti
di fine febbraio, dove sarà impegnata in un’ardua
difesa della medaglia d’argento conquistata nel
2010. Ed è bene ricordarlo ancora: medaglia
d’argento che equivale al miglior risultato di sempre di un atleta senese ai campionati italiani. •
28 francescovannoni
cinque cerchi
Intervista all'assessore provinciale allo sport Marco Saletti sulle iniziative in corso con il Coni senese
Quando il 'Prodotto Sport'
è un valore aggiunto
Lo sport come risorsa per la valorizzazione del
territorio e delle sue peculiarità, ma anche quale risposta più efficace alle mutevoli dinamiche socioculturali del nostro tempo e secondo gli ancestrali
valori universalmente riconosciuti al suo messaggio.
Tra i concetti fondanti della sinergia, ormai consolidata, che vede protagonisti l’Amministrazione
Provinciale e il Coni di Siena, il fulcro è fissato sull’impegno comune per la promozione della pratica
sportiva a tutti i livelli: non soltanto sotto il profilo
etico-formativo ma anche per quanto attiene lo stile
e la qualità della vita.
“Sono lieto di poter rilevare – evidenzia l’Assessore Provinciale allo Sport Marco Saletti (foto in
alto) – che, proprio in virtù del costante rapporto di
relazione e confronto sviluppato in questi anni con
il Coni, al quale si è unita l’importante convergenza
di altre istituzioni, la Provincia ha potuto mettere in
piedi una serie di progetti molto validi, capaci di riscuotere grande successo in termini di partecipazione e vivo apprezzamento”.
“Penso al progetto ‘Il Bambino sceglie lo Sport’,
al quale va ascritto il merito di aver portato un nuovo
e più consapevole approccio all’attività sportiva nella
scuola primaria, avviandolo ad un percorso di discernimento motorio capace di condurlo alla scelta
secondo caratteristiche e inclinazioni personali. All’ottima riuscita del progetto contribuisce in modo determinante il mondo della scuola, con il quale lavoriamo in piena sintonia e totale unitarietà d’intenti”.
“Secondo le linee guida della nostra ‘mission’,
improntate ad una diffusione dell’attività sportiva
fra tutte le fasce della popolazione in modo funzionale a quelli che sono per certi versi gli ‘estremi’
del ciclo vitale di ognuno di noi, è in atto un progetto-pilota riservato alla Terza Età, avviato in collaborazione con il Comune di Montepulciano e inizialmente approntato nell’area giurisdizionale di
riferimento, ma senz’altro destinato ad allargarsi
all’intero tessuto provinciale”.
“Va da sé – prosegue Saletti – che quest’ultima
iniziativa debba essere ben modulata, in base ad
una serie di casistiche che non possono prescindere
dalla valutazione anagrafica, dallo stato di salute
generale o dall’eventuale quadro patologico di tutti
i soggetti interessati. Avrà proprio questa finalità il
coinvolgimento di alcuni medici geriatri che affiancheranno tecnici e istruttori”.
Il prodotto sport è un volano per l’afflusso turistico nella nostra provincia e dunque ulteriore valore aggiunto alla cui capacità attrattiva unire il sostegno ad eventi di respiro nazionale (come ad
esempio le fasi finali dei Campionati giovanili di
calcio categorie ‘Allievi’ e ‘Giovanissimi’ professionisti dello scorso anno) o internazionale (su tutti
la settima tappa del Giro d’Italia 2010 con arrivo
a Montalcino e partenza il giorno successivo da
Chianciano) dalle benefiche ricadute sulle diverse
aree, alcune delle quali dichiarate dall’UNESCO
Patrimonio dell’Umanità.
D’altra parte,
però, ‘costruire’ sport,
rappresenta un impegno da assolvere,
a livello gestionale
ed organizzativo,
con nuove e sempre
più qualificate competenze che molto spesso richiedono il supporto di figure professionalmente esperte.
“A questo proposito – riprende Saletti – sempre
attraverso la stretta e attiva collaborazione con il
Coni Provinciale, stiamo lavorando all’apertura di
alcuni sportelli informativi che costituiranno un prezioso strumento di assistenza intorno agli aspetti più
ampi e complessi ai quali una corretta e credibile proposta sportiva deve necessariamente adeguarsi superando ogni leggerezza o approssimazione: da
quello fiscale a quello legale senza dimenticare la
Medicina Sportiva (grazie alla disponibilità della
Scuola di Specializzazione di Medicina dello Sport)
e la tematica della sicurezza negli impianti”.
Infatti, la possibilità di fare sport in modo sano
e, dunque, utile all’equilibrio psico-fisico dell’individuo, è legata a doppio filo con l’ambiente e il contesto strutturale dove l’attività viene svolta.
“Il grande e profondo lavoro che è stato compiuto sull’impiantistica in larghissima parte della realtà senese, sia nell’opera di ristrutturazione dell’esistente che per quanto concerne gli impianti di
nuova generazione, ha permesso di raggiungere
elevati standard di qualità”.
“Secondo i dati emersi da un recente sondaggio del Sole24Ore – chiosa con soddisfazione l’Assessore – Siena si colloca al settimo posto tra le Province Italiane (il salto è addirittura di dieci posizioni
rispetto alla graduatoria precedente) con i migliori
parametri di ‘potenzialità sportiva’: tra gli oltre venti
diversi indicatori oggetto di questa analisi, ricordiamo non solo l’ottimo livello della dimensione professionistica, ma anche l’universo dilettantistico e
amatoriale, dall’incidenza dello sport-bambino a
quella dello sport adulto; per arrivare all’efficienza
degli impianti e alla loro capacità di accogliere
atleti diversamente abili, gli spazi di vendita specializzati nel settore e altri rilevatori statistici appositamente elaborati”.
Un traguardo che il titolare del dicastero sportivo
provinciale saluta con legittima e comprensibile soddisfazione: “ringraziando – conclude – tutti gli attori
che scrivono giornalmente, in campo e fuori, le pagine più belle sul grande libro dello sport. Faccio particolare riferimento ai dirigenti, sempre impegnati e
‘sotto traccia’, nell’encomiabile servizio alla causa
della loro passione, che diventa valore da trasmettere e testimonianza da non disperdere, per garantire un futuro proficuo all’intero movimento sportivo
cittadino e provinciale, sulle cui prospettive mi sento
di esprimere ragionevole ottimismo”. •
danielegiannini
scherma 29
Il nuovo anno della scherma senese si apre all’insegna dell’importante successo ottenuto dalla
fiorettista Alice Volpi a Zagabria, in Coppa del
Mondo under 20, in una prova alla quale hanno
partecipato le più importanti rappresentative nazionali fra cui la Francia, la Germania, gli Stati
Uniti e dove si è raggiunto il record di presenze
nell’arma del fioretto femminile per questo tipo di
competizione con 121 atlete in gara.
L’atleta del Cus Estra – Consum.it ha ‘faticato’
un po’ nel girone di qualificazione ma poi, nella
eliminazione diretta, dal tabellone da ‘128’ ha
pian piano migliorato il suo rendimento superando nell’ordine la croata Mestrovic, 15/5, e
l’ungherese Talas, 15/4, per accedere al tabellone da ‘32’; qui l’assalto più difficile contro la
russa Rashidova, n° 3 del tabellone, vinto nel minuto supplementare per 14/13.
A questo punto la giovane senese trovava
un’ottimale sicurezza in pedana ed era il resto
della squadra russa a farne le spese prima con
la Pirieva superata 15/8, poi, dopo l’assalto per
entrare nelle ‘4’ vinto a spese della coriacea statunitense Lu per 15/7, era il turno della Lavrenova battuta per 15/13 ed infine il successo ar-
Mentre Alice Volpi vince a Zagabria
la prova di Coppa del Mondo Under 20,
si moltiplicano gli impegni degli atleti senesi a tutti i livelli
Cus in tour
rivava sull’ultima russa in gara, la Elesina, per
12/9, alla fine dei 9 minuti regolamentari.
Con questa vittoria Alice consolida il primato
in Coppa anche se ci sono ancora tre importanti
gare del circuito (Lione, Budapest e Belgrado) ed
i Campionati Mondiali in programma in Giordania, ad Amman, prima di poter sapere chi si
aggiudicherà l’ambito trofeo. Fra le pretendenti
più accreditate ci sono atlete italiane, francesi e
statunitensi e sarà davvero una bella ‘lotta’ fino
all’ultima stoccata.
Sempre in campo internazionale bella prova
per lo spadista Lorenzo Bruttini, che raggiunge il
tabellone da ‘32’ nella prova di Coppa del
Mondo Assoluta svoltasi a Legnano e che di fatto
ha dato il via al circuito iridato 2011. L’atleta senese, dopo uno splendido girone di qualificazione nel quale ha totalizzato 5 vittorie ed una
sconfitta, è risultato l’unico atleta under 20 dei 7
italiani che sono riusciti ad accedere al tabellone
finale da ‘64’.
Nel primo incontro Lorenzo ha superato l’elvetico Florian Staub per 15/9 mentre nei ‘32’ si
è dovuto arrendere all’ungherese Boczko attuale
n° 5 del ranking mondiale che ha poi terminato
la sua prova al terzo posto.
Per il cussino un 25° posto finale che deve
servire come iniezione di fiducia per tornare alle
belle prestazioni della scorsa stagione in campo
under 20.
Il mese di gennaio ha infatti visto lo spadista
senese prendere parte, insieme al compagno di
sala Luca Murana, al torneo di Lignano nel quale
i cussini non sono andati oltre al tabellone da ‘128’
Ulteriore esperienza per Luca Murana nella
Coppa del Mondo a Basilea dove il cussino si fer-
30 danielegiannini
scherma
mava ancora una volta nel tabellone da ‘128’
classificandosi al 79° posto.
In campo femminile la spadista Gaia Fratini
ha partecipato alla prova di Coppa del Mondo
di Digione (FRA) senza riuscire ad andare oltre
al tabellone da ‘64’ fermata dalla statunitense
Holms sul punteggio di 15/12.
Esperienze internazionali anche per i più giovani, con la partecipazione alla tappa italiana
di Pisa del circuito Europeo Under 17 di alcuni
‘Cadetti’ cussini, che vedono nella spada un buon
15° posto per Valentina Soldati, superata dalla
forte atleta ucraina Pantelyeyeva, mentre nei
primi turni della eliminazione diretta uscivano
Anna Carboni e Maddalena Cerretani; sempre
nella spada tabellone da ‘64’ anche per Bernardo Crecchi in una prova con oltre trecento partecipanti. Nel fioretto Sofia Monaci si classificava
al 50° posto mentre il giovanissimo Dimitri Tarantino, classe 1997, non andava oltre il girone
di qualificazione.
In campo nazionale si è svolta a Ravenna la
prima prova di qualificazione nazionale che ha
visto Alice Volpi e Gaia Fratini, rispettivamente
nel fioretto e nella spada, ottenere la qualificazione diretta (gruppo di elite) alla seconda prova
che determinerà, in base alla somma dei risultati,
i primi 24 atleti direttamente ammessi per ogni
specialità ai Campionati Italiani Assoluti 2011 riservati ai migliori 42 atleti della stagione.
Rimandati invece alle qualificazioni per la seconda prova gli spadisti Lorenzo Bruttini, Luca
Murana, Bernardo Crecchi, Marco Tanfoni, Valentina Soldati e la fiorettista Irene Crecchi.
Nel settore under 14 i giovanissimi cussini
sono scesi in pedana a Chiavari per la seconda
prova interregionale conquistando un oro, due argenti, un bronzo, quattro finali ed altri buoni piazzamenti.
Vittoria negli ‘Allievi’ di fioretto per Dimitri Tarantino sul compagno di sala Lorenzo Toracca
con Lorenzo Capra al 5° posto e Francesco Pacciani eliminato nei ‘32’. I primi tre atleti hanno
anche partecipato ad una affollatissima prova di
spada classificandosi nell’ordine al 9°, 16° e
25° posto.
Sempre nella spada, in campo femminile ‘Allieve’, bel bronzo per Elena Biagiotti seguita nel
tabellone da ‘32’ da Silvia Menchiari e Maddalena Valacchi, mentre Rachele Rosso chiudeva in
34ª posizione.
Nelle ‘Allieve’ di fioretto tre cussine nelle sedici con Elena Biagiotti 9ª, Flavia Monaci 10ª e
Maddalena Valacchi 16ª; fermate nelle ‘32’ Silvia Menchiari e Camilla Bernardini.
Nei ‘Giovanissimi’ di fioretto 20° Jago Peloquin e finale, con 6° posto, per Maria Vittoria
Pennisi in campo femminile.
Fra i ‘Maschietti’, classe 2000, Emanuele Matachione, con un’ottima condotta di gara, conquista l’argento, cedendo 7-10 nella finalissima
al pistoiese Lombardi; 14° posto per Mattia Brogi
e piazzamento nel ‘32’ per Antonio Dal Maso.
Bene anche le pari età femminili, le ‘Bambine’,
che hanno raggiunto la finale ad otto con Sofia
Brogi, che ha battuto per entrare in finale la compagna di sala Matilde Rossi, e Adele Nannetti
chiudendo in 5ª e 6ª posizione.
Piccoli fiorettisti cussini in pedana anche nel
Trofeo ‘Giusti’ a Navacchio che ha visto conquistare il bronzo a Matilde Rossi (Bambine), Emanuele Matachione (Maschietti) e Lorenzo Toracca
(Ragazzi). Finale ad ‘8’ raggiunta anche da Roberto Fontana (Maschietti) e Maddalena Valacchi (Ragazze). A ridosso delle finali si sono invece fermati, nelle varie categorie, Mattia Brogi,
Sofia Brogi, Antonio Dal Maso, Adele Nannetti,
Jago Peloquin, Maria Vittoria Pennisi.
Chiudiamo la rassegna dei risultati evidenziando il secondo posto ottenuto da Fabio Miraldi nella prova Master di fioretto svoltasi a Verona; l’esperto cussino si è dovuto arrendere in
finale all’ex Campione del Mondo cubano, naturalizzato italiano da alcuni anni, Elvis Gregory.
Ancora tanta attività svolta dall’inizio del nuovo
anno e davanti due mesi veramente intensi, febbraio e marzo, nei quali la sezione scherma del
CUS sarà impegnata tutte le settimane e spesso anche in più di una competizione contemporaneamente; ma le soddisfazioni non sono fino ad oggi
mancate e non manca certo l’impegno di tecnici
e dirigenti a tenere alta l’attenzione degli atleti sugli importanti obbiettivi che possono essere raggiunti da qui alla fine della stagione. •
Alice Volpi insieme al suo allenatore
32 associazionismo
Gli obiettivi di una realtà sportiva fra le ultime
a costituirsi ufficialmente presso il Comitato senese
Aghini- Granai
Bruschelli- Granai
Francesco Rinaldi
Falciani - Pace
Lotti- Loperfido
'Siena Corse',
un modo nuovo per
avvicinarsi ai motori
L’Associazione Sportiva Dilettantistica Siena
Corse viene alla luce nell’inverno del 2006 - di fronte
ad un piatto di pici - dall’idea e dalla passione per
i rally di un gruppo di amici senesi guidati dall’esperienza dell’attuale presidente Lorenzo Granai.
Nasce dalla voglia di creare un punto di ritrovo per
i numerosi amanti dei motori della nostra città e dal
desiderio di giocare un ruolo da protagonisti nello
scenario rallistico nazionale, pur con qualche ambizione anche in campo internazionale.
L’intento della scuderia è quello di racchiudere
quell’insieme di valori e di passione che volgono a
tramandare agli appassionati quella voglia di conoscere sempre più da vicino un ambiente ai più ancora sconosciuto.
Negli anni la Siena Corse è cresciuta fino a contare attualmente una cinquantina di soci, molti dei
quali direttamente impegnati nelle varie competizioni
come attori principali; altri invece sono semplicemente appassionati di gare automobilistiche e motociclistiche da seguire molto, ma molto da vicino…
I vari Simone Falciani, Mirko Lotti, Alba di
Massa, Michele Cipriani, Nicola Borghi, Alessandro Montermini, Federico Benincasa, Davide Rizzo,
Fabio Loperfido, Andrea Paolini, Gianluca Pace, piloti e navigatori conosciuti ed apprezzati nell’ambito rallystico toscano e nazionale, sono solo alcuni
dei soci che portano i colori della Siena Corse sulle
auto da rally nelle gare a livello nazionale con ottimi risultati. Anche il presidente Lorenzo Granai è
impegnato direttamente sui campi gara nel ruolo di
co-pilota al fianco del pluricampione europeo ed
italiano rally Renato Travaglia lungo le strade di tutto
il mondo. Lorenzo corre da anni ad altissimo livello,
avendo vestito i colori di squadre ufficiali quali Mitsubishi, Fiat-Abarth e Peugeot, arrivando quasi sempre a podio nel campionato italiano rally e conquistando un ottimo terzo posto nel campionato
europeo rally nel 2007. Tantissime le gare alle quali
ha partecipato con ottimi
risultati portando alto il
vessillo della Siena
Corse in ambiti intercontinentali, al fianco di piloti del calibro del sopracitato Travaglia, di
Andrea Aghini (ex pilota
Lancia Martini e ultimo
pilota italiano ad aver
vinto una gara del mondiale su una macchina
italiana), o di piloti VIP
come Riccardo Bossi, figlio del senatore.
Anche il fantino del
Palio “Trecciolino”, nel 2006 e 2007, ha partecipato da pilota al rally della Fettunta. In entrambe le
occasioni “Gigi”, affiancato dallo stesso Granai, ha
corso difendendo i colori della Siena Corse.
Da segnalare tra i soci anche il centauro Francesco Rinaldi, che alla guida della sua Honda
CRF450 ha vinto numerose gare di motocross in Toscana.
Tra le attività dell’associazione ci sono due importanti appuntamenti annui dove si organizzano
corsi di avvicinamento al rally nel ruolo di co-pilota;
il primo ha luogo in febbraio, l’altro nel mese di novembre. Questi corsi si compongono di una parte
teorica dove si affrontano le norme regolamentari e
il ruolo del co-pilota, ed una parte pratica che è finalizzata a far salire su un auto da rally gli aspiranti
“navigatori” seguiti dai consigli di esperti a livello
internazionale. Tante sono le energie che vengono
profuse in questi corsi, con la principale finalità di
contribuire ad una sempre maggiore sensibilizzazione verso la sicurezza stradale. Anche se può sembrare un controsenso parlare di sicurezza in ambito
di corse automobilistiche, in realtà avvicinare i giovani alle gare regolarmente organizzate, vuol dire
limitare coloro che altrimenti sfogherebbero la loro
adrenalina sulle strade di tutti i giorni dove finirebbero per mettere in pericolo la loro vita e quella degli altri!! I corsi, denominati “Corri con noi, non correre sulla strada”, vengono svolti con il patrocinio
del Comune e della Provincia di Siena, oltre che del
comitato provinciale del CONI.
La Siena Corse ha sede a San Miniato, presso
il comitato delle associazioni sportive senesi, il ritrovo settimanale è il lunedì alle 21.30 dove i soci,
gli amici e i semplici appassionati si ritrovano per
parlare delle gare già fatte, quelle da fare e per organizzare le gite sociali per seguire i soci e gli eventi
più importanti…
… e allora cosa aspetti: CORRI a trovarci! •
corradobagella
tennistavolo 33
Concluso il girone di andata, è tempo di bilanci per le squadre della Consum.it Libertas,
bilanci che presentano luci ed ombre. I risultati
sin qui ottenuti, infatti, parlano chiaro: bene la
formazione maschile di A/2, malgrado le notevoli traversie incontrate nel suo percorso;
meno bene, purtroppo, il team che partecipa
al campionato di A/1 femminile.
E cominciamo, allora, proprio da quest’ultima realtà, la squadra che da oltre cinque anni
rappresenta la punta di diamante del movimento pongistico cittadino e che occupa stabilmente un posto di vertice nelle classifiche nazionali. Malauguratamente, le preoccupazioni
manifestate all’inizio dei campionati si sono
puntualmente avverate e la Consum.it occupa
attualmente il penultimo posto in classifica, a
due punti dal Novara (e due sono le retrocessioni in A/2).
La situazione economica della Libertas T.T.
Siena, decisamente compromessa dalla consistente riduzione delle sponsorizzazioni, ha
prodotto importanti ridimensionamenti del budget, fronteggiati innanzitutto con abbattimenti
dei costi del parco giocatori. Via quindi la cinocanadese Zhang Mo (la migliore giocatrice che
abbia mai militato fra le fila senesi), con i gravosi impegni connessi al suo contratto, si è data
fiducia alla giovane nigeriana Ganiat Ogundele, titolare fissa della nazionale del suo
paese. Però, malgrado le forti motivazioni e la
volontà di affermarsi in terra straniera, l’atleta
si è trovata a dover affrontare fin dall’inizio le
difficoltà connesse al nuovo ambiente, alla lingua italiana che non conosce ed alle nuove
metodiche di allenamento, il tutto con negative
ripercussioni sul suo rendimento agonistico. Per
fortuna, queste iniziali difficoltà sono state pian
piano superate, tant’è che i risultati ottenuti
nelle due ultime giornate del girone di andata
(vittorie sulla Turrini e sulla Scardigno, rispettivamente n° 13 e 19 del ranking nazionale) ,
hanno ridato fiducia e morale a lei, in primis,
ma anche a tutto l’ambiente Consum.it Libertas. E questo depone favorevolmente per il prosieguo del campionato.
Chi, invece, ha rappresentato una piacevolissima sorpresa, è stata l’israeliana Dana
Saporta, che ha fatto tesoro dell’esperienza
negativa dell’anno scorso, e si è presentata al
via del torneo in brillanti condizioni di forma.
Con i tanti significativi “positivi” ottenuti contro titolate atlete avversarie, quali la slovacca
Dzelinska, la triestina Carli, la novarese Brzan
e le suddette Turrini e Scardigno, Dana è diventata decisamente la numero uno della Consum.it e scende ora in campo con l’intento di
giocarsela alla pari con tutte (salvo, forse, le
giocatrici cinesi, nei confronti delle quali nutre
ancora un certo timore reverenziale). Ma attenzione, perché, nel periodo festivo di Natale
e Capodanno, Dana è tornata in Israele ad allenarsi con il Tecnico della Nazionale e notizie provenienti dal suo “entourage” la danno
in ottima forma. E chissà che, una volta tornata
a Siena ed immersa nel clima del campionato,
non crei seri grattacapi anche alle avversarie
di pelle gialla !!
Non all’altezza della sua fama, invece, si
è – per ora - dimostrata la romana Monia Franchi, più volte in passato titolare della Nazionale giovanile, la quale ha collezionato diverse
sconfitte, alcune rimediate proprio al quinto
set, a dimostrazione che, con un pizzico di fortuna in più, anche lei potrà portare il suo contributo per salvare le sorti della formazione
Consum.it Siena.
Abbiamo già detto che la squadra senese
è attualmente penultima in classifica, ma non
tutto è perduto!! Alla luce dei risultati conquistati nelle due ultime partite di andata, infatti,
il sorriso è tornato a rifiorire in casa Libertas e
la speranza di conseguire, anche quest’anno,
la salvezza non è del tutto svanita.
In campo maschile, la squadra di A/2 era
stata opportunamente potenziata con l’inserimento del palermitano Conciauro, con l’ambizioso obiettivo di disputare un campionato
di vertice. Purtroppo però, l’incidente stradale
in cui il capitano Fatai Adeyemo ha riportato
la lussazione della spalla destra, ha procurato
Le due squadre maggiori
della Libertas al giro di boa
della stagione con obiettivi
diversi ma entrambi ambiziosi
Consum.it,
il peggio è
alle spalle
conseguenze più serie del previsto, con l’immobilizzazione dell’arto per un mese, un ciclo
di fisioterapia prolungato ed una ripresa dell’attività molto più lenta, per il persistente dolore. Ed ecco quindi che, malgrado l’impegno
profuso da Rocco Conciauro e Francesco Amidei, la formazione così rimaneggiata ha subito
alcune sconfitte nella fase iniziale del torneo
(Marcozzi Cagliari, San Giustino Umbro e Cral
Comune di Roma), che hanno ridimensionato
le ambizioni della Consum.it, fino a relegarla
al quarto posto attuale.
Nel girone di ritorno, però, certamente la
formazione senese si ripresenterà in campo
con la consueta competitività e potrà togliersi
quelle soddisfazioni, precluse finora dalla sfortuna. La piena efficienza di Adeyemo porterà
la necessaria tranquillità ai compagni di squadra, i quali potranno affrontare gli avversari,
non più con l’assillo del risultato a tutti i costi,
ma con la consapevolezza di poter recitare un
ruolo finalmente consono al proprio valore.
Per completare il quadro dell’attività agonistica della Libertas, meritano una citazione
particolare le formazioni di B femminile e di
C/2 maschile. Le atlete Eleonora Francini,
Giada Ferri e Alessia Morocutti hanno finora
interpretato alla grande il loro ruolo di “outsider” in serie B e, a tre quarti del percorso, occupano il terzo posto in classifica.
Le due formazioni maschili che giocano in
C/2, infine, perseguono obiettivi diametralmente opposti: la prima (Nikolay Boyadzhiev,
Alessandro Cerretti, Massimo Ferri e Stefano
Germanese) sta dominando il girone B a punteggio pieno, a dimostrazione di una netta superiorità tecnica, e, quasi a voler ribadire
quanto immeritata sia stata la retrocessione dell’anno scorso, vola sicura verso la promozione
in serie C.
La seconda (Claudio Doldo, Francesco Cosci, Francesco Lorenzini e Lorenzo Lippi), sta
lottando invece duramente per uscire dalla attuale, scomoda e pericolosa posizione di
bassa classifica. •
Fatai Adeyemo
basket
A Torino
per calare
il tre di coppe
Marik Hairston
35
36 maurobindi
basket
Nel bel mezzo di una delle fasi più cruciali e critiche della stagione,
la MPS torna a sentire il profumo dei grandi appuntamenti
A Torino per vincere,
nonostante tutto
Tra le fasi che caratterizzano una stagione, se
si esclude la scontata importanza della coda finale
dove si concretizza il lavoro di un anno, quella che
stiamo vivendo in questo momento è una delle
fase più cruciali e critiche.
È ovvio che ogni momento ha la sua importanza, ma se è vero che ce ne solo molti interlocutori e diciamo di passaggio, i mesi di gennaio
e febbraio, si fanno pesanti perché è il primo vero
momento in cui si cominciano a tirare le somme e
soprattutto si mettono le
fondamenta per arrivare
agli obiettivi intermedi e
finali nelle migliori condizioni possibili.
In questo panorama i
confini rappresentati dalla
competizione nazionale e
quella continentale hanno
giocoforza delle sfumature
molto diverse.
In Italia la Montepaschi ha una dimensione
che va oltre le dinamiche
imposte dal fisiologico
cambiamento della squadra operato all’indomani
dell’ultima
stagione,
Siena continua a dominare il campionato con una
forza che ci riporta ad una delle “dittature sportive” più durature che si possa ricordare, mentre
in Europa il suo è un confine dove il margine di
errore è ridotto veramente ai minimi termini.
Non rivendiamo la paternità di questa considerazione, perché la possiamo trovare sulla bocca
dei protagonisti di casa Mens Sana ed espressa
sulle prime pagine di una rivista specializzata come
Superbasket, ma la facciamo anche nostra, perché non possiamo mai dimenticare i diversi punti
di partenza dal quale è necessario partire per analizzare anche i singoli eventi.
Che a Siena negli anni sia montato il desiderio di scalare i vertici europei non è un mistero,
come è evidente che ci sia riuscita, inserendosi stabilmente in una elite che a pensarci con la mente
di qualche anno fa (diciamo ad inizio anni 2000),
ci restituisce la stessa sensazione di chi da comune
mortale va a farsi una passeggiata ad oltre 4000
metri, ma nella sostanza il confine che ci separa
dalla vetta è rappresentato da una condizione imprescindibile, che è quella di poter affrontare i momenti decisivi, come ad esempio le Top 16, nella
migliore forma possibile.
Non che l’Euroleague regali molto a nessuno,
nemmeno a quei club che fanno del budget una
forza iniziale trascinante, ma Siena in quell’equilibrio rappresentato da risorse economiche comunque importanti, capacità creative e grande solidità tecnica sul parquet, non può prescindere per
puntare al massimo, dal fatto che ognuna di queste tre componenti proponga in ogni momento il
meglio delle proprie possibilità.
E qui, senza piangersi addosso, i rimpianti si
susseguono in maniera sistematica, l’evento fortuito e sfortunato sta sempre in agguato e se non
c’è mai un momento buono per augurarselo, è evidente che se ti capita quando è ancora più complicato limitarne gli effetti, ha un impatto potenzialmente terrificante.
Il merito di Pianigiani e di Minucci per la parte
di intervento che compete alla società, è quello di
riuscire a mitigare questi effetti con un atteggiamento mai sottomesso agli eventi negativi che si
creano, dando continuità ai rispettivi compiti, che
si materializzano sul campo con una continuità di
vittorie che ha pochi uguali e dietro la scrivania
con interventi tempestivi adeguati a situazioni e
disponibilità che non sono sempre le stesse (vedi
ad esempio la sostituzione di Mc Calebb).
Questo che è un indubbio merito acquisito
nel corso degli anni, sta però diventando paradossalmente un limite, perché non c’è la percezione di quanto sia difficile lanciare una sfida
come quella di Siena, che è sempre in bilico su
equilibri che avrebbero bisogno di un percorso
senza ostacoli.
Se poi guardiamo ai nostri avversari, specie
quelli tra i confini nazionali, vediamo come il piangersi addosso sia uno degli elementi costanti a
cui si fa riferimento per giustificare i propri insuccessi, noi invece siamo a discutere più o meno
sommessamente sul perché di una partita o se il
tal giocatore può essere adatto o meno alle esigenze della squadra.
Una delle lamentele
più continue che per
esempio vengono fatte
alla stampa locale, è
quella per cui non è incalzante in certi momenti
la domanda sul perché di
una rotazione mancante o
insufficiente dell’organico.
Non potendo rispondere
per altri, diamo una lettura personale ad un
aspetto che è sintomatico
di un modo normale di comportarsi, che è quello
per il quale in fondo in Italia abbiamo da sempre
55 milioni di allenatori di qualsiasi sport.
Un allenatore come Pianigiani che ha costruito
il proprio successo partendo da convinzioni ormai
sedimentate nel tempo e che sono riconoscibili
partita dopo partita, possono essere messe in discussione per l’esito di una partita?
Il riferimento alla gara interna con il Real Madrid è chiaro. Con il più classico dei ragionamenti
a posteriori tutti ci siamo alzati dalla poltroncina
del palasport con l’idea che facendo giocare di più
il tizio, risparmiando così il tal altro in un momento
della gara, avremmo potuto difendere il risultato
che per tre terzi di gara la Montepaschi aveva accumulato. Ma la sostanza delle cose è diversa,
come non è trascurabile la considerazione di un
avversario che è stato affrontato tatticamente nel
modo più giusto per neutralizzarne l’impatto sotto
maurobindi
basket 37
canestro, contando sul fatto che fino a quel momento gli uomini di Messina avevano palesato un
misero 28% da oltre l’arco dei 3 punti.
Ma soprattutto Siena di oggi è diversa da
quella di un mese fa con Mc Calebb, ma è diversa
anche da quella della settimana prima, perché è
un gruppo che è chiamato a rimettersi in discussione tatticamente, affrontando questo problema, parallelamente alle difficoltà delle sfide
proposte e gestendo pure l’assenza di un altro
giocatore dalle caratteristiche non duplicabili
come Lavrinovic.
E allora quali dovrebbero essere le risorse alle
quali si attinge in questo momento se non le convinzioni tecnico-tattiche di uno staff che ha vinto
4 scudetti consecutivi e tutto quello che abbiamo
quantificato in questi anni?
Certo da un staff preparato come quello senese è logico chiedere sempre la capacità di aggiungere nuove convinzioni e la ricerca di nuove
soluzioni, ma la realtà del momento ci presenta
una Montepaschi che ha indubbiamente una capacità di reazione agli eventi notevolissima e che
prima di poter ‘esplorare” nuove vie ha il diritto
di potersi arroccare sui propri punti di forza.
Che nel corso degli anni sono stati quello di
affidarsi nei momenti decisivi, specie i finali di partita, a quegli uomini che hanno la potenzialità del
campione, cioè di risolvere con una giocata anche
la singola partita.
Poi può andare bene, come nella stragrande
maggioranza dei casi si è verificato in questi anni,
come risultare non sufficiente. Ma questa è una
convinzione che non è possibile mettere in discussione ora per la Montepaschi, al di là della
delusione di un momento.
Perché la convinzione è che si riesca a far tesoro anche e diciamo a maggior ragione, delle situazioni negative, per crescere ulteriormente.
La squadra oltretutto regala sensazioni sempre positive sia in chiave tecnica, ma anche in
termini di risorse nervose. E se a questo momento la Montepaschi è riuscita a tenere aperto
uno spiraglio sull’Eurolega conquistando una vittoria difficilissima davanti a quasi 20 mila tifosi
in quel di Belgrado, è proprio perché tatticamente
la squadra, pur ne suoi necessari profondi adattamenti, ha grandi capacità di
sacrificio e di reazione e risponde anche a livello di
singoli alle varie sollecitazioni.
Valgano a titolo esemplificativo, il cambio di passo di
uno Zisis che è tornato ad incidere in attacco in quella che
potremo definire la riorganizzazione delle responsabilità all’interno del gruppo o
la prestazione di un Michelori che passa dalla tribuna al
ruolo di protagonista sul
campo con la medesima sobrietà.
Certo stiamo vedendo
una Montepaschi che dal momento dell’infortunio di Mc
Calebb ha perso in attacco mediamente dai 15 ai
20 punti a partita, dove riesce meno a distendersi
sul campo con le ripartenze ed è tornata a fare riscorso del pick’n roll in maniera importante, intasando l’area non sempre con dei vantaggi reali per
una squadra che predilige di più penetrare, che
non cercare la soluzione perimetrale, ma più di
ogni altra evidenza rimane negli occhi di tutti la
solidità difensiva, che anche nella sfide europee,
Real Madrid compreso, perlomeno finché le forze
hanno retto, è realmente devastante per gli avversari.
Ogni grande squadra ha costruito i propri cicli storici partendo soprattutto da una fortissima
identità di squadra, che si realizza soprattutto in
difesa, dove il sacrificio è funzionale a dare una
intonazione che accomuna tutti e nella quale è
possibile rifugiarsi nei momenti di bisogno, come
quello attuale della Montepaschi.
Con queste premesse affrontiamo il mese di
febbraio con la consapevolezza che le Final Eight
di Coppa Italia non ci vedranno nella migliore condizione auspicabile.
Nonostante questo, tra i confini nazionali,
Siena è, al di là degli aspetti tecnici evidenti a
tutti, avanti soprattutto come mentalità e convinzione dei propri mezzi (sistema, uomini, tattica),
ma è comunque attaccabile, perché è l’unica che
deve gestirsi un calendario dove un appuntamento
lascia lo spazio ad un altro praticamente senza
tempi reali di applicazione e perchè su di lei ci sarà
la solita concentrazione di iper motivazione da
parte di tutti gli avversari.
Detto questo ci prepariamo ad una sfida che
ha senza dubbio un gran bel contorno, la gestione
passata in mano a RCS, ne aumenterà la visibilità,
pur dovendo superare le incognite di come Torino
riuscirà a supportarne le ambizioni in termini di
presenze al palasport, ma è indubbio che anche
da questo arriveranno sollecitazioni ulteriori per
un gruppo che ha comunque una esigenza su tutti,
che è quella di sapersi sempre più gestire.
Le Final Eight sono un appuntamento che per
la loro caratteristica pretendono di poter spalmare
su tutti gli effettivi lo sforzo di una manifestazione
massacrante ed è quindi uno di quegli appuntamenti dove ci sono gli spazi per sfruttare, anche
a livello di singoli, delle opportunità che la stagione propone non per tutti nella stessa maniera.
E questa è una delle chiavi importanti dell’impegno che si accinge ad affrontare la Montepaschi, che oltretutto deve essere capace di valutare quanto sia necessario far riposare ancora
Lavrinovic e preservarlo quindi per il futuro o gettarlo nuovamente nella mischia, possibilmente facendolo prima “benedire”, visto e considerato che
questa è una fase della stagione che lo vede sempre fuori dai giochi o quasi.
È un’opportunità importante per Jaric per ritrovare il passo dei tempi migliori. I progressi a livello fisico si vedono e tutti speriamo che nel giro
di poco siano sommati ad una integrazione tattica sempre migliore e ad una qualità individuale
delle proprie giocate sulla falsariga delle sue potenzialità che non dobbiamo certo scoprire noi.
Stesso discorso o quasi per Hairston che fa
intravedere delle potenzialità non comuni, ma che
comunque fatica a proporsi con continuità e la ve-
trina delle Final
Eight potrebbe essere giusta per
sfruttare una fisicità ed un atletismo
in grande crescita,
con la speranza che
cresca anche la capacità di proporsi
su entrambi i fronti
del campo con una
determinazione
sempre maggiore.
Volgendo lo
sguardo al resto
delle contendenti,
non sfugge come
l’antagonista di
Siena designata da
tutti, cioè l’Armani
Jeans, sia alle prese con una fase molto delicata
come quella dell’affievolirsi dell’effetto cambio allenatore, ingigantito forse proprio dalla dimensione del personaggio Peterson, che nel bene e
nel male gioca un ruolo per certo versi fuori dagli
schemi usuali.
Senza trascurare il valore delle possibili avversarie della Montepaschi, la parte di tabellone
opposta a Siena propone delle formazioni che
escono dal campionato con grande entusiasmo ,
leggi Avellino, Biella e Cantù e ciò, in presenza
delle ambizioni non nascoste di Milano, rende
molto avvincente la corsa per raggiungere la finale, dove è inutile nascondersi, la logica dice che
sia Siena a ricevere l’ennesima sfida dal resto del
basket italiano.
Intanto c’è da guardarsi da Pesaro, che evoca
ricordi non sempre entusiasmanti in Coppa Italia e poi una tra Montegranaro e Bologna, che rimangono squadre indecifrabili per la loro capacità di giocare grandi match, ma al tempo stesso
di non avere una continuità di rendimento consolidata.
Vedremo, in un contesto dove potrebbe giocare un ruolo non secondario l’ambiente in cui si
giocherà (speriamo non troppo asettico), perché
anche quello potrebbe incidere sulla capacità di
calarsi in una competizione così particolare.
Ovviamente Siena non rifiuta il ruolo di favorita, ma sa che la sua serenità di lavoro non dipende da questo appuntamento intermedio e l’atteggiamento che precede l’impegno torinese ci
regala la sensazione di un gruppo che per abitudine ormai acquisita e per convinzioni ben metabolizzate è sintonizzato in maniera corretta sull’avvenimento.
Buttando poi lo sguardo oltre l’impegno di Torino, possiamo fare una constatazione positiva sul
fatto che nel post Final Eight non ci troviamo a
giocare in Eurolega un match dai contorni impossibili, come è spesso capitato negli ultimi anni,
leggi trasferta a Mosca nel 2009 e quella di Madrid lo scorso anno. Certo la partita contro il Partizan di Belgrado non può essere presa sotto
gamba, ma giocando in casa contro una squadra
virtualmente già tagliata fuori dalla qualificazione,
almeno un minimo di respiro viene concesso agli
uomini di Pianigiani. •
UN MOTIVO IN PIÙ PER PENSARE IN GRANDE
[ SENZA
SCRIVO DOPO LA CONVINCENTE VITTORIA
di Belgrado. A Scacciapensieri, all’edicola e al bar,
sono tutti impegnati in pronostici, conti e presagi.
Inutile, per ora, pensare all’Europa. Incombe la
Coppa Italia, a Torino, e anche se Messina ci dice
che in una partita secca la Montepaschi può essere battuta anche in Italia, faccio gli scongiuri e
punto alla conquista di quest’altro trofeo.
È vero non c’è sul parquet Mc Calebb... è vero,
Lavrinovic nelle condizioni palesate con il Real,
sta meglio a letto che sul campo di gioco…ma
alla Mens Sana il Mc e il gemello diverso mancano. Eccome se mancano, anche se poi il sistema Pianigiani funziona lo stesso e la difesa ci
regala una vittoria per niente scontata in quel di
Montegranaro e il successo in casa del Partizan
che dà una pennellata di colore al sogno delle final four di Barcellona.
Voglio prendere tutto per buono, ma sì, anche
la sconfitta interna con il Real. È stata quella la
partita che ha dato al gruppo e all’ambiente nuove
certezze. Per quasi tre quarti abbiamo visto la
Montepaschi forse più bella, solida e concreta di
sempre. Solo un Real ‘impazzito’ (…11 su 13 da
tre punti negli ultimi 14 minuti ) poteva ribaltare il
tutto, ma – lo so, vado controcorrente – la squadra di Messina è meno forte di quello che è apparsa in versione ‘maionese ammattita’ e in Spagna la Montepaschi può anche vincere contro
Llull e soci, così come stavano per fare i turchi dell’Efes, se non ci fosse stato uno scriteriato fallo
su un tentativo disperato da tre di Sergio Rodriguez a fil di sirena che ha rimandato la sfida ai
supplementari.
Ci mancano Mc Calebb e Lavrinovic e allora,
accanto a Zisis che resta pur sempre uno fra i
primi quattro-cinque playmaker più forti in Europa, si esaltano Carraretto e Michelori. Le loro
prestazioni nelle Marche e in Serbia valgono tantissimo. Carraretto, oltre che un mastino in difesa,
è chirurgico in attacco, dalla grande distanza, ma
anche con l’arresto e tiro, un fondamentale questo, che rischia di uscire dal bagaglio tecnico dei
migliori giocatori italiani ed europei.
Su Michelori non avevo, in estate, quando Minucci lo acquistò, nessun dubbio. Mi sembrava –
e lo scrissi proprio su Mesesport – il lungo atipico
ideale per dare sostanza al pacchetto di mischia
sotto i tabelloni. L’ambientamento è stato forse
più lungo e complesso di quanto avevo pensato,
ma alla resa dei conti l’utilità di Michelori si appalesa in rimbalzi strappati o contesi, in scivolate
a canestro efficaci e in una presenza costante
nelle lotte ‘smanacciate’ che vanno in onda nella
vecchia e cara area dei tre secondi. Se poi mette
a segno anche i tiri liberi, ecco che si va oltre il
pronosticato.
Ferdinando, per rimpolpare il settore dei ‘lunghi’ ha preso anche Akindele. Con il Real si è
mosso bene, con il Partizan si è visto poco e male.
Ma anche il nigeriano può fare comodo, in Eurolega, contro i muscolari turchi e madrileni. A cen-
R E T E ] di Roberto Morrocchi
trocampo si è puntato su Jaric. Premesso che Mc
Calebb è, allo stato, insostituibile. Jaric può essere una spalla per Zisis, rotto com’è a tutte le
esperienze, anche se nasce ala piccola ed è soprattutto come guardia che si è fatto un nome nel
mondo della palla a spicchi.
Dicevo di Zisis. Nessuno ha mai dubitato delle
sue capacità. Ma non si dice un’eresia quando si
afferma che Nikos ‘soffre’ la presenza al suo
fianco dei grandi titolari. T Mac, prima, e B Mac,
poi, lo hanno forse un po’ frenato. Io avevo, ho,
negli occhi il regista titolare della fortissima Grecia e quando Mc Calebb è rimasto al box non mi
sono visto perso. Certo una cosa è una squadra
che schiera in coppia il fantastico Mc e il professor Zisis e un’altra quella che deve fare a meno
della forza e della fantasia di Bo. Ma contro la malasorte hai voglia a toccare ferro…
La Montepaschi ha sfiorato la finalissima in
quel di Madrid senza Kaukenas. Non è detto che
non possa volare a Barcellona soffrendo, nel momento topico della stagione, l’assenza del Mc….
Chiudo con un occhio al circo italiano. Milano ha
preso Greer ed Eze e ha perso subito e di brutto
a Treviso. Dan aveva colto tre successi ‘facili’… è
da qui in avanti che si parrà la nobilitude della
nuova Armani. Io avrei preso un tiratore dall’arco
e Greer mi pare alla frutta.
A Torino e alla Final Eight di Coppa Italia la
prima sentenza. E poi ancora Europa e Campionato… •
39
40
UN DAN PER INVERTIRE IL TREND
[ V I S TA
COLAZIONE IN UN AZZURRO CIELO come
solo d’inverno, in attesa della sfida
quasi NBA di Belgrado. Colazione
amara con la marmellata d’arance a
scopo benefico pubblicizzata da Piero
Gros che proprio nel febbraio di 35
anni fa, anno 1976, andava a vincere
la medaglia d’oro nello slalom alle
Olimpiadi di Innsbruck, in casa degli
Asburgo. Anniversario da ricordare in
quel 1976 che vide anche la nascita
di quello che oggi è chiamato PalaEstra, ci sono foto bellissime che ne testimoniano lo sviluppo, spettacolare
allora ma da ristrutturare oggi, se non
fosse che da anni sento parlare di un
nuovo palasport, preteso prima o poi
anche dall’Euroleague. Nel frattempo
due uomini del 76 Ezio Cardaioli e
Dan Peterson, appaiono lo stesso
giorno sulla Gazzetta. Non è un salto
nel passato, no è pura attualità. Dan
Peterson allena la AJ Milano, e dopo
la gara a Cremona in conferenza
stampa ammette che gli sembra di
giocare contro una squadra allenata
da Cardaioli, ogni azione una difesa
nuova. Un bel gesto di apprezzamento per il primo grande coach senese. Sono quelle cose che fra amici
diciamo sempre non dovranno essere
dimenticate. Il libro del “Carda” mi ha
affascinato e conquistato, l’ennesimo
capitolo di una storia fondamentale
non ancora completamente svelata.
Il 2011 proseguirà nel duello a di-
stanza contro D. Peterson
con la differenza che al
posto di Cardaioli ci sarà
Pianigiani. Niente male,
una gran tradizione di coach senesi.
C’era in bella vista fino a
poco tempo fa al bar che
sta al Dodecaedro, la locandina di Antonini Siena
–Billy Milano del 7 gennaio 1979. Fu allora che
Peterson per la prima
volta da allenatore dell’Olimpia Milano affrontò la
Mens Sana. Era la famosa
“banda bassotti” già rievocata dal Dan in occasione
della recente e prematura
scomparsa di Paolo Fritz,
un simpatico panchinaro
di quel gruppo che nel ‘79
arrivò alla finale scudetto, “banda bassotti” che a Siena perse, piuttosto nettamente. Si accese ancora di più la
sfida al ritorno, a San Siro, quella diventata famosa per il tetrapak (appunto Billy) lanciato dalle tribune sulla
panchina della Mens Sana. Gara dura,
proteste varie, poi l’Olimpia Billy prevalse, ma ci fu 2-0 a tavolino a favore
dell’Antonini Mens Sana, e allora Aldo
Giordani, apriti o cielo, si scatenò contro la decisione: “immaginate che male
possa fare un tetrapak lanciato in testa” e giù con ironia variegata. In realtà
D A L O N T A N O ] di Rudi Simonelli
quella Mens Sana fu assai sfortunata,
una storia che nei dettagli prima o poi
racconterò. Intanto gli amici milanesi
devono sapere che quella data, quel 2
a 0 a tavolino fu l’ultima nella quale la
Mens Sana riuscì a battere l’Olimpia
Milano fino ad arrivare al 15 ottobre del
1995, quando l’incantesimo fu rotto
dalla Mens Sana di Pancotto e Vidili,
cioè 16 anni dopo, 16 lunghi anni
senza battere le scarpette rosse. Dopo
quell’ultima vittoria infatti, nella stagione 1979-80, Dan tornò a Siena da
dominatore con la Billy Milano capolista, e vinse facile ammutolendo i soliti
7000 spettatori. Nel girone di ritorno fu
più dura, a meta del secondo tempo
l’Antonini teneva il passo ed era 49
pari, ma Dan Peterson trovò il modo di
limitare Bucci che in 5 gare gli aveva
segnato contro qualcosa come 140
punti ( 28.0 ppg) tenendolo a solo 10
tiri tentati con 12 punti per un finale che
vide l’Olimpia prevalere con decisione.
Che cosa studierà oggi? Sarà già Torino il terreno per lo scontro? •
In alto, Cardaioli e Peterso n quando erano
‘in trincea’ alla guida di Mens Sana ed Olimpia.
A fianco, un’immagine dell’ultimo ‘confronto’
fra Siena e Milano.
claudiocoli
basket 41
Dopo la partenza shock contro Efes e Real i biancoverdi si riabilitano a Belgrado
e tornano a sperare nei play off
Top 16 in salita,
ma non è una novità
La Mens Sana non è ancora morta.
Dopo le due brucianti sconfitte contro
Efes e sopratutto Real arriva l’ottima vittoria alla Beograd Arena di Belgrado che
tiene in vita le speranze biancoverdi. Finalmente una vittoria convincente, di
squadra, dopo le due disgraziate iniziali
partite delle Top 16. Una partita dal coefficente di difficoltà molto alto, sia per le
condizioni ambientali (palazzetto gremito
da 20.000 tifosi), sia per il carattere e la
spigolosità tipica delle squadre serbe.
Tecnicamente il Partizan non è quello
della passata stagione, capace di raggiungere le Final Four, e mancava di un
vero leader offensivo (McCalebb); Siena
ne ha approfittato, anche grazie ad una
difesa tremenda che ha annichilito l’attacco già piuttosto sterile dei balcanici,
che per lunghi tratti non riusciva a trovare
la via del canestro. Mentre la difesa era
un capolavoro di efficienza, in attacco la
Montepaschi ha trovato nuovamente il
modo di complicarsi la vita sbagliando innumerevoli facili canestri ed occasioni per
prendere il largo, tenendosi per tutta la
prima metà di gara il Partizan alle costole,
con la paura di un ennesimo scivolone
(vedi recupero shock del Real). Nel terzo
quarto invece la svolta, grazie ai punti di
un eroico Carraretto, che uscendo dalla
panchina ha scaldato la retina con canestri importantissimi, e sopratutto grazie al
lavoro sotto le plance di un impensabile
Michelori, che ha annullato il bisonte Jawaii e prodotto 15 fondamentali punti
senza sbagliare liberi, e ai recuperi di
Moss, le cui mani in difesa arrivavano
come piovre dappertutto. Sotto la guida
di Zisis, che finalmente sta prendendo per
mano la squadra come ci si aspettava da
un giocatore del suo calibro, è arrivata la
vittoria finale in sostanziale controllo.
Risultato importantissimo, che permette a Siena di tornare in corsa per il
passaggio del turno, almeno come seconda. Le prossime due partite casalinghe saranno fondamentali: la prima di
nuovo contro il Partizan, ormai eliminato,
ma che di fronte agli eccezionali tifosi che
la seguiranno non vorranno fare brutte figure, la seconda, fondamentale, contro
l’Efes, che sarà uno spareggio; se i turchi
verranno sconfitti in casa dal Real nel
prossimo turno basterà vincere i due incontri al Palasclavo, sennò oltre a quelli
bisognerà fare l’impresa alla Caja Magica
di Madrid. Dove la Mens Sana non ha bellissimi ricordi (vedi gioco da 4 punti di Sergio Llull nelle top 16 dello scorso anno
che ci eliminò dalla coppa) e dove spera
di arrivare già qualificata.
I segnali per fare bene ci sono tutti: a
Belgrado la squadra ha dimostrato di essere viva, di avere grande forza mentale e
risorse, spremendo addirittura 15 decisivi
punti all’undicesimo giocatore, Michelori,
che contro il Real era in tribuna, e sopperendo alla grande alle assenze e alle difficoltà. Dietro c’è il grande lavoro di Pianigiani, uno che non si piange addosso ma
che lavora seriamente e che considera i
giocatori tutti importanti e alla pari. Anche
Jaric sta crescendo e sarà un’addizione importante, ma l’unico vero sostituto di
McCalebb è Zisis, che deve sentire il peso
della squadra sulle spalle e ricordarsi che
è stato per anni il play titolare della Benetton, dell’Aek e della nazionale greca,
con cui ha ottenuto importanti successi.
Rinnovata fiducia e consapevolezza dei
propri mezzi saranno il biglietto da visita
della Montepaschi anche per le Final Eight
di Coppa Italia a Torino. •
1ª giornata (19/20.01
.11)
REAL MADRID-PARTIZ
AN BELGRADO
EFES PILSEN ISTANBU
L-MONTEPASCHI SIENA
2ª giornata (26/27.01
.11)
MONTEPASCHI SIENA
-REAL MADRID
PARTIZAN BELGRADO
-EFES
3ª giornata (2/3.02.11 PILSEN ISTANBUL
)
PARTIZAN BELGRADO
-MONTEPASCHI SIENA
REAL MADRID-EFES PIL
SEN ISTANBUL
4ª giornata (16/17.02
.11)
MONTEPASCHI SIENA
-PARTIZAN BELGRADO
EFES PILSEN ISTANBU
L-REAL MADRID
5ª giornata (23/24.02
.11)
PARTIZAN BELGRADO
-REL MADRID
MONTEPASCHI SIENA
-EFES PILSEN ISTANBU
L
6ª giornata (2/3.03.11
)
REAL MADRID-MONTE
PASCHI SIENA
EFES PILSEN ISTANBU
L-PARTIZAN BELGRA
DO
Classifica: Real Madr
id 6; Efes Pilsen Istan
bul 4;
Montepaschi Siena
2; Partizan Belgrado
0
78-58
60-58
68-78
76-99
58-66
89-86
42 matteotasso
basket
David Andersen
La squadra dell'ultimo decennio votata dai 'naviganti'
del sito ufficiale della Mens Sana Basket
Sognando il meglio
del meglio
L’arbitro alza la palla a due. La schiaffeggia, altissima, David Andersen, indirizzandola verso la metà campo dove è
già pronto a controllarla Terrell McIntyre,
che col suo ball-handling si avvicina alla
linea dei tre punti e, sfruttando il pick and
roll costruito sul blocco di Shaun Stonerook, si butta nel traffico di un’area intasatissima di giocatori avversari: il playmaker attira il raddoppio accennando il
lay-up ma, al momento di appoggiare a
canestro, compie un ‘penetra e scarica’
che fa giungere il pallone nelle mani di
Romain Sato, piazzato in angolo e pronto
a sganciare un tiro aperto cui invece il giocatore centrafricano, calamitandosi addosso l’uscita sempre più affannosa di
due difensori, preferisce l’extra-pass ad
Alphonso Ford, che da posizione semifrontale si alza in sospensione e ne mette
tre gonfiando la retina.
Tranquilli, non siamo fuori di testa (non
più del solito, almeno), ci è solo presa un’irresistibile voglia di celebrare il decennio
appena concluso e ci siamo affidati ad alcune tra le figure più significative di que-
sti due indimenticabili lustri tinteggiati col
bianco ed il verde. Vi abbiamo così appena
riportato, in maniera anche abbastanza fedele, un tipico sviluppo offensivo del sistema Montepaschi più recente, affidandone l’esecuzione ai protagonisti che
hanno vestito tra il 2000 e il 2010 la maglia biancoverde. Come li abbiamo selezionati? In realtà non li ha scelti né Mesesport né il vostro cronista, bensì i
“naviganti” di menssanabasket.it, pagina
web ufficiale del club di viale Sclavo, che
nelle settimane a cavallo tra l’anno vecchio
e quello da poco iniziato hanno preso parte
al sondaggio lanciato per individuare,
ruolo per ruolo, tutti quei giocatori che
maggiormente sono stati rappresentativi
nel primo decennio del Duemila.
Al di fuori dell’iniziativa, lodevole
come tante altre che il sito biancoverde
sta mettendo in atto da un paio di anni a
questa parte (su tutte il gioiellino Msb Tv,
che permette quotidianamente di sbirciare dentro il PalaEstra, oppure di seguire il dietro le quinte delle trasferte in
Italia ed in Europa), è interessante capire
Alphonso Ford
quali nomi abbiano solleticato, e continuino a solleticare, la fantasia dei tifosi
senesi a margine di dieci anni presumibilmente irripetibili, durante i quali alla
gestione del presidente Minucci ed al
coinvolgimento del marchio Montepaschi
hanno fatto seguito una messe di trofei
(cinque Scudetti, una coppa Saporta, due
coppe Italia, tre finali di Eurolega, cinque
Supercoppe italiane) che nemmeno il più
sfegatato ottimista avrebbe potuto sognare agli albori del nuovo millennio.
Eh già, perché a febbraio del 2000 la
Mens Sana si chiamava ancora Ducato Gestioni, a guidarla era un certo Fabrizio Frates, ad indossarne la maglia si potevano
scorgere campioni a fine carriera (Middleton e Dell’Agnello), meteore mai riuscite ad affermarsi pienamente (ricordate
Travis Mays?), onesti gregari (Gray e Turner) che contribuirono a far chiudere l’annata con un ottavo posto. Sciocchezze rispetto ad oggi, insomma. E guarda caso,
pur con tutto il rispetto per quei nomi,
nessuno è finito tra i dieci selezionati per
comporre la squadra dei sogni. Che mette
le proprie radici nella Montepaschi targata Ergin Ataman, un paio di anni dopo,
pescandovi prima Vrbica Stefanov, regista di talento che con l’intelligenza sopperiva ad un fisico tutt’altro che bestiale,
e Michalis Kakiouzis, ala dal tiro mortifero
e dal carattere indomabile: Stefanov era
un gitano del basket che trovò a Siena una
seconda casa, tanto da ritornarvi anche
nel 2007, ormai prossimo ad appendere
le scarpette al chiodo, quando Minucci gli
chiese di sostituire T-Mac nell’ultima par-
matteotasso
basket 43
Terryl Mc Intyre
tita di quella storica serie contro Roma;
Kakiouzis fu un fulmine a ciel sereno approdato da queste parti a stagione già iniziata per poi risultare l’addizione decisiva
nel raggiungere la F4 di Barcellona. Li ritroviamo entrambi nel team che nel 2004
vince lo storico primo Scudetto, con
Charly Recalcati in panca ma anche con
David Andersen a presidiare i tabelloni:
cognome danese ma nazionalità australiana, un infortunio alle spalle che lo
aveva fatto uscire dal mercato delle big,
una scommessa che la Montepaschi gioca
per diversi mesi e vince nei playoff (allorché il “cangurino” viene eletto mvp di
tutta la post season), monetizzando il
tutto con la successiva cessione del giocatore al Cska. Sempre in quella squadra
giocava Marvis Thornton, esterno dalla tripla facile e dal sorriso contagioso, uno che
alla Mens Sana ripasserà pure nel 2008,
per vincere ancora. Bootsy (perché Marvis,
probabilmente, non lo ha mai chiamato
neppure sua mamma) fu il primo dei “furti”
che la dirigenza di viale Sclavo mise in atto
ai danni di Cantù, successivamente spogliata del power forward Shaun Stonerook
e della guardia Rimantas Kaukenas: oggi
due icone dello stile-Mens Sana e due pilastri assoluti del ciclo di successi che illuminano la stella di coach Simone Pianigiani ma nel 2005, stagione del loro
esordio in biancoverde, oggetto entrambi
di qualche contestazione, a dimostrazione
di quanto alterne siano le fortune nello
sport, come nella vita di tutti i giorni.
A proposito di Pianigiani, il referendum non chiedeva di indicare l’allenatore
Shaun Stonerook
del decennio ma per il quasi 42enne lupaiolo sarebbe stato un plebiscito. Anche
perché sotto la sua guida si sono consacrati Terrell McIntyre e Romain Sato, altri
due alfieri della Mens Sana del decennio
2000-2010: T-Mac è il playmaker più
esplosivo mai passato da queste parti
(McCalebb ha le carte in regola per eguagliarlo o forse addirittura superarlo, ma
di tempo ne deve ancora passare…), un
mix di intelligenza, atletismo, tecnica e
fiuto del canestro. Per spiegare ciò che
Sato ha saputo fare della propria carriera
nel quadriennio senese non servono tanti
aggettivi o ricordi, basta solo andare a rileggersi la cifra che il Panathinaikos
l’estate scorsa ha speso per convincere
l’ala piccola africana a lasciare Siena. Ci
sono tanti zeri su quel contratto, tutti meritati da chi nella città del Palio si era presentato con la fama di buon atleta e poco
più. Al periodo in questione appartiene
pure Ksistof Lavrinovic, ancora oggi a Siena
in realtà (come del resto Stonerook), dopo
aver capito di essere lui il gemello Lavrinovic più talentuoso ed aver dominato
qualsiasi avversario, Italia o Europa non fa
differenza, con la classe ed i movimenti di
una guardia trasferiti nel corpo di un lungo
di due metri e dieci centimetri.
È rimasto solo lui, Alphonso Ford. Che
nella Mens Sana del decennio ha trovato
posto probabilmente per una questione
di sensibilità più che per un reale impatto
sui risultati del club di viale Sclavo, pur
avendolo trascinato alla già citata finale
europea di Barcellona nel 2003. “Phonzie” era un attaccante di razza, uno che
Romain Sato
quando prendeva palla poteva fare di
tutto, dall’andare a schiacciare in faccia
ai lunghi avversari al prendersi una tripla
dietro l’altra lasciando esterrefatta qualsiasi difesa: se n’è andato troppo presto,
nel 2004, stroncato da una malattia tanto
rara quanto subdola e bene hanno fatto
i tifosi biancoverdi a citarlo tra i dieci migliori mensanini del decennio, anche se
questo ha comportato l’esclusione sul filo
di lana di un Vanterpool o di un Gorenc.
Si sa, le scelte son sempre difficili.
Fermo restando il fatto che scegliere tra
un’abbondanza di giocatori, e risultati,
come quella degli ultimi dieci anni, è sempre un gran bel piacere. •
9ª giornata
ENEL BRINDISI
MONTEPASCHI SIENA
51- 6 8
10ª giornata
MONTEPASCHI SIENA
SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO
104 -61
11ª giornata
BENETTON TREVISO
MONTEPASCHI SIENA
77- 7 9
12ª giornata
MONTEPASCHI SIENA
CANADIAN SOLAR BOLOGNA
9 2 -80
13ª giornata
AIR AVELLINO
MONTEPASCHI SIENA
75- 7 9
14ª giornata
MONTEPASCHI SIENA
SASSARI
9 2 -83
15ª giornata
LOTTOMATICA ROMA
MONTEPASCHI SIENA
67- 7 3
16ª giornata
MONTEPASCHI SIENA
VANOLI BRAGA CREMONA
7 2 -60
17ª giornata
FABI SHOES MONTEGRANARO
MONTEPASCHI SIENA
70- 74
18ª giornata
MONTEPASCHI SIENA
CIMBERIO VARESE
Classifica
MONTEPASCHI SIENA 34
BENNET CANTU’ 26
ARMANI JEANS MILANO 26
AIR AVELLINO 20
FABI SHOES MONTEGRANARO 18
CANADIAN SOLAR BOLOGNA 18
SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO 18
LOTTOMATICA ROMA 16
DINAMO SASSARI 16
PEPSI CASERTA 16
ANGELICO BIELLA 16
BENETTON TREVISO 16
VANOLI-BRAGA CREMONA 14
CIMBERIO VARESE 14
BANCA TERCAS TERAMO 10
ENEL BRINDISI 10
8 2 -59
S.O.S. : IL PUMA È SEMPRE IN LIBERTÀ!
[ TIRI
NOSSIGNORI!
Non è “ IL PUMA” quello che è caduto nella trappola!
“IL PUMA” è vivo, vegeto e in libertà e chissà per
quanto ancora continuerà a scorrazzare per le vallate dai Tufi al Ginestreto.
Quello preso vicino a Monsindoli non è il mitico felino predatore delle radure del Nord America!
Un animale di tal fama e di tal bellezza che, ormai
da settimane, alimenta l’immaginario di pensionati
preoccupati per i nipotini, di proprietari barricati in difesa dei pollai e che, soprattutto, fornisce linfa vitale
alle magre cronache locali costrette ad accontentarsi
di un taglio sconsiderato di pini o dell’ennesima buca
del più disastrato raccordo autostradale della penisola, non poteva cadere, come Pinocchio, nel laccio
teso nella radura!
Quelle sono roba da piccole volpi, da… (e mi
piange il cuore!) da Tassi!... Trappole adatte ad altro genere di predatori: faìne, donnole, istrici.
“IL PUMA” sarà anche in difficoltà, in un ambiente
che non è il suo, senza tutte le sue forze, costretto a
cambiare abitudini e prede, ma da qui a trasformarsi
in un modestissimo… ladro di polli ce ne correva.
Quasi un’offesa alla fama di chi, con i suoi balzi
felini, l’astuzia ineguagliabile, la tenacia e la costanza infinita, ha popolato per generazioni l’immaginario della “Frontiera” di noialtri, cow boys da
poltrona, affascinati ogni quindici giorni dagli albi e
dalle avventure di TEX WILLER.
Non poteva essere e non è “IL PUMA” !
Nella trappola c’era sì un felino ma era solo un
…gattone! Asiatico, grosso, ma pur sempre e soltanto un gatto.
Difficile dare scacco a chi fa dell’astuzia, della tenacia, della tecnica e della volontà predatoria la propria ragione di vita…
“IL PUMA”, non è caduto: IL PUMA è vivo e in libertà….
… Come la Mensana-chenelcuorcista!
In tanti (in troppi, forse!) l’avevano data ormai in
trappola dopo i due passi falsi, sul Bosforo e in casa,
contro i “bianchi” di quella volpe di Ettore Messina:
polli… pollaccioni senza scampo… tre quarti da
leoni ed uno da …(il proverbio lo sapete tutti e non
sarò certo io a completarlo- n.d.r.) e addio al sogno
dei quarti di finale, alla Final Four, a.. “Barcellona
atto secondo- la vendetta”.
In tanti avevano dato ormai per certo che il “Puma
biancoverde” avesse perso la lucidità, non si ricordasse nemmeno di avere ancora delle… “riserve” di
cibo da sfruttare prima di arrendersi alle trappole dei
nemici che, da ogni parte e in ogni modo –anche con
il piombo delle colonne di certi giornali del nord- erano
finalmente convinti di poterlo impallinare.
E poi, una volta caduto IL PUMA di Minucci e Pianigiani, basta finalmente con
le cronache da questa piccola città, isolata dal
mondo e troppo orgogliosa della sua storia e della
tradizione per essere simpatica a chi non ha niente
da offrire se non lo snobismo e il quattrino e spazio
alle vicende “gossippare” della capitale del nord: via
a ruota libera con Dan Peterson, lo stilista dei golfini
striminziti, le interviste (sai che capolavori!) a Beniamino Eze che non vede l’ora d’incontrarci ( ma de
che??!!) all’ennesimo cambio di play etc etc…
E finalmente via dagli spifferi letali di un Palaestra
che –duole dirlo- di ESTRA, nei giorni gelidi di gennaio- ha avuto solo il… freddo! Via, a commentare le
gesta, degli altri palazzi riscaldati e tanto più vicini e
raggiungibili: che ne so? Roma o Treviso o Milano…
E invece no!
La Mensana, come ”IL PUMA DELLA TRESSA”,
non è caduta in trappola: sembrava sul punto di cedere, piegata dalle troppe avversità, senza i suoi punti
di riferimento, logorata dalle tante battaglie e dai troppi
acciacchi.. Tutti lì, bell’e pronti all’esequie in onore di
un caduto illustre: svanito il sogno, via alle critiche! È
la vita, miei cari. Chiappato un Puma avanti con quel
che passa il convento: gattacci spelacchiati, vecchi
cani sciolti alla ventura, qualche smaliziata volpe
argentata –ma col pelo finto, come sempre- tutti lì
in vetrina, tanto IL PUMA non c’è più!!!
E invece, nel mercoledì della Candelora, la notizia fulmina le cronache: non è il PUMA che è caduto in trappola è solo un… gattone asiatico, il
PUMA è sempre in libertà!
E puntuale, nel giovedì di San Biagio, dall’inferno
assordante dell’Arena Belgradese gremita come non
mai dagli stessi che interruppero la nazionale pedatoria a Genova, quel Puma dato
per lesso e decotto fa vedere a
tutta Europa di che bestia si
tratta, dà la zampata che solo
i felini di classe sanno dare:
avanti tutta la partita, vittoria di
otto contro il Partizan e messaggio a tutto il movimento:
“Siamo qua: ridotti ai minimi
termini, con torme di cacciatori prezzolati e non ad inseguirci, senza più punti di
riferimento insostituibili,
acciaccati nel fisico ma…
siamo ancora e sempre “IL PUMA”!
Quello in trappola a Monsindoli??...
L I B E R I ] di Antonio Tasso
Non mettetevi a ridere: era un Gattone
…TURCO!
E poi non si deve credere al destino?
NON VORREI PENSARE MALE e forse fo peccato (ma
–come diceva il mitico Andreotti- “si va all’inferno ma
ci si azzecca!”) ma vi dirò: fra i tanti “cacciatori” sulle
tracce del PUMA BIANCOVERDE, pronti a farlo cadere in trappola –se non ad abbatterlo- m’è sembrato
di vederne uno, oltre a quelli “ufficiali” che da sei anni
inutilmente lo (e ci) braccano, che sinceramente non
mi sarei mai aspettato di trovare “alla posta” con automatico puntato e bandoliera ben fornita.
Che sulle tracce del nostro beneamato felino ci
siano torme di inviati speciali del nord, del centro
(del sud no, lì il canestro non c’è!) ed altrettanto numerosi presidenti, allenatori, agenti (un po’meno
perchè noi si pagano e bene), si sapeva e ci si immaginava da tempo (questa Siena ha rotto, diceva
un alto personaggio federale non molto tempo fa) ma
che, un martedì mattina, dalla sua tana greco-catalana puntasse la doppietta anche il designatore degli arbitri di Eurolega, se permettete mi sembra davvero troppo grossa!
E invece no. Seguitemi nel ragionamento e poi vedrete: chi c’è ad arbitrare il PUMA biancoverde a Belgrado? Due fischietti spagnoli, rispettabilissimi e bravissimi peraltro, ma sempre spagnoli.. e noi col Real
ci s’ha qualche conto aperto o sbaglio?
Ti aspetteresti, per reciprocità, che a Madrid, fra
Real e Efes, si sentisse fischiare italiano: che ne
so? Facchini e Chiari per esempio, o Lamonica e
Sabetta, o –se proprio non si vuol
pareggiare la designazione di
Belgrado- mandiamoci Facchini
e l’italo-turco Sahin…
Manco per idea, ci sono due
slavi e un polacco (noto per la
sua malleabilità casalinga) e sapete dove sono Facchini e l’altro
“italiano” Sahin? Ad Atene coll’Olympiacos!
Di reciprocità, equità e “bon
ton” nemmeno a parlargliene a
Rigas!
Anche lui a caccia del PUMA?
Per ora ha spadellato… e
parecchio.
IL PUMA biancoverde è
libero: occhio alle zampate!
Buon Torino a
tutti!!! •
45
46 stefanofini
basket
Mentre entra nel vivo il Campionato Under 19 d'Eccellenza,
tengono banco i dati sull'utilizzo dei giocatori italiani
Ora basta:
in campo ci va chi lo merita!
Eventi sportivi, fuori e dentro il parquet,
che hanno interessato il mondo giovanile
della pallacanestro nel mese ve ne sono stati
molti. Fuori dal parquet grande interesse e
molte polemiche ha suscitato lo studio e i
dati pubblicati dalla Lega Pallacanestro sull’utilizzo dei giocatori italiani e dei giovani
nei vari campionati dopo l’applicazione delle
nuove norme a loro tutela. I dati sono, e non
potevano essere diversamente, disastrosi.
Da questo studio emerge infatti che i giocatori italiani di formazione nati negli anni 1988
e seguenti, a favore dei quali erano state
fatte tali norme, con almeno 10 presenze a
referto ed un minimo di 150 minuti di gioco
sono: 7 in serie A1 e praticamente altri 7 in
Legadue in quanto degli 11 riscontrati quattro appartengono a società di A1.
Pietro Aradori
Questi numeri hanno dato il via ad una
serie di polemiche a non finire. Dita puntate
sulle grandi società ed anche sulla Mens
Sana, rea di non essere di buon esempio al
movimento. Sul ‘Resto del Carlino’ di Bologna , piazza notoriamente appassionata di
basket, troviamo un articolo intitolato: “Calano i minuti per gli italiani ed i giovani ma
la Lega non guarda in casa del C.T.” e nell’interno dell’articolo troviamo scritto:
“come mai Aradori da quando è a Siena con
il C.T. della nazionale gioca mediamente la
metà dei minuti della passata stagione?”.
Troppo facile fare la critica alla critica. Im-
proponibile il confronto. Una cosa è giocare
nell’Angelico ed un’altra nella Montepaschi.
Sinceramente tanta globale follia d’analisi
sportiva è preoccupante in quanto deviante
e negativa. Poi questa smania di ‘tutela’ dei
giovani italiani che senso ha? La parola ‘tutela’ se non accompagnata da lucide e serie considerazioni fa paura perché può divenire discriminatoria. È più giusto parlare,
anche nel nostro contesto sportivo, di tutela o di meritocrazia e globalizzazione?
Meritocrazia: se ne parla tanto ma non
viene mai applicata. Anche nello sport, anche nel basket, deve giocare chi è bravo, chi
lo merita, senza nessun privilegio, nemmeno
quello di essere italiano.
Globalizzazione: altro termine molto impastato in bocca ma poco applicato nella
pratica. Nessuno deve trovare le porte
chiuse (o chiuse dopo) per non essere figlio
di, o per non avere una bandiera che non
sia il tricolore, ovvero per non essere di nazionalità italiana; e nessuno deve essere vergognosamente sfruttato, nel contesto operativo e lavorativo, per gli stessi motivi.
Tutto estremamente semplice ma sono
le cose semplici che in questo periodo storico non riusciamo ne a fare ne a capire nello
sport come nelle altre questioni.
Dove la relazione numerica della Lega Pallacanestro lascia perplessi e dovrebbe far effettivamente pensare è nell’utilizzo, sempre
degli stessi giovani, nelle serie inferiori dove
i giocatori giovani (non interessa di quale nazionalità) dovrebbero giocare.
Nella serie A Dilettanti i giovani con un
minutaggio qualificato di minimo 300 minuti
sono 27 su 32 squadre, e nella serie B Dilettanti sono 57 su 60 squadre; in entrambe i
casi nemmeno uno a formazione. Le squadre
del nostro territorio, eccetto il Cus Siena, non
si distaccano da certi dati.
Detto questo viene da domandarsi: ma
che aspettiamo a fare una vera riforma nella
quale i giovani possano trovare spazio e minutaggio nelle serie Dilettanti e possibilmente anche in un campionato di livello apposito? La riforma deve essere fatta alla base
non al vertice; anzi il vertice, la serie A1, per
essere maggiormente competitivo con le leghe europee dovrebbe essere ancor più li-
beralizzato da vincoli che al momento servono solo a far ingegnare strategie di fuga
dalle norme vigenti. Purtroppo regole innovative e riformiste mancano e così nel sottobosco, alla base del nostro movimento, regna, in troppi casi, il peggio del peggio.
‘BasketBall Genaration’ l’iniziativa della
Mens Sana basket, sembra avere intuito e
centrato il problema se è vero che l’iniziativa intende esportare verso la base del movimento metodologie, qualità, attenzione,
forze e risorse positive.
Prima di chiudere questo spazio mensile
di basket-junior, facciamo rimbalzare la palla
sui campi di basket per un aggiornamento
sugli eventi che hanno focalizzato il periodo.
Il campionato Under19 d’Eccellenza, sul
quale si riversano le maggiori attenzioni,
vive la seconda fase, quella interregionale,
dove le prime tre di ogni girone accederanno
alle finali nazionali (31 maggio-5 giugno) e
dove la 4ª e la 5ª accederanno ad un concentramento di ripescaggio.
Al momento percorso netto per la Virtus
Siena: 77-52 contro il Val di Ceppo, 77-57
contro Palestrina dopo essere andata anche
a +32, e 66-58 contro l’Aurora Jesi con un
parziale di 11 a 0 nel terzo periodo (Imbrò
14 pts.) determinante per la vittoria finale.
Girone di ferro per la Mens Sana che
vince (al momento) con la Juve Caserta (6040) e con l’Air Avellino (79-33) fornendo in
entrambe le gare un’ottima prestazione difensiva e mettendo in mostra un sempre
più positivo Udom (16 pts. vs Avellino) ed
un costante Severini che gioca bene (21
pts.) anche sul difficile campo della Stella
Azzurra Roma dove la squadra senese ha
perso (74/62) nonostante un indomito Monaldi (27 pts.).
Per gli appassionati da annotare le prossime gare casalinghe dei mensanini contro
la Virtus Roma e la stessa Stella Azzurra;
gare nelle quali si giocheranno le ambizioni
delle tre squadre per la conquista del primo
posto. Motivo d’interesse nella partita di ritorno contro la Stella Azzurra sarà la sfida
individuale sotto le plance fra il centro romano Ferraiuolo, dominatore nella gara
d’andata (19 pts.), contro i senesi Ingrosso
ed Udom, entrambi con 0 punti a Roma. •
48 francescooporti
basket
Niente da fare ragazzi, anzi ragazze!
Avevamo scritto nel numero di gennaio un teorema preciso, magari anche
(forse) supponente ma sicuramente
chiaro: “occorre ripartire nel girone di ritorno con un altro passo, con un’altra
mentalità, con una ‘testa’ vincente; diversamente c’è il rischio di uno scivolamento nelle parti basse della classifica”.
Questo dicemmo nella sostanza,
aggettivo più avverbio meno, e lo
stesso coach costoniano PierFrancesco
Binella dichiarava che “le insidie sono
più mentali che tecniche” e si riferiva
a gare ben impostate e anche ben giocate per …tre quarti, poi sfuggite ad
ogni logica con incredibili ‘soste’ e conseguenti sconfitte.
Il 2010 era terminato a quota 18
punti che significava il sesto posto in
classifica in virtù di 9 vittorie e 5 gare
perdute (alcune, come già detto, in
modo davvero incredibile).La vetta non
era poi tanto lontana ma la reazione
da tutti desiderata non c’è stata. Le
tappe della fase di ritorno del campionato cadetto sono state per la Consum.it tutte in salita o quasi: tre partite a gennaio e una, nella prima
Debole inizio del nuovo anno per la Consum.it,
f e r m a a l l ’ u n i c a vittoria contr o L a S p e z i a
e c o n s e g u e n t e ‘s c i v o l a m e n t o’ a l l ’ 8 ° p o s t o
Forza ragazze,
non tutto
è perduto!
settimana di questo mese, hanno fruttato soltanto due punti, due punticini
piccoli piccoli strappati contro La Spezia, nell’ultima del mese scorso, in una
gara lottata fino agli ultimi secondi (5655 risultato finale), una vittoria certamente importante che ci fece illudere
tanto che lo stesso Binella dichiarava,
con giustificata enfasi: “con La Spezia
è stata una vittoria importante anche
perchè venivamo da una serie di partite che iniziavano bene per poi naufragare nel terzo quarto scellerato dove
sono subentrate frustrazione e paura;
si va a Battipaglia per fare una partita
diversa rispetto all’andata,dobbiamo
recuperare i punti di quella sconfitta
assurda con le campane nella prima di
campionato, voglio motivazione e voglia di riscatto, dobbiamo vincere pur
contro una squadra fisicamente forte”.
La trasferta in terra campana poteva
e doveva essere l’inizio di una riscossa
tanto più che proprio con il Battipaglia
le senesi avevano iniziato questo campionato con una sconfitta interna. Le
motivazioni della reazione e dell’orgoglio di squadra c’erano tutte. Niente da
fare ragazze, non basta una ‘rondine’, la
primavera è ancora lontana, la mentalità vincente non può essere un’isola del
pensiero, deve essere tutto il pensiero.
Il risultato di questa prima equazione
della fase di ritorno ci dice infatti che la
‘X’ vale l’ottavo posto in classifica a dieci
punti dalla capolista Chieti e otto dalle
seconde, La Spezia e Alcamo, troppo
lontane con dieci partite al termine del
campionato per poter considerare una
risalita al vertice.
Allora che fare? Accontentarsi di
questo ottavo posto? Dare per terminata la nuova avventura in cadetteria
pensando già al prossimo ‘giro d’Italia’? Sarebbe troppo facile e troppo riduttivo, sicuramente non coerente alla
tradizione e al VALORE della maglia (e
dello Sponsor). Anzi, proprio per non
avere a questo punto obiettivi di vittoria finale, sarebbe opportuno che
tutto il gruppo maturasse una condivisa analisi, questa: dieci partite sono
poche ma valgono comunque venti
punti. Proviamo a vincerle quasi tutte.
Meglio tutte. •
guidocarli
basket 49
Per il Costone è stato un mese ricco
di soddisfazioni quello di gennaio che si
è appena chiuso. L’inizio del 2011 ha portato infatti con sé grandi risultati, come
la vittoria interna contro Montecatini e
quella nel derby con il Cus, ma soprattutto il primato in classifica che mancava
dalla sciagurata trasferta di Sassari di fine
anno scorso.
È stato un mese di vittorie, cinque su
altrettante partite, tre delle quali in trasferta e su campi tutt’altro che semplici
come quelli di Pontedera e Passignano
sul Trasimeno; in mezzo la vittoria sul Cus
al Palazzetto Corsoni in un match davvero
tirato e agonisticamente intensissimo che,
anche per queste sue caratteristiche, ha
lasciato dietro di sé un lungo strascico di
polemiche. Alla fine la Consum.it l’ha
spuntata per 69 a 56 facendo valere la
maggiore profondità del roster e l’esperienza di un gruppo ormai cementato,
come ha spiegato Francesco Bonelli, il
playmaker del Costone: “Abbiamo vinto
con la testa: il Cus ha messo in campo
un’intensità molto difficile da trovare in
questo campionato, noi siamo stati bravi
a non farci travolgere, rimanendo entro
scarti accettabili ed alla lunga la stanchezza e il carico di falli ha fatto sì che i
nostri avversari non potessero reggere
40 minuti. A quel punto siamo stati cinici
ad andare a bersaglio e a difendere bene
nei possessi chiave. In ogni caso lo scarto
finale è bugiardo: il Cus mi ha fatto un’ottima impressione e penso che mantenendosi su questi livelli la salvezza non
sarà un problema per loro; il rischio è che,
essendo molto giovani, vivano di alti e
bassi non trovando un’adeguata continuità di rendimento”.
Tuttavia, tra i grandi risultati mandati
in archivio dalla squadra di Andrea Zanotti
in questo scorcio di anno, la ciliegina sulla
torta non può che essere il successo casalingo contro l’armata Montecatini: un
big match atteso per un mese, a causa del
rinvio per la neve, che per importanza e
prestigio rappresenta già un pezzo di storia per la Società della Piaggia. Il parquet
del PalaOrlandi è stato infatti calcato da
un campione d’Europa, quel Davide Bonora che è arrivato alla testa della corazzata termale, degnamente affiancato da
Niccolai, cannoniere di categoria superiore
ed in generale da un organico di primissimo livello.
Al blasone la Consum.it ha opposto il
solito agonismo sostenuto da un cuore
grande così e da un palasport gremito,
che ha spinto i giocatori a tirare fuori il
meglio del loro repertorio; il Costone ha
toccato anche i 15 punti di vantaggio imponendo il suo ritmo e trovando il canestro a ripetizione con i vari Bonelli, Castri,
Il Costone, bello e concreto, balza in testa alla classifica
e scopre le sue ambizioni
Ora l’importante
è non ‘imborghesirsi’
Filippo Franceschini e soprattutto Gambelli. Questi sono stati gli ingredienti che
hanno permesso di vivere una serata che
per chi ha a cuore le sorti del Costone non
dimenticherà per un pezzo.
Come detto i gialloverdi si trovano ora
primi in classifica, un risultato davvero
difficile da prevedere all’alba di questa
stagione, ma che sta ripagando gli sforzi
di tutta la squadra, come evidenziano le
parole dell’assistente allenatore Simone
Cini: “La classifica dice che siamo primi,
ma per essere lassù abbiamo lottato sin
dall’inizio del campionato, anche a causa
dei numerosi infortuni che hanno, chi
prima chi dopo, debilitato tutti. In quel
periodo siamo stati bravi a sopperire
sempre alle numerose defezioni, senza
mai pensare che un’assenza ci potesse
servire come alibi; al contrario ogni difficoltà ha rappresentato uno stimolo per
dare quel qualcosa in più alla causa della
squadra. La forza che ognuno di noi ha
tirato fuori nei momenti più complicati ha
forgiato un gruppo che non molla mai ed
il lavoro quotidiano in palestra ha fatto
sì che adesso siamo in vetta. D’ora in poi
dovremo sempre tenere a mente come ci
siamo arrivati senza ‘imborghesirsi’”, ma
continuando a lavorare ogni giorno con
umiltà e spirito di sacrificio”.
Gli impegni difficili in effetti non sono
terminati qui, visto che il Costone è atteso da una seconda parte di campionato
più che mai impegnativa, che lancerà la
volata per i playoff e che Bonelli ci ha aiutato ad analizzare: “Nelle prossime nove
partite abbiamo cinque impegni in casa
e quattro in trasferta, ma queste quattro
sono sulla carta proibitive; per questo
motivo non dobbiamo prescindere dal
fare il risultato in casa, sperando in qualche colpo sui campi difficili che ci ospiteranno. A maggio inizia un altro campionato e noi l’abbiamo già sperimentato
sulla nostra pelle lo scorso anno”. •
augustomattioli
basket 51
Il ritorno di Stefano Salieri sulla panchina della Virtus al posto di Billeri,
rilancia le speranze di salvezza dei rossoblù
E se l’arma in più
fosse il ‘fattore sorpresa’?
La Virtus nell’ultimo mese ha cambiato faccia. Ora occorre che cambi anche passo per ottenere quei risultati
che le possano permettere di uscire da
una pericolosa posizione di classifica.
L’uomo nuovo di via Vivaldi (che poi
proprio nuovo non è) è Stefano Salieri,
subentrato da metà gennaio alla guida
della squadra a Marcello Billeri, che la
società ha ritenuto di esonerare . Una
decisione sempre difficile da prendere
per una società quella di chiudere il rapporto con un tecnico, ma se i risultati
non arrivano chi ci rimette in genere è
sempre il responsabile della panchina.
Un tecnico, Billeri che ha lavorato bene
per la Virtus. Purtroppo quest’anno non
è andata come sperava con una squadra ancora giovane e in un anno difficile a causa della riforma del campionato della serie A dilettanti che prevede
sei retrocessioni per ogni girone.
Del resto Billeri non è il solo allenatore ad essere stato sollevato dal
suo incarico nella prima parte del torneo. Sandro Dell’Agnello, che ha giocato nella Mens Sana tra il 1996 e il
1998, è subentrato a Adriano Furlani
nella guida di Brescia, che punta alla
promozione in Lega due, Pippo Faina
(allenatore di lungo corso) ha sostituito
Strefano Comazzi a Torino mentre a Recanati Roberto Russo ha sostituito
Maurizio Marsigliani.
Ora il presente per la Virtus è Stefano Salieri che ha accettato di venire
di nuovo a Siena, dove ha ottenuto
prima di Billeri risultati importanti
dando solidità anche alla società. Il tecnico fin da quando è arrivato ha sottoposto ad un duro lavoro la squadra che,
ha detto nelle prime dichiarazioni, gli
sembrava avere forti carenze riguardo
la preparazione atletica. Ora si tratta di
vedere quali effetti avrà la cura del
nuovo coach che, visti i giocatori a disposizione, ha fatto le sue scelte tecniche. Diomede, che dopo il suo arrivo
aveva avuto uno scarso minutaggio è
passato in prestito a Chieti che guida
la classifica del girone della B dilettanti
mentre anche Spizzichini dovrebbe concludere la sua breve esperienza senese
avendo richieste da altre squadre.
Salieri ha dato uno sguardo molto
attento anche al settore giovanile della
società e ha lanciato senza alcuna esitazione in prima squadra, e con minutaggi consistenti, Amedeo Tessitori che
con Matteo Imbrò, che sta mostrando
in A dilettanti quelle qualità per le quali
è passato alla Virtus Bologna Marco
Pascolo e Riccardo Bernardi convocato
in nazionale Under 18. Tessitori, 17
anni, pivot di 2m02 ha dimostrato che
l’intuizione di Salieri era stata giusta e
nonostante l’emozione iniziale, ha dimostrato di poter essere davvero utile
alla squadra. Non è escluso però che
la società, dopo il ritorno di Portannese da Scafati, cerchi di ingaggiare,
anche qualche altro giocatore che si inserisca rapidamente nel tipo di gioco
di Salieri. La convocazione dei giovani
rossoblu in nazionale (un bella soddisfazione per i tecnici delle giovanili di
via Vivaldi), ha permesso a Salieri di
poter continuare il lavoro sulla squadra senza l’assillo dell’impegno in campionato. Infatti la partita casalinga contro Riva del Garda è stata rinviata (il
recupero è stato fissato per il 2 marzo)
per cui la Virtus è tornata in campo
mercoledì giocando a Trento nel turno
infrasettimanale. Un periodo di lavoro
che si spera sia stato utile oltre che per
recuperare la condizione fisica, anche
per eliminare o almeno limitare quei
difetti mostrati dalla squadra nella
prima parte del campionato. A partire
dalla continuità di gioco che spesso ha
lasciato a desiderare. Ora occorre giocare al meglio le partite che restano
per migliorare la classifica. Nel girone
della Virtus ancora non sembra che ci
siano troppe gerarchie tra le varie
squadre, per cui sono possibili ad ogni
giornata di campionato anche risultati
a sorpresa. Del resto anche altre squadre come quella rossoblù hanno cercato di migliorare il loro assetto tecnico. Il gruppo virtussino potrebbe
essere appunto la sorpresa dell’ultima
parte della stagione regolare che per il
momento ha visto protagoniste in particolare Trento (che peraltro nell’ultimo
turno è stata sconfitta a Torino) e Perugia che guidano la classifica del girone con trenta punti. •
52 massimilianobruttini
sport per tutti
Aumenta l'offerta dell' UISP senese
verso gli appassionati di questo sport
Nuoto, mon amour
Ottanta nuotatori, 20 master, 20 triathleti, un numero altissimo di persone giovani e meno giovani
che quotidianamente frequentano le piscine. Questi sono i numeri che caratterizzano l’attività in piscina (e non solo).
In questo contesto, e nonostante le problematiche ‘storiche’ che accompagnano il percorso piscine
della nostra città, la voglia di nuotare c’è e si afferma
sempre di più. Il concetto di ‘movimento sano’ è consolidato e le presenze lo confermano.
In tale panorama è normale che anche le attività
agonistiche ne traggano beneficio. Il Siena Nuoto
U.I.S.P., presente da sempre nel panorama agonistico regionale e nazionale, sta affrontando la stagione con il consueto impegno e voglia di fare. Le
attività agonistiche interessano il ‘classico’ nuoto, il
nuoto sincronizzato e la pallanuoto. A fianco di questi è nato un gruppo agguerritissimo di atleti che si
misurano in gare di triathlon (nuoto – bicicletta –
corsa). Discorso a parte merita il gruppo Master costituito da ex atleti che, finito il loro percorso agonistico, in virtù del fatto che il cloro dà dipendenza,
non hanno abbandonato la piscina, ma invece si
sono avviati su un percorso amatoriale che prevede
numerosi impegni e gare.
Il progetto avviato alla fine degli anni novanta
che prevedeva appunto una crescita qualitativa dell’attività sta dando i suoi effetti. Grazie alle sinergie
ed all’impegno dello staff tecnico e della dirigenza
si è ormai consolidato un percorso che vede l’atleta
al primo posto. Le attenzioni e la cura che vengono
poste nel rapporto con l’atleta consentono di ottenere
un effetto di fidelizzazione. Attraverso la realizzazione di progetti si è arrivati a creare un ambiente
amico nella piscina, un posto dove l’atleta va non
solo per allenarsi, ma anche per condividere esperienze con gli amici e con il gruppo. Questo è l’ef-
fetto principale che sta caratterizzando il gruppo sportivo in questi anni, pochissimi sono gli abbandoni.
Potendo contare su questa situazione, lo staff tecnico ha potuto avviare percorsi formativi e di specializzazione al nuoto molto più mirati in quanto destinati a soggetti che sono presenti per lunghi periodi.
I ragazzi hanno effettuato una accurata preparazione atletica ad inizio stagione e sono attualmente impegnati in un ciclo di allenamenti mirato a
migliorare principalmente tecnica e resa meccanica.
Il lavoro svolto in acqua giornalmente, oltre a permettere di affinare gli stili, mantiene alto il livello di
resistenza aerobica e consente di svolgere un’accurata fase specifica in prossimità delle gare di campionato ormai alle porte.
Le regolari sedute di palestra mirano ad aumentare coordinazione, mobilità articolare e forza,
specialmente negli arti inferiori. Inoltre il programma
a secco prevede di tonificare le fasce muscolari più
sottoposte a stress durante gli allenamenti in vasca.
Per la prima volta è anche stato programmato
un ciclo di sedute di teoria con l’implemento di mezzi
audiovisivi: il gruppo ha partecipato ad incontri di
tecnica delle nuotate con gli allenatori della squadra dove gli atleti hanno visionato video di supercampioni del nuoto (italiani e non) e delle loro storiche prestazioni ad Olimpiadi e Mondiali. Al
piacere delle moviole di alto nuoto è seguito quello
di potersi ‘vedere’ all’opera.
I giovani atleti infatti hanno guardato con stupore
e divertimento le riprese effettuate dai tecnici durante i loro allenamenti notando, senza l’aiuto di
sottolineature, errori e particolarità dei propri gesti.
Essendosi rivelato un’ottimo espediente per imparare divertendosi, in futuro la programmazione
prevederà anche riprese subacquee e di gare.
A fianco di questa importante tecnica metodo-
logica si è avviato un progetto che consente agli
atleti più grandi e di valore di seguire un percorso
che dia opportunità agonistiche sicuramente diverse
rispetto al passato. Grazie ad una forma di collaborazione con la società Rane Rosse, gli atleti di
maggior risalto del gruppo che abbiano conseguito
determinati risultati cronometrici, passano nel novero di quest’altra Società dove hanno la possibilità, pur rimanendo sede degli allenamenti Siena,
di accedere a circuiti e percorsi di gare che, pur con
tutta la buona volontà, il Siena Nuoto U.I.S.P. non
sarebbe in grado di garantire. Rane Rosse è una Società che opera a livello nazionale e raccoglie al
suo interno atleti provenienti da tutte le parti d’Italia. Questo consente non solo agli atleti emergenti
maggiori opportunità, ma grazie agli accordi intercorsi, apre anche ai tecnici percorsi di confronto
e di accrescimento tali che possono derivare solo
dall’essere inseriti in circuiti non locali.
La stagione natatoria iniziata a dicembre si sta
ora avviando verso il primo punto di verifica costituito dai campionati invernali, ai quali parteciperanno, per i tempi già conseguiti, numerosi degli atleti
senesi. L’attività proseguirà poi ininterrottamente fino
all’inizio dell’estate che vedrà le gare di chiusura stagione. Il nuoto, con esclusione di quello di vertice,
cessa la sua attività nella prima metà del mese di luglio per riprendere nel successivo settembre.
Durante l’estate però si sta consolidando un’altra attività, quella del nuoto di fondo in mare, dove
gli atleti, spesso gli stessi che partecipano ai circuiti
agonistici tradizionali, si misurano in gare di nuoto
su distanze che vanno dai 3 fino ai 25 km e già alcuni atleti senesi hanno fatto di queste esperienze.
Discorso diverso per i triathleti che vedono proprio
nella parte estiva il loro momento di maggior impegno
con gare continue e costanti. Anche in questo gruppo
si stanno delineando delle figure emergenti che addirittura stanno conseguendo risultati tali da poterli far
accedere alle fasi mondiali di questa specialità. •