Rapporto Operativo NAF 2011 - Corpo Forestale dello Stato

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Rapporto Operativo NAF 2011 - Corpo Forestale dello Stato
La sicurezza
agro ambientale e agroalimentare
RAPPORTO 2011
MARZO 2012
In copertina:
Attività di collaborazione tra il Corpo forestale dello Stato
e l’associazione LIBERA sui terreni confiscati alle organizzazioni criminali
in provincia di Caserta, sulla base della Convenzione stipulata nel 2010
tra le due organizzazioni.
Hanno collaborato alla realizzazione del rapporto
l’Ass. Maria Vittoria Santorsa e l’Ass. Luca De Angelis
INDICE
Capitolo Primo
Attività
Pag. 5
Capitolo Secondo
Analisi
Pag. 11
Capitolo Terzo
Operazioni
Pag. 21
Capitolo Quarto
Grafici
Pag. 51
Attività
Anno 2011
LA SICUREZZA AGRO AMBIENTALE E AGROALIMENTARE,
UN SERVIZIO AI CITTADINI
Capitolo Primo
ATTIVITÀ
Dall’esame dei dati dell’attività di sicurezza agro ambientale e agroalimentare effettuata dal
Corpo forestale dello Stato nell’anno 2011, si registra, rispetto al 2010, l’aumento di tutti gli indicatori di performance. Anche per quest’anno, per il terzo consecutivo, si è raggiunta una più elevata
qualità delle operazioni e l’accertamento più incisivo degli illeciti nel settore:
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i reati accertati sono stati 110;
le persone segnalate all’Autorità Giudiziaria 187;
gli illeciti amministrativi 1.011;
l’importo notificato è di 2.692.384 euro;
i controlli effettuati 6.171;
le indagini complesse effettuate 43.
Rispetto all’anno 2010 sono aumentati:
- i controlli del 22,05%;
- le sanzioni amministrative del 31%;
- le notizie di reato del 7,8%;
- le persone segnalate del 55,83%.
Complessivamente nel periodo 2009 - 2011 sono state segnalate all’Autorità giudiziaria sul territorio nazionale 371 persone, elevate 2.142 sanzioni amministrative, per un importo sanzionatorio
notificato di € 5.326.605, effettuati 15.650 controlli.
I controlli mirati hanno consentito di sviluppare diverse e complesse indagini. Sono state verificate le infrazioni riconducibili a comportamenti di natura colposa e perseguite le frodi intenzionali
commesse al fine di realizzare illeciti profitti. L’utilizzazione sempre più continua di tecnologie sofisticate da parte degli autori dei reati è all’origine di un’evoluzione delle illegalità, da quelle tradizionali di minore impatto a quelle più complesse da individuare e spesso con gravi effetti sulla sicurezza alimentare, quali l’adulterazione, l’alterazione, la sofisticazione e la contraffazione.
Per questo è necessario adeguare sempre più le tecniche e le metodologie di contrasto.
Le Regioni in cui sono stati ottenuti i risultati più significativi sono Emilia Romagna, Campania,
Lombardia, Piemonte, Calabria, Puglia, Basilicata, Veneto e Toscana.
I settori in cui si è operato in modo più proficuo sono stati quelli delle tipicità alimentari (dop,
igp, stg e bio), l’oleario e sulla tracciabilità delle carni.
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1.1 TUTELA DELLA QUALITÀ CERTIFICATA - LOTTA ALLE FRODI - IL TRAFFICO DEL CIBO
Di particolare rilievo è l’attività svolta nel 2011 a tutela dei prodotti di qualità certificata del made
in Italy alimentare, che proprio per l’eccellenza del cibo sono più soggetti a essere imitati in modo
fraudolento.
I controlli effettuati in tale importante settore sono stati 1690; nel settore oleario a tutela dell’olio
extravergine di oliva, quelli sulle tipicità dop, in particolare sulla Mozzarella di Bufala Campana, la
Feta greca e il Gorgonzola.
È proseguito l’impegno nel settore oleario per contrastare la produzione di olio deodorato
“spacciato” come extra vergine. La deodorazione è un’operazione di rettifica dell’olio di oliva che
consente di trasformare oli di oliva non commestibili di scarsa qualità in oli di oliva senza difetti, ma
che una volta subito questo trattamento non possono più essere commercializzati come oli di oliva
extravergine.
Per quanto riguarda la tutela del made in italy, ottimi risultati hanno conseguito le operazioni
Italiamo, Por-cina, Tagliatelle al Brunello di Montalcino e al Chianti Classico e Toscoro. L’operazione
Italiamo è stata condotta in 3 regioni, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e 6 province, ForlìCesena, Milano, Lodi, Pavia, Verona, Ravenna e ha avuto a oggetto l’illecita produzione di mozzarelle a marchio italiano prodotta con latte di origine francese, belga e lussemburghese. La frode in
commercio si realizza sia attraverso la contraffazione di prodotto che, come in questo caso, attraverso l’utilizzo di un marchio ingannevole che, attraverso l’uso di parole, sigle, motivi, disegni,
colori e slogan che richiamano il nostro Paese e la qualità dei prodotti che si realizzano, evocano e
ingannano i consumatori circa la reale provenienza dei cibi.
L’operazione Por-Cina ha preso origine a Benevento dove, attraverso analisi micologiche, è
stata scoperta la vendita di funghi porcini secchi cinesi come italiani. I funghi venivano distribuiti da
un’azienda operante nell’hinterland milanese e posti in vendita sugli scaffali dei supermercati con
etichette riportanti in modo esplicito il riferimento all’Italia come luogo di origine del prodotto ingannando così i consumatori. Le indagini si sono estesa anche al di fuori dei confini nazionali, in quanto una parte del prodotto, con la garanzia dello stemma tricolore, è stato commercializzato come italian food nei cinque continenti.
L’operazione che ha avuto a oggetto il sequestro di tagliatelle aromatizzate al vino Chianti
Classico D.O.C.G. e al vino Brunello D.O.C.G., ha bloccato l’uso illegale di dette denominazioni di
vini pregiati che venivano riportate in etichetta in mancanza della prescritta autorizzazione da parte
dei relativi Consorzi di tutela e pertanto sfruttando indebitamente la loro reputazione. Le tagliatelle
venivano distribuite in esclusiva a negozi duty free dell’aeroporto internazionale di Roma Fiumicino,
trattandosi di un prodotto di nicchia, e venduto al dettaglio a un prezzo molto elevato sfruttando la
fama internazionale delle denominazioni protette dei vini italiani. L’operazione è scaturita a seguito
di un controllo mirato anticontraffazione del Nucleo Agroalimentare e Forestale di Roma negli spazi
aeroportuali di vendita dove è consuetudine trovare i prodotti dell’eccellenza italiana.
L’operazione Toscoro ha portato alla scoperta di olio imbottigliato nell’aretino e indebitamente
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commercializzato in Francia come olio toscano. In Francia vi è il solo obbligo di riportare in etichetta lo stabilimento imbottigliatore, ma non la provenienza dell’olio e delle olive. Il termine “Toscoro”
inequivocabilmente inganna il consumatore inducendolo a reputare il prodotto come toscano evocando un’eccellenza igp del made in Italy.
Il contrasto dei reati commessi per eludere i controlli sulla provenienza geografica del cibo
hanno conseguenza sia sugli aspetti di distorsione del mercato che per quelli di qualità e sanità del
cibo in quanto l’ingannevole provenienza provoca conseguenze anche sulla conoscenza delle esatte proprietà di composizione e di produzione degli alimenti.
Lo sviluppo del commercio mondiale di cibo deve essere tutelato dal traffico illecito dei cibi che
in violazione delle norme nazionali e comunitarie produce illeciti profitti e provoca danni e pericoli ai
consumatori e agli imprenditori.
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Analisi
Anno 2011
Capitolo Secondo
ANALISI DEL FENOMENO
2.1 LA MISSION
La sicurezza delle produzioni alimentari è un tema che riveste priorità per il nostro Paese in
quanto riguarda il valore della qualità del cibo, della salute umana, tutelata espressamente dalla
Costituzione, oltre che la difesa dell’ambiente e del territorio contro l’abbandono e il degrado.
La produzione alimentare è l’unica attività manifatturiera con la quale si trasformano materie
prime, realizzando importanti quote di reddito, e contemporaneamente si tutelano l’ambiente, il territorio e il paesaggio.
L’Italia è all’avanguardia in questo settore per la capacità di trasformare gli alimenti nei prodotti di eccellenza del made in Italy; considerando che circa il 70% del territorio nazionale è caratterizzato da un’orografia collinare o montuosa, si comprende come i due binomi “agricoltura-alimentazione” e “territorio-ambiente” sono temi strategici dell’agenda nazionale dei decisori.
Per questo la sicurezza agro ambientale e agroalimentare è oggi un argomento che interessa
non solo gli addetti ai lavori, i produttori e i distributori di beni alimentari, ma la pluralità dei cittadini, per difendere un elevato tenore di qualità ambientale e alimentare.
La Direttiva del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali per l’anno 2011 ha orientato l’azione dell’Amministrazione prevedendo quale obiettivo primario dell’attività del Corpo forestale dello Stato la lotta alle frodi e alle contraffazioni alimentari.
2.2 IL CONTESTO INTERNAZIONALE
A livello mondiale il fenomeno della globalizzazione ha inciso negativamente, per alcuni aspetti, sull’integrità ambientale e sulla qualità e quantità di alimenti disponibili per la popolazione.
La questione alimentare e quella ambientale sono connesse a livello internazionale con le grandi scelte di livello strategico e di geopolitica mondiale. Alla fine degli anni ’80 i mutati assetti dei
Paesi dell’Europa dell’Est hanno provocato lo sviluppo delle relazioni socio-economiche tra società
con modelli organizzativi diversi e conseguentemente l’apertura dei mercati economici di questi
Stati e della Cina. Sono aumentati gli scambi commerciali fra aree regionali prima nemiche, diminuendo il rischio del conflitto tradizionale di tipo simmetrico tra le superpotenze .
Oggi il confronto-scontro tra gli Stati avviene attraverso lo svilupparsi di tensioni che riguardano gli interessi economici e energetici, le reti dei gasdotti, il possesso delle riserve di uranio, di rame
e di acqua, il terrorismo internazionale, il rischio di pandemie, gli squilibri dei mercati finanziari, le
risorse alimentari e i rischi di degrado ambientale, aumentando così i rischi di conflitto asimmetrico
che devono essere analizzati e prevenuti.
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La sicurezza oggi non è più solo di tipo militare ma anche sicurezza economica, finanziaria,
energetica, alimentare e ambientale.
In questo nuovo scenario internazionale il Corpo forestale dello Stato contribuisce in modo
sinergico con le altre Istituzioni nazionali e con gli Enti territoriali a attuare gli interventi finalizzati a
contrastare le illegalità e i crimini agro ambientali e agroalimentari per la tutela della qualità alimentare e dell’integrità del territorio e dell’ambiente.
2.3 LA SICUREZZA AGROALIMENTARE
L’azione di sicurezza agroalimentare comprende sia gli aspetti di tutela delle matrici che generano gli alimenti, che quelli di qualità e sanità dei prodotti. Il sistema agroalimentare è stato caratterizzato negli ultimi decenni da due cambiamenti principali: a) l’aumento della distanza tra i siti di produzione e quelli di consumo che ha provocato una maggiore attenzione alla conservazione degli alimenti e alla dimensione della filiera alimentare; b) l’aumento della tecnologia applicata alle produzioni e alla conservazione degli alimenti.
Tali aspetti pongono oggi nuovi problemi e spunti critici che richiedono interventi specialistici e
sinergici per garantire un alto livello di sicurezza agroalimentare.
Al consumatore devono essere assicurati prodotti sicuri e di alta qualità e quindi deve essere
controllato ogni singolo anello della catena alimentare, dal campo alla tavola.
Per questo una filiera alimentare efficace richiede una precisa e trasparente tracciabilità sui
percorsi di produzione degli alimenti. Questo risultato si ottiene identificando e monitorando tutti i
flussi della filiera produttiva.
L’alimento è un prodotto dell’attività umana che combina fattori naturali quali le caratteristiche
pedologiche, climatiche, orografiche e fattori umani quali usi, tradizioni, metodologie di produzione
e esperienza, passione.
La capacità del mercato di identificare un prodotto di qualità ha per i soggetti della catena produttiva un notevole ritorno, sia in termini di immagine che in termini economici.
2.4 IL CONTRASTO ALL’AGROPIRATERIA
L’Italia a livello internazionale è uno dei Paesi che possiede il più ricco e variegato patrimonio
agroalimentare, con produzioni tipiche nazionali di eccellenza la cui ricchezza e varietà rappresentano un punto di forza economico e di qualità alimentare.
Oggi i consumatori sono sempre più attenti agli aspetti nutrizionali in termini di apporto calorico, di genuinità e di unicità dei prodotti e dei sapori che contraddistinguono la cosiddetta dieta mediterranea.
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L’enogastronomia italiana è quindi un tratto distintivo dello stile italiano rappresentando uno dei
fattori di successo e di identificazione del made in Italy.
In Italia il settore agroalimentare è al secondo posto in termini di fatturato dopo quello metalmeccanico e riveste un ruolo determinante in ambito comunitario contribuendo per il 13% alla produzione agricola totale dell’Europa. Altrettanto consistente è l’export agroalimentare. La quota italiana sul commercio mondiale si attesta da diversi anni ad una cifra superiore al 3,5%.
Complessivamente l’esportazione dei prodotti tipici vale circa 24 miliardi di euro sulla bilancia dei
pagamenti del nostro Paese.
Per questo i prodotti dei cibo italiano sono spesso oggetto di sofisticazioni, falsificazioni, contraffazione e ingannevole utilizzo dell’origine geografica.
L’Unione europea ha registrato oltre 1087 prodotti con marchi dop, igp, stg, di cui 242 sono di
origine italiana (dati Qualivita al 10.03.2012), con un numero maggiore di prodotti di tipo ortofrutticolo e cerealicolo dop. L’Italia con le 242 denominazioni riconosciute è al primo posto della graduatoria comunitaria dei prodotti tipici e possiede oltre il 22% dell’intera fetta di mercato europeo.
I prodotti certificati costituiscono un importante patrimonio alimentare e economico della
Nazione, che deve essere tutelato a difesa dei consumatori e della qualità dei prodotti, dei produttori e della legalità del mercato. Per questo è necessaria una decisa azione di contrasto nei confronti degli atti illeciti di contraffazione dei marchi di qualità, la cosiddetta agropirateria, quale azione deterrente a tutela dell’intero mercato nazionale.
Nel 2009 la legge 23 luglio n. 99 “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle
imprese, nonché in materia di energia”, con l’articolo 15 (tutela penale dei diritti di proprietà industriali) ha introdotto, tra l’altro, il reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni
di origine protette dei prodotti agroalimentari.
Il legislatore ha previsto questo tipo di fattispecie di reato quale delitto quindi con un sistema di
tutela elevato in considerazione dei valori sottesi dalle produzioni agroalimentari di pregio e dal
danno causato al sistema economico nazionale e ai consumatori. Questo nuovo reato innalza il
livello di rischio per i criminali dell’agroalimentare.
Il sistema normativo predisposto è completo in quanto la fattispecie di reato è prevista quale
delitto con la reclusione fino a due anni e con multe fino a € 50.000 per la contraffazione o l’alterazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari ma anche per
l’introduzione sul territorio nazionale, per la detenzione per la vendita, per la vendita o comunque
per la messa in circolazione dei prodotti contraffatti.
È sempre prevista la confisca delle cose comunque connesse a qualsiasi titolo al reato sia quali
strumenti che quali prodotti ed è introdotta un’aggravante di pena nel caso in cui i reati siano commessi in modo sistematico ed organizzato.
Il Parlamento nazionale il 3 febbraio 2011, con legge n. 4 ha promulgato la normativa specifica per la tutela della qualità degli alimenti prevedendo sanzioni e realizzando la connessione tra
qualità dell’alimento e origine. La legge, quale misura per migliorare l’azione di contrasto comples-
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siva, ha anche istituito le sezioni di polizia giudiziaria del Corpo forestale dello Stato presso le
Procure della Repubblica con i compiti di sicurezza ambientale e agroalimentare.
2.5 ORGANI DI CONTROLLO E DI INDAGINE
I controlli e le indagini nel settore delle frodi alimentari sono effettuati da Organi dipendenti da
diversi Dicasteri quali il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministero della
salute e il Ministero dell’Economia ed anche, relativamente ai controlli, dalle Regioni, Province autonome e Comuni.
Il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali svolge la propria azione, soprattutto in
materia di tutela della qualità, attraverso l’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari (ICQRF); la Direzione generale sviluppo agroalimentare, qualità e tutela del
consumatore; la Direzione generale per la pesca marittima e l’acquacoltura, che si avvale del Corpo
delle Capitanerie di porto; il Corpo forestale dello Stato con la Divisione 2^ e il Nucleo
Agroalimentare e forestale – NAF dell’Ispettorato generale e il Comando dei Carabinieri Politiche
Agricole e Alimentari che si avvale del NAC (Nucleo Antifrodi Comunitarie).
Un apposito comitato, presso il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, coordina le azioni di controllo di questi organismi, ai sensi del D.M.23 febbraio 2003, art. 5.
2.6 ORGANIZZAZIONE
L’attività del Corpo forestale dello Stato nel settore agroalimentare è iniziata alla fine degli anni
’70, quando l’Amministrazione forestale è stata individuata per intervenire a vigilare sulla movimentazione delle sostanze zuccherine nell’ambito dell’attività di verifica per la prevenzione delle frodi nella
preparazione e nel commercio dei prodotti vitivinicoli, a cui seguì l’azione di controllo delle produzioni
di tabacco. Negli anni ’90 l’attività ha attenzionato il corretto utilizzo dei fondi erogati dalla UE in numerosi settori del comparto agroalimentare per regolare il mercato agricolo europeo contro le frodi.
Il 9 maggio del 2001, quale misura di risposta all’emergenza della BSE, è stato istituito presso
l’Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato il Nucleo Agro-alimentare e Forestale (NAF), a
seguito della legge n. 49 del 9 marzo 2001 di conversione del decreto legge 11 gennaio 2001 n. 1,
sull’emergenza causata dall’encefalopatia spongiforme bovina (BSE).
Il NAF opera su tutto il territorio nazionale con funzioni di coordinamento e indirizzo info-investigativo e di analisi in tema di sicurezza agroalimentare, fornendo supporto operativo, e logistico ai
Comandi territoriali del Corpo forestale dello Stato.
Nei quindici Comandi regionali sono attivi altrettanti Uffici dei referenti agroalimentari con il
compito di analisi e coordinamento delle attività a livello regionale.
Negli anni 2000 l’attività si è sempre più ampliata sino a coinvolgere numerosi settori, come
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quelli della zootecnia e delle carni, dei prodotti lattiero-caseari, dell’olio d’oliva, del vino, degli animali vivi, dei prodotti di qualità certificata (dop, igp, stg e bio), degli O.G.M., dei pesticidi e dei contaminanti in genere e altri.
Il D.M. 1° dicembre 2005 di “Disposizioni procedurali in applicazione del decreto legislativo 19
novembre 2004, n. 297 riguardante le “Disposizioni sanzionatorie in applicazione del regolamento
(CEE) n. 2081/92, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e alimentari”, prevede il Corpo forestale dello Stato quale Amministrazione
abilitata a effettuare i controlli in materia di tipicità alimentari protette.
Il D.M. 28 aprile 2006 “Riassetto dei comparti di specialità delle Forze di polizia”, stabilisce che
il Corpo forestale dello Stato, tra l’altro, concorre nelle attività volte al rispetto della normativa in
materia di sicurezza agroalimentare, con particolare riferimento ai cicli produttivi in pieno campo.
Inoltre, lo stesso D.M. include il Corpo forestale dello Stato tra le Forze di polizia specializzate che
operano nei comparti della sicurezza in materia di sanità, igiene ed alimenti, in cui concorre nelle
attività volte al rispetto della normativa in materia di sicurezza alimentare del consumatore e di biosicurezza in genere.
La legge 99/2009 all’art. 18 comma 2 indirizza specificamente l’impiego, con gli altri organi, del
Corpo forestale dello Stato quale braccio operativo del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e
forestali nell’attività di controllo volta a tutelare la qualità delle produzioni agroalimentari attraverso
la lotta alle frodi di settore.
2.7 LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE DI POLIZIA
La contraffazione di prodotto si combatte soprattutto colpendo le illegalità nei luoghi lontani da
quelli di produzione del cibo dove vengono commercializzati illegalmente, “spacciati”, i prodotti contraffatti. Per questo è essenziale per l’efficacia dell’azione di contrasto sviluppare le azioni di cooperazione internazionale per realizzare una rete di scambio di informazioni, esperienze, metodologie
e best practises in questo settore.
Nell’aprile del 2010 a Sabaudia in provincia di Latina presso il Parco Nazionale del Circeo il
Corpo forestale dello Stato dello Stato insieme all’Ufficio Interpol del Servizio di Cooperazione
Internazionale di Polizia della Direzione Centrale di Polizia Criminale del Ministero dell’Interno
hanno promosso i lavori del 1° Meeting internazionale Interpol sul tema della difesa della qualità dei
prodotti per i consumatori e per la legalità del mercato.
Per consolidare questo primo meeting e l’attività di cooperazione internazionale, dal 28 novembre al 2 dicembre 2011 si è svolta l’attività operativa in campo internazionale di lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari, con particolare riguardo a quelli a indicazione geografica dop e igp
denominata OPSON International week of action in ambito della rete Interpol e Europol.
Nella settimana operativa sono stati effettuati controlli, in qualche caso in modo congiunto, dagli
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organismi di polizia di più Paesi finalizzati all’attività di prevenzione e contrasto dell’agropirateria
internazionale in 12 Stati quali: Italia, Bulgaria, Danimarca, Francia, Grecia, Ungheria, Olanda,
Romania, Spagna, Turchia, Repubblica Democratica del Congo e Gran Bretagna.
L’operazione ha avuto un notevole successo in quanto sono stati sequestrati migliaia di prodotti agroalimentari contraffatti delle principali tipologie di filiere che sono al vaglio dei rispettivi organi
inquirenti. Tale attività ha mostrato nel corso delle operazioni, modalità di controllo e metodologie
operative comuni nei 12 Paesi interessati.
L’operazione ha raggiunto gli obiettivi posti tra i quali il contrasto della contraffazione dei prodotti nei luoghi lontani da quelli di produzione degli alimenti originali, lo sviluppo della partenerships
con il settore privato per provvedere a predisporre una risposta coesa a questo tipo di criminalità,il
di miglioramento delle conoscenze sui prodotti contraffatti e la protezione dei consumatori e dei produttori dai falsi cibi.
In Italia tale operazione è stata curata dall’Ufficio Interpol del Servizio di Cooperazione
Internazionale di Polizia della Direzione Centrale di Polizia Criminale del Ministero dell’Interno a cui
hanno partecipato reparti del Corpo forestale dello Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di
Finanza e della Polizia di Stato.
2.8 LA COLLABORAZIONE CON LIBERA, ASSOCIAZIONI, NOMI E NUMERI CONTRO LE
MAFIE
Dal luglio del 2010, con la firma di un’apposita Convenzione siglata anche dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità, il Corpo forestale dello Stato ha intrapreso un’azione di collaborazione con l’Associazione Libera per sviluppare attività mirate all’utilizzo, valorizzazione e difesa dei beni acquisiti allo Stato e tolti al possesso delle organizzazioni criminali.
La collaborazione si incentra soprattutto per i beni confiscati localizzati nelle zone rurali e montane e quindi di terreni che possono essere riutilizzati per scopi sociali didattici di divulgazione
ambientale o per favorire l’insediamento di realtà produttive che producano legalità in territori critici
del nostro Paese.
Inoltre in questi anni di comune attività sono state anche realizzate: un’azione di sensibilizzazione nazionale per la promozione della cultura della legalità, con riferimento alla difesa del patrimonio agroforestale e agro ambientale italiano; strumenti e attività di comunicazione e educazione
sui temi della legalità nelle scuole e nelle Università; scambio di esperienze nei campi di volontariato di Libera e nei soggiorni naturalistici del Corpo forestale; una specifica campagna nazionale di
promozione nel settore “sport e legalità”.
In questi anni si è contribuito a sviluppare i processi di legalità a Isola Capo Rizzuto (KR), a
Scurcola Marsicana (AQ), a Castelvolturno (CE) e singole iniziative nelle province di Foggia, Siena,
Pesaro e Reggio Calabria.
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2.9 CONVENZIONI CON ENTI DI RICERCA E UNIVERSITÀ PER L’ATTVITÀ DI ANALISI FORENSE
Gli alimenti per soddisfare le maggiori quantità richieste dal mercato a prezzi sempre più contenuti sono soggetti a preparazioni con tecnologie e con materie prime sempre più complesse. Per
questo le attività di controllo e le indagini specialmente in questo settore richiedono specializzazione per le singole filiere e analisi chimico – fisiche a supporto delle indagini che possano costituire
prove robuste per la fase dibattimentale.
Per questo sono stati sviluppati specifici accordi e convenzioni con i centri di ricerca e università che possano essere di ausilio al personale operante e alla magistratura negli accertamenti:
- Istituto Agrario di S. Michele all’Adige (TN) per la caratterizzazione geografica degli oli extra vergine di oliva provenienti dai Paese extra UE;
- Unione Italiana Vini (UIV) di Verona per le analisi sulle sofisticazioni dei vini;
- Università di Napoli, Facoltà di Agraria per le analisi sulla qualità degli oli extravergine di oliva;
- Università di Milano – Facoltà di Agraria per le analisi sui contaminanti degli alimenti;
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Operazioni
Anno 2011
Capitolo Terzo
LE PRINCIPALI OPERAZIONI SVOLTE DAL CORPO FORESTALE
DELLO STATO - 2011
3.1 SEQUESTRATI INGENTI QUANTITATIVI DI FORMAGGIO “FETA” IN LIGURIA E NEL FRUSINATE
Gennaio
Nel mese di gennaio, nell’ambito dei controlli scaturiti dalla “Campagna Feta” intrapresa a livello nazionale dopo l’operazione del NAF del novembre 2010, il Corpo forestale dello Stato della
Liguria ha rilevato la presenza di formaggio greco “Feta” contraffatto in diversi punti vendita della
grande distribuzione su tutto il territorio regionale. Le indagini hanno consentito il rinvenimento di
140 confezioni con etichette riportanti il marchio dop contraffatto, del tutto simile all’originale. Il titolare della catena commerciale è stato denunciato e multato per un importo di oltre 30.000 euro.
Nell’ambito dei controlli sulla qualità dei prodotti agroalimentari e sulla etichettatura, anche il personale del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) del Comando provinciale di
Frosinone ha sequestrato nel mese di gennaio, in un noto deposito di prodotti alimentari di Anagni,
circa 2 tonnellate di formaggio proveniente dalla Grecia, con il marchio dop contraffatto. La ditta è
stata segnalata alla Procura della repubblica di Frosinone.
3.2 SEQUESTRO DI 300 CHILI DI ALIMENTI SCADUTI E CON ETICHETTATURA IRREGOLARE
Febbraio
Nel deposito di un’azienda di vendita all’ingrosso di Molfetta sono stati ritrovati carni fresche, formaggi, salumi e prodotti ittici di vario genere privi di etichettatura o con etichetta non riportante la data
di scadenza. La scoperta è stata fatta dal Corpo forestale dello Stato di Bari. I prodotti erano stipati
in locali e celle frigorifere destinati al deposito e alla conservazione delle derrate alimentari dell’azienda. In particolare, si tratta di circa 40 chili tra insaccati e tonno scaduti nel 2009, 40 chili di gamberi
e 90 chili di pesto scaduti nel 2010 e 5 chili di fesa di tacchino scaduta nel mese di febbraio 2011.
Oltre a questi prodotti, sono state sequestrate anche specialità ittiche tra cui scampi, astici, gamberi, aragoste e pesce spada, ma anche formaggi e coppa di Parma per un totale di circa 100 chili.
3.3 A VIBO VALENTIA SEQUESTRO DI OLTRE 100 CONFEZIONI DI CIBI SCADUTI MESSI IN
VENDITA IN UN SUPERMERCATO
Febbraio
Nell’ambito dell’operazione Safe Food, iniziata lo scorso dicembre e finalizzata al controllo sulla
commercializzazione dei prodotti alimentari, il Comando stazione di Spilinga (Vibo Valentia), ha
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posto sotto sequestro oltre un centinaio di confezioni di alimenti scaduti che erano state messe in
vendita in un noto supermercato della zona.
I prodotti consistenti in frutta secca, generi ittici sott’olio, zuppe, minestroni, latte e latticini di
note aziende nazionali, sono stati sequestrati per la successiva distruzione disposta da parte
dell’Autorità amministrativa per non idoneità al consumo, dato che, superata la data di scadenza
impressa sulle confezioni, le alterazioni chimiche e microbiologiche modificano le caratteristiche
nutrizionali e organolettiche del prodotto rendendo l’alimento potenzialmente pericoloso per il
benessere dell’uomo. Il responsabile dell’illecito invece è stato sanzionato per oltre 3 mila euro. Dal
mese di dicembre con l’operazione Safe Food il personale del Corpo forestale dello Stato ha controllato oltre 200 tra esercizi commerciali e mezzi di trasporto, sequestrato più di un quintale di alimenti contraffatti e comminato sanzioni amministrative per circa 30 mila euro.
3.4 CONTROLLI E SEQUESTRI DI FORMAGGI CONTRAFFATTI E CARNI AVARIATE
Febbraio
Il Comando provinciale di Alessandria, coadiuvato dai Comandi stazione di Acqui Terme,
Casale Monferrato e Alessandria hanno scoperto ad Alessandria 30 chili di formaggi dop con etichettatura irregolare e li hanno posti sotto sequestro. Questo è quanto emerso da controlli disposti
dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, riguardano la qualità, la filiera e la rintracciabilità degli alimenti, con particolare riferimento ai prodotti regionali tutelati con specifici disciplinari, come quelli con Denominazione di Origine Protetta. Tra i formaggi rinvenuti figuravano Toma piemontese DOP, Castelmagno DOP, Gorgonzola DOP, Fontina DOP, Pecorino DOP, Feta greca
DOP. Sono state emesse sanzioni amministrative per 35 mila euro complessive, per irregolarità
relative a etichettature prive d’indicazioni del lotto o della scadenza, cartellini pubblicitari esposti
senza citare la denominazione dop, nomenclature inesatte e, ancor più grave, etichette con date di
scadenza già superate.
Nell’ambito dello stesso tipo di controlli, nel beneventano la forestale ha sequestrato 600 chili
di carne suina avariata, per un valore di circa 3 mila euro, pronta per essere distribuita in diversi
punti vendita della provincia. L’operazione è stata condotta dal Nucleo Operativo di Controllo
Agroalimentare del Comando provinciale di Benevento. Le carni, provenienti dall’Austria e con data
di scadenza superata, erano conservate all’interno di celle frigorifere di un’azienda di Benevento
dedita alla commercializzazione all’ingrosso di carni fresche, e che rifornisce diversi punti vendita in
città e provincia. La partita avariata, sottoposta al blocco ufficiale sanitario, è stata analizzata al fine
di accertarne la salubrità. I test microbiologici hanno così rivelato un cattivo stato di conservazione
della carne che è stata pertanto distrutta.
A Milano, invece, una partita di gorgonzola di circa duemila confezioni messe in vendita irregolarmente con marchio dop e sequestrate dalla Forestale di Varese - è stata consegnata alla mensa
dei poveri dell’Istituto Opera di San Francesco. Il formaggio, non in scadenza e di ottima qualità, era
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stato prodotto da un’azienda comunque autorizzata dal Consorzio. I Forestali hanno però riscontrato irregolarità nell’etichettatura e nel confezionamento previsti dal rigido disciplinare di produzione
di questo formaggio dop.
3.5 SULLE TRACCE DELL’OLIO DEODORATO SPACCIATO COME EXTRAVERGINE
Febbraio 2011
Il personale del Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma del Corpo forestale dello Stato, a
seguito di una lunga indagine iniziata nel settembre del 2010 e finalizzata a verificare la filiera di
qualità dell’olio extravergine di oliva, ha riscontrato, presso diversi stabilimenti di confezionamento
a Firenze, Reggio Emilia, Genova e Pavia documenti di trasporto falsificati utilizzati per regolarizzare una partita di 450 mila chilogrammi di olio extravergine di oliva destinata ad essere commercializzata, per un valore di circa 4 milioni di euro.
L’ipotesi degli investigatori è che i documenti siano stati contraffatti per ingannare sulla vera
natura del prodotto che, secondo la Procura di Firenze, conterrebbe olio di oliva deodorato, di bassa
qualità e dal valore commerciale tre volte inferiore a quello etichettato come extravergine. La deodorazione è un’operazione di rettifica dell’olio di oliva che consente di trasformare oli di oliva non
commestibili di scarsa qualità in oli di oliva senza difetti, ma che una volta subito questo trattamento non possono più essere commercializzati come oli di oliva extravergine. Questa pratica illecita
diventa quasi obbligatoria quando passa molto tempo tra la raccolta dell’oliva e la sua trasformazione, visto che potrebbero insorgere fermentazioni dannose alla qualità del prodotto, o in caso di
super-maturazione delle olive o ancora nei casi di cattiva conservazione delle stesse.
La Procura di Firenze, sta svolgendo indagini approfondite sulla nota azienda estera proprietaria dal 2005 di alcuni importanti marchi italiani di olio extravergine di oliva per accertare i reati di
frode in commercio e di falso materiale.
Un nuovo metodo diagnostico, recentemente acquisito dal Consiglio oleicolo internazionale
(C.O.I.), consente di accertare, attraverso la presenza del livello di alchil esteri nell’olio, la deodorazione del prodotto che così spiegherebbe la manomissione dei documenti e la presenza di alcune
sostanze all’interno dell’olio che non dovrebbero essere presenti in concentrazioni tali in un olio di
qualità.
Proprio di recente l’Unione Europea ha stabilito un limite per la concentrazione degli alchil esteri stabilendo delle soglie massime, superate le quali un olio non potrà essere etichettato come extravergine, a garanzia della qualità del prodotto e dei consumatori europei.
I limiti introdotti prevedono che un extravergine è tale se la somma degli esteri etilici e metilici
da acidi grassi è inferiore a 75 milligrammi per chilo. L’introduzione di tali parametri chimici consentirà di scoprire se il tipico condimento mediterraneo è genuino oppure se è stato ottenuto da olive
di scarsa qualità o se è stato miscelato con oli deodorati.
L’indagine del Corpo forestale dello Stato, che ha permesso di scoprire l’esistenza di oli com-
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merciali etichettati come extravergine di oliva con un contenuto elevato di alchil esteri e di qualità
più scadente, ha reso necessaria una maggiore trasparenza nel settore per poter salvaguardare i
prodotti del Made in Italy.
L’obbligatorietà di esplicitare in etichetta l’origine degli oli extravergine di oliva è stata rafforzata in modo più organico dalla recentissima legge dello scorso febbraio sull’etichettatura e sulla qualità dei prodotti agroalimentari, che costituisce un ulteriore strumento normativo a disposizione degli
investigatori e a garanzia dei consumatori.
Quest’ultima operazione del Corpo forestale dello Stato si inserisce nella vasta ed intensa attività complessiva di sicurezza agroalimentare che negli ultimi anni è stata particolarmente incisiva,
sulla base delle Direttive del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, finalizzate a difendere la qualità dei prodotti per i consumatori, a contrastare le illegalità del mercato a tutela dei produttori e a perseguire le contraffazioni e le adulterazioni degli alimenti a danno dei cittadini.
3.6 SESTO SAN GIOVANNI: SEQUESTRATO FINTO GORGONZOLA
Marzo
La forestale del Comando provinciale di Milano ha sequestrato 20 chili di Gorgonzola contraffatto che veniva venduto in strada esposto su una bancarella ambulante nel comune di Sesto San
Giovanni (MI). Il prodotto veniva venduto a tranci e come formaggio al cucchiaio ma non rispettava
le caratteristiche rispondenti previste dal disciplinare del consorzio “Gorgonzola DOP”. L’esecutore
dell’illecito che vendeva abitualmente il prodotto in diverse varianti gastronomiche come “gorgonzola di capra”, “gorgonzola al peperoncino”, al “radicchio”, alle “cipolle di tropea”, “alle noci” e al “tartufo”, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Monza.
3.7 “ORO NERO”, MAXI OPERAZIONE ANTICONTRAFFAZIONE DELLA FORESTALE A TUTELA DELL’ACETO BALSAMICO A DENOMINAZIONE PROTETTA
Marzo
Una maxi operazione anticontraffazione condotta dal Corpo forestale dello Stato in diverse
regioni italiane a tutela dell’aceto balsamico di Modena IGP e aceto balsamico tradizionale DOP,
nel mese di marzo 2011 ha portato al sequestro più di 91mila confezioni di aceto balsamico pari a
circa 35mila litri di prodotto, all’elevazione di sanzioni amministrative per un valore complessivo di
oltre 300mila euro e alla denuncia di sei persone per imitazione, evocazione ed usurpazione di prodotti tutelati da marchio a denominazione protetta.
L’operazione Oro Nero è il frutto di complesse indagini iniziate nel novembre 2010 e di numerosi controlli agroalimentari sui produttori di aceti da tavola al fine di accertare la presenza di derivati imitativi o evocativi delle denominazioni protette, le tradizionali dop di Modena e Reggio Emilia
e il più recente igp, che può essere prodotto solo nel comprensorio costituito da entrambe.
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I controlli iniziati dai Nuclei Investigativi di Modena si sono poi estesi contemporaneamente in
Piemonte, nel resto dell’Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio, Molise e Puglia e hanno coinvolto circa 20 ditte produttrici.
Dopo l’aceto balsamico cosiddetto “tradizionale”, presente da diversi anni sui mercati, nel luglio
del 2009 è stato approvato con un regolamento comunitario il disciplinare dell’Indicazione
Geografica Protetta aceto balsamico di Modena I.G.P. che si è imposto sui mercati internazionali ed
è attualmente in forte espansione, al punto che si stima nel 2010 una produzione di oltre 9 milioni
di litri.
Il semplice richiamo al termine balsamico è evocativo ed imitativo non solo dell’igp, ma anche
dei due marchi dop, e quindi è irregolare in quanto volto a sfruttare indebitamente la loro reputazione. L’aceto balsamico di Modena, anticamente utilizzato per lenire il mal di gola, il respiro affannoso, gli svenimenti, l’indigestione e addirittura il morso di animali velenosi, è uno dei prodotti più imitati al mondo e si calcola che solo negli Stati Uniti la contraffazione dell’aceto balsamico dop e igp
crei un danno economico di oltre 10 milioni di euro.
3.8 COMUNE DI TAVERNA. CONTROLLI DELLA FILIERA AGROZOOTECNICA ED AGROALIMENTARE. ACCERTATE NUMEROSE VIOLAZIONI DELLE NORMATIVE DI SETTORE
Marzo
Nell’ambito di controlli di filiera il Corpo forestale dello Stato del Comando stazione forestale di
Gariglione (CS), con la collaborazione dei Comandi stazione di Decollatura, Girifalco, Lamezia
Terme, Nocera Tirinese e Serrastretta, ha accertato numerose violazioni in materia di identificazione e registrazione dei bovini, sull’etichettatura delle carni e sul benessere degli animali durante il
trasporto.
L’attività è stata avviata durante un normale servizio di controllo del territorio nel Parco
Nazionale della Sila nel Comune di Taverna, dove veniva riscontrato, su terreni di proprietà demaniale concessi al pascolo da parte della Regione Calabria, l’immissione di un numero maggiore di
capi bovini rispetto a quelli autorizzati, la presenza di numerosi capi (vitelli e manze) non muniti dei
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marchi auricolari previste dalle norme e necessari ad identificare gli animali in modo univoco, anche
ai fini della sicura tracciatura dell’intera vita del capo bovino per la sicurezza agroalimentare del cittadino consumatore.
Conseguentemente si procedeva ad estendere i controlli a tutti i capi dell’allevamento, dai quali
sono emersi diversi illeciti di carattere amministrativo a carico dei proprietari/detentori degli animali, estendendo pertanto i controlli a tutta la filiera di produzione di carni destinate al pubblico consumo. Dalle discordanze rilevate durante i controlli in allevamento si è quindi proceduto alle verifiche
incrociate presso le aziende zootecniche cui risultavano destinati alcuni vitelli venduti e provenienti dagli allevamenti sottoposti a controllo.
Da tali accertamenti, effettuati altresì per verificare il rispetto in materia di benessere degli animali durante il trasporto, si appurava che alcuni capi bovini non erano mai giunti nelle aziende di
destinazione e che anzi, i titolari delle stesse non ne erano addirittura a conoscenza.
Con ulteriori attività di indagine si approfondivano pertanto gli aspetti del trasporto dei suddetti capi bovini che portavano all’accertamento di falsità materiale sugli atti cartacei necessari ad effettuare il trasferimento degli animali, atti questi che venivano sottoposti a sequestro penale con conseguente denuncia alla Procura della Repubblica della persona responsabile della compravendita
del bestiame e trasporto degli stessi nonché la contestazione di oltre 9.000,00 euro di sanzioni
amministrative a carico del trasportatore e del proprietario detentore dei capi bovini per violazioni in
materia di benessere degli animali durante il trasporto.
3.9 MOZZARELLA DI BUFALA DOP CONTRAFFATTA
Marzo
Il 16 marzo 2011 sono stati sequestrati dalla forestale oltre un quintale di mozzarella di latte di
bufala contraffatta, messa in vendita e spacciata per Mozzarella di Bufala Campana DOP e quindi
estranea ai rigidi dettami previsti dal disciplinare di produzione dop approvato dall’Unione Europea.
La scoperta è stata effettuata presso esercizi commerciali delle province di Benevento e
Campobasso dal Corpo forestale dello Stato, impegnato in indagini sulla tracciabilità di alcuni lotti
di produzione di Mozzarella di Bufala Campana DOP relativamente ai quali erano state accertate
anomalie tra il prodotto posto in commercio e la qualificazione dello stesso nei documenti fiscali
accompagnatori della merce.
Ad eseguire i controlli è stato il personale dei Comandi provinciali di Benevento, Campobasso
e Caserta del Corpo forestale dello Stato. Dalle verifiche documentali effettuate presso il caseificio
di produzione a Grazzanise (CE) è emerso che i lotti di mozzarella spacciati per dop erano in realtà soltanto partite di mozzarella prodotta con latte di bufala contraffatto.
Uno dei lotti, posto sotto sequestro, è risultato essere stato confezionato con latte di bufala proveniente da allevamenti delle zone di Milano e Novara, non appartenenti quindi all’areale di produzione del latte ammesso per la Mozzarella di Bufala Campana DOP.
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I Forestali hanno effettuato il sequestro d’iniziativa di circa 300 confezioni appartenenti ai lotti
di mozzarella di bufala contraffatta. Degli illeciti accertati sono state immediatamente interessate le
Procure della Repubblica presso i Tribunali di Benevento, Campobasso e S. Maria Capua Vetere,
nelle cui giurisdizioni ricadono rispettivamente gli esercizi commerciali ed il caseificio coinvolto. La
Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha esteso poi il sequestro preventivo delle
restanti confezioni del lotto, ovunque esse risultino in vendita.
Sono state tre le persone conferite all’Autorità Giudiziaria e sono partite le indagini mirate ad
accertare la ramificazione della rete illecita di contraffazione.
L’azione della Forestale mira a garantire la qualità dei prodotti e a tutelare i consumatori dalle
frodi finalizzate ad ottenere lucri illeciti per falsi prodotti dop, oltre che a salvaguardare gli imprenditori del settore e la legalità del mercato.
3.10 SEQUESTRO DI 6.000 LITRI DI VINO AD ALBEROBELLO
Marzo
Nel marzo 2011 a seguito di una segnalazione pervenuta al numero di emergenza ambientale
1515, il Corpo forestale del Comando stazione di Alberobello, ha sequestrato seimila litri di vino contenuti in cisterne, taniche e damigiane carenti d’igiene. Si trattava di vino pronto per essere travasato e venduto senza autorizzazioni. Sono state poste sotto sequestro otto cisterne di vetroresina
di varie dimensioni, oltre ad alcune taniche e damigiane già colme di vino proveniente da Treviso,
tutte collocate all’interno di un camion e di un semirimorchio parcheggiati nelle adiacenze di una
ditta edile, nella zona di Contrada Popoleto.
Il vino veniva acquistato da una cantina trevigiana per essere rivenduto sfuso ad Alberobello a
privati provenienti dai comuni limitrofi.
Al fianco del Corpo forestale è intervenuto anche il personale della Guardia di finanza di
Monopoli che ha riscontrato, per l’imprenditore con il ruolo di mediatore del traffico illecito, la totale
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assenza di titoli autorizzativi per la vendita. Con l’ausilio della ASL di Bari sono state invece certificate le cattive condizioni igieniche delle cisterne ed è stata riscontrata l’assenza dell’autorizzazione
sanitaria e della certificazione di idoneità al trasporto di alimenti liquidi.
È scattata quindi la denuncia alla Procura della Repubblica di Bari per l’imprenditore trevisano responsabile dell’illecito.
3.11 ARRESTO PER GESTIONE DI UNA DISCARICA ABUSIVA E SEQUESTRO DI UN ALLEVAMENTO CLANDESTINO DI SUINI
Maggio
Il Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Benevento ha sequestrato un allevamento di suini in agro del Comune di Paolisi, clandestino e non registrato presso i settori competenti dell’ASL e nella Banca Dati Nazionale.
I quaranta capi erano privi di identificativi e/o certificazione che ne attestasse la provenienza.
Gli alimenti somministrati non erano conformi alla normativa vigente e formati in massima parte da
scarti di macellazione (carcasse di pollo, grasso animale, ossa di bovini, ecc.), privi di qualsiasi
tracciabilità ed in avanzato stato di decomposizione.
Inoltre gli animali venivano allevati in assoluta carenza di igiene e sanità, a contatto diretto
con rifiuti pericolosi e non, depositati nell’area dove era stata predisposta la porcilaia.
I quaranta suini sono stati sottoposti a sequestro sanitario come previsto dalla normativa vigente in materia di eradicazione e sorveglianza della malattia vescicolare dei suini, in attesa del successivo abbattimento.
Sull’area in questione, di circa di 20.000 mq., era presente altresì una discarica abusiva di rifiuti pericolosi e non, nella quale, disseminati nel terreno, sono stati rinvenuti e catalogati rottami ferrosi, carcasse di frigoriferi, fusti in plastica, residui organici con prevalenza di ossa, scarti di tessuti
animali, frammenti di onduline in fibrocemento contenente presumibilmente amianto, autoveicoli
fuori uso non bonificati, ristagni di acqua mista a grasso animali, frammenti plastici, cumuli di pennellatura isolante, materiali elettrici ed elettroniche, imballaggi contenenti sostanze pericolose,
imballaggi metallici, circa 600 pneumatici, tubi in plastica.
Per l’intera area, sottoposta a sequestro penale, è stata disposta ampia bonifica date le condizioni degradanti dell’intera superficie.
Il proprietario dell’allevamento è stato arrestato.
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3.12 ATTIVITÀ DI CONTRASTO CONTRO LA CONTRAFFAZIONE DELLA MOZZARELLA DI
BUFALA CAMPANA A DENOMINAZIONE DI ORIGINE PROTETTA
Maggio
Il personale del Corpo forestale dello Stato del Comando provinciale di Caserta unitamente a
quello del Nucleo Agroalimentare e Forestale (NAF) di Roma ha avviato nel mese di maggio una
campagna straordinaria di contrasto alle frodi in campo agroalimentare, con particolare riguardo al
prodotto Mozzarella di Bufala Campana a Denominazione di Origine Protetta. Tali azioni sono state
poste in atto in collaborazione con gli agenti accertatori del Consorzio di Tutela della Mozzarella di
Bufala Campana DOP che di recente ha avviato un’intensificazione dell’attività di controllo sulla
regolarità del prodotto. Sono stati sottoposti a controllo diversi caseifici di produzione del formaggio
fresco a pasta filata denominato “Mozzarella di Bufala Campana D.O.P.”, nonché numerosi punti
vendita in cui il prodotto predetto era avviato alla commercializzazione al dettaglio.
Nell’ambito di tale attività sono state accertate condotte illecite di rilievo penale (frode nell’esercizio del commercio con l’aggravante prevista per gli alimenti aventi denominazione di origine protetta) che hanno determinato il sequestro sia di 300 Kg. di prodotto di mozzarella in vendita che di
2.000 involucri per gli alimenti utilizzati per il confezionamento della merce.
L’illecita condotta è stata contestata a carico dei titolari dei punti vendita nei quali risultava
commercializzata la merce (mozzarella generica) di qualità diversa da quella presentata attraverso
i cartelli identificativi (Mozzarella di Bufala Campana - Denominazione di Origine Protetta D.O.P.)
che poi veniva falsamente “imbustata” negli involucri con i marchi dop utilizzati per il confezionamento, ottenendo così la contraffazione del prodotto.
Nel corso dei controlli è stato anche accertato l’utilizzo di indicazioni in etichetta non regolari,
ovvero tali da poter indurre in errore e/o confusione il consumatore ed irregolarità amministrative
connesse alla vendita sfusa di “mozzarella” la quale è vietata per legge, ad eccezione per i punti
vendita annessi al luogo di produzione; infatti i formaggi freschi a pasta filata, quali fiordilatte, mozzarelle ed analoghi, possono essere posti in vendita, in luoghi diversi dal luogo ove vengono prodotti, solo se appositamente preconfezionati all’origine. Inoltre sono stati sequestrati in provincia di
Caserta presso un caseificio 15.000 involucri di mozzarella che riportavano un marchio contraffatto
di Mozzarella di Bufala Campana.
3.13 OPERAZIONE “EAST HORSES” COMMERCIO E MACELLAZIONE ILLEGALE DI CAVALLI
Giugno
Nel mese di giugno il Corpo forestale dello Stato, dopo una lunga indagine e a seguito di una
perquisizione in un mattatoio equino della provincia di Reggio Emilia, hanno individuato un’organizzazione dedita al commercio e alla macellazione illegale di cavalli che non potevano essere destinati al consumo alimentare.
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Dalle successive indagini si è scoperto che non si trattava di un caso isolato ma di una vera e
propria organizzazione che ha visto coinvolti mattatoi e commercianti senza scrupoli con la complicità di veterinari, sette i denunciati.
Con questa operazione il Corpo forestale ha smantellato un’organizzazione dove cavalli da
corsa non più competitivi, che un tempo venivano dopati con farmaci e sostanze pericolose per la
salute umana, venivano dotati di falsi passaporti e immessi illegalmente nei circuiti della macellazione destinati al consumo alimentare, assicurandosi così cospicui guadagni. In soli 20 mesi questa attività ha fruttato ad un unico mattatoio oltre 20 milioni di euro.
3.14 SEQUESTRATE RANE PRONTE PER LA TAVOLA A BENEVENTO
Luglio
A seguito di un controllo in un mercato rionale della città di Benevento, il Corpo forestale dello
Stato ha sottoposto a sequestro un secchio pieno di rane, eviscerate e spellate. Il venditore abusivo portava le rane vive fino al mercato, dove poi le uccideva e ripuliva per venderle pronte per essere cucinate.
Oltre agli anfibi, che avrebbero fruttato circa trenta euro al chilo, l’uomo aveva esposto per la
vendita anche una quindicina di rari granchi di fiume (Potamon Fluviale) ancora vivi, anch’essi
sequestrati e immediatamente rigettati nel fiume Tammaro.
Tutta la merce è stata sottoposta a sequestro, sia perché sprovvista di certificazioni che ne permettessero la tracciabilità e la provenienza, sia perché conservate in condizioni igieniche insufficienti e per di più senza refrigerazione. Inoltre, l’attività di vendita stessa è risultata totalmente abusiva,
perché l’uomo non è stato in grado di esibire nessuna autorizzazione che giustificasse la sua presenza all’interno del mercato.
3.15 OPERAZIONE “VELLO D’ORO”: CONTROLLO SUI CONTRIBUTI PUBBLICI EROGATI
DAL PIANO DI SVILUPPO RURALE DELLA REGIONE MARCHE
Luglio
Il Corpo forestale dello Stato ha accertato numerosi illeciti penali e amministrativi commessi da
diverse aziende per accedere ai contributi pubblici previsti da alcune Misure del Piano di Sviluppo
Rurale della Regione Marche. Il Corpo forestale dello Stato ha accertato numerosi illeciti penali ed
amministrativi commessi da diverse aziende per accedere ai contributi pubblici previsti da alcune
Misure del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Marche.
Sono stati effettuati 213 controlli, accertati 99 illeciti penali e 100 illeciti amministrativi, per complessivi € 1.400.000 di sanzioni amministrative contestate.
L’operazione denominata Vello d’oro, ha preso le mosse nel 2007 a seguito di alcuni controlli
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svolti dal Comando stazione forestale di Montemonaco (AP) su diverse aziende di allevamento di
ovini beneficiarie della Misura E (indennità per le zone svantaggiate) prevista dal PSR 2000/2006.
Successivamente ha investito l’intero territorio regionale, coinvolgendo anche altre misure previste
dallo stesso PSR e dal PSR 2007-2013.
In particolare: la Misura E, relativa alle zone svantaggiate, intendeva incentivare la permanenza della popolazione agricola nelle zone rurali di montagna e svantaggiate quale elemento fondamentale per la tutela e la salvaguardia ambientale nelle area agricole marginali. La Misura F2 relativa alle produzioni biologiche, intendeva incentivare la conduzione di terreni agricoli secondo tecniche di produzione biologica e protettive dell’ambiente quale strumento utile alla tutela e salvaguardia dell’ambiente naturale e del paesaggio rurale.
Gli illeciti più comuni accertati hanno riguardato: la mancanza del requisito della residenza in
zona montana o svantaggiata, la non disponibilità assoluta o parziale di bestiame, la non disponibilità delle superfici dichiarate in domanda, la mancata utilizzazione dei pascoli montani indicati in
domanda.
Alcuni soggetti al fine di massimizzare i contributi hanno creato più aziende, riconducibili alla
propria, in alcuni casi prive di requisiti compreso quello relativo all’allevamento di bestiame, realizzando residenze fittizie per i beneficiari ed acquisendo terreni per pascoli in montagna che poi invece non sono stati utilizzati come previsto dalla Misura.
3.16 CONTROLLI NEGLI AGRITURISMI DELLA REGIONE UMBRIA
Agosto
Il Corpo forestale dello Stato ha effettuato una serie di controlli gli agriturismi umbri che avevano ottenuto finanziamenti attraverso il Piano di Sviluppo Rurale nel triennio 2006-2008, erogazioni per ristrutturazioni di immobili a fondo perduto per importi non superiori ai 100.000 euro.
Di questi sono 108 gli agriturismi controllati nella provincia di Perugia, 17 quelli nella provincia
di Terni e 50 risultano essere le sanzioni amministrative elevate per un totale di 34.000 euro per irregolarità come la mancata esposizione di tariffe e autorizzazioni, il superamento delle capacità recettive, la pubblicità ingannevole.
Sotto il profilo penale invece è emersa l’ipotesi di truffa per 8 aziende: alcuni agriturismi infatti
dopo la ristrutturazione venivano utilizzati come abitazioni private, in un caso i lavori erano stati già
collaudati ma non completati, in altre strutture invece l’attività agrituristica non era mai stata avviata senza rispettare l’impegno decennale che grava sull’immobile ristrutturato.
Sono stati pertanto denunciati per truffa aggravata alle Procure della repubblica di Terni e
Perugia otto titolari di aziende agrituristiche.
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3.17 OPERAZIONE “STRACCHINO” IN PROVINCIA DI TREVISO
Agosto
A conclusione di numerose osservazioni, controlli e pedinamenti svolti nel mese di luglio 2011
e la collaborazione del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Veterinario dell’ASL n°8 di
Montebelluna (TV), il giorno 03 agosto 2011 è stata fatta un’ispezione presso una nota ditta nella
provincia di Treviso.
La ditta svolge attività di confezionamento di formaggi freschi, semi-stagionati e stagionati; nei
locali di fine ciclo lavorazione, pronti per la spedizione e successiva immissione sul mercato al dettaglio, erano presenti alcuni bancali con stracchino confezionato con etichetta di colore blu, dove
risultava ben evidente la dicitura prodotto con buon latte italiano e il marchio CE dello stabilimento
di produzione revocato di recente.
Da una verifica immediata della scheda di produzione, è emerso che lo stracchino non era stato
prodotto con latte italiano, ma bensì con latte proveniente da una ditta di Bratislavskà – Slovacchia,
pertanto il formaggio in questione non poteva fregiarsi delle suddette diciture.
Tutte le confezioni di formaggio stracchino pronte per la vendita e i relativi involucri sono stati
sottoposti a sequestro in violazione alle disposizioni di cui agli artt. 515 e 517 del c.p. (frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci).
A conferma di quanto rinvenuto si eseguiva un’elaborazione statistica dalla quale si appurava
che il 98% dello stracchino veniva acquistato dall’estero, mentre soltanto il 2% risultava di produzione italiana.
Durante le operazioni di controllo è stato ispezionato inoltre un autoarticolato proveniente dalla
Slovacchia che trasportava 15.135 kg di stracchino e 1.165 kg di formaggio tipico veneto denominato Bastardo.
Inoltre presso la sede della ditta è stato individuato un lavoratore abusivo, prontamente segnalato alla Direzione provinciale del lavoro di Treviso.
3.18 CONTROLLI SULLA MEDIA E GRANDE DISTRIBUZIONE NELLA REGIONE LIGURIA
Agosto
Una vasta operazione mirata a garantire la sicurezza agroalimentare sull’intero territorio
della regione Liguria è stata effettuata da 35 pattuglie e 130 unità del Corpo forestale dello Stato
che hanno ispezionato più di 100 esercizi della media e grande distribuzione ponendo sotto
sequestro decine di chili di prodotti alimentari preconfezionati scaduti e tagli di carne con etichettatura irregolare.
Nel mirino del Corpo forestale dello Stato reati come la sofisticazione alimentare, l’adulterazione, le frodi, le contraffazioni e le violazioni sull’etichettatura dei prodotti alimentari confezionati e no,
soprattutto nell’ambito delle categorie delle carni e dei prodotti lattiero caseari.
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Nella totalità dei controlli sono state contestate sanzioni amministrative per circa 50mila euro.
Diverse le infrazioni riscontrate, tra cui la vendita di prodotti alimentari preconfezionati scaduti (prodotti a base di carne, prodotti di pescheria e prodotti lattiero caseari) che sono stati ritirati dalla vendita e posti sotto sequestro amministrativo.
Inoltre sono state accertate violazioni consistenti nella vendita di tagli di carne esposte presso
banchi-macelleria prive di qualsiasi etichetta della denominazione commerciale, tagli carne preincartata privi del codice di rintracciabilità o lotto, informazione imprescindibile al fine di procedere
alla tracciatura della filiera di lavorazione.
In particolare, in un supermercato di Lerici, è stata scoperta la vendita di carne proveniente
dalla Serbia, paese extracomunitario, che riportava etichettatura ingannevole su una sedicente provenienza francese e conseguente macellazione in Italia.
Il titolare dell’esercizio è stato segnalato per frode in commercio all’Autorità giudiziaria.
3.19 SEQUESTRATI CARNI AVARIATE E ALIMENTI SCADUTI IN UN SUPERMERCATO DEL
BARESE
Agosto
Cinque quintali di alimenti confezionati scaduti, oltre 170 chili di carni avariate perché in pessimo stato di conservazione. Questi gli alimenti sequestrati dal Corpo forestale dello Stato in un
supermercato del barese, nel comune di Casamassima.
Lungo l’elenco dei prodotti confezionati e scaduti da settimane: pasta fresca, salumi, mozzarelle e altri formaggi, pacchi di sottilette o di wurstel. Un’ottantina di confezioni per un peso complessivo di circa 500 chili.
Durante le ispezioni l’attenzione è caduta sul settore macelleria, dove le carni erano tenute a
temperature non idonee per il cattivo funzionamento delle celle frigorifere, del quale non era stata
data comunicazione, come invece è d’obbligo, all’autorità sanitaria locale.
Il termometro segnava 17 gradi anziché 4 e oltre 170 chili di carni bovine apparivano anche a
prima vista avariate.
È stato allertato il personale dell’ASL di Gioia del Colle (Bari) ed è scattato il provvedimento di
distruzione immediata di tutti gli alimenti, carni e prodotti confezionati anch’essi in gran parte mal
conservati.
Sono state erogate sanzioni per migliaia di euro a carico del titolare della ditta per l’etichettatura irregolare dei prodotti scaduti e per gli aspetti igienico-sanitari.
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3.20 SEQUESTRO NEL BARESE PRODOTTI IN CATTIVO STATO DI CONSERVAZIONE
Settembre
A seguito di controlli sulle norme in materia di etichettatura e di produzioni agro-alimentari
nazionali di qualità, gli agenti forestali del Comando provinciale di Bari hanno sequestrato a
Conversano circa 10.500 bottiglie di acqua minerale.
La merce è stata rinvenuta sul piazzale antistante un capannone, adibito a deposito di generi
alimentari, di una ditta di distribuzione di settore.
Le bottiglie d’acqua, destinate a due supermercati di proprietà della stessa azienda, erano
depositate da diversi giorni sul piazzale destinato al carico merce, esposti alla luce solare e agli
agenti atmosferici e coperti da un telo in plastica verde strappato, con pericolo di contaminazione
con le sostanze tossiche rilasciate dalla plastica sottoposta a stress termico.
La merce avrebbe dovuto invece essere conservata o custodita all’interno del deposito, ossia
in luogo fresco e asciutto, pulito e senza odori nonché lontana da fonti di calore, così come indicato in tutte le etichette delle bottiglie oggetto del sequestro.
Provvedimento, quest’ultimo, resosi necessario dal momento in cui è vietato vendere, detenere per la vendita o comunque distribuire per il consumo sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione.
Contestualmente sono stati rinvenuti anche altri prodotti alimentari quali biscotti, pane arabo,
succhi di frutta e confezioni di marmellata con il termine minimo di conservazione superato, motivo
per il quale è stato denunciato il responsabile legale della ditta e nei cui confronti è stata elevata
anche una sanzione amministrativa.
3.21 OPERAZIONE “ITALIAMO”. SEQUESTRI NEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO
Settembre
Nell’ambito dell’attività di tutela del made in Italy agroalimentare, oltre 50 uomini del Corpo forestale dello Stato coordinati dal NAF (Nucleo Agroalimentare e Forestale) dell’Ispettorato generale di
Roma e dal Comando regionale di Bologna, hanno sequestrato, nel corso dell’operazione ITALIAMO, la documentazione relativa ai 465.800 chilogrammi di latte per la produzione di mozzarelle a
marchio italiano ma prodotte anche con latte di origine francese, belga e lussemburghese ed oltre
30.000 confezioni di mozzarella.
Sono 14 le persone che risultano indagate fra legali rappresentanti e dirigenti delle imprese
coinvolte. L’operazione ha interessato 3 regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto), 6 province
(Forlì-Cesena, Milano, Lodi, Pavia, Verona, Ravenna) e ha portato alla perquisizione di 18 siti fra
uffici, magazzini e stabilimenti produttivi appartenenti ad una industria del settore lattiero-caseario.
Durante l’operazione è stata sequestrata inoltre una significativa quantità di documentazione commerciale con materiale informatico e computer dei responsabili del settore commerciale, del settore produttivo e dei responsabili legali delle aziende interessate.
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L’indagine ha avuto inizio da un’ordinaria attività di controllo per la prevenzione delle frodi
agroalimentari di latticini a marchio italiano svolta nel comune di Savignano sul Rubicone in provincia di Forlì-Cesena, durante la quale erano state rinvenute confezioni di mozzarelle che sull’etichetta riportavano numerosi “claim” che richiamavano un prodotto Italiano: uno scudetto con i colori
della bandiera italiana, i colori della stessa richiamati su pomodoro (rosso), mozzarella (bianca),
basilico (verde), la scritta in etichetta “Dall’Italia”, oppure “origine Italia”. Il prodotto era inoltre denominato “ITALIAMO” per richiamare l’origine nazionale.
È stato allora che il personale Forestale ha deciso di effettuare una verifica della tracciabilità
delle mozzarelle per un controllo della qualità e della provenienza del latte impiegato, “dal campo
alla tavola”, e da questa complessa verifica è emerso che il latte impiegato per il confezionamento
proveniva dalla Francia, dal Belgio e dal Lussemburgo per 266.300 chilogrammi, mentre dall’Italia
proveniva meno del 50% del latte pari a 199.500 chilogrammi.
È stato accertato, inoltre, che oltre al lotto individuato la ditta ha continuato a produrre prodotti recanti indicazioni e segni ingannevoli per il consumatore sull’origine e sulla provenienza.
Anche per questi ultimi lotti si è provveduto al sequestro di 1.880 confezioni in un caso e nell’altro al sequestro di 31.082 confezioni di mozzarella e ad inviare comunicazione all’Autorità
Giudiziaria competente.
I probabili responsabili della contraffazione delle indicazioni e dei segni distintivi dei prodotti lattiero-caseari, con richiami sull’origine nazionale del prodotto, sono attualmente indagati per diversi
reati previsti dal codice penale come la frode in commercio, la contraffazione e la vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
La frode in commercio si realizza sia attraverso la contraffazione di prodotto sia, come in questo caso, attraverso l’utilizzo di un marchio ingannevole che, utilizzando parole, sigle, motivi, disegni, colori e slogan che richiamano il nostro paese e la qualità dei prodotti che qui si realizzano, evocano e ingannano i consumatori circa la reale provenienza dei cibi.
3.22 UVA DA TAVOLA: SEQUESTRATI NEL BARESE DUE TENDONI NELLE CAMPAGNE DI
ACQUAVIVA
Settembre
Utilizzavano illegalmente “ROGOTER 40” per trattare uva da tavola in due tendoni ubicati nelle
campagne di Acquaviva, tra Cassano Murge e Adelfia.
Per questo il personale del Corpo forestale dello Stato hanno posto i sigilli a due distinti tendoni ove il prodotto veniva utilizzato, portando a termine in meno di 48 ore, una articolata operazione di polizia agro-alimentare a tutela della salute pubblica messa a rischio dall’impiego in agricoltura del citato antiparassitario.
L’utilizzo e la commercializzazione del “ROGOTER 40” è stata infatti vietata a partire dal 1° ottobre 2008 dal Decreto del Ministero della Salute 31 marzo 2008, afferente l’elenco dei prodotti fitosanitari contenenti il principio attivo dimetoato, il cui impiego sulla vite è escluso dalla legge italiana.
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L’azione di polizia agroalimentare è scattata all’interno dei citati impianti viticoli allorquando
taluni commercianti si stavano ivi introducendo, ignari di acquistare uva illegalmente trattata con
prodotto nocivo.
Questo intervento ha dunque impedito che le uve dei tendoni fossero destinate al mercato per
il consumo.
L’intero raccolto, corrispondente a diverse decine di migliaia di euro, sarà abbattuto ed avviato
allo speciale smaltimento previsto dalla vigente normativa di settore.
Contestati al proprietario e conduttore del tendone il reato di utilizzo di prodotti fitosanitari non
autorizzati oltre al più grave delitto di adulterazione di uva da tavola destinate all’alimentazione, fattispecie punita dal codice penale con la reclusione fino a dieci anni.
Il sequestro è stato convalidato dal GIP del Tribunale di Bari.
3.23 SICUREZZA AGROALIMENTARE: CONTROLLI SUGLI APIARI DEL BIELLESE
Settembre
Si è conclusa con riscontri positivi una campagna di controlli sugli alveari del biellese che ha
visto impegnati per settimane tutti i Comandi stazione Forestali della provincia.
Lo scopo era verificare il rispetto delle disposizioni della Legge Regionale emanata nel 1998 e
tuttora vigente, che contiene norme per la disciplina, la tutela e lo sviluppo dell’apicoltura in
Piemonte. Tale legge obbliga tra l’altro gli apicoltori alla denuncia annuale del numero degli alveari
allevati, alla redazione di un libretto sanitario che ne certifichi lo stato di salute, a collocare gli apiari a più di 10 metri da strade di pubblico transito e a più di 5 dai confini di proprietà.
Tutte norme stabilite per garantire la qualità del miele, la cui produzione in Italia è in aumento
al contrario di quanto avviene in altri paesi europei, come si evince dai dati dell’Istituto Nazionale di
Economia Agraria.
I risultati dei controlli, effettuati su circa 100 apiari sparsi in provincia, sono molto positivi. Solo
in due casi sono state riscontrate irregolarità per la mancata apposizione sull’apiario del codice relativo all’allevatore. Sono state emesso in questo caso due sanzioni di circa 100 euro ciascuna nei
confronti degli allevatori inadempienti.
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3.24 SICUREZZA AGROALIMENTARE: CONTROLLO TRACCIABILTA’ CONFEZIONI FUNGHI
SECCHI NELLA PROVINCIA DI BENEVENTO
Novembre
Il Corpo forestale dello Stato di Benevento, a seguito di un controllo effettuato in collaborazione con l’Ispettorato Micologico Dipartimento di Prevenzione ASL BN1 presso un supermercato, ha
riscontrato la presenza di confezioni di funghi porcini secchi che riportavano quale indicazione di
TMC la data del 30/12/2012.
Tale indicazione è in palese contrasto con quanto previsto all’art. 5 del DPR 376/95 che prevede per i funghi secchi una durabilità che non può superare i 12 mesi dal confezionamento.
Le confezioni riportavano altri elementi che facevano riferimento alla categoria commerciale e
al luogo di origine.
In particolare alcune confezioni riportavano la dicitura “ Speciali” ma, da un controllo visivo del
riquadro trasparente posto sulla parte esposta al pubblico , emergevano forti dubbi sul fatto che i
funghi potessero essere ascritti alla categoria” speciali” così come definita all’art. 1 del Decreto del
Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato 9 ottobre 1998.
Analoghi dubbi facevano riferimento all’indicazione “Made in Italy”, in considerazione del fatto
che la gran parte di funghi porcini secchi commercializzati in Italia ha origine estera.
Sulla base di quanto esposto si procedeva al sequestro amministrativo di n. 41 confezioni marchiati “ORIGINALFUNGO” del peso ciascuno di 10 g. e riportanti quale TMC il 30/12/2012.
Si è provveduto alla contestazione di un illecito amministrativo per la violazione dell’art. 5
comma 4 D.P.R. 376/95.
3.25 “OPERAZIONE BACCO” - SEQUESTRATI DI 9.000 LITRI DI VINO IN PROVINCIA DI VIBO
VALENTIA
Novembre
Novemila litri di vino sfuso, per un valore commerciale che si aggira intorno ai 20mila euro,
sono stati posti sotto sequestro sanitario nel corso dell’ “Operazione Bacco”, condotta dagli uomini
del Comando stazione di Spilinga (VV) e dal personale del Dipartimento di Prevenzione - Servizio
Igiene degli Alimenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia.
Il sequestro è scattato presso una nota azienda operante nel settore dell’importazione e commercializzazione di prodotti vitivinicoli nella frazione Paravati del Comune di Mileto (VV), all’interno
della quale, a seguito di un’ispezione igienico sanitaria, è stato scoperto l’ingente quantitativo di
vino, stoccato in silos di vetroresina della capacità di 2.000 litri ciascuno, per poi essere rivenduto
al dettaglio tramite spillatura.
Le modalità di conservazione del prodotto e la totale mancanza di etichettatura dei contenitori,
da cui trarre le necessarie informazioni relative all’origine e alle caratteristiche dell’alimento, hanno
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indotto ad approfondire i controlli e ad esaminare tutta la documentazione presente nell’azienda. Gli
accertamenti hanno così evidenziato delle gravi irregolarità, tra cui la mancata predisposizione di
procedure di autocontrollo e la totale assenza di documenti attestanti la tracciabilità alimentare.
Le indagini sono proseguite presso l’ufficio commercio del Comune di Mileto dove sono state
riscontrate ulteriori anomalie sull’azienda. È stato accertato, infatti, che l’attività in questione veniva
esercitata in base ad una vecchia autorizzazione sanitaria intestata esclusivamente ad uno dei due
soci della ditta. I due, in seguito alla costituzione di una nuova società, avevano omesso di notificare presso il competente Dipartimento di Igiene degli Alimenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale, l’apposita dichiarazione di inizio attività (D.I.A.) del settore alimentare. Ciò ha portato all’immediata chiusura dell’attività commerciale e ad una sanzione amministrativa di circa 5 mila euro a carico del rappresentante della ditta.
3.26 SEQUESTRO IN CENTRO MACELLAZIONE DI AVELLINO CIRCA 70 CAPI DI BOVINI
Novembre
Il personale del Comando provinciale di Avellino e del Comando stazione di Chiusano San
Domenico del Corpo forestale dello Stato, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso
il Tribunale di Ariano Irpino, ha avviato una campagna di contrasto al maltrattamento degli animali
e di prevenzione delle frodi in campo agroalimentare con particolare riguardo al settore dell’allevamento e della distribuzione delle carni avviate al consumo alimentare.
È stato sottoposto a controllo un importante complesso di macellazione in provincia di Avellino
e sequestrati circa 70 capi di bovini, in parte provenienti dalla Sardegna.
Nella capillare operazione di controllo sono state rilevate infrazioni sotto il profilo urbanistico e
ambientale, in violazione alla normativa in materia di trasporto animali, di smaltimento reflui e relativa al ciclo di macellazione e al processo di rintracciabilità ed etichettatura delle carni macellate.
Il controllo ha riguardato anche il benessere degli animali avviati alla macellazione riscontrando, anche in questo caso, varie infrazioni connesse alle condizioni insalubri del trasporto e del ricovero dei capi di bestiame.
3.27 SEQUESTRATI 900 CHILOGRAMMI DI FORMAGGI E SALUMI IN CALABRIA
Novembre
Il Corpo forestale dello Stato della Calabria, in collaborazione con l’ASL provinciale di Vibo
Valentia ha sequestrato circa 900 chilogrammi di salumi e formaggi. L’operazione s’inquadra nella
più ampia attività di controllo volta alla tutela della salute pubblica e al contrasto delle frodi agroalimentari, soprattutto quelle riguardanti il commercio fraudolento, l’alterazione della merce e il rispetto delle norme in materia di igiene.
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È stata sottoposta a controllo in particolare un’azienda di Nicotera Marina (VV) operante nel settore della distribuzione di prodotti alimentari. All’interno della cella frigorifera sono stati rinvenuti circa
900 chilogrammi tra salumi e formaggi in cattivo stato di conservazione o già scaduti con marchi contraffatti o privi dell’etichetta prevista dalla legge, necessaria per la tracciabilità della merce.
All’azienda sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di circa 9.000 euro.
3.28 SEQUESTRATE TAGLIATELLE AROMATIZZATE AL VINO BRUNELLO DI MONTALCINO
E CHIANTI CLASSICO DOCG NEL PISTOIESE
Novembre
All’interno di una ditta del Pistoiese dedita al commercio all’ingrosso e su internet di prodotti alimentari, il Corpo forestale dello Stato ha proceduto al sequestro amministrativo di 372 confezioni
da 250gr/cad. di tagliatelle aromatizzate al vino “Chianti Classico D.O.C.G.” e al vino “Brunello
D.O.C.G.”.
Dette denominazioni venivano riportate in etichetta in totale mancanza della prescritta autorizzazione da parte dei relativi consorzi di tutela e pertanto la ditta sfruttava indebitamente la loro reputazione.
Tale illecito è stato sanzionato per un importo complessivo di 12 mila euro in base al Decreto
Legislativo 8 aprile 2010 n. 61 a tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche
dei vini utilizzati nell’etichettatura, nella presentazione o nella pubblicità.
Le tagliatelle in questione venivano distribuite in esclusiva agli aeroporti di Roma trattandosi di
un prodotto di nicchia venduto al dettaglio ad un prezzo molto elevato sfruttando la fama internazionale delle denominazioni protette di detti vini italiani.
Tale operazione è scaturita a seguito di un controllo mirato all’anticontraffazione da parte del
Nucleo Agroalimentare e Forestale di Roma all’interno dei Duty Free dell’aeroporto di Fiumicino,
spazi dove è consuetudine trovare i prodotti dell’eccellenza italiana.
3.29 OPERAZIONE “OLIO IN TAVOLA”. CONTROLLI SULL’OLIO DI OLIVA IN EMILIA ROMAGNA
Novembre
Il Corpo forestale dello Stato ha effettuato controlli nel settore specifico dell’olio di oliva negli
esercizi di ristorazione, comprese mense, refettori e agriturismi di tutta l’Emilia Romagna.
La normativa vigente in materia prevede l’apposizione di una apposita etichetta su tutte le confezioni di olio vergine, extravergine o semplicemente di oliva, al fine di verificare la tracciabilità del
prodotto. Secondo la legge, l’etichetta deve riportare la denominazione del prodotto, la provenienza geografica dell’olio, la sede dove è stato imbottigliato, il numero del lotto, la scadenza e l’annata di raccolta delle olive.
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Inoltre, i controlli hanno riguardato la tracciabilità del prodotto e soprattutto il rispetto dei disciplinari di produzione DOP, IGP e BIO degli oli certificati a partire dai produttori stessi. In molte province dell’Emilia Romagna la media dei controlli con esito negativo si è aggirata intorno al 30%.
A Piacenza, invece, solo tre le violazioni riscontrate su un totale di 22 controlli effettuati su ristoranti e agriturismi della provincia. Per queste tre violazioni, che consistevano nell’esposizione e nell’utilizzo di ampolle prive di etichettatura o di confezioni vecchie che venivano rimboccate di volta in
volta, sono state emesse tre sanzioni amministrative di 3.000 euro ciascuna.
3.30 SEQUESTRATI FUNGHI VENDUTI IN STRADA NEL REGGINO
Novembre
Rinvenuti funghi freschi non commestibili esposti al commercio in banchetti su strada, in pieno
centro cittadino a Reggio Calabria.
A scoprire l’illecito sono stati gli agenti del Comando stazione Forestale di Reggio Calabria che
hanno denunciato a piede libero i responsabili, due venditori ambulanti del posto.
I controlli sono stati effettuati in collaborazione con l’Ispettorato Micologico dell’Azienda
Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria.
È emerso che delle otto differenti specie fungine poste in vendita posti in vendita senza la certificazione di commestibilità rilasciata proprio dall’Ispettorato Micologico Provinciale, solo cinque
risultavano commestibili, mentre altre due risultavano di commestibilità sospetta ed una, addirittura,
non commestibile.
È scattato pertanto il sequestro penale dei funghi non commestibili o a commestibilità sospetta e contestualmente i due responsabili sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria.
Per questo motivo ai due uomini sono state contestate sanzioni amministrative per complessivi 1.000 euro circa e si è proceduto al ritiro delle loro tessere professionali di raccoglitori e al sequestro amministrativo dei rimanenti funghi, poi consegnati a rappresentanti del Comune di Reggio
Calabria, quale autorità amministrativa competente.
3.31 MAXI SEQUESTRO DI FUNGHI PORCINI PROVENIENTI DALLA CINA E VENDUTI COME
PRODOTTI “MADE IN ITALY”
Dicembre
Oltre 6mila confezioni di funghi porcini secchi (boletus edulis e relativo gruppo), pari a cinque
quintali, provenienti principalmente dalla Cina, ma commercializzate come prodotto italiano, sono
state sequestrate
dal Corpo forestale dello Stato nel corso di un’importante operazione nel settore agroalimentare condotta in Lombardia, Piemonte, Veneto e Campania.
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Il maxi sequestro, su delega della Procura di Milano, è finalizzato al contrasto delle frodi alimentari a tutela del consumatore e del marchio “Made in Italy” soprattutto in vista delle prossime
festività natalizie.
I funghi, distribuiti da un’azienda operante nell’hinterland milanese, venivano posti in vendita
sugli scaffali dei supermercati con etichette riportanti in modo esplicito il riferimento all’Italia come
luogo di origine del prodotto ingannando così i consumatori.
L’Operazione “Por-Cina” ha avuto inizio lo scorso mese di novembre, quando da un controllo
amministrativo effettuato dal personale del Comando provinciale di Benevento del Corpo forestale
dello Stato, in collaborazione con l’Ispettorato Micologico Dipartimento di Prevenzione ASL BN1,
presso un locale punto vendita, è stata riscontrata la presenza di confezioni di funghi porcini secchi
con l’indicazione del TMC (Termine Minimo di Conservazione) oltre il limite consentito dalla legge,
che prevede una data di scadenza non superiore ai 12 mesi dal confezionamento.
Al fine di ricostruire la corretta tracciabilità dell’alimento, anche in considerazione della presenza sull’etichetta del marchio “Made in Italy”, i controlli si sono concentrati presso la ditta che commercializzava tale prodotto e che ha il suo laboratorio nel Comune di Lainate (MI), scoprendo così
l’origine cinese degli alimenti posti in vendita dall’azienda milanese.
Sono state poste immediatamente sotto sequestro tutte le confezioni riportanti la dicitura “Made
in Italy” presenti all’interno del magazzino, contestando al titolare dell’azienda il reato di frode nell’esercizio del commercio.
Nei giorni successivi, a seguito di ulteriori accertamenti e su espressa delega della Procura di
Milano, sono stati controllati tutti gli esercizi commerciali che avevano acquistato, nel corso degli
ultimi mesi, funghi porcini secchi dall’azienda lombarda, al fine di ricostruire la destinazione delle
oltre 3 tonnellate di prodotto che risultavano importate in Italia nella scorsa primavera.
Proseguono le indagini anche al di fuori dei confini nazionali, in quanto una parte del prodotto,
con la garanzia dello stemma tricolore, è stato commercializzato come italian food nei cinque continenti.
3.32 SEQUESTRATA UN’AZIENDA AGRICOLA GESTITA DA CINESI IN PROVINCIA DI LIVORNO
Dicembre
Strutture fatiscenti e instabili, impianti elettrici pericolosi, rifiuti di ogni genere, semi importati
illegalmente dalla Cina e dal Giappone. Questi alcuni degli illeciti che gli agenti del Comando sta-
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zione di Montedoro (LI) del Corpo forestale dello Stato hanno accertato in un’azienda agricola gestita da cinesi in località Grecciano, nel comune di Collesalvetti (LI).
Anche gli uffici di Igiene e Sanità Pubblica e Sicurezza sul lavoro della ASL e alcuni agenti della
Questura di Livorno sono stati coinvolti nei controlli.
I prodotti agricoli coltivati nell’azienda, in prevalenza ortaggi, infatti, venivano venduti in forma
ambulante al mercato di Prato, senza essere sottoposti ai controlli di rito per la messa in commercio.
I lavoratori vivevano in strutture abusive fatiscenti prive di impianti elettrici a norma e in condizioni igienico- sanitarie molto precarie e anche le serre dove venivano coltivati gli ortaggi erano abusive. Sul posto sono stati rinvenuti anche rifiuti di ogni genere ed è stata accertata anche la presenza di topi all’interno delle abitazioni dei lavoratori.
Inoltre, i prodotti utilizzati per le coltivazioni, considerati irritanti e nocivi per la salute umana e
per l’ambiente, venivano conservati in condizioni non idonee e sono state ritrovate anche sementi
provenienti dalla Cina e dal Giappone prive della certificazione necessaria all’importazione e quindi illegali.
Tre donne, le due proprietarie del terreno e il gestore, sono state denunciate all’Autorità
Giudiziaria per reati connessi all’abusivismo edilizio, alla coltivazione irregolare e al lavoro in nero
e a loro sono state contestate sanzioni amministrative fino a 50.000 euro.
Inoltre, è stata posto sotto sequestro l’intera area dell’azienda e le strutture abusive che sorgevano su di essa.
3.33 OPERAZIONE A TUTELA DELLA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP
Dicembre
Sequestrati circa 80 chilogrammi di mozzarella di bufala, elevate decine di sanzioni amministrative per un valore complessivo di oltre 50mila euro e denunciata una persona per frode in commercio e contraffazione di partite di mozzarella di bufala campana DOP.
Sono i principali risultati dell’operazione anticontraffazione condotta dal Corpo forestale dello
Stato in diverse regioni del centro-sud a tutela della mozzarella di bufala campana DOP.
L’operazione è il frutto di indagini condotte dal Comando provinciale di Caserta insieme al
Nucleo Agroalimentare e Forestale di Roma e poi ampliatesi nelle province di Caserta, Isernia,
Frosinone e Chieti da parte dei relativi nuclei investigativi.
L’operazione è stata condotta in concomitanza nelle diverse province con l’impiego di personale altamente specializzato nel contrasto ai crimini agroalimentari.
Le attività di controllo hanno riguardato un caseificio del casertano e diversi punti vendita distributori del suo prodotto che è risultato il più diffuso in tale area.
Nei numerosi punti vendita ispezionati sono state riscontrate diverse violazioni in materia di etichettatura e di pubblicità ingannevole verso il consumatore.
In molti casi venivano pubblicizzati ed esposti impropriamente il marchio del consorzio di tute-
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la della mozzarella di bufala campana DOP e quello della denominazione di origine protetta visto
che il caseificio di riferimento non è risultato iscritto al consorzio di tutela.
Inoltre sono state sequestrate partite di mozzarella in via amministrativa ed elevate sanzioni per
la vendita diretta della mozzarella allo stato sfuso perché vietata dalle normative vigenti, con l’unica deroga prevista per i negozi annessi ai caseifici produttori.
Particolarmente rilevante è stato l’intervento in un punto vendita della provincia di Isernia dove
sono stati sequestrati 20 chilogrammi di mozzarella e circa 2mila involucri finalizzati al confezionamento di un prodotto generico che veniva fraudolentemente pubblicizzato ed etichettato come mozzarella di bufala campana DOP, riportando sugli incarti anche il marchio consortile e il logo comunitario dop.
Il titolare dell’esercizio commerciale è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Isernia
per i reati di frode nell’esercizio del commercio e contraffazione di indicazione geografica e denominazione.
3.34 CONTROLLI NEL VIBONESE. SOTTO SEQUESTRO 1.000 LITRI DI LATTE SENZA
TRACCIABILITÀ E SURGELATI SCADUTI DA DUE ANNI
Dicembre
Una quantità di 1.000 litri di latte vaccino di dubbia provenienza è stata rinvenuta e sequestrata dal Corpo forestale dello Stato in un caseificio del vibonese, nel comune di Nicotera.
L’operazione è stata condotta dagli agenti del Comando stazione Forestale di Spilinga, gli stessi che sono poi intervenuti in un’azienda agrituristica del Monte Poro dove hanno rinvenuto alcune
confezioni di alimenti surgelati scaduti da oltre due anni.
Entrambi gli interventi s’inquadrano in un programma di controlli contro le frodi nel settore
agroalimentare e di tutela dei marchi di qualità.
Il sequestro del latte nel caseificio, eseguito in sinergia con il personale medico dell’Unità
Operativa Veterinaria dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, è scattato al termine di una
ispezione igienico sanitaria, nel corso della quale sono stati controllati il laboratorio di trasformazione, le celle frigorifere ed i locali di stoccaggio delle materie prime, utilizzate dall’azienda per la produzione dei prodotti lattiero caseari.
All’interno di una cisterna refrigerata, in acciaio inox, è stato rinvenuto un quantitativo di latte
pari a 1.000 litri che, dall’esame della documentazione in possesso al titolare, è risultato privo della
prescritta certificazione di provenienza, in violazione delle norme comunitarie vigenti sulla rintracciabilità dei prodotti alimentari.
Il titolare del caseificio ha ricevuto una sanzione di 1.500 euro per la mancata attivazione di un
idoneo sistema di rintracciabilità alimentare ed è stato obbligato ad eseguire l’immediato processo
di pastorizzazione dell’intera quantità di latte e la sua trasformazione in formaggi con un periodo di
maturazione superiore a sessanta giorni.
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Tale prescrizione sanitaria è stata adottata al fine di compiere una successiva fase di campionamento ed analisi sul prodotto trasformato, per la valutazione dei parametri relativi all’eventuale presenza di enterobatteri quali la salmonella o la brucella, spesso causa di gravi infezioni nell’uomo.
Nel corso delle indagini si è risaliti alla persona che aveva effettuato il trasporto della partita di
latte, alla quale è stata contestata una sanzione amministrativa pari a 2.000 euro, per irregolarità
nella compilazione dell’apposito registro di trasporto.
Nel corso di altri controlli nel settore agroalimentare, il Comando stazione di Spilinga, coadiuvato dal personale medico veterinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, hanno
ispezionato un’azienda agrituristica ubicata nel comprensorio di Monte Poro, dove sono stati rinvenuti alimenti preconfezionati surgelati che presentavano il termine minimo di conservazione superato da più di due anni.
Si trattava di confezioni di cosce di rana provenienti dal Vietnam, di fagiani provenienti dalla
Gran Bretagna e di preparati per risotto di mare che sono stati immediatamente sottoposti a sequestro sanitario ed avviati alla distruzione tramite conferimento a ditta specializzata per lo smaltimento.
Altri controlli hanno riguardato circa 15 attività commerciali tra supermercati, bar e macellerie,
dove è stata riscontrata la corretta applicazione delle norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari e sulla tutela dei prodotti a marchio dop e igp, spesso oggetto di contraffazioni e imitazioni.
Complessivamente il bilancio di quest’ultima parte di controlli è risultato positivo, eccetto il caso
di un titolare di macelleria, sanzionato per circa 1.500 euro per violazioni del cosiddetto “Pacchetto
Igiene”, l’insieme di norme e principi nazionali e comunitari in materia di igiene e sicurezza degli alimenti.
Infatti l’uomo era sprovvisto del certificato di alimentarista necessario per la manipolazione
degli alimenti.
3.35 SEQUESTRATE IN LIGURIA CONFEZIONI DI MOZZARELLE DI BUFALA CAMPANA
RIPORTANTI MARCHIO DOP CONTRAFFATTO
Dicembre
Diverse irregolarità sono state riscontrate in ambito agroalimentare, in tutta la Liguria, in seguito ad una serie di controlli svolti dagli agenti del Corpo forestale dello Stato su punti vendita della
media e grande distribuzione, su coltivatori e aziende agricole al fine di tutelare i consumatori e contrastare i reati in materia.
L’operazione ha riguardato soprattutto i prodotti con marchio dop e igp, come mozzarella di
bufala campana, basilico genovese, bresaola della Valtellina e olio extravergine di oliva della Riviera
ligure.
In particolare, in un supermercato di Arma di Taggia (IM), sono state poste sotto sequestro
penale confezioni di mozzarella di bufala campana riportanti un marchio dop contraffatto, in quanto
caratterizzato da una colorazione non più in uso dal 2010.
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Segnalati all’Autorità Giudiziaria il supermercato e la ditta produttrice delle mozzarelle, che si
trova in Campania, ai quali sono stati contestati reati per violazioni in materia agroalimentare, quali
contraffazione di indicazioni geografiche e di denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari e
frode nell’esercizio del commercio, e sono state emesse sanzioni amministrative per un ammontare totale di circa 12.000 euro.
Altre violazioni amministrative sono state riscontrate in due esercizi commerciali di Genova e
Imperia.
In particolare, in un altro supermercato di Imperia sono stati rinvenuti tre tipi di salumi, quali
lardo, prosciutto crudo e bresaola, preconfezionati dal punto vendita stesso in violazione alla normativa vigente in materia, e hanno elevato sanzioni amministrative per un ammontare di 12.000
euro.
A Genova, invece, gli agenti del Comando stazione di Arenzano (GE) hanno scoperto la commercializzazione di basilico, venduto in un supermercato come genovese dop, senza che le modalità di presentazione e le confezioni dei prodotti aderissero a quanto stabilito dalla normativa vigente in materia. Sono state emesse sanzioni amministrative per circa 4.000 euro.
3.36 CONTROLLI PER LE FESTIVITÀ NATALIZIE. SEQUESTRATE CIRCA 14 TONNELLATE DI
PRODOTTI ITTICI ILLECITAMENTE MESSI IN COMMERCIO A NAPOLI
Dicembre
Circa 14 tonnellate di prodotti ittici, per un valore complessivo di 300mila euro, in stato di
decomposizione, conservate in strutture abusive carenti sotto il profilo igienico sanitario ed illecitamente messe in commercio, sono state sequestrate a Napoli nel corso di un’operazione congiunta
del Corpo forestale dello Stato e della Capitaneria di Porto.
Parte del pescato sequestrato veniva venduto come pesce fresco mentre in realtà era stato
congelato e lasciato scongelare a terra, trasformandolo in prodotto avariato e pericoloso per la salute pubblica.
I controlli, presso il mercato ittico e i vari esercizi commerciali della zona che miravano ad
accertare sia la tracciabilità alimentare del pescato sia le condizioni igienico sanitarie delle strutture dove venivano conservati i prodotti, sono scattati in seguito all’attività investigativa disposta dal
Servizio Centrale CITES di Roma sul commercio delle anguille recentemente entrate nell’elenco
delle specie animali e vegetali in via d’estinzione.
Nel corso dell’operazione sono stati scoperti e sequestrati 52 chilogrammi di anguilla, conservati all’interno di vasche con acqua e fango che li rendevano non idonei al consumo alimentare.
Le anguille sequestrate sono state trasportate presso l’Acquario di Napoli per sottoporle ad un
periodo di stabulazione dopo il quale saranno reintrodotte in natura.
L’operazione ha visto impegnati oltre 70 uomini tra Corpo forestale dello Stato e Capitaneria di
Porto, con l’assistenza di un elicottero della Guardia Costiera per il sorvolo della zona.
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Sono stati posti sotto sequestro un deposito abusivo e una struttura di vendita al dettaglio e
sono state denunciate quattro persone per mancata etichettatura ed inidoneità al consumo umano
dei prodotti alimentari e per il mancato rispetto delle condizioni igienico sanitarie dei depositi dove
erano conservati.
Sono stati, inoltre, effettuati 12 verbali amministrativi, 4 sequestri amministrativi e 4 sequestri
penali per violazione delle norme in materia di commercializzazione, igiene e sanità e di tutela dei
consumatori e sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 16mila
euro.
3.37 SEQUESTRATI PRODOTTI SCADUTI IN PROVINCIA DI CHIETI
Dicembre
Sequestrati alcuni prodotti messi in vendita oltre i termini di conservazione, riscontrate varie
irregolarità amministrative sull’etichettatura e sull’indicazione dell’origine dei prodotti agroalimentari
certificati ed elevate sanzioni per un valore complessivo di 29mila euro.
Sono i principali risultati dei controlli effettuati presso diversi supermercati ed esercizi commerciali della provincia di Chieti dagli uomini del Corpo forestale dello Stato al fine di tutelare i consumatori in occasione degli acquisti dei prodotti alimentari per le prossime festività natalizie.
All’operazione hanno preso parte gli uomini del Nucleo Investigativo provinciale di Polizia
Ambientale e Forestale (NIPAF) in servizio presso il Comando provinciale di Chieti, nell’ambito di
un’attività di indagine coordinata dal Nucleo Agroalimentare e Forestale dell’Ispettorato generale di
Roma a tutela della mozzarella di bufala campana DOP.
Sono stati ispezionati sette esercizi commerciali del chietino, in particolare quelli dei Comuni di
Chieti, San Giovanni Teatino, Ortona, Lanciano e Vasto.
Sugli scaffali dei punti vendita sono stati trovati prodotti scaduti, prodotti a pasta filata in vendita allo stato sfuso e in assenza di etichetta o di data di scadenza e prodotti contenenti indicazioni
non conformi alla normativa vigente.
È stata inoltre accertata, in alcuni casi, una pubblicità ingannevole di prodotti a Denominazione
di Origine Protetta nei confronti dei consumatori.
3.38 CONTROLLI SULLA PRODUZIONE ARTIGIANALE DI PANDORI E PANETTONI
Dicembre
È stata denominata Dolce Natale l’operazione che ha coinvolto gli agenti del Comando provinciale di Verbano-Cusio-Ossola del Corpo forestale dello Stato e che ha riguardato l’accertamento
della genuinità e della tracciabilità delle produzioni artigianali di pandoro e panettone.
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I controlli sono stati effettuati nelle pasticcerie e nelle panetterie di tutta la provincia di VerbanoCusio-Ossola e sono stati finalizzati alla tutela della qualità di questi prodotti gastronomici tipicamente italiani.
L’operazione nel complesso ha avuto un esito positivo,. Il Corpo forestale dello Stato ha infatti, accertato un buon livello qualitativo dei prodotti.
Sono state sei le sanzioni amministrative elevate per un ammontare totale di circa 20.000 euro.
In particolare, in due casi sono state rilevate infrazioni relative alla vendita di pandori e panettoni, commercializzati come artigianali, ma in realtà provenienti da altri produttori.
Per questi due esercizi commerciali sono state elevate sanzioni amministrative di circa 6.000
euro ciascuna.
Le altre quattro sanzioni hanno, invece, riguardato la mancata indicazione sull’etichetta delle
informazioni necessarie per la verifica della tracciabilità del prodotto, obbligatorie per legge.
3.39 CONTROLLI SULLA FILIERA DELL’OLIO DI OLIVA IN EMILIA ROMAGNA
Dicembre
Con l’Operazione Olio in tavola il personale del Comando regionale dell’Emilia Romagna ha
effettuato numerosi controlli in tutta la regione sulla filiera dell’olio di oliva utilizzato nel campo della
ristorazione.
I controlli, orientati a verificare l’origine, la scadenza e la rintracciabilità dei condimenti presentati e consumati direttamente sulle tavole di ristoranti, pizzerie, trattorie, alberghi e agriturismi,
hanno riguardato in particolare le province di Rimini, Ravenna, Forlì Cesena, Ferrara, Bologna,
Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, con oltre 250 esercizi controllati con più di 50 sanzioni
amministrative elevate per un totale di circa 62 mila euro.
L’operazione, partita nel maggio 2011 a Rimini, si è conclusa tra il 31 ottobre e il 25 novembre
scorso, con controlli intensificati in vista anche dell’avvicinarsi del Natale e di un naturale aumento
del consumo dell’olio di oliva in tutte le province del territorio regionale.
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L’attività investigativa, alla quale hanno partecipato diverse strutture operative del Corpo forestale dello Stato,tra cui Comandi stazione e Nuclei Specializzati, ha fatto emergere oltre il 21% di
situazioni non conformi alla normativa che impone ai pubblici esercenti di proporre il consumo di olio
di oliva in contenitori etichettati conformemente alla legge.
Per soddisfare le esigenze di rintracciabilità degli alimenti, infatti, gli stessi devono presentarsi
integri e con etichette perfettamente leggibili.
Nel corso del 2011 il Corpo forestale dello Stato ha svolto nel settore della sicurezza agroalimentare in Emilia Romagna complessivamente 421 controlli ed ha elevato 80 sanzioni amministrative per un importo totale di oltre 93 mila euro.
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Grafici
Anno 2011
ATTIVITÀ DI SICUREZZA AGRO AMBIENTALE E AGROALIMENTARE
RAFFRONTO CONTROLLI PER REGIONI: ANNI 2010-2011
CONTROLLI NAZIONALI:
SICUREZZA AGRO AMBIENTALE E AGROALIMENTARE SUDDIVISI PER SETTORE
ATTIVITÀ OPERATIVA:
SICUREZZA AGRO AMBIENTALE E AGROALIMENTARE TERRITORIO NAZIONALE TRIENNIO 2009-2011
CONTROLLI SULLA SICUREZZA
AGRO AMBIENTALE E AGROALIMENTARE
SETTORI D’INTERVENTO
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE ABRUZZO
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE BASILICATA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE CALABRIA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE CAMPANIA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE EMILIA ROMAGNA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE LAZIO
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE LIGURIA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE LOMBARDIA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE MARCHE
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE MOLISE
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE PIEMONTE
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE PUGLIA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE TOSCANA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE UMBRIA
Controlli sulla sicurezza agro ambientale e agroalimentare - settori d’intervento
REGIONE VENETO
Finito di stampare
nel mese di aprile 2012
presso Sistema Stampa, srl
Via Carlo Emanuele Buscaglia, 11 - 03100 Frosinone
Tel. 0775.201756
www.sistemastampa.it
www.corpoforestale.it
Corpo forestale dello Stato
Ispettorato Generale Servizio I - Divisione 2^ - N.A.F. Nucleo Agroalimentare e Forestale - Via G. Carducci 5 - 00187 Roma