Parte 6

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Parte 6
In questo gioco il bambino guida il dado o la pallina lungo la sbarra di metallo. La sbarra a semicerchio richiede il movimento più semplice: l’elevazione del braccio in rotazione interna ed esterna con abduzione o adduzione a seconda del senso in cui viene mosso il pezzo. Molte volte gli arti superiori sono relativamente interessati, ma può esservi una riduzione del raggio articolare soprattutto per quei movimenti meno abituali (quale ad esempio l’elevazione del braccio oltre un certo grado). La barra a spirale è particolarmente utile per il movimento di supinazione (sempre molto ridotto nei nostri bambini) e per il leggeri movimenti di “bascule” della articolazione radio­carpica. 107
In questa esercitazione si svolge un’attività, sia pure parzialmente, selezionata delle dita e di prono­supinazione dell’avambraccio. Tutte due le mani sono impegnate: una come mano in attività, l’altra come mano di aiuto.
A seconda che lavori con la vite posta orizzontalmente o verticalmente, la mano deve portarsi almeno in semisupinazione(vite verticale) o può essere usata in pronazione (vita orizzontale). 108
La presa delle mollette su asta verticale (come appare nell’illustrazione) richiede l’attività selezionata delle prime due dita,con la mano mantenuta in posizione intermedia. Questo gioco appare utile soprattutto perché permette di sviluppare una discreta forza. 109
Il telaietto illustrato, con mollette su asta orizzontale, obbliga il bambino a svolgere l’esercitazione mantenendo l’avambraccio in atteggiamento di supinazione.
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Le attività di gruppo
Rappresentano una più libera applicazione di principio di O.T.: in alcune forme essa può realizzare una vera attività di espressione del bambino, nella quale l’elemento “esercitazione”, sempre fredda, meccanica, automatica, viene finalmente perduto. In essa deve invece avere più libero sfogo l’elemento creativo, inventivo del bambino. 111
Il “castello” e il “villaggio”, utili esercitazioni per la flesso­estensione delle dita: i pezzi possono essere preparati di dimensioni proporzionate alla mano del bambino in modo che la presa sia effettuata con il massimo rendimento motorio. 112
Giochi dai più semplici ai più complessi per sviluppare movimenti elementari e migliorare la metria.
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Altre attività di gruppo
Sono state studiate ed adattate a particolari gruppi di soggetti nell’intento di realizzare determinate esercitazioni, ad esempio, per la coordinazione, per la regolazione della forza e la direzione del movimento, ecc. Il gioco di gruppo è inoltre sempre utile per la maturazione sociale e il controllo emotivo del bambino: il controllo con gli altri fanciulli, lo spirito di competizione, il controllo delle proprie reazioni di entusiasmo e di delusione di fronte alla vittoria o alla sconfitta nel gioco.
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Col gioco della palla in gruppo, i bambini possono essere messi in un buon atteggiamento curativo (posizione alla turca, utile soprattutto per opporsi alla tensione degli adduttori). L’equilibrio del tronco è continuamente sollecitato; gli arti superiori vengono contemporaneamente impegnati, si sviluppa il senso di direzione, sono stimolati i movimento ampi delle braccia (abdurre per prendere la palla molto grossa), flesso­estensione del gomito e della spalla (nel movimento del lanciare). L’allargamento delle dita per afferrare la palla serve pure come elemento favorevole allo sviluppo delle capacità motorie, e il bambino imparerà gradualmente ad afferrare, sollevare, lasciar cadere la palla e migliorerà così il controllo della mano. 115
Il gioco, oltre la possibilità del lancio della palla, che richiede anche una certa forza (man mano, la distanza può essere aumentata), tende a sviluppare soprattutto il senso della direzione ed esige una efficiente coordinazione occhio­mano.
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Un matterello e della plastilina, precedentemente manipolata, in modo da renderla duttile, rappresentano i semplici mezzi per impegnare il bambino in una attività utile e divertente. L’impugnatura del matterello è facile anche per una mano ancora molto ipertonica: nel movimento di “spianare al pasta” vengono impiegate le articolazioni del gomito e della spalla fino alla retropulsione che, nelle attività di gioco comune, è difficilmente solleticata. I due arti sono impegnati contemporaneamente, realizzando così una esercitazione completa per i casi di handicap bilaterali, mentre negli emiplegici, ad esempio, si realizza l’utilizzazione contemporanea che il bambino presenta limitatamente nelle attività spontanee. Sotto il profilo psicologico, il gioco è ricco di elementi espressivi e interpretativi: il bambino non fa una semplice esercitazione, ma un vero gioco che può particolarmente arricchirsi per la partecipazione di altri compagni, fino a diventare il “laboratorio del pasticcere”. 117
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Il gioco della pesca magnetica
E’ costituito da “canne da pesca” (la cui impugnatura può anche essere modificata) con attaccata sul fondo una piccola calamita. Nella scatola sono contenuti dei pesciolini con estremità metallica, per cui vengono “pescati” dalla calamita. Il gioco richiede una buona metria per dirigere la calamita verso il pesciolino (può essere particolarmente utile per gli atassici). Come gioco di gruppo è particolarmente stimolante e impegna il bambino a pescare il maggior numero possibile di pesci per essere vincitore.
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Nella scelta dei giochi, delle attività a cui indirizzare il bambino, non si deve dimenticare come gioca, come si diverte, ogni qualsiasi bambino.
Pasticciare con l'acqua, rappresenta sempre una attrazione indiscutibile: anche la mano più inabile può dare una piccola spinta perchè la barca si muova, può creare una tempesta artificiale, ecc. .
Una attività simile, con acqua a temperatura relativamente calda, a maggiore profondità, può costituire un utile aiuto come mezzo di rilasciamento e facilitazione al movimento.
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Attivit à
lavorative
Per i bambini più grandi l'O.T. diventa soprattutto attività di tipo lavorativo, in modo da impegnare il soggetto in una attività che gli permetta di realizzare, di fare qualche cosa.
La tessitura con i tipi di telai presentati, i lavori di cestinaggio con vimini e rafia, non richiedono gesti particolarmente complessi. Basta che il bambino automatizzi bene la loro successione, sappia utilizzare tutte e due le mani quando è richiesto, arrivi a servirsi efficientemente della mano meno abile come mano d'aiuto.
Il valore psicologico di queste attività è di grande portata: il bambino, quando non vuole più soltanto giocare, si esaurisce in una esercitazione che sia fine a se stessa, che implichi soltanto dei gesti
Attraverso l'attività lavorativa, il fanciullo è impegnato in un compito concreto, con un fine immediato, di realizzare qualcosa.
Le foto che presentiamo rappresentano vari spunti, varie idee, di quali possono essere le attività lavorative cui indirizzare i nostri soggetti.
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Con questi telai vengono eseguiti tappeti, utilizzando materiali di recupero. Con quei soggetti le cui dita sono particolarmente prive di destrezza, occorre far uso di trame grossolane e aumentare l’interspazio fra i gruppi dei fili costituenti l’ordito. Il bambino giunge in tal modo ad una esecuzione sufficientemente accurata e perviene ad una comprensione completa del lavoro. 122
Questa attività costituisce la fase iniziale per l’istruzione al cucito. La bambina fa passare l’ago attraverso il foro con una mano e lo afferra poi con l’altra: ciò aiuta a sviluppare la coordinazione degli arti superiori. Adoperando un filo sufficientemente lungo, vengono esercitati anche l’abduzione del braccio e l’estensione del gomito e del polso.
L’esercitazione è utile soprattutto per differenziare e selezionare i movimenti delle prime due dita. 123
Lavori in rafia
La terapista deve accuratamente progettare i lavori da far eseguire a ciascun bambino, cercando di semplificare al massimo possibile la tecnica di lavorazione, in modo che il soggetto possa facilmente conseguire qualche successo fino dall’inizio. 124
Le bambine si interessano ai lavori domestici e sono, in genere, pronte a collaborarvi. Con l’impiego di un piccolo ferro da stiro, di una macchina da cucire azionata a mano, di cartoncini con figure e contorni forati per l’avvio al cucito, sotto la guida della terapista le bambine possono esercitare un numero grandissimo di movimenti e di attività utili alla vita pratica. 125
Più che insegnare un lavoro vero e proprio, con l’attività di cestinaggio si cerca di inculcare nel fanciullo l’abitudine al lavoro, facendogli contrarre la passione per la precisione e facendogli sentire la soddisfazione della realizzazione; elementi questi che possono poi essere trasferiti con successo in qualunque altra attività il fanciullo abbia ad intraprendere in seguito, nella vita adulta.
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Esistono vari tipi di telai, alcuni dei quali richiedono l’impiego di una mano sola, mentre per altri occorrono tutti e due. All’inizio, quando il bambino può solo afferrare e tirar fuori la navetta, sarà il terapista ad infilare la navetta stessa nel telaio.
Se il filo di rafia è lungo, il movimento servirà ad esercitare la supinazione della mano, l’estensione del polso, nonché l’abduzione del braccio. Quando per azionare il telaio occorrono entrambe le mani, la navetta viene manipolata alternativamente dall’una e dall’altra mano.
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Per accostare l’ordito il bambino dovrà afferrare il pettine con tutte e due le mani e sviluppare una discreta forza. Queste attività lavorative offrono taluni vantaggi che le altre forme di attività non comportano e precisamente la possibilità di indurre il bambino alla perseveranza, destandone l’interesse; di svilupparne il senso di coordinazione attraverso movimenti realistici; di ritardare l’affaticamento tenendo vivo il suo interesse per l’attività in corso di svolgimento.
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