Indagine sui costi di produzione delle olive da olio
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Indagine sui costi di produzione delle olive da olio
Indagine sui costi di produzione delle olive da olio In sintesi L’olivo è parte integrante e radicata del territorio nazionale. Indiscutibile il suo duplice ruolo: pianta caratterizzante la realtà socio-economica italiana sia in termini di produttività che di tutela del paesaggio. Nonostante ciò, negli ultimi anni, il settore olivicolo italiano soffre molto a causa dei costi di produzione particolarmente elevati, superiori a quelli dei principali paesi produttori e competitor dell’Italia. Pertanto, con l’obiettivo di effettuare un’analisi dettagliata dei costi sostenuti dagli olivicoltori in ogni fase colturale, ISMEA ha predisposto un questionario che è stato sottoposto a 60 aziende produttrici di olive da olio aderenti alle associazioni dei produttori che fanno capo ad UNAPROL e CNO. Le aziende sono state scelte nelle regioni maggiormente rappresentative per numerosità di aziende e produzione e sono state individuate per le loro caratteristiche di aziende olivicole “ordinarie”, in termini di organizzazione, produzione e commercializzazione, all’interno della propria regione e in una specifica area di produzione. L’indagine è stata progettata con l’obiettivo di individuare in dettaglio i costi della produzione olivicola, rilevando le quantità impiegate e i prezzi di ciascun fattore produttivo in ogni singola fase colturale, compresi i costi della manodopera e i costi successivi alla raccolta, come i costi di trasporto delle olive al frantoio e i costi della molitura delle olive conto terzi. La rilevazione inoltre aveva lo scopo di predisporre un vero e proprio conto economico aziendale secondo un approccio di bilancio di tipo civilistico, assimilando l’impresa familiare agricola alle imprese non agricole. A questo fine si è deciso stimare anche il costo della manodopera familiare che generalmente non viene esplicitato nelle valutazioni del reddito agricolo. Il documento è strutturato in 5 capitoli. Nel capitolo 1 sono indicati gli obiettivi dell’indagine mentre nel capitolo 2 viene descritta la modalità di raccolta dei dati. Successivamente viene riportata una fotografia del campione intervistato (capitolo 3). Nel capitolo 4 vi è l’analisi dettagliata dei costi di produzione per fase colturale (irrigazione, potatura, lavorazioni del terreno e diserbo chimico, concimazione, trattamenti fitosanitari, raccolta, trasporto e trasformazione delle olive) mentre nel capitolo 5 vengono illustrati i costi di produzione sostenuti per la gestione dell’oliveto e quindi per la produzione delle olive da olio in Puglia e in Calabria, individuando all’interno del campione due tipologie di aziende tipiche rispettivamente nelle due regioni. Per quanto riguarda le caratteristiche del campione, il 47% delle aziende intervistate coltiva esclusivamente l’olivo, mentre il restante 53% coltiva altre colture. Si è scelto infatti di non circoscrivere la rilevazione ad aziende totalmente specializzate nell’olivicoltura, in quanto in alcune regioni produttrici l’azienda ordinaria coltiva l’olivo in associazione con altre produzioni agricole. Volgendo uno sguardo al tipo di conduzione, la maggior parte delle aziende, ovvero il 33%, è ha conduzione diretta, il 26% associa la manodopera familiare con salariati e il 19% con il lavoro conto terzi. Ancora, la composizione del campione vede il 21% delle aziende intervistate localizzate in Puglia, il 17% in Sicilia e il 16% in Calabria. Il 74% è localizzato in collina, il 17% in pianura e la restante parte in montagna. Nel complesso, le aziende che costituiscono il campione hanno in media 223 piante per ettaro su una superficie media investita a oliveto pari a 5,1 ettari (sono state escluse dall’indagine le aziende con una dimensione media inferiore a un ettaro di SAU) e nel 2010 hanno registrato una resa media 1 per ettaro pari a circa 51 quintali di olive. I costi sostenuti dagli olivicoltori, riferiti al 2010, sono stati individuati valutando i quantitativi di ogni singolo fattore produttivo impiegato per ogni fase colturale e i relativi prezzi. Inoltre, è stata valutata l’incidenza della manodopera familiare sulla gestione dell’oliveto. Dall’analisi dei costi, considerando anche la manodopera familiare (stimata applicando il costo medio orario sostenuto per la manodopera salariata), emerge che le fasi colturali che incidono maggiormente sui ricavi di vendita delle aziende (di olive e/o di olio) sono la raccolta, la potatura e la trasformazione delle olive. La raccolta è l’operazione che incide maggiormente sul bilancio delle aziende olivicole. Il 19% del campione effettua una raccolta di tipo manuale con un tempo di raccolta a pianta di 38 minuti (si tratta di aziende con una superficie media di 2,3 ha). Il 59% effettua la raccolta agevolata, con un tempo medio di raccolta a pianta di 27 minuti; le aziende in questo caso sono caratterizzate da una superficie media di 3,4 ha. Infine, il 22% è rappresentato da aziende specializzate con una superficie media di 12,5 ha, che effettuano la raccolta meccanizzata con un tempo medio di soli 17 minuti a pianta. L’incidenza sui ricavi di vendita è inversamente proporzionale al grado di meccanizzazione dell’azienda (22% in caso di raccolta meccanizzata, 36% in caso di raccolta effettuata con l’ausilio di agevolatori e 46% quando questa operazione viene effettuata manualmente). La potatura, svolta dal 97% delle aziende intervistate, ha un’incidenza sui ricavi totali del 26%, mentre il costo per la trasformazione, sostenuto dal 95% delle aziende analizzate, incide per il 22% sui ricavi totali. L’irrigazione è stata effettuata solo dal 19% del campione esaminato. Si tratta di aziende con una superficie media di 10 ettari circa, notevolmente superiore a quella dell’intero campione (5,1 ha). Le aziende che hanno effettuato tale pratica hanno avuto una produzione media di circa 70 quintali per ettaro di olive, maggiore di quella riscontrata per l’intero campione (circa 51 q/ha). La sua incidenza sui ricavi di vendita è del 6%. La concimazione è stata eseguita dal 64% del campione intervistato. Le aziende che hanno fatto ricorso a quest’operazione hanno una superficie di 5,8 ettari e hanno avuto una produzione di circa 57 quintali per ettaro, superiore alla media dell’intero campione. L’incidenza della concimazione sui ricavi totali è del 6%. La gestione del suolo attraverso le lavorazioni del terreno e/o il diserbo sono state effettuate dal 95% delle aziende campionate. Il costo per effettuare queste operazioni incide per il 7% sul ricavo totale. Infine, i trattamenti fitosanitari sono stati eseguiti dal 71% del campione. Le aziende che hanno fatto ricorso a tale pratica hanno raggiunto una produzione media di circa 58 quintali ad ettaro, superiore a quella del campione intero. L’incidenza di questa operazione è del 4% sui ricavi totali. Allo scopo di valutare il livello di redditività delle aziende olivicole, è stato effettuata un’analisi dei costi di produzione e un vero e proprio conto colturale su aziende aventi caratteristiche comuni in termini di specializzazione aziendale e superficie. In particolare sono state scelte 4 aziende localizzate nella parte centro-settentrionale della Puglia (provincia di Foggia e Nord barese) e 4 aziende localizzate tra Cosenza, Crotone e Catanzaro. Nel caso della Puglia si tratta di aziende specializzate di dimensioni medie elevate (15 ha) e con una netta presenza di impiego di manodopera salariata. Nel caso della Calabria hanno invece superfici medie di 3,6 ha, dove la tipologia di manodopera è prevalentemente familiare. Dall’analisi è emerso che per le aziende specializzate, localizzate in Puglia, è stato quantificato un costo di 0,37 euro per un kg di olive prodotte e di 2,72 euro per la produzione di un kg di olio. I costi salgono rispettivamente a 0,38 e 2,78 euro al kg se si include il costo del lavoro familiare. Per le aziende che invece sono caratterizzate da un basso grado di specializzazione, localizzate in Calabria, è stato quantificato un costo per la produzione di un kg di olive di 0,38 euro e di 2,27 euro per la produzione di un kg di olio. Considerando invece la manodopera familiare i costi salgono a 0,54 euro per un kg di olive e 3,25 per un kg di olio. Analizzando, inoltre, i dati ottenuti dal conto colturale, nel primo caso il reddito operativo risulta positivo anche non considerando i contributi PAC. Diversa è la situazione nel secondo caso, dove il reddito risulta positivo solo nel caso in cui vengono considerati i contributi PAC e viene escluso il costo del lavoro familiare. 2 Luglio 2012 1 Obiettivi dell’indagine pag. 4 2 Modalità di rilevazione dei dati pag. 4 4 I costi di produzione produzione per fase colturale pag. 9 5 Casi regionali pag. 44 44 3 Il campione intervistato pag. 5 3 Luglio 2012 1. Obiettivi dell’indagine L’obiettivo della presente indagine è quello di individuare i costi di produzione delle olive da olio, valutando i prezzi dei fattori produttivi impiegati nella gestione di un oliveto e l’incidenza di ogni singolo fattore produttivo per ogni fase colturale. Inoltre, è stata valutata l’incidenza della manodopera familiare sulla gestione dell’oliveto. A questo scopo, è stato predisposto un questionario che è stato sottoposto a 60 aziende produttrici di olive da olio aderenti alle associazioni dei produttori che fanno capo ad UNAPROL e CNO. Le aziende oggetto di indagine sono: - aziende olivicole “ordinarie” in termini di organizzazione, produzione e commercializzazione per una data regione/area o per un dato comprensorio; - aziende convenzionali (sono escluse dall’indagine le aziende biologiche); - aziende con una dimensione di almeno un ettaro di superficie agricola utilizzata (Sau) . 1 Per quanto riguarda la localizzazione regionale, le aziende sono state scelte tra le regioni maggiormente rappresentative in termini numerici e produttivi. Per tenere conto delle effettive realtà produttive nelle diverse regioni, si è scelto di non considerare esclusivamente aziende del tutto specializzate nella produzione olivicola, ma di effettuare la rilevazione anche in aziende miste in cui l’olivicoltura è comunque prevalente, In questi casi la quantificazione dei costi della produzione olivicola richiede di stimare, per alcune tipologie di costi come le spese generali, la quota da attribuire all’attività olivicola. 2. Modalità di rilevazione dei dati 2.1. Struttura del questionario Il questionario è articolato in sei sezioni, volte alla raccolta di informazioni sulla conduzione dell’oliveto in ogni fase colturale, rilevando i quantitativi relativi ai fattori produttivi impiegati e i prezzi corrispondenti, nell’anno di riferimento 2010 (gennaio – dicembre 2010). Pertanto, le aziende intervistate hanno lavorato l’oliveto nel 2010 e raccolto olive nell’arco temporale da ottobre a dicembre 2010. Di seguito vengono riportate le sei sezioni che compongono il questionario. Sezione 1 - L’azienda - in questa sezione sono richieste le informazioni anagrafiche dell’azienda, le caratteristiche strutturali e produttive. Sezione 2 – I ricavi - sono richiesti i ricavi di vendita delle olive e dell’olio realizzati da inizio raccolta 2010 a dicembre 2010. Sono inoltre richieste le giacenze di olio eventualmente presenti in azienda al 31/12/2010. Sezione 3 – Risorse umane – è richiesto il costo della manodopera salariata e il costo degli oneri sociali pagati sulla manodopera salariata. Per manodopera salariata si intende quella fornita da dipendenti a contratto a tempo indeterminato (OTI) e da dipendenti a contratto a tempo determinato (OTD). Mentre per manodopera familiare si intende la componente del lavoro aziendale che non percepisce salario. Pertanto, il familiare che riceve un compenso per il lavoro prestato è stato considerato tra la manodopera salariata. Sezione 4 – I costi di gestione – sono richiesti i costi di gestione dell’oliveto per fase operativa. I quantitativi e i prezzi dei fattori produttivi si riferiscono a quelli impiegati nel 2010. Le fasi operative sono le seguenti: - potatura (potatura, eliminazione residui potatura, potatura verde); - diserbo e altre lavorazioni del terreno (diserbo chimico, trinciatura, altre lavorazioni del terreno); Oltre a questa soglia, sono state prese in considerazione le aziende con un valore della produzione superiore a 2.065,83 euro. A tale riguardo, si segnala che l’ufficio di statistica dell’Unione Europea ha fissato l’”universo Ue”, comparabile tra gli stati membri, che comprende tutte le aziende di almeno un ettaro di superficie agricola utilizzata (Sau) e quelle con Sau inferiore a un ettaro, ma con un valore della produzione superiore a 2.065,83 euro (cfr. Reg. (CE) n. 1166/2008 e 6° Censimento generale dell’agricoltura Istat). 1 4 Luglio 2012 - concimazione; - trattamenti antiparassitari (occhio di pavone, tignola, mosca dell'olivo, cocciniglia, altri trattamenti); - irrigazione; - raccolta; - trasporto olive al frantoio; - altre operazioni conto terzi, tra cui la molitura delle olive. Inoltre, sono stati individuati i costi sostenuti per: - energia; - spese generali. Sezione 5 – Altri costi - Sono presi in esame i seguenti costi: ammortamenti macchine e attrezzature; ammortamento oliveto; ammortamento fabbricati rurali; oneri finanziari (debiti aziendali). Sezione 6 – I Contributi – sono richiesti i contributi/aiuti comunitari ricevuti per il settore olivicolo-oleario. Tempi e modalità di rilevazione 2.2. L’indagine è stata realizzata mediante interviste dirette, condotte da rilevatori UNAPROL e CNO presso le aziende agricole nel periodo compreso tra ottobre 2011 e febbraio 2012. 3. Il campione intervistato Localizzazione regionale, zona altimetrica e classe di SAU 3.1. La composizione del campione vede il 21% delle aziende intervistate localizzate in Puglia, il 17% in Sicilia e il 16% in Calabria. Campania e Lazio rappresentano il 9%, Abruzzo e Toscana il 7%, Basilicata, Marche, Umbria, Sardegna e Liguria con quote minori in linea con la distribuzione del numero di aziende e della produzione sul territorio. Fig. 1 – Distribuzione delle aziende intervistate per regione (%; totale aziende intervistate=100) 50 40 30 20,7 20 10 15,5 6,9 1,7 8,6 3,4 3,4 6,9 8,6 5,2 17,2 1,7 0 Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Il 74% delle aziende intervistate è localizzato in collina, il 17 in pianura e la restante parte è localizzata in montagna. Dall’analisi del campione risulta, inoltre, che il 24% delle aziende ha una superficie agricola utilizzata compresa tra 1 e 2 ha, il 48% ha una SAU olivicola compresa tra 2 e 5 ettari, il restante 28% possiede una SAU maggiore di 5 ha. Data l’ampia variabilità tra i diversi sistemi olivicoli, è opportuno in questa sede evidenziare le principali 5 Luglio 2012 caratteristiche strutturali e di gestione delle aziende intervistate. Infatti, nonostante le dimensioni ridotte del campione, ci troviamo di fronte a diverse realtà produttive. Vengono quindi analizzati gli aspetti di conduzione dell’oliveto, la tipologia di manodopera impiegata e le principali caratteristiche strutturali, gestionali e produttive del campione intervistato. Tab.1 – Distribuzione delle aziende intervistate per zona altimetrica e per classe di SAU olivicola (%; totale aziende intervistate=100) Zona altimetrica Classe di SAU olivicola Peso % Peso % Pianura 17,2 [1- 2) ha 24,1 Collina 74,1 [2-5) ha 48,3 8,6 > [5 ha 27,6 100,0 Totale 100,0 Montagna Totale Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. 3.2. La specializzazione aziendale Tra le aziende intervistate, il 47% coltiva esclusivamente l’olivo mentre il 53% coltiva anche altre colture. Le aziende a specializzazione olivicola sono principalmente quelle che hanno una dimensione che rientra nella classe tra 2-5 ettari (48%), seguite dalle aziende con superficie maggiore a 5 ettari con una quota pari al 30%. Mentre il 22% delle aziende a specializzazione olivicola ha una dimensione compresa tra 1 e 2 ettari. Entrando nel dettaglio, invece, si osserva come all’interno di ogni classe di dimensione aziendale ci sia una equa distribuzione tra quelle ad esclusivo indirizzo olivicolo e quelle non specializzate. Tab. 2 - Relazione tra la specializzazione aziendale e classe di SAU olivicola Specializzazione Aziendale (%; specializzazione=100) Classe di SAU [1- 2) ha Specializzazione Aziendale (%; Classe di SAU olivicola=100) Specializzazione olivicola Aziende non specializzate Peso % Peso % 22,2 25,8 Specializzazione olivicola Classe di SAU Peso % Aziende non specializzate Peso % Totale [1- 2) ha 42,9 57,1 100,0 [2-5) ha 48,1 48,4 [2-5) ha 46,4 53,6 100,0 > [5 ha 29,6 25,8 > [5 ha 50 50 100,0 Totale 100,0 100,0 Totale 46,6 53,4 100,0 Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. 3.3. La manodopera e il conto terzi Tra gli elementi che caratterizzano le aziende, trova particolare interesse la tipologia di manodopera impiegata e il ricorso al conto terzi. La quantità complessiva del lavoro richiesto nella produzione olivicola è molto elevata e variabile a seconda delle tecniche di gestione adottate. Nelle aziende a conduzione diretta (con solo manodopera familiare), il costo del lavoro non è un costo monetario. Nelle aziende con salariati invece, il lavoro umano è retribuito e pertanto è un costo monetario sostenuto direttamente dall’imprenditore. La maggior parte delle aziende del campione oggetto di studio (33%) risulta a conduzione diretta. Nelle altre aziende invece si evidenza l’associazione della manodopera familiare con la manodopera salariata (26%) o con il lavoro conto terzi (19%). 6 Luglio 2012 Fig. 2 - Manodopera e Conto terzi (%; totale aziende intervistate=100) 50 40 32,8 25,9 30 19 20 12,1 6,9 10 1,7 1,7 0 Manodopera familiare Manodopera salariata Manodopera familiare e salariata Conto Terzi Manodopera familiare e conto terzi Manodopera salariata e conto terzi Manodopera familiare, salariata e conto terzi Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. 3.4. Caratteristiche strutturali, gestionali e produttive Nel complesso, le aziende che costituiscono il campione hanno in media circa 223 piante per ettaro su una superficie media investita a oliveto pari a 5,1 ettari. In termini di produttività, le aziende intervistate hanno registrato nel 2010 una resa media per ettaro pari a 5.145 Kg di olive, pertanto la resa a pianta si attesta a 23 Kg. La produzione in olio per ettaro riscontrata è di circa 650 kg. Il tempo medio ad ettaro impiegato per la gestione complessiva dell’oliveto è di circa 190 ore all’anno, che corrispondono a circa 30 giornate lavorative ad ettaro, considerando una giornata lavorativa da 6 ore e 30 minuti. Tab. 3 – Caratteristiche strutturali, gestionali e produttive del campione analizzato Caratteristiche strutturali, gestionali e produttive (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 223 Ettari ha 5,1 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Produzione olio Kg/ha 650 Totale ore di lavoro per ettaro per la gestione dell'oliveto ore/ha 190 5.145 23 Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Tab. 4 - Produzione di olive per ettaro per classe di SAU olivicola e per n. piante per ettaro (media kg di olive/ha; anno 2010) Classe di SAU olivicola Kg di olive/ha N. piante/ha Kg di olive/ha [1- 2) ha 3.855 <150) 3.970 [2-5) ha 4.053 [150-300) 4.938 >[5 ha 5.831 >[300 6.577 Totale aziende 5.145 Totale aziende 5.145 Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. 7 Luglio 2012 Analizzando nel dettaglio i dati relativi alla produzione, si osserva come la resa media per ettaro aumenta all’aumentare della dimensione aziendale e all’aumentare della densità di piantagione per ettaro. Le olive raccolte nella maggior parte dei casi (90%) vengono trasportate al frantoio per essere sottoposte alla trasformazione, mentre solo il 10% delle aziende provvede a vendere le olive raccolte. Queste ultime sono localizzate al Sud (Calabria, Puglia e Basilicata). Fig 3 – Destinazione delle olive prodotte (%; totale aziende intervistate=100) Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Il 41% delle aziende trasforma le olive presso strutture cooperative, il 55% affida la trasformazione a terzi presso strutture private e solo poco più del 3% possiede un frantoio ed esegue direttamente in azienda la trasformazione delle olive in olio. Per quanto riguarda, invece, la dotazione aziendale, solo il 10% delle aziende è dotato di un impianto di confezionamento per procedere all’imbottigliamento dell’olio. Tab. 5 – Lavorazione delle olive e Dotazione aziendale (%; totale aziende intervistate=100) Lavorazione delle olive Frantoio Cooperativo Proprio Conto terzi Totale Dotazione aziendale Impianto di Frantoio proprio confezionamento Peso % Peso % Peso % 41,4 Si 3,4 10,3 3,4 No 96,6 89,7 100,0 100,0 55,2 100,0 Totale Base dati: aziende intervistate (89,7% del campione) Fonte: Ismea. In termini quantitativi, nel 2010 il 23% circa delle olive prodotte è stato venduto tal quale e quindi non sottoposto a trasformazione direttamente dal produttore, mentre, per quanto riguarda la produzione di olio oltre l’85% è stato venduto e l’11% rientra tra le rimanenze finali riscontrate a dicembre 2010. Solo il restante 4% dell’olio è stato destinato all’autoconsumo. La maggior parte dell’olio venduto rientra nella categoria merceologica di extravergine, solo 1,6% di olio venduto rientra nella categoria vergine, mentre si attesta a meno dell’1% il lampante. I ricavi medi a ettaro dichiarati dalle aziende intervistate risultano essere leggermente inferiori a 2.700 euro. A questi vanno aggiunti circa 580 euro ad ettaro derivanti dagli aiuti di sostegno al reddito dalla PAC. Inoltre, sono state riscontrate giacenze di olio al 31/12/2010 per un valore medio ad ettaro di circa 296 euro. 8 Luglio 2012 Tab. 6 – Produzione e destinazione commerciale del prodotto (anno 2010) Produzione (valori medi) Kg/ha peso % olive vendute 1.175 22,8 olive molite 3.960 77,0 10 0,20 5.145 100,0 555 85,3 olio in giacenza 71 10,8 olio autoconsumo 25 3,9 650 100,0 Kg/ha peso % extravergine 542 97,7 vergine 9 1,6 Olive altro Totale olive prodotte Olio olio venduto Totale olio prodotto olio venduto categoria merceologica 4 0,78 555 100,0 Kg/ha peso % lampante Totale olio venduto olio in giacenza categoria merceologica 71 extravergine Totale olio in giacenza 71 100,0 Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Tab. 7 - Ricavi del campione analizzato (anno 2010) Ricavi €/ha peso % 498 18,5 Ricavi vendita olio 2.200 81,5 Ricavi di vendita effettivi olivicoltura 2.699 100,0 Ricavi vendita olive Contributi Ricavi di vendita e contributi Valore delle giacenze di olio 2010 Valore della produzione 581 17,7 3.280 100,0 296 - 2.995 - Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. 4. I costi di produzione per fase colturale 4.1. Premessa In questo capitolo vengono analizzati i costi di produzione per fase colturale sostenuti dalle aziende agricole intervistate. A tal riguardo risulta opportuno sintetizzare i criteri con i quali sono stati elaborati i dati tecnici ed economici rilevati nelle aziende per ciascuna operazione colturale: - il calcolo delle ore effettuate dalla manodopera è stato effettuato in base alle ore imputate alle singole operazioni della coltura; 9 Luglio 2012 - il costo medio orario della manodopera dipendente è stato calcolato al netto degli oneri sociali e previdenziali a carico del datore di lavoro che, in questo modo, sono stati trattati a parte; - il costo della manodopera familiare è stato calcolato come costo opportunità, applicando il costo medio orario sostenuto per la manodopera salariata; - il costo dei mezzi tecnici (gasolio, concimi, fitofarmaci, diserbanti, ecc.) è stato determinato applicando alle quantità utilizzate dalle singole aziende i prezzi d’acquisto forniti dall’aziende stesse; - la reintegrazione dell’oliveto è stata calcolata prevedendone una durata di 50 anni mentre quella delle macchine e attrezzature di 10 anni. Pertanto, nei paragrafi successivi, per ciascuna operazione colturale sono stati elaborati i dati forniti dalle aziende che effettivamente hanno eseguito la pratica colturale. In particolare: - sono state descritte le caratteristiche strutturali e gestionali delle aziende; - sono stati riportati i dati relativi ai ricavi ad ettaro ottenuti dalle vendite delle olive e dell’olio prodotto; - è stato calcolato il costo totale medio ad ettaro, distinguendo tra: - Costo totale A: che esclude la stima del costo della manodopera familiare; - Costo totale B: che include la stima del costo della manodopera familiare, calcolata, come già indicato, applicando il costo medio orario sostenuto per la manodopera salariata; ed è stata valuta l’incidenza percentuale delle diverse voci di costo su entrambi i tipi di costo totale medio (A e B); - per ciascun fattore produttivo sono stati riportati la quantità media impiegata e il costo medio ad ettaro sostenuto (con l’indicazione percentuale delle aziende che hanno impiegato ogni fattore produttivo preso in esame). Sono esclusi dall’analisi dei costi i contributi previdenziali dell’imprenditore agricolo e del titolare, oltre che le imposte e tasse. 4.2. L’irrigazione Nonostante numerosi studi dimostrino che l’apporto idrico in olivicoltura determina un aumento produttivo delle piante sia in termini quantitativi che qualitativi, l’irrigazione viene effettuata solo dal 17% delle aziende intervistate: il 30% delle aziende irrigue ha una dimensione aziendale compresa tra i 2-5 ha, mentre il 70% ha una SAU maggiore a 5 ettari. Quest’ultime sono principalmente localizzate nel Centro-Sud. L’irrigazione è maggiormente effettuata dalle aziende localizzate in pianura ed in collina, rispettivamente per il 40 e il 60%. Tab. 8 - La pratica dell’irrigazione in relazione alla dimensione aziendale (%; Irrigazione=100) (%; Classe di SAU olivicola=100) No Si In parte No Si In parte Peso % Peso % Peso % Peso % Peso % Peso % Totale [1- 2) ha 29,5 0,0 25,0 92,9 0 7,1 100,0 [2-5) ha 54,5 30,0 25,0 85,7 10,7 3,6 100,0 >[5 ha 15,9 70,0 50,0 43,8 43,8 12,5 100,0 Totale 100,0 100,0 100,0 75,9 17,2 6,9 100,0 Classe di SAU Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Nelle aziende con una superficie compresa tra 1 e 2 ha, l’irrigazione viene effettuata solo dal 7% e soltanto in modo parziale, mentre il 93% non interviene con nessun tipo di apporto idrico al terreno. Anche nella classe dimensionale compresa tra i 2-5 ettari, il maggior numero delle aziende non esegue l’irrigazione (86%); una quota pari all’11% effettua interventi irrigui su tutta la superficie, mentre il 4% solo su 10 Luglio 2012 una parte della superficie olivetata. Nelle aziende che hanno una superficie maggiore di 5 ha la percentuale di quelle che non effettuano l’irrigazione si attesta al 44% mentre le aziende che eseguono l’irrigazione sia su tutta la superficie aziendale che in parte rappresentano rispettivamente il 44% e 13%. Nel 2010, le aziende che hanno sostenuto il costo per l’irrigazione (pari al 19% del campione): - hanno una superficie olivicola media maggiore ai 10 ettari e una densità di impianto di 227 piante per ettaro; - hanno ottenuto produzioni elevate, con una resa media per pianta di circa 30 Kg (23 kg è la resa media ad ettaro dell’intero campione intervistato); - sul fronte della commercializzazione, più del 34% dei ricavi proviene dalla vendita diretta delle olive prodotte (il 23% del totale di olive raccolte). Il costo medio sostenuto da queste aziende per l’irrigazione risulta pari a 233 euro ad ettaro. Va segnalato che il costo rilevato con il questionario restituisce il costo complessivo che le aziende sostengono nel praticare tale tecnica e non riporta, quindi, indicazioni relative alle singole voci (energia, consorzio di bonifica, manutenzione dell’impianto, etc.). Tab. 9 – Aziende che hanno praticato l’irrigazione (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, ricavi totali, costi per l’irrigazione; anno 2010) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° Ettari ha Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Ricavi 227 10,4 6.983 30,7 Ricavo (€/ha) Ricavi totali vendita olive e olio €/ha 3.597 Ricavi olive €/ha 1.246 Ricavi olio €/ha 2.351 Valore delle rimanenza finali €/ha 360 Valore della produzione €/ha 3.956 Costo irrigazione Costo (€/ha) Costo irrigazione ad ettaro €/ha 233 Costo irrigazione a pianta €/pianta 1,03 Costo irrigazione per Kg di olive €/Kg 0,03 % su ricavo totale % 6% Base dati: aziende che hanno sostenuto il costo per effettuare l’irrigazione nel 2010 (19% del campione). Fonte: Ismea. 4.3. La potatura La potatura è la cura colturale che più incide sull’equilibrio vegeto produttivo della pianta: viene effettuata per realizzare produzioni costanti, elevate e di qualità, per conservare la forma di allevamento che garantisce l’illuminazione della pianta e per ridurre l’alternanza di produzione. Insieme alla raccolta è la pratica che richiede maggior impiego di manodopera. Il 97% delle aziende intervistate ha effettuato la potatura nel 2010. La maggior parte di queste aziende procede all’eliminazione dei residui (84%), in alcuni casi mediante bruciatura (soprattutto nelle aziende a conduzione diretta), in altri mediante trinciatura. È evidente che questo incide diversamente su costo finale dell’operazione colturale. 11 Luglio 2012 Tab. 10 - Potatura ordinaria (%; totale aziende intervistate=100) Tab. 11 - Altre lavorazioni correlate alla potatura ordinaria (%; totale aziende intervistate=100) Eliminazione residui di potatura Peso % Potatura verde Peso % Peso % No 3,4 No 16,0 48,0 Si 96,6 Si 84,0 52,0 100,0 100,0 Totale 100,0 Totale Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Fonte: Ismea. Appena poco più della metà delle aziende che effettuano la potatura torna in campo sulle piante potate, nel mese di settembre, per eliminare i succhioni e/o i polloni cresciuti rispettivamente sulla chioma o dalla ceppaia (“spollonatura” o “rimonda estiva”), porzioni vegetative nuove e vigorose che si formano a causa della forte necessità di ricostituire una superficie fogliare idonea alla forza dell’apparato radicale dell’olivo. Nel complesso, le aziende che hanno eseguito tale pratica colturale, sono aziende che in media hanno un numero di piante per ettaro pari a 223, una superficie media di 5,2 ettari e una produzione di olive di 5.170 Kg per ettaro di superficie coltivata. La resa media a pianta si attesta a 23 Kg di olive. Si tratta di una fotografia che corrisponde a quella tracciata per l’intero campione; d’altra parte, le aziende che effettuano la potatura sono la quasi totalità delle aziende intervistate nell’indagine. Tab. 12 – Aziende che hanno effettuato la potatura nel 2010 (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, ricavi totali, costi per la potatura) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° Ettari ha Produzione olive Kg/ha 223 5,2 5.168 Produzione olive media a pianta Kg/pianta 23 Tempo di potatura ad ettaro ore/ha 80 Tempo di potatura a pianta min/pianta 21 Ricavi Ricavo (€/ha) Ricavo totale olive olio €/ha 2.712 Ricavi olive €/ha 505 Ricavi olio €/ha 2.207 Valore delle rimanenze finali €/ha 300 Valore della produzione €/ha 3.012 Costo potatura costo potatura ad ettaro €/ha costo potatura a pianta €/pianta costo potatura per Kg di olive % su ricavo totale Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)* 481 717 2,1 3,1 €/Kg 0,09 0,14 % 18% 26% *stima Base dati: aziende che hanno realizzato la potatura nel 2010 (97% del campione) Fonte: Ismea. Il tempo impiegato per eseguire la potatura, in media, è di 80 ore per ettaro, corrispondente a circa 21 minuti a pianta, indipendentemente dall’intensità e dalla frequenza adottate. 12 Luglio 2012 Il costo sostenuto dalle aziende che nel 2010 hanno effettuato la potatura delle piante, indipendentemente dalla tecnica impiegata e dall’intensità dei tagli, è pari a 480 euro/ha, se si esclude la stima del costo della manodopera familiare. Il costo sale a 717 euro/ha se invece, questa voce viene inclusa. L’incidenza sui ricavi dei costi sostenuti per la potatura (entrambi riferiti al dato medio per ettaro) è pari al 26% se si include manodopera familiare, mentre scende al 18% se la si esclude. Se si analizzano le singole voci che concorrono alla formazione del costo medio totale A della potatura, la manodopera salariata, sia essa fissa, avventizia e occasionale, rappresenta bel l’85% del costo. Il contoterzismo incide per l’11% ed il costo per l’acquisto di gasolio e carburanti per il 4%. Analizzando le voci del costo totale B, l’incidenza del costo della manodopera raggiunge il 90%. L’incidenza del conto terzi, invece, risulta inferiore all’8%. Il costo per l’acquisto di gasolio ed altri carburanti incide solo per il 3% sul costo medio totale. Fig. 4 – Incidenza percentuale del costo dei fattori produttivi impiegati per la potatura nelle aziende che praticano la potatura (%; costo totale A della fase=100; costo totale B della fase =100) 33,0 % su costo totale A Vaucher 0,4 7,5 Conto terzi 10,5 2,5 Manodopera familiare* Conto terzi Vaucher Oneri sociali Manodopera salariata Gasolio ed altri carburanti 11,2 0,6 46,2 Oneri sociali 15,6 3,8 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Manodopera salariata 68,9 Gasolio ed altri carburanti 80 70 60 50 40 30 20 10 0 % su costo totale B * stima Base dati: aziende che hanno realizzato la potatura nel 2010 (97% del campione) Fonte: Ismea. I costi sostenuti dalle aziende che hanno effettuato la potatura nel 2010 sono: - il gasolio e altri carburanti utilizzati per azionare le attrezzature da taglio: tale spesa è stata sostenuta dal 71% delle aziende, che hanno utilizzato in media 21 litri circa di carburante per ettaro; la restante parte, che pertanto non ha sostenuto la spesa per questa tipologia di voce di costo, ha eseguito la pratica manualmente con l’ausilio di forbici e cesoie manuali e/o ha affidato l’operazione colturale in conto terzi; - la manodopera salariata: il 34% delle aziende ha fatto ricorso a operai salariati, per circa 78 ore di lavoro per ettaro; la spesa sostenuta da questa quota di aziende, in media, è stata pari a 690 euro ad ettaro; tale costo include anche quello relativo agli oneri sociali e previdenziali a carico del datore di lavoro; - lavoro occasionale: meno del 2% delle aziende intervistate ha fatto ricorso ai voucher per il pagamento del lavoro occasionale di tipo accessorio, per circa 11 ore di lavoro per ettaro, sostenendo un costo medio pari a 162 euro ad ettaro; - la manodopera familiare: oltre il 78% delle aziende intervistate ha fatto ricorso a questa tipologia di manodopera per eseguire la potatura; numerose sono le combinazioni con cui è stato integrato il lavoro familiare (cfr. più avanti); il lavoro familiare, come già anticipato, non è un costo monetario realmente sostenuto dall’imprenditore agricolo ma è un costo imputato e in questa fase risulta mediamente pari a 414 euro ad ettaro; - Il conto terzi: il 16% delle aziende ha affidato a terzi l’esecuzione degli interventi cesori dell’oliveto, e 13 Luglio 2012 questo gruppo di aziende ha sostenuto in media un costo di 466 euro ad ettaro, per un lavoro complessivo di circa 55 ore ad ettaro. La manodopera in tutte le sue forme (salariata, sia fissa sia avventizia, occasionale e familiare) è la voce di costo più onerosa per la potatura. Solo nella raccolta l’incidenza è maggiore. Tab. 13 - Costi effettivamente sostenuti dalle aziende che hanno effettuato la potatura nel 2010 Fattori produttivi potatura Quota aziende % unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) Gasolio ed altri carburanti 71,4 litri/ha 21,1 19 Manodopera salariata e oneri 33,9 ore/ha 76,7 690 Manodopera familiare* 78,6 ore/ha 57,4 414 1,8 ore/ha 10,8 162 16,1 ore/ha 54,9 466 Vaucher Conto terzi *stima Base dati: aziende che hanno realizzato la potatura nel 2010 (97% del campione) Fonte: Ismea. Nel 2010, il 50% delle aziende ha impiegato esclusivamente manodopera familiare, il 14% manodopera salariata e solo il 5% ha affidato completamente gli interventi cesori in conto terzi. Mentre meno di un terzo della aziende ha integrato diversi tipi di manodopera. Fig. 5 - Manodopera e conto terzi impiegati per la potatura (%; totale aziende intervistate=100) 80 70 60 50 50,0 40 30 20 19,6 14,3 8,9 5,4 10 1,8 0 Manodopera familiare Manodopera salariata Conto Terzi Manodopera familiare e salariata Manodopera familiare e conto terzi Manodopera salariata e conto terzi Base dati: aziende che hanno realizzato la potatura nel 2010 (97% del campione) Fonte: Ismea. 4.4. La gestione del suolo: lavorazioni del terreno e diserbo chimico La lavorazione del terreno viene fatta per creare le migliori condizioni per lo sviluppo della pianta. Le lavorazioni del terreno vengono eseguite dal 95% delle aziende intervistate indipendentemente dalla zona altimetrica e dalla classe di SAU. In linea con la distribuzione del campione per zona altimetrica, il 73% delle aziende che effettua delle lavorazioni si trova in collina, il 18% in pianura, mentre ridotto risulta il numero di quelle che effettuano lavorazioni del terreno in montagna (9%). Tra le aziende che hanno dichiarato di non effettuare alcuna lavorazione al terreno, per il 67% si tratta di aziende che appartengono alla classe dimensionale compresa tra 1 e 2 ettari, mentre il 33% è rappresentato da aziende con superficie agricola olivetata maggiore a 5 ettari. Tra quelle che, invece, eseguono almeno una lavorazione del terreno all’anno il 47% rientra nella classe compresa tra 1 e 2 ettari, il 27% nella classe dimensionale più grande, il 26% nella classe intermedia. 14 Luglio 2012 Tab. 14 - Lavorazioni del terreno (%; totale aziende intervistate=100) Tab. 15 - Lavorazioni del terreno in relazione alla zona altimetrica (%; Lavorazioni=100) Zona Altimetrica Collina Peso % Peso % Peso % Totale No 5,2 No 100 0 0 100,0 Si 94,8 Si 72,7 9,1 18,2 100,0 Lavorazioni Lavorazioni Montagna Pianura Peso % Totale 100,0 Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Fonte: Ismea. Fig. 6 – Relazione tra l'esecuzione delle lavorazioni del terreno e la classe di SAU olivicola (%; Lavorazioni del terreno=100) 80 66,7 70 60 47,3 50 33,3 40 25,5 30 27,3 20 10 0,0 0 Peso % Peso % aziende che non eseguono lavorazioni aziende che eseguono lavorazioni [1- 2) ha [2-5) ha >[5 ha Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. La prevalenza delle aziende intervistate effettua tre lavorazioni al terreno all’anno (45%). Il 14% effettua due lavorazioni annuali, il 22% lavora il terreno soltanto una volta, mentre si attesta al 18% la percentuale di aziende che effettua più di 3 lavorazioni. Fig. 7 - Lavorazioni del terreno - numero di lavorazioni/anno 80 70 60 50 40 30 20 10 0 45,5 21,8 1 18,2 14,5 2 3 4 Base dati: aziende che hanno effettuato lavorazioni del terreno nel 2010 (95% del campione) Fonte: Ismea. 15 Luglio 2012 La dimensione aziendale influenza il numero delle lavorazioni del terreno all’anno. Nelle classi dimensionali più piccole, tra 1-2 ettari, il 43% delle aziende effettua una lavorazione l’anno, nella classe tra i 2-5 ettari la quota delle aziende che effettuano una sola lavorazione del terreno scende al 23%, mentre nella classe più alta del campione nessuna azienda esegue una sola lavorazione. La quota più alta in questa classe dimensionale si attesta al 47% in corrispondenza di tre lavorazioni del terreno all’anno. In relazione alla zona altimetrica risulta che in collina e in pianura il 50% delle aziende effettua massimo due interventi di lavorazione del terreno, e il restante 50% da 3 a 4 lavorazioni. Tab. 16 - Relazioni tra il numero delle lavorazioni del terreno e la classe di SAU (%; Classe di SAU=100) Tab. 17 - Relazioni tra il numero delle lavorazioni del terreno e zona altimetrica (%; zona altimetrica=100) Classe di SAU olivicola Zona altimetrica [1- 2) ha [2-5) ha >5 ha Peso % Peso % Peso % 1 42,9 23,1 0,0 2 14,3 26,9 3 42,9 4 N. lavorazioni Totale Collina Peso % Montagna Peso % Pianura Peso % 1 25,0 0,0 20,0 33,3 2 25,0 20,0 30,0 26,9 46,7 3 35,0 40,0 40,0 0,0 23,1 20,0 4 15,0 40,0 10,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 N. lavorazioni Totale Base dati: aziende che hanno effettuato lavorazioni del terreno nel 2010 (95% del campione) Base dati: aziende che hanno effettuato lavorazioni del terreno nel 2010 (95% del campione) Fonte: Ismea. Fonte: Ismea. Il diserbo chimico, invece, è una tecnica di gestione del terreno che persegue lo scopo di eliminare le piante infestanti che entrano in competizione con l’olivo, somministrando prodotti chimici che risultando tossici ne disseccano la parte aerea. Questa tecnica è stata adottata solo dal 9% delle aziende intervistate. Il ridotto uso di questa tecnica colturale è strettamente legata all’elevato impatto ambientale. Oggi si cerca di prevenirne l’uso utilizzando composti più rispettosi per l'ambiente oppure utilizzando buone pratiche agricole che mirano ad un uso corretto dei composti erbicidi ammessi. Le aziende che effettuano il diserbo sono aziende con SAU olivicola maggiore a 2 ettari e per l’80% dei casi sono aziende a specializzazione olivicola. Gli erbicidi utilizzati nel diserbo sono composti chimici di sintesi e vengono classificati in base al principio attivo che li compone. Tra quelli utilizzati dalle aziende che hanno effettuato il diserbo il principio attivo che si ritrova in tutti i casi è il Glifosate. Fig. 8 - Diserbo (%; totale aziende intervistate = 100) 9% No 91% Si Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. 16 Luglio 2012 Nel complesso, il costo medio sostenuto per la gestione del suolo (lavorazioni e diserbo) nel 2010 si attesta in media a 187 euro ad ettaro, se si include la stima del costo della manodopera familiare, mentre a 133 euro/ha se la si esclude, indipendentemente dal numero e dal tipo di lavorazioni effettuate. Tab. 18 - Aziende che hanno effettuato lavorazioni e/o diserbo per la gestione del suolo nel 2010 (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, costi per la gestione del suolo) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 222 Ettari ha 5,1 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta 5.214 24 Ricavi Ricavo (€/ha) Ricavi totali olive e olio €/ha 2.648 Ricavi olive €/ha 524 Ricavi olio €/ha 2.124 Valore delle rimanenza finali €/ha 246 Valore della produzione €/ha 2.894 Costo lavorazioni e diserbo Costo lavorazioni e diserbo ad ettaro €/ha Costo lavorazioni e diserbo a pianta €/pianta Costo lavorazioni e diserbo per Kg di olive €/Kg % su ricavo totale % Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)* 133,3 186,6 0,6 1,1 0,03 0,04 5% 7% *stima. Base dati: aziende che hanno effettuato lavorazioni del terreno nel 2010 (95% del campione) Fonte: Ismea. Fig. 9 – Incidenza percentuale del costo dei fattori produttivi impiegati per la gestione del suolo (%; costo totale A della fase=100; costo totale B della fase =100) % su costo totale A 28,5 20,2 18,6 Conto terzi Voucher 1,4 Manodopera familiare* Oneri sociali manodopera… 5,8 2,2 Manodopera salariata 1,9 Conto terzi Manodopera salariata Gasolio e altri carburanti 3,1 Oneri sociali manodopera salariata 8,1 23,2 Gasolio e altri carburanti 26,1 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Diserbante 28,3 Voucher 32,5 Diserbante 80 70 60 50 40 30 20 10 0 % su costo totale B* * stima Base dati: aziende che hanno effettuato lavorazioni del terreno nel 2010 (95% del campione) Fonte: Ismea. 17 Luglio 2012 Per la gestione del terreno, il costo che incide maggiormente è il costo del lavoro, pari al 38% del costo totale A (salariati, oneri sociali, lavoro occasionale). Il costo sostenuto per l’acquisto del gasolio incide per il 33% mentre la restante parte è data dalla spesa sostenuta per i servizi in conto terzi (26%) e per l’acquisto dei diserbanti (3%). Analizzando invece i dati che includono il costo del lavoro familiare (costo totale B), si evince che proprio questa voce di costo è quella che ha un incidenza maggiore rispetto alle altre attestandosi al 28%. Analizzando nel dettaglio i costi effettivamente sostenuti per le lavorazioni e il diserbo, si osserva che solo il 9% delle aziende che nel 2010 hanno dichiarato di effettuare diverse pratiche colturali per la gestione del suolo, ha sostenuto il costo per l’acquisto del diserbante, spendendo in media 15 euro ad ettaro. L’84% ha acquistato gasolio ed altri carburanti per alimentare le attrezzature utilizzate per la lavorazione del terreno. La restante parte (22%), invece, ha fatto ricorso al contoterzismo, sostenendo una spesa pari a 269 euro ad ettaro, senza, quindi, acquistare carburanti. Il 22% ha gestito le lavorazioni del terreno impiegando manodopera salariata facendo fronte ad una spesa in media pari a 84 euro ad ettaro per i salari e 24 euro ad ettaro per gli oneri sociali. Il 64% delle aziende ha impiegato manodopera familiare, ed il costo stimato si attesta in media pari a 118 euro ad ettaro. Solo il 2% ha pagato prestazioni lavorative occasionali, definite “accessorie”, attraverso buoni lavoro noti come voucher che garantiscono la copertura previdenziale e assicurativa, sostenendo un costo medio ad ettaro pari a 149 euro. Tab. 19 - Costi effettivamente sostenuti per la gestione del suolo nel 2010 Fattori produttivi lavorazioni e diserbo Quota aziende % Unità di misura Diserbante Gasolio ed altri carburanti Quantità/ha Costo (€/ha) 9,1 Kg/ha 3,6 15,3 83,6 litri/ha 60,5 48,4 Manodopera salariata 21,8 ore/ha 10,9 84,3 Oneri sociali manodopera salariata 21,8 ore/ha 10,9 24,2 Manodopera familiare** 63,6 ore/ha 16,4 117,7 1,8 ore/ha 10,0 149,4 21,8 ore/ha 7,7 269,2 Voucher Conto terzi * stima Base dati: aziende che hanno effettuato lavorazioni del terreno nel 2010 (95% del campione) Fonte: Ismea. 4.4.1. Analisi dei costi della gestione del suolo per numero di lavorazioni del terreno Fig. 10 – Costo medio ad ettaro sostenuto in funzione del numero di lavorazioni effettuate 300 300 250 250 200 264,9 200 151,3 150 100 54,5 147,2 50 132,9 150 100 71,4 179,8 100,7 50 0 0 1 2 3 costo A (€/ha) 4 1 2 3 4 costo B* (€/ha) * stima Base dati: aziende che hanno effettuato lavorazioni del terreno nel 2010 (95% del campione) Fonte: Ismea. I lavori ordinari che vengono fatti sul terreno olivetato sono tre o quattro nonostante si riscontrano situazioni 18 Luglio 2012 molto diverse tra le varie zone produttive. Il costo sostenuto per eseguire le diverse lavorazioni sul terreno aumenta all’aumentare del numero di interventi in campo, sia che venga preso in considerazione il lavoro familiare o meno. Ponendo particolare attenzione al costo medio ad ettaro sostenuto per eseguire tre o quattro lavorazioni si osserva che nel caso in cui si considera il costo totale A, il costo sostenuto per quattro lavorazioni annue è più basso rispetto a quello relativo a tre. Questa differenza di costo è legata al diverso impiego di manodopera dipendente. Infatti, analizzando il costo totale B, che include anche la stima del lavoro familiare, si riscontra un incremento del costo medio ad ettaro all’aumentare del numero di lavorazioni. Pertanto la differenza è esclusivamente legata al maggior impiego di lavoro familiare. Un intervento di gestione del terreno Tra le aziende che, nell’anno di riferimento, hanno dichiarato di aver effettuato le lavorazioni del terreno, il 22% circa ha eseguito un solo intervento di gestione del suolo, principalmente mediante lavorazioni superficiali con lo scopo di eliminare le erbe infestanti presenti e di arieggiare il terreno. Un terzo delle aziende invece ha provveduto all’eliminazione del cotico erboso mediante trinciatura, generalmente al termine delle piogge primaverili. Le caratteristiche strutturali e gestionali di questo gruppo di aziende sono le dimensioni ridotte (in media 2 ettari di SAU olivicola) e la resa per ettaro più bassa rispetto alla media totale del campione, che si riscontra anche per ogni singola pianta. Il costo medio totale sostenuto per un solo intervento risulta pari a 101 euro ad ettaro, se si include la stima del costo del lavoro familiare, 55 euro se la si esclude. Tab. 20 – Aziende che hanno effettuato una lavorazione per la gestione del suolo nel 2010 (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, costi per la gestione del suolo) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 226 Ettari ha 2 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta 4.154 18 Costo lavorazioni e diserbo Costo lavorazioni e diserbo ad ettaro €/ha Costo lavorazioni e diserbo a pianta €/pianta Costo lavorazioni e diserbo per Kg di olive €/Kg Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)* 54,5 100,7 0,2 0,7 0,01 0,02 *stima. Base dati: aziende che hanno effettuato una lavorazione del terreno nel 2010 (22% del campione) Fonte: Ismea. Fig. 11 - Incidenza percentuale del costo dei fattori produttivi impiegati per una lavorazione (%; costo totale A della fase=100; costo totale B della fase =100) % su costo totale A 0 Conto terzi 1 33 Voucher 4 Manodopera familiare* 0 Oneri sociali 17 Manodopera salariata 46 Gasolio ed altri carburanti 0,0 Conto terzi 1,0 Voucher Gasolio ed altri carburanti Manodopera salariata 7,0 0,0 Oneri sociali 31,0 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Diserbante 61,0 Diserbante 80 70 60 50 40 30 20 10 0 % su costo totale B* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato una lavorazione del terreno nel 2010 (22% del campione) Fonte: Ismea. 19 Luglio 2012 Le voci di spesa che concorrono a determinare l'investimento totale dell'operazione, nel caso in cui si considera il costo del lavoro familiare, sono per il 17% attribuibili all’acquisto di gasolio e carburanti, per il 4% ai salariati, per l’1% agli oneri sociali e previdenziali, per il 46% alla manodopera familiare e per il 33% al contoterzismo. Mentre, se non viene considerato il costo del lavoro familiare, le voci di spesa che pesano maggiormente sul costo totale dell’operazione sono il gasolio e carburanti per un 31% e il conto terzi per un 61%. Rimane al di sotto del 10% l’incidenza del costo della manodopera salariata. Tra le aziende che hanno effettuato un solo intervento per la gestione del suolo non rientrano quelle che hanno effettuato il diserbo chimico per la gestione delle erbe infestanti. Due interventi di gestione del terreno Le aziende che nel 2010 hanno effettuato due interventi per la gestione del terreno rappresentano il 14% del campione esaminato e hanno in media una superficie olivicola leggermente maggiore rispetto al gruppo precedente, ma con una densità di impianto di 179 piante ad ettaro. La produzione di olive di queste aziende è più bassa, sia rispetto a quelle che hanno effettuato una sola lavorazione, sia rispetto alla produzione media del campione totale. Infatti si riscontra una produzione di 3.399 Kg ad ettaro contro i 4.154 Kg delle aziende che hanno effettuato un solo intervento di gestione del suolo e i 5.145 Kg ad ettaro del campione totale. Se si analizza invece, il dato relativo alla resa a pianta, si osserva che questa risulta leggermente più alta rispetto alle aziende che hanno effettuato una sola lavorazione del terreno. Il costo medio sostenuto da queste aziende per effettuare due interventi di gestione del suolo è pari a 133 euro ad ettaro, se si include la stima del costo del lavoro familiare, mentre scende a 71 euro ad ettaro se la si esclude. Tab. 21 - Aziende che hanno effettuato due lavorazioni per la gestione del suolo nel 2010 (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, costi per la gestione del suolo) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 179 Ettari ha 3,9 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Lavorazioni e Diserbo Costo lavorazioni e diserbo ad ettaro €/ha Costo lavorazioni e diserbo a pianta €/pianta Costo lavorazioni e diserbo per Kg di olive €/Kg 3.399 19 Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)* 71,4 132,9 0,4 0,7 0,02 0,04 *stima Base dati: aziende che hanno effettuato due lavorazioni del terreno nel 2010 (14% del campione) Fonte: Ismea. Il 37% delle aziende che sono entrate in campo con due interventi, ha eseguito la trinciatura per evitare la competizione tra il cotico erboso e l’olivo. La trinciatura non è una vera e propria lavorazione del terreno, comunque rientra a tutti gli effetti fra le tecniche di gestione del suolo in quanto integra o sostituisce alcune lavorazioni propriamente dette. Di norma la trinciatura si esegue quando il terreno è gestito mediante inerbimento, che consiste nel mantenere un tappeto erboso nell’appezzamento. Il 50% ha eseguito, invece, due lavorazioni superficiali principalmente erpicatura e fresatura del terreno. Il restante 13% ha effettuato una lavorazione superficiale e una trinciatura delle erbe infestanti. 20 Luglio 2012 Fig. 12 – Due interventi di gestione del suolo – tipologia Base dati: aziende che hanno effettuato due lavorazioni del terreno nel 2010 (14% del campione) Fonte: Ismea. In questo contesto, per due interventi di gestioni del suolo, le due voci che contribuiscono alla formazione del costo totale A sono il contoterzismo ed i carburanti, che incidono rispettivamente il 62% ed il 38% sul costo totale A. Considerando la stima del costo della manodopera familiare, il costo totale B risulta costituito per il 46% dal costo del lavoro familiare. Fig. 13 - Incidenza percentuale del costo medio dei fattori produttivi impiegati per due lavorazioni (%; costo totale A della fase=100; costo totale B della fase =100) % su costo totale A 46 33 Conto terzi 0 Voucher 0 Manodopera familiare* 0 Oneri sociali 0 Manodopera salariata 20 Gasolio e altri carburanti Conto terzi 38,0 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Diserbante 62,0 Gasolio e altri carburanti 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 % su costo totale B* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato due lavorazioni del terreno nel 2010 (14% del campione) Fonte: Ismea. Tre interventi di gestione del terreno Il 45% delle aziende intervistate ha dichiarato di effettuare tre interventi per la gestione del suolo. Queste sono caratterizzate da una superficie olivicola media pari a 6,5 ettari con circa 229 piante per ettaro. La produzione di olive è leggermente più alta rispetto la produzione media del campione intervistato e la resa media per pianta è di 25 kg di olive. Il costo medio ad ettaro sostenuto per eseguire tre interventi di gestione del suolo è pari a 180 euro, considerando la stima del costo del lavoro familiare, mentre 151 euro non prendendola in considerazione. 21 Luglio 2012 Tab. 22 - Aziende che hanno effettuato tre lavorazioni e/o il diserbo per la gestione del suolo nel 2010 (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, ricavi totali, costi per la gestione del suolo) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 229 Ettari ha 6,5 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Lavorazioni e Diserbo Costo lavorazioni e diserbo ad ettaro €/ha Costo lavorazioni e diserbo a pianta €/pianta Costo lavorazioni e diserbo per Kg di olive €/Kg 5.726 25 Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)* 151,3 179,8 0,6 0,8 0,03 0,03 *stima Base dati: aziende che hanno effettuato tre lavorazioni del terreno nel 2010 (45% del campione) Fonte: Ismea. Le aziende che nel 2010 hanno effettuato tre interventi per la gestione del suolo, in linea generale, sono intervenute effettuando una lavorazione superficiale, utilizzata per interrare la concimazione, una o due trinciature delle erbe infestanti e una eventuale erpicatura leggera all’inizio dell’inverno. Chiaramente i lavori che vengono fatti al terreno variano molto anche in funzione delle condizioni pedoclimatiche e alle disponibilità idriche. Il 32% delle aziende gestisce il terreno mediante inerbimento effettuando tre interventi di trinciatura nel corso dell’annata agraria. L’inerbimento è una tecnica di gestione del terreno che offre molti vantaggi in olivicoltura: prima di tutto svolge una funzione protettiva dall’erosione del terreno, soprattutto in terreni con elevata pendenza, migliora la transitabilità nel terreno, permettendo di entrare facilmente in campo anche dopo periodi di pioggia ed inoltre arricchisce il terreno in sostanza organica migliorando quindi lo stato generale del terreno. Il 36% delle aziende invece interviene mediante lavorazioni superficiali, il 20% associa alle lavorazioni superficiali un intervento di trinciatura e il 12% integra gli sfalci di trinciatura con il diserbo chimico. Fig. 14 - Tre interventi di gestione del suolo – tipologia Base dati: aziende che hanno effettuato tre lavorazioni del terreno nel 2010 (43% del campione) Fonte: Ismea. La voce che incide maggiormente sul costo totale A è rappresentato dal costo della manodopera (33%), seguito dal costo sostenuto per l’impiego di contoterzisti (31%). Tra i fattori produttivi l’incidenza del gasolio risulta pari al 20%. Il costo sostenuto per l’acquisto del diserbante pesa solo il 3%, soprattutto perché le aziende che effettuano il diserbo chimico rappresentano solo il 12% delle aziende che hanno effettuato tre interventi di gestione del suolo. Se includiamo il costo relativo alla manodopera familiare si ha un decremento dell’incidenza percentuale di tutte le voci di costo, tranne che il costo sostenuto per l’acquisto 22 Luglio 2012 del diserbante. Comunque, anche in questo tipo di analisi la prima voce di costo è rappresentata dalla manodopera salariata, che incide per il 28% a cui va aggiunto l’8% derivante dagli oneri sociali e previdenziali. La seconda voce che, in termini percentuali, incide sul costo totale B è il conto terzi con una quota pari al 26%, seguito dal 17% sostenuto per l’acquisto del gasolio e altri carburanti impiegati per alimentare le attrezzature impiegate nelle diverse lavorazioni. Il costo del lavoro familiare stimato pesa il 15% sul costo totale B, mentre il lavoro occasionale pagato mediante l’acquisto dei voucher pesa solo il 2%. Fig 15 - Analisi del costo dei fattori produttivi impiegati per tre interventi di gestione del terreno (%; costo totale della fase=100) 28 % su costo totale A Conto terzi Oneri sociali Manodopera salariata 2 Voucher 8 3 26 15 Manodopera familiare* 17 Gasolio e altri carburanti Conto terzi 3,0 Voucher Manodopera salariata Oneri sociali 9,0 3,0 Gasolio e altri carburanti 31,0 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Diserbante 33,0 20,0 Diserbante 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 % su costo totale B* *Stima Base dati: aziende che hanno effettuato una lavorazione del terreno nel 2010 (43% del campione) Fonte: Ismea. Quattro interventi di gestione del terreno Le aziende che nel 2010 hanno eseguito quattro lavorazioni rappresentano il 18% del campione intervistato. Le aziende che rientrano in questo gruppo sono caratterizzate da una superficie agricola media di circa 6,3 ettari, da una densità di piante per ettaro pari a 224 e da una produzione di 5.189 Kg ad ettaro, in linea con la media del campione totale. Il costo medio ad ettaro sostenuto per effettuare quattro interventi di gestione del suolo è di circa 147 euro ad ettaro nel caso in cui non viene considerata la remunerazione della manodopera familiare, mentre sale a 265 euro nel caso in cui viene considerata. Se si esclude dal costo totale il valore della manodopera familiare, la voce che incide maggiormente nella formazione del costo totale è la spesa sostenuta per l’acquisto del carburante che interessa oltre il 60% del costo totale, mentre la retribuzione dei salari e dei rispettivi oneri pesano in termini percentuali oltre il 30%. Se si include anche la stima del costo della manodopera familiare, quest’ultima incide per il 44% sul totale, seguita dalla spesa sostenuta per l’acquisto di gasolio e altri carburanti (35%). Tab. 23 - Aziende che hanno effettuato quattro lavorazioni e/o il diserbo per la gestione del suolo nel 2010 (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, costi per la gestione del suolo) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 224 Ettari ha 6,3 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Lavorazioni e Diserbo Costo lavorazioni e diserbo ad ettaro €/ha Costo lavorazioni e diserbo a pianta €/pianta Costo lavorazioni e diserbo per Kg di olive €/Kg 5.189 23 Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)* 147,2 264,9 0,7 1,2 0,03 0,1 *Stima Base dati: aziende che hanno effettuato quattro lavorazione del terreno nel 2010 (17% del campione) Fonte: Ismea. 23 Luglio 2012 Fig. 16 - Analisi del costo dei fattori produttivi impiegati per quattro interventi di gestione del terreno (%; costo totale della fase=100) 0 0 Conto terzi Manodopera familiare* Oneri sociali manodopera… 4 2 Voucher 14 Manodopera salariata Manodopera salariata Gasolio e altri carburanti Oneri sociali manodopera salariata 8,0 3,0 44 35 Gasolio e altri carburanti 25,0 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Diserbante 64,0 Diserbante 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 % su costo totale B* % su costo totale A *Stima Base dati: aziende che hanno effettuato quattro lavorazioni del terreno nel 2010 (17% del campione) Fonte: Ismea. 4.4.2. Analisi del costo del diserbo chimico Per il controllo delle infestanti, ad integrazione delle lavorazioni del terreno, il diserbo chimico è stato effettuato da aziende di grandi dimensioni, principalmente a specializzazione olivicola e localizzate al sud. Tale tecnica colturale è stata applicata unicamente lungo l’interfila. Per il controllo delle infestanti i diserbanti chimici sono stati distribuiti rispettando un programma a basso impatto ambientale. Le aziende che hanno effettuato il controllo delle infestanti con l’ausilio di erbicidi rientrano nella categoria di aziende che nel 2010 ha provveduto ad apportare acqua al terreno attraverso le irrigazioni. In conseguenza si è registrata una resa per ettaro pari a 8.099 Kg di olive, con una produzione per pianta di 40 Kg, valori questi nettamente superiori a quelli rilevati nei casi precedenti. Il costo medio ad ettaro sostenuto risulta pari a 30 euro. Tale pratica colturale viene eseguita mediante l’impiego di manodopera salariata. Tab. 24 - Analisi del costo sostenuto per effettuare il diserbo (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, costi per il diserbo chimico) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° Ettari ha Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Costo diserbo 203 14,9 8.099 Kg/pianta Costo diserbo ad ettaro €/ha Costo diserbo a pianta €/pianta Costo diserbo per Kg di olive €/Kg Costo A (€/ha) 40 Costo B (€/ha)* 30,1 30,1 0,1 0,1 0,004 0,004 *stima Base dati: aziende che hanno effettuato diserbo chimico nel 2010 (9% del campione) Fonte: Ismea. La principale voce di costo che influenza il costo totale di questa tecnica colturale è il diserbante che ha una incidenza del 51%, seguita dalla spesa sostenuta per retribuire i salari (30%), dagli oneri sociali (8%) e dall’acquisto di carburanti (11%). 24 Luglio 2012 Fig. 17 – Fattori produttivi impiegati per effettuare il diserbo (%; costo totale diserbo=100) 80 70 60 50,8 50 40 30,2 30 20 11,0 10 8,0 0 Diserbante Manodopera salariata Gasolio ed altri Oneri sociali carburanti % su costo totale A 0,0 0,0 Vaucher Conto terzi Base dati: aziende che hanno effettuato diserbo chimico nel 2010 (9% del campione) Fonte: Ismea. 4.5. La concimazione La concimazione è una tecnica colturale che viene eseguita dal 64% delle aziende intervistate. Dall’analisi per classi dimensionali si evince che nella classe maggiore a 5 ettari di SAU olivicola c’è una netta prevalenza delle aziende che effettuano tale pratica colturale (81%). Nelle altre due classi, invece, solo il 57% delle aziende dichiara di effettuare la concimazione del terreno. Dalle interviste emerge che il 54% delle aziende esaminate utilizza concimi organo minerali. Questi concimi sono ottenuti per reazione o miscela di uno o più concimi organici con uno o più concimi minerali semplici o composti contenenti azoto e carbonio organico. Questo tipo di concime viene utilizzato nel 40% dei casi da aziende appartenenti alla classe dimensionale superiore a 5 ha, nel 35% da aziende con SAU olivicola compresa tra 2 e 5 ha e nel 25% dei casi ad aziende con superficie compresa tra 1 e 2 ha. I concimi minerali sono invece utilizzati dal 38% delle aziende intervistate. Questi sono concimi chimici e non contengono carbonio organico. Questa tipologia di prodotto trova impiego per il 43% dei casi in aziende con SAU olivicola compresa tra i 2 e 5 ettari, per il 36% in aziende più grandi e solo per il 21% in aziende appartenenti classe dimensionale più piccola, compresa tra 1-2 ettari. Solamente l’8% delle aziende sottoposte ad intervista somministra sul terreno concimi organici, che sono invece concimi prodotti da un'attività biologica e che contengono carbonio legato chimicamente in forma organica ai principali elementi della fertilità. La piccola parte di aziende che utilizza questa tipologia di prodotto è concentrata nella classe dimensionale compresa tra 2 e 5 ettari. Fig. 18 - Concimazione (%; totale intervistate=100) …………………………………………. aziende Tab. 25 - Relazione tra la tecnica della concimazione e la classe di SAU (%; classe di SAU olivicola=100) Concimazione 36% No Classe di SAU Si [1- 2) ha 64% No Si Peso % Peso % Totale 42,9 57,1 100,0 [2-5) ha 42,9 57,1 100,0 >[5 ha 18,8 81,3 100,0 Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Fonte: Ismea. 25 Luglio 2012 Nel corso del 2010, le aziende che hanno provveduto ad apportare gli elementi nutritivi al terreno in modo da Nel corso del 2010, le aziende che hanno provveduto ad apportare gli elementi nutritivi al terreno in modo da restituire quelli asportati con la produzione, per evitare l’insorgenza di carenze e per contribuire al mantenimento delle caratteristiche fisiche del terreno stesso, hanno una superficie olivetata media di 5,8 ettari, con 239 piante per ettaro. In risposta all’adeguato intervento nutrizionale (insieme alle altre pratiche colturali) si riscontra una buona produzione per ettaro, pari a 5.653 kg di olive e una resa per pianta di 24 kg (la produzione media del campione è di 5.145 kg di olive per ettaro e una resa per pianta di 23 kg). Il costo sostenuto per effettuare la concimazione dell’oliveto è di 175 euro ad ettaro, includendo il valore del lavoro familiare, mentre è di 163 euro ad ettaro escludendolo. La concimazione, tecnicamente, si divide in concimazione di impianto, di allevamento e di produzione. La prima va effettuata prima della messa a dimora delle piante, la seconda è relativa ai primi 3-4 anni dall’impianto e mira a stimolare la formazione della chioma e dell’apparato radicale, la terza ha lo scopo di indurre e sostenere la produzione e diminuire l’alternanza. Il campione di aziende analizzato ha effettuato una concimazione di produzione. Tab. 25 - Aziende che hanno effettuato la concimazione nel 2010 (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, ricavi totali, costi per la concimazione) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 239 Ettari ha 5,8 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Concime per ettaro Kg/ha 392 Concime a pianta Kg/pianta 1,6 Ricavi 5.653 24 Ricavo (€/ha) Ricavo totale olive olio €/ha 2.905 Ricavi olive €/ha 685 Ricavi olio €/ha 2.220 Valore delle rimanenze finali €/ha 314 Valore della produzione €/ha 3.219 Concimazione Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)* 163,1 174,5 0,7 0,7 Costo concimazione ad ettaro €/ha Costo concimazione a pianta €/pianta Costo concimazione per Kg di olive €/Kg 0,7 0,7 % su ricavo totale % 6% 6% *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione nel 2010 (64% del campione) Fonte: Ismea. La principale voce di spesa che contribuisce alla formazione del costo totale sostenuto per effettuare tale pratica colturale è quella relativa all’acquisto del concime che incide per l’82% sul costo totale B, che include la remunerazione del lavoro familiare, mentre l’88% sul costo totale che la esclude. Le altre voci di costo hanno lo stesso peso percentuale su entrambe i tipi di costo totale. 26 Luglio 2012 Fig. 19 - Incidenza percentuale del costo dei fattori produttivi impiegati per effettuare la concimazione (%; costo totale A della fase=100; costo totale B della fase =100) 0 1 Conto terzi Conto terzi 6 Voucher Oneri sociali % su costo totale A 2 Manodopera familiare* Manodopera salariata 6 3 Oneri sociali 1,0 Manodopera salariata 2,0 82 Gasolio ed altri carburanti 6,0 100 80 60 40 20 0 Concimi 3,0 Gasolio ed altri carburanti 88,0 Concimi 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 % su costo totale B* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione nel 2010 (64% del campione) Fonte: Ismea. Per effettuare tale concimazione sono stati utilizzati in media 392 chilogrammi di concime per ettaro e 1,6 Kg per pianta, sostenendo una spesa media di 146 euro ad ettaro. In relazione alla tipologia di manodopera impiegata, il 32% delle aziende ha dichiarato di aver fatto ricorso a salariati per eseguire la concimazione con un impiego di circa 2,5 ore per ettaro, spendendo 17 euro per la remunerazioni dei salari e 6 euro ad ettaro per gli oneri sociali e previdenziali. Mentre il 65% ha svolto tale operazione mediante lavoro familiare impiegando mediamente 4 ore per ettaro con un valore medio ad ettaro di circa 21 euro. Solo il 68% delle aziende ha sostenuto il costo per l’acquisto dei carburanti pari a 6 euro ad ettaro con un consumo di circa 8 litri ad ettaro impiegati per azionare le macchine spandiconcime (portati, trainati, e semoventi). Invece, solamente l’8% delle aziende ha provveduto ad acquistare il concime, affidando a terzi l’operazione di spandimento, spendendo per questo tipo di lavoro, in media, 21 euro ad ettaro con poco più di 20 minuti di lavoro a ettaro. Tab. 26 – Analisi dei costi effettivamente sostenuti per effettuare la concimazione Quota aziende % Costo (€/ha) Unità di misura Quantità/ha Concimi 100 145,8 Kg/ha 392,0 Gasolio ed altri carburanti 67,6 6,1 litri/ha 8,2 Manodopera salariata 32,4 16,6 ore/ha 2,5 Oneri sociali manodopera salariata 32,4 5,9 ore/ha 2,5 Manodopera familiare* 64,9 29,3 ore/ha 4,1 0 0 ore/ha 0,0 8,1 21,3 ore/ha 0,6 Fattori produttivi concimazione Voucher Conto terzi *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione nel 2010 (64% del campione) Fonte: Ismea. Il resto delle aziende, ha effettuato una distribuzione localizzata del concime a mano, nella zona di suolo occupata dalla proiezione della chioma. La distribuzione del concime localizzata viene effettuata quando la proiezione della chioma sul terreno interessa una superficie inferiore del 50% dell’intera superficie aziendale. In questi casi la localizzazione dei concimi in prossimità dell’apparato radicale delle piante permette una migliore intercettazione dei nutrienti. Di seguito viene riportata la distinzione dei costi sostenuti dalle aziende che hanno effettuato lo spandimento 27 Luglio 2012 meccanizzato, manuale e in conto terzi. Prima di entrare nel dettaglio dei costi, dai dati analizzati si è constatato che le aziende che hanno effettuato lo spandimento del concime in modo meccanizzato sono state quelle di grandi dimensioni con una superficie olivetata media di circa 6,6 ettari; le aziende che hanno effettuato lo spandimento manuale e quelle che hanno ricorso a terzi per tale operazione, presentano, invece, una superficie media leggermente più bassa rispetto a quella del campione totale. Tra questi tre gruppi, una sostanziale differenza è rappresentata dal numero di piante per ettaro, che risulta di 233 nelle aziende che hanno concimato con l’ausilio di spandiconcimi aziendali e di 211 in quelle che hanno fatto ricorso al contoterzismo. Nelle aziende che hanno concimato manualmente si riscontra, invece, una media di 278 piante a ettaro. Nonostante questa maggiore densità di impianto, la produzione di olive per ettaro, registrata nel 2010, risulta comunque più bassa: infatti, la produzione è di circa 3.648 kg per ettaro che si traduce in una resa a pianta di 13 kg, in confronto ai circa 16 kg delle aziende che rientrano ricorrono al contoterzismo e ai 27 kg a pianta delle aziende che effettuano la distribuzione meccanizzata. Tab. 27 – Confronto tra le aziende che eseguono spandimento meccanizzato, manuale e conto terzi Caratteristiche strutturali/gestionali Unità di misura Ettari ha Piante/ha N° Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Concime per ettaro Concime a pianta Distribuzione meccanizzata 6,6 Distribuzione manuale 3,9 Conto terzi 4,2 233 278 211 6.256 3.648 3.281 27 13 16 Kg/ha 429 271 241 Kg/pianta 1,8 1,0 1,1 Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione nel 2010 (64% del campione) Fonte: Ismea. La quantità di concime utilizzata dalle aziende che effettuano la distribuzione meccanica è di circa 430 kg per ettaro. La distribuzione viene effettuata a pieno campo. Tale spandimento viene effettuato quando la proiezione della chioma sul terreno riguarda più del 50% della superficie coltivata. Questo spiega il consumo più alto di concime rispetto alle aziende che effettuano una distribuzione manuale a pianta. Queste, infatti, hanno dichiarato un consumo medio ad ettaro di 271 kg, mentre le aziende che hanno dichiarato di acquistare il concime e di fare ricorso a terzi per la distribuzione hanno utilizzato in media 241 kg di concime ad ettaro. La produzione di olive per ettaro, nei tre gruppi, risulta pressoché proporzionale alla quantità di concime distribuita. I costi sostenuti per eseguire la concimazione variano in funzione della modalità di distribuzione. In particolare, il costo medio ad ettaro sostenuto per la distribuzione meccanica varia da 175 euro ad ettaro, non considerando il lavoro familiare a 182 euro considerandolo. Per le aziende che hanno distribuito manualmente, il costo è di 117 euro ad ettaro, valore che sale a circa 151 includendo la stima della manodopera familiare. Si attesta invece intorno ai 140 euro il costo sostenuto dalle aziende che acquistano il concime e poi affidano la distribuzione a terzi. La voce che incide maggiormente sul costo totale dell’operazione, sia considerando sia escludendo il valore del lavoro familiare, è rappresentata, in tutti e tre i casi, dalla spesa sostenuta per l’acquisto del concime. Non considerando la remunerazione del lavoro familiare, la spesa per l’acquisto del concime nella distribuzione meccanizzata incide per l’87% sul costo totale dell’operazione, mentre nella distribuzione manuale incide per il 99%. Nel caso, infine, in cui la distribuzione è affidata a terzi, l’incidenza della spesa sostenuta per l’acquisto del concime sul costo totale risulta dell’85%. Nella distribuzione meccanica, nonostante venga effettuata a pieno campo, si ha indubbiamente una riduzione del tempo di lavoro che si traduce in un minor costo legato al tipo di manodopera impiegato per eseguire tale operazione. 28 Luglio 2012 Nel caso in cui si attribuisce un valore al lavoro prestato dall’imprenditore e/o dei familiari, l’incidenza del costo sostenuto per l’acquisto del concime scende all’83%, e il valore del lavoro familiare sale al 4%. Questa variazione non va ad intaccare i pesi percentuali delle altre voci di costo. Fig. 20 – Costo medio ad ettaro sostenuto per effettuare la concimazione del terreno in funzione della modalità di distribuzione 200 174,7 182,2 150,6 150 139,6 139,6 116,8 100 50 0 Distribuzione meccanizzata Distribuzione manuale Costo A (€/ha) Conto terzi Costo B (€/ha)* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione nel 2010 (64% del campione) Fonte: Ismea. Fig. 21 – Incidenza percentuale dei fattori produttivi impiegati per effettuare la concimazione mediante distribuzione meccanizzata (%; costo totale=100) 3,5 7,2 2,6 Manodopera familiare* Oneri sociali Manodopera salariata Gasolio ed altri carburanti Concime 0 % su costo totale A 0,0 0,0 20,0 3,3 6,9 2,5 4,1 0,0 0,0 Conto terzi 20 Voucher 40,0 Manodopera familiare* 40 Oneri sociali 60,0 83,2 Manodopera salariata 60 Conto terzi 80,0 Voucher 80 Gasolio ed altri carburanti 100,0 86,7 0,0 Concime 100 % su costo totale B* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione meccanizzata nel 2010 (43% del campione) Fonte: Ismea. La spesa per l’acquisto del concime è risultata in media pari a 152 euro ad ettaro, quella per l’acquisto del gasolio di 6 euro con un consumo di circa 8 litri ad ettaro. Per effettuare lo spandimento del concime, il 44% delle aziende ha fatto ricorso a operai salariati per meno di tre ore ad ettaro, spendendo in media 17 euro per la retribuzione delle ore di lavoro e 6 euro ad ettaro per gli oneri sociali e previdenziali. Il 64% delle aziende ha impiegato manodopera familiare per più di 3 ore ad ettaro e l’eventuale costo stimato ammonta a 24 euro ad ettaro. 29 Luglio 2012 Tab. 28 – Fattori produttivi effettivamente impiegati dalle aziende che hanno effettuato la distribuzione meccanizzata del concime Distribuzione meccanizzata Fattori produttivi concimazione Quantità/ha Costo (€/ha) Concim e Quota aziende % Unità di misura 100,0 Kg/ha 429,0 151,5 Gas olio ed altri carburanti 100,0 litri/ha 8,2 6,1 Manodopera s alariata 44,0 ore/ha 2,6 16,8 Oneri s ociali m anodopera s alariata 44,0 ore/ha 2,6 6,0 Manodopera fam iliare* 64,0 ore/ha 3,4 24,4 Voucher 0,0 ore/ha 0,0 0,0 Conto terzi 0,0 ore/ha 0,0 0,0 *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione meccanizzata nel 2010 (43% del campione) Fonte: Ismea. Nella distribuzione manuale l’incidenza percentuale delle voci che contribuiscono al costo totale dell’operazione varia a seconda se si consideri o meno il costo della manodopera familiare. Questo perché con la distribuzione manuale, nonostante sia stata effettuata in modo localizzato a pianta, si ha un aumento delle ore di lavoro necessarie per eseguire tale pratica. In questo caso, il peso percentuale della spesa sostenuta per l’acquisto del concime scende dal 99% al 77% e il valore della manodopera familiare conquista una quota del 22%. Le aziende che hanno distribuito il concime manualmente hanno acquistato lo stesso a 116 euro ad ettaro. Inoltre, l’89% delle aziende fa ricorso esclusivo alla manodopera familiare, impiegando circa 5 ore per ettaro, mentre il restante 11% fa ricorso a salariati, sostenendo un costo di circa 8 euro ad ettaro per la retribuzione dei salari e di 2 euro ad ettaro per i relativi oneri sociali e previdenziali con un impiego di tempo di circa 1 ora a ettaro. Fig. 22 – Incidenza percentuale dei fattori produttivi impiegati per effettuare la concimazione mediante distribuzione manuale (%; costo totale=100) 100,0 40,0 20 20,0 % su costo totale A Voucher Manodopera familiare* 0,0 0,0 Conto terzi 0,1 Oneri sociali 0,6 Manodopera salariata Concime Gasolio ed altri carburanti 0,0 0 22,4 0,0 0,0 0,5 0,1 0,0 0,0 Conto terzi 40 Voucher 60,0 Manodopera familiare* 60 77,0 Oneri sociali 80,0 Manodopera salariata 80 Gasolio ed altri carburanti 99,3 Concime 100 % su costo totale B* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione manuale nel 2010 (16% del campione) Fonte: Ismea. 30 Luglio 2012 Tab. 29– Fattori produttivi effettivamente impiegati dalle aziende che hanno effettuato la distribuzione manuale del concime Distribuzione manuale Fattori produttivi concimazione Quota aziende % Unità di misura Concim e Gas olio ed altri carburanti Quantità/ha Costo (€/ha) 100,0 Kg/ha 270,8 116,0 0,0 litri/ha 0,0 0,0 Manodopera s alariata 11,0 ore/ha 1,0 8,4 Oneri s ociali m anodopera s alariata 11,0 ore/ha 1,0 1,7 Manodopera fam iliare* 89,0 ore/ha 5,1 37,0 Voucher 0,0 ore/ha 0,0 0,0 Conto terzi 0,0 ore/ha 0,0 0,0 *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la concimazione manuale nel 2010 (16% del campione) Fonte: Ismea. Le aziende che hanno affidato a terzi la distribuzione in campo, hanno speso in media 118 euro per l’acquisto del concime e circa 21 euro ad ettaro per il lavoro svolto dal contoterzista in un arco di tempo di 40 minuti per ettaro. Tab. 30 – Fattori produttivi effettivamente impiegati dalle aziende che hanno effettuato la distribuzione del concime in conto terzi Distribuzione conto terzi Quota aziende Unità di misura Quantità/ha % 100,0 Kg/ha 241,1 100,0 ore/ha 0,6 Fattori produttivi concimazione Concime Conto terzi Costo (€/ha) 118,3 21,3 Base dati: aziende che hanno affidato lo spandimento del concime a terzi nel 2010 (5% del campione) Fonte: Ismea. 4.6. I trattamenti fitosanitari Le aziende che effettuano trattamenti fitosanitari rappresentano il 71% del campione totale. Il numero di trattamenti effettuati varia da un minimo di un trattamento all’anno ad un massimo di cinque. Rispetto ai trattamenti fitosanitari, le aziende dichiarano di provvedervi soprattutto per far fronte al problema dell’occhio di pavone (per il 38%) e della mosca dell’ulivo (per il 37%). Minore sembra essere il problema, con la conseguente necessità di intervenire, della lotta contro la tignola (vi provvede il 14%) e la cocciniglia (11%). Fig. 23 - Trattamenti fitosanitari (%; totale aziende intervistate=100) 29% No 71% Si Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. 31 Luglio 2012 Le diverse condizioni ambientali e l’andamento climatico possono favorire lo sviluppo di diverse malattie dell’olivo, compromettendo l’intero raccolto se non vengono effettuati interventi di difesa da parte dell’agricoltore. L’ampia diffusione della coltura e le numerose diversità morfologiche e microclimatiche fanno sì che si presenti una notevole variabilità nella diffusione e nell’incidenza del danno dei principali nemici dell’olivo. Quindi, la difesa si presenta diversificata sia come obiettivo da combattere, sia come numero di interventi da effettuare. Di fondamentale importanza, quando si parla di difesa della coltura, è la costante attenzione ad evitare il ricorso ad inutili interventi di difesa che, oltre a costituire un pericolo per l’operatore agricolo e per il consumatore, rappresentano una grave minaccia per la salvaguardia dell’ambiente. In risposta all’andamento stagionale verificatosi nell’anno 2010, i principali problemi fitosanitari riscontrati sono stati la mosca delle olive, Bactrocera Oleae, la tignola, Prays oleae, l’occhio di pavone, causato dal fungo subcuticolare Spilocea oleagina, sia pure con intensità diverse per le diverse aree. La cocciniglia mezzo grano di pepe, Saissetia Oleae, sembra essersi presentato solo come fitofago secondario, dannoso solo in poche aziende. Fig. 24 - Numero di trattamenti fitosanitari Fig. 25 - Principali patogeni verso i quali si effettuati all’anno procede con i trattamenti fitosanitari (%; n. totale aziende)…………………………………. di trattamenti effettuato=100) 50 50 40 40 30 38,0 37,0 30 24,1 20 20 15,5 10,3 10 14,0 13,8 11,0 10 5,2 0 0 1 2 3 4 5 Occhio di pavone Tignola Mosca dell'olivo Cocciniglia Peso % peso % Base dati: aziende che hanno effettuato trattamenti fitosanitari Base dati: numero di trattamenti effettuati dalle aziende (71% del (71% del campione) campione) Fonte: Ismea. Fonte: Ismea. La parte di aziende che ha effettuato trattamenti fitosanitari ha una superficie media di 5,7 ettari e una densità di impianto di circa 225 piante per ettaro. La produzione è più alta rispetto alla media del campione totale e si attesta a 5.856 Kg di olive per ettaro con una resa a pianta che raggiunge i 26 Kg. Indipendentemente dal tipo e il numero di trattamenti effettuati, il costo medio ad ettaro sostenuto per effettuare la difesa della coltura, è di 120 euro ad ettaro se non si considera il valore del costo della manodopera familiare e di 136 euro se la si considera. La voce che pesa in misura maggiore sul costo totale dell’operazione è rappresentata dai fitofarmaci con una quota che si attesta al 34% sul costo totale A, mentre scende al 30% sul costo totale B. A seguire la manodopera, sia salariata che familiare. Il costo del gasolio in media ha un incidenza sul totale di circa il 1314% sia in A che in B. 32 Luglio 2012 Tab. 31 - Analisi del costo sostenuto per la difesa fitosanitaria (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, ricavi totali, costi per la difesa fitosanitaria) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 225 Ettari ha 5,7 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta 5.856 26 Ricavi Ricavo (€/ha) Ricavi olive €/ha 617 Ricavi olio €/ha 2.504 Valore delle rimanenze finali €/ha 283 Valore della produzione €/ha 3.404 Ricavo totale olive olio €/ha 3.121 Difesa fitosanitaria Costo difesa fitosanitaria ad ettaro €/ha Costo difesa fitosanitaria a pianta €/pianta Costo difesa fitosanitaria per Kg di olive €/Kg % su ricavo totale % *stima Base dati: aziende che hanno effettuato trattamenti fitosanitari nel 2010 (71% Fonte: Ismea. Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)* 120,1 135,7 0,5 0,6 0,02 0,02 4% 4% del campione) Fig. 26 - Incidenza percentuale dei fattori produttivi impiegati per effettuare la difesa fitosanitaria (%; costo totale =100) 50 40 13,6 11,6 0 Manodopera salariata 0 Conto terzi Oneri sociali manodopera salariata Manodopera salariata Gasolio Fitofarmaci % su costo totale A 8,4 10 0 0 13,1 Gasolio 10 20 Conto terzi 9,5 23,1 Voucher 15,4 14,8 30,1 Fitofarmaci 20 30 Manodopera familiare* 26,1 30 Oneri sociali manodopera… 34,1 Voucher 40 50 % su costo totale B* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato trattamenti fitosanitari nel 2010 (71% del campione) Fonte: Ismea. Nelle difesa delle colture, in media, sono stati spesi circa 41 euro ad ettaro per l’acquisto dei fitofarmaci dal 95% delle aziende. La quota residua di aziende che non ha sostenuto questo tipo di spesa ha fatto eseguire tale pratica a imprese che operano per conto terzi. Il 61% delle aziende ha acquistato il carburante sostenendo una spesa di 23 euro ad ettaro, impiegando in 33 Luglio 2012 media 13 litri ad ettaro. Questo sta ad indicare che queste aziende hanno distribuito il prodotto mediante l’impiego di irroratrici a getto portato, note come “atomizzatori”, che possono essere di tipo trainato o portato dal trattore. La meccanizzazione di tale pratica colturale permette un aumento della capacità di lavoro, una riduzione dell’impatto ambientale in quanto si ha una riduzione delle dosi di prodotto impiegato e una maggiore sicurezza delle condizioni di lavoro dell’operatore stesso. Il resto delle aziende, invece, ha utilizzato irroratrici portate a spalla e azionate manualmente dall’operatore. Per questo motivo tali aziende non hanno sostenuto il costo per l’acquisto del gasolio. Il 24% delle aziende, ha fatto ricorso ha manodopera salariata per circa 9 ore di lavoro ad ettaro, spendendo 63 euro per i salari e 23 euro ad ettaro per gli oneri sociali e previdenziali. Il 54%, invece, ha fatto ricorso a lavoro familiare, per un periodo di tempo di 6 ore ad ettaro. Per questo tipo di lavoro si è stimato un costo di circa 40 euro ad ettaro. La spesa per ricorrere a terzi si attesta in media a 126 euro ad ettaro, ma non in tutti i casi l’acquisto dei fitofarmaci è stata effettuata dall’agricoltore stesso. Tab. 32 - Fattori produttivi effettivamente impiegati dalle aziende che hanno effettuato la difesa fitosanitaria nel 2010 Fattori produttivi difesa fitosanitaria Quota aziende % Unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) - - 41,2 Fitofarm aci 95,1 Gas olio 61,0 litri/ha 13,4 22,6 Manodopera s alariata 24,4 ore/ha 9,4 63,4 Oneri s ociali m anodopera s alariata 24,4 ore/ha 9,4 23,1 Manodopera fam iliare* 53,7 ore/ha 5,6 40,2 0,0 ore/ha 0,0 0,0 26,8 ore/ha 4,5 126,3 Voucher Conto terzi *stima Base dati: aziende che hanno effettuato trattamenti fitosanitari nel 2010 (71% del campione) Fonte: Ismea. Dal campione analizzato, si deduce che tra le aziende che hanno effettuato la lotta contro l’occhio di pavone si ritrovano quelle che, in media, hanno quasi 6 ettari di superficie coltivata ad olivo e presentano una buona intensità di impianto, con circa 247 piante per ettaro. La produzione media riscontrata nel 2010 è di circa 6000 kg per ettaro, con una risposta produttiva a pianta di 24 Kg. Il gruppo di aziende che ha effettuato il trattamento contro la mosca dell’olivo è caratterizzato da una superficie media leggermente più alta rispetto al gruppo precedente, ma con un numero leggermente inferiore di piante per ettaro (234). Anche in queste aziende la produzione è stata abbastanza elevata oltre 6000 kg per ettaro relativa a 26 kg a pianta. È nei gruppi che hanno dichiarato di effettuare trattamenti contro la tignola e cocciniglia che si trovano delle superfici medie olivetate molto più grandi, oltre i 10 ettari. Nonostante la densità di impianto è più bassa, la produzione riscontrata per ettaro e le relative rese a pianta sono elevate, anche rispetto alla media del campione totale. Tab. 33 – Caratteristiche strutturali/gestionali delle aziende in funzione del tipo di patogeno Caratteristiche strutturali/gestionali Unità di misura Occhio di pavone Mosca dell'olivo Tignola Cocciniglia Ettari ha 5,9 6,7 10,6 10,5 Piante/ha N° 247 234 208 201 Produzione olive Kg/ha 5.950 6.173 6.959 7.804 Produzione olive media a pianta Kg/pianta 24 26 33 39 Base dati: aziende che hanno effettuato trattamenti fitosanitari nel 2010 (71% del campione) Fonte: Ismea. 34 Luglio 2012 Esaminando il campione oggetto di studio, si osserva che, il costo medio ad ettaro sostenuto per effettuare i trattamenti in funzione del singolo patogeno, indipendentemente dal numero di trattamenti effettuati, è in media di 45 euro ad ettaro per l’occhio di pavone, 30 euro per la tignola, 64 euro per la mosca dell’olivo, 48 euro per la lotta contro la cocciniglia. Nel caso in cui si attribuisce il costo opportunità alla manodopera familiare, si riscontra un costo leggermente più alto rispetto a quello rilevato: 58 euro ad ettaro per l’occhio di pavone, 32 euro per la tignola, 69 euro ad ettaro per la mosca. Entrando nel dettaglio del numero di interventi si osserva che in media sono stati effettuati 1,2 trattamenti contro l’occhio di pavone, 3,9 contro la tignola, 1,4 contro la mosca dell’olivo e un trattamento contro la cocciniglia. Fig. 29 – Costo medio sostenuto per effettuare i trattamenti, in funzione del tipo di patogeno (indipendentemente dal numero di trattamenti effettuati) 80 80 70 58,0 60 60 50 69,4 70 64,0 48,5 44,7 48,7 50 40 40 27,9 30 20 20 10 10 0 Occhio di pavone Mosca dell'olivo Tignola 32,0 30 Cocciniglia 0 Occhio di pavone Mosca dell'olivo Tignola Cocciniglia €/ha B* €/ha A *stima Base dati: aziende che hanno effettuato trattamenti fitosanitari nel 2010 (71% del campione) Fonte: Ismea. Valutando, invece, il costo medio di un solo trattamento per singola avversità, si osserva che per la lotta contro l’occhio di pavone sono stati spesi in media 19 euro ad ettaro, mentre 38 euro ad ettaro per la mosca dell’olivo, 28 euro ad ettaro per la tignola, 49 euro per la cocciniglia. Se si include la stima della manodopera familiare, la spesa per i trattamento contro la cocciniglia rimane invariata a 49 euro ad ettaro, in quanto il trattamento è stato effettuato esclusivamente impiegando manodopera salariata. Negli altri casi, il costo per effettuare un solo trattamento sale rispettivamente a 25, 43, 31 euro ad ettaro. Fig. 30 – Costo medio ad ettaro di un singolo trattamento in funzione del tipo di patogeno 48,5 50 40 30,5 28,2 30 20 42,5 38,0 40 48,7 50 30 18,9 24,7 20 10 10 0 0 Occhio di pavone Mosca Tignola dell'olivo €/ha A Cocciniglia Occhio di pavone Mosca dell'olivo Tignola Cocciniglia €/ha B* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato trattamenti fitosanitari nel 2010 (71% del campione) Fonte: Ismea. 35 Luglio 2012 Occhio di pavone L’occhio di pavone provoca gravi defogliazioni degli alberi, anche consistenti, con riduzione dell’induzione a fiore e quindi con una diminuzione della capacità produttiva delle piante. Per la lotta vengono utilizzati prodotti a base di rame (poltiglia bordolese e ossicloruri). I prodotti rameici, per la loro attività antibatterica, mostrano una buona efficacia nel controllo di alcuni fitofagi. I prodotti a base di rame sono fungicidi che agiscono per contatto nei confronti delle strutture fungine del patogeno e quindi esplicano un’azione preventiva nei confronti dell’infestazione. Sono ampiamente utilizzati perché facilmente solubili in acqua e questo permette una omogenea distribuzione sulla vegetazione. Inoltre i prodotti a base di rame hanno anche una funzione batteriostatica e quindi rappresentano uno strumento importante anche per la lotta contro la rogna dell’olivo. Il costo medio per l’acquisto di prodotti a base di rame è stato pari a circa 15 euro ad ettaro ed è stato sostenuto dal 97% delle aziende . In questa parte del campione rientrano anche alcune aziende che hanno dichiarato di ricorrere a contoterzisti per la distribuzione dei prodotti, ma hanno comunque provveduto direttamente all’acquisto del prodotto da distribuire. Tra le aziende che hanno eseguito i trattamenti con l’ausilio esclusivo della manodopera aziendale, alcune hanno acquistato il gasolio per l’irrorazione meccanizzata, altre, invece hanno fatto ricorso alla somministrazione del prodotto manualmente. Il costo sostenuto per l’acquisto del gasolio in media è di 8 euro ad ettaro con un consumo di circa 10 litri. Il 31% delle aziende ha impiegato circa 2 ore di manodopera salariata che sono costate in media 16 euro ad ettaro e 6 euro per i relativi oneri sociali e previdenziali. Mentre, il 57% delle aziende ha impiegato manodopera familiare in media per 3 ore ad ettaro che stimate hanno una valore pari a 22 euro Il 17% delle aziende ha fatto ricorso a servizi di contoterzismo. Nella maggior parte dei casi, il tipo di servizio svolto consiste nella sola distribuzione dei prodotti fitosanitari, che, come precedentemente evidenziato, vengono acquistati direttamente dall’agricoltore. Il costo medio ad ettaro del servizio affidato a terzi è risultato pari a 53 euro. Tab. 34 – Fattori produttivi effettivamente impiegati per un solo trattamento contro occhio di pavone Fattori produttivi - avversità: occhio di pavone Quota aziende % Unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) Fitofarmaci 96,6 kg/ha 3,9 14,6 Gasolio 69,0 litri/ha 9,5 8,4 Manodopera salariata 31,0 ore/ha 2,4 16,2 Oneri sociali manodopera salariata 31,0 ore/ha 2,4 6,3 Manodopera familiare* 57,1 ore/ha 3,1 22,3 0,0 ore/ha 0,0 0,0 17,2 ore/ha 1,2 52,5 Voucher Conto terzi *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la difesa nei confronti dell’occhio di pavone nel 2010 (53% del campione) Fonte: Ismea. Mosca dell’olivo Il fitofago che arreca i maggiori danni alla produzione è la mosca dell’olivo. È un insetto ad attitudine carpofaga che agisce nei mesi estivi. L’infestazione della mosca inizia non appena le drupe raggiungono dimensioni tali da permettere la deposizione delle uova e lo sviluppo delle larve. Tra i prodotti fitosanitari, il dimetoato risulta ampiamente il più utilizzato. Il 97% delle aziende intervistate ha sostenuto, per l’acquisto di questo prodotto una spesa media di circa 12 euro ad ettaro. Anche per la difesa contro la mosca, la maggior parte delle aziende che ha fatto ricorso a terzi ha acquistato direttamente il prodotto. Il costo medio ad ettaro sostenuto per l’acquisto del gasolio di circa 6 euro ad ettaro con un consumo di circa 8 litri. Il 31% delle aziende ha impiegato manodopera salariata sostenendo un costo medio ad ettaro di 18 euro per i salari e circa 7 euro per gli oneri. Il lavoro familiare, invece, è stato impiegato dal 48% delle aziende in media per 2 ore ad ettaro. Il valore del costo della manodopera familiare si attesta intorno al 16 euro ad ettaro. Il costo medio ad ettaro della pratica affidata a terzi è di circa 71 euro ad ettaro. 36 Luglio 2012 Tab. 35 - Fattori produttivi effettivamente impiegati per un solo trattamento contro la mosca dell’olivo Fattori produttivi - avversità: mosca dell'olivo Quota aziende % Unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) Fitofarmaci 96,6 litri/ha 3,7 11,8 Gasolio 72,4 litri/ha 7,9 5,7 Manodopera salariata 31,0 ore/ha 2,7 18,3 Oneri sociali manodopera salariata 31,0 ore/ha 2,7 6,5 Manodopera familiare* 48,3 ore/ha 2,2 15,7 0,0 ore/ha 0,0 0,0 20,7 ore/ha 0,0 70,5 Voucher Conto terzi *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la difesa nei confronti della mosca dell’olivo nel 2010 (53% del campione) Fonte: Ismea. Tignola Anche la tignola è un fitofago ad attitudine carpofaga che attacca il frutto in prossimità della zona del calice dell’oliva dove trovano il punto ideale per deporre le uova, mentre le larve si accrescono all’interno del frutto durante il periodo estivo. Il danno che provoca questo tipo di fitofago è la cascola precoce dei frutti infestati. Anche in questo caso il fitofarmaco più utilizzato è il dimetoato. Tab. 36 - Fattori produttivi effettivamente impiegati per un solo trattamento contro la tignola Quota aziende % Unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) Fitofarmaci 90,9 litri/ha 1,0 10,0 Gasolio 72,7 litri/ha 8,4 5,6 Manodopera salariata 63,6 ore/ha 1,7 12,6 Oneri sociali manodopera salariata 63,6 ore/ha 1,7 3,3 Manodopera familiare* Fattori produttivi - avversità: tignola 27,3 ore/ha 1,4 10,2 Voucher 0,0 ore/ha 0,0 0,0 Conto terzi 9,1 ore/ha 0,2 41,7 *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la difesa nei confronti della tignola nel 2010 (19% del campione) Fonte: Ismea. Cocciniglia Tab. 37 - Fattori produttivi effettivamente impiegati per un solo trattamento contro la cocciniglia Quota aziende % Unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) Fitofarmaci 87,5 litri/ha 1,0 22,6 Gasolio 75,0 litri/ha 8,4 6,4 Manodopera salariata 62,5 ore/ha 1,7 11,9 Oneri sociali manodopera salariata 62,5 ore/ha 1,7 3,1 Manodopera familiare* 12,5 ore/ha 1,4 4,5 0,0 ore/ha 0,0 0,0 25,0 ore/ha 0,2 95,2 Fattori produttivi - avversità: cocciniglia Voucher Conto terzi *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la difesa nei confronti della cocciniglia nel 2010 (14% del campione) Fonte: Ismea. 37 Luglio 2012 Diverse sono le specie di cocciniglie che infestano le coltivazioni di olivo, ma la cocciniglia mezzo grano di pepe rappresenta il fitomizio più importante sia per diffusione che per gravità degli attacchi. Questa ha una generazione all’anno, in alcune situazioni se ne possono avere anche due. Nel caso in cui si debba ricorrere alla lotta chimica, questo intervento va effettuato in piena estate, in corrispondenza della schiusura delle uova. Il trattamento effettuato dalle aziende oggetto di studio è stato fatto con oli minerali bianchi che, coprendo le giovani neanidi con una sottile pellicola, ne provocano la morte per asfissia. La raccolta 4.7. La raccolta è l’operazione più onerosa dell’intero ciclo produttivo degli alberi da frutto in genere, sia in termini di impiego di manodopera sia come incidenza sui costi di produzione. Più della metà delle aziende intervistate effettua la raccolta agevolata, si avvale pertanto di macchine e attrezzature che agevolano il lavoro manuale senza sostituirlo; il 22% effettua la raccolta meccanica con macchine operatrici portate o semoventi, munite di appositi dispositivi (vibratori o scuotitori) da applicare al fusto o alle branche della pianta. Queste macchine sostituiscono gran parte del lavoro manuale. Solo il 19% delle aziende esegue la raccolta manuale. Fig. 29 -Tipo di raccolta (%; totale aziende intervistate=100) 80 70 58,6 60 50 40 30 20 22,4 19,0 10 0 Manuale Agevolata Meccanizzata % Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. Tra le aziende aventi una superficie compresa tra 1 e 2 ettari, il 57% effettua la raccolta agevolata, il 36% quella manuale e solo il 7% quella meccanizzata. Tra le aziende appartenenti alla classe dimensionale compresa tra 2 e 5 ettari prevale nettamente la raccolta agevolata con il 71%, mentre tra le aziende più grandi poco meno del 60% effettua la raccolta meccanizzata, poco impiegata invece nelle aziende di classi dimensionali inferiori. Tab. 38 - Relazione tra il tipo di raccolta utilizzata e la classe di SAU (%; Raccolta=100) (%;Classe di SAU=100) Manuale Agevolata Peso % Peso % Peso % Peso % Peso % Peso % Totale [1- 2) ha 45,5 23,5 7,7 35,7 57,1 7,1 100,0 [2-5) ha 45,5 58,8 23,1 17,9 71,4 10,7 100,0 >[5 ha 9,1 17,6 69,2 6,3 37,5 56,3 100,0 Totale 100,0 100,0 100,0 Classe di SAU Meccanizzata Manuale Agevolata Meccanizzata Base dati: aziende intervistate (100% del campione) Fonte: Ismea. 38 Luglio 2012 La raccolta è l’operazione che incide in misura maggiore sul bilancio gestionale delle aziende olivicole. Il costo medio ad ettaro sostenuto dalle aziende del campione, indipendentemente dal tipo di raccolta effettuato, è di 528 euro ad ettaro se non si include il valore del lavoro familiare; l’incidenza sul ricavo medio ad ettaro è del 20%. Il costo di questa operazione sale a circa 771 euro se si attribuisce un valore alla manodopera familiare. L’incidenza percentuale sul ricavo medio ad ettaro è in questo caso del 29%. I tempi medi di raccolta ad ettaro riscontrati con l’indagine hanno evidenziato che sono state impiegate, in media, 80 ore per ettaro, corrispondenti a circa 13 giornate lavorative. In funzione del numero medio di piante per ettaro risulta che occorrono circa 22 minuti di lavoro a pianta, per effettuare la raccolta. Molto interessante in questa operazione colturale è osservare quanto incide, in termini di costo, la raccolta a pianta. Si osserva infatti un costo di oltre 2 euro a pianta se non si include la stima del lavoro familiare, mentre se lo si include, il costo aumenta di un euro. Tab. 39 - Aziende che hanno effettuato la raccolta nel 2010 (caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, ricavi totali, costi per la raccolta) Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 223 Ettari ha 5,1 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta 23 Tempo di raccolta ad ettaro ore/ha 80 Tempo di raccolta a pianta min/pianta 22 Ricavi 5.145 Ricavo (€/ha) Ricavo totale olive olio €/ha 2.699 Ricavi olive €/ha 498 Ricavi olio €/ha 2.200 Valore delle rimanenze finali €/ha 296 Valore della produzione €/ha 2.995 Raccolta Costo A (€/ha) Costo B (€/ha)** 527,7 771,2 Costo raccolta ad ettaro €/ha Costo raccolta a pianta €/pianta 2,4 3,4 Costo raccolta per Kg di olive €/Kg 0,1 0,1 % su ricavo totale % 20% 29% *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la raccolta delle olive nel 2010 (100% del campione) Fonte: Ismea. La principale voce di costo, che concorre alla formazione del costo totale della fase, nel caso in cui non si considera la stima della manodopera familiare, è rappresentata per il 61% dalla manodopera salariata. A questa va aggiunta anche la quota del 14% relativa agli oneri sociali e previdenziali. 39 Luglio 2012 Fig. 30 - Incidenza percentuale dei fattori produttivi impiegati per effettuare la raccolta (%; costo totale =100) 80 80 60,6 60 60 41,5 40 13,8 13,7 2,7 20 9,2 31,6 9,4 9,4 1,9 6,3 Conto terzi Manodopera familiare* Oneri sociali Gasolio ed altri carburanti Conto terzi Voucher Oneri sociali Manodopera salariata Gasolio ed altri carburanti % costo totale A Voucher 0 0 Manodopera salariata 20 40 % costo totale B* *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la raccolta delle olive nel 2010 (100% del campione) Fonte: Ismea. Il costo sostenuto per l’acquisto del gasolio rappresenta, in questo caso il 14% del costo totale. I servizi di contoterzismo e l’acquisto dei buoni di lavoro rappresentano rispettivamente una quota del 9 e 3% del costo totale sostenuto per effettuare la raccolta. Se invece, viene considerata, tra le voci di costo, anche la manodopera familiare, allora la ripartizione percentuale delle varie voci di costo subisce una variazione: il lavoro familiare conquista una quota del 32% del costo totale, mentre i salari incidono per il 41% e i relativi oneri contributivi scendono al 9%. Per eseguire la raccolta, il 50% delle aziende impiega esclusivamente manodopera familiare, il 16% fa ricorso esclusivo a dipendenti, il 28% si avvale sia di operai salariati che di familiari, il 3% integra il lavoro familiare facendo ricorso al contoterzismo e il 3% fa uso esclusivo di servizio di conto terzi. Fig. 31 – Manodopera impiegata per la raccolta (%; totale aziende intervistate=100) 50 50,0 45 40 35 27,6 30 25 20 15,5 15 10 3,4 5 3,4 0 Manodopera familiare Manodopera salariata Conto Terzi Manodopera familiare e salariata Manodopera familiare e conto terzi Base dati: aziende che hanno effettuato la raccolta delle olive nel 2010 (100% del campione) Fonte: Ismea. 40 Luglio 2012 Tra le aziende che nel 2010 hanno effettuato la raccolta, il 57% ha sostenuto una spesa per l’acquisto del gasolio e altri carburanti. Il prezzo che queste hanno pagato ammonta a circa 100 euro ad ettaro, con un consumo di 145 litri di carburante per ettaro. La raccolta è l’operazione più onerosa in termini di manodopera impiegata, prima anche rispetto alla potatura. Il 40% delle aziende ha pagato in media circa 500 euro per i salari e 113 euro per relativi oneri contributivi, impiegando in media 70 ore di lavoro per ettaro. Tab. 40 - Fattori produttivi effettivamente impiegati per effettuare la raccolta Fattori produttivi raccolta Quota aziende % Unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) Gas olio ed altri carburanti 56,9 litri/ha 144,9 99,7 Manodopera s alariata 39,7 ore/ha 69,8 499,1 Oneri s ociali 39,7 ore/ha 69,8 113,4 Manodopera fam iliare* 81 ore/ha 54,6 392,9 Voucher 3,4 ore/ha 25,3 309,5 Conto terzi 6,9 ore/ha 36,9 1.002,8 *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la raccolta delle olive nel 2010 (100% del campione) Fonte: Ismea. L’81% delle aziende ha fatto ricorso a lavoro familiare, impiegando in media circa 55 ore di lavoro per ettaro. Il costo attribuibile a questo tipo di manodopera risulta in media pari a 393 euro ad ettaro. Solo il 3% delle aziende ha usufruito dei buoni di lavoro come forma di pagamento del lavoro occasionale. Il compenso che gli operai hanno ricevuto con questa forma contrattuale in media è di 310 euro per circa 25 ore di lavoro ad ettaro. Il 7% delle aziende ha fatto ricorso a terzi, spendendo oltre 1.000 euro per 37 ore di lavoro ad ettaro. I costi della raccolta variano molto in funzione del tipo di sistema adottato che a sua volta, dipende dal sesto di impianto, dalle forme di allevamento e dalle varietà aziendali. Nel caso di nuovi impianti infatti risulta di fondamentale importanza progettare l’oliveto in funzione del sistema di raccolta che permette di ridurre i costi di questa operazione. Nella maggior parte dei casi la meccanizzazione della raccolta garantisce una diminuzione dei costi rispetto ad altri metodi. Le aziende oggetto della nostra indagine utilizzano, invece, diversi tipi di raccolta che sono stati adattati alle diverse realtà pedocolturali. Il sistema di raccolta manuale tramite brucatura è ancora abbastanza diffuso. La brucatura viene eseguita direttamente con il distacco delle drupe ottenuto pettinando i rami a mano o con dei piccoli attrezzi a forma di rastrello, pettine o forbice, oppure con piccole pinze con rullini rotativi. Le olive vengono lasciate cadere su i teli di raccolta, che vengono poi svuotati in cassette o bins che serviranno per il trasporto delle olive al frantoio. Gli operatori raccolgono rimanendo a terra o utilizzando scale a pioli. Questa tecnica è molto faticosa e molto pericolosa, soprattutto se si utilizzano le scale. Le aziende che hanno fatto ricorso a questo sistema di raccolta, sono quelle che hanno una superficie media ridotta, 2,3 ettari, e presentano un numero di piante per ettaro basso, circa 192. Ciò indica un sesto di impianto ampio e non sempre regolare. La resa a pianta registrata nell’anno di riferimento è di 22 Kg. Le ore di lavoro impiegate, per la raccolta manuale delle olive, sono in media circa 121 ore per ettaro che corrispondono a 38 minuti a pianta. La differenza tra il costo totale della raccolta manuale, che include la stima del costo della manodopera familiare (922 euro ad ettaro) e il costo totale che la esclude (266 euro ad ettaro) evidenzia che tale modalità di raccolta viene eseguita da aziende che usufruiscono di lavoro familiare. Il costo sostenuto per effettuare tale operazione colturale incide per il 46% sul ricavo totale se si include il valore del lavoro familiare, il 13% se lo si esclude. 41 Luglio 2012 Tab. 41 – Costo della raccolta in funzione del tipo di sistema adottato Sistema di raccolta Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Manuale Agevolata Meccanizzata 192 206 240 22 19 26 121 93 67 38 27 17 Piante/ha N° Produzione olive m edia a pianta Kg/pianta Tem po di raccolta ad ettaro ore/ha Tem po di raccolta a pianta m in/pianta Costo A (€/ha) €/ha 265,7 367,7 610,0 Costo B (€/ha)* €/ha 921,8 737,6 708,8 1.983,0 2.026,9 3.178,7 % s u ricavo totale (cos to A) 13% 18% 19% % s u ricavo totale (cos to B*) 46% 36% 22% Ricavo totale olive/olio *stima Base dati: aziende che hanno effettuato la raccolta delle olive nel 2010 (100% del campione) Fonte: Ismea. Il sistema di raccolta agevolato, invece, rappresenta una soluzione di meccanizzazione intermedia e a bassa richiesta di capitale. Questo sistema vede l’impiego di macchine agevolatrici, dotate di semplici dispositivi come pettini vibranti o dei ganci oscillanti, che vengono posizionati all’interno della chioma della pianta e tramite le vibrazioni provocano il distacco delle drupe. Tale tipo di raccolta risulta essere adottato in aziende dove non risulta economicamente conveniente l’acquisto di grosse macchine oppure dove le condizioni colturali non lo permettono, infatti questo tipo di raccolta prevale in aziende leggermente più grandi rispetto alle precedenti. La superficie media è 3,4 ettari e il numero di piante per ettaro è di circa 206. La resa a pianta è di 19 Kg. Con l’impiego di questi piccoli agevolatori, facilmente trasportabili, poco ingombranti e poco costosi si raggiungono produttività più elevate rispetto a quelle ottenute con il lavoro manuale; infatti si registra una riduzione dei tempi di lavoro, circa 93 ore per ettaro corrispondenti a 27 minuti a pianta. Gli agevolatori possono essere azionati ad aria compressa, alimentati da motori a scoppio o da batterie elettriche. Gli agevolatori elettrici hanno il vantaggio di essere poco rumorosi e leggeri. Nel questionario non è stato possibile quantificare il costo sostenuto per la ricarica delle batterie di questi agevolatori. È stato riportato invece il costo del gasolio impiegato per azionare gli agevolatori ad aria compressa o a motore a scoppio. In media sono stati spesi 28 euro ad ettaro per circa 35 litri di gasolio. Anche in questo caso la differenza tra il costo totale della raccolta agevolata, che include la stima del costo della manodopera familiare (738 euro ad ettaro) e il costo totale che la esclude (368 euro ad ettaro) evidenzia che questo tipo di raccolta viene effettuato da aziende che fanno ricorso a lavoro familiare. Considerando la manodopera familiare, il costo della raccolta incide circa il 36% sul ricavo totale, mentre è pari al 18% se non la si considera. La raccolta meccanizzata si basa sull’impiego di bracci scuotitori o bacchiatori montati su macchine o trattrici. L’acquisto di queste tipologie di macchine implica alti costi iniziali di acquisto, la presenza di sesti di impianto regolari, di lavorare in zone pianeggianti o comunque senza forti pendenze e che la forma di allevamento consenta la trasmissione della vibrazione dal tronco ai rami. L’impiego di questo sistema si riscontra in aziende caratterizzate da un certo grado di specializzazione, con superfici investiste più consistenti (SAU media pari a 12,5 ettari), con una maggiore densità di impianto (circa 240 piante per ettaro) e con una produzione unitaria a pianta più alta di quella del campione totale (26 Kg a pianta) e quindi con un’alta concentrazione di drupe per volume di chioma. Con la raccolta meccanizzata si ha una notevole riduzione dei tempi di lavoro per ettaro, 67 ore che corrispondono a 17 minuti a pianta, mentre si riscontra un aumento dei consumi di carburante necessario per azionare le macchine per la raccolta. Infatti sono stati impiegati in media 130 litri di carburante ed è stato sostenuto un costo medio di 195 euro ad ettaro. Il costo totale medio ad ettaro sostenuto per effettuare la raccolta meccanizzata è di 709 euro se si include il 42 Luglio 2012 valore del lavoro familiare, costo che scende invece a 610 euro ad ettaro, se lo si esclude. Il basso impiego di manodopera familiare che si riscontra in questo gruppo di aziende si traduce in una ridotta differenza tra il costo totale della raccolta meccanizzata che include la stima del costo della manodopera familiare e il costo totale che la esclude. Nel caso in cui viene remunerata la manodopera familiare, il costo della raccolta ha una incidenza sul ricavo totale del 22%, altrimenti questo incide per il 19%. Per quanto detto, è evidente che, qualora le condizioni pedo-colturali risultino favorevoli, la meccanizzazione della raccolta potrebbe permettere una notevole riduzione dei costi e quindi garantire maggiori ricavi. 4.8. Trasporto delle olive Questa fase completa le operazioni di raccolta e deve essere eseguita con cura al fine di preservare la qualità del prodotto. Non tutte le aziende del campione hanno fornito indicazioni relative al costo di questa fase. In diversi casi le aziende intervistate hanno dichiarato di non sostenere questo tipo di costo per la vicinanza dei terreni coltivati alle strutture di trasformazione oppure perché le olive raccolte sono inviate direttamente al frantoio aziendale. Tra quelle invece che hanno sostenuto il costo per il trasporto, la spesa registrata è di circa 21 euro ad ettaro se si esclude il lavoro familiare, 39 euro se lo si include. Nel primo caso, la principale voce di costo è rappresentata dal gasolio e altri carburanti per il 32%, seguita dal 30% relativo alla spesa sostenuta per il trasporto effettuato in conto terzi. Questo tipo di servizio viene prestato dalle cooperative che ritirano direttamente le olive in campo e il prezzo del trasporto viene stabilito sulla quantità di olive trasportate. Il 28% del costo totale è rappresentato invece dalla spesa sostenuta per retribuire i salari a cui va sommato il costo relativo agli oneri contributivi che hanno un peso del 10% sul costo totale dell’operazione. Nel caso in cui invece viene attribuito un valore monetario al lavoro familiare, questo andrebbe a rappresentare il 46% del costo totale del trasporto. Fig. 32 - Incidenza percentuale dei fattori produttivi impiegati per il trasporto (%; costo totale =100) 50 30 5,4 0,0 Manodopera familiare* 0 Conto terzi Voucher Oneri sociali Manodopera salariata Gasolio e altri carburanti % su costo totale A 16,4 15,4 10 0,0 0 17,2 Conto terzi 20 9,9 Voucher 20 10 40 Oneri sociali 30 30,2 28,3 Manodopera salariata 31,6 Gasolio e altri carburanti 40 45,6 50 % su costo totale B* *stima Base dati: aziende che hanno sostenuto il costo per il trasporto delle olive nel 2010 (88% del campione) Fonte: Ismea. 43 Luglio 2012 4.9. Analisi del costo sostenuto per la trasformazione delle olive Il costo relativo alle operazioni di molitura delle olive è stato quantificato assumendo l’ipotesi del ricorso, in ogni caso, al contoterzismo e applicando alla quantità trasformate i prezzi rilevati presso i frantoi della zona. Tab. 42 – Analisi del costo della trasformazione delle olive, caratteristiche strutturali, gestionali e produttive, ricavi totali, costi per la trasformazione delle olive Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 238 Ettari Ha 4,4 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Olive trasformate Kg/ha Ricavi 4.841 20 4.794 Ricavo (€/ha) Ricavi totali olive e olio €/ha 2.674,70 Ricavi olive €/ha 10,8 Ricavi olio €/ha 2.663,90 Valore delle rimanenza finali €/ha 358,1 Valore della produzione €/ha 3.032,90 Molitura Costo (€/ha) Costo molitura ad ettaro €/ha 594,2 Costo molitura per Kg di olive trasformate €/Kg 0,11 % su ricavo totale % 22% Base dati: aziende che hanno sostenuto il costo per la trasformazione delle olive nel 2010 (95% del campione) Fonte: Ismea. Il 77% delle olive prodotte viene trasportato al frantoio per essere trasformate in olio. Il residuo 23%, invece, viene venduto tal quale. Il prezzo medio pagato per la molitura è di 0,11 euro per Kg di olive trasformato. Il costo totale ad ettaro sostenuto per questa fase è di 594 euro. 5. Casi regionali 5.1. Puglia Le aziende selezionate in Puglia aventi caratteristiche omogenee sono quattro aziende di grandi dimensioni, con una superficie olivetata media di 15 ettari e con circa 230 piante per ettaro. Sono aziende specializzate, irrigue, che effettuano raccolta meccanizzata, localizzate nella parte centrosettentrionale della regione (Provincia di Foggia e Nord barese). In queste aziende si riscontra, inoltre, la netta prevalenza di impiego di manodopera salariata. L’elevata specializzazione, la razionalizzazione della gestione dell’oliveto con l’impiego della meccanizzazione in particolar modo nella raccolta e l’ottimizzazione della pratica irrigua, hanno contribuito, in queste aziende, ad ottenere ottimi livelli produttivi e una notevole riduzione dei tempi impiegati per la gestione dell’oliveto. In effetti, per il modello colturale di riferimento, è plausibile che le produzioni si collochino su livelli medio-alti, con una produzione media per ettaro di circa 8.470 Kg di olive e con una resa a pianta di circa 37 Kg di olive. Le ore di lavoro impiegate per la gestione dell’oliveto in media ad ettaro si attestano a circa 88. Non tutte le olive prodotte da questo gruppo di aziende sono state inviate alla trasformazione, infatti il 29% sono state vendute tal quali. La restante parte è stata quindi trasformata in olio ed ha fornito circa 1.141 Kg di olio per ettaro facendo registrare una resa media del 19%. Per queste aziende, i ricavi derivanti dalla coltivazione dell’olivo sono legati sia alla vendita di olio, sia alla vendita delle olive, attestandosi ad oltre 44 Luglio 2012 4.500 euro ad ettaro. Ovviamente, la redditività della coltura è legata anche alla presenza di finanziamenti pubblici. Il dato medio registrato, per le aziende selezionate nella regione Puglia è di circa 947 euro ad ettaro derivante esclusivamente dal pagamento unico aziendale. Alla data del 31/12/2010 le aziende selezionate hanno dichiarato di non aver olio in giacenza. Tab. 43 - Caratteristiche strutturali, gestionali, produttive e ricavi Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 230 Ettari ha 15 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Produzione di olio Kg/ha 1.141 Totale ore di lavoro per ettaro per la gestione dell'oliveto ore/ha 87,5 Ricavi 8.470 37 Ricavo (€/ha) Ricavi olive €/ha 1.067,2 Ricavi olio Ricavi di vendita effettivi olivicoltura €/ha 3.475,9 4.543,1 Contributi €/ha Ricavi di vendita e contributi €/ha 947,2 5.490,3 Valore delle giacenze di olio 2010 €/ha 0,0 Valore della produzione €/ha 4.543,1 €/ha Fonte: Ismea. Il costo medio totale per la gestione dell’oliveto, sostenuto dalle aziende selezionate per il caso regionale Puglia, è pari a 2.774 euro ad ettaro. Tale costo sale a 2.843 quando viene imputato il costo del lavoro familiare. Nell’analisi dei costi per fase colturale, la pratica che incide di più sul costo totale A, senza includere il costo opportunità della manodopera familiare, è la potatura. Tale pratica in queste aziende riesce ad incidere in misura maggiore anche della raccolta. Questo perché per la potatura si ricorre all’impiego di agevolatori, ma comunque rimane una pratica che comporta un elevato impiego di manodopera, mentre la raccolta viene effettuata completamente in modo meccanizzato. Per la potatura sono state spese in media 952 euro ad ettaro, che incidono per il 34% del costo totale, per la raccolta sono state invece spese circa 726 euro ad ettaro, che incidono per il 26%. L’altra fase che incide in maniera significativa sul costo totale è la trasformazione delle olive; infatti, sono state spese circa 519 euro ad ettaro per trasformare circa 5.988 Kg di olive. Tale costo incide circa il 19% sul costo totale A. Come già detto le aziende selezionate sono aziende irrigue e la spesa sostenuta per la somministrazione dell’acqua alle piante è stata in media di 177 euro ad ettaro, pari a un’incidenza del 6% sul costo totale sostenuto per la gestione dell’oliveto. Anche in questo caso, il costo rilevato con il questionario restituisce il costo complessivo che le aziende sostengono nel praticare tale tecnica e non riporta, quindi, indicazioni relative alle singole voci (energia, consorzio di bonifica, manutenzione dell’impianto, etc.). 45 Luglio 2012 Fig. 33 – Costo delle singole fasi colturali e incidenza percentuale sul costo totale A 952 50 726 40 519 600 34,3 26,2 30 18,7 177 10 18 4,7 6,4 0,7 Trasporto olive Trasformazione delle olive Trasporto olive Raccolta meccanizzata Irrigazione Trattamenti fitosanitari Concimazione Diserbo e lavorazioni 5,6 0 0 Potatura 3,5 Raccolta meccanizzata 130 Irrigazione 156 Trattamenti fitosanitari 96 Concimazione 200 Diserbo e lavorazioni 20 400 Trasformazione delle olive 800 Potatura 1000 % su costo totale A Costo A Fonte: Ismea. A seguire in termini percentuali vi è la concimazione che incide meno del 6% sul costo totale A, con una spesa media sostenuta pari a circa 156 euro ad ettaro, il 5% circa è interessato dai trattamenti fitosanitari per i quali sono stati spesi in media 142 euro ad ettaro, il 4% dal diserbo e lavorazioni che hanno comportato una spesa media di circa 96 euro ad ettaro, e meno dell’1% è dato dal costo per il trasporto delle olive, per il quale sono state spese in media 18 euro ad ettaro. Includendo il costo opportunità della manodopera familiare, dato dal costo medio orario sostenuto per la manodopera salariata al netto degli oneri sociali e previdenziali, emerge come sia basso il ricorso di queste aziende all’impiego di lavoro familiare. Le operazioni colturali che vedono l’impiego di lavoro familiare, per le quali quindi aumenta il costo dell’operazione effettuata, sono le lavorazioni del terreno, la difesa fitosanitaria, la raccolta ed il trasporto delle olive. Fig. 34 – Costo delle singole fasi colturali e incidenza percentuale sul costo totale totale B 952 50 745 800 40 519 600 33,5 26,2 30 18,2 177 10 30 4,3 5,5 5,0 6,2 Irrigazione 142 Trattamenti fitosanitari 156 Concimazione 123 200 Diserbo e lavorazioni 20 400 1,1 Trasformazione delle olive Trasporto olive Trasformazione delle olive Trasporto olive Raccolta meccanizzata Irrigazione Trattamenti fitosanitari Concimazione Diserbo e lavorazioni Potatura Costo B* Raccolta meccanizzata 0 0 Potatura 1000 % su costo totale B* *stima Fonte: Ismea. 46 Luglio 2012 Analizzando i costi in funzione dei singoli fattori produttivi, si evince che la manodopera rappresenta la principale voce di costo, andando a coprire una quota del 53% del costo totale A, a cui va sommata la quota relativa agli oneri sociali e previdenziali a carico del datore di lavoro pari al 7%. Altra fetta importante è rappresentata dal costo sostenuto per la trasformazione delle olive, che interessa il 19% del costo totale. Tab. 44 – Costi dei fattori produttivi impiegati nella gestione dell’oliveto Fattore produttivo Concime Fitofarmaci Unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) % su costo A % su costo B** Kg/ha 387,2 143,0 5,2 5,0 - 11,7 56,3 2,0 2,0 Diserbanti Kg/ha 2,3 11,5 0,4 0,4 Gasolio e altri carburanti litri/ha 296,5 210,5 7,6 7,4 - 0,0 0,0 0,0 0,0 Energia Conto terzi (escluse molitura) ore/ha 0,0 0,0 0,0 0,0 Manodopera salariata ore/ha 181,1 1.458,6 52,6 51,3 Oneri sociali ore/ha 181,1 198,1 7,1 7,0 Voucher 0,0 0,0 ore/ha 0,0 0,0 Irrigazione - - 177,4 6,4 6,2 Trasformazione delle olive - - 518,8 18,7 18,2 2774,1 100,0 97,6 Totale costi fattori produttivi (costo A) Manodopera familiare* Totale costi fattori produttivi (costo B)* ore/ha 8,6 69,3 2,4 2843,3 100,0 *stima Fonte: Ismea. La spesa annua sostenuta per gasolio e carburanti pesa circa l’8% del costo totale A. L’irrigazione incide circa per il 6%. A seguire si inseriscono i costi sostenuti per l’acquisto dei concimi (5%), fitofarmaci (2%) e diserbanti (inferiori all’1%). Analizzando, invece, il costo totale B, che include la stima del costo del lavoro familiare, si osserva solo una leggera variazione di tutte le incidenze percentuali sul costo totale. Questa leggera variazione è dovuta al basso ricorso al lavoro familiare. Infatti l’incidenza del lavoro familiare sul costo totale B rappresenta solo il 2% del totale. Il costo medio ad ettaro delle spese generali è stato calcolato in base alle spese annue sostenute per consulenza amministrativa, assicurazioni, bolli, affitti, spese di manutenzione macchine e attrezzature, spese associative, spese di certificazione (escluse quelle sostenute per il biologico e per la denominazione di origine), spese di promozione, spese smaltimento rifiuti speciali, consulenza tecnica (agronomo, ingegnere, geometra, ecc.). Il costo sostenuto per le spese generali per questa tipologia di aziende si attesta, in media, a circa 147 euro ad ettaro. Un altro tipo di costo da prendere in considerazione è quello relativo alla reintegrazione dell’oliveto, che viene calcolato prevedendo una durata economica dello stesso di 50 anni. A tal riguardo si rileva, in media, una quota di ammortamento di circa 46 euro ad ettaro. Le macchine, invece, hanno una durata economica di 10 anni e una quota di ammortamento di circa 139 euro ad ettaro. 47 Luglio 2012 Tab. 45 – Altri costi Altri costi Costo (€/ha) Spese generali (esclusi gli oneri sociali manodopera familiare) 147,3 Ammortamenti macchine e attrezzature 139,3 Ammortamenti impianto 46,3 Totale altri costi 332,9 Fonte: Ismea. Il costo totale di produzione, riferito all’unità di superficie, è stato ottenuto aggiungendo all’insieme dei costi ascrivibili alle singole operazioni colturali, quelli relativi alle spese generali, gli ammortamenti di macchine, attrezzature e degli impianti. Il costo totale di produzione pertanto si attesta in media tra i 3.107 euro, se non si considera il lavoro familiare, e i 3.176 se lo si include. Tab. 46 – Costo totale Costo totale Costi di gestione dell'oliveto Altri costi Totale costi Costo A (€/ha) % su costo A Costo B (€/ha)* % su costo B* 2.774,1 89,3 2.843,3 89,5 332,9 10,7 332,9 10,5 3.107,0 100,0 3.176,2 100,0 *stima Fonte: Ismea. Oltre al costo totale di produzione è stato calcolato il valore aggiunto (dato dalla differenza tra i ricavi ed i costi variabili), il margine operativo lordo (ottenuto dalla differenza tra il valore aggiunto e la remunerazione del lavoro), e il reddito operativo (dato dalla differenza tra il margine operativo lordo e i costi fissi). Tali indicatori sono stati calcolati sia al lordo (conto colturale 1, tab.47) che al netto del pagamento disaccoppiato (conto colturale 2, tab.47), riconosciuto agli olivicoltori per l’anno 2010. Inoltre, sono stati elaborati includendo anche la stima del costo della manodopera familiare. I risultati economici di gestione calcolati nella media del modello colturale di riferimento dettano un margine lordo prossimo ai 2.700 euro l’ettaro. Tale risultato scende a 1.769 euro ad ettaro, se si considerano i ricavi al netto del contributo derivante dal pagamento unico aziendale. Pertanto, il costo sostenuto per la produzione di un Kg di olive si attesta a 0,37 euro se si esclude il costo della manodopera familiare impiegata, 0,38 euro se la si include. Mentre il costo di un Kg di olio in media varia da 2,72 se si considerano solo i costi realmente sostenuti a 2,78 euro se si include il lavoro familiare. 48 Luglio 2012 Tab. 47 – Conto colturale della Puglia Ricavi Conto colturale 1 Conto Colturale 2 €/Ha €/Ha 5.490,3 4.543,1 Ricavi di vendita 4.543,1 4.543,1 contributi 947,2 esclusione 1.117,5 1.117,5 Acquisto materie prime 210,8 210,8 Costi variabili Carburanti 210,5 210,5 Conto terzi 0,0 0,0 Irrigazione 177,4 177,4 Trasformazione delle olive 518,8 518,8 Energia 0,0 0,0 4.372,8 3.425,6 Valore aggiunto Lavoro 1.656,6 1.656,6 Manodopera salariata 1.458,6 1.458,6 Voucher 0,0 0,0 Oneri sociali manodopera salariata 198,1 198,1 2.716,2 1.769,0 332,9 332,9 Ammortamenti 185,6 185,6 Spese generali 147,3 147,3 2.383,3 1.436,1 69,3 69,3 69,3 69,3 Margine Lordo* 2.647,0 1.699,8 Reddito operativo* 2.314,0 1.366,8 Margine Lordo Costi fissi Reddito operativo Manodopera familiare* Manodopera familiare *stima Conto colturale 1: al lordo dei contributi Conto colturale 2: al netto dei contributi Fonte: Ismea. 5.2. Calabria Per la regione Calabria sono state selezionate quattro aziende di medie dimensioni con superficie olivetata media di 3,6 ettari, una densità di impianto media di 258 piante per ettaro, localizzare tra Cosenza, Crotone e Catanzaro. Non sono aziende specializzate, ma comunque a prevalenza olivicola. La coltivazione dell’olivo viene eseguita in asciutto, la raccolta effettuata sia mediante agevolatori che con scuotitori da tronco. La tipologia di manodopera impiegata è prevalentemente familiare. Le produzioni di queste aziende si collocano su livelli medio-bassi rispetto al totale del campione analizzato nel presente studio. La produzione media per ettaro riscontrata è di circa 4.206 Kg di olive con una risposta a pianta di circa 16 Kg di olive. Tutte le olive prodotte sono state trasformate, ed in media sono stati ottenuti circa 670 Kg di olio per ettaro. la resa media si attesta al 17%. Il basso livello di specializzazione e di meccanizzazione delle aziende analizzate si traduce in un maggior impiego di ore di lavoro da dedicare alla gestione dell’oliveto. Infatti, in questo caso, in media ad ettaro si impiegano circa 139 ore di lavoro per ettaro. 49 Luglio 2012 I ricavi derivano solo dalla vendita di olio e in media si attestano a 1.336 euro ad ettaro. Per le aziende selezionate nella regione Calabria il contributo derivante dal pagamento unico aziendale riscontrato è in media di 659 euro ad ettaro. Le giacenze registrate alla data del 31/12/2010 hanno un valore medio di circa 303 euro ad ettaro. Pertanto il valore della produzione sale a 1.639 euro ad ettaro. Tab. 48 - Caratteristiche strutturali, gestionali, produttive e ricavi Caratteristiche strutturali/gestionali (valori medi) Unità di misura Piante/ha N° 258 Ettari ha 3,6 Produzione olive Kg/ha Produzione olive media a pianta Kg/pianta Produzione di olio Kg/ha 699,6 ore/ha 138,9 Ricavo (€/ha) Totale ore di lavoro per ettaro per la gestione dell'oliveto Ricavi 4.206 16,3 Ricavi olive €/ha 0,0 Ricavi olio Ricavi di vendita effettivi olivicoltura €/ha 1.336,4 1.336,4 Contributi €/ha Ricavi di vendita e contributi €/ha 659,1 1.995,5 Valore delle giacenze di olio 2010 €/ha 302,9 Valore della produzione €/ha 1.639,3 €/ha Fonte: Ismea. In questo contesto per l’analisi dei costi sostenuti per la gestione dell’oliveto, bisogna porre particolare attenzione al significato del valore del costo totale A, che non include il valore del lavoro familiare. Le aziende oggetto di studio impiegano in prevalenza questo tipo di manodopera che non percepisce salario, pertanto il costo totale A risulta molto basso. Per lo stesso motivo, anche il costo delle singole operazioni colturali risulta più basso rispetto al costo delle singole operazioni analizzate per il campione totale. Effettivamente, il costo totale A ottenuto si attesta a 1.021 euro ad ettaro, mentre il costo totale B, nel quale viene considerato il costo opportunità attribuito al lavoro familiare, raggiunge i 1.709 euro ad ettaro. Tab. 49- Costi di gestione dell’oliveto – per fase Fig. 35 - Incidenza % delle singole fasi colturali sul colturale (costo totale A) costo totale di gestione dell’oliveto (costo A) Raccolta Trasporto olive Trasformazione delle olive Energia Totale costo di gestione Fonte: Ismea. 0,0 202,5 7,9 8,5 429,8 5,2 4,5 0,8 0,0 0,5 Energia Irrigazione 45,5 6,2 Trasformazione delle olive Trattamenti fitosanitari 180,2 Trasporto olive Concimazione 19,8 17,6 Raccolta 86,4 Irrigazione Diserbo e lavorazioni Trattamenti fitosanitari 63,6 42,1 Concimazione Potatura 50 40 30 20 10 0 Diserbo e lavorazioni Costo A (€/ha) Potatura Costi di gestione dell'oliveto % su costo A 1.021,1 Fonte: Ismea. 50 Luglio 2012 È nelle operazioni più onerose in termini di manodopera che si riscontra una notevole differenza tra il costo A ed il costo B. Infatti il costo della potatura passa da 64 euro ad ettaro nel caso A, a 482 euro ad ettaro nel caso B. Lo stesso accade per la raccolta, dove si registra un costo medio ad ettaro di 203 euro senza considerare il lavoro familiare e 416 euro ad ettaro considerandolo. Chiaramente anche l’incidenza percentuale della singola operazione sul costo totale va analizzata con particolare attenzione. La fase che incide in misura maggiore in termini percentuali sul costo totale A è la trasformazione delle olive (42%) per la quale sono state spese in media 430 euro ad ettaro. Mentre, le operazioni che per antonomasia sono le più onerose in termini economici, potatura e raccolta, risultano incidere sul costo totale A rispettivamente il 6% e il 20%. Completamente diversa risulta invece l’incidenza percentuale delle singole operazioni sul costo totale B, che include il costo del lavoro familiare. Infatti in questo caso, tornano ad occupare una fetta importante del costo la potatura, che incide per il 28%, la trasformazione delle olive e la raccolta, rispettivamente con il 25% e il 24%. Tab.50 - Costi di gestione dell’oliveto – per fase Fig. 36 - Incidenza % delle singole fasi colturali colturale (costo totale B) sul costo totale di gestione dell’oliveto (costo B) Raccolta Tras porto olive Tras form azione delle olive Energia Totale costo di gestione *stima Fonte: Ismea. 0,0 415,8 33,7 429,8 5,2 2,9 0,0 2,0 0,3 Energia Irrigazione 49,1 11,1 Trasformazione delle olive Trattam enti fitos anitari 6,0 Trasporto olive 190,0 Raccolta Concim azione 25,2 24,3 Irrigazione 103,3 28,2 Trattamenti fitosanitari 481,6 Dis erbo e lavorazioni 50 40 30 20 10 0 Concimazione Potatura Diserbo e lavorazioni Costo B (€/ha)* Potatura Costi di gestione dell'oliveto % su costo B* 1.708,5 *stima Fonte: Ismea. Come si può osservare dalla tabella di seguito riportata, i costi relativamente più bassi sono riconducibili ai mezzi tecnici impiegati (concimi, fitofarmaci, carburanti, energia). La voce di spesa che concorre principalmente a determinare un costo di produzione relativamente elevato, è quella relativa alla trasformazione delle olive. A questa fa seguito la manodopera o il ricorso al conto terzi. In effetti, sono state spese in media 257 euro ad ettaro per i servizi in conto terzi, 68 euro ad ettaro per i salariati a cui vanno aggiunti anche i 7 euro in media ad ettaro degli oneri sociali e previdenziali a carico del datore di lavoro. Nel caso in cui le ore di lavoro familiare fossero state retribuite, le aziende avrebbero sostenuto un ulteriore spesa di 689 euro ad ettaro. Tra gli altri costi sostenuti dalle aziende selezionate per la Calabria, vi sono 161 euro ad ettaro per le spese generali, 336 euro ad ettaro relative alle quote di ammortamento per macchine e attrezzature e circa 70 euro ad ettaro per l’ammortamento dell’impianto, per un totale di 567 euro ad ettaro. Sommando le voci di spesa, si evidenzia un costo totale che oscilla tra i 1.588 euro ad ettaro e i 2.276 se si include il lavoro familiare. Il reddito operativo risulta positivo (409 euro ad ettaro), se i ricavi sono al lordo degli aiuti PAC e se non si considera il costo del lavoro familiare, mentre al netto degli aiuti si registra un valore negativo di 250 euro ad ettaro che diventa -939 euro ad ettaro e se si attribuisce un costo opportunità alla manodopera familiare. Dalle analisi condotte è stato possibile quantificare un costo di 0,38 euro per un Kg di olive prodotte e di 2,27 euro per la produzione di un Kg di olio. I costi salgono rispettivamente a 0,54 e 3,25 euro al kg se si include il 51 Luglio 2012 costo del lavoro familiare. Tab. 51 - Costi dei fattori produttivi impiegati nella gestione dell’oliveto Fattore produttivo Unità di misura Quantità/ha Costo (€/ha) % su costo A % su costo B** Kg/ha 424,8 175,1 17,2 10,2 Concime Fitofarmaci - 5,6 26,0 2,6 1,5 Diserbanti Kg/ha 0,0 0,0 0,0 0,0 Gasolio e altri carburanti litri/ha 40,8 51,7 5,1 3,0 - - 5,2 0,5 0,3 Energia Conto terzi (escluse molitura) ore/ha 6,2 256,6 25,2 15,0 Manodopera salariata ore/ha 21,2 68,0 6,7 4,0 Oneri sociali ore/ha 21,2 7,0 0,7 0,4 Voucher 0,0 0,0 0,0 ore/ha 0,0 Irrigazione - 0 0,0 0,0 0,0 Trasformazione delle olive - - 429,8 42,2 25,2 1019,4 100,0 59,7 Totale costi fattori produttivi (costo A) Manodopera familiare* Totale costi fattori produttivi (costo B)* ore/ha 108,0 689,1 40,3 1708,5 100,0 *stima Fonte: Ismea. Tab. 52 – Altri costi Altri costi Costo (€/ha) Spese generali (esclusi gli oneri sociali manodopera familiare) 161,0 Ammortamenti macchine e attrezzature 336,4 Ammortamenti impianto 69,6 Totale altri costi 567,0 Fonte: Ismea. Tab. 53 – Costo totale Costo totale Costi di gestione dell'oliveto Altri costi Totale costi Costo A (€/ha) % su costo A Costo B (€/ha)* % su costo B* 1.021,1 567,0 1.588,1 64,3 35,7 100,0 1.708,5 567,0 2.275,5 75,1 24,9 100,0 *stima Fonte: Ismea. 52 Luglio 2012 Tab. 54 – Conto colturale della Calabria Conto colturale 1 Conto colturale 2 €/Ha €/Ha 1.995,5 1.336,4 Ricavi di vendita 1.336,4 1.336,4 contributi 659,1 esclusione 944,4 944,4 Acquisto materie prime 201,1 201,1 Carburanti 51,7 51,7 Conto terzi 256,6 256,6 Irrigazione 0,0 0,0 Trasformazione delle olive 429,8 429,8 Energia 5,2 5,2 1.051,1 392,0 75,0 75,0 Manodopera salariata 68,0 68,0 Voucher 0,0 0,0 Oneri sociali manodopera salariata 7,0 7,0 Margine Lordo 976,1 317,0 Costi fissi 567,0 567,0 Ammortamenti 406,0 406,0 Spese generali 161,0 161,0 Reddito operativo 409,1 -250,0 Manodopera familiare* 689,1 689,1 Ricavi Costi variabili Valore aggiunto Manodopera Manodopera familiare Margine Lordo* Reddito operativo* 689,1 689,1 287,0 -372,2 -280,0 -939,1 *stima Conto colturale 1: al lordo dei contributi Conto colturale 2: al netto dei contributi Fonte: Ismea. Questo lavoro è stato realizzato nell’ambito del Piano di settore Olivicolo-Oleario finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Ismea - Area Mercati Responsabile di redazione: Francesca Carbonari Redazione a cura di: Antonella Domenici e-mail: [email protected] 53 Luglio 2012