FLC Cgil - Proteo Fare Sapere Seminario nazionale di formazione I
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FLC Cgil - Proteo Fare Sapere Seminario nazionale di formazione I lavori e le professionalità ATA per l’Autonomia L’unità dei servizi nella scuola Roma, 31 maggio - 1 giugno 2007 Gruppo di lavoro La funzione tecnica nella realizzazione del POF: la gestione dei laboratori, le tecnologie, il rapporto con la didattica Contributo di Elisabetta Chesi, Assistente tecnico, Liceo Classico “Plauto” Roma La valorizzazione della funzione tecnica ovvero la prospettiva di una nuova figura: l’Operatore tecnologico Negli ultimi 10/15 anni il mondo della formazione e quello della scuola hanno vissuto una profonda trasformazione, in particolare in funzione del ruolo e del peso, che sono andati assumendo l’utilizzo sempre più estensivo delle risorse informatiche e di quelle telematiche e multimediali, che hanno assunto un ruolo pervasivo coinvolgendo tutti i soggetti e i momenti del percorso formativo, ridefinendone in parte caratteristiche e specificità. Nello stesso arco di tempo, nell’ambito del processo di riforma della scuola secondaria, ancora non compiuto definitivamente, abbiamo anche assistito ad un sostanziale revisione della funzione del ruolo degli Insegnanti Tecnico Pratici, che tradizionalmente hanno rappresentato l’anello di congiunzione privilegiato tra l’area più prettamente tecnica e quella più squisitamente didattica. Queste trasformazioni si sono riflesse inevitabilmente anche sul tradizionale ruolo dell’assistente tecnico ai quali oggi vengono richiesti nuovi ambiti, competenze, livelli di responsabilità, e livelli di autonomia per lo svolgimento delle proprie funzioni e la realizzazione del POF. A fronte di queste nuove esigenze non si è proceduto ad adeguare il profilo professionale di questa figura. al fine di definirne un nuovo protagonismo nel processo formativo. E’ in questa ottica, nel più ampio quadro della scuola della autonomia e dei progetti per una scuola pubblica di qualità, che bisogna guardare per aprire una discussione che porti ad una valorizzazione del ruolo e delle funzioni dell’attuale assistente tecnico. I nuovi contenuti di questa figura che possiamo individuare nella prospettiva come Operatore Tecnologico possono essere innanzitutto caratterizzati sotto il profilo di una maggiore e più estesa professionalità e sotto quello di una più ampia autonomia e responsabilità del proprio ruolo. Sotto il profilo della professionalità la figura dell’assistente tecnico è stata tradizionalmente definita attraverso un mix legato ad una serie di specifiche competenze e conoscenze (necessarie per l’espletamento delle attività e mansioni 1 previste dall’area di appartenenza) e da alcune competenze e conoscenze trasversali che nel CCNL delineavano un operatore anche in possesso di ”conoscenza di strumenti e tecnologie anche complessi, con capacità di utilizzazione degli stessi, nonché di esecuzione di procedure tecniche e informatiche”. Bisogna pensare che all’assistente tecnico nella scuola dell’autonomia, alla luce delle nuove esigenze, non si richiede più solo il compito di tenere in efficienza il laboratorio assegnatogli e il supporto tecnico alle attività didattica svolte dai docenti, ma un tecnico professionalizzato che partecipa sempre più attivamente e trasversalmente al processo di costruzione del percorso formativo che si realizza nel proprio laboratorio e più in generale scuola. Occorre quindi ai fini di una più corretta definizione del nuovo ruolo dell’assistente tecnico, stabilire modalità che ne coinvolgano il ruolo e le funzioni nella definizione del Progetto dell’Offerta Formativa che la scuola offre all’utenza, codificando e facendo emergere i nuovi contenuti di professionalità che caratterizzano questo ruolo sempre più rilevante. Il coinvolgimento diretto in collaborazione con il docente referente di laboratorio, nelle decisioni per la individuazione delle strumentazioni (apparecchi e macchine) che meglio possono rispondere alla realizzazione delle • esigenze didattiche. Sotto questo profilo è decisiva la presenza e la partecipazione ai momenti di programmazione delle scelte e degli acquisti per attuare il POF. • Occorre inoltre che venga definito correttamente il contributo e le modalità con cui la figura tecnica partecipa alla realizzazione dei progetti proposti nell’ambito del POF. • Vanno attribuite le responsabilità sul piano della gestione patrimoniale (in quanto sub-consegnatario dei beni presenti nel laboratorio) come elemento di valorizzazione e qualificazione stabile del profilo professionale (qualificazione oggi realizzata con l’ art. 7). che deve ricadere inevitabilmente sull’assistente tecnico per la titolarità assegnata del laboratorio e la conseguente responsabilità circa l’efficienza di tutti gli apparecchi e componenti presenti in laboratorio. Per quanto riguarda invece la maggiore autonomia di questa figura, già il contratto prevede “una maggiore autonomia operativa e responsabilità diretta: nella conduzione tecnica del laboratorio in collegamento diretto con il docente di laboratorio; nel supporto tecnico allo svolgimento delle attività didattiche”. Occorre sviluppare ulteriormente queste responsabilità esplicitando la titolarità e la responsabilità del laboratorio a cui si è addetti rispetto: • al coinvolgimento nelle procedure di collaudo e nella programmazione degli interventi affidati all’esterno; • alla programmazione e monitoraggio della attività da svolgere nel laboratorio in raccordo con i docenti che ne utilizzano le tecnologie; • alla definizione ed erogazione dei contenuti del Piano dell’offerta formativa (Ecdl, lingue, progetti che vedono l’utilizzazione dei laboratori, ecc); • alla gestione delle procedure relative alla sicurezza (D.lgs 626/94) quale interlocutore privilegiato del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, in quanto figura costantemente presente nei laboratori ed a diretto contatto con le apparecchiature e con gli studenti che le usano. Una prospettiva così delineata non può prescindere per il suo compimento dalla leva formativa, cioè da un percorso di formazione e aggiornamento professionale continuo che metta il nuovo Operatore tecnologico in condizione di adeguare le 2 proprie competenze ai cambiamenti in atto, seguendo l’evolversi delle tecnologie, e ove necessario di acquisire nuove conoscenze e competenze, anche di natura relazionale, da impiegare nel lavoro di supporto all’attività docente, ma anche con gli studenti quali destinatari finali dell’attività didattica in generale e di quella di laboratorio in particolare. E’ proprio la formazione l’elemento per mantenere la professionalità di questa figura ai livelli necessari competenza ed efficacia a supporto della scuola dell’autonomia. Bisogna mettere a sistema la formazione uscendo da percorsi di aggiornamento troppo spesso dettati da pure esigenze contingenti(vedi art.7), per passare ad una formazione strutturata, programmaticamente volta ad incidere sui fattori di criticità che indeboliscono l’efficacia dell’intervento dell’ A.T(Assistenti Tecnici) nel progetto formativo. Ritengo si possano individuare almeno tre aspetti di particolare criticità che non trovano risposta adeguata negli attuali interventi formativi rivolti al personale ATA e agli A.T. in particolare: 1. Il momento dell’avvio del percorso lavorativo nel mondo della scuola di questa figura, al momento risulta insufficiente la formazione mirata ai neo assunti, inesistente quella rivolta agli A.T. a tempo determinato. Bisogna trovare gli strumenti e le risorse che consentano di organizzare forme di orientamento e tutoraggio da parte di colleghi presenti nell’istituto o eventualmente in scuole vicine (reti formative sul territorio). 2. La necessità di soddisfare in maniera adeguata l’esigenza formativa legata alla mobilità professionale (passaggi ad altri aree e laboratori), spesso la debolezza di alcuni percorsi formativi di riqualificazione ci aiuta a comprendere meglio una certa difficoltà ricorrente di questa figura ad adeguarsi rapidamente alle esigenze dei nuovi contesti in cui va ad inserirsi a seguito dei processi di mobilità. L’approccio attuale centrato su un percorso di riqualificazione individuale svolto sostanzialmente all’esterno della istituzione scolastica mostra dei chiari limiti, si sente in particolare l’esigenza di organizzare pacchetti formativi mirati, individuati sulla scorta della ricognizione di esigenze specifiche (gestione di reti scolastiche, organizzazione e gestione di laboratori multimediali, utilizzo delle nuove tecnologie a supporto della attività didattica) e organizzati ed erogati con il supporto di enti formativi istituzionali (quali università, Scuole di formazione regionale e comunale etc. ). 3. Il terzo ambito nel quale la attuale offerta formativa rivolta a questa figura si mostra poco adeguata è quello del mantenimento ed aggiornamento nel tempo delle competenze che la mettano in condizione di seguire gli sviluppi delle esigenze formative e delle innovazioni tecnologiche. Sentiamo tutti i giorni ripetere che la sfida a cui qualsiasi organizzazione aziendale oggi non si può sottrarre è quella dell’investimento nella formazione e riqualificazione delle risorse umane. Ebbene questa è anche una delle componenti critiche nel processo di rinnovamento della scuola. Accanto agli sforzi rivolti al miglioramento e aggiornamento del personale docente, va fatto uno sforzo importante per disegnare dei percorsi formativi che accompagnino nel tempo la figura dell’assistente tecnico che sempre più spesso si trova coinvolto con ruoli decisivi in snodi importanti (supporto all’attività didattica, alla attività verso l’esterno, supporto alla attività di segreteria, etc.). Se analizziamo il tipo di formazione che è stata proposta in questi ultimi anni notiamo che in gran parte si è trattato di una offerta formativa anche apprezzabile ma che ha riguardato (come nei corsi Indire) soprattutto aspetti di tipo generale, non sempre immediatamente riconducibili alla operatività quotidiana. Accanto ad aspetti importanti come 3 quelli normativi e contrattuali, alle problematiche della sicurezza, agli aspetti legati alla tutela della privacy, occorre dare più spazio a contenuti specifici che possano incidere sulla qualità dell’intervento quotidiano nei laboratori e nel supporto alla didattica. E bisogna adottare modalità di formazione in grado di costruire una effettiva esperienza sul campo, meno teorica e più orientata alla operatività specifica. Oggi esistono una serie di strumenti rivolti al personale docente ma che sono preclusi al personale Ata, quali i Fortic, i corsi sulla qualità proposti dalle reti di scuole etc. E’ quindi necessario intervenire tanto sul piano dell’offerta quanto sul piano delle strutture capaci di erogare questi contenuti, senza tralasciare gli interventi necessari sul piano normativo (150 ore, permessi formativi, etc.). 4