Non si finisce mai di imparare
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Non si finisce mai di imparare
Non si finisce mai di imparare Progetto Freddas / Terre di Confine: diario di bordo dal Senegal #6 Secondo giorno all’università, le lezioni proseguono nel pomeriggio. Ne approfittiamo per fare una visita della caotica e multicolore cittadina di Saint Louis, che vive la sua quotidianità con estrema e intensa semplicità, tra le grandi piroghe dei pescatori tutte dipinte con i colori primari, le vesti delle loro splendide mogli e i banchetti dove si vende il pescato. Appena oltre il ponte che unisce le due rive, le strade sono tappezzate ai lati da interminabili file di lenzuola dalle mille tinte e sfumature, perché le donne che fanno il bucato, utilizzando dei grossi secchi all’aria aperta, sotto lo sguardo dei passanti, non avrebbero posto a sufficienza per stenderli in casa. A ogni angolo delle strade che percorriamo il numero di bambini sembra moltiplicarsi, così come la quantità di animali domestici; è tutto un vociare di anziane signore che, tra un pettegolezzo e qualche lamento, contrattano il prezzo dei loro pesci. Siamo oramai ad oltre un mese dalla fine della stagione delle piogge ma l’umidità e il caldo htt p://controluce.org/buy--tabs la fanno ancora da padrone, solo parzialmente mitigati dal vento fresco dell’oceano. Siamo stanchi e sudati ma l’università ci aspetta, oggi incontreremo nuovi professori e tanti studenti. Arriviamo all’ingresso dell'Università di Saint Louis e troviamo due ragazzi che, incuranti della nostra presenza, giocano a dama con una manciata di sassolini e una scacchiera artigianale, 1/3 Non si finisce mai di imparare che consiste in un semplice gruppo di buche allineate nella sabbia. In Africa non mancano mai sorprese, l’arte dell’arrangiarsi è di fondamentale importanza per la sopravvivenza e viene applicata in ogni piccolo gesto quotidiano. A conferma c’è un bel proverbio senegalese, che recita pressappoco così: “in Senegal non ci sono problemi, esistono soltanto soluzioni”. Poco ma sicuro che un senegalese riuscirà sempre a trovare un modo per superare ostacoli e difficoltà! Aula affollata oggi per i tecnici dell’Enea che presentano le opportunità offerte dalla coltivazione controllata del topinambur. Questa sarà possibile dopo aver finalmente definito tutte le procedure necessarie a importare questa specie in Senegal e garantire la miglior protezione possibile della biodiversità locale. Sarà una sperimentazione in anteprima mondiale, visto che questo tubero non è mai stato coltivato in Africa e mai sotto il 35° parallelo di latitudine Nord. Il topinambur è un tubero dalla polpa carnosa e biancastra, dal sapore delicato e gradevole, una via di mezzo tra quello della patata e del carciofo. Non a caso è anche conosciuto con il nome di “carciofo di Gerusalemme”. Questa specie, dal caratteristico fiore giallo, genera molta curiosità tra gli studenti e tra gli stessi professori, interessati dagli usi combinati alimentari ed energetici, così come dalla versatilità nella coltivazione e dal basso costo di gestione. Nella seconda parte della giornata ci spostiamo nelle aule della facoltà politecnica dove partecipiamo attivamente a una lezione del master in energia solare fotovoltaica, esperienza molto interessante coordinata da quattro università senegalesi: l’Università Gaston Berger di Saint Louis, l’Università di Bambey, quella di Thies e la lontana Università di Ziguinchor in Casamance, al di là della frattura territoriale del Gambia. Il problema energetico è fortemente sentito da tutta l’aula. C’è chi racconta episodi di lezioni interrotte per un blackout di corrente elettrica, una “copure d’electricité” come si dice qui, e l’entusiasmo cresce al pensiero che l’avvio delle attività relative al topinambur e le iniziative di solarizzazione che ENEA ci sta suggerendo, possano contribuire a evitare che questo accada di nuovo. 2/3 Non si finisce mai di imparare Dopo molte ore di lezione, che sembrano sempre troppo poche, ci lasciamo con l’impegno di cercare nuove possibilità di cooperazione e progetti. Il quaderno è pieno di appunti, tecnici e studenti si scambiano numeri e indirizzi e-mail sotto lo sguardo vigile del professor Diop e del suo collega responsabile della facoltà Politecnica È proprio vero, non si finisce mai di imparare! Carlo Santoro, membro del comitato esecutivo di Green Cross Italia e coordinatore generale del progetto Freddas in Senegal. _____ Per maggiori informazioni sul progetto clicca qui Articoli correlati: Una strada lunga un sogno #1 Goccia dopo goccia #2 Un denso risveglio #3 Tutti insieme per l'acqua #4 Un giorno da studenti #5 SET 2013 online buy 3/3