Azione figura raccoglibile
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Azione figura raccoglibile
Executive Summary - CeTIF 2013 Executive Summary La gestione del credito deteriorato nel segmento SME: implicazioni strategiche e operative alla luce delle nuove indicazioni regolamentari 1 Executive Summary – CeTIF 2013 AUTORI: Chiara Frigerio Davide Lotti Antonella Malinconico Alberto Palazzesi Federico Rajola Copyright © CeTIF. Tutti i diritti riservati. Ogni utilizzo o riproduzione anche parziale del presente documento non è consentita senza previa autorizzazione di CeTIF. Si ringrazia Exprivia per la collaborazione prestata nella fase di impostazione dei contenuti e nella conduzione dell’iniziativa di ricerca. DISCLAIMER: CeTIF assicura che il presente documento è stato realizzato con la massima cura e con tutta la professionalità acquisita nel corso della sua lunga attività. Tuttavia, stante la pluralità delle fonti d’informazione e nonostante il meticoloso impegno da parte di CeTIF affinché le informazioni contenute siano esatte al momento della pubblicazione, né CeTIF né i suoi collaboratori possono promettere o garantire (anche nei confronti di terzi) esplicitamente o implicitamente l'esattezza, l'affidabilità o la completezza di tali informazioni. CeTIF, pertanto, declina qualsiasi responsabilità per eventuali danni, di qualsiasi tipo, che possano derivare dall'uso delle informazioni contenute nel presente rapporto. Si evidenzia, inoltre, che il presente rapporto potrebbe contenere proiezioni future o altre dichiarazioni in chiave prospettica, circostanza che comporta rischi e incertezze. Si avvisano pertanto i lettori che tali affermazioni sono solamente previsioni e potrebbero quindi discostarsi in modo considerevole dagli effettivi riscontri ed eventi futuri. CeTIF declina fin d’ora qualsiasi responsabilità e garanzia in relazione a tali proiezioni. 2 Executive Summary - CeTIF 2013 1. Inquadramento del contesto economico e normativo Nonostante i flebili segnali di miglioramento registrati nel terzo trimestre del 2012, la fase ciclica è rimasta di segno negativo sia nell’ultima parte dell’anno sia nei primi mesi del 2013. Il peggioramento del quadro dell’economia reale ha avuto degli importanti effetti sulla qualità del credito dell’intero sistema finanziario; gli ultimi anni, infatti, sono stati caratterizzati da un crescente deterioramento del credito outstanding con conseguente aumento del numero delle posizioni entrate in default. Per avere un’idea circa il volume di queste posizioni, il Bollettino di luglio di Banca d’Italia ha stimato come il valore di queste si aggiri attorno ai 250 miliardi di euro: circa il 14% del valore delle posizioni creditizie del sistema finanziario italiano. Le sofferenze (figura 1), con un valore di poco superiore ai 130 miliardi di euro, rappresentano più del 50% dell’intero portafoglio credito del sistema finanziario italiano. Seguono gli incagli (circa 81 miliardi), le posizioni scadute (circa 21 miliardi) e le posizioni ristrutturate (circa 14 miliardi). Figura 1: Composizione portafoglio crediti deteriorati del sistema finanziario italiano Fonte: CeTIF 2013 su Elaborazione dati Banca d’Italia Il deterioramento della qualità del credito ha colpito principalmente il mondo delle imprese e, in particolare, quelle di piccola-media dimensione. Queste ultime, infatti, particolarmente sensibili ai cicli economici negativi, hanno registrato negli ultimi anni un progressivo peggioramento delle proprie condizioni economiche con conseguenti difficoltà nel rispettare, nei tempi previsti, i contratti di finanziamento sottoscritti con gli intermediari finanziari. In questo contesto di avversione al rischio di credito, si evidenziano due importanti novità di carattere normativo sul tema della corretta rappresentazione delle informazioni dei crediti deteriorati. La prima è relativa all’introduzione da parte di Banca d’Italia dell’ “archivio delle perdite storicamente registrate sulle posizioni in default” che prevede, per tutti gli intermediari del nostro Paese, la segnalazione annuale delle perdite subite sulle esposizioni in bilancio e fuori bilancio classificate in default (sofferenze, ristrutturate, incagli e esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate) nei confronti di soggetti residenti in Italia la cui posizione è stata chiusa. Oggetto di rilevazione sono: l’esposizione al momento del default (EAD) e la possibile variazione della stessa, il valore dei recuperi realizzati, i costi connessi all’attività di recupero ed alcuni dettagli informativi (forma tecnica, garanzie, ecc.). La seconda novità è relativa alle recenti disposizioni dell’International accounting standards board (Iasb) sulle modalità di impairment degli asset: si passerà 3 Executive Summary – CeTIF 2013 dall’attuale incurred loss model, retrospettivo, all’expected loss model probabilistico con l’obiettivo di prevedere in anticipo le perdite ed evitare che si manifestino nei momenti di crisi peggiorando contestualmente i bilanci delle banche. Alla luce del contesto sopradescritto, emerge sempre più la necessità da parte degli intermediari del nostro Paese di rivolgere maggiore attenzione ai processi gestionali delle posizioni anomale, i cui principi organizzativi mostrano alcuni ambiti di inefficienza e criticità. In questo documento sono presentate le principali evidenze di una ricerca che, coinvolgendo 9 intermediari finanziari operanti in Italia, ha: (i) evidenziato le principali criticità dell’attuale configurazione organizzativa degli intermediari, (ii) proposto un processo a tendere per i past-due, gli incagli e le sofferenze volto a migliorare la gestione delle posizioni sia in termini di efficacia sia di efficienza. 2. Criticità del processo di gestione dei crediti deteriorati Nel corso della ricerca si è deciso, considerata la somiglianza del processo sottostante, di trattare congiuntamente past due ed incagli e di studiare indipendentemente i crediti in sofferenza. 2.1 Past due e incagli Gli elevati volumi di posizioni da gestire a causa del progressivo peggioramento della qualità del credito sembrerebbero essere la causa principale sottostante la necessità di rivedere il processo di gestione dei crediti deteriorati; non poche sono, infatti, le difficoltà di natura organizzativa che gli intermediari finanziari stanno incontrando: alcuni hanno deciso di delegare le posizioni meno rischiose alla rete commerciale, altri, invece continuano ad adottare una gestione particolarmente accentrata (alcuni gestori possano arrivare a gestire fino a 500 posizioni) con possibili effetti sulla qualità della lavorazione della pratica. Figura 2: Motivazioni che spingono gli intermediari finanziari a rivedere il processo (grado d’accordo compreso tra 1 min e 5 max) Fonte: CeTIF 2013 L’inefficienza e la necessità di standardizzare le strategie di recupero sembrerebbero essere altre due ragioni che spingerebbero gli intermediari a rivedere i propri processi organizzativi. Questo è legato alla necessità (dettata 4 Executive Summary - CeTIF 2013 anche dalle normative) di: (i) tracciare e memorizzare la vita delle singole posizioni, (ii) accorgersi per tempo della reale situazione per poter intervenire in modo tempestivo. Risulta evidente come questi cambiamenti debbano passare attraverso una profonda revisione dei sistemi informativi sottostanti il processo. In relazione ai sistemi informativi, dalla ricerca emerge come le maggiori criticità siano legate all’affidabilità e alla completezza delle informazioni, alla necessità di avere una maggiore integrazione tra le diverse applicazioni e tra le diverse basi dati (in un’ottica sempre più end-to-end e meno verticale) e alla gestione documentale. Infine, un ulteriore elemento di criticità emerso dalla ricerca è legato alle competenze su singolo contesto territoriale e industry di riferimento non sempre diffuse e non sempre specializzate. 2.2 Le sofferenze Con riferimento ai crediti in sofferenza, dalla ricerca emerge come i lunghi tempi di recupero rappresentino la criticità principale del processo: ben 8 intermediari su 9, indicano la riduzione delle tempistiche (si pensi, ad esempio, ai tempi della giustizia civile) come principale fattore su cui puntare: maggiori sono le tempistiche della lavorazione della pratica e maggiori diventano i costi operativi che l’intermediario è costretto a sopportare e minore la probabilità di recupero. L’identificazione di criteri per individuare le posizioni per l’outsourcing (secondo posto) è probabilmente vista come un ulteriore strumento per la riduzione dei tempi. Si nota, inoltre, come gli intermediari identifichino anche nella cessione del credito un possibile fattore critico su cui investire. La capacità di trovare un pricing equilibrato tra domanda e offerta è oggi una delle criticità principali per questa strategia. Tuttavia, occorre ricordare come la scelta di cedere il credito non sia dettata solamente dalla volontà di diminuire i volumi da gestire, ma anche da scelte bilancistiche dipendenti da situazioni contingenti in un determinato momento storico dell’intermediario. Figura 3: Fattori critici di successo su cui investire Fonte: CeTIF 2013 Dalla ricerca emerge come, dal punto di vista dei sistemi informativi, la maggiore spinta per gli investimenti sia legata alla necessità di disporre di applicazioni maggiormente integrate (anche in questo caso in un’ottica end to end e meno verticale) e alla gestione documentale. La gestione documentale rappresenta un 5 Executive Summary – CeTIF 2013 vero e proprio fattore critico di successo nel processo di gestione delle sofferenze: il coinvolgimento di diverse strutture, interne ed esterne all’intermediario finanziario e i vincoli imposti dalla normativa sui tempi di delibera (60 giorni) implicano una più efficace gestione della documentazione. Oltre alle criticità prettamente organizzative, si evidenziano: punti aperti in materia di concordati su cui i gestori non sono ancora al 100% allineati (la giurisprudenza su questo tema vive un contesto di cambiamento) e difficoltà degli intermediari nel rivendere i beni pignorati dalle controparti ad un valore congruo (si pensi ad esempio alla svalutazione cui sono soggetti i capannoni industriali). 3. Il processo a tendere e la misurazione delle performance organizzative 3.1 Framework per il processo Nelle figure 4 e 5 sono illustrate due proposte di processo a tendere per migliorare la gestione delle posizioni rispetto ai processi attualmente utilizzati. Figura 4: Framework processo a tendere: Past-Due e Incagli Figura 5: Framework processo a tendere: Sofferenze Fonte: CeTIF 2013 6 Executive Summary - CeTIF 2013 Entrambi i processi a tendere sono, ad altro livello, del tutto assimilabili. In generale, i processi di gestione del credito deteriorato possono essere suddivisi in sottofasi in modo molto simile: se da un lato, per i past due e gli incagli, gli intermediari più grandi hanno già cominciato a scomporre il processo come indicato, dall’altro la revisione del processo relativo alla gestione delle sofferenze risulta generalmente più in ritardo; tale ritardo potrebbe essere ascrivibile ai maggiori contenuti specialistici (anche e soprattutto di natura legale) e alla necessità di trattare ogni posizione in funzione di variabili meno standardizzabili. Ciò che differenzia i due processi sta nella maggiore formalizzazione del processo di classificazione della posizioni; se da un lato per i past due e gli incagli questo avviene automaticamente, con le sofferenze invece si deve seguire un iter molto più specifico che implica, da un lato, la revisione dell’intera posizione e la comunicazione formale al cliente circa lo stato di sofferenza, dall’altro la comunicazione alla Centrale Rischi circa l’appostamento in questo stato. A seguito della classificazione della posizione, le sottofasi riconoscono un momento di proposta della strategia da utilizzare su una determinata posizione dopo che questa è stata analizzata e valutata sulla base di un certo numero di indicatori e filtri. L’attività di valutazione e di definizione della proposta deve essere eseguita in un preciso periodo di tempo e dovrebbe essere monitorata attraverso un opportuno dashboard che dovrebbe poter indicare real time lo stato della posizione. La valutazione della posizione dovrebbe tenere in considerazione un numero elevato di parametri; alle informazioni più standard di natura quantitativa, dovrebbero essere affiancate della valutazioni di natura più qualitativa circa il business del cliente affidato: la valutazione del cliente dovrebbe quindi prevedere un’analisi dettagliata dell’industry presso cui l’impresa opera, dello scenario evolutivo previsto, degli stakeholder dell’impresa (vedi fornitori, soci, creditori) e delle dinamiche che hanno portato la SME ad uno stato di insolvenza. L’analisi delle evidenze passate può inoltre mettere in luce eventuali errori di valutazione commessi nel corso dell’intero processo (dal momento della concessione ai vari passaggi a past due, incaglio e sofferenza). Risulta evidente come la presenza di un sistema applicativo integrato end to end, in grado di fornire ai gestori un dashboard di monitoraggio real time con indicatori di alerting, permetta di rivedere l’intero processo e mappare i segnali che non sono stati presi in considerazione da determinati attori. Terminata la valutazione delle evidenze passate, del contesto attuale e delle prospettive future, il gestore della pratica, con il supporto del sistema informativo, procede con la definizione della strategia da adottare. Con riferimento alle strategie, è oggetto di studio da parte di diversi intermediari la possibilità di codificare tali strategie così da poter effettuare analisi statistiche sul portafoglio delle posizioni in cui sono state adottate quelle posizioni e confrontare l’efficacia delle diverse strategie. A seguito di questo momento, i S.I. indicano l’organo preposto all’approvazione delle strategia che, entro determinate tempistiche, approva o meno la strategia. Il processo di identificazione dell’organo preposto all’effettuazione delle azioni avviene immediatamente dopo l’approvazione della strategia; in particolare, il sistema informativo propone, a seconda del livello di esposizione e del contesto 7 Executive Summary – CeTIF 2013 territoriale, un gestore/un team che poi, a seconda delle competenze richieste, dovrà essere confermato “manualmente”. La strategia viene quindi effettuata da parte di responsabilità con livelli di delega opportuna (anche questa in funzione principalmente dell’esposizione e dei tempi previsti per il recupero). I sistemi informativi seguono il processo descritto supportando nella operatività e nelle decisioni in base ai tempi e allo stato della posizione in quel determinato istante. Il processo termina con la valutazione dei risultati dell’azione intrapresa e la registrazione della codifica inerente il risultato stesso. Risulta evidente come, l’attuale processo gestionale, generalmente poco strutturato e mal supportato da sistemi informativi integrati ed adeguati, inibisce l’analisi da un punto di vista statistico della storia delle posizioni e la valutazione circa l’efficacia di un tipo di azione rispetto alle altre. I vantaggi della configurazione appena proposta possono essere ricondotti nella possibilità di: o conoscere e valutare in modo real time lo stato del processo; o avere una visione integrata della storia della posizione (dalla concessione del credito ad oggi); o catalogare precisamente il proprio portafoglio crediti in funzione delle variabili filtro e degli stati gestionali; o archiviare tutte quelle informazioni di passaggio stato e passaggio da processo a processo (da bonis a sofferenza) utili per alimentare il database delle perdite storicamente registrate sulle posizioni in default di Banca d’Italia; o migliorare la qualità dei dati relativi alle posizioni in default in ottica di bilancio (sia in funzione delle indicazioni degli IAS39, sia delle nuove norme IFRS9); o disporre di una visione più chiara dei costi operativi relativi al processo di gestione e alle attività di recupero; o definire indicatori di performance organizzativa sia sulla qualità sia sulla tempistica della lavorazione con l’obiettivo di migliorare e perfezionare il processo; o produrre statistiche ex-post non solo riguardanti i KPIs di processo, ma soprattutto la storia delle posizioni e delle strategie utilizzate al fine di valutarne gli effetti e poter impostare indicatori previsionali di successo delle strategie. 3.2 Misurazione del processo Come evidenziato nel paragrafo precedente, il processo del credito standardizzato permette di definire degli indicatori raccoglibili nel tempo, non soggettivi e sempre confrontabili. Calando tali indicatori sui processi precedentemente identificati, è possibile identificare, per le seguenti famiglie di indicatori, alcuni KPIs: Dimensionamento /Produttività: o n° posizioni intercettate; o n° posizioni sulle quali è stata proposta una strategia, N° posizioni sulle quali è stata approvata una strategia e N° posizioni passate ad altro processo (bonis, incaglio, ristrutturato e sofferenza); o valutando i tempi di presa in carico tra la fine di uno stato e l’inizio dell’altro è possibile stabilire anche i tempi di attesa; 8 Executive Summary - CeTIF 2013 o il dimensionamento e la relativa produttività sono definibili se si posseggono gli effort (tempo effettivamente speso su quella determinata attività – es. la proposta della strategia) del personale per i vari volumi. Backlog: o posizioni in portafoglio (per area geografica, per settore di sede o altro) per cui è stata proposta una strategia rispetto al totale delle posizioni intercettate nell’unità di tempo, oppure strategie che sono passate attraverso la sottofase di approvazione rispetto a quelle per cui era stata proposta una strategia, ecc. Tempi di Attraversamento: o tempo intercorso tra presa in carico della posizione e proposta della strategia; o tempo intercorso tra strategia proposta e strategia approvata; o tutti i tempi intercorsi tra i vari stati gestionali. Tempestività: o tempo intercorso tra la presa in carico della posizione dopo intercettazione e il momento di proposta strategia; o tempo intercorso tra la proposta di strategia e l’approvazione della stessa; o tempo di sforamento (e N° di volte) dei cut-off massimi predefiniti per la definizione della proposta della strategia, per la sua approvazione e per la sua effettuazione. o tempo intercorso tra l’intercettamento della posizione e la delibera di sofferenza; o i tempi intercorsi tra i vari sotto processi; o tempo intercorso tra la decisione di cedere il credito e la realizzazione della cessione; o tempo intercorso dall’intercettamento in sofferenza all’uscita dallo stato. Qualità del processo: o n° di strategie proposte e andate a buon fine (rientro in bonis da past-due o da incaglio o da sofferenza); o n° di strategie non andate a buon fine (passate da past-due ad incaglio o da incaglio a sofferenza, da sofferenza a perdita); o n° di contestazioni rispetto al numero di posizioni classificate; o n° di contestazioni avvenute per difetti di forma nella comunicazione al cliente; o n° e tipologie di strategie proposte e risultati (valore del recupero vs esposizione, perdite, ristrutturate, altro); o n° di strategie i cui costi di recupero hanno superato i benefici derivanti dal recupero stesso; Tutti gli indicatori sopra definiti sono suddivisibili per misurazione rispetto ai Filtri (valore dell’esposizione, rischiosità, segmento di clientela, presenza di garanzie, forma tecnica). 9 Executive Summary – CeTIF 2013 Tra i vari indicatori del processo di gestione del credito deteriorato, la LGD potrebbe essere un interessante indice di sintesi da tenere in considerazione poiché contiene al suo interno un set di informazioni sul processo di gestione e recupero non trascurabili. La LGD può essere, inoltre, un interessante strumento per stimare l’efficacia di eventuali cambiamenti a livello organizzativo valutando gli scostamenti tra i valori della LGD expected e incurred. Tali scostamenti potrebbero indicare, se calcolati con una certa significatività statistica, l’efficacia (se la LGD è più bassa) / l’inefficacia (se la LGD è più alta) di eventuali cambiamenti promossi nel corso della “vita” della posizione; successivamente alla concessione del credito (e alla valutazione della LGD attesa) gli intermediari potrebbero aver modificato i propri approcci strategici (decidendo, ad esempio, di ricorrere per un determinato set di posizioni a soluzioni stragiudiziali), aver introdotto un nuovo sistema informativo, riorganizzato il sistema di deleghe, ecc. Considerata da questa prospettiva, la LGD non è semplicemente uno strumento di analisi ex-post della qualità del processo, ma diventa un parametro importante per valutare continuamente l’efficacia dei cambiamenti organizzativi. 4. Conclusioni e linee guida per il cambiamento Dalla ricerca si evidenzia che la standardizzazione e la riconoscibilità delle fasi del processo sono elementi fondamentali per migliorare il processo di gestione dei crediti deteriorati perchè permettono di memorizzare, in generale, la storia delle posizioni e le diverse strategie adottate. Questa nuova configurazione del processo deve passare attraverso l’evoluzione dei sistemi informativi, ad oggi non sempre adeguati, e attraverso il cambiamento della cultura e del modo di lavorare degli operatori stessi. L’evoluzione dei S.I dovrà garantire agli operatori una visione del processo end-toend e un set informativo costantemente aggiornato; nessuna strategia può infatti essere definita correttamente senza una base informativa aggiornata che metta a disposizione dati bilancistici da un lato, e informazioni di mercato, di compagine azionaria e di natura organizzativa dall’altro. Inoltre sarà necessario che i gestori, ai vari livelli di delega, imparino ad impostare le strategie di gestione in modo preventivo e codificato, non solo attraverso l’analisi della singola pratica, ma anche in funzione dei dati storici messi loro a disposizione dai sistemi informativi per imparare dal passato e impostare miglioramenti per il futuro. Ricercare e definire le modalità di analisi dei dati (ma soprattutto di sintesi) per ottenere il cosiddetto “so what” sarà pertanto una competenza da sviluppare fortemente. Una volta messi a disposizione i nuovi strumenti gestionali, le principali sfide per il cambiamento che gli intermediari finanziari dovranno affrontare e risolvere nel prossimo futuro saranno proprio le problematiche relative al tempestivo aggiornamento delle informazioni e alla ricerca del “so what” dai dati storici. 10 Executive Summary - CeTIF 2013 CeTIF Università Cattolica del Sacro Cuore Largo Gemelli, 1 - 20123 Milano Tel. + 39 02 72342590 Fax. + 39 02 43980770 E-mail: [email protected] www.cetif.it Il processo di gestione del credito deteriorato nel segmento SME 11