17 settembre 2011

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17 settembre 2011
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
l’Altopiano
La voce degli 8 Comuni
www.giornalealtopiano.it
pag.10
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
N. 355 - ANNO XIV - EURO 1,50
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
ASIAGO
Conco
Alle elementari La premiazione
di Mister
ritorno a
Sedano 2011:
scuola in
tutta sicurezza vince quello di
Malga
dopo i grandi
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Vallerana
lavori
estivi
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I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
SABATO 17 SETTEMBRE 2011
Enego
FOZA
Nella Piana
di Marcesina
ad ottobre si
effettueranno
le riprese di un
film western
In 2500 da
tutto il mondo
per non perdere
le tradizionali
Quinquennali
dell’Assunta
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Pagine 18, 19
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GALLIO
ROANA
Legname
all’asta: il
bosco preziosa
risorsa per la
collettività
Alle Melette
in arrivo un
nuovo impianto
di risalita
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Recupero beni storici
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Si vorrebbe
costruire un
nuovo albergo
in località
Appaloosa, ma il
Piano di assetto
territoriale non
prevede aree per
strutture ricettive
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Le pietre che raccontano
la storia più tutelate grazie
al loro censimento
Al Verena ora c’è
“Il bosco degli urogalli”
La
La nuova
nuova ee moderna
moderna seggiovia
seggiovia
montata
montata in
in tempo
tempo record
record
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Migross al lavoro
per preparare al
meglio la stagione
E intanto va in scena
la Supercoppa
Torna la Festa della
transumanza
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Grafica Altopiano
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
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l’Altopiano
Sabato 17 settembre 2011
ATTUALITA’
Al suono della prima campanella, lunedì 12 settembre,
niente o poco lasciava
intuire che fino ad appena qualche ora prima
la scuola elementare
“Monte Ortigara” di
Asiago fosse un grande cantiere con squadre di operai super indaffarati per finire in
tempo i lavori. Durante
tutta l’estate, l’edificio
scolastico di Via
Bertacchi è stato oggetto, su progetto dell’architetto Enrico Vescovi, di
un importante intervento di
adeguamento alla normativa
antincendio
con
la
ristrutturazione dell’impianto di
riscaldamento ed altri vari interventi di straordinaria manutenzione.
“L’obiettivo primario – sottolinea l’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Rigoni – è
quello di assicurare ai nostri
bambini un ambiente sempre
più salutare e soprattutto sicuro. L’intervento è iniziato an-
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Lavori alle scuole elementari di Asiago:
ora l’edificio è più sicuro e un po’ più bello
Eseguito un importante intervento di adeguamento alla normativa antincendio con la
ristrutturazione dell’impianto di riscaldamento ed altre varie opere di straordinaria manutenzione
L’archidetto Enrico Vescovi, a sinistra, insieme
all’assessore ai lavori pubblici Giampaolo Rigoni
cora l’anno scorso creando
ovviamente un po’ di caos ed
è doveroso da parte mia un ringraziamento al dirigente scolastico e al corpo docenti che
hanno portato pazienza. Grazie anche ai collaboratori scolastici che hanno avuto un bel
daffare per sistemare e pulire
la scuola. Un plauso al
progettista Enrico Vescovi che
ha saputo lavorare tenendo
sempre un filo diretto con l’Ufficio Tecnico. Grazie la suo zelo
e alla sua meticolosità siamo
riusciti a terminare, o quasi , i
lavori per l’inizio dell’anno scolastico”. Il costo dell’opera è
di 545 mila euro, dei quali 350
mila verranno coperti da apposito contributo regionale. Al
Comune rimangono 195 mila
euro per i quali è stato acceso
un mutuo presso la Cassa
Depositi e Prestiti. “Ancora
una volta – sottolinea l’assessore – la Regione va ringraziata per l’attenzione che dimostra alle esigenze di questo
territorio”. Per quanto riguar-
da l’adeguamento alla normativa antincendio si è provveduto a fare le opportune modifiche sulle scale, delle uscite
di sicurezza e delle vie di fuga
compresa l’installazione della
necessaria segnaletica integrativa. Tra gli interventi più
rilevanti c’è da segnalare il
recupero della zona originariamente destinata a piscina (mai
usata a questo scopo e divenuta in realtà un deposito) che
ora potrà essere utilizzata per
attività psicomotorie. I bagni
sono stati tutti rifatti, cambiando anche le porte, con la rea-
lizzazione anche di un nuovo
servizio igienico per i portatori
di handicap. A proposito di barriere architettoniche, è stato interamente rifatto il percorso
esterno di accesso alla palestra, togliendo del tutto gli scalini. E’ stata poi ristrutturata la
centrale termica con l’impianto di riscaldamento, portato recentemente da alimentazione
a gasolio a quella a biomasse.
Sono state realizzate nuove linee di alimentazione e di distribuzione e si è fatto in modo
che l’edificio possa essere riscaldato a settori e in momen-
ti diversi. Tutto viene comandato dalla centrale termica. Con la coibentazione
delle tubature si eviterà il
problema della dispersione
termica. “Da questo punto
di vista – sottolinea Rigoni
– la scuola era un colabrodo e quindi ora si spera anche di ottenere anche un risparmio sulle spese”. Sono
stati anche apportati,
laddove
necessario,
adeguamenti all’impianto elettrico esistente. Si è dovuto anche intervenire esternamente,
con la revisione e ripassatura
del manto di copertura con l’introduzione di nuovi canali di gronda in lamiera preverniciata dotati di relativi scarichi, così da evitare le infiltrazioni d’acqua dal tetto e anche lungo le finestre. Ora
gli elementi di lattoneria introdotti fungono quasi da arredo
esterno e insieme alla
tinteggiatura di alcuni muri
esterni contribuiscono a dare
all’edificio un’estetica migliore.
Stefania Longhini
Aperto in Comunità Montana
lo Sportello collaborazione familiare Dal GAL oltre mezzo milione di euro
E’ aperto in Comunità Montana, ogni martedì pomeriggio e ogni giovedì mattina, lo “Sportello collaborazione familiare”. Il servizio si rivolge a tutte le famiglie altopianesi che necessitano di supporto in merito alla ricerca e assunzione di una badante o cercano risposta a tutto
campo per i tanti altri problemi di assistenza. Con il supporto del Consorzio Prisma di Vicenza,
lo sportello viene gestito dalla Cooperativa “Il Faggio” di Asiago e finanziato dalla Cassa
Rurale e Artigiana di Roana insieme ai Comuni dell’Altopiano. Gli orari di apertura sono i
seguenti: il martedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 e il giovedì mattina dalle 9 alle 12.30.
Una firma anti Porcellum
“Io firmo. Riprendiamoci il
voto”. Si chiama così l’iniziativa del Comitato per il
Referendum sulla Legge
Elettorale, che ha lanciato
una nuova campagna
referendaria per cancellare i punti più controversi
della legge Calderoli: liste
bloccate, premio di maggioranza, deroghe alla soglia di
sbarramento, obbligo di indicazione del candidato premier.
L’obiettivo è raggiungere, entro la fine di settembre, le
500mila firme valide necessarie a presentare il referendum
alla Corte di Cassazione. Una
mobilitazione trasversale, che
nasce nella società civile, per
mettere un freno ai danni pro-
dotti
dal
Porcellum:
t r a s f o r m i s m o ,
frammentazione, coalizioni
disomogenee e ingovernabili.
Per aderire dunque all’iniziativa anti – Porcellum e per il ripristino del vecchio sistema
elettorale, basta andare presso l’ufficio anagrafe del tuo
Comune di residenza e mettere la tua firma. Al 15 di settembre, giorno di chiusura del
nostro giornale, si era
arrivati arrivati a quota
435mila firme.
“Per essere sicuri, però
- spiega Arturo Parisi,
coordinatore politico del
Comitato referendario
– bisogna arrivare a 600
mila. Tante firme infatti
possono non essere valide o non
essere consegnate in tempo. Bisogna darsi un margine più ampio per stare sicuri”. Per questo i promotori del referendum
hanno organizzato una campagna di raccolta firme per le
ultime due settimane di settembre. Si chiama ’10 giorni per
la democrazia’ e avrà come
punto di riferimento le principali piazze delle città.
L'ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE
VENERDI' 30 sett.ore 21.00 - SABATO 1 ore17.00 20.00 22.00
DOMENICA 2 ore 16.00 18.00 21.00 - LUNEDI ' 3 ORE 20.45
per incentivare la piccola imprenditoria
E’ stato pubblicato il 9 settembre scorso il
bando del GAL Montagna Vicentina relativo alla misura 312 “Sostegno alla creazione
e allo sviluppo di microimprese”. L’ azione
1 “creazione e sviluppo di microimprese”
prevede un totale di circa 528.000 euro di
contributi erogabili. Vengono messe a disposizione importanti risorse economiche, finalizzate allo sviluppo delle aree rurali, per le
seguenti attività economiche: fabbricazione
di porte e finestre in legno; segagione e lavorazione delle pietre e del marmo; installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e
di condizionamento dell’aria in edifici o in
altre opere di costruzione; affittacamere per
brevi soggiorni, case ed appartamenti per
vacanze, Bed & Breakfast, Residence; attività delle guide e degli accompagnatori turistici; cura e manutenzione del paesaggio. I
contributi possono arrivare fino al 70% della
spesa.
Le indicazioni sulla documentazione da allegare alla domanda di aiuto, i criteri e le condizioni di ammissibilità dei soggetti richiedenti,
nonché i criteri di selezione e molte altre indispensabili indicazioni sono presenti nel testo
completo del bando GAL scaricabile dal sito
www.montagnavicentina.com. La presentazione delle domande deve avvenire entro e non oltre 90 giorni dalla data della
pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
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Truffe, raggiri, furti di dati sensibili, appropriazione d’altrui identità sono reati sempre più comuni
“La sicurezza in rete”: giuristi
ed esperti a convegno ad Asiago
Informazione, preparazione sicurezza. Sono le basi per non cadere vittime della rete. Il world wide web, meglio noto come rete
o internet, ha aperto mondi, ha reso la vita più semplice sotto
certi aspetti, ha abbattuto confini e avvicinato persone. Però c’è
anche il rovescio della medaglia. Truffe, raggiri, furti di dati
sensibili, appropriazione dell’identità di un altro sono reati sempre più comuni oggigiorno con l’uso intensivo fatto della rete
con pc e smartphone per fare acquisti, compiere operazioni bancarie, socializzare. Tutti temi toccati nella due giorni di convegno
“Sicurezza informatica e tutela giuridica della rete” organizzato
“Con i Mandala ho trovato
uno specchio per la mia anima”
Incontri che avvengono per
caso, mentre cerchi la tua strada e ti portano ad esplorare
mondi nuovi, aiutandoti a comprendere tante cose del tuo vissuto e inducendoti poi ad esprimere al meglio l’universo che
hai dentro. Nell’arte dei mandala Emanuela Minchio si è proprio imbattuta casualmente, a
casa di un’amica, e da subito è
stato totale coinvolgimento. Il
sentirsi irresistibilmente attratta e affascinata, il voler sapere,
il voler provare e sperimentare, il realizzare secondo una personale interpretazione e infine
l’irrefrenabile desiderio di far
conoscere e di condividere con
il maggior numero possibile di
persone questa meravigliosa
esperienza, nonchè la conoscenza che ne deriva. Può essere sintetizzato così il cammino sulla via dei mandala di questa giovane donna asiaghese,
estremamente curiosa, eclettica
e creativa, che di lavoro fa la
rappresentante per una ditta di
cosmetici biologici ed ha pure
una grande passione per il ballo caraibico che insegna nella
sua scuola di ballo. Tanto ha studiato e tanto ha sperimentato su
questo argomento che ne sono
nati una mostra dei suoi mandala
(molto bella!), tenutasi ad agosto
ad Asiago, e un libro dal titolo
“Mandala specchio dell’anima”
che dopo le prime presentazioni,
sempre ad Asiago, sarà ora oggetto di altri incontri, il primo dei
quali è in programma il 27 settembre a Thiene, presso la libreria “Il Gufo” (ore 17.30). La pubblicazione, la prima, per Emanuela
Minchio, non è e non vuol essere
un semplice trattato su questa
forma d’arte meditativa. Certo
non mancano, a beneficio a chi
si avvicina per la prima volta a
questo universo, delle indicazioni
base, ma l’autrice vuole soprattutto trasmettere ai lettori ciò che
lei stessa ha vissuto, provato e
sentito nello sperimentare questa
forma pittorica circolare e ciclica
e nel generare le sue opere.
“Il libro – spiega Emanuela - è
nato da alcune intuizioni o pensieri che mi venivano mentre dipingevo. Ho osservato molto i
mandala che pian piano ho creato, non solo i simboli che ne sono
usciti ma anche le modalità che
ho utilizzato: il tratto, l’acqua, i
colori, il respiro. Con tanta meraviglia trovavo dei parallelismi
con il mio quotidiano. Il mandala mi rimandava indicazioni precise scoprendo che l’animo
umano è unico in ogni sua
espressione. Tramite il mandala
ho colto che affronto la vita in
ogni sua sfaccettatura con modalità similari a come disegno,
dipingo, mangio, ballo e penso. Il mandala è per me uno
specchio che riflette le pieghe
dell’anima, è l’anello di congiunzione del mio vissuto, del
presente e del futuro”. Parlando
del suo vissuto, Emanuela parla inevitabilmente anche
dell’Altopiano ed è veramente
significativo il riferimento alla
Grande Rogazione nel capitolo
dedicato alle geometrie sacre.
“Il mandala della mia terra
d’origine” lo definisce l’autrice, dando un’interpretazione
originale e sorprendentemente
nuova di questa tradizione, ovvero della “sua personale geometria sacra”. Grazie a questo
libro e alla mostra di Asiago,
per Emanuela si stanno via via
aprendo nuovi orizzonti sulla
strada dei mandala. A metà ottobre terrà un mini corso a Padova presso un’associazione
locale sulla sua tecnica “caos
geometrico”, mentre sembra
che una ditta sia intenzionata ad
utilizzare i disegni dei suoi dipinti per realizzare della carta
da regalo. Della serie: basta
aprirsi e lasciare scorrere
l’energia universale per accorgersi che la vita è una sorpresa
continua. Stefania Longhini
dal Ministero della Gioventù e dal Corpo Forestale dello Stato con
la collaborazione della Polizia di Stato, del Comune di Asiago,
dall’United Nations Interregional Crime and Justice Research
Institute e dalla Comunità Montana. Un convegno che ha visto
numerosi partecipanti prestigiosi; dai componenti del CSM Guido
Calvi e Filiberto Palombo, Simone Crolla dell’American Chamber
of Commerce, Nicola Di Leone dell’Europol, Antonio Abruzzese,
direttore della polizia postale, ed esponenti del mondo informatico,
da Yahoo e Google a Microsoft e Symantec. Tre i grandi temi; la
tutela dei minori in rete, la tutela del consumatore digitale ed i
crimini informatici con relatori esponenti del mondo investigativo
(come Gianluca Braghò della Corte dei Conti, Sergio Zorzo, ispettore della Guardia di Finanza dell’ufficio centrale anifrode, e Francesca Bosco dell’istituto di ricerca sul crimine emergente delle Nazioni Unite) nonché del mondo politico come Giuseppe Chiaravalloti,
vice presidente dell’autorità garante della privacy, e Domenico Vulpiani
consigliere del Ministro dell’Interno. “Serviva una riflessione sulla
normativa italiana in materia anche a fronte della convenzione di
Budapest, il trattato internazionale stilato per realizzare una politica europea comune contro i crimini informatici – spiega il magistrato Stefano Amore – La presenza al convegno dei grandi internet provider
come Google e Microsoft, di un gigante della distribuzione come Ups
e l’American Chamber of Commerce sono indice di quanto il proble-
ma è sentito nell’ambiente”. Ovvero stabilire un coordinamento
internazionale tra le varie forze di polizia e inquirenti attraverso
l’intermediazione dei grandi server di internet. Un problema che,
per poter essere affrontato correttamente, richiede anche di informare l’utenza che spesso invece si affaccia sul mondo del
web senza le giuste precauzioni come ha ricordato Antonio
Abruzzese, direttore della Polizia Postale. “Minacce che vanno
dalla truffa al vero e proprio furto di identità – ha spiegato il dirigente della Polizia di Stato – Una problematica sempre più comune e da cui è molto difficile uscire”. Un caso che si accentua
sempre più soprattutto con il diffondersi degli smartphone come ricordato da Antonio Forzieri di Symantec Italia. “Sia i telefoni “intelligenti” sia i fornitori del servizio telefonico mobile non hanno le protezioni che hanno i nuovi pc ed i server internet” ha spiegato. Una rete
che però, se utilizzata bene e con cognizione, è anche al servizio della
giustizia entrando sempre nelle indagini come ha relazionato Giampietro
Lago, comandante dei Ris di Parma. “L’Italia è ben equipaggiata per
affrontare le nuove sfide connesse alla rete e al cybercrime – ha illustrato Lago – La legge del 1998 contro la pedopornografia è stata
precorritrice alle attuali normative europee contro il crimine informatico.
Il passo successivo e impellente è ora creare un coordinamento per lo
scambio di informazioni tra le varie forze di polizie, le magistrature e i
service provider”.
Gerardo Rigoni
“La pietra nel tempo”: il concorso fotografico
della Cassa Rurale e Artigiana di Roana
Raccontare il territorio attraverso una fotografia. Ma non il territorio nel senso di paesaggio bensì attraverso i suoi manufatti ed i suoi
particolari, mettendo così in luce il profondo legame che lega la terra
al suo popolo. E’ l’idea nata all’interno del consiglio d’amministrazione della Cassa Rurale ed Artigiana di Roana poi diventata, con l’aiuto e
i preziosi suggerimenti di Ermanno Olmi, un concorso fotografico.
Un’iniziativa destinata a continuare nel tempo, che ha come primo
tema “La pietra nel tempo”. “Le foto devono riferirsi all’uso della
pietra da parte dell’uomo – spiega il presidente della Cassa Rurale,
Maurizio Zovi – Il legno era usato per gli utensili ma era abbastanza
prezioso perché non sussisteva la ricchezza boschiva di oggi. L’uomo quindi rivolse la sua attenzione alla pietra costruendo strade,
ponti, abitazioni e terrazzamenti senza contare le “stoan platten”,
le caratteristiche delimitazioni confinarie oramai divenute un po’
simbolo dell’altopiano più rurale”. Le 12 foto vincitrici (che
saranno giudicate dalla giuria composta dal presidente Maurizio
Zovi, dal regista Ermanno Olmi, dal giornalista Luigi Costa, dal
presidente dell’Istituto Cimbro Sergio Bonato e dal fotografo pro-
Sapor d’acqua natia
Adesso speriamo che lei non mi
faccia fare il solito tema: “Mi
parli delle sue vacanze”. Vorrebbe proprio dire che siete davvero prevedibili voi insegnanti:
lo chiedete il primo giorno delle
scuole elementari e continuate
a chiedercelo il primo giorno di
ogni santo anno delle superiori.
Pensare che quest’anno potrei
anche stupirla se davvero le dicessi come ho passato le mie
vacanze: vorrei raccontarle del
romanzo di Tolkien che ho letto e della bellezza d’aver incontrato uno scrittore come Kafka
quando parla dell’uomo come
di un coleottero; dei 120 milioni di cellule che compongono il
nostro naso e che riconoscono
fino a quattromila odori. Oppure
parlarle del quadro che Edmond
Degas ha intitolato “Le stiratrici”
che ho contemplato al museo
d’Orsay di Parigi. Come vede,
prof, questa volta ho optato per
un’estate di studi, nonostante
lei ci avesse raccomandato assolutamente di riposare per ripartire più freschi l’anno venturo. Il fatto è che a me lo studio piace, sopratutto quando
nessuno me l’impone. D’esta-
fessionista Graziano Dal Zotto) riceveranno un premio di 150
euro ciascuna e andranno a comporre il calendario della Cassa
Rurale per l’anno 2013. Il concorso è aperto a tutti i fotografi
anche dilettanti ed è a partecipazione gratuita. Le foto, legate
all’Altopiano di Asiago o alla pedemontana vicentina, devono essere consegnate entro il 31/08/2012. Ogni partecipante potrà inviare un massimo di 12 fotografie digitali inedite, prive di
fotomontaggi o fotoritocchi (salvo piccole correzioni di colore,
contrasto o esposizione), suddivise in base allo scorrere delle
stagioni. Le fotografie dovranno essere con orientamento orizzontale e in formato jpeg alta risoluzione (min. 1200x1024). Ogni
fotografia dovrà riportare: titolo, nome e cognome del fotografo,
luogo dello scatto, data di scatto, e-mail, recapito telefonico ed
indirizzo e potranno essere inviate via mail all’indirizzo
[email protected] oppure consegnate su supporto digitale
presso le filiali della Cassa Rurale di Roana. Il regolamento completo è disponibile al sito www.craroana,it oppure presso le filiali
della Cassa.
Gerardo Rigoni
Prof, facciamo un patto io e lei?
te mi capitano cose stranissime che durante l’anno lei nemmeno osa più sognare: sto sveglio la notte per leggere, tengo
sempre un romanzo a portata
di mano, scarabocchio delle
piccole poesie nel mio diario,
dibatto sull’attualità con gli
amici su Facebook e Twitter.
Potrei quasi dirle – e lei stavolta non tarderebbe a credermi –
che mi applico più d’estate che
durante l’anno scolastico: sono
gli assiomi indimostrabili di chi
nella classe non siederà mai
nella cattedra ma nell’ultima
fila, quella di chi domani scriverà la storia. Le dirò che io
quest’anno a scuola non ci volevo proprio tornare. Pensare
che voi (lei e i suoi colleghi) mi
farete perdere il primo mese di
scuola per ambientarmi (è
l’undicesimo anno che varco
quella soglia!), che comincerete
già dalla seconda ora a parlarmi degli esami di maturità quando mancano ancora tre anni,
che parlerete male di Berlusca
e dei suoi inservienti, che mi
riempirete la testa della nuova
Manovra e dell’incapacità del
Governo di rappresentarci e
che condirete il tutto intervallandolo con i vostri problemi familiari ed esistenziali un po’ mi
fa incavolare. Perchè lei, prof,
dovrebbe sapere che sotto la
mia faccia da asino ci sta un
alfabeto di desideri: di correre,
di gridare, di piangere, di amare, di sognare, di diventare grande, di sognare da capitano. Per
fare questo le sue frustrazioni
mi sono più d’intralcio che
d’aiuto. Scusi se glielo dico,
ma se ci torno a scuola è
perchè anche quest’anno – mi
creda: non giochi con la bontà degli studenti – spero che
la musica cambi per davvero. Io vorrei tanto vederla
piangere mentre spiega la sua
materia, scoprire dentro il suo
sguardo la passione per quello che insegna, entrare nel suo
entusiasmo per poi scoprire
che lei è davvero quello che
dice. Sentirmi raccontare di
quando Pasteur tratteneva il
fiato
sopra
il
suo
miscroscopio, di quando
Cèzanne se ne stava immobile davanti alla sua tela da dipingere, di quando Platone
s’accorse di consumare più
olio nella lampada che vino
nella coppa. Quest’estate ho
sognato tante notti di entrare
in classe e scoprire che la
prof crede davvero che la vita
abbia un senso splendido da
far sbocciare, che noi non siamo qui per caso, che dentro
noi c’è un microcosmo meraviglioso. Quando penso che
alla mia età Mozart già componeva musica, Domenico
Savio era già santo, Alessandro Magno stava per vincere
la battaglia di Cheronea e
Pascal già scriveva opere,
sento vibrare la passione nel
mio cuore. Le chiedo solamente, prof, che qualora lei
non l’avvertisse questa stessa passione ci faccia il piacere
di starsene a casa questa volta:
s’inventi una scusa qualsiasi, ma
ci faccia il favore di non scegliere ancora noi come destinatari
della sua frustrazione esistenziale.Avremmo grandi aspettative noi
ragazzi. E tanta speranza che qualche prof entri in classe e ci faccia finalmente innamorare delle
cose più alte e nobili. Di Berlusca
ne parli pure in sala docenti.
Don Marco Pozza
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
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67 ° Commemorazione di Granezza
ATTUALITA’
Oltre alle memorie dell’eccidio,
il ricordo di Giulio Vescovi
Anche quest’anno il Comitato permanente per le
commemorazioni della
Resistenza dell’alto
vicentino ed i Comuni di
Asiago, Lugo e Lusiana,
con l’Associazione volontari della libertà e la Federazione italiana volontari
della libertà, hanno rinnovato l’omaggio ai partigiani caduti nell’eccidio di
Granezza. Una commemorazione che ha voluto
essere dedicata non solo a chi è caduto nei boschi altopianesi in
quel settembre del ’43 ma a tutti coloro che hanno lottato per la
libertà e la democrazia: ai deportati, ai prigionieri di guerra, ai tanti
cittadini che con gesti grandi e piccoli hanno favorito la democrazia e la libertà individuale. Un appuntamento annuale che non
solo serve a ricordare quanto avvenne il 6 settembre 1941 quando i boschi a sud di Asiago echeggiarono di spari, di raffiche di
mitra, di grida. Quel
giorno avvenne il
grande rastrellamento delle forze
nazi fasciste che
passerà alla storia
come “l’eccidio di
Granezza” dove 22
uomini della Divisione Alpina “Monte
Ortigara” caddero
sotto il fuoco nemico, aggiungendosi
agli altri 230 già caduti o che cadranno durante la Guerra di Liberazione. Un appuntamento che serve anche per tenere vivo lo spirito che animò
quegli uomini e donne del 1941; spirito di sacrificio, di abnegazione, di amor patrio che mai come ora servirebbe all’Italia. Un particolare momento solenne è stato riservato per Giulio Vescovi,
scomparso il 18 dicembre dell’anno scorso; per anni cuore, anima e forza del Movimento partigiano vicentino che con le sue
Avis, un’estate con i giovani
Con l’autunno alle porte, anche
per Avis Altopiano di Asiago è
giunto il momento di fare il resoconto della stagione estiva
2011.
Avis Altopiano infatti, costantemente accanto ai giovani del
luogo, ha voluto offrire nel
mese di agosto delle buone occasioni d’incontro fondate sui
principi del divertimento sano
attraverso lo sport e la musica.
L’associazione si è fatta
promotrice del progetto “E …
state con Avis”, con l’obiettivo
di sostenere e favorire uno stile di vita sano, all’insegna dell’attività fisica , della musica e
del bere in modo responsabile,
date
le
numerose
problematiche presenti sul territorio altopianese circa l’abuso di alcool anche tra gli adolescenti. Importante per la realizzazione del progetto è stato il
coinvolgimento della fascia
d’età che comprendeva giovani dai 16 ai 30 anni, informandoli e allo stesso tempo stimolandoli alle tematiche del mondo avisino circa la donazione
volontaria di sangue o plasma.
Per pubblicizzare gli eventi di
questa stagione estiva e stimolare maggiormente la popolazione alla partecipazione, sono
stati creati degli appositi inviti,
indirizzati a tutti gli ex diciottenni
testimonianze, sostenute da ricerche storiche, ha cercato non
solo di tenere vivo lo spirito partigiano ma di stabilirlo anche
nelle giovani generazioni. “Nella Resistenza e nella Guerra di
Liberazione – aveva sempre sostenuto Vescovi - si trovano le
basi storiche ed i valori civili e
patriottici che hanno dato all’Italia la Repubblica e la Costituzione che ancor oggi regolano i
rapporti di convivenza democratica e di solidarietà della società
italiana”. “Erano giovani di
vent’anni o poco più, con grandi responsabilità che non hanno
esitato a fare scelte difficili, mettendo a rischio la loro vita e quella
dei loro amici e familiari – ha ricordato Alessandra Moretti, vice
sindaco di Vicenza parlando del nonno Italo Maniero, comandante della brigata “Loris”, grande amico di Vescovi - Erano
sorretti da una grande speranza: quella di riportare la libertà e
la democrazia in Italia. Il loro sacrificio e i loro ideali sono
scolpiti nella memoria storica di questo paese e nel ricordo di
tante persone che credono nella giustizia, nella solidarietà, nella libertà e nel rispetto della dignità umana. A loro noi dobbiamo
molto e per loro ci sentiamo in dovere di continuare a difendere quei valori e quegli ideali per i quali hanno lottato e sacrificato gli anni più belli della loro giovinezza”.
Gerardo Rigoni
Il Coro Asiago per
beneficenza in ricordo
di Patrizio Rigoni
dell’Altopiano degli ultimi sette
anni, con i quali Avis Altopiano
di Asiago ha voluto mantenere
i contatti dopo l’invio a tutti
degli auguri di buon compleanno e presentandosi quale realtà
di volontariato. La prima iniziativa ha visto Avis Altopiano
a fianco della Pro Loco di
Canove per sponsorizzare i giovani avisini e i simpatizzanti che
hanno voluto partecipare alla II
Edizione della “Vaca Mora”,
corsa podistica amatoriale e di
nordic walking di 10 km in notturna. La marcia si è svolta la
sera di sabato 6 agosto 2011,
con partenza da Campiello di
Treschè Conca ed arrivo a
Canove lungo l’ex percorso
della vecchia ferrovia, interamente illuminata da fiaccole che
rendevano particolarmente originale e suggestivo il percorso.
La seconda competizione a cui
Avis Altopiano ha aderito,
supportando una schiera di giovani atleti, è stata la
‘’Pedescalando Rotzo’’, una
avvincente gara in salita che ha
avuto luogo il 21 Agosto. Il percorso si snodava tra i pendii sovrastanti il paese di Pedescala e
le abitazioni preistoriche del
Bostel con arrivo nel centro di
Rotzo. Oltre alle classifiche regolamentari previste in entrambe le marce, ne è stata inserita
una particolare per i concorrenti
“targati” Avis, presenti alle corse in circa cinquanta iscritti, i
quali sono stati poi premiati con
riconoscimenti specifici durante la lotteria di Treschè Conca,
tenutasi nel corso dell’ultima
parte del programma e svoltasi
presso il Palatenda del paese la
sera stessa del 21 Agosto. Per
CLASSIFICHE Pedescalando Rozzo: Maschi: Cantele Davide ’93 (47’53’’); Panozzo Matteo ’95
(49’31’’); Pilati Giuseppe ’94 (52’42’’). Femmine: Fabris Marta ’91 (51’18’’); Valente Maria Nives ’96
(1:6’41’’); Rosa Debora ’95 (1:7’42’’).Vaca Mora: Maschile: Cantele Davide ’93 (36’43’’); Bertacco Simone
’94 (37’44’’); Rigoni Luca ’93 (38’28’’). Femmine: Fabris Marta ’91 (40’08’’); Lionzo Chiara ’85 (43’01’’);
De Biasi Gigliola ’92 (47’01’’).
l’occasione Avis Altopiano ha
pensato all’organizzazione di
un evento serale all’insegna
della musica. Con il prezioso
aiuto e la grande collaborazione della Pro Loco di Treschè
Conca è stato programmato un
intrattenimento serale con lotteria a premi, legati al progetto
stesso e alle tematiche del
volontariato, con a seguire il
concerto del noto chitarrista
Nick Valente, musicista locale
d’eccellenza che fa parte della
Band di tributo a Zucchero.
Durante tutto l’evento, inoltre,
è stata coinvolta in particolar
modo la popolazione giovane
anche attraverso la proposta di
assunzione di bibite e cocktail
analcolici, inventati dagli allievi
degli Istituti Scolastici di Asiago
e in seguito sperimentati dall’Associazione Occhi Aperti
per costruire giustizia, titolare
di un progetto già finanziato dal
CSV che mira a promuovere il
bere responsabile. In conclusione del Progetto Avis
Altopiano ha voluto salutare e
ringraziare tutti i ragazzi che
hanno aderito all’iniziativa e partecipato ai veri eventi con un
particolare augurio che prende spunto dalle parole di Don
Oreste Benzi “I giovani sono
terra del primo occupante”.
L’auspicio rivolto ai nostri giovani, perciò, è quello di non
“farsi occupare” da alcool, droga e fumo, ma di lasciar spazio
alle cose che veramente contano nella vita!
Valentina Isidoris
Il Presidente del Coro Asiago Paolo Finco consegna l’assegno
al Presidente della Cooperativa San Matteo Vittorino Rigoni
Le persone che in vita hanno naturalistico didattico, è stato
fatto del bene, riescono a su- tra i fondatori della Cooperatiscitare emozioni e sentimenti va San Matteo e per molti anni
anche dopo la loro scompar- Presidente della Casa di Riposa. E’ con questa certezza so di Asiago. Egli sentiva
che il Coro Asiago ha voluto l’altopiano come un mondo
ricordare il Maestro Patrizio prorompente di energia e di
Rigoni nel corso di un concer- CINEMA
multiformità,
cosa
questa che
LUX
ASIAGO
to tenutosi presso il Palazzo del è emersa con chiarezza nel
turismo del Millepini, durante corso del concerto. Apprezzail quale sono stati letti brani menti per la serata sono vetratti dai suoi scritti, accompa- nuti dal numeroso pubblico pregnati dai canti del coro e dalle sente e dai tanti amici che
bellissime immagini del foto- Patrizio aveva nella sua Asiago
grafo Roberto Costa. Nel e in tutti i luoghi in cui ha vismondo della scuola, il Maestro suto e insegnato. Il Coro, in
Patrizio è stato esempio di at- accordo con la famiglia, ha
tenzione verso tutti i suoi alun- deciso di devolvere le offerte
ni, rispettoso della loro “unici- ricevute durante la serata alla
tà”. Nelle sue lezioni sapeva Cooperativa San Matteo e San
comunicare i valori della vita, Luigi di Asiago, che accoglie
dell’amicizia, della semplicità persone affette da handicap,
ed il rispetto per tutto quello di cui il Maestro Patrizio fu
che ci circonda, in particolare Presidente. Alcuni giorni fa il
per la natura, che amava in- direttivo del Coro ha consegnatensamente. Nella società ci- to al Presidente della Cooperativile è stato studioso del nostro va Rigoni Vittorino, un assegno
territorio e della nostra cultu- di 800 euro, frutto delle offerte
ra; ha creato il museo raccolte.
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
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Asta del legname a Roana: il bosco,
patrimonio fruttuoso da salvaguardare
A Roana in questi giorni si è
ripetuta un’antica tradizione.
Come da secoli, sono stati assegnati i lotti boschivi da tagliare ai migliori offerenti attraverso un’asta d’assegnazione la
cui regolarità è stata controllata dall’ufficio comunale del
patrimonio e dal Corpo
forestale dello Stato. Diciotto
lotti a cui hanno partecipato 17
ditte dando vita ad un’asta vivace, e fruttuosa soprattutto
per il Comune, con rilanci che
hanno superato anche del 20%
la base d’asta. Dei lotti, uno
era di faggio, in buona parte
La cura e la salvaguardia delle aree boschive creano posti di lavoro; sono una quindicina
i residenti roanesi impiegati per il Servizio forestale regionale o per la Comunità Montana
Altri 20 lavorano nelle ditte private di coltivazione boschiva e commercializzazione del legname
destinato come combustibile,
mentre gli altri erano di abete
bianco e rosso (tanna e pesso)
destinati alla lavorazione in
segheria per la fabbricazione
di tavolati e pannelli.
I proventi dei tagli dei boschi
roanesi, di proprietà collettiva
gestiti per la comunità dal Comune, vengono per la maggior
parte investiti nel patrimonio
comunale (boschi, malghe ed
alpeggi) e comunque sempre
a favore del benessere della
popolazione residente. Da segnalare che dei 25 mila metri
cubi di crescita annua dei boschi roanesi solamente 8 mila
vengono destinati al taglio; gli
altri vanno ad aggiungersi ai
5.400 ettari di bosco già presenti sul territorio comunale.
In più questo patrimonio naturale crea posti di lavoro; sono
Nuovi intonaci al Municipio di Roana
Verde, come i boschi e come i
prati che contraddistinguono
l’Altopiano. E’ il colore che
l’amministrazione comunale di
Roana ha scelto per abbellire
il Municipio che da tempo necessitava di un’opera di manutenzione straordinaria agli
intonaci. Intonaci che presentavano profonde crepe e distacchi di grossi pezzi creando un inestetismo che molti cittadini hanno spesso chiesto di
elimianre. Quindi, nonostante
i tempi economici difficili,
l’operazione è stata messa in
opera proprio per dare un senso di ordine e perché i roanesi
possano essere orgogliosi della loro casa comune. G.R.
una quindicina i residenti roanesi che
lavorano nella cura
boschiva per il Servizio forestale regionale o per la
Comunità Montana. Altri 20 sono
impiegati nelle ditte private di coltivazione boschiva e
commercializzazione
del legname.
Tutti i boschi di coltivazione di Roana
sono certificati
PEFC, ovvero è
attestato che la loro lavorazione è di tipo ecosostenibile con
una pianificazione di coltivazione che lascia buona parte della nuova crescita in eredità alle
foreste stesse.
“Il bosco è sempre stato per
la gente di Roana una risorsa
fondamentale – commenta
Roberto Tortora, consigliere
con delega al patrimonio – E’
un’importante veicolo di entrate ma anche fondamentale per
il nostro ambiente montano. Il
bosco non deve essere solo
sfruttato ma piuttosto costantemente curato e protetto
come ci insegnano i nostri avi.
Per questo auspico che, anche
con l’aiuto della Comunità
Montana e degli enti regionali,
si arrivi ad effettuare una diversa utilizzazione e gestione
del patrimonio boschivo”.
“Penso – prosegue – ad incentivi per effettuare interventi di pulizia delle piante in deperimento e schiantate, di interventi contro l’aggressione
dei numerosi parassiti che portano sino al rinsecchimento
degli alberi, ad interventi a favore del sottosuolo dei nostri
boschi attualmente oggetto di
eccessivi carichi antropologici con continui calpestii così
come di interventi di bonifica
da piante infestanti”.
“Questi interventi servirebbero per far ritornare quelle specie autoctone e pregiate oggigiorno quasi del tutto scomparse come gli urogalli raccontati da Stern – conclude Tortora – L’asta appena compiuta, nonostante il periodo di crisi, dimostra che il legno è un
componente ancora molto importante nella nostra società ed
è per questo che tutti, cittadini, amministrazione comunale
e enti pubblici, dobbiamo individuare le sinergie necessarie
per una gestione mirata del bosco improntata al suo salvaguardia per le generazioni future”.
Gerardo Rigoni
ATreschè Conca si inaugura la nuova campana
Una giornata di festa domenica 25 settembre, con la benedizione
sul campanile, messa solenne e un pomeriggio di giochi e teatro
A Treschè Conca tornano a
suonare le campane: dopo
quasi un anno e mezzo dalla
rottura della cosiddetta “campana grande”, proprio in questi giorni viene ripristinata la
torre campanaria della chiesa
parrocchiale, grazie alla collocazione della nuova campana,
del peso di 1080 kg, realizzata
dalla ditta Giacometti. La decisione di sostituire completamente la campana non è stata indolore, visti i tanti ricordi legati al suo
suono dolce o greve
a seconda delle occasioni, ma pur con
una grande stretta al
cuore, dopo aver valutato l’impossibilità
di una riparazione o
di una nuova fusione,
al suo acquisto si è
arrivati grazie alla generosità dei parrocchiani, mediante una
raccolta di offerte libere puntualmente riportate nel bollettino
parrocchiale. “E’ stato bello vedere il paese unito con l’inten-
to di riavere le proprie campane, il cui significato per una comunità cristiana è molto importante – dice il parroco don Stefano Margola - visto che richiamano i fedeli alla preghiera e scandiscono sia gli eventi
quotidiani che quelli solenni. Ed
è bello vedere questa unione
anche ora, in preparazione alla
festa che il paese si appresta
a fare in occasione dell’inaugurazione della nuova campa-
na”. Domenica 25 settembre
infatti si festeggerà l’evento ritrovandosi innanzitutto alle 9.30
nel piazzale della chiesa, dove è
prevista l’esibizione della banda
musicale Monte Lemerle di
Cesuna. Si passerà quindi alla
benedizione della campana sul
campanile, come fece il vescovo nel 1947, quando le campane
vennero ricollocate dopo che erano state tolte qualche anno prima per ordini nazisti.Alle 10.30
verrà celebrata la S.
Messa solenne animata dalla corale parrocchiale e al termine
ci sarà un rinfresco
per tutti all’esterno
della chiesa. Il pomeriggio dalle 14.30 sarà
animato da giochi per
le famiglie e infine, alle
17.00 presso il
palatenda la Compagnia del Filò, gruppo
teatrale amatoriale
paesano, presenterà
lo spettacolo appositamente ideato per l’evento
“Ocio al batocio”.
Silvana Bortoli
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
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“Il bosco degli urogalli”, la nuova sciovia del Verena
Ha un nome che ispira subito poesia, che racconta
della natura che trovi lassù,
a quasi 2000 metri, di incontri che, con un po’ di fortuna, si possono fare tra gli
alberi. E solo a pronunciarlo tornano inevitabilmente
alla mente pagine di letteratura locale che hanno fatto
il giro del mondo, e si rievoca una figura illustre, l’unica, che ha reso celebre
l’Altopiano. “Sì, è proprio
un omaggio al nostro Mario
Rigoni Stern” conferma
Lorena Frigo che ha voluto
chiamare la nuova seggiovia del Verena, installata da
pochi giorni, “Il bosco degli
urogalli”. Non è certo la prima che viene montata su
quei pendii che risalgono il
monte fino all’omonimo forte della Grande Guerra. Nel
1991 è stata attivata la seggiovia centrale “Verenetta”
e nel 2001 la “Cima Aquila” (..”91…2001…2011:
che curiosa coincidenza di date!), ma mai prima d’ora in
altopiano si era potuto assistere a un tal miracolo d’ingegneria impiantistica. Il montaggio in effetti è stato un autentico spettacolo a cui ha potuto assistere, ammirato, un
centinaio di persone. A distanza di una settimana, se ne
parla ancora con euforia al Rifugio Verenetta; i grandi
occhi azzurri di Lorena brillano di emozione e soddisfazione nel racconto dell’impresa avvenuta nel pomeriggio
di martedì 6 settembre. Un elicottero,
con un pilota eccezionale, e una squadra di 25 uomini in perfetta sincronia
hanno issato e posizionato i 9 grandi piloni con relative pulegge in soli 42 minuti. Un’esperienza davvero entusiasmante, per chi l’ha voluta, cioè Lorena,
che ha dovuto combattere le ritrosie di
papà Elio, anche lui però pienamente
soddisfatto alla fine, e per gli operai del
Verena, più i collaboratori che si sono
aggiunti, coscienti di aver preso parte
ad un evento storico per l’Altopiano.
L’elicottero della ditta Eagle è arrivato
dalla Svizzera, dopo aver fatto tappa a
Madonna di Campiglio. La sua opera è
costata 135 euro al minuto, ma ne valeva indubbiamente la pena. “Altrimenti
– sottolinea Lorena – ci sarebbe voluto
quasi un mese di lavoro, con costi
elevatissimi in denaro e soprattutto in
sicurezza”.
L’impianto,
il
più
moderno
dell’Altopiano, ha una portata di 1200
persone all’ora, ha una velocità di 2,8
metri al secondo ed impiega 5 minuti per
coprire una lunghezza di circa 1000
metri. Un’opera altamente costosa, siamo intorno ai due milioni di euro, che
verranno interamente sborsati dalla “Roana 2000 Verena”
e dai suoi soci.
“Un investimento che può sembrare fuori da ogni logica
imprenditoriale – afferma Lorena Frigo – soprattutto in
considerazione dei tempi duri che stiamo attraversando,
ma che è l’ulteriore testimonianza della profonda passione per il nostro lavoro al quale dedichiamo interminabili
giornate, dell’impegno, dei tanti sacrifici e della volontà
ferrea di portare avanti ad ogni costo i nostri obiettivi”.
E quando si lavora seriamente, i risultati arrivano. “La
nostra stazione – sottolinea ancora Lorena – negli ultimi
anni ha avuto un costante e progressivo aumento di presenze, con il conseguente beneficio per tutta l’economia
locale, e questo grazie alla collaborazione con altra gente
capace di “cavare sangue dai sassi” che lavora insieme a
noi per un’offerta turistica sempre più qualificata”.
E proprio in quest’ottica i progetti non si fermano e all’orizzonte ci sono altre novità come un nuovo snow park
che si comincia ad approntare per quest’inverno, a fianco
della seggiovia Cima Aquila. Ci sarebbe anche la volontà
di recuperare il forte Verena (dove fu sparato il primo
colpo di cannone della Grande Guerra) che diverrebbe,
grazie alla seggiovia, l’unico accessibile a chi soffre di
problemi di mobilità. Intanto sul Verena, grazie ai Patti
territoriali sta arrivando anche l’elettrificazione, che servirà pure la vicina zona di Campolongo. Un’opera da 1,2
milioni di euro cofinanziata dalla Regione con un contributo di 950 mila euro. Il rimanente, che dovrebbe essere
a carico dei Comuni di Roana e Rotzo, se l’è intanto
sobbarcato quasi interamente la famiglia Frigo (il Consorzio Rotzo, Valdastico e Pedescala ha contribuito con
l’1%) per assicurasi il completamento dei lavori prima
dell’inverno.
Stefania Longhini
Una scultura di schegge per il museo di Canove
Un nuovo monumento dedicato alla Fanteria adorna il
museo della Grande Guerra
di Canove, la scultura è stata donata da Carluccio
Zangirolami, medico chirurgo presso il comune di
Portoviro (Rovigo). L’opera artistica, sistemata su ceppo di abete all’entrata del
Museo, raffigura un soldato
della prima guerra mondiale
ed è composta da schegge
rinvenute sui campi di battaglia. Zangirolami è appassionato di storia patria e da oltre trent’anni frequenta
l’Altopiano diAsiago. Soldati
in armi, bersaglieri e alpini
sono rappresentati nelle sue
composizioni, mentre per ri-
cordare i caduti di Nassirya ha
raffigurato per una caserma
della benemerita il “Cavaliere
con bambino”. “Queste statue
– spiega l’artista – hanno forme irte e spigolose perché
costruite
assemblando
schegge di bombe del conflitto 1915-18, raccolte sui
fronti di Trentino e Carso. Le
schegge nella loro essenza
distruttiva sono ciò che ri-
mane tra il momento della
morte e l’inizio dell’oblio.
Esse sono le ultime testimoni di tanto sangue versato
e di tante vite spezzate. Recuperare questi reperti metallici, dare loro nuova forma ed espressione è un po’
come recuperare la memoria e la vita di quanti morirono in quella ormai lontana guerra. In queste sculture c’è un po’ anche della
nostra storia che ci sta a
guardare”. Alla cerimonia di
scoprimento erano presenti
numerosi soci e il direttivo del
Museo, in rappresentanza del
Comune è intervenuto l’assessore al patrimonio Ezio
Angius.
G.D.F.
Concorso di lingua cimbra
Al fine di incoraggiare e di sostenere l’uso scritto della
lingua cimbra nelle tre varianti dei Sette Comuni Vicentini,
dei Tredici Comuni Veronesi e di Luserna, è stato indetto
un concorso con scadenza 11 novembre prossino. Il concorso è stato organizzato dall’Istituto Cimbro di Luserna
in collaborazione con l’Istituto di Cultura Cimbra di Roana
e con il Curatorium Cimbricum Veronense, ed è intitolato a
Tonle Bintar, il protagonista del libro che molti ritengono il
capolavoro di Mario Rigoni Stern. Le condizioni per conoscere e per partecipare a questa iniziativa, sono contenute
in un bando disponibile presso gli istituti organizzatori. I
premi saranno assegnati in una festa nell’ambito del
Lusernar Boinichtn, il Natale di Luserna.
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l’Altopiano
Sabato 17 settembre 2011
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GALLIO
Un nuovo albergo in località Gastagh?
Individuata l’area in cui realizzare una nuova struttura ricettiva, resta un problema:
nel PAT non è prevista nessuna cubatura a questa destinazione. La commissione al lavoro
Da un turismo dei beni (seconde case) a un turismo dei servizi, basato sullo sviluppo di
strutture turistico ricettive. E’
quanto prevedono le linee guida del documento preliminare
della variante al PAT di Gallio,
approvato lo scorso 26 aprile.
Un obiettivo, quello di incentivare la costruzione di alberghi,
che l’amministrazione di Gallio
è determinata a perseguire. A
tal proposito, nel consiglio comunale del 2 settembre scor-
so, si è provveduto
all’individuazione di un’area
comunale da mettere in vendita per la realizzazione di una
struttura turistico ricettiva con
ristorante, zone benessere e
relax, e ampi spazi verdi. L’area
I gemelli savoiardi di Ugine
in visita a Gallio e Stoccareddo
E’ oramai entrato nella storia,
seppur recente, della Comunità di Gallio il forte legame che
la unisce ad Ugine, graziosa
cittadina dell’alta Savoia francese che prende il nome dalla
grande acciaieria presso la quale si è sviluppata.
L’idea del gemellaggio tra i due
paesi nasce nel 1993 con l’allora sindaco di Gallio Danilo
Dalla Bona, per creare un legame con le tante famiglie Baù e
Marini (83) ospiti di quella comunità in seguito all’intensa
emigrazione del dopoguerra.
Il Dalla Bona colse l’occasione
per accogliere per la prima volta
Ugine a Gallio nei giorni dell’inaugurazione ufficiale del
Ponte nuovo sulla Val Frenzela,
ponte che diede un impulso vitale
specialmente
a
Stoccareddo e Zaibena. In quell’occasione gli amici francesi
arrivarono con la loro Banda
Musicale. Negli anni tanti furono gli scambi di visite con numerosi incontri divenuti amichevoli fra le famiglie.
Come da tradizione, venerdì
scorso gli amici di Ugine sono
arrivati a Gallio e sono stati accolti a braccia aperte. Per sabato il Comitato galliese per il
gemellaggio aveva previsto una
giornata turistica a Pedavena e
Feltre con visita guidata alla
famosa birreria e pranzo. Giornata splendida sia per il tempo
come per la numerosa presenza della comunità di Gallio che
ha riempito un pulman a seguito dei gemelli francesi.
L’intenso programma di domenica ha prima portato gli Uginesi
a visitare il Museo dell’Acqua
recentemente allestito in Asiago
e poi all’atteso incontro con la
gente di Stoccareddo e Zaibena
nella tensostruttura, per il generoso pranzo preparato dallo
staff
femminile
della
La comunitá di Ugine consegna
un contributo alla “Baschirotto”
Un evviva degli
uginesi alla
polispotiva
Stoccareddo per
l'accoglienza
di circa 10 mila metri
quadrati è situata nei
pressi dell’Appaloosa
Horses Gastagh (Colle del Gastagh), corrispondente al vecchio
Appaloosa, e sarà messa in vendita a prezzo
modesto, dando poi la
possibilità all’acquirente (sembra ci sia già
l’interessato)di costruire anche alloggi, in
base ad una percentuale ancora da stabilire (ad
Asiago, per esempio è pari al
20%), da mettere poi sul mercato. In pratica, viene applicato l’istituto della perequazione
per consentire a chi intende investire di poter rientrare almeno in parte con le spese. Ma
c’è prima un problema da risolvere. “La precedente amministrazione, con il PAT approvato a gennaio 2009 – spiega il
sindaco Pino Rossi – non aveva purtroppo previsto nessuna
cubatura a favore delle strutture alberghiere, è dunque chiaro
che i 165.676 metri cubi previ-
sti dal dimensionamento del
PAT erano tutti stati destinati ad
uso residenziale, salvo prevedere un eventuale aumento di
cubatura per chi avesse trasformato una residenza esistente in
B&B o altro. Ora, questa amministrazione vuole, seppure
con enorme difficoltà, invertire questa tendenza e per poter
costruire alberghi si dovrà
provvedere a introdurre le opportune modifiche al piano”.
Per discutere sul tema e portare avanti il progetto, l’apposita
Commissione consiliare, composta dal sindaco, dall’asses-
sore all’urbanistica Giorgio
Dalla Bona, dai consiglieri di
maggioranza e minoranza più
giovani Giorgio Tagliaro e Fabio Gloder, dai progettisti del
PAT dello Studio Fantin e
Pellizzer, dal responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale
architetto Dall’Osto, si è riunita anche nei giorni scorsi. “E’
comunque incredibile – commenta Rossi – che un Comune
come Gallio, situato in una zona
ad alta vocazione turistica, non
abbia previsto aree destinate a
strutture ricettive”.
Stefania Longhini
Università degli anziani: dieci anni
all’insegna della cultura e del territorio
Polisportiva. L’incontro è inevitabilmente finito fra canti balli
e fisarmonica. E’ poi seguito
l’incontro ufficiale nelle bella
sala consiliare di Gallio per i discorsi ufficiali e il tradizionale
scambio di doni. Il sindaco
Pino Rossi ha sottolineato come
sia indispensabile coinvolgere di
più i giovani delle due comunità per scambi culturali e sportivi, anche con la possibilità di
accoglienza presso le famiglie.
La rappresentante della comunità di Ugine, ha ravvisato lo
stesso interesse per i giovani,
per questo era presente anche
la delegazione dello Sci Club
Ugine proprio per conoscere ed
invitare lo Sci Club Gallio a partecipare ad eventuali gare magari iniziando nel 2012 in occasione del 20° anniversario
della Olimpiade invernale di
Albertville che si trova a pochi
km da Ugine. In quella Olimpiade un Galliese, Ivan Lunardi,
si classificò 4° nel Salto.
Inoltre è stata invitata ad Ugine
una squadra di “boscaiolispaccalegna” per i prossimi
Campionati europei che si svolgeranno in Savoia. La Comunità di Ugine, essendo stata
coinvolta nella ricerca genetica
sui Baù, per la folta presenza
degli stessi in Ugine, ha voluto
devolvere un’offerta in denaro
alla B.I.R.D. “Fondazione
Mauro Baschirotto” per il proseguo della ricerca.Giuseppe
Baschirotto ha invitato gli
Uginesi a visitare i laboratori di
ricerca a Longare-Costozza.
La domenica è terminata con
la cena presso il Ristorante i
Mulini del Garten Hotel di
Gallio. Come da tradizione lunedì mattina c’è stato un breve
incontro per l’arrivederci a
Ugine.
Amerigo Baù
Martedì 20 settembre, l’Università degli anziani
organizzerà una giornata intensa e ricca di proposte, in occasione dei suoi dieci anni d’età. Festeggerà l’importante traguardo raggiunto con un
incontro rivolto a tutti gli aderenti del Vicentino.
La festa di compleanno avrà inizio alle 9.30 del
mattino presso l’Auditorium di Gallio, dove le
autorità accoglieranno i presenti. Alle ore 10.30,
sarà proiettato il DVD L’Altopiano delle meraviglie, che presenterà le foto di Roberto Costa raccolte nell’omonima pubblicazione ed
emblematicamente corredate da citazioni di Mario Rigoni Stern, il conterraneo che ha portato in
alto il nome del nostro Altopiano e che meglio ha
narrato vicende di straordinaria quotidianità. Sempre nel ricordo di Rigoni Stern, si terrà in mattinata un concerto, Canzoni di guerra e d’amore,
un omaggio realizzato da Alessandra Viola (testi)
e da Maurizio Pagiaro (musiche) che vale la pena
di ascoltare e che sembra ricalcare i due grandi
temi di uno dei romanzi più belli, anche se non
certo il più famoso, dell’autore nostro conterraneo, Amore di confine. Non esiste festeggiamento
senza un momento conviviale, che si terrà nel
momento del pranzo, in vari ristoranti
dell’Altopiano e all’insegna della nostra tradizione culinaria, proprio perché alla base di questa
Associazione, da dieci anni, c’è una profonda
considerazione per il nostro territorio. Nel pomeriggio, i partecipanti potranno aderire a visite guidate presso strutture e luoghi emblematici
dell’Altopiano, iniziativa che coinvolgerà più
comuni del territorio; infatti, potranno scegliere
se recarsi ad Asiago per spaziare dall’astronomia (all’Osservatorio) alla storia (presso il Sacrario Militare), dall’ambientalismo (Museo dell’acqua e Museo naturalistico) all’arte (presso
la Comunità Montana e il Museo ‘Le Carceri’).
I partecipanti potranno anche seguire visite al
Museo della Grande Guerra (Canove) e al Museo di Cultura Cimbra (Roana) o passeggiare
lungo il Sentiero del Silenzio (Gallio) e
nell’Archeopercorso del Bostel (Rotzo). Che dire?
Allo spegnimento di queste dieci candeline non
poteva mancare la supervisione della cultura territoriale.
Martina Rossi
BIRRERIA PIZZERIA
Scambio di omaggi fra Sci
Club Ugine e Sci Club Gallio
GRAFICA ALTOPIANO
NON SOLO PIZZA MA ANCHE
TANTE GUSTOSE SPECIALITA’:
PRIMI PIATTI, GRIGLIATE ecc.
Ristorante
CASA
ROSSA
località Kaberlaba - Asiago
info 0424-462017
Dopo le ferie, riapriamo il 21 settembre!
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
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GALLIO
In arrivo altri investimenti sulle piste da sci
Dopo il Verena, anche sulle Melette nuovo impianto di risalita. Partirebbe dall’arrivo della seggiovia
biposto “Solaia - Meletta Davanti” e porterebbe a località Buson con nuove piste lungo il tracciato
Approvata in linea di massima la nuova sciovia alle
Melette. Nell’ultima seduta del consiglio comunale la richiesta di autorizzazione da parte della Melette 2000 srl
di realizzare una nuova sciovia sul comprensorio che sovrasta Gallio è stata approvata in via preliminare. Dopo
le valutazioni finali dell’ufficio tecnico, la richiesta tornerà in consiglio per la sua definitiva approvazione. Il nuovo
impianto di risalita, che servirebbe alla società per risolvere alcuni problemi nell’organizzazione del demanio
sciabile attuale, partirebbe dall’arrivo della seggiovia
biposto “Solaia - Meletta Davanti” e porterebbe alla località
Buson. Lungo il tracciato saranno realizzate anche altre piste da discesa. “Un nuovo tassello nell’ammodernamento
dell’impiantistica delle Melette –
commenta il sindaco Pino Rossi –
Adesso attendiamo il parere definitivo dell’ufficio tecnico comunale per dare il via ai lavori”. “Questi
lavori, che si sommano a quelli realizzati per l’innevamento artificiale al Kaberlaba di Asiago l’anno
scorso e alla nuova seggiovia del
Verena – commenta il sindaco di
Asiago Andrea Gios che da tempo
assieme ai suoi colleghi altopianesi sta cercando di mandare avanti negli uffici romani progetti altopianesi di
potenziamento del comparto
dello sci alpino – dimostrano,
contrariamente a quanto alcuni
vorrebbero far credere, che gli
imprenditori della neve sono
fiduciosi nel continuo sviluppo
dell’altopiano quale località
sciistica alpina – Dimostrano
anche che sul territorio ci sono
imprenditori disposti a spendere fondi propri investendo nelle
proprie attività e, conseguentemente, nell’intero comparto
turistico.”
Gerardo Rigoni
Un’estate di salti
sui gonfiabili
Ex colonia Cadore e parco Croseta:
tutti i dubbi della minoranza
Perché si dà il via alla progettazione della ristrutturazione di
un edificio non ancora di proprietà e perché da due anni sono
fermi i lavori di riqualificazione del parco Croseta? Son le
due domande poste al sindaco di Gallio Pino Rossi da parte
della minoranza consigliare attraverso delle interpellanze
depositate dal capogruppo d’opposizione Danillo Finco.
Per quanto riguarda l’ex colonia Cadore, i consiglieri si chiedono se la Giunta si sia comportata correttamente nell’affidare la progettazione definitiva dei lavori di ristrutturazione
del fabbricato prima che sia terminato l’iter di compravendita dello stabile stesso. In pratica il Comune ha avviato da
tempo una contrattazione di acquisto dell’edificio di 1747 mc,
oggi in condizioni fatiscenti, di proprietà del Comune di
Sandrigo. Il prezzo è stato fissato a 640 mila euro (250 mila
in meno rispetto a qualche anno fa; cifra che aveva bloccato
ogni negoziato tra i due Comuni), dei quali 300 già pagati da
Gallio e il rimanente che sarà liquidato il prossimo anno dopo
che il Comune avrà acceso un apposito mutuo per pagare il
saldo. Nel plesso il Comune vuole realizzare uno spazio da
dedicare a museo, biblioteca o sala civica. Rifacimento che
il sindaco prevede di far realizzare a privati in cambio della
cessione dei piani superiori da destinare a residenze private.
Un “bruciare le tappe” che la minoranza vuole capire, visto
che il Comune appalta la progettazione della ristrutturazione
ancora prima di entrare in possesso dello stabile che, tra l’altro, è sottoposto a vincolo alberghiero – turistico.
Per il parco “Croseta” l’opposizione si chiede, dopo 2 anni di
l’Altopiano
Sabato 17 settembre 2011
L’Altopiano srl - Società unipersonale
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presso il tribunale di Bassano del Grappa
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Giovanni Dalle Fusine, Cesare Pivotto,
Gerardo Rigoni, Martina Rossi,
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Hanno collaborato:
don Marco Pozza, Virginia Gianello,
Aurora Carli, Valentina Isidoris, Amerigo Baù,
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Foto: Archivio Giornale
Stampa: Centro Stampa delle Venezie
Via Austria, 19/b - 35217 Padova
attesa, cosa l’amministrazione intenda fare dell’area adiacente a Villa Giovanna dopo che erano stati tagliati tutti gli
abeti e poi sospesi i lavori. Uno stato d’abbandono che ha
destato le critiche di residenti e turisti.
“Sulla questione dell’ex colonia abbiamo intanto fatto partire
la progettazione così appena firmato il contratto di compravendita possiamo subito partire con i lavori – spiega il sindaco Rossi – Per quanto riguarda invece il parco ci è stato
chiesto dall’associazione onlus “Amici di Silvia, Lisa e Roberta” di poter effettuarne la riqualificazione in memoria delle tre nostre giovani concittadine che non ci sono più. Il progetto è già stato depositato e a breve dovrebbero iniziare i
lavori da parte dei volontari”. G.R.
Foto Diego Lunardi
Dopo un’estate di salti e divertimento, è stata chiusa martedì 14
settembre l’area riservata ai gonfiabili, al Parco della Fratellanza. E’ tempo dunque di bilanci per una iniziativa del tutto nuova
a Gallio. “Nonostante un inizio di stagione caratterizzato da
pioggia e freddo, l’iniziativa dell’estate 2011 ha riscosso
un grande successo – sottolinea l’assessore delegato alla Politiche giovanili e allo sport Giorgio Tagliaro – Un arricchimento dell’offerta turistica che ha avuto anche una ricaduta
sulla promozione dell’occupazione in paese, in quanto sono
stati impiegati nella gestione dell’attrazione due ragazzi di
Gallio, Domenico Sartori e Fabio Pertile che hanno saputo rappresentare al meglio l’accoglienza del nostro
Altopiano . L’interazione con il territorio si è manifestata
anche nella collaborazione con il Grest Parrocchiale, che
ha potuto usufruire gratuitamente di alcuni momenti specificamente dedicati ai ragazzi che partecipano all’attività
estiva della Parrocchia galliese”. ”Abbiamo cercato – continua Tagliaro - di portare un po’ di allegria in questi mesi
estivi ai bambini presenti a Gallio e alle loro famiglie e siamo certi, considerato il supporto e l’incoraggiamento avuto, di esserci riusciti!” Importante al fine del buon esito dell’iniziativa, l’appoggio degli uffici comunali sport e turismo, cosi come
fondamentale è stata la cooperazione con l’hotel Gaarten, il quale
ha gentilmente concesso l’area del Parco della Fratellanza, attualmente di sua gestione.
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l’Altopiano
Sabato 17 settembre 2011
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Tra storia, cultura e folklore
LA SFILATA DEI “CARETINI A MAN”
Un’iniziativa spontanea che ha suscitato grande interesse e curiosità rievocando la vita dei boscaroli di una volta
Una mattina di luglio, passando per “l’incrocio della Pesa”, fui attratto da un
“caretin a man” carico di
legna, parcheggiato davanti al negozio del Bepi
Pinaroli. Mi venne un “tuffo al cuore” e subito mi
avvicinai per contemplare
meglio quell’opera d’arte;
una folla di pensieri e ricordi di tanti anni fa mi
passarono
per
la
mente,quando tantissima
gente s’inoltrava per la
Valle del Barenthal alla ricerca di legna per casa o
per vendere. La legna era
talmente ricercata che a
volte i boscaioli se la contendevano e aspettavano che
i falciatori con il “segon” abbattessero un abete per poi
recuperare “este”, “scorsa”
e “gropi” che risultavano dall’allestimento del legname.
Quel carrettino, carico di le-
gna, era stato riprodotto autenticamente da mano esperta, con sotto il “rasciar” (un
palo sporgente da dietro che
,se fatto raschiare sul terreno, fa da freno), legato con
l’artificio del “strensarolo”,
con sopra “menara”,
“cortelasso”, “boraccia dell’acqua”, e perfino con un
“canfin” attaccato ad una
stanga di traino. Quante volte mio padre mi diceva che il
mattino, ancor buio, “ghe
La matina presto
che gera ancora scuro
se alsava lesto lesto
e partiva el boscarolo,
tirando el caretin
con passo sicuro
xò par la Cuba,
al lume del canfin.
Polenta e companadego
dentro el tascapan,
boracia de acqua fresca
e un bon sogato san.
Menara e cortelasso
con cura ben limà
sicuro che la legna
i gavaria taià.
Dopo l’ospedale
coi so pensieri in suca
el ciapava a destra
girando par la Luca
e via pal Barenthal
fin dentro al Reintaltal.
Un giorno su pai Lemble
un giorno in Rogabisa,
el rincurava “este”
e anca qualche brisa.
Un giorno dentro al Torle
un giorno su pal Haco,
el rincurava gropi
metendoli nel saco.
El sercava “derar”
e stanghete rabaltae
taiandole de “pasetto”
dopo ben ramae.
S’el guardia no sentiva
el taiava xò un fagaro
pensando con lusinga
de farse un bon legnaro.
Coi chenchele e coi este
el faseva ‘na cargheta,
però con quei più lunghi
el faseva ‘na “slesceta”.
Tute ‘ste operasion
el faseva in armonia,
sensa provare stress,
quasi con devosion.
El se toleva el tempo
de sercare un gnaro,
de avere amirasion
davanti a un formigaro.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
NOSTALGIE D’UN “CARETIN A MAN”
A viaio ben cargà
el tirava el strensarolo,
girandolo a elica
come un “corgnolo”,
e così, la soga rodolà
ghe garantiva el ritorno
in gran trnquillità.
Par tute ‘ste fadighe
a taiare e ramar piante
polenta e formaio
i gera el carburante,
e se l’acqua de la boracia
la saria finia
el saveva dove trovarghene
in t’una galeria.
Con gran sodisfasion
ritorno el faseva,
tirando in salita
e frenando ad arte
col “rasciar” in discesa.
Te ringrasio caro boscarolo
che no te me ghè rotamà
gerimo un’anima e un cuor solo,
forse par questo te me ghè rincurà.
Quante volte che te me ghè cargà
e a casa, contento, sempre riportà.
Insieme, in bosco, quasi tuti i giorni
te me tiravi energico pai corni.
A volte te me ghè parfin parlà
e prima de partire
te me davi oio
così che l’asso no gavaria cigolà.
Ormai son vecio
e un poco carolà,
ma grasie a le to cure
a son ancora qua.
Grasie caro amico,
grasie amico mio,
scuseme, s’el cuor ritorna indrio,
ma se no son andà in malora
xè par merito tuo
che no te me ghè lassà de fora.
E così, da rento la baracca
podarò vedare ancora d’inverno
la brosema a posterno,
e sentire anca el canto del Raset,
grasie caro Giorgio,
grasie Giorgio Bet !!!
Giorgio Rigoni Candida
gera ‘na procession de
caretini a man dentro pal
Barenthal”! Dopo qualche
giorno ripassai di là ed il
carrettino non c’era più: chiesi spiegazioni al Pinaroli il
quale mi disse che a prepararlo era stato il Giorgio Bet
e che aveva suscitato talmente tanto interesse e apprezzamento da parte di paesani e turisti che gli fu chiesto o imposto di piazzarlo all’entrata dell’Hotel Sporting
e di lasciarlo esposto per tutta l’estate. L’idea mi sembrò
buona. La settimana successiva andai qualche giorno in
vacanza, ma pur trovandomi
in un “posto di mare” avevo
sempre nella mente quel
carrettino e mille ricordi legati alla vita del “boscarolo”.
Pensai: “Se quel carrettino
potesse parlare chissà quante cose avrebbe da dirci”! E
chissà quanto piacere avrebbe il Giorgio Bet di risentire
la sua voce. Così gli diedi la
parola ed il carrettino, attraverso la mia penna, mi manifestò i suoi ricordi tramite
queste sue “Nostalgie” (vedi
la poesia qui a fianco). Un
appassionato dialogo tra
“caretin” e boscaiolo che poi
feci pervenire al Giorgio Bet
dopo averlo applicato su una
corteccia di abete rosso,
sagomata a forma di cuore
ed egli, compiaciuto, la espose sul caretin davanti allo
Sporting. La storia, come
sempre, fa il suo corso, e
queste notizie rimbalzarono
di boscarolo in boscarolo tanto che alcuni, orgogliosi di
possedere ancora questo
cimelio, pensarono di organizzare la “Sfilata dei caretini a
man”. Mi sembrò una buona
occasione per fare non soltanto “folklore”, ma anche
“cultura” sulla vita dei nostri
padri e dei nostri nonni, cultura da trasmettere alle nuove generazioni e ai tanti turisti che amano il nostro
Altopiano e la sua storia.
L’evento venne fissato
per sabato13 agosto, ore
17,30, con partenza dalla
Piazzetta dello Sporting.
Per essere coerente con
le “Nostalgie del caretin”
preparai una “cargheta
de este e de chenchele
(rami di abete e di faggio)
e una “cargheta de scorsa (corteccia de pesso)
che furono caricate su
“slitarin a man”, (altro
compagno di vita dei nostri padri); poi una
“slescia” con “este” più
lunghi (da trainare), nonché vari attrezzi come
“scintar” (usato per
scortecciare gli alberi),
“sapin” (usato per rimuovere i tronchi), “boracio” dell’acqua (botticella in legno
che si usava mettere “in fresca” tra le felci) ecc.
Grazie agli altoparlanti installati dal Giorgio Bet è stato
possibile spiegare al numeroso pubblico presente tutte
queste cose e far sentire a
viva voce “Le nostalgie del
caretin a man”, una struggente storia conclusa con
l’abbraccio tra “el caretin” ed
il suo padrone che ha avuto
il buon cuore di non
“rottamarlo”. E’ seguita la
sfilata per le vie centrali del
paese, accompagnata da tanti applausi, bevute in compagnia offerte da bar e ristoranti, ed espressioni di consenso da parte di tanta gente
che quella sera ha avuto occasione di assistere ad un
revival tanto originale. La
tappa principale si è svolta
all’ incrocio della pesa, ospiti
del Bepi Pinaroli, che ha offerto una cena alla boscaiola
con pane, formaggio,
sopressa , funghi e vino a volontà. La serata si è conclusa
al punto di partenza, tra canti
di montagna e racconti di storie e poesie sulla vita rurale e
boschiva dei nostri avi. A notte inoltrata, paghi di tante fatiche, i boscaioli con i loro mezzi han fatto ritorno alle loro
case, inoltrandosi per una selva oscura......che la diritta via
era “quasi” smarrita!
Giorgio Rigoni Candida
Per gli amici del caretin a man
Manca poco alla “Festa dei gemelli”
Sta per scadere il termine per prenotarsi alla
Festa dei gemelli dell’Altopiano del 2 ottobre
prossimo Affrettatevi: entro il 20 settembre!
Ad Asiago presso Interoffices e Basso calzature; a Canove presso pasticceria gelateria Panda; a Gallio presso pasticceria gelateria “La
piazzetta”. Novita’: c’e’ la possibilità di prenotarsi per partecipare anche solo al pomeriggio dalle ore 14:00 per l’intrattenimento adulti
e bambini.
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Al Ristorante con ill’Altopiano
Caseificio Pennar Asiago
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Formaggio grigliato con polenta: il segreto Crespelle ripiene di porcini saltati e Asiago fresco dei Pennar, si chiudono a ventaglio, si coprono con un abbondante strato di besciamella
è quello di cuocerlo in fetta lasciando la scorza. e una spolverata di Gran Pennar grattugiato e si passano in forno fino a quando, belle dorate, sono pronte da servire.
Ristorante Pizzeria Camping Ekar da Pilly e Francesco
Pilly in cucina, Francesco al forno delle pizze: sono loro
gli artefici delle bontà che si possono gustare al Ristorante Pizzeria Camping Ekar di Asiago, che visitiamo in
questo appuntamento in compagnia del Caseificio
Pennar. E’ una lunga tradizione quella della cucina del
locale, nato come ristorante e al quale la pizzeria si è
aggiunta dopo. Ed è una lunga tradizione culinaria anche quella della famiglia Costa che gestisce l’ambiente
ormai da 6 anni. L’abilità in cucina di mamma Pilar, spagnola trapiantata ad Asiago e da tutti conosciuta come
Pilly, è piuttosto rinomata: ha gestito numerose attività,
ma ha anche lavorato alle dipendenze di altri, lasciando ovunque il suo personale tocco e il ricordo della bontà
dei suoi piatti, grazie alla sua creatività e inventiva.
Anche Francesco ha all’attivo altre esperienze, fatte prima di prendere in mano il Ristorante Pizzeria Camping,
dove si occupa praticamente di tutto oltre che della pizzeria, per la quale ha inventato personalmente un numero davvero notevole di pizze golose. A dare una mano
nei week-end arriva Pierone, fratello di Francesco, e per
citare la famiglia al completo non possiamo non nominare papà, il “Paolo vigile”. Al “Camping”, la cui capienza è di un centinaio di posti, vengono organizzate parecchie cene di compagnie, anche per festeggiare varie ricorrenze. Oltre alla gente del posto che ben conosce il
locale, vi ci arriva molta clientela di passaggio, trovandosi proprio lungo la strada che da Gallio porta al Turcio
e poi a Bassano.
Dalla cucina si sprigiona un mix di profumi invitanti
Entrando in cucina per farci
illustrare alcune ricette,
veniamo avvolti da un invitante miscuglio di profumi:
sui fornelli stanno cuocendo un sugo “allo scoglio” e
uno “alla cimbra”,in fase di
preparazione ci sono poi
numerosi piatti che prevedono fra gli ingredienti i formaggi del Caseificio
Pennar, la cui sede storica
è nelle immediate vicinanze. “Spesso la gente si ferma da noi – dice Pilly –
anche per chiederci come
arrivare allo spaccio del
Caseificio, sono in molti infatti che prima di far ritorno a casa fanno scorta dei
suoi buoni prodotti”. Una
delle specialità per il cui il
locale è più conosciuto è la
paella, ci sono poi i piatti ti-
pici, il capriolo, la selvaggina, la carne ai ferri, i piatti
di pesce.
Con i formaggi dei Pennar,
oltre a ricchi taglieri di misti, al fresco grigliato, alla
tosela al burro e salvia, vengono preparati gnocchi ri-
pieni, crespelle con fresco
e porcini, carpaccio di
bresaola con fiocchi di ricotta fresca, filetto con
speck e Asiago fuso e altre
pietanze buonissime. Anche
il gusto di molte pizze è
impreziosito dai prodotti del
Pennar, siano quelle con
l’Asiago fresco che con il
Mezzano dolce, o il Gran
Pennar a scaglie o grattugiato; per non parlare poi
dello specialissimo tocco in
più che dona la ricotta, utilizzata con salsiccia e peperoni in una pizza che si
chiama proprio “Pennar”.
Quella “alla montanara”
viene preparata invece con
casatella e salsiccia, e anche la squisita crema di
formaggi già pronta viene
spesso utilizzata.
Come sempre in questo
spazio, vi riveliamo come
preparare alcuni piatti con
i prodotti del Pennar, in particolare degli gnocchi di
patate di grandi dimensioni
con un cuore di saporito
formaggio.
Asiago Stagionato Prodotto
della Montagna, una squisitezza
dalle qualità eccezionali
Pizza Pennar, con ricotta, salsiccia e peperoni
Tagliere di formaggi misti dei Pennar
E’ così chiamato perché si presta a prolungata stagionatura, da quattro mesi fino a tre anni. Può essere “Mezzzano”,
“Vecchio” o “Stravecchio”. Dai trenta ai centoventi grammi
ogni giorno di formaggio Asiago stagionato del Caseificio
Pennar, inseriti in una dieta bilanciata assieme ad alimenti
freschi e naturali, sostituiscono alla perfezione bustine
proteiche, compresse vitaminiche ed integratori vari. L’utilizzo, due, tre volte alla settimana del formaggio Asiago come
“piatto principale” in alternativa a carne o pesce, accompagnato da una bella porzione di verdure, si inserisce a pieno
titolo in una dieta
sana ed equilibrata. In poche parole, un ottimo prodotto, apprezzato
anche dai palati
più esigenti, che allo
stesso tempo fa
anche bene.
GUSTA LA
DIFFERENZA!
la ricetta
Gnocchi di patate ripieni di Asiago
fresco in cestino di Gran Pennar
Si prepara l’impasto tradizionale per gli gnocchi di patate, tagliandolo poi a fette che vanno lavorate formando
dei rotoli piuttosto grossi, dai quali ricavare gli gnocchi
anche questi di grandi dimensioni. Lavorando l’ impasto
in palline per formare gli gnocchi, inserirvi dell’Asiago
dei Pennar fresco precedentemente grattugiato con la
grattugia a fori larghi, o tagliato a piccoli dadini. Arrotolare fra le mani fino a chiudere bene lo gnocco con il suo
cuore di formaggio. Cuocere in acqua bollente salata fino
ad affioramento e condire con burro fuso e salvia (oppure con fonduta di formaggi o altro sugo a piacere). Per
completare il tutto, gli gnocchi vanno serviti in cestini di
Gran Pennar, ricavati facendo fondere un leggero strato
di formaggio grattugiato in una pentola antiaderente e
passandolo subito sull’esterno di una coppetta in modo
che raffreddandosi prenda la forma.
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Censite le pietre che raccontano la storia
Le lapidi, i cippi e i monumenti della Grande Guerra presenti
sul territorio altopianese sono
stati censiti e catalogati per
consentirne una adeguata salvaguardia. Un patrimonio storico immenso che grazie al
progetto “Anche le pietre parlano” recentemente portato a
termine, è ora maggiormente
conosciuto e più facilmente
localizzabile. “Soprattutto –
sottolinea Isidoro Furlan, coordinatore distrettuale del
Corpo Forestale dello Stato
– potrà essere maggiormente tutelato. Chi da oggi in poi
sottrae qualcuna di queste
pietre (e nel tempo ne sono
state rubate molte!), sarà infatti punibile penalmente, così
come chi le acquisterà dovrà
rispondere di ricettazione”.
Iniziato nel 2009 e proseguito nel 2011, il censimento ha
visto all’opera il Corpo
Forestale dello Stato di
Asiago, con la collaborazio-
ne di tre studenti tirocinanti, dei
volontari del «Gruppo di ricerca e ripristino lapidi e scritte
di guerra», della Sezione CAI
Altopiano 7 Comuni di Asiago
e della Comunità Montana
“Spettabile Reggenza dei 7
Comuni”. Và specificato che
già a partire dall’anno 2007, ad
opera della Comunità Montana, era stata intrapresa
un’opera di questo tipo nel-
l’ambito del progetto di Tutela
e Valorizzazione del Patrimonio Storico della Prima Guerra
Mondiale nelle Prealpi
Vicentine. Il lavoro, condotto
in particolare dai tirocinanti
Samuele Sassella e Giorgio
Sandonà, entrambi padovani
della Facoltà di Agraria - tecniche forestali, e Matteo Conti
(di Gallio), studente all’Istituto
di Studi Superiori “Antonio
Dalla Lucia” di Feltre, con la
guida e l’assistenza dell’agente forestale incaricato Michele Vescovi, si è svolto in diverse fasi. Prima si è provveduto
alla localizzazione cartografica,
sulla base di informazioni precedentemente acquisite ad
opera di appassionati e storici
locali, degli elementi (cippi, lapidi, iscrizioni) presenti sul territorio.
“E qui va detto – specifica ancora Furlan – che il Gruppo di
ricerca e ripristino, in modo
particolare i coniugi Marchetti
con i loro collaboratori, hanno
fatto un’opera immensa e preziosa e ci hanno dato una grossa mano. Quello che loro hanno fatto, dedicandoci una vita,
con profonda passione, usando solo gli scarponi, le matite
e la macchina fotografica, ora
è stato in pratica rifatto con il
supporto delle nuove tecnologie”. Dopo l’individuazione sul
posto, sono state ripristinate le
iscrizioni presenti per assicurarne la leggibilità; poi si è proseguito con il rilievo fotografico e rilevazione delle coordinate cartografiche di
ubicazione mediante GPS;
sono quindi state compilazione le schede di rilevazione
cartacee e tutti i dati sono stati
trasferiti in un inventario
informatico con la creazione
anche di una mappa virtuale
di tutti gli elementi rilevati.
In totale ne sono stati
censiti 335, ovvero: 196
lapidi commemorative e
monumenti; 109 iscrizioni su opere risalenti alla
Prima Guerra Mondiale
(vasche di raccolta d’acqua, entrate gallerie,
etc…); 30 cippi di confine
tra
l’impero
Asburgico e la Repubblica di Venezia.
“Il sapere che era confinato tra pochi appassio-
nati, ora diventa di tutti – rileva Giuseppe Fincati dirigente
area tecnica della Comunità
Montana – Queste testimonianze è bene vengano conservate. Ora sappiamo quante
sono e dove sono. Una cosa
innovativa di questo progetto,
di cui dobbiamo fare tesoro, è
la sinergia che si è sviluppata
tra ente pubblico e i privati”.
Stefania Longhini
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l’Altopiano
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LUSIANA
IL PARCO DEL SOJO ZONAMISTICA?
In occasione del 23° Salone Internazionale del naturale
SANA di Bologna è stato presentato al numeroso pubblico il
video realizzato da M. Tafferini, e A. Pianezzola: “Momenti al Parco del Sojo”. Tre sono stati i parchi invitati al SANA
per rappresentare l’Italia: per il nord il “Parco del Sojo” Arte
Natura di Covolo di Lusiana, per il centro il Parco delle sculture del Chianti, in provincia di Siena, e per il sud, il Parco
Musaba in provincia di Reggio Calabria.
Il Parco del Sojo è stato scelto a rappresentare il Nord Italia
perché considerato uno dei luoghi più misteriosi, mistici e
silenziosi fra tutti quelli presenti nel territorio.
Con la vicina contrada del Covolo, con la bianca parete rocciosa del Sojo, questo luogo mistico, abitato sin dai tempi
antichi del tardo neolitico,fonde cultura arte, tradizione, con
scorci naturali dai quali emergono le installazioni realizzate
da artisti italiani e stranieri. Opere che colpiscono il visitatore per la loro forza, per il messaggio che propongono, per il
rapporto con l’intorno a volte mimetico e di perfetta simbiosi
con il verde e con i suoi elementi, a volte stridente. Paesag-
gio, antico e moderno immersi nella natura e sopra a tutto
regna il “silenzio” rotto soltanto dai rintocchi bronzei delle
campane della Chiesa del Covolo. La caratteristica, principale, che ha reso il Parco del Sojo unico nel suo genere è
stato il rispetto portato verso l’ambiente. Un entrare in punta
di piedi senza sconvolgere le preesistenze, anzi valorizzandole metodicamente con l’ausilio della fitta rete di percorsi pedonali che segnano l’intera zona.
Il sito ed il parco emanano un qualcosa di mistico, una forza
misteriosa indefinibile, che si può percepire percorrendo i
sentieri nelle varie ore del giorno, magari nella luce fioca del
tramonto o frizzante dell’aurora. Ad ogni ora del giorno nei
boschi del parco puoi incontrare persone desiderose di “respirare” il silenzio, di trovare momenti di riflessione lontani
dal caos della vita ordinaria. La natura spontanea poi ci mette del suo, infinite sono le essenze arboree, i fiori, le erbe
aromatiche che in ogni stagione inondano con i loro aromi e
profumi il bosco di noccioli e carpini.
Egidio Zampese
Terminati i lavori della casetta
Stage estivo e non solo…grande
al giardino botanico di Monte Corno impegno per i ragazzi di Lusiana
Il gruppo di volontari che segue
La casetta all’entrata del giardino alpino del
Monte Corno.
il giardino alpino botanico di Monte Corno ha terminato i lavori di
copertura della casetta posta all’entrata del giardino stesso. I
lavori erano stati sospesi perché
non si trovavano gli abeti adatti
al ricavo delle scandole in legno
per la copertura. Dopo una ricerca in zona, gli abeti sono stati
trovati e una volta ricavate le
scandole è stato possibile terminare la copertura.
E.Z.
Anche quest’anno il Comitato Genitori Scuole di Lusiana
in stretta collaborazione con l’
Istituto Comprensivo P.M.
Pozza ha organizzato un periodo di stage estivo per i ragazzi
dei primi anni della scuola superiore che volevano sperimentarsi in un’attività lavorativa nel proprio paese.
Il progetto si è svolto durante
il periodo estivo dal 16 luglio al
31 agosto. Si tratta di un’opportunità che il Comitato vuole offrire ai più giovani per fare
un’esperienza di alternanza
scuola-lavoro sganciata dai
periodi di tirocinio che vengono organizzati dalla scuola.
I ragazzi che quest’anno hanno preso parte al progetto sono
stati: Natasja Callegari presso il
supermercato “Tuttidì” , Matilde
Coquinati al Ristorante “Valle
dei
mulini”,
Marco
Passuello presso la Biblioteca, Marco Villanova presso
il Museo di Lusiana, Giacomo Broglio presso l’ Ufficio
tecnico comunale, Simone
Cantele
presso
la Pasticceria Cantele, Fabio
Tescari e
Riccardo
Marolla con la squadra operai
del Comune di Lusiana.
“Tutti i ragazzi hanno dato prova di grande impegno e responsabilità dimostrando maturità e disponibilità a lavorare
nei vari contesti, un grazie a
loro per il lavoro svolto e alle
aziende ed enti che li hanno
ospitati” dice il presidente del
Comitato Genitori Guido
Frezza. Un grazie da parte anche dell’amministrazione co-
munale ai ragazzi che hanno
svolto il tirocinio presso il Comune e che si sono dimostrati
molto motivati e disponibili ad
imparare. Quest’anno tra l’altro non tutti hanno scelto come
sede del tirocinio l’ufficio tecnico piuttosto che la biblioteca
o il museo ma qualcuno ha
voluto affiancarsi alla squadra
operai per svolgere lavori
prettamente manuali. “Un grazie particolare - dice l’assessore Sabrina Passuello - a
Fabio e Riccardo che hanno riverniciato e sistemato i parchi gioco comunali
come
attività
di
volontariato a favore del
paese e non come punizione per qualche guaio
combinato! Bravi ragazzi,
un bell’esempio per tutti!”
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l’Altopiano
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CONCO
Sedano bianco di Rubbio, il migliore
si coltiva a Malga Vallerana
Sono stati 23 i partecipanti alla 24.a mostra mercato del
sedano di Rubbio. La giuria, formata da esperti della Comunità montana di Asiago, ha valutato lo sviluppo
vegetativo delle canne dell’ortaggio, l’imbianchimento, la
consistenza e il peso dei prodotti formulando una
graduatoria che ha visto al primo posto i tre mazzi di sedano prodotti nell’orto della malga Vallerana da Corrado
Perin. Al secondo posto è giunta Ermelinda Cortese di
Rubbio (da anni sul podio del concorso) e la terza piazza
è stata conquistata da Domenico Cortese anch’egli di
Rubbio. Nel premiare i vincitori, il sindaco di Conco
Graziella Stefani ha sottolineato come il sedano di Rubbio
sia un prodotto riconosciuto a livello provinciale come la
patata di Rotzo e il broccolo fiolaro dei colli berici ed è
quindi un prodotto da valorizzare come risorsa anche economica del territorio. E.Z.
Nella foto i partecipanti alla 24.a mostra del sedano
di Rubbio con le autorità.
L’Autunno letterario
di Lusiana e Conco
I Comuni di Lusiana, assessorato alla cultura, e Conco,
con il Comitato biblioteca, insieme ad Albatros Gruppo biblioteca, organizzano la prima edizione dell’Autunno letterario di Lusiana e Conco. Si tratta di una serie di incontri
letterari che prenderanno il via sabato 24 settembre, alle
20.45, nella sala consiliare al Palazzon di Lusiana con
Graziella Canapei, autrice di Valdagno, e il suo primo romanzo “Il tempo del sogno”. Venerdì 30 settembre a Conco,
nella sala “Luigi Poli”, incontro con il giornalista Antonio
Di Lorenzo che presenterà “Perché ci chiamano vicentini
magnagati e le mille vite del gato vicentino” (sempre alle
20.45). Venerdì 7 ottobre si torna al Palazzon (sala
consiliare, 20.45) per una serata di lettura di poesie di
Zaccaria Bellotto, Gianluca Cappellazzo e Marco Marrone. Altri successivi incontri sono ancora in fase
organizzativa.
Mostra dei prodotti tipici
Sapori e tradizione . E’ il titolo dell’iniziativa che viene proposta domenica 18 settembre in Piazza San Marco a Conco.
Si tratta di una mostra dei prodotti tipici del territorio organizzata dal Comune di Conco in collaborazione con la Pro
loco comunale. Dalle 8 alle 12 si potrà fare un giro tra le
bancarelle per conoscere ed apprezzare diverse tipologie di
prodotti che nascono in Altopiano e nel Vicentino.
Passeggiata lungo gli antichi sentieri
CONCERTO D’ESTATE
“BOSCHI - PRATI - MUSICA”
Sabato 27 agosto in località
Val Biancoia , si è tenuto il
Concerto titolato “Boschi –
Prati - Musica” promosso
dall’Amministrazione Comunale, con la partecipazione
della Banda “Attilio
Boscato” di Fontanelle di
Conco e della Corale “F.
Girardi” di Conco. Lo scopo
del concerto era quello di
valorizzare e far scoprire
angoli del territorio comunale particolarmente suggestivi e in grado di suscitare belle emozioni, sottolineate dai
brani musicali eseguiti dalla
Banda e dal Coro.
L’anfiteatro naturale, circondato da boschi di faggio e
sovrastato da un cielo azzurro intenso ha fornito una cornice straordinaria a un evento molto apprezzato dal pubblico di residenti e turisti.
Dopo l’esecuzione dell’inno
di Mameli il Sindaco ha rivolto il suo saluto ed ha spiegato le motivazioni del concerto. Lo spettacolo ha preso avvio con la lettura di un
brano, “Il Faggio”, tratto dal
libro di Mario Rigoni Stern
“Arboreto Salvatico”. La
Banda di Fontanelle ha poi
eseguito una prima parte di
brani di musiche popolari. E’
L’Amministrazione Comunale, il gruppo Alpini e Donatori Sangue di Conco hanno organizzato per domenica 11 Settembre una passeggiata a conclusione delle tante attività estive
svolte nel territorio comunale. Il percorso, della durata di circa 4 ore, si è snodato lungo gli
antichi sentieri del Comune di Conco, visitando malghe, attraversando faggete, raggiungendo zone panoramiche. Complice la bella giornata e il percorso non impegnativo, numerosi
sono stati i partecipanti che hanno potuto ammirare la bellezza del bosco, la pianura, la
laguna, i colli Berici, gli Euganei e da ultimo pranzare al palatenda di Rubbio con menù a
base di sedano nella giornata conclusiva della sagra del Sedano di Rubbio.
seguita la lettura de “L’Abete” sempre di Mario Rigoni
Stern , quindi la Corale “F.
Girardi ha cantato pezzi del
Maestro Bepi De Marzi,
sapientemente scelti per il
luogo e l’ora.
La lettura de “il Sorbo” ha
introdotto la seconda parte
dell’esibizione della Banda e
in chiusura il brano “Signore
delle Cime “ è stato eseguito
insieme dalla Banda e dal
Coro.
La musica prodotta dall’uomo si è fusa con l’armonia
della natura e nel pomeriggio luminoso si è avuta, almeno per un po’, l’impressione che la vita fosse “partico-
larmente leggera e facile”
come si augurava nel 1888
Anton Cechov raccontando
ad un amico di avere trasformato un terreno incolto in un
luogo bello e civile e sognando che in futuro la terra si
sarebbe trasformata in un
bosco fiorito.
I maestri Giordano Dalle
Nogare e Alberto Dinale
hanno raccolto la soddisfazione e i complimenti dei presenti, molti dei quali hanno lasciato anche dei commenti scritti.
Il più bel complimento ricevuto è stato che “non servono budget milionari per fare
delle belle cose”!
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
16
Torna la grande festa della Transumanza
TRADIZIONI
La singolare e tradizionale sfilata partirà da Valmaron e attraverserà Foza, Gallio ed Asiago
Toccherà Foza, Gallio e Asiago la grande Festa della
Transumanza programmata per venerdì 23 settembre. Il ritorno a valle dopo l’alpeggio dei bovini dei fratelli Pagiusco,
di Bressanvido, è tra i più importanti d’Italia: comprende
infatti il maggior numero di capi (oltre 250 mucche prevalentemente di razza bruna alpina) e copre il più lungo tragitto
(80 km). Il giorno prima i bovini vengono radunati in prossimità della malga V° lotto Marcesina di Enego; la sera stessa si festeggia, con tutti i mandriani, l’ultimo giorno di malga.
La partenza è fissata presto al mattino con gli animali
agghindati a festa accompagnati dai mandriani a piedi e a
cavallo. All’arrivo della mandria è festa grande nei paesi
dell’Altopiano ed è folto il pubblico che si raduna e attende
lungo le vie, specialmente ad Asiago. Il Comune annuncia il
passaggio della transumanza con grandi manifesti in cui sono
riportati gli orari indicativi. Se
tutto va secondo programma,
intorno alle 14.30 la mandria
dovrebbe giungere in località
Rendola dove è prevista una
sosta. Verso le 16 si riparte
alla volta del centro di Asiago
che sarà attraversato intorno
alle 17 (lungo Viale Matteotti,
Via Marconi, Piazza Carli,
Viale Trento e Trieste e Via
Ad Enego l’appuntamento è
per domenica 25 settembre
Settembre, l’estate volge
ormai al termine, le giornate inesorabilmente si
accorciano, il sole è sempre meno convinto e l’aria
mattutina e serale è senza dubbio più frizzante e
fresca. Anche le vacche
al pascolo sentono che si
avvicina il momento di
rientrare in stalla e così,
per quelle che saranno
protagoniste di quell’antico e
coinvolgente rito che è la
transumanza, non ci saranno
problemi a metterle in strada
e dirigerle verso casa; la memoria e l’istinto le indirizzeranno. Anche quest’anno ad
Enego
è
attesa
la
transumanza, che è per il paese una tradizione; la organizzano i fratelli Andrea e Paolo
Dalla Palma, che dalla malga
I° lotto Valmaron Stazio, domenica 25 settembre alle ore 9.00
partiranno con tutte le vacche al
seguito. La demonticazione e la
transumanza, rappresentano
una vera festa, negli ultimi anni
l’appuntamento raduna un numero sempre crescente di partecipanti, e, come è naturale che
sia, particolarmente entusiasti si
dimostrano i più piccoli. Nella
loro azienda di Enego poi, i Dalla Palma organizzano un pranzo, al quale partecipano centinaia di persone, felicissime di
aver vissuto un’esperienza decisamente diversa che riporta ad
un tempo passato, quando i ritmi erano decisamente altri.
Quest’anno però il tragitto della
transumanza subirà una variazione, purtroppo gli animali
agghindati a festa, con le loro
belle e colorate ghirlande di abete, fiori, fiocchi e campane, non
passeranno per la piazza del
paese, in quanto causa lavori
in corso, un tratto della strada
solitamente percorsa, è chiusa. Un peccato che la piazza
non faccia da sfondo alla
transumanza, ma la festa si
preannuncia comunque piacevole ed affollata come ogni
anno. Una brillante chiusura di
stagione per i Dalla Palma, che
durante il periodo estivo hanno
vivacizzato la loro malga con
numerose ed interessanti iniziative: escursioni storico –
naturalistiche; giornate didattiche sulle attività della malga,
dedicate ai più piccoli; le esibizioni del falconiere, ma anche
un pomeriggio culturale, che ha
richiamato un pubblico entusiasta. Protagonista simpatico e
coinvolgente Mauro Corona che,
fresco di premio Bancarella 2011
con il libro “La fine del mondo
storto”, ha chiacchierato con il
caloroso pubblico e con l’abile
intrattenitore Diego Dalla Palma.
Stefania Simi
Garibaldi). Com’è ormai tradizione, davanti alla Comunità
Montana ci sarà la consegna ai fratelli Pagiusco del tradizionale campanaccio. La
Transumanza proseguirà per
contrada Pennar con sosta e
degustazione di prodotti presso il Caseificio Pennar. All’arrivo in località Turcio, la
sosta più lunga, quella per la
notte. Sabato 24 settembre
alle 8 la partenza per
Bressanvido dove l’arrivo è
previsto per le 16.30 di domenica 25 settembre, momento clou della grande Festa della Transumanza.
Mancano pochi giorni alla fine dell’alpeggio
Ultime mungiture per le mucche
prima del ritorno alle stalle
Ultimi giorni di alpeggio per
mucche
e
malgari
dell’Altopiano. Ancora
qualche giorno, poi i pascoli
si svuoteranno delle mandrie. Nelle giornate a
ridosso della canonica
data del 21 settembre
(San Matteo) vedremo
lunghe file di quadrupedi
in marcia verso le stalle di
pianura, e i camion a far
la spola tra le malghe e i
tornanti che per secoli
hanno fatto da testimoni
alla transumanza. Una
tradizione che si ripete da
tempi immemorabili, leggermente intaccata dal
progresso, laddove cambiano i mezzi di trasporto
e gli strumenti per la
mungitura. Eppure, come
mostra l’immagine, c’è
ancora chi non cede alle
innovazioni tecniche che
oramai hanno attaccato
anche il mondo agricolo.
La signora Annamaria da
Lusiana, che con la fami-
glia ha in gestione malga
Mandrielle, lungo l’alta Val
di Campomulo, si affida alle
mani per mungere. L’arcaico movimento stimola nell’animale la fuoriuscita del
latte, mentre chi opera sta
comodamente seduto sullo
sgabello a tre gambe. Tutto come una volta, la testa
appoggiata al bovino, il
secchio tra le ginocchia con
la giusta inclinazione per
meglio ammortizzare i bianchi spruzzi ed evitarne la fuoriuscita; solo lo sgabello pare
anacronistico: evoluzione di
uno scranno più adatto a
tinelli e soggiorni di pianura, piuttosto che ad un pascolo montano. “Su questi
terreni erbosi resi soffici
dall’umidità – dice sincera Annamaria - già è difficile stare in equilibrio con
quattro gambe, figuriamoci se usiamo quelli di
una volta, che avevano
un solo punto di appoggio. E poi se la mungitura
si fa sul piano, sta più
comoda anche la vacca,
e si fa levare il latte più
volentieri”.
G.D.F.
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
17
L’archeologia a Rotzo: tra protostoria e attualità
Avviato il progetto del Museo Archeologico dell’Altopiano dei Sette Comuni e inaugurato il restauro della “Casetta A”
ROTZO
Lo scorso 20 agosto, Rotzo è
stata teatro di un duplice evento: l’inaugurazione del restauro
di una delle casette rinvenute
nell’area del Bostel più di qua-
rant’anni fa e la presentazione
al pubblico del progetto Museo
Archeologico dell’Altopiano
dei Sette Comuni. Le autorità
hanno prima accolto i presenti
nella futura sede del Museo,
spiegando la natura dell’iniziativa. Il sindaco di Rotzo e presidente della Comunità Montana, Lucio Spagnolo, ha sottolineato come questi interventi
rientrino nella più ampia inten-
zione di rendere l’archeologia
una disciplina non solo vissuta, ma anche vivibile. Il
professor Alberto Broglio, docente presso l’Ateneo
ferrarese, ha illustrato quelli che
saranno i contenuti della sala nel
seminterrato: sarà dedicata ai
reperti archeologici presenti nel
nostro territorio. Questa intenzione dimostra che l’interesse
dell’iniziativa è rivolto a tutto
ENEGO
La Piana di Marcesina scenario
ideale per girare un film western
Ad ottobre le riprese della pellicola diretta dal vicentino Stefano Pozzan
che sarà probabilmente intitolata “Il grande sole rosso”.
Il regista: “Impressionante la somiglianza con la Virginia del 1850”
Il
Inizieranno ad ottobre a
Marcesina di Enego, le riprese del nuovo film del
regista vicentino Stefano
Pozzan. Si tratta di un western intitolato, molto probabilmente “Il grande sole
rosso” e parlerà del rapporto padre e figlio, di intolleranza e razzismo, di
pregiudizi
e
incomprensioni. “Un sogno che avevo da tanto
nel cassetto – afferma il
regista - un film western
ambientato nell’altopiano di
Asiago. Alla Mostra del Cinema di Venezia, lo scorso
anno, avevo potuto parlare
anche con Aurelio De
Laurentis che mi ha dato consigli utili perché questo film
si potesse realizzare”. Intorno al progetto per questa pellicola si sono riuniti diversi
piccoli produttori cinematografici che hanno voluto collaborare per rendere realtà
uno dei primissimi western
girati in Veneto. “A Marcesina
gireremo tutti gli esterni –
regista Stefano Pozzan
spiega Pozzan - mentre gli
interni saranno costruiti a
Cinecittà a Roma. E’ davvero
impressionante la somiglianza
tra il panorama dell’altopiano
di Asiago e quello della Virginia
del 1850". “Il grande sole rosso” narrerà la storia di un figlio che ritorna al paese natale per l’omicidio del padre.
Tornando in città vivrà dei
flashback che ripercorrono il
rapporto conflittuale con la figura paterna, sfociato nell’abbandono del figlio per assecondare un amore scomodo con
una ragazza indiana”. Un
genere che Pozzan ha voglia
di rivisitare secondo i propri
canoni. “Vorrei rivoluzionare il western sia come estetica che come trama - continua il regista - non ci saranno deserti ma strade
infangate, non mancheranno i duelli ma saranno più
verbali”. Sulla piana di
Marcesina, per le riprese,
dovranno arrivare almeno
trenta cavalli, oltre al cast,
alla troupe e agli stuntman.
In più per la scena dell’assalto al forte serviranno diversi
cannoni. Il cast è in via di
completamento ma i nomi
principali sono ancora top
secret. Come sempre, affianco agli attori professionisti ci
saranno volti della strada. “Vorrei presentare il film alla Mostra del Cinema dell’anno prossimo - confessa Pozzan - intanto a breve faremo dei casting
nel vicentino. La protagonista
femminile, Erika Pasquali l’ho trovata passeggiando al mercato di
Marostica”.
La Protezione Civile si esercita ad Enego
Dopo una due giorni di formazione teorica a
Veggiano (Pd), 150 volontari della Protezione
civile dei distretti dell’Altopiano dei Sette Comuni e di Padova Ovest, insieme ad altri 80 iscritti
al progetto internazionale Skipass, saranno impegnati, sabato 17 e domenica 18 settembre, in
esercitazioni pratiche ad Enego. L’obiettivo di
questa iniziativa, che rientra nel progetto a carattere europeo, è quello di avere una protezione civile sempre più coordinata e professionale
per gestire le emergenze, in questo caso particolare quelle montane, e diffondere quindi una
serie di procedure condivise in grado di realizzare un “sistema di gestione manageriale dei disastri”. L’ambiente esercitativo eneghese si
estende su 40 kmq, con quota slm dai 213 m. ai
1650 metri, e coinvolge tipologie di territorio
come il fiume Brenta, zone prative e boschive e
sentieri di roccia. Interventi forestali, ricerca di
persone scomparse, laser navigation, pratiche
di soccorso alpino, sala operativa per le emergenze, sistema di controllo E.P.C. multicottero,
sono solo alcuni dei test a cui saranno sottoposti
i partecipanti sotto la visione attenta di personale
esperto e del responsabile del progetto e tecnico,
nonché sindaco di Eengo, Igor Rodeghiero. La
Protezione Civile è fatta in buona parte dall’impegno e dalla dedizione di tanti volontari ma, di
fronte al numero sempre maggiore di catastrofi
naturali che colpiscono la terra, è cruciale una
preparazione adeguata. Per questo la Regione del
Veneto con l’Assessore alla Protezione Civile Daniele Stival e l’Ing. Roberto Tonellato, Dirigente
Unità di Progetto di Protezione Civile della Regione Veneto, hanno deciso di aderire al progetto
Skipass: perché attraverso studi, comparazioni
con esperti di altri Paesi europei e simulazioni sul
campo, che coinvolgano amministratori tecnici
e volontari, le procedure di emergenza siano tempestive ed efficaci.
l’Altopiano, partendo dal
Bostel di Rotzo per arrivare
sino all’area di Val Lastari e
Marcesina. Successivamente, il professor Armando De
Guio dell’Università di Padova ha sottolineato la provenienza dei reperti che andranno a costituire la sala
della protostoria: il Bostel e
la Longalaita di Rotzo e il
Corgnon di Lusiana.
Carlo Bressan, direttore del
Museo, ha sottolineato le
tappe fondamentali della formazione di questa struttura,
sottolineando anzitutto l’importante contributo della Fondazione Cariverona, specialmente
nel restauro dell’immobile, ribadendo l’importanza del Museo e del sito archeologico
come presenza viva e valorizzante nel territorio.
Il secondo intervento presentato lo scorso 20 agosto riguardava il restauro della “Casetta
A”, risalente al I millennio a. C.
e per la quale si era reso necessario un intervento di manutenzione, reso possibile, come ci
ha spiegato Bressan, grazie all’intervento della Regione
Veneto e all’apporto del Comune di Rotzo e della Comunità
Montana. Scopo del restauro,
come si è detto, è stato quello
di risistemare un’area ai fini di
renderla viva, sia a scopo turistico che didattico.
Distrutto dai Romani, il villaggio fu rinvenuto nel 1969 dall’archeologo Frescura; la prima casetta che fu ritrovata era
proprio la A, un’abitazione di
cinque metri per quattro le cui
mura perimetrali erano rimaste
praticamente intatte. Successivamente, lo scavo fu coperto
per qualche anno, per essere ri-
portato alla luce solo
nel 1993 dagli archeologi dell’Università di
Padova.
Accanto a questa prima
casetta, vicino a una
trincea della Grande
Guerra, furono ben presto rilevate delle mura
fortificate e, successivamente, altri due edifici un po’ più ampi,
l’uno adibito alla fabbricazione di ceramiche e
l’altro costruito a scopo di abitazione. Si è rivelato interessante notare anche i reperti rinvenuti in questi
due nuovi siti: da un lato ceramiche impreziosite da vere e
proprie iscrizioni, dall’altro la
presenza di vasi di terracotta e
di lingotti d’oro, oltre che di una
chiave di ferro e osso poste all’ingresso. Questi dettagli sono
tutt’altro che superflui, non
solo dal punto di vista della ricerca, ma anche per capire
l’importanza di questo sito archeologico, che avvicina secoli
e secoli di storia, immergendoci in una strabiliante attualità.
Martina Rossi
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
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FOZA
A Foza da tutto il mondo per le
Feste quinquennali dell’Assunta
Rinnovato il voto con 2500 partecipanti. Portata in processione l’originale statua in legno
Domenica 21 agosto
la comunità di Foza
ha rinnovato il suo
voto quinquennale a
Maria Assunta, con la
presenza di circa
2500 persone alzatesi di buon mattino per
partecipare alla cerimonia, cominciata
alle ore 6.30 con la
celebrazione di una
prima messa nella
chiesa parrocchiale
dedicata alla Vergine.
All’uscita dalla chiesa il folto gruppo di
partecipanti, guidato
dai sacerdoti e dai
“cappati” che trasportavano vessilli
sacri, si è diretto in processione lungo il colle centrale del
paese. Quest’anno è stata portata in processione l’originale
statua in legno del XIV sec.,
venerata nell’Alto Vicentino già
da secoli prima del voto e scolpita da un autore anonimo: ciò
non succedeva dal 1926, poiché a partire dal 1931 fu stabilito l’impiego di una più recen-
te scultura.
La statua della Madonna è stata trasportata, come da tradizione, dalle ragazze nubili vestite di bianco, coadiuvate dai
giovani del paese. Facevano
parte del gruppo di testa anche
alcuni rappresentanti del mondo della pastorizia, elemento
fondamentale dell’economia
locale all’epoca in cui ebbe ori-
gine la festa votiva, tant’è che
era rinomata la pecora “Foza”,
recentemente riselezionata.
Sotto il caldo sole di quella bellissima domenica il corteo ha
raggiunto, dopo circa un’ora di
cammino, la chiesetta di San
Francesco, davanti alla quale è
stata celebrata una seconda
Messa. Va altresì fatto notare
che in 175 anni di storia non è
mai caduta la pioggia
a Foza durante la processione, nemmeno
quando stava piovendo nelle contrade e
paesi vicini.
Lungo la strada che
porta dalla piazza del
paese fino alla
chiesetta di San Francesco è stato possibile per tutti ammirare gli archi votivi, costruiti in legno ricoperto da rami di pino,
le cosiddette “dase”,
e rappresentanti le
contrade, a ciascuna
delle quali viene assegnato un punto
prestabilito dove erigere l’opera lignea. La processione ha successivamente
ripercorso il cammino verso il
centro di Foza, dove i fedeli
sono stati nuovamente accolti
nella chiesa di Santa Maria Assunta per una terza funzione,
celebrata questa volta dal vescovo della diocesi di Padova,
monsignor Mattiazzo.
Prima della Grande Guerra si
camminava sino all’estremità
del promontorio sul quale sorgono Foza e alcune sue
contrade; si giungeva infatti alla
località attualmente conosciuta
come “Croce”, da cui si domina la Val Brenta, in quanto lì era
allora situato l’eremo di San
Francesco. La chiesetta venne
ricostruita dopo i bombardamenti del 1915-18 nella sua attuale sede, diverse decine di
metri più indietro rispetto alla
collocazione originale. Questa
decisione tuttavia provocò non
poche polemiche tra il parroco
di allora e i capifamiglia, che
non vedevano di buon occhio
tale cambiamento. La celebrazione delle feste quinquennali in
onore dell’Assunta patrona di
Foza rappresenta per tutti i partecipanti un momento di aggregazione che riporta alla
condivisione di sentimenti, tradizioni e valori mai dimenticati.
La grande festa votiva celebrata a cadenza quinquennale è
arrivata quest’anno alla 35ª edizione ed ha riunito ancora una
Da ritagliare e presentare al bar
volta i paesani tornati a casa da
molte zone del mondo. La maggior parte dei circa 2500 presenti era infatti rappresentata
dai figli di quell’emigrazione
che, nel corso dei decenni, ha
costretto molte famiglie a lasciare il paese in cerca di miglior fortuna, sia in Italia che in
Europa ma anche in paesi lontanissimi come l’Australia, la
Nuova Zelanda, il Brasile, il
Venezuela, gli Stati Uniti, il Canada.
Gabriele Menegatti
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Sabato 17 settembre 2011
FOZA
19
Una lunga storia, cominciata nel 1837,
dai significati profondi che vanno rinsaldati
La prima processione avvenne il giorno 10 settembre 1837, un anno dopo il voto fatto alla Vergine, in un’epoca in cui in tutto l’Altopiano dei
Sette Comuni si parlava la lingua cimbra e in cui
nella chiesa e nella popolazione di Foza era ancora viva la memoria del legame con il monastero
benedettino di Campese.
Il voto fu istituito sotto l’onda emotiva del pericolo rappresentato da un’epidemia di colera con
la conseguente decisione dei capi famiglia e del
parroco don Marco Faganello di affidarsi alla protezione della Madonna. Si dice che in seguito a
questo atto di fede nessun “fodato” morì più per
il colera e di conseguenza la tradizione venne
mantenuta e rinnovata, con l’eccezione del 1916,
a causa della prima guerra mondiale. Nel 1921 vi
erano ancora i marcati segni del conflitto, al punto che, come raccontano le cronache di allora, vi
era ancora una baracca laddove si sarebbe poi
costruita la chiesa parrocchiale.
Nel corso dei decenni la manifestazione di fede
ha assunto un significato sempre più profondo
estendendo il suo valore da quello puramente religioso al senso di attaccamento alle radici di famiglia. Il voto unanimemente espresso di onorare Maria Assunta
in forma solenne nella ricorrenza quinquennale mobilita e coinvolge l’intero paese, inteso non solo come territorialità ma soprattutto come appartenenza di sangue e legame affettivo. Ciò
coinvolge anche chi non è fisicamente presente per l’avveniRicordo molto bene la “gita”
a Foza per la 23esima Grande Processione del 19 agosto 1951. La sveglia alle 4:30
del mattino, una breve colazione e via, la doccia “collettiva” l’avevo fatta la sera
prima in cucina nel mastello
grande insieme a mio fratello e a mia sorella: una bella
insaponata ed una sciacquata finale da togliere il respiro con l’acqua rimasta.
Eravamo entusiasti di andare a Foza con la mamma e
la nonna, naturalmente a piedi. Da Stoccareddo siamo
scesi quasi di corsa, alla luce
di una mezza luna, fino al
Santuario del Buso per poi
salire lungo il sentiero che
s’inerpicava appena dopo il
campanile su fino a
Costalta, intanto albeggiava.
Bisognava arrivare a Foza
prima dell’uscita della Madonna dalla Chiesa. La mamma e la nonna intanto finivano il secondo rosario;
l’ansia (adesso si dice
adrenalina) per me di 6 anni,
alla prima importante “uscita”, era al massimo. Indimenticabile il magnifico suono delle campane a festa per
la Messa delle 6,30. Verso
le 7 arriviamo in paese: siamo in tanti, quasi una processione; chi arrivava da
Gallio, chi da Asiago, chi da
Lusiana, chi dalla Riviera
(Roana, ecc.). Con difficoltà riusciamo ad entrare in
una piazza già stracolma (la
cronaca di allora parla di
quattro mila fedeli) in attesa
della Madonna. Naturale è
lo stupore mio e dei miei fratelli. Non si possono dimenticare le preghiere, i canti,
la banda (di Cogollo del
Cengio) che guida il ritmo
della processione preceduta
da numerosi “capati” e gli
l’Altopiano
mento. E’ proprio per questo che, a distanza di tanti anni, rimane viva la partecipazione degli emigranti a questa tradizione locale che viene ricordata e celebrata dai “fodati” nei rispettivi
paesi. Non è sicuramente un caso se nella lontana Australia le
donne originarie di Foza si ritrovano per celebrare idealmente
Due giornate speciali
stendardi delle varie associazioni e confraternite. Finalmente arriva Lei bellissima
sorretta dalle ragazze vestite
di bianco. Un’estasi! Credo
non causata dalla presenza del
Ministro-Vice presidente del
Consiglio di allora On. Piccioni presente assieme al Prefetto di Vicenza. Ricordo inoltre
che terminata la processione
di ritorno, ci siamo seduti in
un prato vicino la strada con
vista su Stocarè per gustare
l’altrettanto desiderata colazione con pane e mortadella
e cipolline, il salame di casa
era già terminato con la
fienagione. Un pezzo di dolce cotto sotto la cenere la
sera prima dalla mamma terrena ed un’aranciata chiude
un “pranzo” indimenticabile.
Dopo sessant’anni, domenica 21 agosto scorso, mia
moglie ed io decidiamo di recarci a Foza per riassaporare
le Feste Quinquennali giunte
alla 35esima edizione, anche
per ripetere, da nonno, quella
esperienza mai dimenticata.
Oh, Dio! Sono già passati 60
anni. Ci alziamo alle 6.00; l’auto la parcheggiamo presso la
contrada Labental, così da simulare l’arrivo in piazza a
Foza a piedi. Anche stavolta
le campane suonano a festa,
la piazza è meno gremita di
sessant’anni fa ma lo spirito
che ti pervade in attesa dell’uscita della Madonna è lo
stesso. La banda c’è come allora, in più ci sono gli Alpini
per il servizio d’ordine, i
Forestali a cavallo che precedono la processione, tutti
pronti; finalmente si aprono le
porte della Chiesa ed “appare” Lei, accolta da un lungo
ed intenso applauso. Ci inseriamo nella processione solenne, sistemati come da tradizione in due file ai lati della
strada, si prega guidati dal parroco Don Valentino Miotto ver-
so la chiesetta di
S.Francesco. La processione ha qualche rallentamento dovuto al passaggio
sotto i magnifici archi che
si susseguono lungo tutto il
percorso, archi costruiti
con maestria, quasi una gara
d’idee fra le 30 contrade di
Foza. E’ bello vedere con
quale impegno le ragazze
bianco vestite si sforzino
anche fisicamente a portare
la Madonna. Questo è un
impegno che le donne di
Foza si sono assunte fin
dalla prima processione del
1837. Commovente la Messa sul colle di S. Francesco
sul palco altare rivolto verso nord, in ideale collegamento, anche visivo, alla
Chiesa Madre. La celebrazione è officiata da don Alessandro Omizzolo, nativo di
Foza e concelebrata da don
Tiziano Cappellari già parroco di Foza. Don Tiziano nell’omelia ci sprona ad essere
più coraggiosi nel testimoniare l’amore alla Madonna
prendendo esempio dai nostri
avi. Loro non ebbero nessun
dubbio ad affidarsi completamente alla Mamma Celeste
sicuri di essere esauditi. I
“fodati” sono stati preservati
dalla terribile peste perché
grande era la fede nella loro
“antica” Madonna. Verso le
ore 11:00 la processione finisce con la ricollocazione della
Madonna in chiesa dove il
vescovo di Padova mons.
Mattiazzo chiude, con la Messa Solenne, l’intensa giornata di fede. Tutto è stato spiritualmente commovente,
come succede quando si
visitano i luoghi dove la
Madonna è apparsa siano
essi Lourdes, Fatima o
Medjugorje. Grazie gente di
Foza!
Amerigo Baù
gli antichi voti aggrappate nostalgicamente alla
loro chiesa e all’antica statua di legno raffigurante la Madonna.
Anche nella chiesa di Foza, recentemente
affrescata, non manca, per volontà dell’attuale parroco don Valentino, una rappresentazione altrettanto forte dell’emigrante carico del
dolore e della nostalgia di dover lasciare persone e luoghi amati per portarsi in terre straniere.
Questo forte legame dell’emigrante si manifestava attraverso le comunicazioni inviate a Foza,
soprattutto quando si avvicinavano le celebrazioni della festa dell’Assunta ed arrivava la comunicazione del bollettino parrocchiale, fonte
di letizia e di informazioni. In questa occasione il pensiero dell’emigrante si rivolgeva più
intensamente al proprio paese ed alle sue tradizioni.
Le testimonianze di fede degli emigranti, anche se le difficoltà economiche spesso consentivano loro soltanto una misera offerta, sono
rappresentate da centinaia di scritti spediti al
parroco di Foza e conservati nell’archivio parrocchiale di Foza: arrivavano da ogni parte del mondo, unite a
struggenti lettere cariche di nostalgia e affetto, le offerte in
dollari, scellini, sterline, franchi, marchi, pesos e altre monete
ancora. Questa unione con la gente di Foza sparsa in tutto il
mondo veniva continuamente espressa e rinnovata e oggigiorno, con i mezzi attuali, in primis internet, tale legame deve essere rafforzato. Per dare un senso a tutto ciò è auspicabile la
creazione di un comitato permanente, formato da persone del
paese e persone che amano il paese, creando nuovi stimoli,
pure per coloro che vi abitano, e raccogliendo idee provenienti
anche da chi vive lontano da Foza ma che, utilizzando gli strumenti che la tecnologia moderna ha messo a nostra disposizione, può dare il suo contributo in maniera costruttiva. Molte
sono le cose da fare, a cominciare dal restauro dell’antica statua in legno rappresentante la Vergine Assunta. Da pochi anni è
stata recuperata la tradizione dei “cappati” e andrebbero
recuperate altre usanze antiche: un tempo, ad esempio, si faceva a gara per illuminare le abitazioni e luoghi come il Col dei
Carpenedi e il Capon splendevano la sera, rischiarati da numerosi fuochi. Un comitato sarebbe utile anche per diffondere la conoscenza e la storia del paese presso le nuove
generazioni, sia quelle locali, sia quelle che discendono dai
nostri emigranti. Solo in questo modo potranno essere rinsaldati e coltivati l’affetto e l’attaccamento alle radici, infondendo uno spirito nuovo ma al tempo stesso legato alla
tradizione e alla fede.
Gabriele Menegatti
8
l’Altopiano
Sabato 17 settembre 2011
20
MUSICA E SPETTACOLI
“Il Canto della terra”: trionfale accoglienza nel Duomo
di Asiago per l’Opera Musicale di Giovanni Bonato
Un grande trittico musicale,
strumentale e vocale, composto dal musicista di Schio
Giovanni Bonato, è stato
commissionato da Roberto
Brazzale e presentato nella
serata
culminante
dell’Asiago Festival 2011.
Un’opera in tre quadri, ispirati a tre testi significativi in
lingua cimbra, appartenenti
alla tradizione religiosa di
Asiago. Un’opera che “è
entrata nel cuore degli
asiaghesi, raccontando con
A Canove la 9^ rassegna teatrale Comune di Roana
Ad ottobre il sabato sera fa rima con teatro
Sarà la compagnia teatrale
lusianese “Lampo a piedi”, al
debutto in quel di Canove, ad
aprire la sera del 1° ottobre con
la commedia “Tutta colpa de
‘na busia” la 9^ Rassegna teatrale Comune di Roana, che si
tiene presso la sala del cinema
teatro parrocchiale. Quattro
date nei sabato di ottobre dall’1
al 22, per un appuntamento che
quest’anno dà largo spazio alle
compagnie locali: tre su quattro dei gruppi che proporranno gli spettacoli sono infatti
altopianesi. L’8 ottobre sarà la
Compagnia del Filò di Treschè
Conca, anche questa per la prima volta presente nel cartello
della rassegna, a presentare lo
spettacolo “Ocio al Batocio”,
con testi e regia propria. Unico
gruppo “foresto”, la Compagnia di prosa Montebello di
Teolo – Bresseo- Treponti che
il 15 ottobre porterà in scena la
commedia brillante in tre atti di
Oscar Wulten “1X2”. Ultimo
appuntamento il 22 ottobre con
I Lacharen di Roana che proporranno “Imbambolai par le
bambole”, testi e regia propri.
Come sempre sarà possibile
sottoscrivere l’abbonamento
alla rassegna al costo di 30 euro
per i quattro spettacoli, il cui
ingresso singolo costa invece
10 euro. Il ricavato della rassegna sarà devoluto in beneficenza. Qualche parola di presentazione per la compagnia che dà
il via all’appuntamento: il gruppo “Lampo a piedi”di Lusiana
ha preso vita nel lontano 1944,
durante la 2^ guerra mondiale
quando alcuni giovani si riunivano ed esibivano nei locali sotto la canonica nelle serate di
coprifuoco. Successivamente
la compagnia si dilettava in
commedie e operette su vari
palcoscenici, come quelli dell’Arena di Montemerlo, di Pove
del Grappa, Valstagna, Thiene
e tutto l’Altopiano. Fu a Conco,
in occasione di una di queste
recite, che accadde un episodio che diede origine al nome
del gruppo: un paio di ore prima dello spettacolo ci si accorse che nessuno degli attori aveva portato con sé un copione.
Toni Oci, un componente della
compagnia di allora, riuscì
prendendo delle scorciatoie a
presentarsi al regista con il copione in mano solo un quarto
d’ora prima dello spettacolo e
questi, stupito, gli disse “Sei
un lampo!”. “Sì, ma a piedi!”,
fu la risposta dell’attore che
non aveva avuto neppure a disposizione una bicicletta. Successivamente la compagnia teatrale si allargò alla presenza
femminile, con la prima commedia mista “La veste rossa”.
Tutte le commedie presentate
ad oggi sono state scritte da
componenti della compagnia
rifacendosi a usi e dialetti
vicentini. Lo spettacolo che verrà presentato a Canove, ambientato prima a Lusiana e poi
a Venezia, racconta delle avventure amorose di alcuni sconsiderati dongiovanni dell’Altopiano,
convinti di non invecchiare mai e
desiderosi di una vita un po’
piccantina, che per questo si inventano una serie di bugie a danno delle proprie famiglie.Alla fine
tutto si risolverà per il meglio,
come potrà scoprire il pubblico
la sera del 1° ottobre a Canove.
Silvana Bortoli
La compagnia “Lampo a piedi” in scena
Concluse le attività estive
dell’Associazione
Artemusica di Roana, è quindi il momento dei bilanci e
delle considerazioni. E’ stata una stagione ricca di appuntamenti e decisamente
complessa, che ha visto i
membri dell’Associazione
impegnati nell’organizzazione e nella realizzazione di
concerti, master classes e
spettacoli di vario genere. Gli
appuntamenti proposti al
pubblico di villeggianti e residenti hanno visto un’alternanza di generi e tematiche:
dalla musica kletzmer ai brani classici, dagli spettacoli
circensi ed equestri alla letteratura e all’epica tradizionale. Nel corso di questi ultimi anni, infatti, le attività
organizzate da Artemusica
sono divenute sempre più
numerose e articolate e si
suoni, emozioni, timbri e dinamiche musicali la loro terra.
Il trittico si è aperto con “In
armakot un Vriise” (In povertà e freddo), un brano per
viola solista, coro ed orchestra. Il testo è tratto dal canto di Natale “Darnach”, documentato nel 1500 in una
Visita Pastorale del Vescovo di Padova ad Asiago.
Esso parla della povertà e del
freddo nella stalla di
Betlemme, ma anche della
povertà e delle immense sofferenze patite in passato da
tante generazioni ad Asiago
e sull’altopiano. L’Accademia Musicale di Schio diretta da Filippo Maria
Bressan ha fatto sentire
con forza i momenti maggiormente evocativi, accompagnata dall’orchestra
impegnata in effetti sonori particolarmente suggestivi (come il canto del Cuculo…). Musica descrittiva, poetica, carica spesso
di raffinate risonanze che
danno
imprevisti
e
impensabili sviluppi a temi
e a modi della tradizione.
Il secondo affresco si è rifatto a un canto di Pentecoste scritto ad Asiago nel
1700, “Dar Gaist ist hoite
kemmet” (Lo Spirito è oggi
venuto). Un affresco pieno
di primavera in cui viene
esaltato il miracolo della natura, rapportato al miracolo della discesa dello Spirito Santo che scende a rinnovare il mondo. Un pezzo
per violoncello (solista
Jiulius Berger), coro e orchestra , che ha vinto il primo premio al concorso internazionale Reina Sofia di
Spagna, con esiti di valore
di primo piano nel panorama della musica contempo-
Giovanni
Bonato
ranea. Straordinari i cantori
dei tre complessi corali
(Coenobium
Vocale,
Laetetur Cor, Ensamble la
Rose), che disposti lungo
le navate del duomo hanno
cantato, recitato, sussurrato i testi cimbri e hanno imitato i rumori degli animali e
della natura, in una dimensione di nuova musica spaziale.
Un timbro intensamente
coinvolgente ha incantato il
pubblico che gremiva il duomo con il terzo quadro dal titolo “Slegar” (Asiaghesi),
ispirato al canto pasquale
“Maria de bil tzarte “, (Maria infinitamente dolce), documentato anch’esso negli
atti di una Visita Pastorale ad
Asiago nel 1500. E’ il canto
che Mario Rigoni Stern nel
suo libro L’anno della Vittoria, ricorda che fu cantato
nella Pasqua 1919 tra le macerie del centro di Asiago,
sentito come segno di risurrezione e di speranza. La
nuova elaborazione dell’antico canto compiuta da Giovanni Bonato è stata salutata come possibilità di resurrezione e di speranza per
conservare e rinnovare l’antica tradizione secondo i
Chiusa la ricca stagione di Artemusica
Un totale di 25 appuntamenti: 17 concerti, 4 corsi di perfezionamento
per giovani talenti più gli incontri dedicati all’arte e alle letteratura
sono rivolte a più generi artistici: alla musica classica si
sono aggiunte, di volta in volta, le arti figurative, la danza,
il teatro, la letteratura, le acrobazie equestri e circensi. Iniziata nell’ambito del festival
cimbro Hoga Zait, la stagione
concertistica di Artemusica si
è conclusa a fine agosto dopo
aver proposto 17 concerti e
4 corsi di perfezionamento
per giovani talenti che hanno
trovato modo di raffinare la
loro tecnica ed il loro stile
interpretativo, all’interno di un
contesto familiare ma allo
stesso tempo decisamente stimolante. Si è rinnovato il suc-
cesso dei “Martedì dell’arte”
realizzati da Davide Apolloni
mentre alla letteratura è stato
riservato lo spazio della Piccola merenda letteraria e dell’”Aperitivo d’autore” che ha
avuto come protagonista
Umberto Matino con “L’ultima anguana”. Eventi del tutto
speciali e, bisogna dirlo,
spettacolari, sono stati il pomeriggio di acrobazie equestri
realizzato dai cavalieri di Erick
Ranch e lo spettacolo “Parole
dipinte: le donne, i cavalieri,
l’arme e gli amori” ispirato all’”Orlando Furioso” di
Ludovico Ariosto prodotto interamente da Artemusica.
Meno fortunato, invece, “Il
sentiero dei miti perduti”,
spettacolo realizzato da
Artemusica assieme alla compagnia di circo contemporaneo Norwegianfood, annullato a causa del maltempo ma
magistralmente sostituito da
una esibizione di acrobazie e
giocoleria che ha incantato
grandi e piccoli. Ad arricchire ulteriormente un programma già fitto, si è poi presentata l’occasione di inaugurare il restauro di un antico pianoforte. Durante la serata
“Suoni ritrovati: dal restauro
di un antico pianoforte” del 18
agosto scorso il protagonista
è stato il pianoforte di marca
Gaveau di proprietà della parrocchia di Roana. Questa gloriosa fabbrica francese, attiva dal 1847 fino agli anni ´80
del 1900, ha prodotto strumenti di alta qualità e di rara
raffinatezza, rifiniti quasi sempre con legnami esotici di pregio. Il pianoforte della parrocchia, con mobile in pregiato
palissandro brasiliano, è
dell´anno 1921 ed è stato oggetto di un restauro integrale,
riguardante la parte fonica,
meccanica ed estetica. Il restauro è stato eseguito con
grande maestria e passione da
Stefano Rogledi, tecnico ac-
modi e le esigenze dei nostri
tempi. Tra i versi in lingua
cimbra del canto pasquale si
sono inserite le Litanie della
Grande Rogazione, cantate
con le loro arcaiche modulazioni da due cori di Asiago
disposti sull’altare maggiore
del duomo. Le litanie della
Grande Rogazione sembravano diventare il Canto della
Terra, Dar Gasang bon dar
Earden, il canto che accompagna Asiago lungo tutti i
giorni della sua vita. Un insieme di voci, di suoni (con
nuovi strumenti), di rumori
(vento, campane…) che
hanno creato una commozione profonda e un nodo alla
gola non solo nei numerosi
Slegar presenti, ma anche in
molti partecipanti a questa
serata indimenticabile. Applausi fragorosi e consensi
unanimi per i concertisti, per
i cori, per gli organizzatori e
particolarmente per il compositore Giovanni Bonato,
così qualificato nella sua
competenza musicale e insieme così intimamente vicino
alla tradizione di Asiago e
dell’altopiano.
Sergio Bonato
cordatore-restauratore di pianoforti di Pavia, che ha potuto portare a termine la delicata opera di restauro e
conservazione grazie all’intervento e alla sensibilità di
un anonimo benefattore che
ha finanziato l’intera operazione. Alla fine di una stagione così ricca ed impegnativa (in totale 25 appuntamenti), non resta dunque che ringraziare quanti l’hanno resa
possibile, in particolare l’Amministrazione comunale e la
Parrocchia di Roana, assieme al pubblico che continua
a dimostrare di apprezzare le
proposte culturali di
Artemusica. Si segnala infine
che, al consueto sito
www.artemusicaroana.it si
aggiunge, a partire da quest’anno, il sito dedicato all’arte www.imartedidellarte.it.
Nicoletta Manfrin
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
21
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
Emozioni e sentimenti: una parte di noi
indispensabile per vivere pienamente
Provare emozioni fa parte
della nostra esperienza quotidiana. Anche in questo momento, nel leggere l’articolo, state provando una qualche forma di emozione, anche se blanda o non consapevole. Non si può, infatti,
non provare emozioni, perché siamo fatti per reagire a
qualunque stimolo si presenti
alla nostra coscienza, nel
bene o nel male. Capita a
volte di percepire solo la conseguenza dell’alterazione
psicofisiologica, come il sintomo somatico (ad es. il classico “groppo in gola”), non
riconoscendo l’emozione
che sta dietro. Nell’affrontare questo brano, ogni parola stimola il vostro cervello a creare significati e ciò
provoca un’alterazione a livello psichico e somatico
dopo che avete “inquadrato”
la situazione. Se vi dico
“esame”, “incidente”,
“mare”, in un lampo il cervello si sintonizza su diverse
tonalità
emotive
catapultandovi nell’immaginazione di situazioni o pensieri evocati dalle parole. La
risposta emotiva, se congrua
con lo stimolo e di intensità
adeguata, ci aiuta a
monitorare il delicato equilibrio tra interno ed esterno,
dando senso all’esperienza
psichica. Chi non prova emozioni rischia grosso!
Gli stati psico-fisiologici rapidi e contingenti che chiamiamo emozioni sono accompagnati da sensazioni più
tenui ma continuative e di
sottofondo che costituiscono
il tono umorale e i sentimenti (potremmo esplorarli chiedendoci come stiamo in questo periodo). Tutte queste
componenti si fondono nel
nostro vivere quotidiano facendoci sperimentare una
complessa alchimia di sensazioni ed emozioni che si
mescolano e costituiscono il
variopinto flusso di coscienza. Potremmo ad esempio
essere felici per le ferie che
si avvicinano, contemporaneamente essere preoccupati per l’esito degli esami del
Stefano Rigoni,
Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
sangue e arrabbiati per uno
screzio con il vicino di casa.
Gli studiosi dicono che le
emozioni servono a farci sopravvivere. Ci danno il carburante per combattere il
nemico o “volare” via per
evitarlo (si parla del modello
fight or flight). La spinta
motivazionale delle emozioni ci fa agire. Se fossimo senza emozioni o se provassimo
solo sensazioni negative di
scoramento e d’incapacità,
perderemmo tutto il potere
d’azione. Ciò accade ad
esempio nella depressione.
La componente biologica dello stato umorale è molto importante. Pensate che le
espressioni facciali e i
correlati fisiologici delle emozioni di base sembrano essere universali. Gioia, rabbia, tristezza, paura, disgusto e sorpresa (c’è chi
aggiunge l’aspettativa e la
fiducia) sono dei “pacchetti” di reazione agli stimoli interni (ad es. un ricordo) ed
esterni (un film) comuni a
tutte le culture e agli animali
più evoluti. La capacità di
provare emozioni origina dalla parte più primitiva e antica del sistema nervoso (il sistema limbico). Lo sviluppo
della parte “moderna” del
cervello (la neocorteccia) ha
conferito all’essere umano
capacità prima impensabili.
In primis la capacità di comunicare e di relazionarsi
con i propri simili con livelli
di sofisticazione impensabili
all’uomo primitivo. L’aspetto culturale (e linguistico) ha
finito per predominare su
quello biologico conferendo
nuovi ruoli all’intelligenza
emotiva, per dirla con
Goleman. Innanzitutto
l’emozione influenza le funzioni mentali, talvolta potenziandone le capacità e talvolta compromettendole (pensate alla facilità di rievocare
un ricordo coinvolgente
come il primo bacio o alla
difficoltà di ricordare e di parlare se fortemente impauriti
come durante un esame).
Inoltre, l’emozione ha anche
una fondamentale funzione
sociale. Essa coadiuva la comunicazione analogica, non
verbale, cioè priva del linguaggio. Il tono della voce,
l’atteggiamento espressivo
del volto e del corpo, la
postura, accompagnano la
parola
informando
l’interlocutore attraverso la
modulazione emotiva, che
non mente mai. Molti esperimenti ci dicono ad esempio
che non possiamo simulare
un’emozione perché non siamo in grado di ricrearla “artificialmente” controllando il
corpo. La funzione espressiva dell’emozione è fondamentale per entrare in contatto con gli altri e vivere una
completa
esperienza
interpersonale. Ciò vale anche nel rapporto con se
stessi. L’informazione
veicolata dall’emozione funge da “feedback”, un segnale retroattivo che ci aiuta a capire cosa sta succedendo dentro di noi e ci fornisce
elementi
di
autoregolazione. Pensate
che mimare espressioni
facciali di gioia o di paura
modifica le funzioni vitali
quali la pressione e la frequenza cardiaca! Le sensa-
zioni provate durante la mimica facciale evocano stati emotivi percepiti come
reali. Siamo quindi distanti
anni luce dall’idea che le
emozioni sono solo “sfoghi”
del corpo, manifestazioni
che muovono dal “dentro al
fuori” come direbbe l’etimologia (ex – moveo).
Senz’altro è ancor valida
l’idea che la mancanza di
espressione delle emozioni
o l’incapacità di percepirle
(alessitimia) crea un
disequilibrio che può pre-
giudicare il benessere
psicosomatico dell’individuo. D’altro canto, anche le
manifestazioni francamente
eccessive (ad esempio di
rabbia o impulsività) sono
segno di una non integrazione del proprio sistema mente – corpo.
Al di là dei franchi deficit
di attivazione somatica
(“iper” o “ipo” che siano),
per star bene con noi stessi
è importante imparare a riconoscere le diverse sfumature emotive di cui siamo protagonisti, affinare la
capacità introspettiva e trovare modalità adeguate di
espressione delle stesse. Si
tratta di acquisire vere e
proprie competenze, ovvero
di diventare esperti in emozioni proprie e altrui. In fin dei
conti, noi siamo quello
che…sentiamo!
L’AVVOCATO RISPONDE
LA REINTRODUZIONE
DEI TICKET SANITARI
Il Decreto Legge n. 98 del 2011, in sede di conversione nella
legge n. 111 del 2011, ha ripristinato il ticket sanitario di 10 euro
sulle visite specialistiche, che già era stato introdotto nel 2007 e
poi abolito nel 2008. Lo stesso decreto conferma il ticket di 25
euro applicabile ai codici bianchi per le visite in pronto soccorso,
come anche la possibilità per le Regioni di decidere autonomamente se applicarlo o meno, nonché di prevedere ticket propri,
come quello sui farmaci. Le polemiche e la confusione conseguenti a questa reintroduzione del ticket sanitario sono dovute al
fatto che, a prescindere da considerazioni sul merito della scelta
politica ed al di là di quanto prevedono le normative nazionali, i
ticket sanitari vengono in realtà gestiti a livello regionale e, pertanto, ogni Regione, con norme proprie, può prevedere costi
diversi o diverse applicazioni dello stesso. Per far maggiore chiarezza sulla novità giuridica introdotta occorre aver presente che
esistono tre tipi di ticket: quello sui farmaci, quello sulle prestazioni di pronto soccorso e quello sulle prestazioni specialistiche
ed analisi ambulatoriali. Il ticket sui farmaci è di esclusiva competenza regionale. La legge nazionale si limita a permettere alle
Regioni di prevedere misure mirate al contenimento della spesa
farmaceutica per aumentare le entrate di bilancio ed ad indicare
su quali categorie di farmaci può gravare il ticket, ovvero: sui i
farmaci di fascia A (medicinali essenziali e per le malattie croniche) le Regioni possono richiedere una compartecipazione alla
spesa sanitaria a carico dei cittadini, con fasce di esenzioni decise dalla regione stessa; mentre i farmaci di fascia C (medicinali
non considerati essenziali, che curano patologie minori o di lieve
entità) possono essere gravati da un ticket deciso a livello regionale per il loro intero costo. La stessa classificazione vale per i
farmaci equivalenti (o generici).
Il ticket sulle prestazioni di Pronto
Soccorso prevede, invece, che
per le visite in pronto soccorso
a cui non segue un ricovero
ed a cui è stato assegnato
un codice bianco (non critico, pazienti non urgenti) si preveda un ticket fisso di 25 euro,
applicabile ai maggiori di 14 anni.
Non tutte le regioni applicano questo
ticket nella misura prevista dalla legge.
Il ticket sulle prestazioni specialistiche (visite) ed analisi ambulatoriali, infine, è stato
reintrodotto nella quota fissa di 10 euro sulle ricette delle visite
specialistiche, a carico dei soggetti non esenti. Nonostante le
voci di rimodulazione, per ora è questa la cifra che le Regioni
sarebbero obbligate ad applicare. Sembrerebbe però che alcune Regioni si stiano opponendo a questa reintroduzione, considerata un’intromissione alla propria autonomia decisionale, preferendo l’applicazione di un ticket più leggero e progressivo rispetto al costo della prestazione. Per il momento la situazione è
ancora piuttosto caotica, e ciò in considerazione del fatto che
l’entrata in vigore della legge di riferimento è datata solamente
17 luglio ultimo scorso. Questo ticket, ad ogni buon conto, si va
ad aggiungere a quello previsto per la fruizione delle prestazioni
a carico del SSN (servizio sanitario nazionale), il cui importo
massimo e’ di 36,15 euro. Rimangono valide, però, le esenzioni
previste dalla legge e dalle normative locali per età e reddito;
per i disoccupati, pensionati sociali e pensionati al minimo e i
loro familiari a carico, con basso reddito; per i malati cronici e i
cittadini affetti da malattie rare in possesso dell’attestato della
Asl; e per gli invalidi civili, di guerra, per lavoro e per servizio.
Sono inoltre sempre esenti da ticket: il test HIV eseguito in strutture pubbliche (che e’ anche anonimo); le visite periodiche, analisi ed accertamenti diagnostici per le donne in gravidanza; e le
diagnosi precoci di alcuni tumori (mammografia biennale per le
donne tra i 45 e i 69 anni, PAP
test triennale per le donne tra i
25 e i 65 anni, colonscopia quinquennale per i cittadini di
età superiore ai 45
anni).
Avvocato Serena Baù
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Jacopo
Scajaro, 23 36012
Asiago (Vi)”
8
Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
22
Agli ordini di Tucker
Migross al lavoro
per preparare al
meglio la stagione
Mercoledì la Supercoppa, sabato il via al campionato
di Cesare Pivotto
Si lavora alla grande in casa
Asiago, per gettare le migliori
basi possibili alla preparazione che dovrà sostenere le
ambizioni giallorosse di una
stagione ormai alle porte.
Nell’hockey d’estate sono
arrivate note positive sul piano dei risultati ed indicazioni
utili per coach Tucker, alle
prese con un roster da
reimpastare visti i numerosi
avvicendamenti usciti dal
mercato. Dicevamo della
pre-season e dei relativi risultati. Dopo il doppio confronto ferragostano con
l’Alleghe (4-3 a Corvara per
gli agordini, 6-4 per i
giallorossi all’Odegar), i
Campioni d’Italia si sono assicurati il 20 agosto il “2° Trofeo
Migross”
di
Boscochiesanuova, battendo
l’Ev Bozen (2-0) e i Falchi
Bosco (3-0).
Nella trasferta ungherese del
3-4
settembre
a
Székesfehérvár per il
“Memorial
Gabor
Ocskay”, la Migross ha prima battuto in semifinale i romeni del Miercurea Ciuc (42) ma è stata battuta in finale dai padroni di casa del
Sapa Fehérvár AV 19 (1-7).
Infine i giallorossi si sono
aggiudicati la “Wurtharena
Cup” di Egna disputata dal
9 all’11 settembre, battendo prima il Cortina (4-3) e
poi i Wild Goose Egna (2-1
ai rigori). Questo il ruolino
di marcia che poco o nulla
ha da dire se non per quanto riguarda la squadra e le
necessità di giocatori e tecnici di rodare condizioni,
caratteristiche, qualità per
elaborare il miglior “piano
di battaglia” per una stagione che si presenta quanto
mai intensa e che vedrà ancora una volta la formazione
altopianese impegnata su ben
4 fronti: dalla Supercoppa Italiana al Campionato, dalla
Coppa Italia alla Continental
Cup, diventata quest’ultima
pallino particolare ed obiettivo di primo livello da perseguire.
Sul sito ufficiale della società l’allenatore John
Tucker fa il sintetico punto della situazione “Possiamo dire che la pre-season
potrebbe dividersi in due
parti. Nella prima, ovvero nel torneo ungherese,
pur avendo mostrato buone cose eravamo molto
rimaneggiati: ci mancavano quattro giocatori
chiave ed eravamo molto
più indietro nelle preparazione rispetto a loro.
Più positivo è stato il torneo di Egna dove, con il
lineup quasi al completo,
abbiamo affrontato squadre al nostro livello di preparazione. Comunque
siamo ancora ben lontani dai livelli massimi che
possiamo ottenere ma
sono fiducioso che nei
prossimi 2-3 mesi li raggiungeremo”.
Settimana di lavoro intenso, come detto, quella passata, in attesa che si sblocchi la situazione burocratica relativa al passaporto di
Pitton (così è almeno al
momento in cui scriviamo)
e che l’attaccante possa
dunque aggregarsi alla sua
nuova squadra.
Ma dai prossimi giorni si
entra nel vivo della stagione.
Come noto mercoledì 21 a
Brunico andrà in scena la
Supercoppa Italiana, trofeo
che il sodalizio di via Stazione ha già messo in bacheca
nel 2003 ma che lo scorso
anno ha dovuto consegnare
nelle mani del Renon; quest’anno l’avversaria sarà il
Val Pusteria in una sorta di
rivincita degli altoatesini dopo
la finale scudetto persa dopo
sei intense e funamboliche
gare. Anche la formazione
Questo il calendario della regular
season 2011-12 dei giallorossi:
1° girone di andata
Sab. 24.09.11 ore
Gio. 29.09.11 ore
Sab. 01.10.11 ore
Gio. 06.10.11 ore
Sab. 08.10.11 ore
Gio. 13.10.11 ore
Sab. 15.10.11 ore
Gio. 20.10.11 ore
Sab. 22.10.11 ore
Migross Asiago –Pontebba
Vipiteno – Migross Asiago
Migross Asiago – Valpellice
Val di Fassa – Migross Asiago
Migross Asiago – Renon
Bolzano – Migross Asiago
Migross Asiago – Cortina
Val Pusteria – Migross Asiago
Migross Asiago – Alleghe
1° girone di ritorno
Mar. 25.10.11 ore 20.30
Pontebba – Migross Asiago
Gio. 27.10.11 ore 20.30
Migross Asiago – Vipiteno
Sab. 29.10.11 ore 20.30
Valpellice – Migross Asiago
Gio. 03.11.11 ore 20.30
Migross Asiago – Val di Fassa
Sab. 05.11.11 ore 20.30
Renon – Migross Asiago
Mar. 15.11.11. ore 20.30
Migross Asiago – Val Pusteria
(anticipo 17° turno per impegni Continental Cup)
Gio. 17.11.11 ore 20.30
Migross Asiago – Bolzano
Sab. 19.11.11 ore 20.30
Cortina – Migross Asiago
Mar. 13.12.11 ore 20.30
Alleghe – Migross Asiago
(posticipo 18° turno per impegni Continental Cup)
2° girone di andata
Gio. 01.12.11 ore 20.30
Sab. 03.12.11 ore 20.30
Mar. 06.12.11 ore 20.30
Gio. 08.12.11 ore 20.30
Sab. 10.12.11 ore 20.30
Gio. 15.12.11 ore 20.30
Sab. 17.12.11 ore 20.30
Gio. 22.12.11 ore 20.30
Lun. 26.12.11 ore 20.30
Migross Asiago – Pontebba
Vipiteno – Migross Asiago
Migross Asiago – Valpellice
Val di Fassa – Migross Asiago
Migross Asiago – Renon
Bolzano – Migross Asiago
Migross Asiago – Cortina
Val Pusteria – Migross Asiago
Migross Asiago – Alleghe
2° girone di ritorno
Mer. 28.12.11 ore 20.30
Ven. 30.12.11 ore 20.30
Mar. 03.01.12 ore 20.30
Gio. 05.01.12 ore 20.30
Sab. 07.01.12 ore 20.30
Gio. 12.01.12. ore 20.30
Sab. 14.01.12 ore 20.30
Gio. 26.01.12 ore 20.30
Sab. 28.01.12 ore 20.30
Pontebba – Migross Asiago
Migross Asiago – Vipiteno
Valpellice – Migross Asiago
Migross Asiago – Val di Fassa
Renon – Migross Asiago
Migross Asiago – Bolzano
Cortina – Migross Asiago
Migross Asiago – Val Pusteria
Alleghe – Migross Asiago
pusterese, pur senza stravolgere lo spogliatoio, ha cambiato abbastanza, a partire
dall’allenatore con Teppo
Kivelä subentrato a Stefan
Mair finito a Cortina; partiti
Helfer, Sirianni, Desmet,
Loyns, Pichler e Nikkilä, in
casa altoatesina sono arrivati,
per ora, Marek Posmyk,
Giulio Scandella, David Ling
e tre giovani come Daniel
Glira, Likas Crepaz e Benno
Obermair.
Riprende l’attività del Sakura Karatè Club
Stanno per riprendere le attività sportive del “Sakura Karatè Club” di Roana che, guidato
da Antonello Pulga, cintura nera 3° Dan, si prepara ad una stagione densa di impegni.
Ispirato alla pratica del Karatè tradizionale, il Sakura Karatè Club si propone di diffondere
il karatè non solo come disciplina sportiva, ma anche come arte marziale basata sul rispetto
dell’avversario e sull’autocontrollo. Le attività si svolgeranno con due modalità diverse: la
proposta del karatè come pratica sportiva a scuola, durante alcuni pomeriggi che saranno
concordati con gli insegnanti, e gli allenamenti serali, rivolti sia a sportivi già esperti, sia ai
principianti che desiderino avvicinarsi alla pratica del karatè. Aperti a bambini, ragazzi e
adulti, la frequenza sarà interamente gratuita: gli allenamenti si svolgeranno il martedì e il
giovedì dalle 18 alle 20 presso la palestra delle scuole elementari di Roana a partire dal 27
settembre prossimo. Chi fosse interessato può telefonare al numero 347.0186944 o scrivere a [email protected]
Nicoletta Manfrin
20.30
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20.30
20.30
20.30
20.30
Discesa
panoramica
verso Lusiana e
la pianura
Sarà una bella sfida, sostenuta da molte motivazioni
anche se si dovrà ancora fare
i conti con una preparazione
ancora tutta da rifinire su
entrambi i fronti.
Digerito questo primo trofeo,
sabato prossimo 24 settembre si inizia la lunga stagione
che porterà all’assegnazione
dello scudetto n° 78 e che i
Campioni d’Italia inizieranno
(stavolta in casa) affrontando all’Odegar il Pontebba.
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
23
Oro ed argento mondiale per Frau
SCI D’ERBA
Da parecchi anni ormai
Edoardo Frau è “la bandiera”
dello sci d’erba azzurro grazie alle tante vittorie acquisite che, di fatto, lo collocano ai vertici planetari della disciplina.
L’asiaghese, convocato per
l’ennesima partecipazione ai
Campionati del Mondo aveva quest’anno, più che in
passato, un conto sportivo da
saldare con un grande
“competitor” dei pendii verdi, il campione ceko Jan
Nemec: mai in questa stagione era risucito a batterlo.
A Goldingen, in Svizzera,
proprio nella prova di chiusura, piazza però gara giusta al momento giusto vincendo l’oro in “gigante”.
Le premesse per questo suo
ennesimo exploit iridato tro-
L’atleta asiaghese a Goldingen, in Svizzera, proprio nella prova di chiusura dei Campionati del
Mondo, piazza la gara giusta nel gigante. Il giorno prima era giunto secondo nella super combinata
vavano però solide radici nella penultima
giornata dove “scaldava il motore” con l’argento in super-combinata (supergigante e
slalom speciale) chiudendo alle spalle dell’emergente elvetico
Miko Hueppi avanti a lui
di soli 23/100.
Nella gara fra le porte
larghe, il vicentino ripete l’impresa vincente
messa a segno sei anni
fa a Dizin in Iran portando ad undici i podi mondiali sui quali è salito in carriera.
Un bottino di tutto rilievo tale
da farne uno degli azzurri con
più medaglie nella storia di
questo sport rimasto, purtroppo, sempre di nicchia no-
nostante l’Italia sia, complessivamente, nazione leader ed
a questo traguardo abbiano
contribuito oltre all’alpino
altopianese anche altri atleti
dei Sette Comuni. Primo fra
tutti Stefano Sartori.
Il colpo grosso di Edoardo
Frau premia innanzitutto la
sua capacità nel non farsi
condizionare dalle ripetute
vittorie ottenute sin qui in stagione dal campione ceko e
sintetizza un dato del tutto evidente: caratura di atleta dall’assoluto valore internazio-
nale. Strettamemte
legata è la sua grande tenacia nel perseguire gli obiettivi, anche quelli più impegnativi. Quest’anno il
maggiore era quello
di mettersi alle spalle il campione ceko
che, fino all’appuntamento elvetico eveva
lasciato agli avversari
soltanto i gradini più
bassi del podio. C’è
riuscito ed a trentun
anni questo risultato lo avvalora ulteriormente. Il suo oro 2011 arriva
con 29/100 di margine sul
campione ceko finito nella
tenaglia
azzurra
materializzatasi nella grande prova del veterano
bellunese Fausto Cerentin
terzo a 45/100. A conclusione di quest’ennesimo
“mondiale” ben condotto
dagli azzurri non sfugge però
una constatazione: mentre in
alcune zone d’Italia la disciplina presenta qualche buon
rincalzo sul futuro della specialità in altopiano esiste invece un grosso interrogativo.
C’è il rischio, concreto, che,
per una serie di motivazioni,
sia difficile trovare gli eredi
di Stefano Sartori e di
Edoardo Frau e sarebbe
davvero un peccato. Per il
momento è comunque tempo di festeggiare il neoiridato che muovendo i suoi
primi passi da atleta come
saltatore dal trampolino è poi
riuscito a trovare la sua miglior collocazione nello “sci
verde”.
R.A.
A Gallio è tornato il “grande salto”
Una gara internazionale sui trampolini del Pakstall mancava dal 2002: digiuno
interrotto nel primo weekend di settembre con l’International Ladies Cup
A Gallio una gara di salto a partecipazione internazionale
mancava da quasi un decennio. Un bel po’ davvero visto
che in precedenza gli appuntamenti di Continental Cup,
gli ultimi in ordine di tempo, si susseguivano abbastanza
regolarmente portando sul maggior trampolino del
Packstall grandi atleti provenienti da parecchie nazioni,
non solo europee.
Per gli appassionati locali, così come per gli organizzatori
dello Sci Club Gallio, “digiuno” interrotto nel primo weekend di settembre grazie all’irrompere sulla scena della
disciplina delle saltatrici. In attesa del loro esordio olimpico, previsto ai giochi russi di Sochi 2014, le ragazze, oltre
che nel circuito invernale loro riservato si stanno impegnando nell’International Ladies Cup versione estiva. La
gara in rosa andata in scena sull’impianto altopianese era
in calendario già lo scorso 12 e 13 febbraio, ma la carenza di neve l’aveva fatta saltare. Nessun problema invece
per suo il recupero, sempre impostato su due giornate,
con l’utilizzo del trampolino Hs 66, quello medio.In abbinata anche il Campionato Italiano Femminile. All’invito
degli organizzatori galliesi hanno risposto oltre una ventina di ragazze provenienti da Slovenia, Germania, Austria,
Francia e Svizzera. Con loro anche alcune fra le azzurre
di maggior futuro.Nella prima giornata l’International
Ladies Cup, categoria juniores, mette in evidenza le sicure doti della slovena Barbara Klinec prima con 224.3
punti. E’ allenata da quel Primoz Peterka, molto noto agli
appassionati locali, capace di rivelarsi protagonista nella
Continental Cup dove, fra l’altro, riuscì anche a stabilire il
record dal K 95 per poi proseguire con una brillante carriera in Coppa del Mondo conclusasi appena qualche mese
fa. Al secondo posto la francese Anais Geoffray (212.5)
seguita da Lucienne Hoppner ( 208.6) rappresentante della
scuola tedesca. Prima delle azzurre, quinto posto, la trentina Veronica Giammoena. Fra le “allieve” prevale invece l’austriaca Elisabeth Raudaschl, 203.2 punti per lei,
sulla gardenese Manuela Malsiner (198.9) e sull’ elvetica
Giannina Ernst (186.3). Nella replica del giorno seguente
è ancora la slovena Barbara Klinec a dettar legge centrando quindi la doppietta.Varia però la composizione complessiva del podio dove salgono, nell’ordine, un’altra
gardenese, Evelyn Insam, mentre Lucienne Hoppner è
terza. Cambia invece la vincitrice fra le “allieve”. Qui a
centrare il bersaglio è Manuela Malsiner: ottimo dunque il
suo week-end galliese. E’ prima davanti a Pauline Herbler
tedesca ed all’ austriaca Elisabeth Raudaschl. Il titolo di
Campionessa Italiana di salto 2010-11 va a premiare
Evelyn Insam nettamente avanti rispetto a Veronica
Giammoena e Manuela Malsiner. Per il trio azzurro una
buona prestazione complessiva però in vista di Sochi 2014
tutte le azzurre dovranno lavorare ancora parecchio perché, da quel che si è visto a Gallio, la concorrenza è
davvero tosta.
Il fine settimana al Packstal consente anche di trarre un
Il titolo di
Campionessa
Italiana di salto
2010-11 va a
premiare Evelyn
Insam (foto)
bilancio sullo “stato dell’arte” per quanto riguarda la disciplina sia a livello nazionale quanto in termini casalinghi.
“Il gruppo delle ragazze – commenta Cristina Bellante,
responsabile di settore per la Fisi - non è molto folto ma,
piano piano, stiamo crescendo. Gli obiettivi da raggiungere sono ancora lontani tuttavia con il contributo di tutti
sapremo arrivarci” Molto soddisfatto Giorgio Tagliaro
Assessore allo Sport di Gallio: “L’Amministrazione Comunale - commenta – è molto impegnata nel rilancio del
salto disciplina sportiva “storica” per il nostro paese. Una
gara internazionale mancava a Gallio dal 2002: abbiamo
ripreso con le ragazze ed è già buon segno. Ora ci stiamo
concentrando sul rifacimento dei due trampolini più piccoli e siamo sulla buona strada. Per quanto riguarda l’impianto maggiore c’è un progetto molto interessante allo
studio: ricavare sulla struttura stessa un “campo” per l’arrampicata: un modo nuovo per utilizzare ancor meglio una
struttura di cui disponiamo in via pressochè esclusiva”.
Contento anche Marcello Lunardi papà di Andrew e
Michael i due saltatori galliesi attualmente nel giro azzurro coinvolto come sempre in ambito organizzativo.
“In quest’ultima parte delle gare estive stanno migliorando: è di buon auspicio per il prossimo inverno”.
Per parte sua Paolo Pertile, giovane presidente dello
Sc Gallio in carica da meno di due anni, così sintetizza
questa due giorni: “Il bilancio è positivo sia per la partecipazione straniera, sia in relazione ai risultati tecnici arrivati, fra l’altro, senza infortuni di sorta. Come
società cerchiamo di ripartire col reclutamento iniziando dai bambini di prima elementare ma – conclude –
dobbiamo anche rinnovare i nostri impianti più piccoli
e, sotto questo profilo, stiamo lavorando a stretto contatto con l’amministrazione comunale”.
Renato Angonese
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l’Altopiano
Sabato 17 settembre 2011
24
Il Canove Calcio inizia il campionato con il piede giusto
Due gol, qualche buona occasione e tanta sofferenza hanno
regalato al Canove Calcio i primi 3 punti del girone C del
campionato di Prima categoria. Una partita, quella contro il
Due Monti, che ha anche permesso di vedere qualche sviluppo e una miglior intesa tra i giocatori gialloblu dopo che
molto è stato cambiato durante l’estate.
Due gol frutto di due belle azioni portate a conclusione da
Cortese sempre più a suo agio lungo la fascia e che hanno
fatto vedere un Andrighetto più padrone del gioco. L’intesa
tra il centrocampista centrale e il duo Rigoni e Fontana non
può che migliorare. Anche la compagine dei Baù si sta ben
inserendo nel contesto e Fioretto si sta mostrando sempre
più uomo fondamentale per l’attacco, anche senza palla. Bene
Strazzabosco mentre sono oramai delle certezze Sterchele,
Pace, Pilati e Thomas Baù, tanto che anche il portiere
Zanfardin sta mostrando maggior intraprendenza man mano
che migliora l’intesa con la retroguardia.
Che ci sia ancora lavoro da fare il mister ne è completamente conscio, ma solo giocando i ragazzi potranno affinare
affiatamenti e conoscenza. Per quanto riguarda la partita, il
Canove ha sofferto l’intraprendenza e l’esperienza della squadra di Montegalda tanto che nel primo tempo è stato molto
guardingo; una tattica attendista che ha dato i suoi frutti colpendo entrambe le volte in contropiede. E’ stato quando i
gialloblu si sono sbilanciati in avanti che si sono notate di più
le difficoltà. Troppo spesso gli attaccanti avversari sono arrivati al limite dell’area anche se la bravura (e freschezza) dei
giocatori del Canove non ha permesso agli ospiti grandi azioni in fase conclusiva. Negli ultimi minuti un plauso al Canove
che, messo sotto assedio dal Due Monti con ripetuti attacchi
alla porta difesa da
Zanfardin, non ha ceduto, ha mantenuto la calma ed è riuscito a portare a casa il bottino pieno. Ora avanti così; domenica 18 il Canove
ospita il Leodari
Vicenza SBF alle 15.30,
mentre domenica 25
gioca fuori casa contro
il Quinto Vicentino. I
ragazzi vi attendono numerosi sugli spalti. Forza Canove.
G.R.
Il mister Sandro Baù
L’ALBA DEL CALCIO AD ASIAGO
Le origini del calcio in Altopiano sembra siano tutt’altro che recenti. Sono infatti già passati sessant’anni da quando venne scattata questa fotografia gentilmente fornitaci, attraverso Santino
Rossi, da uno dei protagonisti di allora: Tommaso Dal Molin. La
storica immagine risale, secondo il proprietario, all’anno 1950
ed è stata scattata allo stadio Andrea Zotti, anch’esso dunque
ormai storico per Asiago. La squadra si chiamava “Alba” ed
indossava una divisa di colore verde. Narra Dal Molin che non
c’erano soldi per acquistarla e quindi il gruppo ha provveduto a
raccogliere scille e poi a venderle per avere il budget necessario, tanta era la volontà di creare una squadra degna di questo
nome. I giovani calciatori qui ritratti sono: in piedi da sinistra,
Sandro Gios Tuncali, Vittorio Rigoni Rendola, Domenico
Rodeghiero Nichetto, Giancarlo Bonomo (tipografia), Nini
Pesavento Fontanaro e Giampaolo Scaggiari (nelle veste di dirigente); accosciati da sinistra troviamo Ivan Busolo, Tommaso Dal
Molin, Luigi Stefani Pècara, Bepi Stefani Pècara e Terenzio
Rodeghiero (Rechar).
Il Rugby Bassano si allena a Gallio
In contemporanea alla Rugby World Cup, aspettando la gara
denominata “Delle 6 Nazioni”, fino al 19 settembre 2011,
l’Assessorato allo Sport del Comune di Gallio ospita la squadra di Rugby di Bassano, che alloggia al Gaarten.
Allenamenti e partite si svolgono nel vicino campo Sportivo,
gestito sempre efficientemente dall’AC Gallio, che nell’occasione lo ha reso disponibile, mettendo così in evidenza
come esso possa essere considerato polivalente nel suo uso,
potendo ospitare anche altre attività tecniche e sportive
correlate al cugino calcio. Una collaborazione tra Comune,
Ac Gallio e Rugby che rende visibilità ad uno sport non
prettamente legato al territorio altopianese, ma che dimostra
la possibilità di una presenza fin d’ora considerata di difficile
attuazione, ma che in realtà potrebbe perfino portare a costituire una squadra legata al nostro territorio, come si augura
l’assessore allo sport di Gallio, Giorgio Tagliaro.
La società giallorossa può contare 300 tesserati, un nucleo
dirigenziale dinamico che punta sulla crescita del settore gio-
vanile e, visti i numeri, il vivaio rappresenta un vero fiore
all’occhiello. Le punte dell’iceberg sono rappresentate dalle
compagini della serie C Elite, guidata da Ambrosio Horacio,
e dall’under 23, del duo Canazza/Cenere, recentemente introdotta dalla Federazione Diretto il presidente Mocellin: “
Dobbiamo puntare alla promozione e pure diretta con la serie C, il che significa concludere la stagione al primo posto.
L’under 23 avrà l’obiettivo di qualificarsi per la seconda fase
, il che significa salire sul podio nella prima.” Immancabile
l’appuntamento con il ritiro precampionato, occasione importante per perfezionare la preparazione atletica in corso e un’indispensabile tappa per creare la giusta amalgama e rafforzare lo spirito di squadra.
“La location scelta quest’anno è la vicina Gallio – spiega il
presidente Mocellin – tramite un atleta che ha casa in quelle
zona abbiamo preso contatti con l’amministrazione che si è
rivelata disponibile ad accogliere le nostre richieste e trovata
accogliente sistemazione non ci abbiamo pensato due volte”.
Il settore giovanile del
Bassano nella cornice
dello stadio di Asiago
Si consolida sempre di più il
rapporto tra il Settore Giovanile del Bassano Virtus e
l’Altopiano di Asiago. Sono
ben otto i giocatori altopianesi
che giocano nelle squadre
giovanili giallorosse. In particolare uno di questi, Filippo
Fracaro (classe 1992), appartiene alla rosa della Prima Squadra e 4 alla rosa degli Allievi Nazionali: Alessandro Stella, Davide Longhini,
Marco Rigoni e Daniele
Peruzzo. Si è pensato così di
mettere in evidenza l’importante esordio in campionato
della squadra di mister
Paganin, gli Allievi Nazionali
appunto, contro il Chievo portandolo in scena in questo vicino territorio sempre più amico dei colori giallorossi. La
partita è in programma domenica 18 settembre allo Stadio
Andrea Zotti di Asiago alle 15.
Molto soddisfatto dell’iniziativa il responsabile del Settore
Giovanile del Bassano Michele
Nicolin “L’Altopiano di Asiago
– sottolinea Nicolin nel sito
ufficiale del Bassano Virtusè da sempre fucina di grandi
talenti non solo calcistici ma
anche di molti altri sport. Nella mia oramai ventennale
esperienza nei settori giovanili
dei professionisti ho apprezzato
“la fame sportiva” che appartiene alla gente di questa
terra.Disputare questa partita in Asiago conferma
quanto sia forte il legame
della nostra Società con tutto il territorio dell’Altopiano
ed inoltre vuole essere un
ulteriore segnale della presenza della Virtus per quei
ragazzi che dovessero avere la possibilità di fare
un’esperienza con noi. Di questo mi sento di ringraziare particolarmente il presidente
asiaghese Federico Longhini”.
Per doverosa informativa si
comunica che le altre partite
di campionato della squadra
Allievi Nazionali verranno disputate durante l’intera stagione sportiva presso il Campo
Comunale di Sant’Eusebio di
Bassano del Grappa
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Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
25
I DSA, Disturbi Specifici di Apprendimento:
un mondo a parte all’interno della scuola?
Nell’ultimo decennio, nella scuola è stata rivolta un’attenzione particolare al linguaggio, sia verbale che scritto. Sono
stati messi a punto numerosissimi test standardizzati in grado di misurare le svariate competenze del bambino nel suo
percorso evolutivo. Ciò ha permesso di individuare e definire molte delle difficoltà che il bambino incontra nel processo
di apprendimento, delineando strade e interventi per favorirlo. Il bambino che vent’anni fa a scuola faceva molti errori
quando scriveva, che leggeva con una persistente lentezza,
che non imparava le tabelline... oggi prende un nome: è un
bambino DSA. Ed è su questo punto che voglio porre una
prima riflessione: per tutto il percorso scolastico quel bambino sarà accompagnato da questa definizione, che andrà a
far parte della propria identità. Ma siamo sicuri che il bambino, poi ragazzo DSA, intelligente, con una notevole consapevolezza quindi delle sue difficoltà conviva bene con questa etichetta, con questa diversità, resa così esplicita nel gruppo classe, tra i suoi coetanei? A partire dalla scuola primaria
e successivamente in quella secondaria, laboratori pomeridiani e interventi riabilitativi individuali sosterranno questi bambini. Periodici controlli monitoreranno l’andamento evolutivo.
Il percorso scolastico sarà lungo e molto impegnativo,
forse troppo impegnativo! Ce la faranno a resistere
con questo ritmo fino alle scuole superiori o odieranno ancora di più tutto quello che sa di scuola?
Non capisco perché tutte le conoscenze e gli
studi sull’apprendimento non debbano arricchire e far parte della normale didattica della
classe, una classe composta da allievi con livelli di apprendimento diversi, ma soprattutto,
abilità e propensioni diverse. Gli strumenti per
fare, per imparare, sono nel cassetto dell’insegnante e li può mettere a disposizione di
tutta la classe, a seconda delle necessità: in questa ottica non è più importante distinguere il bambino “in difficoltà”, perché sarà un bambino che ha bisogno, per fare,
di un determinato strumento,
piuttosto di un altro e non si
sentirà “il diverso”, “l’inferiore”. Nei casi di dislessia
severa il bambino-ragazzo
potrà, per esempio, utilizzare nello studio i libri
digitali. Ma in un
mondo
così
informatizzato, come quello attuale, perché non aprire questa opportunità a tutti gli studenti? Perché creare didattiche
personalizzate e invece non adottare una didattica più flessibile che può giovare anche ad altri bambini? Se un bambino
alla scuola elementare necessita per esempio della tavola
Pitagorica, perché non lasciarla a disposizione di tutti, una
volta c’era nei nostri quaderni. Giorno dopo giorno il bambino la memorizzerà, si creerà dei riferimenti, si costruirà delle
strategie per ricordare. Lo stesso per la calcolatrice. Perché non introdurla, in una determinata fase dell’apprendimento, come uno strumento in più per tutta la classe? Sorge, poi, il problema valutativo. Ma tra tutte le verifiche
che si fanno non è possibile inserire delle verifiche per
tutti con la calcolatrice o la tavola Pitagorica, oppure predisporre una verifica che preveda compiti diversi, cioè
con l’uso o meno di questi strumenti? Allora qualsiasi bambino in difficoltà vedrà che alcune cose le sa fare o comunque si potrà osservare meglio se è proprio quell’aspetto ad essere carente. A volte mi sembra che venga dato
per scontato l’uso di determinati strumenti, senza un riscontro concreto della loro utilità e, quindi, i limiti sono
posti dall’adulto. Per questi bambini-ragazzi quanto
importanti saranno le spiegazioni orali degli
insegnanti, per esempio in storia, scienze e geografia, spiegazioni che non potranno mai essere dimenticate per il
modo con cui sono state raccontate.
Quello che mi preoccupa del mondo
scolastico, è che si sta creando un
mondo DSA e non so quanto ciò possa favorire un vissuto positivo del
bambino-ragazzo con queste difficoltà.
Si stanno mettendo tante energie per sostenere i diritti di
questi bambini, i diritti di un
percorso scolastico meno
faticoso, più dignitoso,
dove possano emergere le loro capacità.
Allora perché prima
di tutto non allarghiamo gli orizzonti, impariamo a
guardare i bambini anche
per quello
che sanno
fare meglio, dando a questo un valore primario e non secondario? Valori preziosi come l’onestà, la trasparenza, la legalità, il senso critico costruttivo, il rispetto non nascono dal
nulla. Coltiviamoli veramente nella famiglia e nella scuola
come valori essenziali, perché forse in questi possiamo trovare il significato vero della nostra vita.
A me sembra che oggi, qualsiasi bambino con diagnosi di
disturbo specifico di apprendimento debba seguire un determinato percorso, indipendentemente dalla gravità o meno del
suo disturbo.
Ma perché oggi un bambino dislessico deve per esempio
sentirsi obbligato ad usare per scrivere il computer e se non
lo usa vuol dire allora che non accetta e riconosce il suo
disturbo? Ma se per lui sentirsi diverso, emotivamente lo
preoccupa, lo fa sentire a disagio, lo ostacola nell’esprimere se stesso? Ma se vuole sperimentarsi così? Non
può essere sufficiente una valutazione sui contenuti e non
sulla forma? Ci deve proprio essere un piano didattico
personalizzato per definire questo? Ma perché deve sentirsi obbligato a leggere con la sintesi vocale? E se la voce
della sintesi vocale lo disturba e lo distrae? E poi non potrà portarsela con sé per tutta la vita. Sarà sempre comunque importante, continuare ad allenare la lettura silenziosa. La tecnologia può sicuramente aprire a nuove
possibilità, ma prima di tutto qualsiasi bambino in difficoltà, con qualsiasi difficoltà, non deve sentirsi solo nell’affrontare ciò che per lui rappresenta un problema. Il sostegno concreto, paziente e sereno dei genitori, sarà sempre molto importante. Mi pongo tutti questi interrogativi
soprattutto pensando ai casi di dislessia lieve, dove è sufficiente per esempio dare un po’ di tempo in più ed utilizzare
fin dalla prima elementare una didattica semplice, chiara,
essenziale. In molti casi ciò potrebbe essere sufficiente, aiuterebbe molto e non andrebbe ad appesantire un percorso
scolastico già faticoso. Perché vogliamo insegnare loro strategie particolari? Ma se sono intelligenti potranno forse, con
il tempo, costruirsele da soli e molto più efficaci. Lasciamo
loro il diritto del tempo e il diritto di credere che giorno dopo
giorno miglioreranno. Non c’è il rischio che, se li racchiudiamo troppo precocemente in un’etichetta, perdano la motivazione a migliorarsi, tanto diranno “siamo fatti così!”?
Io penso che la scuola sia disorientata tra continui cambiamenti e richieste che arrivano da tutte le direzioni; credo
abbia paura di sbagliare, di non svolgere sufficientemente
bene il difficile compito di insegnare-educare: nel peggiore
dei casi non si pone nessuna domanda e applica, quanto le
viene richiesto, per esimersi da qualsiasi responsabilità.
Adriana Pinaroli
“A Conco manifestazioni obsolete e pochi sorrisi”… da parte di chi?
Egregio Signor Baratella,
anche a me viene spontaneo rispondere all’articolo
pubblicato con la sua firma
sull’ultimo numero del Giornale dell’Altopiano, per una
doverosa replica a quanto
lei ha scritto. Innanzitutto
devo
rilevare
che
pretestuosamente si riferisce al contenuto della mia
precedente lettera al Direttore del giornale, lettera che
proponeva delle riflessioni
sul dialogo non sempre facile
tra
i
comuni
dell’Altopiano, in particolare su problematiche cui lei
stesso afferma di essere
estraneo. Lei prende spunto dal mio articolo per parlare di altro, permettendosi
di offendere non solo la mia
comunità ma, in particolare, l’impegno di decine e
decine di volontari di tutto
il Comune che, con grande
generosità, nel corso dell’estate hanno dato vita a
diverse manifestazioni, a
proposte di vario tipo, cercando di migliorare sempre
più la qualità dell’offerta
per i residenti e i turisti.
Lei evidentemente non conosce
gli
aspetti
paesaggistici e ambientali
offerti dal nostro territorio
e non ha avuto modo di conoscere o di partecipare
alle iniziative sportive, culturali, enogastronomiche e
di svago che, se a lei sono
apparse obsolete o “in voga
nella prima repubblica “(
citazione che qui proprio
non c’entra), da molte, moltissime altre persone sono
state condivise, frequentate, lodate. Si permette di
interpretare in modo arbitrario il transennamento di
una proprietà privata e ancora offende i vigili definendoli gabellieri. Vede,
se l’Amministrazione
avesse deciso di far cassa con le sanzioni nei confronti di chi viola il Codice della Strada, avrebbe
messo più vigili e per più
ore sul territorio comunale , invece di fare soprattutto prevenzione nel periodo estivo, quando c’è
Riqualificazione di Piazza
Carli: un’opera ben riuscita
Sono un “foresto” assiduo frequentatore dell’altipiano ( con
la i come amava chiamarlo il nostro Mario) . Vorrei congratularmi con l’Amministrazione Comunale per l’importante
e a mio avviso estremamente ben riuscita opera di
riqualificazione di Piazza Carli . La vista ora spazia dalla
piazza alle vie adiacenti e viceversa dando un ampio respiro
a tutta l’importante zona centrale e valorizzando gli edifici
circostanti . Complimenti davvero !
Dario Danieli
maggiore traffico e ci sono
automobilisti indisciplinati.
Il turista che ama
l’Altopiano dovrebbe avere, prima di tutto, rispetto
delle persone e dei luoghi,
non comportandosi, in vacanza, come se non ci fossero regole o come se il luogo che frequenta fosse
meno civile di quello da cui
proviene. E mi viene da
pensare infine che i pochi
sorrisi forse sono i suoi se,
per caso, le è stata data una
multa.
Distinti saluti.
Graziella Stefani
Sindaco di Conco
Hockey Inline
Sabato 17 settembre 2011
8
l’Altopiano
26
a cura di Giovanni Dalle Fusine
Da sabato 17 a venerdì 30 settembre 2011
Il 17 settembre è il 260° giorno del calendario Gregoriano, mancano 105 giorni alla fine del 2011
Sabato 17 S. Roberto
Domenica 18 S. Sofia
Lunedì 19 S. Gennaro
Martedì 20 S. Eustachio
Mercoledì 21 S. Matteo
Giovedì 22 S. Maurizio
Venerdì 23 S. Pio da Pietrelc.
Sabato 24 S. Pacifico
Domenica 25 S. Aurelia
Lunedì 26 S. Damiano
Martedì 27 S. Vincenzo
Mercoledì 28 S. Venceslao
Giovedì 29 S. Michele
Venerdì 30 S. Gerolamo
Sabato 17 settembre: il sole sorge alle ore 6:22 e tramonta alle ore
19:46.
I nati il 17 di settembre appartengono al segno della vergine. Saranno persone brillanti e altruiste, meticolose sul lavoro, tuttavia eccessivamente critiche nei confronti degli altri, sono corretti nei rapporti di
coppia e molto riflessivi prima di prendere delle decisioni. Dal punto
di vista della salute potranno avere problemi di digestione. Il colore
fortunato è il grigio, la pietra porta fortuna è l’agata, il giorno fortunato il mercoledì. I nati il 30 di settembre appartengono al segno della
Bilancia. Hanno un grande senso estetico, sono persone equilibrate e
con virtù di diplomazia. Non hanno pregiudizi, nella vita sociale sanno essere simpatici e amati, rifuggono la solitudine ed amano circondarsi di amici. In amore sono monogami, cercano la stabilità affettiva.
Dal punto di vista salutare possono avere disturbi di natura
psicosomatica. Il colore fortunato è il giallo, la pietra porta fortuna la
malachite, il giorno fortunato il sabato.
L’aforisma del mese: “Al mondo non ci sono che due modi per fare
carriera: o grazie alla propria ingegnosità o grazie all’imbecillità altrui”
(Jean De La Bruyère)
Accadde il 20 settembre 1958, chiuse le case di tolleranza, approvata la legge Merlin.
Fu la deputata e senatrice socialista Angelina Merlin a portare avanti
la battaglia volta alla chiusura
Angelina
delle circa 590 case di tolleranza
Merlin
(conosciute anche con decine
di sinonimi quali case chiuse,
case di piacere, casini, bordelli,
lupanare ecc.) italiane. Dopo 10
anni di discussioni, la legge
Merlin venne votata il 29 luglio
1958 con 385 voti favorevoli e
115 contrari ed iniziò la sua decorrenza il 20 settembre, cancellando di fatto il decreto del governo Crispi del dicembre 1883 in cui si regolamentava il servizio della
prostituzione. La nuova legge Merlin, oltre a far chiudere le case di
tolleranza, decretò il reato di sfruttamento e favoreggiamento della
prostituzione pur non configurando la prostituzione come reato.
Un santo per volta: San Gennaro. Dal latino Jauna = porta, da cui
deriva il nome del dio Giano, protettore di Roma, che le dedicò uno dei
sette colli, il Gianicolo. Patrono di Napoli ed Ercolano, Procolo Gens
Januaria nacque nella seconda metà del III secolo da una famiglia
gentilizia di Vibo Valentia, fu vescovo di Benevento, molto amato
dalla comunità dei fedeli cristiani. Morì martire a Pozzuoli, decapitato,
nel 305. La storia del suo martirio si colloca nell’ultimo periodo dell’impero dell’Imperatore Diocleziano, durante una delle più cruente
persecuzioni dei cristiani. In quel periodo Gennaro, in compagnia del diacono Festo e del lettore Desiderio, si trovava a
Pozzuoli; venuti a conoscenza dell’arresto del diacono Sosso,
vollero andare a visitarlo in carcere in incognito, ma furono scoperti ed arrestati. Condannati a morte furono decapitati nel foro di
Vulcano, presso la famosa solfatara di Pozzuoli. La leggenda racconta che una donna di nome Eusebia avesse raccolto in due ampolle il sangue del vescovo. Oltre un secolo dopo le reliquie di San
Gennaro furono trasportate nelle catacombe di Capodimonte a Napoli. San Gennaro è conosciuto in tutto il mondo sia per i suoi
prodigiosi interventi in occasione di calamità naturali quali terremoti, pestilenze, eruzioni del Vesuvio, sia per il famoso miracolo della
liquefazione del sangue coagulato contenuto nelle antiche ampolle.
Questo miracolo si ripete, più o meno puntualmente, tre volte l’anno:
il primo sabato di maggio, in ricordo del trasferimento da Pozzuoli a
Domenica 18 settembre
CONCO: OMV – Via Cappellari 12
MEZZASELVA: IP – Via XXI Maggio
Domenica 25 settembre
ASIAGO: Q8 – Località Mosele
FOZA: TOTAL – Via Lazzaretti
Napoli, il 19 settembre, ricorrenza della decapitazione e il 16 dicembre
in memoria dell’eruzione del Vesuvio del 1631, bloccata dopo le
invocazioni al Santo. Non sempre il prodigio è avvenuto in tali date, a
volte il sangue non si è sciolto e a volte è stato trovato già liquefatto.
Il “miracolo di San Gennaro” è stato oggetto di numerosi studi, ma
non sono mai state date spiegazioni scientifiche né la Chiesa si è mai
pronunciata ufficialmente in proposito
Modi di dire, spieghiamoli un po’. -Voltar gabbana: essere opportunisti; cambiare idea, opinione o partito secondo la convenienza. La
gabbana è la giubba. Si dice che in passato i soldati che disertavano
l’indossassero a rovescio per non essere riconosciuti, dal suo colore,
come appartenenti a una determinata parte. Il detto esiste anche in
altre lingue. -Andare a manetta: andare molto in fretta; correre; fare
qualcosa con grande foga. La manetta in questione è quella del gas,
che su alcuni veicoli comandava un tempo l’afflusso del carburante e
quindi incideva sulla velocità del mezzo. -Andare in malora: guastarsi, rovinarsi, deteriorarsi; perdere funzionalità, non servire più; riferito
a un’azienda o a una persona, andare in rovina, fallire. È probabile che
il detto derivi dalla corruzione delle parole latine “mala hora”, cioè
“ora cattiva” e quindi momento funesto. Corrispondeva alle ore tra le
2 e le 4, cioè alla notte fonda che incuteva più paura, e in cui si
riscontrava il maggior numero di decessi tra i malati e gli anziani. Il
periodo di tempo è diventato poi un luogo fisico e quasi geografico.
-Per quattro palanche: a bassissimo prezzo, per una misera somma,
soprattutto nel senso di svendere un bene essendovi costretti. La
palanca era una moneta di poco valore in uso in alcune regioni d’Italia, tra cui la Repubblica Veneta. -Paganini non ripete: si dice più o
meno scherzosamente quando non si vuole ripetere quanto si è già
detto. Usato anche per accompagnare una minaccia che s’intende
eventualmente mettere in pratica senza ulteriori ammonizioni. Il detto
ha origine in un episodio avvenuto nel 1825 al Teatro del Falcone,
quando il re Carlo Felice, assistendo a un concerto di Paganini, fece
pregare il maestro di ripetere un brano che gli era particolarmente
piaciuto. Ma Paganini, che amava improvvisare molti pezzi che pertanto risultavano impossibili da ripetere, gli fece rispondere con la
frase “Paganini non replica”, il che gli costò l’espulsione per due anni
dagli Stati del re.
Curiosità su fiori e piante. La salvia: in antichità era usato come
antisettico, antiastenico, regolatore termico. Inoltre con i suoi infusi
si possono combattere gli ingorghi del sistema linfatico. Le foglie a
macero nell’acqua del bagno tonificano, le foglie fresche sostituiscono il dentifricio. Il Ficus Benjamin (Ficus benjamina) ha scarse esigenze di luminosità e ciò ne fa una pregiata pianta d’appartamento. Il
veleno sta nelle foglie e nelle radici: un “latice bianco” a cui conviene
fare attenzione perché provoca allergie e infiammazioni della pelle.
Niente di grave, sebbene nei paesi tropicali venisse usato per costruire frecce velenose (ma anche per la colla e la gomma). Nessuno si
sognerebbe di “assaggiarlo”, ovvio. Ma chi ha bambini o animali in
casa è bene che faccia attenzione. Ancor di più chi pensa di farlo
crescere accanto a un altro albero. Alcune specie del ficus, tra le 800
esistenti, vengono chiamate “assassine”: la sinistra fama si deve al
fatto che i suoi semi germinano su altri alberi fino a soffocarli. Il
melograno (Punica granatum): il nome deriva dal latino malum punicum,
cioè melo fenicio, perché Plinio, ritenendola di origine nord africana
per errore, la chiamava così. Di origine indiana è la credenza che il
succo di questo frutto combatta la sterilità. Nella mistica cristiana
questo simbolismo si arricchisce di significato spirituale, fino a considerare il frutto, e i suoi semi, espressione della perfezione divina.
L’alberello, detto botanicamente Punica granatum proviene in realtà
dall’India ma fin dall’antichità si era diffusa in Asia Minore e successivamen- te nei paesi Mediterranei. Secondo un mito greco questa
pianta nacque dal sangue di Dioniso. Side è un altro nome
del melograno che ricorda la fanciulla con questo nome,
sposa di Orione, che la gettò nell’Ade perché aveva sfidato Era ad una gara di bellezza. I miti in cui compare il
Melograno sono molti altri ed in ogni caso viene proposto il ciclo di morte-sacrificio, da cui nasce la vita. Anche nell’Antico testamento il frutto del
melograno ha simboleggiato la femminilità. E’ usanza per le spose turche scagliare un suo frutto per terra ed il numero di chicchi uscito dal frutto
indicherà il numero di figli che partoriranno.
In Dalmazia invece lo sposo trasferisce dal
giardino del suocero al suo una pianta
di melograno.
Dalle ore 8.45 di sabato 17
alle ore 8.45 di sabato 24 settembre
ROANA: Farmacia di Roana sas della dr.ssa Silvia
Passuello, Piazza S. Giustina 23
FOZA: Farmacia della dr.ssa Gilda Scaffidi Militone,
Via Roma 7
Dalle ore 8.45 di sabato 24 settembre
alle ore 8.45 di sabato 1 ottobre
GALLIO: Farmacia di Gallio snc del dr. Stefano Dalla
Valle, Via Prestinari 34
ROTZO: Farmacia della dr.ssa Anna Bottura, Via Roma
ARIETE
Vi potete permettere di cambiare idea anche
se avete fatto una promessa, che potete non
mantenere adducendo una scusa credibile.
Non fatevi condizionare dalle idee degli altri,
e puntate a quello che vi sta a cuore. Nettuno sta per entrare nel
vostro segno e vi porterà eccitanti novità, che dovrete sapere
attendere senza sollecitare un destino che ne sa più di voi.
TORO
Senza esagerare, potete osare: l’amore, il sesso, gli svaghi più
diversi sono a vostra disposizione: ancora per poco respirerete
aria di vacanza. Scegliete quello che sentite più necessario e
mantenete un atteggiamento disponibile alle novità. L’amore
può regalarvi una piacevole sorpresa, come pure segnare il
passo: sta a voi decidere.
GEMELLI
Sapete come farvi capire anche da chi fa finta di non sentire
ragioni. Ma invece di parlare, stavolta è meglio agire con decisione: i fatti spiegano più di ogni parola, specie in un rapporto
affettivo disturbato dall’opposizione di Marte. E domandatevi
francamente se non siete forse un po’ troppo esigenti. Nel
caso, chiedete il consiglio di un vero amico.
CANCRO
Non fatevi sfuggire un’occasione per fare festa in famiglia o
con gli amici: all’amore penserete poi, in un futuro non immediato, sulla base di nuovi elementi per valutare un rapporto che
è prematuro sollecitare. Il destino vi darà un segno al momento
giusto. Nel frattempo godete in pace di quello che avete, senza
fare progetti troppo impegnativi.
LEONE
La vostra impaziente voglia di novità potrebbe costarvi cara.
Ma, se proprio ne vale la pena, concedetevi il lusso di rischiare
la vostra stabilità affettiva, offrendovi qualche stravaganza di
fine stagione. Soprattutto per chi è in vacanza ora, qualche
eccezione alle severe regole abituali è concessa. Evitate invece
di impegnarvi troppo sul piano finanziario.
VERGINE
Con la vostra generosa disponibilità , potrete dare una mano a
qualcuno che ha bisogno di un sostegno, specialmente se ha
quattro zampe. Nell’amore non avete che da chiedere quello
che desiderate a un partner particolarmente ben disposto nei
vostri confronti e a cui farete bene a dimostrare anche in modo
tangibile il vostro affetto.
BILANCIA
Non cedete di fronte a una tentazione solo in apparenza interessante, e valutate a fondo se vale la pena di mettere in crisi un
rapporto tranquillo per buttarvi a capofitto in una avventura
che non sapete bene come gestire. Evitate inutili discussioni
su un tema che in fondo non vi interessa, e non prendete impegni finanziari senza consultare un esperto.
SCORPIONE
Se volete rischiare, il destino vi concede una scelta coraggiosa, per fare una bella figura con chi ci interessa: Sole, Mercurio
e Venere vi danno una mano per raggiungere il successo, sia
nell’amore che nell’amicizia, ma soprattutto negli acquisti insoliti, che fanno parte dei piaceri della vita. Prima di sovvertire le
regole, valutate le possibili conseguenze.
SAGITTARIO
Approfittate della presenza di Marte nel vostro segno, che vi
regala un insolito desiderio di misurarvi con il partner. Potrete
prendere l’iniziativa per fare chiarezza negli affetti o nelle amicizie, favoriti dall’atmosfera favorevole che si avverte nell’aria.
Se non avete esaurito le risorse finanziarie, offritevi un ricordo
tangibile di un momento speciale.
CAPRICORNO
Vi aspetta un periodo da dedicare al piacere, anche trascurando relativamente il dovere, specie se sentite il bisogno di novità. Potete cercarle non soltanto nell’amore, ma anche nei rapporti di amicizia o in viaggi insoliti che possono soddisfare le
vostre curiosità. Senza mai perdere di vista le occasioni di nuove esperienze, anche nelle soddisfazioni di gola.
ACQUARIO
Potete ancora contare sulla presenza di Giove nel vostro segno, che aumenta il vostro prestigio e la vostra libertà: approfittatene per accettare una proposta interessante, anche se
costosa. Potrebbe riguardare l’amore, o le solite piacevolezze
di stagione. Non dovete temere un confronto che, se vi impegnate, si risolverà a vostro vantaggio.
PESCI
Questo è il momento giusto per rilassarvi con la compagnia che
preferite, godendo di quel che avete, senza porvi troppi problemi. Nella’amore puntate a una evoluzione positiva del rapporto: pur riprendendo le abituali occupazioni, ritagliatevi dello
spazio per piccoli passatempi piacevoli. Specialmente se si tratta di acquisti di stagione.
Citazioni Francescane
a cura della fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Roana
"...Un uomo che resta in
collera verso un'altro
uomo, come può
chiedere la guarigione al
Signore?..."
dal libro del Siracide
(27,33 28,9)
8
Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
Cento anni e non sentirli, la
ricetta di Domenica Bonato
Una memoria di ferro, una salute ammirevole, uno spirito imbattibile. Tutto questo e ancora di più è Domenica Bonato,
100 anni festeggiati il 7 settembre scorso alla casa di riposo di
Roana dove oggi è ospitata
dopo una vita spesa per gli altri. Che forse è il primo ingrediente della sua specialissima
ricetta della longevità che include poi il “mangiare sano,
bere bene e stare zitti”. Ma
quest’ultimi sono detti con
una luce negli occhi che ti fa
pensare che è principalmente
l’aiutare il prossimo, la bontà
d’animo, la filosofia del fare
che mantiene giovani. E Domenica si è dato tanto da fare
nella sua vita. Nata il 7 settembre 1911 in via Ecchelen ad
Asiago a 5 anni va profuga
come tutti gli asiaghesi. Dopo
il profugato trascorso nel modenese, al ritorno ad Asiago
Domenica si prodigò per raccogliere fondi per la costruzione della facciata del Duomo San
Matteo e, nel frattempo, insegnava catechismo al patronato
maschile. Un impegno in puro
spirito cristiano che Domenica
proseguì fino a pochi anni fa
27
Bentornato ad Asiago Valerio
Finalmente dopo tanti anni di lontananza dalla terra natia, sei tornato ad Asiago con Lynda, nella casa
che nel 1955 avevi lasciato per cercare fortuna nelle lontane foreste canadesi.Tutti assieme vogliamo
ringraziarvi per il regalo che ci avete fatto con il vostro arrivo e ci auguriamo che nei prossimi anni ci
siano ancora occasioni di incontro, magari in Canada. Grazie Lynda e Valerio. Vi vogliamo bene.
At last you and Lynda are
back in Asiago after so many
years far from your home
town. You are back in the
house you left in 1955 to seek
your fortune in the distant
Canadian woods. All of us
want to thank you for coming
back and we hope we’ll have
another chance to meet up in
the future, maybe even in
Canada. Thanks again Lynda
and Valerio. We love you.
Elvira con Sergio, Lucia con
Diego e Sara, Giorgia e
Tomas, Maria Cristina con
Massimo e Domenico.
quando si ruppe una gamba e
decise di trasferirsi nella struttura roanese. Tra i tanti aneddoti che Domenica ama ricordare (a dimostrazione della sua
memoria) c’è la visita del Gen.
Luigi Cadorna che tranquillizzava la popolazione asiaghese
sulle sorti dei combattimenti.
“Il giorno dopo fummo evacuati – racconta – Qualche
giorno dopo ancora Asiago fu
distrutta dall’artiglieria
austroungarica”. Il traguardo
è stato festeggiato (con
una festa preparata
perfettamente) con la
presenza di tutti i suoi
famigliari e dei suoi
“compagni di avventura” della casa San Giuseppe. A festeggiare
Domenica c’erano pure
il vice sindaco di
Asiago Roberto Rigoni
(il cui nonno è stato ricordato dalla signora
Domenica) accompagnato dall’assessore
alle Politiche Sociali
Diego Rigoni. Entrambi hanno espresso gratitudine a Domenica per
quanto ha fatto nella
18 settembre 2011
A Federico
Bagnara che
compie 5 anni
gli auguri più
belli con affetto
dagli zii
Alessandro,
Giorgia, Elisa,
Carlo e da
nonna Carla
sua vita rappresentando un
modello per tutta la comunità
e elogi per la struttura roanese
per come tutto il personale è
riuscito a far sentire a casa anziani ancora attivi e
volenterosi di essere parte attiva della società.
G.R.
Tanta felicità a Ilaria e Marco
Sabato 24 settembre, alle 10.30, nella chiesa di Treschè
Conca, Ilaria e Marco Panozzo pronunceranno la loro
promessa matrimoniale. Alla nostra collaboratrice occasionale e al suo promesso sposo l’augurio sincero di
una bellissima giornata e di una vita felice insieme.
Il Perdon d’Assisi celebrato nella Porziuncola dell’Altopiano
Sabato 6 agosto presso la “Porziuncola dell’Altopiano di Asiago”, in una splendida cornice di abeti, alcune Fraternità Francescane della
zona, 150 Terziari Francescani, hanno celebrato il Perdon d’Assisi. Preceduta da numerose confessioni (con tre confessori a disposizione),
ha avuto luogo la celebrazione della Messa, animata da canti francescani e presieduta dall’assistente regionale Padre Michele Munari.
Concelebranti il cappuccino Padre Ugo Biasin, il parroco di Rotzo don Pierangelo Panozzo e don Martino Pradina di Malo. Immersi nella
natura, tanto amata da San Francesco, la celebrazione è stata seguita con profondo raccoglimento. Anche le nuvole che minacciavano
pioggia hanno concesso una tregua quanto mai opportuna per una celebrazione all’aperto . Dopo l’omelia di Padre Michele, la sorella Alda
ha letto la preghiera del Congresso Eucaristico Nazionale. E’ seguito il pranzo presso il vicino ristorante. La bella giornata non poteva
concludersi senza un omaggio alla Madonna. Nel pomeriggio, presso la bella chiesetta dello Spillek di Roana, dedicata alla Madonna di
Lourdes, si è recitato il Rosario. Gli onori di casa sono stati fatti dalla fraternità O.F.S. di Roana.
SPAZIO CINEGHEL
Momentaneamente chiuso per ferie
Trovate la programmazione anche sul sito www.parrocchiadigallio.it
8
Sabato 17 settembre 2011
l’Altopiano
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