Il gemellaggio con la BCC

Transcript

Il gemellaggio con la BCC
N. 17 - Dicembre 2012 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009
O
AG
IOL
VE
VELA
La rivista della Banca
di Formello e Trevignano
di Credito Cooperativo
Il gemellaggio con la BCC
di Spello e Bettona (Umbria)
CREDITO COOPERATIVO
I numeri delle BCC in Italia
IN VIAGGIO CON NOI
Amsterdam e Medjugorje
IMPRESE
Carnè a Monterosi
BCC
CREDITO COOPERATIVO
Formello
e
Trevignano Romano
Raccolta delle olive con teli e scale a pioli.
È un’immagine scattata da Maria Cristina Montani
durante il corso di fotografia organizzato dalla Banca.
BCC
CREDITO COOPERATIVO
Formello
e
Trevignano Romano
N. 17 - Dicembre 2012 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009
O
AG
IOL
VE
VELA
La rivista della Banca
di Formello e Trevignano
di Credito Cooperativo
Il gemellaggio con la BCC
di Spello e Bettona (Umbria)
Sommario
3
Morire di controlli
5
Cercare la strada giusta
6
Cronaca di un gemellaggio
CREDITO COOPERATIVO
I numeri delle BCC in Italia
IN VIAGGIO CON NOI
Amsterdam e Medjugorje
6
IMPRESE
Carnè a Monterosi
BCC
CREDITO COOPERATIVO
Formello
e
Trevignano Romano
La rivista
della Banca
di Formello
e Trevignano Romano
di Credito Cooperativo
9
Periodico trimestrale
Anno 5 - N. 17
Dicembre 2012
Registrato presso
il Tribunale di Tivoli
il 27-10-2008
al N. 21/2008
Due agenzie di rating
rinviate a giudizio
10 L’indivisibilità delle riserve
nelle BCC
12 In viaggio con noi
Amsterdam e Medjugorje
Sede
Viale Umberto I, 92
Formello (Roma)
Tel. 06 90 14 30 95
Direttore Responsabile
Gino Polidori
12
Redattore
Armando Finocchi
Hanno collaborato
a questo numero:
Sara Brunori
Maria Cecilia Cardarelli
Maurizio Ferri
Eliana Giacometti
Liberato Landi
Rita Larger
Giuseppe Napoleone
Silvana Serafini
Anna Rita Zaccardini
Ufficio Soci
Tel. 06 90 14 30 55
Stampa
Miligraf Srl
Via degli Olmetti, 36
Formello (Roma)
Tel. 06 90 75 142
16 Cronache dal Novecento
17 Conoscere Roma
18 Carnè
20 Navigare nella storia
22 In memoria di
Giammario Ferri
23 Le migliori tesi di laurea
24 I soci raccontano
In copertina:
Cappella Baglioni a Spello, part.
www.bccformello.com
Veduta di Spello
Morire
di controlli
“Le leggi ottime sono le poche e brevi che s'accordano al costume
del popolo e al bene comune. Le leggi tiranniche sono molti lacciuoli che ad uno o a pochi sono utili”, così scriveva Tommaso
Campanella nel 1601. Sorprendente l’attualità dell’aforisma.
Certamente la deregolamentazione dell’ultimo decennio del Novecento aveva esaltato l’autonomia degli intermediari e, contemporaneamente, l’integrazione internazionale dei mercati, le innovazioni tecnologiche e finanziarie contribuivano ad innalzare l’intensità della concorrenza: aumentava il numero di banche e nuovi operatori esteri entravano sui mercati. Subito dopo tuttavia si avvertivano segnali di rischio,
specie con l’inizio del nuovo secolo, dovuti a scandali societari che avevano evidenziato l’insufficienza delle norme sulla trasparenza dei bilanci.
La risposta del Legislatore è stata di forte intensità; nell’ultimo decennio ha preso corpo una veemente spinta alla eteroregolamentazione, anche a livello comunitario, che si è andata ad aggiungere
e sovrapporre alle forme di autodisciplina di cui il sistema si era dotato. A ciò hanno contribuito,
in uno con i segnali di inadeguatezza della delegificazione, lo svilupparsi di processi di sempre
maggiore sofisticazione e complessità dei mercati, a loro volta sempre più integrati, e l’esposizione,
per sua natura, del sistema bancario ai rischi di strumentalizzazioni per finalità illecite.
Non è agevole ricostruire e sintetizzare la complessità delle forme e dei livelli di controlli che coinvolgono le banche, nonché degli adempimenti e delle interlocuzioni cui esse sono tenute. È comunque forte la sensazione che tra tutte le imprese presenti sul mercato, le banche siano quelle
più “vessate”.
Esse sono innanzi tutto imprese e, in quanto tali, soggiacciono ai controlli propri di qualunque
operatore economico, da quelli civilistici a quelli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; da quelli
sulla privacy a quelli sulla tutela dell’ambiente; da quelli urbanistici a quelli fiscali, e così via
dicendo.
Ma le banche sono anche intraprese che gestiscono un valore, il risparmio, costituzionalmente garantito; anche a ragione di ciò sono sottoposte a rigorosi controlli da parte dell’Autorità di Vigilanza
(Banca d’Italia); si aggiungono, anche in attuazione all’origine di spinte comunitarie, regimi specifici
orientati a garantire la correttezza delle relazioni con la clientela, a dirimere le controversie, a tutelare i depositanti, da cui promanano ulteriori forme di controllo, talora in capo a referenti diversi
dall’Autorità di Vigilanza. È il caso, per le Banche di Credito Cooperativo, dei controlli esercitati
dai Fondi di tutela dei depositanti e di garanzia degli obbligazionisti e, in divenire, del Fondo di
garanzia istituzionale.
In quanto poi operatori dei mercati finanziari ed assicurativi, gli intermediari creditizi sono soggetti
ai controlli delle Autorità preposte a questi mercati (Consob e Isvap).
Le regole della libera concorrenza nei diversi mercati in cui le banche operano, trovano applicazione anche nei loro confronti con conseguente assoggettamento ai controlli della relativa Autorità
(AGCM).
La centralità delle banche nel sistema dei pagamenti le espone ai controlli delle Autorità (UIF, Organi di Polizia, A.G.) preposte al contrasto del riciclaggio e dell’evasione fiscale, ovvero di altri Organismi laddove si versi in attività di rilievo internazionale.
3
Tutte queste Autorità possono esercitare poteri ispettivi nei confronti degli istituti di credito; interloquiscono con essi impartendo direttive di carattere generale o individuale; sono destinatari di riferimenti, periodici o all’occorrenza, riguardanti la complessiva operatività o specifici aspetti di
essi; ricevono strutturati e periodici schemi segnaletici, anche in questo caso afferenti tutte le attività
aziendali o parte di esse.
L’interlocuzione con i mercati è anch’essa soggetta a prescrizioni che impongono trasparenza,
chiarezza e completezza nelle informazioni sui servizi offerti, oltre a prevedere particolari obblighi
informativi nei confronti del pubblico in generale.
Il sistema è poi fortemente caratterizzato da forme di autoregolamentazione ed autocontrollo indotte dalla normativa eteronoma e che permeano ora il complesso organizzativo-funzionale (si
pensi ai sistemi di auditing, ai controlli interni di 1° e 2° livello, alla compliance), ora segmenti
specifici di attività (si pensi alle direttive in materia di politiche remunerative; di autovalutazione
in termini di adeguatezza patrimoniale e sulla composizione degli organi di vertice in termini di
professionalità ed onorabilità; di policy aziendali specifiche).
La prevenzione
pre
r ve
v nzione di rischi
ris
i chi connessi con la possibilità
possib
che l’intermediario sia chiamato a rispondere
sul piano amminis
amministrativo
i tr
trativo
v di illeciti commessi d
da soggetti a tal fine rilevanti, implica l’adozione di
ulteriori
ulte
t riori fo
fforme
r e di contr
rm
controllo
trollo op
o
opportunamente
pport
r unamente
t formalizzate.
f r
fo
Insomma
Insomma non c’è momento
t o aspetto
asp
s etto
t dell’operatività,
d ll’o
de
’opera
r
né struttura o comparto, che non sia espressione
siione di comport
comportamenti
rtamenti normati
norm
r ati e monitorati.
monito
t ra
r ti.
Ora
r su un
un tale
t le scenario norm
ta
normativo
r ativo
v irrompe
irr
rrompe l'Unione
l'Un
Bancaria deliberata dal Consiglio Europeo il
28-29 giugno
giu
ugno scorso,
scors
r o,
o per la supervisione
sup
u ervis
i ione centr
centralizzata
tral
della BCE su tutte le banche della zona Euro.
Il re
rrelativo
lativo R
Regolamento
egolamento
t do
d
dovrà
vrà
r essere
r approvato
app
p ro
r va
v t all’unanimità dagli Stati Membri nel Consiglio
dell’Unione,
dell’Unionee, eentro
ntr
tro il 31 dicembre
r prossimo.
pro
r ssimo. La bozza stabilisce, tra le altre cose, che sarà la BCE
l’autorità
l’’aautto
orità
t ccompetente
ompete
t nte
t per la concessione di licen
licenze e autorizzazioni bancarie, per il controllo sulla
compliance,
co
ompliance,
e per
per l’adeguatezza
l’a
’ de
deguate
tezza del
d l capitale
de
capita
t le sul rischio, ecc.
Sii aallarga
llarrgga d
dunque
unque sempre
sempre
r di più l’esercito
l’e
’ serc
r ito
t dei
d i controllori,
de
con
sempre più agguerrito, sempre più costoso,
mentre
meentre l’esercizio
l’’eesercizio
o dell’attività
dell’a
’ ttività
t bancaria vive
v un momento di grande difficoltà.
Per
Per le
le Banche
Banche di
di Credito
Credito Cooperativo,
C op
Co
o era
r tivo
vo, poi,
i sembra
sem
che si sia perso di vista il cosiddetto criterio di
“proporzionalità”
applicazione
doveva evitare ricadute “inversamente proporzionali”
“proporzionaaliità” llaa ccui
ui ccorretta
orrett
tta app
p licazione do
d
alle
dimensioni
allee d
im
mensioni aziendali.
aziendali.
Il Presidente
Gino Polidori
Il Forte dei Borgia
4
Cercare la strada giusta
A campar così... Le tasse vanno pagate, non si discute, anzi
è sacrosanto, ma il livello che hanno raggiunto, c’è da chiedersi, costituisce vantaggio per la collettività per un possibile auspicato sviluppo?
Sinceramente vien da esprimere seri dubbi sul raggiungimento di questo obbiettivo in quanto persistere sul continuo
aumento della pressione fiscale senza dar vita a concrete misure che incentivino la ripresa
economica e diano forza e vitalità per la ripresa e lo sviluppo, non porta certo a risultati
positivi, anzi si rischia di peggiorare la situazione e aumentare la gravità della crisi che
oramai è in recessione conclamata.
E per di più, se a pagare sono sempre i soliti noti... E per di più, se si persevera nella ricerca
di nuovi balzelli al solo fine di fare cassa senza restituire alcunché alla collettività...
La sfiducia in questo sistema comincia a prendere
sopravvento,
proteste
r il sop
re
o ra
r vve
v nto
to, le pro
r te
t ste
t si fa
ffanno
nno sempre più numerose e assumono dimensioni che destano
d sta
de
t no preoccupazione
pre
r occup
u azione in quanto
t c’è
’ il
concreto rischio di una forte destabilizzazione. Il ta
imprese
chiudono
ttam
m ta
ttam
m di impre
r se che chiudo
d no i batt
tenti, della perdita di posti di lavoro e dell’aumento
della
disoccupazione,
nto
t de
d
lla dis
i occup
u azione,
e dello
d llo Stato
de
Sta
t to
t che
esige che vengano rispettate le leggi e nel contempo
empo dello
d llo Stato
de
Sta
t to
t che non paga,
paga
g , che non
salda i suoi debiti, creando squilibri nella gestionee e continuità
produttiva
aziende,
t pro
r dutt
t iva
v di ta
ttante
nte
t aziend
de,
porta a riflettere e a dire che forse non siamo sulla
strada
giusta,
cominla str
trada
d giusta
t , che fo
fforse
r e è ora
rs
r di com
minciare a pensare ma soprattutto cominciare a creare
are
r in modo
d di permettere
perm
r ette
t re
r a tutti dii avere
avere
una vita normale, senza particolari pretese, ma non una vita
t in povertà.
pove
v rt
rtà.
Certamente l’Italia ha riacquistato credibilità, certamente
rtamente
rt
t è più rispettata
ris
ispetta
t ta
t a livello
live
v lllo internaintternazionale, e a ciò ha contribuito la stragrande maggioranza
g iora
gg
r nza della
d lla popolazione
de
pop
o olazione italiana
italiaana cche
he
in silenzio ha sopportato i grandi sacrifici che ve
vvenivano
niva
v no richiesti,
i ma certamente
cert
rtamen
nte le
le spesperanze e tante attese sono state deluse nel constatare
ata
t re
r che la ripresa
rip
i re
r sa e lo sviluppo
svilu
uppo restano
restano
sogni irrealizzati.
E allora è giusto sperare che si dia corso a un nuovo
sistema
economico
ovo
v sis
i te
t ma econ
nomico che
che porti
porti vitalità,
vitalità,
che sconfigga teorie e metodi che ad oggi si sono
dii m
mantenere
o rivelati
rive
v lati aarcaici
r aicci e iincapaci
rc
ncapaci d
antteenere
stabilità e certezza del domani. È questo che ognuno
daa ccoloro
gnuno di noi ssii aaspetta
spetta d
oloro cche
he si
candidano alla guida delle sorti di questo bel Paese.
aese.
Il Direttore
Mario Porcu
5
VELA CREDITO COOPERATIVO
Cronaca
di un gemellaggio
In visita alla BCC di Spello e Bettona
Sabato 3 novembre i Soci della nostra Banca hanno
fatto visita alla BCC di Spello e Bettona, nel quadro
di una rinnovata amicizia con la Banca di Credito
Cooperativo umbra. A riceverli nella bellissima sala
consiliare del palazzo comunale c'erano il sindaco
Sandro Vitali, il responsabile del servizio dei Beni
culturali, Giulio Proietti Bocchini, il presidente della
BCC Alcide Casini, il direttore generale Maurizio
Del Savio e il Responsabile dell’Area Commerciale,
Gian Primo Narcisi. Erano presenti anche alcuni
consiglieri d’Amministrazione. “I beni culturali raccontano l'identità di un territorio e sono una grande
risorsa economica per la generazioni future”, ha ribadito Gino Polidori rispondendo al saluto di benvenuto del Sindaco, aggiungendo che il Credito
Cooperativo ha sempre incoraggiato la valorizzazione delle culture locali. Apprezzato è stato l’intervento del Presidente Casini, che ha ribadito l’importanza e l’utilità di questi incontri tra compagini sociali delle BCC, efficaci mezzi per lo scambio e il
confronto delle diverse iniziative. Maurizio Del Savio ha sottolineato il consolidato rapporto tra Spello
e Formello-Trevignano, fatto di antica amicizia e
proficua circolazione di idee.
La visita alla mostra
La prima ragione della visita era la mostra “Aurea
Umbria. Una regione dell'Impero nell'era di Costan6
tino”, con la quale ha avuto inizio il nuovo calendario delle gite sociali. Ritratti, iscrizioni, sarcofagi,
monete e mosaici testimoniavano la società, la vita
politica e l'economia di questi territori tra il III e il
IV secolo d.C. Uno dei reperti più preziosi era senz'altro il Rescritto di Costantino, un lungo testo epigrafico, rinvenuto nel 1733 nell'area del teatro romano: è la trascrizione dell'approvazione da parte
dell'imperatore della richiesta di celebrare proprio
a Spello i ludi scenici e gladiatori senza che fosse
più necessario recarsi a Volsinii, a condizione che
la città umbra avesse assunto in suo onore l'appellativo imperiale di “Urbs Flavia Costans” e avesse
eretto un tempio alla gens Flavia.
Passeggiando per il borgo
Dopo la visita alla mostra, i Soci hanno ammirato
la Cappella Baglioni, all'interno della Collegiata di
Santa Maria Maggiore: è affrescata dal Pinturicchio
e dalla sua bottega. La decorazione venne commissionata dal priore Troilo Baglioni e fu terminata nel
1501, prima che il grande artista partisse per Roma
e Siena. La cappella ha una volta a crociera e gli affreschi illustrano episodi della vita di Maria, dell'infanzia di Gesù e dell'adorazione dei pastori e dei
Re Magi. Un quadro nel quadro: è riprodotto anche
un dipinto appeso che mostra il volto del Pinturicchio. È il suo autoritratto.
CREDITO COOPERATIVO VELA
Ma tutto il borgo di Spello riservava scorci pittoreschi, come i caratteristici vicoli dai vasi fioriti, mentre sotto il campo sportivo sta tornando alla luce una
grande villa romana, con una vasta pavimentazione
a mosaico.
legno, più piccole, in cui il vino viene conservato
prima di essere imbottigliato e inviato in tutto il
mondo. Molte di queste innovazioni sono state finanziate dalla BCC di Spello e Bettona, di cui
l'azienda Sportoletti è socia.
Il momento conviviale
I Soci di Spello e Bettona a Formello
Al termine del percorso culturale, la BCC di Spello
ha offerto un pranzo ai nostri Soci presso la cantina
Sportoletti, una delle aziende vitivinicole più apprezzate dell’Umbria. Produce infatti 200.000 bottiglie all'anno, tra Assisi Rosso, Assisi Grechetto, Villa Fidelia Bianco, Villa Fidelia Rosso e Villa Fidelia
Passito.
Insegnamenti della tradizione e consulenze prestigiose (come quella dell'enologo Riccardo Cotarella)
convivono in azienda con le più efficienti innovazioni, come le grandi botti in metallo che consentono di controllare la temperatura e i tempi di fermentazione del mosto. In questo modo vengono
mantenuti tutti i profumi delle uve. Non manca, per
l'invecchiamento, una grande cantina con botti in
La BCC di Spello e Bettona ha una storia antica: è
stata fondata nel lontano 1907 con il nome di “Cassa rurale di prestiti San Felice”. Con la guida di due
sacerdoti, agricoltori e artigiani di Spello vollero rilanciare l'economia di quella comunità, permettendo
ai coloni di acquistare concimi e attrezzature agricole. Negli anni la Cassa di Spello incorporò quelle di
Costano e di Bettona, e oggi la BCC ha sportelli anche a Perugia, Foligno, Assisi, Bastia Umbra, Trevi e
Gualdo Cattaneo. Conta oltre 1.700 soci.
Per ricambiare l'ospitalità, sabato 24 novembre abbiamo accolto 50 Soci umbri a Palazzo Chigi, a Formello,
per poi accompagnarli all'Autodromo di Vallelunga.
Ne parleremo sul prossimo numero di “Vela”.
7
VELA IN BREVE
Lo sviluppo economico riparte
dal turismo
Si è tenuto lo scorso 13 ottobre, nella sala dell'ex
Consorzio Agrario di Anguillara S., il convegno “Lo
sviluppo economico del territorio”, organizzato dalla Banca in collaborazione con il Lions Club Bracciano Anguillara S. e Monti Sabatini e con il patrocinio del Comune di Anguillara. Docenti universitari, operatori economici e i sindaci dei Comuni del
Lago sono intervenuti per promuovere territorio attraverso il turismo, con la sinergia tra associazionismo, istituzioni, imprese e credito cooperativo, come hanno affermato nel saluto iniziale il presidente
Gino Polidori e il Lion Gen. Bruno Riscaldati, moderatore. Un articolo sul convegno è stato pubblicato anche sulla rivista della Federlus, “Orizzonti”.
Nuova sede della filiale
di Campagnano
A partire da novembre la sede della nostra filiale di
Campagnano di Roma è stata trasferita al centro del
paese, in piazza Regina Elena 23. La diversa dislocazione della filiale si è resa necessaria per accentrare l’attività bancaria in un quartiere più accessibile da parte di soci e clienti.
La catacomba di Monte Stallone
Dopo anni di scavo a cura della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, lo scorso 21 ottobre è stata
aperta al pubblico la catacomba cristiana di Monte
Stallone, a Formello, dopo la Santa Messa celebrata
8
dal Rev. Mons. Giovanni Carrù e il saluto delle autorità. La catacomba testimonia la presenza di una comunità cristiana di qualche centinaio di persone tra il
IV e il V secolo d.C. La Banca ha dato un contributo
per organizzare la giornata inaugurale.
La Croce Rossa a Le Rughe
Da ottobre è aperta una sezione della Croce Rossa
Italiana a Le Rughe, sulla via Cassia. Nelle prossime
settimane verrà garantito anche a Le Rughe il Servizio Medico Domiciliare Urgente che è già in funzione, il sabato, la domenica e i giorni festivi nella
sede del Comitato Locale di Formello. L'obiettivo,
ha dichiarato il commissario Andrea Lelli, è di estendere i servizi assistenziali e affrontare tempestivamente le emergenze.
Il corso di fotografia
Ha avuto un grande successo, con oltre 40 iscrizioni, il corso di fotografia organizzato dalla Banca per
documentare le tradizioni, il paesaggio, il senso di
comunità, il lavoro, le innovazioni del nostro territorio. Luciano Usai e Marco Di Bartolomeo hanno
spiegato la composizione, la luce e le tecniche di
ripresa nel ritratto e nel paesaggio. Presentando le
proprie foto, ogni corsista ha poi contribuito a formare un archivio fotografico da cui attingeremo anche per “Vela”, citando l'autore dell'opera. Nei
prossimi mesi il corso sarà ripetuto a Campagnano
di Roma, a Trevignano R. e ad Anguillara S., con un
minimo di 20 iscrizioni. Il corso è gratuito: occorre
prenotarsi presso l'Ufficio Soci, tel. 06 90 14 30 55.
ECONOMIA VELA
Due agenzie di rating
rinviate a giudizio
Aggiornamenti dopo il nostro editoriale
“Clamoroso dietrofont”
Nel precedente numero di “Vela” abbiamo comunicato che la giustizia americana ha chiamato alla sbarra
per frode le agenzie di rating Moody’s, Standard&Poor's e Fitch, accusate di aver fornito false informazioni
ai mercati. Per gli stessi motivi, a seguito di una classaction in Australia, Standard&Poor's è stata condannata a risarcire 24 milioni di euro.
Anche in Italia, rilevammo, i giudici della Procura di
Trani stavano procedendo ad indagare l’agenzia Fitch
per manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata, che aveva provocato un sensibile deprezzamento del valore dei titoli di Stato italiani.
Tutto era iniziato nel luglio 2011, quando un espostodenuncia di alcune associazioni di consumatori accusò gli analisti finanziari di Standard&Poor's di aver diffuso pubblicamente una nota con la quale si criticava
la manovra finanziaria del nostro governo, prima della
sua pubblicazione ufficiale. Qualche mese dopo, nel
gennaio del 2012, alcune notizie di stampa avevano
annunciato l'imminente declassamento del debito sovrano italiano, che avvenne in forma ufficiale soltanto
vari giorni più tardi. Ma intanto quegli indebiti avvisi
avevano posto in cattiva luce il sistema bancario na-
zionale, aumentando la percezione di negatività verso
il nostro Paese da parte di mercati e investitori e danneggiando così le transazioni finanziarie.
Apprendiamo ora che la Procura di Trani ha chiesto il
rinvio a giudizio 5 responsabili dell’agenzia di rating
Standard&Poor's e 2 di Fitch, mentre ha chiesto l’archiviazione per 2 manager di Moody’s. Più precisamente la Procura tranese ha chiesto il rinvio a giudizio
per gli analisti Eileen Zhang, Frank Gill, Moritz Kraemer, l'attuale responsabile dell'agenzia per l'Europa
Yeann Le Pallec e l'ex presidente Deven Sharma. Per
Fitch è stato chiesto il rinvio a giudizio per gli analisti
David Riley e Alessandro Settepani. L’iniziativa del
dott. Carlo Maria Capristo, procuratore di Trani, ha rilevato infatti che i responsabili delle due agenzie di rating non hanno rispettato le regole di trasparenza e dei
parametri di qualità fissati dalla regolamentazione europea. È sta chiesta invece l'archiviazione per i dirigenti di Moody's.
L’agenzia Fitch, che respinge con forza qualsiasi addebito sulla correttezza dei propri comportamenti, ha
annunciato il black-out informativo sull’Italia, con effetto immediato.
9
VELA CREDITO COOPERATIVO
L’indivisibilità delle
riserve nelle BCC
Tra tutela della mutualità e tutela dell’attività bancaria
L’accantonamento a riserva è un meccanismo di
garanzia della patrimonializzazione dell’impresa;
la riserva rafforza i mezzi patrimoniali perché consente di coprire potenziali “rischi” cui va incontro
l’impresa stessa. Nella società cooperativa il patrimonio assume una qualificazione particolare essendo vincolato/orientato allo scopo mutualistico:
in altri termini nella società cooperativa le riserve
sono strumento di tutela di un patrimonio vincolato
alla mutualità e, dunque, direttamente strumento di
tutela della mutualità.
La disciplina del Codice civile realizza questa tutela
attraverso la previsione di limiti all’impiego, che la
stessa disciplina qualifica prescrivendo il requisito
della indivisibilità. Tale requisito non è solo derivante dalla prescrizione di legge, ma può essere
statutariamente attribuito agli accantonamenti.
L’indivisibilità è un requisito complesso tanto che il
tenore stesso dell’art. 2545-ter C.C. ne autorizza
una scomposizione: da un lato – 1° co. - l’indistribuibilità ai soci; dall’altro – 2° co. - l’indisponibilità
per la società-. L’uno e l’altro rappresentano aspetti
della tutela della mutualità che la previsione del
principio di indivisibilità vuole realizzare: garanzia
10
del mantenimento di valori economici vincolati al
fine mutualistico. La disciplina di questi due aspetti
realizza l’unico fine di tutela, ancorchè in modo
differenziato. Proprio la previsione della indisponibilità delle somme accantonate a riserva, quale caratteristica dell’orientamento perpetuo al fine mutualistico, sta alla base e costituisce fondamento
logico della devoluzione ai fondi mutualistici, quale
strumento che consente, appunto, nelle circostanze
previste dalla legge, la prosecuzione della vocazione
del patrimonio cooperativo.
Queste considerazioni, che avrebbero meritato ben
più ampio spazio, consentono comunque di rilevare
che per quanto attiene alla indivisibilità delle riserve
l’ordinamento appresta una disciplina più stringente
per le cooperative che operano nel settore del credito; ciò per la presenza accanto alle regole dettate
dal codice civile di quelle del Testo Unico Bancario
(il richiamo è all’art. 37 del TUB).
Per sommi capi è evidente il diverso ammontare
dell’accantonamento a riserva legale (70 % degli
utili annuali), accantonamento al quale è attribuito
il carattere dell’indivisibilità. La previsione ha dato
luogo a perplessità di rilievo in considerazione sia
CREDITO COOPERATIVO VELA
I numeri delle
BCC in Italia
Un sistema bancario
unico nel nostro Paese
della maggiore capitalizzazione richiesta alle Banche di Credito Cooperativo in quanto banche, sia
agli strumenti che il sistema bancario offre all’impresa bancaria per far fronte agli impegni versi i depositanti. È chiaro che il disposto si spiega non tanto
e non solo sul piano della tutela delle esigenze mutualistiche della banca quanto su quello della stabilità dell’attività bancaria. Nelle Banche di Credito
Cooperativo, allora, l’indivisibilità assume un ulteriore significato: quello di garantire la patrimonializzazione dell’attività bancaria. Infatti, la previsione
può essere compresa proprio considerando che il
capitale iniziale delle BCC è più “basso” rispetto a
quello richiesto per le banche non cooperative e,
dunque, quelle imprese hanno bisogno di una maggiore patrimonializzazione. In buona sostanza la
previsione tradisce la preoccupazione del legislatore
per i rischi inerenti l’attività bancaria oltre che esprimere l’esigenza di tutela della mutualità. Questa interpretazione consente di dare ragione di una disparità di trattamento tra cooperative di credito e
cooperative altre fondata sulle esigenze di tutela
dell’attività bancaria. Questa lettura trova una conferma nelle stesse istruzioni di vigilanza che giustificano la misura del capitale minimo con l’esigenza
di non ostacolare l’ingresso nel settore di nuovi operatori, ma ribadiscono che con lo svilupparsi dell’attività devono proporzionalmente crescere i mezzi
finanziari delle banche.
È legittimo, allora, chiedersi se il sistema celi un’incongruenza rappresentata dalla previsione della devoluzione ai fondi mutualistici di tutte le somme
accantonate e caratterizzate dall’indivisibilità, indipendentemente dalla vocazione, mutualistica o bancaria, espressa nell’accantonamento. I dubbi che
possono porsi a tale proposito assumono un particolare rilievo nell’attuale momento economico nel
quale è richiesta a tutte le cooperative, e in particolare a quelle di credito, quell’efficienza funzionale
che consenta loro di svolgere un ruolo trainante
verso il superamento della crisi.
(Maria Cecilia Cardarelli)
Il Credito Cooperativo interpreta ogni giorno il
valore sociale del credito, la centralità della
persona, la crescita economica dei territori. Come
recitano antichi statuti, persegue il miglioramento
delle condizioni morali e culturali dei soci e dei
clienti, non solo di quelle economiche. Gli
impieghi erogati dalle BCC italiane rappresentano
il 17,4% del totale dei crediti alle famiglie
produttrici, l'8,5% dei crediti alle famiglie
consumatrici, l'8,4% dei crediti alle società non
finanziarie.
403 BCC e Casse Rurali
(alcune delle quali hanno più di cento anni di storia)
4.440 sportelli
(che rappresentano il 13,3% degli sportelli bancari
italiani, con una presenza diretta in 2.711 Comuni e
in 101 Province)
32.000 dipendenti
(ai quali si aggiungono gli oltre 4.400 dipendenti
degli enti centrali e di categoria)
1.107.743 soci
(con un aumento del 4,1% nell'ultimo anno)
6.800.000 clienti
(con un aumento del 20% nell'ultimo anno)
11
VELA IN VIAGGIO CON NOI
Le gite settembrine
Due nostre socie rievocano le strade di Amsterdam
e le atmosfere di Medjugorje. E interpretano due modi
di viaggiare: vivere con entusiasmo una città cosmopolita
e sapersi adeguare alla società dei territori attraversati
Amsterdam con finale a sorpresa
di Eliana Giacometti
12
Secondo le previsioni, il tempo doveva mettersi al brutto e scaricarci addosso fulmini e saette. Invece Amsterdam ci ha regalato quattro giornate di variabilità sostenibile che abbiamo sfruttato appieno. Solo l’ultimo
giorno ha piovuto, ma la voglia di vivere la città era tale che abbiamo sfoderato un repertorio di comportamenti che ben si sono adattati all’umoralità del clima.
Era carino vedere i soci vestiti “a cipolla”, girare scanzonati tra mezza manica, pulloveroni e trench e godersi in lungo e largo le vie più note come Piazza Dam,
ammirando col naso all’insù i suoi eccentrici monumenti. Il nome Venezia del Nord le deriva perché è
percorsa da molteplici canali, tutti fiancheggiati da edifici storici, piccoli musei, caratteristici bar e mercatini
d’antiquariato. Nei pressi della banchisa abbiamo visto
ristoranti e case private galleggianti. Ci siamo divertiti
a fare shopping tra porcellane, mercatini, libri antichi,
fiori, tulipani, formaggi olandesi. E abbiamo perfino apprezzato quello che si vociferava, avrebbe potuto rappresentare lo spauracchio del soggiorno: la cucina! E
soprattutto i suoi orari completamente diversi dai nostri. Gli olandesi a pranzo fanno uno snack e cenano
alle sei. Abbiamo optato per i nostri consueti orari e
abbiamo trovato la loro cucina appetitosa. Ottimi gli
snack all’aringa e al salmone. La zuppa di piselli con
IN VIAGGIO CON NOI VELA
la salsiccia (più simile al wurstel) era proprio buona e
i pasti erano sempre accompagnati da schiumosi boccali di ottima birra. In questa città che coniuga multiculturalità e progresso, mi sono sentita libera e piacevolmente attratta da questo stile di vita molto anticonvenzionale. Questa capitale è interamente percorsa da
piste ciclabili e dato che spesso si finiva per invaderle
perdendo la cognizione del loro codice stradale, quello sciame umano in bicicletta suonava il campanello
per dire: o ti sposti velocemente o ti travolgo senza tanti complimenti. Noi abituati al caos delle automobili
non sapevamo che questi olandesi, simpatici, disponibili e gentili con i turisti, a cavallo delle due ruote sono
dei veri e propri pirati! Abbiamo soggiornato in un albergo 5 stelle, davvero notevole, e la sua posizione
centralissima ci ha permesso di visitare i famosi coffee
shops dove fumare hashish e marijuana: è legale, ma
solo in piccola quantità. L’altra attrazione di Amsterdam che ogni anno vanta migliaia di turisti è la famosissima via a luci rosse con le donne esposte in vetrina.
Non tutte sono bellissime, molte sono afro-asiatiche,
alcune ammiccano pesantemente altre sembrano
aspettare annoiate, chiuse in minuscole stanze con un
letto, un lavello ed una sedia. Anche la prostituzione
qui è legalizzata. Gli olandesi sembrano chiudere volentieri un occhio davanti a quello che costituisce per
loro un business di grandi proporzioni. La capitale
olandese è ritenuta il maggiore centro museale d’Europa e visitare il museo e le opere di Van Gogh era indispensabile. Confesso che davanti al “campo di grano
con volo di corvi”, dai toni decisamente cupi, ho provato una fortissima emozione. I critici ritengono che la
tela rappresenti lo stato d'animo del tormentato autore
e che sembrerebbe la sua opera ultima. Sulla tela il
campo di grano è mosso da forti pennellate di colore,
e come contrasto, un cielo scuro e il minaccioso volo
de corvi neri sembrano presagire un’imminente sventura. Anche se in maniera diversa, mi sono emozionata
durante la visita che esponeva diamanti dai bagliori
purissimi che hanno lasciato un sordo languore nella
mia anima. In questa esperienza comunque una cosa
mi ha rallegrato più di ogni altra: parlo della simpatia
e della coesione tutta particolare del gruppo di quest’anno che, a mio avviso, ha dato il meglio di sé. Una
menzione tutta speciale va alla “mascotte”, il nostro
Sandro Battistini, che ci ha intrattenuti e viziati con le
sue iperboliche imprese in bicicletta e le sue frasi rivolte in un “formellinglese” ad una platea all’aperto
che non lo capiva ma che ugualmente sorrideva. Maria
ci ha riscaldato il cuore e l’umore con le sue barzellette
di stampo partenopeo, Carla ci ha omaggiati come da
tradizione con un suo bel componimento poetico, le
nostre due carinissime guide Simona e Lina ci hanno
scortati e pazientemente riallineati al gruppo quando
qualcuno mancava dalla conta perché si era fermato a
comprare i formaggi (a proposito, sono davvero squisiti! ce ne sono più di 70 tipi, anche aromatizzati) ed i
souvenir di ceramica di Delfi dalla tipica colorazione
azzurra, da mettere in valigia. Alessandrucci in particolare quest’anno è stato particolarmente accattivante
e ha scovato per noi posticini deliziosi. La sera del
commiato ci ha voluti sorprendere portandoci in un locale chiamato “Pasta e basta”, arredato con travi di legno ed atmosfera di luci soffuse. Quando ad un certo
punto tra una portata e l’altra le luci si sono abbassate,
il personale che, fino ad un attimo prima ci aveva servito a tavola, preso il microfono e accompagnato dal
pianoforte ha cominciato ad intonare arie liriche che
riecheggiavano la nostra patria e i nostri grandi musicisti. Gli applausi sono divenuti scroscianti ed inevitabili da parte di tutti noi che, alzando i calici, abbiamo
brindato alla bellissima serata.
13
IN VIAGGIO CON NOI VELA
Medjugorje risparmiata dalla guerra
di Rita Larger
Dopo la tranquilla traversata in traghetto, siamo arrivati a Spalato in perfetto orario, per iniziare il viaggio
verso Medjugorje. La nostra guida, una ragazza bosniaca con la cittadinanza croata, iniziava a spiegarci
la storia recente di queste terre: complicati assetti politici, grande rivalità tra diverse etnie e antagonismo
tra la religione cattolica e quella musulmana, fino alla
terribile guerra civile di vent'anni fa.
Immaginando con tristezza le sofferenze della guerra,
attraversavamo paesaggi di pietre su strade tortuose,
ed ecco finalmente comparire Medjugorje. È una piccola località che per fortuna la guerra ha risparmiato,
e ogni anno è meta di più di un milione di pellegrini
che vogliono percorrere i luoghi dell'apparizione della
Madonna. Per accogliere i viaggiatori stanno nascendo
ovunque alberghi e negozi, unica risorsa economica
in un territorio così aspro. Certo, le strutture di ospitalità sono molto essenziali, rivolte ad un soggiorno di
due-tre giorni, con stanze piccole e una cucina forse
frettolosa. In effetti anche noi siamo arrivati a mezzogiorno e siamo ripartiti la mattina di due giorni dopo.
A soli 30 km da Medjugorje, Mostar mostra invece tutti
i segni del conflitto. È una grande città di oltre centomila abitanti, con un centro storico molto suggestivo
ma con tanti contrasti, come i bambini che facevano
accattonaggio agli angoli delle strade. La città per lunghi mesi è rimasta divisa in due zone, una cattolica e
una musulmana. E a Mostar c'è il famoso ponte divenuto simbolo della guerra e dell'importanza del dialogo tra civiltà: è un ponte di pietra risalente al Cinquecento che venne distrutto il 9 novembre 1993 e poi ricostruito, fino a diventare, insieme alla città, un patrimonio dell'umanità.
Ma eccoci di nuovo in viaggio per le strade croate: prima i rigogliosi vigneti della Valle della Nevda, poi la
stupenda cittadina di Trogyr con le sue architetture veneziane, infine l'arcipelago di Kornati, un parco nazionale di quasi 150 isole e isolotti, quasi tutti disabitati. E qui il viaggio è proseguito a bordo di un battello:
il capitano ci ha portato a pranzo nella sua casa, in
una delle isole dell'arcipelago, un'occasione inusuale
e simpatica per gustare un pranzo di mare a base di
sgombro, di verdure alla griglia e di una frutta molto
saporita. Erano gli stessi marinai a cucinare e a servirci
ai tavoli.
E se a Trogyr, autentico gioiello del Mediterraneo, avevamo respirato la cultura di Venezia, a Spalato ci troviamo in una città in cui è ancora forte l'impronta dell'antica Roma: il palazzo di Diocleziano, il tempio di
Giove e le mura. Noi italiani abbiamo respirato aria di
casa, e sorridevamo quando siamo stati avvicinati da
centurioni che, come al Colosseo, volevano convincerci a fare una foto e a lasciare una mancia.
Dopo la cena di gala, il traghetto ci ha portato di nuo-
vo ad Ancona. Una breve visita al Santuario di Loreto
e infine il ritorno ad Anguillara Sabazia, dove dal 1995
vivo con mio marito Liberato.
Ora, per concludere, due considerazioni e due ricordi
del viaggio. La prima considerazione riguarda il credito cooperativo, che offre ai soci queste occasioni di
viaggiare in gruppo e visitare posti nuovi. Con la nostra
Banca siamo stati anche in Sicilia, nel 2010, e nel Salento, nel 2011. Provengo da una regione, il Trentino,
in cui le Casse rurali sono diffusissime e hanno aiutato
migliaia di famiglie e di piccole imprese. La seconda
considerazione riguarda il mio modo di viaggiare: prima di partire mi piace documentarmi sulla meta e sui
luoghi che attraverserò, e una volta in viaggio so che
devo adeguarmi alle culture che mi ospitano, alle strutture ricettive e al cibo, so che occorre capire il contesto sociale. Ad esempio in un viaggio così, in un paese
uscito dalla guerra da non molti anni, talvolta non si
poteva pretendere di trovare alberghi accoglienti come
quelli a cui siamo magari abituati in Italia. Mi è dispiaciuto non aver potuto assaggiare dei piatti tipici, mentre il vino della Valle della Nevda, già rinomato nel periodo dell'Impero austro-ungarico, può fare concorrenza ai vini italiani.
Due i ricordi, entrambi ambientati a Medjugorje. Non
posso dimenticare la folla che di sera cammina verso
la chiesa per accogliere un messaggio di pace e di perdono, una folla così grande che la messa deve essere
celebrata all'aperto, sotto un tendone. E poi la collina
delle apparizioni, tra rocce e terra rossa, in un sentiero
reso ancora più scivoloso dalla pioggerella di quei
giorni. Lungo l'ascesa ci sono delle soste per la preghiera e in cima c'è la Madonnina, con grande semplicità. Ecco, con tutta la gente che saliva e scendeva,
ricordo bene l'incredibile silenzio che avvolgeva
chiunque arrivasse alla sommità alla collina.
15
VELA CRONACHE DAL NOVECENTO
Nasce una nuova rubrica
per raccontare il Novecento attraverso
le immagini. Talvolta una vecchia foto
in bianco-e-nero libera i nostri pensieri,
ci induce a riflettere e a guardare con
occhi nuovi il nostro presente.
1950: in questa immagine dei primi anni del
dopoguerra, l'allegria di due bambini in un
podere delle campagne romane.
Si era felici con poco.
16
CONOSCERE ROMA VELA
Basiliche
e palazzi nobiliari
Le partenze, in pullman, avvengono da Piazza del Mercato, a
Formello, alle 8:30, salvo diversa indicazione telefonica.
Come di consueto, è necessario prenotarsi per tempo ad ogni
singola gita, fino all'esaurimento dei posti disponibili, al
numero 06 90 14 30 55 (Ufficio Soci). Ogni socio può farsi
accompagnare da un famigliare. I prossimi appuntamenti.
Sabato 26 gennaio 2013 Basilica di San Paolo fuori le mura
Sorge sulla tomba dell'apostolo Paolo e catalizza da sempre il pellegrinaggio giubilare; ricostruita dopo un incendio, mantiene intatto l'aspetto medievale con il suo quadriportico, il chiostro cosmatesco, la cappella delle
reliquie, i celebri ritratti di tutti i 265 pontefici.
Sabato 16 febbraio Villa Lante al Gianicolo
Un gioiello di arte rinascimentale affacciato sulla terrazza più panoramica
di Roma, l'attuale sede dell'Accademia di Finlandia conserva pregevoli
stanze affrescate, una magnifica loggetta e la testimonianza scritta del Sacco
di Roma operato dai Lanzichenecchi.
Sabato 16 marzo Villa d'Este a Tivoli
Saranno le fontane che adornano di giochi d'acqua il giardino terrazzato,
saranno le sale affrescate che decorano i due piani di questa dimora, sarà
il sogno di un cardinale che ha concentrato in questo progetto tutte le sue
ambizioni politiche deluse... tutto questo fa di Villa d'Este un affascinante
spettacolo di arte e natura.
Sabato 6 aprile Palazzo Farnese a Caprarola
Più raffinato di una fortezza, più fortificato di una villa, più ambizioso di una
dimora, questo palazzo traduce per immagini, nel susseguirsi di stanze dipinte,
i fasti e le glorie di una delle più potenti famiglie della corte papale, capace
di influenzare con spericolate manovre le sorti della storia europea.
Sabato 25 maggio Palazzo Altieri a Oriolo Romano
Così poco conosciuta ma così sorprendente questa residenza racchiude le
vicende di diversi proprietari e racconta, attraverso i soggetti affrescati, la
vita fuori porta tra Cinque e Settecento, tra rinascimento e neoclassicismo,
tra città e campagna.
17
VELA IMPRESE
Carnè
Amedeo e
Davide Ceci
La filiera della carne dall'acquisto del bestiame
alla vendita al dettaglio dei tagli migliori
Carné è il nuovo punto vendita nato dalla passione e
dall’esperienza della famiglia Ceci, i titolari di “Frigocarni” a Monterosi e di varie macellerie a Roma. Da
decenni è diventato il riferimento della carne italiana
proveniente dai migliori pascoli nazionali.
Tutta la filiera in azienda
Tutta la filiera della carne avviene all'interno dell'azienda, dall'acquisto delle bestie, alla lavorazione
delle carni fino alla vendita. A cento metri dal negozio,
infatti, è attivo il mattatoio aziendale, uno dei pochi
macelli della provincia di Roma che ha le autorizzazioni della Comunità europea.
“La mia famiglia - racconta Davide Ceci, 47 anni, titolare di Carné e nostro socio - è di origine abruzzese.
Veniamo dalla provincia di Teramo. Mio padre Amedeo è venuto a Roma nel 1960 e portava le carni
abruzzesi al mercato di Testaccio. Nel quartiere San
Giovanni gestiva una piccola macelleria. Poi si dedicò
al commercio all'ingrosso e aprì il mattatoio. Dal 1968
siamo a Monterosi”.
E a Monterosi Carné ha ripreso a vendere al dettaglio,
scegliendo soltanto i produttori di qualità. Tra i fornitori più prestigiosi c'è ad esempio l'azienda agricola
Maccarese, nata dalle bonifiche degli anni Trenta e divenuta un'azienda modello, grazie agli investimenti
IMPRESE VELA
della famiglia Benetton. È la più grande azienda agricola italiana, con un elevatissimo livello di automazione e di controllo della produzione. Per Carné
l'azienda di Maccarese non è un semplice fornitore,
ma è un partner con cui concordare la qualità dei foraggi e i sistemi di allevamento.
Nel punto vendita di Monterosi è possibile acquistare
anche le salsicce e gli insaccati del salumificio friulano
Lovison, più volte premiato dalla rivista del “Gambero
Rosso” e fornitore del Vaticano, il pollame dell'azienda
Filemi, cereali e legumi dell'altopiano di Colfiorito, mieli
del Veneto, vini del Viterbese, ortaggi e frutta della Ortofrutta Delfino, pasta e pane di forni selezionati.
I sapori della Campagna romana
Soprattutto nei grandi centri commerciali si è spersonalizzato il rapporto tra venditore e cliente. Invece, da Carné il prodotto viene spiegato, come accadeva una volta
con il macellaio di fiducia. È possibile così riscoprire una
grande varietà di tagli di carne, alcuni dei quali poco
costosi e buonissimi. Per secoli le cucine povere hanno
abbinato i prodotti genuini e il basso costo, e hanno custodito i sapori della tradizione, come quelli dei bovini
di razza chianina e dell'abbacchio romano.
La chianina è la razza bovina dal mantello bianco che
un tempo veniva allevata anche per trainare carri e aratri, e che dà carni magre e saporite: solo da questa razza
si ottiene la “bistecca alla fiorentina”. “Abbacchio”, invece, come tutti sanno, è il termine romanesco che indica l'agnello giovane, ancora lattante; per garantire la
qualità, è stato istituito il “Consorzio Abbacchio romano”, di cui Davide Ceci è vice presidente.
L'allevamento è un mestiere che può dare grandi soddisfazioni, ma che richiede dedizione e sacrificio.
“L'Università l'ho fatta con mio padre... nel senso che
ci ha trasmesso il valore del lavoro, ci ha insegnato ad
impegnarci per avere successo nella vita. Non ci sono
scorciatoie”, dice Davide. E ancora oggi Amedeo Ceci,
che ha 75 anni, è il primo ad arrivare in azienda.
Un'agricoltura al passo dei tempi
L'agricoltura italiana sta cambiando. È vero che anno
dopo anno molte fattorie stanno chiudendo, ma è altrettanto vero che stanno nascendo nuove aziende,
con giovani imprenditori, innovazioni nella produzione e nel modo di proporsi sul mercato.
Molte aziende agricole hanno investito molto per tenersi al passo con i tempi, ad esempio realizzando impianti di biogas. Ciò è stato reso possibile solo unendosi in società a responsabilità limitata. Oggi, invece,
una srl che si occupa di agricoltura viene penalizzata.
“Questo non va bene - commenta Davide - L'agricoltura è una grande risorsa, spero che i nostri amministratori se ne rendano conto”.
È una grande risorsa perché i prodotti italiani di eccellenza ci vengono riconosciuti in tutto il mondo. Basta
considerare il successo che ha Eataly, la grande catena
di prodotti italiani di qualità, a Roma come a New
Amedeo Ceci (a sinistra) con il fattore
della famiglia Boncompagni, nel 1967
York. “È l'esempio più scintillante di una rinascita dell'agricoltura, riscontrabile anche nei farmers-market e
nei mercati contadini che stanno ravvivando i quartieri
e le periferie delle città”.
Quando il produttore si rivolge direttamente al compratore, infatti, ci sono dei vantaggi per entrambi: il
produttore ha maggiori margini da reinvestire nella
propria azienda, mentre il compratore acquista prodotti locali ad un prezzo conveniente. Anche per questo Carné fa parte della filiera “Carne dell'Agro Romano”, un progetto finanziato dalla Comunità Europea
attraverso un PSR (Piano di Sviluppo Regionale) che
ha riunito più di 15 aziende agricole e ha coinvolto
l'Università della Tuscia e la Confagricoltura.
Il Credito Cooperativo conosce le aziende
La nostra Banca, dai tempi in cui si chiamava “Cassa
rurale ed artigiana”, ha sempre finanziato le innovazioni in agricoltura, a cominciare dai Piani Verdi del
1961 e del 1966. Grazie ai prestiti agevolati è stato
possibile ammodernare le stalle, costruire serre, acquistare trattori e macchinari sempre più efficienti.
Davide Ceci è nostro socio da tempo: “il Credito Cooperativo è una forma di credito che si avvicina ai suoi
clienti. Conosce le nostre aziende. C'è un rapporto
personale che facilita il rapporto economico. Al Credito Cooperativo non sei considerato un codice su un
foglio di carta, ma sei valutato come imprenditore”.
Carnè attende tutti i nostri soci sia nel punto vendita
di Monterosi sia nel nuovo negozio di Roma, di imminente apertura, nel quartiere San Giovanni, lo stesso
quartiere in cui Amedeo Ceci aprì la sua prima macelleria nel lontano 1960.
CARNÉ - FRIGOCARNI SERVICE srl
LOC. PRATO DELLA FONTANA 7
MONTEROSI (VT)
Tel. 0761 69 96 43
E-mail: [email protected]
VELA NAVIGARE NELLA STORIA
Fulvia
La donna guerriero
sconfitta sul campo e in amore
“Guerra minaccio, se non vuoi amarmi, Fulvia mi dice. Oh
quanto è brutta lei! Non voglio amor e m’apparecchio
all’armi”. Così scriveva Ottaviano, il futuro Cesare Augusto,
primo imperatore romano, su Fulvia, la moglie di Marco
Antonio, volato nel frattempo tra le braccia di Cleopatra a
bordo di una nave con le vele tinte di polvere d’oro, mentre
risaliva lentamente il Nilo tra due ali di folla plaudente.
20
NAVIGARE
IL FILO DELLA
NELLA
MEMORIA
STORIA VELA
Un'implacabile caccia all'uomo
Il fragore delle armi nelle paludi di Filippi, in Tracia, si
era appena spento. Ottaviano e Marco Antonio avevano
da poco sconfitto gli eserciti degli assassini di Giulio Cesare, Bruto e Cassio, che per sfuggire ad un atroce destino
si suicidarono.
Insieme all’altro triumviro, Lepido, avevano assunto i pieni
poteri con la conseguente spartizione dell’impero, dopo un
susseguirsi impressionante di stragi e di liste di proscrizione
che seminarono il terrore a Roma. I cospiratori e gli oppositori di Giulio Cesare furono stanati ovunque con un'implacabile caccia all’uomo.
Appiano scrisse che tutta la penisola divenne “un’orrenda
beccheria e macello”. Una delle vittime più illustri fu proprio
Cicerone, il più grande avvocato del foro romano, assassinato sulla strada per Formia da sicari di Marco Antonio.
La spartizione dell'Impero
A Marco Antonio fu assegnato l’Oriente, dove ebbe modo
di dimenticare in fretta la moglie Fulvia, che furiosa per essere stata abbandonata per Cleopatra, scatenò una guerra
civile che sconvolse nuovamente Roma. D’altronde, dice
Svetonio, Fulvia “aveva un carattere superbo, prepotente e
violento”. Dione Cassio aggiunge che “cingeva ella stessa
la spada, dava la parola d’ordine ai soldati e spesso arringava
le truppe”. Fulvia agiva in tal modo avendo un duplice disegno. Mettendo a ferro e fuoco il centro Italia pensava che
Marco Antonio, che aveva nel frattempo rotto il triumvirato,
sarebbe ritornato a Roma per combattere insieme a lei contro le legioni di Ottaviano. In secondo luogo pensava di vendicarsi dello stesso Ottaviano, che aveva pubblicamente rifiutato le pesanti profferte d’amore, facendosi anche gioco
di lei. Si era quasi gettata tra le braccia del futuro primo Imperatore per vendicarsi del marito, ormai stabilitosi nei palazzi della regina d’Egitto, stregato dalle sue delizie.
L'assedio e la fuga
Ma ad Ottaviano la spasimante non piaceva e continuò ad
inseguire quella parte dell’esercito ancora fedele all’antico
alleato, fino alle porte di Perugia. Più di due mesi durò l’assedio durante il quale venivano scagliati all’interno delle mura proiettili recanti scritte scurrili nei confronti della donna
guerriero. L’assedio si concluse con la distruzione della città
e con una terribile carneficina.
Fulvia tuttavia riuscì a fuggire prima della resa. Fuggì più furiosa che mai. Tempestava di lettere Marco Antonio, rimproverandogli di averla lasciata sola a combattere contro Ottaviano. Si recò a Brindisi dove si imbarcò per la Grecia. Raggiunse il Console ad Atene nella speranza di riconquistare
l’amore perduto. Ma il marito, follemente innamorato di
Cleopatra, la rimproverò aspramente per la guerra scatenata
contro il futuro Cesare Augusto. La lasciò nella vicina città
di Sicjon, dove Fulvia, sconfitta sul campo e in amore, si lasciò morire. (G.P.)
21
VELA PERSONE
In memoria di
Giammario Ferri
Abbiamo incontrato Maurizio Ferri,
nostro socio e padre di Giammario,
scomparso a 26 anni in un
incidente stradale avvenuto lo
scorso giugno. Alla memoria di
Giammario
quest’anno
sono
intitolate le borse di studio della
Banca a favore degli studenti di
Monterosi, Trevignano Romano,
Anguillara Sabazia e Bracciano
22
Giammario viveva a Bracciano con la madre e il fratello Corrado, ed era molto conosciuto nel circondario, per le numerose iniziative in cui era coinvolto e
che gli erano valse la sincera amicizia di tanti suoi
coetanei e non solo. L’incidente ha avuto luogo la
mattina del 18 giugno, quando Giammario era diretto
all’Università La Sapienza di Roma, dove frequentava
la Facoltà di Architettura; stava percorrendo la via
Braccianese alla guida del suo scooter quando, all’altezza degli impianti della Radio Vaticana, per cause
non ancora definite, ha perso il controllo del mezzo
finendo fuoristrada. Incontriamo il padre Maurizio,
noto professionista, e il fratello Corrado, per tentare
di fare luce sull’episodio.
tare l’impatto. Subito dopo l’incidente, sul luogo si sono fermati alcuni automobilisti, che hanno chiamato
il 118. Dopo pochi minuti sono giunti tempestivamente i soccorsi, ma ormai non c’era niente da fare.
Potete raccontarci la dinamica dell'incidente?
Non è ancora chiaro come sia accaduto, né sappiamo
ipotizzare una causa: infatti, la strada era dritta, l’asfalto non era scivoloso e Giammario era anche un pilota
esperto, considerato che guidava motocicli da svariati
anni e che aveva frequentato corsi di guida sicura. Per
queste ragioni non pensiamo che l’incidente sia dovuto ad un suo errore in un momento di distrazione. A
convalidare questo nostro sospetto vi è la testimonianza fornita a seguito della pubblicazione di annunci sui
periodici locali e su internet, secondo cui, pochi istanti
prima dell’incidente, una moto transitava in senso opposto a velocità elevata: il nostro sospetto è che questa
moto abbia in qualche modo ostacolato Giammario,
costringendolo ad una manovra d’emergenza per evi-
Comprendiamo che non è facile rassegnarsi...
Non si tratta di rassegnarsi, ma di ricostruire gli ultimi
istanti di vita di Giammario, verso cui abbiamo un dovere morale che ci spinge a perseverare nella ricerca,
sfidando anche l’indifferenza delle istituzioni, che
avrebbero voluto archiviare il caso senza altre indagini. Vorremmo che Giammario non sia dimenticato, per
questo ringraziamo sentitamente la Banca per aver deciso di intitolargli le borse di studio. Riteniamo questo
gesto particolarmente significativo, proprio perché
Giammario era uno studente e lo studio rappresentava
per lui una forma di amore per la vita. È bello che il
suo nome sia associato ad un’iniziativa a favore di altri
studenti, suoi coetanei meritevoli di raggiungere gli
obiettivi prefissati.
Non erano presenti testimoni oculari che hanno assistito alla scena?
A quanto pare, no. Come detto, abbiamo pubblicato numerosi annunci per raccogliere testimonianze preziose,
e ringraziamo con l’occasione tutti quanti hanno collaborato alle nostre ricerche. La nostra speranza è che si
presenti il motociclista che ha incrociato Giammario al
momento dell’incidente, in quanto la sua testimonianza
sarebbe decisiva ai fini delle indagini in corso.
LE MIGLIORI TESI DI LAUREA VELA
L'ecomafia
Le mani della criminalità sul ciclo
dei rifiuti
ANNA RITA ZACCARDINI
NEO-LAUREATA IN SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
DI
Per lungo tempo l’attenzione nei
confronti della tutela ambientale
ha avuto una subalternità rispetto
all'evoluzione delle società moderne. L’inversione si è avuta quando
ci si è soffermati ad analizzare i
danni delle condotte umane, disattente alle conseguenze dello sfruttamento delle risorse naturali ed incuranti di attenersi a comportamenti “ecocompatibili”. A fronte di
problemi come l'effetto serra, l'impoverimento della diversità biologica, l'inquinamento marino e la
distruzione di aree naturali necessarie all’equilibrio ecologico, le discipline ambientali hanno finalmente assunto l'importanza che
meritano, sia nell'educazione ambientale che nella repressione di
atti criminosi contro le risorse naturali e la salute dei cittadini.
Per “ecomafia” si intende l’azione
di organizzazioni criminali che
commettono gravi reati ambientali,
con un giro d’affari di 23 miliardi
di euro ogni anno, e la cui attività
si manifesta attraverso la penetrazione nell’economia.
La scoperta giudiziaria della presenza mafiosa nelle attività economiche del ciclo dei rifiuti è legata
alle investigazioni del 1992-93 a
Napoli ed in altre regioni, non solo
meridionali. Tali indagini hanno rilevato uno scenario complesso e
inquietante. È emerso che sin dalla
fine degli anni Ottanta le organizzazioni mafiose, clan camorristici
campani e Cosa Nostra avevano
svolto attività illecite in tutto il ciclo
dei rifiuti.
La ricerca dell’infiltrazione mafiosa
non deve far dimenticare che tali
organizzazioni sono solo parte dei
soggetti che operano illegalmente,
poiché è emersa una situazione
contrassegnata da una diffusa e radicata illegalità, causata anche da
operatori economici.
A differenza di altri settori come il
traffico di stupefacenti o di armi,
nelle attività economiche del ciclo
rifiuti l’ecomafia non è “autosufficiente” e non può dominare il mercato senza la complicità di amministratori e funzionari pubblici. Ciò
ha garantito l’aggiudicazione di
appalti di opere per il trattamento
e smaltimento di rifiuti, lavori di risanamento, recupero di aree contaminate, costruzione di impianti
di smaltimento, realizzazione di
inceneritori.
Il fenomeno è di vaste proporzioni
e vede coinvolte anche aziende
multinazionali , tanto da consentire
ingenti attività criminose in altri
paesi europei, soprattutto nell’Est.
Appare fondata l’ipotesi secondo
cui i più rilevanti traffici di rifiuti sul
territorio nazionale ed internazionale sono “governati” da importanti ambienti affaristico–politici.
Queste circostanze sono ancora
oggetto di investigazioni che testimoniano la complessità degli accordi internazionali nel settore dei
rifiuti e l’estrema difficoltà delle indagini mirate ad individuare gli autori dei reati.
23
VELA I SOCI RACCONTANO
Giuseppe: Sono nato a Faleria,
un piccolo paese in provincia di
Viterbo. Faceva parte del territorio dei Falisci, ed è noto anche
perché nel castello di Paterno
nell'anno 1002 morì Ottone III.
Ancora si raccontano tante leggende, su quel castello. Il territorio è anche ricco di fossili marini. Dopo l'assegnazione delle
terre, mentre i terreni venivano
dissodati dagli aratri, tra i solchi
trovavamo delle ostriche molto
grandi, e cercavamo se dentro
c'era la perla.
Mio padre era nativo di Borgorose. Era un appassionato cacciatore. Vendette il fucile a un pastore, per dodicimila lire. Con
quei soldi ci comprò delle piante
di ulivo, ma la sera, quando ritornava a casa, guardava la parete dove per tanto tempo c'era
stato il fucile e gli occhi gli si bagnavano di lacrime. Allora noi
figli pensammo di riscattare quel
fucile: per una stagione intera
aiutammo il pastore a mungere
le pecore, fino a che lo riportammo a casa. Mio padre pianse ancora, ma stavolta di gioia...
Silvana: Io invece sono nata a
Calcata, il paesino abbarbicato su
uno sperone, sopra al fiume Treja.
La nostra famiglia era formata da
cinque sorelle. Nel 1964 ho sposato Giuseppe, che iniziò a lavorare all'AMA, una delle aziende
del Comune di Roma. Per vent'anni abbiamo vissuto a Faleria e
nel 1984 ci siamo trasferiti a Formello, diventando soci della Banca, che allora si chiamava ancora
“Cassa rurale ed artigiana San Lorenzo”. Anche grazie alla Banca
abbiamo potuto conoscere i formellesi, perché iniziammo a partecipare alle attività sociali e alle
gite, prima in Italia e poi in tutta
Europa. L'ultima, a Medjugorje:
ho tanti dolori alle ginocchia, ma
24
Giuseppe Napoleone e Silvana Serafini
nonostante questo sono riuscita a
salire fino al luogo dell'apparizione. In cima ho gridato “Viva Maria!”. Al mio grido i soci in viaggio
con me ma anche i tanti fedeli
che stavano pregando sono scoppiati in un applauso.
Giuseppe: Del mio paese di origine ricordo con nostalgia i festeggiamenti del santo patrono e
la casa del “festarolo”, che rimaneva aperta per otto giorni di fila. Venivano offerti dolci e vino,
ma noi c'andavamo soprattutto
per devozione. Ricordo anche
un evento molto doloroso, che
causò tre morti e molti feriti. Io
e mio fratello Memmo ci salvammo perché dovevamo portare il pranzo a nostro padre, che
stava a falciare il fieno. Era il
maggio del 1946. L'anno precedente le scuole erano rimaste
chiuse per la guerra. La mia classe, quella del 1939, aveva iniziato le lezioni con un anno di
ritardo. Le maestre venivano
quasi tutte da Roma, in treno.
Ma quella mattina, per un guasto, il treno non arrivò. Per un
po' aspettammo tutti fuori dalla
scuola, poi molti bambini decisero di andare a fare il bagno nel
fosso che scorre proprio sotto il
paese di Faleria. Vicino al ponte
trovarono una mina anticarro.
Pensarono di aver trovato un tesoro, tanto che i più grandi scac-
ciarono i più piccoli perché non
volevano condividerlo con nessuno. Sopra un masso di tufo iniziarono a smontare la mina. Lo
scoppio fu tremendo. Morirono
in tre. Ci furono anche tanti feriti: il più grave era Nino, che perse un braccio e gli occhi. Era il
mio compagno di banco. La sua
famiglia non era di Faleria, e anche per questo passò molto tempo prima che lo rincontrassi di
nuovo: vent’anni. Da allora era
cieco. Mi avvicinai e gli chiesi
chi ero. Mi rispose: “Sei Giuseppe, il mio compagno di banco”.
Nel prossimo numero
Cartoline d’epoca
dei nostri paesi
BCC
CREDITO COOPERATIVO
Formello
e
Trevignano Romano
CONSIGLIO
DI AMMINISTRAZIONE
Presidente
Gino Polidori
Vice Presidente
Alvaro Altarocca
Consiglieri
Giuseppe Bernardi
Edda D’Alessio
Gianluca Franchini
Lorenzo Francucci
Piergiorgio Montani
Marco Palma
Matteo Stefanelli
COLLEGIO SINDACALE
Presidente
Cristiano Sforzini
Sindaci Effettivi
Sandro Cioccoloni
Filippo Salvatore Licenziato
DIREZIONE
Direttore Generale
Mario Porcu
Vice Direttore Generale
Angelo Buccioli
BCC
CREDITO COOPERATIVO
Formello
e
Trevignano Romano
Siamo presenti a:
Sede Amministrativa FORMELLO
Viale Umberto I°, 92 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034
Sede Centrale FORMELLO
Viale Umberto I°, 4 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034
Agenzia n° 1 LE RUGHE
Viale Africa, 8 - Tel. 06.9087359 - Fax 06.90129315
Filiale CAMPAGNANO DI ROMA
Piazza Regina Elena, 23 - Tel. 06.90154376/77 - Fax 06.90154380
Agenzia n° 2 OLMETTI
Via degli Olmetti, 41 3U - Tel. 06.90400394 - Fax 06.90400352
Filiale TREVIGNANO ROMANO
Via IV Novembre, 2 - Tel. 06.999121 - Fax 06.9999514
Filiale ANGUILLARA SABAZIA
Via Anguillarese Km 5,200 - Tel. 06.9994574/385 - Fax 06.9995337
Filiale CESANO
Via della Stazione, 359 - Tel. 06.30439538/88 - Fax 06.3038935
Filiale MONTEROSI
Via Roma, 50 - Tel. 06.9014301
Monterosi
Trevignano
Romano
Campagnano
di Roma
Anguillara
Sabazia
Cesano
Le Rughe
FORMELLO
Olmetti