Il gemellaggio con la BCC
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Il gemellaggio con la BCC
N. 17 - Dicembre 2012 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009 O AG IOL VE VELA La rivista della Banca di Formello e Trevignano di Credito Cooperativo Il gemellaggio con la BCC di Spello e Bettona (Umbria) CREDITO COOPERATIVO I numeri delle BCC in Italia IN VIAGGIO CON NOI Amsterdam e Medjugorje IMPRESE Carnè a Monterosi BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano Raccolta delle olive con teli e scale a pioli. È un’immagine scattata da Maria Cristina Montani durante il corso di fotografia organizzato dalla Banca. BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano N. 17 - Dicembre 2012 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009 O AG IOL VE VELA La rivista della Banca di Formello e Trevignano di Credito Cooperativo Il gemellaggio con la BCC di Spello e Bettona (Umbria) Sommario 3 Morire di controlli 5 Cercare la strada giusta 6 Cronaca di un gemellaggio CREDITO COOPERATIVO I numeri delle BCC in Italia IN VIAGGIO CON NOI Amsterdam e Medjugorje 6 IMPRESE Carnè a Monterosi BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano La rivista della Banca di Formello e Trevignano Romano di Credito Cooperativo 9 Periodico trimestrale Anno 5 - N. 17 Dicembre 2012 Registrato presso il Tribunale di Tivoli il 27-10-2008 al N. 21/2008 Due agenzie di rating rinviate a giudizio 10 L’indivisibilità delle riserve nelle BCC 12 In viaggio con noi Amsterdam e Medjugorje Sede Viale Umberto I, 92 Formello (Roma) Tel. 06 90 14 30 95 Direttore Responsabile Gino Polidori 12 Redattore Armando Finocchi Hanno collaborato a questo numero: Sara Brunori Maria Cecilia Cardarelli Maurizio Ferri Eliana Giacometti Liberato Landi Rita Larger Giuseppe Napoleone Silvana Serafini Anna Rita Zaccardini Ufficio Soci Tel. 06 90 14 30 55 Stampa Miligraf Srl Via degli Olmetti, 36 Formello (Roma) Tel. 06 90 75 142 16 Cronache dal Novecento 17 Conoscere Roma 18 Carnè 20 Navigare nella storia 22 In memoria di Giammario Ferri 23 Le migliori tesi di laurea 24 I soci raccontano In copertina: Cappella Baglioni a Spello, part. www.bccformello.com Veduta di Spello Morire di controlli “Le leggi ottime sono le poche e brevi che s'accordano al costume del popolo e al bene comune. Le leggi tiranniche sono molti lacciuoli che ad uno o a pochi sono utili”, così scriveva Tommaso Campanella nel 1601. Sorprendente l’attualità dell’aforisma. Certamente la deregolamentazione dell’ultimo decennio del Novecento aveva esaltato l’autonomia degli intermediari e, contemporaneamente, l’integrazione internazionale dei mercati, le innovazioni tecnologiche e finanziarie contribuivano ad innalzare l’intensità della concorrenza: aumentava il numero di banche e nuovi operatori esteri entravano sui mercati. Subito dopo tuttavia si avvertivano segnali di rischio, specie con l’inizio del nuovo secolo, dovuti a scandali societari che avevano evidenziato l’insufficienza delle norme sulla trasparenza dei bilanci. La risposta del Legislatore è stata di forte intensità; nell’ultimo decennio ha preso corpo una veemente spinta alla eteroregolamentazione, anche a livello comunitario, che si è andata ad aggiungere e sovrapporre alle forme di autodisciplina di cui il sistema si era dotato. A ciò hanno contribuito, in uno con i segnali di inadeguatezza della delegificazione, lo svilupparsi di processi di sempre maggiore sofisticazione e complessità dei mercati, a loro volta sempre più integrati, e l’esposizione, per sua natura, del sistema bancario ai rischi di strumentalizzazioni per finalità illecite. Non è agevole ricostruire e sintetizzare la complessità delle forme e dei livelli di controlli che coinvolgono le banche, nonché degli adempimenti e delle interlocuzioni cui esse sono tenute. È comunque forte la sensazione che tra tutte le imprese presenti sul mercato, le banche siano quelle più “vessate”. Esse sono innanzi tutto imprese e, in quanto tali, soggiacciono ai controlli propri di qualunque operatore economico, da quelli civilistici a quelli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; da quelli sulla privacy a quelli sulla tutela dell’ambiente; da quelli urbanistici a quelli fiscali, e così via dicendo. Ma le banche sono anche intraprese che gestiscono un valore, il risparmio, costituzionalmente garantito; anche a ragione di ciò sono sottoposte a rigorosi controlli da parte dell’Autorità di Vigilanza (Banca d’Italia); si aggiungono, anche in attuazione all’origine di spinte comunitarie, regimi specifici orientati a garantire la correttezza delle relazioni con la clientela, a dirimere le controversie, a tutelare i depositanti, da cui promanano ulteriori forme di controllo, talora in capo a referenti diversi dall’Autorità di Vigilanza. È il caso, per le Banche di Credito Cooperativo, dei controlli esercitati dai Fondi di tutela dei depositanti e di garanzia degli obbligazionisti e, in divenire, del Fondo di garanzia istituzionale. In quanto poi operatori dei mercati finanziari ed assicurativi, gli intermediari creditizi sono soggetti ai controlli delle Autorità preposte a questi mercati (Consob e Isvap). Le regole della libera concorrenza nei diversi mercati in cui le banche operano, trovano applicazione anche nei loro confronti con conseguente assoggettamento ai controlli della relativa Autorità (AGCM). La centralità delle banche nel sistema dei pagamenti le espone ai controlli delle Autorità (UIF, Organi di Polizia, A.G.) preposte al contrasto del riciclaggio e dell’evasione fiscale, ovvero di altri Organismi laddove si versi in attività di rilievo internazionale. 3 Tutte queste Autorità possono esercitare poteri ispettivi nei confronti degli istituti di credito; interloquiscono con essi impartendo direttive di carattere generale o individuale; sono destinatari di riferimenti, periodici o all’occorrenza, riguardanti la complessiva operatività o specifici aspetti di essi; ricevono strutturati e periodici schemi segnaletici, anche in questo caso afferenti tutte le attività aziendali o parte di esse. L’interlocuzione con i mercati è anch’essa soggetta a prescrizioni che impongono trasparenza, chiarezza e completezza nelle informazioni sui servizi offerti, oltre a prevedere particolari obblighi informativi nei confronti del pubblico in generale. Il sistema è poi fortemente caratterizzato da forme di autoregolamentazione ed autocontrollo indotte dalla normativa eteronoma e che permeano ora il complesso organizzativo-funzionale (si pensi ai sistemi di auditing, ai controlli interni di 1° e 2° livello, alla compliance), ora segmenti specifici di attività (si pensi alle direttive in materia di politiche remunerative; di autovalutazione in termini di adeguatezza patrimoniale e sulla composizione degli organi di vertice in termini di professionalità ed onorabilità; di policy aziendali specifiche). La prevenzione pre r ve v nzione di rischi ris i chi connessi con la possibilità possib che l’intermediario sia chiamato a rispondere sul piano amminis amministrativo i tr trativo v di illeciti commessi d da soggetti a tal fine rilevanti, implica l’adozione di ulteriori ulte t riori fo fforme r e di contr rm controllo trollo op o opportunamente pport r unamente t formalizzate. f r fo Insomma Insomma non c’è momento t o aspetto asp s etto t dell’operatività, d ll’o de ’opera r né struttura o comparto, che non sia espressione siione di comport comportamenti rtamenti normati norm r ati e monitorati. monito t ra r ti. Ora r su un un tale t le scenario norm ta normativo r ativo v irrompe irr rrompe l'Unione l'Un Bancaria deliberata dal Consiglio Europeo il 28-29 giugno giu ugno scorso, scors r o, o per la supervisione sup u ervis i ione centr centralizzata tral della BCE su tutte le banche della zona Euro. Il re rrelativo lativo R Regolamento egolamento t do d dovrà vrà r essere r approvato app p ro r va v t all’unanimità dagli Stati Membri nel Consiglio dell’Unione, dell’Unionee, eentro ntr tro il 31 dicembre r prossimo. pro r ssimo. La bozza stabilisce, tra le altre cose, che sarà la BCE l’autorità l’’aautto orità t ccompetente ompete t nte t per la concessione di licen licenze e autorizzazioni bancarie, per il controllo sulla compliance, co ompliance, e per per l’adeguatezza l’a ’ de deguate tezza del d l capitale de capita t le sul rischio, ecc. Sii aallarga llarrgga d dunque unque sempre sempre r di più l’esercito l’e ’ serc r ito t dei d i controllori, de con sempre più agguerrito, sempre più costoso, mentre meentre l’esercizio l’’eesercizio o dell’attività dell’a ’ ttività t bancaria vive v un momento di grande difficoltà. Per Per le le Banche Banche di di Credito Credito Cooperativo, C op Co o era r tivo vo, poi, i sembra sem che si sia perso di vista il cosiddetto criterio di “proporzionalità” applicazione doveva evitare ricadute “inversamente proporzionali” “proporzionaaliità” llaa ccui ui ccorretta orrett tta app p licazione do d alle dimensioni allee d im mensioni aziendali. aziendali. Il Presidente Gino Polidori Il Forte dei Borgia 4 Cercare la strada giusta A campar così... Le tasse vanno pagate, non si discute, anzi è sacrosanto, ma il livello che hanno raggiunto, c’è da chiedersi, costituisce vantaggio per la collettività per un possibile auspicato sviluppo? Sinceramente vien da esprimere seri dubbi sul raggiungimento di questo obbiettivo in quanto persistere sul continuo aumento della pressione fiscale senza dar vita a concrete misure che incentivino la ripresa economica e diano forza e vitalità per la ripresa e lo sviluppo, non porta certo a risultati positivi, anzi si rischia di peggiorare la situazione e aumentare la gravità della crisi che oramai è in recessione conclamata. E per di più, se a pagare sono sempre i soliti noti... E per di più, se si persevera nella ricerca di nuovi balzelli al solo fine di fare cassa senza restituire alcunché alla collettività... La sfiducia in questo sistema comincia a prendere sopravvento, proteste r il sop re o ra r vve v nto to, le pro r te t ste t si fa ffanno nno sempre più numerose e assumono dimensioni che destano d sta de t no preoccupazione pre r occup u azione in quanto t c’è ’ il concreto rischio di una forte destabilizzazione. Il ta imprese chiudono ttam m ta ttam m di impre r se che chiudo d no i batt tenti, della perdita di posti di lavoro e dell’aumento della disoccupazione, nto t de d lla dis i occup u azione, e dello d llo Stato de Sta t to t che esige che vengano rispettate le leggi e nel contempo empo dello d llo Stato de Sta t to t che non paga, paga g , che non salda i suoi debiti, creando squilibri nella gestionee e continuità produttiva aziende, t pro r dutt t iva v di ta ttante nte t aziend de, porta a riflettere e a dire che forse non siamo sulla strada giusta, cominla str trada d giusta t , che fo fforse r e è ora rs r di com minciare a pensare ma soprattutto cominciare a creare are r in modo d di permettere perm r ette t re r a tutti dii avere avere una vita normale, senza particolari pretese, ma non una vita t in povertà. pove v rt rtà. Certamente l’Italia ha riacquistato credibilità, certamente rtamente rt t è più rispettata ris ispetta t ta t a livello live v lllo internaintternazionale, e a ciò ha contribuito la stragrande maggioranza g iora gg r nza della d lla popolazione de pop o olazione italiana italiaana cche he in silenzio ha sopportato i grandi sacrifici che ve vvenivano niva v no richiesti, i ma certamente cert rtamen nte le le spesperanze e tante attese sono state deluse nel constatare ata t re r che la ripresa rip i re r sa e lo sviluppo svilu uppo restano restano sogni irrealizzati. E allora è giusto sperare che si dia corso a un nuovo sistema economico ovo v sis i te t ma econ nomico che che porti porti vitalità, vitalità, che sconfigga teorie e metodi che ad oggi si sono dii m mantenere o rivelati rive v lati aarcaici r aicci e iincapaci rc ncapaci d antteenere stabilità e certezza del domani. È questo che ognuno daa ccoloro gnuno di noi ssii aaspetta spetta d oloro cche he si candidano alla guida delle sorti di questo bel Paese. aese. Il Direttore Mario Porcu 5 VELA CREDITO COOPERATIVO Cronaca di un gemellaggio In visita alla BCC di Spello e Bettona Sabato 3 novembre i Soci della nostra Banca hanno fatto visita alla BCC di Spello e Bettona, nel quadro di una rinnovata amicizia con la Banca di Credito Cooperativo umbra. A riceverli nella bellissima sala consiliare del palazzo comunale c'erano il sindaco Sandro Vitali, il responsabile del servizio dei Beni culturali, Giulio Proietti Bocchini, il presidente della BCC Alcide Casini, il direttore generale Maurizio Del Savio e il Responsabile dell’Area Commerciale, Gian Primo Narcisi. Erano presenti anche alcuni consiglieri d’Amministrazione. “I beni culturali raccontano l'identità di un territorio e sono una grande risorsa economica per la generazioni future”, ha ribadito Gino Polidori rispondendo al saluto di benvenuto del Sindaco, aggiungendo che il Credito Cooperativo ha sempre incoraggiato la valorizzazione delle culture locali. Apprezzato è stato l’intervento del Presidente Casini, che ha ribadito l’importanza e l’utilità di questi incontri tra compagini sociali delle BCC, efficaci mezzi per lo scambio e il confronto delle diverse iniziative. Maurizio Del Savio ha sottolineato il consolidato rapporto tra Spello e Formello-Trevignano, fatto di antica amicizia e proficua circolazione di idee. La visita alla mostra La prima ragione della visita era la mostra “Aurea Umbria. Una regione dell'Impero nell'era di Costan6 tino”, con la quale ha avuto inizio il nuovo calendario delle gite sociali. Ritratti, iscrizioni, sarcofagi, monete e mosaici testimoniavano la società, la vita politica e l'economia di questi territori tra il III e il IV secolo d.C. Uno dei reperti più preziosi era senz'altro il Rescritto di Costantino, un lungo testo epigrafico, rinvenuto nel 1733 nell'area del teatro romano: è la trascrizione dell'approvazione da parte dell'imperatore della richiesta di celebrare proprio a Spello i ludi scenici e gladiatori senza che fosse più necessario recarsi a Volsinii, a condizione che la città umbra avesse assunto in suo onore l'appellativo imperiale di “Urbs Flavia Costans” e avesse eretto un tempio alla gens Flavia. Passeggiando per il borgo Dopo la visita alla mostra, i Soci hanno ammirato la Cappella Baglioni, all'interno della Collegiata di Santa Maria Maggiore: è affrescata dal Pinturicchio e dalla sua bottega. La decorazione venne commissionata dal priore Troilo Baglioni e fu terminata nel 1501, prima che il grande artista partisse per Roma e Siena. La cappella ha una volta a crociera e gli affreschi illustrano episodi della vita di Maria, dell'infanzia di Gesù e dell'adorazione dei pastori e dei Re Magi. Un quadro nel quadro: è riprodotto anche un dipinto appeso che mostra il volto del Pinturicchio. È il suo autoritratto. CREDITO COOPERATIVO VELA Ma tutto il borgo di Spello riservava scorci pittoreschi, come i caratteristici vicoli dai vasi fioriti, mentre sotto il campo sportivo sta tornando alla luce una grande villa romana, con una vasta pavimentazione a mosaico. legno, più piccole, in cui il vino viene conservato prima di essere imbottigliato e inviato in tutto il mondo. Molte di queste innovazioni sono state finanziate dalla BCC di Spello e Bettona, di cui l'azienda Sportoletti è socia. Il momento conviviale I Soci di Spello e Bettona a Formello Al termine del percorso culturale, la BCC di Spello ha offerto un pranzo ai nostri Soci presso la cantina Sportoletti, una delle aziende vitivinicole più apprezzate dell’Umbria. Produce infatti 200.000 bottiglie all'anno, tra Assisi Rosso, Assisi Grechetto, Villa Fidelia Bianco, Villa Fidelia Rosso e Villa Fidelia Passito. Insegnamenti della tradizione e consulenze prestigiose (come quella dell'enologo Riccardo Cotarella) convivono in azienda con le più efficienti innovazioni, come le grandi botti in metallo che consentono di controllare la temperatura e i tempi di fermentazione del mosto. In questo modo vengono mantenuti tutti i profumi delle uve. Non manca, per l'invecchiamento, una grande cantina con botti in La BCC di Spello e Bettona ha una storia antica: è stata fondata nel lontano 1907 con il nome di “Cassa rurale di prestiti San Felice”. Con la guida di due sacerdoti, agricoltori e artigiani di Spello vollero rilanciare l'economia di quella comunità, permettendo ai coloni di acquistare concimi e attrezzature agricole. Negli anni la Cassa di Spello incorporò quelle di Costano e di Bettona, e oggi la BCC ha sportelli anche a Perugia, Foligno, Assisi, Bastia Umbra, Trevi e Gualdo Cattaneo. Conta oltre 1.700 soci. Per ricambiare l'ospitalità, sabato 24 novembre abbiamo accolto 50 Soci umbri a Palazzo Chigi, a Formello, per poi accompagnarli all'Autodromo di Vallelunga. Ne parleremo sul prossimo numero di “Vela”. 7 VELA IN BREVE Lo sviluppo economico riparte dal turismo Si è tenuto lo scorso 13 ottobre, nella sala dell'ex Consorzio Agrario di Anguillara S., il convegno “Lo sviluppo economico del territorio”, organizzato dalla Banca in collaborazione con il Lions Club Bracciano Anguillara S. e Monti Sabatini e con il patrocinio del Comune di Anguillara. Docenti universitari, operatori economici e i sindaci dei Comuni del Lago sono intervenuti per promuovere territorio attraverso il turismo, con la sinergia tra associazionismo, istituzioni, imprese e credito cooperativo, come hanno affermato nel saluto iniziale il presidente Gino Polidori e il Lion Gen. Bruno Riscaldati, moderatore. Un articolo sul convegno è stato pubblicato anche sulla rivista della Federlus, “Orizzonti”. Nuova sede della filiale di Campagnano A partire da novembre la sede della nostra filiale di Campagnano di Roma è stata trasferita al centro del paese, in piazza Regina Elena 23. La diversa dislocazione della filiale si è resa necessaria per accentrare l’attività bancaria in un quartiere più accessibile da parte di soci e clienti. La catacomba di Monte Stallone Dopo anni di scavo a cura della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, lo scorso 21 ottobre è stata aperta al pubblico la catacomba cristiana di Monte Stallone, a Formello, dopo la Santa Messa celebrata 8 dal Rev. Mons. Giovanni Carrù e il saluto delle autorità. La catacomba testimonia la presenza di una comunità cristiana di qualche centinaio di persone tra il IV e il V secolo d.C. La Banca ha dato un contributo per organizzare la giornata inaugurale. La Croce Rossa a Le Rughe Da ottobre è aperta una sezione della Croce Rossa Italiana a Le Rughe, sulla via Cassia. Nelle prossime settimane verrà garantito anche a Le Rughe il Servizio Medico Domiciliare Urgente che è già in funzione, il sabato, la domenica e i giorni festivi nella sede del Comitato Locale di Formello. L'obiettivo, ha dichiarato il commissario Andrea Lelli, è di estendere i servizi assistenziali e affrontare tempestivamente le emergenze. Il corso di fotografia Ha avuto un grande successo, con oltre 40 iscrizioni, il corso di fotografia organizzato dalla Banca per documentare le tradizioni, il paesaggio, il senso di comunità, il lavoro, le innovazioni del nostro territorio. Luciano Usai e Marco Di Bartolomeo hanno spiegato la composizione, la luce e le tecniche di ripresa nel ritratto e nel paesaggio. Presentando le proprie foto, ogni corsista ha poi contribuito a formare un archivio fotografico da cui attingeremo anche per “Vela”, citando l'autore dell'opera. Nei prossimi mesi il corso sarà ripetuto a Campagnano di Roma, a Trevignano R. e ad Anguillara S., con un minimo di 20 iscrizioni. Il corso è gratuito: occorre prenotarsi presso l'Ufficio Soci, tel. 06 90 14 30 55. ECONOMIA VELA Due agenzie di rating rinviate a giudizio Aggiornamenti dopo il nostro editoriale “Clamoroso dietrofont” Nel precedente numero di “Vela” abbiamo comunicato che la giustizia americana ha chiamato alla sbarra per frode le agenzie di rating Moody’s, Standard&Poor's e Fitch, accusate di aver fornito false informazioni ai mercati. Per gli stessi motivi, a seguito di una classaction in Australia, Standard&Poor's è stata condannata a risarcire 24 milioni di euro. Anche in Italia, rilevammo, i giudici della Procura di Trani stavano procedendo ad indagare l’agenzia Fitch per manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata, che aveva provocato un sensibile deprezzamento del valore dei titoli di Stato italiani. Tutto era iniziato nel luglio 2011, quando un espostodenuncia di alcune associazioni di consumatori accusò gli analisti finanziari di Standard&Poor's di aver diffuso pubblicamente una nota con la quale si criticava la manovra finanziaria del nostro governo, prima della sua pubblicazione ufficiale. Qualche mese dopo, nel gennaio del 2012, alcune notizie di stampa avevano annunciato l'imminente declassamento del debito sovrano italiano, che avvenne in forma ufficiale soltanto vari giorni più tardi. Ma intanto quegli indebiti avvisi avevano posto in cattiva luce il sistema bancario na- zionale, aumentando la percezione di negatività verso il nostro Paese da parte di mercati e investitori e danneggiando così le transazioni finanziarie. Apprendiamo ora che la Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio 5 responsabili dell’agenzia di rating Standard&Poor's e 2 di Fitch, mentre ha chiesto l’archiviazione per 2 manager di Moody’s. Più precisamente la Procura tranese ha chiesto il rinvio a giudizio per gli analisti Eileen Zhang, Frank Gill, Moritz Kraemer, l'attuale responsabile dell'agenzia per l'Europa Yeann Le Pallec e l'ex presidente Deven Sharma. Per Fitch è stato chiesto il rinvio a giudizio per gli analisti David Riley e Alessandro Settepani. L’iniziativa del dott. Carlo Maria Capristo, procuratore di Trani, ha rilevato infatti che i responsabili delle due agenzie di rating non hanno rispettato le regole di trasparenza e dei parametri di qualità fissati dalla regolamentazione europea. È sta chiesta invece l'archiviazione per i dirigenti di Moody's. L’agenzia Fitch, che respinge con forza qualsiasi addebito sulla correttezza dei propri comportamenti, ha annunciato il black-out informativo sull’Italia, con effetto immediato. 9 VELA CREDITO COOPERATIVO L’indivisibilità delle riserve nelle BCC Tra tutela della mutualità e tutela dell’attività bancaria L’accantonamento a riserva è un meccanismo di garanzia della patrimonializzazione dell’impresa; la riserva rafforza i mezzi patrimoniali perché consente di coprire potenziali “rischi” cui va incontro l’impresa stessa. Nella società cooperativa il patrimonio assume una qualificazione particolare essendo vincolato/orientato allo scopo mutualistico: in altri termini nella società cooperativa le riserve sono strumento di tutela di un patrimonio vincolato alla mutualità e, dunque, direttamente strumento di tutela della mutualità. La disciplina del Codice civile realizza questa tutela attraverso la previsione di limiti all’impiego, che la stessa disciplina qualifica prescrivendo il requisito della indivisibilità. Tale requisito non è solo derivante dalla prescrizione di legge, ma può essere statutariamente attribuito agli accantonamenti. L’indivisibilità è un requisito complesso tanto che il tenore stesso dell’art. 2545-ter C.C. ne autorizza una scomposizione: da un lato – 1° co. - l’indistribuibilità ai soci; dall’altro – 2° co. - l’indisponibilità per la società-. L’uno e l’altro rappresentano aspetti della tutela della mutualità che la previsione del principio di indivisibilità vuole realizzare: garanzia 10 del mantenimento di valori economici vincolati al fine mutualistico. La disciplina di questi due aspetti realizza l’unico fine di tutela, ancorchè in modo differenziato. Proprio la previsione della indisponibilità delle somme accantonate a riserva, quale caratteristica dell’orientamento perpetuo al fine mutualistico, sta alla base e costituisce fondamento logico della devoluzione ai fondi mutualistici, quale strumento che consente, appunto, nelle circostanze previste dalla legge, la prosecuzione della vocazione del patrimonio cooperativo. Queste considerazioni, che avrebbero meritato ben più ampio spazio, consentono comunque di rilevare che per quanto attiene alla indivisibilità delle riserve l’ordinamento appresta una disciplina più stringente per le cooperative che operano nel settore del credito; ciò per la presenza accanto alle regole dettate dal codice civile di quelle del Testo Unico Bancario (il richiamo è all’art. 37 del TUB). Per sommi capi è evidente il diverso ammontare dell’accantonamento a riserva legale (70 % degli utili annuali), accantonamento al quale è attribuito il carattere dell’indivisibilità. La previsione ha dato luogo a perplessità di rilievo in considerazione sia CREDITO COOPERATIVO VELA I numeri delle BCC in Italia Un sistema bancario unico nel nostro Paese della maggiore capitalizzazione richiesta alle Banche di Credito Cooperativo in quanto banche, sia agli strumenti che il sistema bancario offre all’impresa bancaria per far fronte agli impegni versi i depositanti. È chiaro che il disposto si spiega non tanto e non solo sul piano della tutela delle esigenze mutualistiche della banca quanto su quello della stabilità dell’attività bancaria. Nelle Banche di Credito Cooperativo, allora, l’indivisibilità assume un ulteriore significato: quello di garantire la patrimonializzazione dell’attività bancaria. Infatti, la previsione può essere compresa proprio considerando che il capitale iniziale delle BCC è più “basso” rispetto a quello richiesto per le banche non cooperative e, dunque, quelle imprese hanno bisogno di una maggiore patrimonializzazione. In buona sostanza la previsione tradisce la preoccupazione del legislatore per i rischi inerenti l’attività bancaria oltre che esprimere l’esigenza di tutela della mutualità. Questa interpretazione consente di dare ragione di una disparità di trattamento tra cooperative di credito e cooperative altre fondata sulle esigenze di tutela dell’attività bancaria. Questa lettura trova una conferma nelle stesse istruzioni di vigilanza che giustificano la misura del capitale minimo con l’esigenza di non ostacolare l’ingresso nel settore di nuovi operatori, ma ribadiscono che con lo svilupparsi dell’attività devono proporzionalmente crescere i mezzi finanziari delle banche. È legittimo, allora, chiedersi se il sistema celi un’incongruenza rappresentata dalla previsione della devoluzione ai fondi mutualistici di tutte le somme accantonate e caratterizzate dall’indivisibilità, indipendentemente dalla vocazione, mutualistica o bancaria, espressa nell’accantonamento. I dubbi che possono porsi a tale proposito assumono un particolare rilievo nell’attuale momento economico nel quale è richiesta a tutte le cooperative, e in particolare a quelle di credito, quell’efficienza funzionale che consenta loro di svolgere un ruolo trainante verso il superamento della crisi. (Maria Cecilia Cardarelli) Il Credito Cooperativo interpreta ogni giorno il valore sociale del credito, la centralità della persona, la crescita economica dei territori. Come recitano antichi statuti, persegue il miglioramento delle condizioni morali e culturali dei soci e dei clienti, non solo di quelle economiche. Gli impieghi erogati dalle BCC italiane rappresentano il 17,4% del totale dei crediti alle famiglie produttrici, l'8,5% dei crediti alle famiglie consumatrici, l'8,4% dei crediti alle società non finanziarie. 403 BCC e Casse Rurali (alcune delle quali hanno più di cento anni di storia) 4.440 sportelli (che rappresentano il 13,3% degli sportelli bancari italiani, con una presenza diretta in 2.711 Comuni e in 101 Province) 32.000 dipendenti (ai quali si aggiungono gli oltre 4.400 dipendenti degli enti centrali e di categoria) 1.107.743 soci (con un aumento del 4,1% nell'ultimo anno) 6.800.000 clienti (con un aumento del 20% nell'ultimo anno) 11 VELA IN VIAGGIO CON NOI Le gite settembrine Due nostre socie rievocano le strade di Amsterdam e le atmosfere di Medjugorje. E interpretano due modi di viaggiare: vivere con entusiasmo una città cosmopolita e sapersi adeguare alla società dei territori attraversati Amsterdam con finale a sorpresa di Eliana Giacometti 12 Secondo le previsioni, il tempo doveva mettersi al brutto e scaricarci addosso fulmini e saette. Invece Amsterdam ci ha regalato quattro giornate di variabilità sostenibile che abbiamo sfruttato appieno. Solo l’ultimo giorno ha piovuto, ma la voglia di vivere la città era tale che abbiamo sfoderato un repertorio di comportamenti che ben si sono adattati all’umoralità del clima. Era carino vedere i soci vestiti “a cipolla”, girare scanzonati tra mezza manica, pulloveroni e trench e godersi in lungo e largo le vie più note come Piazza Dam, ammirando col naso all’insù i suoi eccentrici monumenti. Il nome Venezia del Nord le deriva perché è percorsa da molteplici canali, tutti fiancheggiati da edifici storici, piccoli musei, caratteristici bar e mercatini d’antiquariato. Nei pressi della banchisa abbiamo visto ristoranti e case private galleggianti. Ci siamo divertiti a fare shopping tra porcellane, mercatini, libri antichi, fiori, tulipani, formaggi olandesi. E abbiamo perfino apprezzato quello che si vociferava, avrebbe potuto rappresentare lo spauracchio del soggiorno: la cucina! E soprattutto i suoi orari completamente diversi dai nostri. Gli olandesi a pranzo fanno uno snack e cenano alle sei. Abbiamo optato per i nostri consueti orari e abbiamo trovato la loro cucina appetitosa. Ottimi gli snack all’aringa e al salmone. La zuppa di piselli con IN VIAGGIO CON NOI VELA la salsiccia (più simile al wurstel) era proprio buona e i pasti erano sempre accompagnati da schiumosi boccali di ottima birra. In questa città che coniuga multiculturalità e progresso, mi sono sentita libera e piacevolmente attratta da questo stile di vita molto anticonvenzionale. Questa capitale è interamente percorsa da piste ciclabili e dato che spesso si finiva per invaderle perdendo la cognizione del loro codice stradale, quello sciame umano in bicicletta suonava il campanello per dire: o ti sposti velocemente o ti travolgo senza tanti complimenti. Noi abituati al caos delle automobili non sapevamo che questi olandesi, simpatici, disponibili e gentili con i turisti, a cavallo delle due ruote sono dei veri e propri pirati! Abbiamo soggiornato in un albergo 5 stelle, davvero notevole, e la sua posizione centralissima ci ha permesso di visitare i famosi coffee shops dove fumare hashish e marijuana: è legale, ma solo in piccola quantità. L’altra attrazione di Amsterdam che ogni anno vanta migliaia di turisti è la famosissima via a luci rosse con le donne esposte in vetrina. Non tutte sono bellissime, molte sono afro-asiatiche, alcune ammiccano pesantemente altre sembrano aspettare annoiate, chiuse in minuscole stanze con un letto, un lavello ed una sedia. Anche la prostituzione qui è legalizzata. Gli olandesi sembrano chiudere volentieri un occhio davanti a quello che costituisce per loro un business di grandi proporzioni. La capitale olandese è ritenuta il maggiore centro museale d’Europa e visitare il museo e le opere di Van Gogh era indispensabile. Confesso che davanti al “campo di grano con volo di corvi”, dai toni decisamente cupi, ho provato una fortissima emozione. I critici ritengono che la tela rappresenti lo stato d'animo del tormentato autore e che sembrerebbe la sua opera ultima. Sulla tela il campo di grano è mosso da forti pennellate di colore, e come contrasto, un cielo scuro e il minaccioso volo de corvi neri sembrano presagire un’imminente sventura. Anche se in maniera diversa, mi sono emozionata durante la visita che esponeva diamanti dai bagliori purissimi che hanno lasciato un sordo languore nella mia anima. In questa esperienza comunque una cosa mi ha rallegrato più di ogni altra: parlo della simpatia e della coesione tutta particolare del gruppo di quest’anno che, a mio avviso, ha dato il meglio di sé. Una menzione tutta speciale va alla “mascotte”, il nostro Sandro Battistini, che ci ha intrattenuti e viziati con le sue iperboliche imprese in bicicletta e le sue frasi rivolte in un “formellinglese” ad una platea all’aperto che non lo capiva ma che ugualmente sorrideva. Maria ci ha riscaldato il cuore e l’umore con le sue barzellette di stampo partenopeo, Carla ci ha omaggiati come da tradizione con un suo bel componimento poetico, le nostre due carinissime guide Simona e Lina ci hanno scortati e pazientemente riallineati al gruppo quando qualcuno mancava dalla conta perché si era fermato a comprare i formaggi (a proposito, sono davvero squisiti! ce ne sono più di 70 tipi, anche aromatizzati) ed i souvenir di ceramica di Delfi dalla tipica colorazione azzurra, da mettere in valigia. Alessandrucci in particolare quest’anno è stato particolarmente accattivante e ha scovato per noi posticini deliziosi. La sera del commiato ci ha voluti sorprendere portandoci in un locale chiamato “Pasta e basta”, arredato con travi di legno ed atmosfera di luci soffuse. Quando ad un certo punto tra una portata e l’altra le luci si sono abbassate, il personale che, fino ad un attimo prima ci aveva servito a tavola, preso il microfono e accompagnato dal pianoforte ha cominciato ad intonare arie liriche che riecheggiavano la nostra patria e i nostri grandi musicisti. Gli applausi sono divenuti scroscianti ed inevitabili da parte di tutti noi che, alzando i calici, abbiamo brindato alla bellissima serata. 13 IN VIAGGIO CON NOI VELA Medjugorje risparmiata dalla guerra di Rita Larger Dopo la tranquilla traversata in traghetto, siamo arrivati a Spalato in perfetto orario, per iniziare il viaggio verso Medjugorje. La nostra guida, una ragazza bosniaca con la cittadinanza croata, iniziava a spiegarci la storia recente di queste terre: complicati assetti politici, grande rivalità tra diverse etnie e antagonismo tra la religione cattolica e quella musulmana, fino alla terribile guerra civile di vent'anni fa. Immaginando con tristezza le sofferenze della guerra, attraversavamo paesaggi di pietre su strade tortuose, ed ecco finalmente comparire Medjugorje. È una piccola località che per fortuna la guerra ha risparmiato, e ogni anno è meta di più di un milione di pellegrini che vogliono percorrere i luoghi dell'apparizione della Madonna. Per accogliere i viaggiatori stanno nascendo ovunque alberghi e negozi, unica risorsa economica in un territorio così aspro. Certo, le strutture di ospitalità sono molto essenziali, rivolte ad un soggiorno di due-tre giorni, con stanze piccole e una cucina forse frettolosa. In effetti anche noi siamo arrivati a mezzogiorno e siamo ripartiti la mattina di due giorni dopo. A soli 30 km da Medjugorje, Mostar mostra invece tutti i segni del conflitto. È una grande città di oltre centomila abitanti, con un centro storico molto suggestivo ma con tanti contrasti, come i bambini che facevano accattonaggio agli angoli delle strade. La città per lunghi mesi è rimasta divisa in due zone, una cattolica e una musulmana. E a Mostar c'è il famoso ponte divenuto simbolo della guerra e dell'importanza del dialogo tra civiltà: è un ponte di pietra risalente al Cinquecento che venne distrutto il 9 novembre 1993 e poi ricostruito, fino a diventare, insieme alla città, un patrimonio dell'umanità. Ma eccoci di nuovo in viaggio per le strade croate: prima i rigogliosi vigneti della Valle della Nevda, poi la stupenda cittadina di Trogyr con le sue architetture veneziane, infine l'arcipelago di Kornati, un parco nazionale di quasi 150 isole e isolotti, quasi tutti disabitati. E qui il viaggio è proseguito a bordo di un battello: il capitano ci ha portato a pranzo nella sua casa, in una delle isole dell'arcipelago, un'occasione inusuale e simpatica per gustare un pranzo di mare a base di sgombro, di verdure alla griglia e di una frutta molto saporita. Erano gli stessi marinai a cucinare e a servirci ai tavoli. E se a Trogyr, autentico gioiello del Mediterraneo, avevamo respirato la cultura di Venezia, a Spalato ci troviamo in una città in cui è ancora forte l'impronta dell'antica Roma: il palazzo di Diocleziano, il tempio di Giove e le mura. Noi italiani abbiamo respirato aria di casa, e sorridevamo quando siamo stati avvicinati da centurioni che, come al Colosseo, volevano convincerci a fare una foto e a lasciare una mancia. Dopo la cena di gala, il traghetto ci ha portato di nuo- vo ad Ancona. Una breve visita al Santuario di Loreto e infine il ritorno ad Anguillara Sabazia, dove dal 1995 vivo con mio marito Liberato. Ora, per concludere, due considerazioni e due ricordi del viaggio. La prima considerazione riguarda il credito cooperativo, che offre ai soci queste occasioni di viaggiare in gruppo e visitare posti nuovi. Con la nostra Banca siamo stati anche in Sicilia, nel 2010, e nel Salento, nel 2011. Provengo da una regione, il Trentino, in cui le Casse rurali sono diffusissime e hanno aiutato migliaia di famiglie e di piccole imprese. La seconda considerazione riguarda il mio modo di viaggiare: prima di partire mi piace documentarmi sulla meta e sui luoghi che attraverserò, e una volta in viaggio so che devo adeguarmi alle culture che mi ospitano, alle strutture ricettive e al cibo, so che occorre capire il contesto sociale. Ad esempio in un viaggio così, in un paese uscito dalla guerra da non molti anni, talvolta non si poteva pretendere di trovare alberghi accoglienti come quelli a cui siamo magari abituati in Italia. Mi è dispiaciuto non aver potuto assaggiare dei piatti tipici, mentre il vino della Valle della Nevda, già rinomato nel periodo dell'Impero austro-ungarico, può fare concorrenza ai vini italiani. Due i ricordi, entrambi ambientati a Medjugorje. Non posso dimenticare la folla che di sera cammina verso la chiesa per accogliere un messaggio di pace e di perdono, una folla così grande che la messa deve essere celebrata all'aperto, sotto un tendone. E poi la collina delle apparizioni, tra rocce e terra rossa, in un sentiero reso ancora più scivoloso dalla pioggerella di quei giorni. Lungo l'ascesa ci sono delle soste per la preghiera e in cima c'è la Madonnina, con grande semplicità. Ecco, con tutta la gente che saliva e scendeva, ricordo bene l'incredibile silenzio che avvolgeva chiunque arrivasse alla sommità alla collina. 15 VELA CRONACHE DAL NOVECENTO Nasce una nuova rubrica per raccontare il Novecento attraverso le immagini. Talvolta una vecchia foto in bianco-e-nero libera i nostri pensieri, ci induce a riflettere e a guardare con occhi nuovi il nostro presente. 1950: in questa immagine dei primi anni del dopoguerra, l'allegria di due bambini in un podere delle campagne romane. Si era felici con poco. 16 CONOSCERE ROMA VELA Basiliche e palazzi nobiliari Le partenze, in pullman, avvengono da Piazza del Mercato, a Formello, alle 8:30, salvo diversa indicazione telefonica. Come di consueto, è necessario prenotarsi per tempo ad ogni singola gita, fino all'esaurimento dei posti disponibili, al numero 06 90 14 30 55 (Ufficio Soci). Ogni socio può farsi accompagnare da un famigliare. I prossimi appuntamenti. Sabato 26 gennaio 2013 Basilica di San Paolo fuori le mura Sorge sulla tomba dell'apostolo Paolo e catalizza da sempre il pellegrinaggio giubilare; ricostruita dopo un incendio, mantiene intatto l'aspetto medievale con il suo quadriportico, il chiostro cosmatesco, la cappella delle reliquie, i celebri ritratti di tutti i 265 pontefici. Sabato 16 febbraio Villa Lante al Gianicolo Un gioiello di arte rinascimentale affacciato sulla terrazza più panoramica di Roma, l'attuale sede dell'Accademia di Finlandia conserva pregevoli stanze affrescate, una magnifica loggetta e la testimonianza scritta del Sacco di Roma operato dai Lanzichenecchi. Sabato 16 marzo Villa d'Este a Tivoli Saranno le fontane che adornano di giochi d'acqua il giardino terrazzato, saranno le sale affrescate che decorano i due piani di questa dimora, sarà il sogno di un cardinale che ha concentrato in questo progetto tutte le sue ambizioni politiche deluse... tutto questo fa di Villa d'Este un affascinante spettacolo di arte e natura. Sabato 6 aprile Palazzo Farnese a Caprarola Più raffinato di una fortezza, più fortificato di una villa, più ambizioso di una dimora, questo palazzo traduce per immagini, nel susseguirsi di stanze dipinte, i fasti e le glorie di una delle più potenti famiglie della corte papale, capace di influenzare con spericolate manovre le sorti della storia europea. Sabato 25 maggio Palazzo Altieri a Oriolo Romano Così poco conosciuta ma così sorprendente questa residenza racchiude le vicende di diversi proprietari e racconta, attraverso i soggetti affrescati, la vita fuori porta tra Cinque e Settecento, tra rinascimento e neoclassicismo, tra città e campagna. 17 VELA IMPRESE Carnè Amedeo e Davide Ceci La filiera della carne dall'acquisto del bestiame alla vendita al dettaglio dei tagli migliori Carné è il nuovo punto vendita nato dalla passione e dall’esperienza della famiglia Ceci, i titolari di “Frigocarni” a Monterosi e di varie macellerie a Roma. Da decenni è diventato il riferimento della carne italiana proveniente dai migliori pascoli nazionali. Tutta la filiera in azienda Tutta la filiera della carne avviene all'interno dell'azienda, dall'acquisto delle bestie, alla lavorazione delle carni fino alla vendita. A cento metri dal negozio, infatti, è attivo il mattatoio aziendale, uno dei pochi macelli della provincia di Roma che ha le autorizzazioni della Comunità europea. “La mia famiglia - racconta Davide Ceci, 47 anni, titolare di Carné e nostro socio - è di origine abruzzese. Veniamo dalla provincia di Teramo. Mio padre Amedeo è venuto a Roma nel 1960 e portava le carni abruzzesi al mercato di Testaccio. Nel quartiere San Giovanni gestiva una piccola macelleria. Poi si dedicò al commercio all'ingrosso e aprì il mattatoio. Dal 1968 siamo a Monterosi”. E a Monterosi Carné ha ripreso a vendere al dettaglio, scegliendo soltanto i produttori di qualità. Tra i fornitori più prestigiosi c'è ad esempio l'azienda agricola Maccarese, nata dalle bonifiche degli anni Trenta e divenuta un'azienda modello, grazie agli investimenti IMPRESE VELA della famiglia Benetton. È la più grande azienda agricola italiana, con un elevatissimo livello di automazione e di controllo della produzione. Per Carné l'azienda di Maccarese non è un semplice fornitore, ma è un partner con cui concordare la qualità dei foraggi e i sistemi di allevamento. Nel punto vendita di Monterosi è possibile acquistare anche le salsicce e gli insaccati del salumificio friulano Lovison, più volte premiato dalla rivista del “Gambero Rosso” e fornitore del Vaticano, il pollame dell'azienda Filemi, cereali e legumi dell'altopiano di Colfiorito, mieli del Veneto, vini del Viterbese, ortaggi e frutta della Ortofrutta Delfino, pasta e pane di forni selezionati. I sapori della Campagna romana Soprattutto nei grandi centri commerciali si è spersonalizzato il rapporto tra venditore e cliente. Invece, da Carné il prodotto viene spiegato, come accadeva una volta con il macellaio di fiducia. È possibile così riscoprire una grande varietà di tagli di carne, alcuni dei quali poco costosi e buonissimi. Per secoli le cucine povere hanno abbinato i prodotti genuini e il basso costo, e hanno custodito i sapori della tradizione, come quelli dei bovini di razza chianina e dell'abbacchio romano. La chianina è la razza bovina dal mantello bianco che un tempo veniva allevata anche per trainare carri e aratri, e che dà carni magre e saporite: solo da questa razza si ottiene la “bistecca alla fiorentina”. “Abbacchio”, invece, come tutti sanno, è il termine romanesco che indica l'agnello giovane, ancora lattante; per garantire la qualità, è stato istituito il “Consorzio Abbacchio romano”, di cui Davide Ceci è vice presidente. L'allevamento è un mestiere che può dare grandi soddisfazioni, ma che richiede dedizione e sacrificio. “L'Università l'ho fatta con mio padre... nel senso che ci ha trasmesso il valore del lavoro, ci ha insegnato ad impegnarci per avere successo nella vita. Non ci sono scorciatoie”, dice Davide. E ancora oggi Amedeo Ceci, che ha 75 anni, è il primo ad arrivare in azienda. Un'agricoltura al passo dei tempi L'agricoltura italiana sta cambiando. È vero che anno dopo anno molte fattorie stanno chiudendo, ma è altrettanto vero che stanno nascendo nuove aziende, con giovani imprenditori, innovazioni nella produzione e nel modo di proporsi sul mercato. Molte aziende agricole hanno investito molto per tenersi al passo con i tempi, ad esempio realizzando impianti di biogas. Ciò è stato reso possibile solo unendosi in società a responsabilità limitata. Oggi, invece, una srl che si occupa di agricoltura viene penalizzata. “Questo non va bene - commenta Davide - L'agricoltura è una grande risorsa, spero che i nostri amministratori se ne rendano conto”. È una grande risorsa perché i prodotti italiani di eccellenza ci vengono riconosciuti in tutto il mondo. Basta considerare il successo che ha Eataly, la grande catena di prodotti italiani di qualità, a Roma come a New Amedeo Ceci (a sinistra) con il fattore della famiglia Boncompagni, nel 1967 York. “È l'esempio più scintillante di una rinascita dell'agricoltura, riscontrabile anche nei farmers-market e nei mercati contadini che stanno ravvivando i quartieri e le periferie delle città”. Quando il produttore si rivolge direttamente al compratore, infatti, ci sono dei vantaggi per entrambi: il produttore ha maggiori margini da reinvestire nella propria azienda, mentre il compratore acquista prodotti locali ad un prezzo conveniente. Anche per questo Carné fa parte della filiera “Carne dell'Agro Romano”, un progetto finanziato dalla Comunità Europea attraverso un PSR (Piano di Sviluppo Regionale) che ha riunito più di 15 aziende agricole e ha coinvolto l'Università della Tuscia e la Confagricoltura. Il Credito Cooperativo conosce le aziende La nostra Banca, dai tempi in cui si chiamava “Cassa rurale ed artigiana”, ha sempre finanziato le innovazioni in agricoltura, a cominciare dai Piani Verdi del 1961 e del 1966. Grazie ai prestiti agevolati è stato possibile ammodernare le stalle, costruire serre, acquistare trattori e macchinari sempre più efficienti. Davide Ceci è nostro socio da tempo: “il Credito Cooperativo è una forma di credito che si avvicina ai suoi clienti. Conosce le nostre aziende. C'è un rapporto personale che facilita il rapporto economico. Al Credito Cooperativo non sei considerato un codice su un foglio di carta, ma sei valutato come imprenditore”. Carnè attende tutti i nostri soci sia nel punto vendita di Monterosi sia nel nuovo negozio di Roma, di imminente apertura, nel quartiere San Giovanni, lo stesso quartiere in cui Amedeo Ceci aprì la sua prima macelleria nel lontano 1960. CARNÉ - FRIGOCARNI SERVICE srl LOC. PRATO DELLA FONTANA 7 MONTEROSI (VT) Tel. 0761 69 96 43 E-mail: [email protected] VELA NAVIGARE NELLA STORIA Fulvia La donna guerriero sconfitta sul campo e in amore “Guerra minaccio, se non vuoi amarmi, Fulvia mi dice. Oh quanto è brutta lei! Non voglio amor e m’apparecchio all’armi”. Così scriveva Ottaviano, il futuro Cesare Augusto, primo imperatore romano, su Fulvia, la moglie di Marco Antonio, volato nel frattempo tra le braccia di Cleopatra a bordo di una nave con le vele tinte di polvere d’oro, mentre risaliva lentamente il Nilo tra due ali di folla plaudente. 20 NAVIGARE IL FILO DELLA NELLA MEMORIA STORIA VELA Un'implacabile caccia all'uomo Il fragore delle armi nelle paludi di Filippi, in Tracia, si era appena spento. Ottaviano e Marco Antonio avevano da poco sconfitto gli eserciti degli assassini di Giulio Cesare, Bruto e Cassio, che per sfuggire ad un atroce destino si suicidarono. Insieme all’altro triumviro, Lepido, avevano assunto i pieni poteri con la conseguente spartizione dell’impero, dopo un susseguirsi impressionante di stragi e di liste di proscrizione che seminarono il terrore a Roma. I cospiratori e gli oppositori di Giulio Cesare furono stanati ovunque con un'implacabile caccia all’uomo. Appiano scrisse che tutta la penisola divenne “un’orrenda beccheria e macello”. Una delle vittime più illustri fu proprio Cicerone, il più grande avvocato del foro romano, assassinato sulla strada per Formia da sicari di Marco Antonio. La spartizione dell'Impero A Marco Antonio fu assegnato l’Oriente, dove ebbe modo di dimenticare in fretta la moglie Fulvia, che furiosa per essere stata abbandonata per Cleopatra, scatenò una guerra civile che sconvolse nuovamente Roma. D’altronde, dice Svetonio, Fulvia “aveva un carattere superbo, prepotente e violento”. Dione Cassio aggiunge che “cingeva ella stessa la spada, dava la parola d’ordine ai soldati e spesso arringava le truppe”. Fulvia agiva in tal modo avendo un duplice disegno. Mettendo a ferro e fuoco il centro Italia pensava che Marco Antonio, che aveva nel frattempo rotto il triumvirato, sarebbe ritornato a Roma per combattere insieme a lei contro le legioni di Ottaviano. In secondo luogo pensava di vendicarsi dello stesso Ottaviano, che aveva pubblicamente rifiutato le pesanti profferte d’amore, facendosi anche gioco di lei. Si era quasi gettata tra le braccia del futuro primo Imperatore per vendicarsi del marito, ormai stabilitosi nei palazzi della regina d’Egitto, stregato dalle sue delizie. L'assedio e la fuga Ma ad Ottaviano la spasimante non piaceva e continuò ad inseguire quella parte dell’esercito ancora fedele all’antico alleato, fino alle porte di Perugia. Più di due mesi durò l’assedio durante il quale venivano scagliati all’interno delle mura proiettili recanti scritte scurrili nei confronti della donna guerriero. L’assedio si concluse con la distruzione della città e con una terribile carneficina. Fulvia tuttavia riuscì a fuggire prima della resa. Fuggì più furiosa che mai. Tempestava di lettere Marco Antonio, rimproverandogli di averla lasciata sola a combattere contro Ottaviano. Si recò a Brindisi dove si imbarcò per la Grecia. Raggiunse il Console ad Atene nella speranza di riconquistare l’amore perduto. Ma il marito, follemente innamorato di Cleopatra, la rimproverò aspramente per la guerra scatenata contro il futuro Cesare Augusto. La lasciò nella vicina città di Sicjon, dove Fulvia, sconfitta sul campo e in amore, si lasciò morire. (G.P.) 21 VELA PERSONE In memoria di Giammario Ferri Abbiamo incontrato Maurizio Ferri, nostro socio e padre di Giammario, scomparso a 26 anni in un incidente stradale avvenuto lo scorso giugno. Alla memoria di Giammario quest’anno sono intitolate le borse di studio della Banca a favore degli studenti di Monterosi, Trevignano Romano, Anguillara Sabazia e Bracciano 22 Giammario viveva a Bracciano con la madre e il fratello Corrado, ed era molto conosciuto nel circondario, per le numerose iniziative in cui era coinvolto e che gli erano valse la sincera amicizia di tanti suoi coetanei e non solo. L’incidente ha avuto luogo la mattina del 18 giugno, quando Giammario era diretto all’Università La Sapienza di Roma, dove frequentava la Facoltà di Architettura; stava percorrendo la via Braccianese alla guida del suo scooter quando, all’altezza degli impianti della Radio Vaticana, per cause non ancora definite, ha perso il controllo del mezzo finendo fuoristrada. Incontriamo il padre Maurizio, noto professionista, e il fratello Corrado, per tentare di fare luce sull’episodio. tare l’impatto. Subito dopo l’incidente, sul luogo si sono fermati alcuni automobilisti, che hanno chiamato il 118. Dopo pochi minuti sono giunti tempestivamente i soccorsi, ma ormai non c’era niente da fare. Potete raccontarci la dinamica dell'incidente? Non è ancora chiaro come sia accaduto, né sappiamo ipotizzare una causa: infatti, la strada era dritta, l’asfalto non era scivoloso e Giammario era anche un pilota esperto, considerato che guidava motocicli da svariati anni e che aveva frequentato corsi di guida sicura. Per queste ragioni non pensiamo che l’incidente sia dovuto ad un suo errore in un momento di distrazione. A convalidare questo nostro sospetto vi è la testimonianza fornita a seguito della pubblicazione di annunci sui periodici locali e su internet, secondo cui, pochi istanti prima dell’incidente, una moto transitava in senso opposto a velocità elevata: il nostro sospetto è che questa moto abbia in qualche modo ostacolato Giammario, costringendolo ad una manovra d’emergenza per evi- Comprendiamo che non è facile rassegnarsi... Non si tratta di rassegnarsi, ma di ricostruire gli ultimi istanti di vita di Giammario, verso cui abbiamo un dovere morale che ci spinge a perseverare nella ricerca, sfidando anche l’indifferenza delle istituzioni, che avrebbero voluto archiviare il caso senza altre indagini. Vorremmo che Giammario non sia dimenticato, per questo ringraziamo sentitamente la Banca per aver deciso di intitolargli le borse di studio. Riteniamo questo gesto particolarmente significativo, proprio perché Giammario era uno studente e lo studio rappresentava per lui una forma di amore per la vita. È bello che il suo nome sia associato ad un’iniziativa a favore di altri studenti, suoi coetanei meritevoli di raggiungere gli obiettivi prefissati. Non erano presenti testimoni oculari che hanno assistito alla scena? A quanto pare, no. Come detto, abbiamo pubblicato numerosi annunci per raccogliere testimonianze preziose, e ringraziamo con l’occasione tutti quanti hanno collaborato alle nostre ricerche. La nostra speranza è che si presenti il motociclista che ha incrociato Giammario al momento dell’incidente, in quanto la sua testimonianza sarebbe decisiva ai fini delle indagini in corso. LE MIGLIORI TESI DI LAUREA VELA L'ecomafia Le mani della criminalità sul ciclo dei rifiuti ANNA RITA ZACCARDINI NEO-LAUREATA IN SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI DI Per lungo tempo l’attenzione nei confronti della tutela ambientale ha avuto una subalternità rispetto all'evoluzione delle società moderne. L’inversione si è avuta quando ci si è soffermati ad analizzare i danni delle condotte umane, disattente alle conseguenze dello sfruttamento delle risorse naturali ed incuranti di attenersi a comportamenti “ecocompatibili”. A fronte di problemi come l'effetto serra, l'impoverimento della diversità biologica, l'inquinamento marino e la distruzione di aree naturali necessarie all’equilibrio ecologico, le discipline ambientali hanno finalmente assunto l'importanza che meritano, sia nell'educazione ambientale che nella repressione di atti criminosi contro le risorse naturali e la salute dei cittadini. Per “ecomafia” si intende l’azione di organizzazioni criminali che commettono gravi reati ambientali, con un giro d’affari di 23 miliardi di euro ogni anno, e la cui attività si manifesta attraverso la penetrazione nell’economia. La scoperta giudiziaria della presenza mafiosa nelle attività economiche del ciclo dei rifiuti è legata alle investigazioni del 1992-93 a Napoli ed in altre regioni, non solo meridionali. Tali indagini hanno rilevato uno scenario complesso e inquietante. È emerso che sin dalla fine degli anni Ottanta le organizzazioni mafiose, clan camorristici campani e Cosa Nostra avevano svolto attività illecite in tutto il ciclo dei rifiuti. La ricerca dell’infiltrazione mafiosa non deve far dimenticare che tali organizzazioni sono solo parte dei soggetti che operano illegalmente, poiché è emersa una situazione contrassegnata da una diffusa e radicata illegalità, causata anche da operatori economici. A differenza di altri settori come il traffico di stupefacenti o di armi, nelle attività economiche del ciclo rifiuti l’ecomafia non è “autosufficiente” e non può dominare il mercato senza la complicità di amministratori e funzionari pubblici. Ciò ha garantito l’aggiudicazione di appalti di opere per il trattamento e smaltimento di rifiuti, lavori di risanamento, recupero di aree contaminate, costruzione di impianti di smaltimento, realizzazione di inceneritori. Il fenomeno è di vaste proporzioni e vede coinvolte anche aziende multinazionali , tanto da consentire ingenti attività criminose in altri paesi europei, soprattutto nell’Est. Appare fondata l’ipotesi secondo cui i più rilevanti traffici di rifiuti sul territorio nazionale ed internazionale sono “governati” da importanti ambienti affaristico–politici. Queste circostanze sono ancora oggetto di investigazioni che testimoniano la complessità degli accordi internazionali nel settore dei rifiuti e l’estrema difficoltà delle indagini mirate ad individuare gli autori dei reati. 23 VELA I SOCI RACCONTANO Giuseppe: Sono nato a Faleria, un piccolo paese in provincia di Viterbo. Faceva parte del territorio dei Falisci, ed è noto anche perché nel castello di Paterno nell'anno 1002 morì Ottone III. Ancora si raccontano tante leggende, su quel castello. Il territorio è anche ricco di fossili marini. Dopo l'assegnazione delle terre, mentre i terreni venivano dissodati dagli aratri, tra i solchi trovavamo delle ostriche molto grandi, e cercavamo se dentro c'era la perla. Mio padre era nativo di Borgorose. Era un appassionato cacciatore. Vendette il fucile a un pastore, per dodicimila lire. Con quei soldi ci comprò delle piante di ulivo, ma la sera, quando ritornava a casa, guardava la parete dove per tanto tempo c'era stato il fucile e gli occhi gli si bagnavano di lacrime. Allora noi figli pensammo di riscattare quel fucile: per una stagione intera aiutammo il pastore a mungere le pecore, fino a che lo riportammo a casa. Mio padre pianse ancora, ma stavolta di gioia... Silvana: Io invece sono nata a Calcata, il paesino abbarbicato su uno sperone, sopra al fiume Treja. La nostra famiglia era formata da cinque sorelle. Nel 1964 ho sposato Giuseppe, che iniziò a lavorare all'AMA, una delle aziende del Comune di Roma. Per vent'anni abbiamo vissuto a Faleria e nel 1984 ci siamo trasferiti a Formello, diventando soci della Banca, che allora si chiamava ancora “Cassa rurale ed artigiana San Lorenzo”. Anche grazie alla Banca abbiamo potuto conoscere i formellesi, perché iniziammo a partecipare alle attività sociali e alle gite, prima in Italia e poi in tutta Europa. L'ultima, a Medjugorje: ho tanti dolori alle ginocchia, ma 24 Giuseppe Napoleone e Silvana Serafini nonostante questo sono riuscita a salire fino al luogo dell'apparizione. In cima ho gridato “Viva Maria!”. Al mio grido i soci in viaggio con me ma anche i tanti fedeli che stavano pregando sono scoppiati in un applauso. Giuseppe: Del mio paese di origine ricordo con nostalgia i festeggiamenti del santo patrono e la casa del “festarolo”, che rimaneva aperta per otto giorni di fila. Venivano offerti dolci e vino, ma noi c'andavamo soprattutto per devozione. Ricordo anche un evento molto doloroso, che causò tre morti e molti feriti. Io e mio fratello Memmo ci salvammo perché dovevamo portare il pranzo a nostro padre, che stava a falciare il fieno. Era il maggio del 1946. L'anno precedente le scuole erano rimaste chiuse per la guerra. La mia classe, quella del 1939, aveva iniziato le lezioni con un anno di ritardo. Le maestre venivano quasi tutte da Roma, in treno. Ma quella mattina, per un guasto, il treno non arrivò. Per un po' aspettammo tutti fuori dalla scuola, poi molti bambini decisero di andare a fare il bagno nel fosso che scorre proprio sotto il paese di Faleria. Vicino al ponte trovarono una mina anticarro. Pensarono di aver trovato un tesoro, tanto che i più grandi scac- ciarono i più piccoli perché non volevano condividerlo con nessuno. Sopra un masso di tufo iniziarono a smontare la mina. Lo scoppio fu tremendo. Morirono in tre. Ci furono anche tanti feriti: il più grave era Nino, che perse un braccio e gli occhi. Era il mio compagno di banco. La sua famiglia non era di Faleria, e anche per questo passò molto tempo prima che lo rincontrassi di nuovo: vent’anni. Da allora era cieco. Mi avvicinai e gli chiesi chi ero. Mi rispose: “Sei Giuseppe, il mio compagno di banco”. Nel prossimo numero Cartoline d’epoca dei nostri paesi BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Gino Polidori Vice Presidente Alvaro Altarocca Consiglieri Giuseppe Bernardi Edda D’Alessio Gianluca Franchini Lorenzo Francucci Piergiorgio Montani Marco Palma Matteo Stefanelli COLLEGIO SINDACALE Presidente Cristiano Sforzini Sindaci Effettivi Sandro Cioccoloni Filippo Salvatore Licenziato DIREZIONE Direttore Generale Mario Porcu Vice Direttore Generale Angelo Buccioli BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano Siamo presenti a: Sede Amministrativa FORMELLO Viale Umberto I°, 92 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034 Sede Centrale FORMELLO Viale Umberto I°, 4 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034 Agenzia n° 1 LE RUGHE Viale Africa, 8 - Tel. 06.9087359 - Fax 06.90129315 Filiale CAMPAGNANO DI ROMA Piazza Regina Elena, 23 - Tel. 06.90154376/77 - Fax 06.90154380 Agenzia n° 2 OLMETTI Via degli Olmetti, 41 3U - Tel. 06.90400394 - Fax 06.90400352 Filiale TREVIGNANO ROMANO Via IV Novembre, 2 - Tel. 06.999121 - Fax 06.9999514 Filiale ANGUILLARA SABAZIA Via Anguillarese Km 5,200 - Tel. 06.9994574/385 - Fax 06.9995337 Filiale CESANO Via della Stazione, 359 - Tel. 06.30439538/88 - Fax 06.3038935 Filiale MONTEROSI Via Roma, 50 - Tel. 06.9014301 Monterosi Trevignano Romano Campagnano di Roma Anguillara Sabazia Cesano Le Rughe FORMELLO Olmetti