IL CREDITO COOPERATIVO ALL`EXPO La storia
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IL CREDITO COOPERATIVO ALL`EXPO La storia
N. 27 - Giugno 2015 - Periodico trimestrale di finanza e cultura - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - 70% - Roma Aut. N. 21/2009 IO VE VELA GO LA LA RIVISTA DELLA BANCA DI FORMELLO E TREVIGNANO DI CREDITO COOPERATIVO IL CREDITO COOPERATIVO ALL'EXPO La storia delle Esposizioni universali GLI ARCHIVI DELLA MEMORIA Da carte polverose a patrimonio di tutti AZIENDE Biosensor tra biologia e ingegneria BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano Gerusalemme per una sera È una scena della manifestazione “In quel Tempo”, in cui a Monterosi si rivive la Settimana Santa. Lo scorso 28 marzo una rievocazione ha ripercorso i momenti più significativi della Pasqua, dall'ingresso in Gerusalemme alla resurrezione di Cristo. A parteciparvi circa 200 monterosini in costume e più di mille spettatori, provenienti anche dai paesi vicini. La manifestazione, fortemente voluta dal Sindaco Sandro Giglietti e alla quale ha partecipato attivamente ricoprendo il ruolo di sacerdote, ha permesso non solo di rivivere le tradizioni culturali del paese, ma si è rivelata un vero e proprio momento di aggregazione sociale. A parteciparvi, oltre ai numerosi costumanti, anche molti artigiani del piccolo centro, che con entusiasmo hanno messo a disposizione la loro esperienza e abilità. Visto il grande successo di pubblico, diventerà un appuntamento annuale, ed è stata già segnalata dalla nostra Banca alla redazione dell'Agenda 2016 del Credito Cooperativo come uno degli eventi culturali più suggestivi del nostro territorio. BCC CREDITO COOPERATIVO Formello e Trevignano Romano La Zona Industriale di Formello (Olmetti) In questo distretto costituito da uffici, realtà produttive e imprese innovative, la Banca ha aperto una propria agenzia più di dieci anni fa. L'inaugurazione avvenne il 26 ottobre 2004. IO VE VELA GO LA Sommario LA RIVISTA DELLA BANCA DI FORMELLO E TREVIGNANO DI CREDITO COOPERATIVO IL CREDITO COOPERATIVO ALL'EXPO La storia delle Esposizioni universali 3 Editoriale del Presidente 4 L’Assemblea dei Soci 5 Il Punto del Direttore 6 Il Credito Cooperativo all’Expo di Milano GLI ARCHIVI DELLA MEMORIA Da carte polverose a patrimonio di tutti AZIENDE Biosensor tra biologia e ingegneria BCC BCC CCREDITO REDITO CCOOPERATIVO OOPERATIVO Formello F ormello e Trevignano T revignano Romano Romano 6 La rivista della Banca di Formello e Trevignano di Credito Cooperativo Periodico trimestrale Anno 8 - N. 27 Giugno 2015 Registrato presso il Tribunale di Tivoli il 27-10-2008 al N. 21/2008 8 Gli archivi della memoria 12 Conoscere Roma Sede Viale Umberto I, 92 Formello (Roma) Tel. 06 90 14 30 95 8 Direttore Responsabile Gino Polidori Redattore Armando Finocchi Ufficio Soci Tel. 06 90 14 30 55 12 Stampa Miligraf Srl Via degli Olmetti, 36 Formello (Roma) Tel. 06 90 75 142 14 Libro o Ebook? L’antitesi inesistente 16 Biosensor In copertina: Expo di Milano Foto di Raul Eduardo Lopezlira 18 Navigare nella storia 22 Cronache dal Novecento 23 In breve 24 Le migliori tesi di laurea www.bccformello.com Palazzo Ruspoli di Vignanello La riforma delle Banche di Credito Cooperativo Il 20 gennaio 2015 il Consiglio dei Ministri ha approva v to il Def rma della Banche Popolari dopo aver stralciato la secreto di rifo zione seconda che riguardava quella delle Banche di Credito Cooperativo. Con lo stralcio il Governo ha inteso da d re la possibilità alle Banche del territorio di presentare, da d ta la loro peculiarità, una propria autorifo f rma, coerente però con i princip i i ispiratori delle norme momentaneamente accantonate. Fe F dercasse e il Gruppo Bancario Iccrea si sono messi al lavoro per va v rare il progetto nei tempi ristretti e concorda d ti con le autorità governative. Dopo una rip i etuta serie di incontri si è arriva v ti ogg g i quasi alla l stesura defi f nitiva v dell’a ’ utorifo f rma, non senza contrasti e permanenti perp r lessità. D’a ’ ltra parte il rip i ensamento su un nuovo approccio delle BCC con il proprio territorio è sempre stato sostenuto con vigore da d lla BCE e anche da d lla Banca d’Italia, il cui Ca C po del Dip i artimento di Vi V gilanza Bancaria, dott. Ca C rmelo Barbagallo, così si era espresso al Convegno Raiff ffeisen del 12 fe f bbraio scorso: “Occorre individuare soluzioni che fa f voriscano un assetto del sistema meno fr f ammentato e meglio strutturato, capace di superare gli sva v ntaggi della piccola dimensione ma allo stesso tempo di preserva v re i va v lori della cooperazione e della l prossimità con il territorio che da d sempre costituiscono il punto di fo f rz r a delle banche locali”. La norma governativa v , per ora nel cassetto, si fo f nda d anch’essa sull’a ’ sserita convinzione che 380 BCC in Italia sono troppe e caratterizz z atte da una eccessiiva v frammentaziione, ch he rende diff fficile una visione unitaria e un carico ffiinanziario, ex post, t sempre più gravoso e mai prevedibile, per le BCC in crisi attraverso glii strumenti propri del Fo F ndo di Garanzia dei Depositanti. V diamo in breve sintesi le norme più signifi Ve f cattive della rifo f rma. L’esercizio dell’a ’ ttivi v tà bancaria vi v ene subordinatto all’obbligatoria adesione ad un Gruppo Bancario Cooperativo, strutturato sotto fo f rma dii spa, con il quale ogni singola BCC deve sottoscrivere un “contratto di dominio”. La nuovva Sp S a capogruppo è autorizz z ata all’esercizio dell’a ’ ttività bancaria; il capitale deve essere per almeno un terz r o detenuto da d lle Banche di Cr C edito Cooperativo fa f centi parte del Grruppo; il contratto deve prevedere la discip i lina dei poteri della Sp S a in materia di direzione e coordinamento; la Ca C pogruppo si riserva v la possibilità di opporsi alla nomina di almeno la maggioranza dei componenti degli Org r ani amministrativi delle Banche (i ( n altrre parole il diritto di nomina), potere non più riserva v to alla potestà dell’A ’ ssemblea dei Socci. Due Consiglieri possono essere nominati da d lla stessa Ca C pogruppo. Il contratto di dirrezione e coordinamento include anche l’individuazione e attuazione di indirizz z i strateg gici del Gruppo e delle singole BCC, C e gli altri poteri necessari volti ad assicurare il rispetto o dei requisiti prudenziali e delle altre disposizioni in materia creditizia delle Banche ade erenti. La complessità e le innova v zioni della rifo f rma han nno richiesto più tempo del previsto, ma si ritiene che possa essere va v rata entro il mese di giugno. Incerti allo stato i tempi per l’a ’ ttuazione. Il Preside ente Gino Polidori 3 VELA CREDITO COOPERATIVO L'Assemblea dei Soci al Teatro comunale di Formello Si è tenuta domenica 26 aprile l'annuale Assemblea dei Soci, alla presenza del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale, della Direzione e della Federazione regionale, rappresentata dal dott. Sergio Troiani. dati di bilancio dell'esercizio 2014 sono stati proiettati e commentati, voce per voce, confrontandoli con quelli dell'anno precedente, evidenziando e spiegando le differenze contabili e talvolta i diversi contesti normativi in cui la nostra Banca si è trovata a svolgere la propria attività di credito. Ai soci presenti è stata distribuita la pubblicazione “Relazione e Bilancio al 31 Dicembre 2014”, accompagnata dal “Bilancio sociale e di missione 2014”, che ha elencato le attività sociali e culturali e i contributi a favore di associazioni, parrocchie e società sportive. La prima e la quarta copertina sono dedicate quest'anno agli archi di ingresso di Formello e di Tr T evignano. Un dettagliato approfondimento ha riguardato l'economia locale. L'attività industriale della nostra regione è rimasta debole e ha visto ridursi la domanda estera e il fatturato; gli investimenti sono rimasti I 4 c contenuti, anche per le limitate prospetttive della domanda. Nel settore dei servvizi, che generano oltre i tre quarti del PIL del Lazio, perdurano le difficoltà del commerccio al detttaglio. I comparti dell'edilizia d e dei trassporti sono rimasti stabili, m mentre è crem ssciuto il settore tturistico, conffermando una ttendenza rilevvata con cosstanza negli ulttimi anni che vede aaumentare il numero degli stranieri m e la loro capacità di sspesa, e che in qualcche modo riesce a sstimolare molte attivvità di ricettività, produzioni tipiche e fruizione culturale. È un segnale prezioso per il futuro, che la Banca è pronta a cogliere, per favorire la ripresa economica attesa da aziende e famiglie. L’Expo, metafora dell’Italia Superare le polemiche e guardare al futuro C n l’a Co ’apertura r al pubbli l co e con il completa t mento t de d i padi digli l oni,i l’E ’Expo di d Mila l no sta t acquista t ndo d la l sua ide d ntità t e si avvi v a a pers r eguire r gl gli scop o i per il quale è sta t to t ide d ato t : essere r un vo v la l no d svi di v lup uppo. Non per caso la l copertina di d questo t numero di d VE V LA è dedi d cata t all l ’E ’Esposiz i ione Unive v rs r ale mil nese. Approfo la f ndi d amo l’a ’ rg r omento t nell l e pagine che seguono, a partire da d quell lla pri r ma edi dzione di d Londr dra a metà t Otto t cento t . Fi F nalm l ente possiamo la l sciarc r i all l e sp s all l e le vi v cende giudi dziari r e sui casi di d corr r uzione ri riguarda d nti l’a ’ ssegnazione di d opere pubbli l che per guarda d re al fu f turo. Co C n alm l eno tre considera r zioni. L’a ’ ttenzione al cibo e al terr rrito t ri r o per assicura r re un’a ’ li l menta t zione sana e arg r inare per quanto t possibile le pove v rtà t sono anche i va v lori del nostro o mondo coopera r tivo v , impegnato da d anni nell l 'incentiva v re, anche attra r ve v rs r o il credi d to t , il bene essere dell l e comunità t e pra r tiche di d eco-sostenibili l tà t ambienta t le. L’i’mpronta t ecologica, si è ri r badi b d to t in un recente conve v gno, di d stingue la l BCC da d ll l e altre banche. Le infr frastrutture costruite per l’E ’Expo ri r marr rranno in parte p all lla società t civi v le, ri r quali l fi f cando zone t lvo ta v lta t marg r inali li, creando nuovi v spazi di d citta t di d naanza z e nuove v vi v e di d comunicazione come stra r de e fe f rr r ovi v e. Le aree esp s ositive v potra r nno di d ve v nta nt re parc r hi tematici,i nu uovi v quartie eri commerc r iali li, città t unive v rs r ita t ri r e. Ci C sono dei precedentii: la l Fi F era r di d Mila l no ve v nne la l nciatta propri ro per un'Es Esposiz i ione unive v rs r ale che si tenne nell lla citttà t lombarda d nel lonta t no 1906 e il quartiere EUR, R a Roma, ve v nne costruito t in previ v sione dell l 'Es Esposiz p i ione del 1942 42, che poi non n si svolse a causa dell lla seconda d guerr rra mondi d ale. Sopra r ttutto t l’E ’Expo è una gr grande occasione per va v lo ori rizzare le nostre aziend de: non sollo una vetri r na per i nostri r prodotti e i nostri r servi vizi,i ma anche e l’o ’ ccasione per mollti imprenditori di confronta fr t rs r i con le esp s eri r enze più innova v tive v ed eff fficie enti nate t nei quatttro angoli del Pianeta, farle propri r e, ada d tta t rl r e a nuovi v contesti,i mig i li l ora r rl r e. L’E ’Esposiz i ione unive v rs r ale è una meta t fo f ra r del desid deri r o di d crescitta economica e culturale del nostro Pa P ese. Nell lla quali l tà t e nell l ’i’nnova v zione, l'Ita t li l a può esserre ancora un crocevia di futuro. Il Direttore Mario Porcu 5 VELA EXPO Il Credito Cooperativo all'Expo di Milano Dal 1° maggio l'Expo ha aperto le sue porte. È il più grande evento mai realizzato sull'alimentazione e la nutrizione. Non poteva mancare il Credito Cooperativo con il suo messaggio di condivisione e progettualità. Foody, la mascotte di Expo La mascotte di Expo è un simpatico volto formato con frutta e ortaggi, dall'arancia alla mela, dall'aglio all'anguria, dalla mela alla banana, simbolo dell'unione dei sapori. È anche una citazione dotta, perché si ispira ai ritratti cinquecenteschi che il pittore milanese Giuseppe Arcimboldo eseguiva combinando frutta, verdura e animali. n’area espositiva di più di un milione di metri quadrati, 144 le Organizzazioni internazionali e le Nazioni partecipanti, oltre 20 milioni i visitatori attesi: questi i numeri di Expo Milano 2015. Una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un'esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Ma anche imparare a riconoscere nel cibo le tradizioni culturali, il rispetto dei territori, le nuove applicazioni tecnologiche, l'utilità e il valore della cooperazione. U Attrazioni e innovazioni La prima Esposizione Universale si tenne a Londra nel 1851. Nacque da un'intuizione del principe Alberto, marito della Regina Vittoria. Non vi partecipò l'Italia, che ancora non esisteva come Stato unitario, ma vi vennero inviate delegazioni del Granducato di T scana e dello Stato pontificio. Già quella To prima edizione londinese fu un successo, con oltre sei milioni di visitatori. Nei giornali dell'epoca si legge che con i proventi dell'Espo6 EXPO VELA sizione si fecero partire i lavori per il Victoria&Albert Museum, per il Museo della Scienza e per il Museo di storia naturale di Londra. L'edizione successiva si tenne a Parigi e poi in quasi tutte le grandi città del Pianeta, da Philadelphia negli Stati Uniti a Melbourne in Australia, da Osaka in Giappone a Siviglia in Spagna. A To T rino l'Esposizione universale andò in scena nel 1911, per il cinquantenario dell'Unità d'Italia. Molte furono le innovazioni presentate in anteprima ai visitatori delle Esposizioni universali, dal caucciù utilizzato per fabbricare la gomma (Londra 1862) al rullino Kodak per la macchina fotografica (Chicago 1893), dal cinematografo dei fratelli Lumière (Parigi 1900) alla prima versione del telefono cellulare (Osaka 1970). Non mancarono mai le curiosità: nell'Esposizione di Budapest del 1896 venne ricostruito un villaggio tradizionale, abitato giorno e notte da intere famiglie contadine per tutta la durata della manife f stazione. Nel 1967 a Montreal, in Canada, una delle più grandi att t razioni fu invece la capsula originale con cui l'astronauta russo Juri Gagarin andò in orbita, primo uomo a volare nello Spazio. E una sua frase, pronunciata durante quell'ardita missione del 1961, sembra essere un augurio per questo Expo milanese: “Da quassù la T rra è bellissima, senza frontiere né confini”. Te Il Credito Cooperativo all'Expo Anche il Credito Cooperativo è presente con uno stand, assieme a Confcooperative, all'interno di Cascina Tr T iulza, il padiglione della società civile, l'unico edificio pre-esistente prima dei lavori, che in origine era un cascinale. In questo modo le BCC hanno voluto ricordare le loro tradizioni rurali. Ma nello stand del Credito Cooperativo attraverso filmati e immagini vengono mostrate anche le esperienze positive portate a termine dalle BCC di tutta Italia, mentre con 12 workshop sarà possibile approf ndire i temi dei nuovi mercati, dell'eff fo f icienza energetica e dei fo f ndi strutturali, per dare ai nostri soci e ai nostri clienti l'opportunità di farsi conoscere e di essere aggiornati sui modi di promuovere e migliorare le loro imprese. In questo modo Cascina Tr T iulza è un'autentica “casa della cooperazione”, radicata nei territori e al tempo stesso aperta alle innovazioni e ai confronti, che accoglierà tutt t i coloro che decideranno di visitare l'Expo, singolarmente oppure aggregandosi al viaggio che la nostra Banca sta organizzando per fine agosto e di cui è possibile trovare info f rmazioni e costi nei manif sti aff fe f issi in tutte le nostre agenzie. Dal Crystal Palace alla Torre Eiffel Il simbolo dell'Expo è l'Albero della Vita, un albero alto 35 metri in legno e acciaio intrecciati insieme seguendo il disegno della pavimentazione della Piazza del Campidoglio di Roma, animato da suggestivi effetti speciali. L'opera è costata 3 milioni di euro ed è stata realizzata in 150 giorni di lavoro non stop. La storia delle Esposizioni universali è costellata di opere originali. Per la prima edizione del 1851 gli inglesi costruirono il Crystal Palace, un edificio di vetro e ferro che sarebbe dovuto essere smantellato dopo la manifestazione per recuperare in parte le migliaia di sterline spese per l'organizzazione. E invece venne spostato e divenne permanente, fino a quando non venne distrutto da un incendio, molti decenni più tardi, nel 1936. Per l'Esposizione di Bruxelles del 1958 venne edificato l'Atomium, un edificio-monumento in acciaio alto 102 metri che rappresenta i nove atomi del cristallo di ferro, oggi una delle più grandi attrazioni della Capitale belga. Ma la vicenda più famosa è quella della Torre Eiffel: nell'Esposizione di Parigi del 1889 si decise di costruire una torre celebrativa di ben 324 metri, 8.000 tonnellate di peso e 10.000 metri quadrati di base, secondo il progetto dell'ingegnere Alexandre Gustave Eiffel. Si voleva dimostrare il progresso tecnologico raggiunto dall'Europa dell'Ottocento, con architetture di ferro e vetro che non erano mai state realizzate prima. Come per il Crystal Palace e per l'Atomium, anche per la Torre Eiffel era previsto lo smantellamento alla chiusura dei padiglioni. Invece da allora è il simbolo di Parigi e forse di tutta la Francia. 7 Gli archivi della memoria Lo Statuto di Formello di NOEMI ANTONINI La storia delle nostre comunità attraverso i documenti d'archivio Ben undici studiosi hanno partecipato al bando indetto dalla Banca per valorizzare gli archivi comunali e parrocchiali. Ne sono nate 7 ricerche storiche, ognuna pregevole ed originale. I temi: lo statuto che regolava la vita della comunità, un catasto che rivela la geografia economica e sociale, una statua ermafrodita dalla storia tormentata, l'italiano dei “semicolti” parlato nei paesi attorno al lago, le vicende delle famiglie tratte dagli “Stati delle Anime”, le tecniche di comunicazione delle elezioni comunali e infine un processo per omicidio di oltre duecento anni fa. La Commissione, composta da docenti universitari, è al lavoro per scegliere i lavori più interessanti, che saranno pubblicati per la Festa del Socio del prossimo dicembre, quando polverosi incartamenti e volumi di difficile interpretazione diventeranno patrimonio culturale di tutti. 8 la trascrizione dello Statuto di Formello concesso nel 1544 da Francesca Sfo f rz r a Orsini. Regolava il diritt t o civile e il diritt t o penale e testimonia la vita quotidiana del paese in età moderna: le buone regole da seguire, i rapporti tra vicini, la cura degli animali, la gestione delle controversie e le credenze popolari, quando il Comune era in mano a due organi, un consiglio generale e un consiglio chiamato “dei quaranta”. Il primo era composto dai capi famiglia che avevano prestato giuramento al fe f udatario, il secondo dai notabili della comunità. Nonostante l’importanza dei Consigli, il compito di far rispett t are le norme sancite dallo Statuto era aff f idato al Vicario, che era nominato dallo stesso barone e aveva l’incarico di amministrare la giustizia. È Anchora statuimo et ordiniamo che li tavernari, i quali son dentro o di fuora la porta dil Castello di Formello, in reverentia della passione dil nostro Signore non habbiano ardire et nè presumeno nel dì del Venerdì sancto aprire le loro taverne finchè non siano celebrati et finiti li divini ufficii per tutte le chiese dil decto castello sotto la pena di cinquanta soldi per volta, et contra di loro si proceda per l’ufficio, et il medesmo habbia anchora luoco contra li fornari, mollinari, speciali, pizicaroli, calzolari et l’altri artesciani. GLI ARCHIVI DELLA MEMORIA VELA Formello 1686 Una piccola comunità della Tuscia Romana osservata attraverso il suo Catasto e i documenti degli archivi locali di MICHELE DAMIANI opo 25 anni dall'acquisto del feudo dagli Orsini, il principe Agostino Chigi, Duca di Formello, ordina di redigere un catasto per censire i confini, le terre lavorative, le proprietà e quindi le entrate delle corrisposte, dato che più della metà dei campi coltivabili apparteneva alla famiglia Chigi. Dal lavoro di contabili e agrimensori, nacque un grande libro dalla copert r ina di cuoio, compilato con inchiostro marrone su pagine ormai ingiallite. L'economia di una comunità fa f emergere allora le fo f rme di produzione, i paesaggi rurali con campi di grano, pascoli e vigne, i nomi delle località e delle famiglie, la presenza dei boschi, il ruolo delle confraternite e degli enti ecclesiastici. D Il Ven. Convento e frati Carmelitani di S. Maria del Sorbo possiedono nel Quarto di Monteaguzzo rubia dui, e quarta una di Terre libere di risposta per detto Convento in maesi, et in colti da pigliarsi nell’Ara, confinano con le Terre di Giovanni Bucci, con li Prati, e Terre del Sig.r Conte Bigazzini. In detto quarto è Prato d’Acqua Palombina un pezzo di Prato di una Falciata in circa, confina con il Prato di Giovanni Polidori, e di Cleria Meschini Agazzarri. In detto Quarto è Prato detto Prato commune, un pezzo di Prato di Falciate dui in circa confinante con Selva piana, con il Prato dell’Ecc.ma Camera, con le Terre di Giovanni Bucci, e con il Prato della Cappella di S. Giovanni di Formello. Maripara, il “Grillo Parlante" di Formello di ROBERT R O VOLT L ERRI con la collaborazione di BRUNO FERRANTE a statua dett t a “Maripara” raff f igura il dio Priapo a grandezza naturale nell'att t o di alzare la veste ricolma di frutti. È la personificazione della fe f rtilità e della potenza generatrice; per questo ha att t ributi sia maschili che fe f mminili. Proveniente quasi certamente dagli scavi nel territorio veientano, la statua ermafrodita venne sistemata nel Seicento all'ingresso del borgo di Formello. In seguito venne quasi dimenticata in magazzini divenuti off f icine, ma nell'ultimo dopoguerr ra fu collocata nei giardini comunali e oggi è nel Museo dell'Agro Ve V ientano. Per la sua allusione a temi sessuali, il Maripara si impresse con fo f rz r a nell'immaginario popolare, e come il “Pasquino” di Roma divenne una “statua parlante”, attraverso cui emergevano il malcontento e la satira della popolazione fo f rmellese. L Aprile 1928 – Illustrissimo Sig. Commissario Prefettizio del Comune di Formello (Roma), dal Direttore cav. Enrico Stefani addetto a questa Soprintendenza mi è stato riferito che le due antiche statue marmoree che fino a pochi anni fa ornavano il piazzale esterno del paese, si trovano attualmente collocate in maniera indegna dentro un grottone di proprietà comunale concesso in affitto al fabbro ferraio Giovanni Montani. Una di tali statue, detta del Maripara e completa in tutte le sue parti, trovasi ancora in buone condizioni... 9 VELA GLI ARCHIVI DELLA MEMORIA Voci del Lago L'italiano dei semicolti nel territorio sabatino durante il Regno d'Italia di ROBERT R O SANTO CAT A ENA ome si parlava e come si scriveva sulle sponde del lago, tra Tr T evignano, Anguillara e Bracciano, e poi appena nell'entroterr ra, tra Manziana e Canale Monterano? L'italiano parlato e scritt t o dalle classi popolari è dett t o comunemente “l'italiano dei semicolti”, una lingua intermedia tra il parlato spontaneo e lo scritt t o fo f rmale che riempe att t i amministrativi, richieste, ricorsi, testamenti o denunce, quando gli analfa f beti si rivolgevano a funzionari del Comune aff f inché li aiutassero nella redazione di documenti o quando sapevano scrivere, ma a modo loro. Ne sono scaturiti testi con errori grammaticali e influssi dialett t ali, storpiature, tentativi di accostarsi all'italiano lett t erario o burocratico, fo f rmule ossequiose, espressioni gergali, intenti persuasivi nati dai modi di dire di ogni giorno. C Terevignano Romano Io Sotto schiritto faccio domanda per aquistare il choncime da chotesto chomune di Terevignano Romano Mifirmo De Santis Bernardino 10 Un buon candidato per una buona amministrazione di EMILIANO DE SANTIS on il termine di “marketing politico” si intende l'utilizzo delle più moderne tecniche di comunicazione nella propaganda politica: televisione, sondaggi, pubblicità. Ha una derivazione commerciale ed è diff f uso negli Stati Uniti da oltre un secolo. In Europa ha fatt t o la sua comparsa negli anni Sessanta del Novecento. L'obiettivo è di favorire l’adeguamento di un candidato al suo elettore potenziale. Nelle campagne elett t orali, definite nel linguaggio giornalistico e scientifico come “batt t aglie delle immagini”, il marketing politico aff f ina le sue tecniche di persuasione in un insieme di messaggi, contenuti, promesse e appelli per soddisfare la domanda. Una lunga tradizione di studio della politica, a partire almeno da Machiavelli, può essere applicata anche a confronti elettorali a noi molto vicini, come le elezioni comunali degli ultimi anni, utilizzando come fo f nti anche le modalità di comunicazione verso l'elettore. C Niente procura tanta stima a un principe quanto il fatto di compiere grandi imprese e di fornire un’eccezionale immagine di se stesso. Un principe deve soprattutto sforzarsi di dare un’immagine dell’uomo grande e di ingegno eccellente. Deve anche, nei momenti opportuni dell’anno, distrarre il popolo con feste e spettacoli (Niccolò Machiavelli, Il Principe, 1513). GLI ARCHIVI DELLA MEMORIA VELA Storia di famiglie, di donne e di uomini nella Trevignano dei secoli scorsi di ANTONELLA MORICHELLI, GIOVA V NNI PENTA T SSUGLIO ed EMANUELE TRUNZO La giustizia criminale in una comunità di Antico Regime. Il caso di Nepi di FRANCESCA ZAMPA P LETTA T e LUCA DE SANTIS l Governatore era l'uff f iciale statale che aveva tra i suoi incarichi anche quello di giudice di prima istanza per le cause civili, criminali e di danno dato, seppure per quest’ultima tipologia di reati condivi ndivideva la facoltà di giudicare con i P Priori, iori la magistratura cittadina. L'amministrazione della giustizia nel tribunale del Governatore a Nepi emerge da un caso esemplare: un processo criminale per omicidio avvenuto nel 1794. La querela è il primo atto attraverso il quale si dà il via al procedimento: la vittima stessa, Luigi Germani, prima di morire a seguito alla fe f rita riportata sul fianco destro raggiunse dapprima la cancelleria criminale, trovata chiusa vista l’ora tarda (il misfatto era infatti avvenuto alle ore ventitre), e poi la casa del Governatore P. P Speranzini, poco distante dalla cancelleria stessa, per sporgere querela contro Pietro Poscaliera, reo dell’accoltellamento. Il Germani fe f ce però appena in tempo a deporre la propria accusa prima di spirare nella casa stessa dell’autorità. Inizia il processo con le deposizioni dei testimoni, fino alla sentenza finale. I el 1563 il Concilio di Tr T ento stabilì che in tutt t e le parrocchie si dovessero tenere dei registri: il libro dei Matrimoni e quello dei Batt t esimi. Nel 1614 il Ritu t ale l Romanum di Papa Paolo V ordinava anche l’obbligo di altri due registri, quello delle sepolture e lo Sta t t de to d lle Anime. In questo modo una fo f nte preziosa di info f rmazioni sul movimento naturale della popolazione è disponibile in tutt te le parrocchie, come quella di Santa Maria Assunta di Tr T evignano. Gli Sta t ti t de d lle l Anime venivano redatt t i dai parroci normalmente in occasione delle benedizioni pasquali: in origine, pert r anto, l’ordine seguito nella elencazione è quello della residenza delle fa f miglie abitanti nelle varie vie che, una dopo l’altra, venivano visitate dal parroco. Intrecciando questa fo f nte ai verbali delle confraternite e al minutario dell'Amministrazione, emerg r e la vita sociale e religiosa di un'intera comunità. N Le consorelle si guarderanno dai discorsi osceni e scandalosi, dalle maldicenze e mormorazioni, bestemmie, imprecazioni perché non può chiamarsi sorella a Maria chi non sa custodire la sua lingua offendendo con essa il suo divino figlio (Regolamento della Pia Unione delle Sorelle di Maria SS.ma del Rosario, 1896, articolo 5). Finiscela una volta bricconcello, che maniera è questa di dar fastidio alla gente, che sta per i fatti suoi? Se vengo giù ti voglio dare quattro scappellotti... 11 VELA CONOSCERE ROMA La luce della primavera spalanca le finestre di Palazzo Ruspoli a Vignanello. E noi siamo lì, a goderci questa magia in uno dei luoghi più fascinosi e meno conosciuti della Tuscia. 12 CONOSCERE ROMA VELA Ogni meta è una scoperta Le nostre gite sociali ci hanno portato nei sotterranei della Chiesa di San Clemente e poi in provincia, tra Vignanello e Grottaferrata, per concludersi ai Mercati di Traiano. E ogni viaggio è stato un'occasione di cultura e socialità. Roma e il Lazio non finiscono di stupirci: non basta una vita per conoscere tutti i capolavori che racchiudono. Nel prossimo numero di “Vela” il nuovo programma. A Vignanello le sale del palazzo e le siepi del giardino I riti bizantini nell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata In origine era una rocca benedettina. Con i secoli Palazzo Ruspoli è diventato un castello maestoso che domina i tetti di Vignanello, nel Viterbese. Siamo entrati in questa poco nota residenza nobiliare, passeggiando tra sale vivacemente decorate abbellite da drappi, velluti e dipinti. E poi la sorpresa: non visibile dalla facciata, il palazzo possiede un bellissimo giarr dino all'italiana. Se il “giardino all'inglese” voleva simulare una natura disordinata e quasi selvaggia, con vialetti tortuosi e anche finte rovine, il “giardino all'italiana” si fa ammirare per l'esatta geometria delle siepi. Passeggiandovi all'interno sembra un labirinto: dall'alto, guardandolo dai balconi del palazzo, pare un merletto. San Nilo e San Bartolomeo provenivano dalla Calabria Bizantina e nell'anno 1004 vollero fondare un monastero alle pendici dei Colli Albani. È l'unico tra i monasteri bizantini medievali ad essere sopravvissuto. L'interno della chiesa presenta tre navate in stile barocco. Una curiosità: negli anni Tr T enta del Novecento in una delle sale dell'abbazia venne inaugurato un laboratorio di restauro del libro antico, il primo in Italia: alle sue cure vennero aff f idati oltre mille fogli di Leonardo da Vinci e numerosi volumi danneggiati dall'alluvione di Firenze del 1966. Anche qui una sorpresa: uno dei nostri soci più intraprendenti, spingendo un portone, ci ha fatto scoprire un delizioso chiostro coltivato ad agrumi. 13 VELA SOCIETÀ L'antitesi inesistente di Filippo Petrocelli Laureato in Storia contemporanea, Filippo Petrocelli si occupa di editing, impaginazione e formati digitali, collaborando con diverse realtà editoriali romane. Vive a Formello. ell’era dei tablet, degli smarr tphone e della vita touch, tutto diventa digitale: e così anche il mercato dei libri si trasforma. Almeno secondo il Rapporto sullo sta t to dell’editoria in Ita t lia, redatto dall’Associazione italiana editori (Aie), organizzazione di categoria che riunisce tutti gli editori che conducono la loro battaglia culturale sulla carta stampata. Non stupisce quindi uno dei primi assunti di questa ricerca: il mercato dell’editoria è in profonda crisi; calano le vendite (-4%), diminuiscono i lettori (-6,1%) e si riduce il numero di copie vendute (-2,3%). N Declino o rinascita del libro? La litania della crisi economica è ormai evidente e non esiste ambito che non abbia subito una forte contrazione; eppure il merr cato editoriale – più di altri settori – sta pagando un prezzo alto, anche a causa di congiunture 14 Libro o Ebook? Stiamo vivendo una grande trasformazione nel modo di leggere. Protagonisti sono soprattutto i nostri ragazzi, la generazione dei “nativi digitali”, ma una folta schiera di lettori “ibridi” usa entrambe le modalità, secondo le occasioni. economiche sfavorevoli: su tutte il forte aumento del prezzo della carta, che negli anni d’oro dell’editoria ha rappresentato una voce ininfluente nel costo complessivo di stampa di un libro. Insomma secondo l’analisi annuale è in atto una “grande trasformazione”, capace di aprire nuove strade ma anche di stroncare sul nascere una serie di nuovi progetti e di costringere l’oggetto libro a una vita “vissuta” ai margini della modernità. Esiste però un ambito - l’unico indubbiamente - che fa registrare un segnale positivo e incoraggiante per tutto il mondo editoriale: il mercato dell’ebook è in forte ascesa. Il libro quindi ha ancora una speranza? Ecco alcune cifre che off f rono importanti spunti per ragionare sul futuro del libro e sulle sue possibilità in un mercato globalizzato e digitalizzato: nel 2013 sono circa 40.000 i titoli pubblicati in formato digitale, che fanno registrare un +3% di peso dell’editoria ebook sul totale delle vendite. Nel 2014 invece i numeri fanno registrare aumenti ancora più consistenti: sono oltre 40 milioni i titoli scaricati dalla rete e letti sui vari device (Kindle, Kobo, Ipad solo per citare i più famosi). E così in metropolitana, all’università, in spiaggia, ma anche nei luoghi di lavoro, è scoppiata una sorta di ebook-mania e molti sono immersi in letture “su schermo” o su un e-reader. L'ebook non è soltanto un testo digitale on tutti però capiscono e comprendono a fondo il significato del formato epub (il nome tecnico di un ebook), che troppo spesso viene confuso con un semplice testo digitale. L’ebook è tutt’altra cosa: tanto per cominciare la sua principale caratteristica è di essere un testo “fluido” e continuo, che elimina il concetto “fisico” di pagina. Ovvero, tanto per fare un esempio, la numerazione delle pagine dipende dal device (supporto su cui si legge l’ebook), così come dalle impostazioni che ogni singolo utente sceglie per il proprio lettore: interlinea, carattere, grandezza del carattere. È questa la peculiarità del formato digitale: mantenere le stesse SOCIETÀ VELA caratteristiche grafiche e di formattazione pur non essendo un testo statico, fruibile insomma da tutti nello stesso modo. La gerarr chia dei titoli, piuttosto che la formattazione dei paragrafi, non deve modificarsi, anche se la pagina fisica non contiene un testo “immobile” e immutabile. È così che ogni ebook si adatta, come farebbe un sarto con un vestito su misura, al lettore e alle sue preferenze, senza però corrompere il senso e il significato del testo, che vengono mantenuti identici alla versione cartacea. In altre parole quindi, non senza forzature e semplificazioni, si potrebbe parlare di un qualcosa che si adatta alla perfezione ai gusti di ogni singolo lettore, senza modificare però il contenuto del libro, ma solo lievemente la forma, andando incontro ai gusti individuali di “lettura”. La rivoluzione è già nelle scuole Scorrendo i rapporti sull’editoria si intuisce il senso profondo di quella che i curatori hanno chia- mato la “grande trasformazione”: quello che stupisce è la dimensione della crescita del fenomeno digitale. Nel 2012 i titoli in fo f rmato epub erano circa 25.000 mentre oggi sono oltre 40.000: di conseguenza l’incremento solo a partire dal 2012 è di oltre il 43%, ossia circa il 12% dei titoli in commercio. La lettura “cartacea” quindi cala in favore di una fruizione digitale, non solo di libri ma anche di giorr nali, riviste e articoli scientifici. Per di più in maniera dirompente. I lettori “digitali” - coloro che leggono ebook - sono quasi 2 milioni: rispetto al 2012 si registra un +18% ma rispetto al 2010 l’incremento è sbalorditivo e registra oltre il 72%. Un altro ambito in cui l’ebook sta producendo risultati incoraggianti è quello relativo alla scuola e all’istruzione: sempre più scuole, per gli alunni dalle elementari alle medie, scelgono il formato epub: la strada è avvincente almeno a livello sperimentale per la prima generazione “nativa digitale”, ma è ancora presto per tirare delle somme effettive. Quello che sembra sicuro è che qualcosa sta cambiando in maniera irreversibile e, come ogni grande rivoluzione della storia, non sempre per i contemporanei, per chi vive in prima persona questi cambiamenti è facile perr cepirne la profondità e l’intensità. Ecco perché occorre aspettare per vedere quali strade prenderà questa rivoluzione digitale. Ma una cosa è certa: libro ed ebook non sono in competizione, ma in “comunicazione”, non sono due facce della stessa medaglia, ma piuttosto due forme di una stessa essenza. Quella tra libro ed ebook è un'antitesi inesistente. Il possesso di un tablet non esclude a priori la lettura di un libro di carta stampata. Il comportamento è solo utilitaristico e per la prima volta siamo di fronte a quello che potremmo chiamare il “lettore ibrido”, che magari comincia a leggere un libro e magari in uff f icio o in spiaggia finisce il capitolo leggendolo su un e-reader. 15 VELA AZIENDE Biosensor Biologia e ingegneria per la qualità della vita La Zona Industriale di Formello ospita un'azienda all'avanguardia che unisce ricerca biologica e progettazione ingegneristica. Ne parliamo con Giovanni Basile, da oltre quarant'anni nostro socio. ta nel 2003, in pochi anni la Biosensor è diventata un’azienda leader nel supporto di base alle scienze della vita attraverso la produzione innovativa e le competenze multidisciplinari. Off f re oggi soluzioni tecnologiche per le industrie nel campo dello sviluppo di biosensori e servizi per l'analisi delle acque e degli alimenti. Ad accompagnarci nei laboratori e tra i prototipi è Giovanni Basile. Ha iniziato a lavorare all'Alitalia, nel settore commerciale, prima all'estero e poi a Roma, per seguire delicati accordi internazionali con altre compagnie di volo. Successivamente ha continuato ad occuparsi di trasporto aereo con un'azienda privata. Nel 2003, la svolta: accettare la sfida di coordinare un gruppo di biologi e di ingegneri. N Tutto è iniziato con un progetto europeo. Nel bando di un progetto europeo era prevista la creazione di un'industria per la realizzazione del prototipo. Inizialmente ci siamo appoggiati a una struttura di Palombara Sabina. Da cinque anni siamo qui a Formello, in un distretto creativo e industriale molto competitivo: è facile da raggiungere, non ha il traff f ico congestionato del polo produttivo della Via Tiburtina e vede riunite molte aziende innovative, con la possibilità di instaurare collaborazioni e partnership. AZIENDE VELA Biosensor non è solo innovativa. Non soltanto utilizza le ricerche più attuali e i macchinari più sofisticati. Fa di più: li inventa e li sperimenta. Il mercato ci chiede applicazioni pratiche per risolvere problematiche ambientali e medicali in tempi sempre più rapidi e a costi sempre inferiori. Si tratta di utenze molto avanzate: governi, università, enti di ricerca. A tutti questi clienti sparsi in tutto il mondo sappiamo dare delle risposte studiando l'impatto di una sostanza su organismi viventi come le alghe, che alleviamo in coltura nei nostri laboratori. La scienza torna ad utilizzare la natura. I biosensori sono dispositivi che utilizzano un elemento di riconoscimento biologico (un enzima, un tessuto, delle cellule viventi) mantenuto a contatto diretto con un trasduttore, convertendo un evento fisico o biologico in un segnale misurabile. Noi lavoriamo essenzialmente con le alghe: una volta stabilizzate, hanno reazioni che i nostri strumenti misurano con rapidità e sicurezza, osservandone la fluorescenza oppure l'amperometria. Il monitoraggio dei terreni e delle acque ha assunto un'importanza fondamentale, perché l'inquinamento provoca danni ambientali e quindi perdite economiche. Con i vecchi metodi i campioni vengono spediti in laboratorio, con tempi di risposta medio-lunghi e con costi talvolta ingenti, visto che ci si deve rivolgere ad istituti altamente specializzati. Le nostre apparecchiature, invece, sono portatili e off f rono l'esito dell'analisi in tempi brevissimi. È accaduto di recente ad un ente di ricerca di Panama, nel CentroAmerica, impegnato a monitorare la qualità delle acque di un fiume che si snoda per oltre 150 km tra la giungla e l'Oceano. In precedenza i prelievi dovevano essere portati in un laboratorio di Miami, negli Stati Uniti, con costi elevati. Con i nostri strumenti l'analisi avviene in loco e costa molto meno. Lavorare con organismi viventi come le alghe impone però grande attenzione. Qui nei nostri laboratori abbiamo colture di alghe che vanno tenute a temperatura costante in ambienti controllati e protette da contaminazioni. Ma il rischio più grande si ha in occasione di viaggi intercontinentali, con grandi sbalzi di temperatura e di umidità. I nostri ingegneri devono saper risolvere anche queste avversità. L'utilizzo dei biosensori si estende anche alla medicina, all'archeologia, all'alimentazione. I campi di applicazione dei biosensori sono numerosi e tutti di grande importanza. Coinvolgono milioni di persone e costituiscono una grande frontiera per la ricerca di biologi, chimici e ingegneri. E così con l'Università di Udine abbiamo studiato la diff f e- Fluo Flux, uno dei prodotti di Biosensor: è un biosensore modulare che permette la crescita di microorganismi usati come biomediatori ed effettua analisi di fluorescenza per identificare pesticidi in vari campioni. renza di potenziale delle cellule tiroidee, che può rivelare la presenza di un tumore e permettere di combatterlo tempestivamente. Con l'Università della T scia abbiamo messo a punto uno strumento che Tu individua la presenza di vino, olio o miele, utile in alcuni scavi archeologici per ricostruire la vita quotidiana, l'alimentazione e l'economia di città sepolte. È già in funzione un nostro strumento per la misurazione dello stress dell’ulivo, mentre stiamo studiando quello per la xilella l fa f stidiosa, causa del disseccamento rapido della pianta. Ma anche l'analisi agroalimentare diventerà sempre più importante, per riconoscere le frodi e gli alimenti dannosi. Il biosensore, una esclusiva mondiale di Biosensor, va poi trasformato in uno strumento semplice ed efficiente. Fabbrichiamo il prototipo, lo tariamo e lo collaudiamo, fino all'ingegnerizzazione finale dello strumento di analisi. Ecco perché a fianco dei laboratori di chimica abbiamo un'off f icina meccanica per le piccole lavorazioni e l'allestimento dei modelli. Lo strumento è interamente fatto da noi. Fa un certo effetto vedere giraviti, pinze e trapani al fianco di modernissime apparecchiature elettroniche. Ci riporta indietro nel tempo, a una tradizione artigiana. Il ricercatore deve avere la stessa abilità multidisciplinare dell'artigiano, che sa lavorare con le mani, con la mente e con il cuore. Non a caso il Credito Cooperativo è nato con le “Casse rurali ed artigiane” e oggi, in una società cambiata profondamente, sa aff f iancare le aziende all'avanguardia, che spesso hanno bisogno di prestiti e fidejussioni. E la BCC è ancora la Banca di chi vuole innovare per creare lavoro e aumentare il benessere delle persone. 17 VELA NAVIGARE NELLA STORIA Un amore parallelo Tutti sapevano che Servilia era stata l’amante di Giulio Cesare e che era la madre di Bruto, uno dei maggiori responsabili dell’assassinio del Dittatore. Il suo era stato un amore assoluto, travolgente. Non si era placato neanche quando Cesare fu stregato da Cleopatra, che su una nave da sogno lo portò per mesi lungo il Nilo. Ma ora Servilia si ritrovava al centro di un intreccio di destini. na carruca trainata da due cavalli a galoppo sfrenato si stava dirigendo verso Roma. A tratti doveva rallentare la sua corsa, frenata com’era da una f lla imponente che procedeva sull’Appia nella stessa fo direzione. Servilia aveva fretta, ed era stanca. Ve V niva dalla sua villa napoletana che una volta era stata di Ponzio, a lei pervenuta da un’asta. Vo V leva sapere della sorte imminente del figlio Bruto, uno degli assassini del suo grande amore, Giulio Cesare, l’uomo che aveva amato fin da bambina. Lo incontrò a quindici anni quando suo marito, Marco Giunio Bruto, era fuori città a combattere per la grandezza di Roma. Si innamorò follemente di Gaio Giulio Cesare, allora ventenne, astro nascente della morente Repubblica. U Dopo le Idi di marzo Alto, di bell’aspetto, grande aff f abulatore, di nobile famiglia. Il magnetismo degli occhi l’aveva incantata, soggiogata. Si amarono fo f llemente ancorché entram18 bi sposati. Lui con Cornelia, lei con il Console in guerra, che di anni ne aveva il doppio. Opposti sentimenti la spingevano a fare il più presto possibile per arrivare in Campidoglio, dove i congiurati si erano rinchiusi. La folla era in procinto di insorgere al cospetto del corpo senza vita del grande Condottiero, trafitto da più pugnali. Il 20 marzo del 44 a.C., cinque giorni dopo il feroce assassinio, si tennero i funerali alla presenza di un'enorme folla e di tanti veterani di mille battaglie che avevano combattuto a fianco del Dittatore, conquistando praticamente il mondo. Prima di bruciarne il cadavere sulla pira, Marco Antonio pronunciò l’orazione funebre che infiammò ancor più il popolo e i militari presenti che, come un fuoco alimentato dal vento, cominciarono a percorrere le vie di Roma per bruciare le case dei cospiratori e uccidere i responsabili veri o presunti della morte di Giulio Cesare. Si era alla vigilia di una nuova guerra civile che avrebbe di fatto sancito la fine della Repubblica e la nascita dell’Impero. NAVIGARE IL FILO DELLA NELLA MEMORIA STORIA VELA Tra due sentimenti Servilia intanto raggiungeva i Fori imperiali quando ancora la pira fumava, sospinta da opposti sentimenti per la morte dell’uomo amato e per la sorte di Bruto, figlio di entrambi. T tti sapevano che Servilia era stata l’amante di Tu Giulio Cesare e che era la madre di Bruto, uno dei maggiori responsabili dell’assassinio del Dittatore. Il suo era stato un amore assoluto, travolgente. Non si era placato neanche quando Cesare fu stregato da Cleopatra, che su una nave da sogno lo portò per mesi lungo il Nilo. Ne soff f rì, ma era convinta che prima o poi da lei sarebbe tornato. Molto soff f rì anche quando Cleopatra venne ad abitare a Roma in una splendida villa alle pendici del Gianicolo, pressappoco nell’attuale Tr T astevere. Sapeva che solo lei poteva accendere il fuoco della grande passione. E Cesare da lei tornava. T rnò anche quando Servilia si sposò con Giunio To Silano, alla morte del primo marito. Ed anche quando il fondatore dell’Impero convolò in terze nozze con Pompea. All’epoca ci si sposava anche per ragioni di convenienza e per consolidare alleanze e trame politiche. Il biglietto inatteso Di questo grande amore tutta Roma sapeva. Se ne ebbe conferma in una infuocata seduta del Senato, quando si stava discutendo della condanna a morte di tutti i partecipanti alla congiura di Catilina. Cesare sosteneva che il Senato non poteva deliberare la condanna a morte senza un processo e il voto popolare. Catone l’Uticense, fratellastro di Servilia, sosteneva invece il contrario. Un commesso consegnò a Giulio Cesare un biglietto mentre con calore esponeva la sua tesi. Si fermò. Lesse. Catone urlò che quello era sicuramente un messaggio di Catilina e pretese che il contenuto della missiva fosse reso pubblico. Così fu fatto. Per tutta risposta l’Uticense, livido di rabbia, glielo scagliò contro. Non era null’altro che un messaggio scollacciato di Servilia desiderosa di incontrarlo all’istante... Bruto fugge con Porzia Quattro anni dopo, nel 59 a.C., Giulio Cesare convolò a nuove nozze con la giovanissima Calpurnia, dopo aver ripudiato Pompea, colpevole di comporr tamenti licenziosi. Lo stesso giorno, quasi a testimonianza di un amore parallelo che mai si sarebbe spento, fe f ce consegnare a Servilia una perla del valore di sei milioni di sesterzi. Da circa trent’anni era iniziato il loro turbolento rapporto, troncato alle Idi di marzo del 44 a.C. 19 VELA NAVIGARE NELLA STORIA Servilia pianse a dirotto la fine del suo amore in mezzo ad una folla attonita, quasi incredula, davanti a quella tragedia che avrebbe cambiato la vita di tutti. Ancor prima della celebrazione del rito funebre del 20 marzo, Bruto era fuggito ad Anzio, portando con sé la moglie Porzia, l’unica persona di cui poteva fidarsi ciecamente e che amava. Fin da ragazzi si erano conosciuti, frequentandosi lungo le vie del Palatino dove entrambi abitavano. Lei era figlia di Marco Porcio Catone e di Attilia, donna avvenente di cui Porzia aveva ereditato la bellezza, ma non l’inclinazione a comportamenti disinvolti. Anzi, dimostrò nella sua breve vita un rigore morale tanto grande quanto smisurata era invece la condotta della sua famiglia, a cominciare dalla madre e dalle sorelle. Senza dimenticare la ben nota storia d’amore di sua zia Servilia. L’inclinazione familiare a bagordi e a trasgressioni sessuali emergeva con tutt t a evidenza tra la nobiltà romana, a causa del contrapposto rigorismo di stampo repubblicano di Catone. Lui esortava il popolo ad una vita irreprensibile, mentre nella sua casa si praticava una condotta scandalosa. Porzia ne soff f riva. Soff f rì soprattutto quando lo stesso padre si rese protagonista di una vicenda che fece rimanere di stucco la nobiltà capitolina. Questo infatti stipulò un regolare contratto con un principe del Foro, l’avvocato Ortensio, noto all’epoca quanto 20 il suo rivale Cicerone, che prevedeva il “prestito” di sua moglie Marcia con la quale era convolato a nozze dopo aver ripudiato Attilia, in cambio del compendio ereditario alla morte del notissimo avvocato. E così avvenne, come descritto da Svetonio. La caccia ai cesaricidi Bruto e Porzia rimasero per poco ad Anzio, consapevoli del rischio che stavano correndo, essendo la cittadina tirrenica punto di ritrovo della classe senatoria. Sicuramente lì sarebbero stati presto rintracciati dalla guardia germanica, un reparto addetto alla sicurezza di Cesare, a cui dovevano la vita e il riscatto sociale. Erano i soli ad aff f iancarlo per le strade di Roma con la spada sguainata, fieri di proteggere il padrone del mondo e appagati dalla sua munificenza. Divennero i primi vendicatori del Dittatore. Nel giugno del 44 a.C. Servilia ritenne indispensabile organizzare una riunione nella villa di Anzio per concordare una via d’uscita dalla pericolosa situazione. Vi parteciparono oltre a Bruto e Porzia anche Cicerone, Cassio e Te T rtulla. Fu letto e poi discusso animatamente un decreto del Senato con il quale ai due maggiori responsabili dell’uccisione di Cesare veniva assegnata una irrisoria missione: l’acquisto del frumento necessario alla popolazione romana. A Cassio era stata assegnata la Sicilia e a Bruto l’Asia. Chiaro NAVIGARE NELLA STORIA VELA era l’intento della decisione: faar allontanare il più possibile i duee dalla Capitale. Rifiutarono entrambi con sdegno po oiché si attendevaano perlomeno il governatorato di due importanti prrovince. Preclusa ogni possibile via d’usscita, Bruto e Porzia, dopo alcuni teentennamenti, si im mbarcarono per Napoli con l’inten nto di proseguire per Brindisi, in attesa di raggiungeree la Grecia, dove Cassio, nel frattempo, stava arruolan ndo uomini di ogn ni risma e soldati di ogni regione. Tutti sapevano infaatti che Marco Antonio e Ottavian no stavano muoveendo da Roma i loro eserciti per disstruggere i seguacii dei cesaricidi. V nne settemb Ve bre e Bruto ritennee giunto il momento di raggiungeree Cassio negli accam mpamenti approntati nelle piane di Filippi. Prima di partire abbracciò la moglie, comun nicandole che non n sarebbe partita con lui per non coinvolgerla in un in ncerto destino, denso di pericoli e di stenti. Porzia rimase sulla banchina deel porto, distrutta dal dolore, ferita nell’amore e sopratttutto sola in una Roma tutta schierrata contro i respon nsabili dell’uccisione di Giulio Cesaare. Il ricordo dei giorni felici Non lo vide più. Fu talmente sco onvolta dalla separazione che cominciò ad isolarsi da tutt t i, preda di depressioni improvvisse e att t acchi di ciecco furore. Il 23 maggio del 43 si concluse lo scontro a Filippi tra le legioni di Bruto e Cassio o da una part r e e Marco Antonio e Ott t aviano dall’altraa. Romani contro romani, tutt t i determinati e spietati: in gioco c’era il potere e sopratt t utt t o la vita. La persero o Cassio e Bruto, en ntrambi suicidi. Anche Serviliaa si recò nel Foro per ascoltare il banditore che leggevva al popolo il disp paccio sulla fine della guerra. Aspettò anchee il ritorno dei vinccitori, sperando nella comprensionee di Ott t aviano, nipo ote di Cesare, ben sapendo che a Roma si sarebbe scaatenata la caccia agli anti-cesariani che via via venivaano iscritti nelle liste di proscrizionee. E Ottaviano com mprensivo lo fu, tanto da riportare a Servilia le ceneri del figlio, cremato in quei lontani caampi di battaglia. Porzia volle seeguire il marito nel tragico destino, scegliendo però una morte atroce. Poiché gli schiavi la sorvegliavano per impedirle di suicidarsi, inghiottì, rimasta momentaneamente sola,, i carboni ardenti del focolare. Nesssuno riuscì a disserrrarne la bocca. Morì tra atroci soff f erenze senza un lamento. Anche Serviliaa rimase impression nata dalla tragica fine della nuora, accerrima nemica di Giulio Cesare. Pochi anni dopo mo orì di morte naturaale, presso la villa di Tito Pomponio o Attico, nel perenne ricordo di lontani giorni felici. (G.P.) 21 21 VELA CRONACHE DAL NOVECENTO La costruzione di una strada tra Roma e Viterbo. Su una base di terra battuta venivano sistemate le pietre, frantumate con robusti macchinari oppure a forza di braccia, con le mazze, per livellare la “massicciata”, su cui infine poggiava il brecciolino o per le strade più importanti l'asfalto. “Fino ai primi anni Cinquanta - ci racconta Viliano Costantini, nostro socio e per tanto tempo cantoniere comunale - la strada tra Formello e Campagnano era brecciata. Io stesso in quegli anni ho lavorato con l'impresa Michetti di Campagnano per asfaltare la Via Formellese”. “Tracciare nuove strade” vuol dire anche innovare, esplorare nuovi temi che poi diventeranno alla portata di tutti. 22 22 IN BREVE VELA “ “VIVIAMOL’ARTE”, DALLA SERVA PADRONA ALL'ELISIR D'AMORE P L scorso 18 aprile 2015, presso il Te Lo T atro Comunale J.P. P Velly di Formello, l’Associazione culturale "ViViAmol’ArV r f o “La tte" ha presentato, in prima assoluta, l’intermezzo buff SServa Padrona” di Giovan Battista Pergolesi, con una trar sscrizione inedita realizzata per la Banda comunale di Formello da Fabio Serani. La serata ha riscosso grande sucm ccesso con un teatro gremito di gente che ha apprezzato l’interpretazione di Bruna Bencivenga, Carlo Alberto Gioja e Saverio Gravina (qui in una bella foto di scena scattata da Emanuela Gizzi), rispettivamente nei ruoli di Serpina, d Uberto e Ve V spone/Cap. Te T mpesta, sotto la bacchetta del M° Fabrizio Nori e accompagnati al cembalo da W lly Santarcangelo. "ViViAmol’Arte", ormai giunta al terzo anno di vita, continua il suo progetto di diff Wa f usione dell’opera a Formello e come prossimi appuntamenti presenta il 19 luglio, alle ore 21, nel chiostro di Palazzo Chigi, il Gran Galà dell’Opera “La Cenerentola”, tributo all’opera italiana, con il patrocinio dell’Ambasciata di Mongolia a Roma, per festeggiare i 45 anni di rapporti diplomatici tra Italia e Mongolia; ed ancora il 31 luglio, alle ore 21, in piazza San Lorenzo, l’opera lirica “L’Elisir d’Amore” di Gaetano Donizetti. Entrambe le date presentate da “ViViAmol’Arte” sono inserite nella rassegna “Formello Palcoscenico Città”. Per informazioni è possibile scrivere a [email protected]. IL VALORE EDUCATIVO DELLO SPORT La Banca ha sostenuto la giornata di sport organizzata nelle scuderie di Palazzo Farnese a Caprarola, lo scorso 30 aprile, in memoria dello sportivo Umberto Càngani. Vi hanno part r ecipato quasi tutt t i gli istituti scolastici del circondario, con temi e fo f tografie dedicati al valore fo f rr mativo e sociale dell'att t ività sport r iva. Agli studenti vincitori la BCC ha donato libri sulla civiltà romana: già in età antica, infa f tt t i, si raccomandava ai giovani di curare in pari misura sia il corpo che la mente. Il mott to latino “Mens sana in corpore sano” ha tramandato questa esort r azione. Ancora oggi possiamo ispirarci a questa ricerca di armonia e di completezza, perché è da questo equilibrio interiore che uno sport r ivo riesce a trarre la sua fo f rz r a e diventare vincente. A presentare la manife f stazione, assieme al Sindaco di Caprarola, è stato Angelo Ort r olani, nostro dipendente. IL PREMIO VAIRO-MALAVASI Numerose sono le fo f rme per rappresentare sentimenti e sensazioni, e ciascuno di noi le esprime con una caratt t eristica personale, tanto che la fa f ntasia non ha limiti e riesce sempre a sorprenderci. È quanto ha dimostrato Francesca Morett t i, la studentessa vincitrice per la se- zione “Prosa” del Premio Lett t erario intitolato ad Anna Luisa Va V iro e a Paola Malavasi, riservato agli allievi del Liceo Scientifico Statale “Ignazio Vian” di Bracciano con il patrocinio della Banca e giunto quest'anno alla nona edizione. L’autrice, con il brano “Ti amo”, non ha utilizzato le consuete espressioni, ma è ricorsa a una fo f rmula originale, fuori del comune: un’intervista giornalistica fatt t a, a seguito di un evento drammatico come l’uccisione di una donna da parte del marito, a un antico compagno di scuola e amico della donna stessa. L’intervistato, quasi in risposta alle domande, rivive la vicenda vissuta sin dalla prima giovinezza con la compagna di scuola, i suoi sentimenti, i suoi desideri e le sue illusioni e disillusioni, fino al punto di riscontrare che la profo f ndità dei suoi sentimenti verso di lei non era che vero amore. Una menzione d’onore hanno ricevuto Amelia Oliva con “Diventa chi sei”, in cui la costruzione della propria personalità viene paragonata a un bambino che lentamente si immerge nel mare che lo att t rae, e Brunella Sepe, con “Il vecchio e il gabbiano”, storia di due esseri in simbiosi fra loro, fe f lici insieme. Nella sezione “Poesia”, vincitrice è stata Fabiana Celesti con la poesia “I piedi di una ballerina”, in cui il movimento della danzatrice rappresenta il movimento dell’umanità. Menzioni d'onore a Ira Marku per “Fantasma”, in cui il ricordo di una persona cara rimane presente in ogni momento della vita, e a Francesco Piff ffer per “Il ciliegio”, in cui un albero si specchia in un ruscello. Il Premio, condott t o dalla prof.ssa Lorett t a Tr T uini, presidente della Commissione, è stato confe f rmato dalla nuova preside del Liceo, prof.ssa Marina Frett t oni. 23 VELA LE MIGLIORI TESI DI LAUREA Caratterizzazione, trasformazione enzimatica e attività biologica di estratti vegetali FABRIZIO BRUNORI NEO-LAUREATO IN BIOLOGIA CELLULARE E MOLECOLARE DI Fabrizio Brunori studia la relazione tra alimentazione e patologie cronico-degenerative con particolare interesse al cancro. A breve intraprenderà la professione di biologo nutrizionista. Vive a Trevignano R. gli ultimi anni si è assistito ad un crescente interesse riguardo i potenziali eff ffetti benefici di composti naturali di origine vegetale sulla salute umana. Questo lavoro ha focalizzato l’attenzione su alcune famiglie di flavonoidi e fenoli elementari molto diff f use nel regno vegetale e note in lett t eratura per le numerose proprietà biologiche. Particolare attenzione è stata rivolta ai composti dotati di attività antiossidante in grado di neutralizzare i radicali liberi in modo da proteggere l’organismo. Un radicale libero è una specie chimica capace di esistenza indipendente (da cui il termine libero) con uno o più elettroni spaiati nell’orbitale più esterno. Perciò, sono delle specie chimiche instabili fortemente reattive che cercano di acquisire una stabilità elettronica strappando elettroni alle altre molecole vicine o reagendo con altri radicali. Danneggiando le membrane biologiche (perossidazione lipidica), il DNA, le proteine ecc. i radicali liberi sono responsabili dell’invecchiamento cellulare e hanno un ruolo in molte patologie cronicodegenerative. N 24 I tre campioni di origine vegetale studiati sono stati forniti dalla società Aboca: i primi due sono estratti naturali da cui deriva il terr zo che, rispetto ai primi due, può subire una parziale trasformazione in quanto elaborato dall’attività delle api. Si è cercato di dare una risposta a tre domande. L’intervento degli insetti modifica in modo sostanziale la composizione quali-quantitativa dei campioni? Gli estratti sottoposti ad un trattamento enzimatico di tipo ossidativo sono o meno trasformati? Nel caso in cui gli estratti fossero trasformati come varia la loro attività antiossidante? A tal fine, per prima cosa ogni campione è stato sottoposto a due estrazioni in serie tramite un apparato chiamato soxhlet, che ha consentito da un lato di rimuovere le resine eventualmente presenti e dall’altro di estrarre i composti fenolici secondo la polarità. Poi è stata eseguita un’analisi qualiquantitativa degli estratti vegetali in CH2Cl2 mediante gascromatografia-spettrometria di massa (GCMS). Infine, le proprietà antiossidanti sono state misurate attraverr so il saggio del radicale DPPH. Il metodo si basa sulla misura spettrofotometrica della diminuzione della concentrazione di DPPH in soluzione che risulta dalla reazione con l’antiossidante (il campione da saggiare). Lo step successivo è stato quello della trasformazione enzimatica degli estratti vegetali in CH2Cl2 catalizzata da una laccasi commerciale prodotta dal fungo T ametes versicolor. A tal fine, è Tr stato messo a punto un protocollo per l’ossidazione di un intero estratto vegetale. Le reazioni di ossidazione sono state compiute secondo i tempi di reazione t= 1h, t= 7h e t= 15h utilizzando un mediatore redox (TEMPO) allo scopo di ampliare la gamma dei fenoli tarr get della laccasi. Gli estratti vegetali ossidati sono stati analizzati tramite GC-MS e ne è stata misurata l’attività antiossidante. I flavonoidi, una volta caratterizzati, sono stati collocati all’interno di specifiche sotto-famiglie in base alle loro proprietà strutturali. Ciò ha permesso di associare la variazione dell’attività antiossidante alla variazione della quantità-qualità dei derivati fenolici suddivisi per famiglie, a secondo dei tempi diversi di ossidazione. In tal modo è stato possibile stabilire quali fossero le famiglie di fenoli più facilmente ossidabili dalla laccasi e come ciò potesse interferire nella determinazione dell’attività antiossidante. BCC CREDITO COOPERATIVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Formello e Trevignano Romano Presidente Gino Polidori Vice Presidente Alvaro Altarocca Siamo presenti a: Sede Amministrativa FORMELLO Viale Umberto I°, 92 - Tel. 06.90143095 - Fax 06.90146800 Sede Centrale FORMELLO Viale Umberto I°, 4 - Tel. 06.9014301 - Fax 06.9089034 Agenzia n° 1 LE RUGHE Viale Africa, 8 - Tel. 06.9087359 - Fax 06.90129315 Filiale CAMPAGNANO DI ROMA Piazza Regina Elena, 23 - Tel. 06.90154376/77 - Fax 06.90154380 Agenzia n° 2 OLMETTI Via degli Olmetti, 41 3U - Tel. 06.90400394 - Fax 06.90400352 Filiale TREVIGNANO ROMANO Via IV Novembre, 2 - Tel. 06.999121 - Fax 06.9999514 Filiale ANGUILLARA SABAZIA Via Anguillarese Km 5,200 - Tel. 06.9994574/385 - Fax 06.9995337 Filiale CESANO Via della Stazione, 359 - Tel. 06.30439538/88 - Fax 06.3038935 Filiale MONTEROSI Via Roma, 50 - Tel. 06.9014301 Filiale NEPI Via Monsignor Olivares (Centro comm. 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