Maggio 2012 - Insider Magazine

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Maggio 2012 - Insider Magazine
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DIRETTORE EDITORIALE
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DIRETTORE RESPONSABILE
Francesca d’Aloja
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AMMINISTRAZIONE
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ph Stefano Grasso
REDAZIONE
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COORDINAMENTO REDAZIONE
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Donatella Codonesu
PROGETTO GRAFICO
E IMPAGINAZIONE
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HANNO COLLABORATO
Alessandra Vittoria Fanelli
Antonella De Santis
Antonella Panella
Carlotta Miceli Picardi
Emanuela Carratoni
Enrico Tonali
Ester Maria Lorido
Fabio Cipriano
Fabrizio Lodi
Francesco Mantica
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ANNO 4 - NUMERO 31
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al n. 58/2009 del 25/2/2009
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Storia d i un puledrino cora g gioso
la storia Di laghat, il cavallo cieco che non si è arreso alla sorte:
in pista ha vinto 19 volte e a roma, alle capannelle, c’è stata una festa tutta
per lui e i suoi nuovi amici, i ragazzi DoWn Di una associazione toscana
di Enrico Tonali - ph Stefano Grasso
over story
L
L
a ventesima vittoria l’ha incassata in anticipo a
Roma e con gli interessi, anche se poi in pista
è giunto nelle retrovie. Laghat, il purosangue
che ha percorso una lunga e bella carriera di galoppatore
pur essendo cieco fin da puledrino, è ormai il simbolo di
quanto un cavallo possa fare per l’uomo e viceversa. A
festeggiarlo - nello storico ippodromo di Capannelle creato
nel 1881 - c’erano tutti, compreso l’allevatore che lo ha
fatto nascere: Giuseppe Rosati Colarieti, cinquantaduenne
capitolino, biologo con master di genetica a Oxford, titolare
di un’azienda agraria a Contigliano (sotto il Santuario di
Greccio, nel Reatino) dove Laghat è cresciuto.
“Come la maggior parte dei purosangue è nato in Irlanda,
il 15 marzo 2003, figlio di Diktat, un buono stallone, e di
Laura’s Show, una nostra fattrice che avevamo acquistato
dalla scuderia capitolina Ri.Ma. per cui aveva avuto un bella
carriera, seconda nel Premio Repubbliche Marinare 1995 a
Capannelle” racconta Rosati, che è pure titolare del team di
galoppo Razza del Terminillo. “Laura’s Show è soprattutto la
sorella maggiore di un ottimo cavallo, Sunstrach, vincitore
con 6 lunghezze di vantaggio del Premio Roma 2002,
allenato da Emilio Borromeo”. Purtroppo Laghat, dal mantello
baio oscuro, nell’allevamento di Contigliano viene colpito da
un’infezione - una micosi, un fungo - che gli vela totalmente
l’occhio sinistro e gran parte del destro. “Potrebbero essere
state anche delle micro-lesioni corneali tramutatasi in
complicazioni micotiche con opacamento. Il destro è meno
interessato, ma ha comunque grossi problemi. Laghat, grazie
all’ampia capacità dell’occhio equino unita a un carattere
ottimo, riesce comunque a focalizzare quanto gli accade
intorno e correre bene” spiega il veterinario Matteo Ranucci,
specializzato in purosangue.
cover story
Vendere un cavallo in tali condizioni non è possibile,
d’altronde la genealogia è buona e Rosati decide di mandarlo
in pista con i suoi colori, la giubba della Razza del Terminillo,
ed il training, a Pisa San Rossore, dello stesso Borromeo. Nel
gennaio-febbraio 2006 sulla pista toscana, Laghat centra due
successi, con Giuseppe Virdis in sella; poi va a correre a un
paio di volte a Roma (quarto nel Premio Veronese, lo monta
Mirco Demuro oggi top-jockey di valore internazionale), a
Milano, di nuovo a Pisa. “Notai quel cavallo perché girava in
continuazione nel box, una trottola in pochi metri” ricorda
Federico De Paola, 39 anni, 20 da gentleman-rider e 3 da
trainer “Quel muso nero con una pennellata bianca sulle
narici mi intrigò, lo dissi a Borromeo che aveva i box vicino
ai miei”. Borromeo rassicura Rosati, Laghat sarebbe finito
in buone mani e l’allevatore romano lo cede per un prezzo
d’affezione al giovane allenatore toscano nipote d’arte (“mio
nonno aveva una scuderia”) e predestinato al galoppo pure
dall’abitazione a Pisa, in Via Federico Tesio, il mago del turf
mondiale nella prima metà del XX secolo.
Da allora però il morello non vedente con due balzane
bianche sui posteriori non vive più in un box (“con la sua
malformazione la solitudine lo irritava e immalinconiva”),
bensì in un’ampia e accogliente capanna che per tre anni ha
diviso con Nathan, un anziano cavallo morto nel 2009 a 25
anni, ed ora con Celece, una femmina grigia. Da fine ottobre
2006, quando De Paola lo monta in corsa per la prima volta
(subito un bel terzo posto) con la sua inconfondibile giubba
azzurra con spalline “all’aga khan” rosse, Laghat scende in
pista 79 volte (85 comprese quelle in Razza del Terminillo),
vincendo in totale 19 corse, piazzandosi in 26 - in pratica
un buon risultato ogni 2 corse - e guadagnando oltre 87
mila euro, con cui ha contribuito a buona parte del suo
mantenimento.
Solo da poco però la storia del puledrino cieco che non
si è dato per vinto è rimbalzata sui mass-media, anche se
all’ippodromo di Pisa tutti la conoscono. Infine il successo sul
piccolo schermo nella trasmissione Matrix di Canale 5, dove
vengono messe in parallelo le storie di Laghat - diciannove
volte reuccio in pista - e di un gruppo di ragazzi down
dell’Associazione Trisomia 21 Onlus Toscana - finalisti con
uno spettacolo di mimo del programma Italia’s Got Talent dimostrando che la disabilità non sempre è una barriera alla
vita sociale.
HippoGroup Capannelle, gestore del più importante
ippodromo italiano, ha così organizzato una corsa - il Premio
Associazione Trisomia 21 Onlus Toscana - proprio per Laghat
e i suoi nuovi amici down, con premi e applausi tutti per
loro, vincitori di una sorte non proprio amica ◆
Spa
Suite
Les Bories & Spa - Piscina esterna
Proven z a,
lavanda e prestige resort
charme, cultura, natura e gastronomia i prestige resort in provenza
sono il punto Di partenza per scoprire i campi Di lavanDa, i borghi, le abbazie
e i palazzi patrimonio monDiale unesco
I
color viola. Per i bon gourmand, infine, non si può tralasciare
una cena romantica sotto le volte antiche della saletta attigua
al ristorante gastronomico curato dal già nominato Pascal
Ginoux - una stella Michelin - e cenare al lume di candela
vicino all’antico caminetto in pietra secca. Non solo: la
cucina ispirata ai piatti provenzali si può anche gustare sulla
terrazza all’aperto e all’inizio della primavera anche a bordo
della splendida piscina esterna immersa nel parco.
Lasciato Les Bories e visitata l’Abbaye de Sénanque e il magico
villaggio sospeso di Gordes, il secondo Prestige hotel si trova
nel cuore del papato di Avignone, simbolo dell’influenza
cristiana del XIV secolo. L’Auberge de Cassagne & Spa, situato
a cinque minuti dalla città dei Papi, è in pratica una bastide
dal fascino provenzale costruita nel 1850 che dispone ora,
dopo vari interventi di riqualificazione, di 35 camere, di 7
suite e di una magnifica suite presidenziale, tutte affacciate
su un fiorito giardino di glicine e arredate con mobili locali.
L’hotel è stato ampliato nel corso del tempo per ospitare un
centro benessere dove è stata ricavata un’ampia piscina indoor
riscaldata, una doccia con cromoterapia, una vasca circolare
jacuzzi, sauna e hammam per permettere esclusivamente
agli ospiti del resort di godere di momenti di serenità e relax.
Vero fiore all’occhiello è il ristorante gastronomico diretto
dallo chef Philippe Boucher, discepolo di Paul Bocuse, che
propone una cucina personalizzata molto gourmand basata
sui sapori provenzali.
I
predominante è quello della lavanda dei campi e del parco
di otto ettari di cui è circondato. La filosofia di questo
resort è l’attenzione ai dettagli: camere e suite spaziose e
luminose, orientate al sud per godere al risveglio del profumo
sprigionato dalle piante aromatiche del giardino. Alcune di
queste erbe vengono poi impiegate per i piatti gastronomici
rivisitati dallo chef Pascal Ginoux. Altre erbe officinali invece
sono destinate alla ‘Maison d’Enne’ la raffinata Spa di oltre
500 metri quadrati dell’hotel dotata di un’ampia piscina
indoor riscaldata, di bagno turco, sauna, hammam e di
diverse sale per massaggi e trattamenti. Il valore aggiunto di
Les Bories & spa è la magnifica piscina all’aperto circondata
da pini, cipressi e ovviamente da campi di lavanda, che in
piena fioritura sprigionano intensi profumi e quell’incredibile
Gordes
Auberge de Cassagne - Giardino
di Alessandra Vittoria Fanelli
l viaggio attraverso la Provenza inizia nel
Luberon, dove si trova uno dei più seducenti
hotel del Sud della Francia. Si tratta di Les
Boires & spa, un cinque star hotel situato nel villaggio di
Bories a poca distanza dall’Abbaye de Sénanque, l’antico
monastero circondato dai campi di lavanda e tuttora abitato
dai monaci cistercensi, e Gordes, lo storico borgo arroccato
su una collina diventato famoso per essere stato il set
cinematografico del film ‘Un’ottima annata’ di Ridley Scott,
interpretato dal fascinoso Russell Crowe.
Les Bories & Spa, che prende il nome dell’antico vicino
villaggio di piccole case in pietra secca che ricordano
i nostri trulli, è un hotel de charme che gode di un
panorama mozzafiato affacciato sul Luberon, dove il colore
L’Auberge de Cassagne & Spa è in posizione privilegiata per
visitare Avignone dove erge imponente e severo il Palazzo
dei Papi, patrimonio Unesco, che domina il fiume Rodano
contraddistinto dal famoso ponte ad arco di Saint Bénezet,
costruito intorno all’anno Mille e mai terminato a causa di
diversi problemi ambientali ed economici di allora.
Dopo la visita al palazzo dei Papi un piccolo strappo
gastronomico è d’obbligo: proprio sotto le severe mura
del palazzo gotico si trova il piccolo raffinato ristorante di
Christian Etienne che propone piatti gustosissimi al gratin da
consumare con famoso vino Syrah.
E dopo Avignone si entra nel cuore della Provenza dove si
trova Le Vallon de Valrugues & Spa, il cinque stelle resort
dei Prestige Hotel, situato a soli 600 metri da Saint Rémy
de Provence, nota per essere la città di Nostradamus e
soprattutto del pittore Vincent Van Gogh che ben ritrasse le
magiche le atmosfere e i colori (ricordate I Girasoli?) del Sud
della Francia.
Spa
Camera
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resort
Piscina
Le Vallon de Valrugues & Spa
M AGA ZINE
Le Vallon de Valruges & Spa, elegante e discreto resort
cinque stelle, nel 2011 ha rinnovato parte delle sue suite
dotandole di piccoli terrazzi privati che spaziano su l’Alpille.
L’hotel è circondato da un vasto giardino e da una piscina
esterna semiolimpionica 20x10 metri, riscaldata per essere
goduta tutto l’anno, mentre al suo interno si trova la Spa
dotata da piscina con vasca per il nuovo controcorrente,
di sala fitness, bagno turco e sauna, un bagno di luminoterapia e sala per idromassaggio.
L’hotel dispone inoltre di un ristorante gastronomico,
arredato con molto eleganza, curata dallo chef Marc De
Passorio, anch’esso premiato da una stella Michelin, dove
in un tripudio di sapori e colori, si possono gustare menu a
base di fois gras de canard e un tenero filetto alla Valrugues
profumato al timo delle Alpilles.
Un invito a recarsi subito in questo inizio di primavera in
Provenza e approfittando della cordiale e professionale
ospitalità dei Prestige Hotels, visitare alcuni dei luoghi più
prestigiosi della Francia.
Bienvenue donc en Provence! ◆
Ponte di Avignone - ph Clémence Rodde ©
Ristorante gastronomico
Suite Van Gogh
Info
Italia
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Francia
Le Bories & Spa
Route de l’Abbaye de Sénanque - 84220 Gordes
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Auberge De Cassagne & Spa
84130 Avignon
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Le Vallon De Valrugues & Spa
Chemin Canto Cigalo - 13210 Saint-Rémy de Provence
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Comite Departimental Du Tourisme Du Vaucluse
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Il fascino contadino
del profondo sud
nell’antica masseria montenapoleone,
sospesa fra la campagna
e il mare Di fasano,
autentiche atmosfere pugliesi
si fonDono con suggestioni provenzali
di Donatella Codonesu
L
resort
L
a Puglia è una regione magnifica, che negli
ultimi anni sta vivendo la forte e meritata
rivincita della riscoperta: mentre le sue candide
spiagge sono frequentatissime dai giovani e la sua musica
tradizionale, la pizzica, viene esportata in tutto il mondo,
le vecchie costruzioni abbandonate da decenni in aperta
campagna sono sottoposte a recuperi e ristrutturazioni di
lungimiranti architetti, singoli amatori e più o meno piccole
imprese che investono nel turismo aprendo masserie ed
alberghi rurali.
È il caso della Masseria Montenapoleone, frutto di un
raffinato intervento di restauro ad opera di Giuliano Monteve,
vissuto per anni in Francia, che ha riportato in questo remoto
angolo del sud Italia le atmosfere d’oltralpe. L’hotel sorge
nei pressi di Fasano, su un antico insediamento rupestre a
pochissimi chilometri dalla costa. Qui si producevano grano,
fichi e mandorle, e l’atmosfera contadina è ancora intatta
anche se patinata di eleganza. Gli ambienti sono arredati
con materiali, oggetti e strumenti d’altri tempi: infissi e porte
d’epoca, attrezzi agricoli rudimentali, mobili antichi, vecchie
stampe… elementi di un passato remoto che convivono
con suggestioni provenzali, arredi artigianali e moderna
organizzazione degli spazi, in nome di uno sviluppo
sostenibile ma anche dell’amore per la genuinità delle cose.
La sala da pranzo trova posto nelle vecchie scuderie e vi
sono serviti rigorosamente prodotti fatti in casa, come
crostata di fichi secchi e marmellate di frutta. All’esterno,
in una cornice naturale intatta, il grande giardino con l’area
barbecue e il patio per le lezioni yoga, dove trovano posto
anche concerti ed eventi. Le sole cinque doppie e sette suites
(per un massimo di 4 posti letto) ne fanno un rifugio esclusivo
ed intimo di tutto relax ◆
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eanche fosse entrata in una fantomatica
macchina del tempo, da quando ha
messo la fede al dito è stata catapultata
in un mondo a lei sconosciuto fino a quel momento, e di
cui, tuttavia, è riuscita a carpire i segreti più intimi. Adesso
Barbara, ormai parte integrante della gioielleria Fantozzi,
ripercorre per Insider Magazine le tappe fondamentali di
questo percorso: dal matrimonio con Fabio - gioielliere
per tradizione - a quello con l’azienda Boccadamo, le cui
collezioni sono il cavallo di battaglia del suo negozio.
Da chi è composta la ‘squadra’ della gioielleria fantozzi?
Oltre me, ci sono mio marito Fabio e i suoi genitori. Fabio
si occupa dell’amministrazione, i miei suoceri sono l’occhio
attento e pronto a dare saggi consigli, mentre io curo i
rapporti con i fornitori e l’esposizione.
A proposito di esposizione, come si organizza una vetrina?
È forse la parte più importante del processo di vendita, perché
è da lì che ha inizio l’approccio con il cliente. Noi abbiamo
vetrine monomarca, dove - con l’aiuto degli espositori forniti
dall’azienda Boccadamo - si cerca di trovare la chiave giusta
Ci faccia l’identikit del vostro cliente. Cosa cerca chi sceglie
la gioielleria fantozzi?
Premettiamo che questo negozio è un punto di riferimento
del quartiere. Il nostro cliente si aspetta la qualità, vuole un
prodotto bello e ricercato. Offriamo un’ampia scelta, anche
per budget differenti; ecco perché, chi entra qui, difficilmente
esce senza aver acquistato.
per colpire l’occhio del potenziale acquirente. Pochi oggetti,
perché deve essere una vetrina pregiata, pulita, arricchita
con un pizzico di gusto personale. Poi, durante le Festività,
si scelgono addobbi adeguati all’occasione, ma sempre
sobri. Ad esempio, per Pasqua abbiamo optato per i soggetti
tipici della tradizione, come gli ovetti colorati, e poi nastri di
organza per completare il quadro con delicatezza.
Come è stato l’incontro con l’azienda Boccadamo?
Ci siamo subito innamorati dello stile dei preziosi,
caratterizzati da linee dal design moderno e da prezzi
altamente competitivi. Cerchiamo di avere l’intera offerta
dell’azienda Boccadamo, le cui collezioni sono sempre
originali e innovative. Ad esempio, il lancio del marchio
TooBe non solo è stato una grande rivelazione nel comparto
gioielli - come dimostra il boom dell’estate scorsa - ma si
è anche dimostrato un progetto ammirevole di solidarietà,
grazie al quale è stato possibile aiutare la poverissima
popolazione di Haiti colpita dal terribile sisma del 2010. In
generale, sono soddisfatta dell’azienda e dei suoi prodotti
incantevoli.
Cosa vendete maggiormente?
Vanno per la maggiore le linee fashion, cioè quelle in
argento e in acciaio, accessibili a tutti - anche dai giovani ben pubblicizzate e molto curate da ogni punto di vista,
a cominciare dal packaging. Un ‘maestro’ nel prestare
attenzione ai minimi particolari è proprio Boccadamo, che
ha indovinato la ricetta giusta per soddisfare anche il cliente
più esigente, offrendo un prodotto raffinato e magistralmente
confezionato nelle sue eleganti shopper.
Secondo lei esiste un ‘segreto del mestiere’?
In assoluto non lo so, ma posso dire quale è il mio: offrire
un prodotto che incontra il gusto personale, prima ancora
di quello del cliente. In questo modo, è anche più semplice
mettere passione e impegno nel proprio lavoro.
promo
I partner Boccadamo
Barbara e Fabio Fantozzi
Ha un sogno nel cassetto?
A parte continuare a svolgere al meglio la mia attività dice?
Un bel viaggio ai Caraibi! ◆
boccaDamo opera Da anni
nel settore orafo-argentiero
e i suoi gioielli sono presenti
nelle vetrine Dei granDi Dealer.
in queste pagine presenta
la gioielleria fantozzi
Il piz z o si im pone
uai a pensare che il pizzo sia inevitabilmente
legato a un modo di vestire romantico e un
po’ rétro. Se si guarda ai capi con pizzo o
lavorazioni similari, proposti dagli stilisti per la primaveraestate, l’impressione è del tutto diversa. Intanto per quel
gusto del “ti vedo e non ti vedo”, per la nudità svelata che
riconduce immediatamente a una femminilità seduttiva e
intrigante. In più, quello del momento non è solo bianco. A
parte il pizzo nero che rimanda immediatamente ai segreti
dell’alcova, è previsto in una serie di colori forti, accesi,
quanto mai aggressivi. Emilio Pucci manda in passerella
un abito rosso fuoco a maniche lunghe che lascia le spalle
maliziosamente scoperte. Se non fosse per la lunghezza
sopra al ginocchio potrebbe essere il costume di scena per
una Carmen appassionata.
Alberta Ferretti, abitualmente amante delle tinte sfumate
e pastello, crea un tubino in pizzo verde bandiera con
velature nei punti strategici. È di un giallo fluo assolutamente
contemporaneo il miniabito di Moncler Gamme Rouge, con
gonna leggermente a palloncino, fascia in vita e sexy zip
per tutta la lunghezza. Verde acido, un po’ fluo, anche per
il piccolo tailleur di John Richmond. La gonna è diritta, lo
spencer aderente è senza collo ed è accessoriato con una
borsa a un manico dello stesso tessuto. Ermanno Scervino
sceglie un azzurro mare per il tailleur che valorizza le curve
Louis Vuitton
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John Richmond
del corpo. Miu Miu accosta all’abito con stampe geometrichefloreali uno spolverino con fiori di pizzo bordeaux, chiuso
solo da un nastro di velluto. Lo stesso pizzo, ma in tonalità
ecrù, è usato per la gonna da contrastare con una collaretta
di cotone bianco e nero.
Audacissimo il pagliaccetto creato da Marc Jacobs per Louis
Vuitton. In jersey di seta azzurro zeppelin ha sul corpino dei
provocanti rombi di pizzo. Il pizzo è davvero il protagonista
della collezione anche in tonalità pastello come per il
completo senza maniche o per la tunica con scollo a V e
grandi fiori di pizzo applicati. Verde pallido e giallo limone
per il sinuoso bain de soleil di Massimo Rebecchi. Il pizzo
di chiffon forma delle rose sullo scollato abito di Blugirl.
Inserti di pizzo nero per il lungo da femme fatale di Roberto
Cavalli. È a fondo nero, l’abito-body di Dolce & Gabbana,
vivacizzato da una pioggia di coloratissimi cristalli Swarovski,
come molti capi della collezione ◆
A
CoLoR CARAMELLA
A
nche se il nero è entrato ormai da
tempo nel guardaroba dei bambini,
i colori continuano a essere in
primo piano nelle proposte per gli under 14. Quest’anno
sono presenti tutti, con una predilezione, forse, per le tinte
caramella. Missoni per la bambina, per esempio, ha realizzato
abiti e completi con pantaloni in maglia con le classiche
onde o zig zag sui toni del lilla, dell’arancio, del verde menta.
Dello stesso colore anche i pantaloni per la bimba più grande
e la base dello stampato per l’abitino a balze della più piccola
di Ki 6?. Verde acqua e verde prato sono l’alternativa al rosso
geranio da Fendi. Sempre per la bambina Parrot ha creato
un abito tutto ruche in un viola delicato. Il maschio Geox ha
un giubbotto giallo. Le righe, come sempre, sono presenti
nell’abbigliamento dei bambini. Petit Bateau le propone rosa,
azzurre, arancio e verdi per T-shirt, canotte, prendisole. Nei
colori caramella anche le scarpe, dai sandali Croc in plastica
ai mocassini Sebago in pelle ◆
Fendi
Miu Miu - ph GoRunway.com
Ermanno Scervino
Petit Bateau
Alberta Ferretti
Miu Miu - ph GoRunway.com
M AGA ZINE
Pringle
L
Missoni
MA CHE BEL
PASTELLo
Cheap Monday
Gazzarrini
Larusmiani
L
e tinte pastello nell’abbigliamento sono sempre
state “patrimonio” dei bambini, anzi dei bebé.
Poi sono entrate nella moda donna e da lì
sono state traghettate, con lo stupore dei tradizionalisti, nel
guardaroba di lui. Il pull di cashmere o la polo in cotone rosa
si sono visti prima su pochi audaci, poi sono diventati quasi
capi d’obbligo per chi voleva essere di tendenza. Anche per
la prossima estate sono previsti in buona misura. Ai classici
pastello gialli, verdi, azzurri si aggiungono stampati in queste
tinte, quadrettati e rigati in toni chiari. Missoni per il suo uomo
osa sempre moltissimi colori e ne sperimenta accostamenti
inediti. Verde acqua, rosa e azzurro sono i più presenti nelle
sue composizioni. Pringle, oltre che per i rombi di cui è un
vero maestro, usa le tinte pastello per i disegni geometrici di
pull e dei nuovissimi twin set di cotone con t-shirt e cardigan.
Viktor & Rolf propongono il rosa per la camicia a maniche
corte con stampe di delfini bianchi. O il giallo limone per
la felpa con un’unica stampa di delfino e scritta Monsieur.
Sono gialli i pantaloni di Cheap Monday, da accostare alle
lunghe maglie di cotone. O la sahariana bicolore in cotone
impermeabile con coulisse in vita di Henry Cotton’s. In una
delicata tonalità di verde salvia, Gazzarrini crea addirittura
la giacca con piccolo collo sciallato. Da Larusmiani l’abito
non è in tinta pastello ma in un finestrato grigio con riquadri
Calvin Klein
rossi, in nuance sfumate e pallidissime. Molto chiare anche le
righe del completo di Roberto Cavalli con giacca aderente,
indossata su camicia rosa. Calvin Klein, infine, si stacca
dall’amato bianco con un blazer quadrettato sui toni del
grigio, accostato a pantaloni a metà polpaccio, ovviamente
bianchi. Le tinte chiare e pastello interessano anche le scarpe.
Un verde oliva per la stringata dei Fratelli Rossetti in pelle.
Giallo pallido e azzurro per i mocassini di Voile Blanche in
fili di pelle intrecciati con profili di coccodrillo ◆
Roberto Cavalli
Voile Blanche
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M AGA ZINE
SCooTER GT PIAGGIo X10:
SICuRo E ConfoRTEVoLE
Design raffinato, granDe maneggevolezza e prestazioni eccellenti:
ritratto Dell’ultima novità targata piaggio
X10
È
È
promo
stato presentato a Parigi il nuovo GT Piaggio
X10, uno scooter di grandi dimensioni e
massimo comfort che può essere considerato
l’ultimo erede della stirpe dei Gran Turismo Piaggio, che
per due decenni hanno influenzato le tendenze di questo
segmento di mercato.
X10 è uno scooter dal design particolarmente raffinato. Linee
eleganti ed accoglienti demarcano uno stile proiettato nel
futuro ma che non dimentica allo stesso tempo l’autenticità
italiana che di Piaggio è una caratteristica. Ne sono
testimonianza l’inserto ad effetto metallico che percorre
orizzontalmente tutto il veicolo, dettaglio che lega questo
scooter agli altri recenti modelli della gamma, e la celebre
“cravatta” che ormai da molti anni caratterizza la vista
frontale dei modelli di questo genere.
UNA LINEA UNICA
Oltre a comfort e caratteristiche ergonomiche di altissimo
livello, Piaggio X10 è altrettanto esaltante nelle prestazioni:
disponibile in tre cilindrate, 125, 350 e 500 cc, consente una
perfetta distribuzione dei pesi e dispone di una dotazione
completa, comprendente impianto frenante Brembo con
doppio disco anteriore da 280 millimetri con Abs di serie,
controllo della trazione Asr, gruppo luci con unità diurne a
Led e comandi al manubrio retroilluminati, ideali per guidare
di notte. In definitiva, si tratta di uno scooter ideale per
muoversi nelle strade cittadine, in particolare sulle medie
distanze. Comodo e ben progettato, X10 risponde ai più
alti requisiti di sicurezza per la categoria ed il peso e le
dimensioni, apparentemente ingombranti, non si avvertono
neppure una volta in sella. Il prezzo? Va dai 4.570 euro di
X10 125 ai 7.700 della variante X10 500 Executive ◆
F.M.
Che Moto! Roma
Piazza Monte Grappa, 1 (Inizio V.le Mazzini) - Roma - Tel. 06 45200395 - [email protected]
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M AGA ZINE
BoLLInGER E RAnGE RoVER
PER LA nuoVA MACCHInA DI 007
Due granDi marchi uniti per proporre
una nuova versione sportiva, esclusiva e Decisamente elegante
B
Era d i m a g gio
B
L
riguarda gli interni, l’Evoque-Bollinger presenta nuovi ed
esclusivi sedili di pelle e rivestimenti dei pannelli delle porte.
Il binomio parteciperà ad una serie d’iniziative ed eventi che
nel corso del 2012 si svolgeranno in tutta Italia, tra cui la
Luxury Lounge, motorhome di 60 mq realizzato dal Gruppo
Meregalli, distributore ufficiale di Bollinger per l’Italia, unico
esempio al mondo di showroom con degustazione viaggiante.
Bollinger, Range Rover Evoque, la gamma Range Rover e
Jaguar saranno come detto tra i protagonisti del nuovo film di
James Bond “Skyfall”, in uscita nel corso del 2012 ◆
promo
ollinger e Range Rover si uniscono e,
nel nome di 007, danno vita ad un
progetto comune con la nascita di
un’esclusiva versione della Range Rover Evoque, realizzata
in collaborazione con la Aznom, dedicata alla Special
Cuvèe di Bollinger.
Il progetto Range Rover Evoque-Bollinger nasce dalla
considerazione delle sorprendenti analogie che accomunano
due marchi come Range Rover e Bollinger. In primo luogo,
la stessa immagine e l’eccellenza del prodotto e la volontà
di attirare personalità trendsetter nelle loro rispettive aree di
riferimento. Non ultima, la connessione tra la Land Rover, la
Casa Reale britannica e Bollinger: lo champagne Bollinger,
infatti, è oggi il più popolare vino in Gran Bretagna, dove è
fornitore della Casa Reale dal 1884, quando la Regina Vittoria
lo scelse e dove viene comunemente chiamato “Bolly”.
L’idea di base da cui è nata l’Evoque-Bollinger è stata quella di
proporre una versione esclusiva ed elegante della nuovissima
Range Rover. Gli interventi all’esterno hanno riguardato solo
alcuni elementi per enfatizzare il suo carattere sportivo,
avvicinando l’auto a Bollinger attraverso la colorazione di
alcuni dettagli e l’applicazione di alcuni loghi. Per quanto
a primavera è la stagione migliore per festeggiare un evento speciale: un matrimonio, certo, ma
anche la comunione o un’altra occasione grazie
alla quale riunire attorno a sé le persone care.
Nulla di meglio di un luogo riservato immerso
in un giardino rigoglioso, perfetto per godere di un raffinato
pranzo all’aperto. Ma ogni momento può trasformarsi in un
evento specialeda trascorrere al Picchio Rosso.
Raffinato ed esclusivo, ha il calore di una casale di
campagna, in cui legno, pietra antica, dettagli d’epoca
regalano una sensazione intima e avvolgente. Come fermi
in un mondo incantato, dove ogni particolare racconta
una storia di intimità, dove un’accogliente ospitalità si
respira nei molti angoli del locale: il salottino per fermarsi a
conversare, la sala con il camino, la stanza con il pianoforte
che il venerdì e il sabato si anima col pianobar, la loggia,
ideale per matrimoni ed eventi, la veranda affacciata sul
parco e infine la saletta privata scaldata dal caminetto, solo
per due. Tutto intorno, con apparente casualità, lampade,
foto d’epoca, oggetti antichi, ricordi e tocchi personali
circondano l’ospite per accompagnarlo in una cena speciale,
in cui la semplicità sposa la qualità e la tecnica artigianale:
pane, dolci, grissini, carne essiccata, pasta fresca e secca,
tutto viene realizzato personalmente dallo chef. Un omaggio
gourmet
di Francesco Mantica
alla cultura gastronomica italiana che non teme qualche
spunto creativo, opera di Agostino Fonzo, che alleggerisce la
cucina di tradizione con tecniche moderne, come cotture a
bassa temperatura e sottovuoto, per avvicinarsi al gusto e alle
esigenze attuali. Con grande attenzione alla materia prima,
dalla varietà di crudi, ostriche, affumicati, marinati e carpacci,
alla selezione di cereali e legumi inconsueti: “prodotti poco
utilizzati, come l’amaranto e il grano saraceno, proponendo
alimenti meno noti che sono una grandissima ricchezza
della nostra terra, con un occhio di riguardo ai prodotti del
territorio e stagionali”.
Una scelta di piatti raffinati da accompagnare ad una delle
500 etichette della bella cantina, scelte dal sommelier sempre
presente per consigliare e seguire ognuno con professionalità
e discrezione.
IL PICCHIo RoSSo
Via Cassia Km 13, Via Italo Piccagli, 101
(dal Raccordo uscita n. 3) - Tel. +39 0630366468
Ambiente Climatizzato, aperto solo la sera,
chiuso la domenica. Piano bar venerdì e sabato
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M AGA ZINE
hi tech
di Fabrizio Lodi
CAnon G1 X
unA CoMPATTA CHE RIVALEGGIA Con LE REfLEX
La Canon G1 X è una fotocamera compatta che viene
incontro alle esigenze di professionisti e di fotografi evoluti
che hanno bisogno di qualità e funzioni da reflex in un corpo
più maneggevole.
È una top di gamma della famiglia delle compatte Canon e,
proprio per questo, è un concentrato di tecnologia a partire
dal grande sensore CMOS da 14,3 megapixel formato 4:3
18,7x14 mm, simile in altezza al sensore APS-C che troviamo
in alcune reflex della gamma EOS. Grazie a ciò, il fotografo
può avere un maggiore controllo sulla profondità di campo.
Il processore d’immagini è il DIGIC 5, in grado di gestire un
valore ISO da 100 a 12.800. L’ottica ha un’estensione 28-112
mm, integra elementi asferici con indice di rifrazione ultra
elevato (UA) e ha dimensioni ridotte. Anche il diaframma a
sei lamelle contribuisce a generare l’elevata profondità di
campo, perfetta per immagini stile bokeh.
La Canon G1 X ha anche uno stabilizzatore d’immagine,
attivo sia con le foto sia con i video. L’Intelligent IS analizza
la lunghezza focale, la distanza del soggetto e il movimento
della fotocamera attivando la tipologia di stabilizzazione più
efficace in quella specifica situazione.
SuunTo: ARRIVA AMBIT,
Con GPS E MoLTo ALTRo
Gli orologi Suunto sono sinonimo di tecnologia e di
avanguardia nei computer da polso. Tutto nacque dalla
mente di un ingegnere svedese, Tuomas Vohlonen, che
dal 1936 non fabbrica orologi ma veri e propri sistemi di
orientamento.
Oggi il nuovo fiore all’occhiello del marchio è l’Ambit,
orologio GPS per esploratori completo di sistema di
navigazione gps, altimetro, bussola 3D e monitoraggio
avanzato del battito cardiaco.
Grazie al GPS, l’utilizzatore può scegliere i punti intermedi
del percorso da usare come riferimenti e individuarli
attraverso diversi sistemi di coordinate. Dispone di molte
altre funzioni: temperatura, misurazione della distanza per
segmenti, bussola 3D e sensore barometrico. L’accelerometro
aggiorna passo e velocità. Il monitoraggio del battito cardiaco
con il Peak Training Effect. Si possono scaricare i dati su
Movescount.com per analizzarli.
L’Ambit ha una robusta cassa BuiltToLast ed è dotato di una
batteria che dura 15 ore in modalità di funzionalità massima.
È resistente all’acqua fino a 100 metri. Viene realizzato nei
colori nero e argento, con o senza fascia cardio.
Prezzo listino consigliato al pubblico: 479,90 euro ◆
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L’InTERVISTA:
nATALIA TIToVA
Io, LunGo
LE STRADE
CHE TRACCIA
IL DESTIno
L
di Carlotta Miceli Picardi
L
a scena è quella di un film: sala immensa, luci
soffuse, piccoli divani tutt’intorno. Al centro,
uomini e donne immobili, a sfidarsi con lo
sguardo. Mani appoggiate alle mani, spalle che si sfiorano
appena. La musica parte e il quadro cambia, prende vita,
come se un abile burattinaio decidesse all’improvviso di
animarlo. Le coppie si spostano sul pavimento lucido, ancora
occhi negli occhi. Si intrecciano e si allontanano, si trovano
e si respingono, in quel gioco infinito di seduzione che si
chiama danza. Poi il rito si ripete, con modalità diverse e
diversi costumi, stanza dopo stanza, attraverso gli oblò
trasparenti delle porte insonorizzate, che lasciano passare
solo le immagini. La melodia si intuisce dai movimenti delle
figure dietro ai vetri. Camminiamo tra grandi fotografie e
scaffali di cristallo che espongono calzature per ogni stile.
Natalia Titova, stretta nel suo spolverino, sembra ancora
più alta e sottile, mentre mi conduce passo dopo passo
nel suo mondo, in cui nulla può prescindere dall’armonia
e dalla ricerca della perfezione. Lì, spiega con grazia ed
orgoglio, si sente davvero a proprio agio. È la scuola che
dirige artisticamente insieme all’amica Assia Troise: un
progetto portato avanti con grande entusiasmo e con la sua
inesauribile voglia di sperimentare per completarsi. Come in
ogni occasione, dalle sei edizioni del programma televisivo
‘Ballando con le stelle’, al teatro, alla fiction.
Dove hai iniziato a ballare, natalia?
A Mosca, da bambina. Nella Russia di Leonid Brežnev, che
seguiva una linea politica di assoluta chiusura: fuori dal
nostro paese, ci veniva detto, non esisteva niente che non
fosse pericoloso, corrotto, immorale. Meglio non uscirne,
dunque… e meglio non prendere nulla dall’esterno, neppure
un film straniero che potesse raccontare realtà differenti. Per
cui, oltre alle nostre pellicole, decisamente impegnative,
solo qualche prodotto cinematografico della Polonia e della
vecchia Germania…
Hai avuto l’impressione che ti togliessero qualcosa di
importante, allora?
No, perché, malgrado le file interminabili anche per un paio
di bustine di zucchero, la sensazione era che in quello spazio
circoscritto, non mi mancasse niente. Un’esistenza piena,
senza pause… Opportunità gratuite e gratificanti.
Per esempio?
Un eccellente Istituto d’Arte, in cui praticare ogni disciplina
ad alto livello, con docenti molto preparati. Poi, lo sport,
impegno obbligatorio. Già nell’infanzia, si veniva indirizzati ad
un’attività specifica, secondo le proprie caratteristiche fisiche
e attitudinali. Per me, pallavolo e danza classica. Nessun
giovane poteva avere tempi morti nell’arco della giornata.
Dopo le lezioni e lo studio pomeridiano, allenamenti fino
a sera. La gara diventava uno stimolo continuo. Facevamo
competizioni tra classi anche nelle pulizie delle aule e dei
corridoi.
E il premio finale?
La vittoria!
Ma non ne uscivate stressati?
Era la normalità. Non ti nascondo che, oggi, vedere dei
ragazzi seduti ad oziare in un bar, mi sembra così strano!
Ricordi indelebili?
Un giorno il mio maestro mi comunicò: ‘Da oggi, inizierai
con il latino-americano. Ecco Dimitri, il tuo compagno.’ Nove
anni io, undici lui. Vedendo di nascosto la registrazione di un
concorso estero, rimasi a bocca aperta: ritmo frenetico, colori
sgargianti, scollature… Da noi, invece, assoluta sobrietà. Per
la prima esibizione, indossai un vestitino realizzato da mia
madre Tatiana con la stoffa del suo abito da sposa. La nonna,
cantante del Bol’šoj, smontò gli orecchini più belli ed utilizzò
le pietre per ricamarlo. Infine papà staccò i tacchi alle loro
scarpe per incollarli a quelle che avrei dovuto adoperare per
lo spettacolo.
ph Gianluca Cantone
un’artista ed un atleta: preparazione, trasferte, sacrifici…
Difficile conciliare i vostri impegni, con una figlia di nove
mesi da seguire?
Siamo una coppia in movimento perenne. Massimiliano poi,
tra cronometri e corsie, con le Olimpiadi alle porte…!
Quando sei arrivata a Roma?
Nel 1998. L’insegnante, un inglese all’epoca, sosteneva che
in Italia ci fosse un partner perfetto per me, un vero talento.
Fu l’idea di una nuova sfida e di due settimane di vacanze
romane, a farmi partire: sono ancora qui! All’aeroporto
Leonardo Da Vinci, trovai ad aspettarmi Simone Di Pasquale
con un cartello col mio nome scritto a caratteri cubitali.
Siamo cresciuti insieme, con un’ottima intesa professionale.
Se la cava, nella veste di padre?
Ci mette un sacco di buona volontà! Figurati che domenica
scorsa la baby-sitter non poteva venire ed io avevo la serata
di apertura dello show. Lui mi ha rassicurata, dicendo che
con Sofia se la sarebbe cavata benissimo. In effetti, al mio
ritorno era addormentata e profumava di borotalco, però mi
sono accorta che teneva e la schiena inarcata e le gambette
rattrappite in modo strano. Brontolava nel sonno, perché non
riusciva a stenderle… Ma niente di grave: le aveva soltanto
infilato una vecchia tutina , di tre misure in meno!
nel 2007, l’incontro con il campione di nuoto Massimiliano
Rosolino, durante lo show “Ballando con le stelle”, poi
l’amore e la nascita di Sofia…
...È il destino che regala, anche se prima, magari, ha tolto.
Come immagini il futuro?
Vivo giorno per giorno. Guardo la linea dell’orizzonte e
vado, senza mai fermarmi. Più mi avvicino, più si allontana.
Lungo quella strada, so che tutto è possibile ◆
GoLf: CuRIoSITà A PoRTATA DI MAno
noTIzIE, SuGGERIMEnTI, CuRIoSITà SuL MonDo DEL GoLf
di Francesco Mantica
World trick-Shot Championship. Tenetevi forte, perchè si
inizia con il golf acrobatico. Il World trick-Shot è un torneo
in cui colpi stranissimi vengono giocati da ogni posizione ed
è anche un utile allenamento per le situazioni limite, come
ad esempio una pallina incastrata in mezzo ad un cespuglio.
Synnex Golf Ball Speaker. È un prodotto fuori dal normale,
un mini speaker portatile con la forma e le dimensioni reali
di una pallina da golf. Ideale per gli appassionati che possono
utilizzarlo come cassa per amplificare l’audio del proprio
lettore mp3 su tablet o smartphone quando sono in viaggio o
con amici. Costa circa 50 dollari.
Il golfista più veloce del mondo. David Ogron è il golfista
più veloce del mondo, non nel compiere 18 buche, ma nel
colpire palline. Ha già battuto ben tre record mondiali e la
cosa più bella è che lo fa per beneficenza.
Fulmini a ciel sereno. Il fulmine è uno dei pericoli maggiori
che si corrono su un campo da golf. Durante il Westlake
Open di Chicago del 1975, Lee Trevino, Bobby Nichols e
Jerry Heard ne furono colpiti e dovettero in seguito convivere
con dolorosi mal di schiena. In presenza di temporale l’ideale
è una casa, o un luogo coperto; in caso di impossibilità la
soluzione migliore è rimanere seduti dentro un bunker,
lontani dalla sacca, senza le scarpe con i chiodi di metallo.
Un golf club che diventa “Royal”. Solo un sovrano o
comunque un membro di una famiglia reale può definire
un golf club “Royal”. Il primo circolo ad avere avuto l’onore
di tale epiteto é stato il Perth Golfing Society. In Europa ci
sono in totale 54 circoli “Reali”; la maggior parte si trova in
Inghilterra. In Italia il più conosciuto è il Royal Park I Roveri,
che sorge a pochi passi dalla Reggia di Venaria Reale, la più
grande delle residenze sabaude ◆
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M AGA ZINE
LAuRA SCHIAVonE / SARA BERToLASI:
fInCHè LA BARCA VA... SI GuARDA LonTAno
L’ITALIA DEL CAnoTTAGGIo VERSo LE oLIMPIADI DI LonDRA
di Ester Maria Lorido
Laura Schiavone, Elisabetta Sancassani
S
S
Claudia Wurzel, Sara Bertolasi
e fate un sondaggio tra i giovani chiedendo il
significato del termine pogare, scoprirete che per la
maggior parte è la parola magica in grado di aprire
le porte di un universo, seppur dai confini circoscritti: discoteca,
musica che può persino causare danni semipermanenti all’udito
e un numero indefinito di persone che - per manifestare la
propria gioia - si prende a spallate. Ma non è così per tutti:
molti altri ragazzi preferiscono prendere confidenza con un
verbo simile per assonanza, che - cambiando la lettera iniziale
con una ‘v’ - diventa un mezzo unico per esprimere la propria
vitalità, dando colpi di remi, piuttosto che colpi e basta, facendo
danzare una barca per elettrizzarsi con la velocità, piuttosto che
con i decibel. Di quest’ultima categoria fanno parte due atlete
azzurre, che - nonostante la giovane età - sono state già motivo
di orgoglio per l’Italia del canottaggio. E non solo: chiunque ami
lo sport non può rimanere indifferente di fronte a due ragazze
trasparenti come l’acqua che schiaffeggiano. Per conoscere
meglio Laura Schiavone e Sara Bertolasi, torna l’irriverente
faccia a faccia di Insider Magazine.
nome
◆ Laura
◆ Sara
Cosa ti ha spinto a salire su una barca?
I mie genitori, che volevano facessi uno sport completo. A
me è piaciuto da subito, forse perché ho iniziato a remare in
mare, a Salerno.
◆ Dopo aver chiuso con il ciclismo agonistico, volevo
avvicinarmi ad un altro sport. Il canottaggio era quello in cui
sarei potuta riuscire meglio, considerando la mia costituzione
fisica: sono alta 1.80 e peso 66 chili. A differenza del ciclismo,
in barca avere braccia e gambe lunghe è un vantaggio.
◆
Hai mai desiderato scendere?
◆ Può capitare dopo una grande delusione: ad esempio, nel
2006 ero scoraggiata per i risultati del mondiale.
◆ A volte mi capita nel momento di massimo dolore di un
allenamento.
Cosa rispondi a chi dice che il canottaggio non è uno sport
femminile?
◆ Che non è assolutamente vero: è uno sport fantastico, capace
di regalare grandi emozioni, e può praticarlo chiunque.
◆ Risponderei che, con l’utilizzo di materiali molto più
leggeri rispetto al passato, non serve tanto la forza per far
andare veloce una barca, quanto la tecnica, che - insieme
alla leggerezza e all’armonia - è caratteristica più femminile
che maschile.
Singolo, doppio, quattro di coppia: quale preferisci?
◆ Il doppio, da cui ho avuto le soddisfazioni maggiori, anche
se penso che il singolo sia la barca più bella in assoluto.
◆ Singolo.
Qual è il successo al quale sei più legata, con la barca e
nella vita?
◆ La qualificazione alle Olimpiadi di Pechino, ottenuta in
doppio con Elisabetta Sancassani, e la laurea triennale in
Ingegneria Civile a Pavia.
◆ Il ‘pass’ olimpico al mondiale di Bled l’anno scorso in due
senza assieme a Claudia Wurzel. Per me è stata una vittoria
perché abbiamo costruito questa qualifica giorno dopo
giorno, mattone dopo mattone, senza lasciare niente al caso.
Cosa proporresti all’altra per svagarsi o per scaricare la
tensione?
◆ Fare shopping insieme, oppure una giornata in piscina.
◆ Partecipare a delle sessioni di aerobica con Erika Bello
(n.b. un’atleta del gruppo olimpico).
face to face
nel canottaggio contano più i muscoli, la testa o la
competitività?
◆ Nel canottaggio serve spirito di sacrificio, quindi serve la
testa, che è anche fondamentale per vincere le gare. Se sei
competitivo non è detto che ottieni più risultati, a volte puoi
anche andare peggio.
◆ Dico 33 - 33 - 33 e un 1 percento si deve alla fortuna!
Quale dei seguenti è il motivo di litigio più frequente tra
compagne di squadra: ha più bicipiti di me, ha più attenzioni
da parte dell’allenatore, ha più successo con i ragazzi?
◆ Ha più attenzione da parte dell’allenatore.
◆ Ha più attenzione da parte dell’allenatore.
Come ti vedi fra 10 anni?
Con un bel lavoro, una famiglia e dei bambini che non
obbligherò a fare canottaggio. Poi mi piacerebbe collaborare
con il Circolo canottieri Irno, dove sono da 15 anni e che per
me è come una seconda casa.
◆ Con un lavoro che adesso neanche riesco ad immaginare
e sempre con una parte della vita dedicata allo sport, non
praticato a livello agonistico, ma come fonte di benessere.
◆
Hai a tua disposizione uno spot di 10 secondi per
promuovere il canottaggio. Cosa diresti?
◆ Fate canottaggio perché è uno sport unico, in grado di
farti tornare il sorriso se qualcosa è andato storto durate la
giornata.
◆ La sensazione di rilassamento e di benessere che si ha
dopo mezz’ora in barca, non te la dà nessun’altra attività né
fisica né culturale.
Adesso, puoi rivolgere un messaggio a chi non ha creduto
in te.
◆ Spero soltanto che quello che farò in futuro dimostri che
avevano sbagliato.
◆ Non dico niente perché - chi non ha creduto in me - mi ha
sicuramente seguito e ha visto che ha sbagliato.
In conclusione, datevi un consiglio e fatevi un augurio
reciproco.
◆ Le direi di continuare a lavorare con la stessa serietà che
lei e Claudia Wurzel hanno sempre dimostrato (n.b. le uniche
due atlete ad aver qualificato la barca per le Olimpiadi) e di
tenere duro anche se le cose vanno male, perché ho tanta
fiducia in loro.
◆ Le auguro di qualificare la barca per le Olimpiadi a fine
maggio, perché così ci divertiremo insieme a Londra! L’unico
consiglio è di perseverare in quello che sta facendo, visto che
è già brava così ◆
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M AGA ZINE
Francesca Ca p poni:
la rosa d el sal to ostacol i
A
la sua forza è nel binomio,
con stallone e con il corpo
forestale Dello stato
di Ester Maria Lorido
Nome:
francesca Capponi
Nata il:
12 gennaio 1988
Luogo di Nascita:
Treviglio (Bergamo)
Disciplina:
salto ostacoli
gruppo sportivo Corpo forestale dello Stato
Debutto in gare nazionali:
12 anni
A
vere 24 anni, un’uniforme, e in testa
un chiodo fisso: i cavalli. È il biglietto
da visita di Francesca Capponi, astro
in continua ascesa del salto ostacoli nazionale. Grazie ad
una lunga serie di successi in Coppa delle Nazioni, l’anno
scorso arriva un esordio importante, quello nello CSIO
ufficiale di Roma, Piazza di Siena. E sono in molti a giurare
che la vedremo nell’ovale magico, pronta difendere i nostri
colori anche nella prossima edizione, ormai alle porte. Ma,
per il momento, a convocarla è la Rosa dei talenti, la rubrica
dedicata alle amazzoni di spicco dell’equitazione italiana.
Domanda di rito: se francesca fosse un fiore, quale sarebbe?
Una rosa.
L’anno scorso hai debuttato a Piazza di Siena. In molti
danno per certa la tua convocazione anche per questa
edizione. Cosa rispondi?
Le voci girano, ma ancora non c’è niente di certo. Adesso
vado a Lumen per la Coppa delle Nazioni: se mi riterranno
pronta, arriverà la convocazione per Roma.
La rosa dei talenti
Debutto in gare internazionali:
15 anni
Se non fossi diventata amazzone, cosa avresti fatto?
Mi sarei dedicata a qualche altro sport. Mio padre voleva
farmi correre, ma non ho seguito il suo consiglio!
Ci fai un identikit del tuo cavallo di punta, Stallone?
Fantastico, esuberante. L’ho preso che aveva già 8 anni, ma
nessuno si era accorto delle sue potenzialità, forse perché ha
molto carattere, per cui bisogna trovare un punto di incontro,
senza imporsi con la forza, altrimenti si offende.
Cosa non deve mancare ad un cavallo per andare d’accordo
con francesca?
Deve portarmi rispetto e ascoltarmi, ma non amo i cavalli
che si sottomettono, preferiscono quelli che si fanno sentire
se sbaglio qualcosa.
E ad una persona?
Facciamo prima a dire cosa non deve essere: falsa, gelosa
e invidiosa. Soprattutto in questo sport, in cui la sana
competizione fa parte del gioco, ma non deve trasformarsi
in invidia.
Vale anche per i fidanzati?
Sì, anche se non starò mai nella vita con chi fa il mio stesso
mestiere, voglio che sia soltanto io a gestire i miei cavalli!
Torniamo seri, ma continuiamo a parlare di sintonie.
francesca e il Corpo forestale dello Stato: un’unione felice?
Sicuramente sì. Mi hanno contattata nel 2008, dopo i
buoni risultati conseguiti a Verona. In questa occasione ho
conosciuto l’Isp.Sup.Sc. Ennio Panetti, Direttore tecnico del
Gruppo sportivo, una persona squisita che ha preso me ed
Emanuele Gaudiano (n.b. cavaliere azzurro) come due figli.
Qual è il successo a cui sei più legata?
La prima volta che sono andata a Verona ed ho fatto
netto nel piccolo Gran Premio: non è stata la vittoria più
importante, ma sicuramente la più emozionante. Ricordo che
i miei genitori e il mio groom piangevano, ed è stato bello
perché avevo accanto tutti i miei amici, arrivati lì apposta
per sostenermi.
è meglio una medaglia in una tappa di Coppa del Mondo,
oppure la vittoria nel Gran Premio Roma di Piazza di Siena?
La vittoria nel Gran Premio Roma.
è meglio una caduta rocambolesca in gara, oppure essere
colta in flagrante da tua madre con la sua borsa preferita?
Meglio la borsa, considerando cosa mi è successo al
Toscana Tour: il mio cavallo è inciampato dopo la riviera
e siamo caduti tutti e due. Lui sembrava essersi infortunato
seriamente, invece dovrebbe trattarsi di uno stiramento.
La Rosa dei talenti si chiude così: hai la possibilità di inviare
un messaggio ad un’altra amazzone. Chi sceglieresti e cosa
le diresti?
Direi all’amazzone ucraina Katharina Offel che è il mio idolo
e che un giorno vorrei diventare come lei ◆
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
RoMACAVALLI:
I RISuLTATI DELLA TERzA EDIzIonE
PIAzzA DI SIEnA
80° EDIzIonE:
PREMIA LA PRInCIPESSA
il gran premio ibl banca è anDato a simone coata sull’eccezionale
Whycoconah, in un Duello all’ultimo ostacolo contro giampiero carta
e Juan carlos garcia. a borDo pista lo ches fabio campali
la squaDra vincitrice Della coppa
Delle nazioni allo storico
concorso ippico, verrà premiata
Dalla principessa haya Di giorDania,
presiDente Della feDerazione
equestre internazionale. incontro
spettacolare con i migliori binomi
Del salto ostacoli in vista Dei giochi
olimpici Di lonDra
Antonio Campanelli in sella a Virma ha siglato il Premio di Potenza
sul muro antinfortuni in lattice - ph FISE Lazio
O
“O
Il cavaliere romano Simone Coata che - in sella a Whycoconah - ha vinto il Gran Premio di salto ostacoli - ph FISE Lazio
biettivo centrato nonostante il momento
di crisi generale, che dà ancor più
valore al successo di questa edizione”
ha sottolineato Roberto Bosi, presidente di RomaCavalli
Expo alla chiusura domenica del 3° Salone Internazionale
dell’Equitazione e dell’Ippica, 88 mila visitatori nonostante
il venerdì nero del diluvio che ha inondato la Nuova Fiera di
Roma e costretto gli organizzatori a spostare tutte le attività
nei padiglioni coperti. Il programma sportivo comunque ogni
giorno ha fatto il pieno in tribuna.
Nel salto ostacoli la categoria Pony più affollata è stata su
barriere da 80 cm con 48 binomi al via e il titolo di Campione
RomaCavalli 2012 a Valentina Sandberg su Lorelia du Chigny,
del Due Ponti. Nella Potenza Pony ha vinto Alice Pedagna,
del Flaminio, che in sella a Zibro ha superato (record) il muro a
156 cm. Clou del salto con il Gran Premio IBL Banca centrato
con due percorsi netti da Simone Coata su Whycoconah
battendo Carta e Garcia. Antonio Campanelli con Virma ha
siglato infine la Potenza Cavalli a 180 cm, sempre sul muro in
lattice antinfortuni realizzato da Federequitazione Lazio del
presidente Giuseppe Brunetti.
Le Open hanno chiuso l’Internazionale di Reining, i cui
partecipanti erano in corsa per la Top Ten mondiale e la
finale europea. Campionissimo è stato il binomio Kelly
Zweifel (amazzone italo-americana) e Samurai Snap. Bella
partecipazione della Fitetrec-Ante con 50 binomi e cavalli
tutti italiani. Successo di pubblico per la Monta da Lavoro
“completo” in tre difficili prove: addestramento, attitudine e
abilità cronometrata. Nei cavalli di 3/4 anni ha vinto Sara
Quatrini con Colombina; 5 anni a Paolo Senzi con Navart. Ha
concluso il presidente Spinelli presentando il 41° Equiraduno
Nazionale, 6/8 luglio ad Abano Terme.
sport
C’è stato anche un vincitore, Fabio Campoli, che non è salito a
cavallo ma ha superato uno degli ostacoli più difficili: la buona
cucina. Con il suo “Circolo dei Bongustai” ideato nel 2006,
lo chef di “Uno Mattina” ha incantato anche gli appassionati
gourmet affluiti a bordo pista di RomaCavalli: “Ho presentato
un menù costruito sulla combinazione di prodotti tipici
artigianali, dando vita a piatti il cui gusto ha confermato
l’eccellenza dell’evento” ha spiegato Campoli, autore pure di
un fortunato libro “Il mattino ha l’oro in bocca” ◆
E.T.
Da giovedì 24 a domenica 27 maggio, 80° Concorso
Ippico Internazionale di Piazza di Siena nel segno di
Haya di Giordania, la bella principessa, ieri amazzone
- negli Anni Novanta in gara nello storico ovale di Villa
Borghese - ed oggi, dal 2006, presidente della Federazione
Equestre Internazionale (FEI). Figlia del compianto re
Hussein di Giordania al quale era molto legata (a lui ha
dedicato la nuova sede federale di Losanna), venerdì
25 maggio Haya premierà la squadra vincitrice della
Coppa delle Nazioni, uno degli otto appuntamenti della
Top League di salto ostacoli. Giovedì il programma
internazionale del concorso romano prevede come
apertura una Categoria a ‘barrage’, venerdì sarà la volta
della Coppa delle Nazioni (vinta nel 2011 dall’Olanda),
sabato della spettacolare Gara di Potenza (l’anno scorso
prima l’Italia) sempre molto seguita dal pubblico, e
domenica la conclusione con il Gran Premio Loro Piana
Città di Roma, l’ultima volta venne vinto dal binomio
olimpionico 2008 formato dal canadese Eric Lamaze e
dallo scomparso campione Hickstead.
L’Audi Team Polo vincitore del Torneo di Forte dei Marmi
(da sx Ruiz Guinazu, Storni, D’Orazio, Annunziata) - ph Ramirez
Il bomber del torneo Storni (Audi, in maglia rossa) contrasta Musso (US Assn.) veterano della Gold Cup - ph Ramirez
foRTE DEI MARMI BEACH PoLo:
2° APPunTAMEnTo PER IL ToRnEo
SuLLA SABBIA DELL’AuDI GoLD CuP CIRCuIT
il team auDi Del capitano romano luca D’orazio ha siglato
uno Dei più prestigiosi incontri “on the beach”. al seconDo posto
la squaDra ruinart, anche questa con un “number one” capitolino:
vittorio cutinelli renDina. ha premiato il tenore anDrea bocelli.
notevole il successo Del polo village e Del polo restaurant,
Due must Della pasqua in versilia
M
M
di Enrico Tonali
are e brutto tempo mal si conciliano,
inevitabile che le sei partite di
qualificazione
della
seconda
edizione del Forte dei Marmi Beach Polo Audi Gold Cup
2012 ne risentissero. “L’impegno delle quattro squadre - Audi
Polo Team, Cortina Polo Style Team, Ruinart Polo Team, US
Polo Assn. Team - c’è stato ma abbiamo avuto freddo, pioggia
e vento per quasi quattro giorni”, ha confermato il presidente
e direttore tecnico del torneo Claudio Giorgiutti. The show
must go on, la regola principe pure dello sport-spettacolo,
ha avuto comunque il sopravvento e le eliminatorie hanno
premiato i migliori, facendo uscire allo scoperto i due team
più forti: Audi (Stefania Annunziata, capitano Luca D’Orazio,
Juan Josè Storni, Juan Ruiz Guinazu) che si è messa subito
in luce per le funamboliche realizzazioni di Storni, gia
capocannoniere 2011 e la sicurezza negli interventi difensivi
di Ruiz Guinazu e Ruinart (Edoardo Fontana, Pier Jauretche,
Facundo Castagnola, capitano Vittorio Cutinelli Rendina)
nel quale Castagnola, fratello del campionissimo Lolo, si
è proposto come altro bomber del torneo. Jauretche (alle
sue prime uscite in confronti impegnativi) ha dato fondo ad
ogni energia per emergere. Non che la filosofia di U.S. Polo
Luca D’Orazio in azione a Forte dei Marmi - ph Ramirez
Assn. (capitano Davide Dondena, Davide Nanni, Fernando
Rivera, Dario Musso) e Cortina Polo Style (capitano Marco
Elser, Peter Elser, Marcos Antinori, Paolo Santambrogio) fosse
quella dei condannati a perdere, anzi la presenza nell’una di
un indomabile combattente come Musso e di uno stoccatore
quale Rivera (alcune sue azioni sembravano copiate da quelle
del celebre “Abatino” Gianni del Milan) e nell’altra squadra
degli scatenati oriundi Antinori (argentino dai bisnonni
fiorentini) e Peter Elser (padre italo americano, Marco il
capitano, e madre greca) hanno reso le loro partite ancor più
coinvolgenti di certi scontri al vertice. Una particolarità che
ha fatto discutere per ore gli addetti ai lavori e gli appassionati
più ferrati è stata la prova delle finali di Pasqua poi disputate
a Pasquetta. La domenica l’ultimo turno di qualificazioni
ha messo a confronto, neanche a farlo apposta, le due
coppie di squadre finaliste il lunedì, Audi contro Ruinart per
il primo e secondo posto e US Assn. contro Cortina Style
per il terzo e quarto. Se siano o no scattate tattiche e pretattiche non è stato facile da verificare anche perché i risultati
ottenuti a Pasqua (Audi - Ruinart 7 a 1 e US Assn. - Cortina
Style 4 a 2 e mezzo) si sono in pratica ripetuti a Pasquetta
(rispettivamente 7 a 2 e 5 a 1 e mezzo). Il torneo l’ha siglato
un collaudato team Audi quasi nella stessa formazione
Il tenore Andrea Bocelli premia il capitano italo-americano Marco Elser
vincitore del Premio Fair Play - phFotomania
vincitrice nel 2011 (Stefania Annunziata al posto di Ginevra
D’Orazio pure lei unica donna l’anno scorso), secondo
posto per il team Ruinart in finale un po’ opaco, terzo il
bellicoso U.S. Polo Assn. e quarto Cortina Style, family-team
degli Elser e unico con un solo professionista argentino in
squadra. Entusiasmante la prestazione conclusiva di Storni
- suoi tutti e 7 i goal dell’Audi, 2 realizzati giocando a ping
pong con la stecca e finendo tra i pali avversari lui, la palla
e il cavallo - che si aggiudicava la classifica dei bomber
(cannoniere italiano Santambrogio) mentre D’Orazio è stato
il miglior giocatore italiano. Marco Elser premiato dal tenore
Andrea Bocelli per il fair play e Tiziana, splendida saura del
2005 allevata da Luca D’Orazio, più bravo cavallo della
finale. Fuori dal campo dell’accogliente Bagno Costanza,
un notevole successo lo hanno ottenuto il Polo Village ed
il Polo Restaurant (“da Guida Michelin” ha sottolineato il
presidente dell’Audi Polo Gold Cup Circuit, Maurizio Zuliani)
che per una settimana sono stati il punto di riferimento della
mondanità della Versilia ◆
51
M AGA ZINE
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orse non tutte le ciambelle riescono col
buco, ma - di certo - quelle offerte dal
Circolo Ippico Casale San Nicola sì, sono
sempre perfette. Difficile affermare il contrario, dopo una tre
giorni di gare come quella che ha avuto luogo nell’ultimo fine
settimana di aprile: oltre 430 iscritti per un concorso di salto
ostacoli A5*, con montepremi pari a 40 mila euro, valido anche
Emiliano Liberati su Ustinov vincitore del GP - ph Naima Press
come tappa del Progetto giovani regionale, selezione per la
Coppa giovani Piazza di Siena e per il Master delle Società
Piazza di Siena. Insomma, un’altra mossa vincente per Gian
Mauro Rondinara, presidente della struttura, che riesce ogni
volta a superarsi. Sarà perché la sua ‘squadra’ è un po’ come
lui: precisa nell’organizzazione e costantemente impegnata ad
offrire il massimo confort a cavalli e cavalieri. A cominciare
52
M AGA ZINE
Federico Bellin su Casper vincitore ex-equo della Potenza - ph Naima Press
dallo show director Marco Bergomi, in moto perpetuo tra
un campo e l’altro per assicurarsi che tutto proceda secondo
programma. È lui a illustrare un’altra particolarità del concorso:
la categoria di Potenza, con muro in lattice, qualificante
per Piazza di Siena. A vincerla ex equo sono stati Federico
Bellin e Andres Peñalosa. Sempre durante la domenica si è
svolta un’altra gara al cardiopalma: il Gran Premio, che ha
visto trionfare Emiliano Liberati, leader indiscusso anche della
categoria 135, Piccolo Gran Premio, del lunedì.
Il successo si misura in base alla soddisfazione della gente, e di
persone contente ce ne erano tante, anche di sera: sì perché,
siccome “durante i concorsi, un momento di divertimento non
ci sta male”, Gian Mauro Rondinara ha proposto anche uno
Spring Party, organizzato in collaborazione con la Maison de
Charme Villa Licia e con il suo manager Emiliano Pelizzari,
alle cui mani sapienti è stata affidata la gestione della festa,
al fine di darle “un tocco di professionalità”. Così, amazzoni,
cavalieri e semplici appassionati hanno potuto godersi il
tramonto davanti ad un calice di vino pregiato, gustando
prodotti toscani selezionati e ‘promossi’ per la trasferta
romana. D’altra parte, se accontentarsi non è proprio nelle
corde del presidente del Circolo Ippico Casale San Nicola,
non lo è neanche in quelle di Emiliano Pelizzari, che non ha
lasciato niente al caso: dalla scelta accurata delle location
per l’aperitivo prima e per la cena poi, al menù, senza
trascurare l’intrattenimento puro. A scaldare l’ambiente, la
voce e il carisma di due cantanti talentuose, Lidia Mingrone
e Giulia Thaler, capaci di coinvolgere gli avventori, anche
trasformandosi con nonchalance in vocalist quando luci e
musica sono diventate da discoteca. Nessuno è stato colto
impreparato, perché tutti già ballavano da un pezzo e - bando
alla timidezza - avevano stretto amicizia. Proprio come in
una bella favola. Di cui Gian Mauro Rondinara per primo ha
potuto assaporare il lieto fine ◆
sport
E.M.L.
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M AGA ZINE
Q
Q
AMERICA’S CuP
tutte le vele Del monDo
Davanti all’immensa tribuna Del lungomare Di napoli.
uno spettacolo inDimenticabile per appassionati e non
uando le hanno viste sfrecciare sul mare
davanti Castel dell’Ovo i napoletani si
sono fermati a guardare ed hanno capito.
Fino a quel momento l’America’s Cup World Series era il
meteorite, la catastrofe annunciata da cui salvarsi, come
nei migliori film americani, in cui solo pochi sapevano cosa
fosse, mentre le folle soffrivano gli ingorghi dei lavori prima
e dalla ZTL dopo. Per mesi, il tira e molla sul dove accogliere
l’evento, le questioni politiche, ambientali, muri borbonici da
salvare di cui i cittadini ignoravano l’esistenza, scogliere da
costruire e smontare...
di Antonella Panella - ph Francesco Rastrelli ©
Poi sono apparse: imponenti, nervose, colorate nel mare che
bagna via Caracciolo. Volte le spalle alla collina, il popolo
partenopeo si è affacciato a godere lo spettacolo offerto dagli
AC45, accogliendoli col calore radicato nella natura di un
popolo abituato nei secoli, dal porto, a ricevere ed ospitare
quanto sbarca in città, ricambiando i team più forti al mondo
col il suo spettacolo: la promenade del lungomare colorata
da una folla di ombrelli che, stoica e tenace ha atteso, seguito,
incitato ed esultato a tutte le regate disputate, delusa di non
aver potuto farsi sentire nel giorno di cattivo tempo in cui le
prove sono state annullate.
vela
ph Roberta Roccati
Già la serata inaugurale aveva lasciato intuire l’attenzione
della città all’evento, rimasta sotto la pioggia ad applaudire i
team, condotti sul palco dalla 4 volte campionessa olimpica
di wind surf Alessandra Sensini, presentati ufficialmente a
piazza del Plebiscito l’8 aprile, con una solenne e spettacolare
cerimonia di apertura, firmata Filmmaster Events, la stessa
che curerà le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi
Olimpici di Rio 2016. Suggestiva la piazza trasformata in un
acquario gigante, con video proiezioni in 3d, coreografie
artistiche e palloncini di animali acquatici “volanti”.
Una folla che si è espressa tutta con l’esultanza per la vittoria
di Piranha, imbarcazione italiana del consorzio di Luna rossa.
“Mai visto una cosa simile” ha commentato soddisfatto,
riferendosi al pubblico, Agostino Randazzo, Presidente del
Circolo della Vela Sicilia, per cui corre Luna Rossa.” Una
combinazione perfetta la gente, il lungomare così esteso,
le imbarcazioni che non hanno bisogno di molto fondale
consentendo di posizionare le boe quasi a terra, creando
il contatto col pubblico”. Contento del successo di Luna
rossa che ha debuttato e vinto in casa, ancora entusiasta
delle emozioni e dell’adrenalina provata sul catamarano
che ha vinto proprio nella giornata decisiva, dichiara di
essersi ricreduto sul potenziale di questi oggetti velocissimi
ed estremamente tecnologici. ”Un‘altra vela, dove si
cercano subito gli angoli, imbarcazioni che a differenza
del monoscafo, non perdonano i piccoli errori, tradotti in
secondi preziosi. Una vela che consente spettacolo anche
con pochi nodi di vento, rivalutando certamente le regate di
flotta.” Non esclude che questa è la vela di domani.
Un format nuovo dunque, a cui ci si sta abituando tutti insieme,
atleti e appassionati, ora spettatori, data la predilezione alla
velocità, a volte all’equilibrismo, e alla limitazione di un
campo di regata legato alle leggi delle inquadrature televisive,
che diventa più fruibile anche ai non addetti ai lavori, ma
spoglia della poesia uno sport che ha una storia ed una
tradizione alle spalle, che è uno stile di vita ◆
vela
nAVIGARE In un MARE DI EMozIonI
AzIMuT CoLLEzIonE “S”:
SPoRTIVo Con ELEGAnzA, PER DEfInIzIonE
L
L
a Collezione “S” di Azimut è ormai un segno
di distinzione. Chi possiede uno yacht di
questa categoria è facilmente identificabile
come un ammiratore dello stile sportivo, che si riconosce
in una muscolatura della barca potente e allo stesso tempo
snella, che si sviluppa in linee aggressive ed eleganti.
L’esatto ritratto, in altre parole, di uno yacht come l’Azimut
40S, sintesi per eccellenza di eleganza e sportività. Le doti
sportive, in particolare, sono enfatizzate dalla brillantezza
dei due motori Cummins QSB 5.9 360Kw480mhp: due
potenti propulsori che spingono il 40S fino ad una velocità di
punta di 35 nodi, supportati da uno scafo in grado di solcare
le onde e garantire sempre il totale controllo e una condotta
perfetta dell’imbarcazione. L’hard top apribile elettricamente
permette inoltre all’armatore di godere di tutte le emozioni
e sensazioni regalate dall’aria di mare tra i capelli. Quanto
all’eleganza, invece, basta dare un’occhiata ai vari ambienti.
A bordo dell’Azimut 40S non si parla di spazio perché lo
spazio è un dato di fatto che si dilata oltre le reali dimensioni
fisiche. Gli ambienti comunicano e si fondono in una grande
armonia. Il pozzetto e il salone si possono unire formando un
grande open space, grazie all’apertura pressoché completa
della porta, con la possibilità di separare nuovamente gli
ambienti quando armatore e ospiti desiderano ricreare e
regalarsi momenti di elegante comfort indoor e la privacy
più completa.
Lo stile degli interni, poi, è estremamente ricercato e sportivo
allo stesso tempo: dai mobili in legno zebrano ai top in pelle,
il decor dell’Azimut 40S riflette il carattere della Collezione
“S” di Azimut Yachts, in cui mobili e arredi sono disposti
in modo da lasciare liberi i passaggi e le zone di manovra,
invitando la luce naturale ad entrare in ogni ambiente con la
massima libertà. I tessuti tecnici che rivestono paratie e cielini
creano contrasti cromatici tra champagne e testa di moro.
Tinte brune sono previste anche per il divano del salone e
la pelle di alta gamma della seduta di guida. Pelle chiara,
invece, con una texture decisamente ricca per la testata del
letto, che si affaccia su copriletti in tessuti naturali, in tinte
bianche e argento con riflessi serici.
In definitiva, stiamo parlando di uno yacht fatto per per
navigare emozionandosi. Ogni aspetto è curato nei più intimi
dettagli, dal design agli interni tutto è costruito in maniera
da esaltare l’esperienza di navigazione e se l’imperativo è
divertirsi, allora si può dire che il divertimento, a bordo di
Azimut 40S, è davvero una richiesta minima ◆
F.M.
61
No Botox
M AGA ZINE
Nail bar zone
nAIL BAR zonE
All’ingresso, accanto al Desk dell’accoglienza, troviamo
subito l’area riservata alla cura e la bellezza delle mani e
delle unghie: 4 postazioni all’americana firmate O.P.I., dietro
ad un bancone pratico ed elegante disegnato dalla stessa
titolare, abile Interior Designer.
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questo mese puntiamo l’attenzione su halos Wellness philosophy,
la spa Dell’armonia insiDe e outsiDe (e Delle metoDiche estetiche più efficaci
ma non invasive per ringiovanire viso e corpo)
La stanza che tutti sogniamo. Lettino caldo ad acqua, doccia
emozionale, giochi di colortherapy e di acqua, sottofondo
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mani espertissime per il nostro relax più estremo.
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O Stanza del Sale, per i rigeneranti e salutari trattamenti di
Halotherapia, contro allergie, infezioni del cavo orofaringeo,
raffreddori, sinusiti e riniti. Il sale, preziosissimo elemento,
aumenta le difese del sistema immunitario e riequilibra il
sistema nervoso. Le sedute hanno un potente effetto antistress. Indicata per adulti, anziani e bambini.
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Halos Room
i nervi e rilassare la muscolatura. Effetto anche dell’esclusivo
sistema di climatizzazione che, unico a Roma in una SPA,
mediante l’inserimento di specialissimi filtri nelle condutture
dell’impianto, ripulisce l’aria da tutte le dannose e nocive
particelle volatili, ovvero da tutte le sostanze inquinanti
dell’aria, rendendola così incredibilmente simile a quella che
si potrebbe respirare sulla vetta di un ghiacciaio, pur essendo
nel pieno centro della città… La SPA è molto accogliente
e completa di ogni ambiente adatto alla riuscita della sua
premessa, ma è nella CITY ROOM che si compiono dei veri
e propri prodigi: oltre all’estetica di base e a tutti i trattamenti
manuali di cui il centro si pregia, infatti, è qui che vengono
applicate alcune nuove metodiche viso e corpo, prive di
effetti collaterali ma realmente efficaci. Fra queste segnaliamo
la più innovativa e di maggior successo: l’ENDOSPHERES
THERAPY, che , al momento, risulta essere il trattamento più
richiesto ed apprezzato dalla esigente, selezionata e sempre
più numerosa clientela di Halos.
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ALOS WELLNESS PHILOSHY è una
SPA con un intento molto ambizioso,
Isabella Rodriguez che l’ha ideata
e progettata ha puntato molto in alto nell’instancabile
ricerca di realizzare un qualcosa di cui, essa stessa, sentiva
il bisogno di usufruire. Un luogo fuori dal tempo e dallo
spazio, nel cuore della città, dove imparare a prendersi cura
di sé stessi e dove l’obiettivo è riconciliarsi con il proprio
corpo e la propria psiche, ponendoli in armonia e equilibrio
fra loro. Per ottenere questo risultato, dopo un’attenta cura
del particolare nella ristrutturazione degli interni, ha scelto
le più innovative e meno invasive tecnologie per l’estetica,
alla ricerca di quella bellezza naturale che sprigiona chi
ama prendersi cura di sé e, per farlo, si è contornata di uno
staff di altissimo pregio ed esperienza.
La differenza si nota subito. Appena entri da Halos vieni
immediatamente avvolto da una fragranza particolare, un
mix personalizzato di aromi ed essenze mirato a distendere
Questa procedura all’avanguardia combatte l’invecchiamento
di viso, collo e decollété. Migliorando il naturale
rinnovamento di collagene ed elastina e rigenerando muscolo
e derma. Riempitivo di rughe con un effetto distensivo di
ringiovanimento. La pelle viene stimolata dalle microsfere di
silicone che esercitano pressioni e sollevamenti con lo scopo
di tonificare, levigare, rimodellare ridefinire e vascolarizzare
il tessuto, determinando un effetto simile a quello del botulino
ma senza iniezioni o effetti indesiderati.
Creativa ed abile imprenditrice, molti di noi Isabella
Rodriguez l’hanno già conosciuta ed apprezzata quando,
negli anni 90, antesignana del country style realizzò la
prima mostra mercato italiana del settore, scegliendo come
location (anzi, inventandola di sana pianta) il PalaParioli, un
prestigioso spazio espositivo a Roma nord sorto in un’area
abbandonata e di degrado che lei stessa per l’occasione
si prese cura di bonificare e dove oggi sorge il prestigioso
complesso sportivo dell’AQUANIENE. All’epoca, era il 1994,
le code al botteghino del Country & Co., così si chiamava
la fiera, fecero letteralmente scalpore. Isabella ha realizzato
Halos Wellness Philosophy tornata a Roma, dopo una
parentesi di un buen retiro a Fregene durante la quale, fra una
passeggiata con i suoi due labrador in spiaggia e l’apertura di
Shabby House, un bellissimo showroom di arredamento in
stile shabby chic, ha realizzato il Viaggio della sua vita, come
lei stessa ama definirlo, in Cambogia, divenendo madre della
sua splendida Jasmine (con lei nella foto) ◆
ENDOSHERES THERAPY - TOTAL O PARTIAL BODY
Il più rivoluzionario e risolutivo fra i trattamenti corpo. Un
massaggio linfodrenante efficace anche sulla buccia d’arancia
e il rassodamento. Questa metodica, una micro-vibrazione
compressiva, mediante oscillazioni meccaniche è in grado
di stimolare a livello degli stati più profondi del derma
particolari recettori in grado di riattivare i processi metabolici
che favoriscono la disgregazione degli adipociti e dei setti
fibrosi. Non traumatica ed indolore, rimodella la silhouette
per effetto della ridistribuzione del grasso sottocutaneo ed è
efficacissima contro la cellulite, con uno straordinario effetto
tonificante per il muscolo sottostante.
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M AGA ZINE
SoCIAL
MEDICAL CEnTER
LASERTERAPIA:
ECCo LA MEDICInA
non InVASIVA
l’introDuzione Della tecnologia
laser in meDicina ha rappresentato
una vera rivoluzione.
applicata sia in campo chirurgico,
che Dermatologico e vascolare,
è conosciuta eD utilizzata
con successo per la cura
Di importanti patologie.
il Direttore generale
Della social meDical center,
giovanni maria bonci,
illustra le linee D’azione
Della società in questo settore
L
promo
L
a Social Medical Center, azienda specializzata
nella prevenzione e cura del sovrappeso, al
fine di offrire ai propri pazienti una gamma
completa di trattamenti medici per il benessere delle propria
persona, ha deciso di dedicare parte delle sue energie alla
laserterapia: una branca della medicina non invasiva che
utilizza a scopo terapeutico gli effetti prodotti dall’energia
elettromagnetica generata da sorgenti di luce laser,
permettendo di curare innumerevoli patologie.
Sebbene vi sia ancora molto da scoprire, sembrerebbe
che il laser agisca come catalizzatore dell’attività cellulare
e dei processi fisiologici già attivi nell’organismo e che
sia quindi un coadiuvante per la circolazione e l’attività
elettrolipolitica, già promossa dall’elettrostimolazione. Gli
studi finora condotti in vitro e in vivo hanno dimostrato le
proprietà anti-infiammatorie e rigenerative del laser non
chirurgico sui tessuti biologici e sull’apparato osteo-mioarticolare, soprattutto in pazienti con malattie croniche,
non rispondenti idoneamente alle terapie tradizionali.
Inoltre, è ormai noto come tale dispositivo possa essere
positivamente impiegato in dermatologia per la guarigione
rapida ed indolore, a livello della cute e delle mucose,
delle lesioni da perdita di sostanza, quali ulcere diabetiche,
piaghe e decubiti.
Ma che cosa è un laser? Prima di tutto occorre chiarire che
si tratta di un acronimo: Light Amplification by Stimulated
Emission of Radiation, ovvero “amplificazione della luce
per emissione stimolata”. Albert Einstein ne enucleò i
principi teorici nel 1917, i quali vennero a loro volta ripresi
da Maiman negli anni ’60 in ambito sovietico, se pure per
scopi prevalentemente militari. Tecnicamente il laser è un
dispositivo in grado di emettere radiazioni luminose di tipo
coerente, cioè con tutti i raggi in fase, e monocromatiche,
cioè composte da un solo colore e quindi da una sola
frequenza. Il raggio laser ha anche la caratteristica di essere
fortemente concentrato, al punto da potersi considerare
perfettamente rettilineo ed il suo diametro è dell’ordine del
millesimo di millimetro.
Come spesso accade per molte scoperte, non subito se ne
è compresa la reale portata pratica. Oggi invece possiamo
dire che l’applicazione in campo clinico di tale ingegno
ha rappresentato un autentico punto di svolta in diversi
settori della medicina, dall’oftalmologia, primo campo di
applicazione, alla medicina estetica.
Il suo impiego riguarda ormai una serie molto vasta di
ambiti, a partire dal trattamento della pannicolopatia
edemotofibrosclerotica (alias cellulite), alla dermatologia,
dall’angiologia alla reumatologia e traumatologia sportiva
(si pensi ad esempio alla cura delle infiammazioni acute
dell’apparato locomotore, alle nevralgie e mialgie…). Ottimi,
poi, sono i risultati ottenuti nel trattamento della cervicale.
Sebbene in Occidente abbiamo avuto un imbarazzante
ritardo rispetto all’Est Europa, non sono mancati, anche da
noi in Italia, dei pionieri che hanno avuto il merito di far
compiere alla disciplina importanti progressi. Mi riferisco in
particolar modo al Professor Longo ed al Dottor Marchese.
Il primo, attualmente professore di Laser Chirurgia e
Medicina all’Università di Siena, già direttore scientifico
dell’Istituto di Laser Medicina di Firenze (I.L.M.), presidente
fondatore dell’International Academy for Laser in Medicine
and Surgery (IALMS), ha studiato gli effetti biologici della
luce laser sui tessuti umani e ultimamente ha iniziato a
sperimentare l’applicazione della laserterapia alle lesioni
spinali. Il secondo, il Dottor Marchese, invece, è autore
di numerose pubblicazioni ed è divenuto nel tempo uno
specialista in laserterapia transcutanea ed endovascolare
di varici e capillari, scleroterapia, scleromousse ecoguidata,
fleboterapia rigenerativa tridimensionale.
Le tipologie di laser impiegate devono variare a seconda del
tipo di tessuto da guarire; ciò comporta l’esistenza, quindi, di
differenti modelli laser, che variano anche in funzione della
lunghezza d’onda emessa.
Sebbene la laserterapia sia completamente indolore, mi
preme, in questa sede, sottolineare l’importanza di affidarsi
sempre ad un medico o chirurgo esperto e competente,
che possa garantire la sicurezza della prestazione erogata,
impegno, questo, che è la parola d’ordine dei centri Social
Medical Center.
Infine, ritenendo che la corretta informazione aziendapaziente sia il valore più importante per la nostra società
medica, vorrei concludere evidenziando come la Social
Medical Center abbia messo a disposizione degli utenti un
numero verde per chiarimenti e dettagli sulle prestazioni
laser effettuate e sulle specifiche patologie trattate ◆
una m ela
al giorno
64
M AGA ZINE
D
D
DEPRESSIonE? PER CuRARLA,
C’è unA RICETTA (DELLA fELICITà)
maggio è il mese Delle Diete,
ma aD alcuni alimenti è bene non rinunciare
immi cosa mangi, ti dirò se sei
felice. Ebbene sì: più che il ricorso ai
farmaci, sembra che uno dei rimedi
più efficaci contro la depressione - malattia che colpisce 1
persona su 5 nel corso della vita, con incidenza maggiore
nel sesso femminile (circa il 25% delle donne) - sia proprio
l’alimentazione. Il cibo come valida alternativa ai farmaci
antidepressivi, la cui vendita è aumentata del 76% in Italia,
con costi e rischi non indifferenti: i rimedi in gocce - a cui
si deve ricorrere solo su consiglio del medico - sono spesso
autonomamente sovradosati, con pesanti effetti collaterali
conseguenti, tra cui la dipendenza.
Il che fa della dieta l’approccio terapeutico più sicuro.
Attenzione però: per avere qualche effetto, deve essere
ricca di tre microelementi, vale a dire magnesio, zinco e
folati. A confermarlo è un recente studio dell’Università
di Melbourne, condotto su circa mille donne di età
compresa tra i 20 e i 93 anni, che ha dimostrato l’esistenza
di un’associazione tra il rischio di incorrere in malattie
depressive e l’apporto di questi nutrienti. Andiamo nello
specifico. Per avere un migliore autocontrollo emotivo,
sbucciatevi una bella banana: l’associazione di magnesio
e potassio assicura un effetto di rilassamento e di recupero
a livello delle cellule nervose. Equilibrio psichico è anche
assicurato dallo spinacio grazie ad una vitamina del gruppo
B, l’acido folico; inoltre questa verdura - se assunta con
costanza - si è rivelata anche un buon attivatore delle
funzioni cerebrali.
Un beneficio, questo, che si può avere anche con noci,
mandorle e kiwi grazie agli Omega 3, acidi grassi insaturi
che contribuiscono alla regolare attività delle cellule del
cervello e dei neurotrasmettitori. Non a caso, in Giappone
- dove è molto alto il consumo di pesce, uno dei maggiori
apportatori di Omega 3 - l’incidenza della depressione
è assai minore rispetto a quella europea. Contro lo stress,
consumate regolarmente arance dolci: oltre ad essere ricche
di vitamina C, contengono l’inositolo - sostanza che attenua
gli stati d’ansia - e riducono i grassi in eccesso e il colesterolo.
Rinvigorimento fisico e psichico immediati sono traguardi
raggiungibili grazie ad una porzione di quasi 200 grammi di
ananas e alla bromelina in esso contenuto, un enzima noto
per accelerare la digestione delle proteine.
Azione rigenerante è anche quella garantita dai funghi: fonte
eccellente di vitamina B2 e di vitamina B3, implicate in un
gran numero di reazioni produttrici di energia. Trasformatevi
in Bugs Bunny e iniziate a mangiare una grande quantità di
carote se volete combattere gli stati di stanchezza: un recente
studio britannico ha comprovato il legame tra la carenza di
vitamina B8 - contenuta in tale ortaggio - e gli stati di astenia
psico-fisica. Questa vitamina, infatti, stimolando l’attività
della vitamina C, ha un ruolo chiave nel metabolismo.
Infine, per dire addio all’insonnia, nel menù della vostra cena
non deve mai mancare una porzione di formaggio dolce,
ossia una delle migliori fonti di triptofano - aminoacido
utilizzato nella produzione di melatonina - che vi aiuterà a
conciliare un ‘dolce’ sonno ◆
E.M.L.
66
M AGA ZINE
Rom a e la poesia d el la luce
la pittura Di alessanDra giovannoni
Abbazia
di Sant’Andrea in Flumine
ricevimenti
congressi
mostre
di Maria Laura Perilli
C
C
ontrasto di luci ed ombre, stese con
materia densa, pastosa, su campiture
che connotano volumi di edifici e corpi
sentiti architettonicamente. Figure scolpite, monadi
senza sembianze, folla solitaria deambulante in un limbo
abbagliante. È la Roma di Alessandra. Nulla del cielo intenso
blu di Mafai, delle periferie di Vespignani, dei rossi intensi di
Attardi o del colorismo di Sandro Trotti.
È una Roma sospesa, dove la presenza umana è solitudine,
nella grande folgorazione di un caldo torrido. Una Roma
dove, progressivamente, la luce diviene protagonista
assoluta; lo strumento concreto utilizzato per aggredire,
con una azione forte, incisiva, la sua monumentalità, sino a
dissolverne i contorni, le soluzioni d’angolo, i contrasti delle
sue linearità verticali ed orizzontali e le presenze umane,
condotte lentamente nelle foschie di un mondo rarefatto,
sempre più vicino alle porte della informalità.
Informalità, da intendersi, altresì, non come assenza di
forma, ma come fase tumultuosa della creatività dell’artista,
contrassegnata da”idee, sensazioni, sentimenti... unico
grande magma, da cui emergono indistintamente, intuizioni
espressive che si trasformano in segno, in colore, in materia”.
Una informalità, quindi, che sottolinea e contraddistingue il
lento, profondo, macerato percorso di ricerca di Alessandra
per la definizione in pittura di quell’attimo assoluto che è
sintesi totale delle tensioni tra pieni e vuoti, volumetrie, piani,
ombre e colore. I luoghi romani prescelti da Alessandra
sono soprattutto le piazze, gli slarghi ampi; lì una umanità
numerosa, alla disperata ricerca della musica del silenzio, del
Tacet, tenta di ritrovare la difficile arte di una comunicazione
antica, perduta nelle flatulenze dei gas di scarico e nel rumore
dei motori; lì prova ad esercitare una ideale trasmissione del
art
pensiero che riporta alla mente quanto scrisse l’architetto
Ludovico Quaroni in “Immagine di Roma”: ”…c’è sempre
gente che cerca un luogo disponibile per sostare a riposarsi
per chiacchierare, per fare all’amore, per guardare qualcuno
dell’altro sesso, per sceglierlo, quasi, per un amore che non
si farà mai, o solo per distendersi al sole, al riparo dalle
automobili e dalle strutture del mondo, per annullarsi, qui a
Roma, in questa anticamera dell’Oriente, dove tuttavia ci si
riferisce sempre, nei discorsi, all’Europa centrale”.
È il grande teatro romano dove, per descriverlo con
Quasimodo: ”Ognuno sta solo sul cuor della terra/ Trafitto da
un raggio di sole:/ ed è subito sera.”
Le sere di Alessandra, però,sono la voluta antitesi del buio;
sono di per sé illuminate e promanano luce anche, laddove,
l’artista descrive delle oscurità costruite con macchie esaltanti
le penombre e la fitta, pesante vegetazione romana, fatta di
lecci, querce e cipressi, sostanzialmente nera!
Il nero, in realtà, come non colore, rappresenta anch’esso
l’allegoria della luce, sollevando quindi la problematica
dell’Assoluto e della creazione, per cui la luce di Alessandra
Giovannoni, per logica conseguenza, non è più finalizzata alla
sola descrizione di un luogo; essa, infatti, smaterializzando
la concretezza del luogo stesso nell’infinito, si traduce in
luce mistica, connotando tutta la simbolicità dello spazio
romano come centro dell’identità cristiana. Una luce, quindi,
che è simbolo di speranza! Se poi la speranza, come dice
Aristotele, è un sogno ad occhi aperti, allora i rarefatti spazi
luminosi di Alessandra ci offrono la possibilità di sognare,
meditare e recuperare quel senso del luogo urbano inteso,
innanzitutto, come emblema della socialità, della solidarietà
e della integrazione delle umane differenze ◆
Esclusiva ed elegante, a pochi km da Roma, l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine da secoli domina la lussureggiante
Valle del Tevere.
Accogliente ed esclusivo, il complesso abbaziale è disponibile per ricevimenti, congressi e mostre. La bellissima chiesa
consacrata costruita nel VI sec d.c. disponibile per la celebrazione, accoglie gli ospiti in un’atmosfera intima e sacra
che nasce da una semplicità architettonica che ben si coniuga alla policromia dei mosaici e degli affreschi.
L’ampio giardino antistante la chiesa, circondato dalle antiche mura, risulta la scelta ideale per l’aperitivo e il taglio
torta. È possibile prevedere intrattenimento musicale, fiaccolata ed allestimenti personalizzati.
I sobri saloni per il ricevimento con splendida vista sulla valle, possono accogliere fino a 220 ospiti.
A vostra disposizione un impeccabile servizio banqueting che saprà deliziare i palati più esigenti offrendo genuinità,
tradizione ed innovazione.
Loc. Abbadia snc - 00060 Ponzano Romano (RM)
Tel. 0765.338310 - Mob. 3382614973 - www.abbaziadisantandrea.com
what’s on what’s
Avventure d i gusto
LaZZI, sBerLeFFI, dIPIntI
L’oPera dI darIo Fo In Mostra
69
M AGA ZINE
palazzo reale, fino al 3 giugno
Dario Fo viene celebrato con una grande mostra dei suoi lavori pittorici e con la ricostruzione
live della sua “bottega d’artista”, con l’intento di ricordare il profondo legame tra Fo e la
pittura. La mostra si apre entrando nel vivo della satira politica e di costume da sempre
praticata da Fo in pittura e in teatro, che culmina nelle grandi tele “parlanti” realizzate
appositamente per questo evento. In esposizione costumi di scena, maschere, marionette
e burattini, tra cui quelli storici appartenuti alla famiglia Rame, accanto a disegni, schizzi,
acquarelli, bozzetti di costumi, fondali, ampie scenografie, locandine e stampe che per
osmosi sono parte integrante della drammaturgia della Compagnia Teatrale Fo- Rame.
www.comune.milano.it
milano
V.D.V.
IerI oGGI MILano
Spazio oBerdan, fino al 10 giugno
Una grande mostra dedicata alla città di Milano, composta
di fotografie interamente tratte dalle collezioni del Museo di
Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo: 150 immagini
dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. Opere di 30 autori
italiani e stranieri, che offrono un articolato scenario capace di
stimolare un’importante riflessione sui grandi mutamenti che
hanno cambiato il volto della città, dal punto di vista urbanistico
(dalle macerie e le baracche del dopoguerra alle periferie in
crescita, le fabbriche, i grandi cantieri contemporanei), socioeconomico (la Milano operaia, i giovani, la borghesia), culturale (i
personaggi del mondo dell’arte, del design, dell’architettura, del
cinema).
www.provincia.milano.it/cultura
C
tdM 5: GraFICa ItaLIana
promo
Triennale deSign muSeum, fino al 24 feBBraio 2013
Mostra-evento di Grafica Italiana, curata da Giorgio Camuffo, Mario Piazza e
Carlo Vinti con il contributo di Fabio Novembre, che ha progettato l’allestimento
giocando con i sei colori dell’arcobaleno aggiungendone uno, l’indaco, perché
a sua discrezione: ‘il sette ha un valore maggiore’. Le sezioni sono distinte dai
vari colori dell’arcobaleno sottolineando l’ordinamento tipologico per aree di
intervento: Lettera, Libro, Periodici, Cultura e Politica, Pubblicità, Imballaggi,
Identità visiva, Segnali, Film e video. In mostra i lavori dei massimi grafici italiani
da Albe Steiner a Franco Grignani, Bruno Munari, Enzo Mar Bob Noorda, Armando
Testa, e Massimo Vignelli che hanno accompagnato il successo delle maggiori
imprese italiane.
www.triennale.org
ome Buffalo Bill, o Calamity Jane, pronti ad
affrontare il prossimo
rodeo o una nuova avventura nel lontano
ovest. L’epopea dedi pionieri è dietro
l’angolo, e per chi cecra l’avventura il
Far West non è così lontano: una distesa
verde con un bosco naturale e graziosi
laghetti. Wild West: un angolo di quel
lontano mondo dei nativi d’america e
dei pionieri, di frontiera e d’avventura.
Ci si arriva per un aperitivo al tramonto,
si rimane per la cena, ascoltando l’ottima musica di sottofondo, affascinati
dall’atmosfera da film e dalla bellezza
sorprendente di questo parco appena
fuori dal caos della città. Un cancello
segna il confine verso l’ovest, con un
toro a grandezza naturale che accoglie
gli ospiti in questo piccolo viaggio oltre frontiera. All’interno, la sala che ricostruisce perfettamente la scenografia
dei film di cow boy: la banca e la prigione (che ospita un tavolo per piccole
comitive) e ovunque selle, vecchie Colt,
cinturoni, frecce, totem, targhe, tutti
pezzi originali che accompagnano in
questo viaggio che parte dalla buona
tavola. Il menu, naturalmente, non può
che cedere al richiamo della carne, con
una vasta selezione italiana e straniera
da cucinare sulla griglia a legna: fiorentina danese, scottona irlandese, entrecote del Nebrasca, bisonte canadese, carne argentina, bistecca fiorentina DOC,
alette e coscette di pollo. Una cucina
robusta e saporita che non dimentica
antipasti Tex Mex, insalate, contorni gustosi come le bucce di patate fritte e le
verdure grigliate, e il sabato e la domenica a pranzo anche primi piatti, da accompagnare con vini e birre. Si chiude
in dolcezza, con crostatine e dolci caldi
dello Chef, scaldati dalla stufa al centro
dalla sala o ospitati dall’ampio spazio
all’aperto, da cui osservare i tanti animali: papere, cigni, daini, maialini, che
faranno la gioia dei più piccoli. Per chi
non resiste al vizio del fumo, una sala
riservata da cui godere della vista incantevole del parco.
WILD WEST - STEAK HouSE
Via della Giustiniana, 906
Tel. +39 0630207222
Aperto tutti i giorni dalle 19,
sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso il lunedì
www.wildweststeakhouse.it
what’s on what’s
A tavola con gusto
Cantando sotto La storIa
audiTorium - TeaTro STudio, 29 maggio
A poco più di quattro anni Roberta Albanesi partecipa allo
Zecchino d’Oro, dagli 8 inizia studiare per diventare una
cantante professionista. Nel 2000 la prima tappa importante:
un concerto in mondovisione da Piazza San Pietro, da cui
scaturisce una tournée negli Stati Uniti; poi nel 2007 arriva
al Sistina insieme a Enrico Montesano. Oggi oltre a cantare
recita e danza, possibilmente le tre cose insieme, portando
in scena commedie musicali. Il 29 maggio sarà sul palco
del Teatro Studio con l’ultimo appuntamento di Cantando
sotto la storia, rassegna sulla storia della musica italiana a
cura di Gianni Borgna e Cinzia Gangarella, giunta al quarto
anno consecutivo. La serata, che si svolgerà come sempre in
forma di conferenza-concerto, sarà dedicata alle canzoni del
cinema. In uscita il libro-cd edito dai produttori dell’evento,
Auditorium e CNI.
www.auditorium.com
71
M AGA ZINE
Per La strada
TeaTro eliSeo, 15-17 maggio
Spettacolo in prosa e musica di Lina Sastri, con
orchestra dal vivo di nove elementi e coreografie,
per raccontare un viaggio attraverso i vicoli di
Napoli. Un percorso che si svolge sulle note dei
grandi cantastorie partenopei, da Pino Daniele a
Enzo Cannavacciuolo, in una città immaginaria,
sospesa tra realtà e fantasia. La protagonista
cammina, parlando d’amore e d’odio, di vecchi e
di bambini, di popolo, di pulcinella metropolitani,
raccontando
storie
e
personaggi,
con
leggerezza, lacrime e sorrisi, fra parole e danza.
E, sempre, la musica, compagna di strada.
www.teatroeliseo.it
P
L’ItaLIa dI BaLLarò
promo
roma
Spazio 88, fino al 7 luglio
Dieci anni di trasmissione televisiva attraverso le illustrazioni
di Lorenzo Terranera: oltre 100 tavole ad acrilico su legno e
400 acquerelli a tracciare le vicende politiche, economiche e
sociali che hanno alimentato il dibattito nel talk show di Rai
3. Soprattutto, una sintesi semplice ed immediata di un così
complesso tratto di storia contemporanea. L’autore, che nel
2009 si è aggiudicato il Nastro d’Argento per il cortometraggio
d’animazione “Sputnik 5”, racconta i grandi fatti disegnando le
minime cose “perché è lì che è più probabile trovare il vero”.
www.spazio88.it
asta o carne? O magari
pizza? L’importante è che
sia con vista. Dopo una
giornata stressante tra traffico e ufficio, il Corvo Allegro assicura una serata di pieno relax,
bastano pochi minut di macchina dopo
l’ufficio per giungere a destinazione, e
godere, magari, delle ultime ore di luce
immersi nella natura. Basta dare uno
sguardo al parco: otto ettari rigogliosi
in ogni stagione dove lo sguardo trova
finalmente un panorama libero dai palazzi della città. In un tale scenario è impossibile non trovare immediatamente
il buonumore, confortati da sapori veri,
con un menu che è un inno alla grande tradizione della cucina italiana, dove
emergono con forza i sapori di una materia prima scelta con cura ed elaborata
con semplicità. Primi piatti e pesce freschissimo, verdure e tanta carne cotta
alla griglia, senza tralasciare una bella
scelta di dolci, un goloso carosello che
non poteva certo dimenticare la pizza
cotta nel forno a legna. Un menu che
riesce a soddisfare anche i palati più
capricciosi, mettendo d’accordo grandi
e piccini, che troveranno qui tutto l’occorrente per trascorrere feste di compleanno in allegria, con animazione e intrattenimento musicale. Il corvo allegro
infatti, unisce alla sala con la grande veranda da cui godere una strepitosa vista
sul parco, anche uno spazio disco pub,
perfetta scenografia per le feste pomeridiane dei bimbi, e quelle serali dei più
grandi: basta prenotare per trasformare
una giornata qualsiasi in un momento di
festa e di vacanza.
IL CoRVo ALLEGRo
Seven Hills Village
Via Cassia, 1216 al km 13 - Tel. +39 0630362751
(dal Raccordo, uscita n. 3) La Giustiniana
Domenica aperto anche a pranzo
[email protected] - www.
ilcorvoallegro.it
what’s on
iSTiTuTo nazionale per la grafica,
fino al 3 giugno 2012
Le matrici in rame di Giovanbattista Tiepolo (1696-1770) e di
suo figlio Giandomenico (1727-1804), conservate al Museo
Correr di Venezia e restaurate a Roma dall’Istituto Nazionale
per la Grafica, vengono esposte con tutto il corpus delle opere
grafiche dei due artisti. La mostra, proveniente dal m.a.x.
Museo di Chiasso, è qui arricchita dalla serie dei Capricci
(1733-1742 ca.) di Giovanbattista Tiepolo, dall’Adorazione
dei magi esposta accanto alla matrice originale, e dal San
Giuseppe e il Bambino. I Capricci (1733-1742 ca.) gli Scherzi
di fantasia (1743-1757), oltre alla selezione delle stampe
del figlio Giandomenico, affascinano e stupiscono con i
loro soggetti misteriosi (scheletri, maghi, creature oniriche,
scimmie e figure esotiche) dal significato criptico ma dal
tratto modernissimo.
www.grafica.arti.beniculturali.it
IL LIBRo DI MuSH
Una storia vera, dolce e struggente
come una fiaba, dall’autrice del grande
bestseller La masseria delle allodole.
Antonia Arslan, torna ad affrontare
la ‘Shoah del popolo armeno’, da
molti considerata il primo genocidio
della storia moderna, soffermandosi
su un episodio di amore ed eroismo.
Durante la ‘Marcia della Morte’ tre
donne coraggiose si fanno segretamente
carico di un libro di grande valore,
smembrandolo in tre parti nel tentativo
di portare in salvo questa preziosa
memoria della loro comunità. A rischio
della propria vita.
Autore: Antonia Arslan
Editore: Narrativa Skira, www.skirainet
DEnTRo IL LABIRInTo
Nuovo noir di Andrea Camilleri,
che indaga sulla misteriosa morte di
Edoardo Persico, uno dei massimi
critici dell’architettura razionalista.
Nato a Napoli nel 1900, a Torino fu
operaio alla Fiat, direttore editoriale
di una piccola casa editrice, nume
tutelare del Gruppo dei Sei. A Milano
divenne condirettore dell’emblematica
rivista di architettura “Casabella” e
fu un vero e proprio faro nella vita
artistica e intellettuale italiana. Nel
gennaio del 1936, in pieno fascismo,
fu trovato morto: stroncato da un
infarto o ucciso? Assassinio politico o
delitto passionale? Camilleri conduce
un’indagine in prima persona arrivando
a una soluzione che non si potrà più
ignorare.
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Narrativa Skira, www.skirainet
ARoMA
MIMMo CentonZe
palazzo delle eSpoSizioni,
19 maggio - 10 giugno
Uno straordinario ritrattista, le cui opere sono caratterizzate da
intensità, eccezionale acutezza e forza espressiva. Profondo
conoscitore dei grandi maestri da Tiziano, Tintoretto,
Rembrandt, Hals, Velazquez, Van Dyck, Constable, fino
a Giorgio De Chirico e Lucian Freud, il pittore, che ha
partecipato all’ultima Biennale di Venezia, espone, oltre a una
serie di ritratti, tra cui due Ritratti del padre e a quello del boss
Totò Riina, Donna sul parquet (2008) e i grandi teleri dedicati
al tema dei capannoni, grandi edifici vuoti le cui aperture
“attraggono il visitatore come la luce sul fondo di una caverna”.
www.palazzoesposizioni.it
di Laura Mocci
ooks
tIePoLo nero.
oPera GraFICa e MatrICI InCIse
73
M AGA ZINE
Viaggio sensoriale alla scoperta dei
formaggi italiani di Denominazione
di Origine Protetta. Il libro intende
offrire in modo chiaro e le informazioni
sul prodotto-formaggio D.O.P., la
sua storia e i suoi legami con un
territorio specifico. Ma vuole anche
educare al consumo di formaggio di
qualità. Quaranta schede descrittive
e dettagliate, una sezione dedicata
ai parametri di classificazione, alle
tecniche di taglio e agli attrezzi del
casaro, e infine un capitolo riservato
alle ricette proposte da chef di varie
regioni d’Italia.
Autore: Michele Grassi
Editore: Edizioni Tamellini
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M AGA ZINE
N
N
ph Fabio & Roberto Riccioli Fotoflahs Roma
ConCLuSA L’EDIzIonE PRIMAVERILE. PoI SI GuARDA ALL’AuTunno
ata grazie alle energie della Cooperativa
MOA per promuovere le attività
commerciali nel settore MObili e
Arredamento, la prima fiera del settore (in termini di
numeri) fra quelle aperte al pubblico ha concluso il primo
appuntamento dell’anno con un bilancio più che positivo.
Non solo è stato infatti consolidato il numero di espositori
e di metri quadri complessivi, ma si è anche registrato un
incremento del 10-15% in termini di afflusso di pubblico, con
quasi 80.000 presenze.
Tra le novità di questo salone primaverile, ospitato dal 28 aprile
al 6 maggio presso la Nuova Fiera di Roma, un’area dedicata
al tempo libero per bambini e ragazzi, dove hanno trovato
spazio attività come pallacanestro,
pallavolo e calcio balilla.
Ma è nell’area espositiva dedicata
all’arredo cucina che si è costruita la
vera innovazione: un ampio spazio
dedicato alla ristorazione in senso
lato, dove si è svolto un articolato
programma a tema gastronomico curato dal Circolo dei
Buongustai. Ad accogliere i numerosi ospiti in questo
angolo del gusto lo chef Fabio Campoli, protagonista di
showcooking, narratore di “storie di cucina” e intrattenitore
di guest star durante la presentazione di prodotti e libri a
tema. Un concept articolato, dunque, che ha spaziato dalle
ricette - realizzate e degustate con la platea - alle lezioni
di stile sull’arredo tavola, con il fine ultimo di coniugare la
buona cucina con il buon vivere.
L’iniziativa ha comprensibilmente avuto un notevolissimo
riscontro, e il Presidente MOA Massimo Prete si dice
più che soddisfatto di questa operazione “perfettamente
riuscita”, e in generale felice del buon esito dell’evento MOA,
che “considerato il periodo di crisi
congiunturale è stato un bel risultato”.
Prossimo appuntamento ad Ottobre,
per la 38° edizione in versione
autunnale, ancora più grande: 250
espositori contro i 170 di quest’ultima
appena conclusasi ◆
D.C.
il Regno del Tiramisù
Via della Croce, 82 - Tel. 06 69941752 Piazza di Spagna
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76
77
M AGA ZINE
M AGA ZINE
Quattro chiacchiere
con lo chef Carlo Cracco
di Antonella De Santis
D
D
ue stelle Michelin e una fama che va
ben oltre il mondo gourmet. Carlo
Cracco rappresenta meglio di altri il
prototipo dello chef star, osannato alla stregua di un attore
di Hollywood, complice la partecipazione a MasterChef,
il programma rivelazione dell’anno che lo ha visto come
giudice accanto a Bruno Barbieri e Joe
Bastianich. Ma non è solo questo:
fascino, stile, una punta di snobismo
e parecchie copertine azzeccate
(non solo di riviste di settore), qua
e là qualche polemica... persino
un libro che ammicca alla figura
di un fascinoso quanto dispotico
chef che ce lo ricorda da vicino.
Incontriamo Carlo Cracco, che
alle polemiche non dà risposta, e
alle domande ribatte in modo spesso
laconico...
Il più noto tra i francesi e il più francese
tra gli italiani: Lei ha lavorato con
Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi.
Cosa ha imparato da ognuno di questi
due?
Una volta era diverso: si faceva una
lunga gavetta per arrivare ad alti
livelli, lavorando molto tempo
dai grandi chef per riuscire
ad assorbirne le linee guida.
All’interno di una struttura si imparava a gestire una cucina,
di cui si apprendeva il pensiero oltre che la tecnica. Loro
due erano all’opposto, e mi serviva imparare da due realtà
così diverse. Da Marchesi ho imparato l’eleganza e il gusto,
da Ducasse l’organizzazione e la serietà, la precisione, la
meticolosità.
Dopo l’inebriante esperienza del
molecolare sembra ci sia un ritorno
alla terra e alla materia. Dove va la
cucina oggi?
C’è forse meno creatività e maggiore
concretezza, meno fuochi d’artificio
e più solidità. Sarà una conseguenza
della crisi...
Ci sono dei piatti che ha creato in
passato che in questo momento non
avrebbe realizzato?
Mi confronto col mondo in modo
molto personale, senza lasciarmi
trascinare dalle tendenze o gli stili
degli altri, anzi il mio modo di pensare
la cucina è sempre presente a dispetto
delle mode. Quindi penso di no: i miei
piatti sarebbero gli stessi.
Esiste un piatto che avrebbe voluto
creare lei?
Con molta modestia... no. Non ho nulla
da invidiare o recriminare.
78
gourmet
M AGA ZINE
nei primi mesi dell’anno ci si confronta in convegni di
gastronomia. Alla luce di quanto si è visto: potrebbe
scommettere su un piatto per il 2012?
Vedo ovunque molta crisi, per il 2012 vedo soprattutto
una necessità: quella di continuare a fare un lavoro serio.
La personalità e la creatività costano fatica, ma bisogna
raggiungere i risultati attraverso i propri mezzi. E questo non
è facile.
Sperimentazione, minimalismo, tecnologia, concettualismo:
su cosa si fonda la sua cucina?
La mia creatività è legata alla cucina: una proposta fresca,
moderna, sempre molto nuova. Ma il mio obiettivo è il cliente,
non il piatto fine a se stesso.
Quindi tra materia prima, tecnica e creatività cosa conta
di più?
Sono sempre molto importanti, in quale percentuale dipende
dai piatti.
un ingrediente?
Non sono legato a un ingrediente in particolare. Adesso, che
è stagione, direi i piselli, ma solo perché mi piacciono molto.
Lei ha avuto un percorso classico: alberghiero, stage con i
grandi chef. Quale è la formazione ideale di un cuoco nel
2012?
Fondamentalmente credo che un cuoco dovrebbe cucinare,
cucinare e cucinare. È la parte indispensabile nella formazione
di uno chef
nulla sarà più uguale dopo MasterChef?
Non credo. Quello è un programma destinato soprattutto
alle persone che coltivano il sogno di cambiare vita, non è
una scappatoia, né un modello. Fa capire molte cose, ma
la vita in cucina è comunque diversa. Piace, soprattutto
perché la gente vuole che gli si racconti una storia, quella
Cucinare è più una questione di testa o di sensi?
Sensi, testa, cuore. La mia non è una cucina ruffiana e spesso
non è facile, questo lo so.
L’arte, la musica, i fumetti, il cinema. In che modo
influenzano la sua cucina?
Ognuna di queste cose, e non solo di queste, fa parte di una
storia personale, che poi si consolida e si trasmette agli altri
attraverso i piatti.
Stagionalità e chilometro zero che posto hanno nell’alta
cucina?
Chi può lavorare a chilometro zero è giusto che lo faccia.
In fondo il sogno di ogni cuoco è avere il proprio orto. Ma
l’alta cucina ha altre dinamiche, soprattutto se ci si trova in
una città. Chi fa un altro tipo di ristorazione, più tradizionale
e semplice, ha in mano uno strumento importante per far
capire alle persone il ruolo degli alimenti e della tradizione
gastronomica di ogni luogo.
delle persone. Si è scoperto (molto tardi in Italia a dire la
verità) la funzione sociale della cucina, ma la sua capacità di
catalizzare l’attenzione, l’importanza culturale ed emotiva ci
sono sempre state.
Cosa le ha dato come esperienza MasterChef?
È stato molto divertente...
La cronaca sembra voler dare addosso ai grandi chef, lei è
stato uno dei bersagli negli ultimi anni
Fa parte del mestiere... si deve stare al gioco e prendere il
buono e il cattivo delle cose ◆
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ARRIVATo In SoRDInA nEGLI AnnI ’80 E oGGI DIffuSISSIMo
E DI GRAn VoGA, MA LA CuCInA nIPPonICA è un’InfInITA
SCoPERTA fATTA DI CERIMonIALI E RITuALITà
di Donatella Codonesu
il giappone nel cuore di roma
Itadakimasu. Inizia così ogni pasto, con uno
speciale ringraziamento coniato appositamente
per il cibo, che si tratti di una tazza di te o di una cena
tradizionale. È una parola che mette in relazione il corpo e
lo spirito, concetto fondamentale nella cultura gastronomica
giapponese, che determina anche l’importanza degli
ingredienti, la ritualità delle preparazioni e l’incredibile cura
estetica nell’allestimento dei piatti. Un’attenzione dettagliata
ed imprescindibile, che fa di ogni banchetto un’esperienza
unica per tutti e cinque i sensi.
La preparazione dei cibi è legata ad utensili dalle linee
essenziali e dall’elevata funzionalità: appositi coltelli
destinati allo sfilettamento del pesce, lame e modelli diversi
per ciascun tipo di taglio, cestello di bambù per la cottura
a vapore, stuoino di bambù per la preparazione dei maki
(involtini di alga nori ripieni di riso, pesce e verdure), il
recipiente di legno per lavorare il riso cotto al vapore e via
dicendo. Osservare un cuoco giapponese al lavoro è sempre
un’esperienza indimenticabile: in questa cucina più che mai
ogni singolo gesto acquista una grazia raffinata e l’incredibile
meticolosità si traduce in piccoli capolavori.
Accanto al molto pesce e alla poca carne (la cultura buddista
proibisce l’uccisione degli animali a quattro zampe), gli
ingredienti di base sono molti e non tutti facilmente reperibili
sul nostro mercato, anche se ormai anche questi sono piuttosto
diffusi: azuki (soia rossa), miso (pasta fermentata a base di
fagioli di soia gialla, che è utilizzato come condimento per
zuppe e salse), shoyu (salsa di soia), zenzero e vari tipi di pasta
di farina di riso, grano saraceno o frumento. Importanti anche
le alghe, di cui si consumano diverse varietà (si trovano secche
e alcune vanno tenute a bagno prima di utilizzarle) e il tofu,
pasta bianca derivata dal latte di soia, ricca di proteine e privo
gourmet
di colesterolo, che può avere consistenza e sapore diversi,
sempre piuttosto delicati. Capitolo a parte costituiscono le
salse, a base di miso, aceto di riso, soia o uova: sono utilizzate
per condire le verdure cotte, il pesce bianco o le carni.
Di tutte le pietanze, le più note in Italia sono sushi, sashimi
e tempura. Se il pesce crudo è per molti ormai sinonimo di
cucina giapponese, la frittura di gamberi e verdure in una
delicata pastella è probabilmente il piatto che ha maggior
affinità con la nostra cucina. Tutto da provare, con calma e
serafica concentrazione ◆
Sushi, sashimi, tenpura, ma anche soba e sukiyaki: una buona
parte della complessa cucina nipponica è da sempre nel ricco
menù di Rokko, aperto nel 1991 da Hiroko Sasaki con suo
marito Toru e dal 2010 trasferito in pieno centro. Un locale molto
più ampio, arredato in un raffinato stile essenziale, che rimanda
alle autentiche atmosfere giapponesi di alta classe.
Lo chef Takeisha Haraguchi porta a Roma una lunga esperienza
acquisita in importanti ristoranti di Osaka e Tokyo, utilizzando
ingredienti di prima scelta e di assoluta freschezza, nel rispetto
dell’alternarsi delle stagioni. Accanto ai consueti piatti a base
di pesce crudo, il menu propone ad esempio un meno noto set
a base di “unagi” (anguilla), considerata una vera prelibatezza,
cotta sui carboni ardenti, spennellata con una salsa a base di
“shoyou” e “sake” e servita su una ciotola di “gohan”.
Salse e i condimenti tipici sono preparati quotidianamente in
modo artigianale, mentre il riso - ingrediente fondamentale di
questa cucina - è prodotto a Vercelli dagli stessi proprietari del
ristorante. Oltre alla salsa di soia a ridotto contenuto di sodio,
il ristorante mette a disposizione quella priva di glutine e un
apposito menù per celiaci.
Passeggiata di Ripetta, 15 - 00186 Roma
Tel. +39 063223414
[email protected]
www.ristoranterokko.com
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
DITELo
Con un fIoRE
zucca, borragine,
ortica, violette e rosa
canina, bruscanDoli,
carciofi, zafferano
(solo i preziosissimi pistilli),
capperi... ovunque
nella cucina italiana
si trovano petali e boccioli
per profumate insalate,
zuppe gustose o croccanti
frittelle, ma non solo
di Antonella De Santis
A
A
nfissa in russo, Halelehua in
hawaiano, Huong in vietnamita,
Nawra in arabo, Cvetko in serbo,
Ankur in hindi e poi ancora Flower, Blossom, Fleur. Parliamo
di fiori, sì. E ne parliamo non per spiegare come coltivarli,
ma di come utilizzarli in cucina. E non crediate che siamo
alla ricerca di originalità a tutti i costi: l’uso dei fiori eduli in
cucina è radicato nelle nostre tradizioni, soprattutto in Friuli,
una zona ricchissima di erbe officinali e aromatiche. Belli nei
prati, bellissimi nei piatti o nei cocktail più scenografici, i
fiori eduli sono un inno alla gioia e allietano, in un colpo
solo, olfatto, tatto, profumo, vista. E qualcosa ne sapeva
Gabriel Garcia Marquez se, ne “L’amore ai tempi del colera”,
fa consumare Florentino Ariza di un amore che lo induce a
masticare petali di fiori.
Anche se in pochi probabilmente conoscono il sapore di
una primula e il modo migliore per utilizzarla, oggi i fiori
commestibili sono reperibili piuttosto facilmente e chi ha
la fortuna di poter contare su un fazzoletto di terra non
inquinato (e un pollice verde), può addirittura coltivarli
personalmente. Ma è bene avere qualche informazione.
Innanzitutto mai usare pesticidi o altre sostanze tossiche e poi
coltivarli e maneggiarli con attenzione. È questa la parolina
magica: delicatezza, indispensabile per non compromettere
l’integrità dei petali.
Molte specie si devono raccogliere nel periodo di
prefioritura, quando i fiori sono turgidi e ricchi di sostanze,
e possibilmente al mattino per conservarne intatti il profumo
e la consistenza. Si devono scuotere delicatamente per
eliminare il polline, e ancor più delicatamente maneggiarli.
Conservateli in sacchetti di plastica o vasetti d’acqua fino
al momento di consumarli, quindi lavateli tuffandoli in una
ciotola di acqua molto fredda e tamponandoli con un panno
pulito e privo di odori.
Il loro uso in cucina è assolutamente sorprendente,
tantissime varietà, tantissimi utilizzi: insalate, fritture, risotti,
dolci, frullati, gelati da creare secondo la propria fantasia.
Ecco qui un piccolo erbario e qualche suggerimento per il
loro utilizzo in cucina.
Begonia: si utilizza soprattutto nelle insalate. Ne esistono
tantissime specie, ma solo i fiori della begonia tuberhybrida
sono commestibili.
BISCoTTI AI fIoRI PER L’oRA DEL Tè
Loredana Carere si occupa di gastronomia da oltre un
ventennio. Ha avuto due ristoranti (Il Puntazzo a Ginostra,
nelle Eolie, e Le due sorelle a Messina), ha fondato
l’associazione eno-gastronomica La tovaglia volante e oggi
si occupa attivamente di cucina territoriale. Soprattutto,
produce e vende in tutta Italia deliziosi prodotti di pasticceria
preparati a mano in un piccolo laboratorio artigianale.
La peculiarità? Sono fatti con i petali dei fiori! Frollini al
karkadè e calendula, friabilissimi: il sentore leggermente
acidulo del primo si sposa alla perfezione con il delicato
sapore della calendula, i cui fiori piccoli e gialli conferiscono
un gradevole aspetto al biscotto. Quelli alla lavanda, che
contengono i fiori, sono delicatissimi sia come aroma che
come sapore, mentre con i fiori d’arancio si confezionano
cuori profumatissimi in due formati, aromatizzati con fiori
essiccati ed olio essenziale. Da provare con tè e tisane.
www.ibiscottidilory.it
Borragine: le sue foglie sono molto utilizzate per frittate,
contorni e ripieni, si raccolgono tra aprile e giugno mentre i
fiori tra giugno e luglio. Utilizzati soprattutto in infusione, per
aromatizzare aceto, tisane ma anche per interessanti; o mescolati
all’insalata, il loro sapore ricorda vagamente il cetriolo.
Calendula: ha un aroma spiccato che ricorda lo zafferano.
Cotti o crudi, i fiori possono essere utilizzati dall’antipasto al
dessert, con uova, in flan e budini.
Garofano: non solo chiodi! I fiori sono ideali nei piatti di
carne bianca o pesce.
Geranio: per dessert e dolci al cucchiaio, si usa la specie
Geranium robertianum, detto anche erba roberta, geranio
odoroso o geranio rosa. Il profumo deriva soprattutto dalle
foglie.
Lavanda: i fiori, freschi o essiccati, si usano in piatti di carne,
formaggi e dessert, ma anche confetture.
nasturzio: il sapore delicato ricorda la senape, i fiori si usano
in infusione o freschi, in insalate o insieme alla carne.
Primula: le foglie si usano in insalate, zuppe o salse; i fiori
infusi nel vino e nei cocktail, mentre la radice aromatizza la
birra. In pasticceria si usano candite o nelle marmellate.
Rosa: i petali delle molte varietà di questo fiore, ognuna con
un aroma proprio, si usano in primi e secondi piatti, mentre
l’essenza è spesso utilizzata in pasticceria.
Robinia (Robinia pseudacacia): si mangia in frittelle, dal
particolare sapore.
Sambuco: i fiorellini si usano freschi in gelatine, sciroppi e
liquori, frittelle dolci; oppure essiccati, per le tisane.
Viola: candite o fresche, nei dessert e in insalata, anche con
formaggi erborinati e fritti.
Per una gustosa e bellissima insalata unite erbe selvatiche
miste (tarassaco, pimpinella, crescione, o quel che trovate),
fiori eduli, come borragine, margherite, campanelle, viole.
Un po’ di sale e un giro di ottimo olio e.v.o ◆
Nel mese delle spose e delle rose fabio Campoli, chef e anima
del Circolo dei Buongustai, ci presenta la ricetta della Torta
Rosina. Un dolce che utilizza proprio i petali della regina dei
fiori, profumati, carnosi, sensuali: belli da vedere e da gustare.
ToRTA RoSInA o ToRTA DI MELE
E CoToGnATA Con PETALI DI RoSA
Ingredienti per una torta
300 g di pasta frolla
120 g di fette biscottate
120 g di cotognata
2 mele
3 uova
50 g di zucchero di canna
90 g di zucchero bianco
45 g di farina 00
40 g di fecola di patate
50 g di petali di rosa eduli
Sbucciare le mele e tagliare la polpa a piccoli cubi, passare
nello zucchero di canna e poi mettere nell¹essiccatoio per due
ore (in alternativa si possono sistemare su una teglia con della
carta da forno e infornare a 45°C per lo stesso tempo).
Una volta che sono pronte, stendere la pasta frolla a uno
spessore di mezzo centimetro e foderare uno stampo a tortiera
alto almeno quattro centimetri.
Sbriciolare grossolanamente le fette biscottate e sistemarle
sul fondo.
Sciogliere la cotognata al microonde (o sul fornello) e, se
necessario, aggiungere un po¹ d¹acqua. Sistemare i cubetti
di mele sulle fette biscottate e coprire con la cotognata in
maniera non uniforme.
A parte, montare le uova con lo zucchero come
per fare un pan di Spagna (devono rimanere
soffici), quindi incorporare delicatamente
la farina e la fecola setacciate assieme. In
ultimo, aggiungere al composto i petali di
rosa e infine versare il tutto nella tortiera.
Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per
40 minuti almeno.
www.ilcircolodeibuongustai.net
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Mazzorbo, Venissa - ph Nevio Doz
VITIGno In LAGunA
nell’isola Di mazzorbo, piccolo centro abitato Da 300 anime,
collegata Da un ponte con la coloratissima burano,
si trova un antico vitigno rinato grazie alla volontà Di gianluca bisol,
imprenDitore vitivinicolo Del famoso prosecco Di valDobbiaDene
di Alessandra Vittoria Fanelli
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M AGA ZINE
Ristorante - ph Francesco Galifi
L
L
Burano - ph Mattia Mionetto
asciata l’affollata Venezia, dopo un veloce
e rilassante viaggio in vaporetto, si approda
all’isolotto di Mazzorbo dove nella vigna murata
si trova un vitigno autoctono a bacca bianca tipicamente
veneziano, coltivato fin dal XV secolo in Laguna e recuperato
dalla storica famiglia Bisol dopo un bando indetto dal comune
di Venezia, proprietario delle Tenuta Venissa.
Nell’isola di Mazzorbo, anticamente denominata Maiurbium
(da Magna Urbs, città maggiore) dove svetta ancora il
campanile, la chiesa di Santa Caterina, raffinata costruzione
del XIII secolo, e la stalla con fondamenta trecentesche, la
famiglia Bisol, oltre a far rinascere questo vitigno da cui si
ricava il Dorona, un vino particolarmente pregiato, ha fatto
ricavare dalla ex-stalla della tenuta, un ristorante/ostello
curato dalla superchef Paola Budel.
Di nascita bellunese la giovane Paola, originaria di Feltre,
dopo essere stata allieva di Gualtiero Marchesi e Michel
Roux ha intrapreso un’interessante carriera internazionale
e aver lavorato, tra l’altro, come executive chef al Principe
di Savoia a Milano, ha accettato di dare vita al sogno e
al progetto di Gianluca Bisol proponendo nel ristorante
Venissa, che prende il nome della Tenuta di Mazzorbo, i
tipici piatti gastronomici della laguna veneziana utilizzando
le materie prime prodotte dalla tenuta. I menù di Paola
cambiano tutti i giorni e sono realmente a chilometro zero
poiché tutte le mattine i contadini della tenuta portano
biete e piselli, mentre il pesce viene pescato nella Laguna e
nell’Alto Adriatico e le carni, sceltissime, sono selezionate
in base all’origine, privilegiando le aziende dell’entroterra
veneziano e veneto.
wine
L’ostello, in pratica un piccolissimo relais de charme, dispone
di sole sei camere con travi a vista, pavimenti in resina,
raffinate lenzuola di lino, arredate con mobili di artigianato
veneziano e di design che dialogano con preziosi arredi del
tardo Ottocento.
Arrivare alla Tenuta Venissa è una doppia emozione:
il vaporetto ferma a Mazzorbo e subito si entra nelle
trecentesche mura della proprietà dove sembra che il tempo
si sia fermato. Solo pochi contadini lavorano i campi, i roseti,
i vigneti in un surreale silenzio facendo così diventare una
meta turistica ideale per chi vuole conoscere la natura, l’arte
e le eccellenze enogastronomiche veneziane, godendo la
pace della Laguna.
Attraversando poi il piccolo ponte che collega Burano, che
conquista subito per la le sue casette colorate, nell’isola
del merletto si possono fare gli acquisti di artigianato
locale, tra cui, appunto, il famoso merletto e visitarne il
Museo, un piccolo gioiello culturale riaperto a fine giugno
dello scorso anno dopo un radicale intervento di restauro,
ristrutturazione e riqualificazione dell’edificio. Finalmente
valorizzato da un completo restyling della sede, curato da
Daniela Ferretti, il museo rappresenta una delle espressioni
più alte dell’artigianato artistico locale e della policromia
tipica dell’isola. (www.museiciviciveneziani.it)
L’ospitalità del ristorante/ostello della Tenuta Venissa,
considerata da ‘Huffington Post’ - la bibbia dell’informazione
on line più seguita al mondo - una delle dieci mete più
affascinanti a livello internazionale, sintesi dei valori di identità
e valorizzazione del territorio, cultura, enogastronomia e
ambiente, è quindi da non farsi scappare e ‘gustare’ mentre
tutt’attorno stanno sbocciando i roseti di maggio.
www.venissa.it
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M AGA ZINE
SEnzA TRuCCo
quattro Donne,
proDuttrici Di vino naturale,
si raccontano nel Documentario
Di giulia graglia e marco naturale
n paesaggio quasi onirico, rumore di
passi nella neve, una donna di spalle
che si incammina verso i vigneti:
inizia così Senza Trucco, l’interessante documentario di
Giulia Graglia (regista) e Marco Fiumara (produttore), che
racconta la storia di quattro donne italiane produttrici di
vino biologico e biodinamico. Girato fra dicembre 2009 e
ottobre 2010, Senza Trucco mostra Dora Forsoni (Poderi
Sanguineto I e II), Nicoletta Bocca (San Fereolo), Elisabetta
Foradori (Azienda Foradori) e Arianna Occhipinti (Azienda
Occhipinti) alle prese con un sogno: quello di coltivare
l’uva e di produrre un vino privo di interventi chimici in
vigna e in cantina. Queste quattro donne ci raccontano
le fatiche, i problemi, le difficoltà che quotidianamente si
trovano ad affrontare: lo fanno con il sorriso, una dedizione
costante, la consapevolezza della loro passione e con la
caparbietà nel raggiungere l’obiettivo. Sorridono sempre,
anche nei momenti di racconto più duro e parlano del loro
lavoro con lo stesso amore con cui una donna parla dei
propri figli. E come un figlio, la vigna va accudita, riportata
all’ordine perché a volte è capricciosa, cresciuta, mantenuta
al meglio, sempre, per permetterle poi, una volta “grande”,
di dare i migliori frutti possibili.
Elisabetta Foradori
Nicoletta Bocca
Arianna Occhipinti
Dora Forsoni
ine
U
U
Giulia Graglia
di Monia Innocenti
Quattro donne al naturale, senza trucco appunto, diverse ma
unite dallo stesso coraggio e amore per la terra. C’è Dora,
la sapienza, solida e decisa, che si emoziona con la sua
socia Patrizia Brogi all’assaggio della Riserva 2006 del suo
Nobile di Montepulciano; c’è Nicoletta, la pragmatica, con
il suo grande sorriso e l’ombra del figlio che la segue nelle
vigne per imparare a produrre quel Dolcetto che l’ha resa
famosa; c’è Elisabetta, la pace interiore, che confessa di aver
pianto all’apertura di un Teroldego del 1971, quando questo
vitigno non veniva praticamente neanche considerato o che,
di fronte alla vigna vuota dopo la vendemmia, confessa di
provare un senso di vuoto, come quando un figlio lascia la
casa per cercare la propria vita là fuori; c’è Arianna, la vitalità,
che con fermezza, dopo la sua laurea in enologia a Milano,
torna in Sicilia, la sua terra, per impiantare Nero d’Avola,
Frappato, Zibibbo e Albanella cercando di imparare quanto
più possibile dagli uomini che padroneggiano il lavoro nelle
vigne, senza il timore di confessare che tra i libri e il terreno
fra le mani c’è una enorme differenza.
Spesso, i progetti migliori nascono davanti ad una buona
bottiglia. Come nel caso di Senza Trucco dove il vino “non è
stato solo un consigliere, è diventato il personaggio principale”
- ci racconta la regista. “L’idea nasce dopo un incontro con
Dora Forsoni, che scopriamo essere una potenza davanti alla
telecamera. Da qui i contatti con le altre tre donne. Oltre che
geografica, la divisione è stata anche stagionale: abbiamo
dedicato a ciascuna delle nostre amiche una stagione,
iniziando le riprese da Dora sotto la neve, per continuare
con Nicoletta a inizio primavera, con Elisabetta a giugno e
con Arianna, in Sicilia, in piena estate. In vendemmia siamo
tornati a trovarle. Era talmente grande la voglia di girare che
abbiamo deciso di autoprodurlo e di investire tutti i nostri
risparmi per iniziare quanto prima le riprese. È uscito in
sordina, anche grazie all’aiuto di tutti i sostenitori che hanno
pre-acquistato il dvd. Quando abbiamo finito il budget,
abbiamo infatti aperto un blog (senzatrucco.wordpress.com)
dove fosse possibile seguire le vicende realizzative del film e
intervenire con un sostegno economico”.
La mossa è stata vincente, perché in questo modo si è riuscito
a finire la lavorazione, stampare le prime 500 copie e iniziare
a partecipare ai festival. Stanno iniziando la terza ristampa,
hanno vinto il primo premio a due Festival internazionali
(Siciliambiente e Sguardi Altrove di Milano) e, il 26 maggio,
saranno presenti al San Diego Italian Film Festival come
“evento speciale”. È un piccolo progetto che abbiamo voluto
noi e che sta diventando grande da solo - conclude Giulia
Graglia. E noi di Insider gli facciamo un in bocca al lupo! ◆
Trailer su: www.youtube.com/watch?v=PAfH04yonau
Celestina ai Parioli ogni settimana offre
grandi serate di degustazioni per i propri
ospiti.
Sono sempre a tema, serate particolari
per proporre ai clienti percorsi enogastronomici che valorizzano le
eccellenze regionali, accompagnati
da una selezione di vini o birre
artigianali.
Questi eventi offrono anche
un momento d’incontro tra i
proprietari della nuova gestione e
gli ospiti che hanno così modo di
conoscerli meglio.
L’accoglienza è molto curata
poiché nella filosofia del
Ristorante è parte integrante
dell’ospitalità.
Ogni giorno, oltre ai piatti tipici
della tradizione romana, lo
chef propone piatti che tengono
conto dei prodotti di stagione,
espressione del territorio,
avendo i nuovi proprietari
una particolare sensibilità per
un’alimentazione sana e il più
possibile a Km0.
L’ospite, avrà la piacevole
sorpresa di essere coccolato
anche nel conto.
Ma la sorpresa più grande
è quella di non doversi più
preoccupare del parcheggio, in
quanto il Ristorante Celestina ai
Parioli offre ai suoi ospiti il posto
auto gratuito.
Celestina ai Parioli vi aspetta per
condividere insieme tutte le sue
iniziative.
Celestina vi aspetta!
Viale Parioli, 184
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Profum i d i prim avera
BoCCIoLI DI RoSA
SToRIA MILLEnARIA DEL noBILE fIoRE
PRoTAGonISTA DI ARTE E LETTERATuRA
D.C.
promo
S
S
tat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.
Con questa locuzione di un monaco benedettino
si conclude il famoso romanzo di Umberto Eco
“Il nome della rosa”. Il concetto, “la rosa, che era, ora esiste
solo nel nome, noi possediamo soltanto nudi nomi”, è che
la bellezza di una rosa non è descrivibile né classificabile:
semplicemente, esiste finché il fiore non appassisce.
Le rose sono i fiori più conosciuti e amati, da sempre presenti
nelle arti e nella letteratura. Un fiore che assume infinite forme
e tonalità, e che si divide in due ‘categorie’: la distinzione tra
rose antiche e moderne, definita nel 18esimo secolo con la
nascita dei primi ibridi di rosa tea, segna infatti un bivio fra le
forme naturali e botaniche (spontanee) e le nuove creazioni.
La differenza sta prevalentemente nella forma dei fiori, che
possono andare da quattro a più di cento petali, dei colori
pastello o accesi e dei profumi più o meno intensi.
I
Affascinante la storia di questo fiore, di cui sono state
ritrovate tracce fossili in America, Giappone e Francia e
la cui coltivazione risale a circa 5.000 anni fa: iniziata in
Persia e quindi introdotta in Babilonia, dove la rosa divenne
simbolo della città. Ghirlande di rose sono state ritrovate
nelle tombe egizie del IV sec. a.C., mentre i cinesi furono
i primi ad estrarne l’essenza e a selezionarne alcune specie.
Nell’Inghilterra del 1455 questo fiore fu persino protagonista
di una guerra, quella delle “due rose” appunto, tra i signori
di York (che avevano come stemma una rosa bianca “Alba
incarnata”) e i signori di Lancaster (rosa rossa “gallica”). Fu
nel XIII secolo che la richiesta divenne così grande da far
nascere il mestiere di fiorista, dal XVI i roseti divennero
di moda come gli spazi più intimi e raccolti nei castelli, e
i collezionisti contribuirono alla creazione di nuove specie
fino ad arrivare alle oltre 80.000 odierne ◆
colori della campagna al mattino sono splendenti e regalano buonumore e benessere.
Soprattutto a maggio, quando
ogni cosa è in fiore. Immaginare di svegliarsi tra gli aromi della
campagna in fiore non è sognare l’impossibile. A un passo dalla città, ma
immerso nella natura, il Veio Resident
permette di vivere momenti di vacanza
senza lunghe trasferte. Sembra un sogno irrealizzabile. Ma non lo è: nel parco di Veio, un residence ospita 46 appartamenti perfetti per chi ha bisogno di
una sistemazione temporanea, durante
un trasloco o una ristrutturazione, o
per chi si trova in città solo per qualche
settimana magari per lavoro, ma ideali anche per per una vacanza appena
fuori porta o chi decide che, pur non
volendosi allontanare completamente
dalla propria rete di amicizie, impegni e
abitudini, preferisce svegliarsi nella na-
tura, tra animali, laghetti incontaminati
e il fruscio degli alberi che circondano
questi piccoli casali dal sapore inglese.
Pensati per assicurare comfort e tecnologia con wi-fi, climatizzatore, allarme,
fax, parcheggio, lavanderia, servizio di
recapito posta... e un giardinetto privato
davanti all’ingresso, dove godere di una
dose extra di relax e serenità, che nella bella stagione si arricchisce anche di
una piscina in cui si rispecchia una vegetazione rigogliosa. Sono piccoli cottage carattarizzati da una rustica eleganza, a pochissimi chilometri dalla città,
collegati anche mediante una navetta
che porta alla stazione che dalla Giustiniana arriva a San Pietro e assicura un
trasporto lampo: solo venti minuti per
arrivare in centro. Intorno agli appartamenti solo quiete e l’offerta della struttura: bisteccheria, ristorante-pizzeria, e
l’eleganza del ristorante Il Picchio Rosso. Per un soggiorno indimenticabile.
resort
89
M AGA ZINE
VEIo RESIDEnCE RESoRT
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M AGA ZINE
piante del sogno
9
IL CILIEGIo
K
K
A
di Irene Cappa
appuntamenti
A
perto al pubblico nel 2003 il
Museo Giardino di Montagnana
di Serramazzoni, a soli 25 km da
Modena è sorto su un terreno che nel 1996 era stato trovato
pieno di rifiuti. Dopo essere stato ripulito ha trascorso sette
lunghi anni abbandonato a se stesso, così che la natura
facesse il suo corso donando al giardino una connotazione
straordinariamente naturale. Nessuna modifica all’originaria
flora né alla conformazione del terreno, che offre oggi un
suggestivo paesaggio quasi selvatico. Oltre 800 le varietà di
rose disposte sul territorio per aree tematiche, accanto ad un
erbario che offre l’opportunità di esperienze multisensoriali,
con un’immersione totale tra profumi, colori e sapori. Il museo
offre anche la possibilità di corsi (massimo 25 persone) su
argomenti che vanno dai metodi di potatura al controllo delle
infestazioni fino alla progettazione dei giardini. Ma l’aspetto
più interessante è la sezione dedicata alle rose ritrovate,
derivanti da ibridazioni avvenute naturalmente nel tempo
o create dall’uomo per mezzo di esperimenti o semplice
inesperienza, mai annoverate nel registro internazionale. In
attesa di identificazione, queste rose prendono il nome della
località dove sono state ritrovate o della persona che le ha
scoperte. Chiunque può infatti portare nuovi esemplari per
aggiungerli al patrimonio del museo o semplicemente per
tentare di individuarne la specie; a questo scopo è stato creato
un data base completo di foto e informazioni di tutte le rose
che attendono di essere riconosciute, a cui tramite internet è
possibile accedere per collaborare all’identificazione ◆
27 MAGGIo
GIoCHI DI RoSE nEL RInASCIMEnTo
Le Rose nell’arte del XIV e XV secolo: percorso
di rievocazione della Rosa Antica nelle sue
molteplici suggestioni, nel Giardino e nelle
sale interne del Museo.
31 MAGGIo
GIuSEPPInA BonAPARTE E LE RoSE
Giornata dedicata alla più importante
collezionista di rose del mondo. Un’asta delle
Rose di Giuseppina contribuirà a raccogliere
nuovi fondi per il progetto SLA SLANCIO e
la costruzione di un Centro di Ricovero per i
malati terminali non oncologici.
http://www.museoroseantiche.it/
érasos, prunus avium, ciliegio.
Tutti lo conoscono. Cresce in fretta
a molte latitudini senza particolari
cure, ha un bel tronco diritto, di legno pregiato, chioma
ombrosa, radici possenti, copiosi, bianchi, profumati
fiori... e frutti: “E io ti davo baci, senza accorgermi... oh
labbra di ciliegia!” recita Garcia Lorca. Frutti poetici,
erotici, allegramente colorati e squisitamente benefici,
buoni per uccelli (avium), insetti, uomini. Il ciliegio è
l’albero perfetto. Capace persino di curare malattie.
In Giappone esiste un luogo, meta di pellegrinaggi, il
monte Yoshino, dove crescono centomila ciliegi selvatici,
prodigioso spettacolo prefigurazione della Futura
Beatitudine. Molte persone, non solo Akira Kurosawa
o altri giapponesi, sognano ciliegi. Io per esempio. Per
me sono la terra dell’infanzia, quando le ciliegie mature
ornavano le orecchie in guisa di monili. Cosa sono per
voi? L’impermanenza della bellezza simboleggiata dai
fiori bianchi o la cortesia, la grazia, la modestia che
sempre i fiori incarnano? Sono il rosso del sangue e
della passione riconoscibile nei frutti? O sono l’amore
più romantico? Quello che fa scrivere a Neruda: “voglio
fare con te/ ciò che la primavera fa con i ciliegi”... ◆
Tre sole lettere per raccontare un indirizzo
che accoglie i suoi ospiti dalla colazione
del mattino, con una proposta di lieviti
e dolci fatti in casa, e li accompagna
in ogni momento della giornata con gusto
e grande attenzione alla materia prima.
Selezioni di qualità, proposte fresche e golose,
con uno sguardo alla migliore cucina
di tradizione della nostra cucina e una cantina
frutto di ricerca e passione. Dal pranzo veloce
alla pausa caffè, fino all’aperitivo, alla cena
e ancora oltre. Dal mattino a sera,
Giò è un indirizzo sicuro nel centro di Roma,
ideale per trascorrere momenti di relax e gusto.
Renata Biserni Psicoterapeuta-Psicodrammatista
[email protected]
photo by Sheila McKinnon
MuSEo GIARDIno
fRA ARTE E nATuRA
Giò Ristorante Caffè
Giò Ristorante Caffè
Via dei Filippini 4/7 - 00186 Roma - T/F +39 06 68301747
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M AGA ZINE
M AGA ZINE
IL SALonE è MoBILE?
CHIuSI Con TAnTISSIMo EnTuSIASMo I BATTEnTI DEL SALonE
InTERnAzIonALE DEL MoBILE E DEGLI EVEnTI fuoRISALonE,
MILAno SI ConfERMA CAPITALE DEL DESIGn InTERnAzIonALE
di Vittoria di Venosa
Moroso - collezione Coat by Sebastian Herkner
I
I
n pratica ‘due Saloni in uno’ hanno animato
dentro e fuori i padiglioni di Rho-Pero,
l’intera città in una perfetta alchimia tra
imprenditoria, creatività e utopia, con innumerevoli proposte
ironiche cariche di leggerezza.
Al Salone, che si presentava parallelamente alle edizioni
biennali di EuroCucina e del Salone Internazionale del
Bagno, si sono visti mobili e arredi per vivere la casa in
modo intelligente, mentre al FuoriSalone si sono notati più
tendenze, più innovazione e più protagonisti.
Dentro al Salone le grandi imprese dell’arredo, fuori le
giovani aziende, i designer indipendenti, gli eventi alternativi
di Tortona District, di Brera Design District e di Ventura
Lambrate, vera officine di design italiano e straniero.
Moroso sofa M.a.s.s.a.s.by Patricia Urquiola
Edra - Cipria by fratelli Campana
Kartell Mademoiselle by Kravitz & Starck
Parola d’ordine per tutti: riciclo, recupero, risparmio
energetico e rispetto per l’ambiente. Su tutto ha brillato la
stella del pop americano Lenny Kravitz che da Kartell ha
offuscato l’archi-star Philippe Starck. Serata indimenticabile
infatti nel flagship store di Milano per la presentazione
di sei poltroncine ‘Mademoiselle’ disegnate da Starck e
reinterpretate dal Kravitz Design Team, che le ha rivestite di
materiali scelti, in comune con il progettista francese: pitone,
pelliccia, cuoio e trame intrecciate. Un vero coupe de théâtre
di Kartell che ha fatto molto rumore, non solo tra gli addetti
ai lavori, ma tra tutto il popolo nomade che per sei giorni ha
invaso la capitale dell’arredo.
Sorprendente anche la morbidosa poltrona ‘Cipria’ dei celebri
fratelli brasiliani Fernando e Humberto Campana pensata per
Edra, che per festeggiare il suo XXV anniversario ha proposto
nel suo showroom la mostra ‘Le poltrone di Edra’ dei suoi
pezzi-icona chela hanno reso celebre il marchio nel mondo.
Da Moroso, in uno stand particolarmente colorato firmato
dalla vulcanica designer spagnola Patricia Urquiola, è stata
presentata la poltrona ‘M.a.s.s.a.s’ dalla forma rigorosa con
tagli e linee decise. Sempre da Moroso molto intrigante la
poltrona senza piedini ‘Coat’ disegnata dal giovane designer
tedesco Sebastian Herkner: sintesi di decorazione e funzione,
rivestita in tessuto rimovibile e molto morbido.
Anche Missoni, che gioca sempre con note di colore ricche
di toni acuti e vibranti, propone soluzioni d’imbottiti di
vorticosa originalità pensati dall’instancabile e sempre
affascinante Rosita Missoni, come la linea ‘Fiammata’ dai toni
primari e sofisticati come il nero/rosso/argilla dello jacquard.
Misssoni collezione Fiammati
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www.binacci.it
BINACCI.
ARIA DI PRIMAVERA.
design
Flou letto Sanya by Carlo Colombo
Giorgetti letto Ira by Chi Wing Lo
Molto ammirato il segno rigoroso dell’elegante letto
‘Sanya’ progettato da Carlo Colombo per Flou, che
cattura l’attenzione per la scenografica opulenza
della testata fittamente trapuntata ‘a pinciatura’.
Di taglio più essenziale e minimalista invece il
letto ‘Ira’ che Chi Wing Lo firma per Giorgetti
che con il suo baldacchino delicatamente
impercettibile dona una sensazione di riposo,
complici anche il lino e la luce dei materiali
naturali intrisi di sottile vena poetica.
Il contemporaneo rivisitato si trova nelle visioni
oniriche della collezione Art Gallery, proposta dagli
interior project di Visionnaire, in pratica un incrocio
tra divertissement e romanticismo. Il classico senza
tempo di Elledue, l’azienda fondata nel 1972 dai
fratelli Lanzani, ha invece il proprio punto di forza
e la profonda cultura artigiana nella variegata
composizione delle credenze e del divano
‘Thias’ in avorio/rosso, proposti insieme al
coffe-table ‘Novecento e alla boiserie retroilluminata ‘Fidia’.
Gufram, marchio storico del design, dopo la
l’acquisizione di Sandra Vezza, imprenditrice
piemontese del settore alimentare, torna al
Salone del Mobile e ripropone i suoi pezzi storici
capaci di sorprendere ed emozionare. Nota per il
suo carattere irriverente e dissacrante Gufram ha
rinnovato la collezione e presentato il divertente
‘Cactus’ in un nuovo e brillante colore e la divina
accogliente ‘Bocca’.
Gufram - Cactus Rosso
Elledue composizione Thias e Fidia
Binacci è bello tutto l’anno, ma a Primavera
diventa davvero irresistibile. Tutti i migliori
marchi dell’arredamento Made in Italy a
condizioni d’acquisto super vantaggiose,
uniche in Europa, e una qualità del servizio
pre e post vendita che non ha eguali. Fate
un salto da Binacci e scoprite quanto è bella
Roma in questa stagione.
Visionnaire Art Gallery Collection
Via Tiburtina 440
Via C. Colombo 440/F
CENTROCUCINE
Via Anagnina147
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M AGA ZINE
Poltrona Frau poltrona Juliet by Benjamin Hubert
Sicis - Moi et la Rose
Fiam - tavolo Gauss by Bartoli Design
Ancora seducenti le poltrone e i divani della collezione
Next Art di Sicis realizzata con giganti inserti di di velluto
rosa e piccole tessere di mosaico, mentre Meritalia per il
suo 25esimo compleanno, ha festeggiato e consolidato la
sua collaborazione del visionario designer Gaetano Pesce
presentando nuove e innovative creazioni come il rivisitato e
coloratissimo sofà Michetta.
Leggerezza e poesia si trovano nelle proposte di Fiam, leader
della cultura del vetro, con il tavolo allungabile Gauss per il
living di Bartoli Design e i tavolini ricamati in Macramé di
Lucidi e Pevero.
Rigore e originalità anche al FuoriSalone di Poltrona Frau
che ha rivisto il passato in versione 2012 con Juliet, una
reinterpretazione del capitonné, in pratica una poltrona
disegnata dal talentuoso designer inglese Benjamin Hubert
(vera nuova star emergente insieme a Sebastian Herkner) che
ha vinto il Centennial Design Competion lanciato da Poltrona
per festeggiare i suoi 100 anni di attività.
Molte e altrettante le novità sia del Salone che del FuoriSalone.
Ma per meglio illustrarle, l’appuntamento con il prossimo
numero vedrà l’incontro ravvicinato dei protagonisti del nuovo
lusso della sala da bagno e la leggerezza delle cucine intelligenti ◆
AMMALIAnTE ouTDooR
oRE SEREnE DA TRASCoRRERE ALL’APERTo,
ABBAnDonAnDoSI ALLA PIACEVoLEzzA DI TESSuTI
SoffICI, InGEnTILITI DA TRAME EVoCATIVE E SEDuCEnTI
di Loriana Nei
ARMonIA E BEnESSERE
Candidi e preziosi i cuscini
Remembrances e Corallia di
Mastro Raphaël, presentati in
tenui tonalità marine e pastello.
La collezione Remembrances
è realizzata in cotone e lino,
mentre i tessuti Corallia sono in
puro cotone ricamato.
www.mastroraphael.com
ELEGAnzA E SICuREzzA
Tessuti tecnologici, dalla linea moderna
e accattivante, che garantiscono
sicurezza e salute. Agena propone
tre innovativi filati per l’outdoor
antiallergici, antibatterici, riciclabili
e privi di additivi tossici: Tokio (nella
foto grande), Vienna e In&Outdoor (i
quattro esempi in basso).
www.agenagroup.it
ISPIRAzIonE BoHEMIEn
Le ore trascorse in veranda si fanno
irresistibilmente chic grazie ai tessuti dal
sapore bohemien di UV Pro, distribuiti
da Christian Fischbacher. Tinte unite soft
e delicati motivi geometrici o foliage
rimandano all’incanto della natura.
www.fischbacher.com
CRoMIE SPAVALDE
La seconda proposta firmata UV Pro,
disponibile in Italia grazie al marchio
Fischbacher, abbraccia lo stile optical e
delinea i contorni di un’estate sofisticata
ed esclusiva da vivere a bordo piscina.
I tessuti UV Pro, come dice il nome
stesso, hanno la caratteristica peculiare
di essere resistenti ai raggi ultravioletti.
www.fischbacher.com
EQuILIBRIo E CoMfoRT
Una raffinata torre di cuscini formata
dalla collezione Blueprint di Chivasso
by JAB: sulla vetta, il tessuto a righe
Anyplace; al centro, Anywhere; come
base, Anyone. Tre rivestimenti attuali
che mescolano con abilità tessuti similcotone e tessuti tecnologici avanzati.
www.jab.de
Collezione Galatea
richardginori1735.com
ELEGAnzA VIVACE
CARATTERE CoSMoPoLITA
Rilassarsi con stile, mentre si ammira
una vista a cinque stelle. Questi
confortevoli imbottiti “vestono” Rubelli.
Nella foto contiamo cinque proposte:
Caorlina, dal lieve disegno quadrettato,
Mascareta, dal vago aspetto vintage,
Galeazza, un contemporaneo rigato
barré, Pupparin, tessuto contraddistinto
da sottili nervature irregolari, e Bissona,
jacquard che raffigura un grande
floreale su fondo colorato.
www.rubelli.com
Decori antichi con tratti fashion per
Granfoulard Bassetti, qui declinata
nelle riposanti tonalità del turchese,
del bianco e del marrone. I disegni e
le cromie vengono da tutto il mondo,
ma la realizzazione è orgogliosamente
made in Italy.
www.bassetti.com
SEnSAzIonI PIACEVoLI
La tavola presentata da Society è
baciata dalla grazia e dall’armonia.
Tutto merito della leggerezza e
sobrietà del lino, scelto sia per le
tovaglie (in lino froissé 100%) che
per i runner (in garza di lino 100%).
www.societylimonta.com
CALoRE E LIBERTà
Evocativa e vibrante la versione nei toni
dell’arancio, che rimanda ai colori della terra,
scelta sia per il tavolino che per i cuscini.
www.bassetti.com
I 5 punti
d i un giard ino d i successo
a cura di Cafelab - Emanuela Carratoni e Fabio Cipriano
VASI E fIoRIERE
Sistema di vasi TAO di Myyour
con l’arrivo Della bella stagione,
ritorna voglia Di spazi aperti.
le possibilità offerte
Dalla nuova vasta gamma Di arreDi
Da esterni porta in terrazza tutte
le comoDità Della nostra casa.
una progettazione attenta
e Di Dettaglio e la scelta Di elementi
Di Design puÒ trasformare qualsiasi
spazio, anche Di Dimensioni riDotte,
in un “buen retiro” all’ aperto.
tenenDo conto Della forma,
Delle Dimensioni e Dell’orientamento
Dello spazio Da progettare,
gli elementi fonDamentali attorno
ai quali ruota il progetto
e su cui intervenire sono cinque
A tutti piace avere del verde nei nostri terrazzi. Oggi la pratica che ha preso il
nome di Container Gardening si è evoluta fino a livelli di specializzazione molto
elevati. Oltre ai tradizionali contenitori di cotto e plastica si trovano in commercio
vasi e fioriere in legno, alluminio, ceramica colorata e l’affascinante Corten, o più
propriamente COR-TEN, lega metallica dall’aspetto “ossidato” dall’alta resistenza
alla corrosione oltre che meccanica (da cui il nome: CORrosion resistance, TENsile
strenght ).
Tenendo conto di orientamento e soleggiamento, la scelta delle piante è
praticamente infinita: da piccoli arbusti verdi da sagomare, a fiori da recidere, a
piante grasse, a erbe aromatiche. Bisogna ricordare che quando si crea un giardino
“in vaso” la terra asciuga molto più velocemente di quanto non faccia nelle aiuole
tradizionali, quindi avrà bisogno di un’attenzione extra soprattutto in estate e
possibilmente dovrà essere predisposto un sistema d’irrigazione “a goccia”.
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M AGA ZINE
Panchetta ROW di Officinanove, design Paolo Ulian
SEDuTE
Le sedute da utilizzare all’aperto si dividono in due precise
tipologie: quelle per consumare pasti e quelle dedicate
al relax. Se si ama mangiare all’aperto durante la bella
stagione, l’ideale è optare per un set da pranzo. Un tavolo
da bistrò a due posti è ottimo per spazi estremamente
ridotti, ma un tavolo da quattro è sicuramente più
versatile. Per chi riceve molti ospiti, a meno di non
avere spazi generosi un tavolo da sei o otto posti, con le
relative sedie, occuperà veramente molto spazio. Meglio
Lettini Ninix e ombrelloni Shady di Royal Botania
scegliere sedie impilabili o pieghevoli oppure realizzare
delle panche da arredare con cuscini. Se invece si ama
trascorrere il tempo all’aperto rilassandosi con un libro,
bevendo un cocktail e conversando, è meglio optare per un
divano da esterni, un tavolo basso e alcune chaise-longue.
Ad oggi esistono numerosi materiali di nuova concezione
resistenti agli agenti atmosferici che garantiscono una
lunga durata degli arredi (resina, vimini, teak, alluminio o in
acciaio verniciato a polvere). Per i cuscini e i rivestimenti,
sono indispensabili tessuti lavabili.
Divano e doppia chaise longue Cocoon della collezione SAGA di Roche Bobois
GlammFire, Flut
Poltrona Fold di Royal Botania, design Frank Boschman
fuoCo
Ak47, Mangiafuoco
Per arricchire la zona conversazione non c’è niente di
più spettacolare del fuoco come elemento catalizzatore
della scena, l’effetto è estremamente conviviale a fronte
di uno spazio necessario davvero ridotto. Le recenti
soluzioni tecnologiche, infatti, mettono a disposizione
focolari da esterni che hanno bisogno di spazi contenuti,
bassa manutenzione e un design minimale che si inserisce
facilmente in qualunque contesto. La praticità e la bellezza
degli elementi in commercio permettono di scegliere fra
un’ampia gamma di modelli e soluzioni.
GlammFire, Cosmo
Poltrona e divanetto NICE di Doimo Salotti
ACQuA
I giochi d’acqua da sempre sono molto amati per il loro
potere calmante, dovuto al loro scorrere ritmico. C’è
qualcosa di incredibilmente rilassante nel guardare l’acqua,
che si tratti dello spruzzo di una fontana o semplicemente
della superficie di una piscina che riflette la luce del
sole. Un elemento ‘acquatico’ può trovare posto anche
in un balcone o in una terrazza; si può pensare a una
fontana freestanding, da collegare ad una presa d’acqua
a muro o inserire semplicemente ciotole in ceramica o
rame, contenenti apposite specie di piante acquatiche
come ninfee, loto o equiseto. L’importante in questo caso
è cambiare l’acqua quando necessario e magari adottare
qualche accorgimento per evitare il possibile prolificare
di zanzare.
ILLUMINAZIONE
All’esterno l’illuminazione, oltre a dover essere sufficiente
per garantire il movimento e la sicurezza, ci da la possibilità
di dilatare nel tempo il godimento degli spazi e reinterpretare
l’ambiente secondo nuovi equilibri di ombre e luce
raggiungendo effetti molto scenografici.
Un sapiente gioco di luci può creare di notte un ambiente
diverso da quello diurno, dove il dettaglio assume
un’importanza prevalente. Gli apparecchi illuminanti da
utilizzare, realizzati appositamente per esterni, devono
produrre una luce soffusa e delicata, con toni morbidi, mai
abbagliante.
Alle classiche appliques da parete, magari dotate di una
doppia emissione di luce, verso l’alto e verso il basso, è
possibile affiancare apparecchi da incasso, per creare giochi
di luce radenti lungo il perimetro e tra il verde. Illuminare il
verde è qualcosa da fare con molta attenzione, in particolare
evitando lampade a incandescenza e a vapori di sodio, che
accelerano la crescita e indeboliscono le piante; per ottenere
buoni risultati è sempre bene rivolgersi ad un esperto.
Nelle aree destinate allo stare, dove si consumano i pasti, si
conversa o si legge un libro, una lampada a sospensione dona
il giusto grado di intimità; se non si dispone di un soffitto a cui
appenderla una piantana di design è sempre una soluzione
affascinante. Naturalmente, per eventi speciali o per creare
una particolare atmosfera, le candele rappresentano un must
senza tempo ◆
Apparecchi illuminanti Beluga Alu di Fabbian, design Marc Sadler
I tuoi affari viaggiano
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Anno 4
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n. 69705 - Ai sensi del D.Lgs 196/2003 la informiamo che i dati da lei inseriti sranno trattati su carta e computer.
Per l’esercizio dei diritti previsti dall’art. 7 può scrivere a PKC
Maggio 2012
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