Ambasciata d`Italia - Publications for Italian and Australian
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Ambasciata d’Italia CANBERRA Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Aprile 2006 Anno VI – Fascicolo I Ufficio dell’Addetto Scientifico Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia CANBERRA Aprile 2006 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Aprile 2006 Sponsored by: I Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA II Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Introduzione Considerazioni sull’Associazione per la Ricerca tra Italia e Australia (ARIA) Le Associazioni ARIA sono state fondate al fine di creare una rete di ricercatori australiani (soprattutto di origine italiana) coinvolti (o che vorrebbe essere coinvolti) in attività di ricerca con le controparti italiane. L’obiettivo principale e’ quello di creare un’associazione in ciascuno stato australiano ed una in Italia, così che in ciascuno stato sia presente una struttura più vicina e meglio informata ai bisogni del territorio (quali università, governi federali, centri di ricerca, società Hi-Tech, istituti di cultura, etc.). Ad oggi, ci sono sei associazioni in Australia, con cui collaborano circa 200 persone tra soci e collaboratori esterni. I presidenti delle varie associazioni sono in contatto attraverso una email-group. Se ci sono risorse disponibili vengono organizzati incontri nazionali, come quelli tenutisi a Canberra nel 2001, 2002, 2003 e 2004; in tali occasione vengono definite nuove strategie, e questi rappresentano un’opportunità d’incontro con i principali organi di ricerca australiani (DEST – Ministero australiano dell’Istruzione, Scienza e Formazione, ARC – Agenzia australiana per la ricerca, NHMRC – Ministero australiano della Sanità e della Ricerca Medica , AAS – Accademia delle Scienze Australiana, Commissione Europea, etc.) e alcuni rappresentanti italiani. Pur non essendo stata ancora formalizzata, l’Associazione ARIA Italia e’ costituta da circa 90 ricercatori italiani coinvolti in attività di ricerca con ricercatori australiani, in contatto tra loro via e-mail. E’ stata più volte discussa la proposta di formalizzare l’associazione ARIA-Italia, mai approvata in quanto i ricercatori italiani provengono da aree distanti tra di loro, il che renderebbe difficile la gestione dei lavori. Tutti questi ricercatori sono coinvolti comunque in attività di ricerca con ricercatori australiani soci delle varie associazioni ARIA da Australia, creando in questo modo una rete attiva fra i vari ricercatori coinvolti nella cooperazione S&T bilaterale. Dal 2002 ad oggi l’andamento delle associazioni ARIA è stato molto positivo. Dopo una fase iniziale caratterizzata da forti entusiasmi per la creazione di un’organizzazione nuova, come e’ stata ARIA, ci troviamo ora di fronte ad alcuni interrogativi: C’è davvero bisogno di un’associazione come ARIA all’interno della cooperazione bilaterale? Quali sono gli obiettivi e il ruolo di ARIA? Esiste un desiderio reale di trovare una nicchia funzionale per ARIA? Il ruolo e gli obiettivi di ARIA, già riportati all’inizio di questo articolo, sono stati chiaramente definiti nello statuto dell’associazione, secondo cui ARIA rappresenta il luogo in cui tutti i suoi soci possono condividere la cultura italiana e possono godere di un’atmosfera favorevole dove discutere congiuntamente questioni relative alla loro attività. Ciascuna associazione australiana è formata da soci interessati principalmente alla promozione della loro attività di ricerca non solo in Australia ma soprattutto in Italia ed in Europa, al fine di migliorare e valorizzare i risultati raggiunti. Ciascun socio ha il compito di trovare nuove opportunità per poter raggiungere tali obiettivi, e l’Associazione da parte sua, se avrà un ruolo attivo sul territorio in cui opera, faciliterà lo sviluppo di tale processo. Al fine di avere un ruolo attivo, l’associazione deve essere in grado di interagire a livello locale (con università e centri di ricerca, stati federali, società hi-tech, etc.) e con il governo nazionale, la Commissione Europea, l’Ambasciata d’Italia, FEAST Forum per la collaborazione scientifica e tecnologica tra Europa e Australia), etc. Sulla base di questi contatti, le associazioni potranno perciò individuare i finanziamenti più adeguati tra quelli disponibili al fine di sviluppare le attività di collaborazione tra i propri soci. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti i soci ARIA che, con il loro contributo, stimolano il dialogo su come valorizzare al meglio le opportunità presenti e future che un’associazione come ARIA puo’ raccogliere, diffondere e concretizzare nell’interese di una attiva e vivace cooperazione S&T bilaterale. Nicola Sasanelli Addetto Scientifico III Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Introduction Considerations on the Association for Research between Italy and Australia ARIA The Associations ARIAs were born to create a network of Australian researchers (especially of Italian background), who are involved (or would like to be involved) in research activities with Italian counterparts. The main goal was to create an Association in each Australian State and one in Italy, in order to generate in each State a structure closer and aware to the needs of the territory (like Universities, State Governments, Research Centres, Hi-Tech companies, culture institutes, etc.). At this stage, we have six incorporated associations in Australia; the membership and a wider audience reach over 200 people. The ARIA Presidents are linked together via an email-group and, when the resources allow it, a national meeting is organised. Since now, a national meeting was held in Canberra in 2001, 2002, 2003, 2004. The goal of these events has been to define new strategies and represented an opportunity to meet the main Australian Research bodies (DEST, ARC, NHMRC, AAS, European Commission, etc) and some Italian representatives. The link between Italy and Australia has not been formalised but it exists and it is very intense. At this stage we have an Italian network with more than 90 Italian researchers involved in activities with Australians, linked together via email. Although they have been stimulated several times, they are not keen to incorporate ARIA-Italy, because they are spread all around Italy and the logistic of an Association of this kind would be difficult. All of them are involved in activities with Australian researchers who are ARIA members, generating in this way an indirect link through ARIA, but an active one. The ARIAs trend from 2002 until now has certainly been positive. The initial phase, dominated by the enthusiasm of creating a new organization as the ARIA one, is now gone and we are left with some questions: - Is there a need for an ARIA? - What are ARIAs roles and aims? - Do we wish to find a functional niche for ARIA? The ARIA’s roles and aims, already reported at the beginning of the paper, are clearly defined in the ARIA rules of incorporation. The Association represent the place in which all members can share the Italian culture and can enjoy a nice atmosphere were they can share some of the issue related to their work. Each Association is constituted by members who are mainly interested in promoting their own research activity within their State, widely in Australia, with Italy and with Europe in order to improve and valorise their results. Each member is in charge of finding new opportunities to reach these goals. The Association as such, if it has an active role in the local territory, should be able to facilitate this process. An Association in order to have an active role, must be able to interact with the local territory (universities and research centres, state government, hi-tech companies etc,), as well as with the Federal Government, the European Commission, the Italian Embassy, FEAST, etc. Thanks to such interactions and networking, the Associations will be able to individuate the more appropriate funding sources to pursue the goals of cooperation of their members that often have to be found in a basket funding solution. I take this opportunity to thank all ARIAs members, who, with their contribute, are stimulating the discussion among all ARIAs members on how to valorise the opportunities arisen and that can rise by ARIA. Nicola Sasanelli Scientific Attache’ IV Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA V Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA VI Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Victoria – A Strong Innovation Base in Australia The State of Victoria, Australia welcomes new innovation collaborations and business ventures, and provides a range of assistance to help you ‘do business’. The Victorian Government is building the State’s innovation capabilities through programs such as its Science, Technology and Innovation (STI) Initiative, which is driving job creation and growth through investment in our knowledge base. Victoria has one of the largest and most advanced industrial and scientific bases in the Asia-Pacific region. Its many innovation precincts represent an impressive clustering of universities, research organisations, hospitals and industry. These clusters provide cutting-edge expertise in sectors as diverse as nanotechnology, biotechnology, automotive, ICT, environmental technology, food and agriculture, advanced manufacturing, aeronautics, financial services and design. Victoria is also home to the largest number of employees and represents the highest State expenditure by Australia’s leading scientific R&D organisation – CSIRO. Victorian Innovations contribute to fighting Influenza threat The Victorian Life Sciences Sector is working with national and international agencies to ensure that research breakthroughs are used effectively to combat the emerging flu threat, wherever it may occur globally. The Department of Primary Industries has developed a groundbreaking test that reduces the time taken to detect the Avian Influenza virus in wild birds from two weeks to just 6-8 hours. The test is to be made freely available for use worldwide. The Burnet Institute is developing an oral poultry flu vaccine in collaboration with the University of Melbourne and Dow AgroChemicals. BioDiem is developing a live attenuated influenza vaccine LAIV. Collaborative studies by BioDiem and the USA’s Centre for Disease Control and Prevention (CDC) has demonstrated that BioDiem’s LAIV is able to confer protection to virus infections other than the targeted viral strain. A $2.96 million grant from the Victorian Government enabled Melbourne company CSL to expand and upgrade its influenza vaccine facility. It is the only centre of its kind in the Southern Hemisphere and now allows the company to produce up to 40 million doses of the influenza vaccine annually. VII Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA GlaxoSmithKline Australia announced recently that it was recommencing production of its antiinfluenza flu drug, Relenza in Melbourne. The product is one of the frontline defences against the spread of bird flu. Production is expected to start around mid-2006.Relenza was discovered in Melbourne by one of our leading biotechnology companies, Biota, in conjunction with CSIRO. Biota is now developing a second generation of flu treatments. Agricultural Biotechnology International Conference (ABIC) Melbourne, Australia 6–9 August 2006 The conference theme, Unlocking the potential of agricultural biotechnology, is expected to attract over 1,000 international and national delegates. The program will focus on innovation and commercialization of agricultural biotechnology to achieve maximum effect fro the global community. For more information go to www.abic2006.org Victorian Expatriate Network (VEN) VEN supports the international network of individuals and businesses which underpin the Victorian innovation sector. VEN lets expatriate Australians gain and exchange information and allows governments, businesses and institutions to keep in contact with Victoria's most valuable resource – its people. For more information go to www.ven.business.vic.gov.au For more information, please contact Sir James Gobbo, Commissioner for Italy, Department of Innovation, Industry and Regional Development telephone: (61) 3 9651 8087 email: [email protected] www.investvictoria.com www.innovation.vic.gov.au VIII Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA IX Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA X Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Bollettino della Comunita’ Scientifica in Australasia Aprile 2006 Direttore responsabile: ing. Nicola Sasanelli Responsabile e coordinamento editoriale: dott.ssa Alessandra Iero Comitato di Redazione: dott. Giovanni Attolico –CNR ISSIA Bari dott. Chiara Bancone - Universita' di Genova dott. Bob Brockie – Victoria University dott. Elena Caovilla – Universita’ degli Studi dell’Insubria, Como dott. Liam Carter - Australian National University dott.ssa Anna Maria Fioretti – CNR IGG Padova dott. Guido Governatori – University of Queensland dott.ssa Lynne Hunter – Delegation of the European Commission to Australia and New Zealand dott. Gabriele Porretto – Australian National University dott.ssa Daniela Rubatto – Australian National University dott.ssa Marilena Salvo - Australian National University dott. Luigi Tomba - Australian National University dott.ssa Alessandra Warren – University of Sydney Traduzioni a cura di: dott.ssa Paola Lucidi XI Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Ambasciata d’Italia in Canberra Ufficio dell’Addetto Scientifico Comitato di Redazione 12 Grey Street DEAKIN ACT 2600 Tel. (+61) (2) 6273 3333 Fax (+61) (2) 6273 2406 http://www.scientificambitalia.org/ [email protected] ISSN 1446 - 9588 This project is proudly supported by the International Science Linkages programme estabilished under the Australian Government’s innovation statement Backing Australia’s Ability Il Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia si basa sul libero apporto dei ricercatori. Per tale motivo gli autori se ne assumono interamente la responsabilità. The Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia is based on the free contribution of researchers. For this reason, the authors take on full responsibilities. XII Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Sommario EVENTI Promossi dall’Ufficio Scientifico dell’Ambasciata d’Italia a Canberra pag.1 Congratulazioni Prof Lorenzo Faraone! pag.3 Congratulations to Prof Lorenzo Faraone! pag.4 Nicola Sasanelli Sostegno alla cooperazione S&T tra Italia e Australia: il programma International Science Linkages pag.5 Supporting Italian-Australian Science and Technology Cooperation: The ISL Programme pag.7 Charlotte Hicks III Seminario internazionale Jean Monnet, Roma, 3 – 14 Luglio 2006 Integrare l’Europa in un mondo in costante evoluzione pag.9 III Jean Monnet International Seminar, Rome, 3rd 14th July 2006 Integrating Europe in a changing world pag.11 Philomena Murray Conferenza “Statistical System out of equilibrium: random systems and complex fluid – Primo workshop italo-australiano di fisica statistica, Surfers Paradise 13 al 15 febbraio 2006 pag.13 “Statistical System out of equilibrium: random systems and complex fluid - the first Australian-Italian workshop on statistical physics” Surfers Paradise 13-15th February 2006 pag.15 Angelo Vulpiani, Lamberto Rondoni, Giuseppe Mussardo, Nicola Sasanelli, Debra J Bernhardt Australia-European Symposium on Mycotoxins and Food Safety pag.17 Australia-European Symposium on Mycotoxins and Food Safety pag.18 Antonio Logrieco, Nicola Sasanelli Nuovo Centro Collaborativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ per la ricerca e la formazione nella prevenzione dei suicidi presso l’istituto AISRAP (Australian Institute Suicide Research and Prevention) della Griffith University a Brisbane pag.19 New World Health Organization (WHO) Collaborating Centre for Research and Training in Suicide Prevention at the Australian Institute for Suicide Research and Prevention (AISRAP) – Griffith University - Brisbane pag.20 Diego De Leo, Nicola Sasanelli Biochip in Nuova Zelanda pag.21 Biochips in New Zealand pag.23 Anna Mayer XIII Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Influenza aviaria o dei polli e influenza dei cani pag.25 Avian flu or chicken influenza and canine influenza pag.30 Giovanni Giannotti Cooperazione Scientifica Italia – Australia Studio della Circolazione Marina Costiera con Radar HF e VHF pag.35 Italian – Australian Scientific Cooperation Study of Marine Coastal Circulation by HF and VHF Radar pag.39 A. Mazzoldi, S.Cosoli, M. Gačić, V. Kovačević, M.Heron, A.Prytz, G.Page Collaborazione tra la Facoltà di Design del Politecnico di Milano e il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’ Università del New South Wales su “Wearable Monitoring Technology for Health, Fitness and Rehabilitation” pag.43 Collaboration between Faculty of Design of the Polytechnic of Milan and the School of Electrical Engineering and Telecommunications of the University of the New South Wales about “Wearable Monitoring Technology for Health, Fitness and Rehabilitation” pag.45 Venere Ferraro, Nicola Rossini Una finestra sulla Commissione Europea A window on the European Commssion Lynne Hunter pag.47 pag.50 Una finestra sul diritto internazionale A window on Internationa Law Gabriele Porretto pag.53 pag.55 La scienza: una finestra aperta sulla cultura Science: a window open on culture Elena Caovilla pag.57 pag.59 Una finestra sul Pacifico A window on the Pacific Luigi Tomba pag.61 pag.63 Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio dell’Australasia CAMBIA pag.65 Journey in the Academic and Research world of Australasia CAMBIA pag.68 Alessandra Iero XIV Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio italiano Universita’ degli Studi di Roma La Sapienza pag.74 University La Sapienza of Rome pag.78 Journey in the Academic and Research world of Italy Anna Maria Fioretti Notizie flash dal mondo delle riviste tecnico-scientifiche Australiane 9 Attualità pag.87 • Aperto un nuovo centro di ricerca sull’energia solare • Dati sull’innalzamento del mare durante il 20 secolo 9 Ricerca, Sviluppo e Innovazione pag.88 • Progettazione e costruzione di un nuovo motore a propulsione ionica • Nuova societa’ per lo sviluppo di test genetici per il mercato alimentare europeo. • Nuotatore virtuale 9 Nuove Tecnologie e Nuovi materiali pag.89 • Nuova microtecnologia per il mescolamento del sangue • Nuovo metodo di monitoraggio dell’ossigeno nel sangue • Nuova tecnologia che riduce l’ansia e lo stress nei bambini durante i dolorosi trattamenti per la cura delle ustioni 9 Information Technology pag.90 • Software per lo studio delle malattie neurodegenerative • Tecnologia per l’autentificazione e la identificazione di prodotti commerciali 9 Sanità pag.91 • Microalghe marine come fonte di omega-3 • Un ulteriore passo avanti per la ricerca sulle cellule staminali • Origine genetica e ambientale della depressione • Tossina responsabile dell’avanzamento del morbo di Alzheimer • Scoperto il percorso con cui le cellule combattono le infezioni 9 Ambiente pag.93 • Scoperto il genoma del fungo Aspergillo • Effetto serra: emissione di metano dalle foreste, nuovo approccio al calcolo delle emissioni globali 9 Spazio pag.94 XV Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA • Progettazione e realizzazione della testa del razzo Hyshot • Scoperto un nuovo pianeta nella nostra galassia News from the Italian technical-scientific journal 9 Current Affairs pag.99 • Ambassador for Equal Opportunities in Science • Friuli allocates about 20 MLN Euro to Technology 9 Research, Development, Innovation • pag.100 Inaugurated at “La Sapienza” University in Rome a new computing laboratory: it will lodge the APENEXT supercomputers • Grid: green light in Sicily for two new projects for a very high level ICT 9 Medicine pag.102 • No more deaf and dumb children • DNA damage: identified a new mechanism of action of anticancer drugs • A study of CNR identifies an essential role of the SF2 protein in cell motility, a cell feature important during tumour progression. This finding identifies a new target for novel anti-tumour drugs 9 Environment and Earth Science pag.104 • From observations to simulations: the modelling strategy in climate science • Salt intrusion monitoring in the Venice lagoon with timevariant geo-electrical tomography 9 Space pag.105 • Italian Software Improves Data Transfer from Mars • First spectral measurement of the Earth's radiation emission to space Programma delle Conferenze scientifiche in Australasia pag.107 Principali siti Web pag.109 XVI Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA EVENTI Promossi dall’Ufficio Scientifico dell’Ambasciata d’Italia in Canberra [email protected] 17-21 agosto 2006, Couran cove, Queensland Italo-Australian Breast and Ovarian cancer symposium proposal Breast cancer is the 2nd most common cause of cancer death in women and recently has been declared as a world wide epidemic by the World Health Organization (WHO). 1 in 8 women develop breast cancer during their lifetime (statistics: 2003) and this has increased to 1 in 7 women in 2004. Approximately 1 million people worldwide were diagnosed with breast cancer in 2003 with approximately 400,000 deaths per year. Within Australia approximately 11,000 new cases are diagnosed each year with 4,000 deaths. The rate of breast cancer morbidity in Italy for 2004 was a staggering 130,000 deaths representing 27.4 % of all cancer deaths in Italian women! The symposium will be run in Australia in or around August 2006 so that international speakers have the opportunity to attend a conference on familial cancer being held at Couran Cove (see http://www.ozhorizons.com.au/qld/gc/ccir/ccove.htm between Brisbane and the Gold Coast in Queensland) from the 17th to the 21st of August 2006 (see http://www.kconfab.org/ as details become available). This aim of this symposium is to enhance and foster collaborative links between Italy and Australia with a focus on three major areas: Familial breast and ovarian cancer and genetics; Therapeutic and cell biology research into breast and ovarian cancer; Clinical aspects of breast and ovarian cancer. Initially key Italian speakers in the three focus areas (above) will be invited to attend the conference and will be financial supported to attend the conference. It is then envisaged to invite equivalent Australian speakers to match the content of the Italian speakers, subsequent rounds of invitations will be sent out to expand the three focus areas until the program is filled. Ideally the conference will have approximately 60 attendants. This conference is designed to be the first step in formalising long terms collaborations aimed at bringing Italian and Australian clinicians, researchers and counsellors together. The overall outcome will be translated into improved research and clinical outcomes to the mutual benefit of both countries. Contact: Dr Derek Kennedy [email protected] July 6, 2006, Sydney Industrial and Technological clusters: Role and importance of innovation for Italian and Australian economy. Case study: Torino wireless Technological cluster and “Galileo” (European Satellite Navigation System) The event aims to compare each side’s experience and to examine the solutions put in practice in order to increase the competitiveness of the industrial and technological/knowledge clusters. It wants to discuss the present and future role of the industrial and technological or knowledge clusters. It aims to promote the development of strategic alliance between Italian and Australian clusters, particularly in the case of technology and to identify new fors and possibility for cooperation (eg. Fusion and acquisition processes). The case study will highlight the Torino wireless experience and will feature on the applied case Galileo. More information please contact Prof Ludovico Ciferri: [email protected] or James Galloway: [email protected], or visit www.torinowireless.it 1 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 2 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Congratulazioni Prof Lorenzo Faraone! Nicola Sasanelli Congratulazioni Laurie per il recente riconoscimento ricevuto dall’Australian Academy of Science. Laurie Faraone e’ professore alla School of Electrical, Electronic and Computer Engineering all’Universita’ del Western Australia (UWA), e’ Responsabile del Microelectronics Research Group (MRG) all’interno della scuola, e’ direttore del Western Australian Centre for Semiconductor Optoelectronics and Microsystems (WACSOM). Il Prof. Faraone e’ anche membro fondatore dell’Associazione ARIA-WA. L’Australian Academy of Science e’ stata istituita per decreto reale presentato dalla regina Elisabetta II alla prima riunione del consiglio, durante un’udienza privata a Canberra nel 1954. L’accademia e’ un’organizzazione privata che raccoglie gli scienziati australiani leader. L’accademia delle scienze riconosce l’eccellenza nella ricerca, consiglia il governo per le politiche della ricerca, sponsorizza conferenze scientifiche, pubblica libri scientifici e riviste, si occupa delle relazioni internazionali e promuove l’istruzione scientifica e diffonde la scienza e tecnologia al grande pubblico. Laurie Faraone ha lavorato nel campo della microelettronica sin dagli anni ‘70, quando ha finito il suo dottorato all’UWA. Successivamente ha lavorato negli USA, prima alla Lehigh University, e poi per 6 anni ai laboratori del David Sarnoff Research Centre RCA di Princeton nel New Jersey. Durante il periodo all’RCA, gli e’ stato conferito due volte il premio Individual Outstanding Achievement. Nel 1987 e’ tornato all’UWA come senior lecturer, diventando professore nel 1998. Il suo lavoro negli USA e’ stato principalmente focalizzato sulla ricerca sul silicio; tuttavia dal suo ritorno a UWA ha condotto un notevole sforzo nell’area dei semiconduttori e dei sistemi micro-elettromeccanici (MEMS). Sin dai primi anni ’90 le attivita’ del Prof Faraone in microelettronica sono stati finanziati dall’Australian Research Council, dal settore industriale, dal Ministero della Difesa australiana e da parte della Difesa Americana. Oltre al centro di eccellenza statale WASCOM di cui e’ direttore, ha creato un’azienda leader mondiale nel campo della nanoelettronica del valore di oltre 10 milioni di dollari. Il Prof Faraone ha pubblicato oltre 200 articoli su riviste scientifiche riconosciute internazionalmente e detiene numerosi brevetti nel suo campo di lavoro. Recentemente all’interno di una delle principali aree di ricerca il Prof Faraone si e’ occupato dell’integrazione dei dispositivi MEMS con semiconduttori sensibili alla temperatura. In particolare ha studiato l’utilizzo di rilevatori infrarossi nei MEMS a fibre ottiche (due sistemi prima considerati incompatibili). Da questa attivita’ nel 2004 e’ stato presentato un prototipo su silicio completamente integrato, anche noto come microspettrometro a infrarossi. Quest’ultimo sistema ha applicazioni in diversi campi quali: strumentazione biomedicale, agroalimentare e industria di controllo di processo, monitoraggio ambientale, e nella sorveglianza. La spettroscopia a infrarossi colora il campo dell’infrarosso permettendo l’identificazione di vari elementi solidi e gassosi. Combinando un rilevatore infrarosso a larga banda con le alte prestazioni permesse dalla tecnologia MEMS, sono oggi disponibili nuovi sistemi per la raccolta dati e immagini spettrali. Mentre gli spettrometri a infrarossi vengono utilizzati in laboratorio, il chip di silicio che integra tale tecnologia permettera’ la realizzazione di nuovi sistemi portatili piu’ affidabili e meno costosi. Il Prof Faraone ha gestito questo progetto con lo scopo di realizzare dei sistemi affidabili per una varieta’ di applicazioni che vanno dalla fortificazione del latte materno per I bambini nati prematuramente, all’analisi della fermentazione del vino, alla valutazione del terrorismo biologico nel settore della difesa. Consentitemi quindi di congratularmi con Laurie, convinto di esprimere anche il sentimento di tutti i ricercatori coinvolti nella cooperazione S&T tra Italia e Australia, per la sua eccellente attivita’ scientifica e per il suo straordinario contributo speso nella realizzazione e nel continuo sostegno dell’Associazione ARIAWA. Nicola Sasanelli 3 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Congratulations to Professor Lorenzo Faraone! Nicola Sasanelli Congratulations to Professor Lorenzo (Laurie) Faraone who has recently been elected to the Fellowship of the Australian Academy of Science. Laurie Faraone is a professor in the School of Electrical, Electronic and Computer Engineering at The University of Western Australia (UWA). He is the head of the Microelectronics Research Group (MRG) within the school, and the Director of the Western Australian Centre for Semiconductor Optoelectronics and Microsystems (WACSOM). Prof. Faraone is also a founding member of ARIA-WA. The Australian Academy of Science was constituted by Royal Charter presented to the first Council by Her Majesty Queen Elizabeth II, in private audience at Canberra in 1954. The Academy is a private organization comprising Australia’s leading research scientists. It recognizes research excellence, advises government, sponsors scientific conferences, publishes scientific books and journals, conducts international relations and fosters science education and public awareness of science and technology. Laurie Faraone has been working in the area of microelectronics since the 1970s when he completed his PhD at UWA. Following his graduation in 1979 he worked in the USA, firstly at Lehigh University, and then for 6 years at the David Sarnoff Research Centre RCA Laboratories in Princeton New Jersey. While at the RCA labs he was awarded the Individual Outstanding Achievement Award twice. In 1987 he returned to UWA as a senior lecturer, becoming a Professor in 1998. His work in the USA was mainly concentrated on silicon research, however since returning to UWA he has lead an extensive research effort in the areas of compound semiconductors and micro-electromechanical systems (MEMS). Prof Faraone’s work in the microelectronics area has continously attracted Australian Research Council funding since the early 1990s, in addition to industry funding, Australian Defence grants, and funding from the US Defence Advanced Research Projects Agency. In addition the WACSOM state centre of excellence, of which he is the director, has established a world-class nanofabrication facility, with the facility worth in excess of $10 million. Prof. Faraone has published over 200 peer reviewed international articles and holds several patents from his work in the area. In recent years a major research thrust of Prof Faraone has been research into the integration of temperature sensitive compound semiconductors with MEMS devices. Specifically the work has involved the combining of infrared detectors with MEMS-based optical filters – two systems that were previously thought to be incompatible as semiconductor device processes. This work has led to the first demonstration, in 2004, of a fully integrated infrared detector with the MEMS filter, also known as a infrared microspectrometer. Infrared spectroscopy offers solutions to major challenges faced by a wide range of strategic applications including biomedical instrumentation, spectroscopic sensing in the agriculture and process-control industries, environmental monitoring, and surveillance, to name a few. Infrared spectroscopy brings “colour” to the infrared, which enables identification of various elements in materials and gases. By combining broadband infrared detectors (“black and white” data) with the enhanced capabilities afforded by MEMS technologies, new systems for the detection of infrared radiation, spectral data collection, and spectral imaging will become available. While infrared spectrometers exist for laboratory applications, the integration of wavelength tuning elements onto the infrared detector chip (hence the microspectrometer, or spectrometer-on-a-chip concept) will create new systems that are lower cost, smaller size, extremely robust and ideally suited for numerous portable applications. Prof. Faraone has been leading this effort with his aim being to enable the use of cost effective systems for diverse applications ranging from breast milk fortification for premature babies, to analysis for fermentation in wine, to biological threat assessment for defence. Let me congratulate with Laurie, and I am sure I express also the feelings of all the researchers involved in the Italan-Australian S&T cooperation, for his excellent research activity and for his extraordinary effort in the realization and in continuous support to the Association ARIA-WA. Nicola Sasanelli 4 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Sostegno alla cooperazione S&T tra Italia e Australia: il programma International Science Linkages Charlotte Hicks L’Italia e l’Australia sono partner attivi per la creazione e il sostegno di attività di cooperazoine nel settore scientifico e tecnologico. I rapporti scientifico-tecnologici tra Italia e Australia sono disciplinati dalla Dichiarazione Congiunta firmata a marzo 2002 sulla base di forti legami economici, politici e culturali già esistenti. L’Italia e l’Australia condividono molti aspetti nel campo della ricerca, della scienza e della tecnologia, come per esempio consistenti fondi pubblici nell’area della ricerca e sviluppo (R&S) oltre a interessi e punti di forza complementari. L’Australia sta finanziando le attività di cooperazione S&T con l’Italia attraverso il programma ISL (International Science Linkages). Appoggio a favore della collaborazione tra scienziati italiani e australiani viene inoltre offerto dall’Ufficio dell’Addetto Scientifico dell’Ambasciata d’Italia a Canberra e dall’Associazione ARIA, associazione per la ricerca tra Australia e Italia, le cui rappresentanze locali organizzano regolari incontri e seminari a Canberra, Sydney, Adelaide, Brisbane, Perth e Melbourne, con l’obiettivo di avvicinare gli scienziati dei due paesi con interessi in comune. Il programma ISL Il governo australiano ha allocato, attraverso i programmi Backing Australia Ability e Backing Australia’s Ability – Building Our Future through Science and Innovation, 8,3 miliardi di dollari australiani in dieci anni a favore della scienza e dell’innovazione, di cui 55.5 dollari australiani a favore del programma ISL in un periodo di cinque anni. Il programma ISL sostiene la participazione dell’Australia alle reti mondiali di R&S e contribuisce a garantire al paese continui benefici derivanti dal sostanzioso contributo apportato a favore delle principali S&T al mondo. Il programma assicura sostegno finanziario per una vasta gamma di attività di collaborazione, quali: - la partecipazione di scienziati australiani in attività di collaborazioni specifiche e di grande impatto nella S&T; - organizzazione di importanti conferenze internazionali in Australia; - diffusione e promozione delle risorse scientifiche e tecnologiche dell’Australia; - accesso alle strutture, reti e programmi internazionali principali nel mondo attraverso scambi internazionali, associazioni, missioni e seminari; e - creazione di rapporti bilaterali e multilaterali nella S&T tra l’Australia e altri paesi. Recenti attività nell’ambito del programma italo-australiano ISL Nel biennio 2005-2006, il programma ISL ha appoggiato diversi progetti a breve termine ed in corso che coinvolgo la collaborazione tra scienziati e ricercatori australiani ed italiani. Queste attività includono seminari e simposi, ed un continuo sostegno al Bollettino della Comunità Scientifica in Australiasia. Tali attività di cooperazione garantiscono massimi vantaggi ad entrambe le comunità di ricerca. I progetti sostenuti dal programma ISL hanno permesso di avviare collaborazioni in aree chiave di comune interesse, quale il Workshop sui parchi marini in Italia e Australia (marzo 2005) incentrato sulle questioni scientifiche e di gestione legate alla creazione e al mantenimento di Aree Marine Protette partendo dalle esperienze di scienziati italiani e australiani esperti nel settore. La cooperazione S&T in aree quali la tecnologia della salute e la sostenibilità ambientale offre un contributo a favore delle Australia’s National Research Priorities (Priorità di Ricerca Nazionale Australiana) che rientrano nei criteri di erogazione di fondi all’interno del programma ISL. I progetti chiave tra l’Australia e l’Italia hanno inoltre favorito l’accesso alle risorse S&T internazionali, quali conoscenze, competenze e infrastrutture. Il II workshop di spettroscopia & imaging applicato alla radiazione di sincrotrone, per esempio, ha permesso di rivedere i progressi e di discutere gli obiettivi, lo status attuale e le questioni tecniche legate al progetto Sincritribe Australiano. Per l’occasione, è stata anche prevista una visita alla ELETTRA, azianda leader in dispositivi di sincrotrone. Il programma ISL è gestito dall’International Science Branch del Science Group del DEST (Ministero australiano per l’istruzione, la scienza e la formazione). L’ultimo ciclo di selezioni per l’allocazione di fondi pubblici Competitive Grants, previsti dal programma, verranno rese note verso la metà del 2006. Per ulteriori informazioni sul programma ISL è possibile consultare il sito www.dest.gov.au/science/ISL o inviare un’email a Charlotte Hicks, Italy Country Manager, [email protected] o telefonare al numero (02) 6240 8722. 5 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Charlotte Hicks, Italy Country Manager, Department of Education, Science and Training email [email protected] tel (02) 6240 8722 6 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Supporting Italian-Australian Science and Technology Cooperation: The ISL Programme Charlotte Hicks Italy and Australia maintain an active partnership for the establishment and support of cooperative science and technology activities. Australia’s science and technology relationship with Italy is guided by a Joint Declaration, signed in March 2002, and is built on already strong economic, political and cultural ties. Italy and Australia also share common features in the field of research, science and technology, such as strong levels of public research and development (R&D) funding, as well as complementary strengths and interests. Australia currently provides funding for Italian-Australian science and technology cooperation through the International Science Linkages (ISL) Programme. The Office of the Scientific Attaché of the Italian Embassy in Canberra also supports cooperation between Australian and Italian scientists, as does ARIA, the Association for Research between Australia and Italy. Local chapters in Canberra, Sydney, Adelaide, Brisbane, Perth and Melbourne organise regular meetings and workshops focussed on bringing together scientists with similar interests. The ISL Programme Through its Backing Australia Ability and Backing Australia’s Ability – Building Our Future through Science and Innovation initiatives, the Australian Government has made an $8.3 billion commitment over 10 years to science and innovation. One component of this commitment is the ISL Programme, worth $55.5 million over five years. The ISL programme supports Australia’s participation in global R&D networks and helps to ensure that Australia continues to benefit from its substantial contribution to world-leading science and technology. The programme provides financial support for a range of collaborative activities that include: - the participation of Australian scientists in strategically focussed, leading edge, international science and technology collaborations; - staging of major international conferences in Australia; - showcasing Australia’s scientific research and technology capabilities; - access to world leading international research facilities, networks and programmes through international exchanges, fellowships, missions and workshops; and - Australia’s bilateral and multilateral science and technology relations with other governments. Recent Italian-Australian ISL programme activities In 2005-2006, the ISL programme has supported a number of short-term and ongoing projects involving collaboration between Australian and Italian scientists and researchers. These activities included workshops and symposiums, as well as continued support for the Bollettino Della Comunità Scientifica in Australasia. Such cooperative activities maximise benefits for both research communities. ISL supported projects have allowed collaboration in key areas of interest to both countries, such as the March 2005 Workshop on Marine Parks in Italy and Australia. This Workshop discussed scientific and management issues related to establishing and maintaining Marine Protected Areas and built on the experiences of Australian and Italian scientists in this field. Science and technology cooperation between Australia and Italy in areas such as health technology and environmental sustainability also contribute to Australia’s National Research Priorities, which form criteria in the award of ISL programme funding. Key projects between Australia and Italy have also facilitated access to international science and technology resources, including knowledge, skills and infrastructure. The 2nd Italian-Australian Workshop on Spectroscopy & Imaging in Synchrotron Radiation, for example, reviewed progress and discussed the goals, current status and technical issues involved in the Australian Synchrotron project. It included a visit to ELETTRA, one of the world’s leading synchrotron facilities. The ISL programme is managed by the International Science Branch, Science Group, DEST. The latest round of selections for the Competitive Grants component of the programme is expected to be announced in mid-2006. Further information about the ISL programme can be obtained from www.dest.gov.au/science/ISL or by emailing Charlotte Hicks, Italy Country Manager, [email protected] or by telephone on (02) 6240 8722. Charlotte Hicks, Italy Country Manager, 7 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Department of Education Science and Training Email: [email protected] telephone on (02) 6240 8722. 8 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA III Seminario internazionale Jean Monnet, Roma, 3 – 14 Luglio 2006 Integrare l’Europa in un mondo in costante evoluzione Philomena Murray Il III seminario estivo internazionale Jean Monnet, “Integrare l’Europa in un mondo in costante evoluzione”, sarà un’occasione di grande stimolo per gli studenti di tutto il mondo. Il seminario è organizzato in collaborazione con il Centro per gli Studi Americani e con l’Euroforum di Firenze, e patrocinato da prestigiose istituzioni locali ed internazionali quali la Commissione Europea, il Ministero per le politiche comunitarie, il Senato, etc… Il seminario si terrà dal 3 al 14 luglio 2006 a Roma e rappresenterà una grandiosa occasione per discutere questioni di fondamentale rilevanza per l’Europa assieme alle più grandi personalità internazionali. Soltanto un terzo delle domande di partecipazione verranno accettate. Il seminario estivo è rivolto a laureati, dottorandi e giovani professionisti. Verranno considerate singolarmente anche le domande presentate da studenti universitari distintisi per merito. Si tratta di un corso intensivo, in linea con la tradizione dei seminari estivi di Roma, tenuto sotto l’egida dell’istituto Jean Monnet. Al seminario interverranno esperti, politici, diplomatici e accademici, sia europei che statunitensi. I partecipanti avranno l’opportunità di vedersi riconoscere, presso gli istituti di appartenenza, 12 crediti ECTS / 6US conseguiti durante le due settimane di corso e di discutere una tesina di 4-5000 parole. Il seminario sarà diviso in due moduli di circa 30 ore ciascuno. La prima parte si concentrerà sulla dimensione interna dell’Unione Europea, con particolare attenzione alla valutazione del reale livello di integrazione europea, agli aspetti meno noti dei processi decisionali dell’Unione ed alle sue istituzioni e alle decisioni politiche adottate dopo il recente allargamento. La seconda parte si concentrerà sulla politica estera dell’Unione. Verrà discussa la prospettiva multilaterale dell’UE nei rapporti con altri attori della politica internazionale nelle diverse aree del pianeta, con uno sguardo particolare all’evoluzione delle relazioni transatlantiche, all’Europa come attore multilaterale all’interno del CSFDP, all’importanza delle politiche commerciali, al ruolo dell’UE nella promozione della cooperazione, dei diritti umani, della democrazia e dello sviluppo attraverso alleanze, accordi, etc… Il seminario verrà aperto dal vice-presidente della Convenzione Europea ed ex primo ministro, Prof. Giuliano Amato. Tra i partecipanti, Prof. Adrew Moravsick (Università di Princestone), Leopoldo Nuti (Università Roma 3), Stefano Grassi (Segretariato Generale della Commissione europea), Martin Holland (Centro Nazionale di Ricerca sull’Europa in Nuova Zelanda), Philomena Murray (Centro di Eccellenza Jean Monnet, Melbourne, Australia), Charis Xirouchakis (Capo delle Pubbliche Relazioni al Consiglio dei Ministri dell’Unione europea), Khalid Emara (Ministro degli Esteri egiziano) e molti altri diplomatici, accademici, giornalisti, funzionari dell’UE. Il costo del seminario è pari a 1290 euro. Per gli studenti di università italiane il costo sarà di 650 euro. Verranno messe a disposizione un massimo di 5 borse di studio parziali, assegnate in base al merito accademico, alle condizioni economiche e alle motivazioni presentate. Il miglior studente del seminario riceverà inoltre un premio in denaro pari a 1000 euro e un biglietto Interrail. Al secondo e terzo andrà un biglietto Interrail. Le domande di partecipazione dovranno essere presentate entro il 30 aprile 2006, mentre il termine per la presentazione delle domande di borse di studio scade il 28 febbraio 2006. L’accettazione al seminario verrà comunicata entro un mese dalla scadenza del termine di presentazione della domanda di partecipazione. I candidati dovranno allegare alla domanda una lettera di presentazione, una lettera di motivazione, un Curriculum Vitae e una copia della laurea o una certificazione degli esami sostenuti. Si consiglia di inviare la domanda per e-mail. Per ulteriori informazioni, [email protected] visitare il sito internet Dott.ssa Federiga Bindi Jean Monnet Chair of European Political Integration Universita' di Roma Tor Vergata Ufficio Europeo - Stanza 750 Via O. Raimondo 18 00173 Roma tel. +39-06-7259.2757 fax. +39-06-7259.3618 cell. +39-320-4375670 9 www.ue.uniroma2.it o scrivere a Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA [email protected] [email protected] www.ue.uniroma2.it Il sito della University Association for Contemporary European Studies è http://www.uaces.org/ Assoc. Prof. Philomena Murray Jean Monnet Chair Department of Political Science and Director, Contemporary Europe Research Centre, Jean Monnet European Centre of Excellence University of Melbourne, Victoria 3010 Australia Tel. +61 3 8344 5151 Fax. +61 3 8344 7906 Email: [email protected] Internet: www.cerc.unimelb.edu.au http://www.politics.unimelb.edu.au/aboutus/murray.html 10 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA III Jean Monnet International Seminar, Rome, 3rd 14th July 2006 Integrating europe in a changing world Philomena Murray The III Jean Monnet Chair International Summer Seminar “Integrating Europe in a Changing World” will once again intellectually stimulate and challenge students from across the World. The Seminar is organized in collaboration with the Center for American Studies and Euroforum Firenze, and it goes under the patronage of prestigious local and international institutions such as the European Commission, the Italian Ministry for the EU, the Italian Senate, etc. … The highly selective, unique and exciting opportunity to debate and discuss vital matters pertaining to Europe with the best international minds will be held from the 3rd to the 14th of July, 2006 in Rome, Italy. On average, only one third of the applicants are accepted! The Summer Seminar addresses primarily to graduate and PhD students, young professionals. Exceptionally skilled senior undergraduates can be accepted on individual bases. It will be a highly intensive course, according to the tradition of the Rome Summer Seminars, held under the umbrella of the Jean Monnet Chair. The teaching body will be composed of an unique mix of top international Policy Makers, Diplomats and Academicians, from both Europe and US. The participants will have the opportunity to obtain 12 ECTS/6US Credits over the two weeks including the defence of 4-5,000 words paper, all of which will be fully transferable to home institutions.The Summer Seminar will be divided into two modules of thirty teaching hours each. The first part of the Seminar will focus on the Domestic dimensions of the European Union. The focus will be put on evaluating the real degree of EU integration and on the hidden aspects of the EU decision making procedures, as well as of EU Institutions and Policy making after the recent enlargement. The second part will focus on the Foreign Policy of the Union. The multilateral perspective the EU adopts in its interaction with other international political actors will be discussed in relations to the different areas of the world. Insight will be given on the evolving Transatlantic Relations; on Europe as a multilateral actor in the CSFDP; the importance of commercial policy; the EU’s role in promoting co-operation, human rights, democracy and development through its association agreements etc.. The Opening Lecture will be given by the Vice President of the European Convention and the former Prime Minister of Italy, Prof. Giuliano Amato. Other esteemed speakers coming from all over the world - will include Prof. Andrew Moravsick (Princeton University); Leopoldo Nuti (University Rome 3), Stefano Grassi (Secretariat General of the European Commission); Martin Holland (National Centre for Research on Europe in New Zealand), Philomena Murray (Jean Monnet Centre of Excellence of Melbourne, Australia). Charis Xirouchakis (Head of the Public Relations of the Council of EU Ministers); Khalid Emara (Foreign Minister of Egypt); and many other including diplomats, academicians, journalists, EU officials, etc. The total cost of the Seminar is €1290. For students of Italians Universities the cost is 650€. Up to five partial grants, based upon academic merit, motivation and need will be offered. Furthermore, the best student of the seminar will receive and additional monetary prize of €1000 plus and Internal pass. The second and third classified will win an Interail pass. The deadlines for applications are 28th February 2006 (grant requests) and 30th April 2006. Acceptance will be notified within one month after the deadline. Applicants shall provide: a letter of presentation, a letter of motivation, a Curriculum Vitae, a copy of diplomas or a transcripts of grades. Applications by email are warmly advised. For further information, please visit our website at www.ue.uniroma2.it., or contact us at [email protected]. Dr. Federiga Bindi Jean Monnet Chair of European Political Integration Universita' di Roma Tor Vergata Ufficio Europeo - Stanza 750 Via O. Raimondo 18 00173 Roma tel. +39-06-7259.2757 fax. +39-06-7259.3618 cell. +39-320-4375670 [email protected] [email protected] 11 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA www.ue.uniroma2.it The University Association for Contemporary European Studies can be found athttp://www.uaces.org/ Assoc. Prof. Philomena Murray Jean Monnet Chair Department of Political Science and Director, Contemporary Europe Research Centre, Jean Monnet European Centre of Excellence University of Melbourne, Victoria 3010 Australia Tel. +61 3 8344 5151 Fax. +61 3 8344 7906 Email: [email protected] Internet: www.cerc.unimelb.edu.au http://www.politics.unimelb.edu.au/aboutus/murray.html 12 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Conferenza “Statistical System out of equilibrium: random systems and complex fluid – Primo workshop italo-australiano di fisica statistica, Surfers Paradise 13 al 15 febbraio 2006 Angelo Vulpiani, Lamberto Rondoni, Giuseppe Mussardo, Nicola Sasanelli, Debra J Bernhardt Dal 13 al 15 febbraio u.s. si e’ tenuto nella Surfers Paradise, Queensland, Australia, ospite Griffith University, il convegno internazionale dal titolo “Statistical Systems out of equilibrium: random systems and complex fluids - the first Australian-italian workshop on statistical physics”. La conferenza, promossa dall’Ufficio dell’Addetto scientifico di questa Ambasciata e organizzata dalla School of Science della Griffith University e dal Politecnico di Torino, in collaborazione con il Ministero Australiano delle Scienze, ha visto la partecipazione di circa 50 ricercatori di cui 17 provenienti dall’Italia. La delegazione italiana era guidata dal Prof. Lamberto Rondoni del Politecnico di Torino e composta da: - Angelo Vulpiani - Universita’ di Roma La Sapienza - Giuseppe Gonnella - Universita’ di Bari - Roberto Artuso - Universita’ di Como - Andrea Puglisi - Universita’ di Roma La Sapienza - Giulio Casati - Universita’ dell’Insubria - Giuseppe Mussardo - SISSA/ISAS Trieste - Federico Frascoli - Swinburne University of Technology - Marco Lenci - Stevens Institute of Technology - Stefano Lepri - Istituto dei sistemi complessi ISC-CNR - Owen Jepps - Politecnico di Torino - Daniela Grasso - Politecnico di Torino - Fabio Cecconi - CNR Roma - Emanuele Caglioti - Universita’ di Roma La Sapienza - Andrea Cavagna - INFM and CNR Uni Roma - Adriano Montanaro - Universita’ di Padova - Carlo Paneni - Griffith University Alcuni dei delegati provenienti dall’Italia hanno fatto visita ad alcune istituzioni di ricerca prima e dopo il convegno: - Roberto Artuso – presso la University of New South Wales - Fabio Cecconi – presso la University of New South Wales - Daniela Grasso – presso la Australian National University - Owen Jepps – presso la Griffith University e la University of Queensland - Stefano Lepri – presso la University of New South Wales - Giuseppe Mussardo – presso Griffith University, la University of Queensland e la University of Melbourne - Lamberto Rondoni – presso la University of New South Wales - Angelo Vulpiani – presso la University of New South Wales A tale workshop, come consuetudine di questa Ambasciata, sono stati inoltre invitati ricercatori italiani e/o di origine italiana che lavorano presso università e centri di ricerca australiani quali la Queensland University e la Queensland Technology University; inoltre, l’Associazione ARIA Queensland (Associazione per la Ricerca fra Italia e Australia) ha organizzato un evento di benvenuto ai ricercatori provenienti dall’Italia. Negli ultimi dieci anni, un' intensa attivita' di ricerca teorica e sperimentale ha migliorato la nostra comprensione della termodinamica dal punto di vista dei suoi fondamenti microscopici. Questa comprensione risulta essere alla base dello studio dei nuovi processi tecnologici (per esempio le nanotecnologie) che consentono di produrre nuovi sistemi (nanodispositivi) maggiormente integrati, affidabili e pertanto piu’ competitivi. La conferenza di Surfers Paradise chiude un primo ciclo di iniziative sviluppatosi in Australia dal 1995 grazie alla costante attivita’ del professor Lamberto Rondoni e della professoressa Debra Bernhardt che ha stimolato ed organizzato scambi di visite di esperti e di ricercatori fra l’Italia e l’Australia consentendo lo sviluppo di un’eccellente attivita’ di ricerca congiunta sui collegamenti tra la meccanica statistica e la teoria dei sistemi dinamici. In particolare, negli ultimi anni, sono state predisposte, sulla base di specifici progetti, alcune borse di studio di dottorato destinate a studenti italiani che hanno svolto la propria attivita’ di ricerca in alcune universita’ Australiane (Australian National University, Griffith University, University of New South Wales e Swinburne University of Technology) e, nello stesso tempo, ad alcuni giovani ricercatori australiani e’ stata data la possibilita’ di trascorrere un periodo di studio e ricerca in Italia. 13 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Il principale obiettivo della conferenza in oggetto e’ stato quello di coinvolgere ricercatori provenienti dai due Paesi che operano nel settore della fisica dei sistemi fuori dall’equilibrio, al fine di rivedere i recenti risultati, scambiare idee sui nuovi orientamenti e confrontare metodi sui problemi comuni dovuti all’applicazione dei risultati di ricerca. Infatti, vi e’ da rilevare che le comunita’ scientifiche dei due Paesi coinvolti in tale area tematica costituiscono una parte molto rilevante dell’attivita’ di ricerca condotta dalle diverse universita’ e centri di ricerca di tutto il mondo. I principali argomenti trattati hanno riguardato lo studio teorico e sperimentale di sistemi complessi di dimensioni microscopiche per i quali fino ad oggi non esiste una descrizione matematica completa. In particolare, i vari relatori si sono confrontati sul trasporto molecolare di materia in sistemi caotici con un grande numero di liberta’, fuori dall’equilibrio e sulle fluttuazioni statistiche che lo caratterizzano a livello microscopico. Tali studi trovano, tra l’altro, un’applicazione nello sviluppo di materiali microporosi (per esempio membrane) utilizzabili in campo farmaceutico (nuove capsule per il rilascio controllato dei farmaci), in chirurgia per la protezione degli organi trapiantati (prevenzione dei fenomeni di rigetto) e nell’ottimizzazione della fluidodinamica dei gas leggeri (per esempio i processi di pre-combustione dell’idrogeno). Un’altra importante applicazione di tali studi, emersa nelle presentazioni durante il convegno del Queensland, e’ legata allo sviluppo dei nuovi materiali e in particolare alla realizzazione di materiali con precise proprieta’ reologiche, termiche e meccaniche (per esempio materiali leggeri, dotati di particolare viscosita’ e al tempo stesso ad alta resistenza meccanica). Attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro misto preposto alla programmazione di una serie di iniziative congiunte, la conferenza del Queensland ha dato inizio ad una nuova fase della cooperazione bilaterale nell’ambito della fisica statistica che consentira’ un’attivita’ piu’ regolare e sistematica fra l’Italia e l’Australia. Inoltre, la presenza, fra i relatori italiani, di ricercatori membri della rete europea INSTANS, Network dell’European Science Fondation, dedicata ai problemi di meccanica statistica ed applicazioni nel campo della nanofisica degli atomi freddi e sistemi fortemente correlati, potrebbe preludere ad un coinvolgimento dell’Australia nei prossimi progetti europei presentati da centri di ricerca italiani. Prof Angelo Vulpiani Universita’ Roma La Sapienza Email: [email protected] Prof Lamberto Rondoni Dipartimento di Matematica, Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino - Italy +39 + 011 + 5647533 (office), +39 + 011 + 5647599 (fax) Email: [email protected] http://calvino.polito.it/~rondoni Dr Giuseppe Mussardo SISSA-ISAS Email:[email protected] Nicola Sasanelli Prof Debra J Bernhardt Deputy Director, Nanoscale Science and Technology Centre Emal:[email protected] 14 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA “Statistical System out of equilibrium: random systems and complex fluid - the first Australian-Italian workshop on statistical physics” Surfers Paradise 13-15th February 2006 Angelo Vulpiani, Lamberto Rondoni, Giuseppe Mussardo, Nicola Sasanelli, Debra J Bernhardt From the 13th to the 15th of February, the international conference “Statistical systems out of equilibrium: random systems and complex fluids-The First Australian-Italian Workshop on Statistical Physics” took place, in Surfers Paradise, Queensland, Australia, hosted by Griffith University. The symposium, endorsed by the Office of the Scientific Attaché' of the Embassy of Italy and organised by the School of Science of Griffith University and the Politecnico di Torino, in cooperation with the Australian Ministry of Science, had more than fifty scientists, 17 of which coming from Italy. The Italian delegation was lead by Professor Lamberto Rondoni from Politecnico di Torino and was composed by: - Angelo Vulpiani – Universita’ di Roma La Sapienza - Giuseppe Gonnella – Universita’ di Bari - Roberto Artuso – Universita’ di Como - Andrea Puglisi - Universita’ di Roma La Sapienza - Giulio Casati – Universita’ dell’Insubria - Giuseppe Mussardo – SISSA/ISAS Trieste - Federico Frascoli – Swinburne University of Technology - Marco Lenci – Stevens Institute of Technology - Stefano Lepri – Istituto dei Sistemi Complessi ISC-CNR - Owen Jepps – Politecnico di Torino - Daniela Grasso – Politecnico di Torino - Fabio Cecconi – CNR Roma - Emanuele Cagliotti - Universita’ di Roma La Sapienza - Andrea Cavagna – INFM and CNR Uni Roma - Adriano Montanaro – Universita’ di Padova - Carlo Paneni – Griffith University Some delegates coming from Italy visited other research institutions before and after the conference: - Roberto Artuso –University of New South Wales - Fabio Cecconi –University of New South Wales - Daniela Grasso - Australian National University - Owen Jepps –Griffith University and University of Queensland - Stefano Lepri –University of New South Wales - Giuseppe Mussardo –Griffith University, University of Queensland and University of Melbourne - Lamberto Rondoni –University of New South Wales - Angelo Vulpiani –University of New South Wales Italian and Italian origin scientists working for universities and research centres, as University of Queensland and Queensland University of Technology, were invited to attend the conference, in line with the customary practice of this Embassy. Further more, ARIA Queensland (Association for Research between Italy and Australasia) organised a welcome ceremony for the scientists coming from Italy. In the last ten years, an intense theoretical and experimental research activity has provided a new insight of the thermodynamics of microscopic systems. Such knowledge is beneficial to the development of innovative nanoscale technologies. The Queensland conference closes a first phase of initiatives developed in Australia from 1995 thanks to the constant effort of Professor Lamberto Rondoni and Debra Bernhardt, who stimulated and organised exchanges of scientists between Italy and Australia, allowing the development of an excellent joint research activity on the connections between statistical mechanics and dynamical systems theory. In particular, in the last years, in the direction of specific projects, some doctoral scholarships have been issued for Italian students to undertake their research activity in some Australian Universities (Australian National University, Griffith University, University of New South Whales and Swinburne University of Technology). In parallel some Australian scientists have been given the opportunity to spend time to study and research in Italy. The main scope of the conference “Statistical systems out of equilibrium: random systems and complex fluids”, was that of that of bringing together scientists coming from the two countries and operate in the field of nonequilibrium fluids physics, in order to compare results, exchange ideas on the new directions to pursue, and to compare the methodologies. It’s worthwhile mentioning that the scientific communities of the two countries provide an essentially significative contribution to this field. 15 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA The main addressed topics regarded the theoretical and experimental study of microscopic dimensions complex systems for which a complete mathematical model hasn’t up to now been developed. In particular, the various speakers compared their studies on the molecular transport in nonequilibrium chaotic systems with many degrees of freedom and on the statistic fluctuations that characterize these systems at a microscopic level. This research has application in the development of micro porous materials, such as membranes, of pharmacologic interest (development of new typology of tablets for controlled release of drugs), of surgical interest for the protection of implanted organs, and in the optimisation of the fluid dynamics of gasses (hydrogen). Another important application of such research studies, emerged during the Queensland conference, is related to the development of materials of specific rheologic, thermal and mechanical properties (for example light materials of fixed viscosity coefficient and high mechanical resistance). Having established of an operational group, working towards the organization of a series of joint initiatives, the Queensland conference initiated a new phase of the bilateral collaboration in the context of statistical physics that will allow a systematic cooperation between Italy and Australia. Furthermore, thru participation of scientists that are members of the European network INSTANS of the European Science Foundation, devoted to statistical mechanics and to the application of nanophysics of cold atoms and strongly correlated systems, could lead to an involvement of Australia in the future European projects. Prof Angelo Vulpiani Universita’ Roma La Sapienza Email: [email protected] Prof Lamberto Rondoni Dipartimento di Matematica, Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino - Italy +39 + 011 + 5647533 (office), +39 + 011 + 5647599 (fax) Email: [email protected] http://calvino.polito.it/~rondoni Dr Giuseppe Mussardo SISSA-ISAS Email:[email protected] Nicola Sasanelli Prof Debra J Bernhardt Deputy Director, Nanoscale Science and Technology Centre Emal:[email protected] 16 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Australia-European Symposium on Mycotoxins and Food Safety Antonio Logrieco, Nicola Sasanelli Dal 15 al 17 febbraio u.s. si e’ tenuto presso il Botanic Garden di Sydney, il convegno internazionale dal titolo “Symposium on Mycotoxins and Food Safety”. La conferenza, promossa dall’Ufficio dell’Addetto scientifico di questa Ambasciata e organizzata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari ISPA e dal Botanic Garden Trust di Sydney, in collaborazione con il Ministero Australiano delle Scienze, ha visto la partecipazione di circa 50 ricercatori di cui 4 provenienti dall’Italia. La delegazione italiana era guidata dal dott. Antonio Logrieco del CNR ISPA, e composta dal Prof. Alberto Ritieni dell’Universita’ Federico Secondo di Napoli, Dott. Antonio Moretti del CNR ISPA e dalla Dott.ssa Paola Giorni dell’Universita’ Cattolica di Piacenza. A tale workshop sono stati inoltre invitati ricercatori italiani e/o di origine italiana che lavorano presso le Universita’ dello Stato del New South Wales ed e’ stata predisposta una visita guidata per la delegazione italiana presso il centro di Food Technology della New South Wales University. Le micotossine sono dei metaboliti secondari tossici prodotti dai funghi durante i processi di colonizzazione dei prodotti vegetali e derrate alimentari. Tali sostanze, ritrovandosi anche nelle diverse filiere alimentari (lattiero caseario, enologico, cerealicolo etc.), hanno degli effetti diretti sulla salute degli animali e dell’uomo. L’attivita’ tossica di tali sostanze, quali quella cancerogenica, mutagena, nefrotossica etc, rappresenta oggi piu’ che mai un problema economico e sociale. Negli ultimi anni, ottenere alimenti esenti da micotossine e’ diventata una delle maggiori priorita’ a livello mondiale sia dell’industria agroalimentare e zootecnica che da chi e’ preposto al controllo sanitario degli alimenti. A livello Comunitario esistono stringenti normative che regolano, attraverso diversi limiti di tolleranza, la presenza di micotossine nelle diverse filiere alimentari. Poiche’ l’Australia e l’Italia sono entrambi Paesi produttori di materie prime e derivati a rischio di micotossine (mais, grano, uva da vino, olive, prodotti caseari, da forno etc), le due comunita’ scientifiche sono particolarmente coinvolte nella valutazione del rischio, negli studi epidemiologici e nello sviluppo di tecnologie avanzate per una diagnosi rapida di funghi tossigeni e micotossine nelle derrate alimentari. La conferenza di Sydney e’ maturata dal progetto europeo “Myco-Globe Integration of Mycotoxin and Toxigenic Fungi, Research for Food Safety in Global System” finanziato nell’ambito dell’azione Food Quality and Safety Specific Support del VI Programma Quadro di cui il dott. Angelo Visconti, direttore del CNR ISPA, e’ il coordinatore. Il progetto coinvolge diversi paesi europei ed extraeuropei tra i quali Inghilterra, Australia, Argentina, Stati Uniti, Nigeria ed India. Nel settembre 2006 il progetto prevede l’organizzazione del convegno conclusivo in Italia con la partecipazione di alcuni ricercatori australiani impegnati particolarmente nell’attivita’ di cooperazione bilaterale con l’Italia. Il principale obiettivo della conferenza di Sydney e’ stato quello di condividere le conoscenze sulle diverse problematiche inerenti alle micotossine e le possibili prevenzioni e soluzioni. I tre principali argomenti trattati sono stati: Rischi micotossicologici; Funghi tossigeni (biodiversita’, patogenicita’ e detection); ed infine, Nuove tecnologie per il rilevamento, la prevenzione e il controllo. Tali studi trovano, tra l’altro, un’importante applicazione nella commercializzazione delle materie prime e degli alimenti. Infatti, negli ultimi anni, alcuni paesi, tra i quali l’Unione Europea, hanno introdotto normative molto stringenti riguardo la tolleranza delle micotossine negli alimenti. Pertanto lo sviluppo di nuovi metodi diagnostici rapidi e affidabili consente in modo inequivocabile di accertare e garantire la sanita’ dell’alimento. Nel corso della conferenza si e’ costituito un gruppo di lavoro misto preposto alla programmazione di iniziative congiunte che s’intendono avviare nel corso del prossimo biennio che consentira’ un’attivita’ piu’ regolare e sistematica fra l’Italia e l’Australia. Tra le attivita’ ad oggi programmate sono da annoverare le seguenti: uno stage destinato ad una ricercatrice italiana presso il CSIRO di Sydney, predisposizione di un progetto di ricerca nell’ambito del VII Programma Quadro dell’UE con il coinvolgimento di alcuni centri di ricerca dei due Paesi, sostegno e adesione di alcuni ricercatori australiani nella Societa’ Internazionale per la Micotossicologia fondata dall’Italia lo scorso anno ed infine, il gruppo di lavoro programmera’ la seconda conferenza Italo-Australiano sulle micotossine e sicurezza alimentare che avra’ luogo in Italia nel 2008 e che consentira’ di monitorare l’attivita’ avviata a Sydney e di individuare strategie future. Dr Antonio F. Logrieco National Council of Research Institute of Sciences of Food Production Via G. Amendola 122/O I-70126 Bari, Italy email: [email protected] http://www.ispa.cnr.it Dott Ing. Nicola Sasanelli 17 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Australia-European Symposium on Mycotoxins and Food Safety Antonio Logrieco, Nicola Sasanelli From the 15th to the 17th of February, the Sydney Botanic Gardens hosted the international conference “Symposium on Mycotoxins and Food Safety”. The conference was promoted by the Scientific Office of this Embassy and organised by the Australian Research Council (ARC) Institute of Food Science and Technology (IFST) and the Sydney Botanic Gardens Trust, in collaboration with the Australian Department of Science. About 50 researchers, 4 of them from Italy, participated in the conference. Dr Antonio Logrieco (from ARC IFST) led the Italian delegation, composed by Prof. Alberto Ritieni from the University of Naples “Federico II”, Dr Antonio Moretti from ACR IFST and Dr Paola Giorni from the Catholic University of Piacenza. Both Italian researchers and researchers of Italian origin working in the university centres of New South Wales were also invited to the workshop. The organizers scheduled a guided visit of the Food Technology Centre of the New South Wales University for the Italian delegation. Mycotoxin is a toxin produced by fungi during the process of colonization of vegetable products and foodstuffs. These substances, also present in many kinds of food from the field to the table (dairy products, wine, cereals, etc.), have direct negative health effects on man and animals. The toxic activity of these substances, such as cancerous, mutagenic or nephrotoxic activity, represents one of the largest economic and social problems, now more than ever. In recent years, both food and zootechnic industry and those responsible for health control on food worldwide have given great priority to obtaining mycotoxin-free foods. Within the EU, strict rules regulate the presence of mycotoxins in food, through different limits of tolerance. Since Australia and Italy are both great producers of processed and raw food products exposed to mycotoxin risks (corn, wheat, wine grape, olives, dairy and baked products, atc.), the two scientific communities committed themselves to evaluating the risk, carrying out epidemiological studies and developing advanced technologies for a fast diagnosis of toxic fungi and mycotoxins found in foodstuffs. The conference held in Sydney was the outcome of the European project “Myco-Globe Integration of Mycotoxin and Toxigenic Fungi, Research for Food Safety in Global System”, funded by the VI Framework Programme “Food Quality and Safety Specific Support” coordinated by Dr Angelo Visconti, chairman of ARC IFST. The project involves both European and non-European countries such as UK, Australia, Argentina, US, Nigeria and India and envisages the organization of a conclusive conference to be held in Italy on September 2006, with the participation of Australian researchers particularly active in bilateral cooperation with Italy. The main goal of the conference was to share knowledge on the different problems related to mycotoxins and to discuss possible preventive measures and solutions. The three main issues discussed during the conference were: mycotoxigenical risks, toxigenical fungs (biodiversity, pathogenicity and detection) and new technologies for detection, prevention and control. These studies can be also implemented for the commercialisation of raw materials and food. In recent years, some countries, such as the European Union, have introduced strict rules on mycotoxin tollerance in food. Hence, the development of new reliable and fast diagnostic methods for detecting and guaranteeing food safety. During the conference, a mixed working group was formed in order to plan joint initiatives to be carried out over the next two years and which will ensure more regular and systematic activities between Italy and Australia. Among the activities already set out, it is worth mentioning: an internship for an Italian researcher at CSIRO in Sydney, a research project within the VII Framework Programme of the EU with the involvement of some research centres from the two countries, support activities by Australian researchers to the International Society for Mycotoxicology, founded by Italy last year. The working group will also organise the second Italo-Australian conference on Mycotoxins and Food Safety which will be held in Italy in 2008, aimed at carrying on the activity started in Sydney and at finding future strategies. Dr Antonio F. Logrieco National Council of Research Institute of Sciences of Food Production Via G. Amendola 122/O I-70126 Bari, Italy email: [email protected] http://www.ispa.cnr.it Dott Ing. Nicola Sasanelli 18 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Nuovo Centro Collaborativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ per la ricerca e la formazione nella prevenzione dei suicidi presso l’istituto AISRAP (Australian Institute Suicide Research and Prevention) della Griffith University a Brisbane Diego De Leo, Nicola Sasanelli Lo scorso 2 marzo presso la Griffith University a Brisbane e’ stato presentato alla comunita’ scientifica Australiana ed alla presenza del Governatore dello Stato del Queensland S.E. Ms. Quentin Bryce e del Console Italiano nel Queensland Dott. Stefano Catani il nuovo Centro Collaborativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ per la ricerca e la formazione nella prevenzione dei suicidi locato presso l’istituto AISRAP (Australian Institute Suicide Research and Prevention) della Griffith University. Il Centro rappresenta un riferimento di eccellenza per l’area del Western Pacific (37 paesi, dalla Cina al Giappone, e dall’India alla Nuova Zelanda, incluse le isole del Sud Pacifico). Il nuovo Centro e’ diretto dallo psichiatra italiano prof. Diego De Leo e nasce da un’attivita’ internazionale maturata presso l’Universita’ di Padova negli anni ’80 e da un’attiva presenza del prof. De Leo sul territorio australiano dagli anni ’90.. Dai dati presentati dal dott. Jose M. Bertolote, esperto nel campo della salute mentale dell’OMS Ginevra e dal dott. Shigeru Omi, direttore OMS per l’Area del Western Pacific, emerge una situazione alquanto grave di tale fenomeno. Nel 2001, nella sola area in oggetto, si sono registrati 318.000 casi di suicidio con un incremento rispetto all’anno precedente del 2.5% ovvero il 37.5 % del dato mondiale pari a 849.000. Elemento che diventa ancor piu’ allarmante considerato che il 55% dei casi rientra nella fascia di eta’ compresa tra i 5 e i 44 anni. In Australia, purtroppo si registrano circa sei decessi per suicidio al giorno (11.1 persone per 100.000 abitanti nel 2003), un problema sociale drammatico che si riscontra soprattutto nelle comunita’ etniche emarginate quali quelle aborigine, di recente immigrazione asiatica e carceraria. Il nuovo Centro congiunto Universita’ di Griffith e OMS, intende essere un laboratorio di ricerca internazionale nel quale analizzare e studiare le caratteristiche socio-culturali delle comunita’ a rischio, elaborare indagini specifiche attraverso le banche dati disponibili (per esempio: Queensland Register Suicide dove ad oggi sono raccolti circa 8500 casi) ed infine elaborare e diffondere nuovi programmi e strategie per il trattamento della prevenzione dei suicidi. L’esperienza maturata dal prof. DeLeo nella prevenzione dei suicidi in Europa, ed in particolare in Italia, conferisce al nuovo Centro di ricerca una naturale valenza internazionale favorendo, sin da principio, una cooperazione scientifica piu’ spinta (scambio di ricercatori e docenti, conferenze e confronto fra metodologie diverse applicate in ambienti con caratteristiche socio-culturali diverse) verso l’Europa e l’Italia in particolare. La conferenza scientifica, legata all’evento dell’inagurazione del Centro, ha visto la partecipazione di circa cento esperti e ricercatori del settore provenienti dall’OMS in Ginevra e dai principali Paesi coinvolti in tale Area geografica (Vanuatu, Fiji, Cina, Nuova Zelanda etc..). L’attivita’ e’ stata seguita attivamente dal Consolato Italiano a Brisbane, dall’Ufficio Scientifico di questa Ambasciata e dall’Associazione ARIAQueensland (Associazione per la Ricerca fra Italia e Australia) di cui il prof. Diego De Leo e’ il Presidente. Diego De Leo, MD, PhD, FRANZCP Professor of Psychiatry, Griffith University, Director, Australian Institute for Suicide Research and Prevention, and WHO Collaborating Centre for Research and Training in Suicide Prevention, Mt.Gravatt Campus, 4111 QLD, Australia, Ph. +61.7.3735.3377, Fax +61.7.3735.3450 E-mail [email protected], Web-site www.gu.edu.au/aisrap/ Dr Nicola Sasanelli 19 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA New World Health Organization (WHO) Collaborating Centre for Research and Training in Suicide Prevention at the Australian Institute for Suicide Research and Prevention (AISRAP) – Griffith University - Brisbane Diego De Leo, Nicola Sasanelli The new World Health Organization (WHO) Collaborating Centre for Research and Training in Suicide Prevention was launched on the 2nd of March at the Australian Institute for Suicide Research and Prevention (AISRAP), Griffith University, Brisbane, in the presence of Queensland Governor, Her Excellency Ms Quentin Bryce and the Italian Consul for Queensland Dr. Stefano Catani. The Centre represents an excellent reference for the Western Pacific area (including 37 countries, from China to Japan, from India to New Zealand, including Pacific Island nations). Headed by Director Professor Diego De Leo, the Centre is the outcome of the international activity carried out by the University of Padua in the 1980s and the active presence of Prof. De Leo in Australia throughout the 1990s. Figures presented by Dr. M. Bertolote, mental health expert at the WHO, Geneva, and by Dr. Shigeru Omi, WHO, Regional Director for Western Pacific, show a rather serious situation. In 2001, 318,000 suicide cases were recorded in this area, with an increase by 2.5% compared to the previous year, 37.5% of world cases amounting to 849,000. The situation is even more worrying considering that 55% of these cases encompass an age range between 5 and 44. In Australia, 6 suicide deaths are recorded every day (11.1 individuals every 100,000 people in 2003), a social problem spread especially among marginalized ethnic communities, such as Aboriginal communities, new Asian immigrants and prisoners. The new centre, in collaboration with Griffith University and WHO, aims to create an international research laboratory to analyze and study the socio-cultural features of at-risk communities, carry out specific investigations using databanks available (e.g., Queensland Register Suicide has so far gathered approximately 8,500 cases) and set up and disseminate new strategies and programmes on suicide prevention. Prof. De Leo’s expertise in suicide prevention in Europe, especially in Italy, give great prestige worldwide to the new Centre, boosting, since its outset, further scientific cooperation (teachers and researchers exchange, conferences on different methods used in environments with different socio-cultural features) with Europe and Italy, in particular. About 100 experts and researchers from the prevention area of the WHO, Geneva, and from the main countries involved (Vanuatu, Fiji, China, New Zealand, etc.) participated in the scientific conference, as part of the opening ceremony of the Centre. The activity was carefully followed by the Italian Consul for QLD, the Scientific Office of this Embassy, and ARIA Queensland Association (Association for Research between Italy and Australiasia) chaired by Prof. De Leo. Diego De Leo, MD, PhD, FRANZCP Professor of Psychiatry, Griffith University, Director, Australian Institute for Suicide Research and Prevention, and WHO Collaborating Centre for Research and Training in Suicide Prevention, Mt.Gravatt Campus, 4111 QLD, Australia, Ph. +61.7.3735.3377, Fax +61.7.3735.3450 E-mail [email protected], Web-site www.gu.edu.au/aisrap/ Dr Nicola Sasanelli 20 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Biochip in Nuova Zelanda Anna Mayer Vista la loro dimensione, lo studio e la manipolazione di singole cellule risultano estremamente complessi che vengono perciò generalmente studiate in grandi quantità. Ma ora, grazie al Dott. Maan Alkaisi del Dipartimento di Elettronica e Ingegneria Informatica dell’Università di Canterbury a Christchurch, principale ricercatore dell’Istituto MacDiamid, l’analisi di singole cellule potrebbe diventare più semplice. Il Dott. Alkaisi e i suoi colleghi stanno sviluppando una tecnica innovativa per lo studio di singole cellule denominata “biochip”. Il biochip è formato da una piastrina ricoperta di silicone con migliaia di piccole cavità della stessa forma e misura di una cellula. Le cellule “intrappolate” nelle cavità possono così essere analizzate e manipolate singolarmente. “I biologi solitamente lavorano con migliaia, persino milioni di cellule ed attraverso analisi statistiche studiano la loro risposta a diversi ormoni e trattamenti,” afferma il Dott. Alkaisi. “Mi sono chiesto se avere la possibilità di lavorare con singole cellule potesse risultare utili. Sembra proprio di sì, soprattutto per lo studio della loro risposta a diversi stimoli”. Le cellule “intrappolate” nelle cavità del biochip possono essere analizzate impiegando un microscopio atomico, una tecnica ad altissima risoluzione che permette ai biologi di analizzare una cellula nei minimi dettagli. Il microscopio atomico, a differenza del tradizionale microscopio elettronico, ha inoltre il vantaggio di produrre l’imaging di cellule vive in un ambiente acqueo. Oltre a catturare e trattenere le cellule, il biochip le separa in base alla misura e al tipo. Le cellule vengono infatti attratte o respinte dagli elettrodi presenti nella piastrina, a seconda della concentrazione ionica nelle loro membrane, fenomeno conosciuto con il nome di elettroforesi. Ciascuna cellula possiede proprietà dielettriche uniche e la concentrazione degli ioni nelle loro membrane varia a seconda che una cellula risponda o meno a certi tipi di trattamenti ed ormoni oppure sia affetta da particolari malattie. Per generare un biochip ci si avvale della litografia, che permette di formare, su uno strato di silicone, piccole cavità della grandezza di una cellula tipo cosparse di elettrodi in oro intrecciati di dimensioni microscopiche. E’ richiesta grandissima precisione e per fare ciò i tecnici si avvalgono dell’aiuto di un MA6, uno strumento opto-tecnico di precisione. Il progetto vede la collaborazione del Prof. John Evans, ricercatore presso la Scuola di Medicina di Christchurch. Fino ad oggi, la piastrina è stata utilizzata per riprodurre l’imaging di cellule putuitarie a partire da una ghiandola putuitaria e per lo studio di trattamenti fertilizzanti. Ulteriori applicazioni sono comunque previste per il futuro. “Recentemente, abbiamo iniziato ad applicare questa tecnica allo studio delle cellule cancerogene”, afferma Dott. Alkaisi. “La capacità di riprodurre l’imaging di singole cellule ad altissima risoluzione potrebbe essere di grande aiuto nella fase di diagnosi. Ed è stata proprio la possibilità di utilizzare questa tecnica nelle prime fasi della diagnosi di una malattia che mi ha spinto a portare avanti gli studi in questo settore”. Ma questa non rappresenta il punto di arrivo. “La collaborazione tra esperti di biologia, litografia ed elettronica non può che portare a qualcosa di veramente grandioso.” Quel qualcosa è appunto il “bioImprint”, un’altra tecnica innovativa messa a punto dal Dott. Alkaisi insieme al suo dottorando James Muys. Attraverso il biochip, il bioImprint è in grado di riprodurre una copia della cellula. Innanzitutto, viene creata una copia della cellula, poi lo stampo viene riempito. Il risultato è una copia identica all’originale, fin nei più minimi dettagli. “Il vantaggio di questa tecnica è di avere una copia della cellula in ciascuna fase della sua vita”, spiega il Dott. Alkaisi. “A seguito di diversi trattamenti infatti la membrana della cellula cambia, ma noi siamo ora in grado di monitorare costantemente tale cambiamento, attraverso un microscopio atomico o qualsiasi altra tecnica di imaging adatta a tale scopo.” Il Dott. Alkaisi sta utilizzando questa tecnica per lo studio di cellule cancerogene. “La topografia delle cellule cancerogene è fondamentale. In questo modo è possibile confrontare cellule malate con cellule sane o cellule ai primi stadi della malattia con cellule ad uno stadio più avanzato,” spiega. “Questo ci permetterà di creare un database sul loro comportamento e sulla loro risposta a diversi trattamenti, studiando tali fenomeni su singole unità sin dai primi stadi.” BioImprint può essere inoltre utilizzato a scopi educative. Poichè le cellule vive cambiano costantemente, non è facile avere a disposizione cellule in diversi stadi, da usare per esempio durante le lezioni in laboratorio. 21 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Grazie a bioImprint, che permette di creare delle copie identiche di cellule in diverse fasi della loro vita, le scuole di medicina potranno mostrare ai propri studenti tali copie, senza dover ricorrere a cellule vive. Il metodo può essere usato anche per studiare organismi pericolosi, evitando il contatto diretto con virus vivi. Il Dott. Alkaisi, oltre a portare avanti la sua ricerca, ha creato la “Bionanonetwork” presso l’Istituto MacDiarmid, volta a coordinare le attività di ricerca nel campo delle nanotecnologie in Nuova Zelanda. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito web http://www.bionano.net.nz 22 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Biochips in New Zealand Anna Mayer Because if their tiny size, studying and manipulating individual biological cells is very challenging and so they are usually dealt with in very large numbers. But now, thanks to Dr Maan Alkaisi at Christchurch’s University of Canterbury’s Department of electrical and Computer Engineering and principal investigator of the MacDiarmid Institute, studying individual cells may become much easier. Dr Alkaisi and his colleagues have been involved in the development of an innovative technique for studying individual cells known as “Biochip”. A biochip consists of a silicon platform containing thousands of tiny cavities the exact size and shape as biological cells. Cells contained within the cavities can be examined and manipulated one at a time. “Biologists usually deal with thousands or even millions of cells and use statistical methods to study their response to different hormones or treatments” says Dr Alkaisi. “I was wondering whether having the capability to deal with individual cells would help. It turns out that yes, its helpful, especially if you treat individual cells and look at their responses to various stimuli”. Cells captured inside the Biochip cavities can be examined using atomic force microscope imaging – a technique with very high resolution, allowing the biologist to look at the cell’s most intricate details. The atomic force microscope also has the advantage that it can image living cells in an aqueous environment, unlike the traditional electron microscope. As well as capturing and holding cells, the Biochip also separates them according to their size and type. Using a phenomenon known as dielectrophoresis, biological cells are either attracted to or repelled from electrodes in the platform depending on the ion concentration in their membranes. Each cell has unique dielectric properties and if a cell either is responding to certain kinds of treatments or hormones or has been affected by disease, the concentration of ions in their membrane changes. To make a Biochip, lithography is used to etch tiny cavities the size of typical biological cells on a silicon substrate patterned with micron sized interdigitated gold electrodes. A high level of accuracy is needed to make such intricate structures, and the platforms are made with the help of a MA6 mask-aligner. The project is in collaboration with fellow investigator Professor John Evans, of the Christchurch School of Medicine, and to date the platform has been used for imaging pituitary cells from the pituitary gland, to help study fertility treatments. More applications are possible for the future. “Recently we started applying this technique for looking at cancer cells” says Dr Alkaisi. “The ability to image individual cancer cells at very high resolution should help in early diagnosis. This possibility for early diagnosis of diseases is what really attracted me to this field”. But this is not the end of the story for the potential of Biochip. “When you bring people from biology, lithography and electronics together you will end up with something that’s really novel”. That something is “bioImprint”, another new technique that Dr Alkaisi and his PhD student James Muys have developed. BioImprint uses the Biochip to make a replica of a biological cell. First, a cast of the biological cell is made, then the mould is filled. The result is a replica in exactly the same shape of the original cell, down to nanoscale details. “The advantage of this technique is that we have a replica of a cell at each stage of its life.” Dr Alkaisi explained. “After subsequent treatments the cell membrane will change, and we can capture this change permanently. Then we can look at this replica using again the atomic force microscope or any other suitable imaging technique. At present Dr Alkaisi is applying this technique to the study of cancer cells. “The topography of cancer cells is very important, and we can compare these with healthy cells, or we can compare cells that have just started to be infected with others that have been infected for a long time”. He explained. “This will help in building a data base for cell behaviour and response to different treatments and also in studying these events at early stages at an individual cell level”. Another potential use of the bioImprint is for educational purposes. Because living cells continually change, it is not easy to obtain cells at different stages on cue, for example for laboratory classes. Using the bioImprint, exact replicas of cells could be made at different stages, which medical schools could use to show students during classes, without the need to have live cells. The method could also be used to study dangerous organisms, avoiding the need for contact with live viruses. 23 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA As well as his own research, Dr Alkaisi has also recently established the MacDiarmid Institute’s ‘Bionanonetwork’ to coordinate the research activities in the field of bio-nanotechnology in New Zealand. A website has been set up at http://www.bionano.net.nz. 24 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Influenza aviaria o dei polli e influenza dei cani Giovanni Giannotti Seguendo lo stesso modus operandi che nel 2003 ho utilizzato per la ricerca della cura omeopatica “altamente suggestiva” della SARS (www.sarsremedy.org), conoscendo il rimedio omeopatico “altamente suggestivo” per la cura della polmonite aviaria che in questo momento sta preoccupando il mondo intero, per velocizzarne la divulgazione, ho scelto internet così, in tempo reale, tutti potranno essere a conoscenza di una terapia “alternativa”. Prima di parlarvi della influenza aviaria d’obbligo è un breve cenno sull’influenza umana. Agente eziologico I virus influenzali appartengono alla famiglia dell’Orthomyxoviridae. I virus dell’influenza A e B costituiscono un genere e il virus dell’influenza C un altro genere. La designazione dei virus influenzali di tipo A, B o C è basata sulla identificazione antigenica della nucleoproteina (NP) e delle proteine della matrice (M). I virus influenzali A sono ulteriormente suddivisi (sottotipi) sulla base degli antigeni di superficie: emoagglutinina (H) e neuraminidasi (N); i singoli ceppi sono denominati secondo il sito e l’anno di isolamento, il numero del ceppo, il sottotipo, per esempio A/Sydney/5/97 (H3N2). I virus influenzali B e C sono classificati seguendo lo stesso criterio, ma non sono divisi in sottotipi perché gli antigeni H e N non presentano variazioni molto significative nel tipo B e possono anche mancare nel tipo C. Solitamente il virus influenzale B e C non causano complicanze significative. Epidemiologia Le epidemie di influenza si verificano pressoché ogni anno, sebbene estensione e gravità di queste epidemie siano molto variabili. Fatta eccezione per le ultime due decadi, le epidemie mondiali o pandemie si sono verificate ogni 10-15 anni circa a partire dalla pandemia del 1957-1958. Prospetto riassuntivo della comparsa di sottotipi antigenici di influenza A associati a diverse pandemie o epidemie. Anno Sottotipi di influenza A Estensione dell'epidemia 1889-90 1900-03 1918-19 H2N8 a H3N8 a H1N1 b 1933-35 1946-47 1957-58 1968-69 1977-78c H1N1- in precedenza HswN1 H1N1- in precedenza HoN1 H2N2 - Asiatica H3N2 - Hong Kong H1N1 Pandemia grave Epidemia moderata Spagnola-Pandemia grave Epidemia lieve Epidemia lieve Pandemia grave Pandemia moderata Pandemia lieve a Da indagini sierologiche retrospettive su soggetti vissuti in quei periodi (“sieroarcheologia”). b Le emoagglutinine un tempo denominate Hsw e HO sono ora classificate come varianti H1. c Da allora fino ad oggi (1999-2000), virus dei sottotipi H1N1 o H3N2 si sono manifestai in anni alterni o in concomitanza. Le più estese e gravi epidemie sono causate dai virus dell’influenza A. In parte questo è dovuto alle notevoli capacità degli antigeni emoagglutinina e neuraminidasi del virus dell’influenza A di subire periodiche modificazioni antigeniche. Le maggiori variazioni sono riconosciute come shift antigenici (varianti antigeniche), sono limitate ai virus influenzali A e talvolta correlate a pandemie influenzali. Variazioni minori sono definite drift antigenici (modificazioni antigeniche). Questi cambiamenti possono interessare solo l’emoagglutinina o l’emoagglutitnina e la neuraminidasi. Nelle infezioni umane sono stati individuati tre sottotipi antigenenici maggiori di emoagglutinine (H1,H2,H3) e due neuraminidasi (N1,N2). Le emoagglutinine, un tempo denominate Ho e Hsw, sono ora classificate come varianti di H1 (vedi prospetto riassuntivo). Un esempio di variante antigenica che ha interessato emoagglutinina e neuraminidasi si è verificato nel 1957, quando il sottotipo di virus influenzale A predominante cambiò da H1N1 a H2N2, con la comparsa di una grave epidemia che causò, nei soli stati Uniti, 70.000 decessi in più rispetto a quelli previsti. Nel 1968 si verificò una variante antigenica interessante solo l’emoagglutinina (da H2N2 a H3N2) e la conseguente pandemia fu meno grave di quella osservata nel 1957. Nel 1977 emerse un virus H1N1 responsabile di una pandemia che colpì soprattutto soggetti giovani nati dopo il 1957. Come si può osservare nel prospetto riassuntivo, i virus H1N1 si sono manifestati dal 1918 al 1956, cosicché era prevedibile che i nati prima del 25 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 1957 possedessero un certo grado di immunità nei confronti del virus H1N1. Durante le principali epidemie di influenza si è avuta la circolazione di un solo sottotipo virale per volta. Tuttavia a partire dal 1977 i virus H1N1 e H3N2 sono circolati contemporaneamente, causando epidemie di diversa gravità. In alcune epidemie, anche i virus dell’influenza di tipo B sono circolati simultaneamente con i virus dell’influenza di tipo A. L’origine dei ceppi pandemici è sconosciuta. Date la notevole differenza delle strutture primarie delle emoagglutinine dei diversi sottotipi dei virus dell’influenza (H1, H2 o H3), è da ritenere improbabile che le variazioni antigeniche siano il frutto di mutazioni spontanee del gene dell’emoagglutinina. Poiché il genoma segmentato dei virus influenzali può presentare un alto indice di riarrangiamento, è stato ipotizzato che i ceppi pandemici possano derivare dal riarrangiamento genico tra virus influenzali umani e animali. Si è ritenuto che tale riassortimento genico possa essere avvenuto nel 1997 a Hong Kong, dove erano stati individuati nell’uomo alcuni casi di infezione da virus dell’influenza A/H5N1 durante una estesa epidemia di influenza aviaria da virus A/H5N1 nel pollame. Le pandemie rappresentano l’espressione più drammatica dell’influenza; tuttavia, i casi di malattia che si verificano tra i periodi pandemici sono responsabili di una mortalità e di una morbilità totali elevate, anche se osservate per un periodo più lungo. I virus influenzali A che circolano tra i periodi pandemici mostrano drift antigenici dell’antigene H; queste variazioni, apparentemente, sono il risultato di mutazioni puntiformi che coinvolgono il segmento di RNA che codifica l’emoagglutinina. I ceppi significativi dal punto di vista epidemiologico, quelli cioè che possono causare grandi epidemie, mostrano modificazioni aminoacidiche in almeno due siti antigenici maggiori nella molecola emoagglutinina. Poiché due mutazioni puntiformi difficilmente si verificano contemporaneamente, si pensa che drift antigenici derivino da mutazioni puntiformi, determinatesi sequenzialmente durante la diffusione del virus da persona a persona. Drift antigenici si sono verificati quasi ogni anno, dal 1977 per i virus H1N1 e dal 1968 per i virus H3N2. Manifestazioni cliniche dell’influenza Le epidemie di influenza si verificano quasi ogni inverno, iniziano bruscamente, e raggiungono l’acme in un periodo di due settimane; generalmente durano 2-3 settimane e spesso scompaiono con la stessa rapidità con cui sono comparse. L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata dall’infezione da virus influenzali; la malattia colpisce le alte/basse vie respiratorie ed è spesso accompagnata da segni e sintomi sistemici quali cefalea, stato febbrile da 38º a 41º C, cefalea frontale, sensazione di freddo, brividi, mialgie diffuse, malessere, dolore al movimento dei bulbi oculari, fotofobia e bruciore agli occhi; l’interessamento respiratorio è caratterizzato da tosse e faringodinia. Nella influenza non complicata si assiste generalmente ad una risoluzione della malattia acuta in un periodo di 2-5 giorni e la maggior parte dei pazienti guarisce completamente nell’arco di una settimana. Complicanze Queste epidemie presentano un elevato indice di morbilità ( tasso di malattia; rapporto tra numero di malati e numero di sani in una comunità) nella popolazione generale. Si ha invece un elevato indice di mortalità se l’influenza causata dal virus influenzale A determina una polmonite primaria; la polmonite è più frequente nei soggetti anziani affetti da malattie croniche respiratorie, cardiovascolari, metaboliche e immunodepressive e ha un decorso spesso ingravescente fino all’exitus. Una polmonite va sospettata in tutti i casi di influenza quando lo sfebbramento non si verifica entro 5 giorni dall’esordio. La diagnosi differenziale con le polmoniti parainfluenzali di eziologia batterica va posta sulla scorta degli esami di laboratorio e dall’indagine radiologica. I principali indici di flogosi (VES, leucocitosi, mucoproteine, proteina C reattiva ) sono di norma più elevati nella polmonite ad eziologia batterica; in queste ultime, inoltre, alla radiografia del torace sono evidenziabili zone singole o multiple di addensamento parenchimale. La compromissione polmonare si può verificare anche 24-48 ore dall’esordio dell’influenza; in questo caso è caratterizzata da tosse, emottisi, dispnea franca, iperpnea e alla fine cianosi. All’auscultazione sono apprezzabili ronchi, sibili e rantoli diffusi o la presenza di ipofonesi. L’esame radiografico evidenzia una broncopolmonite interstiziale diffusa e/o una sindrome da distress respiratorio acuto (acute respiratory distress sindrome, ARDS) la cui terapia omeopatica è stata descritta in “SARS, una proposta di cura”. In questi casi all’emogasanalisi arteriosa si rileva una marcata ipossia. I reperti istopatologici, nei casi di polmonite primaria influenzale letale, consistono in una marcata reazione infiammatoria nei setti alveolari, con edema e infiltrati di linfociti, macrofagi e plasmacellule. Nei capillari alveolari si riscontrano trombi di fibrina, unitamente a necrosi; gli alveoli e i dotti alveolari possono essere rivestiti da membrane ialine eosinofile. In immunofluorescenza diretta sono rilevabili gli antigeni del virus dell’influenza nei macrofagi e negli alveoli. La terapia è volta innanzitutto ad assicurare una buona funzione respiratoria; nei casi più gravi è necessario il trattamento intensivo in reparti idonei. 26 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA In altri casi il decorso clinico della polmonite indotta dal virus influenzale A porta a morte a causa di una “polmonite emorragica”( vedi influenza dei cani). Nota- Non manifestandosi la pandemia annunciata, lo scritto “SARS, una proposta di cura” non ha avuto per fortuna il riscontro clinico che meritava, ma il corona virus responsabile della SARS è solamente sopito nel serbatoio naturale, lo zibetto, tuttora cibo conviviale delle mense cinesi, e nel cane-procione. Per combattere questo corona virus abbiamo a disposizione un vaccino che è stato sintetizzato in tempi record nel 2004. In caso però di epidemia o pandemia, non possiamo prevedere l’immunità indotta dal vaccino preparato col ceppo del 2003; i pazienti a rischio anche se vaccinati possono andare incontro a gravi complicanze fino all’exitus. Polmonite aviaria Il sospetto che il virus responsabile della pandemia di Spagnola del 1918 fosse di origine aviaria era sorto 10 anni fa; con il completamento dell’analisi della mappatura del genoma del virus prelevato da campioni di tessuto di cadaveri conservati nel permafrost, è risultato che l’emoagglutinina dei virus responsabili delle “pandemie” sono di origine aviaria. Nel 1997 durante la pandemia Hong Kong, fu isolato il virus A/ H5N1. Il 17 febbraio 2002, nello stesso periodo in cui si manifestarono i primi casi di SARS, un uomo cinese di 33 anni che aveva viaggiato con la sua famiglia nella provincia cinese di Fujan, era morto per cause sconosciute ad Hong Kong. Il giorno dopo, le autorità di Hong Kong annunciarono che un virus degli uccelli, tipo A (H5N1), era stato isolato dall’uomo e dal figlio di nove anni, anche lui ricoverato. Un altro membro della famiglia, la figlioletta di otto anni, morì nel Fujan. Una previsione degli esperti per la prossima pandemia annunciata basata su modelli statistici che prendono in considerazione le grandi pandemie influenzali (la spagnola nel 1918-19, l’asiatica nel 1957-58 e l’Hong Kong nel 1968-69), stima che ci saranno sedici milioni di contagi, due milioni di ricoveri e 150 mila morti solo in Italia. In questi giorni si è tenuta a San Giuliano (Malta), la seconda conferenza europea sull’influenza aviaria per discutere la possibilità di trasmissione all’uomo direttamente dai volatili. L’influenza aviaria è una malattia dei volatili causata da un virus dell’influenza di tipo A e può contagiare quasi tutti i tipi di uccelli, con manifestazioni da molto leggere a molto gravi e contagiose. In questi casi la malattia insorge in modo improvviso, seguita da morte rapida nella maggior parte dei casi dell’animale. Si conoscono almeno quindici sottotipi di virus influenzali che infettano gli uccelli. La maggior parte dei casi di trasmissione all’uomo è stata causata da virus di tipo A dei sottotipi H5 e H7. A seconda della combinazione di proteine di superficie dei virus (H = emoagglutinina, N = neuroaminidasi) il virus acquisisce una denominazione diversa (H5N1, H7N2 etc..). Il più pericoloso è ritenuto il sottotipo H5N1. Quest’ultimo negli ultimi due anni è già passato più volte da una specie all’altra, acquisendo la capacità di contagiare anche gatti e altri mammiferi, oltre ai maiali (particolarmente importanti perché ricettivi sia ai virus aviari che ai virus umani). Inoltre nelle epidemie recenti, a partire dal 2003, è stata documentata la capacità di questo virus di contagiare anche gli esseri umani, causando forme acute di influenza. Il virus aviario è temuto perché nelle ultime tre grandi pandemie è stata verificata la presenza di parti di virus aviario combinato con quello dell’influenza umana. Questo fa ritenere che i virus ricombinandosi abbiano generato un nuovo virus particolarmente temibile perché “nuovo”. Inoltre tutti i virus di tipo A hanno la tendenza ad andare incontro a cambiamenti nel proprio codice genetico ogni volta che si replicano. Sino ad oggi il virus dei polli ha infettato solo coloro che lavorano o vivono a contatto con questi animali, ma una volta che il virus è passato all’uomo e si è adattato ad esso, il contagio avverrebbe come una comune influenza attraverso le vie aeree con la tosse, senza più bisogno del “salto di specie”, e quindi la diffusione sarebbe molto rapida e non limitata agli ambienti in cui ci sono polli infetti. Il virus mutato passando direttamente dal pollo all’uomo, sarebbe “nuovo” per il sistema immunitario umano che non è ancora in possesso di anticorpi specifici, e nessun organismo umano sarebbe probabilmente in grado di combatterlo e di limitarne la diffusione. Il contagio pollo-uomo è avvenuto decine di volte negli ultimi anni provocando in totale 64 decessi nel sud Est Asiatico. Quest’anno ha ucciso 45 persone (32 vietnamiti, 12 thailandesi e un cambogiano). L’influenza aviaria nel pollo determina un quadro di sierosite acuta fulminante. Il pollo, non avendo il muscolo diaframma che separa la cavità addominale da quella toracica, ha anatomicamente dei sacchi aerei rivestiti di sierosa; il volatile muore per un interessamento di tutte le sierose che all’esame autoptico risultano iperemiche. Secondo le normative vigenti in caso di epidemia non è possibile curare gli animali superstiti, l’allevamento viene messo sotto sequestro e gli animali ancora vivi vengono abbattuti e poi inceneriti. Questo vale non solo per l’influenza aviaria, ma anche per qualsiasi epidemia che colpisca gli allevamenti. In Inghilterra a causa dell’afta epizoica sono stati abbattuti due milioni di bovini. 27 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA L’influenza aviaria nell’uomo provoca una sintomatologia che va da una sindrome simil- influenzale sino ad una gravissima polmonite con un quadro di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS). Durante un colloquio col Prof. Giovanni Rezza, direttore del reparto malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, alla domanda posta da un giornalista se veramente ci saranno 2 milioni di persone da ricoverare, ha risposto: “due milioni di persone non si ricoverano da nessuna parte! Anche perché se si parla di necessità di ricovero si presume che si parli di malati con gravi difficoltà respiratorie e non esiste un tale numero di posti letto in rianimazione da nessuna parte”. Questa risposta lascia però tutti sgomenti. Questo significa che se il numero di malati supererà la capacità dei posti letto disponibili nelle unità di cura intensiva, coloro che saranno colpiti dall’influenza in forma grave non potranno ricevere una assistenza respiratoria adeguata e saranno lasciati al proprio destino. Di fronte ad una nuova emergenza “pandemia” la medicina ufficiale è nella condizione di non poter dare a tutti i malati l’assistenza o i farmaci anti-virali necessari per combatterla. La stessa cosa sarebbe potuta accadere con la SARS, ma per fortuna il corona virus ha perso spontaneamente la propria virulenza, causando solamente circa 800 vittime. Non vorrei fare dell’allarmismo gratuito, ma quello che si deve fare è trovare anzitenpo una soluzione ad un gravissimo problema prima che sfugga ad ogni controllo medico. Oggi non esiste un vaccino efficace contro l’influenza aviaria che possa proteggere la popolazione dal contagio. Potrebbero essere utilizzati antivirali appartenenti a due diverse classi: inibitori della M2 (amantadina e rimantadina) e inibitori della neuraminidasi (zanamivir e oseltamivir). L’analisi dei virus isolati nei casi mortali di influenza H5N1 in Vietnam, indicano che il ceppo appare resistente agli inibitori della M2. Gli inibitori della neuraminidasi sono efficaci nei confronti sia del virus di tipo A che di quelli di tipo B; i laboratori appartenenti alla rete globale di sorveglianza dell’influenza, stanno lavorando anche per confermare l’efficacia degli inibitori della neuraminidasi nei confronti dei ceppi H5N1 attualmente circolanti. Ogni anno i medici omeopati unicisti, curano con rimedi “situazionali” specifici, epidemie influenzali che allopaticamente vengono curate con farmaci sintomatici, non specifici. In queste epidemie stagionali il rimedio costituzionale non è efficace poichè il genio epidemico virale è così potente che soverchia la costituzionalità dell’individuo. I virus influenzali scatenano un corteo sintomatologico sovrapponibile nella popolazione colpita ed è straordinario osservare la rapida risoluzione dei sintomi con i rimedi “situazionali” specifici per l’influenza. La polmonite da virus aviario omeopaticamente potrebbe essere curata con il rimedio “altamente suggestivo” Antimonium Tartaricum, rimedio omeopatico specifico per la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) che è stato descritto nel libro “SARS, una proposta di cura”. Se la complicanza dell’influenza indotta dal virus influenzale A dovesse essere una polmonite emorragica, il rimedio specifico è descritto nella cura della influenza dei cani. USA: emerge l’influenza dei cani, evoluzione del ceppo dell’influenza equina Dagli Stati Uniti giunge un’allerta circa la comparsa di un nuovo agente patogeno virale emergente responsabile della prima forma di influenza dei cani. Si tratta della prima volta che il virus H3N8 equino infetta un’altra specie mammifera diversa dal cavallo. Il virus non è correlato ai comuni agenti dell’influenza umana o al virus H5N1 dell’influenza aviaria. Non sono stati segnalati casi di infezione umana, il rischio è basso ma, considerando che il cane vive a stretto contatto con l’uomo, è giustificata la preoccupazione degli esperti. Alcuni epidemiologi ritengono che il salto di specie possa essere avvenuto già prima del gennaio 2004. In Florida, le epidemie nazionali di tosse dei canili (tracheo-bronchite infettiva) si sono verificate nel 1992, 1999 e 2003; in quegli anni, un’alta percentuale di cani affetti presentava sintomi riferibili alla tosse dei canili ma moriva di polmonite emorragica, evenienza non comune in caso di tracheo-bronchite infettiva. Nel 2004 in Florida 22 levrieri da corsa furono colpiti dal virus e 8 morirono di polmonite emorragica. L’esame autoptico rivelò una grave emorragia polmonare. Come è già stato sottolineato, la permanenza del cane tra le mura domestiche richiede una particolare attenzione; occorre individuare un’arma efficace per sconfiggere la polmonite emorragica indotta dal virus H3N8 che potrebbe essere trasmessa dal cane all’uomo. Seguendo i dettami dell’omeopatia classica, applicabili anche agli animali, e incrociando le rubriche repertoriali che considerano l’influenza, la polmonite e l’emorragia polmonare determinata da essa, si evidenziano solo due rimedi che potrebbero essere “altamente suggestivi” per la cura della polmonite emorragica causata dal virus H3N8 nei cani. Questi due rimedi sono: Calcarea Sulphurica e Sulphuricum Acidum. 28 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Leggendo nella materia medica del Dottor Clarke il proving dei singoli rimedi, si delinea solo un rimedio che potrebbe essere “altamente suggestivo” e specifico per la cura della polmonite emorragica causata dal virus H3N8: Sulphuricum Acidum. Il Dottor Clarke descrive nella sua Materia medica il proving di Sulphuricum Acidum che per similitudine può curare: ecchimosi, emorragie, influenza, polmonite, emottisi prolungata, tosse con emottisi, profusa emorragia dai polmoni e il collasso che ne consegue. Nei Repertori è presente nelle rubriche influenza, polmonite, emorragia polmonare durante la polmonite etc… Non volendo riscrivere un libro di omeopatia solamente per indicare il rimedio omeopatico “altamente suggestivo” per la cura delle polmoniti emorragiche da virus influenzale A che colpiscono i cani ma anche l’uomo, si consiglia, a chi volesse comprendere come abbia identificato il rimedio, la lettura del libro “SARS, una proposta di cura” dove è descritto il modus operandi della medicina omeopatica classica. Giovanni Giannotti M.D. Homeopath 29 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Avian flu or chicken influenza and canine influenza Giovanni Giannotti Following the same modus operandi that I used in 2003 for research into a “highly suggestive” homeopathic treatment for SARS and knowing the “highly suggestive” homeopathic remedy for the treatment of the avian pneumonia which at this moment is worrying the whole world, in order to speed up its diffusion, I have chosen the internet so that, in real time, everybody may be acquainted with this “alternative” therapy. Influenza Before talking about avian influenza, a brief mention of human influenza is necessary. Definition Influenza is an acute respiratory infection of specific viral etiology characterized by sudden onset of headache, myalgia, fever, and prostration. The term influenza and “flu” should be restricted to those cases with clear-cut epidemiologic or laboratory evidence of infection with influenza virus. The etiological agent The viruses of A and B influenza constitute one antigenic type and the virus of influenza C another type. Infection with one type confers no immunity to the other two. The designation of the influenza viruses of type A, B or C is based on the antigenic identification of the nucleoprotein (NP) and of the internal matrix proteins (M). The three types are grouped in a virus family named Orthomyxoviridae. The influenza A viruses are further subdivided (subtypes) on the basis of the surface antigens: hemagglutinin (H) and neuraminidase (N); the single subtype are denominated according to the place and year of their isolation, for example A/Sydney/5/97 (H3N2). The influenza B and C viruses are classified following the same criteria but they are not divided into subtypes because the H and N antigens do not show very significant variations in the type B and can even be lacking in type C. The influenza B and C viruses do not usually cause significant complications. Epidemiology of influenza A Influenza A viruses are the cause of outbreaks of desease almost annually. With the exception of the last two decades, world epidemics or pandemics have happened about every 10-15 years starting from the pandemic in 1957-1958. Influenza A viruses infect pigs, horses, and fowl, expecially ducks and turkeys. A summary of the appearance of antigen subtypes of influenza A associated with various pandemics or epidemics. Year Subtype of influenza A Extension of the epidemic 1889-90 1900-03 1918-19 H2N8a H3N8a H1N1b 1933-35 1946-47 1957-58 1968-69 H1N1-previously HswN1 H1N1-previously H0N1 H2N2-Asian H3N2-Hong Kong 1977-78c H1N1 Serious pandemic Moderate epidemic Spanish or swine influenza serious pandemic Light epidemic Light epidemic Serious pandemic Moderate epidemic from horses virus Light epidemic a – From retrospective serological investigations on people living in those periods (“sero-archaeology”). b – The hemagglutinins once denominated Hsw and HO are now classified as H1 variants. c – From then up until now (1999-2000), viruses of the subtypes H1N1 or H3N2 have shown themselves in alternate years or together. The most extensive and serious epidemics are caused by the viruses of influenza A. This is partly due to the notable capacity of the hemagglutinin and neuraminidase antigens of the virus of influenza A to undergo periodical antigenic modifications. The greatest variations are recognised as antigenic shifts (antigenic variants), are limited to influenza A viruses and sometimes are related to influenza pandemics. Minor variations are defined as antigenic drifts (antigenic modifications). These changes may regard only the 30 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA hemagglutinin or the hemagglutinin and the neuraminidase. In human infections three major antigenic subtypes of hemagglutinins (H1,H2,H3) and two neuroaminidases (N1,N2) have been identified. The hemagglutinins, once denominated Ho and Hsw, are now classified as variants of H1 (see the summary). An example of antigenic variant which affected hemagglutinin and neuraminidase took place in 1957, when the subtype of the predominant influenza A virus changed from H1N1 to H2N2 with the appearance of a serious epidemic which caused in the United States alone 70,000 deaths more than those forecast. In 1968 there was an interesting antigenic variant affecting only the hemagglutinin (from H2N2 to H3N2) and the consequent pandemic was less serious than the one in 1957. In 1977 a H1N1 virus emerged which was responsible for a pandemic affecting above all young people born after 1957. As can be observed in the summary, the H1N1 viruses appeared from 1918 to 1956 and so it was foreseeable that those born before 1957 would possess a certain degree of immunity towards the H1N1 virus. During the main influenza epidemics only one viral subtype circulated at a time. And yet, starting from 1977, the viruses H1N1 and H3N2 circulated together causing epidemics of varying gravity. In some epidemics also viruses of influenza type B circulated simultaneously with the viruses of influenza type A. The origin of the pandemics is of avian origin. Given the notable difference in the primary structures of the hemagglutinins of the various subtypes of the influenza virus (H1, H2 or H3), it can be considered improbable that the antigenic variations are the fruit of spontaneous mutations of the gene of the hemagglutinin. As the segmented genome of the influenza virus may show a strong indication of rearrangement, it has been assumed that the pandemic stocks may derive from the gene rearrangement between human and animal influenza viruses. It is held that such a gene rearrangement could have happened in 1997 in Hong Kong where some cases of infection by the virus of influenza A/H5N1 were discovered in human beings during an extensive epidemic of avian influenza caused by A/H5N1 in poultry. Pandemics represent the most dramatic expression of influenza; and yet, the cases of illness which take place between the pandemic periods are responsible for a high total mortality and morbidity, even if observed over a longer period. The viruses of influenza A which circulate between the pandemic periods show antigenic drift of the H antigen; these variations are apparently the result of punctiform mutations which involve the segment of RNA which codifies the hemagglutinin. Significant stocks from the epidemiological point of view, that is those which can cause large epidemics, show amino acid modifications in at least two greater antigenic sites in the hemagglutinin molecule. As two punctiform mutations hardly ever happen together, it is thought that antigenic drifts derive from punctiform mutations, which have happened sequentially during the diffusion of the virus from person to person. Antigenic drifts took place almost every year from 1977 onwards for H1N1 viruses, and from 1968 onwards for H3N2 viruses. Clinical manifestations of influenza Influenza epidemics take place almost every winter beginning brusquely and reaching their climax in a two week period; they generally last from 2 to 3 weeks and often disappear with the same rapidity with which they appeared. Influenza is an acute respiratory disease caused by an infection of influenza viruses; the illness affects the high/low respiratory tracts and is often accompanied by systemic signs and symptoms such as headache, temperature from 38° to 41°C, headache in the forehead, sensation of coldness, shivering, widespread myalgia, bodily discomfort, pain when moving the eyeballs, photophobia and burning of the eyes; the respiratory symptoms are characterised by coughing and pharyngodinia. Influenza without complications usually reaches a solution of the acute illness in a period going from 2 to 5 days and most patients get completely better in a week. Complications These epidemics have a high morbidity rate (illness rate: the relation between the number of ill people and healthy people in a community) in the general population. On the other hand, one has a high mortality rate if the influenza caused by the influenza A virus causes a primary pneumonia; pneumonia is more frequent in elderly people suffering from chronic respiratory, cardiovascular, metabolic and immune-depressive diseases and it often worsens ending in death. Pneumonia must be suspected in all cases of influenza when the temperature does not come down 5 days after the onset. The differential diagnosis of parainfluential pneumonia of bacterial etiology should be made after laboratory tests and radiological enquiries. The main indications of phlogosis (VES, leucocytosis, mucoproteins, reactive C protein) are normally higher in pneumonia of bacterial etiology; in the latter, moreover, chest X-rays will show single or multiple zones of parenchymal thickening. Pulmonary affection can even be verified 24-48 hours after the onset of the influenza; in this case it is characterised by coughing, hemoptysis, plain dyspnoea, hyperpnea and, at the end, cyanosis. During auscultation there are appreciable rhonchi, whistling and widespread rattles or the presence of hypophonia. X-rays will show an evident widespread interstitial bronchopneumonia and/or an acute respiratory distress syndrome (ARDS) whose homeopathic therapy has been described in “SARS, a proposition for its treatment” * 31 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA In these cases a strong hypoxia is noticed in the arterial hemogasanalysis. Hystopathological reports, in cases of lethal primary influential pneumonia, consist of a strong inflammatory reaction in the alveolar septa, with edema and infiltrates of lymphocytes, macrophages and plasma cells. In the alveolar capillaries there are fibrin thrombi, together with necrosis; the alveoli and the alveolar ducts may be covered with eosinophilic hyaline membranes. In direct immunofluorescence the antigens of the influenza virus are noticeable in the macrophages and alveoli. The therapy is aimed above all at ensuring good respiratory functioning; in the most serious cases intensive care treatment is necessary. In other cases the clinical course of viral pneumonia A leads to death caused by a “hemorrhagic pneumonia” (see for the therapy, canine influenza). * As the expected pandemic fortunately did not take place, the book “SARS, a proposition for its treatment” did not receive the clinical confirmation it deserved, but the corona virus responsible for SARS is only sleeping in its natural “reservoir”, the zibet, which is still a popular dish on Chinese tables, and also in the raccoon dog. In order to fight this corona virus we have at our disposal a vaccine which was synthetized in record time in 2004. However, should there be an epidemic or pandemic, we cannot forecast immunity induced by a vaccine prepared with the 2003 type; patients at risk even if vaccinated could meet with serious complications even leading to death. Avian pneumonia The suspicion that the virus responsible for the pandemic of Spanish flu or swine influenza in 1918 was of avian origin arose 10 years ago; with the completion of the analysis of the mapping of the genome of the virus extracted from samples of tissue from corpses preserved in permafrost, it resulted that the hemagglutinin of the viruses responsible for the “pandemics” is of avian origin. In 1997 during the Hong Kong pandemic, the virus A/H5N1 was isolated. On 17th February 2002, at the same time that the first cases of SARS were appearing, a Chinese man of 33 who had travelled in the Chinese province of Fujan died of unknown causes in Hong Kong. The day after the Hong Kong authorities announced that a virus of birds A/H5N1, had been isolated by the man and by his 9 year old son who was also in hospital. Another member of the family, an 8 year old daughter, died in Fujan. A forecast made by experts of the next announced pandemic based on statistical patterns which take into consideration the great influenza pandemics (Spanish in 1918-19, Asian in 1957-58 and Hong Kong in 196869), estimates that there will be sixteen million people infected, two million people in hospital and 150 thousand victims in Italy alone. In these days the second European conference on avian influenza has been held in San Giuliano (Malta) in order to discuss the possibility of direct transmission to human beings from birds. Avian influenza is a bird disease caused by an influenza virus of type A and it can affect almost all types of birds, with manifestations that go from very light to very serious and contagious ones. In these cases the disease appears suddenly, followed by a rapid death in most cases of animals. At least fifteen subtypes of influenza viruses which infect birds are known. Most of the cases of transmission to human beings were caused by viruses of type A of the subtypes H5 and H7. According to the combination of surface proteins of the viruses (H=hemagglutinin, N=neuroaminidase), the virus acquires a different denomination (H5N1, H7N2, etc…). The most dangerous is held to be the subtype H5N1. The latter in the past two years has already passed from one species to another, acquiring the capacity even to infect cats and other mammals, as well as pigs (particularly important because they are receptive both to bird viruses and human viruses). Moreover, during recent epidemics, starting from 2003, the capacity of this virus to infect human beings too, causing acute forms of influenza, has been documented. The avian virus is feared because during the last three great pandemics the presence of parts of the avian virus combined with the human influenza one was verified. This makes it probable that the viruses, re-combining together, have generated a new virus, particularly fearful because it is “new”. Moreover, all the viruses of type A tend to go towards changes in their genetic code every time they reproduce. Up until today the chicken virus infected only those who work and live in close contact with these animals but, once the virus has passed to human beings and has adapted itself to them, contagion would take place like a common flu through the respiratory ducts during coughing with no more need for the “jump to another species” and, therefore, its diffusion would be very rapid and not only limited to places where there are infected chicken. The changed virus, passing directly from the chicken to human beings, would be “new” to the human immune system which is not yet in possession of the specific antibodies, and no human organism would probably be able to fight and limit its diffusion. 32 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Chicken-human being contagion has happened tens of times in recent years causing a total of 64 deaths in South East Asia. This year it has killed 45 people (32 people from Vietnam, 12 from Thailand and one from Cambodia). Avian influenza in the fowl determines a picture of acute fulminating serositis. The fowl, not having the diaphragm muscle which separates the abdominal cavity from the thoracic one, anatomically has air sacks covered with serous membrane; the bird dies from infection of all the serous membranes which, in a post mortem examination, appear hyperemic. According to the laws in force in the case of an epidemic it is not possible to treat surviving animals. The fowl farm is put under sequester and any animals still alive are killed and incinerated. This happens not only for cases of avian influenza but also for any other epidemic. In England two million heads of beef cattle were killed because of foot and mouth disease. Avian influenza in human beings causes symptoms which go from a symptom similar to influenza up to a very serious pneumonia with an acute respiratory distress syndrome (ARDS) picture. During an interview with Prof. Giovanni Rezza, director of the department of infectious diseases at the Istituto Superiore di Sanità, to the question asked by a journalist if there will really be 2 million people in hospital, he replied: “there is no room in hospitals for 2 million people! Also because if we are talking about the need for detention in hospital it is presumed we are talking about patients with serious respiratory difficulties and there is not this number of beds in intensive care anywhere.” This answer, however, leaves us all dismayed. This means that if the number of patients is superior to the number of beds available in intensive care units, those who suffer from serious influenza will not be able to receive adequate respiratory assistance and will be left to their fate. In front of a new “pandemic” emergency official medicine is not in the condition to be able to give all the patients the assistance or the anti-viral drugs they need to fight it. The same thing could have happened with SARS but fortunately the corona virus spontaneously lost its virulence, only causing about 800 victims. I do not wish to be an alarmist, but what must be done is to find in time a solution to a very serious problem before it escapes all medical control. Today there is not an efficacious vaccine against avian influenza which could protect the population from contagion. Antiviral medicines belonging to two different classes could be used: inhibitors of the M2 (amantadine and rimantadine) and inhibitors of the neuroaminidase (zanamivir and oseltamivir). Analysis of the viruses isolated in the lethal cases of H5N1 influenza in Vietnam indicate that the type appears to be resistant to the inhibitors of M2. The inhibitors of the neuroaminidase are efficacious both with viruses of type A and type B; laboratories belonging to the global network of influenza surveillance are also working in order to confirm the efficacy of the inhibitors of neuraminidase against the H5N1 stock which is circulating at the moment. Every year Unicist homeopathic doctors treat with specific “situational” remedies those influenza epidemics which are treated allopathically with symptomatic drugs which are not specific. During these seasonal epidemics the constitutional remedy is not efficacious as the viral epidemic gene is so powerful that it overcomes the individual’s constitutionality. Influenza viruses set off a symptomatic chain superimposable on the population which is struck and it is amazing to observe the rapid resolution of symptoms with “situational” remedies which are specific for influenza. Pneumonia caused by the avian virus could be treated homeopathically with the “highly suggestive” remedy Antimonium Tartaricum, a specific homeopathic remedy for acute respiratory distress syndrome (ARDS) which has been described in the book “SARS, a proposition for its treatment”. If the complication of an influenza induced by the A virus should be hemorrhagic pneumonia, the specific remedy is described in the treatment for canine influenza. USA: canine influenza emerges, evolution of the stock of equine influenza A state of alert reaches us from the United States about the emergence of a new viral pathogenous agent which is responsible for the first form of canine influenza. It is the first time that the equine virus H3N8 infects another species of mammals other than the horse. The virus is not correlated with the common agents of human influenza or with the virus H5N1 of avian influenza. No cases of human infection have been reported. The risk is low but, considering that dogs live in close contact with human beings, the experts’ worry is justified. Some epidemiologists feel that the jump from one species to another may have happened already before January 2004. In Florida the national epidemics of canine cough (infective tracheo-bronchitis) took place in 1992, 1999 and 2003; in those years a high percentage of dogs affected presented symptoms referable to canine cough but then died of 33 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA hemorrhagic pneumonia, not a common happening in the case of infective tracheo-bronchitis. In 2004 in Florida 22 greyhounds were struck by the virus and 8 died of hemorrhagic pneumonia. The post mortem examination revealed a serious pulmonary hemmorhage. As has already been stressed, the permanence of dogs inside our homes requires particular attention; it is necessary to discover an efficacious weapon in order to defeat the hemmorhagic pneumonia induced by the virus H3N8 which could be transmitted from dogs to human beings. Following the dictates of classical homeopathy, applicable also to animals, and by crossing the listing rubrics in the Repertories which consider influenza, pneumonia and pulmonary hemorrhage caused by the latter, it is clear that there are only two remedies which could be “highly suggestive” for the treatment of hemorrhagic pneumonia caused by the virus H3N8 in dogs. These two remedies are: Calcarea Sulphurica and Sulphuricum Acidum. Reading the proving of the single remedies in the medical book of Doctor Clarke, only one remedy appears which could be “highly suggestive” and specific for the treatment of hemorrhagic pneumonia caused by the virus H3N8: Sulphuricum Acidum. Doctor Clarke describes in his “Materia Medica” the proving of Sulphuricum Acidum which for similarity can treat: ecchymosis, hemorrhage, influenza, pneumonia, prolonged hemoptysis, cough with hemoptysis, profuse pulmonary hemorrhage and the subsequent collapse. In the Repertories influenza, pneumonia, pulmonary hemorrhage during pneumonia, etc. can be found in the rubrics. Not wishing to re-write a book of homeopathy only in order to indicate the “highly suggestive” homeopathic remedy for the treatment of hemorrhagic pneumonia caused by the influenza virus A which infects human beings dogs also, I would advise anyone who wishes to understand how I identified the remedy, to read the book “SARS, a proposition for its treatment” in which the modus operandi of classic homeopathic medicine is described. Giovanni Giannotti M.D. Homeopath 34 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Cooperazione Scientifica Italia – Australia Studio della Circolazione Marina Costiera con Radar HF e VHF A.Mazzoldi, S.Cosoli, M. Gačić, V. Kovačević, M. Heron, A.Prytz, G.Page Lo studio della circolazione costiera e dello scambio di flussi d’acqua tra la laguna di Venezia ed il mare aperto attraverso le sue bocche di porto è stato uno dei temi principali di un progetto di ricerca, finanziato dal CORILA (Consorzio Ricerche Lagunari) negli anni 2001-2004 Un aspetto preso in considerazione in questa ricerca è il ruolo fondamentale che le correnti marine superficiali giocano nell’ambiente costiero per la loro influenza nell’ecosistema, e come il campo di corrente adiacente alle bocche, nella fascia costiera fuori della laguna, interviene nell’efficienza dei flussi attraverso le bocche nel rinnovare le acque della laguna. Lo studio della circolazione superficiale e del suo impatto sulle caratteristiche ambientali richiede l’acquisizione di lunghe serie di dati di corrente di alta qualità, che spesso risultano carenti a causa delle limitazioni nelle tecniche di misura disponibili. Una nuova tecnica di misura basata su una rete di sistemi Radar HF per produrre le mappe della corrente marina superficiale al largo della bocca di porto di Malamocco, è stata utilizzata, permettendo l’analisi della completa serie temporale dal 2001 al 2003. Questa tecnologia, già ampiamente utilizzata negli Stati Uniti e sperimentata per la prima volta in Italia dal gruppo di ricerca del CNR – ISMAR di Venezia, in collaborazione con l’OGS di Trieste ha permesso di superare le difficoltà fino ad ora incontrate nello studio delle correnti in ampie aree di mare. La circolazione costiera é stata studiata con l’utilizzo di radar costieri ad alta frequenza (25-30 MHz). Il radar utilizza due sistemi di antenne ricetrasmittenti posizionate sulle isole di Lido e di Pellestrina, più una terza antenna Rx/Tx installata sulla piattaforma “Acqua Alta”, 8 miglia al largo delle bocche di porto. Con questa configurazione é stata coperta dalle misure una zona larga 20km davanti alla bocca di Malamocco, con una risoluzione spaziale di 1km, ottenendo le serie temporali desiderate. Il sistema Radar HF fornisce, per ciascun sito, l’eco di ritorno del segnale elettromagnetico trasmesso dalle antenne e riflesso dalle onde di mare superficiali. I dati radiali delle 3 antenne vengono combinati per ottenere i vettori delle correnti su una griglia regolare, con le maglie di circa 1km per 1km (fig.1). L’accuratezza nominale tipica di tali vettori è inferiore a 5cm/s in magnitudo, ed inferiore ai 10 gradi in direzione. La zona studiata si estende fino a circa 15km al largo, con una forma ovale e con una superficie di circa 120km2. Le misure del campo di corrente hanno evidenziato la presenza di una corrente media verso sud dell’ordine di 10 cm/sec, che fa parte della circolazione ciclonica dell’Adriatico. L’analisi dei campi di flusso, sottratta la componente mareale, rivela la presenza di vortici su piccola scala (5km) sia a nord che a sud della bocca. Inoltre, diverse mappe delle medie mensili della velocità della corrente Fig.1 Mappa della corrente nell’area coperta indicano la presenza di persistenti meandri. L’indagine sulla possibile influenza dei forzanti esterni ha dai 3 siti radar (Lido,Pellestrina e stabilito che un vento forte tende a distruggere questi vortici, Piattaforma) creando un campo di corrente omogeneo ed uniforme. Il vento genera le oscillazioni a bassa frequenza durante l’inverno, mentre durante la stagione stratificata prevalgono le oscillazioni inerziali. La varianza di queste oscillazioni aumenta con la distanza dalla costa. L’analisi armonica applicata su ogni punto sperimentale ha dato la possibilità di ottenere per la prima volta la distribuzione spaziale delle costanti armoniche della corrente superficiale. E’ stato dimostrato che l’influenza delle oscillazioni mareali alle bocche nel campo di moto esterno si estende fino alla distanza di 4-5km, cambiando l’orientamento delle ellissi di marea e la loro ampiezza. Inoltre, vicino alla bocca, prevalgono le maree semidiurne come nel flusso alle bocche, mentre verso il mare aperto le oscillazioni diurne diventano sempre più energetiche. 35 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Il calcolo del campo medio mensile delle correnti superficiali ha dimostrato la prevalenza delle correnti verso sud durante tutto l’anno, con un’importante variabilità stagionale (fig. 2). Le correnti più forti, dell’ordine di 20 cm/s appaiono nei mesi di novembre e dicembre. E’ stata rilevata l’esistenza di un “jet” costiero (corrente forte di dimensioni orizzontali relativamente piccole) della larghezza di 5km che in alcuni mesi era staccato dalla costa. Nel campo di corrente media mensile, e ancora di più in quello di media giornaliera, sono stati individuati vortici di dimensioni di qualche chilometro posizionati sia a sud che a nord della bocca di Malamocco. Questi vortici sono presenti nelle situazioni di calma o di vento debole e/o variabile. Nelle situazioni caratterizzate da forte vento il campo di corrente diventa omogeneo e i vortici non si evidenziano. Durante la stagione estiva, e/o con un vento variabile, la risposta del campo di corrente é prevalentemente transiente con la presenza di oscillazioni inerziali. In inverno, invece, le oscillazioni inerziali sono molto deboli o completamente assenti, con un campo di corrente quasi stazionario. Si è ritenuto interessante proseguire lo studio anche all’interno delle bocche, laddove il sistema radar impiegato non è in grado di Fig.2 Mappa delle correnti medie “vedere”. Grazie ad un nuovo finanziamento fornito dal CORILA superficiali annue nel periodo è stato possibile proseguire questa attività di ricerca coinvolgendo Novembre 2001 – Ottobre 2002 la James Cook University di Townsville in Australia, presso i cui ottenute dai dati del Radar Costiero. laboratori è stato sviluppato un nuovo Radar VHF, che permette di lavorare con una risoluzione spaziale di 100m, onde poter studiare le aree marine di accesso ai canali, particolarmente utili alla navigazione portuale. Fig.3 Stazioni radar situate sui fari al termine delle dighe nord e sud della bocca di Lido (larga 900m). Questa collaborazione ha dato origine ad una campagna di misura di un mese, condotta dai ricercatori italiani ed australiani con la loro strumentazione radar, nel periodo da metà Ottobre a metà Novembre 2005, presso la bocca di Lido. Le misure effettuate hanno evidenziato, come di seguito descritto, la grande potenzialità di queste tecniche di misura, particolarmente efficace quando sistemi operanti a diverse scale e risoluzioni spaziali vengono fatti lavorare in congiunzione. L’installazione del radar australiano VHF PortMap all’ingresso della bocca di Lido ha evidenziato la capacità del nuovo sistema a fornire mappe della corrente superficiale con alta risoluzione spaziale (100m) ed evidenziare complesse strutture della corrente all’ingresso del canale. E’ stata questa una sfida importante nell’utilizzare un radar adatto alle misure oceaniche in un ambiente logisticamente difficile come l’installazione sui due fari all’estremità delle dighe, ed in presenza di un pesante traffico navale (nella fig. 3 le linee tratteggiate mostrano il range di 1km per ogni stazione). Le modalità di funzionamento del nuovo radar australiano, testato per la prima volta sul campo, sono assai diverse da quelle precedentemente descritte, ma si complementano perfettamente, descrivendo dettagliatamente la corrente superficiale all’entrata della bocca di porto di Lido, che presenta fenomeni particolarmente complessi. Uno dei primi risultati, tra i più eclatanti, è stato quello di evidenziare un fenomeno di doppia circolazione durante una fase di inversione mareale.La fig. 4a mostra una fase di flusso mareale con corrente entrante attorno al faro di Punta Sabbioni e lungo la diga nord ed un flusso ancora uscente lungo la diga sud (lato Lido). La successiva fig. 4b conferma invece che il flusso mareale è entrante nella bocca (vedi grafico della corrente in fig. 5). Tra i risultati rilevati si è anche potuto riscontrare che nei giorni con vento locale di velocità superiore ai 5m/s, si forma una zona di risospensione di sedimenti sulla spiaggia del Cavallino ( a nord della diga di Punta Sabbioni) si estende all’interno del canale, lungo la diga stessa. Questa situazione dinamica è mostrata nella fig.6, dove l’acqua trasporta sedimenti lungo il canale verso la laguna mentre è ancora presente un flusso uscente. 36 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 800 600 600 Distanza da Punta Sabbioni (m) 400 Diga nord: Faro Punta Sabbioni 200 0 -200 Distance from Punta Sabbioni (m) 800 400 Diga nord: Faro Punta Sabbioni 200 0 -200 -400 -400 40 cm/s Diga sud: Faro Lido 40 cm/s Diga sud: Faro Lido -600 -600 -1400 -1200 -1000 -800 -600 -400 -200 0 Distanza da Punta Sabbioni (m) -1400 -1200 -1000 -800 -600 -400 -200 0 Distance from Punta Sabbioni (m) Fig.4a Flusso nella bocca di Lido alle 16.00 del Fig.4b Flusso nella bocca di Lido alle 17.20 del 17/10/05 17/10/05 Fig.5 Registrazione della media oraria del vento alla piattaforma oceanografica (20km al largo): si evince che i valori orari del vettore vento sono prevalentemente in direzione Sud. L’andamento della corrente è lungo l’asse del canale, con valori positivi per corrente uscente. Fig. 6 Fotografia presa dal faro di Punta Sabbioni alle 16.00 del 17/10/05 che mostra i due versi opposti del flusso , con diverso trasporto di sedimenti. I flussi sono in accordo con quanto indicato dal radar PortMap L’attività di monitoraggio delle correnti marine superficiali, oltre a fornire le serie temporali utili allo studio della circolazione forniscono anche gli elementi per una valutazione del rischio ambientale delle zone esposte ai fenomeni di erosione costiera conseguenti all’andamento delle correnti, alla presenza del fenomeno di mucillagini che occasionalmente interessano l’intero Alto Adriatico e nel quale gioca il ruolo essenziale il campo di corrente nel trasportarle. Inoltre le attività industriali ed il traffico marino rappresentano un potenziale pericolo per il turismo generando un continuo inquinamento (comprendendo anche quello possibile causato dall’accidentale versamento da navi) e quello idrogeologico in relazione alla circolazione marina sulla scala del bacino e sulle scale locali. Ciò comporta sia vistosi danni economici che situazioni di alto rischio per le popolazioni, per cui il monitoraggio dei processi responsabili, soprattutto le correnti superficiali ed i forzanti atmosferici sono fondamentali per la gestione e lo sviluppo sostenibile delle aree dell’Alto Adriatico. Questa attività è frutto di un programma di collaborazione tra la James Cook University e la Queensland Science and Engineering Consultants Pty Ltd in Australia, il CNR – Istituto di Scienze Marine (ISMAR) di Venezia e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) di Trieste ed è finanziata dal 37 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Consorzio per la Gestione del Centro di Coordinamento delle Attività di Ricerca Inerenti il Sistema Lagunare di Venezia (CORILA) di Venezia. Andrea Mazzoldi, Simone Cosoli, C.N.R. – Istituto di Scienze Marine, Venice, Italy Email: [email protected] Miroslav Gačić, Vedrana Kovačević, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, OGS, Sgonico (TS) Italy Email: [email protected] Mal Heron, Arntein Prytz, Geoff Page James Cook University, Townsville, Australia Email: [email protected] 38 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Italian – Australian Scientific Cooperation Study of Marine Coastal Circulation by HF and VHF Radar A. Mazzoldi, S.Cosoli, M. Gačić, V. Kovačević, M.Heron, A.Prytz, G.Page The study of marine coastal circulation and water exchanges between Venice lagoon and open sea through its inlets has been one of principal aims of a research project in the period 2001-2004, financed by CORILA (Lagoon Research Consortium). One of the aims of this study was to estimate the role of surface currents in the coastal environment, the surface current pattern close to the three inlets (Lido, Malamocco, Chioggia), outside the lagoon and the importance that alongshore flow has in the efficiency of the lagoon water renewal. The study of surface circulation and its impact on the environmental characteristics needs the acquisition of high quality continuous time-series of currents, that generally are lacking because of limitations of the classical pointwise measurement techniques. A new technique based on HF Radar systems has been employed to produce surface marine current maps offshore from the Malamocco inlet, analysing the complete time-series collected from 2001 to 2003. This technology is widely used in the United States and has been experimented for the first time in Italy by the research groups of CNR – ISMAR of Venice and OGS of Trieste. By this technique it has been possible to observe the current field in larger sea area. The coastal circulation has been studied using high frequency coastal radar (25-30 MHz). The radar consists of two RxTx antenna systems set on Lido and Pellestrina islands, plus a third antenna on the oceanographic tower “Acqua Alta”, 8 miles offshore from the inlets. With this deployment an area of 20km in front of Malamocco inlet has been monitored, with 1km of spatial resolution. The radar system receives and analyses the sea-echo from the marine waves of the three electromagnetic signals emitted by the antennas; the radial components of surface velocity from the receiver antennas are combined and the result is the vector map at a regular grid, with a resolution of 1km x 1km (fig.1). The typical error is less than 5cm/sec in magnitude and 10 degrees in current direction. The study area extends 15km offshore, with an oval shaped surface area of about 120km2. The measurements showed the presence of a mean southerly current of 10cm/sec, that costitutes part of the Adriatic cyclonic basin-wide circulation. After subtracting tidal components, the analysis of the current field shows evidence of the presence of small-scale eddies (5km) both north and south of the Malamocco inlet. Moreover, many maps of monthly mean current fields show the presence of persistent meanders. These features are present in situations with weak winds or in calm weather conditions. Strong winds horizontally homogenize the current field destroying small-scale eddies. Harmonic analysis was applied at every single experimental point and the results show that the influence of tidal currents in inlets extends in an area 4-5km wide. Fig.1 Surface current map of the area Consequently, in the vicinity of inlets, semidiurnal tides monitored by three radar (Lido,Pellestrina prevail as expected in the case of inlet currents. Moving and Oceanographic Platform) toward open sea the diurnal tide currents become prevalent. 39 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Monthly average flow was calculated and it appears that strongest coastal flow occurs in November and December with the southward current of about 20cm/sec (fig. 2). A coastal jet (strong current of relatively small horizontal dimensions), 5km wide, characterizes the flow, and in some months it is detached from the coast. During the stratified (summer) season inertial oscillations are present with energy increasing with the distance from the coast. On the other hand, winter season is characterized by the lowfrequency response of current field to the wind forcing with inertial oscillations being negligible. It was interesting to carry on this study also inside the inlets, where this radar system “can’t see”. Thanks to new financing by CORILA, it has been possible to continue this research activity involving the James Cook University of Townsville in Australia, and a new VHF Radar has been used. It can work with a spatial resolution of 100m, so it’s possible to study flow structure within the channel, that is particularly useful to harbor navigation. Fig.2 Annual mean surface current map from November 2001 to October 2002. The map is obtained by the coastal radar data. This collaboration gave rise to one measurement campaign, carried out jointly by Italian and Australian researchers, from 1 October to 11 November, 2005 with a VHF Radar system, at the Lido inlet (fig.3). The measurements show the great potentiality of these techniques, particularly efficient when systems with different range and spatial resolution are superimposed. The deployment of the VHF PortMap at the Lido entrance to the Venice Lagoon showed the capability of the new system to provide surface current maps with sufficient spatial resolution (100m) and to reveal complex current structures across the entrance channel The modalities of operation of the new Australian radar, tested for the first time in the field, are different from those previously discussed, but are complementary, describing in detail the surface current near the mouth of Lido inlet, that has particularly complex structure. One of first and remarkable results has been the evidence of a flow inversion Fig.3 The radar stations situated at the within the channel. lighthouses at the end of the training walls Fig. 4a shows an example of this pattern with inflow near for the Lido inlets. The dashed lines show a the Punta Sabbioni lighthouse and an outflow on the Lido range of 1km from each of the stations. The side of the channel. Fig. 4b shows on the other hand the dot in the channel is the position of a inflowing current over the entire channel (the current graphic of Fig. 5). The selected situation is characterized by bottom-mounted acoustic current meter. a rather strong wind that generates sand resuspension on the beach outside the lagoon that subsequently enters along the northern channel shore due to the inflowing currents. This dynamic situation is illustrated in Fig.6, where the water transports sediments along the channel towards the lagoon is evident, while the flux is still outgoing. The monitoring activities of surface marine currents, besides providing the temporal series useful to the circulation studies, give us the data to estimate the environmental hazard of the areas liable to coastal erosion phenomena of high currents and waves, to the mucilage phenomena that sometimes occur in the Northern Adriatic. 40 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 800 800 600 600 400 400 200 Distance from Punta Sabbioni (m) Distance from Punta Sabbioni (m) CANBERRA Northern jetty: Punta Sabbioni lighthouse 0 -200 -400 200 Northern jetty: Punta Sabbioni lighthouse 0 -200 -400 40 cm/s 40 cm/s Southern jetty: Lido lighthouse Southern jetty: Lido lighthouse -600 -1400 -600 -1200 -1000 -800 -600 -400 -200 0 -1400 -1200 Distance from Punta Sabbioni (m) -1000 -800 -600 -400 -200 0 Distance from Punta Sabbioni (m) Fig.4a Flux in the entrance to the Lido inlet at 16.00h Fig.4b Flux in the entrance to the Lido inlet at 17.20h of of 17/10/05 17/10/05 Fig.5 The wind record at the Tower, about 20km offshore, and the current at the Lido. The hourly data of the wind vector are principally southerly and the current is along the channel axis, with positive values when the current is outgoing. Fig.6 A photograph taken from the Punta Sabbioni lighthouse looking across the end of the channel, towards the Lido lighthouse at 16.00 of 17/10/05. The water in the foreground is turbid and is moving into the inlet. The water near the Lido lighthouse is clear and is flowing out into the sea. This interpretation is assisted by the PortMap data. In both cases the current field plays a fundamental role. Industrial activities and marine traffic are a potential danger for tourism, creating a continuous pollution or by accidental oil spill from ships. This can create considerable economical damage and high risk situations for the population, so the monitoring of relevant processes (as surface currents and atmospheric forcing) are fundamental for the management and sustainable development of the Adriatic area. The results presented in this paper were obtained from a collaborative research program between James Cook University and Queensland Science and Engineering Consultants Pty Ltd in Australia, CNR – Institute of Marine Science (ISMAR), Venice and National Institute of Oceanography and Applied Geophysics (OGS), Trieste with financial support by Consortium for Coordination of Research Activities concerning the Venice Lagoon System (CORILA), Venice. Andrea Mazzoldi, Simone Cosoli, C.N.R. – Istituto di Scienze Marine, Venice, Italy Email: [email protected] 41 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Miroslav Gačić, Vedrana Kovačević, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, OGS, Sgonico (TS) Italy Email: [email protected] Mal Heron, Arntein Prytz, Geoff Page James Cook University, Townsville, Australia Email: [email protected] 42 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Collaborazione tra la Facoltà di Design del Politecnico di Milano e il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’ Università del New South Wales su “Wearable Monitoring Technology for Health, Fitness and Rehabilitation” Venere Ferraro, Nicola Rossini La prima conferenza italo-australiana su “e-health, telemedicine and home telecare”, svoltasi a Sydney nel marzo dello scorso anno, ha dato il via ad una collaborazione tra il Laboratorio di Biodesign della Facoltà di Design del Politecnico di Milano, coordinato dall’ arch. Marita Canina ed il Laboratorio di Sistemi Biomedici (BSL) del dipartimento di ingegneria elettronica dell’Università del New South Wales, coordinato dal Professor Branko Celler. La collaborazione è focalizzata sugli ambiti di ricerca di entrambi i laboratori. Il Laboratorio di Sistemi Biomedici (BSL) è internazionalmente riconosciuto per la sua attività di ricerca su temi quali la telemedicina, i sistemi per il monitoraggio remoto dei pazienti e la sensoristica. Il Biodesign Lab è incentrato sullo sviluppo di dispositivi protesici e artificiali (endoprotesi ed esoprotesi), dispositivi medicali e soluzioni medicali embedded per diagnostica, design e integrazione. Inoltre, si occupa di soluzioni total body area per il monitoraggio user friendly in telemedicina e design per materiali biologici, biosensori, miniaturizzazione e nuove tecnologie. Il BSL combina l’esperienza in ambito ingegneristico con quelle in campo medico e biologico per lo sviluppo di un’attività di ricerca basata sui biomateriali, dispositivi biomedici, organi artificiali e analisi al computer per attività di riabilitazione. L’obiettivo della collaborazione tra i due laboratori è trasformare in pratica il concetto che sta alla base del Biodesign Lab: la creazione di un’attività progettuale sviluppata da figure professionali provenienti da diversi ambiti scientifici, quali il design, la medicina e l’ingegneria, ottenendo in questo modo un nucleo di competenze adeguato alla gestione di tematiche complesse e multidisciplinari. Il primo progetto intrapreso dal BSL e dal Biodesign Lab è la realizzazione di un "Wearable device for physiological monitoring and training in high performance sport" ideato presso il BSL dal Prof. Celler e dal suo gruppo di ricercatori. Il team è composto da una neolaureata al Politecnico di Milano, rappresentante del Biodesign Lab, un laureando in Design & Engineering proveniente anch’egli dal Politecnico di Milano e da dottorandi in ingegneria elettronica e biomedica. Il BSL oltre ad essere sede operativa del progetto, ha supportato finanziariamente l'iniziativa insieme al corso di Industrial Design della FBE (Faculty of Build Environment) all’UNSW, rappresentato dal Senior Lecturer Jonathan Talbot, il quale, come esperto di Human Factors Design, è supervisor del progetto insieme al Prof. Celler. In dettaglio il brief riguarda un “wearable device” per il monitoraggio in tempo reale di diversi parametri fisiologici, quali: o frequenza dei battiti del cuore o frequenza dei passi e consumo energetico o respirazione o temperatura corporea La rilevazione di tali parametri è utile a generare un segnale audio, che viene inviato all’utente via wireless, tramite un auricolare connesso al dispositivo. Il suono ha lo scopo di aiutare l’atleta a sincronizzare il ritmo dei passi con quello dei battiti del cuore. Obiettivo del progetto è quindi il disegno di un dispositivo che consenta di migliorare le performance sportive di un atleta. Al fine di soddisfare quei requisiti di funzionalità e comfort richiesti dal prodotto, è necessario che le diverse figure professionali coinvolte lavorino a stretto contatto. Ciò consente di discutere agevolmente sulle soluzioni ai problemi che si incontrano perseguendo gli obiettivi progettuali. Tra questi, i principali riguardano la disposizione del sistema circuitale e dei sensori, al fine di ottenere una corretta rilevazione dei parametri. Con le strumentazioni biomediche a disposizione del BSL, è possibile verificare l’efficacia dei sensori al variare del loro posizionamento sul corpo. Esse inoltre permettono di valutare quanto le sollecitazioni meccaniche, indotte dalla corsa dell’atleta, influiscano sulla qualità del segnale registrato. Altro aspetto importante il dispositivo sia facilmente adattabile alle diverse corporature. Affinchè l’utente si senta a suo agio indossandolo, è necessario che esso non ostacoli il movimento e sia esteticamente piacevole. Primo traguardo dell’attività progettuale è la realizzazione di un prototipo funzionale per la giornata di workshop internazionale su ““Wearable Monitoring Technology for Health, Fitness and Rehabilitation” che si svolgerà il 13 giugno presso l’ Università del New South Wales. 43 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA La conferenza sarà sponsorizzata dal governo e dall’ Università del New South Wales, dalla Regione Lombardia e dall’Ambasciata italiana in Australia. Dott.ssa Venere Ferraro Biodesign Lab Unità di Ricerca ProgettoProdotto Dip. INDACO Facoltà del Design - Politecnico di Milano Nicola Rossini Laureando in Design & Engineering Facoltà del Design - Politecnico di Milano 44 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Collaboration between Faculty of Design of the Polytechnic of Milan and the School of Electrical Engineering and Telecommunications of the University of the New South Wales about “Wearable Monitoring Technology for Health, Fitness and Rehabilitation” Venere Ferraro, Nicola Rossini The first Italo-Australian conference on "e-health, telemedicine and home telecare", held in Sydney in March of the last year, led off a collaboration between the Biodesign Lab of the Faculty of Design of the Polytechnic of Milan, coordinated by architect Marita Canina, and the Biomedical Systems Laboratory (BSL) of the School of Electrical Engineering and Telecommunications of the University of the New South Wales, coordinated by Professor Branko Celler. The collaboration is focused on research fields of interest to both laboratories. The Biomedical Systems Laboratory (BSL) is internationally recognised for its research on telemedicine and telehealth, including systems for the remote monitoring of patients and associated wearable and implantable biomedical sensors. The Biodesign Lab is well known for its work on the development of artificial devices (endo-exoprotesis) and the integration of new and more appropriate technologies in the biomedical and bio-robotic sectors, as well as medical devices and embedded solutions for diagnosis. This work also includes the design of biological and bio - materials, miniaturization and the integration of new technologies. BSL research and development is focused on the application of engineering techniques and analysis to problem solving in medicine and the biomedical sciences. This combines experience in engineering with biology and medicine with work in medical electronics, clinical and rehabilitation engineering and biomaterials. The aim of the collaboration between the two laboratories is to transform into practice concepts that are at the core of the Biodesign Lab: an interdisciplinary approach to project activity based on a nucleus of multidisciplinary competencies in the specific areas of industrial design, medicine and engineering. The first collaborative project undertaken by the BSL and the Biodesign Lab, is the realization and design development of a "Wearable device for physiological monitoring and training in high performance sport" conceived in the BSL by Prof. Celler and his research group. The team is made up by a designer from the Polytechnic of Milan, representing the Biodesign Lab, a graduating student in Design & Engineering from the Polytechnic of Milan as well as research staff and PhD students in biomedical and electrical engineering. The research team is based at the BSL Biomedical Precinct in Kensington, and the initiative is jointly funded by the Faculty of Engineering and Faculty of the Built Environment at the University of NSW. Prof. Celler and Mr. Jonathan Talbot from the School of Industrial Design, a specialist in Human Factors Design, jointly supervise the research team. The design brief is for a "wearable device" for the monitoring in real time of various physiological parameters: o ECG and heart rate o Step rate and energy consumption o Respiration o Body temperature The wearable device is also able to communicate via wireless to a host computer and can set the exercising rate via an auditory signal. The device will be able to implement a number of monitoring and control strategies to maximise sport performance and training. In order to achieve the requirements of functionality and comfort of the product, the various professional figures involved in the project, have to work closely together to decide on many design strategies to achieve the desired outcomes. One of the most important problems to face is to understand in detail the electrochemical properties of the sensors connected to the human body and to design circuitry that is safe, reliable and able to perform well even under the most adverse conditions of strenuous exercise. Fortunately the Biomedical Systems Laboratory contains a well equipped Human Performance Laboratory where preliminary experiments to test the performance of the system can be carried out. This is also an ideal environment in which to evaluate and test mechanical and ergonomic designs and human factors which are critical to the success of the project. Another challenge that is being met is to design a device that is easily adaptable to the different body sizes, is unobtrusive and aesthetically pleasant and is comfortable to wear. The first milestone for this project is to realize a working prototype for an international one day workshop on “Wearable Monitoring Technology for Health, Fitness and Rehabilitation” that will be held at the University of NSW on June 13. It will be sponsored by the University of NSW, the New South Wales Government, the Lombardy Region and the Italian Embassy in Australia. 45 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Dott.ssa Venere Ferraro Biodesign Lab Unità di Ricerca ProgettoProdotto Dip. INDACO Facoltà del Design - Politecnico di Milano Nicola Rossini Laureando in Design & Engineering Facoltà del Design - Politecnico di Milano 46 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Una finestra sulla Commissione Europea A cura di Lynne Hunter Competitività e Innovazione – Una strategia per il successo Come tutti oramai sanno, a Lisbona l’Europa si posta l’obiettivo del 2010 per raggiungere l’economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile e di creare nuovi e migliori posti di lavoro ed una maggiore integrazione sociale. Lynne Hunter Adviser, Delegation of the European Commission to Australia and New Zealand, 18 Arkana Street, Yarralumla ACT 2600 Email: [email protected] Testo originale in inglese 47 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA A window on the European Commission Lynne Hunter Competitiveness & Innovation – A Strategy for Success As everyone knows by now, in Lisbon in 2000, Europe set itself the target to become, by 2010, the most competitive and dynamic knowledge-based economy in the world, capable of sustainable economic growth with more and better jobs and greater social cohesion. Lynne Hunter Adviser, Delegation of the European Commission to Australia and New Zealand, 18 Arkana Street, Yarralumla ACT 2600 Email: [email protected] Original manuscript in English 48 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Una finestra sul diritto internazionale A cura di Gabriele Porretto Primo anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e la Conferenza delle Nazioni Unite del 2005 sui cambiamenti climatici Il Bollettino ha pubblicato in passato alcuni contributi sul Protocollo di Kyoto del 1997, relativo alla Convenzione-quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (il cui acronimo in inglese è UNFCCC). In questo numero Danilo Angelini analizza alcuni aspetti normativi e operativi del Protocollo di Kyoto, nonché la posizione degli Stati Uniti e del Giappone in materia. La presente nota si limita a illustrare brevemente alcuni problemi giuridici legati all’attuazione del Protocollo ad un anno dalla sua entrata in vigore, anche alla luce dei risultati della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Montreal nel dicembre 2005. Com’è noto, la UNFCCC fu il primo risultato raggiunto dalla comunità internazionale per fronteggiare le sfide poste dai cambiamenti climatici. Cinque anni dopo, nel dicembre 1997, gli Stati parti alla Convenzione quadro adottarono il Protocollo di Kyoto. La Convenzione quadro attiene alla cooperazione intergovernativa mirata (a) alla stabilizzazione delle concentrazioni di gas-serra nell’atmosfera e (b) a scongiurare “pericolose interferenze antropogeniche” con il sistema climatico. Al fine di raggiungere gli obiettivi fissati dalla UNFCCC, il Protocollo di Kyoto predispone un piano d’azione che impegna i Paesi industrializzati e i Paesi in transizione verso un’economia di mercato a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni antropogeniche di gas-serra. L’entrata in vigore del Protocollo era condizionata alla sua ratifica da parte di almeno 55 Stati contraenti, e per un totale di almeno il 55% di emissioni di gas serra di tutti i Paesi industrializzati. Tale condizione si è avverata solamente dopo più di sette anni dalla firma del Protocollo, cioè il 16 febbraio 2005. Secondo l’articolo 3 del Protocollo, gli Stati parti di cui all’Annesso 1 della UNFCCC (Paesi industrializzati e Paesi in transizione verso un’economia di mercato) hanno un obbligo di ridurre, tra il 2008 e il 2012, le emissioni antropogeniche di sei specifici gas-serra, complessivamente del 5% rispetto ai livelli di emissione del 1990. Gli obiettivi variano da Stato a Stato. Per approfondimenti sugli impegni relativi alla limitazione delle emissioni si rinvia all’articolo di Angelini. Un elemento essenziale di tale sistema di cooperazione internazionale in materia di cambiamenti climatici è il principio delle “responsabilità comuni ma differenziate”, che può essere enunciato nel seguente modo: “tenuto conto del diverso grado di influenza sulla degradazione dell’ambiente a livello planetario ..., i Paesi industrializzati riconoscono la propria responsabilità nel perseguimento di uno sviluppo sostenibile, considerato il loro impatto sull’ambiente e considerate le risorse tecnologiche e finanziarie di cui essi dispongono”. In altre parole, gli Stati in via di sviluppo si preoccupano maggiormente delle questioni della crescita economica, dello sviluppo sociale e dell’eliminazione della povertà. Per conseguenza, essi hanno obblighi meno gravosi rispetto ai Paesi industrializzati, spesso limitati a una valutazione delle proprie capacità di emissione dei gas. Si noti inoltre che alla Cina, all’India e al Brasile sono state riconosciute eccezioni senz’altro sorprendenti se si considerano le capacità di tali Stati di emettere gas-serra. La ratifica da parte della Russia ha consentito l’entrata in vigore del Protocollo; ciò spiega le rilevanti concessioni che essa si è vista riconoscere dagli altri Stati parti al momento della ratifica. Si noti tuttavia che l’efficacia di tali obblighi non ha ancora potuto essere verificata. Infatti, ai sensi dell’articolo 3.9 del Protocollo, la Conferenza degli Stati parti avrebbe dovuto occuparsi degli obblighi relativi al periodo successivo al 2012, almeno sette anni prima di tale data, ovverosia non oltre il 2005. Ciò implicava che gli Stati di cui all’Annesso 1 avrebbero dovuto entro tale data essere in grado di provare i progressi realizzati nell’adempimento dei rispettivi obblighi di cui al Protocollo. Si trattava di scadenze decise nel 1997, cioè in un momento in cui non era facile prevedere tempi talmente lunghi per l’entrata in vigore del Protocollo. In conclusione, risulta difficile valutare ad oggi se gli impegni di riduzione delle emissioni abbiano effetti positivi o meno. La Sessione di Montreal della Conferenza degli Stati parti alla UNFCCC e al Protocollo di Tokyo (dicembre 2005)1 è stata un’occasione per discutere non soltanto degli impegni dei Paesi industrializzati per il periodo successivo al 2012, ma anche dei mutamenti imposti dai cambiamenti climatici. Un esito positivo della Sessione era necessario agli occhi dei sostenitori della strategia multilaterale in materia di cambiamenti climatici, e ciò non soltanto per migliorare l’operatività del Protocollo ma anche per inviare al mondo un segnale positivo con riferimento al periodo oltre il 20122. La Conferenza è stata particolarmente produttiva, 49 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA grazie all’adozione di oltre quaranta decisioni sul rafforzamento dell’azione internazionale per contrastare i cambiamenti climatici globali. Uno dei principali punti di discussione riguardava il contemperamento tra gli interessi dei Paesi industrializzati e quelli dei Paesi in via di sviluppo. Basti pensare che secondo i Paesi in via di sviluppo le procedure previste all’articolo 3.9 del Protocollo in materia di futuri ulteriori impegni di riduzione delle emissioni gravano soltanto sugli Stati che abbiano già consentito a impegni di riduzione nella fase 1.3 Tenuto conto di queste premesse, uno tra i principali successi della Conferenza è stato il rafforzamento di meccanismi di cooperazione, ad esempio il c.d. “Clean Development Mechanism” (CDM), in virtù del quale i Paesi industrializzati possono investire in progetti di sviluppo sostenibile nei Paesi in via di sviluppo. Il CDM non è soltanto un modo per contribuire a migliorare la qualità della vita nei Paesi in via di sviluppo, ma consente altresì ai Paesi industrializzati promotori degli investimenti di realizzare dei “crediti di emissione” per le loro quote. Altro risultato di rilievo della Conferenza di Montreal è stato l’accordo sul regime di verifica dell’attuazione, da parte degli Stati, degli obiettivi di riduzione delle emissioni di cui al Protocollo. Concretamente, la Conferenza ha formalmente adottato i c.d. “Accordi di Marrakesh” del 2001, che istituiscono un meccanismo di verifica fondato su due organi: il “plenary bureau” e il “facilitative and enforcement branch”. Si noti che nel valutare presunti casi di non rispetto degli obblighi di cui al Protocollo, il “facilitative and enforcement branch” deve tenere in conto il principio delle responsabilità comuni ma differenziate. In sintesi, la Conferenza di Montreal è riuscita a produrre una strategia che consentirà di continuare ad affrontare le questioni legate ai cambiamenti climatici in un quadro multilaterale, nell’ambito del sistema della UNFCCC. La sfida è duplice, perché si tratta da un lato di non far cessare il coinvolgimento dei Paesi in via di sviluppo nelle successive fasi di attuazione del Protocollo, dall’altro di non interrompere la cooperazione con Paesi quali gli Stati Uniti o l’Australia che, sebbene non parti al Protocollo, sono pur sempre parti alla UNFCCC. Questi ultimi Stati, così come altri Stati ad alto livello di emissioni, si oppongono generalmente a qualsiasi prospettiva implicante nuovi obblighi. È stato correttamente osservato che la Conferenza ha confermato un approccio a doppio binario nel campo del diritto internazionale dell’ambiente.4 Il primo binario è il processo nel quadro del Protocollo. Gli Stati industrializzati parti a tale strumento si sono impegnati a proseguire i negoziati in vista della fase due e a tal fine è stato costituito un gruppo di lavoro che si riunirà nel maggio 2006 per discutere degli impegni futuri dei Paesi più sviluppati per il periodo oltre il 2012. Dall’altra parte c’è il sistema della UNFCCC, fondato più su discussioni informali che su veri e propri negoziati.5 A Montreal, le parti alla Convenzione hanno deciso di impegnarsi in un dialogo sull’azione di cooperazione a lungo termine per affrontare i cambiamenti climatici attraverso la messa in atto della Convenzione. Essi hanno sottolineato come tale dialogo sarà uno scambio aperto e di carattere non vincolante di punti di vista, informazioni e idee al servizio di una migliore applicazione della Convenzione, ma non darà vita a negoziati volti a stabilire nuovi impegni. È una soluzione volta a non fare venir meno l’impegno ad una strategia multilaterale da parte anche degli Stati non parti al Protocollo. 1 Si veda il sito internet della Conferenza: http://unfccc.int/meetings/cop_11/items/3394.php. 2 Si veda il comunicato stampa (Press Release) delle Nazioni Unite, “United Nations Climate Change Conference agrees on future critical steps to tackle climate change”, 10 December 2005 (http://unfccc.int/files/press/news_room/press_releases_and_advisories/application/pdf/press051210_cop11.pdf) 3 Si veda la nota di Kevin R. Gray, “Eleventh Meeting of the Conference of the Parties to the United Nations Framework Convention on Climate Change/First Meeting of the Parties to the Kyoto Protocol”, ASIL Insight, 3 April 2006 (http://www.asil.org/insights/2006/04/insights060403.html). 4 Ibidem. 5 Ibidem. Dr Gabriele Porretto Research Associate and Sparke Helmore Lecturer, ANU Faculty of Law Email: [email protected] 50 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA A window on International Law Gabriele Porretto The first anniversary of the entry into force of the Kyoto Protocol and the 2005 United Nations Climate Change Conference in Montreal The Bollettino has already published contributions on the 1997 Kyoto Protocol to the United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC). The current issue includes an article by Danilo Angelini, focussing on some normative and operational aspects of the Protocol as well as on the position of the United States and Japan. This short note is an overview of some legal issues arising from the implementation of the Protocol one year after its entry into force, also in the light of the outcome of the United Nations Climate Change Conference held in Montreal in December 2005. It is well known that the international political and legal response to climate change began in 1992 with the adoption of the UNFCCC. Five years later, in December 1997, the Kyoto Protocol was concluded by States parties to the UNFCCC. The 1992 framework Convention sets out a system of intergovernmental cooperation on action (a) to stabilise atmospheric concentrations of greenhouses gasses and (b) to avoid “dangerous anthropogenic interference” with the climate system. In order to achieve the goals set out in the UNFCCC, the Kyoto Protocol introduces a more concrete form of action, committing developed States and States making the transition to a market economy to achieve specific gas emission reduction targets. The entry into force of the Protocol was conditioned to its ratification by no less than 55 signatory States, producing no less than 55% of greenhouses gasses emissions of industrialised States. This condition was realised only more than seven years after signature, on 16 February 2005. Under article 3 of the Protocol, States parties to Annex 1 to the UNFCCC (developed States or States undergoing the process of transition to a market economy) have an obligation to reduce, between 2008 and 2012, their overall emissions of six designated greenhouse gasses by at least 5% below the 1990 levels, with specific targets varying from State to State. More insights on the emission reduction commitments can be found in Angelini’s contribution. One of the main features of the international cooperation framework in the field of climate change is the principle of “common but differentiated responsibilities”, according to which, “in view of the different contributions to global environmental degradation …, the developed countries acknowledge the responsibility that they bear in the international pursuit of sustainable development in view of the pressure their societies place on the global environment and of the technologies and financial resources they command”. This means that developing States are concerned more with their economic growth, social development and poverty eradication. They therefore have lighter obligations than developed States, often limited to a simple inventory of their gas emission capacity. Furthermore, it must be noted that China, India and Brazil were granted exceptions which are surprising in light of their capacity of emitting greenhouse gasses. As to Russia, its ratification allowed the entry into force of the Protocol and this explains the reason why it could benefit of remarkable concessions by the other States parties at the time of ratifying. However, it must be noted that the effectiveness of such obligations has not yet been tested. Indeed, according to art 3.9 of the Protocol, the Conference of the Parties were to initiate the consideration of commitments for the period after 2012 at least seven years before the end of the first commitment period, i.e. no later than 2005. Therefore, States were supposed to have, by 2005, demonstrable progress in achieving their respective commitments according to the Protocol. This time-frame was decided in 1997, when States could not anticipate that more than seven year would be necessary to bring the Protocol into force. As a result, it would be difficult to assess whether as of today emission reduction commitments bring more benefits or disadvantages. The Montreal Meeting of the Conference of the Parties to the UNFCCC and to the Kyoto Protocol (December 2005)1 was the occasion to discuss not only future commitments for developed States for the period after 2012, but also and more generally the issue of adaptation to climate change. For the supporters of multilateral efforts to address climate change some form of success in Montreal was clearly imperative, not only to improve the Protocol operation, but also to send a positive signal around the world about the future of the climate change regime beyond the end of the first commitment period (2012)2. The Conference was very productive, leading to the adoption of more than forty decisions to strengthen global efforts to fight climate change. 51 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA One of the main points of discussion was the balancing between the interests of developing States and those of industrialised States. It suffices to think that according to developing States, the process under Article 3.9 of the Protocol for future emission reduction commitments only applies to States which have already agreed to reduction commitments for period one3. Against this background, the Conference was successful in strengthening cooperative action, for instance through the so-called “Clean Development Mechanism” (CDM), a system through which developed States can invest in sustainable development project in developing States. The CDM is not only a way to improve the quality of life for the peoples of developing States, but also allows industrialised States to earn emission allowances. Another major achievement of the Montreal Conference was the agreement on a compliance regime for the Protocol, i.e. on a mechanism to ensure States parties’ accountability in meeting their emission reduction targets. Technically, this happened through the formal adoption of the so-called Marrakesh Accords of 2001, setting out a compliance committee articulated in two bodies: a plenary bureau and a facilitative and enforcement branch. Significantly, when addressing situations of non-compliance with the Protocol’s obligations, the facilitative and enforcement branch must take into account the principle of common but differentiated responsibilities. Summing up, the Montreal Conference succeeded in adopting a workable strategy to pursue multilateral action on climate change issues, within the broader system of the UNFCCC. Indeed, the biggest challenge was not only to keep developing State involved in further steps for the implementation of the Protocol, but also to pursue cooperation with States such as the USA or Australia, which, though not parties to the Protocol, are still parties to the UNFCCC. The latter States, as well as other major emitters, generally adverse the prospect of new commitments. It has correctly been stated that the Conference confirmed a dual track approach in the regime of international law of the environment4. The first track is represented by the Protocol process and industrialised States parties to this instrument have engaged to pursue negotiation in view of the second commitment period. A working group was established and is due to convene in May 2006 to discuss future commitments for industrialised States for the period after 2012. On the other side, there is the UNFCCC system, which is mostly based on informal discussion rather than actual negotiation5. In Montreal, States parties to the framework Convention resolved to engage in a dialogue on long-term cooperative action to address climate change by enhancing implementation of the Convention, and underlined that “the dialogue will take the form of an open and non-binding exchange of views, information and ideas in support of enhanced implementation of the Convention, and will not open any negotiations leading to new commitments”. As a consequence, also States non parties to the Protocol are still committed to multilateral action in the field of climate change. 1 See the Conference’s website: http://unfccc.int/meetings/cop_11/items/3394.php. 2See United Nations Press Release, “United Nations Climate Change Conference agrees on future critical steps to tackle climate change”, 10 December 2005 (http://unfccc.int/files/press/news_room/press_releases_and_advisories/application/pdf/press051210_cop11.pdf) 3See Kevin R. Gray, “Eleventh Meeting of the Conference of the Parties to the United Nations Framework Convention on Climate Change/First Meeting of the Parties to the Kyoto Protocol”, ASIL Insight, 3 April 2006 (http://www.asil.org/insights/2006/04/insights060403.html). 4Ibidem. 5Ibidem. Dr Gabriele Porretto, Research Associate and Sparke Helmore Lecturer, ANU Faculty of Law Email: [email protected] 52 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA La scienza: una finestra aperta sulla cultura A cura di Elena Caovilla Lo scienziato e la torre d’avorio Ogni giorno ci troviamo a compiere delle scelte etiche, morali e pratiche, nelle quali la scienza ha un ruolo decisivo. Decidere se mangiare o meno carne di pollo – fidandoci della parola degli esperti che assicurano l’impossibilità di contagi tramite l’alimentazione - , ridurre l’emissione di gas serra non solo a livello nazionale ma personale – confidando nella validità dei modelli che prevedono un futuro innalzamento della temperatura globale del pianeta -, scegliere o meno lo sviluppo di energia nucleare, sono tutti importanti quesiti a cui dobbiamo trovare una risposta e per i quali la scienza può essere d’aiuto. La scienza cerca poi anche di rispondere alle eterne domande filosofiche che ci poniamo: come si sono originati l’universo, la vita, il mondo in cui viviamo, quali cambiamenti si sono verificati sulla Terra nel corso dei millenni e se ci sia o meno la possibilità che tali avvenimenti si ripetano. Tanti sono i quesiti, le teorie ed i linguaggi specifici con cui queste vengono espresse, che diventa imperativa la “specializzazione del sapere”. Lo scienziato esperto in ogni campo, dalla botanica alla geologia, dalla fisica alla medicina, dalla biologia alla matematica, diventa un concetto improponibile. In questo contesto si inserisce la figura dei divulgatori scientifici: uomini e donne che si propongono di “tradurre” e di far giungere al pubblico le scoperte scientifiche più recenti, di svelare i confini che la scienza sta cercando ora di valicare e le sue direzioni future. Quest’opera non solo permette a chi è al di fuori del mondo scientifico di essere sempre aggiornato e all’avanguardia, ma crea anche dei punti di contatto e di dialogo tra scienze diverse e ambiti diametralmente opposti: mette dunque in comunicazione mondi che, a causa dell’incremento giornaliero della specializzazione del sapere, rimarrebbero altrimenti isolati. Alla base di un dialogo proficuo tra il mondo scientifico e coloro che ne sono al di fuori, per impedire una strumentalizzazione del sapere e per evitare che lo scienziato appaia “isolato nella sua torre d’avorio, impenetrabile ai problemi del mondo”, diventa necessario un lavoro di divulgazione scientifica capillare, moderno, chiaro. Non solo la divulgazione scientifica porta la scienza nel mondo, ma rende anche il lavoro dello scienziato comprensibile, evitandone l’isolamento intellettuale e culturale, così che ogni nuova scoperta sia effettivamente un patrimonio collettivo alla portata di tutti. Poiché in linea di massima il pubblico a cui si rivolge il divulgatore non ha le competenze o gli strumenti tecnici per verificare l’attendibilità e l’esattezza delle teorie esposte, diventa essenziale che nell’opera non si vadano a distorcere, nella ricerca di un’eccessiva semplificazione, i risultati o i significati delle ricerche proposte. Il lavoro del divulgatore è dunque particolarmente delicato perché facilmente soggetto ad incomprensioni. Un caso “curioso” di divulgazione scientifica è rappresentato dalla “molecola di tiotimolina risublimata”: nel 1947 Isaac Asimov scrive un articolo di satira scientifica, che descrive le proprietà di una misteriosa molecola capace di sciogliersi prima ancora del contatto con l’acqua. L’articolo, corredato di grafici, tabelle e riferimenti bibliografici completamente inventati, viene pubblicato dalla rivista “Astounding Science Fiction” ed il pezzo riscuote un tale successo che molti si convincono all’esistenza della molecola descritta [sulle proprietà endocrine della tiotimolina risublimata www.lescienze.it novembre 2004]. L’informazione scientifica andrebbe curata anche nei dettagli, per evitare mistificazioni e incomprensioni: non solo nell’ambito di riviste specializzate o di saggi finalizzati alla divulgazione, ma anche nei romanzi la cui trama è fondata su teorie scientifiche moderne si dovrebbe agire con attenzione, per evitare manipolazioni e fraintendimenti di principi scientifici innovativi. E’ da sottolineare come spesso i romanzi raggiungano un pubblico molto più vasto delle opere divulgative e dunque non siano uno strumento da sottovalutare: Jurassic Park di Michael Crichton , Angeli e demoni di Dan Brown, ad esempio, hanno portato alla ribalta del grande pubblico le teorie della clonazione e le conoscenze sull’antimateria. Pensiamo poi al principio di Heisenberg - secondo il quale non si possono conoscere nel medesimo istante con la medesima precisione la velocità e la posizione di una particella (la precisione su una delle due misure 53 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA implica l’imprecisione sull’altra)- citato sia a proposito che a sproposito nei contesti più diversi, e spesso interpretato filosoficamente nelle maniere più disparate. Ciò che ispira un divulgatore scientifico è il desiderio di chiarire e di rendere accessibile a tutti un sapere che diventa progressivamente più specializzato e di difficile accesso. Le persone dotate sia del desiderio di rendere la scienza alla portata di tutti, sia delle capacità e delle competenze per farlo nella maniera più opportuna (in grado non solo di spiegare concetti teorici complessi, ma nel contempo abili nel mostrare quanto questi possano essere affascinanti anche per coloro che vivono in realtà diverse da quella del mondo scientifico), sono estremamente rare. In ambito cosmologico vi sono opere notevoli come “Dal Big Bang ai Buchi neri” di Stephen Hawking, “I primi tre minuti” di Steven Weinberg entrambi questi volumi delineano le più interessanti deduzioni e teorie cosmologiche degli ultimi 100 anni. Nel campo della biologia, possiamo citare Stephen Jay Gould (New York, 10 settembre 1941 - 20 maggio 2002) biologo, zoologo, paleontologo e storico della scienza statunitense. Così si esprimeva Isaac Asimov (Il libro di fisica, Il libro di biologia, Civiltà Extraterrestri), ineguagliato divulgatore scientifico: "Ardo dal desiderio di spiegare , e la mia massima soddisfazione è prendere qualcosa di ragionevolmente intricato e renderlo chiaro passo dopo passo. È il modo più facile per chiarire le cose a me stesso" Dott. Elena Caovilla Università Degli Studi Dell'Insubria (Como) - Dipartimento di Fisica e Matematica testo originale in italiano 54 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Science: a window open on culture Elena Caovilla The scientist and the ivory tower Everyday we have to make ethical, moral or practical choices, in which science plays a decisive role. Eating chicken or not eating chicken, trusting experts’ words ensuring us contagion is not possible just by eating it, reducing greenhouse gas emissions, not just nationally but also individually, relying on those models which foresee a future increase in global temperatures, agreeing or disagreeing with the development of nuclear power. They all are important questions we have to answer and for which science could prove to be helpful. Science also tries to give answers to the eternal philosophical questions such us how did the universe, life and the planet upon which we live originate? Which changes took place on the Earth over thousand and thousand of years? And are those events likely to take place again? There are so many questions and theories, expressed in countless different languages, that a “specialisation of the knowledge” becomes a must. An all-field expert scientist, from botany to geology, from physics to medicine, from biology to mathematics, becomes an unsuitable concept. Hence, the figure of the scientific populariser. Men and women who offer to “traduce” and popularise the most recent scientific discoveries and to reveal the frontiers that science is currently trying to cross and its future directions. This enterprise does not just allow ordinary people to be constantly updated, but also creates points of contact and dialogue between different types of sciences and spheres of knowledge. In other words, it allows communication between worlds that, due to a knowledge which becomes increasingly more specialised, would otherwise remain isolated. A constructive dialogue between the scientific world and those who do not belong to this world requires clear, modern and detailed scientific popularisation, in order to avoid the instrumentalisation of knowledge or to depict the scientist as “isolated in his/her ivory tower, impenetrable to the world’s problems”. The scientific populariser is not just the bridge between science and the rest of the world, but s/he also makes scientists’ work comprehensible, and no longer intellectually and culturally isolated, so that any new discovery becomes a collective heritage within everybody’s reach. Since scientific popularisers generally address an audience who have no competence or technical tools to check the reliability and the correctness of the theories exposed, their work is to be carried out without distorting the results or the meaning of the research in question, in an attempt to oversimplify it. Hence, the work of the scientific populariser is very delicate because it is easy to be subjected to misunderstandings. A “curious” case of scientific popularization is the “resublimated thiotimoline molucule”. In 1947, Isaac Asimov wrote an article of scientific satire, where he described the properties of a mysterious molecule able to dissolve before entering into contact with water. The article, accompanied by completely invented charts, tables and bibliographical references, was published in the “Astounding Science Fiction” magazine and met so much success that many people became convinced of the existence of this molecule [for further information on the endochronic properties of resublimated thiotimoline check www.lescienze.it - november 2004]. Scientific knowledge should be dealt with with particular awareness not just in specialised magazines or popular scientific articles, but also in those novels whose plot is based upon modern scientific theories, in order to avoid mystification and misundersting. Novels often reach a much wider public than popular scientific magazines. For this reason they should not be underestimated. Michael Crichton’s Jurassik Park and Dan Brown’s Angels and Demons, for example, brought to the fore theories such as clonation and antimateria. Heisenberg’s uncertainty principle according to which one cannot assign with full precision both the position and momentum of a single particle at the same time (the precision of one of these two variables causes the imprecision of the other one), has been used and misused in many different contexts and philosophically interpreted in the most varied ways. A scientific populariser is inspired by the desire to clarify and widely spread a knowledge which has become more and more specialised and difficult to reach. 55 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA However, people who both desire to make science within everybody’s reach and who are able and competent to do that in the most suitable way (able not only to explain complex theoretical concepts but also to show how these concepts could be fascinating for those who live out of the scientific world) are extremely rare. On cosmology, there are outstanding works such as Stephen Hawking’s “From the Big Bang to Black Holes” and Steven Weinber’s “The First Three Minutes”, both tracing the most interesting cosmological theories and deductions of the last 100 years. On biology, it is worth mentioning Stephen Jay Gould (New York, 10/09/1941 – 20/05/2002) who had been one of the greatest biologist, zoologist and palaeontologist of American science. Isaac Asimov (Intelligent Man's Guides to Science, Extraterrestrial Civilizations), peerless scientific populariser, used to say: “ If knowledge can create problems, it is not through ignorance that we can solve them.” Dott. Elena Caovilla Università Degli Studi Dell'Insubria (Como) - Dipartimento di Fisica e Matematica Original manuscript in Italian 56 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Una finestra sul Pacifico A cura di Luigi Tomba Dell’essere moderno (in Cina?) Quando venni in Cina la prima volta, quasi vent’anni fa, fare una telefonata a mia madre significava prenotare la linea in anticipo, pedalare fino al più vicino ufficio postale con collegamento internazionale e aspettare che l’unico telefono disponibile si liberasse. L’inserviente di turno poi faceva partire il cronometro e la telefonata costava un occhio della testa moltiplicato per il numero di minuti passati alla cornetta. Sono arrivato a Pechino ieri sera e ora sono seduto in un caffè a rileggere questo pezzo, La gente mangia croissant e cheesecake. Sono quello vestito peggio. Non parliamo del mio telefonino; pensavo fosse quasi nuovo ma un amico che me lo ha visto in mano mi ha detto che è henlao, antico. L’espresso è come si deve e quando avrò salvato il contenuto di questo file farò click su una delle quattro reti wireless disponibili e lo manderò agli editori. Un altro mondo? Lo stesso mondo? Che cosa vuol dire essere moderni qui e oggi, e a che cosa serve la modernitá? Nel Settembre del 2005, un’ordinanza della Municipalitá di Pechino definiva un interessante nuovo standard di igiene dei bagni pubblici della capitale che si prepara ad ospitare i Giochi Olimpici del 2008: non più di due mosche devono essere visibili ad un’ispezione nei bagni pubblici della capitale secondo i criteri di quella che a Pechino è stata definita la “più grande rivoluzione toilettaria della storia”. In alcuni casi le toilette sono perfino classificate, come gli hotel, con un sistema di stelle (quattro stelle per le più confortevoli). Le librerie hanno un intera sezione di “successologia” (chenggongxue) e vendono manuali su come comportarsi per essere un cittadino moderno, che includono istruzioni dettagliate su che atteggiamento tenere in un bagno pubblico, come indossare un vestito col panciotto, stringere la mano ad un estraneo, guidare un’automobile, e innumerevoli altre concrete necessitá della vita moderna. La tensione principale visibile a chi si avventura nella complessitá sociale di una cittá cinese, oggi, è quella tra la creazione della modernitá (l’uomo e la donna moderni, gli stili di vita, i consumi, gli spazi urbani) e il mantenimento dell’ordine sociale. Da quando le cittá socialiste hanno perso quella omogeneitá che ne aveva caratterizzato la struttura sociale negli anni del maoismo (bassa mobilitá dei lavoratori, divieto di migrazione dalle campagne e nazionalizzazione dell’economia), le gerarchie sociali non sono più stabilite dal rapporto con i mezzi di produzione ma piuttosto dal rapporto con il nuovo “progetto di civiltá” del governo cinese. Alla costruzione dell’uomo socialista si è sostituita la costruzione di soggettivitá individuali e collettive funzionali da una parte alla nuova situazione economica e dall’altra alla preservazione dello status quo politico. I nuovi cittadini devono essere tanto autonomi (per essere buoni consumatori e volenterosi produttori nel mercato) quanto responsabili (per mantenere l’ordine sociale). Oggi le identitá individuali non sono più definite dall’appartenenza ad una certa unitá di lavoro che provvede al sostentamento ed a tutte le necessitá fisiche e spirituali del cittadino. Il mercato del lavoro è deregolato più che in qualisiasi paese capitalista e l’impiego è solo uno degli elementi che definiscono individui e famiglie. Si lavora in un posto e si consuma in un altro, si acquista una casa in un quartiere rispettabile, si sceglie cosa mangiare, cosa vestire, cosa leggere (con una grande varietá ma stretti controlli sul contenuto), a quale subcultura appartenere, a che scuola andare. In questo nuovo ambiente le soggettivitá urbane sono un puzzle costruito non più solo dallo stato o dall’azienda ma piuttosto, come per molti di noi che amiamo chiamarci “occidentali”, da una molteplicitá di agenti, pubblici o privati, individuali o collettivi, tradizionali o moderni. La risposta politica dell’occidente alla complessitá e al governo degli individui è stata la democrazia rappresentativa, in cui la maggioranza impone alla minoranza i propri principi di convivenza. Ma il governo cinese sembra piuttosto pensare, che anzichè con la rappresentanza e i diritti individuali, sia possibile rispondere alle sfide della complessitá sociale con la costruzione di indivdui “virtuosi”: le virtù dei governanti, da un parte, ma soprattutto, dall’altra, quelle di tutti i cittadini, il cui avanzamento sul viale della modernitá condurrá ad una “societá armonica”, come recita il nuovo slogan del Presidente Hu Jintao. Da qui l’importanza di affermare, rincorrere, alterare e ridefinire un’idea di cittadinanza che la retorica di stato definisce “avanzata”, di cittadini, cioè, in grado di governarsi da sè e di contribuire non solo al flusso ininterrotto delle merci nel mercato ma anche al mantenimento dell’ordine morale della societá moderna, un concetto al centro dell’evoluzione dell’ideologia del Partio Comunista Cinese. Essere moderni in Cina vuol dire, quindi, sapere riconoscere le implicazioni che il proprio comportamento individuale avrá sulla propria condizione esistenziale ed il proprio status sociale. L’obiettivo, tanto degli individui quanto dei governanti, è il “miglioramento”. Tutto è oggi classificato in base alla qualitá: i bagni pubblici, il sistema educativo e soprattutto gli individui. La qualitá (suzhi) ha rimpiazzatao la quantitá come obiettivo dell’ingegneria sociale del moderno nelle cittá cinesi. È un concetto che divide il paese in chi ce l’ha e chi non ce l’ha. I residenti urbani, ad esempio, che hanno imparato le regole della vita moderna, certamente 57 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA ce l’hanno; i contadini, invece non ne hanno ancora abbastanza per essere considerati a pieno diritto membri di questa societá di consumatori responsabili, e quando migrano in cittá – per lavorare alla produzione del moderno che poi entra nelle nostre case – sono bollati come “arretrati”, e bombardati da istruzioni su come soffiarsi il naso, come evitare un’invasione di mosche al bagno eccetera, ma soprattutto, come lavorare e come consumare. Nei discorsi di tutti i giorni quanto sulla stampa e nei media, l’ignoranza, l’arretratezza, l’inciviltá e la volgaritá sono attributi del rurale, mentre l’educazione, la raffinatezza, il coraggio e l’apertura verso il futuro sono virtù urbane. La distinzione è a tal punto incastonata nella logica degli amministratori e nel progetto di civilizzazione del nuovo corso del Partito Comunista che il rapporto tra migrazione e qualitá è spesso reso esplicito e l’unica soluzione per “elevare la qualitá” (tigao suzhi shuiping) dei contadini è vista oggi nella loro esposizione al “contagio” della modernitá urbana. La qualitá è oggetto di studio delle scienze sociali, come una caratteristica innata degli individui che può essere misurata, estesa, attivata, insegnata ed appresa. È divenuta un elemento del discorso politico dominante ed appare tanto nei documenti ufficiali del partito quanto nelle pratiche quotidiane di chi ne usa la potente retorica per definire se stesso in relazione agli altri. È, soprattutto, una tecnica di governo a distanza, perchè se la qualitá può aiutare la scalata sociale, contribuisce anche a creare un senso di responsabilizzazione tra i cittadini, a definire il ruolo degli individui nel grande schema del governo della nazione. Per questo il Partito è interessato ad essere parte di questo gioco retorico: chi controlla la definizione di moderno controlla il paese. Dr Luigi Tomba Australian National University Research School of Pacific and Asian Studies e-mail: [email protected] 58 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA A window on the Pacific Luigi Tomba On being modern (in China?) When I was in China for the first time, almost twenty years ago, making a phone call to my mother meant booking the line in advance, cycling to the closest post office with an international phone connection and waiting for the only telephone available to be free. The operator would then start the chronometer and the phone call would cost an arm and a leg multiplied by the minutes spent at the receiver. I arrived in Beijing last night and I am now sitting in a café reading this article again. People are eating croissants and cheesecake. I am the worst dressed. Not to mention my mobile phone. I thought it was almost new, but when a friend saw it he said it is henlao, old. Espresso coffee is good and once I have saved the content of this file and I will just have to click on one of the four wireless networks available and send it to the editors. Another world? The same world? What does being modern mean, here and now? What is this modernity for? In September 2005, an order of the Municipality of Beijing fixed an interesting new standard of hygiene for public toilets in the capital, which is getting ready for the 2008 Olympic Games. No more than two flies will have to be found during inspections in public toilets, according to the criteria of what in Beijing has been described as the “greatest toilet revolution in history”. In some cases, toilets have even been classified, like hotels, with a star system (four stars for the most comfortable ones). In the bookshops there is a whole section of books on “successology” (chenggongxue) and guides on the behaviour of a modern citizen, which includes detailed instructions on how to behave in a public toilet, how to wear a waistcoat, how to shake hands with a stranger, how to drive a car, and many other practical needs of modern life. The most striking contradiction apparent to those who wish to understand the social complexity of a modern Chinese city is between the creation of modernity (modern men and women, life-styles, consumptions, urban spaces) and the preservation of social order. Since socialist cities lost the homogeneity which characterized their social structure during Maoism (low worker mobility, ban on leaving the countryside and economy nationalization), social hierarchies are no longer defined by the individuals’ relation to production means but, rather, by their relation to the new “project of civilization” carried out by the Chinese government. The moulding of the socialist man has been replaced by the moulding of individual and collective subjectivities, useful on the one hand to the new economic situation and on the other hand to preserve the political status quo. New citizens must be both autonomous (in order to be good consumers and willing producers in the market) and responsible (in order to preserve social order). Nowadays, individual identities are no longer defined by belonging to a certain “work-unit’ which provides for means of support and all citizen’s physical and spiritual needs. The labour market has been deregulated more than in any other capitalist country and what job one has is just one of the elements that identifies and defines individuals and families. People work in a place and consume in another, buy houses in respectable neighbourhoods, choose what to eat, what to wear, what to read (a great range of books are available but with strict controls on the content), which subculture to belong to and which school to attend. In this new environment, urban subjectivities are a puzzle and are no longer created by the State nor by public enterprises but rather by a variety of elements, public and private, individual and collective, traditional and modern, like for many of us who love to define ourselves as “westerners”. The Western political answer addressing the complexity and the governance of individuals was the creation of a representative democracy, according to which the majority imposes its own principles upon the minority. On the other hand, the Chinese government rather than opting for representation and individual rights decided to answer the challenges arising from social complexity by creating “virtuous” individuals: rulers’ virtues but also citizens’ virtues will lead the way of modernity towards an “harmonic society”, as in the new slogan coined by President Hu Jintao. Hence, the importance of affirming, chasing, changing and redefining the idea of citizenship, which is defined by State’s rhetoric as “advanced”, is based on citizens being able to govern themselves and to play a part not just in the continuous flow of goods in the market, but also in preserving the moral order of the modern society, a concept at the hub of the ideological evolution of the Chinese Communist Party. Hence, being modern in China means being able to recognise the implications of one’s own behaviour on one’s own existential condition and social status. The goal, both for individuals and governors, is to “improve”. Everything is classified on the basis of quality: public toilets, the educational system and above all citizens. Quality (suzhi) has replaced quantity and has become the main objective of social engineering in Chinese cities. It is a concept which splits the country into two halves, those who have it and those who don’t. Urban residents, for instance, who learnt modern life rules, probably have it; peasants do not have enough of it to be considered full members of a society of responsible consumers, and when they migrate to 59 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA the city, to produce the modern stuff which will then find a place in our houses – are labelled as “backwards” and bombarded with instructions on how to blow their noses, how to avoid a fly invasion in the toilet, and above all on how to work and to consume. From that reported by the mass media it emerges that ignorance, backwardness, lack of civilization and vulgarity are considered rural features, whilst education, refined manners, boldness and openness towards the future are considered urban virtues. This distinction is so strongly rooted in the administrator’s logic and in the project of civilization carried out by the Communist Party that the relation between migration and quality is often made explicit and the only solution to “raise the quality” (tigao suzhi shuiping) of peasants is to expose them to the “contagion” of urban modernity. Quality is the subject of social science studies, as an innate feature of individuals which can be measured, expanded, activated, taught and learnt. It has become part of the main political speech and envisaged by official documents of the party as well as everyday affair by those who use its powerful rhetoric to define themselves in relation to the others. Ultimately, it is a strategy of government, because if on the one hand quality can help make a bid for power, on the other hand it helps to create a sense of responsibility among citizens and to define the role of individuals within the large plan of the nation’s government. For this reason, the Party is interested in taking part in this rhetorical game: whoever controls the definition of modernity will have the control of the country. Dr Luigi Tomba Australian National University Research School of Pacific and Asian Studies e-mail: [email protected] 60 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio dell’Australasia A cura di Alessandra Iero CAMBIA Il CAMBIA e’ un istituto di ricerca australiano pioniere nei concetti di attivita’ biologiche “open-source”, che seguono il successo del movimento “open-source” generatosi in campo informatico. Cio’ significa che al CAMBIA cercano di adattare le licenze e agire sugli aspetti di collaborazione della distribuzione del movimento “open source” per aumentare la trasparenza, l’accessibilita’ e le possibilita’ di utilizzare tecnologie brevettate, scienza di dominio pubblico, materiale e know-how delle scienze biologioche. Per oltre dieci anni il CAMBIA ha creato una serie di strumenti e ha messo a punto tecnologie per stimolare l’innovazione e lo spirito di collaborazione in questo campo, riuscendo a catalizzare la comunita’ a produrre tecnologie biologiche di elevate qualita’ e rilevanti in un ambiente nuovo, protetto e universalmente accessibile. Il Cambia e’ motivato dal fatto che le popolazioni piu’ povere del mondo contano oltre 4 milioni di abitanti e che il potenziale d’impatto per le biotecnologie sui principali problemi delle nazioni in via di sviluppo quali produzione sostenibile del cibo, il degrado ambientale e condizioni mediche insufficienti e’ alto. Tuttavia, gran parte della scienza moderna, e soprattutto nel campo delle biotecnologie e di altre industrie hi-tech, ha portato ad applicazioni che coinvolgono alti capitali. Cio’ che attualmente guida lo sviluppo tecnologico sono i regimi di proprieta’ intellettuale che hanno visto un’esplosione di brevetti che fanno si che il settore privato si appropri di queste tecnologie impedendo alla comunita’ di godere dei benefici delle scoperte. Le attivita’ del CAMBIA PATENT LENS Questa attivita’ mira a raccogliere dati dal sistema di brevetti di tutto il mondo, condivendoli e rendondoli soggetti solo allo scrutinio del pubblico informato. Le principali caratteritiche di Patent Lens sono: Accesso aperto ad un database internazionalmente integrato di brevetti, che contiene le piu’ recenti applicazioni statunitensi dei brevetti, brevetti delle scienze biologiche dell’Europa nonche’ le applicazioni dei brevetti inserite all’interno del trattato internazionale di cooperazione sui brevetti. Opportunita’ per un coinvolgimento del pubblico nella notificazione e nei commenti ai brevetti. Patent Lens costituisce una risorsa globale per aumentare la trasparenza dei brevetti, basandosi su uno dei database a libero accesso piu’ vasti del mondo, fornendo inoltre assistenza, informazioni sulle normative di brevetto, informazioni sulle novita’ e sulle attivita’ nel mondo dell’IP. Patent Lens attualmente raccoglie oltre 5.5 milioni di brevetti e loro applicazioni dell’USPTO (US Patent and Tradematk Office), EPO (European Patent Office) e WIPO (World Intellectual Property Organization). La collezione proveniente dall’USPTO e’ stata recentemente ingrandita per coprire tutti i tipi di brevetti non solo quelli riguardanti le scienze biologiche. Patent Lens e’ anche riconosciuto legalmente Licenze BIOFORGE & BIOS BioForge rappresenta una comunita’ di distribuzione via internet, basata su una piattaforma di strumenti tali da permettere agli scienziati di lavorare insieme pur essendo in luoghi diversi. BioForge crea un ambiente dinamico e protetto di nuove tecnologie aperto a tutti per migliorie e per essere utilizzato in innovazioni sia commerciali che non. Le licenze BiOS (Biological Open Source) sono progettate per permettere di condividere tecnologie brevettate e non, comprendenti materali e metodi all’interno di un “ambiente protetto”. Attivita’ di ricerca e le tecnologie Il CAMBIA conduce attivita’ di ricerca in aree di importanza strategica per l’agricoltura sostenibile, sviluppando strumenti mirati a permettere ulteriori innovazioni nelle produzioni agricole e nella salute pubblica attraverso l’utilizzo della biologia molecolare. Al Cambia vi sono i seguenti principali programmi di ricerca: o Il sistema di trasformazione delle piante TransBacter™ , pubblicato su Nature il 10 febbraio 2005. o I recentissimi sistemi GUS and GUSPlus™, utilizzati nei vettori pCAMBIA come reporter del sistema genico della β-glucuronidasi. 61 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA o La Diversity Arrays™ Technology (DArT), un metodo brevettato per una sequenziazione dei genotipi ad alta capacita’. Tecnologie molecolari Nuovo sistema di trasformazione TransBacter™ e’ un nuovo metodo per trasferire i geni alle piante, utilizzando batteri non patogeni che non appartengano al genere Agrobacterium. La complessita’ del panorama dei brevetti ha creato una serie di ostacoli reali e non, per l’effettivo utilizzo di questa tecnologie per miglioramenti agricoli in molte organizzazioni sia pubbliche che private nel mondo. Per tali motivi, batteri non appartenenti al genere dell’Agrobacterium sono stati modificati con successo per mediare il trasferimento genetico a molte piante diverse. A tale proposito e’ possibile leggere i dettagli riportati sull’articolo pubblicato su Nature e sul sito web www.BioForge.org. Oltre a costituire una piattaforma “open source” la tecnologia TransBacter potrebbe portare a nuovi utilizzi delle interazioni naturali tra piante e batteri per ottenere delle trasformazioni nelle piante. Nuovi geni interessanti Storicamente il Cambia viene associate con il gene ß-glucuronidasi (gusA) dell’E.coli. Vi sono migliaia di pubblicazioni che documentano il suo uso e la sua versatilita’ come marker genico per trasformazioni genetiche vegetali e per gli sutdi di fisiologia molecolare. Recentemente le capacita’ idrolitiche del gene gusA sono state esplorate per permettere il rilascio degli agliconi da parte dei glucoronidi. Tale principio potrebbe essere sfruttato anche per aumentare il trasporto delle sostanze idrofobiche da parte del floema e/o per riattivare sostanze biochimiche per lo sviluppo di nuovi enzimi idrolitici di seconda generazione con migliori caratteristiche (secrezione nei tessuti degli apoplasti, migliore stabilita’ termica e chimica per espandere le attuali condizioni dei saggi istochimici, varianti nella specificita’ di substrato e nella processabilita’). Un approccio differente consiste nello sviluppo di meccanismi di trasporto basati su permeasi substratospecifiche, per intrappolare il substrato nella cellula. Composti bioattivi per la translocazione del ploema sono stati messi a punto come substrato target per l’attivazione di enzimi. Tali enzimi potrebbero trovare usi sia in campo medico che industriale e quindi ricadono nei progetti BioForge Gene Switches Un elemento essenziale verso pratiche agricole serie e sostenibili e’ l’utilizzo di switch genetici controllabili e tessuto-specifici. La fusione dell’attivazione dei geni (i cui prodotti attivano dei pre-composti) a promotori con caratterstiche di specificita’ di tessuto e’ una pratica oramai consolidata, anche se puo’ richiedere molto lavoro ed e’ necessario considerare anche tutte le questioni legate alla proprieta’ intellettuale. I promotori tessuto specifici, molti dei quali sono stati isolati e il loro stato relativamente alla proprieta’ intellettuale chiarito, fanno da complemento ai switch chimici. I vettori pCAMBIA Il CAMBIA ha costruito una serie di vettori modulari di DNA per la ricerca nella trasformazione delle piante. Genomica funzionale Il riso come specie modello Per molti anni le attivita’ del CAMBIA sono state mirate a sviluppare un sistema di trasformazione molto efficiente per il riso con l’utilizzo del sistema alternative Transbacter. I due geni-reporter usati in tale attivita’ sono GUS and GUSPlus™ anche sviluppati dal CAMBIA e disponibili per licenza. Molte regioni del genoma sono state “catturate” utilizzando delle “trappole” speciali che utilizzano un attivatore transcrizionale per generare le linee pattern di un transattivatore. Quindi, si puo’ ottenere una determinata mutagenesi utilizzando un set di linee transattivatrici come background genetico. I nuovi pattern di espressione dei geni reporter identificano i pattern di espressione dei geni proprio della pianta e incrociandosi o trasformandosi con gli attivatori trascrizionali permettono un’attivazione controllata concordemente a questi pattern di espressione. Attivatori trascrizionali Il CAMBIA usa una strategia di un’enhancer trap sviluppata in origine per la Drosophila, in cui l’elemento dell’enhancer trap trasporta un gene che codifica una proteina di un attivatore trascrizionale che attiva l’espresisone genetica per mezzo del riconoscimento e del legame con una specifica sequenza DNA. Un sistema simile viene descritto in http://www.plantsci.cam.ac.uk/Haseloff. 62 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Apomissi molecolare La riproduzione clonale delle piante per mezzo di semi, anche nota come apomissi, ha il potenziale di cambiare per sempre la coltivazione delle piante. L’apomissi permetterebbe di continuare a ottenere gli stessi raccolti da ibridi, dando ai coltivatori una grande autonomia e la scelta di cosa piantare in futuro e di usufruire dei vantaggi dei cultivar superiori adattatisi alle condizioni locali. Further Information CAMBIA, 401 B Clunies Ross Street Canberra, ACT +61 2 6246 4500 www.cambia.org www.bios.net www.bioforge.net www.patentlens.net Si ringrazia il Dr Marie Connett Porceddu del CAMBIA per aver fornito il testo. Testo originale in inglese 63 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Journey in the Academic and Research world of Australasia Alessandra Iero CAMBIA CAMBIA is an Australian-based international, non-profit research institute pioneering the concepts of biological open source, modelled after the successful open source software movement. It is adapting licensing and distributive collaboration aspects of the open source movement to enhance transparency, accessibility and capability to use patented technology, public domain science, life sciences know-how and materials. For more than a decade, CAMBIA has been creating new tools and enabling technologies to foster innovation and a spirit of collaboration in the life sciences field. It has done this by catalysing a community of innovators to produce high quality and relevant biological technologies in a new, protected, universally accessible commons. CAMBIA is motivated by the fact that the poor or excluded communities of the world make up more that four billion of the world’s population. The potential for biotechnology to impact on the major issues of developing countries such as sustainable food production, environmental degradation and insufficient medical conditions is high. Yet, much of modern science, particularly the biotechnology and other high tech industries have evolved to high capital and high margin applications. The current drivers in technological development are intellectual property regimes, which have seen an explosion of patenting with the result being the private appropriation of enabling technologies thus blocking access by others to use these building blocks of discovery. Cambia’s activities Patent lens CAMBIA’s Patent Lens is set to bring together data from the world’s patent systems, sharing it and subjecting it to the rigors of the informed public eye. The key features of the Patent Lens are: • An open access, internationally integrated patent database, which contains all of the latest U.S. patent applications, life sciences patents from Europe along with patents applications filed under the international Patent Cooperation Treaty. • Opportunities for public engagement in patent annotation, commentary and navigation. The Patent Lens is a global resource for increasing patent transparency. Based on one of the world's largest free, full-text integrated patent databases, the Patent Lens also provides tutorials, information on patent policies, and news and views in the world of IP. The Patent Lens currently houses over 5.5 million patents and patent applications from the USPTO, EPO and WIPO. The USPTO collection has recently been expanded to cover all patents, not just the life sciences. The Patent Lens also has legal status. BIOFORGE & BIOS Licenses The BioForge is an Internet-based distributive community, based around a platform of tools to allow scientists in diverse locations to work together, and with those who can apply and use their research. BioForge creates a dynamic, protected commons of new enabling technologies available to all for improvement and to use in new innovations, both commercial and non-commercial. BiOS (Biological Open Source) licenses are designed to enable the sharing of the capability to use patented and non-patented technology, which may include materials and methods, within a “protected commons”. Research and Technology CAMBIA conducts research in areas of strategic importance for sustainable agriculture. In general, CAMBIA is developing tools capable of enabling more innovation in agricultural production, and now public health, through the use of molecular biology. There are the main research programs in CAMBIA: o The Agrobacterium-independent TransBacter™ plant transformation system was published in Nature on 10 February 2005. o GUS and GUSPlus™ from CAMBIA's latest β-glucuronidase reporter gene system are used in pCAMBIA vectors. o Diversity Arrays™ Technology (DArT) is a patented method for high throughput, sequence-independent genotyping. 64 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Molecular Technologies New Transformation Method TransBacter™ is a new method for transferring genes to plants, which focuses on the use of non-pathogenic bacteria outside the genus Agrobacterium for gene transfer to plants. The complexity of the patent landscape surrounding Agrobacterium has created both real and perceived obstacles to the effective use of this technology for agricultural improvements by many public and private organizations worldwide. To address this restrictive environment, bacteria outside the Agrobacterium genus have successfully been modified to mediate gene transfer to a number of diverse plants. See Nature paper and detailed information about the technology and licensing in the Transbacter project link at www.BioForge.org. In addition to affording a versatile ‘open source’ platform for plant biotechnology, the TransBacter alternative to Agrobacterium-mediated technology for crop improvement may lead to new uses of natural bacteria–plant interactions to achieve plant transformation. New Genes of Interest Historically CAMBIA is strongly associated with the ß-glucuronidase gene (gusA) from E.coli. There are thousands of publications documenting its extensive use and versatility as a marker gene for plant genetic transformation and molecular physiology studies. More recently the hydrolytic capabilities of the gusA gene have been exploited to release aglycones from glucuronides. This principle can be exploited widely either to increase phloem transportability of hydrophobic substances and/or to reactivate inert, biochemical activity compounds to development of novel, second-generation hydrolytic enzymes with improved characteristics (e.g. secretability into the apoplast of plant tissues, improved higher thermal and chemical stability to expand on existing histochemical assay conditions, variants in substrate specificity and processability). A different approach consists in the development of transport mechanisms based on substrate-specific permeases, to trap the substrates in the cell. Phloem-translocatable, bioactive pro-compounds are being developed as target substrates for the activating enzymes. These enzymes may also find broad industrial and medical uses, so they are being placed into BioForge projects. Gene Switches An essential element toward the goal of ecologically sound, sustainable agricultural practices is the use of tissue-specific, controllable gene switches. The fusion of activating genes (whose products activate procompounds) to tissue-specificity conferring promoters is straightforward, although the search can be laborintensive and intellectual property issues must also be analysed. Tissue-specific promoters, many of which have been isolated and their intellectual property status cleared, complement the chemical switches. pCAMBIA vectors CAMBIA has constructed a suite of modular DNA vectors for plant tranformation research. Functional Genomics Rice as a model species Through many years of troubleshooting this technology in Asia for the Rockefeller Foundation and via our in-house research, CAMBIA has developed a very efficient transformation system for rice, and a new alternative system, Transbacter, providing wide FTO. The principal two reporter genes used in this work (GUS and GUSPlus™) were also developed by CAMBIA scientists and are available for license from CAMBIA. They have captured a large number of genomic regions using a specially adapted "enhancer trap" that employs a transcriptional activator to generate transactivator "pattern" lines. Using a range of reporter constructs developed at CAMBIA for monitoring the activity of a transactivator. Transcriptional Activators CAMBIA is using an enhancer trap strategy adapted from one originally developed in Drosophila, where the enhancer trap element carries a gene encoding a transcriptional activator protein that activates gene expression via its recognition of, and binding to, a specific DNA target recognition sequence. A description of a similar system can be found on http://www.plantsci.cam.ac.uk/Haseloff. Molecular Apomixis Clonal reproduction of plants via seed, known as apomixis, has the potential to forever change plant breeding technology. Apomixis would allow farmers to perpetuate, cheaply and undiminished, the high yield 65 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA gains from hybrids. This could provide the farmer with greater autonomy and choice in planting future generations and enable capture of the advantages of superior cultivars adapted to local conditions. Further Information CAMBIA, 401 B Clunies Ross Street Canberra, ACT +61 2 6246 4500 www.cambia.org www.bios.net www.bioforge.net www.patentlens.net We are pleased to thank Dr Marie Connett Porceddu who kindly provided the manuscript. Original manuscript in English 66 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA ARIA Associations for Research between Italy and Australasia The Associations ARIA are non-profit Association aiming to: − encourage and promote research, − encourage, promote, facilitate and manage cooperative research in science, technology and social science between Australasia, in particular Universities and Research Centres, and Italy, − facilitate the exchange of ideas, information, know-how and researchers. The Associations have their origin in the activities promoted by the Scientific Attache' of the Embassy of Italy in Canberra and was set up by groups of researchers and scientists of Italian origin living and working in the Australian Institutions. ARIA are a point of contact for establishing scientific cooperation between Australia and Italy as well as a forum for the exchange of information. They offer a much more effective means of collaboration which represents the needs of both the Italian and Australian governments. The members of all ARIAs are connected through e-groups. More details available on the website: http://www.scientific.ambitalia.org.au/aria/arias.htm ARIA-Canberra - Contact points Economics, Commerce and Political Science Dr Massimiliano Tani, ADFA, email: [email protected] Prof Franco Papandrea, University of Canberra, email: [email protected] Physical and Mathematical Sciences Dr Tomaso Aste, ANU, email: [email protected] Dr Lilia Ferrario, ANU, email: [email protected] Environmental Sciences Dr Vittorio Brando, CSIRO, email: [email protected] Earth Sciences Dr Daniela Rubatto, ANU, email: [email protected] 67 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA ARIA-NSW – Contact Points Health (telecare) and ICT Prof. Branko Celler, NSW University, email: [email protected] Arts, Society, Culture and Performance, A/Prof. Tim Fitzpatrick, University of Sydney, email: [email protected] Environmental (Nuclear Waste Disposal) Mr. Michael LaRobina, ANSTO, email: [email protected] Environmental (Ocean and coastal sediment) Dr. Xia Wang, ADFA, email: [email protected] Molecular Biology and Genomics A/Prof. R. Cavicchioli, UNSW, email: [email protected] Biotechnology Prof. Bruce Milthorpe, UNSW, email: [email protected] Manufacturing Prof. Eddie Leonardi, UNSW, email: [email protected] ICT Dr. Maurice Pagnucco, UNSW, email: [email protected] Environment A/Prof. Alberto Albani, UNSW, email: [email protected] ARIA-South Australia – Contact Points Medical Sciences Prof. Marcello Costa, Flinders University, email: [email protected] Dr. Giuseppe S. Posterino, The University of Adelaide, email: [email protected] Agriculture and Environmental Sciences Dr Enzo Lombi, CSIRO, email: [email protected] Engineering and Energy Dr Daniel Rossetto, Energy SA, email: [email protected] Molecular Biology Dr Tina Bianco-Miotto, Hanson Institute, email: [email protected] Humanities and Migration Prof. Desmond O'Connor, Flinders University, email: [email protected] Innovation and Commercialisation Dr Antonio Dottore, The University of Adelaide, email: [email protected] 68 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA ARIA-Victoria – Contact Points Medical, Biological and Health Sciences Prof. Mauro Sandrin, Austin Research Institute, e-mail: [email protected] Dr. Francesca Walker, Ludwig Institute for Cancer Research, e-mail: [email protected] Dr. Cristina Morganti-Kossman, Monash University, e-mail: [email protected] Economics, Commerce and Political Science Prof. Pasquale Sgro, Deakin University, e-mail: [email protected] Mr. Bruno Mascitelli, Swinburne University of Technology, e-mail: [email protected] Engineering, Physical and Mathematical Sciences Dr. Michael Cantoni, University of Melbourne, e-mail: [email protected] Dr. Leone Spiccia, Monash University, e-mail: [email protected] Environmental and Agricultural Sciences Dr. Tony Patti, Monash University, e-mail: [email protected] Humanities and Social Sciences A/Prof. Rita Wilson, University of Melbourne and Monash University, e-mail: [email protected] ARIA-WA – Contact Points Prof Tony Cantoni, University of Western Australia, email: [email protected] 69 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio italiano A cura di Anna Maria Fioretti Università degli Studi di Roma “La Sapienza”: ieri e oggi L’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” ha un preciso atto di nascita, il 20 aprile 1303. In quell’anno Bonifacio VIII emanò la Bolla di istituzione in Roma di uno Studium generale nel quale compiere studi su tutte le discipline allora conosciute, e a questo proposito, in prossimità del vecchio Studium Curiae venne creata una scuola. Il primo secolo di vita dello “Studium” non fu facile in una città abbandonata dal Pontefice che si era trasferito ad Avignone. Eugenio IV (1431-1447) garantì comunque stabilità finanziaria all’università, destinandongli i proventi derivanti dalle tasse sul vino, che gli permisero di acquistare alcuni stabili attigui a Sant’Eustachio, nel cuore di Roma, nei pressi del luogo dove due secoli più tardi sarebbe sorto il palazzo de “La Sapienza”. I primi quattro secoli di vita dell’Ateneo romano furono caratterizzati da periodici rinnovamenti e dall’introduzione di avanzati metodi di insegnamento e di ricerca. Tra il XIV e il XV secolo, le cattedre universitarie furono occupate da famosi docenti, attirati dalla corte papale che offriva un’importante sfida culturale e privilegi ecclesiastici e secolari a teologi ed avvocati. Verso la fine del XV secolo la chiesa si mostrò meno aperta all’innovazione. L’università entrò perciò in un periodo di seria difficoltà e molti studenti che erano giunti a Roma da altre città e paesi iniziarono a trasferirsi in altre università. Durante l’Umanesimo, vennero introdotti nuovi metodi di insegnamento. L’edificio de “La Sapienza” venne completato e inaugurato nel 1659 da Alessandro VI. L’edificio, insieme all’annessa chiesa di Sant’Ivo costruita in prossimità del rione di Sant’Eustachio, dove erano sorte le prime scuole, è uno dei capolavori barocchi di Borromini. La febbre di riforma che si stava diffondendo dalle diverse università europee durante il XVIII secolo raggiunse anche Roma. Papa Benedetto XIV emanò una serie di nuove disposizioni. Nel 1744 stabilì nuove direttive e regolamenti e nel 1748 determinò il numero delle cattedre, pubblicò il calendario accademico con l’indicazione dei giorni e delle ore di lezione, separò la Scuola di Medicina da quella di Filosofia e introdusse nuove discipline quali farmacia e fisica sperimentale. Nel 1808 le facoltà divennero cinque: Scienze sacre, Giurisprudenza, Filosofia, Medicina e chirurgia, Filologia e Scienze sussidiarie. Durante il XIX secolo, l’Italia fu investita da importanti trasformazioni istituzionali, ma il Papato continuò a mantenene grande interesse nel “La Sapienza” e istituì nuove cattedre nell’area scientifica: clinica medica, clinica chirurgica, zoologia, algebra e geometria. Nel 1817, venne fondata la Scuola di Ingegneria, per lo studio di discipline quali Statica, Idraulica e Architettura. Nel 1824 Papa Leone XII, emanò una Bolla in cui Roma e Bologna venivano riconosciute come le sedi delle università primarie dello Stato Pontificio. Già a metà del XIX secolo si contavano 38 cattredre e numerosi laboratori e istituti scientifici presso “La Sapienza”. Quando nel 1870 re Vittorio Emanuele II conquistò Roma, “La Sapienza” divenne università della capitale del nuovo Stato d’Italia. La costruzione del “Policlinico Umberto I” iniziò nel 1888 ed fu portata a termine nel 1903. Nel 1930, a causa dell’accresciuto numero di discipline e studenti, venne pianificato un edificio nel nuovo campus vicino il Policlinico. L’attuale campus universitario, disegnato da Marcello Piacentin, venne inaugurato nel 1935 e riflette lo stile architettonico del periodo, soprattutto nella parte centrale del rettorato e degli edifici annessi. Nel 1969, con la liberalizzazione dell’accesso universitario, fu registrato un sostanziale aumento nel numero degli studenti de “La Sapienza”. Seguendo lo spirito di progresso e di rinnovamento, l’università si aprì assumendo una dimensione più europea. Nel 1987 “La Sapienza” iniziò a partecipare al Programma di Mobilità Erasmus, che otto anni più tardi sarebbe stato incorporato nel Programma Socrates. Al momento si contano 529 accordi bilaterali con 279 istituzioni europee in 26 paesi. Ogni anno, circa 720 studenti italiani partecipano a questi scambi e circa 630 studenti stranieri vengono accolti da “La Sapienza”. L’università ha inoltre attivato altri programmi promossi dalla Commissione Europea come il progetto Leonardo da Vinci, Tempus e Jean Monnet e fa parte dell’Associazione delle Università Europee (AUE) e della rete delle università delle capitali (UNICA Network of Universities of Capital Cities). Nel 1999, il Senato Accademico ha approvato l’attuale Statuto Universitario secondo il quale la dimensione internazionale degli studi, degli insegnamenti e della ricerca scientifica, lo sviluppo di scambi internazionali per docenti e studenti, l’accesso e la formazione di studenti stranieri rappresentano alcune delle priorità dell’istituzione. Con questo spirito, “La Sapienza” ha guidato l’attuazione della riforma contenuta nella Dichiarazione di Bologna del 1999: i curricula sono stati adattati al modello 3+2 ed è stato introdotto il sistema di ECTS in tutte le facoltà. Nel 2000, la struttura della Sapienza è stata rinnovata e divisa in 5 atenei federati, al fine di migliorare il suo funzionamento. 70 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Nel 2003, dopo tutte le recenti ed importanti riforme, “La Sapienza” ha celebrato il suo 700simo anniversario. In tale occasione è stata conferita la Laurea Honoris Causa a Papa Giovanni Paolo II: Gli organi dell’università sono: o il Magnifico Rettore o il Senato Accademico o il Consiglio d’Amministrazione o gli Uffici dell’Amministrazione Centrale L’Università è divisa in facoltà, dipartimenti e istituti. Le facoltà organizzano le attività di insegnamento e di coordinamento dei Corsi di Laurea Triennale e Specialistica. I dipartimenti sono responsabili per le attività di ricerca scientifica in una o più aree, a cui possono partecipare docenti di diverse facoltà. Si occupano della gestione dei fondi e dell’organizzazione dei corsi di dottorato e di ricerca e dottorato internazionale. Gli istituti operano all’interno delle facoltà e verrano presto trasformati in dipartimenti. “La Sapienza” in cifre 21 facoltà 154 biblioteche 21 musei 4 942 docenti 142.000 studenti 327 corsi di laurea triennale e specialistica 102 scuole di specializzazione 155 master e master internazionali 162 corsi di dottorato e di dottorato internazionale L’Università “La Sapienza” è la più grande d’Europa e la seconda al mondo dopo quella de Il Cairo per numero di studenti. Attualmente conta 55 sedi metropolitane (la città universitaria non è più in grado di ospitare tutte le facoltà per ragioni di spazio, perciò già da diversi anni molte facoltà e dipartimenti sono stati dislocati nei dintorni di Roma) e sedi decentrate a Latina, Civitavecchia, Pomezia e Rieti. L’università svolge inoltre attività didattiche nelle province di Roma, Viterbo, Rieti, Frosinone, Latina, Isernia, Campobasso e Benevento. Nella tabella qui sotto riportata sono indicati il numero di corsi di laurea triennale e specialistica (postriforma 3+2) offerti da ciascuna facoltà. Per maggiori informazioni sulle denominazioni dei corsi, è possibile consultare il sito web dell’università (www.uniroma1.it). Facoltà, Corsi di Laurea Triennale e Specialistica Facoltà Laurea Triennale 7 Laurea Specialistica 10 5 2 Scienze della Comunicazione 5 5 Economia 15 16 Ingegneria 21 21 Scienze Umanistiche 9 11 Giurisprudenza 2 1 Lettere e Filosofia 15 18 Scienze MFN 16 29 2 + 20 (*) 9 1 + 11 (*) 3 Prima Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” Architettura “Valle Giulia” Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia 71 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Studi Orientali 2 1 Farmacia 3 3 Filosofia 4 4 Scienze Politiche 6 6 Psicologia 1 4 5 Psicologia 2 5 3 Sociologia 3 4 Scienze Statistiche 6 7 Scuola di Ingegneria Aerospaziale 1 1 Scuola Spec. per Archivisti e Bibliotecari 4 1 (*) corsi di laurea + corsi di lauree delle professioni sanitarie Le tasse universitarie variano a seconda del reddito. Ci sono dodici diverse fasce di reddito (a partire da 6.000 euro all’anno fino a redditi superiori ai 66.000 euro all’anno). Le tasse vanno da un minimo di circa 325 euro (per la prima fascia) ad un massimo di 1.300 euro (per la fascia più alta), e cambiano da facoltà a facoltà in base ai diversi costi per le attività pratiche e di laboratorio previste. Tabella 1 – Numero totale di studenti - Università “La Sapienza” – Periodo 1982-1998 Anno accademico Studenti 1982-83 153 379 1983-84 160 475 1984-85 164 680 1985-86 162 484 1986-87 162 359 1987-88 164 431 1988-89 175 000 1989-90 172 953 1990-91 178 571 1991-92 185 258 1992-93 187 013 1993-94 191 819 1994-95 190 199 1995-96 186 377 1996-97 179 575 1997-98 173 464 1998-99 163 026 Fonte: Guida dello Studente a.a. 1999-2000 Nella tabella 1 è riportato il numero totale di studenti dall’a.a. 1982-83 all’a.a.1998-99. Il numero più alto di studenti è stato registrato nell’anno accademico 1993-94, con poco meno di 200.000 studenti. Successivamente, il numero di studenti ha iniziato a diminuire. Secondo le più recenti statistiche, il numero totale di studenti nell’a.a. 2003-04 era di 142.000. La riduzione nel numero di studenti è dovuta a diversi fattori quali la nascita e lo sviluppo di altre due università statali, il calo demografico e l’aumento delle tasse universitarie. 72 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Tabella 2 – Numero di studenti divisi per facoltà Università “La Sapienza” – a.a. 1998-99 Facoltà % Architettura 6.28 Scuola Spec. per Archivisti e Bibliotecari 0.43 Economia 10.95 Farmacia 2.28 Giurisprudenza 17.57 Ingegneria 9.82 Ingegneria Aerospaziale 0.02 Lettere e Filosofia 14.28 Medicia e Chirurgia 6.13 Psicologia 6.90 Scienze MFN 6.97 Scienze Politiche 7.11 Scienze Statistiche 1.86 Sociologia 9.40 Totale 100.0 Fonte: Guida dello Studente a.a. 1999-2000 Le facoltà più frequentate presso l’università “La Sapienza” sono quelle di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Economia e Sociologia. L’università conta più di 4.000 docenti. Nella tabella 3 sono riportati il numero dei docenti nelle tre fasce previste dalla legge: professori ordinari (circa 29%), professori associati (30%) e ricercatori (41%). Facoltà Architettura Scuola Spec. per Bibliotecari Economia Farmacia Giurisprudenza Ingegneria Ingegneria Aerospaziale Lettere e Filosofia Medicina e Chirurgia Psicologia Scienze MFN Scienze Politiche Scienze Statistiche Sociologia Totale Tabella 3 – Numero di docenti divisi per fascia e facoltà – Università “La Sapienza” a.a. 1998-99 Professori Professori Ricercatori ordinari associati 61 102 113 Archivisti e 8 7 10 83 55 26 30 91 0 157 134 11 7 158 113 238 427 43 34 202 236 57 23 49 55 22 34 1 206 1 257 Fonte: Guida dello Studente a.a. 1999-2000 110 41 129 198 15 288 406 49 210 59 56 52 1 736 Si ringrazia la il Prof Enrico Todisco, dell’Universita’ La Sapienza di Roma, per aver fornito il testo. Testo originale in inglese 73 Totale 276 25 248 97 220 489 33 559 1071 126 648 139 160 108 4 199 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Journey in the Academic and Research world of Italy Anna Maria Fioretti University “La Sapienza” of Rome: yesterday and today The date of founding of the University of Rome “La Sapienza” is well known: 20 April 1303. In that year Pope Bonifacio VIII issued a bull establishing a Studium Generale with the purpose of bringing together the teaching of all known subjects. A school was set up in gthe city, next to the old Studium Curiae.The first century of the “Studium’s” existence was not easy, because Rome had been abandoned by the Pope who had transferred to Avignon. Eugenio IV (1431-1447), having raised taxes on wine, guaranteed the university financial stability. This also enabled him to buy some buildings in te centre of Rome, near St.Eustachio where, two centuries later, “La Sapienza” was established. Periodic renovations characterized the first four centuries of the Roman Athenaeum and advanced experiments in teaching and resear were introduced. Famous professors occupied the Roman chairs between the XIV and XV centuries, hey were attracted by the papal court which offered a cultural challenge and ecclesiastical or secular privileges to theologians and lawyers. By the end of XV century the church was less open to innovation and the University of Rome entered a difficult period; many students who had previously come to Rome from other cities and countries were now turning to other Universities During the humanistic period, new teaching methods were introduced. The construction of the “La Sapienza” building was completed and inaugurated in 1659 by Alessandro VI. Borromini’s baroque masterpiece, the annexed church of St. Ives was built in the Rione S. Eustachio area, where the first schools had been set up. The reform fever which spread through many European Universities during the XVIII century, also reached Rome. Pope Benedetto XIV issued a series of new rulings for “La Sapienza”. In 1744, he implemented new directives and regulations and in 1748, he established the number of academic chairs, and he published an academic calendar which indicated the days and hours of lessons. He separated the School of Medicine from that of Philosophy and he supported the introduction of new disciplines such as Chemistry and Experimental Physics. In 1808 the number of Faculties was increased to five: Sacred Sciences, Law, Philosophy, Medicine and Surgery, Philology and related sciences. During the nineteenth century, Italy underwent important institutional changes, but the papal government maintained its interest in “La Sapienza” and the following new scientific chairs were established: clinical medicine, clinical surgery, zoology, algebra and geometry. In 1817 The Engineering School was founded, at that time offering disciplines such as Statics, Hydraulics, and Architecture. In 1824 Leone XII, issued a bull proclaiming Rome and Bologna as the most important universities of the Papal State. By the mid XIX century “La Sapienza” had 38 academic chairs together with many laboratories and scientific institutes. When King Vittorio Emanuele II conquered Rome in 1870, “La Sapienza” became the University of the capital of the new State of Italy. The construction of the “Policlinico UmbertoI” hospital began in 1888 and was completed in 1903. In 1930, due to the increased number of disciplines and students, the building of a new campus, near the Policlinico, was planned. The present University Campus was designed by Marcello Piacentini and inaugurated in 1935; the buildings reflect the architectural style of that period, especially in the central block of the Rectorate and the adjoining buildings. In 1969, in Italy access to university education was liberalised and this produced a considerable increase in “La Sapienza” student population. It is in this spirit of progress and renewal that it opened itself up to a European dimension in higher education. In 1987 “La Sapienza” embraced the Erasmus Mobility Programme which eight years later merged with the Socrates Programme. There are currently 529 Bilateral Agreements with 279 other European Institutions in 26 countries. About 720 outgoing students and 630 incoming students are exchanged every year. The University has also activated other Programmes launched by the European Commission such as Leonardo da Vinci, Tempus and Jean Monnet. It is also a member of the European University Association (EUA) ant the hetwork of Universities of Capital Cities (UNICA). In 1999 the Academic Senate approved the University’s present Statute which states that the international dimension of studies, teaching and scientific research; the development of the international exchange of teacvhersw and students; the admission and training of foreign students are some of institution’s fundamental tasks. In this spirit “La Sapienza” has headed the indications contained in the 1999 Bologna Declaration: the curricula have been redesigned according to the 3+2 rule and the European Credit Transfer System (ECTS) has been introduced in all the Faculties. In 2000, “La Sapienza” was restructured and divided into five separate “Atenei federati” in order to facilitate and improve its functioning. 74 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA In 2003, after all the recent and important reforms, “La Sapienza” celebrated its 700th anniversary. As o ne of the culminating events a Laurea Honoris Causa was conferred to Pope Giovanni Paolo II. The University’s Government consists of: o The Rector o The Academic Senate o The Board of Administration o The Central Administration Office The University is made up of Faculties, Departments, and Institutes. Faculties organise teaching activities and coordinate Degree and Specialized Degree Courses. Departments are responsible for scientific research activities in one or more scientific areas. They can include professors from more than one Faculty. They manage research funds and coordinate Research Doctorates (Ph.D.) and International Ph.D. Institutes operate within the Faculties and are soon to become Departments. “La Sapienza” in numbers 21 Faculties 154 libraries 21 Museums 4 942 Teaching staff 142.000 students 327 Degree and Specialised Degree Course 102 Specialization Schools 155 Masters and International Masters 162 Research Doctorates and International Ph.D.s “La Sapienza” University, in terms of students, is the biggest University in Europe and it is the second in the world after that of Il Cairo. Presently it has 55 different chairs in Rome ( the University City since many years is no more sufficient in terms of space and many Faculties/Departments are spread on the Rome’s territory); it has separate seats in Latina, Civitavecchia, Pomezia and Rieti while it develops didactic activity in different localities in Rome, Viterbo, Rieti, Frosinone, Latina, Isernia, Campobasso and Benevento. In the separate box the number and kinds of degree and specialized degree (following the 3 + 2 mechanism) is reported. For the detail of the names in the web site of “La Sapienza” (www.uniroma1.it) such specification are available for all the Faculties. Faculties, Degree Courses and Specialized Degree Course Faculty Degree Courses Architecture “Ludovico Quaroni” 7 Specialized Degree Courses 10 Architecture “Valle Giulia” 5 2 Communication Sciences 5 5 Economics 15 16 Engineering 21 21 Humanities 9 11 Law 2 1 Literature and Philosophy 15 18 Mathematical, Physical and Natural Sciences Medicine and Surgery I 16 29 2 + 20 (*) 9 Medicine and Surgery II 1 + 11 (*) 3 2 1 Oriental Studies 75 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Pharmacy 3 3 Philosophy 4 4 Political Sciences 6 6 Psychology 1 4 5 Psychology 2 5 3 Sociology 3 4 Statistics 6 7 Aerospace Engineering 1 1 Library and Archive Studies 4 1 (*) Degree course + Degree courses for Health Professions The entrance to the University system is not free of charge. The fee is different depending on the incomes; there are twelve classes of revenues (starting from up to 6 000 Euro in a year, until the last one for incomes higher than 66 000 Euro). The cost in terms of fee shares from the lower level of approximately 325 Euro (for the first class) till 1300 Euro for the last class. Differences among the Faculties are due to different costs of Laboratories and practical activities. Table 1 – Students in total for “La Sapienza” University – Years 1982-1998 Academic year Students 1982-83 153 379 1983-84 160 475 1984-85 164 680 1985-86 162 484 1986-87 162 359 1987-88 164 431 1988-89 175 000 1989-90 172 953 1990-91 178 571 1991-92 185 258 1992-93 187 013 1993-94 191 819 1994-95 190 199 1995-96 186 377 1996-97 179 575 1997-98 173 464 1998-99 163 026 Source: Guida dello Studente a.a. 1999-2000 In the Table 1 total number of students for the period 1982-83/1998-99 are reported. The maximum was reached in the a.y. 1993-94 with a slightly less than 200 000 students. After such year the amount of students started in descending. As for the last available statistics, the total number is about 142 000 students (200304). The lowering is depending from different issues like the introduction and expansion of other two State Universities, the demographic low waves of fertility, the increase in the University taxation. 76 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Table 2 – Share of the students among the Faculties. University “La Sapienza” of Rome in the a.y. 1998-99 Faculty % Architecture 6.28 Library and Archive Studies 0.43 Economics 10.95 Pharmacy 2.28 Law 17.57 Engineering 9.82 Aerospace Engineering 0.02 Literature and Philosophy 14.28 Medicine and Surgery 6.13 Psychology 6.90 Mathematical, Physical and Natural 6.97 Studies Political Sciences 7.11 Statistics 1.86 Sociology 9.40 Total 100.0 Source: Guida dello Studente a.a. 1999-2000 The larger attendances to the university courses in “La Sapienza” are those of Law, Literature and Philosophy, Economics and Sociology. More than 4 000 are the teachers. In table 3 the data of professors, accordingly with their status, are reported. Following the national categories established by law, teachers are divided in three categories: full professors, associated professors, researchers. About 29% are full professor, 30% are associated professors and 41% are researchers Table 3 – Teachers in “La Sapienza” University as for their status and their Faculty. A.Y. 1998-99 Faculty Full Associated researchers total professors professor Architecture 61 102 113 276 Library and Archive Studies 8 7 10 25 Economics 83 55 110 248 Pharmacy 26 30 41 97 Law 91 0 129 220 Engineering 157 134 198 489 Aerospace Engineering 11 7 15 33 Literature and Philosophy 158 113 288 559 Medicine and Surgery 238 427 406 1071 Psychology 43 34 49 126 Mathematical Physical and 202 236 210 648 Natural Sciences Political Sciences 57 23 59 139 Statistics 49 55 56 160 Sociology 22 34 52 108 Total 1 206 1 257 1 736 4 199 Source: Guida dello Studente a.a. 1999-2000 We are pleased to thank Prof Enrico Todisco at University Roma La Sapienza, who kindly provided the manuscript. Original manuscript in English 77 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 78 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA “Con le terre unite alla massa centrale sotto il nome comune di Australasia, dalla Nuova Guinea alla Nuova Zelanda, la superficie emersa in questa parte dell’Oceano Pacifico e’ di pochissimo inferiore a quella dell’Europa” Il geografo Elisee Reclus, Parigi 1889 79 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 80 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Bollettino della Comunita’ Scientifica in Australasia Aprile 2006 Notizie flash dal mondo delle riviste tecnicoscientifiche Australiane 81 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 82 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA ATTUALITA’ 9 Aperto un nuovo centro di ricerca sull’energia solare Il 31 marzo e’ stato aperto dal Ministro dell’ambiente australiano, Senatore Ian Campbell, il nuovo centro di ricerca nazionale per l’energia solare denominato National Solar Energy Centre (NSEC). Il centro, la cui struttura e gli impianti hanno un valore pari a 5.3 milioni di dollari australiani, si trova a Newcastle presso la sede del CSIRO. Il centro giocherà un ruolo chiave nell’attivita’ di ricerca sulla generazione di energia a basa emissione e a basso costo, rappresentando la struttura con la piu’ grande concentrazione di griglie solari ad alta concentrazione dell’emisfero meridionale. All’interno del NSEC si distinguono tre elementi principali: una torre di griglie solari ad alta concentrazione che utilizza 200 specchi per generare piu’ di 500 KW di energia, che renderanno possibile raggiungere temperature massime di 1000°C; una griglia per la concentrazione lineare di energia che genera fluidi caldissimi a temperatura pari a 250°C, capaci di fornire energia a delle piccole turbine; una stanza di controllo in cui verra’ situata il centro di comunicazioni e il sistema di controllo e servira’ anche da piattaforma sopraelevata per il controllo visuale. Il centro, nato da un progetto della divisione del CSIRO di tecnologie energetiche, e’ stato realizzato anche in partnership con altre divisioni del CSIRO e all’interno della Flagship “Energy transformed”, e ha goduto di finanziamenti sia federali che statali. Il NSEC permettera’ di produrre di cosiddetto SolarGas, un gas senza emissioni serra, con un contenuto energetico superiore di circa il 26% rispetto al gas naturale. Ms Sam East , Communications Manager, CSIRO Energy Transformed, Email: [email protected] 9 Dati sull’innalzamento del mare durante il 20 secolo. In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Geophysical Research Letters del 6 gennaio, gli autori, Dr John Church and Dr Neil White del CSIRO Marine and Atmospheric Research, grazie a misure effettuate sia da satellite che a terra, sostendono che il livello globale del mare e’ salito piu’ velocemente nel corso degli ultimi 130 anni. Una tale accelerazione nell’innalzamento del livello del mare non era stata mai riscontrata precedentemente dai dati, benche’ prevista dai modelli. Infatti, se il tasso di innalzamento del livello del mare continua di questo passo, ci si aspetta che nel 2100 si arrivi a 280-340 mm al di sopra dei livellidel 1990, il che e’ conforme con i modelli e le previsioni pubblicate all’interno del Third Assessment Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change. Gli autori sostengono che il livello del mare ha cominciato a crescere nella prima meta’ del XIX secolo, quando risultava essere 20 mm al di sotto dei livelli attuali. Tale studio ha presentato non facili problemi soprattutto nella fase iniziale in quanto sono state riscontrate la presenza di una serie di fluttuazioni, dovute anche all’eruzione di alcuni vulcani nei tardi anni ’60, che avevono reso difficile la quantificazione di tale fenomeno. Dr John Church, CSIRO Marine and Atmospheric Research 83 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA RICERCA, SVILUPPO, INNOVAZIONE 9 Progettazione e costruzione di un nuovo motore a propulsione ionica Un gruppo di fisici del Plasma, Power and Propulsion (SP3) laboratory dell’Australian National University di Canberra, guidati dal Dr Orson Sutherland ha progettato un motore a propulsione ionica che e’ stato testato con successo dall’European Space Agency. Nei motori a propulsione ionica l’accelerazione e’ generata da un fascio di particelle cariche positivamente (chiamate ioni) che vengono “sparate fuori” con l’utilizzo di un campo elettrico, che genera la spinta. Il motore chiamato DS4G (Dual Stage 4 Grid), rappresenta un notevole passo in avanti nelle capacita’ di propulsioine nello spazio, segnalando l’inizio di missioni robotiche su larga scala verso le aree piu’ lontane del sistema solare o la zona interstellare. Il DS4G utilizza quattro griglie di accelerazione, rispetto ai tre dei motori attuali, chiamate “gridded ion engines (GIT); l’aggiunta di un quarto elettrodo in configurazione ottimizzata rende il DS4G fino a 10 volte piu’ efficiente dell’attuale GIT e permette l’utilizzo di propulsoripiu’ compatti e potenti. Al gruppo dell’ANU e’ stato chiesto espressamente dall’ESA di progettare e costruire il DS4G grazie alla sua conoscenza nello sviluppo di sorgenti al plasma e allo sviluppo in passato dell’HDLT (Helicon Double Layer Thruster ) in collaborazione con l’ESA. Il nuovo propulsore a ioni e’ stato progettato e costruito nel breve tempo di 4 mesi. Dr Orson Sutherland Designer & Technical Director Tel +61 2 6125 0002 - [email protected] http://prl.anu.edu.au/SP3 9 Nuova societa’ per lo sviluppo di test genetici per il mercato alimentare europeo. L’Australian Centre for Plant Functional Genomics (ACPFG) e la societa’ tedesca Lifeprint GmbH hanno istituito una nuova societa’, denominata Lifeprint Australia per sviiluppare tecnologie scientifiche da utilizzare nei test genetici delle produzioni agricole europee. La nuova societa’ avra’ sede presso l’ACPFG, al campus Waite dell’universita’ di Adelaide in South Australia. La societa’ tedesca Lifeprint e’ gia’ specializzata nei test del DNA sui prodotti alimentari, in particolare per le modifiche genetiche e per la presenza di potenziali allergeni. Le tecniche che saranno sviluppate da Lifeprint Australia permetteranno a entrambe le societa’ di entrare con maggiore forza nel mercato dei test genetici sui prodotti alimentari. Infatti la legislazione sull’etichettatura dei prodotti alimentari, in diversi paesi, impone di identificare la presenza di prodotti geneticamente modificati. Al momento, vi sono oltre otto milioni di agricoltori che utilizzano piante geneticamente modificati in 21 paesi. Il direttore di Lifeprint Australia, nonche’ Chief Executive Officer di ACPFG, prof Peter Langridge, sostiene che un miglioramento dei test genetici a cui i prodotti alimentari vengono sottoposti per l’etichettatura potrebbe dare ai consumatori una maggiore fiducia nei prodotti geneticamente modificati presenti sul mercato. Professor Peter Langridge, Australian Centre for Plant Functional Genomics: The University of Adelaide, Waite Campus, Adelaide, SA 5005, Email: [email protected] 9 Nuotatore virtuale Il Dipartimento di Matematica e Informatica del CSIRO, l’Australian Institute of Sport (AIS) e la Monash University stanno collaborando ad un progetto di ricerca finalizzato ad accelerare la velocita’ dei nuotatori australiani. Per capire il rapporto tra l’acqua e il corpo durante il nuoto competitivo, i ricercatori stanno utilizzando un software che il CSIRO usa per la simulazione di fluidi congiuntamente ad con una tecnica matematica chiamata Smoothed Particle Hydrodynamics (SPH). Per comprendere come l’acqua interagisce con la superficie del corpo, vengono condotte delle simulazioni con il modello virtuale di un nuotatore. I ricercatori fanno una scansione della pelle con un laser e poi usano la ‘Motion Capture Information’ per capire come questo si muova nell’acqua. Per verificare che le simulazioni siano efficaci, il modello virtuale utilizza le varie posizioni dei miglior nuotatori. Nel passato e` stato molto difficile ottenere risultati netti, ma la SPH, che descrive il moto dell’acqua come moto delle singole particelle, aumenta l’accuratezza dei risultati. Tramite l’uso di animazioni, i ricercatori analizzano tali posizioni simulate per individuare quelle che permettono di ottenere la maggiore velocita’. L’obiettivo e` di modificare le tecniche dei nuotatori e metterle in pratica in piscina prima delle Olimpiadi di Londra del 2012. Ms Andrea Mettenmeyer, Communication Officer, Mathematical & Information Sciences, Email: [email protected] 84 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA NUOVE TECNOLOGIE-NUOVI MATERIALI 9 Nuova microtecnologia per il mescolamento del sangue Ricercatori del gruppo di fluidodinamica del CSIRO, dipartimento di Manufacturing and Infrastructure Technology di Melbourne, hanno recentemente sviluppato e brevettato una microtecnologia che utilizza vibrazioni acustiche per mescolare il sangue. Le vibrazioni sonore consentano di accelerare i processi biologici tipici di un test diagnostico standard garantendo i risultati del test in tempo reale. Il gruppo di ricerca di Melbourne guidato dal dr. Richard Manasseh, intende, inoltre, sviluppare uno strumento di dimensioni tali da poter essere utilizzato direttamente dal medico nel corso del consulto al paziente. Nella nuova tecnologia, che sfrutta la particolare fluidodinamica del sangue, piccole bolle che circondano il campione di fluido vengono eccitate con tecnica piezoelettrica. La piccola ampiezza delle oscillazioni periodiche generate agisce sulla bolla creando un flusso circolare dovuto al campo acustico che circonda la bolla stessa. Questo effetto consente quindi un micromescolamento del sangue in un tempo dell’ordine di alcuni secondi (eccezionale se si pensa che oggi sono necessarie alcune ore). Dr. Richard Manasseh, email: [email protected] http://au.geocities.com/rmanasseh/ 9 Nuovo metodo di monitoraggio dell’ossigeno nel sangue L’azienda privata USCOM di Sydney, in collaborazione con alcune universita’ australiane (in particolare Sydney Uni e Queensland Uni), ha recentemente sviluppato e brevettato all’USPTO (United State Patent and Trademark Office) una nuova tecnologia “OXYCOM” che permette un monitoraggio dell’ossigeno nel sangue con metodo non invasivo fornendo il risultato in tempo reale. OXYCOM, che verra’ commercializzato nel 2006, misura il volume del sangue pompato dal cuore e la concentrazione di ossigeno nel sangue, tale combinazione fornisce un valore significativo dell’apporto di ossigeno ai tessuti. OXYCOM puo’ essere utilizzato con USCOM 1A (monitor cardiaco progettato e realizzato in precedenza dalla USCOM). USCOM, Chief Executive: GARY DAVEY, [email protected] General Manager: PAUL BUTLER, [email protected] Suite1, Level 7, 10 Loftus Street, Sydney NSW 2000. Australia 9 Nuova tecnologia che riduce l’ansia e lo stress nei bambini durante i dolorosi trattamenti per la cura delle ustioni Un gruppo di ricercatori australiani afferenti all’Australasian CRC for Interaction Design (ACID) ha sviluppato una tecnologia che riduce l’ansia e lo stress nei bambini durante i dolorosi trattamenti per la cura delle ustioni. La tecnologia combina l’informatica applicata alla terapia diversiva. Quest’ultima sposta l’attenzione del bambino grazie all’utilizzo di realta’ virtuale in tre dimensioni e un personaggio tipo cartoni animati chiamato “Hospital Herry”. La tecnologia, sviluppata in partnership con il Brisbane Royal Children’s Hospital, ha anche usufruito di fondi del Governo del Queensland per la commercializazione del prodotto. La tecnologia presenta ampie potenzialita’ in aree quali la medicina d’urgenza, l’oncologia, la radiologia e l’odontoiatria. Dr. Sam Bucolo, email: [email protected] www.interactiondesign.qut.edu.au 85 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA INFORMATION TECHNOLOGY 9 Software per lo studio delle malattie neurodegenerative Dall’inizio di febbraio e’ disponibile un nuovo software per i ricercatori australiani che operano nell’ambito delle neuroscienze. Tale software consente una piu’ rapida individuazione dei trattamenti adottato a coloro i quali sono affetti da malattie neurodegenerative. Il software, denominato HCA-Vision, e’ stato studiato da ricercatori del gruppo di Biotech Imaging del CSIRO (il piu’ grande ente pubblico di ricerca australiano) e la sua principale peculiarita’ e’ che puo’ essere utilizzato da un PC standard. HCA Vision permette di caratterizzare quantitativamente l’immagine delle cellule permettendo ai ricercatori di individuare piu’ rapidamente i cambiamenti relativi all’aspetto fisico dei neuroni. Il Dr Pascal Vallotton, leader del gruppo di ricerca, ha confermato che il software e’ in grado di misurare i cambiamenti che si verificano nei neuroni a causa di malattie o di sostanze medicinali poiche’ utilizza un nuovo approccio di analisi di immagine che combina una serie di fasi successive e interattive tra di loro. Questo software potra’ essere fondamentale nel trovare una cura per le prinicipali malattie del cervello e della mente, compresi l’Alzheimer, il Parkinson, la sclerosi multipla e la schizzofrenia. In precedenza un simile software e’ disponibile solo per le grandi industrie farmaceutiche dotate di costosi strumenti; HCA-Vision, quindi, si configure come uno strumento per piccoli laboratori degli ospedali e istituti di ricerca che potranno utilizzarlo su un Personal Computer. Un trial gratuito di 30 giorni di HCA-Vision e’ disponibile sul website www.csiro.au/hca-vision. Immagini ottenute con HCA-Vision sono disponiobili su: www.cmis.csiro.au/mediapics Dr Pascal Vallotton, Mathematical & Information Sciences, CSIRO Mathematical and Information Sciences, Email: [email protected] 9 Tecnologia per l’autentificazione e la identificazione di prodotti commerciali Il CSIRO Molecular and Health Technologies di Melbourne e la societa’ Datadot Technology limited hanno messo a punto una nuova tecnologia denominata DataTrace DNA per l’autentificazione e la identificazione di prodotti commerciali. Questa nuova tecnologia e’ capace di identificare il pattern unico delle microparticelle che costituiscono la struttura molecolare di prodotti e materiali. Le microparticelle, invisibili ad occhio nudo, possono essere lette come se fossero un codice a barre chimico con un lettore portatile. Il codice a barre chimico e’ una realta’ estremamente complessa che rende molto difficile la contraffazione. Inoltre, dato che DataTrace DNA viene incorporata nei materiali e nei prodotti, non puo’ essere rimossa, coperta o altereta. Inizialment si vuole introdurre tale tecnologia su prodotti quali: cemento, legno, esplosivi, sostanze adesive, pitture, imballaggi, polimeri e sostanze chimiche in generale. Dr. Geoff Houston, Commercial Property Manager, CSIRO Molecular and Health Technologies, email: [email protected] 86 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA SANITA’ 9 Microalghe marine come fonte di omega-3 Le potenzialita’ commerciali delle microalghe marine ricche in olii sono al momento oggetto di un accordo tra la societa’ private australiana Clover Corporation Ltd, la Food Futures Flagship del CSIRO e il CRC (Cooperative Research Centre) for Bioproducts. Infatti le microalghe sono la fonte naturale di omega-3 del mare, posso sopravvivere al buio, in ambienti ricchi di sostanza organica trasformando carboidrati in oli benefici che vengono acquisiti dai pesci tramite la catena alimentare marina. Le microalghe possono quindi offrire una fonte di oli omega-3 all’interno di diete, dipendentemente da quanto sia possibile adattarle alle colture su vasta scala. Alcuni ceppi di microalghe sono state recentemente isolate da alcuni laboratori del CSIRO e sono state studiate dalla Clover Corporation, che ha verificato come, in condizioni di laboratorio, siano degli efficienti produttori di acido docosaesanoico (DHA) e di acido eicoisapentenoico (EPA), gli oli omega-3 importanti nella nutrizione infantile e benefici contro una serie di malattie dell’uomo quali quelle cardiovascolari, artride reumatoide e ipertensione. La Clover Corporation e’ un’azienda leader nella microincapsulazione di oli per uso funzionale in prodotti alimentari. I profili dell’olio nelle colture di microalga su vasta scala verranno caratterizzati presso i laboratori del CSIRO Marine and Atmospheric Research di Hobart (Tasmania). Il Governo Federale australiano ha finanziato il progetto alla Clover Corporation con circa un milione di dollari australiani, attraverso il programma National Food Innovation Strategy. Dr Bruce Lee, Director Food Futures Flagship, Riverside Corporate Park, 5 Julius Avenue North Ryde NSW 2113, Australia 9 Un ulteriore passo avanti per la ricerca sulle cellule staminali Un guppo di ricercatori australiani afferenti all’Embryonic Stem Cell Program del Monash Institute of Medical Research di Melbourne hanno pubblicato sul numero di febbraio 2006 di Nature Biotechnology, uno studio che descrive un nuovo metodo per individuare cellule staminali anormali prima che si trasformino in cellule cancerose. Le cellule embrionali umane hanno grandi potenzialita’ come fonte di tessuti sani per “riparare” o sostituire tessuti o organi. Tuttavia, gli scienziati di Melbourne hanno riscontrato che a seguito di una prolungata coltivazione in laboratorio, alcune cellule embrionali sviluppano una serie di anomalie genetiche simili a quelle viste nei cancri umani. Individuare e monitorare questi cambiamenti e comprendere le cause della loro attivazione, e’ stato fin’ora un problema da risolvere. Il progetto di ricerca su queste cellule anormali, denominato CD30, e’ stato condotto sotto la guida del Prof Martin Pera direttore dell’ Embryonic Stem Cell Program, all’interno dei laboratori dell’Australian Stem Cell Centre di Melbourne in collaborazione con i dott Ernst Wolvetang e Daniella Herszfeld. Lo studio ha individuato che le cellule anormali portano un marker particolare sulla loro superficie, chiamato CD30 che da’ loro una condizione di vantaggio, permettendogli di crescere in condizione al di sotto dell’ottimale. Tale marker e’ stato anche ritrovato in alcune forme delle cellule umane cancerose. Professor Martin Pera , Monash Institute of Medical Research Director, Laboratory of Embryonic Stem Cell Research Email: [email protected] http://www.nscc.edu.au/ascc_home.html 9 Origine genetica e ambientale della depressione Una ricerca, finanziata dall’NHMRC (National Health and Medical Research Council) australiano e i cui risultati sono stati pubblicati sul British Journal of Psychiatry, e’ riuscita ad individuare un legame tra la depressione e le caratteristiche genetiche, ambientali e sociali dell’ambiente circostante. Lo studio e’ stato condotto da un gruppo di ricercatori afferenti all’Universita’ del New South Wales (UNSW) di Sydney, al Prince of Wales Medical Research Institute, al Black Dog Institute, al Garvan Institute of Medical Research, al St Vincent's Hospital e al Prince of Wales Hospital. L’attivita’ di ricerca e’ stata guidata dalla psichiatra Prof Kay Wilhelm dell’Universita’ del New South Wales di Sydney. I ricercatori hanno seguito un gruppo di 127 persone per oltre 25 anni, ne hanno analizzato il DNA ed hanno seguito la “storia” psicologica e psichiatrica degli individui. La ricerca ha riscontrato che esiste un 80% di possibilita’ che coloro che presentano una predisposizione genetica entrino in fase depressiva se subiscono almeno tre eventi negativi all’anno, legando cosi’ le caratteristiche genetiche dell’individuo ai fattori ambientali, con l’esistenza di un livello soglia che “attiva” la depressione. In base alla tipologia genetica, la popolazione in esame e’ stata quindi suddivisa in tre gruppi: 21% di persone che hanno il genotipo che li predispone alla depressione; 87 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 26% che hanno il genotipo ma sono resilienti alla depressione; 53% di persone con un mix dei due genotipi. Tali risultati possono permettere di identificare i soggetti a rischio e suggerire dei trattamenti psicologici ad hoc, che gli permettano di reagire in modo appropriato agli eventi negativi. A/Prof Kay Wilhelm, School of Psychiatry, Faculty of Medicine, University of New South Wales, Sydney, Australia, Email: [email protected] 9 Tossina responsabile dell’avanzamento del morbo di Alzheimer Ricercatori del Dipartimento di anatomia e istologia dell’Universita’ di Sydney hanno scoperto che una tossina, l’acido chinolinico, gioca un ruolo fondamentale nell’avanzamento del morbo di Alzheimer. La riduzione della tossina, che uccide le cellule nervose e puo’ portare a disfunzioni cerebrali e alla morte, potrebbe rallentare significativamente la progressione del morbo nei malati. L’acido chinolinico fa parte di un percorso biochimico chiamato “Kynurenine pathway” che si ritrova anche nel morbo di Huntington e nalla schizzofrenia. I ricercatori dell’Universita’ di Sydney ritengono che attraverso una terapia farmacologica ad hoc (gia’ in via di sviluppo e potenzialmente disponibile in cinque anni) sara’ possibile ottenere un rallentamento della progressione della malattia. Dr Karen Cullen, Department of Anatomy and Histology , email: [email protected] 9 Scoperto il percorso con cui le cellule combattono le infezioni Un gruppo di ricercatori dell’Institute for Molecular Bioscience IMB dell’Universita’ del Queensland, guidati dal professor Jennifer Stow, ha scoperto il percorso con cui le cellule combattono le infezioni. La ricerca, che verra’ pubblicata su Science del 2 dicembre p.v., eamina la reazione del corpo ad una infezione. I macrofaggi utilizzano un unico percorso per inghiottire e uccidere i germi nonche’ per rilasciare dei messaggeri chimici che consentano l’aumento della risposta immunitaria. La ricerca e’ stata possibile grazie all’utilizzo della microscopia cellulare in vivo e dell’analisi genica, tecnologie avanzate disponibili all’IMB che hanno permesso di verificare come le due azioni avvengono simultaneamente e che, per rilasciare i messaggeri e fagocitare i microbi, viene utilizzato un unico percorso cellulare. Professor Jennifer Stow, Email [email protected] 88 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA AMBIENTE 9 Scoperto il genoma del fungo Aspergillo Un consorzio internazionale di ricercatori, compreso un gruppo di scienziati dell’Universita’ di Melbourne ha sequenziato il codice genetico di una famiglia di funghi, gia’ utilizzati nelle attivita’ di ricerca e che si ritrovano in alcuni cibi a base di soia. Tali funghi sono noti per essere la causa principale di morte in pazienti con immunita’ compromessa. I ricercatori, tra cui il Prof Michael Hynes nel dipartimento di genetica dell’Universita’ di Melbourne, ha determinato e analizzato la sequenza genetica nei funghi Aspergillus nidulans, Aspergillus fumigatus, and Aspergillus oryzae. L’attivita’ di ricerca ha coinvolto oltre 150 scientziati e si e’ protratta per sei anni ed e’ stata recentemente pubblicata su Nature. La famiglia dei funghi Aspergilli e’ molto comune ed e’ fonte di spore aeree, alla cui infezione, il sistema immunitario e’ generalmente in grado di resistere. Tuttavia, la specie Aspergillus fumigatus e’ nota per essere causa di infezione e di morte in pazienti affetti da leucemia o sottoposti a trapianto di midollo. Le specie Aspergillus nidulans, e Aspergillus oryzae sono anche molto comuni ed utilizzate nel campo alimentare e della ricerca. La sequenziazione del genoma dell’aspergillo permettera’ ai ricercatori di venire a conoscenza dei cicli metabolici nei funghi, di individuare nuove metodiche con cui condurre esperimenti e di individuare nuovi metodi per progettare nuovi farmaci anti-fungicidi. Professor Michael Hynes, Department of Genetics, The University of Melbourne, email: [email protected], http://www.genetics.unimelb.edu.au/ 9 Effetto serra: emissione di metano dalle foreste, nuovo approccio al calcolo delle emissioni globali Uno studio condotto da ENSIS, una joint venture tra il CSIRO (il principale ente di ricerca australiano) e un gruppo neozelandese di ricerca forestale chiamato SCION, sostiene, in un articolo pubblicato sul giornale scientifico Nature che l’uso di nuove foreste per sequestrare carbonio rimane un meccanismo importante nella mitigazione delle emissioni di gas serra. Gli autori dell’articolo, tra cui il Dr Frank Keppler, hanno riportato per la prima volta che le piante possono emettere anche metano, un gas serra. Benche’ tali dati abbiano portato alcuni scienziati a temere che le foreste possano contribuire alle emissioni serra piuttosto che mitigarle, gli scienziati dell’Ensis hanno testato tale assunzione utilizzando la metodologia descritta nell’articolo, confrontando le stime di emissioni di metano per le fosreste di pino radiata australiane con le quantita’ di carbonio sequestrate per determinarne l’effetto totale. Il Dr Phil Polglase, un ricercatore dell’Ensis, ha confermato che i calcoli hanno dimostrato che il metano emesso in media libererebbe meno del 5% del metano sequestrato dagli alberi. Tale scoperta risulta importante nel calcolo globale sia della fissazione del Carbonio per ciascun paese, che per la vendita di crediti fra paesi nell’ambito del Protocollo di Kyoto. Naturalmente il problema principale per la riforestazione ricade nel quantificare il cambiamento di emissioni nel passaggio da zona agricola a forestale. Dr Phil Polglase, Ensis, Email: [email protected], http://www.ensisjv.com/ 89 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA SPAZIO 9 Progettazione e realizzazione della testa del razzo Hyshot Nell’ambito del progetto Hyshot, il Centro per il volo supersonico dell’Universita’ del Queensland ha incaricato il Dr Phil Teakle del CSIRO Exploration and Mining di progettare e costruire una testa a cono molto resistente ma leggera per il nuovo razzo Hyshot. L’Hyshot raggiungera’ una accelerazione di 11000km/h e un’altezza di 400km e fa parte della famiglia di razzi scramjet con motore a combustione supersonica ad aria; quest’ultimi consentiranno di rivoluzionare il lancio nello spazio di piccolo vettori con carichi leggeri quali i satelliti per le comunicazioni. Tali motori potranno essere in futuro anche utilizzati sugli aereoplani di linea, riducendo il tempo di volo tra Sydney e Londra a due ore. Il programma Hyshot aveva bisogno di una testa a cono (60 cm di diametro e di un peso di solo 16 kg) da espellere all’uscita dell’atmosfera. Il Dr Teakle e’ un esperto in materiali compositi molto resistenti di basso peso, che abitualmente vengono utilizzati per le perforazioni minerarie. Il Dr Teakle ha quindi progettato e realizzato una testa a cono in fibra di carbonio, che presenta caratteristiche di durezza e leggerezza con la possibilita’ di modellarne accuratamente la forma in accordo alle specifiche richieste dall’Universita’ del Queensland. Il prossimo lancio dell’Hyshot e’ previsto per il marzo 2006 dalla stazione di lancio di Woomera nel Sud Australia. Dr Philip Teakle, CSIRO Exploration and Mining - Mining and Sustainable Development, Email: [email protected] 9 Scoperto un nuovo pianeta nella nostra galassia Un gruppo di ricercatori di 32 istituti in 12 paesi, tra cui la Prof Penny Sackett, Direttrice della Research School of Astronomy and Astrophysics (RSAA) dell’Australian National University di Canberra ha scoperto un piccolo e freddo pianeta, chiamato "OGLE-2005-BLG-390Lb" che orbita intorno ad una stella nella parte piu’ interna della Via Lattea. La scoperta di questo pianeta e’ sensazionale per le sue caratteristiche tali da poter supportare la vita in una zona al di fuori del nostro Sistema Solare. Il pianeta che orbita intorno alla sua stella madre in 11 anni a una distanza pari a tre volte quella della terra dal Sole, pesa circa cinque volte la Terra. La sua temperatura e’ di 225gradi Celsius e dista 23000 anni luce dalla Terra. La maggior parte delle misure sono state effettuare all’interno del progetto di collaborazione internazionale “Planet” avviato 10 anni fa dal prof Sackett. La collocazione geografica dell’Australia ha permesso ai ricercatori australiani di immagazzinare importanti elementi per questa scoperta, raccogliendo dati fondamentali dall’osservatorio di Perth e dal Canopus Observatory della Tasmania. I risultati di questa attivita’ di ricerca sono stati pubblicati su Nature del 26 gennaio 2006. Il nuovo pianeta e’ stato individuato utilizzando la tecnica “microlensing” che ha la peculiarita’ di individuare pianeti molto piu’ piccoli di quelli trovati grazie ad altre tecniche tradizionali. La tecnica “Microlensing” opera nel momento in cui una stella passa davanti a una stella in background; il campo gravitazionale della stella in primo piano agisce da lente, incurvando e mettendo a fuoco la luce emessa dalla stella in secondo piano. Professor Penny Sackett, Research School of Astronomy and Astrophysics, ANU and Co-founder of the PLANET team, Email: [email protected] 90 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Per le dimensioni e la posizione geografica privilegiata, alla congiunzione dei due oceani, l’Indiano ed il Pacifico, l’Australia occupa un posto strategicamente importante in questa parte del globo terrestre. 91 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 92 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA Bollettino della Comunita’ Scientifica in Australasia Aprile 2006 News from the Italian technical-scientific journal 93 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 94 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA CURRENT AFFAIRS 9 Ambassador for Equal Opportunities in Science The DIVA project, that promotes the participation of women in science, got under way on December 12. Equal opportunity in science is regarded as a key factor in European economic and scientific development. At the Barcelona Summit in March 2002, the European Council decided to increase expenditure for research and development from the current 1.9 % to 3 % of the EU GDP and to double its "talent pool" of researchers. The latter can be achieved by tapping into existing and widely unused human potential. Female scientists constitute the majority of graduates, yet only a fraction of them choose long-term careers in Science and Technology. In the light of this and with the aim of bridging the gender gap in the private and public scientific sector, the Research Directorate of the EU Commission launched the initiative, ‘Ambassadors for Equal Opportunities in Science’. Italy and Germany are the only two countries where the initiative has started. Dr. Rossella Palomba, IRPPS- Institute for Population and social policies of Cnr, is the Ambassador for Italy. The main objectives of the Ambassador’s activities (described in detail in DIVA), are: 1 To raise awareness in the scientific community, most importantly among policy and decision makers, about gender stereotyping and female skill wastage. This will hopefully stimulate debate and eventually lead to policies that embrace equal opportunity. 2 To address 2 key issues affecting the scientific careers of women. a) Organisation of work and balancing career- life commitments. (A previously untouched issue in the sector) b) Identification of strategies and measures capable of guaranteeing successful turnovers of male and female scientists. 3 To Promote and Market successful careers in Science for Female High school students. A video subtitled in Italian and English with four interviews by well-known Italian female scientists has been shot and presented. The video will be used during meetings with female students and also accessible via internet in the sub-section of the CNR-IRPPS website. Further information: Dr. Rossella Palomba, IRPPS-CNR 06- 49932844, [email protected] 9 Friuli allocates about 20 MLN Euro to Technology (AGI) - Trieste, Feb.3 - The Friuli regional government has allocated funds totalling 19,425,000 euro to build, acquire and renovate buildings for institutional activities focusing on scientific and technological goals. Works already underway will be allocated the highest possible sum, while new initiatives will recieve approx 50% this year and the rest in 2007. Following today's resolution, the Science Park area will be given 7,900,000 euro, Agemont 4,500,000, the Technological Centre of Pordenone 4,700,000 and Friuli Innovazione 2,200,000. This division of funds was decided accordingly with the requests made by the involved bodies. The funds, to be allocated yearly for 15 years, aim at reducing the mortgage repayment cost for the bodies involved due to the fulfilment of scientific and technological activities. COPYRIGHTS 20022005 AGI S.p.A. Taken from: http://www.agi.it/english/news.pl?doc=200602031734-1181-RT1-CRO-0-NF30 9 Science and technology: "INOVACTION" Show (AGI) - Udine, Feb.8 - Among the many novelties to be displayed at the 'Inovaction' show in Udine is the hydrogen-powered bicycle of ENEA. More than 250 international companies, universities and research centres will be present, putting Udine on the world stage for 3 days, allowing scientists and science lovers a chance to network, share ideas and create new opportunities. Other novelties include the first robot brain that can read road security systems, miniaturised medical devices and innovation in diagnosis-making. The 'Area Science Park' of Trieste will present its project for a research-enterprise chain for energy in the region, linked to hydrogen technology. The inauguration will be attended by deputy Education and Research Minister, Guido Possa and Edward de Bono, founder of 'creativity and lateral thought', and will feature a workshop with the winner of the 2004 Nobel Prize for economy, Edward C. Prescott. COPYRIGHTS 20022005 AGI S.p.A. Taken from: http://www.agi.it/english/news.pl?doc=200602081648-1193-RT1-CRO-0-NF30 95 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA RESEARCH, DEVELOPMENT, INNOVATION 9 “La Sapienza” University; home for the APENEXT supercomputers. On February 8th, in an inauguration ceremony held at Citicord Hall, The ApeNext supercomputers were given a new home in a large computer laboratory at La Sapienza University in Rome. The Laboratory was born thanks to the collaboration of the department of Physics of La Sapienza, the National Italian Institute for Nuclear Physics (Infn) and the Interuniversity Centre for Information Technology and Communication in Research and Teaching (Citicord). The Laboratory is the result of a collaborative project between European research centres and universities, conceived to create a computing infrastructure that ranks amongst the worlds’ most powerful. While dedicated to fundamental research, the project and laboratory hold extremely remarkable promise for industry and the economy. In the context of this collaboration, Italy has a leading role in scientific research and industrial development. The current computing infrastructure includes another Apenext system with 1500 processors installed by the German Laboratory Desy, while a supply of another 3000 processors is in progress for Bielefeld University Germany. A further 1000 Cnrs processors are to be installed in Rome and will be used by French researchers via the internet. Research groups from different European countries carry out a complex structure of common scientific activity through such installations, with the ApeNext supercomputers amongst the most powerful. They were developed by an international collaboration guided by Infn, including Desy Laboratory, the Centre National de la Recherche Scientifique (Cnrs) and the Université Paris-Sud, Paris. The ApeNext system installed in Rome has been built by the Italian company Eurotech, of Amaro (Udine) and includes more than 6000 processors, with a 8 Tflops total computing power (corresponding to a computing power of 8000 milliards operations per second with real number) and a memory of 1.5 Tbyte (corresponding to 1500 milliards byte). Around the world there are less than ten computers with similar power to ApeNext. However computing power is only one of the aspects that must be considered in the evaluation of a supercomputer. Power, within certain limits, can be increased simply by connecting an ever rising number of machines to operate in parallel. There are three other important and relevant factors to consider: energy consumption, engaged space and system cost. In comparison with more traditional computers of equivalent class, ApeNext boasts a series of innovative architectural solutions that combine very high computing performance with drastic reductions in development and construction costs, energetic consumption and size. Moreover, the system’s reliability is so high that it can carry out extremely difficult elaborations, even several weeks long, without interruption. All this considered, on world scale, there is only one other project with similar aims of ApeNext, it is developed by Columbia University and the Edinburgh Parallel Computing Center (Epcc) in collaboration with IBM Research. ApeNext was preceded by three generations of Ape computers (Array Processor Experiment) conceived to carry out complex elaborations, necessary for the study of properties and interactions of elementary particles. In particular, great computing powers are essential to understand the most intimate structure of protons and neutrons, but also to solve great riddles related to the different behaviour of matter and antimatter. The supercomputers found in the new Roman Computing Laboratory will be nonetheless be used for a variety of scientific purposes, not just physics. Taken from: http://www.infn.it/indexen.php 9 Grid Nets: Sicily gets the green light for two new projects involving high level ICT. A "virtual bridge" between Sicily and Europe will be soon built, with two projects already ready to go. The aim is to integrate Italy’s most famous island with the most advanced data transmission networks in the world, thus allowing Sicily to access the huge calculation and memory resource pools available in the socalled Grid nets. The two projects, "PI2S2" and "TriGrid Vl", were introduced on December 12 last year at a press conference in the Aula Magna of the University of Catania. The launch comes thanks to the combined efforts of three research Agencies: the National Institute for Nuclear Physics (INFN), the National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) and the National Institute of Astrophysics (INA) and in further collaboration with the Universities of Catania, Messina and Palermo, the Cometa Consortium, small and middle sized Sicilian enterprises (PMI), and part funded by the Sicilian Regional Government. From the practical viewpoint, the two projects create a Sicilian virtual laboratory (The first with regional character in Italy) articulated on the three poles of Catania, Messina and Palermo. In turn they act as the nucleus of a Sicilian Grid that will constitute a node in the worldwide Grid net. Computational grids represent the Internet of future: In fact, they make possible, not only, the exchange of texts, images or movies, but they also allow sharing of great calculation resources and access to data banks of 96 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA huge dimensions. Only a fraction of the information is available as text or image and is therefore exchangeable online; the majority of the information is stored instead as digital data and is therefore not directly available. Such is the case for data received from satellites, environmental sensors and other instruments like the LHC accelerator at CERN or image diagnostic technology. The Grid services, using its calculation resources, can read this hidden data and provide the user with an output of its calculations. Therefore, access to the Grid Net will not only allow Sicilian Universities and Research Agencies to better collaborate (on topics of fundamental and applied search) with the rest of the world, it will also see smaller and middle sized enterprises become more commercially competitive. Taken from: http://www.infn.it/indexen.php 97 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA MEDICINE 9 No more deaf and dumb children (1) (1) The term “deaf and dumb” is a relic from the medieval era. This word was used perhaps for the first time by Aristotle, the Greek philosopher, who thought that deaf people were incapable of being taught, of learning and developing cognitive abilities. The progress during the past century, or so, and particularly during the past few years, has unequivocally shown that this was not the case! (see, eg. http://www.nad.org/site/pp.asp?c=foINKQMBF&b=103786 ) Early identification and intervention for hearing loss in newborns and children is the main focus of a meeting organized in Milan on February 25 by the Institute of Biomedical Engineering of the National Research Council (CNR) in cooperation with the Italian Interdistrict Working Group on Deafness and the Lions Club International Italy (Gruppo di Lavoro Interdistrettuale (GLI), MD 108). ”Ten seconds, only, can be enough to test the hearing of a neonate, a few days after birth. This is also the result of the research activities, over the past decade, in science and clinical practice, of the group of the Institute of Biomedical Engineering (Istituto di Ingegneria Biomedica – ISIB).” states Dr. Grandori, director of ISIB (www.isib.cnr.it) and president of ARSI (www.aris-onlus.org). Newborn hearing screening, followed by early diagnosis and intervention a few months after birth are becoming critical issues for health care systems all over the world. Thanks to modern technology an audiological assessment can be completed before the newborn is four months old, allowing the appropriate intervention to take place (hearing aid fitting, family support, speech therapy and the use of technologies, like tactile device ,to increase the communication skills,) by six months of age. Permanent hearing losses at birth occurs in 1 to 3 out of 1000 newborns, depending on the definition of “hearing loss” and different genetic characteristics. In the absence of a newborn hearing screening program, diagnosis is typically achieved at 24 to 30 months, too late rectify problems in the child’s developing auditory and nervous system. “Auditory deprivation at this time of development is known to damage speech and language skills, cause delay in cognition and learning and negatively impact the child’s emotional state.” adds Ferdi Grandori. The effects of congenital, or perinatal, hearing loss can be greatly decreased if the babies are subject to early detection and intervention program as early as possible. Such integrated programs are becoming the norm and have helped create a new standard of care in an increasing number of countries. In the USA the percentage of the babies who are screened at birth skyrocketed to about 94% in a few years. Programs are run in most European countries and also in the Pacific area, namely Australia, where a number of excellent programs have been established in recent years thanks to revolutionary technological progress. Italy, much like Germany and Spain, is divided into “regions” each with an independent health care legislation and budget. This delays progress in establishing an integrated network of first, second and third level centres. Grandori says: “In a way, a new birth defect was discovered a few years ago but fortunately in concurrence with progress in diagnosis. Increasingly intelligent devices like the remarkable improvement of the digital hearing aids and cochlear implants coupled with early intervention are practical solutions to cope with its effects”. With a much wider perspective, a world Conference (www.nhs2006.polimi.it) will be held in Italy, from May 31 until June 3, as the result of coordinated efforts by international and national institutions, research laboratories, clinical centres, projects, consortia, governmental agencies and individuals, such as Polytechnic of Milan, Institute of Biomedical Engineering of the Italian National Research Council, Children's Hospital, Denver (Colorado), Lions Club International Italy – Interdistrict Working Group on Deafness (GLI, Italian Working Group) MD 108 Italia, ARSI-ONLUS, Center for Disease Control (NCBDDD - National Center on Birth Defects and Developmental Disabilities), the local Government of the Province of Como, and the Regione Lombardia (Rete Udito – Network on Hearing). List of Australian contributors to NHS 2006 Sydney Cochlear Implant Centre, Sydney National Acoustic Laboratories, Chatswood Aussie Deaf Kids and The Centre for Online Health, Mosman Australian Hearing, Box Hill Children, Youth and Women\'s Health Service, Adelaide Healthy Hearing Program, Queensland Health, Brisbane Hear and Say Centre, Brisbane Macquarie University, North Ryde New South Wales Department of Health, Sydney PrincessPrincess Margaret Hospital for children, Perth Royal Children\'s Hospital, Parkville South Eastern Sydney Illawarra Area Health Service, Sydney The University of Melbourne 98 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA University of Queensland, Brisbane Further information: Dr Ferdinando Grandori, Director, Institute of Biomedical Engineering, CNR National Research Council [email protected]. 9 DNA damage: identified a new mechanism of action of anticancer drugs. The cellular response to DNA damage is important for determining the toxicity and efficacy of current cancer therapies, most of which target the DNA. The results published on Cancer Research by Dr. Alessandra Montecucco and co-workers at the Isitituto di Genetica Molecolare of Pavia, improve knowledge on the mechanisms of action of anticancer drugs. The team has investigated the cellular response to etoposide, an anticancer drug that poisons the DNA topoisomerase II enzyme. They found that this drug affects the organization of the replication factories, that is the sub-nuclear compartments where DNA replication takes place. Particular mechanisms devoted to cell cycle surveillance called ‘checkpoints’ are activated by the drug causing the replication factories that block cell proliferation to disappear. The results of this research also show new effects of etoposide on tumor cells. Moreover, from this analysis a cell-based assay, which offers new tools in screening novel anticancer drugs, has been developed Further information: Dr. Alessandra Montecucco ([email protected]) CNR, Istituto di Genetica Molecolare, http://www.igm.cnr.it 9 A study of CNR identifies the essential role of the SF2 protein in cell motility, a cell feature important during tumour progression. This finding identifies a new target for novel anti-tumour drugs. Collaboration between the Institute of Molecular Genetics of CNR in Pavia and the University of Massachusetts opens new perspectives for the diagnosis and cure of tumors. This study, published in one of the last issues of the prestigious American scientific journal ‘Molecular Cells’, investigates the relevance of splicing in breast and colon cancers. It is well-known that the genetic information stored in the DNA molecule is transcribed in messenger RNA (mRNA) that are then translated into proteins. Human genes are composed of protein coding regions (called exons) interspersed with non-coding sequences (called introns). Intronic sequences are removed form the RNA through a complex reaction called splicing, that is cutting and rejoining of the RNA molecule. A significant fraction of human genes (approximately 70%) undergo alternative splicing events depending on whether or not a certain sequence is recognized as exon by the splicing apparatus. As a consequence of alternative gene splicing, more than a single mRNA can be produced and thus encode more than a protein. In some cases a gene can encode more than 1000 different proteins. Alternative splicing, therefore, can be viewed as a potent mechanism to control and modulate genetic information. However, procedural defects can have devastating effects on cell metabolism and on the organism. In fact defects of alternative splicing occur in cancer cells. The research group coordinated by Dr. Giuseppe Biamonti at the Institute of Molecular Genetics of CNR in Pavia has investigated the alternative splicing of the Ron proto-oncogene. Ron is a protein that, upon activation by external stimuli, triggers cell motility, a property important in several physiological processes (i.e. response to infections, wound healing and development) but very dangerous when displayed by cancer cells. Indeed cell motility in the case of cancer cells is associated with the production of metastasis. Alternative splicing of the Ron transcripts induces the production of a variant protein called DELTA Ron. This study starts from the observation that alternative DELTA Ron is expressed in 75% of breast cancers. The scientists have identified SF2 as the protein that controls splicing of the Ron transcript: high levels of SF2 induce the production of DELTA Ron, affect cell morphology, and induce cell migration. This is the first time that a splicing factor (i.e. SF2, has been involved in cell motility. This research sheds light on new perspectives in the study of tumour progression and highlights a role for alternative splicing in this event. Intriguingly, alternative splicing may be deregulated in response to external stimuli or in response to stressing conditions, such as those experienced by the cells of the primary tumour. It is interesting to note that technology to control alternative splicing, at least for experimental systems with cultured cells, is already available. This technology entails the usage of small RNA molecules that specifically target the RNA of interest. This offers new and promising perspectives for the search of anti-tumour drugs. Further information: Dr. Giuseppe Biamonti, Istituto di genetica molecolare Igm - Cnr Pavia e-mail: [email protected] 99 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA ENVIRONMENT AND EARTH SCIENCES 9 From observations to simulations: the modelling strategy in climate science "From Observations to Simulations. A Conceptual Introduction to Weather and Climate Modelling" is a new book by Antonello Pasini (CNR - Institute of Atmospheric Pollution, Rome) recently published by World Scientific Publishers, Singapore. In his book, Pasini takes us on a fascinating journey through the methods employed for the scientific analysis of complex atmospheric and earth systems: from meteorology and climatology as observational sciences, to the development of models and the use of computers as "virtual laboratories". Avoiding technicalities, yet highlighting conceptually meaningful aspects, Pasini describes a so-called "Copernican revolution" in meteorology and climatology; a change in the methodological paradigm that rigorously challenges the definition of classical concepts, such as causality and prediction. While this book is written for the general public, it in turn provides a foundation for specialist thought and study in meteorology/ climatology. He really is able to change our outlook on nature through descriptions of his applicative research on such complex systems. In fact, Pasini combines actual applicative results (shown through simulative models) with a more philosophical and epistemological meditation on complexity sciences (with an extensive treatment of deterministic chaos). More information about the book can be found at: http://www.worldscibooks.com/environsci/5930.html. From this website the reader can freely download preface, table of contents and the first introductory chapter. Contact: Antonello Pasini [email protected] 9 Salt intrusion monitoring in the Venice lagoon with time variant geo-electrical tomography A research project launched by the CORILA (Consortium for Coordination of Research Activities concerning the Venice Lagoon System), the Institute for Environmental Processes (CNR-IDPA, Milan) and the National Research Council of Italy will involve a study of the physical variants of salt intrusion found in a special test area in a southern Venice lagoon near Chioggia. Importantly the study and increased understanding of the ground water flux in the lagoon system will help preserve this area from salinity and protect the flourishing agricultural activity. Public Italian institutions (CNR-ISMAR, Venice Province, AdigeBacchiglione Reclamation Consortium) and the French National Council of Research and Science (CEREGE Institute, Aix en Provence) are also collaborative partners to this project. The variants of the salt-water intrusion are monitored using special instruments that were developed specifically for the test area. The tests measure the geo-electrical tomographies at the subsurface (bidimensional sections of resistivity 300 m long and up to 70 m deep) on an hourly, daily and seasonal basis. The geo-electrical tomographies are also acquired with different spatial resolutions that monitor the top (about 2.5 m) and the bottom (about 35 m) of the salt intrusion and it’s lateral extension. The tests began in early November 2005 and will last for approximately one year. The Geo-electrotomography monitoring is integrated with other geologic, geo-chemical and isotopic data and with water electrical conductivity and geo-chemical measurements. Further information: Roberto de Franco and Giancarlo Biella, Istituto per la dinamica dei Processi Ambientali – CNR, [email protected] 100 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA SPACE 9 Italian Software Improves Data Transfer from Mars Scientific observation data from Mars now arrives more rapidly to laboratories on Earth thanks to CNR, the Italian National Research Council. Researchers from the CNR Institute for Cognitive Science and Technology (http://mexar.istc.cnr.it), have developed software that improves the transmission of scientific observations found by the European Mars Express probe. The probe has been orbiting the Red Planet since 2004, gathering a wealth of scientific data, including the spectacular images recently released publicly. The software, called Mexar2, integrates Artificial Intelligence problem solving methods and Human-Computer Interaction techniques. Mexar2 has a dual function; it minimizes data loss from transmissions to Earth and, in the long term, improves the scientific activity of the space probe. According to Ehrard Rabenau, member of the Mars Express Flight Control Team at ESA, the use of Mexar2 optimizes the quality of data transmission, reduces the time needed to make decisions by 50% and avoids so-called "overloading". Further information: Dr. Amedeo Cesta (Institute for Cognitive Science and Technology-CNR) http://pst.istc.cnr.it/, [email protected] 9 First spectral measurement of the Earth's radiation emission to space The long-wave radiation emitted from Earth to space was measured for the first time over the full relevant spectral range, from mid to far IR spectral region (wavelength from 7 to 100 micron.) The test involves a Fourier transform spectrometer or a REFIR-PAD (Radiation Explorer in the Far InfraRed - Prototype for Applications and Development), special technology developed at the Istituto di Fisica Applicata "Nello Carrara" of the Italian National Research Council (http://refir.ifac.cnr.it/index-en.html). The measurements were taken aboard a stratospheric balloon gondola of the Laboratoire de Physique Moleculaire pour l'Atmosphèere et l'Astrophysique (http://www.lpma.jussieu.fr/) during the Equatorial Large Balloons Campaign managed by the French Space Agency (Centre National d'Etudes Spatiales-CNES, http://ballons.cnes.fr:8180/ballon gb.htm) in Brazil in 2005.. The instrument was launched from the CNES base of Timon, near the city of Teresina, on June 30th, 2005 at 3:36 local time and landed 10 hours later at 270 km south-west. The flight reached the mean floating altitude of 34 km for about 8 h. In this condition the measurement was not disturbed by air and can be considered equivalent to a space-borne observation. REFIR-PAD is a simple instrument, which has demonstrated in this flight, the technical feasibility of performing wide-band spectral measurement in space operations. A space-borne version of this instrument would supply a global estimation of the missing spectral information in the far IR portion of the atmospheric emission. While, such a measurement of planetary proportions does not exist, this technology shows that it is not impossible. The identification and characterisation of the atmospheric properties which modulate radiation emissions in this spectral region are also mandatory tasks for global climate change estimations. Further information: Dr. Luca Palchetti, CNR Istituto di Fisica Applicata "Nello Carrara" e_mail [email protected] 101 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA 102 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA PROGRAMMA DELLE CONFERENZE IN AUSTRALASIA NEL 2006 May 9 – 11 2006, ENVIRO 06 Congress Exhibition & Conference , Melbourne Exhibition and Convention Centre. Contact: Quitz Pty Ltd, PO Box 632, Willoughby NSW 2068 Australia. Telephone +61 (0)2 9410 1302, Fax +61 (0)2 9410 0036. Email [email protected], web: http://www.enviroaust.net/e6/ June 18 - 21 2006, ISCB 2006 World Conference, Grand Hyatt Hotel Melbourne, Australia. Contact: Kathy Griffiths, +61 3 9925 5940 email: [email protected] , web: http://www.icsb2006.org June 21 – 25, 2006, 13th International Congress on Oral Pathology and Medicine, Hilton Hotel, Brisbane, Australia. Contact: Secretariat, c/- ICMS Pty Ltd, 82 Merivale Street, South Bank, Queensland 4101, Australia. Tel: +61 7 3844 1138, Fax: +61 7 3844 0909, email: [email protected], web: http://www.icms.com.au/iaop2006. June 24 - 29 2006, Zonta International Convention 2006, The 58th International Convention "International Understanding, Justice & Peace", Melbourne Exhibition and Convention Centre, Melbourne, Australia. Contact: c/ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street, Southbank, Victoria 3006, Australia, Telephone: +61 3 9682 0244 , Facsimile: +61 3 9682 0288, web: http://www.zonta2006.com June 26th -27th 2006, Australian Energy & Utility Summit 2006, The future of Australia’s energy and utility industry, Sydney Convention & Exhibition Centre. Contact Anthony Sprange on Tel +61 (0)2 9922 5609 or email [email protected], web: http://www.acevents.com.au/energy2006/ July 2-6, 2006, The 19th Biennial Meeting of the International Society for the Study of Behavioural Development (ISSBD), Carlton Crest Hotel, Melbourne. Contact: c/o The Meeting Planners 91 - 97 Islington Street Collingwood, Victoria, Australia, 3066 Tel: +61 3 9417 0888, [email protected], web: http://www.issbd2006.com.au/ Fax: +61 3 9417 0899, email: July 2-7, 2006, Australian Earth Sciences Convention 2006, Melbourne Convention and Exhibition Centre, VIC. Contact: c/o The Meeting Planners 91 - 97 Islington Street Collingwood, Victoria, Australia, 3066 Tel: +61 3 9417 0888, Fax: +61 3 9417 0899, email: [email protected] , web: http://www.earth2006.org.au July 8 – 11, 2006, 15th Biennial International Conference on Infant Studies, Brisbane Convention and Exhibition Centre, Brisbane, Australia, Contact: Secretariat: c/- ICMS Pty Ltd, 82 Merivale Street, South Bank, Queensland 4101, Australia, Tel +61 7 3844 1138 , Fax: +61 7 3844 0909, email: [email protected], web: http://www.icms.com.au/icis2006 July 23-28, 2006, 14th Congress of the World Federation of Occupational Therapists, Sydney NSW. Contact: c/o The Meeting Planners 91 - 97 Islington Street Collingwood, Victoria, Australia, 3066 Tel: +61 3 9417 0888, Fax: +61 3 9417 0899, web: http://www.wfot.org/wfot2006/contact.cfm July 24 – 27, 2006, International Planetarium Society Conference, Crown Promenade Hotel, Melbourne, Australia. Contact: Secretariat: c/- ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street, Southbank, Victoria 3006, Australia. Tel: +61 3 9682 0244, Fax: +61 3 9682 0288, email: [email protected], web: http://www.ips2006.com/ August 6 – 10, 2006, 11th International Congress of Human Genetics, Brisbane Convention & Exhibition Centre, Brisbane, Australia, Contact: Secretariat: c/- ICMS Pty Ltd, 82 Merivale Street, South Bank, Queensland 4101, Australia. Tel: +61 7 3844 1138 , Fax: +61 7 3844 0909, email: [email protected], web: http://www.icms.com.au/ichg2006. August 27 - 31 2006, 13th International Meeting on Hepatitis C Virus & Related Viruses. Cairns Convention Centre, Cairns, Australia. Contact: c/- ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street, Southbank, Victoria 3006, Australia, Telephone: +61 3 9682 0244 , Facsimile: +61 3 9682 0288. web: Homepage: http://www.icms.com.au/hepatitis2006 August 30, September 2, 2006, XII World Congress of the International Federation for the surgery of obesity, Sydney, NSW. Contact: c/o The Meeting Planners 91 - 97 Islington Street Collingwood, Victoria, Australia, 3066 Tel: +61 3 9417 0888, Fax: +61 3 9417 0899, email: [email protected], http://www.ifso2006.com.au September 10 – 14, 2006, 17th International Association for Child and Adolescent Psychiatry and Allied Professions Congress 2006, Melbourne Convention Centre, Melbourne, Australia. Contact: Secretariat: c/- ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street, Southbank, Victoria 3006, Australia. Tel: +61 3 9682 0244 , Fax +61 3 9682 0288, email: [email protected], web: http://www.iacapap2006.com/. 103 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA September 10 – 14, 2006, ISBRA 2006 World Congress on Alcohol - From Science to Treatment, The Wentworth Sydney, Sydney, Australia. Contact: Secretariat: c/- ICMS Pty Ltd, 3rd Floor, 379 Kent Street, Sydney, NSW 2000, Australia. Tel: +61 2 9290 3366 , Fax +61 2 9290 2444, email: [email protected], web: http://www.isbra2006.com/ October 18 - 22 2006, 10th International Criminal Law Congress, Burswood International Resort Casino, Perth, Australia . Contact: c/- ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street, Southbank, Victoria 3006, Australia. Telephone: +61 3 9682 0244, Facsimile: +61 3 9682 0288, web: http://www.icms.com.au/crimlaw December 10 - 13 2006, Vth World Congress of the International Academy of Cosmetic Dermatology, Melbourne Convention Centre, Melbourne, Australia. Contact: Telephone: +61 3 9682 0244 , Facsimile: +61 3 9682 0288, c/- ICMS Pty Ltd, 84 Queensbridge Street, Southbank, Victoria 3006, Australia, web: http://www.iacd2006.com 104 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA PRINCIPALI SITI WEB Siti d’interesse scientifico Anglo-Australian Observatory AusIndustry Australian Antarctic Division www.aao.gov.au/ www.ausindustry.gov.au\ www.antdiv.gov.au Australian Institute of Marine Science (AIMS) www.aims.gov.au Australian Nuclear Science and Technology Organisation (ANSTO) www.ansto.gov.au/ Australian Academic and Research Network www.aarnet.edu.au/ Australian Research Council Bureau of Meteorology CSIRO Cooperative Research Centres Defence Science and Technology Organisation (DSTO) Department of Industry, Tourism and Resources www.arc.gov.au/ www.bom.gov.au/ www.csiro.au/ www.crc.gov.au www.dsto.defence.gov.au/ www.industry.gov.au/ Department of Agriculture, Fisheries and Forestry – Australia www.affa.gov.au/ Department of Education Science and Training (DEST) www.dest.gov.au Environment Australia www.ea.gov.au EPA New South Wales www.epa.nsw.gov.au EPA Queensland www.epa.qld.gov.au EPA Western Australia www.epa.wa.gov.au EPA South Australia www.epa.sa.gov.au EPA Northern Territory www.epa.nt.gov.au 105 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Aprile 2006 CANBERRA www.epa.vic.gov.au EPA Victoria www.feast.org Feast (Forum for European-Australian Science and Technology cooperation) www.ga.gov.au/ Geoscience Australia www.gbrmpa.gov.au/ Great Barrier Reef Marine Park Authority (GBRMPA) IPAustralia www.ipaustralia.gov.au/ www.lwa.gov.au/ www.ephc.gov.au/ Land and Water Australia National Environment Protection Council National Health and Medical Research Council (NHMRC) www.health.gov.au/nhmrc/ www.nsc.gov.au/ National Standards Commission Informazioni generali sull’Australia Australian Bureau of Statistics Australian Federal Government Entry Point Australian Universities www.abs.gov.au www.fed.gov.au www.avcc.edu.au Principali fonti d’informazione australiane Australian Financial Review Sydney Morning Herald The Age The Australian Australian Broadcasting Corporation, Science Programs www.afr.com.au www.smh.com.au www.theage.com.au www.theaustralian.com.au www.abc.net.au/science 106
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