Ambasciata d`Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia

Transcript

Ambasciata d`Italia Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
CANBERRA
Bollettino della Comunità
Scientifica in Australasia
Settembre 2001
Ufficio dell’Addetto Scientifico
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
I
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Presentazione
Cari lettori,
è con vero piacere che porgo il mio cordiale e caloroso saluto a tutti voi.
Questa terza edizione del Bollettino della Comunità Scientifica in
Australasia rappresenta la continuità di quell’attività di cooperazione
scientifica e tecnologica fra due Paesi che, come a tutti noto, condividono
obiettivi e strategie di sviluppo.
La rivista, diventata definitivamente periodica, con cadenza trimestrale,
mira ad aggiornare ricercatori e scienziati italiani sulle evoluzioni della
scienza e della tecnologia in Australia, stimolandoli alla cooperazione con
questo Paese scientificamente all’avanguardia nella ricerca scientifica e
tecnologica.
È nostra convinzione sostenere questa iniziativa perchè riteniamo che la
scienza sia essenzialmente un sistema aperto, sovranazionale e che
progredisce attraverso l’interazione, la collaborazione e la competizione su
scala mondiale.
Il “sistema della cooperazione scientifica e tecnologica” che questa
Ambasciata intende realizzare si basa su una serie di iniziative sinergiche tra
loro e considerate assi portanti dell’attività di cooperazione: oltre alla
redazione di questo Bollettino e la promozione dell’Associazione degli
scienziati e ricercatori italiani e di origine italiana presenti in Oceania, è in
corso di preparazione la Mostra Convegno Italo Australiana
sull’innovazione tecnologica che si svolgerà nel marzo 2002 a Melbourne.
In particolare, quest’ultimo evento rappresenta il punto focale della
cooperazione, ove i risultati di ricerca diventano essenziali nella creazione
II
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
di quelle innovazioni tecnologiche necessarie ad assicurare alle industrie dei
nostri due Paesi una maggiore competitività nello scenario internazionale.
Nel concludere vorrei rivolgere un particolare ringraziamento a tutti i
ricercatori e scienziati italiani e di origine italiana che, operando in questa
terra meravigliosa, con il loro significativo impegno stanno rendendo più
incisiva l’attività di cooperazione tra l’Australia e l’Italia.
Dino Volpicelli
Ambasciatore D’Italia
III
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Introduzione
Elemento determinante dell’innovazione di un Paese è la presenza sul
territorio nazionale di università, centri di ricerca ed imprese “high-tech”,
scientificamente all’avanguardia ed inseriti in una rete internazionale.
L’innovazione di processo e di prodotto ha modo di svilupparsi attraverso
una presenza significativa di Nuove Imprese Tecnologiche (New
Technology-based firm) ovvero di nuove imprese autonome che basano la
loro attività sullo sfruttamento di un’invenzione o di un’innovazione
tecnologica (ref. Arthur D. Little Group). La definizione di imprese “hightech” è ancorata a quella di Butchart (1987), che si riferisce ad aziende che
hanno un rapporto tra investimenti in R&S e fatturato più alto della media, o
che impiegano un numero proporzionale più elevato di ricercatori e
ingegneri qualificati.
Negli Stati Uniti, in questo settore considerato spesso un Paese da imitare,
vi sono numerosi esempi di Nuove Imprese Tecnologiche (NIT) che hanno
conseguito tassi di crescita straordinari nell’occupazione, nelle vendite,
nell’esportazioni e nella capitalizzazione. Negli USA, inoltre, le aree
geografiche in cui le NIT hanno una certa rilevanza (fra i quali la zona
“Route 128” vicino a Boston e la “Silicon Valley” in California) hanno
mostrato un gran proliferare di nuove imprese, spesso nate grazie ai risultati
di ricerca di giovani studenti (spin-off), e alti tassi di nuova occupazione nel
settore terziario. Determinante è quindi il ruolo delle NIT nel “Sistema
dell’Innovazione” costituito da università, centri di ricerca ed industrie,
poiché, esse rappresentano il “mercato” dei risultati di ricerca definendo le
specifiche del prodotto innovativo ed indicando lo skill professionale al
momento necessario. Le NIT implementano le tecnologie del futuro ed è
dimostrato che la qualità dei posti di lavoro offerti è notevolmente migliore
di quella delle attività tradizionali.
IV
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
L’Italia e l’Australia hanno posto nelle loro strategie di Governo una
particolare attenzione all’innovazione scientifica e tecnologica. I due
Programmi nazionali, “il Piano Nazionale Ricerca” e “l’Innovation Action
Plan”, hanno definito per i prossimi anni una spesa pubblica aggiuntiva per
la ricerca che tenderà a sviluppare la propensione alla commercializzazione
dei risultati di ricerca.
In Italia, i principali strumenti utilizzati per sviluppare l’innovazione sono le
leggi nazionali e regionali incentivanti le imprese alla spesa in R&S e che
trovano nei “distretti industriali”, costituiti da un numero rilevante di NIT,
l’ambiente più favorevole. In Australia la situazione è pressocchè simile,
strumenti incentivanti l’innovazione sono: il programma “Cooperative
Research Centre” del Governo Federale, l’esenzione contributiva pari al
175% della spesa sostenuta in R&S, il venture capital (recentemente ad un
boom storico) e le numerose leggi predisposte dai singoli Stati che trovano
nelle aree industriali allocate in prossimità dei grandi centri urbani
l’ambiente più idoneo.
È in questo contesto di comune interesse che nasce la Mostra Convegno
Italo-Australiana sull’Innovazione Tecnologica promossa da questa
Ambasciata e sostenuta da numerosi Enti Australiani e Italiani. L’iniziativa,
programmata a Melbourne per il prossimo marzo, mira a favorire la
cooperazione scientifica e tecnologica fra i principali protagonisti
dell’innovazione stimolando il trasferimento tecnologico dal mondo della
ricerca alle NIT.
Tale evento rappresenta una pietra miliare nella cooperazione scientifica e
tecnologica fra i due Paesi in quanto presenterà lo stato della ricerca in Italia
ed Australia in campo scientifico e tecnologico, fornirà un’analisi delle
V
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
collaborazioni esistenti fra università ed istituti di ricerca e promuoverà
nuove attività di collaborazione sulla base dell’interesse dei gruppi di
ricerca e dei singoli ricercatori ed imprenditori.
Nicola Sasanelli
Addetto Scientifico
VI
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
VII
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Bollettino della Comunita’
Scientifica in Australasia
Settembre 2001
Direttore responsabile:
ing. Nicola Sasanelli
Responsabile e coordinamento editoriale:
dott.ssa Alessandra Iero
Comitato di Redazione:
dott.ssa Annamaria Arabia
dott.ssa Paola Bernard
dott.ssa Daniela Rubatto
dott. Massimiliano Tani
VIII
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Ambasciata d’Italia in Canberra
Ufficio dell’Addetto Scientifico
Comitato di Redazione
12 Grey Street
DEAKIN ACT 2600
Tel. (0061) (2) 6273 3333
Fax (0061) (2) 6273 2406
http://www.ambitalia.org.au
[email protected]
Il Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia si basa sul libero apporto dei ricercatori. Per
tale motivo gli autori se ne assumono interamente la responsabilità.
The Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia is based on the free contribution of
researchers. For this reason, the authors take on full responsibilities.
IX
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Sommario
Complessi dei metalli di transizione per applicazione nella chimica verde,
nelle biotecnologie e nella nanotecnologia
pag.1
dott. Leone Spiccia
Telemedicina in Australia
pag.9
prof. Marcello Costa
Produzione, recupero ed uso di arterie costruite in vivo
da cellule staminali adulte
pag.13
dott. Piero Giorgi
Gli inquinanti organici persistenti in Australia:
il Trattato di Stoccolma e alcuni siti contaminati
pag.21
dott.ssa Alessandra Iero
Ricerche sul cuore artificiale
pag.31
dott.ssa Paola Bernard
Processi geologici a velocità straordinaria
pag.37
dott.ssa Daniela Rubatto
dott. Jörg Hermann
Attivita di calibrazione e validazione del satellite
EO-1 in Australia
Dott. Vittorio E. Brando
X
pag.39
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
L’influenza dei navigatori di lingua italiana
sulla storiografia australiana
pag.43
Amedeo Sala
Il Protocollo di Kyoto: la commercializzazione
delle quote di emissione
pag.49
dott. Massimiliano Tani
Lintek e la “Vacuum Metalliser Technology”: Un’innovazione
nella produzione di circuiti stampati
per l’industria elettronica
pag.55
Aurelio E. Frammartino
“An Agenda for the Knowledge Nation”:
Il programma pre-elettorale dei Laburisti per incentivare
l’istruzione e la ricerca
pag.63
ing. Nicola Sasanelli
Viaggio nel mondo accademico e della ricerca del territorio
dell’Australasia:
CSIRO e CSIRO Land and Water
pag.71
Ente di Ricerca Scientifica e Industriale del Commonwealth Australiano
CSIRO and CSIRO Land and Water
Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization
dott.ssa Alessandra Iero
XI
pag.76
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Notizie flash dal mondo delle riviste tecnico-scientifiche Australiane
ü Attualità
pag.89
•
Nuovo sito web
•
Alleanza contro il cancro
•
Nuovo anestetico locale
•
Il “Gene Technology Act” entra in vigore
•
Boom nel venture capital
•
Nuovo Centro per lo studio del fenotipo
•
Un nuovo centro di ingegneria marittima
•
Un generatore a vento per la stazione antartica di Mawson
ü Ricerca, Sviluppo e Innovazione
pag.93
•
Spedizione NASA in Western Australia
•
BioProspect si espande nel settore della tecnologia medica
•
Novità sul fronte della clonazione di animali
•
Nuovo centro per lo studio dei fotoni
•
Nuovo centro per la nanotecnologie
•
Nipah virus
ü Nuove Tecnologie e nuovi Materiali
•
Spinta verso l'utilizzo dell'energia solare
•
Un sensore australiano ha individuato l’eruzione
dell’Etna da satellite
•
Primo nano-prodotto australiano entra in commercio
•
Nuova tecnica di immunizzazione genetica
•
Nuove tecnologie per l’analisi del DNA
•
Una nuova tecnica per prevedere la durata della gomma
XII
pag.97
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
ü Information Technology
pag.101
•
Nuovo brevetto nel campo delle telecomunicazioni a banda larga
•
Scelti i progetti relativi alla reti a banda larga
•
Nuovo centro per l’Information and
Communication Technologies
ü Sanità
pag.103
•
Nuovo farmaco anticancerogeno
•
Nuovo centro per la lotta contro il cancro
•
Nuovo farmaco anti cancro alla prostata
•
Olio di pesce
•
Sudi sul virus “fever dengue”
•
Novità sulle cellule staminali
•
Progressi in angiogenesi
•
Scoperto come agisce il virus del Ross river
ü Ambiente
pag.107
•
Biologi marini studiano lo sbiancamento dei coralli
•
Nuovi sviluppi nella tecnologia per ridurre il livello di salinità
•
“Atlante” delle risorse naturali
•
Diminuzione di pioggia in Western Australia
•
Creazione di un erbario virtuale
•
Studi Ambientali nei mari del Timor ed Arafura
ü Spazio
pag.111
•
Nuovo centro di difesa aerospaziale
•
Luce verde per la base spaziale delle Christmas Island
XIII
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
•
Conferma della teori della relatività
•
Stazione di osservazione dello spazio
•
Nuovo spettrografo per il progetto Gemini
Programma delle Conferenze scientifiche in Australasia
per il 2001-2002
pag.115
Principali siti Web
pag.123
XIV
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
XV
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
“Con le terre unite alla massa centrale sotto il nome comune di Australasia, dalla Nuova
Guinea alla Nuova Zelanda, la superficie emersa in questa parte dell’Oceano Pacifico e’ di
pochissimo inferiore a quella dell’Europa”
Il geografo Elisee Reclus, Parigi 1889
XVI
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Complessi dei metalli di transizione per applicazione nella
chimica verde, nelle biotecnologie e nella nanotecnologia
Leone Spiccia
Un campo di ricerca di grande interesse internazionale riguarda lo sviluppo
dei complessi metallici di transizione per le applicazioni mediche,
scientifiche e ingegneristiche. Questi composti consistono di uno o più
metalli a cui sono coordinati uno o più leganti. I leganti possono essere delle
molecole semplici (come il cloruro o l’ammoniaca) o complesse costituite
da impalcature organiche che sostengono gli atomi che si legano a centri
metallici di varia natura. Con il sussidio dei programmi di modelli
molecolari e l'uso della chimica organica si possono progettare nuovi leganti
in grado di formare complessi con proprietà tali da realizzare l'applicazione
voluta.
Il nostro gruppo, che ha sede nella Scuola di Chimica della Monash
University, è in grado di effettuare studi dettagliati sui complessi dei metalli
di transizione per l’applicazione degli stessi nei più svariati campi, quali:
•
complessi per uso nella separazione delle proteine e complessi mimetici
che riproducono l’attivitá di diverse famiglie di metallo-enzimi (in
collaborazione con il Professor Milton Hearn – biochimica);
•
processi “verdi” per l’estrazione dei minerali e il trasporto e deposito
dei minerali nelle condizioni geochimiche e nei sistemi acquatici (in
collaborazione con Dr ‘Bear’ McPhail – geologia);
• complessi metallici come catalizzatori nella chimica organica.
Lo scopo delle nostre ricerche è lo sviluppo di processi e tecnologie
chimiche che abbraccino i principi della chimica verde (processi
sostenibili), che permettano di preparare e analizzare piccole quantitá di
molecole (nanogrammi) e di controllare i cambiamenti strutturali e la
funzione delle stesse a livello nanometrico. La chimica verde e la
nanochimica (o nanotecnologia) sono due campi che attualmente attraggono
l'investimento scientifico e monetario di molti governi ed industrie. In
1
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
questo articolo presento un breve riassunto delle nostre ricerche in queste
aree tematiche.
Agenti mimetici biolotici - metalloenzime
Gli enzimi metallici sono composti macro-molecolari contenenti uno o piú
metalli che inducono trasformazioni chimiche naturalmente troppo lente per
mantenere una funzione biologica. Ad esempio, il sito catalitico della
citocromo ossidasi ha due metalli (Fe-Cu) legati alla proteina, che aiutano la
conversione dell’ossigeno nell’acqua utilizzando l’energia prodotta dalle
cellule ed ancora, la fosfolipasi C utilizza tre atomi di zinco per catalizzare
la dissociazione idrolitica del legame estere dei fosfolipidi.
Studi cristallografici recenti delle strutture metalloenzimatiche hanno
determinato un notevole interesse per le piccole molecole (complessi
metallici sintetici) che riproducono la struttura, le proprietà fisico-chimiche
e la reattivitá del sito catalitico di tanti metalloenzimi. Queste attività di
ricerca forniscono informazioni sul meccanismo di azione degli enzimi e
offrono l’opportunitá per sviluppare prodotti, preparati con processi chimici
di laboratorio, che potrebbero essere usati come farmaci, agenti catalitici e
sensori chimici.
Un metodo utilizzato da noi e dai gruppi che conducono ricerche in questo
campo, sfrutta la grande varietà di molecole organiche che coordinano i
metalli di transizione sostituendosi ai gruppi che legano i metalli alla
proteina. L’idea principale é che, nel grippaggio di queste molecole ai
metalli, sul metallo stesso restino uno o più siti mediante i quali può essere
fissato il substrato, che può reagire con un nucleofilo, se fissato al metallo
come nella proteina in esame. In particolare, il nostro gruppo utilizza
derivati di un piccolo legante macrociclico, 1,4,7-triazacyclononano (tacn,
fig. 1)1,2 per lo sviluppo degli agenti mimetici degli enzimi del rame e del
manganese che catalizzano l’ossidazione dei substrati organici o che
coinvolgono l’interconversione fra acqua, perossido e ossigeno (laccasi e
ossidasi dell’ascorbato con tre centri di Cu in prossimitá, fotosistema II con
2
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
CANBERRA
quattro centri di Mn in prossimitá) ed enzimi dello zinco che inducono
l’idrolisi degli esteri di fosfato (fosfolipasi C e P1 nucleasi che hanno tre
centri di zinco in prossimitá). Queste ricerche forniscono esempi di
nanomolecole che assomigliano ai siti di attività enzimatica (Fig. 2).
Abbiamo trovato dei complessi del rame che hanno ottime attivitá di
clivaggio degli esteri fosfati e per uno di essi la velocità di reazione è ai
limiti superiori della massima attività catalitica riportata nella letteratura
scientifica. Questi studi offrono l’opportunitá di sviluppare catalizzatori
eterogenei che inducono il clivaggio degli esteri di fosfato presenti in tante
molecole biologiche.3
Recentemente è stato sviluppato un metodo che utilizza l’informazione
strutturale del sito attivo dei metalloenzimi per identificare i gruppi che
partecipano alla funzione di controllo del processo enzimatico agendo come
leganti del metallo o utilizzando interazioni sopramolecolari. Queste
informazioni sono utilizzate nella progettazione dei peptido-mimetici
contenenti i gruppi essenziali per svolgere le funzioni enzimatiche.4 Nelle
nostre ricerche utilizziamo quindi, questa idea “mimica” per disegnare dei
mimetici nanomolecolari di metalloenzimi del rame che catalizzino
l'ossidazione dei vari substrati organici. Egualmente ci interessiamo delle
metallonucleasi artificiali che, come le proteine naturali, si legano a siti
specifici sul DNA trasportando così i centri metallici necessari per effettuare
la fenditura idrolitica selettiva del DNA. Applicazioni biologiche e
farmaceutiche di tali agenti di fenditura possono essere facilmente
immaginate.
N
N
NH N
N
N
H
N HN
N
H
OH
HN
NH N
N HN
N
H
N
H
NH
N
HN
N
N
H
HOOC
N
N
N
H
N
N
N
H
C OOH
NH
N
Tacn derivatives
N
H
[ Zn2( Me3tacn) 2(OH2)4(PO3OPh)]2
+
3
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Complessi per la Purificazione delle Proteine
L’Human Genome Project ci darà informazioni tali da permettere il disegno
di diversi tipi di molecole con attivitá biologica (per uso medico, analitico o
diagnostico). Ci sarà la necessità di mettere a punto le strategie ed i metodi
sintetici di purificazione per la separazione veloce ed efficiente di molti tipi
di molecole biologiche. Un metodo di purificazione che potrebbe soddisfare
molti dei bisogni biotecnologici è “l’Immobilised Metal Affinity
Chromatography” (IMAC).5 Con questo metodo, le molecole biologiche
sono separate mediante un complesso metallico immobilizzato su un
supporto cromatografico, un Immobilised Metal ion Chelate Complex
(IMCC). La reazione del supporto con un sale del metallo produce un
complesso metallico con molecole che possono essere facilmente sostituite
dai radicali liberi presenti sulla molecola biologica.
H2O
LM OH2 + :X
LM X
H2O
La forza dell'interazione, fra le molecole biologiche ed il complesso, varia e
dipende principalmente dai tipi di atomi leganti che sono situati sull'esterno
della molecola ma è anche influenzata dagli effetti sopramolecolari. La
separazione delle molecole, effettuata mediante cromatografia su colonna, in
alcuni casi usa un legante con una maggiore affinità specifica per il
complesso immobilizzato piuttosto che per la molecola biologica. Differenti
tipi di leganti sono stati usati in questa area di ricerca, l’iminodiacetate è un
tipo di legante attualmente usato a livello industriale.
Il nostro interesse si concentra essenzialmente nello sviluppo di famiglie di
leganti che permetteranno l’uso dell’IMAC con un’ampia gamma di metalli.
In collaborazione con il Professor Milton Hearn (Biochimica – Monash
University), queste richerche si occupano dei leganti macrociclici, leganti
4
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
che a tutt’oggi sono stati poco studiati. Parte di questo lavoro utilizza il
macrociclo, 1,4,7-triazacyclonone (tacn, usato nello sviluppo di agenti
mimetici biologici), che, legato a supporti cromatografici, permette di
separare molecole biologiche naturali da quelle ricombinanti.
Questo
legante ha caratteristiche superiori ad altri studiati fino ad oggi :
•
Tacn forma generalmente i complessi metallici molto stabili e questo
minimizza la lisciviazione del metallo dalle colonne durante
l’absorbimento o l'eluizione;
•
Poiché il tacn occupa soltanto tre siti di coordinazione sul metallo, due
o più siti saranno disponibili per legare la molecola biologica.
L'interpretazione dei nostri risultati è aiutata dal fatto che la disposizione
geometrica del tacn intorno al metallo è fissa, data la geometria rigida di
questo legante.
In uno dei nostri studi recenti abbiamo esaminato l’affinitá di colonne
cromatografiche costituite da complessi metallici del tacn (Cr3+, Mn2+, Co2+,
Ni2+, Cu2+ and Zn2+) verso tre proteine ben note: lisozima (estratto da uova
di pollo), il citocromo C (estratto dal miocardio di cavallo) e la mioglobina
(estratto dal muscolo scheletrico del cavallo).6 Grazie a questi studi,
abbiamo stabilito che la mioglobina si lega alla fase cromatografica con piú
forza del lisozima e del citocromo C perché l'esterno è più ricco di gruppi
istidinici che sono buoni leganti degli ioni metallici. Questi studi hanno
indicato che le interazioni coordinative legano le molecole biologiche al
complesso più dei legami idrogeno e degli effetti elettrostatici. Le variazioni
del pH e della forza ionica nell'affinità di queste proteine per la fase solida,
indicano che questi piccoli effetti servono a sintonizzare le forze delle
interazioni solido-adsorbenti. Stiamo inoltre usando, con risultati
interessanti, il sistema IMAC per separare le varie componenti proteiche del
siero umano. Un gruppo di proteine (albumina, transferrina, α2microglobulina e IgG) sono ben adsorbite dalle colonne e si possono
separare dal resto delle proteine presenti nel siero. Per esempio, l'albumina
può essere separata, dalle altre proteine adsorbite, usando una miscela di sali
5
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
di acetato e di cloruro. Attualmente stiamo adattando i nostri metodi
sperimentali per realizzare la separazione di particolari proteine preparate
mediante tecniche ricombinanti.
Processi verdi per l’estrazione del’oro
Il settore minerario dà un contributo vitale all'economia australiana
contribuendo per oltre 45 miliardi di dollari australiani agli introiti derivanti
dalle esportazioni. In questo, e in molti altri settori, vi è la necessità di
mettere a punto metodi di lavorazione che siano economicamente sostenibili
e che minimizzino l'impatto ambientale. Ultimamente il processo di
lavorazione industriale che richiede l'uso di cianuro per l’estrazione dell'oro
dai minerali è stato fortemente combattuto. In Europa ed in Nuova Guinea
si sono verificati degli inquinamenti da cianuro che hanno provocato la
morte di molti animali, mentre in alcune Nazioni l'uso del cianuro, per
l’estrazione dell'oro, é già proibito da tempo. In Australia le lavorazioni di
alcuni prodotti industriali hanno già determinato concentrazioni di cianuro
nelle acque reflue molto prossime alla soglia massima permessa per legge
(~50ppm). L’anno scorso nel NSW il partito dei verdi ha proposto
l’introduzione di una legge che impedisca l’uso del cianuro. Questi
avvenimenti hanno aumentato l'interesse per lo sviluppo dei processi di
lisciviazione dell'oro che non utilizzino il cianuro.
Un processo molto interessante per effettuare la lisciviazione dell'oro
utilizza una miscela di tiosolfato di rame e di ammoniaca. In questo
processo, un complesso ammoniacale del rame(II) effettua l'ossidazione
dell’oro che forma un complesso solubile di tiosolfato d’oro. Questo
complesso solubile puó essere separato dagli altri composti, presenti in
soluzione, mediante cromatografia su colonna. La riduzione elettrochimica è
il processo terminale per il recupero di oro metallico.7 Al momento, questo
processo è considerato economicamente valido solo per l’estrazione dei
minerali d’oro con un elevato contenuto di carbonio poiché, la perdita del
6
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
tiosolfato,
causata
dall’ossidazione
del
composto,
aumenta
significativamente il costo del processo.
Un progetto promosso dal Centro di Chimica Verde (Monash University)
sta mirando a sviluppare il nuovo processo di lisciviazione dell'oro al fine di
renderlo economicamente valido su una maggiore varietà di minerali. Nella
prima fase del nostro progetto, l’obiettivo è di ottenere le informazioni
fondamentali sulle reazioni chimiche che avvengono durante il processo
dell'estrazione, sui complessi di oro e di rame che sono presenti in soluzione
prima e dopo l’estrazione e sulle proprietà dei minerali (prima e dopo
l’estrazione dell’oro). Queste informazioni fondamentali ci permetteranno di
ottimizzare i termini dell'estrazione per tanti tipi di minerali dell'oro. Il
progetto è pluridisciplinare poichè unisce tecniche geologiche e tecniche
chimiche, quali metodi spettroscopici, microscopici e cristallografici.
Attualmente stiamo identificando le specie di rame presenti nelle soluzioni
che contengono cloruro,8,9 tiosolfato o ammoniaca, o una combinazione di
queste molecole. Stiamo prendendo in considerazione il cloruro poiché
l'acqua sotterranea, usata negli impianti di lavorazione locali, può contenere
alte concentrazioni di cloruro (in certi casi superiore a 4M). Questi studi
forniranno i dati termodinamici necessari per intraprendere gli studi con
modelli numerici che consentiranno di identificare le condizioni ottimali per
ogni tipo di minerale. È in progettazione uno studio sistematico che mira ad
identificare nuovi complessi metallici (che consistono di diversi tipi di
leganti e metalli) in grado di lisciviare l'oro efficacemente senza provocare
l’ossidazione del tiosolfato.
Rappresentazione dell’estrazione di
oro dal processo del tiosolfato.7
7
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Bibliografia
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Towards synthetic models for trinuclear copper active sites of ascorbate oxidase and
laccase: Self-assembly, crystal structure and magnetic properties of the copper(II)
complexes of tris(1,4,7-triazacyclonon-1-ylmethyl)benzene. L. Spiccia, B. Graham,
M. T. W. Hearn, G. Lazarev, B. Moubaraki, K. S. Murray and E. R. T. Tiekink, J.
Chem. Soc., Dalton Trans., 1997, 4089-4097.
Structural, spectroscopic and electrochemical studies of binuclear manganese(II)
complexes of bis(pentadentate) ligands derived from bis(1,4,7-triazacyclononane)
macrocycles. S. J. Brudenell, L. Spiccia, A. M. Bond, G. D Fallon, P. J. Mahon, D. C.
R. Hockless and E. R. T. Tiekink, Inorg. Chem., 2000, 39, 881 - 892.
Silica bound copper(II) triazacyclononane: a robust material for the heterogenous
hydrolysis of a phosphodiester. B. R. Bodsgard and J. N. Burstyn, Chem. Commun.,
2001, 647 – 648
Characterization of the Fundamental Protein Ligand Requirements of [4Fe-4S]2+/+
Clusters with Sixteen Amino Acid Maquettes. S. E. Mulholland, B. R. Gibney, F.
Rabanal, and P. L. Dutton, J. Am. Chem. Soc. 1998, 120, 10296 -10302.
Per esempio veda: Purification of proteins using polyhistidine tags. J. A. Bornhorst, J.
J. Falke, Methods Enzymol. 2000, 326, 245 – 254. Immobilised metal affinity
chromatography. J. Porath, Protein Expression Purif., 1992, 3, 263 – 281. Affinity
chromatography and metal chelate affinity chromatography. A. J. Fatiadi, CRC
Critical Reviews in Analytical Chemistry, 1987, 18, 1 – 37.
Protein selectivity with immobilised metal ion-tacn sorbents: Chromatographic studies
with model proteins and several other globular proteins. W. Jiang, B. Graham, L.
Spiccia and M. T. W. Hearn, Journal of Analytical Biochemistry, 1998, 255, 47-58.
Thiosulfate leaching of gold – A review. M. G. Aylmore and D. M. Muir, Mineral
Engineering, 2001, 14, 135 – 174.
Complexation of metal ions in brines: application of electronic spectroscopy in the
study of Cu(II)-LiCl-H2 O system between 25 and 90 °C. J. Brügger, D. C. McPhail, J.
Black and L. Spiccia, Geochimica Cosmochimica Acta, 2001, 65, 2691 – 2708.
A spectrophotometric study of aqueous copper(I) chloride complexes in LiCl solutions
between 100°C and 250°C. W. Liu, J. Brúgger, D. C. McPhail and L. Spiccia,
submitted to Cosmochimica et Geochimica Acta.
Dr Leone Spiccia
School of Chemistry
PO Box 23
Monash University,
Victoria, 3800, Australia
Email: [email protected],au
8
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Telemedicina in Australia
Marcello Costa
Telemedicina è un termine che indica l'esercizio di attività di natura
sanitaria a distanza. Naturalmente il concetto non è nuovo, ma negli ultimi
anni ha acquistato un significato più futuristico, coinvolgendo tecnologie
avanzate di comunicazione e d'informazione.
L'Australia ha avuto sempre forti motivi per sviluppare questa forma di
medicina a distanza. La distanza infatti è l'ostacolo tradizionale in questo
continente così poco popolato nel centro. Il servizio del "Flying Doctor" è
stato un primo approccio che ha permesso a popolazioni sparse nel vasto
territorio, di ricevere un servizio medico tempestivo. L'Australia è fra i
primi 4-5 paesi nello sviluppo della telemedicina.
Più di recente le tecnologie avanzate di comunicazione hanno permesso lo
sviluppo di un concetto più ampio di telemedicina. Innanzi tutto la
possibilità di consultazione visiva a distanza, cioè mediante teleconferenze.
Questo aspetto della telemedicina, sebbene non visto come particolarmente
futuristico, non va sottovalutato. Viene infatti usato da parecchi anni dalla
Facoltà di Medicina della Flinders University di Adelaide, per mantenere
contatti diretti con la sua Scuola di Medicina dipendente situata a Darwin
nel Territorio del Nord, a più di mille chilometri di distanza. Le riunioni dei
vari Comitati di Facoltà avvengono da anni in circuito telematico. Inoltre gli
studenti di medicina a Darwin possono partecipare all'insegnamento di
gruppo assieme agli studenti in Adelaide.
Uno dei ruoli più efficaci di questo metodo di comunicazione è quello di
permettere ai pazienti il contatto visivo con specialisti. Il fiume Murray, fra i
fiumi più lunghi del mondo, scorre per centinaia di chilometri nello stato del
Sud Australia prima di aprirsi in un complesso delta di lagune e infine nel
gelido e grandioso Oceano del Sud, a pochi chilometri da Adelaide. Lungo
le sue rive vi sono diversi piccoli centri abitati dove prosperano piccole
industrie di ortofrutticulture, molte delle quali di emigranti italiani.
9
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Un servizio del dipartimento di Psichiatria si occupa della salute mentale
degli abitanti di questa zona. La telemedicina permette ai pazienti di essere
seguiti di persona ogni settimana con incontri diretti con i loro specialisti. I
medici condotti del luogo sono coinvolti nella terapia di questi pazienti ed è
stato dimostrato che questo processo diminuisce notevolmente l'acutizzarsi
di difficili condizioni psicologiche. Questo ha ridotto sia il costo che la
scomodità di dover mandare pazienti a Adelaide o di far venire con urgenza
specialisti al "Riverland". Di fatto la Psichiatria è la disciplina medica che fa
maggior uso in Australia di tecniche di medicina a distanza.
Proprio perchè la Facoltà di Medicinà dell'Università di Flinders ha un
territorio di insegnamento e di cura così esteso, nel Luglio del 1996 è stata
fondata la prima cattedra di telemedicina. Il Professor Malcolm MacKinnon
ha iniziato subito un processo di sviluppo di questa attività a livello
commerciale.
L’Università di Flinders non è l'unica organizzazione a sviluppare aspetti di
telemedicina. Degna di nota è l'attività pionieristica dell’unità di nefrologia
del Queen Elizabeth Hospital di Adelaide. Questa unità non solo ha
sviluppato corsi di perfezionamento a distanza con altri servizi nel centro
Australia, ma offre anche un servizio specialistico per pazienti sottoposti a
dialisi renale nelle loro case, spesso a centinaia di chilometri da altri centri
ospedalieri. L'idea è anche quella di estendere questi servizi a paesi del sudest asiatico con l'aiuto di industrie rilevanti.
Un altro campo di indubbia importanza, per cui la telemedicina ha un ruolo
importante, è quello della trasmissione di immagini diagnostiche. Gran parte
della medicina moderna dipende dalla visualizzazione di segnali emessi dal
corpo umano che indicano uno stato normale o patologico. Basti pensare
alle lastre di raggi X o di tomografia computerizzata, alle registrazioni
dell'attività elettrica del cuore (elettrocardiogramma), del cervello
(elettroencefalogramma) e dei muscoli (elettromiogramma), così come le
immagini dinamiche di strumenti ottici di studio di diverse cavità del corpo,
dall'apparato digerente a quello riproduttivo. Queste immagini sono
10
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
adattissime ad essere trasferite per via telematica fra computer collegati in
rete. Per esempio, i neurologi sparsi nel vasto stato del Sud Australia
trasferiscono settimanalmente al Queen Elizabeth Hospital di Adelaide
registrazioni di attività elettrica che diagnosticano malattie dei nervi
periferici, per un consulto con diversi specialisti. Un altro esempio è fornito
dalla collaborazione fra diversi ospedali cittadini e regionali del Sud
Australia, con tre compagnie che operano nel campo radiologico per portare
immagini radiologiche a computer portatili di dottori sparsi nel territorio.
Si stanno formando molti gruppi di "multidisciplinary clinical meetings".
Queste riunioni tele-cliniche sono composte da gruppi di specialisti che
danno opinioni e consigli su terapie di pazienti distanti. Uno di questi
gruppi, che è situato al Queen Elizabeth Hospital di Adelaide, si occupa di
tumori del seno, delle ovaie e di altre malattie delle ghiandole endocrine.
La telemedicina per servizi rurali, dedicata cioè agli abitanti lontani dalle
grandi città della costa dell’Australia, è oramai uno strumento diffuso in
tutti gli Stati dell'Australia. Il Queensland ha una rete di 30 centri per video
teleconferenze per la sanità. Ad esempio anche specialisti in oftalmologia
usano questo mezzo per scambiare immagini oftalmoscopiche della retina.
Altre unità si occupano di mettere in contatto genitori che abitano lontano
con i loro bimbi in ospedale.
La compagnia Medical Imaging Australia, che occupa il 13% del mercato in
radiologia in Australia, ha firmato un contratto per offrire ai suoi 5500
clienti dottori un nuovo sistema di teleradiologia. I dati di esami di pazienti
vengono trasferiti con "encryption" ad una casella elettronica accessibile dal
dottore per lettura delle diagnosi e di immagini compresse radiologiche.
La parola telemedicina si sta naturalmente differenziando in termini ancora
più
specialistici
quali,
teleneurologia,
telepediatria,
teleradiologia,
telepsichatria e questi nuovi termini stanno a indicare che l'uso della
telemedicina sta diventando molto diffuso.
Il mezzo più promettente è naturalmente l’ISDN (Integrated Services Digital
Network) che viaggia con linee telefoniche. Si possono trasmettere grandi
11
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
quantità di informazioni di voce e segnali video ad alta velocità a costi
contenuti. Non vi è dubbio che questa tecnologia avrà sviluppi notevoli nei
prossimi anni e permetterà un uso universale da parte di dottori, pazienti,
centri diagnostici e ospedali e permetterà di sviluppare strategie razionali
per migliorare l'applicazione della medicina a distanza.
Di grande interesse per comunità remote è l'uso potenziale di complete unità
medico-chirurgiche contenute in un “container” con tanto di sala operatoria
chirurgica collegata attraverso IDSN, via telefono satellitare o cavo, a centri
medici con specialisti che possono dare consigli diretti a personale medico
meno specializzato, il tutto corredato di apparecchiature diagnostiche per
telemedicina. Queste unità prodotte in Adelaide da “DocTel”, sono già in
commercio e sono in uso nel Territorio del Nord e nel Sud Australia.
Vi è poco dubbio che la telemedicina perderà il senso di medicina futuristica
e diventerà parte integrante della medicina moderna di tutti i giorni.
L'Australia è anche in questo campo all'avanguardia.
Un recente articolo sul quotidiano di tiratura nazionale "The Australian"
parla di un boom della medicina o sanità via IT (Information Technology).
L'Industria in Australia sta aumentando del 15% contro il 10% negli USA o
il 14% in Canada. Naturalmente ci si attende che il governo favorisca questo
processo mediante politiche che associno medicina e alta tecnologia.
www.wch.sa.gov.au
www.jma.com.au/teleprod.htm
www.promedicus.com.au
"DocTel" Dr Gary Shanks Fax 61-8-8373 0092; 198 Belair Road, Howthorn, South
Australia 5062, Australia.
Prof Marcello Costa
Professor of Neurophysiology
School of Medicine
Flinder University
Adelaide
12
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Produzione, recupero ed uso di arterie costruite in vivo da
cellule staminali adulte
Piero P. Giorgi
Nei casi d’infarto cardiaco dovuto a grave insufficienza coronaria, il
trattamento attualmente più usato è il by-pass, cioè l’autotrapianto di un
segmento d’arteria prelevata da un’altra regione del corpo. Questa pratica è
efficace, ma presenta alcuni inconvenienti. Comporta un doppio intervento
chirurgico sul paziente e lascia la regione del prelievo (in genere una
gamba) con una circolazione sanguigna difettosa.
Problemi della medicina dei trapianti
La questione dell’origine dell’organo sano, comune a tutta la chirurgia dei
trapianti, limita notevolmente le potenzialità di questo importante campo
della medicina moderna con problemi etici (commercio degli organi),
immunitari (rigetto) ed epidemiologici (trasmissione di malattie infettive), o
di effetti negativi collaterali, come detto sopra. La soluzione a questi
problemi sarebbe l’uso di organi artificiali, come nel caso dei cuori
meccanici, o la produzione di organi in laboratorio partendo da cellule
staminali, cioè non ancora differenziate o capaci di di-differenziarsi.
Quest’ultimo approccio ha grandi potenzialità, grazie alla conoscenza ormai
avanzata dei fattori di differenziamento e del loro modo d’azione a livello
molecolare. Purtroppo un altro problema etico si è intromesso in questo
campo di ricerca. Le cellule staminali potrebbero essere ottenute da
embrioni rimasti inutilizzati dalle cliniche che praticano la riproduzione
assistita, ma questa pratica è respinta da una parte significativa dell’opinione
pubblica. La soluzione alternativa sarebbe l’uso di cellule staminali
prelevate dagli organi adulti che possono rigenerare cellule vecchie o
danneggiate, cioè la maggior parte degli organi nel nostro corpo.
L’inconveniente in questo caso risiede, di nuovo, nel problema dell’origine
13
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
dell’organo e delle conseguenze etiche, immunitarie ed epidemiologiche
menzionate sopra.
Un approccio del tutto nuovo
Come si vede, il campo dei trapianti d’organo ha grandi potenzialità
tecniche ma numerose remore pratiche.
Un gruppo di ricercatori che lavorano presso la University of Queensland
(Brisbane) sta però sviluppando una soluzione per il trapianto d’arteria che
probabilmente eviterà tutti gli inconvenienti menzionati sopra. La
Professoressa Julie Campbell dirige il Centre for Research in Vascular
Biology presso la School of Biomedical Sciences, ed il Wesley Research
Institute presso l’ente ospedaliero privato Wesley Hospital di Brisbane.
Assieme ai colleghi Gordon Campbell, Johnny Efendy, Chih-Lu Han e WaiLeng Chue, la Professoressa Campbell ha messo a punto una tecnica per
produrre delle arterie senza ricorrere all’uso di embrioni o di organi donati.
Le cellule staminali potrebbero cioè essere ottenute dalla cavità peritoneale
del paziente stesso con una procedura abbastanza semplice e poco invasiva,
la quale porterebbe alla produzione di un’arteria immunocompatibile,
capace di essere trapiantata nello stesso paziente e resistente ad una
pressione sanguigna compatibile con quelle delle arterie normalmente
sostituite in chirurgia vascolare. Fin’ora la ricerca è stata condotta su
modelli sperimentali animali, ma i risultati sono tali da giustificare
ottimismo per un’applicazione clinica non lontana.
La scoperta
Il gruppo di ricerca di Brisbane ha dimostrato che l’inserzione di un tubo di
polietilene di lunghezza varia (fino a 8 centimetri) nella cavità peritoneale di
cani, conigli, ratti, e topi induce in 2-3 settimane la formazione di una
capsula di tessuto attorno al tubo stesso. Si tratta di una normale reazione
che avviene quando materiale estraneo (un grumo di sangue per esempio)
14
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
viene introdotto nella cavità peritoneale; lo scopo funzionale è di isolarlo dal
resto del corpo.
La capsula è composta (dall’interno all’esterno) di miofibroblasti, la loro
matrice collagena extracellulare ed un singolo strato di cellule mesoteliali. I
miofibroblasti derivano probabilmente da macrofagi della cavità peritoneale
(vedi sotto), e le cellule mesoteliali dalla parete della cavità stessa. Queste
ultime possiedono le stesse proprietà anti-trombotiche delle cellule
endoteliali dei vasi sanguigni.
La capsula che si forma attorno al tubo è quindi prodotta da normali cellule
del corpo del paziente; essa è ottenuta per mezzo di un artificio, ma non è
‘artificiale’. L’applicazione clinica di questo metodo eviterebbe i problemi
etici, immunitari ed epidemiologici di cui sopra.
Preparazione dell’arteria e trapianto (*)
La capsula così formata può essere rimossa dal tubo di polietilene
semplicemente rivoltandola, come quando si toglie un calzettino. Basta
tagliarla ad una estremità, trattenere il bordo e tirarlo indietro fintanto che
non si sia sfilata per tutta la lunghezza. Questo tubo di tessuto vivente, così
liberato dal supporto di polietilene, ha ora lo strato endoteliale all’interno,
proprio come deve essere in un vaso sanguigno.
Preparazioni di questo tipo con una lunghezza di circa 2 centimetri sono
state usate per due tipi di trapianti nello stesso animale in cui si erano
formate. Un primo tipo consisteva nel tagliare la carotide (nel coniglio) o
l’aorta discendente (nel ratto) e ricongiungere le due estremità con quelle
dell’arteria designer. Il secondo tipo era uno shunt arteriovenoso eseguito
sui vasi femorali del coniglio.
Alla data di questa pubblicazione, i vasi trapiantati appaiono ancora beanti
16 mesi dopo l’operazione, come dimostrato con il metodo degli ultrasuoni
Doppler. L’indagine istologica ha mostrato che, 3-4 mesi dopo il trapianto
in una posizione esposta ad alta pressione arteriosa, i miofibroblasti
dell’arteria designer si sono differenziati in cellule simili a quelle muscolari
15
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
lisce; infatti la proporzione in volume degli elementi contrattili (miofibrille)
non è molto diversa da quella delle vicine arterie normali. Per di più, fibre
elastiche si sono formate nello strato omologo a quello medio, mentre alla
superficie si è differenziato uno spesso strato di cellule omologo
all’avventizia, il quale comprende anche i vasa vasorum. L’indagine
fisiologica ha poi dimostrato che 6 settimane dopo il trapianto lo strato
muscolare delle arterie designer è capace di contrarsi o rilassarsi, in
presenza di agenti vasocostrittori o acetilcolina aggiunti in bagno d’organo.
L’origine delle cellule della parete arteriosa
Al fine di perfezionare il metodo qui descritto era necessario determinare
l’origine dei miofibroblasti della capsula iniziale. Si sono dunque inseriti
nella cavità peritoneale di topi, ratti e conigli segmenti di tubo di polietilene
ed anche grumi di sangue coagulato e bollito proveniente da un’altra specie.
Le capsule di tessuto così ottenute sono state analizzate a tempi successivi
dopo l’operazione.
Durante i primi due o tre giorni si osservano cellule rotondeggianti attaccate
alla superficie dei corpi estranei. Queste cellule si marcano con anticorpi
Ly5 (CD45), indicazione preliminare che tratta di elementi del ceppo
ematopoietico del midollo osseo (vedi sotto per prove ulteriori). Dal punto
di vista ultrastrutturale queste cellule assomigliano ai macrofagi che si
trovano normalmente nella cavità peritoneale, o a cellule meno differenziate
ancora localizzate nel midollo osseo. Nelle stesse preparazioni si osservano
anche delle cellule mesoteliali.
Sei giorni dopo l’operazione le capsule sono già abbastanza spesse, ma
composte dagli stessi due tipi di cellule; uno strato di matrice extracellulare
si è però formato al di sotto delle cellule mesoteliali. A questo stadio alcune
cellule interne cominciano ad assumere l’apparenza di fibroblasti e solo
poche cellule si marcano ancora con Ly5.
Due settimane dopo l’operazione quasi tutte le cellule che formano la
capsula hanno assunto la forma fusiforme tipica delle cellule muscolari lisce
16
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
e sono stratificate come nello strato medio di un vaso sanguigno. Esse
contengono anche strati periferici di miofibrille.
Controlli immunoistochimici
Le cellule muscolari lisce differenziatesi all’interno della capsula prodotta
come descritto sopra sono state sottoposte a indagine immunoistochimica
per confermare l’ipotesi che si tratti di elementi del ceppo ematopoietico del
midollo osseo. Due settimane dopo l’operazione le cellule dello strato medio
possono essere marcate con anticorpi contro la alfa-actina specifica delle
cellule muscolari lisce, mentre nessuna di loro si marca più con quelli contro
Ly5 (vedi sopra), un antigene noto per la sua presenza nei miofibroblasti
non ancora differenziati.
Allo scopo di confermare l’origine dal midollo osseo, topi femmine del
ceppo C57BL/6 che esprime la variante Ly5.2 alla superficie delle cellule
ematopoietiche sono state irradiate con raggi X per distruggere il midollo
osseo, e subito dopo trasfuse con 106 cellule nucleate del midollo osseo
prelevate dal femore e dalla tibia di maschi congeniti appartenenti ad un
ceppo che esprime la variante Ly5.1. Dopo quattro settimane il successo del
trapianto delle cellule maschili è stato controllato nel sangue delle femmine
ospiti con citometria di flusso (80-99% di cellule maschili). Segmenti di tubi
di polietilene sono quindi stati inseriti nella cavità peritoneale delle femmine
in questione e le capsule sono state prelevate dopo due settimane. L'origine
maschile delle cellule allungate della capsula, e quindi la loro origine dal
midollo osseo, è stata dimostrata per mezzo di ibridazione in vitro con una
sonda del cromosoma Y.
Un’altra interessante osservazione è stata fatta in queste femmine dal sangue
chimerico. Dopo aver causato sperimentalmente una lesione per
raschiamento (scratch injury) sulla parete interna delle arterie normali, è
stato trovato che circa la metà delle molecole di alfa-miosina presenti nelle
cellule muscolari lisce della neointima (tessuto di riparazione) erano
derivate dal midollo osseo. Questo risultato mette in dubbio la tradizionale
17
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
interpretazione dell’origine delle cellule presenti nelle lesioni re-stenotiche
(reblock) causate dagli interventi di angioplastica (chirurgia riparatrice delle
placche aterosclerotiche), dato che fin’ora si pensava che provenissero dalla
parete dei vasi sanguigni sani.
Conclusione
Questa linea di ricerca dimostra che una migliore conoscenza dei normali
processi di difesa e riparazione dei tessuti può aprire nuove possibilità nel
campo della produzione di organi utilizzabili per interventi di trapianto.
Probabilmente nella maggior parte dei casi non è necessario ricorrere all’uso
di tessuti embrionali, il che eviterebbe i molti problemi etici, immunitari ed
epidemiologici.
In termini più generali, l’antico criterio ippocratico, per cui il medico
dovrebbe solo aiutare il corpo del paziente a riparare se stesso, sembra in
parte rivivere in tutta la propria saggezza in questa procedura che sfrutta
appunto un processo naturale di difesa e riparazione del corpo. La
produzione di altri organi potrebbe trarre ispirazione da questa armonia tra
antica saggezza e tecnologia di punta moderna.
(*) Questa procedura è protetta da un brevetto in Australia, Europa ed USA.
La licenza appartiene alla ditta VasCam di Brisbane.
Bibliografia
Campbell JH, Efendy JL, Campbell GR (1999) “A novel vascular graft grown
within the recipients own peritoneal cavity.” Circ Res 85:1173-1178.
Campbell JH, Efendy JL, Campbell GR (2000) “The effect of environmental cues
on the differentiation of myofibroblasts in peritoneal granulation tissue.” J Pathol
192: 257-262.
Campbell JH, Efendy JL, Han CL, Campbell GR (2000) “Haemopoietic origin of
myofibroblasts formed in the peritoneal cavity in response to a foreign body.” J
Vasc Res 37: 364-371.
18
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Han C, Campbell GR, Campbell JH. (2001) “Circulating bone marrow cells can
contribute to neointimal formation” J Vasc Res 38: 113-119.
Il Dott. Piero P. Giorgi è Senior Lecturer presso la School of Biomedical Sciences,
University of Queenland (Brisbane), Qld 4067, Australia, dove insegna
neuroscienze e storia della medicina. Il Dott. Giorgi è anche il direttore di Convivio
– Journal of Ideas in Italian Studies.
Dr Piero Giorgi
University of Queensland
School of Biomedical Science
telefono: +617-3365-2723 - 2702,
fax: +617-33651299,
email: [email protected]
19
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
20
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Gli inquinanti organici persistenti in Australia:
il Trattato di Stoccolma, e alcuni siti contaminati
Alessandra Iero
Introduzione
Il 22 e 23 maggio 2001, a Stoccolma, l’Australia insieme alle delegazioni
ONU di altri 80 Paesi ha firmato il protocollo sui POPs (Persistent Organic
Pollutants). Affinchè l’accordo sia valido, dovrà essere ratificato da almeno
50 Paesi entro il 2004. Questo Protocollo ONU mira all’eliminazione dal
mercato o ad una significativa riduzione delle emissioni di 12 sostanze,
ritenute estremamente nocive per l’ambiente e quindi per l’uomo: Aldrin,
Dieldrin, DDT, Endrin, Eptaclor, Clordane, Esaclorobenzene (HCB),
Mirex, Toxafene, PCB (209 congeneri), Diossine (75 congeneri) e Furani
(135 congeneri). Le sostanze elencate, benché abbiano utlizzi molto diversi
e composizione chimica molto diversa, sono accomunati dalla loro
persistenza nell’ambiente. Tra questi 12 composti organici vi sono i
pesticidi organoclorurati DDT, Dieldrin, Aldrin, Endrin, Mirex, Toxafene,
Eptaclor, e Clordane, i composti per attività industriali PCB e HCB (anche
pesticida organoclorurato), mentre diossine e furani sono sottoprodotti di
attività industriali o di stoccaggio.
La maggior parte di queste sostanze non sono più in uso nei Paesi
occidentali, ma lo sono nei Paesi in via di sviluppo, e alcune di loro sono
tuttora legali in Australia.
L’ONU ha iniziato ad occuparsi ufficialmente degli inquinanti organici
persistenti sin dalla Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo tenutasi a Rio
de Janeiro nel 1992, in seguito a cui, L’UNEP, invitò l’International
Programme on Chemical Safety (IPCS) e l’Intergovernmental Forum on
Chemical Safety (IFCS) a svolgere un lavoro ad hoc che identificasse i
POPs più pericolosi.
Durante la Conferenza di Washington del 1995, per la protezione delle
risorse marine, i POPs sono stati indicati come un pericolo globale, in
21
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
quanto non solo persistenti, ma anche in grado di essere trasportati
globalmente accrescendo notevolmente la loro concentrazione rispetto al
punto di rilascio all’interno della catena alimentare.
Per procedere all’identificazione dei 12 POPs, che oggi rientrano nella
Convenzione di Stoccolma, l’UNEP ha commissionato una serie di rapporti
scientifici ad esperti internazionali sulle caratteristiche chimico-fisiche e
tossicologiche di queste sostanze; inoltre ha chiesto a tutti Governi un
inventario della situazione di ciascun Paese soprattutto per quanto riguarda
le emissioni di diossine e furani. Da questa attività preliminare promossa
dall’UNEP sono stati generati due documenti principali (disponibili al sito
web dell’UNEP):
- Persistent Organic Pollutants. An Assessment Report on: DDT, Aldrin,
Dieldrin, Endrin, Chlordane, Heptachlor-Hexachlorobenzene, Mirex,
Toxaphene, Polychlorinated biphenyls, Dioxins, and Furans;
- Dioxin and Furan Inventories: National and Regional Emission of
PCCD/PCDF.
In particolare, la Convenzione di Stoccolma mira a:
•
eliminare e interrompere la produzione di Aldrin, Dieldrin, DDT, Endrin,
Eptaclor, Clordane, Esaclorobenzene (HCB), Mirex, Toxafene, PCB;
•
restrizioni d’uso per il DDT (soprattutto per andare incontro a quei Paesi
in Via di Sviluppo in cui la malaria rappresenta ancora un problema e il
DDT è comunque un preparato abbastanza diffuso e poco costoso);
•
ridurre
considerevolmente
le
emissioni
di
diossine,
furani,
esaclorobenzene e PCB (questi ultimi quando si formano come
sottoprodotti), attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili e
delle migliori pratiche ambientali.
Caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche
I POPs, sono composti organici principalmente di sintesi, che resistono alla
degradazione biologica, fotolitica e chimica e sono quindi persistenti per
22
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
lungo tempo nell’ambiente, sono particolarmente predisposti al
bioaccumulo e alla bioconcentrazione, e quindi al passaggio attraverso la
catena alimentare, costituendo un rischio soprattutto negli organismi
superiori, in cui si accumulano principalmente nei tessuti grassi.
Tra le proprietà fondamentali che distinguono i POPs vi è la persistenza,
cioè la capacità di rimanere invariati per lungo tempo nell’ambiente: anche a
causa della loro origine antropica non hanno una “via metabolica” di
degradazione. I POPs sono infatti caratterizzati da un tempo di
dimezzamento (tempo che impiega metà del composto chimico a essere
rimossi dall’ambiente) superiore a sei mesi. Un’altra importante
caratteristica dei POPs è la semivolatilità che fa sì che possano entrare
nell’atmosfera e percorrere grandi distanze, tendendo a volatilizzare in zone
molto calde e a condensare e quindi precipitare nelle zone più fredde
(questo genere di sostanze sono di solito alogenate con peso molecolare tra
200 e 500 e una tensione di vapore minore di 1000Pa).
I POPs, una volta condensatisi, riescono ad entrare nella catena alimentare,
e grazie alla loro lipofilicità, vanno incontro ad un processo di
bioconcentrazione (processo in cui un organismo può assorbire una sostanza
dall’ambiente esterno ed accumularla) e di bioaccumulo (processo in cui un
organismo può assorbire una sostanza sia dall’ambiente esterno, sia dal
cibo, ed accumularla). Quindi, la lipofilicità, combinata con la persistenza e
la resistenza alla biodegradazione, risulta essere un fattore determinante
nella biomagnificazione (che risulta in una maggiore concentrazione della
sostanza negli organismi ai vertici della catena alimentare). Al fine di
quantificare il processo di bioconcentrazione, viene utilizzato il fattore di
bioconcentrazione BCF (rapporto tra la concentrazione di un composto
all’interno di un organismo e la concentrazione nell’ambiente esterno).
Sperimentalmente, i POPs raramente sono stati associati ad intossicazione
acuta, dovuta all’esposizione ad elevate concentrazioni in un ristretto
periodo di tempo, con effetti facilmente rilevabili quali la compromissione
di alcune funzioni vitali o la morte. I POPs invece sono stati associati ad
23
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
effetti cronici dovuti all’esposizione a concentrazioni non elevate ma per
lunghi periodi di tempo. Per alcuni POPs, esiste l’evidenza sperimentale di
effetti cronici non letali di immunotossicità, inabilità riproduttiva e
carcinogenesi. L’immunotossicità è considerata come una causa plausibile
di aumento di mortalità tra i mammiferi (sono documentati effetti sulle
balene, sui delfini, sulle foche, sui visoni). In particolare, è provato che
l’esposizione ai PCB e alle diossine riduce la vitalità delle larve in molte
specie di pesci. Alcuni POPs inoltre potrebbero rientrare tra i cosiddetti
“distruttori endocrini”, di cui non si sa ancora molto, se non che
interferiscono con il sistema endocrino degli organismi, con effetti evidenti
solo a lungo termine o addirittura nelle generazioni successive rispetto a
quelle che hanno direttamente subito l’intossicazione.
POP
Aldrin
Dieldrin
DDT
Endrin
Heptachlor
Chlordane
Esaclorobenzene
Mirex
Toxaphene
PCBs
Diossine & furani
Tempo di
dimezzamento
viene convertito
rapidamente in dieldrin
Circa 5 anni
10-15 anni
fino a 12 anni.
fino a 2 anni
fino a 1 anno
2,7-22,9 anni
fino a 10 anni.
da 100 giorni a 12 anni
10 giorni (monoclorurati)
- 1,5 anni (eptaclorurati)
TCDD = 10-12 anni
BCF
12500-13300
51335-154100*
circa 6400
9500-14400*
16600–37400*
22000-106840*
2600-51400*
4247-76000*
120000-270000*
26707
* varia secondo la specie testata
L’epidemiologia umana su queste sostanze è abbastanza carente e spesso
legata a eventi accidentali, come il caso di Seveso del 1976 per quanto
riguarda le diossine (2,3,7,8-TCDD) il cui effetto è stato un aumento del
cloracne nella popolazione esposta, e l’intossicazione, dovuta a HCB
24
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
avvenuta 35 anni fa in Turchia, in cui il 90% delle persone intossicate sono
morte e il resto hanno presentato gravi sintomi di cirrosi, porfiria, disordini
artritici, neurologici e del tratto urinario. Spesso la tossicità di queste
sostanze comporta disfunzioni del sistema immunitario, deficit neurologici,
anomalie riproduttive, anormalità comportamentali e carcinogenesi
Nella classificazione IARC, (International Agency for Research on Cancer),
Eptaclor, Clordane, HCB, DDT, Mirex, Toxafene, 2,3,7,8-TCDD risultano
classificati nel gruppo 2B (possibile carcinogeno) o nel 2A (probabile
carcinogeno umano), mentre per le diossine e i furani, per endrin, aldrin e
dieldrin non c’è sufficiente evidenza sperimentale perchè siano considerati
anche solo dei possibili carcinogeni.
La situazione australiana
L’Australia ha aderito alla convenzione ONU a Stoccolma, benchè il
Governo non abbia rilasciato dichiarazioni sui tempi di ratifica del
protocollo.
Finora, il Governo Australiano ha bandito l’importazione e l’uso di nove di
queste sostanze: Aldrin, Dieldrin, DDT, Endrin, Eptaclor, Clordane,
Esaclorobenzene, Toxafene. Il Mirex è tuttora utilizzato nel Northern
Territory (dove si stima che ve ne siano ammassati 220 kg) e per il suo
utilizzo l’Australia ha richiesto un’esenzione dai termini della convenzione.
Per quanto riguarda le diossine, benchè inizialmente elencate all’interno del
“State & Federal government's Draft National Strategy for the Management
of Scheduled Waste”, preparato nel 1992, ne sono stati rimosse nel 1993.
All’interno dell’Australian and New Zealand Environment and
Conservation Council (ANZECC) sono stati sviluppati dei piani per la
gestione dei rifiuti contenti PCB, HCB e pesticidi organoclorurati; inoltre lo
scorso 30 giugno è stato annunciato il National Dioxin Program, che almeno
inizialmente si incentrerà esclusivamente sulla raccolta di dati e non sulla
riduzione delle emissioni.
25
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Environment
Australia
(l’Agenzia
governativa
per
la
gestione
dell’Ambiente a livello federale), ha impiegato sei anni per stendere
l’inventario riguardante le emissioni di diossine dovute alle attività
industriali (Sources of Dioxins and Furans in Australia: Air emission). Il
rapporto, per ammissione degli stessi autori, presenta dei margini di
incertezza elevati nella quantificazione delle emissioni. Infatti, i dati
presentati non derivano da misure effettuate, ma sono dati teorici e risultati
di modelli sviluppati in altre parti del mondo e adattati alla realtà
australiana. Il rapporto, che riguarda solo le emissioni in atmosfera,
individua le seguenti fonti principali di emissione: produzione del cemento e
della calce, combustione di legname per uso residenziale e per uso
industriale, combustione di petrolio, produzione di metalli non ferrosi,
combustione di carbone, incenerimento di rifiuti ospedalieri, motoveicoli.
Inoltre, sempre per andare incontro alle richieste dell’UNEP sull’inventario
dei POPs, nel 1995 è stato redatto “Persistent Organic Pollutants in the
Southern Hemisphere”, in cui gli autori concludono che benchè i dati a
disposizione siano pochi, si può affermare che le contamimazioni da POPs
presenti in Australia sono originate nel suo stesso territorio e che l’Australia
non rappresenta un pericolo per quanto riguarda il trasporto globale. Nel
complesso il New South Wales risulta lo Stato più contaminato, ma, in
realtà è lo Stato su cui c’è maggiore disponibilità di dati.
Infatti, come l’OECD ha sottolineato, i dati australiani di monitoraggio
dell’ambiente sono spesso estremamente carenti a causa dell’estrema
frammentazione dei governi locali, non adeguatamente coordinati a livello
federale. Questa frammentazione a livello dei diversi Stati porta, inoltre, a
standard di emissione, per le diossine così come per altre sostanze, molto
diversi da Stato a Stato. Per esempio, lo standard di emissione degli
inceneritori di rifiuti ospedalieri dello stato del Queensland è 1000 volte più
elevato dello standard applicato nel New South Wales per gli inceneritori di
rifiuti urbani.
26
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Per prepararsi ai lavori della convenzione ONU, Greenpeace attraverso un
lungo e complesso lavoro di raccolta dei dati in possesso dei Governi statali
(raccolta resa ancora più complessa dal “Commercial Business Information”
che rende pressocchè impossibile stabilire chi utilizza quale prodotto
chimico) ha identificato 67 possibili siti contaminati da diossine e furani in
Australia. Per la metà di questi, non esistono dati di monitoraggio delle
emissioni.
Anche i monitoraggi dei siti risultano molto difformi tra Stato e Stato: tra i
siti identificati da Greenpeace ben il 68% di quelli del NSW, e il 73% di
quelli del Victoria avevano dati di monitoraggio disponibili, mentre le
autorità del Queensland avevano monitorato solo 2 siti (15% del totale) e il
South Australia uno (13% del totale).
Esempi di gestione di contaminanti persistenti, sono quelli relativi all’HCB,
prodotto dalla ditta Orica a Botany Bay, Sydney, e il recupero del sito
contaminato di Homebush Bay, diventato il Parco dei Giochi Olimpici di
Sydney del 2000.
Per quanto riguarda il caso “Orica”, il Piano per la gestione dei rifiuti del
sito di Botany Bay contenenti HCB è stato approvato nel 1996
dall’ANZECC. La ditta Orica, inizialmente nota come ICI Australia, iniziò a
produrre composti clorurati negli anni ’50 e nei decenni successivi
implementò la produzione di PVC, dicloruro di etilene (EDC), cloruro di
vinile monomero (CVM), pesticidi quali 2,4-D e 2,4,5-T (componenti
primari dell’Agent Orange, il famoso desfoliante utilizzato nella guerra del
Vietnam), HCB. Inquinamenti successivi della zona si sono verificati a
causa del rilascio di inquinati nelle acque reflue e dello stoccaggio dei
prodotti di scarto (stoccaggio che ha coinvolto anche alcuni siti di
Homebush Bay).
Il sito di Botany Bay presenta attualmente una serie di rifiuti tossico-nocivi:
8300 tonnellate di HCB cristallino, proveniente dalla produzione del
27
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
solvente, contenuto in barili di acciaio; 1000 tonnellate di HCB derivati
dalla produzione di EDC, conservato in 25 metri cubi di cemento (noti come
Vinyls Factory); 45000 tonnellate di suolo, cenere e torba contenenti HCB,
tetracloruro di carbonio e idrocarburi clorurati, derivanti da operazioni di
stoccaggio carenti, conservati in celle di smaltimento al di sotto del
parcheggio dell’Orica.
Numerosi studi ambientali sono stati condotti nella zona, campioni di
granchi prelevati nel dicembre ’89 da Botany Bay, contenevano HCB
superiore ai limiti delle linee guida australiane. Nel 1990 è stato inoltre
condotto uno studio su diossine e furani che ha mostrato un elevato
contenuto di 2,3,7,8TCDF nei sedimenti e segni di bioaccumulo nel biota.
All’interno del Piano di gestione dell’ANZECC, l’Orica ha proposto due
tecnologie pr la distruzione di questi rifiuti: il processo di “Gas Phase
Chemical Reduction” e “Geomelt”, entrambi dovrebbero presentare
caratteristiche di basso rischio per gli insediamenti circostanti e per lo staff
impiegato nell’impianto. Il Comitato cittadino dei residenti, istituito
all’interno del National HCB Management Plan, nell’ottica della
partecipazione della comunità alle valutazioni di rischio, s’incontra ogni 15
giorni, ha scelto il processo Geomelt, (un processo in cui i rifiuti si
mescolano con suolo e vengono sciolti con l’applicazione di energia
elettrica tramite degli elettrodi) per il quale la ditta Orica dovrà presentare la
valutazione di rischio.
Homebush Bay, la sede delle Olimpiadi del 2000, è il risultato di un lavoro
di dieci anni per il recupero dell’area contaminata. Infatti, il degrado della
zona era iniziato agli inizi del ‘900, con le attività industriali. Le fabbriche,
soprattutto di pesticidi, inclusi DDT e HCB, ftalati, plastiche, resine e
pigmenti, e raffinerie di petrolio, rilasciavano rifiuti e contaminanti nella
baia e li stoccavano in discariche (molto spesso abusive) della zona:
distribuiti in vari siti sono stati infatti ritrovati diossine (36 barili da 200 litri
28
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
e 15 da 50 litri, oltre a una quantità stimata tra 4 e 30 kg dispersi in 300
tonnellate di rifiuti solidi), organoclorurati solidi e liquidi, e poi metalli
pesanti, catrame, asbesto.
Nel 1979, l’introduzione di una nuova legislazione ambientale ha obbligato
le industrie ad adeguarsi alle nuove misure di controllo dell’inquinamento.
Una preliminare indagine di rischio, condotta agli inizi degli anni novanta,
indicava l’acqua come la fonte principale di rishio, a causa anche del
trasporto sotterraneo dei contaminanti. L’analisi tossicologica di acqua,
suolo e sedimenti indicava un allarmante trasporto lungo la catena
alimentare.
Il recupero del sito contaminato, condotto per tutti gli anni ’90, ha
interessato nove metri cubi di rifiuti tossico-nocivi, oltre rifiuti domestici,
industriali e commerciali ed è costato in totale 137 milioni di dollari
australiani. Nel 1997, il governo del NSW ha finanziato l’attività di
recupero del sito con 21 milioni di dollari australiani. L’Olympic
Coordination Authority si è occupata di tutta l’attività di recupero del sito,
interagendo con la NSW-EPA (Environment Protection Authority) e con i
comitati cittadini. La metodologia principale del recupero è stata la
riallocazione dei rifiuti in discariche in-sito, con la gestione dei percolati al
fine di minimizzare il rischio per aria, suolo e acqua. In particolare per il
trattamento delle diossine, l’OCA ha scelto i processi di “Indirect Thermal
Absorption” e di “Base Catalysed Decomposition”, (al costo di 2.29 milioni
di dollari australiani) attraverso i quali le diossine vengono ridotte a
composti chimici di base non tossici.
Australian and New Zealand Environment and Conservation
Hexachlorobenzene Waste Management Plan, November 1996.
ANZECC, Polychlorinated Byphenils Management Plan, July 1999.
City of Botany Bay, Draft Local Waste Management Plan, 1999
29
Council,
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Des W. Connell, Gregory J.Miller, Munro R.Mortimer, Glen R. Shaw and Shelly
M. Anderson Persistent lipophilic contaminants and other chemical residues in the
southern hemisphere. Prepared for: Environment Australia.
HCB Consultation Panel, Summary Report of the HCB Consultation Panel on
Major Outcomes from HCB Public Consultation, December 1996.
Southern Sydney Waste Planning & Management Board, Southern Sydney
Regional Waste Plan, April 1997.
UNILABS, Environmental Characterisation and Estimation of Dioxin and Furan
Emissions from Waste Incineration Facilities. prepared for: Environment Australia.
UNEP
UNEP Chemicals
WHO: Intergovernmental Forum
on Chemical Safety
Caratteristiche dei POPs
Environment Australia
www.chem.unep.ch
Irptc.unep.ch/
www.who.int/ifcs/
www.iisd.ca/linkages/chemical/popsd/index.html
www.ea.gov.au/industry/chemicals/infrastructure.ht
ml
Australian Dept. of Foreign www.dfat.gov.au/environment/haz_chem.html#persi
Affaris: Global issues
st
Olympic Coordination Authority
www.oca.org.au
Greenpeace Australia: sostanze www.greenpeace.org.au/toxics
tossiche
Dott.ssa Alessandra Iero
[email protected]
30
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Ricerche sul cuore artificiale
Paola Bernard
Le malattie cardiache sono un problema sanitario in costante crescita in tutto
il mondo occidentale, ed è stato stimato, che negli Stati Uniti, ne siano
affette più di 81 milioni di persone con 400.000 nuovi casi all’anno e nella
sola Australia, a causa di cardiopatie, ogni anno muoiono più di 52.000
persone.
Malattie non gravi, come le irregolarità del ritmo cardiaco, possono essere
trattate con farmaci, defibrillatori e pacemakers, ma nei casi di grave
malfunzionamento l’unica terapia attuabile è il trapianto. Una delle malattie
più gravi è la Congestive Heart Failure (CHF) causata dal cattivo
funzionamento del cuore che non è più in grado di soddisfare il fabbisogno
di ossigeno del corpo. Con il tempo, il malfunzionamento cardiaco
determina l’ingrossamento dell’organo, l’ipertrofia delle pareti cardiache, la
tachicardia, l’ipocinesi del ventricolo sinistro e la disfunzione renale.
Condizioni predisponenti alla CHF sono l’arteriosclerosi dell’arteria
coronaria, l’ipertensione (75% dei pazienti) e l’attacco cardiaco (22% dei
pazienti) ma anche storie pregresse di diabete, fibrillazione atriale o media
carenza renale.
Uno studio epidemiologico, condotto di recente al Duke University
Research Center su un gruppo di 3000 persone, con CHF diagnosticato, ha
evidenziato che esistono differenze di razza, sesso ed età nell’incidenza di
malattia.
La malattia è in aumento in tutto il mondo occidentale e l’aspettativa di vita,
con solo il 50% di sopravvivenza a 5 anni ed il 20% oltre i 10 anni, è
comparabile a quella di alcune forme di cancro. Oggigiorno, il trapianto
cardiaco è il solo modo provato di estendere la vita dei pazienti che soffrono
di danno cardiaco grave.
Negli Stati Uniti ogni anno c’è una richiesta di 100.000 nuovi cuori a fronte
di una disponibilità di soli 2000 cuori derivanti dalla donazione di organi, la
enorme disparità tra i due numeri dimostra chiaramente la necessità di
31
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
sviluppare la tecnica del cuore artificiale che, disegnato per rimpiazzare il
cuore malato, è l’unica soluzione per risolvere il problema dei tanti pazienti
in lista d’attesa per un trapianto istocompatibile.
Nel 1957 venne impiantato il primo cuore artificiale (TAH) in un animale
che rimase in vita per soli 90 minuti, nell’uomo il primo trapianto è stato
invece tentato nel 1969 e poi nel 1982 presso il Texas Heart Institute ma in
tutti i casi i pazienti sopravvissero solo per un periodo di tempo molto
limitato, principalmente perché i TAH richiedevano collegamenti ad
apparecchi esterni mediante tubi che aumentavano il rischio di infezioni e
coaguli.
In America nel 2000 è stato, con successo, impiantato per la prima volta
l’abiocor, un nuovo modello al titanio che è utilizzabile in quei pazienti in
cui sono irreversibilmente danneggiati ambedue i ventricoli e per i quali le
attuali tecniche di intervento chirurgico o terapia medica sono inadeguate.
L’abiocor è un apparecchio tecnologicamente all’avanguardia utilizzabile,
per le sue dimensioni, solo negli adulti, è dotato di un sistema a batteria e
sono stati notevolmente ridotti i rischi di infezioni e di coaguli; i ricercatori
sono fiduciosi che in futuro il cuore artificiale potrà essere usato allo stesso
modo di un pacemaker.
Nelle forme iniziali di malattia è a volte possibile un trattamento
farmacologico e attualmente è allo studio (trial) una forma di angiogenesi
terapeutica mediante somministrazione intracardiaca di una proteina che
induce i tessuti a produrre VEGF (vascular endothelial growth factor).
È allo studio anche un pacemaker biventricolare che ha lo scopo di
risincronizzare l’azione pompante del ventricolo sinistro.
Normalmente i pazienti più gravi vengono sottoposti ad una operazione
chirurgica per l’inserimento di un supporto ventricolare, “bridge to the
transplant”, che può supportare il paziente solo per pochi anni lasciandolo in
attesa dell’ indispensabile trapianto.
Il medical centre dell’Università di Pittsburgh, che è un leader mondiale nel
campo dei trapianti di cuore, ha valutato che circa il 60% dei pazienti in lista
32
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
di attesa potrebbero risolvere i loro problemi con l’impianto di un cuore
artificiale, infatti, la CHF è spesso causata dall’incapacità del muscolo
cardiaco a rilassarsi tra i battiti (diastolica CHF) piuttosto che da una reale
debolezza del pompaggio ed in molti trial si è visto che, brevi periodi di
riposo del muscolo cardiaco, possono essere sufficienti a far recuperare al
cuore naturale la sua funzione evitando così la necessità del trapianto.
Esistono tre tipi diversi di apparecchi artificiali:
• apparecchiature centrifughe che usano supporti magnetici.
apparecchi molto costosi con sistemi multipli di controllo elettronico;
Sono
• apparecchiature assiali;
• apparecchiature rotative quali il ventrassist della MICROMEDICAL e
l’abiocor della ABIOMED Inc.
La compagnia australiana, Micromedical Industries di Sydney,
all’avanguardia nel settore della ricerca di apparecchiature mediche, ha
progettato un cuore artificiale rivoluzionario per le sue caratteristiche che
non compete con l’apparecchio di progettazione americana ma lo
complementa rivolgendosi ad una differente porzione di mercato.
L’apparecchio può rivoluzionare la qualità di vita del paziente poiché svolge
un’attività di supporto al cuore naturale lasciando che questo si riposi e,
talvolta, si rafforzi tanto da guarire completamente eliminando, di
conseguenza, la necessità del trapianto.
Il nuovo apparecchio è in titanio, è molto più piccolo degli altri cuori
artificiali in commercio, ed è perciò utilizzabile anche nei bambini, può
essere facilmente rimosso e, inoltre, non necessita di terapia anticoagulante,
il che lo rende utilizzabile nelle donne in gravidanza e in quei pazienti che
non sopportano le terapie anticoagulanti.
Il sistema viene impiantato con un’operazione chirurgica della durata di due
ore, è dotato di un’unica parte mobile, idrodinamicamente sospesa, che
direziona il flusso sanguigno, non richiedendo sostegni, valvole e tubi non
danneggia il sangue, è molto efficiente ed ha un costo molto basso se
33
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
paragonato a quello degli altri sistemi attualmente in commercio. Il mese
scorso la compagnia ha brevettato il suo prodotto negli USA coprendo
soprattutto i diritti per la pompa rotativa propulsore della pompa sanguigna
e il suo sistema di sospensione idrodinamica.
La sospensione idrodinamica è un sistema semplice e sicuro, e rappresenta
un vantaggio tecnologico notevole rispetto agli altri sistemi molto più
complessi a sospensione magnetica.
La Micromedical Corporate è composta dalla Cardiac e-health e dalla
Ventrassist.
La Cardiac e-health, con sede in Queensland, si occupa della costruzione e
vendita di attrezzature per telemedicina, esporta in 25 stati e possiede già 11
approvazioni FDA per il marketing europeo. La compagnia produce anche
un monitor portatile, usato dalla Nasa sullo Space-Shuttle, che accoppiato a
speciali
tecnologie
della
comunicazione,
permette
di
inviare
elettrocardiogrammi di ottima qualità in qualsiasi posto nel mondo, ad
esempio da un aereo di linea ad un centro specializzato per una rapida
analisi; l’ECG può anche essere scaricato su computer, conservato su disco
o spedito tramite e-mail.
La Ventrassist, con sede in NSW, è composta da 19 dipendenti tra ingegneri
e ricercatori e si occupa dello sviluppo del nuovo sistema di cuore artificiale
che è il prodotto più avanzato mai realizzato dall’industria australiana in
questo specifico ambito medico.
Nell’ottobre 2000 l’azienda è stata premiata per le sue scoperte nell’ambito
dei programmi R&D ed ha ricevuto dal governo australiano, per l’anno
2001, un finanziamento di 3.5 milioni di dollari per continuare le sue
ricerche ed iniziare il trial nell’uomo.
Nello sviluppo del progetto la Ventrassist è affiancata da gruppi di
ricercatori di spessore internazionale dell’università di Tecnologia di
Sydney, del CSIRO, dell’università del New South Wales, dell’Alfred
Hospital e del Baker Medical Research Institute di Melbourne. Inizialmente,
34
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
allo scopo di ridurre i tempi dei trial negli animali, sono stati usati solo test
di laboratorio e modelli computerizzati.
Uno dei test più sofisticati a cui è stato sottoposto il cuore artificiale, è
quello svoltosi presso il simulatore di terremoti del Questacon di Canberra.
Poiché prima di iniziare il trial clinico era importantissimo capire l’effetto
della pressione e del movimento che lo strumento avrebbe sopportato dopo
l’impianto nell’organismo umano, il cuore a pompa artificiale ventrassist è
stato montato su un sostegno sospeso e, per due giorni è stato monitorato il
funzionamento dell’apparecchio sotto l’effetto di sollecitazioni vibratorie a
basse frequenze prodotte e controllate dai particolari sensori di cui è dotato
il simulatore di terremoti.
E’ stato eseguito anche un test di compatibilità ematica dell’apparecchio in
assenza di anticoagulanti, il cuore artificiale ha pompato sangue umano ad
alta velocità per più di 8 ore ed i test hanno mostrato un basso livello di
danno ematico e l’assenza di coaguli.
Il cuore artificiale chiamato anche LVAD (left ventricular assist device) è
stato costruito in modo da eliminare la necessità di condotti e supporti che
danneggiano il sangue e causano la formazione dei coaguli.
Il processo di formazione dei coaguli e dei trombi può essere ridotto da
appropriate combinazioni di superfici lisce e di campo di flusso vicino alle
superfici. Infatti, superfici estremamente lisce non lasciano cavità in cui
possano iniziarsi depositi cellulari ed una giusta geometria di flusso può
pulire le superfici, dalle cellule depositate, prima che si possano formare
aggregati di dimensioni tanto grandi da creare problemi (per questo motivo
l’apparecchio non obbliga all’uso di terapia anticoagulante).
Dopo un trial di 18 mesi sugli animali che ha coinvolto due chirurghi, due
anestesisti, personale infermieristico e tecnico, e il personale medico della
Monash University e dell’Alfred Hospital, lo scorso 19 giugno a Melbourne,
per la prima al mondo, una pecora, a cui era stato impiantato il cuore
artificiale, ha dato alla luce un agnellino in perfette condizioni di salute.
35
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Il prof. Esmore, capo dell’Unità Trapianti Cardiaci e della Divisione
Chirurgica dell’Alfred Hospital, ha detto che ambedue gli animali godono di
ottima salute, e che la nascita dell’agnellino da un animale con l’impianto,
dà nuova speranza a tutti quei pazienti che non possono tollerare la terapia
anticoagulante, alle donne in gravidanza e per le sue dimensioni, ai bambini.
Il trial sugli animali è oramai al termine e si pensa di iniziare entro l’anno il
trial sull’uomo che sarà eseguito dal dott. Esmore presso l’Alfred Hospital
che, in tutta l’Australasia, è il centro leader per i trapianti di cuori artificiali.
Il cuore artificiale della Micromedical dà una nuova speranza ai pazienti
perché agisce come un cuore permanente, ha la capacità di riabilitare
completamente il paziente per il ritorno alla vita normale, le sue batterie
durano fino a 12 volte più degli altri sistemi e la sua universale applicabilità
fa si che il piccolo numero di organi trapiantabili non sarà più un fattore
limitante.
L’apparecchio potrà risolvere il problema tra l’alto numero di persone che
aspettando per un trapianto e il numero di cuori disponibili dando così,
nuova speranza a milioni di pazienti cardiopatici nel mondo.
www.abiomed.com
www.heartcenteronline.com
www.ventrassist.com
www.micromed.com.au
Dott.ssa Paola Bernard
Istituto di Medicina sperimentale
CNR Area di Ricerca di Tor Vergata
36
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Processi geologici a velocità straordinaria
Daniela Rubatto e Jörg Hermann
Le catene montuose si formano in seguito alla collisione delle placche
crostali. Questo processo, tra i più importanti e studiati in geologia, produce
inspessimento della crosta e subduzione di alcune sue parti a profondità del
mantello. Le porzioni subdotte vengono poi in parte esumate ed entrano a
far parte delle catene stesse. Collisione e subduzione sono guidate dal
movimento delle placche e la velocità a cui procedono è data dalla velocità
con cui si espandono i fondi oceanici. I dettagli del processo di esumazione
sono invece molto meno chiari ed oggetto di intenso studio. In particolare,
la velocità con cui tale processo avviene è fondamentale per capirne la
dinamica e per costruire modelli realistici. Questa informazione può solo
essere ottenuta tramite lo studio delle eclogiti, le rocce che hanno subito
subduzone ed esumazione e che sono esposte sulla superficie terrestre.
Le Alpi sono un terreno unicamente ricco in eclogiti e hanno il vantaggio di
essere una catena giovane che permette alla geocronologia di risalire ai
tempi dei diversi eventi tettonici che hanno portato alla loro formazione. Per
definire la velocità di esumazione delle eclogiti si è proceduto alla datazione
U-Pb di titaniti formatesi in diversi stadi durante l’evoluzione del Dora
Maira, una unità tettonica che affiora a 80 km SW di Torino. Questa unità
documenta estreme condizioni di subduzione a 120 km di profondità. Grazie
alla microsonda ionica SHRIMP, dell’Australian National University, la
datazione è stata fatta in-situ, direttamente in sezione sottile per preservare i
rapporti tessiturali tra titaniti e minerali coesistenti. Il primo campione di
calciosilicato preserva una paragenesi di ultra alta pressione (UHP)
formatasi a una profondità di 120 km (temperatura = 750°C e pressione = 35
kbar). Esso contiene titaniti con un cuore di età pre-Alpina ed orli datati a
35.1 ± 0.9 Milioni di anni (Ma) con inclusioni di minerali di UHP. Il
secondo campione contine una paragenesi di più bassa pressione e titaniti
con ben tre stadi di crescita:
• cuori pre-Alpini;
37
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
• zone datate a 32.9 ± 0.9 Ma con inclusioni di minerali che indicano
pressioni di 10 kbar (~35 km di profondità) e temperature di 600 °C;
• orli formatisi a 31.8 ± 0.8 Ma che sono in equilibrio tessiturale con una
paragenesi di bassa pressione (tenperatura = 600 °C, pressione = 4-5
kbar, 17 km di profondità).
Questo dettagliato lavoro di datazione isotopica combinata con la petrologia
metamorfica consente di definire una precisa evoluzione pressionetemperatura-tempo per il Dora Maira. Dopo la subduzione a profondità del
mantello, l’unita è stata velocemente esumata a ritmi di 3.4 cm/anno (34
km/Ma) fino alla base della crosta in soli 2.2 Ma. L’esumazione è poi
proceduta ad una velocità più moderata di 1.6 cm/anno sino ad un livello
crostale intermedio dove si è assemblata con le altre falde alpine. La parte
finale dell’esumazione è poi avvenuta a ritmi più lenti di 0.5 cm/anno.
L’iniziale esumazione estremamente veloce può essere spiegata solo con la
combinazione di forze tettoniche e di galleggiamento, tipiche di una crosta
continentale più leggera del mantello circostante. Contrariamente, la fase
finale di esumazione è probabilmente da attribuirsi, almeno in parte,
all’azione dell’erosione superficiale del rilievo alpino in formazione.
Questi dati hanno importanti implicazioni per la tettonica non solo della
Alpi, ma a livello globale. L’esumazione di crosta continentale può avvenire
in tempi brevissimi con velocità paragonabile a quella del movimento delle
placche in superficie. Tali velocità sono un ordine di grandezza superiore a
quanto creduto in precedenza e stravolgono il concetto per cui eventi
geologici avvengono in tempi estremamente lunghi dell’ordine di decine di
milioni di anni.
Dr. Daniela Rubatto
Dr. Jörg Hermann
Research School of Earth Sciences
Australian National University
[email protected]
38
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
Ambasciata d’Italia
CANBERRA
Attivita di calibrazione e validazione
del satellite EO-1 in Australia
Vittorio E. Brando
L’Australia partecipa all’esperimento Earth Observing One (EO-1) in qualità di
membro del Science Validation Team. Tale attività è stata coordinata dal Dr. David
Jupp del CSIRO Earth Observation Center e ha coinvolto tutti i laboratori del
CSIRO che si occupano di telerilevamento iperspettrale. I siti Australiani hanno
offerto una vasta gamma di applicazioni per la calibrazione: geologia e
mineralogia, agricoltura, selvicoltura, acque costiere ed altro.
Il Satellite EO-1
Il satellite EO-1 costituisce la prima piattaforma di osservazione della terra del
New Millennium Program (NMP), gestito dalla NASA. Tale programma mira a
sviluppare nuove tecnologie e strategie per migliorare la qualità delle osservazioni
per le future missioni planetarie e terrestri della NASA, riducendo costi e tempi di
sviluppo. Il satellite EO-1 contiene tre strumenti di osservazione e una varietá di
tecnologie spaziale di nuova concezione.
L’Advanced Land Imager (ALI) è un prototipo progettato per produrre immagini,
direttamente comparabili a quelle dell’Enhanced Thematic Mapper Plus (ETM+) a
bordo del satellite Landsat 7. Lo Spettrometro ad Immagini “Hyperion” è il primo
spettrometro civile ad immagini ad alta risoluzione spaziale ad essere lanciato in
orbita. Hyperion ha un singolo telescopio e due spettrometri, uno per il visibile e
l’infrarosso vicino e uno per l’ infrarosso medio. L’intervallo spettrale tra i 400 nm
e i 2500 nm è suddiviso in 242 canali spettrali con un’ampiezza media di 10 nm. Il
terzo strumento a bordo di EO-1 è il LEISA (Linear Etalon Imaging Spectral
Array) Atmospheric Corrector (LAC), uno strumento progettato per misurare il
contenuto di vapor d’acqua dell’atmosfera.
L’orbita del satellite EO-1 è in ‘formazione’ con quella del Landsat-7, questo
garantisce l’acquisizione di immagini dello stesso sito a distanza di un minuto.
Inoltre, EO-1 si unisce ad una costellazione di satelliti per l’osservazione terrestre,
inclusi SAC-C e TERRA, che esaminano le radiazioni elettromagnetiche lungo la
stessa traiettoria terrestre con diverse risoluzioni spaziali, spettrali e temporali.
39
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Il satellite EO-1 ha una vita prevista di meno di due anni, poichè è una missione
sperimentale concepita con la mimima ridondanza. Quindi la gestione della
missione ha adottato un approccio di “missione accelerata” che ha permesso nella
prima settimana dopo il lancio, avvenuto il 21 Novembre 2000, di verificare le
funzionalità principali degli strumenti. Sono seguiti 120 giorni di analisi intensa
degli strumenti, accompagnata da attività di validazione e calibrazione in campo,
condotte principalmente nell’emisfero australe per le migliori condizioni meteoclimatiche. I risultati preliminari delle attività di misura, eseguite in Argentina e
Australia, sono state presentate in una sessione speciale della conferenza IGARSS
2001 tenutasi a Sydney lo scorso luglio. Le acquisizioni sono continuate
focalizzando l’attenzione sulla stagione estiva 2001 dell’emisfero boreale. Tra i siti
prescelti per le campagne di misura nell’emisfero Nord, figura anche la laguna di
Venezia.
Attivita di calibrazione e Validazione in Australia:
Le applicazioni nei siti Australiani di calibrazione e validazione sono state
focalizzate principalmente su Hyperion, il primo sensore iperspettrale a bordo di un
satellite civile, considerata l’esperienza dei ricercatori del CSIRO nel
telerilevamento iperspettrale sviluppata nell’ultimo decennio con sensori
aereotrasportati.
Calibrazione: Lake Frome, South Australia.
Lake Frome, un lago salato asciutto in South Australia, è stato scelto come sito di
calibrazione per Hyperion innanzitutto per la sua luminosità ma anche per
l’invarianza temporale e l’omogeneitá spaziale. Dati spettrali della superficie sono
stati raccolti lungo un transetto che passa attarverso il centro del lago, durante un
periodo di quattro giorni prima di un passaggio Hyperion. Gli spettri estratti dalle
immagini per ognuno dei punti di misura sono stati confrontati con quelli ottenuti
in campo, mostrando un eccellente accordo.
Geologia e mineralogia: Mt. Fitton South Australia.
Mt. Fitton è un sito ideale di studio per le applicazioni di geologia e mineralogia,
poichè è un‘area esposta, in cui le zone di diverso materiale spettrale sono
relativemente grandi. Inoltre per questo sito esiste una mappa geologica accurata,
40
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
ed è stato ampiamente caratterizzato spettralmente sia in sito che da aereo. Con i
dati di Mt Fitton è stata valutata la risoluzione spettrale e l’integrità di Hyperion
nell’InfraRosso Medio. Le mappe mineralogiche ottenute dalla classificazioni di
Hyperion sono in buon accordo con le mappe esistenti.
Agricultura: Coleambally Irrigation Area, New South Wales.
La Coleambally Irrigation Area (CIA) è una zona di agricoltura intensiva di riso,
mais, soia e sorgo, con una gestione accurata dell’acqua. I campi sono grandi (fino
a 70 ettari) e ben mantenuti, rendendoli un ideale sito di calibrazione. Una serie di
immagini Hyperion sono state acquisite nel corso della stagione di crescita
2000/2001, durante tutte le fasi dello sviluppo delle pia nte, dalla semina alla
senescenza. Per validare le firme spettrali misurate con Hyperion, sono state
effettuate analisi in campo diverse volte durante la stagione di crescita.
Selvicoltura: Tumbarumba, New South Wales.
La foresta di eucalipti presso Tumbarumba (Bago-Maragle State Forest) è
composta da diverse specie di eucalipti, di varia età e produttività.
Contemporaneamente all’acquisizione delle immagini Hyperion, è stato condotto
una serie di analisi in campo finalizzate alla raccolta di dati forestali standard e alla
raccolta di campioni di foglie, per acquisirne gli spettri e per procedere all’analisi
di variabili biofisiche e biochimiche del fogliame. Questo dataset sarà la base del
confronto tra la l’informazione spettrale acquisita in campo e gli spettri estratti
dalle immagini Hyperion, per valutare la dinamica delle variabili biochimiche e del
contenuto d’acqua a partire dale singole foglie fino all’intera foresta.
Zone Costiere: Moreton Bay, Queensland.
Moreton Bay è attualmente oggetto di studio per la valutazione dell’impatto
urbano, industriale e agricolo sulle acque costiere, sulla vegetazione
sommersa e sull’ecologia delle zone litoranee. La qualitá dell’acqua della
baia, infatti, dipende dall'interazione dei due maggiori affluenti, uno
caratterizzato da inquinamento urbano e industriale e l’altro a prevalente
inquinamento agricolo, con le acque oceaniche. Recentememte bloom algali
41
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
tossici (Lyngbya) sono diventati un problema ambientale e per la salute
umana.
Le campagne di misura, eseguite in coincidenza con il passaggio del satellite, sono
state mirate alla misura delle proprietà ottiche inerenti e apparenti della colonna
d’acqua, delle firme spettrali dei substrati e alla valutazione dei parametri di qualitá
dell’acqua. Spettri estratti dalle immagini Hyperion hanno mostrato un buon
accordo con gli spettri misurati in campo.
Attualmente sono in corso studi in campo:
a Cape Tribulation (QLD) per caratterizzare la foresta pluviale, la produzione di
canna da zucchero e il Coral Reef;
a Kakadu (NT) per analizzare il monitoraggio di miniere e la vegetazione tropicale;
a Kunoth Paddock (NT) per la valutazione degli effetti del pascolo sulla
vegetazione in ambiente aridi.
Papers presentati ad IGARSS 2001, Sydney:
Campbell, Lovell, Jupp, Graetz, Barry, Jarecke, Pearlman., "The Lake Frome Field
campaign in Support of Hyperion Instrument Calibration and Validation"
Coops, Smith, Martin, Ollinger, Held, Dury., "Assessing the performance of Hyperion in
Relation to Eucalypt Biochemistry: Preliminary Project Design and Specifications"
Cudahy, Hewson, Huntington, Quigley, Barry. "The Performance of the Satellite-borne
Hyperion Hyperspectral VNIR-SWIR Imaging System for Mineral Mapping at Mount
Fitton, South Australia"
Dekker, Brando, Anstee, Pinnel, Held. "Preliminary Assessment of the performance of
Hyperion in Coastal waters. Cal/Val activities in Moreton Bay, Queensland, Australia"
Ungar. Overview of EO-1, the First 120 days
Van Niel, McVicar, Campbell, Liang, Kaul, Pearlman, Clancy, Segal. "The Coleambally
Agricultural Component of Hyperion Instrument Validation"
Earth Observing One (EO-1)
CSIRO EOC
http://eo1.gsfc.nasa.gov/
http://www.eoc.csiro.au.
Dott.Vittorio E. Brando
Postdoctoral Scientist
Environmental Remote Sensing Group
CSIRO Land&Water
Canberra
e-mail: [email protected]
42
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
L’influenza dei navigatori di lingua italiana
sulla storiografia australiana
Amedeo Sala
Due naufraghi dalmati, salvati da aborigeni australiani hanno aiutato, a loro
volta, a salvare la lingua indigena. Ricercatori dell’Università dell'Australia
Occidentale hanno ricostruito la storia di una tribù aborigena, ora estinta,
grazie all'opera di un gesuita, Padre Stefano Scurla, scritta in italiano nel
1876 e scoperta a Perth nel 1990.
Per la prima volta si hanno dettagli di uno slang indigeno sviluppatosi nella
zona del Capo Nord-Ovest dell’Australia in seguito a contatti tra i coloni
bianchi e gli Aborigeni della tribù Yinikutira, ora scomparsa. La leggenda
vuole che degli indigeni rimangano solo mucchi di ossa sparse su una
spiaggia.
II dott. Alan Dench, docente in linguistica dell’Università dell’Australia
Occidentale (Perth) attesta, che gli aborigeni Yinikutira furono distrutti da
epidemie di vaiolo e morbillo. Prima della sua scomparsa, la tribù fu il solo
motivo di salvezza di due naufraghi dalmati, che, a loro volta, contribuirono
alla sopravvivenza della storia e della lingua aborigena.
Il 27 ottobre del 1875, il bark Stefano, diretto a Hong Kong, naufragò al
largo del Capo Nord Ovest a circa 900 km da Perth.
Dell'equipaggio di 17 uomini, solo 10 riuscirono a sfuggire ai mari in
tempesta. II calore e l'aridissima terra australiana richiesero un loro ulteriore
tributo: i naufraghi, in cerca di un centro abitato europeo e soprattutto di
cibo ed acqua, seppellirono i compagni morti nel loro cammino lungo la
costa. Un gruppo di aborigeni nomadi salvò i due soli sopravvissuti, benché
si meritassero di essere abbandonati al loro destino, visto che all’epoca, i
bianchi inducevano gli aborigeni in schiavitù per utilizzarli nell'industria
perlifera. I naufraghi trascorsero tre mesi con gli aborigeni prima di essere
ritrovati e rimpatriati.
43
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Ritornati a Ragusa (l’odierna Dubrovnik), riferirono le loro vicissitudini a
Stefano Scurla, un gesuita che pubblicò nel 1876 la loro storia assieme ad
un glossario di parole aborigene imparate durante i sei mesi trascorsi a Capo
Nord-Ovest. L'abate non avrebbe potuto immaginare il valore che il suo
manoscritto avrebbe assunto più di un secolo dopo la sua pubblicazione.
II dott. Dench fu incuriosito dal manoscritto perché dava una descrizione
molto dettagliata delle attività quotidiane degli Yinikutira che vivevano a
Capo Nord Ovest.
II resoconto dello Scurla è molto ricco, e include la descrizione
dell'apparenza fisica e degli ornamenti indossati dagli indigeni descrivendo
anche il loro forte senso d’unità; l'opera dà dettagli dei metodi di caccia, dei
cibi, degli attrezzi, delle armi e dei riti religiosi. II manoscritto di Scurla
annota anche, e per la prima volta, la lingua aborigena in uso "ordinario"
44
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
dando un'idea dei contatti culturali nella regione. Il manoscritto è di
eccezionale valore per la precisione con la quale registra la lingua.
In breve, il valore dell'opera di Scurla per l'antropologia, l’archeologia, la
linguistica e la storia degli indigeni australiani è inestimabile.
Analizzando la lingua trascritta dallo Scurla si scopre che gli aborigeni
parlavano un pidgin (slang) e non una vera e propria lingua aborigena.
Questa lingua franca raccoglieva vocaboli da diverse lingue: per esempio la
parola per "tartaruga" era "tataruga" che pare derivata dall'italiano. Gli
indigeni Ngarluma dei centri di Cossack e Roebourne - dove si era
sviluppata l’industria perlifera - inclusero parole inglesi e dei dialetti del sud
probabilmente introdotti dai galeotti negri importati dall'Isola di Rottnest,
situata di fronte a Fremantle.
La scoperta di un pidgin indigeno è preziosa per la glottologia australiana ed
ha importanti implicazioni per quel poco che si capisce degli altri dialetti in
Australia. La regione del Pilbara (nella penisola del Capo Nord-Ovest) ha
un'alta concentrazione di diversità linguistiche. Ci sono forse 20 lingue,
alcune con quattro o cinque dialetti, oggi poco usate. Quelli che le parlano
ancora sono solo gli anziani, mentre i giovani non le imparano poiché sono
sostituite dall'inglese.
II dott. Dench afferma che le epidemie e le malattie veneree, al giro del
secolo, hanno drasticamente ridotto la fertilità dei negri e quindi il loro
numero. Nella regione di Pilbara, già tra il 1870 e il 1880 non c'erano
bambini con cui giocare, parlare e comunicare e quindi la lingua morì:
semplicemente non c'era a chi trasmetterla.
I linguisti registrano le lingue del Pilbara da tempo, ma di queste, solo
frammenti di storie e canzoni sono sopravvissute, testimoni della
drammatica scomparsa delle lingue.
La scoperta del manoscritto di Padre Scurla è quindi ritenuta come una tra le
più importanti della storiografia australiana.
Quest’influenza dei naviganti di lingua italiana sulla storia d’Australia è
perciò significativa, come lo suggerisce, peraltro, la recente scoperta di una
45
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
lettera (di cui si allega una copia) di un prelato, Monsignor Fioravanti, che,
nel 1720, si avviava da Lisbona a Canton sulla nave austriaca, "Das Haus
Oesterreich", al comando del Capitano Nash. Durante questo viaggio fu
anche scoperta "l'isola" Cloates, oggi conosciuta come Capo Cloates.
Questo prova che un italiano, il Monsignor Fioravanti, aveva avvistato la
Nuova Olanda, in altre parole l’Australia, non solo prima della visita del
Capitano Cook nel 1770, ma ancora prima della sua nascita.
Amedeo Sala, AM
[email protected]
46
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
47
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
48
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Il Protocollo di Kyoto:
la commercializzazione delle quote di emissione
Massimiliano Tani
Lo studio dei cambiamenti climatici è un’area di crescente interesse sia per
le Scienze “esatte” che per quelle “sociali”. Mentre le prime sono più
focalizzate nel capire la natura del fenomeno e se l’attuale fase in cui si
trova il pianeta sia coerente rispetto al passato), le altre si concentrano sulle
principali conseguenze di un clima più elevato.
Tra le scienze sociali, l’Economia trova applicazione per analizzare le
conseguenze dirette di un cambiamento climatico (per esempio se vi
saranno, e quali entità potranno avere, le migrazioni causate
dall’innalzamento del livello del mare o dalla desertificazione di zone per
ora temperate), e anche per misurare l’effetto, ed indirettamente la validità,
di alcune delle soluzioni proposte per ridurre l’Effetto Serra. Come riportato
sul Bollettino di Giugno 2001 (p.37), il protocollo di Kyoto impegna gli
stati sottoscrittori a non superare un certo livello massimo di emissioni di
CO2 entro il 2008-2012, permettendo lo scambio a prezzi di mercato delle
quote di emissioni non utilizzate tramite Emission Credits (EC). Inoltre,
istituisce il Clean Development Mechanism (CMD), un sistema in cui i
Paesi industrializzati possono accedere a EC investendo in “eco-progetti”
attuati nei Paesi in via di sviluppo (PVS).
In uno studio1 della Research School of Pacific and Asian Studies,
dell’Australian National University di Canberra, focalizzato sulla
costruzione di modelli intertemporali di equilibrio globale2 , sono stati
simulati gli effetti dell’introduzione del protocollo di Kyoto sul prodotto
interno lordo (PIL), sul tasso di cambio e sui movimenti e scambi
1
McKibbin, Shackleton and Wilcoxen (1998), Department of Economics, RSPAS WP
no.98/9 (http://coombs.anu.edu.au/~ecopac/wpaper/wpaper.htm).
2
Questi modelli riproducono la struttura economica e gli scambi delle diverse aree in cui il
mondo puo’ essere suddiviso e simulano gli aggiustamenti che portano ad una situazione di
equilibrio generale (ove non vi siano possibilità di arbitraggio tra le diverse aree) usando la
teoria economica.
49
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
internazionali di beni e di capitali dei Paesi firmatari. L’ipotesi di base del
modello è che il cambiamento istituzionale promosso dal protocollo di
Kyoto modifichi l’attuale prezzo relativo delle risorse utilizzate dai vari
paesi nella produzione di energia. Tale variazione di prezzo indurrebbe un
cambiamento nella domanda internazionale delle materie prime usate per la
produzione di energia, a favore di alcuni Paesi e delle imprese ivi
localizzate. Questi Paesi potranno cosi’ attrarre investimenti internazionali
con il conseguente apprezzamento della loro valuta.
Tra le simulazioni effettuate ne emergono tre dai risultati interessanti:
Prima simulazione: tutti gli Stati che hanno firmato il protocollo di Kyoto
rispettano il limite massimo di emissioni ma lo scambio di EC non è
contemplato. Questa situazione consente di stimare i diversi costi di
aggiustamento delle varie regioni in cui il globo è diviso (il modello ne
stabilisce otto3 ) per rispettare il livello massimo di emissioni consentito.
L’impossibilità di scambiare EC tra regioni fa sì che i loro prezzi di scambio
possano variare, e che il costo di abbattimento per tonnellata di emissione
stimato rappresenti un indicatore della disponibilità in ogni regione di fonti
alternative per produrre energia.
Nella simulazione, l’Australia risulta essere la nazione con il più basso costo
di abbattimento per tonnellata di emissione (57 dollari USA) mentre
l’Europa4 è quella con i costi più elevati (252 dollari USA). Minori costi di
abbattimento di emissioni implicano minori costi di aggiustamento per un
dato livello di produzione e quindi incidono di meno nella profittabilità delle
imprese locali, attraendo quindi investimenti dall’estero, e viceversa.
3
Esse sono: gli USA, il Giappone, l’Australia, gli altri paesi membri dell’OCSE (la
maggior parte dei quali sono stati membri dell’Unione Europea), la Cina, l’ex Unione
Sovietica, i Paesi in via di sviluppo esportatori di petrolio, e gli altri Paesi in via di
sviluppo.
4
Nel modello questa regione è chiamata ‘resto dell’OECD’. Dato che gli USA, l’Australia
ed il Giappone sono rappresentanti come regioni indipendenti, i paesi non-europei che
50
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
L’Europa, caratterizzata da elevati costi di aggiustamento, si troverebbe così
nella posizione di esportare capitali, mentre Australia, Paesi in via di
sviluppo (che non hanno obbligo di rispettare un tetto massimo di emissioni
in questa simulazione) e soprattutto Stati Uniti riceverebbero capitali
dall’estero.
L’arrivo di capitali farebbe apprezzare le valute di questi Paesi: il dollaro
americano si apprezzerebbe del 13%, quello australiano del 17% e la
moneta dei Paesi in via di sviluppo del 53% (poichè questi Paesi hanno un
limitato stock di capitale non sarebbero in grado di assorbire un eccessivo
livello di nuovi investimenti). La moneta europea si deprezzerebbe del 26%
e lo yen del 24%, dato che questi Paesi vedrebbero una fuoriuscita di
capitali. Le variazioni nei cambi modificherebbero la direzione del
commercio internazionale, incrementando l’export di beni durevoli
dall’Europa e dal Giappone e diminuendo nel contempo quello proveniente
dagli USA e dai PVS.
La previsione per l’Europa è una diminuzione del PIL, un deprezzamento
dell’euro ed un aumento dell’export. Per l’Australia, è previsto un PIL in
crescita, un apprezzamento della valuta e l’afflusso di capitali esteri.
Seconda simulazione: come la precedente ma le regioni possono trattare EC
a prezzi di mercato. Queste condizioni fanno sì che i Paesi in cui il costo di
abbattimento per tonnellata di emissioni è minore, siano incentivati a ridurre
emissioni e vendere EC. Il discorso opposto vale per i Paesi con alti costi di
abbattimento. Quindi, lo scambio di EC tra regioni porterebbe alla
determinazione di un prezzo unico internazionale. In questa simulazione, il
modello prevede che la Confederazione Russa e gli stati dell’Europa
dell’Est non utilizzino completamente la quota di emissioni prevista e
diventino “venditori” di EC (per circa 41 miliardi di dollari USA nel 2020),
mentre che Europa, Stati Uniti e Giappone ne siano compratori. L’acquisto
di EC consentirebbe all’Europa ed al Giappone di ridurre il costo di
appartengono a tale regione sono il Canada e la Nuova Zelanda, il cui peso nella domanda
51
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
abbattimento per tonnellata di emissioni del 76% ed 81% rispettivamente
rispetto alla simulazione precedente. L’alta domanda di EC dall’Europa e
dal Giappone, inoltre, fa sì che il prezzo di mercato degli EC raggiunga i 77
dollari USA.
A tale prezzo, gli USA troverebbero più conveniente vendere EC e
sarebbero indotti a ridurre il proprio livello di emissioni. I minori costi di
abbattimento di emissioni, dovuti alla compravendita internazionale di EC,
generano quindi minori differenze nella profittabilità delle imprese nelle
varie regioni e minori movimenti internazionali di capitale. L’Europa
continuerebbe ad esportare capitale e ad avere una valuta in deprezzamento,
anche se in misura ridotta di circa il 50% rispetto al caso precedente.
Terza simulazione: come la precedente ma anche i Paesi in Via di Sviluppo
vengono inclusi nel protocollo di Kyoto. In questo caso, i Paesi firmatari del
protocollo di Kyoto possono acquistare direttamente EC dai paesi in via di
sviluppo. L’inclusione dei PVS aumenta l’offerta di EC e ne riduce il prezzo
di mercato. I paesi “venditori” di EC continuerebbero ad essere gli Stati
della Confederazione Russa e dell’Est Europa ma in aggiunta vi sarebbero la
Cina e gli altri PVS.
Il commercio internazionale di EC permetterebbe ai Paesi membri
dell’OCSE di conseguire minori costi di abbattimento di emissioni (tra il
78% ed il 94%), ed avrebbe un impatto decisamente meno negativo sulla
profittabilità delle imprese localizzate all’interno dell’OCSE e sulla
fuoriuscita di capitale.
Rispetto alla prima simulazione, i costi di aggiustamento nell’OCSE
verrebbero ridotti del 90%, con evidenti vantaggi per Europa, Australia,
Giappone e Stati Uniti. In questa simulazione, i “perdenti” sono i PVS in
quanto riceverebbero meno afflussi di capitale dall’estero. Di conseguenza
la valuta dei PVS non si apprezzerebbe in modo significativo e ciò avrebbe
globale di energia è solo una frazione di quella degli altri paesi inclusi in tale regione.
52
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
implicazioni negative sull’attuale livello di debito estero di questi Paesi, che
non verrebbe ridotto più da un tasso di cambio più elevato.
Sebbene queste simulazioni vadano interpretate in quanto tali (dato che
includono necessariamente un gran numero di assunzioni sulla struttura
economica delle varie regioni e sulle loro relazioni economiche), producono
tuttavia risultati inaspettati.
Infatti, è quasi impensabile che l’estensione del protocollo di Kyoto ai PVS
possa dare un enorme vantaggio ai Paesi sviluppati. Questa conclusione
fornisce una chiave di lettura aggiuntiva alla mancata ratifica del protocollo
da parte di alcuni Paesi inizialmente firmatari.
http://coombs.anu.edu.au/
www.anu.edu.au
Dott. Massimiliano Tani
Associate Lecturer
Research School of Social Science
Faculty of Economics
Australian National University
e-mail: [email protected]
53
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
54
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Lintek e la “Vacuum Metalliser Technology”.
Un’innovazione nella produzione di circuiti stampati per
l’industria elettronica
Aurelio E. Frammartino
Premessa
Il terzo millennio nasce sotto l’auspicio dell’essere sempre più innovativi,
aumentando la frequenza degli eventi e diminuendo sempre più le
dimensioni degli apparati che sono a noi sempre più familiari, quali il
computer, il telefonino gli utensili domestici etc. Nello stesso tempo, si
tende ad integrare e a rendere più affidabili i sistemi elettronici nei settori
oggi ritenuti prioritari quali quello dell’automotive, della demotica,
dell’automazione di fabbrica etc.
Questa necessità non è del tutto nuova, infatti nel 1986 un gruppo di Italo
Australiani in Canberra formarono un’azienda chiamata “Lintek P/L” e
decisero di dare inizio ad una attività di ricerca finalizzata ad un sistema
innovativo che desse la possibilità di realizzare Circuiti Stampati (PWB) più
accurati, con maggiore densità d’integrazione, di facile costruzione,
riducendo l’uso di prodotti chimici tossici e nocivi per la salute del tecnico
lavoratore e nel rispetto dell’ambiente.
Le spinte del mercato imponevano una maggiore integrazione di piste
metalliche nei Circuiti Stampati, misurati in mils, a tal punto che ci si
confrontava con quelli dei microchip misurati in sub-microns. Le piste
metalliche di dimensioni sempre più ridotte e sempre più affidabili, che
facilitano la maggiore capacità di memoria e di tuning dei circuiti elettrici,
sono stati elementi considerati ad alta priorità per l’industria elettronica. A
tali elementi si aggiungeva anche la capacità di migliorare la resa finale del
circuito stampato utilizzando un processo di fabbricazione più pratico.
55
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Lintek, dopo la fase di ricerca durata circa 15 anni, è progressivamente
riuscita a finalizzare una nuova tecnologia chiamata “Vacuum Metalliser
Technology”che usa una macchina interamente progettata e realizzata “in
azienda” che permette, sotto vuoto, una deposizione sottilissima di rame
puro su tutta la superficie di laminati gia perforati di dimensioni fino a 18” x
24” (457mm x 610mm). Lo spessore del rame può essere controllato
accuratamente e varia da 0.1 microns a 3.0 microns. Il rame viene così
depositato sulla superfice e nei fori, in una sola operazione, eliminando sia
la electroless (deposizione convenzionalmente usata dal resto dell’industria)
che l’overetch (comunemente presente per chi invece è costretto a lavorare,
all’inizio del processo, con board che hanno rame con spessori molto
maggiori).
Il processo tecnologico usato dalla Lintek per realizzare i circuiti stampati è
qui di seguito riportato.
Il Processo tecnologico
The automatic Horizontal In-Line Vacuum Metalliser is the heart of the
Lintek process. This equipment enables the coating in high vacuum of a
pure copper layer on both sides of bare drilled laminate panels of up to 18”x
24” (610 x 457 mm) in size. The coating thickness can be accurately
controlled from 0.1 to 3.0 microns. The process speed can also be varied
depending on via hole diameter and substrate thickness. Thick panels with
small holes take longer to coat than thin panels with small holes.
The metalliser was designed with a bypass conveyor so that if continuous 24
hour, 7 day per week production is required, two metallisers can be placed
in series. This doubles throughput and enables one machine to be serviced
while the other remains on line. Panels enter the machine/s main coating
chamber via an airlock at 90 degrees to the conveyor. In the main chamber
the first side of the panel is coated in a raster scan mode on the way in,
56
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
flipped over and the second side coated on the way back to the airlock. A
new panel waiting in the airlock enters the main chamber and the coated
panel moves back onto the conveyor and typically moves down the line to
dry film lamination.
Start up from cold to ready for processing is typically 15 minutes. Reliable
turbo-molecular vacuum pumps are used to achieve and maintain the high
vacuum environments required in the airlock and main chambers. When a
metalliser is taken off line for service, high vacuum is vented to atmosphere
and the machine is opened in typically 2 minutes.
Total consumables cost for volume production is typically 10 US cents per
square foot. (A total of 30 US cents to coat an 18”x 24” (610 x 457 mm)
panel on both sides).
A
Photo of Metalliser showing bypass
conveyor to the left, control panel
and airlock in the centre and main
chamber to the right.
B
Arrangement plan showing
two metallisers in series for
continuous
operation and
double throughput.
57
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Confronto con il tradizionale processo tecnologico
The major advantage of the Lintek ‘in line’ vacuum metallisation process is
the ability to provide a thin pure (0.1 to 3.0 micron) layer of copper on large
bare drilled substrate panels.
This enables the manufacture of High Density Interconnects (HDI) down to
10 micron track and space with high accuracy using commercially available
imaging equipment.
A cross sectional representation of these densities is shown below:
(scale = two microns per division)
IDEAL VERY HIGH
DENSITY CROSS SECTION
*10 micron track and space +/- 0.5
micron accuracy.
*10 micron copper thickness.
*Straight side walls.
*High yield >90%.
LINTEK PATTERN PLATING
PROCESS
*Etch all ½ oz low profile copper
off laminate.
*Vacuum deposit 0.5 micron
copper base layer.
*Apply liquid photo-resist 10
microns thick.
*Image
resist
using
Laser
Projection Imaging (LPI), (add 0.5
micron etch factor).
*Develop resist.
*Pattern plate copper to 10
microns thick.
* Strip resist and micro-etch 0.5
micron all over.
*Main limitations to higher density
is film, imaging and clean
environment.
58
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
The next Table compares an “ideal” cross section of 50 micron track and
space with:
a) conventional Panel Plating,
b) b) conventional Pattern Plating, and c) Lintek Pattern Plating using 1
micron Vacuum Metallised copper.
(scale = 10 microns per division)
IDEAL HIGH DENSITY
MICRO-SECTION
*50 micron track and space, 35
micron Cu thickness.
*Straight side walls.
*No etch resist required.
*Standard ½ oz laminate.
*>90% yield.
CONVENTIONAL
PANEL
PLATING
*De-bur holes, apply electroless
copper.
*25 micron panel plating on ¼ oz
(10 micron) base copper. Total
thickness = 35 microns.
*Liquid photo resist with etch
factor added, image, develop,
special etch.
*Poor yield <50% due to
difficulty of etch getting into
dense spaces.
*Dense areas have bridging, open
areas are over etched resulting in
thin tracks and open circuits.
*No way to improve yields
unless thinner copper plating is
allowed.
CONVENTIONAL PATTERN
PLATING
*De-bur holes, apply electroless
copper.
*Laminate 38 micron dry film on
59
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
¼ oz (10 micron) base copper,
image, develop.
*Electroplate 25 micron pattern
on 10 micron base to a total of 35
microns.
*Plate etch resist (tin) and strip
film.
*Etch away 10 micron base
layer, strip etch resist.
*Better yields than for panel
plate method (>50%) but
adequate etching in high density
areas to reduce short circuits
results in over etching the open
areas.
*Only way to improve yields and
accuracy is to ‘thin’ the base
layer (difficult) or use laminate
with thinner copper cladding
(expensive).
LINTEK PATTERN
PLATING
*Etch all ½ oz copper off drilled
laminate.
*Vacuum deposit typ’ 1/20 oz (1
micron) base layer.
*Laminate 38 micron dry film on
the 1 micron base copper, image,
develop.
*Electroplate 35 micron copper
pattern on 1 micron base (No
etch resist required).
*Strip dry film and do fast
microetch to take 1
micron off all.
*Accurate track / space in Hi
density and open areas.
*High yield, >90%, ½ price of
electroless copper, can use
cheaper ½ oz copper clad
laminate
60
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Conclusioni
Attualmente l’azienda ha un fatturato di circa 9 miliardi all’anno con 40
impiegati ed una lunga serie di brevetti relativi alla sua Tecnologia. Lintek,
pur costruendo Circuiti per uso comune, si è specializzata nel progettare e
realizzare Circuiti Stampati per le alte frequenze (fino a 42 Ghz) come board
in PTFE (teflon) ad alta precisione. Grazie a questa nuova tecnologia,
Lintek ricopre un’area di mercato costituita dai paesi più industrializzati del
mondo come l’Inghilterra, gli USA, la Cina, Singapore, la Nuova Zelanda.
Il maggiore vantaggio di questo nuovo processo tecnologico è la possibiltà
di realizzare circuiti stampati con un’alta densità di piste metalliche (High
Density Interconnect –HDI), con spessori e spazi di 10 microns assicurando
non solo un’eccellente precisione ma sopratutto un’alta produzione di serie
usando tecniche, macchine e prodotti fotografici comunemente usati.
Aurelio E. Frammartino
Direttore LINTEK
[email protected]
www.lintek.com.au
61
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
62
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
“An Agenda for the Knowledge Nation”:
Il programma pre-elettorale dei Laburisti per incentivare
l’istruzione e la ricerca
Nicola Sasanelli
In pieno clima pre-elettorale, la propaganda del Partito Laburista,
attualmente all’opposizione, differisce profondamente per contenuti da
quella del partito di governo. Infatti, nel programma politico dei Laburisti
giocano un ruolo centrale la formazione di base, l’istruzione universitaria, i
centri di ricerca eccellenza e la ricerca di base.
Negli ultimi anni, la spesa per la ricerca in Australia ha subito notevoli tagli
e i finanziamenti sono stati, per più del 50%, reperiti dal settore privato.
Quindi solo piccoli spazi sono stati riservati alla ricerca di base che si è
orientata verso aree commercialmente non attraenti anche se vitali per
l’interesse nazionale.
L’attuale Governo Howard, attraverso il programma “Backing Australa’s
Ability”, presentato lo scorso 29 gennaio a Sydney, prevede di recuperare
tale situazione nei prossimi cinque anni. Infatti, l’obiettivo del nuovo
programma è quello di stimolare l’impresa privata a finanziare la propria
attività ricerca mediante un nuovo incentivo di defiscalizzazione per le
spese sostenute in R&D. La legge (The Taxation Laws Amendement
(Research and Development) Bill 2001) è attualmente dibattuta in
Parlamento.
All’inizio dello scorso mese di luglio, il leader dell’opposizione Kim
Beazley, ha presentato il rapporto “An Agenda for the Knowledge Nation”,
in cui il “Sistema della Conoscenza”, ovvero istruzione di base, formazione
universitaria e di eccellenza e ricerca, è visto in un unico quadro strategico
per il futuro della Nazione.
Questo documento si basa sull’analisi svolta all’interno del precedente
rapporto “The Comparative Performance of Australia as Knowledge
63
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Nation” commissionato dal Chifley Research Centre di Canberra e
realizzato da Mark Considine dell’Università di Melbourne, dal Prof. Simon
Marginson del Monash Centre for Research in International Education e dal
Prof Peter Sheehan del Centre for Strategic Economic Studies della Victoria
University. In questo rapporto, pubblicato lo scorso maggio, veniva
analizzata la performance australiana e il suo potenziale di sviluppo
economico e sociale, utilizzando gli indicatori chiave dell’istruzione, della
ricerca, dell’informazione e delle tecnologie di comunicazione. Questi
indicatori venivano successivamente confrontati con gli equivalenti di altri
paesi ad economia avanzata del Nord America, dell’Europa e dell’Asia
dell’Est. Tale analisi concludeva che l’Australia risulta essere indietro
rispetto a molti paesi dell’OECD per gli investimenti nella “Conoscenza”,
con un rapporto tra gli investimenti nella “conoscenza” e gli investimenti
“tradizionali”
(ovvero
costruzioni,
industria
manifatturiera
etc.)
caratterizzato da un andamento decrescente. Infatti, nel 1998 l’Australia ha
investito in “Conoscenza” solo il 6.15% del PIL, valore basso se confrontato
sia con gli USA che hanno investito l’8.73 % che con altri undici Paesi
OECD che hanno speso in media circa l’8.22 %.
La maggiore debolezza della politica Australiana manifestata negli ultimi
anni rispetto alla “new economy”, è stata la continua diminuzione, dal 1995
ad oggi, della spesa pubblica per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e le
tecnologie dell’informazione. Elemento importante, se confrontato con i dati
degli altri Paesi dell’OECD, la cui spesa, in tali settori si è mantenuta in
crescita costante.
La spesa pubblica per la ricerca ovviamente influenza quella privata. Infatti,
la spesa in ricerca e sviluppo nel settore privato (Business Expenditure on
Research and Development, BERD) ha continuato il suo lento declino
rispetto al picco raggiunto nel 95-96, prima che la tassa di concessione su
R&D venisse ridotta al 125%.
64
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
I dati divulgati dall’Australian Bureau of Statistics per gli anni 1999-2000
mostrano che il BERD è risultato inferiore del 3% rispetto ai livelli del ‘98‘99 e inoltre il BERD, calcolato come percentuale del GDP (corrispondente
al PIL), è arrivato al valore di 0.64%.
Il rapporto BERD/GDP in Australia rimane tra i più bassi tra le nazioni
OECD (vedi tabella seguente) e, inoltre, tra questi Paesi l’Australia è l’unica
a mostrare un trend decrescente di questo rapporto nell’arco degli ultimi
quattro anni, dal 1995-96 al 1999-2000.
Rapporto BERD/PIL dei Paesi più industrializzati
Paesi
1997/98 (%)
1998/1999 (%)
1999/2000 (%)
Finlandia
Giappone
1.79
2.09
1.94
2.17
2.18
2.15
USA
Corea
1.91
1.95
1.94
1.79
2.00
1.76
Germania
1.54
1.57
1.69
Francia
Regno Unito
1.39
1.20
1.36
1.20
1.37
1.27
Danimarca
Olanda
1.19
1.11
1.32
1.06
1.25
1.13
Islanda
0.75
0.75
1.08
Canada
Rep. Ceca
1.01
0.73
1.03
0.82
0.99
0.81
Australia
Italia
0.75
0.52
0.68
0.55
0.64
0.56
Spagna
Polonia
0.40
0.28
0.47
0.30
0.46
0.31
Ungheria
0.30
0.26
0.28
Fonte: Australian Bureau of Statistic catalogo 8104, 1999-2000
65
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Una riduzione sostanziale del BERD si è verificata nel settore minerario, in
cui la spesa per R&D è passata da 478 milioni a 273 milioni di AU$ (una
diminuzione del 43%) e, in cui, la spesa nel settore delle risorse umane è
diminuita del 23%.
La spesa in R&D nel settore manifatturiero è rimasta per lo più la stessa,
essendo diminuita solo del 7% rispetto allo scorso anno, e la spesa in tutti
gli altri settori industriali è aumentata del 12%.
Il settore industriale che ha incrementato la spesa per R&D è stato quello dei
servizi: in particolare quello finanziario e assicurativo (con un aumento del
56%), quello dei centri di ricerca applicata (un aumento del 30%) e quello
dell’immobiliare (con un aumento del 18 %).
Lo Stato del Western Australia è stato maggiormente colpito dal crollo della
spesa del settore minerario, con una diminuzione della spesa di 98 milioni di
AU$ nel 99-00 rispetto all’anno precedente. Nello Stato del Victoria, la
spesa per R&D è aumentata di 36 milioni di AU$ e di 27 milioni di AU$ nel
New South Wales.
Il 34% della spesa totale per R&D è stata promossa dalle grandi imprese,
con più di 1000 dipendenti, mentre le aziende con meno di 10 dipendenti
hanno contato per solo il 5% della spesa complessiva. Mediamente, dunque,
le grandi aziende hanno speso circa 10 milioni di AU$ per R&D procapite
mentre le piccole aziende hanno speso circa 194 mila AU$ procapite.
I settori in cui maggiormente si è speso in R&D sono stati:
•
computer software con 542 milioni AU$ (pari al 13%);
•
tecnologie della comunicazione con 356 milioni (9%);
•
manufacturing engineering con 346 milioni (9%);
•
automotive con 324 milioni (8%);
•
sistemi informativi con 264 milioni (7%);
•
scienze mediche e sanità con 253 milioni (6%).
66
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Un altro indicatore preoccupante della perdita in competitività dell’industria
australiana è l’esportazione di prodotti finiti, che cresciuta rapidamente nei
periodi 1985-1986 e 1995-1996, è successivamente diminuita bruscamente
dal 1996 ad oggi, passando da un tasso di crescita del 21.6% al 9.3% per
anno. Tale situazione ha coinciso con una crescita delle importazioni nel
settore, che ha portato nel 1999-2000 ad un deficit di circa 30 miliardi di
AU$.
Il rapporto presentato dai Laburisti introduce specifiche raccomandazioni
per invertire l’attuale tendenza di spesa per la ricerca ed assicurare un
rafforzamento dell’istruzione e della ricerca di base, delle materie letterarie,
delle scienze sociali e delle arti creative. All’interno del rapporto si
individuano, inoltre, delle aree tematiche strategiche per lo sviluppo del
Paese nelle quali il prossimo governo dovrà investire particolarmente:
tecnologie dell’informazione e della comunicazione, biotecnologie,
ambiente, istruzione on-line e salute.
In termini economici, il target specifico del programma delineato dalla
“Knowledge Nation”, è di raddoppiare l’attuale spesa annuale per la R&D
entro il 2010, in particolare aumentando lo staff universitario e i fondi
pubblici per le università.
Il Partito Laburista è dunque orientato a riportare le università a svolgere un
ruolo centrale nella creazione, mantenimento, e disseminazione della
“conoscenza”, ritenendole fondamentali per uno sviluppo sociale ed
economico della Nazione.
Tuttavia, il rapporto non è un vero e proprio programma politico, ma è
un’agenda che contiene stimoli per un dibattito sul ruolo della ricerca di
base ed in particolare delle università.
Ing. Nicola Sasanelli
67
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
68
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Bollettino della Comunita’
Scientifica in Australasia
Settembre 2001
Viaggio nel mondo accademico e della
ricerca del territorio dell’Australasia
A cura di Alessandra Iero
69
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
70
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
CSIRO
Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation
Il principale Ente di ricerca pubblico in Australia è il CSIRO (Commonwealth
Scientific and Industrial Research Organisation). Il CSIRO, istituito nel 1926, ha lo
scopo di fornire alla comunità australiana risultati i cui benefici si possano vedere
in industria, economia, ambiente e possano sostenere gli obiettivi internazionali
della nazione. I principali settori di attività del CSIRO, agribusiness, ambiente e
risorse naturali, information technology, infrastrutture e servizi, ricerche minerarie
ed energetiche sono tali da far sì che l’attività delle 21 Divisioni coprano piu’ di un
settore (tranne nel caso dell’Australia Telescope National Facility che svolge
attività di ricerca solo nel settore della Radioastronomia). In tal modo, i team che
svolgono le attività di ricerca sono spesso costituiti da personale di piu’ di una
divisione.
I laboratori del CSIRO sono distribuiti in oltre 65 siti in Australia e impiegano
circa 65000 persone; nel corso dell’anno 98-99 il budget dell’Ente era cosi
suddiviso:
•
33% al settore dell’agribusiness (comprendente le Divisioni: “Meat, Diary
& Aquacolture”, “Field Crops”, “Textile”, “Clothing & Footwear”, “Food
Processing”, “Forestry, Wood & Paper Industry”, Horticulture”);
•
19.7% al settore ambiente e risorse naturali (“Land & Water”, “Marine”,
“Biodiversity”, “Climate & Atmosphere”);
•
16.7% al settore minerario ed energetico (“Mineral Processing & Metal
Production”, “Mineral Exploration & Mining”, “Energy”, “Petroleum”);
•
15.5% alla produzione industriale (“Integrated Manufactured Products”,
“Pharmaceuticals & Human Health”, “Chemicals & Plastic”);
•
15.1 al settore dell’Information Technology, infrastrutture e servizi (“Built
Environment”, Information Technology & Telecommunication”, “Radio
Astronomy”, “Measurement Standard”, “Services”).
Inoltre, il CSIRO stimola e costituisce accordi commerciali con molte altre
organizzazioni nazionali, sia private che pubbliche per ricerche in collaborazione,
contratti di ricerca, licenze commerciali e servizi di consulenze ed è il principale
finanziatore del programma CRC (Cooperative Research Centres).
71
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Il budget del 2001 del CSIRO è stato di 750 milioni di dollari australiani (circa 880
miliardi di lire), di cui circa 450 originatisi da fondi del Commonwealth e circa 300
dal settore privato.
Le attività internazionali del CSIRO possono essere raggruppate in tre categorie:
•
Collaborazioni scientifiche che rafforzano la base strategica di ricerca del
CSIRO: in particolare con altri Paesi ad economia avanzata, come USA,
Giappone, Europa;
•
Collaborazioni commerciali su base di condivisione del rischio
dell’investimento, condivisione dei costi, condivisione dei benefici, su
tematiche particolarmente significative, come materiali per i velivoli,
batterie per i veicoli, sistemi di imballaggio per le preservazione del cibo,
esplorazioni petrolifere ecc;
•
Collaborazioni di ricerca/consulenze in un quadro di trasferimento
tecnologico sotto forma di proprietà intellettuale al cliente: tipicamente nel
settore della new-economy e nella fase di spin-off.
In generale, circa un terzo delle attività internazionali del CSIRO viene svolta con
USA (27%) e Giappone, un terzo con i Paesi Europei, e il rimanente terzo con i
Paesi del sudest asiatico, inclusa la Cina. Il CSIRO ha numerosi Memorandum of
Understanding con organizzazioni di altri Paesi. In particolare, con il CNR, il
MOU prevede l’allocazione di 20.000 dollari australiani all’anno, per i progetti di
collaborazione. Dal 1991, anno in cui il MOU tra CNR e CSIRO è stato avviato,
sono stati finanziati 18 progetti. Le aree di principale collaborazione sono state:
agribusiness, ambiente e risorse naturali, radioastronomia, produzione industria le e
costruzione.
Attualmente, all’interno dell’accordo recentemente rinnovato, per gli anni 20012003, sono stati finanziati i seguenti sei progetti:
Molecular Approaches to Grapevine Improvement:
Dr Mark Thomas
Dr ssa Ivana Gribaudo
Plant Industry
CS per il Miglioramento Genetico
e la Biologia della Vite (CVT) –
[email protected]
CNR
Via Leonardo da Vinci, 44
10095 Grugliasco (To)
[email protected]
72
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Radio Astronomy Studies of Galactic and Extragalactic Objects:
Prof R Ekers
Dr ssa Lucia Padrielli
Australian Telescope
Ist di Radioastronomia – CNR
National Facility (ATNF)
Via P Gobetti, 101
40129 Bologna
[email protected]
[email protected]
Durability, mechanical Properties & Characterisation of New Engineering
Ceramic Composites:
Richard Hannink
Dr Goffredo de Portu
Manufacturing Science
Ist di Ricerche Tecnologiche per
& Technology
la Ceramica (IRTEC) – CNR
Via Granarolo, 64
[email protected]
48018 Faenza
[email protected]
Marine Microalgae: Biomass and Bioactive Molecule Production for
Biotechnology & Aquaculture Applications:
Dr Susan Blackburn
Prof Mario Tredici
Marine Research
CS dei Microrganismi Autotrofi–
CNR
[email protected]
P.le delle Cascine, 27
50144 Firenze
[email protected]
In Situ Remediation of Tetrachloroethene (PCE) Contaminated
Groundwater Using a Polymer Mat Delivery Systemy:
Dr Bradley Patterson
Dr Valter Tandoi
Land and Water
Ist di Ricerca sulle Acque (IRSA)
– CNR
[email protected]
Via Reno,1
00198 Roma
[email protected]
73
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Clay-Based Wastes & Clays Modified with Benign Organic Wastes
as Resources for Environmental & Agricultural Uses:
Dr G.Jock Churchman and Mr Will Giuseppe
Ristori
&
Luigi
Gates
D'Acqui
Land and Water
Istituto per la Genesi e l'Ecologia
del Suolo - CNR
[email protected]
P le delle Cascine, 28
50144 Firenze
[email protected]
In questo numero del Bollettino ci soffermiamo, in particolare, sulla struttura e
sulle attività di ricerca di una delle 21 Divisioni del CSIRO: Land and Water.
L’attività di Land and Water è focalizzata sulle tematiche ecologiche, economiche
e sociali al fine di supportare uno sviluppo sostenibile del territorio (acqua e terra)
australiano, attraverso un’attività di ricerca rigorosa sui processi che coinvolgono
l’acqua, il territorio e l’atmosfera.
Le attività di ricerca di Land and Water mirano alla soluzione dei problemi a larga
scala presenti sul territorio australiano, come la salinizzazione dei bacini,
l’eutrofizzazione, l’acidità del suolo.
CSIRO Land and Water è strategicamente collegato con le unità di politica
ambientale locale, statale e federale, con l’agribusiness, con i settori industriali
connessi con lo sviluppo urbano, lo sfruttamento dell’acqua e delle miniere, le
industrie manifatturiere e i gruppi di gestione dell’ambiente collegati con la
comunità.
Land and Water ha uno staff di 520 persone e un budget annuale di circa 52 milioni
di dollari australiani (oltre 60 miliardi di lire), un terzo del quale proviene da
finanziamenti del settore privato; la divisione vanta, inoltre, attività all’interno di
12 CRC (Cooperative Research Centre) (principalmente CRC for freshwater
ecology, for catchment idrology, for coastal zone, for rice development) e
collaborazioni con università, industrie e società private. La staff del CSIRO Land
and Water è distribuito nelle città di Canberra, Perth, Adelaide, Griffith, Albury,
Brisbane, Atherton e Townsville.
L’attività di ricerca di Land and Water è centrata sulla comprensione dei sistemi a
scala territoriale e sullo sviluppo di modelli per il miglioramento dell’efficienza
nell’utilizzo dell’acqua per irrigazione, per i problemi connessi con l’aridità del
suolo e la salinizzazione dei corsi d’acqua e riabilitazione di aree ad alta salinità,
74
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
per le interazioni terra/atmosfera e ciclo del carbonio, per il comportamento dei
contaminanti nei comparti ambientali, per lo studio degli impatti socio-economici
della gestione dell’ambie nte, attraverso gruppi di ricerca multidisciplinari.
Come in tutte le altre divisioni CSIRO, il personale afferente a ciascun gruppo di
ricerca, collabora in realtà su molti progetti della divisione, al fine di assicurare un
approccio multidisciplinare.
L’attività di ricerca viene svolta attraverso cinque programmi:
All’interno del “Remediation of contaminated environment” si trovano 5 gruppi
di ricerca, che si occupano rispettivamente di materiali e tecnologie per la
protezione e la riabilitazione dell’ambiente, dell’interazione tra contaminanti e
recupero dei siti contaminati, di valutazione e recupero di acque sotterranee e suolo
inquinati da composti organici e rifiuti, di analisi spettroscopiche, di processi
microbiologici di utilizzo per il settore industriale e nell’ambiente. Le tematiche
prioritarie all’interno di questa gruppo do ricerca riguardano la gestione della
contaminazione e dunque le limitazioni connesse con l’abilità a valutarne il rischio,
a determinarne i tempi e i modi per il recupero e ad una migliore comprensione dei
meccanismi che guidano la società nei processi di recupero di questi siti, al fine di
proteggere la salute umana e l’ambiente.
La finalità del gruppo “Sustainable agriculture” è quella di identificare, testare e
sviluppare le pratiche di gestione del suolo e dell’acqua tali da portare a un sistema
di produzione sostenibile per l’agricoltura e l’orticoltura in Australia. In
particolare, si vogliono identificare e introdurre quei sistemi che maggiormente si
adattano alle condizioni climatiche e che non portano alla degradazione del suolo e
delle risorse idriche. Tali attività vengono svolte da 7 gruppi di ricerca: materia
organica nel suolo e nell’acqua; gestione delle risorse biologiche nel suolo; chimica
e tossicologia ambientale; gestione delle risorse per un’agricoltura ad irrigazione
sostenibile; unità di politica ed economia; processi nel suolo e nell’acqua in
ambienti ad alto contenuto di solfato acido, salino e sodico.
All’interno della divisione, il programma “Sustainable catchment and
groundwater management”, è il piu’ vasto, con attività di ricerca indirizzata a
considerare le interazioni tra le acque sotterranee, il runoff, la topografia, il suolo,
la copertura del terreno e il clima in scale da sotto-bacini a regionali, al fine di
75
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
valutare e predire l’impatto di soluti e inquinanti presenti nelle acque e nei
sedimenti, dovuti all’utilizzo e alla gestione dei bacini. Le attività di questa
divisione si articolano attrverso 8 gruppi di ricerca: modelli integrati dei bacini;
dinamiche delle acque sotterranee e risposta dei bacini; processi di salinizzazione e
loro gestione; acque sotterranee e interazioni ecosistemiche; processi idroclimatici
e impatti; idrodinamica dei bacini, recupero dell’acqua dagli impianti di
trattamento, e il centro di ricerca australiano per l’acqua nella società (ARCWIS).
Al fine di meglio gestire l’ambiente tropicale presente nel Nord dell’Australia, il
programma “Tropical Land and Water Management” svolge attività di ricerca
finalizzata a comprendere i processi che governano il movimento dell’acqua e dei
nutrienti nell’ambiente tropicale, spaziando da una scala puntiforme a quella di
bacino, per sviluppare delle linee guida per la gestione con forti basi scientifiche;
per determinare il valore dei beni e dei servizi offerti alla società dagli ambienti
tropicali al fine di assistere nella valutazione delle opzioni dello sviluppo
territoriale, del suo impatto e del suo ritorno socio-economico.
I due gruppi di ricerca della divisione, gestione e uso sostenibile del suolo e
dell’acqua nei tropici e gestione sostenibile delle foreste tropicali, articolano la loro
attività di ricerca in sei principali aree tematiche: risposta dei bacini all’utilizzo del
suolo; industria dell’allevamento; industria di produzione dello zucchero;
irrigazione; sistemi di orticoltura; foreste tropicali.
Il programma “Waterway management and Landscape Function” si occupa di
attività di ricerca finalizzata a migliorare la gestione del territorio e delle risorse
idriche australiane. Piu’ specificamente, la divisione mira alla gestione dei regimi
idrici bilanciando le necessità ambientali e la domanda antropica, con un approccio
basato sulla valutazione del rischio per la gestione del territorio e dei corsi d’acqua,
mira a sviluppare le abilità a prevedere e ad adattarsi ai cambiamenti ambientali, ad
una migliore comprensione dei collegamenti tra le funzioni ecosistemiche di terra e
acqua. Questi obiettivi vengono perseguiti con l’attività di ricerca svolta da 8
gruppi di ricerca: idrologia ambientale, interazioni terra/atmosfera, telerilevamento
ambientale, processi spaziali in ambienti complessi, modelli di sistemi acquatici,
ecologia fluviale, storage ecology and management, valutazioni quantitative del
territorio.
76
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Il CSIRO Land and Water vanta all’interno del suo staff numerosi ricercatori non
australiani, e soprattutto europei. Benchè esista un Memorandum of Understanding
tra il CSIRO e il CNR, al fine collabborare su aree di ricerca comuni, la maggior
parte di stranieri che arrivano a Land and Water per svolgere parte dell’attività di
ricerca durante il Master o il Dottorato o durante un periodo sabbatico, sono dovuti
a contatti personali che intercorrono tra i ricercatori. Un piccolo budget di Land
and Water è, inoltre, allocato per borse di studio per stranieri che possono
accedervi tramite alcuni programmi di ricerca.
È necessario ringraziare il Dr Peter Martin e Ms Jackie Wraight del CSIRO
Government Business and International, e il dr Graheme Harris, Capodivisione di
Land and Water, per il tempo e l’aiuto dedicato a questa presentazione del CSIRO.
www.csiro.au
www.clw.csiro.au
77
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
CSIRO
Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation
The main corporate research body in Australia is CSIRO (Commonwealth
Scientific and Industrial Research Organisation). CSIRO, founded in 1926,
provides solutions that can benefit the Australian industry, the economy, and the
environment and supports the international objectives of the nation.
The principal sectors of activity for CSIRO are agribusiness, environment, natural
resources, information technology, infrastructures and services, mineral exploration
and energy. It has 21 research divisions to cover a number of sectors, with each
Division usually undertaking research in more than one sector at any one time
(except for the Australia Telescope National Facility which only undertakes
research in the Radioastronomy sector). As a consequence the research teams are
often constituted of personnel from a number of divisions.
The 6,500 CSIRO staff are located in 65 sites across Australia, 2 overseas
laboratories and 8 other international locations.
The allocation of the 98-99 budget was as follows:
•
33% to the sector of agribusiness ("Meat, Diary & Aquaculture", "Field
Crops", "Textile", "Clothing & Footwear", "Food Processing", "Forestry,
Wood & Paper Industry”," Horticulture");
•
19.7% to environment and natural resources (“Land & Water", "Marine",
"Biodiversity", Climate & Atmosphere");
•
16.7% to exploration and energy (“Mineral Processing & Metal
Production", "Mineral Exploration & Mining", "Energy", "Petroleum");
•
15.5% to industrial production (“Integrated Manufactured Products",
"Pharmaceutical & Human Health", "Chemicals & Plastics");
•
15.1% to Information Technology, infrastructures and services
("Environment" Information Technology & Telecommunication",
"Astronomy Radio", "Measurement Standard" and "Services").
In addition, CSIRO encourages and establishes commercial joint research
agreements with several, private and public organisations, commercial licenses and
78
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
consulting services and is the one of the main contributors to the Cooperative
Research Centres program (CRC).
The CSIRO 2001 budget totalled 750 million Australian dollars (around 880 billion
lira), of which some 450 million come from the Commonwealth and 300 million
from the private sector.
The international activities of the CSIRO could be grouped in following three
categories:
•
Scientific collaboration which strengthens CSIRO’s strategic research
base: in particular with other advanced economy countries, such as USA,
Japan, and Europe.
•
Commercial collaboration based on a shared-risk, shared-cost, sharedbenefit, for significant research issues: such as aircraft parts, car batteries,
packaging systems for food conservation, oil exploration etc.
•
Contract Research/consulting that transfers technology in the form of
intellectual property to the customer: typically in the sector of the new
economy and spin-offs.
In general, around a third of the international activities of CSIRO leans toward the
USA and Japan, a third relates to European Countries, and the remainder to South
East Asian Countries including China.
CSIRO has signed a number of Memoranda of Understanding with other country’s
research organisations. In particular the Agreement with CNR foresees the
allocation of 20.000 Australian dollars yearly, for joint projects. Since its inception
in 1991, 18 programs have been funded under the Agreement. The principal areas
of collaboration are agribusiness, environment, natural resources, radioastronomy,
industrial production and construction. The Agreement was recently renewed for
the period 2001-2003, and the followings six projects have been financed:
Molecular Approaches to Grapevine Improvement:
Dr Mark Thomas
Dr ssa Ivana Gribaudo
Plant Industry
CS per il Miglioramento Genetico
e la Biologia della Vite (CVT) –
[email protected]
CNR
Via Leonardo da Vinci, 44
10095 Grugliasco (To)
[email protected]
79
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Radio Astronomy Studies of Galactic and Extragalactic Objects:
Prof R Ekers
Dr ssa Lucia Padrielli
Australian Telescope
Ist di Radioastronomia – CNR
National Facility (ATNF)
Via P Gobetti, 101
40129 Bologna
[email protected]
[email protected]
Durability, mechanical Properties & Characterisation of New Engineering
Ceramic Composites:
Richard Hannink
Dr Goffredo de Portu
Manufacturing Science
Ist di Ricerche Tecnologiche per
& Technology
la Ceramica (IRTEC) – CNR
Via Granarolo, 64
[email protected]
48018 Faenza
[email protected]
Marine Microalgae: Biomass and Bioactive Molecule Production for
Biotechnology & Aquaculture Applications:
Dr Susan Blackburn
Prof Mario Tredici
Marine Research
CS dei Microrganismi Autotrofi–
CNR
[email protected]
P.le delle Cascine, 27
50144 Firenze
[email protected]
In Situ Remediation of Tetrachloroethene (PCE) Contaminated
Groundwater Using a Polymer Mat Delivery Systemy:
Dr Bradley Patterson
Dr Valter Tandoi
Land and Water
Ist di Ricerca sulle Acque (IRSA)
– CNR
[email protected]
Via Reno,1
00198 Roma
[email protected]
80
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Clay-Based Wastes & Clays Modified with Benign Organic Wastes
as Resources for Environmental & Agricultural Uses:
Dr G.Jock Churchman and Mr Will Giuseppe
Ristori
&
Luigi
Gates
D'Acqui
Land and Water
Istituto per la Genesi e l'Ecologia
del Suolo - CNR
[email protected]
P le delle Cascine, 28
50144 Firenze
[email protected]
This edition of the Bulletin will highlight the structure and research activities of
CSIRO Land and Water only.
CSIRO Land and Water is focused on ecological, economic and social issues that
underpin sustainable development and the long term management of the Australian
landscape. The core scientific agenda is research aimed at understanding the
processes that involve water, land and atmosphere.
Research of CSIRO Land and Water aims to solve problems relating to the
Australian landscape, including water quality, salinity, aquatic plants overgrowth,
and acidity.
CSIRO’s Land and Water work is intimately connected with environmental
policies at local, state and federal levels. This includes agribusiness, industrial
sectors, urban water and mining, manufacturing industries and community based
land management groups.
Land and Water has a staff of 520 persons and an annual budget around 52 millions
Australian dollars (more than 60 billions lira), a third of which originates from the
private sector.
The division boasts, furthermore, activity within 12 CRC (Cooperatives Research
Centres) - involved mainly in the areas of freshwater ecology, catchment
hydrology, coastal zones, rice development - and collaborations with university,
industry and private companies. The staff of CSIRO Land and Water is spread in
the cities of Canberra, Perth, Adelaide, Griffith, Albury, Brisbane, Atherton and
Townsville.
Their research aim at understanding systems and developing methods to ameliorate
the efficient use of: Irrigation water; Ground aridity; Water courses salinity and
81
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
rehabilitation of areas of high salinity; Earth/atmosphere interactions and the
carbon cycle; Behaviour of the contaminants on the environment, the study of the
socio-economic impacts on the environment engaging multi disciplinary research
teams.
Like in all the other CSIRO divisions, the personal of each research group,
collaborate on several projects with the goal of assuring a multi-disciplinary
approach.
The activity of research is spread over five programs:
Within the “Remediation of contaminated environment” there are 5 research
groups, involved in: Materials and Technologies for Environmental Protection and
Rehabilitation; Contaminant Interactions and Remediation; Separation Science and
Spectrochemical Analysis; Assessment and Remediation of Groundwater and Soils
Contaminated by Organic Compounds and Wastes; Microbial Processes for
Industry and the Environment.
The main aim of this research group concerns the management of contamination,
then evaluate limitations and risks, and determine times and ways of recovery. This
is directed towards a better understanding of the mechanism that drives society to
the recovery of these sites, and to protect human and environment health.
The objective of the group “Sustainable agriculture” is to identify, test and
develop practices of ground and water management to bring about a system of
sustainable agricultural and horticultural production in Australia. In particular, it
attempts to identify and introduce systems that best fit the Australian climatic
conditions and don't bring about ground or water resources degradation. Seven
research groups undertake such activity as: Organic Matter in Soil and Water; Soil
Biological Resource Management; Environmental Chemistry and Toxicology;
Resource Management for Sustainable Irrigated Agriculture; Agricultural Systems
for Southern Australia ; Policy and Economic Research Unit; Soil and Water
Processes in Acid Sulfate, Saline and Sodic Environments.
Within the largest division “Sustainable catchment and ground water
management”, research is addressed toward the interactions between subterranean
waters, run offs, topography, soil, ground cover, and climate. The objective being
82
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
to appraise and predict the impact of soluble pollutants presents in waters and
sediments, due to the use and the management of basins.
The activities of this division are carried out by eight research groups: Integrated
Catchment Modelling; Groundwater Dynamics and Catchment Response; Salinity
Processes and Management; Groundwater Resources and Ecosystems Interactions;
Australian Research Centre for Water in Society (ARCWIS); Hydroclimatic
Processes and Impacts; Water Reclamation; Basin Hydrodynamics.
To better manage the present tropical environment in North Australia, the program
“Tropical Land and Water Management” carries out research to understand
processes that govern the flaw of water and nourishing of the tropical environment,
ranging from pools to basins, helping to develop management based on strict
scientific basis. This helps to determine the value of services offered to society by
the tropical environs and evaluate options, and the socio-economic impact.
The two research groups (Soil and Water Management for Sustainable Land Use in
the Tropics and Sustainable Management of Tropical Forests) investigate the
management and use of soil and water in the tropics and the sustainable
management of tropical forests. They concentrate research activities in six
principal areas: Catchment Response to Land Use; Beef Industry; Sugar Industry;
Irrigation Industry; Horticultural Systems; Tropical Forests.
The program “Waterway management and Landscape Function” researches
means to ameliorate the management of the territory and that of the Australian
hydraulic resources.
Specifically, the division investigates the management of hydraulic regimens
balancing the environmental and human needs by evaluating management risks of
land and of watercourses. It aims to develop ways to foresee problems and
adjustments to environmental changes, for better understanding of interaction
between earth and water ecosystem. These objectives are the targets of eight
research groups: Environmental Hydrology; Land-Atmosphere Interactions;
Environmental Remote Sensing; Spatial Processes in Complex Environments;
Aquatic Systems Modelling; Riverine Ecology; Storage Ecology and Management;
Quantitative Land Evaluation.
83
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
CSIRO Land and Water boasts a staff of professional scientists and technical
support staff of international standing. Several staff are non-Australians
researchers, mostly European.
Whereas there is a Memorandum of Understanding between CSIRO and the CNR,
to collaborate in areas of common interest, most of the foreigners arrive at the Land
and Water Division to carry out research for their Master or Doctorate degrees.
Some come during sabbaticals arranged through personal contacts among the
researchers.
A small budget of Land and Water is allocated to bursaries to help foreigners to
access the Division through some research programs.
We would like to thank Dr Peter Martin and Ms Jackie Wraight from CSIRO
Government Business and International, and Dr Graheme Harris, Chief CSIRO
Land and Water, for their time and their invaluable help in developing this
presentation.
www.csiro.au
www.clw.csiro.au
84
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Bollettino della Comunita’
Scientifica in Australasia
Settembre 2001
Notizie flash dal mondo delle riviste
tecnico-scientifiche Australiane
85
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
86
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Per le dimensioni e la posizione geografica privilegiata, alla congiunzione
dei due oceani, l’Indiano ed il Pacifico, l’Australia occupa un posto
strategicamente importante in questa parte del globo terrestre.
87
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
88
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
ATTUALITÀ
ü Nuovo sito web
Il Powerhouse Museum e l’Accademia Australiana di Scie nze Tecnologiche ed
Ingegneria (AAST) hanno creato un nuovo sito web chiamato “Australia
Innovates” per fornire una guida on-line sulla storia delle innovazioni in Australia.
Il sito contiene foto, storia e fonti di informazioni sulle innovazioni importanti del
ventesimo secolo che abbiano avuto rilevanza nella storia dell’Australia e nel
mondo intero. Ci sono link con altri siti web e una guida per gli insegnanti. Il sito è
suddiviso in tre sezioni:
• “un secolo di innovazioni” con informazioni sulle opportunità create dalle
innovazioni e la loro ricaduta nella vita normale;
• “il ciclo delle innovazioni” che esamina i processi di innovazione;
• “la punta delle innovazioni” illustra le future ricerche che creeranno
opportunità in Australia in campi come le biotecnologie, il software e i nuovi
materiali.
http://www.phm.gov.au/australia_innovates/
ü Alleanza contro il cancro
L’Australian Cancer Technology Lim (AustCancer), ha costituito un’alleanza
strategica attraverso una joint-venture con la compagia britannica Biofocus plc. La
BioFocus fornirà ad AustCancer una serie di tecnologie di ricerca innovative per i
nuovi trattamenti del cancro.
Inizialmente, verrà sviluppato una molecola a basso costo e a migliore performance
rispetto ad una analoga utilizzata nel cancro alla mammella.
All’interno del progetto, noto come Heregulin, dal nome del fattore di crescita,
AustCancer fornirà valutazioni precliniche e cliniche e lo sviluppo di farmaci
definiti da BioFocus.
AustCancer sta attualmente sviluppando il vaccino sul cancro p53, i cui trial clinici
dovrebbero iniziare in agosto. La joint venture con BioFocus permetterà alla
compagnia di allargare il proprio range di prodotti verso varie vie di attacco alle
cellule tumorali.
ü Nuovo anestetico locale
La società Norwood Abbey ha completato con successo la fase di pre-produzione di
un anestetico locale basato su raggi laser, che sarà messo in circolazione dopo aver
ottenuto l’approvazione dell’Australian Therapeutic s Goods Administration. Il
89
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
raggio laser genera anestesia locale rimuovendo le cellule morte dalla pelle, che
spesso ostacolano l’assorbimento di anestetici.
www.norwoodabbey.com.au
ü Il “Gene Technology Act” entra in vigore
Il 21 Giugno è entrato in vigore il Gene Technology Act 2000, che rende pubblici i
luoghi dove vene effettuata la sperimentazione di colture geneticamente
modificate. Questa legge è nata malgrado la resistenza di importanti società come
Aventis e Monsanto a rivelare i propri luoghi di sperimentazione.
La nuova legge obbliga le società che vogliono mantenere la confidenzialità sui
luoghi di sperimentazione a dover provare che tale segretezza è nell’interesse
pubblico o che la conoscenza dei luoghi di sperimentazione da parte del pubblico
possa essere pericolosa per la salute dei cittadini. Sono previste multe fino ad 1.1
milioni di A$ (circa 1.3 miliardi di lire) al giorno per coloro che violano questa
legge.
La legge prevede inoltre la creazione di un nuovo consiglio ministeriale che darà le
direttive da seguire all’ente preposto alla regolamentazione degli esperimenti su
colture geneticamente modificate. Nei sette Stati australiani sono in fase di
attuazione le normative che renderanno operativa la nuova legge. Il governo della
Tasmania ha approvato la nuova legge ma continua a mantenere il bando a colture
geneticamente modificate con il Plant Quarantine Act fino a quando sarà
completeta un’inchiesta in materia da un gruppo di esperti. Il governo della
Tasmania ha infatti ottenuto un’autonomia dal governo federale per decidere su
base commerciale la propria politica in materia di colture geneticamente
modificate. La lista dei luoghi in Australia in cui la sperimentazione di colture
genetcamente modificate è effettuata puo’ essere vista al sito: www.ogtr.gov.au.
ü Boom nel venture capital
Il venture capital in Australia sta conoscendo un vero e proprio boom, come
mostrano i dati della relazione annuale dell’associazione dei venture capitalists
australiani (AVCAL). La maggior parte del totale dei fondi investiti, 831 milioni di
AU$ (circa 950 miliardi di lire), è stata dedicata a nuove società nel settore
dell’Information Technology (internet e computer software). Nel 2000, ben 12
nuovi fondi sono stati creati per finanziare le fasi iniziali della creazione di nuove
imprese. Dei 76 investimenti studiati in una ricerca dell’AVCAL nel corso del
2000, 40 hanno finanziato le fasi di sviluppo/espansione mentre 22 hanno
finanziato le fasi iniziali delle nuove società.
Maggiori informazioni al sito www.avcal.com.au.
Tra i nuovi fondi, la società di venture capital Rotschild ha lanciato un secondo
fondo dedicato a nuove imprese nei settori delle bioscienze. Il nuovo fondo, che ha
90
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
raccolto circa 40 milioni di AU$ (circa 50 miliardi di lire), investirà un massimo di
6 milioni di AU$ per progetto (circa 7 miliardi di lire).
www.bioscience.com.au
ü Nuovo Centro per lo studio del fenotipo
Nel 2002 sarà aperto un nuovo laboratorio denominato “Australian Phenomics
Facility” presso la John Curtin School Medical Research, all’Australian National
University.
Il progetto, che ha ricevuto un finanziamento federale di 11.5 milioni di AU$ (circa
13 miliardi di lire), mira alla definizione del “fenotipo”, e cioè di come i 40000
geni della sequenza genomica dell’uomo e degli altri mammiferi, regolano
l’espressione del fenotipo, regolando il comportamento di cellule, tessuti e del
corpo.
Al progetto fanno parte scienziati nazionali ed internazionali della Monash
University, Dairy CRC, Garvan Institute, e l’Institute of Molecular Biosciences,
University of Queensland.
http://jcsmr.anu.edu.au/phenomics/phenomics.htm
ü Un nuovo centro di ingegneria marittima
L’Australian Maritime College (AMC) di Launceston (Tasmania) ha aperto un
nuovo bacino per i test di ricerche idrodinamiche quali i test sulla viabilità di
modelli di strutture offshore per petrolio e gas, test per infrastrutture di
collegamento tra navi e tra nave e terraferma, test di resistenza di gabbie per
l’allevamento di pesci, di moli ed attracchi. Il nuovo bacino, che misura 35 metri x
12 metri è dotato di impianto per la creazione artificiale di onde ed ha una
profondità regolabile fino ad un massimo di 80 centimetri. Durante il 2000, l’AMC
ha organizzato corsi in architettura navale ed ingegneria oceanica ed ha oltre 110
studenti.
www.amc.edu.au
ü Un generatore a vento per la Stazione Antartica di Mawson
La compagnia tedesca Enercom provvederà a fornire delle turbine che saranno
installate nella Stazione Antartica Australiana di Mawson per generare energia
elettrica utilizzando l’energia eolica. Il progetto per la stazione Mawson potrebbe
produrre una quantità di energia dieci volte maggiore a quella prodotta attualmente
in Antartide, con un impatto ambientale notevolmente minore rispetto a quello
dovuto all’uso dei carburanti diesel.
91
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
92
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE
ü Spedizione NASA in Western Australia
Nel mese di luglio scienziati dell’Agenzia Spaziale Americana (NASA) hanno
intrapreso una spedizione di campionamento di rocce in due località del Western
Australia. Alla spedizione hanno preso parte il Dr Trevor Ireland ed il Prof. Mark
Harrison della Research School of Earth Sciences, Australian National University.
Questo progetto é seguito alla pubblicazione a gennaio sul settimanale scientifico
Nature di due articoli che riportavano la scoperta, in rocce provenienti dal Western
Australia, di zirconi formatisi 4.4 billioni di anni fa. La composizione isotopica
dell’ossigeno di tali cristalli suggerisce che sulla Terra fosse già presente una
idrosfera, a soli 100-150 milioni di anni dopo la sua formazione, un tempo molto
più breve di quanto creduto in precedenza. La presenza di idrosfera è considerata
una condizione necessaria e favorevole per lo sviluppo di forme di vita. Il
programma intrapreso dalla NASA per verificare tale scoperta ha implicazioni per
la preparazione di esperimenti da eseguirsi sul pianeta Marte.
http://rses.anu.edu.au/
ü BioProspect si espande nel settore della tecnologia medica
BioProspect, società australiana specializzata nella ricerca farmaceutica, ha
acquistato Medic Vision Ltd, una delle principali società australiane nel settore
della telemedicina e nella creazione di sistemi elettronici per training in campo
medico. Questa acquisizione segue la recente scoperta di un nuovo insetticida
naturale, itenuto non-tossico per i mammiferi, da parte della BioProspect.
L’insetticida ha dimostrato alti efficacia nei confronti di insetti che affliggono
numerosi tipi di vegetali e piante ornamentali. BioProspet ha recentemente ricevuto
un contributo di 250 milioni di AU$ (circa 300 milioni di lire) per collaborare con
il centro di fotochimica della Southern Cross University e con l’Horticultural and
Plant Science Centre della University of Western Sydney, nell’ambito della
“Strategic Partnerships with Industry Research and Training”, per sviluppare
insetticidi da alcune specie di piante australiane.
www.bioprospect.com
ü Novità sul fronte della clonazione di animali
La società Bresagen ha annunciato di aver clonato con successo un maiale, in
associazione con l’Immunology Research Centre del St Vincent’s Hospital di
Melbourne. Il maialino, che ha ora 5 settimane, sta bene e sta crescendo
normalmente. L’obiettivo del programma di clonazione è quello di migliorare la
93
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
riproduzione di animali con qualità superiori alla media e resistenza alle malattie, e,
nello stesso tempo, di produrre organi animali per trapianti sull’uomo. Questo
secondo obiettivo richiede la riproduzione di maiali privi del gene Gal, che è
presente nel maiale ma non nell’uomo, che si ritiene abbia un’importante ruolo nel
rigetto di organi di maiale trapiantati. Le tecnologie usate in questa clonazione
sono diverse da quelle adottate nella clonazione dell’ormai famosa pecora Dolly.
www.bresagen.com.au
ü Nuovo centro per lo studio dei fotoni
L’Australian Photonics Cooperative Research Centre (APCRC) è in procinto di
costituire a Canberra il Photonics Institute per coordinare e facilitare l’educazione
ed il training all’uso di fotoni a livello nazionale. Inoltre, tra gli scopi del centro vi
è la creazione di corsi universitari e post-universitari. L’APCRC ha piu’ di 230 tra
studenti e staff in New South Wales, ACT e Victoria.
www.photonics.crc.org.au
ü Nuovo centro per la nanotecnologie
L’Università del Queensland ha creato il “NanoMaterials Centre”, un nuovo centro
di eccellenza specializzato in nanotecnologie e materiali nanocostruiti. Il nuovo
centro sarà diretto dal professor Max Lu ed avrà a sua disposizione circa 35
persone tra insegnanti e studenti di PhD. Le ricerche al NanoMaterials Centre
saranno indirizzate alla sintesi, caratterizzazione ed uso di nanoparticelle, nanofilm
ed altri materiali per la separazione e catalisi, immagazzinaggio di energia ed
applicazioni microelettroniche ed elettromagnetiche. I materiali nanoporosi
includono materiali microporosi e mesoporosi. Questi materiali hanno una porosità
tale da poter essere usati per la separazione molecolare e la catalisi. Il team di
ricercatori, guidato dal professor Lu, ha già sviluppato con successo una tecnica di
modificazione dei pori per adattarli alle funzioni richieste ed ha inventato una
tecnica che ne standardizza le dimensioni in alcuni dei materiali usati.
www.postgrad.cheque.uq.edu.au
ü Nipah virus
Ricercatori del CSIRO Livestock Industries e dell’Australian Animal Health
Laboratory (AAHL), faranno parte di un comitato internazionale per la lotta alla
diffusione del Nipah virus che ha causato la morte di centinaia di uomini e ha
richiesto l’abbattimento di 1.1 milioni di maiali in tutta la zona del sud-est asiatico.
Il virus ha come vettore di trasmissione i pipistrelli e, in Malesia, grazie a
particolari test forniti dalla AAHL, la diffusione del virus è stata definitivamente
bloccata dopo una campagna a tappeto, per l’identificazione ed abbattimento degli
animali infetti, eseguita su tutta la popolazione suina. Con il supporto della
94
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Agenzia Australiana di Aiuto Estero (AusAID), i ricercatori della AAHL stanno
istruendo personale tecnico e stanno fornendo reagenti diagnostici a laboratori in
Tailandia ed Indonesia. Lo sforzo internazionale è sostenuto anche da Filippine,
Cambogia, Giappone, e Corea del Sud.
www.li.csiro.au
95
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
96
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
NUOVE TECNOLOGIE E NUOVI MATERIALI
ü Spinta verso l'utilizzo dell'energia solare
La compagnia Pacific Solar ha ricevuto un finanziamento di 500.000 AU$ (circa
600 milioni di lire) dal Governo Australiano, all’interno del programma
“Renewable Energy Commercialisation Program”, al fine arrivare alla produzione
di massa del prototipo “Plug&Power”, panelli solari fotovoltaici da installare sui
tetti. Diversamente dai sistemi tradizionali, l’installazione del nuovo sistema in cui
i moduli solari devono essere fissati insieme, può essere effettuata senza
l’intervento di uno specialista. L’utilizzo di questo sistema permetterà di
risparmiare mediamente 2 tonnellate di emissioni di gas-serra all’anno. La
compagnia, che spera di iniziare la produzione entro i prossimi 18 mesi, mira ad
utilizzare i proventi del "Plug&Power" per lo sviluppo di una nuova tecnologia che
utilizza uno strato sottile di semiconduttore che potrebbe sostituire le attuali celle
solari “Plug&Power”, riducendo la quantità di silicio e quindi riducendone i costi.
www.pacificsolar.com.au
ü Un sensore australiano ha individuato l’eruzione dell’Etna
da satellite
Un sensore sviluppato congiuntamente dal CSIRO Atmospheric Research e da
un’agenzia britannica, denominato Along Track Scanning Radiometer (ATSR), a
bordo del satellite ERS2, dell’agenzia spaziale europea, ha permesso di individuare
il pennacchio di ceneri dovuto all’eruzione dell’Etna, in Sicilia.
Lo strumento è stato progettato per fornire misure molto accurate della temperatura
della superficie marina, ma è anche utile per gli studi della superficie terrestre e
delle nuvole. Manipolando i segnali all’infrarosso a al calore, misurati dal sensore,
il pennacchio del vulcano può essere identificato facilmente.
Data l’utilità di queste informazioni per l’aviazione, il dr Fred Prata e il dr Ian
Barton del CSIRO, hanno brevettato il detector all’infrarosso, (v. Bollettino di
Giugno 2001) e, con una compagnia di Melbourne, la Integrated Avionics Systems,
stanno sviluppando uno strumento di bordo capace di individuare le nuvole
vulcaniche a dieci minuti di distanza dal loro incontro con l’aereo.
www.dar.csiro.au
ü Primo nano-prodotto australiano entra in commercio
Il primo nano-prodotto basato su nano-tecnologia creato in Australia, il biosensore
Ambri, sarà la nciato sul mercato nel marzo 2002 dalla società Ambri. Il prodotto,
basato su una tecnologia sviluppata dal CRC for Molecular Engineering and
Technology, è usato nella diagnostica medica (emergenze). Il biosensore sarà
97
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
utilizzato per trovare minime concentrazioni di sostanze nel sangue che possono
indicare se, per esempio, vi è stato un attacco cardiaco, quando è avvenuto ed il
dosaggio appropriato di medicamento. Ambri, che è una società del gruppo Dunplo
Pacific, è in fase di finanziamento di 40 milioni di AU$ (circa 50 miliardi di lire)
per sviluppare ulteriormente questa tecnologia.
www.ambri.com
ü Nuova tecnica di immunizzazione genetica
Ricercatori del CSIRO Plant Industry, hanno sviluppato una nuova tecnica
genetic a, detta “hairpin-RNA” che permette di immunizzare le piante prima che un
virus le infetti.
Il Barley Yellow Dwarf virus (BYDV) è, ad esempio, un virus delle piante che può
devastare i raccolti. In Australia i danni causati alla produzione agricola da questo
virus ammontano annualmente, per il solo grano, ad una perdita superiore agli 8
milioni di AU$ (circa 10 miliardi di lire), corrispondenti al 17% del raccolto. Il
virus è responsabile anche della perdita del 15 % del raccolto di orzo, e del 25%
del raccolto di avena.
Con questa nuova tecnologia, il virus viene distrutto prima che danneggi la pianta,
con un aumento di produzione alimentare ed una riduzione dell’uso dei pesticidi.
La tecnica permette inoltre di sviluppare una immunità trasmissibile geneticamente
da generazione a generazione. Il dr Waterhouse ha affermato che attualmente è già
stata prodotta una patata resistente al virus “Potato Leaf Roll” (PLRV): queste
piante sono già state testate in laboratorio e sono attualmente in fase di trial sul
campo.
I ricercatori suggeriscono che la tecnica hpRNA fornirà un facile approccio anche
per bloccare geni indesiderati quali quelli che causano allergie alimentari; la
tecnica infatti, supera i problemi derivanti dall’uso del genoma virale completo in
quanto, come per i vaccini usati sull’uomo, utilizza solo una piccola frazione
genomica con caratteristiche immunogene che da sole non potrebbero generare
proteine indesiderate.
www.pi.csiro.au
ü Nuove tecnologie per l’analisi del DNA
La Agen Biomedical, sussidiaria della Biotech, ha raggiunto un accordo con la
Corbett Research per la commercializzazione di un nuovo test diagnostico da usare
con l’apparecchiatura “Corbett Rotor-Gene”: uno strumento che permette di
analizzare in tempo reale e identificare, attraverso un sistema di amplificazione,
anche piccolissime quantità di DNA da campioni diagnostici.
www.agen.com.au
98
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
ü Una nuova tecnica per prevedere la durata della gomma
Scienziati del CSIRO Manufacturing Science & Technology e della Monash
University di Melbourne, hanno sviluppato una nuova tecnica che permette di
valutare le condizioni dei prodotti di gomma, come i nastri trasportatori o i
pneumatici, tramite l’utilizzo della Risonanza Magnetica Nucleare (NMR). Per
misurare lo stato della gomma è necessario introdurre un campione nel campo
magnetico dello strumento. L’NMR può essere utilizzata per caratterizzare i
polimeri nella gomma in modo da determinare “sintomi” molecolari di
deterioramento, come cambiamenti nella lunghezza della catena polimerica, nei
legami incrociati, o la presenza di prodotti di degradazione.
CSIRO “Manufacturing Science & Technology”: www.cmst.csiro.au
Dr Anita Hill:
Email: [email protected]
Monash University, Dept. Materials Engineering;
eng.monash.edu.au
Dr Maria Forsyth:
Email: [email protected]
99
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
100
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
INFORMATION TECHNOLOGY
ü Nuovo brevetto nel campo delle telecomunicazioni a banda larga
QPSX, società australiana da poco in borsa, ha recentemente brevettato negli USA
un nuovo sistema per la tecnologia di segmentazione e riassemblaggio (SAR) che è
usato nelle infrastrutture di switch per le telecomunicazioni. La tecnologia SAR,
che è stata inventata dall’Università del Western Australia, Perth, è una
componente fondamentale nelle telecomunicazioni a banda larga ed è stata adottata
nei protocolli di networking basati su Asynchronous Transfer Mode.
www.qpsx.com.au
ü Scelti i progetti relativi alla reti a banda larga
Tra i progetti che utilizzano reti a banda larga e che riceveranno importanti
contributi federali vi è il Centre for Networking Technologies for the Information
Economy (CeNTIE), una cooperazione tra il CSIRO, Nortel Networks, Amcom
Telecommunications, l’University of New South Wales ed il Western Australian
Interactive Virtual Environments Centre. Il CeNTIE costruirà la principale rete di
ricerca in fibre ottiche del paese. Tra le sue prime applicazioni vi sono progetti per
applicare la tecnologia di internet al settore salute, e per risolvere i problemi di rete
creati dalla crescente “digitalizzazione” nel campo media e produzione di films.
http://www.tip.csiro.au/
ü Nuovo centro per l’Information and Communication
Technologies
Il National Office of the Information Economy ha presentato il nuovo centro di
eccellenza per l’Information e Communication Technologies (ICT). Il centro, che
si occuperà di ricerca, da quella di base a progetti industriali specifici e progetti
interdisciplinari, sarà il catalizzatore per lo sviluppo di reti ed agglomerati per la
ricerca nel settore ICT. Il nuovo centro è coadiuvato da un gruppo di esperti che
includono tra gli altri la professoressa Vicky Sara (Australian Research Council) e
il dottor Geoff Garrett (CSIRO). Il nuovo centro aprirà un concorso per la
presentazione di progetti ICT nella seconda metà dell’anno con scadenza Febbraio
2002.
www.noie.gov.au.
101
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
102
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
SANITÀ
ü Nuovo farmaco anticancerogeno
L’Institute of Drug Technology of Australia (IDT) ha siglato un accordo con la
compagnia farmaceutica inglese Astra-Zeneca per sviluppare e produrre un nuovo
agente anticancerogeno, chiamato per ora ZD9331. Questa sostanza ha già
completato gli esami preclinici della fase 1 della sperimentazione sull’uomo.
L’IDT validerà il processo di produzione per l’ingrediente farmaceutico attivo del
nuovo farmaco. Questo è al momento nella fase 2 di valutazione clinica. Se i test si
riveleranno positivi, il nuovo farmaco sarà commercializzato a livello globale
dall’IDT.
www.idtaus.com.au
ü Nuovo centro per la lotta contro il cancro
Il Queensland Institute of Medical Research (QIMR) e la Leukaemia Foundation
hanno dato vita ad un nuovo centro per la lotta contro il cancro, il Comprehensive
Cancer Research Centre (CCRC), nel Queensland. Il CCRC, include laboratori
appositamente studiati, cliniche per esperimenti ed un’area attrezzata per pazienti
capace di ospitare in uno stesso luogo gruppi di ricercatori di diverse discipline.
Una parte del centro sarà dedicata a terapie basate su cellule prodotte in loco. Il
QIMR ha recentemente sviluppato un nuova terapia di immunizzazione contro il
melanoma, mentre altri ricercatori al QIMR stanno sperimentando terapie per
pazienti afflitti da leucemia cronica linfatica, mieloma e alcuni tipi di linfoma.
www.qimr.edu.au/about/ccc/
ü Nuovo farmaco anti cancro alla prostata
La Novogen ltd ha formato una nuova compagnia incorporata nella Marshall
Edwards Inc (MEI) del Delaware per sviluppare e commercializzare il phenoxodiol
un nuovo farmaco anticancro, recentemente approvato per il trial clinico umano
negli USA e, attualmente in fase di trial clinico sui pazienti affetti da cancro in
Australia. Il principale target di questo farmaco è il tumore della prostata. La MEI
ha anche acquistato i diritti per la distribuzione e la commercializzazione in tutto il
mondo del farmaco.
www.novogen.com.au
ü Olio di pesce
L’olio di pesce è da tempo riconosciuto come altamente benefico per i suoi effetti
antinfiammatori nell’artrosi e di controllo dei trigliceridi del sangue, ma il suo uso
103
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
come ingrediente nei processi di preparazione dei cibi è stato limitato dalla scarsa
stabilità e dal forte sapore.
La compagnia Clover Corporation ha trovato un nuovo metodo di incapsulamento
che permette di lavorare anche composti poco stabili. La seconda generazione di
“Driphorm tuna oil”, contenente un maggiore contenuto in omega-3 PUFA, ed i
nuovi lipidi funzionali, che determinano la maggiore stabilità, hanno portato ad un
accordo tra la Clover Corporation e la Food Science Australia per l’introduzione
nella dieta australiana di olio di pesce in una ampio range di prodotti secchi, come
le barrette di muesli, o in alimenti liquidi o semiliquidi, come le bevande a base di
latte, formaggio e gelati.
Food Science Australia, che è una joint venture tra CSIRO e AFISC (Australian
Food Industry Science Centre), e la Clover Corporation sono convinte del grosso
potenziale economico-commerciale di questa tecnologia nell’ambito delle
applicazioni alimentari e farmaceutiche.
http://www.foodscience.afisc.csiro.au
ü Studi sul virus “fever dengue”
Magnus Johanson, che sta svolgendo il suo dottorato di ricerca alla James Cook
University, (Nord Queensland) presso il Dipartimento di Biochimica e di Biologia
Molecolare, ha identificato i due siti NS3 e NS5 che specificano per proteine
essenziali nel processo di replicazione del virus Fever Dengue.
Questo potrebbe essere un passo molto importante per la produzione di un vaccino
contro uno tra i virus più temibili. La Fever Dengue è una malattia abbastanza
diffusa in Africa e Asia, la cui forma classica, non mortale, negli ultimi anni sta
lasciando spazio ad una forma con sintomatologia sempre più grave in cui si
registrano, con sempre maggior frequenza, casi mortali. Il maggiore vettore del
dengue infetto è la zanzara Aedes aegypti, che si riproduce e vive negli ambienti
urbani e suburbani, e per mezzo della quale la malattia si è distribuita in molte parti
nel mondo.
La malattia che, da maggio, affligge seriamente la Tailandia e alcuni stati del sudest asiatico, non ha ancora raggiunto la regione cinese. Per evitare che la malattia si
distribuisca anche in Cina, l’Amministrazione Generale della Repubblica Cinese, il
Ministero della Sanità e l’Ufficio Nazionale per il Turismo, hanno distribuito una
circolare in cui invitano i turisti provenienti dalle aree affette, a presentarsi
immediatamente alle autorità sanitarie di pertinenza al primo apparire dei sintomi.
Nella circolare si dice anche che tutti i container e veicoli provenienti da quelle
aree devono essere sottoposti ad ispezioni e trattamenti di quarantena per
l’eliminazione delle zanzare vettori di malattia.
http://www.jcu.edu.au/fmhms/school/pms/bchemmbiol/about.shtml
104
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
ü Novità sulle cellule staminali
Ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research, di Melbourne,
sono riusciti a estrarre cellule staminali dal cervello di topi, cellule in grado di
produrre nuove cellule neuronali nel cervello adulto. Inoltre, sotto le adatte
condizioni di laboratorio, le cellule staminali neurali si sono trasformate in cellule
muscolari.
Il Dr Bartlett, ha affermato che una cellulale staminale neuronale puo’ produrre
migliaia di cellule neuronali, la sfida è stata la ricerca dei medicinali adatti a
stimolare questo processo. Questa scoperta, i cui risultati sono stati pubblicati sul
numero 412 del 16 agosto di Nature, potrà permettere di riparare i danni al cervello
causati da malattie come l’Alzheimer o il Parkinson.
http://www.wehi.edu.au/
www.nature.com/nature
ü Progressi in angiogenesi
La società Bionomics ha ottenuto diritti mondiali per l’uso di geni nel campo
dell’angiogenesi, un processo che risulta nella formazione di nuovi vasi sanguigni
ed è implicato in malattie come il cancro, infiammazioni croniche e malattie
dell’occhio. I geni sono stati identificati da un nuovo metodo di analisi biologica
messo a punto dall’Hanson Centre for Cancer Research, dell’Adelaide Institute of
Medical and Veterinary Science. Dei 56 geni identificati, ben 14 sono nuovi. I
diritti acquistati dalla Bionomics sono stati finanziati grazie all’emissione di nuove
azioni della società per un totale di oltre 4 milioni di AU$ (circa 6 miliardi di lire).
Parte dei fondi andranno a finanziare il patrimonio di brevetti della società nella
ricerca contro il cancro, epilessia e angiogenesi.
www.bionomics.com.au
ü Scoperto come agisce il virus del Ross river
Un'équipe mista dell’ANU (Dr Surendran Mahalingam) e della Canberra
University (Dr Brett Lidbury) ha individuato alcuni dei mutamenti molecolari
cruciali nelle cullule infettate dal virus del Ross river. Gli studiosi hanno scoperto
che il virus “inganna” l'organismo facendogli credere di essere innocuo e
permettendo così all'infezione di diffondersi. Sono riusciti per la prima volta a
dimostrare come avviene la soppressione dei geni antivirali e delle proteine
antivirali. Infatti, il virus del Ross river, inganna la cellula entrando insieme con gli
anticorpi, evitando con successo gli specifici percorsi antivirali. La cellula non
riconosce l'invasione dell'infezione come una minaccia. Il virus può “sabotare” le
risposte molecolari create per combatterlo. Gli studiosi inoltre ritengono che altri
virus, tra cui l'HIV e il virus della febbre dengue, usino lo stesso meccanismo.
www.anu.edu.au/jcsmr
105
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
106
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
AMBIENTE
ü Biologi marini studiano lo sbiancamento dei coralli
Gli scienziati ritengono che l’estensione dell’area delle acque marine profonde più
calde, causata da vento, correnti e maree, possa essere la spiegazione dello
sbiancamento dei coralli, infatti stress estremi e prolungati possono determinare la
morte delle alghe simbionti dei coralli.
L’autorità del Parco Naturale della Barriera Corallina, nel Queensland, mediante
una estesa rete di sensori termici posizionati nella barriera e le mappe termiche
delle zone marine calde fornite dal satellite NOAA/AVHRR si aspetta di trovare
legami tra cambiamenti climatici, temperatura del mare, movimento delle acque e
biologia della barriera corallina.
L’Australian Institute of Marine Science ha un alto numero di esperti climatologi,
oceanografi, ecologi e fisiologi dei coralli che stanno analizzando i dati termici
degli ultimi dieci anni, forniti dal satellite del NOAA mediante i quali tentano di
identificare le aree a maggior rischio di sbiancamento.
www.aims.gov.au
ü Nuovi sviluppi nella tecnologia per ridurre il livello di salinità
Il CSIRO Land and Water e la società Fodder King hanno firmato una lettera
d’intenti per sviluppare e commercializzare nuove tecnologie per combattere la
salinità del territorio. Tali tecnologie, conosciute come Sequential Biological
Concentration, concentrano la salinità nell’acqua e poi la usano, rimuovono o
immagazzinano a seconda delle necessità. Questo processo puo’ essere effettuato
solo sull’acqua di scarico proveniente da terreni irrigati. La collaborazione tra le
due società sfrutta l’uso delle conoscenze del CSIRO in materia di raccolta di
acqua ad alto contenuto di sale da terreni coltivati ed i brevetti della Fodder King in
materia di produzione e raccolta di fieno. Queste tecnologie verranno sperimentate
in un area del bacino del Murrumbidgee in cui l’acqua ad alto contenuto di sale è
convogliata da aree coltivate a riso verso un laghetto della zona. Nel progetto
pilota, l’acqua sarà trattata in tre fasi con l’aiuto di piante resistenti alla salinità fino
a quando il livello di sale nell’acqua non sarà sufficientemente elevato per essere
utilizzabile nell’estrazione di sale o in attività di acquacoltura.
www.fodderking.com.au
ü “Atlante” delle risorse naturali
La prima valutazione delle risorse di acqua e terra a livello nazionale ha mostrato
che 6 aree di gestione delle acque superficiali e 18 acquiferi sotterranei in South
Australia sono al limite dello sfruttamento sostenibile. Infatti Mr Colin Creighton,
107
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
del National Land and Water Resources Audit, ha riferito al Parlamento di
Adelaide che, in South Australia, le aree a rischio di inaridimento e salinizzazione
aumenteranno fino a 0.5 milioni di ettari nel 2050 (al 2000 erano stati stimati
essere 0.3 milioni).
L’Audit è stato istituito nel 1997 tra i programmi del Natural Heritage Trust per
affiancare l’attività decisionale nella gestione dell’ambiente attraverso valutazioni
scientifiche e fornendo accesso a fonti di informazioni integrate.
All’interno di questo progamma, il CSIRO Land and Water ha sviluppato nuove
tecniche per la valutazione dei bacini. In particolari, le ricerche sono state
focalizzate sull’erosione del suolo, il movimento di sedimenti e nutrienti nelle aree
rurali, e sugli impatti sui fiumi. Dall’Audit è stato generato un “Atlante”
consultabile sia per area tematica che per regione.
http://www.nlwra.gov.au/atlas/
ü Diminuzione di pioggia in Western Australia
Ricercatori del CSIRO e del Bureau of Meterology stanno provando ad identificare
le cause del continuo inaridimento del sud ovest australiano. Infatti, dallo studio
delle fluttuazioni climatiche dell’ultimo secolo, appare evidente che la diminuzione
delle piogge nel sud-ovest australiano ha coinciso con il riscaldamento delle acque
superficiali dell’Oceano Indiano meridionale e con l’abbassamento del sistema
della pressione atmosferica di quell’area.
Il dr. Ian Smith, del CSIRO Atmospheric Research, afferma che cambiamenti di
questa portata sono generalmente dovuti a variazioni climatiche a lungo termine
ma nel caso dell’ area australiana oltre all’effetto serra, altri fattori, quali i
cambiamenti locali o globali dell’uso della terra, potrebbero essere la concausa del
trend arido.
http://www.bom.gov.au/announcements/media_releases/climate/drought/2001.08.d
rought.shtml
ü Creazione di un erbario virtuale
Grazie a un finanziamento di 10 milioni di dollari australiani (circa 12 miliardi di
lire) verrà creato un “Erbario Australiano virtuale” tramite la raccolta su computer
delle informazioni esistenti su tutte le specie vegetali australiane. L’Erbario
virtuale sarà disponibile su internet.
La collezione australiana di specie vegetali, che comprende 6 milioni di esemplari,
è iniziata nel 1770 ed è contenuta in 8 erbari principali. L’erbario virtuale fornirà i
nomi delle piante, la distribuzione geografica, immagini a colori e le possibili
informazioni necessarie per attività di ricerca, istruzione e decisioni ambientali.
www.rbgsyd.gov.au/HISCOM/Virtualherb/virtualherbarium.html
108
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
ü Studi Ambientali nei mari del Timor ed Arafura
La Research School of Pacific and Asian Studies, all’Australian National
University in collaborazione con l’Australian Institute of Marine Science ha in
progetto un centro di studi ambientali per lo sfruttamento delle risorse e la
conservazione delle coste e degli ecosistemi nei mari del Timor ed Arafura
(Arafura-Timor Research Facility). IL centro sarà collocato alla RSPAS North
Australia Research Unit a Darwin e sarà in parte amministrato dall’ANU.
http://rspas.anu.edu.au/
109
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
110
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
SPAZIO
ü Nuovo centro di difesa aerospaziale
Il CRC Sensor Signal and Information Processing e l’Università del South
Australia hanno istituito il nuovo Wedgetail Training, Research and Development
Centre (TRDC), al fine di provvedere alle necessità di addestramento nel settore
della difesa aerospaziale australiano.
Il Centro, costato 1.8 milioni di dollari australiani (oltre 2 miliardi di lire), si trova
all’interno del campus dell’Università del South Australia, ed è stato finanziato
dalla Northrop Grumman, come parte dell’acquisto, da parte australiana, del
sistema Wedgetail Airborne Early Warning and Control (AEW&C) dalla
compagnia Boeing.
Il centro, svilupperà inoltre attività di ricerca e condurrà corsi sui sistemi radar, sul
processamento dei segnali e altre aree rilevanti.
Lo scopo principale sarà di garantire che il personale australiano abbia le capacità
tecniche necessarie per utilizzare il sistema Wedgetail nei previsti 40 anni di vita.
http://www.itr.unisa.edu.au/about_us/wedgetail_trdc.htm
http://www.wedgetailtrdc.com
ü Luce verde per la base spaziale delle Christmas Island
Il Governo Federale investirà fino a 100 milioni di dollari australiani (oltre 200
miliardi di lire) all’interno del programma degli incentivi e investimenti strategici,
in una base spaziale da costruire nelle Christmas Island dall’Asia Pacific Space
Centre (ASPC). Ci si aspetta che il progetto, che costerà in tutto 800 milioni di
dollari australiani (oltre 960 miliardi di lire), ottenga fino al 20% della domanda
globale per il lancio dei satelliti, che, secondo una stima della Price WaterhouseCoopers, renderà fino a 40 miliardi di dollari (circa 48000 miliardi di lire) nei
prossimi dieci anni. Il progetto APSC, che dovrebbe iniziare alla fine del 2003, e la
posizione della base alle Christmas Island renderanno possibili le traiettorie Sud
Sud-Est (bassa orbita terrestre), e la vicinanza all’equatore porterà benefici per i
satelliti ad orbita equatoriale geostazionaria (rendendo possibile la
massimizzazione della dimensione del payload). I satelliti saranno attrezzati per
portare a termine attività commerciali, come telecomunicazioni e telerilevamento.
Il progetto utilizzerà un veicolo di lancio russo (vedi Bollettino Giugno 2001), e si
prevede che dal sesto anno di attività avrà un capacità di 12 lanci all’anno. Lo
sviluppo del sito di lancio e delle operazioni verranno condotti insie me con il
Design Bureau of General Machine e il Design Bureau of Transport Machinery
russi.
Il progetto ASPC si è impegnato ad un investimento minino di 15 milioni di dollari
australiani (circa 20 miliardi di lire), nei primi cinque anni delle operazioni di
111
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
lancio, per l’insediamento di un centro di Ricerca Spaziale in partnership con le
Università australiane.
ü Conferma della teori della relatività
Astronomi australiani del CSIRO Australia Telescope National Facility, della
Swinburne University of Technology di Melbourne e statunitensi, hanno condotto
un esperimento di astrofisica estremamente preciso utilizzando il radio-telescopio
di Parkes del CSIRO (il telescopio utilizzato in collaborazione con la NASA
durante la missione Apollo11). L'esperimento, i cui risultati sono stati pubblicati
sul numero 412 del 12 luglio di Nature, ha permesso di misurare la distorsione
dello spazio-tempo intorno ad una stella situata ad una distanza di 450 anni luce
(circa 1.4 x 1016 kilometri) dalla terra.
Grazie a sofistic ati strumenti sviluppati dalla Caltech, un avanzato supercomputer
della Swinburne University e anche alla grande area di raccolta costituita dal
telescopio Parkes, gli astronomi sono stati in grado di misurare il segnale ricevuto
della stella pulsar J0437-4715 con una precisione di 0.1 milionesimi di secondo
(100 nanosecondi). La pulsar J0437-4715 è una stella a neutroni la cui materia è
soggetta ad enormi pressioni, tali da indurre altissimi valori della densità della
materia (paragonabile a circa 1,5 masse solari compresse in una sfera avendo un
raggio di soli 10 kilometri). Una caratteristica tipica di una stella pulsar è che
emette intensi “fasci” di onde radio mentre orbita rapidamente sul proprio asse
(circa 1000 rivoluzioni al secondo). La presenza di una stella compagna, una nana
bianca, rende la stella J0437-4715 un laboratorio ideale per verificare la teoria
generale della relatività. Gli astronomi, riusciti a determinare esattamente
l'orientamento della pulsar nello spazio, hanno potuto verificare l'effetto predetto
dalla teoria generale della relatività di Einstein, secondo cui un oggetto di grande
massa distorce lo spazio-tempo intorno a se stesso. Nel sistema binario pulsar
J0437-4715, le onde radio pulsar viaggiano attraverso la curvatura spaziotemporale intorno alla stella nana bianca compagna e arrivano sulla terra un pò più
tardi che se avessero attraversato lo spazio-tempo non distorto (effetto noto come
Shapiro delay). L'analisi dei dati ha chiaramente mostrato il ritardo previsto dalla
teoria della relatività e dall'effetto Shapiro.
http://www.atnf.csiro.au/
ü Stazione di osservazione dello spazio
La stazione di osservazione dello spazio profondo situata a Tidbindilla, a 30 km a
sud-est di Canberra, avrà un ruolo fondamentale nelle comunicazioni con la
missione Marte della NATO, la stazione sarà in continuo contatto con la navicella
spaziale che sta esplorando il sistema solare, traccerà la localizzazione della
astronave, e sarà in grado di impartire comandi ed istruzioni, di accumulare i dati
sperimentali inviati dall’astronave e le informazioni derivanti sullo stato di
funzionamento della stessa astronave.
112
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
L’agenzia spaziale americana, che usa grandi antenne, ricevitori a basso rumore di
fondo e trasmettitori ad alto potere, nell’area di Tidbindilla posizionerà quattro
antenne speciali con una angolazione di 120 gradi longitudine con le altre due basi
disposte in Spagna e in California così che la astronave sarà sempre in vista da uno
dei centri di osservazione.
ü Nuovo spettrografo per il progetto Gemini
La Scuola di Ricerca di Astronomia e Astrofisica dell’ANU (Australian National
University) situata sul Monte Stromlo, a pochi km da Canberra, ha ottenuto un
contratto di 4 milioni di AU$ (circa 4,8 miliardi di lire) per costruire il primo
strumento australiano per l’Osservatorio Gemini. L’Osservatorio Gemini è un
progetto internazionale che mira a costruire e utilizzare due telescopi
ottico/infrarosso da 8.1 metri. L’equipè del Monte Stromlo costruirà uno
spettrografo a infrarosso vicino in campo integrale (NIFS) per il telescopio Gemini
Nord dell’isola di Mauna Kea nelle Hawai. L’altro telescopio del progetto Gemini
si trova in Cile sulla montagna di Cerro Pachon. Il NIFS verrà utilizzato nelle
ricerche sui buchi neri e sulla formazione delle galassie.
www.mso.anu.edu.au/nifs
113
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
114
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
PROGRAMMA DELLE CONFERENZE PREVISTE
IN AUSTRALIA PER IL 2001
September 2-4, National Australian Conference on Shaken Baby Syndrome,
Sydney, Australia. Contact: Amy Wicks, Tel: 001118016273399,
fax: 001112016273321, email: [email protected]
September 3–6, Fenner Conference on Nature Tourism and the Environment,
Canberra. Contact: Ralf Buckley, Griffith University, Tel 07 5552 8675,
fax 07 5552 8895, email [email protected]
September 5-7, 37th Annual Scientific Meeting of the Australian and New
Zealand Society of Nephrology (ANZSN), Darwin, Australia.
Contact: Prof. Carol Pollock, Department of Medicine, Royal North Shore
Hospital, St Leonards, Sydney, 2065, Australia. Contact:
email: [email protected], web: www.nephrology.edu.au
September 7-9 ESA Clinical Weekend, Nara Seaworld Resort, Gold Coast.
Contact: Mike Pickford, Australian Science Network (ASN), PO Box 200,
Balnarring VIC 3926. Tel 03-5983 2400, fax: 03-5983 2223,
email: [email protected], web: www.asnevents.net.au
September 8-9, Endocrine Society Clinical Weekend (ESCW) combined with the
meeting of the Aust. Paediatric Endocrinologist Group (APEG), Nara Seaworld
Resort, Gold Coast. Contact: Attn: Mike Pickford, ASN, PO Box 200, Balnarring
Vic 3926, Tel 03 5983 2400, email [email protected]
September 9-12, Endocrine Society of Australia (ESA) and the Society for
Reproductive Biology (SRB), Conrad Jupiters, Gold Coast, Contact: Attn: Mike
Pickford, ASN, PO Box 200, Balnarring Vic 3926, Contact: Tel 03 5983 2400,
email [email protected]
September 10-12, Combined Annual Scientific Meetins of the Endocrine Society
of Australia (ESA) and the Society for Reproductive Biology (SRB), Conrad
Jupiters, Gold Coast, QLD. Contact: Mike Pickford, Australian Science Network
115
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
(ASN), PO Box 200, Balnarring VIC 3926. Contact: Tel 03-5983 2400, Fax: 035983 2223, email: [email protected], web: www.asnevents.net.au
September 12-14, Western Australian State Landcare Conference: Partnerships
and Diversity, Mandurah, WA.
web: www.avonicm.org.au/avonicm/lcconference/
September 12-14, Australian Diabetes Society (ADS) and the Australian
Diabetes Educators Association (ADEA) Conference, Conrad Jupiters, Gold
Coast, (Education day on 11th), Contact: Attn: Mike Pickford, ASN, PO Box 200,
Balnarring Vic 3926, Contact: Tel 03 5983 2400, email [email protected]
September 14-15 Australasian Diabetes in Pregnancy Society (ADIPS) Annual
Scientific Meeting Conrad Jupiters, Gold Coast. Contact: Conference Secretariat,
C/-Suzie Neylon, 145 Macquarie Street, Sydney, NSW, 2000. Contact: Tel: 029256 5462 Fax: 02-9241 4083, email: [email protected]
September 17-19, Commercialising Intellettual Property Conference, Melbourne.
Contact: IIR Conferences, Tel: 02-9923 5090, fax: 02 9959 4684;
email: [email protected]
September 22-23, Symposium: Biotechnology and the Environment, CSIRO
Discovery, Canberra. Contact: [email protected]
September 23-26, Australian Science Communicators Conference, 2001… A
Science Odyssey, Sydney. Contact: [email protected]
September 23-28, 6th World Congress of Chemical Engineering, Melbourne.
Contact: tel. 03 9819 3700; web: www.chemengcongress.com
September 24-28, 5th International Conference and Exhibition on HighPerformance Computing in the Asia-Pacific Region, organized by the Australian
Partnership for Advanced Computing, Gold Coast, Queensland. Contact: tel. 07
3878 9470, fax: 07 3378 9513; email: [email protected]
116
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
September 24-28, 4 th International Archaean Symposium, University of Western
Australia, Perth. Contact: Susan Ho, Tel: (61 8) 9332 7350,
email: [email protected], http://www.geol.uwa.edu.au/ias
September 25-27, Recycled Organics Conference, Trade Fair and Technology
Expose, University of Queensland, Gatton. Contact: Denise Hart on Tel: (07) 5460
1518, email: [email protected]
September 25 - 28, Coasts & Ports 2001, Surfers Paradise Marriott Resort, Surfers
Paradise, Queensland, Australia.
Contact: email: [email protected],
web www.icms.com.au/coastsandports , www.ieaust.org.au/nccoe
September 26-28, Ecological Society of Australia National Conference,
University of Wollongong, NSW. web: www.uow.edu.au/science/biol/esa
September 26-28, Technology Transfer and Innovation Conference, Brisbane.
Contact web: www.tti2001.qut.edu.au
September 27-29, 2001, Autism Council of Australia: Biennial National Autism
Conference “Positive Steps Forward”, Stamford Grand Hotel, Adelaide, Contact:
Plevin & Associates, Tel: (08) 8379 8222 Fax: (08) 8379 8177,
email: [email protected]
September 30-October 4, Com Bio 2001, Joint Conference with the Australian
Society for Biochemistry & Molecular Biology (ASBMB), the Australian & New
Zealand Society for Cell & Developmental Biology (ANZSCDB), the Australian
Society of Plant Physiologists (ASPP) and an international proteomics group,
National Convention Centre, Canberra. Contact: Sally Jay Tel: (08) 8362 0009,
Fax: (08) 8362 0038, email: [email protected],
web: www.asbmb.org.au/combio2001
September 30-October 4, EPSM 2001: Daring to be better, Biomedical
Engineering Conference, Fremantle. Contact: tel. 08 9332 2900;
web: www.promaco.com.au/conference/2001/epsm
117
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
September 30-October 5, ASM Annual Conference, A Microbial Odyssey, Perth.
Contact: Tel: (08)9867 8699, Fax : (08) 9867 8722, email : [email protected]
October 3-5, Asian Pacific Extension Network Conference: Contemporary
extension as a powerful vehicle for regional change. University of Southern
Queensland, Toowoomba. Contact: John James, Tel. (07) 5460 1495,
email: [email protected]
October 7-12, 4th Australian Peptide Conference Organised by the Ludwig
Institute for Cancer Research, Lindeman Island, Queensland. Contact: Prof. E.
Nice, email: [email protected]
October 8–10, 11 th Annual Scientific Meeting of the Australian & New Zealand
Bone & Mineral Society, Auckland. New Zealand, Contact: ANZBMS SecretariatIvone Johnson, tel: 02-9256 5405, Fax: 02-9241 4083, email: [email protected]
October 11-13, Work in Space, Contact: Tony James, tel.:0417 484 425,
email: [email protected]
October 11-13, AVCAL 2001, 8th Australian Venture Capital Conference. Contact:
AVCAL, tel 02 9232 1065.
October 17-18, Impact of Greenhouse and Energy Policies on Economic
Growth, National Industry Policy Conference, Adelaide, organized by the
Australian Chamber of Commerce and Industry (ACCI). Contact: tel. 02 6273
2311; email: [email protected]
October 24, Bioentrepreneur 2001, Conference.
Contact: www.bioentrepreneur.net
October 25–27, 5 th Australasian Menopause Society Congress 2001 Carlton Crest
Hotel, Melbourne, Victoria, Australia. Contact: tel. 07 3858 5527; Fax 07 3858
5510; email: [email protected]; web: www.menopause.org.au
October 28-29, Geopolymers: Turn potential into profit, Melbourne, Contact:
email:[email protected]; web: www.geopolymer2002.com
118
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
November 2-3, Practical solutions for coastal and ocean management Comparative and international approaches, Brisbane. Contact the Queensland
Environmental Defenders Office, Tel. 07 3210 0275, email: [email protected]
November 6-8, Environmental Management Systems in Australian Agriculture
Conference, Ballina, NSW. Contact: G. Carruthers, NSW Agriculture,
email: [email protected]
November 13-16, 11th NSW Coastal Management Conference ‘Making Waves’ Exposing Gaps and Exploring Solutions, Newcastle, Australia.
Contact: www.pco.com.au/coastal
November 14-16, Repairing our Wetlands: learning by doing, National Wetlands
Conference, Couran Cove Resort, south-east Queensland, hosted by Wetland Care
Australia supported by the National Wetlands Program. Contact H. Shearer, tel.:
(02) 6681 6069; email: [email protected]; web: www.wetlandcare.com.au
November 20-21, Looking South- Managing Technology, Opportunities and the
Global Environment, National Symposium organized by the Academy of
technological Sciences and Engineering, Hobart, Tasmania. Contact: tel. 03 9347
0622, fax: 03 9347 8237; web: www.atse.org.au
November 20-23, Sustaining Aquatic Environments – Implementing Solutions
Conference, Townsville. Contact George Rayment, Tel. 07 3896 9487,
email: [email protected]
November 24-27, ASMR National Scientific Conference: ‘BioInnovation: The
Future of Medical Research’, Marriott Hotel, Gold Coast, Queensland. Contact:
Mike Pickford, ASN, PO Box 200, Balnarring Vic 3926, Tel 03 5983 2400,
email: [email protected]
November 24-December 2, SES 2001 Solar World Conference, Adelaide.
Contact: Hartley Management Group, tel. 08 8363 4399, fax: 08 8363 4577;
email: [email protected]
November 28-30, 2nd Australian and New Zealand Conference on Environmental
Geotechnics, Newcastle, NSW. Contact: tel. 02 9290 3366, fax: 02 9290 2444.
119
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
December 4-5, Reproductive Genomics Conference, organized by Prince Henry’s
Institute of Medical Research and the Monash university Institute of Reproduction
and Development. Contact: email: [email protected];
web: www.med.monash.edu.au/phimr/genomics_symposia/index.html
December 4-6, International Symposium on Landscape Futures, University of
New England, Armidale, NSW.
web: www.ruralfutures.une.edu.au/lsfutures2/program/program.htm
December 10-13, International Congress on Modelling and Simulation:
Integrating Models for Natural Resources Management across Disciplines,
Issues and Scales. Australian National University, Canberra.
Contact: Dr F. Ghassemi, email: [email protected];
web: cres.anu.edu.au/~tony/modsim2001.htm
CONFERENZE PREVISTE PER IL 2002
February 10-14, 2002, 27th Protein Structure and Function Conference,
Contact: Dr L. Sparrow, Tel: 61-3-9662 7284, Fax: 61-3-9662 7101,e-mail:
[email protected],
www.biochemistry.unimelb.edu.au/lorne/index.html
February 14-17, 2002, 14th Lorne Cancer Conference, Contact: Jacqui Laird,
Tel: 03-9496-3548, fax: 03-9496-3577, e-mail: [email protected],
web: www.ludwig.edu.au/lorne/
February 17-21, 2002, 23rd Lorne Genome Conference. Contact: S. Dalton,
email: [email protected], web: http://lorne-genome.angis.org.au/
February 28-March 2, 2002, HEARTBEAT 2002 cardiovascular conference,
Novotel Brighton Beach Hotel, Sydney, NSW. Contact: Marian Ibrahim & Assoc.
Tel: 02 9879 3290 Fax: 02 9879 5139, email: [email protected]
120
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
March 25-27, 2002, 3rd Australasian Conference on “Hepatitis C, Research and
treatment”, Hilton on the Park, Melbourne. http://www.asnevents.net.au/hepc/
May 7-9, 2002, 2nd Australasian Conference on Drugs Strategy (Incorporating the
inaugural South East Asian Symposium on Prevention), Hyatt Regency Perth,
Western Australia. Contact: Steve GUEST, Tel: +61 08 92233035 Fax: +61 08
9223 341, email: [email protected]
May 12-17, 2002, Balancing the Groundwater Budget, International Association
of Hydrogeologists, Darwin. Abstracts due by 30 April 2001. Contact Des Yin Foo
by email: [email protected]
May 20-23, 2002, Hydrology and Water Resources Symposium, Melbourne.
Contact W. Smith, email: [email protected]
July 1–5, 2002, "Geoscience 2002: Expanding Horizons", Adelaide, South
Australia.
July 2-5, 2002, Environment, Culture and Community Conference, University of
Queensland, Brisbane. web: http://emash.uq.edu.au/conferences/ecc/
August 26–31, 2002, International Conference on Acid Sulfate Soils
Contact Mike Melville, Tel. 02 9385 4391, email [email protected]
September 22-26, 2002, PIANC International Navigation Congress, Darling
Harbour, Sydney. Contact: PIANC secretariat, email: [email protected];
web: www.pianc-aipcn.org
October 23-25, 2002, State of Port Curtis, Gladstone, NSW. Contact Ms Lee
Hackney at the Centre for Environmental Management, Tel. 07 4970 7310;
email: [email protected]
October 21-23, 2002, International Clinical Trials Symposium 2002, Sydney
Convention and Exhibition Centre, Sydney. Contact: ICMS Pty Ltd, Tel: 61 2 9290
3366 Fax: 61 2 9290 2444, email: [email protected]
121
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
November 4-8, 2002, Coast to Coast National Coastal Conference, Twin Towns
Resort at Tweed Heads, NSW. Jointly hosted by the NSW Coastal Council, the
Queensland Environment Protection Authority and the Coastal CRC. Contact Steve
Blackley: Tel. (02) 9391 2138; email: [email protected]
122
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
PRINCIPALI SITI WEB
Enti di ricerca australiani
Anglo-Australian Observatory
www.aao.gov.au/
Auslndustry
ww.ausindustry.gov.au /
Australian Antarctic Division
Australian Geological Survey
Organisation (AGSO)
www.antdiv.gov.au
www.agso.gov.au/
Australian Institute of Marine Science
(AIMS)
Australian Nuclear Science and
Technology Organisation (ANSTO)
www.aims.gov.au
www.ansto.gov.au/
Australian Research Council
Bureau of Meteorology
www.arc.gov.au/
www.bom.gov.au/
CSIRO
Cooperative Research Centres
www.csiro.au/
www.isr.gov.au/crc/index.html
Defence Science and Technology
Organisation (DSTO)
www.dsto.defence.gov.au/
Department of Industry, Science and
Resources
www.isr.gov.au/
Environment Australia
www.environment.gov.au
EPA New South Wales
EPA Queensland
www.epa.nsw.gov.au
EPA Western Australia
EPA South Australia
www.epa.wa.gov.au
EPA Northern Territory
www.epa.nt.gov.au
EPA Victoria
Great Barrier Reef Marine Park
Authority (GBRMPA)
www.epa.vic.gov.au
www.epa.qld.gov.au
www.epa.sa.gov.au
www.gbrmpa.gov.au/
IPAustralia
National Health and Medical Research
Council (NHMRC)
www.ipaustralia.gov.au/
www.health.gov.au/nhmrc/
National Standards Commission
www.nsc.gov.au/
123
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Rural R&D Corporations
www.affa.gov.au/csg/ppi/
statutory.html
Science and Technology Advisory
Bodies
Australian Academic and Research
Network
www.isr.gov.au/science/bodies/bodies.html
www.aarnet.edu.au/
Australian Research Council
Department of Education, Training and
Youth Affairs
www.arc.gov.au
www.detya.gov.au
Land and Water Australia
Department of Industry, Science and
Resources
www.lwa.gov.au/
www.disr.gov.au
National Health and Medical Research
Council (NHMRC)
National Environment Protection
Council
www.health.gov.au/nhmrc
www.nepc.gov.au/
Informazioni generali sull’Australia
Australian Bureau of Statistics
www.abs.gov.au
Australian Federal Government
Entry Point
Australian Universities
www.fed.gov.au
www.detya.gov.au/highered/ausunis.htm
Principali fonti d’informazione australiani
Australian Financial Review
www.afr.com.au/
Sydney Morning Herald
www.smh.com.au /
The Age
The Australian
www.theage.com.au/
www.theaustralian.com.au/
Australian Broadcasting
Corporation, Science Programs
www.abc.net.au/science
124
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Si ringrazia la Canberra university, per il
generoso contributo che ha consentito di
finanziare in parte il Bollettino della
Comunità Scientifica in Australasia
Canberra University
La Canberra University, con uno staff 800 persone tra accademici e personale di
supporto, è presente nel territorio della capitale australiana, come istituzione
universitaria, con un ruolo educativo, didattico e di ricerca, e con attività di
consulenza per conto degli Stati e di Agenzie federali e statali. Attualmente
l’Università di Canberra conta circa 10000 studenti, di cui 825 studenti stranieri
provenienti da 70 nazioni Gli studenti possono godere delle attrezzature e dei
laboratori più moderni, strumenti di precisione, aule teatro, computer, biblioteche
molto ricche. I programmi universitari vanno dai diplomi di laurea breve, ai corsi
professionali, ai corsi post laurea di master e dottorato. Particolarmente importanti
sono le attività di ricerca svolte nel campo delle scienze naturali e ambientali, gli
studi sulla gestione della scolarizzazione e quelli sui settori pubblici. Inoltre la sua
reputazione è in crescita per quanto riguarda gli studi sulle comunicazioni,
l’elettronica, l’ingegneria informatica, le scienze umane e biomediche, il design
industriale, il turismo e lo sviluppo di vaccini. La maggior parte dell’attività di
ricerca è svolta in risposta alle esigenze delle comunità, dell’industria e del
governo.
L’Università di Canberra è strutturata in tre divisioni: Communication and
Education, Management and Technology, e Science and Design. All’interno di
ciascuna divisione vi sono le cosiddette “Schools”, in cui viene svolta l’attività
didattica rivolta al conseguimento dei diplomi di Laurea, e i centri di ricerca. I
diplomi di Master e PhD (dottorato), della durata rispettivamente di 2 e tre anni,
possono essere svolti sotto forma di “coursework”, ossia un corso di studio con dei
corsi da frequentare, oppure sotto forma esclusivamente di attività di ricerca.
Una parte importante dell’attività di ricerca viene svolta sia all’interno dei tre
Cooperative Research Centre, “Cooperative Research Centre for Sustainable
Tourism”, “Cooperative Research Centre for Landscape Evolution and Mineral
Exploration”, e il “Cooperative Research Centre for Freshwater Ecology”, sia
all’interno di centri di ricerca nazionali, avviati grazie a fondi del Governo
Ambasciata d’Italia
Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia
CANBERRA
Federale, focalizzati su argomenti di interesse per l’intero Paese: il “National
Centre for Corporate Law & Policy Research”, il “National Centre for Social &
Economic Modelling”, e il “National Health Sciences Centre”.
I corsi dell’Università di Canberra, da diplomi a master e dottorato, costano
mediamente tra i 10000 e i 15000 dollari australiani (tra gli 12 e i 18 milioni di lire
circa) all’anno per gli studenti internazionali. Tuttavia, esistono una serie di borse
di studio a copertura parziale o totale dei costi costi accademici.
Il sito ufficiale dell’Università di Canberra: www.canberra.edu.au