«Un imputato sempre più forte e la vittima del reato più debole»

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«Un imputato sempre più forte e la vittima del reato più debole»
DOMENIC A 29 NOVEMBRE 2009
LA SICILIA
SIRACUSA .45
IL DIBATTITO
SULLA GIUSTIZIA
«Questa non mi sembra una
bella giustizia da augurare a
un Paese civile. Prima di
emanare una tal legge va
riformato il processo penale»
DISAVVENTURA DI UNA VEDOVA
Si propone per fare
lavori domestici
poi tenta di depredarla
IL CAPO DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA UGO ROSSI INTERVIENE SUL «PROCESSO BREVE»
«Un imputato sempre più forte
e la vittima del reato più debole»
Gli anziani ancora bersaglio di malintenzionati che mettono in campo sempre nuovi sistemi per raggiungere i loro scopi. La frode è
sempre mirata a trarne profitto
economico. Il trucco che i malintenzionati hanno adottato questa
volta è quello dell’offerta di prestazioni edili, idrauliche o altri lavori del settore.
Lo racconta un’anziana, rimasta
vittima come da lei stesso riferito,
dell’inganno. La pensionata è stata
fermata per strada da un uomo
dall’aspetto rassicurante.
«Mi ha fermato dicendomi che
Sul processo breve analisi del procuratore della Repubblica Ugo Rossi
UGO ROSSI*
Non intendo entrare nel dibattito politico sui motivi che hanno indotto
l’attuale Governo ad introdurre nell’agenda politica, in maniera improvvisa
ed urgente, la riforma sulla durata del
processo penale, che non deve superare per ciascun grado di giudizio i
due anni, a pena di caducazione dell’azione (cioè l’estinzione, ndr). Si sono richiamati, per giustificare questa
enorme fretta, alti principi costituzionali, nel caso di specie il primo comma dell’art. 111 della Costituzione, che
recita «La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge», tra i cui corollari certamente rientra quello che impone una ragionevole durata del processo.
Detta così sembrerebbe una bella
notizia, un salto di qualità nella vita
democratica del Paese: ci sarebbe solo da aggiungere «ma come non ci
hanno pensato prima?». E sempre sull’onda di questo entusiasmo e in applicazione di un altro principio fondamentale contenuto nell’art. 3 della
nostra Costituzione, che assegna alla
Repubblica il compito «di rimuovere
gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà
e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana etc. etc.» ed ancora in applicazione di un altro alto principio contenuto nell’art. 36 della Costituzione,
che riguarda la retribuzione alla quale ha diritto il lavoratore, che deve essere «in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa», mi permetto di
suggerire al Governo un’altra legge
da approvare con altrettanta urgenza,
con la quale prevedere in favore dei
soggetti che non hanno mezzi economici sufficienti l’assegnazione di una
abitazione dignitosa e di una somma
per fare fronte ai bisogni essenziali.
E’ chiaro che la mia è solo una provocazione, perché tutti sanno che le
reali condizioni di questo Paese non
rendono possibile attuare nella loro
pienezza i precetti costituzionali di
natura economica. In sostanza in tutte le Carte Costituzionali del mondo
sono contenuti questi alti precetti pensate che in quella americana si
tende addirittura ad assicurare la «felicità» dei cittadini - ma si tratta di
traguardi ideali che impegnano i governanti ad operare verso quella dire-
zione, tenendo però conto di ciò che è
realmente esigibile in un determinato momento storico. Superando questi limiti non solo si agirebbe in maniera irragionevole, ma verrebbero
posti in pericolo equilibri fondamentali che regolano in un determinato
momento storico la vita di uno Stato.
Per tornare alla nostra riforma «sul
processo breve», una classe politica
che agisse veramente nell’interesse
generale si preoccuperebbe, prima di
emanare una tal legge che al momento altera profondamente gli equilibri
del Paese, di riformare il processo penale rendendolo breve nei fatti: numerose sono le proposte provenienti
non solo dalle parti politiche, ma anche dalla magistratura (solo per indi-
LA RIFORMA
Nell’immediato una
amnistia impropria
che farebbe
estinguere una quota
di processi pendenti
da quantificare tra il
30 e il 50 per cento
care alcuni spunti di riflessione, mi
vengono in mente l’accorpamento dei
piccoli Tribunali, che renderebbe più
efficace il loro lavoro; la modifica del
sistema di notificazione degli atti che,
allo stato, dilata enormemente i tempi processuali; il pagamento di ore di
lavoro straordinario al personale di
cancelleria, per consentire il prolungamento dei processi nelle ore pomeridiane; la modifica delle leggi che di
fatto hanno svuotato di magistrati le
Procure della Repubblica e molte altre
che solo per ragioni di spazio non posso enunciare); numerose sono state le
commissioni di studio costituite negli
anni presso il Ministero della Giustizia, per la riforma del processo penale, i cui lavori giacciono sepolti negli
archivi, ma nulla ha potuto smuovere
l’indolenza di questo Governo e di
quelli che lo hanno preceduto, neppure le numerose sentenze di condanna
pronunziate da giudici internazionali ed ora anche interni alle quali è andato incontro il nostro Paese proprio
per la lentezza con cui si celebrano i
processi. Ma vediamo per sommi capi quali sarebbero le conseguenze se
passasse la riforma: nell’immediato
una amnistia impropria che farebbe
estinguere una quota di processi pendenti da quantificare tra il 30% e il
50% (la quota indicata dal Ministro
Il colpo sventato per
miracolo da una
collaboratrice della donna.
Pare che non si tratti
di un episodio isolato
era senza lavoro e che se avevo bisogno di lavoretti da fare a casa,
come imbiancare le pareti o aggiustare rubinetti, lui era disponibile e
a prezzi modici».
E a chiusura del discorso lo sconosciuto ha porto alla donna un
bigliettino, su cui erano riportati
non solo i tipi di intervento capace
di eseguire, ma anche un numero
di cellulare a cui rivolgersi. L’anziana, ignara di avere a che fare con un
delinquente, ha preso il biglietto,
ha promesso di richiamare e nel
frattempo ha pure raccontato allo
MARIA TERESA GIGLIO
Open land, l’ing. Borgione si difende così
Nota dell’avv. Sallicano sulla vicenda che ha portato diversi funzionari del Comune a essere iscritti nel registro degli indagati
«Denegare la concessione urbanistica era doveroso».
Interviene con queste affermazioni l’avvocato Giovanni Sallicano sulla vicenda Open land in
qualità di legale di uno degli indagati, l’ex dirigente del settore Urbanistica, l’ingegner Natale
Borgione.
«L’intervento urbanistico-edilizio richiesto afferma l’avvocato Sallicano - rientra in un’area
identificata dal Piano regolatore generale come
G11: attrezzature fieristiche».
Nel giugno 2003 viene chiesta poi l’apertura
di una grande struttura di vendita in viale Epipoli, con una superficie pari a 8.442 metri.
«Grande struttura di vendita - prosegue l’avvocato - non equivale alla definizione «centro
commerciale». Tutte le aree classificate G dal
Piano regolatore esprimono infatti servizi a servizio della collettività, con ogni conseguenza in
ordine agli standard urbanistici, ciò di cui l’ing.
Borgione e l’Ufficio tutto ha tenuto debito conto. Non si dimentichi che l’attuale complesso
edilizio commerciale «Fiera del Sud» era all’origine abusivo e, poi, successivamente a più riprese sanato. Inoltre, si sarebbero dovuti prevedere quasi due ettari di parcheggio di servizio urbano, giusto quelli mancanti al progetto, oggetto di diniego. Ve lo immaginate l’Auchan o il Carrefour senza parcheggi? Non sarebbe assurdo?».
L’avvocato ricorda che l’11 settembre 2008 è
stata rilasciata, su richiesta della società Open
Land, la concessione edilizia n. 222 che prevedeva solo la ristrutturazione edilizia, necessaria per
Dramma sfiorato al Corbino
Pochi minuti dopo il suono della campana nell’aula della II C crolla il soffitto
Tragedia sfiorata ieri mattina al Corbino. E non è un’esagerazione. È crollato il soffitto di una classe, al secondo
piano dello storico edificio che ospita
il liceo scientifico, proprio 5 minuti
dopo il suono della campanella dell’ultima ora. Il crollo è avvenuto intorno alle 13.25.
Fino alle 13.20 quella classe era piena di ragazzi: gli studenti della seconda C. Che si possono ritenere fortunati. Qualche minuto dopo, sul posto,
sono anche intervenuti i vigili del fuoco.
Questa la situazione che hanno trovato: il tetto della classe era costituito
da un soppalco in legno che è crollato
sotto il peso dei calcinacci provenienti dal tetto reale.
I ragazzi, ovviamente, si sono allar-
della Giustizia nella misura dell’1% è la
prova della leggerezza e dell’approssimazione con cui il Governo affronta
questa riforma); nel futuro una amnistia generalizzata, perché in mancanza delle riforme strutturali i processi
continueranno ad estinguersi, soprattutto quelli complessi e quelli contro i
potenti, che potranno disporre dei migliori collegi di difesa e dei migliori
tecnici in genere, ma anche perché
nessun imputato sarebbe più indotto
a ricorrere ai riti alternativi (soprattutto patteggiamento e giudizio abbreviato), ingolfando sempre più le aule
di giustizia. Ho parlato in precedenza
di alterazioni di equilibri fondamentali della società ed intendo riferirmi
alla diversa posizione che verrebbe
riservata alle parti nel processo penale e cioè un imputato sempre più forte ed una vittima del reato sempre
più debole, perché esposta al pericolo
ulteriore di veder caducata tutta l’attività processuale fino a quel momento svolta, spesso alle soglie di una sentenza di condanna che possa porre in
qualche modo rimedio al torto subito,
talvolta atroce.
Questa non mi sembra una bella
giustizia da augurare ad un Paese civile.
*Procuratore della Repubblica di Siracusa
sconosciuto della sua vita privata.
Compreso il fatto di essere vedova
e di vivere da sola. Poi il commiato
e il ritorno a casa. Non poteva sapere che l’uomo la stava seguendo.
Lo ha realizzato quando è arrivata a casa, quando si è vista aggredire alle spalle non appena aperto
l’uscio. Dal canto suo il malvivente
non poteva immaginare che l’anziana aveva lasciato a casa una
donna che la aiuta nelle faccende
domestiche e che sentendo l’urlo
della padrona di casa, anche se
soffocato subito dalla mano del delinquente, ha realizzato che qualcosa di spiacevole stava accadendo
e mentre cercava di raggiungere la
porta a voce alta ha chiamato la
pensionata.
A quel punto lo sconosciuto ha
abbandonato il campo, ma non in
tempo perché la collaboratrice domestica non riuscisse a vederlo. E
proprio dalla descrizione del fuggitivo l’anziana ha capito si trattava
della stessa persona con cui si era
intrattenuta per strada poco prima. La pensionata, non avendo subito alcun danno, se non una bella
paura, non avrebbe nemmeno
sporto denuncia. Ma chiacchiere
da «supermercato» vogliono che
non si tratti di un episodio isolato.
Andando indietro di qualche anno, furono molti i pensionati rimasti vittime di un altro trucco. In
quel caso un uomo dall’aspetto curato ed elegante, sempre davanti
alle filiali di banche, fermava gli
anziani che ne uscivano chiedendo
loro aiuto perché potesse riscuotere una presunta eredità, con una
somma a copertura della tassa di
successione indispensabile per ottenere il lascito. E tutto questo con
la garanzia di un notaio avrebbe
dato ufficialità alla vicenda. A fronte della disponibilità gli anziani
avrebbero avuto in cambio il doppio dell’importo dell’assegno. Intascati i soldi e fissato l’appuntamento dal notaio, dell’elegante figuro
non si aveva più traccia.
INUTILE QUALSIASI COMMENTO
mati. La maggior parte di loro era già
uscita dall’istituto e raggiunto le proprie destinazioni.
Quelli che si erano attardati a scuola, hanno sentito i rumori causati dal
crollo e sono corsi a vedere cosa fosse
accaduto. Gli studenti del Corbino,
adesso, non si sentono al sicuro e chiedono garanzie riguardo alla loro incolumità.
«Tutte le classi sono in questo stato
- ha raccontato Valeria Blanco, rappresentante d’istituto - hanno tutte un
tetto soppalcato. Ci siamo sempre
chiesti cosa potessero nascondere
quei pannelli, dal momento che erano
comparse delle crepe. Evidentemente
non sono state fatte le sufficienti verifiche. Adesso temiamo per le altre
classi e chiediamo rassicurazioni ufficiali».
Oggi i ragazzi si incontreranno per
un’assemblea. Domani sicuramente
non entreranno: «Ci ritroveremo davanti alla scuola e poi decideremo se
manifestare davanti alla Provincia».
MASSIMILIANO TORNEO
ottenere la terza proroga di natura commerciale e non urbanistico-edilizia, di cui in Conferenza dei Servizi si fa riferimento «assolutamente
improprio e spesso volontariamente fuorviante».
«Il 20 aprile scorso - prosegue l’avvocato Sallicano - non tenendo più conto evidentemente
della concessione n. 222 (a cui la Open Land
non dà alcun seguito al punto che l’11 settembre 2009 essa decade per palese mancato inizio dei lavori), la società presenta un nuovo
progetto, diverso da quello di ristrutturazione,
per la realizzazione di un centro commerciale
e non più di una grande struttura di vendita,
mediante la demolizione con ricostruzione e
l’incremento delle superfici esistenti. In tal caso è richiesta l’approvazione del Piano Com-
merciale, oggi inesistente».
Questo nuovo progetto necessiterebbe anche
di una modifica del Prg con l’eliminazione di una
previsione di zona (G11) e con l’espansione delle zone D previste altrove.
«Infine - aggiunge Sallicano - non si dimentichi che l’intervento, così come proposto, rappresenta una destinazione d’uso in contrasto con le
destinazioni di Piano, non è conforme neppure
all’art. 116 che prevede che gli edifici esistenti alla data di adozione del Prg in caso di diversa destinazione d’uso, possono essere assoggettati a
interventi di manutenzione, restauro e ristrutturazione edilizia di tipo A: proprio quella autorizzata con la n. 222, fatta decadere dall’inattività
e dall’inerzia della Open Land».
ISABELLA DI BARTOLO
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