Rassegna Stampa del 26 Ottobre 2016
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Rassegna Stampa del 26 Ottobre 2016
USTICA LINES Mercoledì, 26 ottobre 2016 USTICA LINES Mercoledì, 26 ottobre 2016 Autorità portuali 26/10/2016 Gazzetta del Sud Pagina 1 1 Cantieristica, si riparte 26/10/2016 Gazzetta del Sud Pagina 25 2 Attesa per le nuove commesse Intermarine 26/10/2016 La Sicilia Pagina 2 3 Sac, 80 milioni in cassa ma non bastano Trasporti marittimi 25/10/2016 Ansa 5 Trasporti: Onorato (Moby), Confitarma difende privilegi 26/10/2016 Gazzetta del Sud (ed. Reggio Calabria) Pagina 21 6 Anche Salerno è dietro l' angolo Gioia Tauro, no 26/10/2016 MF Pagina 17 NICOLA CAPUZZO OnoratoMsc, asse antiGrimaldi 7 Trasporti Marittimi 22/10/2016 La Gazzetta Marittima 9 La sicurezza del lavoro nei porti e sulle navi 26/10/2016 La Gazzetta Marittima 11 Come cambiano i dragaggi portuali con la benedizione dell'Ambiente 26/10/2016 La Gazzetta Marittima 13 A Taranto nuova linea di Grimaldi 26/10/2016 La Gazzetta Marittima 14 Confitarma e i nodi Italia 26/10/2016 La Gazzetta Marittima 16 Sui dragaggi ci sarà un tavolo permanente 26/10/2016 L' Avvisatore Marittimo 18 «Italia, gap logistico vale 18 miliardi» 26/10/2016 L' Avvisatore Marittimo 20 Traffici in calo con l'Italia, noli sempre ondivaghi 26/10/2016 L' Avvisatore Marittimo 22 «Noi armatori tra i conflitti del Medio Oriente» 26/10/2016 L' Avvisatore Marittimo 24 Medio Oriente, la vera prova per ogni broker 25/10/2016 giornaledisicilia.it 26 Al Nord si viaggia, al Sud si aspetta: Italia divisa in due per 26/10/2016 Il Secolo XIX Pagina 12 28 Armatori, tre nuove eco petroliere per d' Amico 26/10/2016 Corriere della Sera Pagina 8 29 Boccia fuorionda: «I governatori vi sono ostili» 26/10/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 11 MARCO MORINO I merci di Interporto Nola sull' Alta velocità dal 2018 26/10/2016 Il Secolo XIX Pagina 12 FRANCESCO RUSSO Riforma porti, 40 papabili al vaglio dell' Anac La partita dei segretari... 26/10/2016 Il Secolo XIX Pagina 12 Traghetti, alleanza Onorato Aponte ALBERTO GHIARA 30 32 34 26 ottobre 2016 Pagina 1 Gazzetta del Sud Autorità portuali Messina Oggi l' attesa riattivazione del secondo bacino galleggiante dell' Arsenale militare Cantieristica, si riparte Venerdì invece i dettagli delle nuove commesse Intermarine Messina l Si terranno il 22 e 23 novembre prossimi Due importanti appuntamenti che regalano finalmente un segno più al bilancio delle attività produttive "sane" nella zona falcata. Oggi alle 11 nel corso di una cerimonia verrà riattivato il bacino galleggiante dell' Arsenale militare, fermo da tre anni dopo l' accidentale affondamento. Saranno presenti l' ing. Gian Carlo Anselmino, direttore dell' Agenzia Industrie Difesa cui l' impianto messinese fa capo, il direttore dello stabilimento Raffaele Sanua, e importanti esponenti della Marina militare, che così conferma la sua fiducianellastruttura, la quale con il secondo bacino potrà garantire una maggior mole di lavoro. E, sempre grazie al naviglio di Stato, la cantieristica messinese potrebbe tornare aguardare non soltanto avanti, ma in alto. Venerdì prossimo, infatti, nella sede dell' autorità portuale verranno presentati i dettagli delle due cospicue commesse che la Marina militare ha affidato alla Intermarine, e che secondo quanto anticipato verranno in parte realizzate anche nello stabilimento ex Rodriquez della zona falcata, almeno attenuando dunque i timori di smantellamento. Pag. 25. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 26 ottobre 2016 Pagina 25 Gazzetta del Sud Autorità portuali Attesa per le nuove commesse Intermarine All' ex Rodriquez una parte degli investimenti della Marina Militare Ma c' è anche un' altra prospettiva che si schiude per la cantieristica della zona falcata, sempre grazie all' interesse della Marina Militare. Si conosceranno infatti il prossimo venerdì, nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.30, nella sede di Messina dell' Autorità portuale, i dettagli delle nuove commesse della Marina Militare ai cantieri navali Intermarine, parte delle quali sarà realizzata nei cantieri navali ex Rodriquez di Messina. Questi ordinativi potrebbero rappresentare un positivo segnale dell' auspicabile rilancio dello storico cantiere messinese e fanno ben sperare per le possibili importanti ricadute in termini di sviluppo e di occupazione per le maestranze cittadine. Saranno presenti all' incontro il commissario straordinario dell' Authority di Messina, Antonino De Simone, l' amministratore delegato del Gruppo Inter marine Livio Corghi e il vice presidente della Commissione Tra sporti della Camera, on. Enzo Garofalo, che si è fortemente impegnato per il raggiungimento di questo importante obiettivo. Dopo anni di gravosi silenzi, dunque, sembra che finalmente la società della holding Immsi di Roberto Colaninno, abbia deciso di investire somme importanti anche nel cantiere della Zona falcata grazie alle due commesse ultramilionarie da parte della Marina Militare, suddivise tra i cantieri navali di Sarzana e di Messina. Una preziosa boccata d' ossigeno per oltre 60 dipendenti. 3. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 26 ottobre 2016 Pagina 2 La Sicilia Autorità portuali Sac, 80 milioni in cassa ma non bastano Torrisi: «Presto un incontro con l' Enac. Per ora nessuna criticità nei servizi. In agenda le nomine per Comiso» TONY ZERMO CATANIA. Intanto sgombriamo il campo di chi crede, o teme, o spera, che la Sac sia nei verbi difettivi. Non è in crisi finanziaria perché ha circa 80 milioni spendibili che fanno parte per metà di mutui bancari e per circa altri 40 milioni di provviste di cassa. Direte: ma allora perché si parla tanto di difficoltà per l' apertura del terminal B, cioè della vecchia aerostazione "Morandi"? Ottanta milioni non bastano? Certo che bastano, solo che per i lavori quadriennali previsti dal contratto di programma con l' Enac ci vuole qualcosa in più perché si tratta di una programmazione più vasta di lavori. Ed ecco perché ci vuole una interlocuzione seria con l' Enac per inquadrare il futuro dell' aeroporto di Catania. Dice l' amministratore delegato Ni co Torrisi: «C' è in programma un incontro con l' Enac a Roma. Andrò con il presidente Daniela Baglieri e vediamo come impostare il problema. Non ci sono emergenze da superare, c' è da esaminare i conti e vedere come intervenire con la soddisfazione di tutti. Intanto sto cercando di vedere se in aeroporto ci sono punti di critici nello svolgimento del servizio, ma al momento sia dal punto di vista del personale in sala e nei varchi e sia dal punto di vista dell' handling non ci sono criticità. L' aeroporto funziona, solo che es sendo sempre in crescita dobbiamo prepararci per attrezzare le strutture per il futuro. Se i sette milioni di passeggeri diventano quindici tra una dozzina di anni che facciamo?». Superato il passaggio con l' Enac, che è la casa madre degli aeroporti italiani, bisognerà poi pensare al rinnovo delle cariche della Soaco, la società di gestione dell' aeroporto di Comiso, destinato a un futuro brillantissimo se il trend turistico si manterrà positivo e soprattutto se verrà realizzata la Ragusa Catania. «Per prima cosa dice Torrisi bisogna convocare l' assemblea di Intersac che ha la maggioranza in Soaco con un 35% del Comune di Comiso che ha facoltà di nominare il presidente e un consigliere, mentre la parte Intersac nomina l' amministratore delegato». Un rapporto societario che sembra complicato, ma non lo è. Semmai tra i cinque consiglieri Soaco per rappre sentanza di genere dovrebbero entrare due donne e non sembra essere una cosa così semplice per via delle spinte e controspinte. Secondo alcune voci pare scontata la riconferma del presidente della Soaco Rosario Dibennardo, per il resto del consiglio di amministrazione è tutto da valutare. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3 26 ottobre 2016 Pagina 2 < Segue La Sicilia Autorità portuali In questa nuova ripartenza dell' asse aeroportuale Catania Comiso c' è da registrare una assenza, e cioè quella delle Ferrovie dello Stato, che dopo a ver preparato con Italferr il progetto per l' interramento della linea ferrata su cui dovrà passare la pista di oltre tremila metri e la realizzazione della stazione dedicata all' aeroporto non c' è stato nemmeno l' inizio della fase concreta. E non crediamo che questo avvenga perché c' è da fare un investimento di circa 200 milioni, è solo questione di volontà politica. Si stavano per trovare le risorse circa due anni addietro quando il presidente di Rfi, l' agrigentino Dario Lo Bosco, venne coinvolto in uno scandalo finanziario e fu costretto a dimettersi. Poi sulla questione, a parte le rassicurazioni del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, non è stato fatto alcun passo avanti. Abbiamo l' impressione, speriamo sbagliata, che ci sia una certa freddezza di rapporti tra Delrio e il sindaco di Catania, Enzo Bianco. Lo diciamo perché fino a qualche mese addietro Delrio era spesso a Catania occupandosi sia dei problemi dell' aeroporto e sia di quelli dell' Autorità portuale. Ora è calato un muro di silenzio: il porto sarà in stand by per tre anni in attesa di cedere (forse) le leve di comando ad Augusta, l' aeroporto aspetta la nuova pista lunga per poter accogliere i grandi aerei. Ritrovare la spinta propulsiva, quella necessaria ai grandi progetti, è faticoso, forse perché ormai tutti parlano di referendum e non pensano ad altro. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 25 ottobre 2016 Ansa Trasporti marittimi Trasporti: Onorato (Moby), Confitarma difende privilegi Da Grimaldi solo minacce e frottole (ANSA) CERNOBBIO (COMO), 25 OTT Il presidente di Moby, Vincenzo Onorato, rilancia la polemica con Confitarma e definisce "frottole e minacce" le affermazioni fatte ieri dal presidente di Confitarma, Emanuele Grimaldi. Intervenendo a Cernobbio al Forum di Conftrasporto, Onorato ha definito così l' ipotesi di mettere le navi short sea shipping sotto bandiera non italiana per evitare l' o b b l i g o d i i m b a r c a r e s u navi e traghetti personale esclusivamente italiano o comunitario. "Quelle di Confitarma sono frottole, minacce fini a se stesse ha affermato Onorato . Confitarma continua a difendere privilegi, senza tener conto che gli armatori, come tutte le imprese, hanno una responsabilità sociale. Sono fiero di essermene andato da Confitarma sbattendo la porta".(ANSA). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 26 ottobre 2016 Pagina 21 Gazzetta del Sud (ed. Reggio Calabria) Trasporti marittimi Porti e riporti Anche Salerno è dietro l' angolo Gioia Tauro, no Naufragio della logistica l Solo un problema di costi? O forse di capacità logistica? Quale che sia la verità vera delle cose, di certo c' è che già nell' agosto scorso è esplosa in Calabria la notizia che i treni destinati alla nuova metropolitana di Lima, in Perù, costruiti a Reggio Calabria dalla Hitachi Rail Italy (ex Ansaldo Breda), società leader mondiale del settore, vengono spediti in Sud America dal porto di Salerno. Un bel viaggetto di qualche centinaia di chilometri quando a una ventina c' è Gioia Tauro, che un porticciolo proprio non è . M a l a compagnia d i navigazione c o n l a quale è stato trovato l' accordo, la Hapag Lloyd, fa scalo nel terminal SCT (Salerno Container Terminal) e non a Gioia Tauro. La commessa acquisita da SCT Spa, della durata di quattro anni, è il risultato dell' accordo con "Ricolfi & C. Spa" che cura le operazioni di trasferimento dei convogli. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 26 ottobre 2016 Pagina 17 MF Trasporti marittimi i due gruppi sono pronti a unire le forze nel trasporto via mare di carichi rotabili OnoratoMsc, asse antiGrimaldi L' armatore che controlla Moby e Tirrenia Cin annuncia la creazione di un network commerciale con Gianluigi Aponte per contrastare lo strapotere della flotta napoletana sulle rotte mediterranee La battaglia navale del trasporto via mare di carichi rotabili sembra essere arrivata alla resa dei conti. Per contrastare lo strapotere del gruppo G r i m a l d i s u l l e r o t t e i t a l i a n e e mediterranee il gruppo Onorato Armatori (che controlla Moby e Tirrenia Cin) e la Msc di Gianluigi Aponte (Grandi Navi Veloci) sono pronti a unire le forze. In occasione del forum annuale di Conftrasporto tenutosi ieri a Cernobbio (Como) Vincenzo Onorato ha infatti annunciato «la creazione di un grande network commerciale dedicato ai traffici roro del Mediterraneo fra il mio gruppo e quello di Aponte». Che l' azione sia rivolta a limitare il r u o l o d e l gruppo G r i m a l d i l o c o n f e r m a Onorato, che gli attribuisce «una posizione dominante sul mercato mediterraneo». S' infiamma dunque la sfida che da mesi si sta giocando sul mercato delle rotte verso la Sardegna e in Parlamento con le modifiche richieste al Registro Internazionale delle Navi per l' obbligo di imbarco di marittimi solo comunitari a bordo delle navi che operano fra porti nazionali. La nuova alleanza di cui parla il numero uno di Moby e Tirrenia era stata già ipotizzata nei mesi scorsi, quando Onorato Armatori aveva preannunciato un accordo di code sharing agreement per un nuovo collegamento marittimo fra Nord Italia, Sicilia e Malta. Il network di Grandi Navi Veloci offre collegamenti marittimi anche verso Spagna, Tunisia e Marocco. Onorato è tornato anche sulle dichiarazioni rese da Grimaldi all' ultima assemblea di Confitarma, in particolare sull' ipotesi di portare le sue navi sotto bandiera estera: «Nella relazione letta all' assemblea c' erano monumentali bugie», ha detto. «La più grande è quella del deflagging della flotta, uno spettro che Grimaldi agita omettendo di menzionare il requisito della stabile organizzazione in Italia (per beneficiare della Tonnage Tax, ndr). La riforma Cociancich è una buona norma, che, se passerà come il governo l' ha voluta, darà ottimi risultati occupazionali». Sulla battaglia navale dei traghetti è intervenuto sempre a Cernobbio anche il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, rivolgendosi a Fabrizio Pallenzona (presidente di Conftrasporto e consigliere di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7 26 ottobre 2016 Pagina 17 < Segue MF Trasporti marittimi Tirrenia Cin): «Fabrizio, prova tu con le tue capacità di mediazione a far ragionare i due». Il forum di Conftrasporto è stato anche l' occasione per presentare alcune statistiche elaborate da Confcommercio e Isfort su trasporti e logistica in Italia, secondo cui il Paese è diviso in due dal punto di vista infrastrutturale. «L' Italia è divisa a metà in termini di accessibilità, con le regioni del Centro a fare da cuscinetto», dicono gli analisti sottolineando che questa frattura è ancor più evidente soprattutto nel trasporto ferroviario. «Poco meno di tre quarti del traffico nazionale avviene tra le regioni a nord dell' EmiliaRomagna. Circa il 70% del materiale rotabile (68,7% dei carri e il 72,4% dei locomotori elettrici) è nella disponibilità di questa parte del Paese». Obsoleto è stato definito anche il network infrastrutturale del trasporto su strada: «Una rete vecchia e l' inconcludenza dei piani di potenziamento mai nati o incompleti disegnano una cartina dell' Italia "a singhiozzo" sul fronte sia ferroviario sia stradale». Al punto che il completamento degli interventi infrastrutturali necessari o non completati richiederebbe, secondo Conftrasporto, circa 16 miliardi, che si aggiungerebbero ai quasi 2 miliardi già destinati al potenziamento del trasporto merci ferroviario. (riproduzione riservata) NICOLA CAPUZZO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 22 ottobre 2016 La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi La sicurezza del lavoro nei porti e sulle navi LIVORNO Nel recente convegno organizzato dal Propeller Club labronico il tema, fortemente voluto dalla presidente Maria Gloria Giani Pollastrini, verteva sulla sicurezza in ambito portuale e sulla necessità di coordinamento delle azioni fra i suoi operatori e fruitori per ridurre al massimo il fattore rischio. Fra i relatori invitati a chiudere il cerchio aperto da una precedente conferenza d e l C l u b d e d i c a t a a l l a s e c u r i t y l'esperto Jacopo Del Carlo dell'omonimo studio che si occupa di sicurezza e prevenzione nel lavoro in grandi realtà del settore, Andrea Ferrucci, responsabile Cantieri Benetti, Massimiliano Lupi, capo pilota del Porto di Livorno, Fiorenzo Cino Milani, direttore Fedepiloti, Vittorio Marzuoli, responsabile sicurezza T.D.T., Enrico Mucci, direttore del servizio di rimorchio del Gruppo Neri e Vincenzo Di Marco, comandante della Capitaneria del Porto di Livorno e direttore marittimo della Toscana a trarre le conclusioni del convegno. Nell'ambiente portuale marittimo la difficoltà di operare per la sicurezza è data dalla moltitudine di soggetti diversi che vi agiscono e dalla necessità di condivisione fra questi di norme e comportamenti tenendo conto delle diverse esigenze e della dinamicità della situazione, ma la sicurezza della persona non può che essere cercata, ed anzi ha spiegato Del Carlo la tutela deve essere estesa anche alla qualità di vita della persona stessa. Il coordinamento di tante, diverse culture e tradizioni presenti nell'ambito portuale può essere perseguibile solo con un approccio liquido, ossia un approccio mentale aperto e critico nei confronti delle diverse norme in materia, anche internazionali, che devono indicarci una strada per giungere ad una valutazione dei rischi davvero efficace. L'elemento umano va sempre posto al centro di tutto il processo della sicurezza dove educazione, formazione, ergonomia e comunicazione sono elementi integranti. Investire in questo campo rappresenta comunque un costo e ciò può pregiudicarne lo sviluppo, ma le incentivazioni ci sono sia sotto forma di sensibili sconti sui premi Inail per le realtà aziendali che conseguono certificazioni (OHSAS18001) o dimostrano riduzioni di infortuni grazie ai miglioramenti organizzativi, sia sotto forma di bandi regionali, ai quali forse occorrerebbe agevolare l'accesso con uno snellimento burocratico. Il contributo dei relatori responsabili della sicurezza di grandi realtà private che operano in porto ha fornito i vari spaccati ed ha evidenziato le diverse esigenze e relative procedure, tutte però legate da un unico filo conduttore fatto di promozione della cultura della sicurezza e ricerca della sinergia fra i lavoratori. I Piloti del Porto ha sottolineato il capo pilota Lupi rappresentano essi stessi, insieme ai rimorchiatori ed agli ormeggiatori, proprio gli strumenti per raggiungere la sicurezza Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9 22 ottobre 2016 < Segue La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi dell'uomo in tante situazioni, e la valutazione dei rischi che quotidianamente compiono è compenetrata nel loro lavoro. Sui servizi tecnico nautici, un tempo accusati di indebolire la competitività del sistema portuale nazionale per i loro costi si è soffermato poi Fiorenzo Milani, direttore Fedepiloti, che grazie ad una campagna di corretta informazione esterna nella quale la federazione dei piloti ha molto creduto, oggi vedono riconosciuto il loro valore con un servizio che incide solo per il 2% sui costi dell'armatore e che contribuisce, grazie al costante lavoro di squadra con la Capitaneria di Porto, a mantenere secondo le statistiche del P&I di Londra livelli di sicurezza tali da far guadagnare ai porti nazionali il primato per il minor numero di incidenti a livello mondiale, oltre che a consentire l'accesso di navi sempre più grandi in scali infrastrutturalmente arretrati come sono la maggior parte di quelli italiani. La conclusione affidata al direttore marittimo della Toscana Di Marco ha confermato e sottolineato la centralità della tutela dell'uomo e la necessità di investire nella cultura della sicurezza, operazione tra l'altro in grado di assicurare anche ritorni in termini di produttività. Altro elemento chiave la cogovernance fra Autorità portuale ed Autorità marittima: è con il colloquio e la coordinazione fra i due enti che si può raggiungere l'efficace tutela dei lavoratori e degli utenti del porto. In apertura di convegno la presidente Giani aveva riferito a soci ed ospiti che nell'ultimo Consiglio Direttivo Nazionale Propeller tenutosi a Genova lo scorso 7 ottobre alla presenza dei presidenti dei 22 Club italiani, è stata fissata per il prossimo mese di novembre la data dell'incontro che si terrà al MIT tra Direzione Generale e consiglieri del ministro e gli stessi presidenti Propeller per discutere, fra i vari temi, il punto della situazione dopo la Riforma portuale e la Blue Economy. La riunione fra il Propeller Club ed il ministero delle Infrastrutture e Trasporti è una prima assoluta che dà misura e riconoscimento alle capacità dell'associazione nel promuovere attività a favore del grande cluster che rappresenta. C.G. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 26 ottobre 2016 La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi Come cambiano i dragaggi portuali con la benedizione dell'Ambiente Il ripascimento degli arenili e la discarica in siti marini delle sabbie non inquinate aprono una prospettiva in linea con le regole dei paesi europei più avanzati R O M A Sta diventando una bandiera del ministero dell'Ambiente ancora di più che del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Ma in effetti, la nuova disciplina dei dragaggi portuali, con annesso lungo, dettagliato (e un po' farraginoso) regolamento di attuazione, sono un significativo passo avanti sia per la difesa ambientale che per l'adeguamento dei fondali portuali. Se n'è discusso in termini a p p r o f o n d i t i e i n a l c u n i p a s s a g g i estremamente tecnici nel workshop di due giorni fa nell'auditorium del ministero dell'Ambiente e della Difesa del mare; un nuovo appuntamento dopo quelli che il sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo aveva già tenuto sul tema sia a Livorno che a Piombino. Dopo l'introduzione della stessa Velo, che ha ricordato come le nuove regole da lei fortemente volute sono in linea con quelle dei paesi più avanzati, sono stati i dirigenti tecnici del MATTM (Ministero Ambiente e difesa del Territorio e del Mare) ad entrare nei dettagli relativi sia allo snellimento della parte burocratica che attiene ai dragaggi, sia alla possibilità di destinare i materiali d'escavo s e p u l i t i s e c o n d o i p a r a m e t r i dell'Ispra ad appositi siti in alto mare, o se sabbie al ripascimento di arenili costieri. Due soluzioni, lo scarico in mare e il ripascimento che con la precedente legislazione erano praticamente impossibili, con pesanti conseguenze economiche e con la perdita di materiale prezioso per le spiagge, specie la dove l'erosione le ha ridotte. Andrea Vaiardi, Laura D'Aprile e Giuseppe Italiano dirigenti del ministero e il ricercatore Ispra Davide Pellegrini hanno illustrato nei dettagli le nuove normative. Che Luigi Merlo, già presidente dell'Authority portuale di Genova e attualmente consigliere del ministro Delrio per la portualità, ha a sua volta inquadrato nella logica degli scali marittimi, condizionati per decenni a conferire sedimenti anche pulitissimi in discariche per gli inquinanti o addirittura a spedirli all'estero (dove venivano utilizzati tranquillamente per creare piazzali portuali). Contributi importanti al dibattito sono arrivati anche da Maria Teresa Giarratano (DG protezione della natura e del mare) e da Gaia Checcucci (DG salvaguardia delle acque). Per le Regioni, hanno parlato Luca Marchesi e Donatella Spano. La sostanza del convegno: facendo salva la compatibilità ambientale Silvia Velo ha Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 11 26 ottobre 2016 < Segue La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi insistito particolarmente sulla delicatezza del Mediterraneo, mare chiuso e molto vulnerabile va tenuto conto che la possibilità di adeguare i porti ai nuovi fondali richiesti dalle grandi navi è indispensabile. Anche perché il PIL italiano ha ricordato Merlo può ottenere un notevole incremento proprio da uno sviluppo dei trasporti e del diporto sul mare. A.F. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 26 ottobre 2016 La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi A Taranto nuova linea di Grimaldi TARANTO N e l m e s e d i s e t t e m b r e s i è registrato un incremento totale dei traffici nel porto di Taranto pari al 21,4% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, per un totale di 1.904.426 tonnellate movimentate (+335.627 tonnellate). L'incremento maggiore ha interessato la movimentazione di merci varie, che hanno visto un aumento del 45,3% (+131.201 tonnellate). Anche il traffico di rinfuse ha registrato un aumento rispetto al 2015, pari al +16% (+ 204.426 tonnellate). Nel trimestre lugliosettembre 2016 dunque si registra una crescita del +8,6%, coerente con il trend positivo mantenuto nel 2016, e influenzata inoltre da una leggera flessione nel mese di agosto (12,8%). Considerando i primi 9 mesi del 2016, l'incremento totale della movimentazione merci è stato pari a +17,6% (+2.880.267 tonnellate di merce movimentata) rispetto allo stesso periodo del 2015. In particolare, la movimentazione di rinfuse è aumentata del 17,4% (+2.265.817 tonnellate). Per le merci varie l'incremento è stato del 18,3% (+614.450 tonnellate). Le navi arrivate e partite dal porto sono state, fino a settembre di quest'anno, 1679 unità (+75 rispetto al 2015). Dal 19 settembre 2016 è attivo nel porto di Taranto anche un traffico roro operato dalla Grimaldi Lines. Nel solo mese di settembre sono stati movimentati 385 mezzi rotabili per un totale di 6.441 tonnellate. Da lunedì scorso 24 ottobre, la Grimaldi Lines, utilizzando la medesima linea roro che scala il porto di Taranto, ha avviato anche un traffico contenitori. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 26 ottobre 2016 La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi Confitarma e i nodi Italia ROMA Come se la cavano gli armatori italiani nella pesante crisi internazionale del containers, ma anche degli altri comparti? E come vedono lo stop chiamatelo pure anche in altro modo, ma stop è delle nomine per la governance dei sistemi portuali? Dall'assemblea di Confitarma, che si è tenuta lunedì, sono emerse preoccupazioni che coinvolgono in particolare il settore del registro internazionale, dopo la mossa del governo per il momento stoppata dalle commissioni parlamentari relativa al divieto di utilizzare personale extracomunitario sulle navi di linea che operano in collegamenti internazionali. Emanuele Grimaldi ha ribadito con tutti, dal pulpito e nelle interviste personali, la linea di Confitarma: difesa del registro internazionale, che rischia d'essere svuotato da una parte consistente delle sue navi, e impegno a sostenere il governo sulla riforma della portualità, con la speranza che la nuova governance non ritardi ancora e che le Autorità di sistema consentano di accelerare la competitività del sistema Italia anche per quello che riguarda le infrastrutture dedicate alle navi. Occhio, ha detto Grimaldi, a vanificare quella che è stata la grande crescita della flotta italiana negli ultimi anni, per una nuova normativa che è stata al momento raffreddata nelle commissioni parlamentari, ma comunque c'è. A Grimaldi ha risposto il ministro Delrio, che ha dato atto alla flotta della crescita e s'è tenuto sulle generali in merito alla legge temuta da Confitarma. Sulle nomine delle presidenze nei porti al ministro ovviamente abbiamo chiesto tutti qualche lume Delrio se l'è cavata dicendo che le nomine sono state fatte, che l'elenco c'è e adesso aspetta solo l'approvazione della parte burocratica di legge (l'esame, per altro solo consultivo) delle commissioni parlamentari di Camera e Senato). E' tutto così o si è ancora una volta buttata la palla in fallo, per le oggettive difficoltà di questa partita a tre tra i presidenti delle Regioni, Delrio e la presidenza del consiglio (che ci ha messo becco di suo)? * * * E veniamo nel dettaglio ad alcuni dei temi sviluppati da Grimaldi. Il presidente di Confitarma ha sottolineato l'emergere di nuove misure protezionistiche 200 negli ultimi 12 mesi registrate in 31 paesi monitorati dalla Commissione europea a fronte delle quali nessuna di quelle preesistenti di ostacolo al commercio è stata eliminata. È rilevante il fatto che alcuni di questi paesi nello scacchiere mondiale sono importanti importatori ed esportatori e controllano forti flotte mercantili. In merito alla salvaguardia dell'occupazione, il presidente di Confitarma ha affermato che da sempre, lavoriamo sia per garantire ai nostri equipaggi condizioni di lavoro a bordo migliori, sicurezza della navigazione e welfare avanzato sia per una loro certificazione qualificata di competenze, riconosciuta a livello internazionale nonché per Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14 26 ottobre 2016 < Segue La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi la formazione delle nuove leve. Inoltre, ha aggiunto Abbiamo dimostrato nella pratica come l'imbarco regolato di personale extracomunitario ai fini del mantenimento della competitività abbia di fatto trainato l'occupazione di marittimi italiani. Infatti, nonostante le flessioni registrate, la flotta mercantile italiana, con oltre 16,5 milioni di tonnellate, è sempre nelle prime posizioni: seconda nell'Unione europea, terza tra le flotte dei maggiori Paesi riuniti nel G20 e quarta al mondo. La competitività della flotta italiana ha sottolineato il presidente di Confitarma è stata rafforzata e mantenuta grazie a misure che hanno consentito ai nostri armatori di fronteggiare ad armi pari la concorrenza estera di marine sia comunitarie che extracomunitarie. Il presidente di Confitarma ha poi espresso le preoccupazioni dell'armamento per i certificati adeguati ai nuovi requisiti introdotti dagli Emendamenti di Manila alla Convenzione STCW, che l'Amministrazione deve rilasciare ai marittimi italiani si parla dei certificati di competenza di ben oltre 10.000 ufficiali, nonché dei certificati relativi a circa 20.000 sottufficiali e comuni. In tema di ambiente, Emanuele Grimaldi ha ribadito che dal 2007, a fronte dell'aumento del commercio via mare, lo shipping ha ridotto di oltre il 10% le sue emissioni totali di CO2, riduzione registrata in tutti i paesi insieme all'aumento del 20% dal 2005 dell'efficienza dell'intera flotta mondiale oggi circa il 90% del commercio mondiale utilizza il trasporto marittimo, che è la modalità più efficiente, responsabile solo per il 2,2% delle emissioni globali di CO2. L'intermodalità marittima è la risposta per ridurre l'impatto ambientale e rendere sostenibile il trasporto ha affermato il presidente di Confitarma. Il settore delle navi traghetto per il trasporto di merci e passeggeri trasporta annualmente a livello mondiale 2,1 miliardi di passeggeri via mare, poco meno di quelli trasportati via aereo; mentre mettendo in fila auto, semirimorchi e pullman imbarcati si coprirebbe 4 volte, la distanza tra la terra e la luna, pari a oltre 380.000 km. Il presidente di Confitarma ha poi aggiunto che lo short sea shipping è un successo tutto europeo: dei 40 milioni di camion imbarcati sulle navi nel mondo ogni anno, il 75% viaggia su rotte europee. In Italia, il sistema delle Autostrade del Mare continua a svilupparsi: rispetto al 1999, i metri lineari offerti dai servizi regolari di navi roro sono aumentati del 160%, per la Sicilia, del 122% per la Sardegna e del 1.240% su rotte internazionali (collegamenti tra l'Italia e Marocco, Tunisia, Spagna, Francia, Malta, Albania e Grecia). Il presidente Grimaldi ha quindi ringraziato il Ministro Delrio per l'assicurazione che il Marebonus e il Ferrobonus saranno operativi entro l'anno. Sulla riforma della portualità e della logistica, qualche perplessità perché nell'ambito del Tavolo di Partenariato il ruolo dei rappresentanti di categoria è meramente consultivo mentre il loro contributo avrebbe potuto essere importante per le decisioni strategiche che interessano i nostri porti. L'ultima parte del suo discorso il presidente Emanuele Grimaldi lo ha dedicato all'Atto n.321 del Governo, i cui effetti sono ben chiari ed evidenti a tutti coloro che conoscono il settore e che, in caso approvazione, non tarderanno a palesarsi trascorso il periodo transitorio di 18 mesi dalla sua pubblicazione. Infine, il presidente di Confitarma ha lanciato un segnale di allarme a nome di tutto l'armamento italiano abbiamo bisogno di regole certe e di continuità delle scelte di politica marittima ed ha quindi concluso il suo discorso rivolgendo al Ministro la domanda se la Sua Amministrazione intenda intervenire per riprendere la rotta che ci ha visti protagonisti di un successo comune in termini di flotta e occupazione. A.F. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 26 ottobre 2016 La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi Sui dragaggi ci sarà un tavolo permanente ROMA Ci sarà un tavolo permanente tra il ministero dell'Ambiente e quello delle Infrastrutture e Trasporti sullo sviluppo delle nuove normative per i dragaggi portuali e il conferimento dei sedimenti. E' quanto hanno auspicato in chiusura del convegno di giovedì scorso sia il sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo vera anima, riconosciuta da tutti i relatori, delle nuove normative sia dalla responsabile del settore mare Maria Giarrattano, sia infine da Simona Palazzetti, referente per l'ambiente per la Regione Marche, che ha illustrato il metodo Marche come traccia del ruolo che le Regioni devono avere sul tema. L'elemento più importante emerso dalla richiesta è che lo stesso sottosegretario Velo si è impegnata affinché il tavolo permanente venga creato al più presto; anche perché l'applicazione pratica d e l l e n u o v e n o r m a t i v e è s t a t o r i b a d i t o richiederà uno stretto coordinamento tra ministeri, Regioni e istituzioni del territorio. Le principali novità introdotte dalle nuove norme sono state sintetizzate in una tabella con 7 punti. Sono: i sedimenti derivanti degli escavi dei fondali marini non sono ab origine un rifiuto. La standardizzazione delle metodologie di caratterizzazione e classificazione dei sedimenti è adottata. Viene definito esattamente l'ambito di applicazione. Viene superato l'approccio tabellare per la determinazione della qualità ambientale dei sedimenti. Viene semplificata la garanzia della tutela ambientale. Viene estesa la garanzia della qualità dei dati. E' definito l'insieme dei contenuti dei progetti. Una parte importante della nuova normativa riguarda anche i porti e gli approdi turistici, che l'onorevole Velo ha sottolineato essere tra gli elementi passibili di maggiori sviluppi per la crescita del PIL nazionale. Sull'argomento si registra una presa di posizione di Assomarinas e Ucina. Eccone il testo. Il convegno Escavi e gestione dei sedimenti: da problema a opportunità che si è tenuto a Roma ha fornito l'occasione ha dichiarato il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio per esprimere soddisfazione per il complesso lavoro svolto dal Sottosegretario all'Ambiente Silvia Velo che si è concluso con l'entrata in vigore di una nuova normativa per le operazioni di dragaggio nei porti italiani. Il prolungamento del periodo di validità delle autorizzazioni per movimentare i fondali che ciclicamente con le mareggiate ostruiscono le imboccature dei porti turistici è un altro dei punti qualificanti della riforma portata a buon fine dall'onoreole Velo che accoglie pienamente le richieste avanzate da Ucina Confindustria Nautica, ha detto la presidente Demaria. Tra le novità della riforma che portano a superare le difficoltà tecniche e operative nella realizzazione delle opere di dragaggio rientrano le metodologie dell'immersione a mare dei sedimenti e della razionalizzazione dei sedimenti nei porti. Misure necessarie non solo per i porti turistici stremati Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 26 ottobre 2016 < Segue La Gazzetta Marittima Trasporti Marittimi ormai da sei anni di crisi, ma anche per il ripascimento delle nostre coste. L'assottigliamento dei fondali stava seriamente compromettendo la sopravvivenza stessa dei porti era quindi fondamentale intervenire al più presto in materia di dragaggi attraverso una semplificazione e velocizzazione delle procedure. Siamo soddisfatti di questo importante risultato perché il turismo costiero italiano attendeva da anni un regolamento a livello nazionale che coordinasse il lavoro delle Regioni attraverso una procedura operativa chiaramente predefinita che spetterà ora alle Regioni applicare nel modo più sostenibile. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 26 ottobre 2016 L' Avvisatore Marittimo Trasporti Marittimi «Italia, gap logistico vale 18 miliardi» La ricerca di Contrasporto: «Il Paese è diviso in due, il Sud è fermo» In termini di logistica e trasporti l'Italia è un Paese spezzato in due: al Nord si viaggia (su gomma, su ferro, via mare), al Sud si aspetta. Fermi, o quasi, mentre le regioni del Centro fanno da «cuscinetto» a queste due realtà. A questa conclusione è giunta una approfondita ricerca di Confcommercio, presentata oggi al Forum Internazionale di Conftrasporto a Cernobbio, secondo la quale l'Italia per colmare il gap con l'Europa avrebbe bisogno di investimenti in infrastrutture per 18 miliardi di euro. La ricerca conclude sottolineando la necessità che venga messo a punto un piano strategico «che indichi le priorità della politica dei trasporti». Serve una selezione delle opere su cui puntare, un «comune campo da gioco per le imprese di autotrasporto italiane ed europee», un cluster marittimo rafforzato attuando «tempestivamente » la riforma, un trasporto ferroviario merci competitivo, e, in ultimo, misure specifiche per il trasporto marittimo a corto raggio. La ricerca passa in rassegna treni, rete stradale e porti. Treni Per quanto riguarda il trasporto merci ferroviario «la frattura è nettissima» rileva lo studio. Poco meno del 75% del traffico interno nazionale avviene tra le regioni a nord dell'Emilia Romagna, perché il materiale rotabile (vagoni e locomotori) è nella disponibilità di questa parte del Paese. Ma il rapporto si rovescia guardando alla distribuzione della rete: poco meno del 70% della rete ferroviaria si trova nelle regioni centrali, meridionali e nelle isole, solo il 30% al settentrione. Gomma Per quanto riguarda invece la rete stradale, la ricerca mette in luce che quella italiana è «vecchia» e i piani di ammodernamento sono «inconcludenti»: «31 anni per aprire i 40 km della Variante di Valico Barberino Sasso Marconi,, autostrada Tirrenica ancora ridotta a due monconi, la nuova Romeo sempre un'ipotesi. Senza parlare della TirrenoBrennero: 9 lustri per compiere 9 km, e ne mancano ancora 76». Secondo Confcommercio, il completamento dei diversi interventi richiederebbe interventi per circa 18 miliardi, più altri due da destinare al trasporto merci su rotaia. «Si tratta riconosce la ricerca di una somma importante corrispondente al valore di un Legge di Stabilità di media portata». Porti Meno negativa la situazione per quanto riguarda i porti italiani. Confcommercio riconosce che la riforma varata dal Governo «è una grande opportunità di crescita». Tra i porti che riescono a sfruttare le loro potenzialità, Genova, Ravenna, Trieste, La Spezia. Resta molto da fare per recuperare come sistema Paese il gap con il nord Europa, ma la riforma punta nella direzione giusta. La riforma «è una grande opportunità» Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 18 26 ottobre 2016 < Segue L' Avvisatore Marittimo Trasporti Marittimi per l'Italia, non solo dal punto di vista della logistica ma anche dello sviluppo del Paese. Lo ha detto Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto, riconoscendo che la riforma è arrivata «dopo una lunga attesa grazie all'impegno del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, e dei suoi consulenti». «Abbiamo accolto con favore la riforma delle Autorità Portuali( 60 Porti che diventano 15 Autorità di Sistema), che getta le basi per il rilancio del sistema nazionale dei porti e della logistica. Tra gli obiettivi ha aggiunto , la semplificazione burocratica, l'alleggerimento delle formalità e lo snellimento delle procedure di approvazione dei Piani Regolatori Portuali». Nel settore trasporti serve un sistema di leggi a livello comunitario che affronti il tema della concorrenza sleale. Lo ha sottolineato sempre Uggè. «Dagli ultimi dati ha detto emerge una sperequazione tra i diversi Paesi dell'Ue, che vede nettamente favorite le imprese dell'Est, il cui traffico merci è in aumento esponenziale». Il traffico merci in entrata su gomma in Italia dal 2003 al 2015 è calato del 60%, del 66% in Francia, del 48% in Germania. Per i Paesi dell'Est, invece, il traffico è cresciuto nello stesso periodo del 700%. «Esiste un problema di concorrenza sleale ha sottolineato Uggè su cui l'Ue deve intervenire. Oltre ai controlli bisogna realizzare un sistema di leggi omogeneo a livello comunitario per garantire elevati livelli di professionalità. Il ponte sullo stretto di Messina è un'opera che si deve realizzare senza continuare a ripensarci e a fare marcia indietro. Lo sostiene Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat, durante il suo intervento al Forum di Conftrasporto in corso a Cernobbio. «C'è bisogno di realizzare questi corridoi e anche di smetterla con questo ping pong dice . Su questo l'Italia fa delle figuracce e io sono testimone di quando non c'era il ministro Delrio, e ci fu un incontro con il presidente dell'epoca e i capi delle grandi infrastrutture» e tutti erano d'accordo «perché non era solo il discorso del ponte ma di fare la BerlinoPalermo. L'Italia si impegnò a farlo, poi cadde il governo e l'opera non si fece più. Queste sono figure che il mio Paese non merita». «Ci sta certamente il ponte sottolinea . È assolutamente normale che ci sia. Poi vedremo nella programmazione come si dovrà realizzarlo. Va fatto, a maggior ragione se ci sono contratti che vanno rispettati . Questa è la strada giusta, smettiamo di fare figuracce e ragioniamo con l'Europa» perché insieme si colleghino questi network. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 19 26 ottobre 2016 L' Avvisatore Marittimo Trasporti Marittimi Traffici in calo con l'Italia, noli sempre ondivaghi Le spedizioni di container dall'Italia verso il Middle East sono diminuite del 6 per cento fra 2015 e 2016. I container partiti dal nostro paese nei primi otto mesi dell'anno sono stati 211.823, contro i 224.315 dello stesso periodo del 2015. E se il porto principale dell'area, Jebel Ali, ha visto un'impennata (da 51 a 58 mila teu) è forse dovuto alle nuove strategie di concentrazione dei traffici da parte delle compagnie; gli altri scali hanno invece registrato perdite anche pesanti: Jeddah da 49 a 43 mila teu fra 2015 e 2016, sempre nel periodo gennaioagosto, Amman da 20 mila a 18.800, Abu Dhabi da 25 mila a 15.500. Tuttavia la dinamica dei noli marittimi, pur non positiva, è differente e con criticità minori in Medio Oriente rispetto a quella di un altro mercato in forte crisi dall'Europa, quello con il Far East. «E' evidente dice Filippo Gallo, rappresentante dell'ufficio di presidenza di Federagenti che la geografia politica dei paesi arabi è mutata e continua a mutare. La loro importanza, dall'Arabia agli Emirati eccetera, era legata all'influenza dovuta alla produzione di petrolio. La situazione è cambiata da quando il gas ha acquisito quote di mercato importante rispetto a 1015 anni fa, quando il petrolio la faceva da padrone. Questo ha condizionato le relazioni di dipendenza e l'importanza che i paesi arabi esercitavano sul mondo e quindi sul Mediterraneo. La Russia e i paesi exsovietici che producono gas hanno acquisito una fetta consistente del rifornimento mondiale». Per gli agenti marittimi, le dinamiche politiche internazionali incidono direttamente sui flussi di traffico che si distribuiscono sulle diverse rotte e quindi sui corrispondenti livelli dei noli per le navi, da cui derivano i principali introiti per la categoria. Gallo ha una profonda esperienza del mercato del Medio Oriente acquisita come agente in Italia di Uasc, la compagnia portacontainer dei paesi del Golfo Persico, con il Qatar come socio di maggioranza. «Il Qatar spiega è un produttore di gas. E' un paese piccolo, ma influente, sede di banche e fondi d'investimento. Oltre alla sua presenza nel calcio, ha acquisito marchi importanti e si sta imponendo in tutto il mondo». Oltre alle considerazioni sui cambiamenti in atto nei paesi degli emiri, se ne aggiungono altre su paesi importanti come Iran e Iraq da un lato, Libia e Egitto dall'altro. «Egitto e Libia ricorda Gallo giocavano un ruolo importante nel nostro trading. Oggi non abbiamo quasi più export verso la Libia, né importazioni di petrolio dalla Libia». Insomma, i punti di riferimento vacillano continuamente, considerazione che vale altrettanto per due grandi paesi come Iran e Iraq. «L'Iran è molto fermo. L'embargo è quasi terminato, ma restano ancora molte restrizioni. Si fa fatica a vendere i prodotti italiani e a trasportarli là. Tuttavia c'è fermento e aspettiamo che la situazione maturi e porti frutti dal marzo del Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 20 26 ottobre 2016 < Segue L' Avvisatore Marittimo Trasporti Marittimi 2017». Peggiore la situazione dell'Iraq, dove pure «tutto è fermo», ma per il momento senza prospettive di cambiamento. «Eppure il potenziale di questi paesi è importante. Ricordiamoci che hanno una forte densità di popolazione». I numeri del trade, come si è visto, sono in calo, una cosa che non si era mai vista in passato. «Dai numeri sempre positivi a cui eravamo abituati prima, con crescite di mercato importanti, siamo passati da un paio d'anni a una frenata del trading. Il potere d'acquisto di questi paesi è diminuito con il calo del prezzo del petrolio». Gallo spiega che questa situazione si fa sentire anche sui noli, il cui andamento è però diverso qui rispetto ad altre aree del mondo. «Certamente il calo del prezzo del petrolio e le difficoltà dei paesi del Medio Oriente incidono sui noli marittimi, che dallo scorso anno sono stabili. L'andamento è diverso rispetto al Far East, dove invece si registrano cali. Il Medio Oriente è un mercato a sé stante, che vede la presenza di tutti i grandi player. Fa eccezione il porto di Jeddah, proprio perché influenzato dai traffici con il Far East: qui i noli sono ondivaghi, c'è una pressione maggiore al ribasso». Per quanto riguarda gli episodi di pirateria e terrorismo, la preoccupazione per quanto riguarda il corretto funzionamento delle reti di approvvigionamento marittimo sono minori. «Pirateria e terrorismo non hanno influenza né sul mercato container né sulle cisterne sulle rotte con il Golfo. Ci sono costi maggiori, ma non sono preoccupanti. La situazione di conflitto incide enormemente sulla Libia e, in parte, sull'Egitto. Qui si percepisce la mancanza di fiducia che limita il livello degli acquisti». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21 26 ottobre 2016 L' Avvisatore Marittimo Trasporti Marittimi «Noi armatori tra i conflitti del Medio Oriente» Tra Golfo e Mar Rosso: i Messina hanno nell'area più complessa del mondo il loro core business Per gli armatori italiani il Medio Oriente è sempre stato un punto di riferimento imprescindibile, a partire nel XIX secolo dalle pionieristiche (per l'armamento moderno dell'Italia unita) iniziative commerciali del genovese Raffaele Rubattino, attivo prima in Maghreb e poi, con l'apertura del canale di Suez nel 1869, nel Mar Rosso. Un'eredità presa in consegna da un'altra società genovese, il gruppo Messina, titolare di una flotta fra le più presenti sulle rotte fra Mediterraneo e Africa. «In quest'area spiega Ignazio Messina siamo presenti in maniera più o meno intensa dalla metà degli anni Cinquanta. Le rotte oltre Suez per noi sono sempre state importanti e ricche di soddisfazioni». Quali Paesi sono più importanti per il commercio con l'Italia? «Arabia Saudita e Giordania; sulla costa africana del Mar Rosso Etiopia e Sudan; poi Emirati Arabi Uniti, India, Iran e Paesi del Golfo come Bahrein, Qatar e Iraq. A causa delle guerre, Iraq e Iran sono diventati meno importanti». Che tipo di traffico viaggia su queste rotte? «Oltre ai container, noi trasportiamo materiale per cantieri e mezzi rotabili, come camion destinati alla ricerca petrolifera». Come vivono gli operatori logistici e dei trasporti l'attuale fase politica e economica di questi paesi? «Le economie di questi Paesi sono in sofferenza a causa dell'instabilità politica e dei conflitti anche fra gli stessi stati dell'area. Arabia Saudita e Iran hanno interrotto le relazioni. Questo significa che un armatore non può trasportare merce da uno all'altro di questi due Paesi, neanche utilizzando un porto di trasbordo. A loro volta gli Emirati hanno vietato le esportazioni verso alcuni Paesi dell'Africa settentrionale e verso la Libia. L'Egitto sta risorgendo, ma rimane instabilità. In Giordania vengono spedite soprattutto mattonelle e qualche impianto industriale. Poi c'è Gibuti, porta d'ingresso per l'Etiopia, dove sono attivi molti cantieri e dove lavoriamo ad esempio con realtà come Salini e Ethiopian Shipping Lines». Come sta influendo il basso prezzo del petrolio? «La nostra attività soffre assieme all'economia di questi Paesi. I Paesi arabi di basano su petrolio e gas. Con il crollo del prezzo si rivedono le politiche di bilancio, aumenta il prezzo della benzina, diminuisce il valore dei salari, molti servizi non vengono più offerti gratuitamente, girano meno camion, molti cantieri si sono fermati. Oggi è un mercato più difficile che in passato». C'è qualche segnale positivo? «Gli Emirati hanno sofferto lo scoppio di una bolla finanziaria, ma adesso sono stabili, Dubai resta un Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22 26 ottobre 2016 < Segue L' Avvisatore Marittimo Trasporti Marittimi mercato importante per i derivati del petrolio. In Iran, da quando sono terminate le sanzioni, si pensava che il commercio potesse ripartire. Attualmente le risorse sono ancora limitate, mentre non è possibile effettuare transazioni finanziarie attraverso le banche statunitensi. Gli iraniani hanno bisogno di liquidi, ma i soldi sono ancora bloccati all'estero. Non c'è ancora il picco atteso. In India prima arrivavamo con un servizio diretto, adesso via feeder. Qui i noli hanno sofferto più che nel vicino Medio Oriente. Intanto si sono intensificati i traffici fra Estremo e eMedio Oriente». Messina ha stretto accordi per la condivisione di stiva con altre compagnie, anche grandi. «Già 30 o 40 anni fa avevamo stretto alleanze con compagnie italiane. Da allora, ad esempio, abbiamo mantenuto il collegamento con Tarros per l'Algeria. Negli ultimi cinque anni abbiamo fatto accordi con grandi compagnie realizzando sinergie, in particolare verso l'Africa Occidentale. In un primo momenti avevamo sdoppiato i traffici, roro da una parte, full container dall'altra. Poi il calo del roro in Africa occidentale (in Nigeria, con l'introduzione di una forte tassa sui rotabili, c'è stato un calo del 50%, ma sappiamo che anche in Angola, dove non siamo presenti, c'è stato un calo del 70%) ha portato a incrementare i traffici container con Cosco, Zim, Arkas e altri». E il Medio Oriente? «Per adesso ci muoviamo da soli, con nuove navi roro sulle rotte oltre Suez. La particolarità dei traffici su questi mercati, che uniscono contenitori, merci varie, rotabili, non permette servizi in comune, se non in casi eccezionali. Se dovessimo fare servizi fullcontainer anche con il Golfo, sarebbe possibile creare sinergie con altre compagnie. Studi in questo senso sono già stati fatti» Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 26 ottobre 2016 L' Avvisatore Marittimo Trasporti Marittimi Medio Oriente, la vera prova per ogni broker Il Medio Oriente è un'area difficile, un vero test di prova per gli assicuratori marittimi, che si trovano continuamente alle prese con nuove soluzioni da adottare per garantire coperture assicurative agli operatori marittimi impegnati nell'approvvigionamento via nave in aree dove nell'ultimo decennio si sono alternate guerre civili, pirateria, minacce di terrorismo, aggressioni militari vere e proprie. Ma quali sono oggi le criticità maggiori in questa regione? «La regione più calda in questo momento spiega Francesco Ferrari della società genovese di brokeraggio assicurativo First è lo Yemen, dove è in corso una guerra. Alcune navi sono state attaccate, anche con i missili. E' un problema di ordine politico». Per accedere in questa zona le navi devono stipulare un'apposita polizza per il rischio guerra. Come spiega il broker, «i tassi sono aumentati notevolmente per la copertura Corpo e Macchine della nave e addirittura alcuni assicuratori non accettano comunque di assumere il rischio. Aden e Hodeidah, i porti più importanti del paese, sono pienamente operativi, sebbene non venga garantita una sicurezza adeguata». E così le addizionali sono molto elevate. Gli armatori a volte decidono di non operare nello Yemen, oppure di rinunciare alla copertura assicurativa, assumendosi un rischio che Ferrari giudica molto pesante. Una situazione analoga si riscontra in Libia, dove i porti sono quasi tutti operativi, ma gli armatori devono pagare premi extra per la polizza rischi guerra molto elevati. Una nave del valore di 25 milioni di dollari arriva a pagare un extra da 60 mila dollari. Due anni fa il problema in Medio Oriente non era la guerra, ma la pirateria nel golfo di Aden. «A quel tempo lo strumento assicurativo utilizzato, denominato Kidnap and ransom (rapimento e riscatto), era stato elaborato ricorda Ferrari dagli assicuratori britannici. Anche in quel caso alcuni armatori si adeguavano ai tassi elevati che venivano imposti per stipulare una polizza di tale tipo, ma altri mandavano le navi a proprio rischio. Non appena il fenomeno della pirateria ha cominciato a ridimensionarsi anche questi tassi sono andati a ridursi, finché con l'instaurarsi del sistema dei convogli, che garantiva maggiore protezione dagli attacchi, molti assicuratori non hanno più proposto queste polizze. In un mercato di noli depresso ogni aggravio di costi rappresenta un'incidenza non indifferente nei bilanci di armamento. Oggi il problema della pirateria riguarda più il West Africa che il golfo di Aden». Per mostrare come sia dinamico il mercato assicurativo, Ferrari ricorda che proprio in Africa occidentale il problema recentemente era rappresentato dal virus ebola e che anche in quel caso il mercato assicurativo predispose un prodotto apposito per l'armatore, contro il rischio che le autorità locali mettessero la nave in quarantena. Per quanto riguarda il Medio Oriente, una altra incognita è Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24 26 ottobre 2016 < Segue L' Avvisatore Marittimo Trasporti Marittimi rappresentata dall'Iran. «E' un paese in parte ancora sotto sanzioni, ma adesso si può operare in Iran e gli armatori effettivamente mandano le proprie navi. Prima i Club P&I non potevano garantire la loro copertura, che era vietata. A oggi le sanzioni sono state alleggerite, tuttavia esistono black list di persone e aziende collegate al programma nucleare iraniano che rimangono sanzionate. I Club sono in grado di garantire la loro copertura soltanto se i soggetti che partecipano alla spedizione non sono inserite nella lista.. Gli assicuratori devono conoscere i nomi dei soggetti coinvolti nel trasporto, dallo shipper fino al ricevitore. Basta che un solo soggetto appaia nella black list perché l'eventuale copertura assicurativa non venga garantita». La complessità del caso Iran è dimostrata dalla cosiddetta snap back clause. In cosa consiste? «Adesso i Club possono operare in caso di sinistro. Ma avvertono che qualora debbano emettere una lettera di garanzia in nome dell'assicurato, l'efficacia della lettera è condizionata dal fatto che l'Iran non venga nuovamente sanzionato ». In effetti, la fine del regime sanzionatorio è stata decisa in seguito a un accordo internazionale che però è sottoposto a verifica. Se i termini non vengono rispettati, l'accordo salta. E così «se il paese venisse di nuovo sanzionato, l'effetto della garanzia verrebbe meno ». Per fare un esempio concreto: se una nave urta e danneggia una banchina del porto di Bandar Abbas, il Club emette una lettera con cui si impegna a pagare, ma se l'Iran viene di nuovo sanzionato, i danni subiti dalla banchina non vengono risarciti. Le Autorità portuali iraniane non accettano questa condizione, per cui le lettere di garanzia non bastano a evitare all'armatore l'eventuale sequestro della nave. «Un altro problema con l'Iran sono le transazioni bancarie, che sono effettuate in dollari e passano attraverso le banche statunitensi, che le bloccano». Ciò nonostante, spiega il broker, l'interesse dei P.&I. per l'Iran resta alto. La flotta nazionale iraniana sta rinascendo ed è priva di copertura assicurativa, a parte quello che può garantire un piccolo club locale, e l'interesse di società, anche italiane, come F.lli Cosulich e Rina, impone che si trovino soluzioni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25 25 ottobre 2016 giornaledisicilia.it Trasporti Marittimi Al Nord si viaggia, al Sud si aspetta: Italia divisa in due per trasporti ROMA. In termini di logistica e trasporti l' Italia è un Paese spezzato in due: al Nord si viaggia (su gomma, su ferro, via mare), al Sud si aspetta. Fermi, o quasi, mentre le regioni del Centro fanno da «cuscinetto» a queste due realtà. A questa conclusione è giunta una approfondita ricerca di Confcommercio , presentata oggi al Forum Internazionale di Conftrasporto a Cernobbio, secondo la quale l' Italia per colmare il gap con l' Europa avrebbe bisogno di investimenti in infrastrutture per 18 miliardi di euro. La ricerca conclude sottolineando la necessità che venga messo a punto un piano strategico «che indichi le priorità della politica dei trasporti». Serve una selezione delle opere su cui puntare, un «comune campo da gioco per le imprese di autotrasporto italiane ed europee», un cluster marittimo r a f f o r z a t o a t t u a n d o «tempestivamente» la riforma, un trasporto ferroviario merci competitivo, e, in ultimo, misure specifiche per il trasporto marittimo a corto raggio. La ricerca passa in rassegna treni, rete stradale e porti. TRENI Per quanto r i g u a r d a i l trasporto merci ferroviario «la frattura è nettissima» rileva lo studio. Poco meno del 75% del traffico interno nazionale avviene tra le regioni a nord dell' Emilia Romagna, perchè il materiale rotabile (vagoni e locomotori) è nella disponibilità di questa parte del Paese. Ma il rapporto si rovescia guardando alla distribuzione della rete: poco meno del 70% della rete ferroviaria si trova nelle regioni centrali, meridionali e nelle isole, solo il 30% al settentrione. GOMMA Per quanto riguarda invece la rete stradale, la ricerca mette in luce che quella italiana è «vecchia» e i piani di ammodernamento sono «inconcludenti»: «31 anni per aprire i 40 km della Variante di Valico BarberinoSasso Marconi,, autostrada Tirrenica ancora ridotta a due monconi, la nuova Romeo sempre un' ipotesi. Senza parlare della TirrenoBrennero: 9 lustri per compiere 9 km, e ne mancano ancora 76». Secondo Confcommercio, il completamento dei diversi interventi richiederebbe interventi per circa 18 miliardi, più altri 2 da destinare al trasporto merci su rotaia. «Si tratta riconosce la ricerca di una somma importante corrispondente al valore di un Legge di Stabilità di media portata». PORTI Meno negativa la situazione per quanto riguarda i porti italiani. Confcommercio riconosce che la riforma varata dal Governo «è una grande opportunità di crescita». Tra i porti che riescono a sfruttare le loro potenzialità, Genova, Ravenna, Trieste, La Spezia. Resta molto da fare per recuperare come sistema Paese il gap con il nord Europa, ma la riforma punta nella direzione giusta. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 26 25 ottobre 2016 < Segue giornaledisicilia.it Trasporti Marittimi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 27 26 ottobre 2016 Pagina 12 Il Secolo XIX Trasporti Marittimi Armatori, tre nuove eco petroliere per d' Amico ROMA. Dis, d' Amico International Shipping, ha varato nel cantiere vietnamita di Hyundai Vinashin tre nuove navi eco ship: una handysize e due medium range. L' investimento complessivo per le tre navi ammonta a 104 milioni di dollari. Con la consegna della Cielo di Salerno, avvenuta lo scorso 21 ottobre, la flotta di d' Amico International Shipping conta 51,8 navi. La consegna della High Wind è prevista per la prima metà di novembre 2016, mentre l' High Challenge sarà operativa per inizio 2017. La handysize denominata Cielo di Salerno ha una lunghezza di 184 metri, e una larghezza di 27.4 metri, consentendo un trasporto di 39.000 dwt. Le due medium range sono costruite per garantire una capienza pari a 50.000 dwt, potendo contare su una larghezza di 32.20 metri a parità di lunghezza (183 metri). Una delle navi è già stata noleggiata ad una major internazionale del petrolio per 3 anni. Le altre due saranno impiegate sul mercato spot. Le tre navi sono state costruite con una medesima filosofia, quella peculiare delle eco ship: alla capacità di ridurre notevolmente l' impatto ambientale, consentendo contemporaneamente minori consumi di carburante e quindi di emissioni, si aggiunge anche una grande versatilità, in quanto possono trasportare contemporaneamente fino a nove differenti tipologie di carico all' interno dello stesso viaggio, grazie alla separazione del sistema di stoccaggio e di pulizia delle cisterne. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 28 26 ottobre 2016 Pagina 8 Corriere della Sera Trasporti Marittimi Boccia fuorionda: «I governatori vi sono ostili» «Avete tutti i governatori contro, da Emiliano a Crocetta». Lo dice, in un fuorionda all' assemblea di Roma della Confederazione armatori, il presidente di Confindustria, Boccia, all' orecchio del ministro Delrio che replica: «Crocetta non sposta nemmeno i suoi di voti». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 29 26 ottobre 2016 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Trasporti Marittimi Ferrovie. L' ad Sciarrone: più collegamenti con il Mezzogiorno I merci di Interporto Nola sull' Alta velocità dal 2018 cernobbio (como) Due novità dal fronte della logistica in treno. Dalla primavera del 2018 i treni merci di Interporto servizi cargo (Isc), impresa ferroviaria privata di proprietà dell' Interporto Campano (Nola), viaggeranno sui binari dell' Alta velocità collegando il Mezzogiorno alle grandi piattaforme logistiche e intermodali del Nord. Seconda novità: Rete ferroviaria italiana (Rfi) è pronta a stringere accordi quadro pluriennali con gli operatori della logistica (spedizionieri, imprese di trasporto e altri) per calibrare gli investimenti sulla rete ferroviaria nazionale in funzione delle loro richieste e delle loro esigenze. Entrambi gli annunci arrivano da Cernobbio (Como), dove ieri si è concluso il forum i n t e r n a z i o n a l e s u t r a s p o r t i e logistica promosso da ConftrasportoConfcommercio. L' idea di Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato di Isc, è di portare anche al Sud i megatrailer, cioè i semirimorchi, sfruttando il trasporto intermodale stradarotaia. Attualmente i megatrailer, che costituiscono la modalità di trasporto più diffusa in Europa per gli spostamenti delle merci sulle lunghe distanze, sono bloccati dai limiti di sagoma delle galleria del sistema ferroviaria italiano, che non permettono i collegamenti con il CentroSud. «Sfruttando le caratteristiche della rete Alta velocità/Alta capacità spiega Sciarrone sarà finalmente possibile far viaggiare i megatrailer sui treni anche in direzione del Mezzogiorno. Nello scorso mese di luglio Isc e Rfi hanno avviato il tavolo tecnico per la stipula dell' accordo quadro. Il 2017 sarà interamente dedicato ai test e all' omologazione delle nuove locomotive, per cui pensiamo di lanciare il servizio commerciale dalla primavera del 2018». La compagnia campana si appresta a ordinare 1015 nuovi locomatori, capaci di viaggiare a 160 km/h contro i 120 km/h dei locomotori attuali. «L' obiettivo continua Sciarrone è collegare gli interporti di Pomezia (Roma) e Nola (Napoli) con tre grandi hub del Nord: Quadrante Europa di Verona, Milano Segrate e Busto Arsizio, quest' ultimo posizionato sull' asse del Gottardo. Puntiamo a 50mila trasportianno. È un bel progetto per il Sud, perché avvicina il Mezzogiorno all' Europa». Capitolo Rfi. «Il 2017 spiega Maurizio Gentile, amministratore delegato della società sarà caratterizzato da una grande attività di Rfi: vogliamo stringere accordi quadro con tutti gli operatori della logistica per cercare di capire quali sono le loro esigenze e trasformarle in investimenti utili. La rete ferroviaria dice Gentile non è in concorrenza con le altre reti, ma si pone in termini di integrazione e Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 30 26 ottobre 2016 Pagina 11 < Segue Il Sole 24 Ore Trasporti Marittimi sinergia, però vorremmo che tutti gli investimenti che stiamo facendo fossero finalizzati a un utilizzo proficuo. Questi accordi sottolinea Gentile permettono di capire le esigenze del mercato e trasformarle in investimenti utili per un uso maggiore della rete ferroviaria, evitando cattedrali nel deserto e realizzando così piani di trasporto integrati tra strada, ferrovia e aereo in una logica di intermodalità pianificata e non estemporanea». Chiude i lavori il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Il ministro ricorda ancora una volta la cura del ferro messa in campo dal governo che mira a colmare il ritardo del trasporto ferroviario di merci rispetto a quello stradale. Il piano ha l' obiettivo di trasferire una quota crescente del trasporto merci verso la ferrovia da altre modalità di trasporto più inquinanti. Cura del ferro che, per quanto riguarda lo sviluppo dei corridoi ferroviari merci, prevede investimenti per circa due miliardi (si veda la tabella in pagina). «La logistica sottolinea Delrio è fondamentale per la competitività del Paese. Se il sistema logistico italiano avesse l' efficienza della Germania, saremmo la prima manifattura d' Europa. E invece l' Italia è divisa in due in termini di accessibilità, con le regioni del Centro a fare da cuscinetto. Questo problema ce lo dobbiamo porre». Infine i corridoi TenT. «I fatti in campo dicono che noi crediamo moltissimo nei corridoi europei: sono andato a parlare con i sindaci della Val di Susa per dire che i corridoi non li metto in discussione perché l' Italia deve stare connessa». © RIPRODUZIONE RISERVATA. MARCO MORINO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 31 26 ottobre 2016 Pagina 12 Il Secolo XIX Trasporti Marittimi Riforma porti, 40 papabili al vaglio dell' Anac La partita dei segretari all' inizio del 2017 GENOVA. Sarebbero più di 40 i nomi dei papabili presidenti dei porti al momento al vaglio delle «Authority competenti» menzionate lunedì dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, in occasione dell' assemblea degli armatori italiani. Di fatto si tratta dell' Autorità anti corruzione, e la lista, pervenuta già la scorsa settimana agli uffici guidati da Raffaele Cantone, è più polposa rispetto alle 15 poltrone messe a disposizione dalla riforma della goverance portuale in vigore da metà settembre, perché sulla lista dei papabili uscita dal ministero e già studiata dal sottosegretario Luca Lotti martedì scorso gravano due variabili: la prima, è che il passaggio all' Anac non è un pro forma e al ministero non c' è la certezza matematica che tutti i profili tracciati a Porta Pia siano in li nea con i rigidi criteri dell' Authority, la seconda, è che su alcuni nomi non c' è ancora la quadra. Né con le Regioni, né talvolta nemmeno all' interno dello stesso governo. I due nodi da sciogliere sarebbero Livorno e Venezia. Sulle banchine labroniche Palazzo Chigi vedrebbe bene Alberto Rossi, avvocato in Italia di Gianluigi Aponte, ma anche di Vincenzo Onorato, tra l' altro armatore dato come vicino al premier Matteo Renzi. A Porta Pia piace invece Luca Becce, manager della Darsena Toscana e già presidente del porto di Savona. A Venezia poi la girandola di nomi non si è ancora interrotta e l' accordo con Luca Zaia sembra lontano: proporre un solo nome, prendere o lasciare, al potente governatore leghista è una strada difficilmente percorribile. Benché il ministro non vuole lo stillicidio di nomine, secondo alcune fonti i nomi più sicuri potrebbero già uscire oggi. Ad esempio quelli per la Liguria, dove c' è l' intesa tra Delrio e il governatore Giovanni Toti sulla coppia SignoriniRoncallo rispettivamente a Genova e La Spezia: accordo di natura bipartisan, la cui strategicità non deve essere sfuggita a Chigi per quanto è noto che la massa critica dei porti e delle relative nomine a livello nazionale sia contenuta. Eppure, nemmeno la partita ligure potrebbe chiu dersi: la questione segretari generali slitterà a gennaio 2017, e nelle ultime ore la sedia di Davide Santini alla Spezia ha cominciato a scricchiolare nonostante le garanzie del centrodestra. Se finora per Genova si è convenuto sul nominare un segretario di continuità un "conoscitore della macchina", con la riconferma di Sandro Carena o la nomina del dirigente Marco Sanguineri non è escluso che la Regione a fronte di un diniego su Santini ne possa sollecitare avendo nel board di Palazzo San Giorgio i numeri per farlo la presenza sotto la Lanterna. Altrove si pongono questioni giuridiche, perché alcuni nomi di possibili Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 32 26 ottobre 2016 Pagina 12 < Segue Il Secolo XIX Trasporti Marittimi presidenti ricoprono già cariche elettive: Massimo Deiana, in predicato per diventare numero uno di Cagliari, è già assessore ai Trasporti regionale caso speculare a quello di Francesco Russo a Gioia Tauro. FRANCESCO RUSSO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33 26 ottobre 2016 Pagina 12 Il Secolo XIX Trasporti Marittimi Traghetti, alleanza Onorato Aponte Il patron di Moby: «Creiamo un network forte in alternativa al gruppo Grimaldi» GENOVA. Alla luce del sole l' alleanza fra Vincenzo Onorato e Gianluigi Aponte, due dei maggiori armatori italiani, per lo sviluppo delle Autostrade del mare. «Il comandante Gianluigi Aponte e io ha detto ieri Onorato al Forum di Cernobbio organizzato da Conftrasporto abbiamo deciso di unire le forze, cioè Gnv, Snav, Moby e Tirrenia, per creare un network alternativo che serva gli autotrasportatori, i nostri clienti». Grandi navi veloci (Gnv) e Snav fanno parte del gruppo Aponte, il cui fiore all' occhiello è un' altra compagnia, Msc, con i suoi due rami dedicati rispettivamente a container e crociere. Moby e Tirrenia sono invece controllate da Onorato Armatori. La collaborazione frai due gruppi è in atto da qualche tempo. «Abbiamo in essere un accordo commerciale con Tirrenia e Moby che consente di offrire alla clientela merci un network più esteso», confermano da Gnv. Ma le parole di Onorato a Cernobbio vanno ben oltre la semplice promozione comune di servizi e prefigura un' alleanza strategica. Da un lato l' armatore, parlando di «network alternativo», arruola il collega Aponte nel suo braccio di ferro commerciale con il concorrente Emanuele Grimaldi per la leadership sulle rotte dei traghetti italiani. Dall' altro, enfatizzando l' importanza del nuovo network, prelude a ulte riori passaggi che porteranno a un legame più stretto fra i due gruppi. «Siamo agli albori di questa collaborazione», ha detto Onorato a Il Secolo XIX/TheMediTelegraph, senza specificare fino a che punto si spingeranno le sinergie fra i due gruppi. In un periodo in cui lo shipping internazionale è interessato da acquisizioni e fusioni anche di grandi dimensioni, nessuna ipotesi può essere esclusa. Sicuramente si andrà oltre l' accordo commerciale e l' obiettivo non è semplicemente una sinergia per risparmiare. «L' intesa ha spiegato Onorato non è finalizzata a una razionalizzazione, ma a creare un solo network di linea più forte. Questo accordo passa anche attraverso l' apertura di nuo ve linee». Insomma, il prossimo passo sarà la condivisione delle rotte, norme antitrust permettendo. A proposito di nuove linee, Tirrenia sta per lanciare un collegamento da Genova, per Livorno, Catania e Malta. Si tratta della nuova versione di un servizio che era stato annunciato quest' estate. Doveva cominciare a operare lo scorso settembre e in origine era limitato a Livorno, Catania e Malta. Invece non ha potuto partire alla data fissata e adesso Onorato lo rilancia in una nuova veste, allargata al capoluogo ligure: «Abbiamo come deadline per l' inaugurazione del servizio il prossimo 24 novembre». I tempi dell' intervento di Cernobbio non sono casuali. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 34 26 ottobre 2016 Pagina 12 < Segue Il Secolo XIX Trasporti Marittimi Il giorno precedente, Ema nuele Grimaldi aveva presieduto a Roma l' assemblea di Confitarma, criticando il governo riguardo a una nuova legge sulle navi che battono bandiera italiana. Ieri Onorato ha attaccato Grimaldi. «Il network ha chiarito è una risposta a Grimaldi, per dare un' alternativa agli autotrasportatori». E gli ha anche risposto riguardo al decreto legislativo, ancora in discussione alle Camere, sul registro navale internazionale, che a Confitarma non piace e che Onorato difende. La polemica frai due armatori su questo punto dura ormai da alcuni mesi e si intreccia con la concorrenza commerciale fra le rispettive compagnie. Nel frattempo Onorato ha anche lasciato Confitarma. Secondo Grimaldi, l' obbligo contenuto dal decreto di imbarcare personale esclusivamente italiano o comunitario sulle rotte di short sea shipping «farà perdere competitività alla bandiera italiana, con l' inevitabile trasferimento della flotta traghetti sotto altra bandiera comunitaria». Affermazioni che il presidente di Moby non prende sul serio: «Quelle di Confitarma sono frottole, minacce fini a sé stesse. Confitarma continua a difendere privilegi, senza tener conto che gli armatori, come tutte le imprese, hanno una responsabilità sociale». Secondo Onorato non ci sarebbe il rischio di un cambio di bandiera perché «anche se una compagnia la cambiasse, per le norme sulla stabile organizzazione dovrebbe comunque pagare le tasse in Italia» ALBERTO GHIARA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 35