Novità Librarie giovedì 1 dicembre 2011

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Novità Librarie giovedì 1 dicembre 2011
Biblioteca Comunale
P. P. Pasolini
Novità Librarie
giovedì 1 dicembre 2011
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Da sindacalista della Cgil, poi da ricercatore, professore di
diritto del lavoro, avvocato, editorialista del "Corriere della
Sera", e per qualche tratto anche come politico in
Parlamento, Pietro Ichino ha spesso sostenuto tesi
scomode per l'establishment, di sinistra e di destra,
contribuendo in modo incisivo all'evoluzione del sistema
italiano delle relazioni industriali e raccogliendo tanto
consensi ed entusiasmo quanto critiche e contestazioni.
Attraverso un'avvincente inchiesta, un vero e proprio
interrogatorio senza esclusione di colpi, Ichino risponde a
tutte le obiezioni e le accuse ricevute in questi ultimi anni,
messe in bocca a un immaginario interlocutore-inquisitore,
affrontando i temi fondamentali del lavoro in Italia. E grazie
ad analisi precise ed esempi concreti mette a nudo i
meccanismi segreti di un sistema drammaticamente
ingessato, prigioniero dei propri tabù e delle proprie caste
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Bella, raffinata ed elegante, Annette Remmington è una
gallerista appassionata, che ha conquistato tutti i salotti di
Londra con il suo eccezionale buon gusto. Ma il vero
successo arriva quando un Rembrandt a lungo dimenticato
finisce quasi per caso tra le sue mani. Entusiasta, Annette
organizza un'asta sensazionale diventando così una vera
star nel panorama artistico mondiale. Ormai famosissima,
finalmente all'apice di una carriera a lungo inseguita,
Annette sa di dovere tutta la sua fortuna a una sola
persona: Marius, suo marito. Più anziano di lei di una
ventina d'anni, Marius non è soltanto il mentore che l'ha
introdotta nel mondo dell'arte, ma anche l'uomo che l'ha
salvata da un passato difficile, pieno di sofferenza e di
dolore. Per questo, Annette si sente legata a lui da una
riconoscenza profonda, un sentimento che trascende il
semplice amore coniugale. L'idillio si infrange quando
Marius convince Annette a concedere un'intervista a Jack
Chalmers, il miglior giornalista sulla piazza. Ignaro
dell'errore che ha appena commesso portando Jack nella
loro vita, Marius crede sinceramente che quell'intervista
consacrerà il definitivo trionfo della moglie. Ma si sbaglia.
Perché non sa che nel passato di Jack si nasconde un
segreto. Un segreto terribile che riguarda Annette molto da
vicino. E che potrebbe distruggerli tutti, per sempre
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Il petrolio e gli altri combustibili fossili, le fonti energetiche
su cui si basa l'odierno stile di vita nei paesi dell'Occidente,
sono in via di esaurimento, e le tecnologie da essi
alimentate stanno diventando obsolete. Intanto, i mali che
affliggono il mondo globalizzato - crisi economica,
disoccupazione, povertà, fame e guerre - sembrano
aggravarsi anziché risolversi. A peggiorare le cose, si profila
all'orizzonte un catastrofico cambiamento climatico
provocato dalle attività industriali e commerciali ad alte
emissioni di gas serra, e che già entro la fine di questo
secolo potrebbe mettere a repentaglio la vita dell'uomo sul
pianeta. La nostra civiltà, quindi, deve scegliere se
continuare sulla strada che l'ha portata a un passo dal
baratro, o provare a imboccarne coraggiosamente un'altra.
E non ha molto tempo per farlo. Dopo trent'anni di studi e di
attività sul campo, Jeremy Rifkin decreta la fine dell'era del
carbonio e individua nella Terza rivoluzione industriale la via
verso un futuro più equo e sostenibile, dove centinaia di
milioni di persone in tutto il mondo produrranno energia
verde a casa, negli uffici e nelle fabbriche, e la
condivideranno con gli altri, proprio come adesso
condividono informazioni tramite Internet
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Una raccolta di testi teatrali che venne scelta
espressamente dall'autore assieme al curatore. "Un leggero
fastidio", del 1958, in cui la vita di una coppia borghese
viene messa a nudo dalla presenta di un vagabondo che
vende fiammiferi dietro la loro bella casetta; "Una serata
fuori", dell'anno seguente, dove viene descritto un momento
della vita di un figlio vittima della madre possessiva e
petulante con cui vive; "Voci di famiglia", del 1980, che
tratta nuovamente, ma da un'ottica epistolare, della
relazione diffìcile tra madre e figlio; "Una specie di Alaska",
del 1982, sulla falsariga del notissimo libro "Risvegli" di
Oliver Sacks, che racconta della terribile uscita di Deborah
da un coma durato trent'anni; "Victoria Station", dello stesso
anno, incentrata sul surreale dialogo tra un centralinista e
un tassista in giro per la città; e infine "Chiaro di luna", del
1993, che segnò il ritorno di Pinter al teatro "classico" dopo
quasi dieci anni
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Da anni, ormai, Émile Bouin e Marguerite Doise non si
rivolgono più la parola, e comunicano solo attraverso
laconici, ma non per questo meno crudeli, bigliettini.
Ciascuno fa la spesa per conto suo, ciascuno ha una sua
dispensa, e ciascuno mangia, da solo, a un orario diverso
da quello dell'altro. Del resto, niente li predisponeva a
formare una coppia armoniosa: lei è magra, pallida,
impettita e irreprensibile; lui tarchiato e sanguigno; lei ha
alle spalle gli splendori di una famiglia dell'alta borghesia
caduta in rovina e il ricordo di un primo marito musicista; lui
viene dal mondo operaio, e nel suo passato ci sono le
balere in riva alla Senna, i piaceri semplici del proletariato
della banlieue, e una moglie allegra e polposa morta troppo
presto. Lei detesta l'odore del sigaro toscano e i modi rozzi
dell'uomo; lui trova irritanti le leziosità della donna. L'odio ha
preso corpo in un momento preciso, quando Émile si è
convinto che sia stata Marguerite a uccidergli l'amatissimo
gatto - e si è vendicato sul pappagallo da lei prediletto. Un
odio che da allora si è solidamente installato tra loro,
diventando, come scrive Benoît Denis, "un sentimento puro,
senza ombre e senza contaminazioni", del quale non
possono fare a meno perché è per entrambi l'unica ragione
di vita, e l'unica barriera contro la morte
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Nel 1996, a Parigi, due amici seduti davanti a un "mate"
progettano un libro sul Sud del mondo. Sono uno scrittore e
un fotografo, girano per il pianeta e lo ritraggono per quello
che è: uno strano miscuglio di crudeltà e tenerezza, di verità
e leggenda. Muovendosi nella steppa patagonica, "dove si
sta tra la terra e il cielo", armati di una Moleskine e di una
Leica, i due amici vanno a caccia di storie da ultima
frontiera. Forse le ultime storie di frontiera: Le ultime notizie
dal Sud. Laggiù, lungo strade spazzate dal vento, capita di
incontrare un virtuoso liutaio che si aggira in cerca del legno
più adatto per costruire un violino. In un bar di San Carlos
de Bariloche si può far amicizia con un ubriaco che afferma
di essere il discendente di Davy Crockett. E nella pampa
brulla, una vecchietta con il dono di rendere fertile tutto ciò
che tocca diviene il simbolo del legame con una terra su cui
troppi vorrebbero allungare le mani. Il tempo passa, alle
storie si aggiungono altre storie, e il libro vede la luce anni
dopo, quando le cose che voleva raccontare hanno
acquisito "il sapore dell'inesorabilmente perduto"
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"C'è una paura nuova che leggo negli occhi di molte
persone. È il timore di ritornare poveri, di andare incontro a
un futuro difficile, di non sapere quale sarà il destino dei
figli. Qualche anno fa, non era così. Ma in questo 2011 tutto
è cambiato in peggio. La grande crisi economica e
finanziaria ci ha messi di fronte a una realtà che nessuno
immaginava: la nostra società è fragile e il benessere che
abbiamo conquistato potrebbe svanire. Torneremo poveri
come erano i nostri genitori e i nonni? Questa incognita mi
ha spinto a ricordare l'epoca che ha visto nascere e
crescere fra mille stenti mia nonna Caterina Zaffiro e mio
padre Ernesto, uno dei suoi figli. Lei era nata nel 1869 nella
Bassa vercellese, in una famiglia di contadini strapelati.
Andata in sposa a un bracciante altrettanto misero,
Giovanni Pansa, rimase vedova a 33 anni, con sei bambini
da sfamare. È la sua vita tribolata a farmi da guida nel
racconto dell'Italia fra l'Ottocento e il Novecento, quello che
il lettore troverà in Poco o niente. Era un mondo feroce,
dove pochi ricchi comandavano, decidevano tutto e si
godevano le figlie dei miserabili. I poveri erano tantissimi,
venivano messi al lavoro da piccoli, poi l'ignoranza li
spingeva a comportarsi da violenti"
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"Stronzate!" esclama Bacon spazientito quando Daniel
Farson gli chiede se è contento di essersi guadagnato un
posto nell'Olimpo della storia dell'arte. La reazione è
sincera, non gliene importa degli orpelli della fama,
figuriamoci della posterità. Bacon rema contro l'ondata della
moda artistica, che in questi anni abbraccia l'astratto: vuole
dipingere la tragica bellezza della vita e se arriva a
distorcere la figura umana è solo per trarne una verità più
grandiosa e violenta. Analogo intento sembra animare
questo libro - vivida memoria personale anziché biografia
ufficiale - che riesuma materiali di prima mano raccolti nel
corso di un'amicizia iniziata nel 1951 in un locale di Soho e
durata oltre quarant'anni. Quello di Farson è il racconto
sboccato e senza veli di un artista fuori misura, capace di
amori smodati e odi feroci, di slanci magnanimi e spietate
calunnie
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