Gestione terapia antitrombotica in procedure invasive
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Gestione terapia antitrombotica in procedure invasive
VobiSMagazinE Anno III° n. 2 - luglio 2013 Gestione della terapia antitrombotica in paziente sottoposti a procedure invasive Management of Antithrombotic Therapy in Patients Undergoing Invasive Procedures Baron TH, et aa N Engl J Med 2013; 368:2113-24 Commento e sintesi a cura Luigi Santoiemma Medico MG Bari Area Nazionale del Farmaco SIMG Commissione Appropriatezza Prescrittiva Regione Puglia Un numero sempre maggiore di pazienti assume terapia anticoagulante a causa di fibrillazione atriale, valvole cardiache meccaniche o tromboembolismo venoso. Un numero sempre maggiore di pazienti assume una doppia terapia antiaggregante (di solito ASA + tienopiridina) per stenting delle coronarie. Ogni anno , il 10 % circa di queste persone deve essere sottoposto a procedure chirurgiche o comunque invasive per le quali dovrà temporaneamente sospendere/modificare la terapia antitrombotica in atto. In queste persone è necessario minimizzare tanto il rischio trombo-embolico che quello emorragico nel periodo periprocedurale ma le informazioni disponibili da studi controllati sono limitate e le raccomandazioni spesso sono derivate da coorti seguite da un unico Centro e altrettanto limitati sono i dati a proposito RISCHIO TROMBOEMBOLICO BASSO ALTO BASSO ALTO della frequenza di sanguinamento correlato alla procedura. Questa revisione sintetizza raccomandazioni formulate in diverse Linee Guida 1-13. RISCHIO TROMBO-EMBOLICO/ RISCHIO EMORRAGICO La gestione della terapia antitrombotica si modificherà in funzione del rapporto rischio trombo-embolico/rischio emorragico procedurale: in caso di rischio basso di sanguinamento, in linea di massima, si proseguirà la terapia in atto, così come, nel rischio alto di sanguinamento, a fronte di un rischio trombotico basso si sospenderà la terapia. La discussione è aperta nel paziente ad alto rischio trombo-embolico sottoposto a procedura ad alto rischio emorragico . In questo caso sarà indispensabile il confronto tra prescrittore primario della terapia antitrombotica ed esecutore della procedura, rivolgendo particolare attenzione al momento più critico ovvero il tempo di sospensione e ripresa della terapia antitrombotica. RISCHIO EMORRAGICO PROCEDURALE BASSO BASSO ALTO ALTO DECISIONE PROSEGUE TERAPIA PROSEGUE TERAPIA SOSPENDE TERAPIA VALUTAZIONE Tab 1: decisione in funzione del rapporto rischio trombo embolico/emorragico 1 Valutazione del rischio trombotico 1) Fibrillazione atriale : lo score CHADS2 stratifica da 0 a 6 il rischio trombo-embolico nella f.a. non valvolare (più recentemente il CHA2DS2VASc da 0 a 9). CHADS2 RISCHIO DI ICTUS 0,1,2 3,4 5,6 , ICTUS o TIA NEI 3 MESI PRECEDENTI O VALVULOPATIA GRAVE BASSO MODERATO ALTO FREQUENZA DI ICTUS PER 100 PZ /ANNO (IC 90%) 1,9-4.0 (1.2-5.1) 5,9-8,5 (4.6-11.1) 12,5-18.2 (8.2-27.4) Tab 2: rischio e incidenza di ictus in fibrillazione atriale non valvolare 2) Valvole cardiache meccaniche e tromboembolismo venoso(TEV) I fattori di rischio nei pazienti portatori di una o più valvole meccaniche sono influenzati da tipo, numero e posizione delle protesi valvolari e dalla eventuale presenza di scompenso, fibrillazione atriale, terapia. Rischio Annuale Basso Valvola Meccanica storia di trombo-embolismo e presenza di trombi intracardiaci. Nei pazienti con tromboembolismo venoso, il rischio di trombosi ricorrente, estensione del trombo ed embolizzazione è alto nei primi 3 mesi dalla diagnosi e dall’avvio della Rischio Annuale Moderato Protesi aortica “bileaflet” e f.a. Protesi aortica”bileaflet”, senza f.a., precedente ictus o tromboembolismo e trombo intracardiaco noto. Tromboembolismo TEV >12 mesi precedente venoso senza altro fattore di rischio TEV entro 3-12 mesi, trombofilia non grave (fattore V Leiden eterozigote o eterozigote per mutazione in gene G20210A per protrombina) ricorrente o TEV Rischio Annuale Alto Ogni protesi mitralica, ogni valvola aortica “caged-ball” o “tilting disk”, protesi valvolari multiple o ictus, TIA o eventi cardioembolici TEV entro 3 msi, trombofilia grave (deficienza di proteiena C, S o ATIII; sindorme antifosfolipidi; omozigosi per fattore V Leiden; omozigote per mutazione nel gene protrombina G20210A; mutazione eterozigote di entrambi questi geni. Tab 3: fattori di rischio per tromboembolismo in portatori di valvole cardiache meccaniche o pregresso TEV. 2 Valutazione del rischio emorragico peri-procedurale Il rischio emorragico peri-procedurale può essere classificato come basso o alto a seconda che la frequenza di sanguinamento sia uguale o inferiore al 1,5 % o, rispettivamente superiore all’ 1,5%, in pazienti che non assumano terapia antitrombotica. Questo criterio, non standardizzato tra le diverse Società Scientifiche è quello adottato dalla America Society for Gastrointestinal Endoscopy 16. PROCEDURA RISCHIO EMORRAGICO BASSO Anestesiologia 14-15 Cardiochirurgia 2 Cardiovascolare 2 Odontoiatria Intubazione endotracheale Nessuno Angiografia coronaria diagnostica (controverso) 7,11 Dermatologia 2 Gastroenterologia 4,5,16 Chirurgia Generale 2 Chirurgia ginecologica Radiologia interventistica 6,8,9,10 -Estrazione dentale -Procedure endodontiche Procedure minori (escissione di cr. basale o squamoso, nevi, cheratosi attiniche, lesioni precancerose) -Endoscopia per scopo diagnostico con o senza biopsia mucosale -Colangiopancreaticografia retrograda endoscopica senza sfinterotomia -Ecografia endoscopica senza aspirazione con ago sottile -Rimozione a freddo di piccoli polipi. -Posizionamento di stent metallico autoespandente luminale(controverso) Sutura di ferite superficiali -Colposcopia e isteroscopia diagnostiche -Dilatazione, curettage, biopsia endometriale -Inserimento di dispositivo intrauterino -Sostituzione di catetere in tratto non vascolare ben predisposto (gastrostomia, nefrotomia, drenaggio colecistostomico -Toracentesi -Paracentesi -Aspirazione di ascessi addominali o pelvici, posizionamento di drenaggi di piccolo calibro -Cateteri periferici, cateteri non tunnellizzati, cateteri centrali ad inserzione periferica -Inserzione di filtro cavale -Inserzione di catetere per dialisi temporanea 3 RISCHIO EMORRAGICO ALTO (>1,5%, o in area vulnerabile) Anestesia spinale ed epidurale Tutti -Impianto pace-maker o defibrillatore ( 3,5% in terapia con warfarin, 16% con anticoagulazione bridging) -Intervento coronarico -Studio elettrofisiologico o ablazione Procedure ricostruttive Procedure maggiori (escissione allargata di melanoma) -Polipectomia a base larga(> 1 cm) -Dissezione mucosa e sottomucosa endoscopica -Sfinterotomia biliare o pancreatica -Gastrostomia percutanea endoscopica -Ecografia endoscopica con aspirazione ad ago sottile o biopsia ad ago -Coagulazione o ablazione di tumori, lesioni vascolari -Biopsia epatica percutanea -Legatura di varici 3(controversa) -Danno tissutale maggiore -Organi vascolarizzati (milza, fegato, rene) -Resezione intestinale -Laparoscopia -Chirurgia laparoscopica -Legatura bilaterale di tube -Isterectomia -Colangiografia trans epatica percutanea o nefrotomia -Drenaggio percutaneo di ascesso epatico o colecistico -Inserzione di drenaggio polmonare -Manipolazione aggressiva di drenaggio o dilatazione di tratti -Biopsia di organi -Inserzione di Hickman e catetere per dialisi tunnellizzato PROCEDURA RISCHIO EMORRAGICO BASSO Procedure vascolari Accesso venoso Neurologia Nessuna Neurochirurgia 2 Oftalmologia 2 Nessuna -Chirurgia di cataratta -Iniezione intraoculare (evitare anestesia retro bulbare –controversa) Chirurgia ortopedica Artrocentesi Chirurgia ORL -Nasofaringoscopia o laringoscopia diagnostica a fibra ottica, endoscopia sinusale -Aspirazione ad ago sottile -Iniezione di corda vocale Chirurgia plastica Pneumologia 2 Terapia iniettiva -Bronscopia diagnostica con o senza lavaggio bronco alveolare -Aspirazione endobronchiale ad ago sottile(controversa) -Posizionamento di stent vie aeree (controverso) Artrocentesi -Circoncisione -Cistoscopia senza biopsia Reumatologia Urologia 2 Chirurgia vascolare 2 Nessuna RISCHIO EMORRAGICO ALTO (>1,5%, o in area vulnerabile) -Puntura arteriosa -Ablazione transvenosa -Puntura lombare -Mielografia -Elettromiografia ad ago(controversa) Chirurgia intracranica, spinale -Chirurgia periorbitale -Chirurgia vitreoretinica -Artroscopia -Sostituzione di cartilagine -Ogni chirurgia sinusale -Biopsia o rimozione di polipi nasali -Tiroidectomia -Parotidectomia -Setto plastica -Cauterizzazione di turbinati Ricostruzione -Ablazione laser di tumore -Biopsia trans tracheale -Dilatazione di stenosi Nessuna -Litotrissia extracorporea ad onde d’urto -Prostatectomia trans uretrale -Resezione vescicale -Ablazione di tumore -Biopsia renale -Endoarterectomia carotidea -Correzione di aneurisma a cielo aperto o endovascolare -Impianto di by-pass Tab 5: procedure a basso e alto rischio di sanguinamento peri-procedurale ( elaborata dagli AA sulla base di LG disponibili ed experts-opinions della Mayo Clinic di Rochester- MN-USA ) 4 La gravità del sanguinamento è valutabile in base alle conseguenze dello stesso CONSEGUENZE DEL SANGUINAMENTO LIEVE Procedura interrotta Anestesia non programmata o supporto ventilatorio Consultazione medica postprocedurale Ricovero non programmato o prolungamento in Day Hospital: < 3 notti 4-10 notti >10 notti Ricovero in Terapia Intensiva: 1 notte >1 notte Trasfusione Necessità di ripetizione (endoscopia) Necessità di radiologia interventistica (es. embolizzazione) Necessità di chirurgia Disabilità permanente (es: ictus o IMA indotto da sanguinamento) Morte MODERATA 17 . GRAVITA’ GRAVE FATALE X X X X X X X X X X X X X X Tab 6: conseguenze del sanguinamento procedurale Terapia anticoagulante “bridging” Scopo: minimizzare il rischio trombo-embolico in pazienti ad alto rischio quando la terapia anticoagulante è sospesa e minimizzare il rischio di sanguinamento dopo procedure ad alto rischio. Modalità: rivolta principalmente, finora, a pazienti in terapia con warfarin, utilizza eparina non frazionata o, per lo più, eparina a basso peso molecolare (EBPM), avviata alla sospensione di warfarin quando INR scende sotto i limiti terapeutici, sospesa prima della procedura e abitualmente ripresa dopo 48 ore. Evidenza: benché sia considerata uno standard di cura, è stata valutata solo in due RCT e resta controversa. 18-21 Alcune LG 2 propongono un approccio secondo la tavola seguente: 5 VALVOLA MECCANICA FIBRILLAZIONE ATRIALE NON VALVOLARE TROMBOEMBOLISMO VENOSO BRIDGING SI -Sostituzione v.mitrale -Due o più valvole -Valvola aortica non bileaflet o con fattori di rischio -Pregresso ictus o evento embolico -Trombo cardiaco - CHADS2 =/> 4 BRIDGING NO -Valvola aortica -Protesi bileaflet o assenza di fattori di rischio COMMENTO Fattori di rischio includono: pregresso ictus, TIA o evento cardio-embolico -Assenza di ictus o evento embolico -No trombo cardiaco -CHADS2 < 4 TEV nei 3 mesi precedenti o trombofilia grave TEV dopo più di 3 mesi o assenza di fattori di rischio aggiuntivi (es: cancro in fase attiva e trombofilia non grave) Aumentano il rischio: pregresso ictus, TIA, trombo intracardiaco, evento cardioembolico Considerare filtro cavale se TEV nel mese precedente, se richiesta chirurgia in urgenza o controindicazione a terapia anticoagulante Tab.7 : indicazioni a terapia bridging Procedura: 1) Sospendere warfarin 5 giorni prima della procedura ad alto rischio 2) Con INR sotto l’intervallo terapeutico, avviare eparina a basso peso molecolare a dose terapeutica ( es: protesi meccaniche e fibrillazione atriale: enoxaparina 1 mg/kg di peso ogni 12 h; dalteparina 100 UI ogni 12 h. Tromboembolismo venoso: enoxaparina 1,5 mg/kg di peso o dalteparina 200 UI ogni 24h). 3) Somministrare l’ultima dose di EBPM 24 h prima della procedura 4) Controllo INR il giorno della procedura e ripresa del warfarin subito dopo la procedura appena l’emostasi è assicurata. 5) Ripresa EBPM dopo 48 h in assenza di sanguinamento (72 h dopo sfinterotomia endoscopica) 6) Sospensione della EBPM quando INR in range terapeutico (circa 5 giorni dopo) Timing della sospensione della terapia antitrombotica Il 93% di pazienti con INR tra 2 e 3,5 scende abitualmente a 1,5 dopo 5 giorni dalla sospensione. 22 In pazienti ad alto rischio che devono sospendere l’anticoagulante (compresi i pazienti in bridging) l’intervallo senza anticoagulazione deve essere più breve possibile, tenendo conto di diversi fattori che possono modificare la durata dell’azione anticoagulante ( funzionalità renale per dabigatran, rivaroxaban, apixaban e EBPM; funzionalità epatica per warfarin, rivaroxaban, apixaban). EPARINE A BASSO PESO MOLECOLARE E FONDAPARINUX L’ emivita delle EBPM è di circa 4 ore quindi l’ultima dose deve essere somministrata 24 ore prima della procedura ad una dose 50% della dose totale giornaliera. Fondaparinux ha una emivita di 17 ore. E’ stata associata ad una accettabile frequenza di sanguinamento quando sospeso 36 h prima di chirurgia cardiopolmonare. WARFARIN Un INR di 1,5 o inferiore è considerato sicuro per procedure ad alto rischio ( in procedure a rischio molto alto quale chirurgia intracranica, valutare INR 1,2). 6 NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI (NAO) EBPM:la protamina potrebbe parzialmente bloccare l’azione di EBPM. NAO: non è provata una affidabile reversibilità della loro attività anche con complessi protrombinici concentrati. Può essere considerata l’emodialisi per dabigatran in corso di sanguinamenti a rischio di vita. L’emodialisi non aumenta l’eliminazione di dabigatran in assenza di insufficienza renale. In pazienti in trattamento con NAO, quando la chirurgia è imminente ma non prevedibile è raccomandato lo switch a warfarin. DABIGATRAN Sospeso 1 o 2 giorni prima per valori di clearance della creatinina =/> 50 ml/min; 3-5 giorni con Cr/Cl < 50 ml/min 23-24 . RIVAROXABAN Sospeso 1 giorno prima se funzione renale normale; 2 giorni con Cl/Cr 90-60 ml/min; 3 giorni con Cr/Cl 59-30 ml/min; 4 giorni con Cr/Cl 29-15 ml/min 25. APIXABAN Sospeso 1-2 giorni prima con Cr/Cl > 60 ml/min; 3 giorni con Cr/Cl 59-30 ml/min; 5 giorni con Cr/Cl 49-30 ml/min 26. RIPRESA DELLA TERAPIA ANTITROMBOTICA ANTIAGGREGANTI E’ il maggiore determinante del rischio di sanguinamento dopo procedure invasive. In bridging l’eparina a dosi terapeutiche va ripresa 48 ore dopo la procedura; se il rischio di sanguinamento è ragionevolmente basso, anche con minor intervallo. Il warfarin deve essere ripreso al mattino del giorno della procedura, se non sussiste rischio di sanguinamento tardivo o si presume un reintervento. Dabigatran, rivaroxaban e apixaban dovrebbero essere ripresi 48 ore dopo la procedura. Clopidogrel a dose di mantenimento va ripreso entro 24 ore dalla procedura; a dosi di carico se il rischio di sanguinamento è più basso di quello previsto. ASA e altri antiaggreganti, possono essere ripresi entro 24 ore dalla procedura, con cautela per prasugrel e ticagrelor, per la loro rapidità di azione e potenza della inibizione piastrinica. Cautela nelle procedure con rischio di sanguinamento tardivo (es. cauterizzazione per polipectomia e sfinterotomia biliare). ASPIRINA Basse dosi di ASA non aumentano particolarmente il rischio di sanguinamento clinicamente rilevante dopo procedure invasive 27-30. DIPIRIDAMOLO La sua azione dura circa 2 giorni dopo la sospensione. Da solo non aumenta sostanzialmente il rischio di sanguinamenti importanti post-procedurali. In associazione con ASA potrebbe aumentare il rischio. CLOPIDOGREL,PRASUGREL, TICAGRELOR Sospesi da 5 a 7 giorni prima. TICLOPIDINA Sospesa da 10 a 14 giorni prima. BLOCCO FARMACOLOGICO DELL’AZIONE ANTICOAGULANTE WARFARIN: vitamina K e.v, plasma frescocongelato, complessi protrombinici concentrati. EPARINA NON FRAZIONATA: di solito non necessario per breve emivita. Solfato protamina. 7 RACCOMANDAZIONI 1) La gestione peri-procedurale della terapia antitrombotica va discussa e condivisa con il paziente, specie in assenza di raccomandazioni consolidate. 2) La comunicazione tra operatori sanitari è fondamentale. 3) Quando possibile le procedure devono essere rinviate a quando il rischio di sospensione della terapia antitrombotica sia il più basso possibile. 4) Nei pazienti sottoposti a procedure a basso rischio di sanguinamento l’anticoagulante va continuato, con INR al limite terapeutico basso. 5) Nei pazienti a basso rischio trombotico sottoposti a procedure ad alto rischio emorragico la terapia anticoagulante può essere sospesa per un tempo adeguato. 6) Nei pazienti ad alto rischio trombotico sottoposti a procedure ad alto rischio emorragico, la terapia bridging è fortemente raccomandata in casi selezionati. 7) Nei pazienti con recente diagnosi di TEV la chirurgia elettiva va rinviata di almeno 3 mesi. In caso di necessità valutare terapia bridging e filtro cavale (meno di 1 mese di terapia anticoagulante). 8) Nei pazient con stent e duplice antiaggregazione rinviare la procedura per almeno 6 settimane se stent metallici e 6 mesi se stent medicati. In caso di necessità, se possibile, proseguire la doppia antiaggregazione. Non sospendere l’ASA. Dopo 6 settimane per portatori di stent metallici e 6 mesi per portatori di stent medicati, sospendere la tienopiridina e proseguire ASA. Nelle procedure a basso rischio proseguire doppia antiaggregazione. BIBLIOGRAFIA 1. Roger VL, Go AS, Lloyd-Jones DM, et al. Heart disease and stroke statistics —2012 update. Circulation 2012;125(1):e2- e220. [Erratum, Circulation 2012;125(22):e1002.] 2.Douketis JD, Spyropoulos AC, Spencer FA, et al. Perioperative management of antithrombotic therapy: antithrombotic therapy and prevention of thrombosis, 9th ed: American College of Chest Physicians Evidence-Based Clinical Practice Guidelines. 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