Filippo Raciti, lo sport, il tifo, la violenza

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Filippo Raciti, lo sport, il tifo, la violenza
L’ispettore di Polizia
Filippo Raciti,
lo sport,
il tifo,
la violenza
• Filippo Raciti era un poliziotto
italiano, Ispettore capo della
Polizia di stato.
• E’ morto in servizio, durante gli
incidenti scatenati da una frangia
di ultras catanesi contro la
Polizia, intervenuta per sedare
i disordini alla fine del derby
siciliano di
calcio Catania/Palermo
• Aveva trentotto anni ed era catanese,
catanese come il ragazzo che lo ha
ammazzato
• «Era uno bravo, che non amava le scrivanie, ma il
lavoro per strada con la gente e per la gente». Lo
descrive così una giovane collega del Reparto
Mobile di Catania. Sta davanti al corridoio del
Pronto Soccorso illuminato dalla luce fredda del
neon. «Lui era così, gli piaceva fare il suo lavoro dice fissando la porta a vetri dietro la quale giace il
corpo di Filippo - aveva avuto un incarico tranquillo
in un ufficio in questura. Ma non ce l'ha fatta ed è
voluto tornare al Reparto Mobile»
• Aveva una grande passione per lo sport,
per lo sport vero
• Non è sport vero quello per il quale ha
perso la vita in quel venerdì di febbraio
2007
• La tragica morte dell’Ispettore Raciti e
il modo in cui è avvenuta, ci
obbligano a farci alcune domande
Cos’è lo sport?
• Insieme di quelle attività, fisiche e
mentali, finalizzate a migliorare e
mantenere in buona condizione l'intero
apparato psico-fisico umano effettuate
per divertimento o esibizione di chi le
pratica o chi ne è spettatore.
Cos’è il tifo?
La parola tifo deriva dal greco t´yphos che ha sia il
significato di "fumo, vapore", sia quello di "febbre
con torpore“; negli anni Venti del secolo scorso il
termine cominciò a essere usato dalla stampa
sportiva per designare
1. la “passione accesa ed entusiastica che
soprattutto si manifesta nel parteggiare
accanitamente per una squadra di calcio”
2. l’azione di sostenere con entusiasmo un atleta,
parteggiare per lui
Chi è il tifoso?
• Uno spettatore di eventi sportivi, che lo
coinvolgono con emozioni e passioni forti
• Infatti uno spettatore si trasforma in tifoso
a seconda dell’intensità del coinvolgimento
emotivo che prova per la prestazione
sportiva, a seconda della passione che è
scatenata in lui dall’evento
Non vi è nulla di sbagliato nel
tifo genuino
Per tanti giovani (e non più giovani) è molto
affascinante far parte di un gruppo di tifosi,
perché è emozionante avere
• simboli condivisi (la propria squadra e i
suoi colori),
• elementi di identificazione comuni
(cappelli, sciarpe, bandiere…),
• ritualizzazioni simboliche coinvolgenti (le
coreografie, le ole, i gesti scaramantici)
Fino a che punto il tifo è sano?
E’ necessario farsi questa domanda,
perché il confine tra il pathos (la
carica emotiva) del tifo e la condotta
violenta è spesso fragile in modo
disarmante
Consideriamo infatti che ….
• Se nel gruppo di tifosi perdo il senso della
realtà e gli altri diventano per me solo
amico/nemico,
• Se diventano prioritari i concetti di onore,
difesa, territorio, ragionamenti a senso
unico che si nutrono di contrapposizione
“noi”/“loro”.
Se stando in quel gruppo di
tifosi…
1. Sono portato a smettere di pensare in
maniera autonoma, cioè con la mia testa
2. La mia individualità si appiattisce al volere del
gruppo e la responsabilità delle azioni non
sembra più mia, ma del gruppo
3. Considero “l’altro” come un estraneo senza
significato, e talvolta senza dignità, se è un
non tifoso, come un nemico se è un tifoso di
un’altra squadra.
•
Allora è necessario fermarsi e
riflettere, perché il rischio che
i miei comportamenti divengano
sempre più aggressivi
e che quasi senza accorgermi, possa
scegliere la violenza per esprimere le
mie emozioni
E’ MOLTO ALTO
Se ciò accadesse non si
tratterebbe più di sport o tifo,
ma di
un mero esercizio di violenza
• Il vandalismo, la devastazione di oggetti e
luoghi, l’attacco casuale alle persone,
come puro sfogo aggressivo, si può infatti
scatenare sugli spalti di uno stadio, ma
anche al bar o in piazza e sarebbe
sempre e solo violenza, come
quella che ora raccontiamo….
La violenza negli stadi diventa
un problema negli anni ‘settanta
• Il 28 ottobre 1979, Vincenzo Paparelli
è seduto accanto alla moglie allo stadio
Olimpico di Roma, in curva Nord, tra i
tifosi laziali. Sono circa le 13:30 quando,
dalla Curva Sud occupata dai tifosi della
Roma, parte un razzo a paracadute di
tipo nautico che s’infrange sul volto di
Vincenzo e lo uccide. Un volo di circa 200
metri, da curva a curva.
• Marco Fonghessi viene ucciso il 30
settembre 1984 mentre sta tornando a
casa dopo aver visto la partita MilanCremonese allo stadio. È un tifoso
milanista, ma per via della sua auto
targata Cremona, un gruppetto di tifosi
del Milan lo assale e lo accoltella
brutalmente: così muore Marco, ucciso da
un tifoso della sua stessa squadra del
cuore per colpa di un’auto con la targa
“sbagliata”.
• Salvatore Moschella è un ragazzo che
il 30 gennaio 1994 si butta dal finestrino
del vagone su cui sta viaggiando, in
prossimità della stazione di Acireale, per
sfuggire alle percosse di un gruppo di
ultrà del Messina. Le ferite riportate
sono gravissime e dopo poche ore
Salvatore si spegne in ospedale, a soli
22 anni.
Poi arriva il 2 febbraio 2007
• Derby Catania-Palermo
• Alle 18:00 inizia la partita, ma sugli spalti dello Stadio
“Massimino” di Catania ci sono soltanto i tifosi di casa, del
Catania
• I tifosi del Palermo giungono verso le 18:50, durante
l’intervallo. È a questo punto che si verifica il primo
imprevisto: fuori dall’impianto ci sono un migliaio di
tifosi del Catania. Vedendo gli ultras della squadra
avversaria, i catanesi si lanciano senza indugio verso di
loro, cercando in tutti i modi di arrivare allo scontro. Le
forze dell’ordine, tuttavia, reagiscono prontamente e si
schierano tra le due frange, formando una sorta di
corridoio attraverso il quale si cerca di consentire l’accesso
ai tifosi del Palermo.
I tifosi del Catania, all’interno dello stadio,
quando entrano i tifosi del Palermo,
reagiscono come se non aspettassero
altro e si mettono in azione in maniera
compatta, quasi avessero studiato tutto
nel dettaglio. Compaiono un po’ ovunque
mazze, petardi e corpi contundenti.
Dalle ultime file della Curva Nord comincia un lancio
continuo verso la polizia, che sta lavorando
esattamente lì sotto nel tentativo di fermare i
violenti.
Come un corpo militare bene addestrato, i tifosi
agiscono in maniera compatta e programmata,
quasi suddividendo le mansioni da portare a
termine. Mentre una fetta di supporter è impegnata
nel tiro al bersaglio contro la polizia, una parte
cospicua di tifosi inferociti si precipita verso i
servizi igienici, per uscirne poi, poco dopo, con
pezzi di sanitari tra le mani e gli abiti cambiati.
L’intento è quello di ingannare le
telecamere a circuito chiuso presenti
all’interno dell’impianto e rendere
impossibile un’eventuale identificazione
visiva
Resisi però conto che i tifosi del Palermo
sono inarrivabili, per via del buon lavoro
delle forze dell’ordine, la rabbia dei
catanesi si sfoga proprio sulla Polizia
È così che l’Ispettore Filippo Raciti fuori
dallo stadio viene colpito da un corpo
contundente al fegato che gli provoca un
trauma talmente grave che morirà in un
brevissimo lasso di tempo
• È per non dimenticare la sua morte
ingiusta, avvenuta nell’adempimento del
suo lavoro a favore dei cittadini, e per
ricordare il suo sacrificio che abbiamo
intitolato un torneo a suo nome e ogni
anno lo ricordiamo.
Un saluto affettuoso
all’Ispettore Filippo da
parte di tutti gli alunni
della scuola di Via
Graf 74
E ora colleghiamoci via internet
all’indirizzo riportato qui sotto e
guardiamo una sintesi del filmato
“Mondo folle” che è stato realizzato
da SKY Sport per ricordare gli
eventi del 2 febbraio 2007.
http://minus.com/mbl9fCJSVc/1f
Grazie a SKY Sport per la disponibilità del
video realizzato da
Massimo Bomprezzi
Matteo Sangalli
Con la collaborazione di Gianluigi Deidda