Faccia a faccia ultras-Catania
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Faccia a faccia ultras-Catania
GIOVEDÌ 17 APRILE 2014 sp or t CATANIA. LA SICILIA .17 Dopo i giorni della speranza e delle delusioni, ieri un confronto, serrato ma civile, per chiarire presente e futuro Ultras-squadra, duro faccia a faccia Un gruppo di tifosi ha fatto irruzione a Torre del Grifo e si è confrontato con giocatori, tecnico e alcuni dirigenti i messaggi ANDREA LODATO TORRE DEL GRIFO (MASCALUCIA). Se ne sono andati così come erano arrivati. Con le facce incazzatissime, cantando e replicando all’infinito i loro slogan, i loro cori. La loro rabbia. Comprensibile, già messa nel conto, del resto, ma sino ad oggi contenuta, controllata, gestita sino all’orlo della crisi inevitabile. E’ esplosa ieri, all’improvviso, come accadeva in altri tempi, quando dalle urla delle curve e dal silenzio che seguiva, scoppiava improvvisa la contestazione a domicilio. Non se l’aspettava nessuno quassù, al centro sportivo del Catania. Squadra che aveva appena cominciato un incontro per discutere della prossima partita dopo avere rivisto i video di Milano e quelli sulla Sampdoria. In pochi secondi dentro la sala un gruppo di tifosi, rappresentanti del gruppo “A sostegno”. Un attimo di sbandamento generale, urla, giocatori che zompavano in piedi con le facce smarrite, un po’ increduli, un po’ spaventati. E tifosi che si sono presentati subito e subito hanno fatto capire che i toni del confronto sarebbero stati alti, particolarmente alti. Intendiamoci, toni, parole, confronto serrato, anche urla e qualche vaffanculo. Ma niente di più. La misura della contestazione è rimasta nell’ambito del civile e del lecito. Punto. Ma è stata dura, stavolta, anche per- ché i tifosi per tutta la stagione hanno sostenuto il Catanua, anche quando la squadra è apparsa, francamente, distratta se non sbandata. Anche quando il campo ha bocciato clamorosamente chi provava a giocare al calcio, inutilmente sostenuto da chi stava nelle curve. Anche quando i giocatori sono sembrati fantasmi, fisicamente a pezzi e incapaci di reagire sotto i colpi degli avversari. E stavolta gli ultras sono venuti a spiegare ai giocatori sino a casa loro, casa del Catania, che si sono sentiti traditi, forse anche presi in giro e che certamente non sempre c’è stato rispetto per la maglia, per la città. Per i tifosi. Ce n’è stato per tutti. Il caso Andujar. Una stagione nell’occhio del ciclone, una stagione globalmente infelice per il portiere. Capita, certo, anche se un campionato in chiaroscuro del portiere per una squadra è un grande problema. I tifosi hanno chiesto conto e ragione ad Andujar di certi atteggiamenti tenuti in alcune partite, gesti rivolti alla curva, quasi come se volesse snobbare parole e contestazioni che arrivavano dai tifosi. Per quel che se ne sa, ovviamente è trapelato assai poco del confronto che c’è stato tra giocatori e tifosi, il portiere ha spiegato che contro il Napoli aveva sentito una contestazione preventiva che gli aveva fatto male. Che dire, che rispondere? I tifosi hanno ricordato al portiere incertezze, errori, passi falsi e il risultato in classifica del Catania: ultimo. C’è ben poco da spiegare, quanto meno un po’ di rispetto e di considerazione, è stata la richiesta urlata in faccia. Tifiamo. Pretendiamo, contestiamo. Le parole di Pellegrino. Il dopo partita di Milano ha avuto un seguito sgradevole, frutto di quello che si può etichettare come un gigantesco equivoco, provocato dal momento di delusione e di rabbia generale. All’aeroporto di Milano, infatti, un tifoso catanese solitario mentre la squadra scendeva dal pullman, ha contestato con qualche applauso di scherno. Niente di più. Qual- Chiarimenti. Dal caso Andujar alle parole di Pellegrino a Linate, sino alle scelte future della società etnea che giocatore, però, stava rispondendo ed è intervenuto il tecnico, Maurizio Pellegrino. E qui, in un botta e risposta, Pellegrino ha urlato al tifoso, che diceva di essere arrabbiato, che incazzati erano anche tutti loro e che lui forse non sapeva con chi stava parlando. Nessun atto di presunzione o di arroganza, era chiaro a tutti conoscendo l’equilibrio e l’intelligenza di Pellegrino. Ma i tifosi hanno voluti chiarire anche con Maurizio, dicendo che in questi momenti, al di là del fatto che retrocedere non piace a nessuno, ad avere diritto ad essere incazzati sono solo i tifosi, unici davvero a pagare non uno, ma tanti prezzi insieme per la debacle della squadra. Soffre la società, soffre l’allenatore, soffrono i giocatori, ma sono professionisti, manager, dipendenti. Loro sono quelli che pagano per andare allo stadio, quelli che pagano per andare in trasferta, quelli che pagano se sbagliano. E loro, e solo loro, quelli che realmente difendono al di là di ogni risultato, di ogni vittoria e di qualunque sconfitta, l’onore, l’orgoglio, la città. Discorso chiaro, non provate a negare anche il diritto di contestare, di manifestare la rabbia, la delusione, perchè sarebbe come gettare benzina per spegnere un incendio già divampato. La linea della società Nella sala dove hanno fatto irruzione gli ultras del Catania c’era anche il vice presidente, Pablo Cosentino. Quale migliore occasione per guardare in faccia il dirigente rossazzurro e chiarire un paio di concetti fondamentali per il presente e per il futuro. Anche per Cosentino nessuno sconto e parole chiare elevate alla massima potenza. Mancano cinque partite e il Catania le deve onorare tutte. Nessuno si illuda che ci sia una diserzione di massa, perchè i tifosi ci saranno, per controllare e verificare in ogni partita chi ha voglia di metterci ancora un po’ di cuore, un po’ di coraggio, e chi invece sta già pensando ad altro. Queste partite, hanno detto i tifosi a Cosentino, servano alla società per capire chi può restare nel nuovo Catania e chi, invece, ha abbondantemente fatto il suo tempo e deve essere lasciato libero di andarsene. Anzi va mandato via rapidamente e senza indugiare. Onorare la maglia, non infangarla, non aggiungere discredito a quel che già è stato accumulato. Società e giocatori, hanno urlato i tifosi in faccia a Cosentino e agli stessi atleti, sappiano che sono sotto stretta osservazione, che si comincia a capire in queste settimane, in questi giorni, in queste ore chi può e chi deve restare e chi ha fatto il suo tempo a Catania. La società faccia scelta precise ed inequivocabili e spieghi quanto prima, esattamente e nel dettaglio quali sono i programmi che ha in mente. Così, hanno detto gli ultras, valuteremo, capiremo, decideremo. E come sono arrivati se ne sono andati, «per l’onore di Catania siamo qua... ». Non è volata una mosca per una ventina di minuti a Torre del Grifo, ma non è caduto per terra nemmeno un bicchiere... Chiaro? O LE ULTIME DAI RITIRI DEL CATANIA E DELLA SAMPDORIA Pellegrino elabora la formula giusta per fermare Sinisa PENSIERI E PAROLE. Alcuni striscioni esposti, in queste settimane di passione, dai tifosi del Catania allo stadio Massimino e in trasferta MAURIZIO PELLEGRINO E SINISA MIHAJLOVIC [FOTO GALTIERI] La visione dei filmati selezionati da mister Pellegrino e dal suo staff, relativi alla gara giocata domenica scorsa contro il Milan ed alle caratteristiche della Sampdoria, avrebbe dovuto segnare l’appuntamento mattutino in sala video. Invece, come raccontiamo nell’articolo che apre la pagina, è andata in maniera un po’ differente, con il durissimo faccia a faccia tra squadra e ultras che sono entrati nella sala conferenze e video del Centro sportivo. Così il programma è in parte cambiato, anche se il tecnico rossazzurro, dopo l’incontro con i tifosi (chiamiamolo così), ha riportato tutto alla normalità e al programma prestabilito. Nel pomeriggio, in campo, esercitazioni tattiche in fase difensiva, schemi d’attacco e partitella su campo ridotto. Terapie per gli indisponibili Almiron e Bellusci. Prossime sedute in programma oggi pomeriggio e domani mattina, allenamenti decivisi per stabilire quali uomini Pellegri- Partitella. Ieri pomeriggio al lavoro su schemi d’attacco e di difesa. Fermo Bellusci no manderà in campo contro la Sampdoria, per una partita che, come più volte detto, assume un significato speciale non tanto per i punti ancora in palio, quanto perché test importante per capire chi tra i giocatori ha voglia ancora di battersi sino in fondo. Anche la Sampdoria continua la preparazione in vista della trasferta di Catania. Nell’allenamento pomeridiano sul campo principale del “Gloriano Mugnaini” - al quale hanno assisistito anche il presidente Edoardo Garrone e gli ex Franco Semioli e Fernando Tissone -, ieri Sinisa Mihajlovic ha riabbracciato gli azzurri Lorenzo De Silvestri e Manolo Gabbiadini. L’attaccante bergamasco ha svolto un lavoro differenziato al pari di Gaetano Berardi, mentre Pedro Obiang è salito al Poggio in visita ai compagni dopo l’intervento di rinforzo alla parate inguinale al quale si è sottoposto nella giornata di lunedì. Oggi la squadra tornerà ad allenarsi al mattino.