amor di juventus - Salone Internazionale del Libro di Torino

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AMOR DI JUVENTUS
Comunicato n.78 - 13 maggio 2007
“Il tifo è una forza accecante, è la scintilla della passione, dura per sempre e resiste a
tutto”. E’ questo il messaggio che emerge dallo spettacolo All’inferno e ritorno. Viaggio
nella passione juventina ideato da Giovanni De Luna e Marco Pautasso per la regia di
Guido Chiesa e Daniele Gaglianone.
Sul palco quattro attori, Massimo Popolizio, Laura Marinoni, Gualtiero Burzi, Mauro
Avogadro, prestano la loro voce alla ricostruzione della lunga storia bianconera. Sul
megaschermo si susseguono le immagini dei grandi campioni di oggi e di ieri alternate a
quelle delle cocenti delusioni.
A un anno dalla bufera Moggi, dallo scoppio dello scandalo Calciopoli, la Juventus rialza la
testa e lo fa con il cuore. “Le grandi glorie si manifestano anche in un campo inferiore”
recita una battuta dello spettacolo e il pubblico in sala, composto da tifosi di tutte le età,
ma soprattutto giovanissimi, sogna rivedendo le imprese di Trezeguet, Nedved, Buffon e
Del Piero. Quelli che hanno scelto di restare, nonostante tutto, perché “il cuore – almeno
quello - non è mai venale”. Il valore della Juve si vede in campo, dunque, nel gioco vero,
nei gol che hanno segnato una storia fatta di vittorie, da Prest a Sivori, da Baggio a Del
Piero. E si vede nello spirito del tifoso: di quello che ha reagito alle decisioni della giustizia
sportiva con diffidenza e rancore, di quello che è bianconero per appartenenza ideologica
e di quello che lo è per abitudine, di quello che è il tipico torinese e di quello che fa parte
degli italiani diventati juventini per i numerosi successi.
Ma anche la squadra che ha vinto tanto ha avuto momenti duri. Sicuramente la
retrocessione in B è stata uno di questi. “Un bagno di umiltà di cui avremmo volentieri fatto
a meno” dice Luca Beatrice, opinionista di Juve Channel, che è intervenuto a fine
spettacolo per parlare della passione dei tifosi. Secondo la sua opinione, la promessa
rivoluzione del mondo del calcio non c’è stata, perché tutti si sono accontentati di vedere
puniti i più forti. Al dibattito, hanno partecipato anche Giovanni De Luna, Darwin
Pastorin e Simone Stenti che ha ricordato: “la vera tragedia è stato l’Eisel, là è scorso
del sangue, mentre Calciopoli è soprattutto spettacolarizzazione mediatica”.
Sala 500, ore 15, 13 maggio 2007