Numero 4 (Maggio 2013)

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Numero 4 (Maggio 2013)
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Il P.M.R. sta
partendo, una
svolta tecnologica
nel trattamento dei
rifiuti metallici
Sono partiti i collaudi
propedeutici alla messa a
regime
dell'impianto
P.M.R., (precious metal
recovering); situato ad
Angiari, nella provincia
veronese
che
sarà
pienamente operativo dal
mese
di
maggio.
Il P.M.R. rappresenta una
svolta tecnologia in Italia
e
rappresenta
nella
galassia Stena Metall
l'impianto
tecnologicamente
più
avanzato
capace
di
valorizzare
materiali
compositi
quali,
ad
esempio:
componenti
elettrici ed elettronici,
materiali a base di
plastiche con presenza di
metalli ferrosi e non
ferrosi,
altre
frazioni
contenenti
metalli.
Al termine della fase di
start up è prevista una
inaugurazione
ufficiale
che vorremo Vi vedesse
tra
i
graditi
ospiti.
Procederemo
presto,
senza
indugio,
a
comunicarvi
la
data
dell'evento tramite la
nostra
periodica
newsletter!
Il P.M.R. rappresenta
oggi
una
punta
tecnologica avanzata nel
sistema di riciclaggio e
recupero italiano in grado
di
incrementare
ulteriormente
le
percentuali di materiali
avviati
al
recupero
cogliendo in pieno lo
spirito normativo italiano
ed europeo.
Maggiori informazioni...
La nuova corsa all'oro passa dagli smartphone
usati
Metalli preziosi e terre rare fanno dei nostri supertelefonini
l'ambito obiettivo di un nuovo mercato hi-tech specializzato nel
recupero dell'e-waste: argento, platino, rame e, appunto, oro.
Ecco cosa c'è e quanto vale il nostro iPhone in pensione.
La batteria a ioni di litio racchiude circa 3,5 g di cobalto, 10 g di
terre rare (Nd, Eu, Ce e Tb).
Se si potenziassero le tecnologie arrivando ad un tasso di
recupero pari al 100% e si considerasse il rifiuto generabile pari
al 60% del venduto, si potrebbe raggiungere un valore pari a
117 milioni di euro. Se si recuperassero tutti i cellulari venduti in
anno, pari a 35 milioni di pezzi, il valore economico salirebbe a
195 milioni di euro.
Tratto da repubblica.it
Sistri riparte a ottobre
Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini firma
il decreto che ripristinerà il sistema di
tracciabilità elettronica dei rifiuti. Sarà
pienamente operativo a marzo 2014
Roma - Era stato rinviato "al fine di consentire
la prosecuzione delle attività necessarie per la verifica del
funzionamento del sistema". Il ministero dell'Ambiente ha ora
annunciato il ripristino del travagliato sistema di tracciabilità
elettronica dei rifiuti Sistri, con un decreto firmato dal ministro
Corrado Clini in attuazione del cosiddetto Decreto Sviluppo sulla
base dei rapporti dell'Agenzia per l'Italia digitale oltre che del
parere espresso dall'avvocatura generale dello Stato.
"Il decreto è un atto dovuto, come previsto dall'articolo 52 del
decreto legge 83 del 2012, convertito nella legge 134 del 2012 ha spiegato il ministro Clini - La tracciabilità del flusso di rifiuti è
anche un obbligo europeo. Attivare il Sistri è soprattutto un
dovere morale: l'assenza di un sistema di tracciabilità dei rifiuti è
un assist intollerabile a chi evade gli impegni ambientali e
soprattutto alla malavita organizzata e alle ecomafie".
Già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il testo del decreto reca i
"termini di riavvio progressivo del Sistri", che nelle parole dello
stesso Clini entrerà in funzione "in modo progressivo e flessibile,
con oneri ridotti come richiesto dalle imprese". Questa forma di
reintroduzione graduale permetterà ai vari operatori di verificare
quei dati inseriti all'interno del sistema per l'aggiornamento dei
software di utilizzo.
Mauro Vecchio, tratto da
http://punto-informatico.it/3773165/PI/News/sistri-riparteottobre.aspx
SIAMO LEADER
NEL
TRATTAMENTO DI:
Recupero e trattamento dei grandi
elettrodomestici: protezione dell'ambiente o
redditività delle materie prime
- R1
APPARECCHIATURE
REFRIGERANTI
- R2 GRANDI BIANCHI
- R3 TV E MONITOR
- R4 PED CE ICT
APPARECCHI
ILLUMINANTI E ALTRO
- R5 SORGENTI
LUMINOSE
Contattaci per avere
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informazioni...
Stena App...
@AMBIENTE ON-LINE@
La geografia dei rifiuti
Visualizzare in tempo
reale su una mappa
interattiva la quantità di
rifiuti prodotti in tutto il
mondo, la localizzazione
degli
impianti
di
smaltimento
e
la
popolazione servita sul
territorio.
È
questo
l'obiettivo del progetto
"Atlas", la prima mappa
del
globo
terrestre,
realizzata
secondo
il
modello
del
crowdsourcing
e
ad
accesso libero, dedicata
al settore della gestione
dei
rifiuti.
Tale mappa, che è
disponibile
anche
attraverso applicazioni per
I-Phone
e
Android,
consente di raffrontare i
dati tra i diversi paesi del
mondo e creare grafici e
tabelle ad hoc sulla
gestione dei rifiuti. Atlas
contiene
già
oggi
informazioni su 89 Paesi,
500 città e regioni, 296
impianti
di
termovalorizzazione, 70
impianti di trattamento
meccanico e biologico,
131 discariche di rifiuti
sanitari e 37 discariche.
Maggiori informazioni...
Il processo di recupero e trattamento dei RAEE evidenzia a
volte necessità contrastanti: da un lato l'innegabile necessità di
garantire un corretto livello di tutela ambientale (in linea con le
vigenti normative), dall'altro la possibilità di ottenere un
vantaggio economico dalla vendita delle materie prime o
componenti di cui l'apparecchiatura è costituita. L'operazione di
trattamento condotta secondo le vigenti normative deve
garantire che il beneficio economico non sia ottenuto a discapito
di danni ambientali; in tale senso gioca un ruolo fondamentale
l'innovazione tecnologica che contraddistingue i moderni
processi
di
trattamento.
Esiste tuttavia un intrinseco interesse nel trattare quelle frazioni
o quelle tipologie di apparecchiature contraddistinte da una
redditività intrinseca maggiore, sia per il contenuto di metalli o
frazioni particolarmente redditizie sia per la eventuale facilità di
accesso.
Tale fenomeno pone, soprattutto nei paesi in via di sviluppo ove
spesso mancano opportuni riferimenti normativi, il problema del
"cherry picking" ovvero la cannibalizzazione delle frazioni
caratterizzate da una intrinseca redditività economica. Un
innovativo approccio per tentare di porre un freno a tale
fenomeno, ma al tempo stesso limitare il ricorso a sistemi più
formalizzati di finanziamento è attualmente in discussione nella
legislazione Keniana: ai Produttori verrà richiesto di finanziare
non tanto la gestione completa del processo di recupero e
trattamento, quanto invece la differenza tra il valore delle
frazioni recuperate e il costo di corretto trattamento delle
frazioni/componenti pericolosi. Tale approccio potrà forse
garantire che la ricerca della redditività tipica dei processi di
trattamento non vada ad essere ottenuta a discapito di un
incontrollato
abbandono
nell'ambiente
delle
frazioni
caratterizzate da un solo costo di smaltimento.
Dottor Federico Magalini
Research Associate - UNITED NATIONS UNIVERSITY
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