Terreni edificabili e agricoli
Transcript
Terreni edificabili e agricoli
L’ECO DI BERGAMO 36 SABATO 28 FEBBRAIO 2015 Provincia [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Terreni edificabili? Troppe tasse meglio agricoli Piovono le richieste Ma da quest’anno si paga fin sotto i 600 metri di quota Da quest’anno l’Imu si paga anche per i terreni agricoli nei comuni fin sotto i 600 metri di quota. Nella Bergamasca sono 133 quelli esenti: niente sanzioni per chi paga entro il 31 marzo. Una veduta di Villongo, un caso quasi da record: nella fase di riadozione del Pgt, l’amministrazione comunale ha concordato con i privati (che lo chiedevano) di togliere il 20% di aree che nello strumento urbanistico del 2007 erano state inserite come edificabili L’urbanista: i privati subissati dall’Imu cercano di cambiare la destinazione delle proprietà Ma la nuova legge regionale congela lo status quo BENEDETTA RAVIZZA Cemento zero, si diceva una volta in campagna elettorale. Ora lo slogan propagandistico è (quasi) realtà, per causa di forza maggiore. La crisi e le tasse hanno frenato la corsa al mattone. E la tendenza si è invertita. Ad andare per la maggiore è tornare alla terra nel vero senso della parola, cioè cercare di trasformare le aree edificabili in agricole. «Un fenomeno diffusissimo, che si è via via confermato costantemente. In quasi tutti i piani di ultima generazione, cioè degli ultimi tre-quattro anni, almeno dalle cinque alle sette osservazioni fatte da privati vanno in questa direzione, cioè chiedono di togliere le aree da quelle edificabili». Carta canta. I proprietari scrivono nero su bianco, senza girarci troppo attorno e andando subito al cuore del problema, la ragione della loro richiesta. «Per non pagare l’Imu», oppure «per evitare una tassazione che non è più sostenibile», si legge nelle note. A confermarlo è Piergiorgio Tosetti, del direttivo lombardo dell’Istituto nazionale di urbanistica, un vero e proprio «guru» dei Piani di governo del territorio. Il suo è un osservatorio privilegiato, visto che nel 2004 è stato estensore del Ptcp (il superpiano provinciale) e tuttora è consulente in Provincia per la revisione dello strumento urbanistico sovraccomunale. Il caso Villongo «La richiesta riguarda soprattutto aree piccole, di privati che magari hanno meno disponibilità economiche e per i quali la tassa- longo. Nella fase di riadozione del proprio Pgt, l’amministrazione comunale ha concordato con i privati (che lo chiedevano) di togliere il 20% di aree che nello strumento urbanistico del 2007 erano state inserite come edificabili. Quasi un vero e proprio record. La legge regionale Fenomeno in costante crescita negli ultimi 3-4 anni Architetti e costruttori: «Bloccate anche le riduzioni» zione è più gravosa», precisa, ricordando che sì il fenomeno è esploso con la crisi negli ultimi 3-4 anni, ma che è pure retroattivo. Vale cioè anche per i piani più datati (cioè del 2008-20092010): «Anche in questi casi ci sono state parecchie proposte di togliere le aree, anche se c’era una variante edificabile». Un esempio-scuola è quello di Vil- Per il resto, in realtà (almeno per ora) quel che è fatto e fatto, e pure tornare indietro diventa un’impresa. La nuova legge regionale 31 (quella per il contrasto del consumo del suolo), infatti, blocca tutto allo status quo, quindi non solo le varianti edificabili ma anche quelle in riduzione. «Siamo tutti congelati», commenta Carlos De Carvalho, vicepresidente dell’Ordine degli architetti di Bergamo, e non si riferisce certo al meteo. «Tutte le parti sono in attesa – spiega –. La legge regionale è stata fatta per frenare il consumo del suolo, ma almeno per i prossimi 30 mesi non permette di ridurlo. Perché la legge blocca tutte le trasformazioni: certamente quelle di chi vuole costruire, ma anche quelle di chi vuole tornare a un terreno agricolo, e quindi non vuole più edificare». De Carvalho conferma che c’è una richiesta di passaggio da edificabile ad agricolo, «perché Legambiente «Attenzione ai trenta mesi Accelerata per certi lotti» La legge regionale 31 - quella per il contrasto del consumo del suolo è «osservata speciale» anche da parte di Legambiente. «Se si configurasse in maniera seria, potrebbe essere un segnale interessante. Vediamo come si evolve, per ora la osserviamo con attenzione», interviene Nicola Cremaschi, presidente provinciale dell’associazione ambientalista. Anche lui - citando il Centro studi del consumo del suolo - conferma che «il fenomeno dei ritorno ai terreni agricoli è in corso già da un po’, perché la gente si rende conto che certe speculazioni non sono più proponibili». La filosofia di Legambiente comunque non fa una piega: meglio riusare dei terreni già edificati (e quindi con infrastrutture) e abbandonati, piuttosto che «erodere» aree vergini. Gli esempi si sprecano. «Il polo di interscambio: è meglio farlo sulle aree ancora verdi di Verdello oppure su quelle già edificate di Zingo- Isola, anche i capannoni fanno marcia indietro Di fronte a un mercato immobiliare in sofferenza su tutto il territorio dell’Isola, alcuni proprietari che hanno terreni edificabili, residenziali o industriali, sui quali devono pagare imposte non di poco conto, tra cui l’Imu, in questi anni si sono presentati agli uffici di vari comuni del territorio, chiedendo come fosse possibile evitare l’Imu, anche facendo richiesta di trasformazione dei terreni in agricoli. Alcune richieste sono state soddisfatte dai Comuni che stavano predisponendo il nuovo Piano di governo del territorio, mentre altri lo faranno quando interverranno sullo stru- mento urbanistico. Il Comune di Ambivere ha approvato nel corso del 2013 il nuovo Pgt e dei privati durante il periodo delle osservazioni hanno chiesto di togliere le loro aree tra quelle edificabili e lasciarle agricole. «Le aree coinvolte nel nuovo Pgt hanno interessato piccoli privati per un totale di circa 10 mila metri quadrati – riferisce il sindaco Silvano Donadoni –. Abbiamo accolto la richiesta dei proprietari che hanno preferito che le loro aree rimanessero agricole e questo sicuramente per il periodo non facile nel campo dell’edilizia e per non dover pagare i tributi». Anche a Bot- tanuco non sono mancati proprietari che si sono lamentati di pagare l’Imu su terreni che non riescono a vendere o a dare inizio a costruzioni, ma nel corso del 2014, anno in cui si è dato il via all’approvazione del nuovo Piano di governo del territorio avvenuta prima dello scorso Natale, non hanno presentato richieste di modifiche. «Abbiamo ricevuto da parte di due dei diversi proprietari di un piano di lottizzazione di poter modificare la loro parte edificabile in agricola, ma ciò non è stato possibile perché il piano d’intervento è unico – informa il sindaco Sergio Mariani – I pro- Una veduta di Ambivere prietari che prima si sono lamentati dell’Imu e volevano il loro terreno agricolo in questa occasione del Pgt non hanno chiesto variazioni. La crisi economica ha anche fermato la nuova costruzione di ampliamento del centro commerciale “Il Gigante”, e la convenzione scaduta nel febbraio 2014 è stata rinnovata fino al febbraio 2016, rimanendo i terreni edificabili e continuando a pagare l’Imu». A Mapello ci sono aziende e agenzie immobiliari che hanno manifestato il desiderio di ridurre le volumetrie concesse perché il «mattone» non si vende più bene. «Quest’anno dovremo riaprire la nia-Verdellino, dove capannoni e infrastrutture ci sono già? Il collegamento Bergamo-Treviglio è meglio farlo ex novo con l’Ipb oppure riqualificare i collegamenti stradali esistenti?», sono le domande provocatorie di Cremaschi, che aggiunge: «Ogni intervento va fortemente pensato, perché se si consuma del suolo poi non lo si recupera più». Ecco perché si guarda anche con attenzione al la «finestra» di 30 mesi aperta dalla legge regionale. «Il rischio è che faccia accelerare alcune lottizzazioni», mette in guardia Legambiente. Tra i sorvegliati speciali, c’è la parte edificabile prevista sull’Isolotto di Ponte San Pietro. BE. RA. revisione del Pgt ed attendiamo che queste richieste ci vengano formulate – commenta il sindaco Michelangelo Locatelli –. Vediamo se le manifestazioni verbali di fronte a imposte e tributi ritenuti onerosi si concretizzano nella volontà di richiedere la trasformazione delle aree da edificabili ad agricole». Un caso molto noto è avvenuto a Brembate Sopra. Durante la stesura del Piano di governo del territorio una società aveva chiesto di trasformare l’area agricola di circa 11.750 metri quadri in industriale per la realizzazione di un capannone, ma nel 2012, prima dell’approvazione definitiva, ha domandato di mantenerla agricola a causa della crisi economica che non permetteva investimenti per calo di commesse. 1 Angelo Monzani