Programmazione educativa sc.primaria All. 1

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Programmazione educativa sc.primaria All. 1
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
ISTITUTO COMPRENSIVO DI TIRANO
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COLLEGIO DEI DOCENTI DI SCUOLA PRIMARIA
PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA
SCUOLA PRIMARIA
Argomenti: DALLA PREMESSA DEI PROGRAMMI MINISTERIALI
METODOLOGIE OPERATIVE
RAPPORTO INSEGNANTI-SCOLARI
RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
RAPPORTI TRA INSEGNANTI
RAPPORTI TRA INSEGNANTI TITOLARI E SUPPLENTI
LA CONTINUITÀ EDUCATIVA
ALUNNI PORTATORI DI HANDICAP ED ALUNNI SVANTAGGIATI
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DALLA PREMESSA DEI PROGRAMMI MINISTERIALI
"La scuola primaria ha per suo fine la formazione dell'uomo e del cittadino nel quadro dei principi
affermati dalla Costituzione. Essa, in raccordo con la scuola dell’infanzia e con la scuola media,
contribuisce a promuovere la continuità del processo educativo
•riconosce di non esaurire tutte le funzioni educative ...
•favorisce l'interazione formativa con la famiglia, quale sede primaria dell'educazione del fanciullo
• valorizza nella programmazione educativa e didattica le risorse culturali ed ambientali e
strumentali
•offerte dal territorio e dalle strutture in esso operanti ...
•costituisce un momento di riflessione aperta ove si incontrano esperienze diverse ...
•aiuta il fanciullo a superare i punti di vista egocentrici e soggettivi...
•ha per compito la promozione della prima alfabetizzazione culturale partendo dalle esperienze e
•dagli interessi del fanciullo per renderlo consapevole del suo rapporto con sempre più vasto
•tessuto di relazioni e di scambi...
•promuove l'acquisizione di tutti i fondamentali tipi di linguaggio, delle abilità, delle modalità di
•indagine essenziali alla comprensione del mondo umano, naturale ed artificiale.
Per attuare i suoi compiti la scuola primaria si organizza in modo funzionale rispetto agli obiettivi
educativi da perseguire, pertanto mentre segue le linee di un programma predispone un'adeguata
organizzazione didattica, affinchè lo stesso possa essere svolto movendo dalle effettive capacità ed
esigenze di apprendimento degli alunni..."
METODOLOGIE OPERATIVE
"La programmazione, nel quadro della prescrittività delle mete indicate dal programma, delineerà i
percorsi e le procedure più idonee per lo svolgimento dell'insegnamento, tenendo comunque conto
che i risultati devono essere equivalenti qualunque sia l'itinerario metodologico scelto ... ". I
programmi ribadiscono quindi l'importanza dei risultati, sottolineano l'irrinunciabile ricerca delle
strategie didattiche più convenienti, pur nel rispetto della libertà di insegnamento.
L'insegnante quindi, in relazione alle caratteristiche psico-intellettive degli scolari, individua gli
itinerari metodologici più convenienti che, partendo dalla riflessione sull'esperienza personale,
portano all'acquisizione di capacità più ampie e complesse, alla comprensione e al controllo
dell'esperienza sensoriale.
In questo modo la scelta del metodo (della ricerca, di lavoro individuale, di gruppo ...), che non è del
tutto indipendente dalle strategie cognitive degli alunni e dalla specifica struttura delle materie, può
diventare effettiva razionalizzazione dell’ azione didattica.
Si attribuisce particolare valenza motivazionale alle esperienze comuni dirette, al gioco, alle uscite
didattiche, alla partecipazione ad attività culturali...
Le attività individuali sono previste sia come momento di verifica dei risultati raggiunti, sia per
rispondere didatticamente alle esigenze di ognuno attraverso la costruzione nei limiti del possibile, di
percorsi personalizzati per rispondere didatticamente alle esigenze di ognuno e come momento di
verifica dei risultati raggiunti.
RAPPORTO INSEGNANTI - SCOLARI
Gli insegnanti operano nella scuola per creare le condizioni che permettano agli scolari, secondo i
diversi livelli di maturità, di raggiungere gli obiettivi programmati.
E' necessario quindi:
1. conoscere l'alunno attraverso l'osservazione sistematica e rilevare l'atteggiamento che
assume nei confronti dei compagni, degli adulti e il suo grado di autonomia nell'operare;
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2. individuare lo stile di apprendimento di ciascun scolaro;
3. valorizzare il bisogno di conoscere del bambino utilizzando, come punto di partenza, le
acquisizioni precedenti e gli stimoli provenienti dall'ambiente familiare;
4. rispettare i ritmi di apprendimento di ciascun alunno, in modo particolare degli alunni in
difficoltà;
5. infondere sicurezza al bambino e aiutarlo a superare le difficoltà per permettergli di
arricchire le sue conoscenze.
Gli insegnanti che operano nei moduli formuleranno e discuteranno le regole comportamentali che
intendono adottare nelle rispettive realtà scolastiche relativamente a:
• . puntualità;
• . rispetto nei confronti dei compagni, degli insegnanti e di tutto il personale della scuola;
• . movimento ordinato in tutti gli spazi interni ed adiacenti all'edificio;
• . esecuzione regolare e ordinata dei compiti assegnati;
• . rispetto del proprio materiale e delle strutture comuni.
RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
Gli insegnanti ritengono indispensabile la collaborazione scuola-famiglia per la condivisione delle
responsabilità educative nella formazione dell'alunno.
Infatti le molteplici esigenze del bambino richiedono una pluralità di educatori (genitori, insegnanti,
ecc.) ma, affinchè i distinti interventi educativi non generino confusione e non ostacolino lo sviluppo
della personalità dell'alunno, occorre che tra di essi vi sia la massima coerenza e collaborazione.
La scuola pertanto si propone di conoscere la realtà familiare in cui il bambino è inserito per
instaurare un rapporto di fiducia e di confronto.
Ogni docente si impegna ad instaurare e mantenere rapporti professionali con i familiari degli scolari:
- nelle assemblee con tutti i genitori;
- nei colloqui individuali con le famiglie deliberati dal C.D.D. che vengono organizzati nel modo più
funzionale (fissazione dell'orario del colloquio, in modo da ridurre le attese e riservatezza).
Tali incontri sono finalizzati allo scambio delle informazioni e per la comunicazione dei risultati relativi
all' apprendimento e alla partecipazione alla vita della scuola, anche per orientare le famiglie a
considerare non solo gli aspetti strettamente didattici, ma anche quelli educativo-valoriali;
• nei colloqui personali, concordati sempre con avviso scritto nel caso di richieste
straordinarie sia di un insegnante sia di un genitore;
• nei consigli di interclasse e di circolo: in tali sedi potranno essere previste altre forme di
• partecipazione dei genitori degli scolari alla vita della scuola.
Perchè ci sia una effettiva collaborazione si ritiene fondamentale illustrare ai genitori,
nell'assemblea di inizio anno, la programmazione educativa nonché informarli in merito ai seguenti
punti:
a) norme e adempimenti generali:
- necessità di attenersi agli orari e alle modalità di entrata ed uscita previsti in ogni sede;
- durante le ore di lezione è consentito il rilascio degli alunni solo se i genitori ne abbiano fatto
richiesta scritta agli insegnanti;
- necessità di giustificare tutte le assenze e i ritardi degli alunni (è previsto il certificato medico per le
assenze superiori ai 5 giorni per motivi di salute);
- necessità di firmare, per presa visione, tutti gli avvisi e i quaderni finiti;
- necessità che i genitori si assicurino dell'effettivo funzionamento della scuola nei giorni in cui sia
stato proclamato uno sciopero nel settore scolastico in quanto in quelle occasioni potrebbero
verificarsi disservizi anche nelle classi degli insegnanti non scioperanti;
- necessità di controllo, da parte dei genitori, nel momento della preparazione della cartella per
evitare che i bambini arrivino a scuola con materiale in condizioni di non efficienza per tutte le
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attività in modo da non condizionare il lavoro degli altri;
- essere disponibili a collaborare con la scuola per educare i bambini al rispetto reciproco e alle
regole di convivenza, all'opportunità del dialogo e della collaborazione, alla disciplina come
presupposto sociale, concordando eventuali interventi propositivi e/o correttivi;
- i docenti desiderano essere i primi interlocutori per i problemi degli scolari, in quanto il contesto
nel quale le eventuali difficoltà devono essere risolte è quello della classe.
b) compiti e lezioni:
- importanza del compito inteso come impegno personale, momento di riflessione individuale e di
esercitazione, come avvio alla responsabilità e all'acquisizione di un metodo di studio;
- i compiti vengono, normalmente, assegnati sul quaderno o sul diario;
- non sono assegnati il sabato per il lunedì e il martedì per il mercoledì, il venerdì per il sabato (in
occasione dei rientri);
- sono proporzionati alle effettive capacità degli scolari;
- non richiedono un tempo di esecuzione eccessivamente lungo;
- implicano raramente la collaborazione dei genitori, ai quali viene però richiesto un controllo
quotidiano dell'avvenuta esecuzione;
- sono corretti dall'insegnante in modo individuale, collettivo o a campione.
Le insegnanti a loro volta si impegnano a:
- mantenere il segreto d'ufficio su tutte le notizie riservate relative agli alunni;
- utilizzare una terminologia semplice nei giudizi sulle schede di valutazione evitando termini tecnici
non immediatamente comprensibili;
- inviare, in busta chiusa, le comunicazioni personali alla famiglia in casi particolari o di urgenza;
- comunicare alle famiglie, attraverso il rappresentante di classe eletto nel consiglio di interclasse,
eventuali problemi riguardanti tutta la classe.
RAPPORTI TRA INSEGNANTI
"Nell'ambito dello stesso modulo organizzativo, gli insegnanti operano collegialmente e sono
contitolari della classe o delle classi a cui il modulo si riferisce."
A) RIPARTIZIONE DEI COMPITI
Agli insegnanti del modulo sono riconosciute pari dignità e responsabilità professionali,
prescindendo dalle diverse prestazioni orarie e dagli ambiti disciplinari assegnati.
Nell'assegnazione degli ambiti disciplinari bisogna prevedere, nei limiti del possibile:
- la continuità, almeno nel ciclo, degli insegnanti;
- il rispetto delle scelte concordi degli insegnanti basate sulle competenze individuali- il cambiamento di area dopo alcuni anni.
B) MODALITÀ DELLA COMUNICAZIONE
Anche tra insegnanti si ritiene importante:
- ricercare una convergenza nell'azione educativa a partire dai valori di fondo della scuola, senza
giungere ad un appiattimento delle personalità individuali:
- rispettare la posizione dell'altro, anche se discorde dalla propria;
- mantenere la massima disponibilità al confronto attraverso il dialogo e la ricerca della chiarezza
comunicativa;
- essere propositivi, senza cadere nella conflittualità;
- mettersi in discussione e attivare processi di cambiamento reciproco
C) MODALITÀ DI LAVORO COLLEGIALE
Nelle riunioni per AMBITI vengono discussi:
- la programmazione didattica;
- le prove d'ingresso e di verifica quadrimestrale;
- i risultati conseguiti;
- le modalità di realizzazione dell'attività didattica: difficoltà, aspetti positivi e negativi...
- la scelta di un aspetto teorico della disciplina da approfondire con strumenti e modalità indicati
dagli insegnanti (quando se ne ravvisi la necessità).
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E' stata redatta dal CDD la progressione curricolare degli obiettivi specifici delle discipline in modo
da realizzare una continuità di percorso dalla prima alla quinta.
Tale programmazione, se necessario, sarà aggiornata nel corso dell'anno, o di anno in anno, anche
per i contributi derivati dall'approfondimento teorico.
La programmazione di modulo si propone:
- il perseguimento degli obiettivi stabiliti dai programmi vigenti predisponendo un'organizzazione
didattica adeguata alle effettive capacità ed esigenze di apprendimento degli alunni;
- la verifica e la valutazione collegiale dei risultati;
- l'unitarietà dell'insegnamento;
- programmazione dell'attività didattica:
• esposizione essenziale sull'attività svolta, sui risultati conseguiti, sulle difficoltà incontrate;
• esame di elaborati di bambini con problemi particolari;
• valutazione comparativa dei casi difficili;
• progettazione di itinerari di lavoro, di recupero-sostegno;
• ricerca di obiettivi trasversali;
• elaborazione di progetti di lavoro interdisciplinari o di sequenze di progetti già in atto;
• comunicazioni di specifiche attività di area;
• scambio di indicazioni su materiali didattici - bibliografia:
• modalità di registrazione delle osservazioni proposte.
Nella programmazione di plesso saranno curati:
• organizzazione degli spazi, sussidi - biblioteche;
• adattamento degli orari alle specifiche esigenze;
• inserimento degli alunni portatori di handicap;
• raccordo tra i progetti sui moduli;
• rapporti con le famiglie - enti locali;
• organizzazione di manifestazioni.
RAPPORTI TRA INSEGNANTI TITOLARI E SUPPLENTI
I supplenti ricevono dai colleghi di modulo, la programmazione educativa e didattica, il calendario
annuale degli impegni, il calendario orario scolastico e hanno a disposizione la programmazione di
ambito e i verbali della programmazione di modulo;
gli insegnanti titolari assumono, a loro discrezione e secondo la durata della supplenza, iniziative per
fornire all'insegnante supplente indicazioni più dettagliate ed eventuale documentazione.
LA CONTINUITÀ EDUCATIVA
Gli insegnanti, sulla base delle indicazioni della premessa ai nuovi programmi e in modo particolare
in riferimento agli articoli 1 e 2 della legge n. 148 del 5 giugno 1990, ritengono indispensabile la
realizzazione della continuità con la scuola dell’infanzia e con la scuola media al fine di eliminare,
per quanto possibile, le barriere ed i salti esistenti fra i tre gradi della scuola di base.
Si ritengono indispensabili incontri con i docenti della scuola dell’infanzia e della scuola media
finalizzati alla realizzazione di un curricolo comune che preveda:
a) scambio di informazioni sugli alunni;
b) conoscenza degli obiettivi raggiunti;
e) criteri di valutazione comuni sulla base di una omogeneità nelle forme di comunicazione tra
docenti;
d) programmazione di attività didattiche comuni da realizzare con gli alunni delle classi iniziali e
terminali;
e) aggiornamento comune dei docenti dei vari ordini di scuola.
Si propongono delle forme di raccordo con la scuola media e dell’infanzia (passaggio di informazioni,
confronto su aspetti metodologici, presentazione dei singoli alunni...).
Si auspica inoltre un allargamento del lavoro comune agli altri aspetti sopra menzionati, al fine di una
corretta pianificazione della inevitabile discontinuità esistente tra i tre ordini di scuola di base.
Ritengono inoltre importante assicurare la continuità educativa tra la scuola e i diversi ambienti di
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vita del soggetto per realizzare una gestione integrata di strutture e servizi.
Gli ambiti più rilevanti di integrazione istituzionale possono essere i seguenti:
a) edilizia scolastica;
b) uso dei locali scolastici;
e) interventi sociali e salutari.
L'esigenza di interventi congiunti e coordinati emerge in particolare per quanto attiene
all'integrazione scolastica e sociale dei soggetti in situazione di handicap.
ALUNNI PORTATORI DI HANDICAP ED ALUNNI SVANTAGGIATI
Per gli aspetti normativi si fa riferimento alla C.M. n. 184/3.7.1991 alla legge 104/5.2.1992 ed al
D.P.R. 24.2.1994.
Per quanto riguarda gli interventi che la scuola può operare, sulla base delle diagnosi funzionali, del
profilo dinamico funzionale e del piano educativo individualizzato si puntualizza quanto segue:
- l'inserimento deve tendere alla piena accettazione del soggetto handicappato e si realizza
gradualmente attraverso la familiarizzazione e il coinvolgimento nelle attività della classe con un
supporto emotivo particolarmente gratificante;
è opportuno non separare i momenti di recupero e di inserimento ma prevedere piuttosto un
itinerario agganciato all'attività della classe, limitando al minimo possibile l'uscita dall'aula.
Per tali motivi sarebbe opportuno prevedere un'organizzazione dell'attività educativa e didattica
secondo il criterio della flessibilità nell'articolazione delle sezioni e delle classi anche aperte, in
relazione alla programmazione scolastica individualizzata.
Agli alunni iscritti alla sezione speciale si ritiene opportuno offrire, dopo una attenta valutazione e in
relazione ai possibili margini di recupero, occasioni di stimolo e di acquisizione di modelli
comportamentali attraverso il coinvolgimento in attività con gli scolari della scuola primaria o
dell’infanzia. Le modalità, i tempi e gli obiettivi vanno di volta in volta concordati e definiti con le
classi/sezioni interessate.
E' inoltre opportuno sottolineare in relazione alle condizioni di svantaggio che esse, riflettendo
carenze affettive, linguistiche e culturali riconducibili a problematiche familiari, disagi socio-economici
o insufficienti stimolazioni intellettuali, richiedono alla scuola un ampliamento delle opportunità
educative in termini di esperienze e stimolazioni.
Ciò in condizioni operative che consentano un'organizzazione flessibile del lavoro scolastico, che
offrano percorsi di apprendimento diversificati e che valorizzino attività educative, tecnologie e
linguaggi alternativi a quelli tradizionalmente privilegiati.
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