portogallo - grecia 0 – 1

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portogallo - grecia 0 – 1
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REPORT
N.11
LUGLIO/AGOSTO
2004
RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE WWW.ALLENATORE.NET
REG. TRIBUNALE DI LUCCA N° 785 DEL 15/07/03
DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO
COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO
SEDE VIA E.FRANCALANCI 418 – 55050 BOZZANO (LU)
TEL. 0584 976585 - FAX 0584 977273
STUDIOS
PORTOGALLO - GRECIA 0 – 1
A cura di Massimo Lucchesi
LISBONA – STADIO ALVALADE
PORTOGALLO
1
GRECIA
RICARDO
13
MIGUEL
16
R.CARVALHO
4
ANDRADE
PORTOGALLO
PORTOGALLO
MODULO:
MODULO:4-2-3-1
4-2-3-1
C.T.
C.T.SCOLARI
SCOLARI
1
14 NUNO VALENTE
6
COSTINHA
18
MANICHE
7
4
15
13
14
FIGO
20
DECO
17
C.RONALDO
9
16
PAULETA
18
9
6
8
6
7
7
17
20
22
2
14
1
NIKOPOLIDIS
2
SEITARIDIS
19
KAPSIS
5
DELLAS
14
FYSSAS
9
CHARISTEAS
7
ZAGORAKIS
22
KATSOURANIS
6
BASINAS
8 GIANNAKOPULOS
15
VRYZAS
12
CHALKIAS
13
KATERJANAKIS
18
GOUMAS
4
DABIZAS
3
VENETIDIS
12
QUIM
2
PAULO FERREIRA
3
RUI JORGE
5
F.COUTO
15
BETO
8
PETIT
16
KAFES
10
RUI COSTA
23
LAKIS
19
TIAGO
17
GEORGIADIS
11
SIMAO
10
TSARTAS
21
NUNO GOMES
MARCATORI: CHARISTEAS (12 st)
21
PAPADOPULOS
23
POSTIGA
11
KARAGOUNIS
22
MOREIRA
SOSTITUZIONI: Paulo Ferriera x Miguel (43 pt), Rui Costa x
Costinha (16 st), Nuno Gomes x Pauleta (29 st), Venetidis x
Giannakopulos (31 st), Papadopulos x Vryzas (36 st)
20
NIKOLAIDIS
9
19
5
GRECIA
GRECIA
MODULO:
MODULO:4-5-1
4-5-1
C.T.
C.T.REHHAGEL
REHHAGEL
1
ARBITRO: MERK (GER)
GUARDALINEE: SCHRAER, SALVER (GER)
PRESENTAZIONE
E’ Portogallo-Grecia l’inattesa finalissima di Euro
2004. I padroni di casa, guidati da Scolari, hanno
raggiunto la finale dopo aver superato Inghilterra
(8-7 ai rigori nei quarti) ed Olanda (2-1 in
semifinale). I sorprendenti greci del coach
tedesco Otto Rehhagel sono invece giunti
all’appuntamento decisivo facendo fuori Francia
e Repubblica Ceka con il medesimo punteggio: 10.
L’incontro odierno vede favorito il Portogallo
padrone di casa. La vittoria portoghese viene
pagata dai bookmakers 1,30 mentre i greci sono
quotati 2,90.
In realtà il metro di valutazione sembra
penalizzare eccessivamente la squadra ellenica
che ha già battuto la squadra di Scolari nel match
inaugurale e che è reduce dalle sorprendenti
affermazioni nei confronti dei campioni uscenti
della Francia e nei confronti della Repubblica
Ceka grande favorita della manifestazione.
MODULI E FORMAZIONI
Scolari ha tutti i giocatori a disposizione e può
quindi scegliere l’undici ideale, che per altro è lo
stesso che ha superato l’Olanda.
Nella Grecia si contano le defezioni di Nikolaidis
(infortunato) e Karagounis (squalificato).
I padroni di casa giocano con il tradizionale 4-23-1. In difesa, davanti a Ricardo, vengono
schierati Miguel, Ricardo Carvalho, Andrade, e
Nuno Valente. In mezzo al campo l’accoppiata
di mediani è costituita da Costinha e Maniche. I
laterali d’attacco sono Figo e Cristiano Ronaldo
con Deco alle spalle del centravanti Pauleta che
vince, ancora una volta, la concorrenza di Nuno
Gomes.
La formazione di Rehhagel cerca di adattarsi al
modulo dei padroni di casa schierandosi con il 45-1. In porta gioca il bravo ed attento
Nikopolidis; la difesa è costituita da Seitaridis,
Kapsis, Dellas e Fyssas. Il folto reparto di
centrocampo vede Katsouranis agire davanti alla
difesa, con Zagorakis e Basinas interni e
Charisteas e Giannakopulos sulle fasce. Il
riferimento avanzato è Vryzas.
LA TATTICA
Otto Rehhagel fa dell’abilità nell’interpretare la
fase difensiva il punto cardine della strategia
della propria squadra. Gli ellenici schierandosi
con il 4-5-1 vengono a trovarsi in modo naturale
nelle zone di azione dei rivali portoghesi. In
particolare su Pauleta agisce Kapsis con Dellas
pronto a staccarsi in copertura. Sugli esterni
C.Ronaldo e Figo vanno a contrapporsi
Seitaridis e Fyssas. Il reparto arretrato ospite
sembra più orientato alla marcatura individuale
che non al controllo a zona. Rehhagel non vuol
lasciare spazio a Figo e C.Ronaldo e per questo
il posizionamento dei terzini è indirizzato più
all’avversario diretto che non a “fare reparto”.
Nella zona nevralgica del campo Katsouranis è
il custode di Deco mentre Zagorakis e Basinas
sono pronti sia a chiudere sull’avversario di
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riferimento (Maniche e Costinha) che ad
allargarsi sull’esterno per aiutare i terzini nel
raddoppio di marcatura.
Sulle fasce Rehhagel si contrappone alla
avanzate dei laterali avversari impegnando ed
abbassando Charisteas e Giannakopulos. Vryzas
in avanti ha anch’esso compiti difensivi; a
squadra schierata infatti il centravanti greco si
abbassa sul mediano avversario (Maniche o
Costinha) posto sul lato forte e rimasto a
sostegno sotto la linea della palla in modo da
“liberare” e favorire il lavoro di raddoppio
sull’esterno di Zagorakis e Basinas.
I giocatori della Grecia svolgono le loro
mansioni con dedizione, attenzione e spirito di
sacrificio mettendo a nudo le difficoltà in fase di
impostazione del Portogallo.
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La squadra di Rehhagel riesce sempre a tener
vicini i reparti disponendosi corta e compatta
sul rettangolo di gioco.
In particolare i centrocampisti sono molto abili
nell’interpretare
la
transizione
negativa
concedendo pochissime ripartenze alla squadra
di Scolari. Inoltre il lavoro individuale (e/o
collettivo) di pressione sul portatore è
incessante e continuo in ogni zona del campo.
Gli attaccanti si dimostrano i primi difensori e
ciò favorisce il lavoro in interdizione di
centrocampisti e difensori.
La Grecia appare una squadra molto solida in
fase difensiva. L’interpretazione della fase di
non possesso è, per partecipazione, distanze,
attenzione e determinazione, molto buona.
E, soprattutto, la qualità della fase difensiva
ellenica è superiore alla qualità della fase
offensiva portoghese. Da ciò derivano evidenti e
determinanti difficoltà dai padroni di casa
nell’avvicinare la porta di Nikopolidis con
efficacia e costanza. La mancanza di fluidità
nella fase di costruzione portoghese (grazie
come detto all’incessante lavoro di attaccanti e
centrocampisti greci) limita enormemente la
quantità di “palloni puliti” a disposizione di
Figo, Deco e C.Ronaldo e ciò ha effetti negativi
devastanti sull’efficacia della fase di rifinitura
della squadra di Scolari.
In pratica la Grecia, con Giannakopulos e
Charisteas pronti ad uscire a pressione su
Miguel e Nuno Valente, con Basinas e
Zagorakis impegnati a marcare stretto il
mediano avversario sul lato forte, con
Katsouranis su Deco, riesce a soffocare la
manovra di avvicinamento portoghese e ad
isolare Figo, C.Ronaldo e Pauleta che comunque
vengono costantemente raddoppiati una volta
entrati in possesso palla.
In fase propositiva la strategia della squadra di
Rehhagel è lineare ed essenziale. Se i greci, una
volta recuperata la palla, hanno spazio e tempo
per uscire provano a venire avanti con un
fraseggio rapido, ben orchestrato dai
centrocampisti e dal movimento a venire
incontro di Vryzas che funge da sponda. Se
invece non sussistono le condizioni per giocare
in sicurezza ecco che Dellas, Kapsis e C. non
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hanno timore a cacciar la palla lontana o in
tribuna.
Ovviamente la qualità della manovra offensiva
greca è inferiore rispetto a quella difensiva
anche se occorre riconoscere alla squadra di
Rehhagel una buona capacità nello sviluppare la
transizione positiva quando ve ne sono le
opportunità.
Ma la Grecia, oltre alla riconosciuta abilità
nell’interpretare le transizioni ed alla cura con
cui sviluppa la fase di non possesso, riesce
spesso ad essere letale sui calci piazzati.
E’ essenziale per una squadra che non fa
dell’organizzazione offensiva il proprio punto di
forza riuscire ad essere efficace sugli sviluppi da
calcio piazzato. E la Grecia, dopo aver eliminato
Francia e Repubblica Ceka grazie a corner e
punizioni, punisce il Portogallo al 12’ del s.t. con
un colpo di testa di Charisteas a seguito della
battuta di un calcio d’angolo dalla destra.
Il goal ellenico e la latitanza in zona goal dei
lusitani induce Scolari a cambiare. Al 16’ della
ripresa fa il suo ingresso in campo Manuel Rui
Costa (alla sua ultima apparizione con la
seleçao) al posto di Costinha. L’intento di
Scolari è quello di variare l’assetto del
centrocampo (non più un vertice alto – Deco –
e due mediani ma un vertice basso – Maniche –
e due mezze ali) in modo da provare a
destabilizzare l’organizzazione tattica ospite.
Il Portogallo guadagna metri sul terreno di gioco
con la Grecia sempre più asserragliata nei pressi
della propria area di rigore.
L’unico goal nella porta di Nikopolidis lo segna
però un tifoso del Barcellona che dopo aver
invaso il rettangolo di gioco ed aver gettato uno
stendardo azulgrana addosso al “traditore” Figo
si va a tuffare nella porta difesa dall’estermo
greco.
Per la verità una occasione d’oro capita a
Ronaldo al 29’ del s.t.. Il giovane fuoriclasse in
forza al Manchester United riesce ad andare in
profondità ed a proiettarsi dalle parti di
Nikopolidis sbagliando però la non impossibile
conclusione sull’uscita del portiere.
L’occasione è però propizia per dimostrare
come la difesa greca, solidissima nel difendere
su traversoni e cross dal fondo, sia in difficoltà
quando, attaccandola alle spalle, vengono messe
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a nudo le pecche in fatto di velocità e rapidità di
Dellas.
La squadra di Scolari nei restanti minuti,
malgrado il C.T. provveda ad inserire anche
N.Gomes per uno spento Pauleta, non riesce a
penetrare la folta retroguardia rivale ed il sogno
di conquistare il titolo di Campione d’Europa,
dopo aver già portato il Porto a trionfare in
Champions League, si spegne al 5’ di recupero,
dopo il triplice fischio di Merk.
Sono i sorprendenti greci ad alzare la Coppa ed
a far felice una intera nazione.
CONSIDERAZIONI FINALI
con continuità nei clubs europei di vincere con
merito la manifestazione.
Ovviamente ciò si è, a mio avviso, reso possibile
anche per demerito delle compagini più
accreditate che, ad eccezione della Repubblica
Ceka, hanno enormemente deluso per
organizzazione tattica e determinazione, le armi
che ha, con merito, messo in campo la squadra di
Otto Rehhagel.
La Grecia non era sicuramente la squadra favorita
di Euro 2004. Nei pronostici della vigilia
Repubblica Ceka, Francia, Portogallo, Olanda,
Italia e Spagna vantavano credenziali nettamente
superiori rispetto alla squadra di Rehhagel. Al
termine della manifestazione occorre però
riconoscere come gli ellenici siano stati superiori a
tutti nell’interpretazione della fase difensiva e
nello sfruttare situazioni di palla inattiva. Ciò ha
permesso a giocatori che faticano a trovare spazio
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