Eritrea - AIEA Associazione Italiana Esperti d`Africa
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Eritrea - AIEA Associazione Italiana Esperti d`Africa
Eritrea Non è una classica meta da safari, ma l’Eritrea è davvero un posto magnifico dove una guida può trovare tanti spunti riuscire a dare un qualcosa in più ai propri clienti. Ho guidato 14 persone recentemente in un viaggio che toccava le due grandi città, Asmara e Massawa per poi raggiungere l’incontaminato arcipelago delle isole Dahlak. I giorni spesi nelle città sono stati davvero interessanti, tra l’architettura italiana e i mercati di Asmara e l’architettura araba sconvolta dalla guerra a Massawa c’è davvero da soddisfare ogni palato. Vie pulite e ordinate, diverse da qualsiasi Africa avessi visto mai, gente sorridente e disponibile e la meravigliosa abitudine italiana degli eritrei di prendere il caffè in piccoli baretti sulla strada hanno fatto da contorno ad un mondo architettonico che sembra essersi fermato a 80 anni fà. Trent’anni di battaglie, la guerra africana durata più a lungo ha lasciato una nazione dissanguata ma fiera, ha fermato il tempo ed ha lasciato intatte le meraviglie della natura quantomeno nelle zone meno strategiche. E questo è il caso dell’arcipelago delle isole Dahlak che si srotola in fronte a Massawa con decine e decine di isole per lo più disabitate. Situate in fondo al mar rosso queste isole coralline sono davvero un sogno sia sopra che sotto il livello delle acque. Sotto, una barriera corallina che lascia col fiato sospeso, in pochi metri d’acqua centinaia di forme e di colori diversi, pesci e coralli aggrovigliati in un balletto senza eguali. L’occhio non riusciva a star dietro a tanta abbondanza, sembrava quasi troppo e dopo pochi minuti avevo davvero la sensazione che il mio cervello non potesse più registrare un'altra specie diversa da quelle precedenti, ma il pesce nuovo era lì e dietro di lui un altro e poi un altro ancora. Assolutamente unico, e poi la sensazione di mettere la testa fuori dall’acqua e di guardarsi intorno a 360 gradi senza vedere nulla di creato dall’uomo, beh, quella sensazione è impagabile. E se poi come mi è successo ti passa un squalo pinna nera a pochi metri mentre ammiri i pesci dall’alto di una piccola scogliera l’emozione aumenta ancora. Fuori dall’acqua il safari, poi, non è di certo finito, di notte centinaia di bellissimi paguri escono dai flutti con le loro meravigliose corazze donate dal mare creando uno spettacolo unico e di giorno centinaia di uccelli godono dell’abbondanza di pesce di queste isole. La vegetazione di bassi alberi piegati dal vento e grossi cespugli li fornisce inoltre di ottime aree di nidificazione. I falchi pescatori in particolare hanno eletto queste aree a loro domicilio preferito sembra infatti che più di 200 coppie nidifichino sulle isole ed effettivamente sono dappertutto. Li si vede volteggiare ogni momento ne si vedono a decine lasciando esterrefatto chi come me ha sempre sudato per riuscire ad osservarli liberi in natura.In una delle isole addirittura c’era una coppia che nidificava su un basso cespuglio a non più di 100 metri dalla spiaggia. Oltre ai falchi c’era molto altro, sterne crestate, sterne di Ruppell, cicogne di abdim, gabbiani di Hemprich, gabbiani occhibianchi, garzette schistacee e piccoli stormi di droma solo per citare gli avvistamenti tipici più comuni. Le sule fosche erano presenti ovunque e addentrandoci in un isola abbiamo anche trovato il luogo dove alcune di esse nidificavano, le uova già schiuse ma i giovani uccelli ancora incapaci di volare. Poi con mia grande gioia su una delle isola nidificavano anche i meravigliosi fetonti beccorosso, una specie marina di grande bellezza che abbiamo avuto la fortuna di poter osservare nelle loro evoluzioni aeree accompagnate da stridule vocalizzazioni. Questo uccello passa la maggior parte del suo tempo in volo e solo in rare circostanze si posa a terra, si ciba principalmente di piccoli pesci e molluschi che cattura con fulminei tuffi. Oltre a questo meraviglioso mondo marino, con un po’ di attenzione e fortuna si possono osservare alcune specie interessanti anche sulla terra ferma come lo storno ventrecastano, il barbuto perlato, e il codirossone piccolo. La vera sorpresa questa volta però l’avevano in serbo i mammiferi. Sulla strada tra Asmara e Massawa infatti abbiamo avvistato un truppa di amadriadi, specie meravigliosa di babbuini con i maschi dotati di una foltissima criniera bianca di dimensioni leonine. Appena ci hanno visto si sono arrampicati per una decina di metri sulla scarpata per poi osservarci tranquilli. La distribuzione di questa specie copre Etiopia, Eritrea e Somalia dal lato africano del mar rosso, Yemen ed Arabia saudita dal lato asiatico. Sono babbuini particolari che a differenza di altre specie di babbuini vivono in una società fortemente patriarcale e spesso si scontrano per riuscire ad avere accesso al maggior numero possibile di femmine che poi radunano in harem. Ogni gruppo ha un unico maschio dominante ma spesso gruppi di maschi consanguinei si uniscono in clan di dimensioni maggiori mentre si muovono durante il giorno per procacciarsi il cibo e durante la notte accade anche che si radunino centinaia di esemplari su rocce e strapiombi cercando una naturale difesa dai propri nemici sia nell’inaccessibiltà del luogo che nel loro stesso numero Gli antichi egizi li ritenevano animali sacri Abbiamo potuto osservarli benissimo, i grandi maschi con criniera e fondoschiena gonfio ed arrossato a testimonianza della loro supremazia ci controllavano austeri mentre le femmine e i piccoli occhieggiavano timidi attraverso gli arbusti. Davvero davvero favoloso, a dimostrazione che ovunque noi siamo la natura ci riserva sempre grandi soddisfazioni. Pietro Luraschi