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MMA
Renato da Cunha Sobral
Viaggio nella carriera di Babalù
Con una carriera professionistica iniziata
nel lontano 1997, Renato da Cunha
Sobral, conosciuto anche come “Babalù”
è sicuramente uno degli atleti di MMA più
rappresentativi degli anni Duemila.
Con un record di 37-10, il trentasettenne
brasiliano, cintura nera di Brazilian Jiu
Jitsu, vanta nella sua carriera il titolo dei
pesi massimi-leggeri della Strikeforce e
vittorie su avversari molto quotati quali
Chael Sonnen, Mauricio “Shogun” Rua,
Robbie Lawler, Jeremy Horn e Cyrille
Diabate solo per nominarne alcuni.
Abbiamo avuto modo di incontrare l’atleta
brasiliano per fargli alcune domande
e questo è quanto uscito dalla nostra
intervista.
Ciao Babalù e benvenuto nelle nostre
pagine.
Come hai iniziato a combattere nelle
MMA?
Nel 1994, mentre ero nell’esercito, vidi per
la prima volta un incontro di Royce Gracie.
A quel tempo avevo già fatto alcuni incontri
di Muay Thai e così decisi di provare ad
allenarmi in questa nuova disciplina. Il mio
primo combattimento lo feci nel 1997.
Nella tua carriera di fighter c’è qualche
obiettivo che avresti voluto raggiungere
e non ci sei riuscito?
Come credo la maggior parte degli atleti
agonisti volevo diventare il campione del
mondo, il più forte di tutti.
Sono stato campione del mondo di
StrikeForce nella categoria dei massimileggeri e ho combattuto per il titolo
mondiale UFC sempre nella categoria dei
massimi-leggeri.
Poi sono stato finalista del King of the
Kings e ho vinto un torneo di otto fighters
svoltosi tutto in una notte per la IFC.
Ora traggo tutte le mie soddisfazioni
dall’insegnamento e spero molto di riuscire
a creare il prossimo campione del mondo.
Qual è stato l’incontro più duro della tua
carriera?
Credo di poter dire che il mio incontro più
4 Budo International
MMA
duro sia stato quello contro Chuck
Liddell. Chuck portava dei colpi molto
più forti di tutti gli altri avversari che
avevo avuto fino ad allora. Per me è
stato davvero difficile.
Quale è l’avversario più duro contro
il quale hai combattuto?
Credo di poter dire con certezza che
l’avversario più duro sia stato Fedor
Emilianenko. Fedor era davvero molto
forte.
Durante il tuo incontro a UFC 74
hai trattenuto il tuo avversario
con un’anaconda choke anche se
aveva battuto e l’arbitro Mazzagatti
ti intimava di mollarlo. Questo
episodio ha determinato la tua
uscita dalla UFC. Hai dei rimpianti
in merito?
Non ho alcun rimpianto per ciò che
ho fatto in quell’incontro. Sono un
combattente e ho sempre combattuto
mettendoci il cuore e la passione.
Anche quella volta ho combattuto e
quelli della UFC hanno fatto quello
che si sono sentiti di fare. No, non ho
assolutamente nessun rimpianto.
Quale è l’origine del tuo soprannome
“Babalù”?
Babalù è una gomma da masticare e
io crescendo sono sempre stato un
ragazzino grasso. Diciamo che ero
grosso e tondo come a una Bubble
gum.
Tu sei una cintura nera del maestro
Carlos Gracie Junior. Quanto il
Brazilian Jiu Jitsu ha influenzato
la tua carriera nelle MMA?
Il Brazilian Jiu Jitsu ha influenzato
molto la mia tecnica. Penso che
il BJJ sia il modo più intelligente
per concludere un incontro perché,
oltre a essere molto efficace,
spesso lascia pochissimi danni
all’avversario.
Sei contento di venire in Italia
per dei seminari? Cosa ti aspetti
di vedere e di trovare nel nostro
paese?
Ho sempre sognato di fare un
viaggio in Italia e ora, grazie a Grips
Athletics, questo sogni si sta per
avverare. È un’occasione perfetta
perché grazie ai miei seminari potrò
visitare uno dei pochi posti al mondo
che non ho ancora visto. Non vedo
l’ora!
Come sei entrato in contatto con
Grips?
Conosco Tom Atencio da moltissimo
tempo, ci siamo allenati insieme
con Marco Ruas. Successivamente,
quando Tom era in Affliction, era
diventato il mio sponsor e avevo
combattuto per lui. Ora è entrato a
far parte della squadra di Grips e
così mi ha portato con sé nella sua
nuova casa.
Cosa pensi dei loro prodotti?
Il GI penso sia attualmente il migliore
sul mercato per design, qualità
dei materiali, cura dei dettagli e
funzionalità. Inoltre sono davvero
impressionato dai pantaloncini e dalla
giacca da allenamento. Loro sono
italiani e tutti conoscono la vostra
bravura nel fare abbigliamento.
Hai qualche altro combattimento
in programma con Bellator?
Non ne sono sicuro, ma credo
che combatterò ancora tra aprile e
giungo 2013.
Prima o poi tutti si ritirano. Cosa
ti piacerebbe che il pubblico si
ricordasse della tua carriera
agonistica?
Spero tanto di essere ricordato come
un fighter che tutte le volte che ha
combattuto ci ha messo il cuore e la
passione.
Budo International 5