Arti Marziali Miste

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Arti Marziali Miste
Arti Marziali Miste
Con il termine arti marziali miste (abbreviato spesso in MMA, sigla del termine inglese mixed
martial arts, a volte impropriamente chiamate free fight o no holds barred e confuse con il
predecessore vale tudo) si indica uno sport da combattimento a contatto pieno il cui regolamento
consente l'utilizzo sia di tecniche di percussione (cioè calci, pugni, gomitate e ginocchiate), sia di
tecniche di lotta (come proiezioni, leve e strangolamenti). L'appellativo deriva dal fatto che
originariamente queste competizioni erano state concepite come un confronto diretto fra discipline
differenti, sebbene nel corso degli anni i praticanti abbiano progressivamente iniziato ad adattare al
nuovo scenario le tecniche più efficienti di ogni singola arte marziale, combinando stili diversi fra
loro e mettendo a punto strategie innovative e funzionali al contesto. Per questa ragione, ad oggi le
arti marziali miste si sono di fatto evolute in uno stile a sé stante, che mescola elementi di tutti gli
altri. Solitamente chi compete in questo tipo di gare a livello professionistico si è comunque
specializzato in uno sport da combattimento particolare, che costituisce la base del suo allenamento
e che viene perfezionato per poi permettere di focalizzarsi su quel tipo di scontro durante ogni
match. Gli incontri di MMA hanno sempre inizio con il combattimento in piedi, che può poi
eventualmente proseguire a terra. Gli atleti possono vincere ai punti, per knock-out o per
sottomissione (cioè costringendo l'avversario alla resa tramite leva o strangolamento).
Attualmente esistono nel mondo diverse organizzazioni di MMA professionistiche, la più famosa
delle quali è la statunitense Ultimate Fighting Championship (UFC). L'unica federazione
internazionale riconosciuta dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) che gestisce le MMA e il
grappling è la FILA. Il termine non va confuso con le arti marziali ibride, nonostante il concetto di
fondo sia simile e sia frequente nel circuito delle MMA che gli atleti combinino la pratica e la
conoscenza di vari particolari sport da combattimento per ottenere una combinazione flessibile di
stili ("cross-training").
Storia delle arti marziali miste
Le radici delle Arti marziali miste sono, nello spirito, le ultime eredi della tradizione dell'antico
pancrazio greco. I Greci antichi introdussero questa disciplina nei Giochi olimpici nel 648 a.C., in
essa non solo si combinavano il pugilato e la lotta ma inizialmente il regolamento era molto aperto
consentendo agli atleti di prevalere utilizzando ogni tecnica possibile per sconfiggere l'avversario,
anche le più efferate, tanto che lo scontro era al limite fra disciplina sportiva e azione bellica. Il
pancrazio si diffuse anche nella società romana e gli atleti greci spesso combattevano nelle arene in
questa specialità. Successivamente, nel 393, l'imperatore Teodosio I con un editto proibì le festività
pagane, come i giochi olimpici, e le discipline da combattimento antiche come i giochi circensi e lo
stesso pancrazio vennero bandite. Di esso quindi si perse la memoria nel successivo medioevo,
anche se è oggetto di dibattito fra gli studiosi se possa essere sopravvissuto in qualche nicchia
limitata all'interno della società bizantina. I guerrieri e i sovrani tuttavia, continuarono in proprio a
praticare varie forme di lotta come esercizio (e per fini bellici studiavano l'applicazione di tecniche
di tipologia differente assieme all'uso delle armi). Fino al XIX secolo non vi è notizia di
competizioni sportive da combattimento che consentono l'impiego in simultanea di tecniche
pugilistiche e di lotta, ma nelle colonie del Nord America i praticanti inglesi del Lancashire catch as
catch can a volte si cimentavano in scontri quasi senza regole detti rough and tumble. In Europa
invece si erano intanto sviluppati sport specifici di un settore come la boxe moderna, la savate e
varie specialità di lotta tradizionale fra le quali le più popolari divennero in quel secolo il catch
wrestling, la lotta libera e la lotta greco-romana. Nei paesi anglo-sassoni tuttavia si iniziò ad
organizzare incontri, soprattutto in fiere e circhi, che mettevano l'uno contro praticanti di boxe
inglese contro boxe francese (savate), oppure lottatori di varie specialità differenti; soprattutto negli
anni '80 del secolo, anche boxeurs e wrestlers fra di loro. Questi incontri erano conosciuti con il
termine di no-holds-barred ed erano più che altro spettacoli d'intrattenimento. Negli Stati Uniti il
primo maggiore incontro fra un pugile ed un lottatore in epoca contemporanea avvenne nel 1887
quando John L. Sullivan, l'allora campione mondiale dei pesi massimi di pugilato, salì sul ring con
il suo allenatore, il campione di greco-romana William Muldoon, e fu sbattuto al suolo in due
minuti. Il successivo incontro pubblicizzato avvenne nel decennio successivo quando il futuro
campione dei pesi massimi Bob Fitzsimmons sconfisse il campione europeo di greco-romana Ernest
Roeber. L'ingegnere britannico Edward William Barton-Wright offrì il suo contributo allo sviluppo
di sistemi di combattimento misti. Egli non solo fu fra i primi ad introdurre in occidente lo studio e
la pratica di discipline orientali, ma dopo aver speso molti anni in oriente ed in particolare in
Giappone, sviluppò l'idea che i migliori elementi delle varie arti marziali potessero essere combinati
in un'unica disciplina efficace per l'auto-difesa in una società disarmata. Egli fondò un'arte marziale
in cui confluivano boxe, savate, kodokan judo, ju jitsu, schwingen e canne de combat, studiando
attivamente sia il combattimento a distanza che ravvicinato, a mani nude o con bastoni, in piedi e a
terra; la chiamò bartitsu, fondendo il suo cognome con il termine "ju-jitsu". Il bartitsu fu la prima
arte marziale conosciuta a combinare stili di combattimento europei ed asiatici, inoltre Barton
organizzò spesso durante l'Inghilterra incontri in stile MMA in cui si confrontavano rappresentanti
di lotta europea e campioni giapponesi. Barton, quindi, fu fra i pionieri degli incontri interstile e
dell'idea di combinare lo studio e la pratica di discipline differenti. Ciò nonostante dopo la morte di
Barton la scuola del bartitsu entrò in declino, venendo riscoperta solo nel secolo successivo.
Contemporaneamente anche in Giappone si diffusero contest di combattimento interstile, conosciuti
come Merikan dallo slang giapponese per dire "[combattimento] americano". Gli incontri di
merikan erano svolti sotto una varia gamma di regole che includevano decisioni a punti, migliore di
tre proiezioni, vittoria per KO o sottomissione. Dopo la Prima guerra mondiale, gli scontri di lotta
in occidente seguivano due filoni principali. Da una parte vi erano le competizioni cosiddette
"shoot", con combattimenti reali per sconfiggere l'avversario; dall'altra parte le competizioni "show"
in cui gli scontri hanno iniziato a seguire coreografie, trasformandosi in veri e propri spettacoli, con
professionisti che erano al tempo stesso atleti e attori. Da questi ultimi si sarebbe poi originato
l'odierno pro wrestling. Nel 1936, il peso massimo Kingfish Levinsky e il wrestler professionista
Ray Steele si incontrarono per una sfida che Steele vinse in 35 secondi. Fra la fine degli anni '60 e
l'inizio degli anni '70, il concetto di combinare elementi di molteplici arti marziali fu popolarizzato
in occidente da Bruce Lee tramite il sistema filosofico del suo jeet kune do. Lee riteneva che si
dovessero usare solo le tecniche che funzionavano, prendendole da qualsiasi fonte provenissero, e
che un combattente dovesse essere flessibile e adattabile come l'acqua.. Egli riattualizzò quindi ciò
che Barton aveva già anticipato in Inghilterra e lo portò sotto i riflettori in Nord America e poi, di
riflesso, nel resto del mondo. Queste idee furono di notevole ispirazione per gli obiettivi degli atleti
attuali e per il consolidamento dell'odierno sistema di MMA, nonostante l'ambito di queste ultime
sia diverso (competizione agonistica) da quello a cui entrambi puntavano (l'autodifesa e lo street
fighting, Lee in particolare rifiutava il confronto sportivo come fine), e per lo sviluppo di sistemi di
arti marziali ibride nel mondo durante il XX secolo. Nel 2004 il presidente dell'UFC Dana White
avrebbe addirittura definito Bruce Lee il "padre delle arti marziali miste", affermando: "se fate caso
al modo in cui Bruce Lee si allenava, il modo in cui combatteva, e le varie cose che scrisse, egli
disse che lo stile perfetto era il non avere stile. Si deve prendere un po' di qualcosa da tutto. Si
prendono le cose buone da ogni differente disciplina, si impiega quel che funziona e getti via il
resto".
Comunque, il movimento che portò definitivamente alla creazione delle attuali scene di arti marziali
miste americane e giapponesi scaturisce da due sotto-culture interconnesse e da due stili di lotta,
chiamati brazilian jiu-jitsu e shootfighting. I primi emersero negli incontri di vale tudo in Brasile,
seguiti poi dagli spettacoli shooto in Giappone.
Verso il moderno sport
Cronologia degli eventi principali
Antica Grecia
– Pankration
Tardo XIX secolo
– arti marziali ibride
Anni '80 XIX
secolo
– primi NHB e incontri di stili misti
Primi del XX secolo – incontri merikan
Anni '20
– primi Vale tudo e il Gracie Challenge
Anni '60 e '70
– Bruce Lee e il Jeet Kune Do
Anni '70
– Antonio Inoki e l'Ishu Kakutōgi Sen
1985
– Shooto
1989
– Primo evento professionistico di shooto
1991
– Primo Desafio incontro ufficiale BJJ vs. Luta Livre
1993
– torneo del Pancrase
1993
– torneo dell'UFC
1995-2000
– valetudo internazionale (WVC, VTJ, IVC, UVF ecc.)
1997–2007
– era del PRIDE FC e dell'UFC
2000
– il New Jersey SACB stila le regole unificate
2001
– Zuffa compra l'UFC
2005
– debutta il The Ultimate Fighter
2005
– l'Esercito degli Stati Uniti include le MMA nei programmi di
allenamento
2006–oggi
– dominio dell'UFC e crescita internazionale
2006
– Zuffa compra il WFA e il WEC
2006
– l'UFC 66 genera oltre un milione di vendite PPV
2007
– Zuffa compra il PRIDE FC
2008
– l'EliteXC: Primetime ottiene oltre 6.5 telespettatori su CBS
2009
– lo Strikeforce indice lo 1st major card con evento principale femminile
2011
– il WEC si fonde con l'UFC
2011
– Zuffa compra la Strikeforce
La pratica del vale tudo iniziò negli anni '20 del XX secolo e divenne famosa con la "disfida dei
Gracie" (o Gracie challenge) istituita da Carlos Gracie ed Hélio Gracie, poi portata avanti dai loro
discendenti. I tornei di vale tudo erano combattimenti liberi e molto cruenti, il termine in portoghese
infatti significa "vale tutto" e il regolamento era molto minimale vietando solo morsi, graffi e dita
negli occhi. In questo tipo di competizione, a far da padroni erano due scuole differenti, la scuola di
ju-jitsu dei Gracie, per l'appunto, e quella di Luta livre (che non è la lotta libera olimpica (detta luta
estilo livre in Brasile ma una pratica analoga al catch wrestling americano sviluppatosi in maniera
autonoma). Il Brazilian Jiu Jitsu divenne rapidamente popolare per la sua efficacia dato che i
membri della famiglia Gracie si imposero spesso in questi tornei. Hélio divenne la figura principale
di riferimento, essendo il capo della scuola ed il maggiore esperto nella famiglia.
Negli anni '90 suo nipote Rorion Gracie emigrò in America dove aprì le prime scuole di Jiu Jitsu
brasiliano negli Stati Uniti. Forte della popolarità nell'ambito del combattimento sportivo
guadagnatasi, nel 1993 Rorion organizzò lo Ultimate Fighting Championship o UFC, seguendo le
regole che già erano del valetudo. Esso tramandava lo spirito del Gracie Challenge e la prima
edizione si tenne il 12 novembre 1993. Esso nacque come torneo a otto partecipanti, senza limiti di
peso o tempo, con pochissime regole (niente dita negli occhi, niente morsi, i colpi ai genitali erano
solo multati, si potevano liberamente dare testate e colpi ad avversari finiti a terra ecc.) e con
l'intento di mettere a confronto maestri delle varie discipline per dimostrare chi era il pù forte e
quale fosse, in teoria, "l'arte marziale finale". I primi tornei procedevano per eliminazione diretta e
chi si aggiudicava la finale vinceva ben 50,000 $. Suo fratello Royce Gracie si distinse vincendo tre
delle prime quattro competizioni, sconfiggendo nella prima ben tre sfidanti in meno di cinque
minuti totali La famiglia Gracie divenne così una figura chiave nel circuito delle MMA e Royce con
le sue vittorie diede visibilità internazionale a questa competizione, al Brazilian Jiu Jitsu e al
regolamento vale tudo.
In Giappone, invece, match di pro-wrestling basati su incontri interstile, conosciuti come Ishu
Kakutōgi Sen (異種格闘技戦, letteralmente "scontri di sport da combattimento eterogenei")
divennero popolari con Antonio Inoki negli anni '70. Inoki era un allievo del Rikidōzan, ma anche
di Karl Gotch che allenò molti lottatori giapponesi nel catch wrestling. Egli promosse incontri detti
di Shoot wrestling o Shoot fighting, nei quali si distinsero campioni come Tatsumi Fujinami,
Yoshiaki Fujiwara, Satoru Sayama (meglio noto come "Tiger Mask"), Masami Soranaka ed Akira
Maeda, fra i più famosi lottatori professionisti giapponesi di quel periodo. Nel 1985 di distinse una
vera e propria organizzazione di arti marziali miste detta Shooto, seguita nel 1993 dal torneo
Pancrase chiamato così in onore del pancrazio antico ma che in realtà era una derivazione dello
shoot wrestling; parallelamente, la diffusione dell'idea di combinare lotta e percussioni influenzò
Azuma Takashi, cintura nera di karate kyokushinkai e judo, che contribuì a diffondere l'idea di
confrontare e combinare più stili sviluppando negli anni '80 e '90 l'arte marziale ibrida nota come
daido juku kudo, attingendo anche tecniche e metodi di allenamento da altri sport da
combattimento, per poi organizzare incontri analoghi a quelli delle arti marziali miste (ma con
alcune differenze come la presenza del gi, di caschi protettivi e di un limite di tempo per la lotta a
terra) e incoraggiare i propri allievi a confrontarsi anche in altre discipline e in altri tornei.
I primi tornei di vale tudo in Giappone invece si tennero nel 1994 e nel 1995, sulla scia dell'UFC
americano, e vennero vinti entrambi da un altro esponente della famiglia Gracie, Rickson Gracie.
Nel 1997, in Giappone, l'interesse per questo sport sfocia infine nella nascita dell'organizzazione di
arti marziali miste Pride Fighting Championship, attualmente la principale manifestazione assieme
all'UFC. Il termine "Mixed martial arts" venne invece coniato da Rick Blume, presidente e CEO
della Battlecade, un altro torneo organizzato in Nord America dopo i primi UFC, nel 1995.
Regolamentazione: le "unified rules"
Negli anni successivi, le MMA continuarono a diffondersi e svilupparsi, arrivando ad ottenere un
interesse mediatico capace di rivaleggiare con la boxe e il pro-wrestling. Anche per questo motivo,
dato che i combattimenti potevano risultare troppo cruenti per un pubblico sempre più vasto, oltre
che per preservare la salute degli atleti, nella UFC prima e in altre organizzazioni poi si aggiunsero
progressivamente regole che limitavano i lottatori rispetto al regolamento vale tudo (che anzi spesso
in molti paesi venne ritenuto alle soglie della legalità se non praticato solo in incontri clandestini),
pur mantenendo le MMA lo sport da combattimento più libero e flessibile di tutti, fino a giungere
agli standard attuali. I vari tornei nati dopo il 1993 erano tutti identici nella sostanza di base, ma
introducevano via via piccole differenze nelle regole che li differenziavano fra loro. In quasi tutti gli
stati americani per esempio divennero illegali competizioni di sport da combattimento che non
presentassero categorie di peso, protezioni minime e limiti di tempo, perciò i tornei di MMA si
dovettero adeguare, allontanandosi dal formato che era stato voluto dai Gracie per i primi
UFC.Nell'aprile del 2000, la California State Athletic Commission, votò all'unanimità per una serie
di regolamentazioni che divennero poi la base per le Regole Unificate delle Arti Marziali Miste
(Unified Rules of Mixed Martial Arts). Tuttavia quando la legislazione fu sottoposta ad analisi
giuridica, si determinò che lo sport era al di fuori della giurisdizione della CSAC, rendendo il voto
superfluo. Nel settembre del 2000, la New Jersey State Athletic Control Board iniziò a consentire
che si svolgessero incontri nel New Jersey. L'intento era di osservarli direttamente per raccogliere
informazioni sufficienti a stabilire un comprensivo set di regole per regolamentare effettivamente lo
sport. Il 3 aprile 2001, la NJSACB ordinò un meeting per discutere di ciò nel tentativo di unire le
miriadi di regolamentazioni che sono state utilizzate negli anni dalle differenti organizzazioni di arti
marziali miste. Le già proposte regole unificate vennero accolte dal NJSACB, diversi altri corpi
regolamentativi, numerosi promotori di eventi di arti marziali miste e altre fazioni interessate nel
circuito. Alla conclusione del meeting, tutte le parti si accordarono su di un set unificato di regole
per governare lo sport delle mixed martial arts. Le regole adottate dal NJSACB sono diventate de
facto il set standard di regole per incontri professionistici di arti marziali miste in Nord America.
Nel 2009, una mozione fu effettuata all'annuale incontro della Association of Boxing Commissions
per adottare queste regole sotto il nome di "Unified Rules of Mixed Martial Arts". La mozione
passò all'unanimità. Al giorno d'oggi, quindi, parlare di MMA significa specificatamente parlare delle regole unificate
(unified rules) e di ogni torneo, gara o incontro combattuto secondo le sue specifiche (con minime
variazioni), sebbene diverse ed importanti organizzazioni non statunitensi tuttora utilizzano
differenti set di regole come il regolamento Pride o le regole globali (global fight rules).
Crescita mediatica
Lo sport ha raggiunto un nuovo picco di popolarità nel dicembre del 2006 in Nord America durante
l'UFC 66 nel combattimento fra l'allora campione dei pesi mediomassimi Chuck Liddell e il
precedente campione Tito Ortiz, rivaleggiando le vendite PPV di alcuni dei più grandi incontri di
arti marziali miste di sempre, e aiutando la PPV dell'UFC del 2006 a sorpassare quelle di qualsiasi
altra promozione PPV nella storia.
Nel 2007, la Zuffa, promotore dei marchi UFC MMA promotion, comprò il brand rivale giapponese
Pride FC, fondendo i lottatori sotto contratto in un'unica organizzazione e tracciando paragoni con i
consolidamenti avvenuti in altri sport, come la fusione fra AFL e NFL avvenuta nel football
americano. Da quando c'è stata l'esplosione dell'UFC nei media mainstream nel 2006 e dopo la
fusione nel 2007 con il Pride e il conseguente acquisto del WEC, poche compagnie hanno
presentato competizione. Tuttavia numerose organizzazioni hanno promosso spettacoli significativi
nel rivaleggiare con l'UFC, tra queste vi erano Strikeforce, Bellator, Dream, IFL ed EliteXC.
Il 30 aprile 2011, a Toronto, Ontario, Canada l'UFC stabilì un nuovo record di pubblico con l'UFC
129 portando 55,724 spettatori al Rogers Centre, l'evento segnò anche il record di incasso nelle
MMA che è ammontato a $ 12,075,000, il più alto ingaggio a Toronto per qualsiasi evento. L'UFC
129 potrebbe detenere anche il record per l'intero Canada, tuttavia non sono contati gli introiti per le
Olimpiadi invernali del 2010.
Sviluppo dei combattimenti
Come risultato dell'incrementato numero di praticanti, campi di allenamento organizzati, diffusione
di informazioni e moderna chinesiologia, la comprensione dell'efficacia in combattimento di
differenti strategie è stata notevolmente aumentata. Il commentatore UFC Joe Rogan affermò che le
arti marziali si sono evolute di più negli anni successivi al 1993 che nei 700 anni precedenti.
L'alto profilo delle moderne promozioni di MMA come l'UFC e il Pride hanno stimolato uno
sviluppo accelerato di questo sport. I primi anni '90 videro una larga varietà di stili tradizionali
competere negli incontri. Ad ogni modo, le prime edizioni videro differenti livelli di successo fra le
varie discipline. Le arti marziali miste quindi fin dai primi tornei di UFC hanno dato la scintilla ad
una generale evoluzione negli stili dei combattento: quando vennero indetti, infatti, il panorama
mondiale delle arti marziali venne scosso dalla messa in luce di tattiche, strategie e impostazioni
che localmente erano già diffuse da tanto tempo (soprattutto nei vale tudo) ma che
internazionalmente erano ancora terreno fertile di scoperta, studio e applicazione. La ribalta delle
arti marziali miste provocò l'evoluzione dei metodi di allenamento e degli stili di combattimento di
atleti e marzialisti che volevano confrontarsi in questi tornei aperti, facendo emergere soprattutto la
necessità di imparare tipologie diverse di confronto.
L'esito dei primi tornei dell'UFC faceva sembrar sì che la maggior parte dei combattimenti
venissero risolti nella lotta a terra, il che metteva in svantaggio i praticanti di arti basate
principalmente sulle percussioni (detti "strikers") nei confronti di coloro che si specializzavano
nella lotta a terra (detti "grapplers"). I membri della famiglia Gracie, particolari specialisti di questo
tipo di combattimento e già da decenni esperti interpreti del formato del vale tudo (come lo erano i
primi UFC) e dell'incrociare stili diversi, non ebbero difficoltà ad imporsi rapidamente contro
avversari praticanti di una sola disciplina pura e che spesso non avevano esperienza nell'affrontare
un avversario esperto in prese e leve, quando non ignoravano letteralmente cosa aspettarsi e quali
risposte dare a simili iniziative.
Successivamente furono i praticanti americani di lotta olimpica a dominare, essi sfruttavano la loro
superiorità nella lotta in piedi e l'eccellente preparazione atletica per atterrare l'avversario, bloccarlo
al suolo e da lì costringerlo alla resa anche solo mettendolo KO semplicemente scaricando pugni da
una posizione di netto vantaggio (un metodo detto "ground and pound", ovvero "atterralo e
colpiscilo"). Wrestlers come Dan Severn, Don Frye e Mark Coleman furono fra i pionieri nell'UFC
di questa tattica. I lottatori olimpici vinsero il maggior numero di tornei UFC senza regole ,
conquistando ben sei edizioni delle dodici totali. Nei tornei giapponesi invece ottenevano
abbastanza successo gli shoot wrestlers che offrivano una buona combinazione di tecniche di lotta
libera e di catch wrestling. Divenne quindi importante per un combattente versatile ed efficiente lo
studio della lotta ed in particolare di uno stile che contemplasse tecniche di sottomissione. Il rilievo
che ebbe nei tornei di MMA ha addirittura contribuito a codificare una nuova disciplina sportiva
internazionale (ora riconosciuto dalla Federazione Internazionale delle Lotte Associate) detta
semplicemente submission wrestling o submission grappling che non ammette techniche
pugilistiche o di calci ma che permette le tecniche di lotta e le tecniche di sottomissione usate nelle
arti marziali miste, senza l'utilizzo del gi.
Alla fine degli anni novanta gli "strikers" impararono a prevenire l'atterramento e divennero più
esperti nella lotta a terra, riuscendo più spesso a continuare a combattere in piedi. La palestra Chute
Boxe in Brasile produsse molti campioni che si imposero adattando le tecniche di muay thai alla
realtà del combattimento stile MMA. Esempi degli atleti di chute boxe sono Wanderlei Silva ed
Anderson Silva. In contrapposizione al ground and pound si diffuse anche lo "sprawl and brawl"
(ovvero "stai in piedi ed azzuffati"). Lo studio di tecniche di percussione, sia sulla distanza lunga
(semplici calci e pugni) sia soprattutto su quella corta (gomiti e ginocchiate, in particolare in fase di
contatto detta clinching) riacquistò così notevole importanza, anche se in alcuni tornei risultò
minore poiché il regolamento proibiva in parte o del tutto le tecniche più pericolose come le
gomitate o i calci a terra.
Per questi motivi, se all'inizio nei tornei di MMA si confrontavano rappresentanti di singole scuole
con le loro proprie metodologie ed impostazioni (spesso adattate ad un tipo di confronto che
prevedeva regole, obiettivi e necessità differenti), al giorno d'oggi chi si cimenta nelle arti marziali
miste è quasi sempre indotto o tenuto a studiare differenti discipline, sia per eseguire al meglio nello
scambio di colpi, sia per padroneggiare appieno le fasi di lotta. Questa pratica viene detta "crosstraining", cioè allenamento incrociato, ad indicare che un atleta pratica contemporaneamente più
sport da combattimento dai quali attinge quel bagagliaio di tecniche ed esperienza specifico per
confrontarsi nelle modalità espresse delle MMA. Soprattutto dopo l'avvento del XXI secolo si sono
inoltre diffusi corsi sportivi specifici di MMA, nei quali cioè non si studiano separatamente vari
settori (es. percussioni con guantoni, percussioni a mani nude, lotta in piedi, lotta a terra ecc.) ma
l'allenamento prevede direttamente lo studio e la pratica del tipo di incontro che si verifica nelle
MMA, e quindi una fase pugilistica con guantini, una fase di contatto e una di lotta al suolo in cui è
previsto lo scambio di colpi; il tutto secondo uno stile oramai a sé stante, diverso quindi da quello
che può avere chi compete specificatamente per incontri di una particolare specialità.
A partire dagli ultimi anni '90 sia gli strikers che i grapplers hanno avuto successo nelle MMA
anche se al giorno d'oggi è raro vedere un combattente non allenato sia nelle percussioni che nella
lotta raggiungere alti livelli di competizione. In genere le discipline più allenate per studiare i vari
aspetti del combattimento sono muay thai, kickboxing, brazilian jiu-jitsu, lotta olimpica, boxe,
submission grappling e più di rado judo, jeet Kune Do, taekwondo, kyokushinkai,sambo, sanda.
Nel novembre 2005, il riconoscimento dell'efficacia delle arti marziali miste come pratica sportiva
da combattimento arrivò quando l'Esercito degli Stati Uniti la inserì all'interno dei primi annuali
tornei intramilitari dell'Army Combatives Championships organizzati dalla US Army Combatives
School.
Principali organizzazioni
Tra le organizzazioni ed enti di arti marziali miste che si sono messe in luce a livello internazionale
per aver messo sotto contratto alcuni dei migliori lottatori del tempo o per aver ottenuto una
posizione di rilievo mediatica ed economica si possono citare:
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UFC (1993-presente)
Pride (1997-2007, acquistata da UFC)
Pancrase (1993-presente)
Hero's (2005-2008)
GCM (1998-2010)
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WEC (2001-2010, acquistata da UFC)
Strikeforce (2006-2013, acquistata da UFC; dal 1985 nella kickboxing)
Dream (2008-2012)
Shooto (1985-presente, vanta associazioni satellite in tutto il mondo)
Bellator (2008-presente)
Affliction (2008-2009)
RINGS (1995-presente)
Jungle Fight (2003-presente)
M-1 Global (1997-presente)
KSW (2004-presente)
ONE FC (2011-presente)
Deep Jewels (2013-presente)
Invicta FC (2012-presente)
WSOF (2012-presente)
SFL (2012-presente)
Cage Warriors (2001-presente)
Set di regole presenti
Regole Unificate
Le Unified Rules of Mixed Martial Arts sono allo stato attuale le regole più diffuse al mondo nelle
MMA. Nate negli Stati Uniti, vennero redatte dalla commissione atletica della California, codificate
dalla commissione atletica del New Jersey nel 2000 e adottate dalla commissione atletica del
Nevada nel 2001.
Alcune delle regole più rilevanti sono:
ogni round ha una durata di 5 minuti con 1 minuto di pausa fra i round; i match si svolgono sulla
durata dei 3 round, in caso di match per il titolo ogni match ha una durata di 5 round
tutti gli atleti dovranno combattere con dei pantaloncini approvati dalla commissione; non sono
ammesse scarpe, magliette, gi o pantaloni lunghi.
3 giudici giudicheranno ogni round ed il vincitore di ognuno riceverà 10 punti, il perdente 9 o
meno; se il round è pari ogni atleta riceverà 10 punti.
la categoria dei pesi massimi ha un limite massimo di peso di 265 libbre (circa 120 kg)
le gomitate sono ammesse purché non si colpisca di punta con un movimento discendente 12-6
sono vietati calci e ginocchiate alla testa di un avversario a terra.
Regole Pride FC
La prestigiosa promozione giapponese Pride FC, attiva dal 1997 al 2007, era nota anche per
l'utilizzo di un set di regole totalmente differente da quelle in vigore negli Stati Uniti.
Successivamente al fallimento e alla chiusura avvenuti nel 2007 alcune organizzazioni di rilievo
come la russa M-1 Global hanno proseguito utilizzando tale regolamento, sebbene anche
quest'ultima negli anni a seguire abbandonò le regole Pride, mentre altre utilizzano una forma
modificata del regolamento come quella della promozione croata FFC.
Alcune delle regole più rilevanti sono:
il primo round ha una durata di 10 minuti mentre i successivi due round durano 5 minuti, vi sono 2
minuti di pausa fra i round; i match validi per un torneo ad eliminazione diretta sono composti da
soli 2 round
gli atleti possono opzionalmente vestire scarpe da lotta, gi o pantaloni lunghi
3 giudici giudicheranno l'incontro valutandolo nell'intera durata dello stesso e quindi non
assegnando un punteggio per ogni round
la categoria dei pesi massimi raggruppa tutti i lottatori sopra i 93 kg di peso senza limite massimo
sono vietate gomitate dirette al volto e alla testa dell'avversario; sono ammessi calci, pestoni e
ginocchiate alla testa di un avversario a terra
Regole Globali
Le Global Fight Rules sono un set di regole che mescola elementi delle Regole Unificate con
elementi del regolamento Pride.
Sono in vigore in alcune promozioni europee ed asiatiche, tra le quali la più nota è la singaporiana
ONE FC, e godono dell'appoggio dell'ISKA.
Alcune delle regole più rilevanti sono:
ogni round ha una durata di 5 minuti con 1 minuto di pausa fra i round; i match si svolgono sulla
durata dei 3 round, in caso di match per il titolo ogni match ha una durata di 5 round
3 giudici giudicheranno l'incontro valutandolo nell'intera durata dello stesso e quindi non
assegnando un punteggio per ogni round
le gomitate a volto e testa sono ammesse
la testa dell'avversario a terra può essere colpita con calci e ginocchiate ma non con pestoni
discendenti
Sicurezza nelle MMA
Per quanto riguarda la sicurezza degli atleti, le statistiche dimostrano che la frequenza di KO nelle
competizioni di MMA è più bassa rispetto alle competizioni di boxe e, da studi effettuati
dall'Università Johns Hopkins, è risultato che nelle competizioni di MMA vi è un minore rischio di
lesioni traumatiche al cervello rispetto ad altri sport da combattimento che prevedono colpi alla
testa.
Oggigiorno le competizioni di arti marziali miste si svolgono in una maggiore sicurezza rispetto al
passato: prima, infatti, le regole erano molto poche, era ammesso quasi ogni tipo di colpo o di
tecnica (nella fattispecie, gli unici colpi vietati erano quelli ritenuti "sleali": colpi ai genitali e dita
negli occhi) e l'unica "protezione" che veniva usata erano i guanti (in alcuni casi, nemmeno quelli).
Adesso invece prima di ogni incontro un team specializzato di medici spalma sul viso dei due
combattenti una particolare pomata che serve a chiudere (in maniera molto sommaria) i tagli che
possono verificarsi sul volto; inoltre nell'intervallo tra un round e l'altro i medici devono controllare
le condizioni dei lottatori e fermare l'incontro se ritengono che uno di loro non sia nelle condizioni
fisiche di continuare il match. Per quanto riguarda le protezioni, è obbligatorio l'uso di un paradenti,
bendaggi sotto guanto e sospensorio. Alcuni colpi sono vietati e per questo il concetto di
combattimento vero e proprio ne risulta un po' snaturato: a seconda del set di regole utilizzato può
essere vietato dare una ginocchiata in volto all'avversario se questi si trova a terra o in ginocchio
(cosa che per molti combattenti risulterebbe quasi istintivo fare), e in generale non è permesso
colpire alla schiena o dietro la testa, per questo alle volte un lottatore non si preoccupa troppo di
esporre questi punti, cosa che invece in un combattimento reale risulterebbe fatale. A onor di ciò, il
termine tecnico che si usa per indicare due lottatori che si affrontano è match (ovvero
abbinamento/incontro), anche se spesso i telecronisti, per far scaldare il pubblico usano il termine
fight (combattimento).
Ciò nonostante le MMA riscuotono grande successo: basti guardare un qualsiasi evento UFC o i
passati eventi Pride, dove vi sono migliaia di spettatori ad incontro, ed i prezzi dei biglietti non sono
sempre economici. I lottatori, inoltre, benché limitati da regole nel combattimento, sono comunque
atleti di altissimo livello e intraprendono dure sessioni di allenamento prima di ogni match.
Un'altra regola fondamentale è che i lottatori devono essere dello stesso peso (o quasi), per garantire
questo esistono infatti delle categorie di peso che cambiano di federazione in federazione, ma
generalmente sono le seguenti:
Categoria di peso
Limiti di peso in lb (misura
anglosassone)
Equivalente in kg
Pesi atomo (Atomweight)
fino a 105 lb
fino a 48 kg circa
Pesi paglia (Strawweight)
da 106 lb a 115 lb
da 49 kg a 52 circa
Pesi mosca (Flyweight)
da 116 lb a 125 lb
da 53 kg a 57 kg circa
Pesi gallo (Bantamweight)
da 126 lb a 135 lb
da 58 kg a 61 kg circa
Pesi piuma (Featherweight)
da 136 lb a 145 lb
da 62 kg a 66 kg circa
Pesi leggeri (Lightweight)
da 146 a 155 lb
da 67 kg a 70 kg circa
Pesi welter (Welterweight)
da 156 a 170 lb
da 71 kg a 77 kg circa
Pesi medi (Middleweight)
da 171 a 185 lb
da 78 kg a 84 kg circa
Pesi mediomassimi (Light
Heavyweight)
da 186 a 205 lb
da 85 kg a 93 kg circa
Pesi massimi (Heavyweight)
da 206 a 265 lb
da 94 kg a 120 kg
circa
Pesi supermassimi (Super
Heavyweight)
da 266 lb in su
da 121 kg in su
Nelle federazioni femminili sono parecchio diffuse categorie di peso come i pesi paglia
(Strawweight, fino alle 115 lb, ovvero 52 kg) e i pesi atomo (Atomweight, fino alle 105 lb, ovvero
48 kg). Sono frequenti incontri di catchweight, ovvero dove due contendenti appartenenti a
categorie di peso differenti si accordano su un peso limite che possa soddisfare entrambi. In alcune
federazioni la divisione dei pesi massimi raggruppa tutti i lottatori dai 93 kg di peso in su senza
limite massimo; in passato erano frequenti incontri openweight, ovvero sfide tra lottatori di
qualsiasi peso senza limiti imposti.
Il concetto di arti marziali miste si può riassumere nel pensiero di Bruce Lee: "il miglior
combattente non è un pugile, un karateka o un judoka. Il miglior combattente è qualcuno che si può
adattare a qualsiasi stile di combattimento".
Un atleta di MMA quasi sempre si allena in più di una disciplina, per essere preparato alla varietà di
stili di lotta che ogni avversario diverso può utilizzare; in linea generale ci si allena in almeno una
disciplina di "striking" (dove si usano le percussioni), prevalentemente pugilato e kickboxing,
oppure anche muay thai, taekwondo, ecc. e una di "grappling" (dove si usano le prese), quali lotta
libera, grappling, jiu jitsu brasiliano senza gi.
MMA dilettantistiche
Le MMA dilettantistiche prevedono il contatto pieno e il KO ma hanno delle regole più restrittive
rispetto alle MMA professionistiche, tra cui l’uso obbligatorio di equipaggiamento protettivo che
include casco protettivo per la testa, paratibie e guanti a dita scoperte leggermente più imbottiti
rispetto a quelli dei professionisti. , In Italia il CONI ha riconosciuto e autorizzato in via esclusiva,
in un primo momento la FIJLKAM-FIGMMA a disciplinare e gestire lo sport delle MMA, mentre
in un secondo momento l'incarico è passato alla FIWUK, che ha a sua volta delegato la FIGMMA a
gestire tale disciplina sportiva.
In Italia esiste anche una versione contatto leggero. Nella versione light alcune protezioni sono
obbligatorie (guanti, paratibie, conchiglia, paradenti) mentre altre sono facoltative (corpetto,
caschetto protettivo, ecc...). Si vince per sottomissione o ai punti e non è previsto il knockout (KO).
MMA professionistiche in Italia
Benché come disciplina sportiva fortemente di nicchia, le MMA erano presenti in Italia già dagli
anni novanta ma generalmente venivano chiamate Free Fight: tra gli eventi più importanti che si
sono svolti nel Bel Paese vi è il primo torneo Oktagon del 1996, il quale prevedeva l'utilizzo di
guantoni da boxe ed un regolamento simile a quello di organizzazioni giapponesi come Pancrase e
Rings con tanto di conta fino al 10 in caso di knockdown.
Dalla fine degli anni 2000 in Italia si è assistito anche ad uno sviluppo delle arti marziali miste
professionistiche, sia nelle categorie di peso maschili, sia in quelle femminili. Nascevano così in
quegli anni gruppi di organizzatori e promozioni che si occupavano, e molte se ne occupano anche
oggi, di realizzare matchmaking o eventi di MMA anche in Italia. Tra le varie promozioni che
nacquero in Italia, sicuramente gli organizzatori di MMA ITALY, fu una delle prime organizzazioni
ad occuparsi in Italia del matchmaking di incontri Pro di MMA da inserire in galà di sport da
combattimento di altre discipline e tuttora lo sta ancora facendo.Nel giro di un anno, riuscirono a
promuovere e collaborare con alcuni sponsor cominciando anche a realizzare eventi di sole Arti
Marziali Miste. Tra gli eventi più importanti vanno ricordati: Mix Fighting Fever la cui prima
edizione fu nel 2003, la Golden League dal 2008 ad oggi gestita per quel che riguarda le MMA,
l'evento Fighter of The Ring che si è svolto a Biella dal 2008 al 2012, Destroyer: MMA on cage 17
dicembre 2011 in Provincia di Treviso, l'evento Hip Hop In the Cage 18 febbraio 2012 a Genova o
il torneo Strong & Unbreakable suddiviso su quattro eventi tra marzo e giugno 2012 presentando
fightcards con 15 match ad evento e ancora il circuito Bj Tournament la cui prima edizione risale al
18 giugno 2011 e che collabora anche col circuito professionistico Heroes Fighting Championship
la cui prima edizione è del 14 luglio 2012 a Pavia. Con il tempo sono succedute altre promozioni,
alcune ancora attive ed altre ormai defunte, tra queste Milano in the Cage, il cui primo evento si
svolse a Sesto San Giovanni il 7 maggio 2011, l'Xtreme Combat Italia di Roma (abbreviata in XC1), la livornese La resa dei conti, il circuito Born to fight, la Pancration Fighting Championships e
le promotion romane Ronin Fighting Championships, Impera FC e STORM.
Nel 2012 la FIGMMA ha aperto il Settore Professionisti al fine di dare uniformità alle regole dei
combattimenti, di garantire la sicurezza degli atleti e di aiutare la promozione delle MMA con
regolamento PRO in un contesto legale e riconosciuto.
Ciò nonostante ancora non non si sono visti risultati tangibili a livello internazionale: il sito
fightmatrix.com, che stila delle ampie classifiche dei migliori lottatori del mondo per ogni categoria
di peso grazie a degli algoritmi sui risultati ottenuti dal singolo atleta e dal rilievo delle
organizzazioni nelle quali combatte, nel febbraio 2012 elencava solamente tre italiani tra i primi
250 pesi medi al mondo (Alessio Sakara il più quotato, classificato 41-esimo) e uno tra i primi 300
pesi leggeri, e nessuno di questi era ancora imbattuto; solamente nel 2014 l'atleta del Bellator
Annalisa Bucci riuscì a raggiungere la posizione numero 5 della classifica dei pesi piuma femminili.
Dal 2012 grande rilievo alla disciplina è stato dato dalla Kombat League che ha promosso eventi in
tutto il territorio nazionale, grazie alle collaborazioni internazionali gli atleti KL hanno potuto
disputare decine di match in vari stati esteri, conquistando importanti vittorie. Negli anni a seguire il
movimento crebbe e nel 2014 l'evento Slam FC 6: Malebolge raggiunse quasi il limite di capienza
del Teatro Obihall di Firenze nel quale era ospitato.
Le MMA femminili
Benché principalmente note per gli atleti maschi, le arti marziali miste femminili (anche abbreviate
in WMMA, sigla della dicitura inglese Women's Mixed Martial Arts) già dagli anni 2000 vantano un
rilievo crescente, nonché promozioni di soli combattimenti tra femmine.
Il Giappone può essere definito il paese d'origine delle WMMA, dato che si hanno riscontri di
competizioni femminili già dagli anni novanta, e la prima organizzazione di soli combattimenti tra
donne è stata proprio la nipponica Smackgirl, attiva dal 2001 al 2008, già erede della ReMix e
sostituita dalla promozione Jewels.
È da ricordare che il primo evento di MMA che si ricordi su suolo europeo, ovvero White Dragon:
Day One del 21 ottobre 1993 tenutosi a Riga in Lettonia, fu caratterizzato proprio da un incontro di
MMA femminili tra Alena Lediayeva e Olga Troyan. Inoltre anche il primo evento organizzato
dall'importante promozione russa M-1 Global, svoltosi il 1º novembre 1997 a San Pietroburgo,
presentò ben due incontri di WMMA.
Alcune lottatrici divennero celebrità al livello delle idol, e nei primi anni 2010 si assistette ad un
fenomeno simile negli Stati Uniti grazie a organizzazioni come Strikeforce e Bellator che in
contemporanea promuovevano incontri di ambo i sessi. Da citare senza dubbio Megumi Fujii,
considerata da molti la lottatrice più forte di sempre, e Gina Carano, che riuscì a portare alla ribalta
le WMMA negli Stati Uniti.
La svolta definitiva per le WMMA statunitensi avvenne nel 2012 con l'arrivo della stella delle arti
marziali miste femminili Ronda Rousey, la quale divenne campionessa Strikeforce e riuscì a portare
le WMMA su un elevato livello di esposizione mediatica, a tal punto che la celebre promozione
UFC decise di aprire le porte al gentil sesso con una divisione dei pesi gallo femminili totalmente
incentrata sulla ex judoka Rousey; lo stesso anno si assistette alla nascita dell'Invicta FC, ovvero la
prima promozione statunitense di sole lottatrici femmine, la quale in breve tempo riuscì a
catalizzare buona parte dei migliori talenti di ogni categoria di peso, grazie anche all'imminente
chiusura della Strikeforce avvenuta nel 2013.
Gli incontri tra femmine in passato differivano nelle regole rispetto alle sfide tra maschi: in alcune
promozioni il ground and pound era limitato ad alcune decine di secondi o addirittura vietato, in
altre i round erano più brevi oppure le classi di peso variavano totalmente rispetto ai maschi.
In Giappone e non solo si è spesso dibattuto riguardo ad una possibile discriminazione nei confronti
delle arti marziali miste femminili, o al semplice fatto che l'interesse verso di esse fosse crescente
non tanto per il livello dei combattimenti ma per il fatto di vedere delle ragazze combattere;nel 2004
il lottatore Takumi Yano, attivo nella promozione Pancrase, si rifiutò di combattere come forma di
protesta alla presenza di combattimenti femminili nel medesimo evento.
Terminologia
Clinch: viene così definita una fase del combattimento durante la quale i due contendenti si
immobilizzano afferrandosi in piedi, allo scopo di impedire all'avversario di portare colpi efficaci o
anche per poi effettuare una transizione passando ad una fase di lotta a terra grazie ad una
proiezione; un tipo di clinch molto efficace ed utilizzato, in particolare dai lottatori allenati nel
muay thai, è quello effettuato afferrando l'avversario dalla nuca.
Ground and pound: tecnica essenziale delle arti marziali miste moderne, il ground and pound
consiste nell'ottenere una posizione dominante sull'avversario a terra e nel colpirlo ripetutamente
con pugni, gomitate e ginocchiate; in genere è una tecnica base di quei lottatori ben allenati nelle
proiezioni e che sanno difendersi dalle tecniche di sottomissione, come wrestler e judoka.
Sprawl and brawl: tecnica molto utilizzata dagli striker, nella quale si colpisce efficacemente e
contemporaneamente si cerca in tutti i modi di evitare la lotta a terra.
Takedown: tecnica di proiezione dell'avversario a terra, generalmente effettuata sulle gambe o sul
busto del rivale: per questo si differenzia dalle proiezioni tipiche del judo, tipo il nage waza.
Striker: viene così definito un lottatore principalmente allenato ed abile nelle tecniche di
percussione, come il karate, il kickboxing o il muay thai.
Grappler: viene così definito un lottatore esperto nel grappling e nella lotta a terra, in genere
allenato in discipline come jiu jitsu brasiliano o sambo.
Wrestler: viene così definito un lottatore, generalmente esperto di lotta libera o lotta greco-romana,
che fa delle proiezioni a terra e del top-control le sue armi migliori.
Tap out: azione effettuata da un lottatore consistente nel battere una delle mani ripetutamente a terra
o sull'avversario allo scopo di dichiarare la propria resa, generalmente a causa di una presa di
sottomissione o di un infortunio; può essere effettuata anche con i piedi/gambe se le braccia
dell'atleta risultano immobilizzate.
Lay and pray: termine utilizzato con intento dispregiativo per definire la volontà di un lottatore,
generalmente abile nella lotta, a vincere ai punti controllando l'avversario a terra senza portare colpi
o tentare la sottomissione.
Gatekeeper: termine utilizzato anche in altri sport da combattimento come il pugilato, letteralmente
significa "portinaio": indica un lottatore che, seppur molto abile e rispettato per le sue doti, non
viene più considerato degno di essere un contendente al titolo per suoi limiti o perché ha già fallito
più volte nei match decisivi, e di conseguenza viene utilizzato come test per gli aspiranti
contendenti.
Aspetti Fisiologici
Tuttavia se parlando di professionismo non occorre fare differenze sulle abilità che determinano la
vittoria di un campione, ed essendo come detto l’MMA una disciplina che ha intrapreso una
specifica strada, nel mondo amatoriale e soprattutto in quello giovanile è necessario fare delle
puntualizzazioni perché per costruire un buon combattente di MMA è necessario attenersi a delle
regole che la natura stessa ci impone.
Le discriminanti nell’approccio all’MMA è ciò che gli studiosi definiscono “intelligenza
cinestetica” e capacità propriocettiva. L’intelligenza cinestetica consiste nella capacità di un
individuo di saper gestire il proprio corpo e di controllarne i movimenti, manipolare oggetti
trasformarli e riorganizzarli, o nel caso dell’MMA controllare il corpo di coloro con cui si entra in
relazione, osservare situazioni e riprodurle, programmare sequenze di azioni anche a livello astratto.
È un’intelligenza che permette l’apprendimento attraverso il movimento (toccando oggetti,
muovendosi, interagendo con lo spazio). La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere
la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza
il supporto della vista. La propriocezione assume un'importanza fondamentale nel complesso
meccanismo di controllo del movimento.
La natura stessa impone dei tempi di apprendimento di queste due capacità che rientrano in quei
processi fondamentali dell’età evolutiva e che quindi rimangono più ostiche nell’età adulta, ma
soprattutto la natura ci impone la metodica di apprendimento che in tutti i mammiferi è la lotta (la
principale attività dei cuccioli per lo sviluppo psico-motorio).
È quindi sulla base di quanto scritto che in tutte le scuole professionistiche di MMA si attribuisce
uno spazio molto ampio all’apprendimento delle tecniche lottatorie sia tra i professionisti che
soprattutto nell’ambito giovanile ed infantile, come dichiarato poi dallo stesso Alessio Sakara in un
suo intervento “consiglio ai giovani”.
La lotta intesa come la lotta olimpica risulta essere la disciplina più utile all’apprendimento in
sicurezza di queste abilità che poi saranno indispensabili nella pratica dell’MMA. Lungi questo dal
voler sostenere che la corrente wrestler sia più efficace, ma soltanto che i fondamentali inerenti
questa specialità sono più complessi e quindi da apprendere prematuramente; inoltre l'importanza
della lotta come disciplina di base è andata in crescendo con la diffusione globale delle regole
unificate dettate dalla commissione atletica del Nevada, mentre nel periodo di maggior successo
delle MMA giapponesi tale disciplina aveva un rilievo minore.