26 febbraio 2016 - Unione dei Comuni della Bassa Romagna

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26 febbraio 2016 - Unione dei Comuni della Bassa Romagna
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
Venerdì, 26 febbraio 2016
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
Venerdì, 26 febbraio 2016
Prime Pagine
26/02/2016 Prima Pagina
1
Il Sole 24 Ore
26/02/2016 Prima Pagina
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Italia Oggi
26/02/2016 Prima Pagina
3
Corriere di Romagna (ed. Ravenna)
26/02/2016 Prima Pagina
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Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
26/02/2016 Prima Pagina
5
La Voce di Romagna
Il Resto del Carlino Ravenna
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
6
Centrale dello spaccio in una casa del centro
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
LORENZA MONTANARI
Tornano i vecchi mestieri, un barbiere al Pavaglione
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
8
DOMANI CERIMONIA A MASSA IN RICORDO DI DAVIDE VISANI
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 27
RENZO ROSSI
Donato un defibrillatore alla palestra della scuola media
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 28
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 28
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La coop Zerocento guiderà la gestione dei servizi bibliotecari del...
LORENZA MONTANARI
Una serata in Collegiata con le canzoni di Ferretti
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 29
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Mezzo secolo di lavanderia A Cotignola la 'Victoria' è storia
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 33
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Al cinema Gulliver serata Tarantino e Morricone
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 33
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'Sogni e bisogni' La commedia di Salemme
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 34
18
Al Moderno un jazz Tiger
«Sono io la vera voce di Ringo»
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Ciclo di tre seminari 'Fare business online oggi'
26/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 36
9
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Al liceo verrà proiettato documentario sulla strage alla stazione...
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FILIPPO DIONISI
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Corriere di Romagna Ravenna
26/02/2016 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 31
Salemme in scena con il suo pene
26/02/2016 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 31
Spaghetti western e canzoni Graf, la "voce"di Morricone
26/02/2016 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 37
"Un paese che suona" si chiude all' insegna della musica dixieland
26/02/2016 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 37
Affidatala gestione della biblioteca alla coop Zerocento fino al 2019
26/02/2016 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 37
Droga in casa, arrestato
26/02/2016 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 37
La maratona di Telethon non si ferma La raccolta fondi prosegue stasera...
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La Voce di Romagna Ravenna
26/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 3
Il comico Giuseppe Giacobazzi agguanta il premio "Romagnolo Doc"
26/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 24
Cinema L'amore di Hugh Grant sullo schermo di Palazzo Vecchio
26/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 24
La coop Zerocento si aggiudica i servizi bibliotecari
26/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 24
Tiger Dixie Band Al Moderno si chiude "Un paese che suona
26/02/2016 La Voce di Romagna Pagina 24
Una bella mostra per la maestra
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32
Pubblica Amministrazione
26/02/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6
L' Agenzia prepara il Piano triennale La...
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26/02/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6
ANDREA BIONDI
L' Italia digitale agli ultimi posti nella Ue
26/02/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 8
MANUELA PERRONE
Oneri per 130 milioni in 10 anni
26/02/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 26
STEFANIA GIANNINI
Semplificazioni e più risorse per rilanciare la ricerca
26/02/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 50
GABRIELE FAVA
La contrattazione frammentata frena il comparto scuola
26/02/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 50
ANTONELLO CHERCHIGIANNI TROVATI
Pa, «decreti al traguardo in due mesi»
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 46
ANDREA BONGI
I dati al 5 marzo
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 52
CLAUDIO FAGGIOTTO
Serve fare chiarezza sul rapporto tra lavoratori autonomi e p.a.
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 53
MATTEO BARBERO
Controlli interni, questionari da trasmettere entro il 31 maggio
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 57
FRANCESCO CERISANO
Riforma p.a., tocca ai dirigenti
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 57
MATTEO BARBERO
Le scadenze del Dup non sono perentorie
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 58
MATTEO BARBERO
Pareggio, vanno indicati gli spazi da cedere
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 58
SERGIO TROVATO
Tributi locali, blocco assoluto
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 59
CESARE CAVA
Fisco locale in cerca di stabilità
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 61
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 61
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 61
PAGINA A CURA DI ANDREA MASCOLINI
Appalti, aggregazioni nella p.a.
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 62
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 62
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56
58
59
63
71
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Gare e servizi analoghi
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 63
76
Aiuti all' area adriatica
Friuli, fondi alle scuole
52
73
Centrali di committenza libere da capitali privati
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 63
48
69
L' orgoglio dei mini enti
Conto termico, via alla riforma
46
67
Dal Piemonte alla Calabria i sindaci stanno con l' Anpci
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 63
44
66
Biglio incontra Costa
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 62
42
61
Referendum solo ex ante
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 60
40
55
Vendola ha fatto il furbo sulle stabilizzazioni
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 58
38
50
Codice dei contratti da rivedere
26/02/2016 Italia Oggi Pagina 57
36
PAGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI
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79
26 febbraio 2016
Il Sole 24 Ore
Prima Pagina
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1
26 febbraio 2016
Italia Oggi
Prima Pagina
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2
26 febbraio 2016
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna)
Prima Pagina
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3
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Il Resto del Carlino (ed.
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La Voce di Romagna
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
IN MANETTE
Centrale dello spaccio in una casa del centro
LA SUA abitazione, a Bagnacavallo, era una
vera e propria centrale dello spaccio. Qui, l'
altro pomeriggio, i poliziotti della Squadra
mobile ­ sezione antidroga ­ unitamente ai
colleghi del commissariato di Lugo ­ ufficio
anticrimine ­ hanno trovato oltre 40 grammi di
cocaina e alcuni panetti di hashish per un peso
complessivo di circa 800 grammi, materiale
per il confezionamento delle dosi ed una
ingente somma di denaro pari a 4.130 euro,
suddivisa in banconote di vario taglio. E
persino una sorta di libro mastro con i conti
della propria attività. In manette è così finito un
33enne marocchino, Bard, Mouhcine,
disoccupato e con precedenti specifici, portato
in carcere in attesa dell' udienza di convalida.
All' interno dell' abitazione era presente anche
la sua compagna D.M.
, anch' essa cittadina marocchina di anni 37
che veniva indagata in stato di libertà. Il
controllo è scattato nell' ambito di una
operazione di polizia contro il traffico di
stupefacenti. A Bagnacavallo s o n o s t a t i
controllati i due cittadini extracomunitari, visti
in precedenza uscire da una abitazione del centro storico.
L' uomo è stato inizialmente trovato in possesso di una dose di cocaina. Lo stesso, manifestando
evidente nervosismo, ha detto di abitare a Lugo, ma la successiva attività d' indagine ha permesso di
accertare che il suo attuale domicilio era proprio lo stabile da dove era stato visto uscire. La successiva
perquisizione permetteva di capire le motivazioni del suo stato di agitazione.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
Tornano i vecchi mestieri, un barbiere al Pavaglione
CAMBIAMENTI in vista per i negozi del
Pavaglione, che così, dopo la riqualificazione
del piazzale, cambia in parte volto anche per
quanto riguarda la 'cornice commerciale'. La
prima novità è il bando emesso dal Comune
per l' assegnazione del negozio situato al
numero 35 di piazza Mazzini: si tratta dello
spazio che per anni ha ospitato le Edizioni
Walberti, ora libero e a disposizione di chi
vorrà intraprendere un' attività commerciale
nel quadriportico.
L' assegnazione avverrà tramite asta pubblica,
partendo dall' importo base di 10.762 euro di
canone d' affitto annuale, con sconti previsti
fino all' agosto 2017; il negozio ha una
superfiche di 46 metri quadri e il bando scadrà
alle 13 del 15 marzo; l' asta si terrà il 16 marzo
alle 8.30. Il nuovo negozio potrebbe essere di
qualsiasi tipo, dipenderà dall' offerta
economica ma anche dalla qualità dell' attività
che si intende aprire.
Altra novità è lo 'sdoppiamento' del locale che
si affaccia su largo della Repubblica e che ora
ospita un negozio di calzature per bambini. Su
richiesta della gestione del negozio, il locale sarà suddiviso in due parti: una continuerà ad ospitare il
negozio di scarpe per i più piccoli, mentre l' altra ospiterà un' attività di barbiere, il che rappresenta una
sorta di 'ritorno al passato' e riporta a ciò che il Pavaglione era qualche decennio fa.
Si tratta, commenta il sindaco Davide Ranalli, «di una cosa molto positiva, perché segna il ritorno dei
'vecchi mestieri' nel Pavaglione e contribuisce a portare avanti la tradizione storica del quadriportico». In
effetti, chi non è più giovanissimo, ricorderà che il barbiere al Pavaglione c' era, all' angolo che si
affaccia sull' inizio di via Mazzini. Erano altri tempi, e chi andava a farsi 'barba e capelli' veniva visto
attraverso la vetrina.
Tornando alle novità, c' è da segnalare la chiusura definitiva della gelateria all' angolo con piazza Trisi e
largo Baruzzi: attività apprezzata ma i cui gestori hanno deciso di 'lasciare', quindi, afferma il sindaco,
«ci saranno le consuete procedure e verrà emesso un bando anche per assegnare questo locale.
Potrebbe anche accadere che qualcun altro decida di aprirvi una nuova gelateria».
Nel nuovo assetto del Pavaglione rientra poi un servizio che non è commerciale ma è senz' altro utile:
nel lato su largo della Repubblica, un locale diventerà il punto della Polizia Municipale e degli assistenti
civici nel centro città.
Lorenza Montanari.
LORENZA MONTANARI
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
DOMANI CERIMONIA A MASSA IN RICORDO DI
DAVIDE VISANI
Domani, sabato 27 febbraio, nel 21°
anniversario della scomparsa, l'
a m m i n i s t r a z i o n e c o m u n a l e d i Massa
Lombarda r i c o r d e r à l ' o n o r e v o l e D a v i d e
Visani: in programma una cerimonia
commemorativa che avrà inizio alle 10.30 al
cimitero civico.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
CONSELICE INIZIATIVA DELLA PRO LOCO E DELL' ASSOCIAZIONE 'LA LOCOMOTIVA' DI
LAVEZZOLA
Donato un defibrillatore alla palestra della scuola
media
LA PRO LOCO di Conselice ha affiancato l'
associazione 'La Locomotiva' di Lavezzola'
nell' impegno di formazione di operatori e nell'
acquisto di un defibrillatore da donare alla
scuola media di Conselice. «La nostra Pro
Loco ­ afferma la presidente Marisa Afflitti ­ ha
accolto l' invito della associazione 'La
Locomotiva' per far sì che varie realtà locali
potessero dotarsi di defibrillarori,
apparecchiatura salvavita in caso di arresto
cardiaco. Abbiamo collaborato assieme anche
per l' acquisto e l' attivazione del fibrillatore
nella palestra della scuola media, dove sarà a
disposizione di studenti e società sportive».
Un commento su questo particolare impegno
della sua associazione viene dal presidente
Nerino Giacometti, presente alla cerimonia di
installazione del defibrillatore, asssieme ai
rappresentanti della Pro loco e dell' Istituto
Comprensivo di Conselice: «Oltre ad aver
promosso la formazione di ben 22 operatori, ci
stiamo impegnando per dotare di defibrillatori,
dopo Lavezzola, Voltana e Conselice, anche
San Patrizio, così che questi strumenti fossero
distribuiti capillarmente negli istituti scolastici locali».
Renzo Rossi.
RENZO ROSSI
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Il Resto del Carlino Ravenna
Al liceo verrà proiettato documentario sulla strage
alla stazione di Bologna
DOMANI mattina, sabato, l' aula magna del
L i c e o d i Lugo o s p i t a u n i n c o n t r o c o n l '
associazione Pereira di Bologna che
presenterà agli alunni delle classi quinte il
documentario dal titolo 'Un solo errore: la
strage alla stazione di Bologna. 2 agosto
1980'. Sono previsti due turni per permettere a
tutti gli studenti coinvolti (9 classi) di
partecipare all' incontro. L' iniziativa completa
un progetto di approfondimento sulla storia
contemporanea, con particolare attenzione agli
anni '70, caratterizzati, come noto, da un clima
di forte conflittualità sociale e da una serie di
misteri rimasti irrisolti, come ha sottolineato la
professoressa Cinzia Venturoli, dell' Università
di Bologna lunedì scorso nella stessa aula
magna del Liceo, davanti ad un pubblico di un
centinaio di studenti. L' associazione Pereira si
occupa della produzione di documentari,
reportage materiale audiovisuale su diverse
tematiche, cercando di diffondere soprattutto
la cultura della solidarietà, della cooperazione
e del reciproco rispetto.
lu.sca.
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Il Resto del Carlino (ed.
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Il Resto del Carlino Ravenna
MASSA LOMBARDA
La coop Zerocento guiderà la gestione dei servizi
bibliotecari del Comune
LA GESTIONE dei servizi bibliotecari del
Comune di Massa Lombarda sono stati affidati
al Rti (Raggruppamento temporaneo di
imprese) tra Cooperativa Zerocento di Faenza
e Open Group soc. coop. di Bologna, per il
periodo che va da gennaio 2016 a dicembre
2019. L' affidamento è stato aggiudicato
mediante richiesta di offerta sul mercato
elettronico della pubblica amministrazione
della Regione ed è risultato vincitore lo stesso
Rti che ha gestito questi servizi anche nel
periodo 2012­2015.
Per lo svolgimento del servizio biblioteca per
ragazzi 'Il signor Oreste' è previsto l' utilizzo di
una unità di personale e la previsione di due
operatori nel ruolo di sostituti (prima era
previsto un solo sostituto). Nelle attività di
gestione dell' operatore è prevista l'
elaborazione grafica dei volantini pubblicitari
relativi alle diverse iniziative (letture,
laboratori, animazioni, eccetera); nella
precedente gestione non era prevista nell'
offerta tecnica, anche se effettivamente l'
operatrice aveva provveduto di sua iniziativa
personale.
La Coop Zerocento, impresa capogruppo, si impegna a inviare mensilmente all' Ufficio cultura un report
contenente i dati statistici (prestiti, nuovi utenti, catalogazioni, reference) e propone inoltre la rilevazione
della soddisfazione degli utenti tramite un questionario.
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Il Resto del Carlino (ed.
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STASERA CONCERTO SU 'MAGELLANO E I VIAGGI'
Una serata in Collegiata con le canzoni di Ferretti
«CON QUESTE canzoni ho voluto parlare del
viaggio, inteso non in senso 'turistico' e
neppure come viaggio esclusivamente
interiore, ma come il percorso che facciamo, o
dovremmo fare, quando percepiamo un
segnale che ci indica una meta». Così il
lughese Guido Ferretti (nella foto) spiega il
significato del concerto che si terrà stasera
nella chiesa della Collegiata di Lugo, c h e
vedrà un folto gruppo di musicisti eseguire i
brani di cui Ferretti ha scritto parole e musica.
Il concerto, che inizierà alle 21, si intitola
'Magellano. Canzoni di Viaggi e di Stelle'.
A riempire la cattedrale lughese di parole e
suoni saranno le voci di Nicola Bagnaresi,
Stefano Ferri, Federica Guerra, Lidia Guerra,
Agnese Roccati; tastiere: Benedetta Ercolani,
Marco Laganà; chitarre: Francesco Benati,
Egidio Collini; flauto traverso: Chiara Pavesi;
violino: Stefano Martini; clarinetto: Gianluigi
Naldi; percussioni: Davide Mascanzoni; voce
recitante: Paolo Parmiani.
Tutti insieme per interpretare le canzoni di
Ferretti, che riveste il ruolo di puro 'autore',
infatti non fa parte del gruppo che eseguirà il concerto.
«Sono davvero lieto ­ afferma ­ che le mie canzoni siano state capaci di radunare un gruppo tanto
qualificato, composto da professionisti che hanno arrangiato le mie musiche e hanno fatto delle mie
composizioni qualcosa di incredibile anche per me, dedicando tempo e passione a questo lavoro senza
chiedere nulla in cambio».
Non è la prima volta che ciò accade: Ferretti, maestro elementare in pensione, ha già al suo attivo 3
concerti e 4 cd, tutti di canzoni composte da lui e arrangiate da altri musicisti. In ogni sua raccolta di
canzoni c' è un messaggio: questa volta, afferma, «ho scelto la figura di Magellano per rappresentare i
segnali che la vita ci dà. La spunto mi è venuto dal fatto che a un certo punto Magellano non sapeva più
che direzione prendere, allora seguì le stelle, prendendo la strada giusta. Anche nella vita è così:
dovremmo seguire la nostra 'stella', di certo ci porterà dove dobbiamo arrivare».
Lorenza Montanari.
LORENZA MONTANARI
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L' INIZIATIVA PROMOSSI DAL GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFARTIGIANATO
Ciclo di tre seminari 'Fare business online oggi'
IL GRUPPO Giovani Imprenditori di
Confartigianato della provincia di Ravenna ha
promosso un ciclo di tre seminari su
comunicazione e business via web.
Questo il calendario dettagliato dei tre
appuntamenti, organizzati con il contributo
della Camera di Commercio ed aperti a tutti gli
imprenditori: Mercoledì 2 marzo, alle 18
presso sede Confartigianato in Viale
Berlinguer, 8: 'I social network come
opportunità di business': l' analisi dei principali
canali social: Facebook, Twitter, Linkedin,
Youtube, Instagram, Pinterest, Google plus. Il
loro ruolo come utilizzo professionale e le
differenze insite in ognuno di essi. Lunedì 7
marzo, alle ore 18 presso Sede
Confartigianato di Faenza in Via B.
Zaccagnini, 8 sarà la volta di: 'Email e mobile
marketing: fare business via email e sugli
smartphone. Regole, trucchi, errori da evitare',
incontro incentrato sui principali strumenti per
fare email marketing, le regole da seguire, la
preparazione dei contenuti, del messaggio e la
scelta del target, gli aspetti normativi e legali in
fase di invio di newsletter, i modi leciti o illeciti con cui si trovano e si possono usare le email che
troviamo sul web. Lunedì 21 marzo, sempre alle 18, presso Sede Confartigianato di Lugo in Via Foro
Boario, 46, sarà la volta dei 'Siti web ed e­commerce: come presentare la propria azienda e fidelizzare i
clienti': le principali tipologie di sito presenti oggi sul mercato e quelle più adatte per tipo di attività. Le
principali caratteristiche dei siti di e­commerce moderni.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
Mezzo secolo di lavanderia A Cotignola la 'Victoria' è
storia
Cambio della guardia nell' attività avviata nel lontano 1962
LA LAVANDERIA Victoria di Cotignola ha una
piccola storia da raccontare; non fosse altro
perché affonda le proprie radici nel lontano
1962. Proprio 54 anni fa, Paola Assirelli decise
di avviare la propria attività di lavanderia, che
allora era situata al civico 27 di corso Sforza,
sempre a Cotignola. Trentacinque anni più
tardi, e cioè a gennaio del 1997, l' attività
venne trasferita negli attuali locali, al civico 52
di via Roma. Dopo 53 anni e 4 mesi di onorato
servizio, ma anche di intenso lavoro, Paola
Assirelli decide che è giunto il momento di
ritirarsi e, dopo un' attenta ricerca per non
disperdere tanti anni di professionalità
acquisita, al fine di dare continuità ad un
servizio particolarmente apprezzato da tutta la
comunità cotignolese e da una clientela
affezionata, individua nella giovane Iryna la
persona giusta da affiancare alla storica
collaboratrice Patrizia. Paola Assirelli affida
dunque la propria 'creatura' alla gestione
congiunta di Iryna e Patriza.
LA NUOVA gestione prende ufficialmente il via
l' 11 gennaio di quest' anno, con la
denominazione di Lavanderia Victoria. Le attività vengono svolte in ampi locali di circa 90 metri
quadrati, dove trovano posto macchinari per lavaggio di ultima generazione, nonché impianti di
lavaggio con zero emissioni in atmosfera. In particolare sono presenti una postazione di stiratura; ripiani
per lo stoccaggio di biancheria e piumoni (che costituiscono una notevole mole per questo tipo di lavoro
a fine inverno); un magazzino per prodotti professionali: «Questi ultimi ­ ha spiegato la titolare Iryna ­
sono forniti in esclusiva dalla Gbm Elettrochimica di Savignano sul Rubicone, che ci supporta per tutte
le nostre necessità di materiali e di attrezzature.
Inoltre siamo in grado di offrire, anche alla nostra clientela, per un utilizzo domestico, la stessa linea di
prodotti professionali».
NELLO SPECIFICO la lavanderia Victoria offre il lavaggio professionale a secco e ad acqua per capi in
pelle e camoscio, o per piumoni e trapunte: «Offriamo inoltre il lavaggio e il ripristino della pellicceria,
così come per tendaggi e accessori d' arredo, senza dimenticare il servizio di stireria su capi lavati dal
cliente.
È possibile anche il lavaggio degli abiti da sposa, oltre a piccoli lavori sartoria». Esperienza, qualità,
gentilezza e affidabilità sono le parole d' ordine della lavanderia Victoria: «La clientela è
prevalentemente locale, anche se alcuni clienti, alla ricerca della qualità, arrivano anche da più lontano.
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Continua ­­>
14
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<­­ Segue
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Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
Il nostro intento è quello di proseguire nel solco della professionalità e della qualità tracciato da Paola
Assirelli».
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
ALFONSINE PROIEZIONE DI 'THE HATEFUL EIGHT'. L' OSPITE È GRAF
Al cinema Gulliver serata Tarantino e Morricone
AL CINEMA Gulliver di Alfonsine, alla sala d'
essai di piazza Resistenza 2, oggi alle 21 in
occasione della proiezione dell' ultimo film di
Quentin Tarantino, 'The Hateful Eight', western
in salsa pulp con la colonna sonora di Ennio
Morricone, prima dello spettacolo ci sarà l'
incontro con Maurizio Graf, che negli anni
Sessanta cantò diverse canzoni composte
dallo stesso Morricone come colonna sonora
per classici dello 'spaghetti western', come
'Una pistola per Ringo' e 'Il ritorno di Ringo',
interpretati da Giuliano Gemma.
Nell' incontro Graf parlerà del suo curioso
ingresso nel mondo del cinema, della
collaborazione artistica con il maestro
Morricone, e del western italiano di quegli
anni, riscoperto a livello mondiale proprio
grazie a Tarantino, regista cult americano che
prima di 'The Hateful Eight' aveva diretto
anche "Django Unchained'.
Le proiezioni di 'The Hateful Eight'
proseguiranno poi nel weekend, tutte le sere
fino a lunedì con inizio alle 21.
Per informazioni: 377­7081999; email:
[email protected]; Facebook: www.facebook.com/arcigulliver.
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Il Resto del Carlino (ed.
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Il Resto del Carlino Ravenna
'Sogni e bisogni' La commedia di Salemme
In cartellone al Rossini di Lugo fino a domenica
'ALDILÀ degli accadimenti, sogni e bisogni',
commedia con Vincenzo Salemme, è in
cartellone da oggi a domenica al teatro
Rossini di Lugo. L' intreccio narrativo ruota
intorno a due personaggi: Rocco Pellecchia e
il suo pene. Altri interpreti: Nicola Acunzo,
Domenico Aria, Sergio D' Auria, Andrea Di
Maria, Antonio Guerriero, Siudy Mijares. Le
scene sono di Alessandro Chiti.
Costumi: Mariano Tufano Musiche: Antonio
Boccia. Regia: Vincenzo Salemme.
A differenza del racconto moraviano dove il
'lui' in questione era solo una voce, qui nella
commedia, il più famoso e significativo organo
del sesso maschile si stacca materialmente
dal corpo del suo 'titolare' e diventa egli stesso
uomo, rivendicando una sorta di
riconoscimento scenico, rivendicando uno
status di vero e proprio protagonista.
Ritiene che la vita del grigio e mediocre Rocco
Pellecchia mal si adatta alla grandeur del suo
sottoutilizzato 'tronchetto della felicità'.
Lo spettacolo, così, si traduce in un duello tra i
due contendenti. Il tronchetto spinge il povero
Rocco a rialzare la testa e ad affrontare il futuro con orgoglio e spirito visionario.
Rocco cerca di riconquistarlo e riportarlo materialmente nella sede più consona, cioè in basso al suo
ventre. La commedia è popolata ovviamente da numerosi altri personaggi: un ispettore chiamato da
Rocco a risolvere il caso, la coppia di impressionanti portieri dello stabile, la moglie appassita e avvilita
di Rocco.
«Si tratta di una commedia di fortissimo impatto comico e nello stesso tempo mi consente di continuare
il percorso che ho iniziato ormai già da qualche anno. Aprire cioè in qualche modo la confezione
borghese della commedia classica per intrattenermi ed intrattenere il rapporto con il pubblico in sala»,
ha spiegato Salemme.
Domani dalle 18 al Rossini, per la rassegna 'Gli Incontri del Rossini, organizzata in collaborazione con l'
associazione Amici del Teatro Rossini, Salemme e la compagnia incontreranno il pubblico.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
FUSIGNANO ALLE 21.30 PER 'UN PAESE CHE SUONA'
Al Moderno un jazz Tiger
OGGI alle 21.30 al Teatro Moderno di
Fusignano si chiude la rassegna musicale 'Un
paese che suona' con un concerto interamente
dedicato alla musica dixieland, con la Tiger
Dixie Band. Per l' occasione sarà proposto un
programma musicale intitolato 'Original
Dixieland Songbook' che spazierà attraverso i
tempi e i luoghi del jazz tradizionale. La Tiger
si dedica sistematicamente al recupero del
jazz degli anni ruggenti, proponendolo con un
approccio interpretativo originale e attuale
delle atmosfere tipiche del New Orleans e del
Chicago style.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
IL PERSONAGGIO MAURIZIO GRAF IL CANTANTE DEGLI SPAGHETTI WESTERN
«Sono io la vera voce di Ringo»
F i l i p p o D i o n i s i ALFONSINE ( R a v e n n a )
QUANDO, nel 1964, si presentò alla sua porta
con un biglietto di presentazione di Luciano
Salce, Ennio Morricone non aveva idea di chi
fosse quello studente di statistica,
appassionato di western e grande fan di
Frankie Laine, che cantava nelle orchestre. Ma
dopo qualche mese, Maurizio Graf era pronto
per entrare nella leggenda come il primo e uno
dei pochi uomini ad aver cantato una colonna
sonora del compositore romano. È sua la voce
in Angel Face, brano di punta di Una pistola
per Ringo. E c' è la sua firma sul testo di
Death rides a horse, utilizzata da Quentin
Tarantino in Kill Bill Vol.1. Anche se lui ­ che
stasera alle 21 incontra il pubblico prima della
proiezione di The Hateful Eight al cinema
Gulliver di Alfonsine ­ non se lo ricordava.
Tutto comincia nel? «Si parla di molto tempo
fa. Sono stato il primo e forse tra i pochissimi a
cantare i temi di Ennio Morricone. Ho iniziato
con i vari Ringo.
Adesso sono un po' Ringoglionito». E il suo
incontro con Morricone? «È stato molto
casuale. Ai tempi della Dolce Vita, quando ci si ritrovava in via Veneto e poi si finiva magari a casa di
Tognazzi a farsi du' spaghi, ho avuto la fortuna di conoscere Luciano Salce, che aveva appena girato Il
federale. Gli dissi che studiavo statistica ma che mi piaceva molto il western ed ero un fan di Frankie
Laine, che cantava la colonna sonora di Sfida all' O.K.
Corral. Mi disse che poteva farmi un biglietto di presentazione al maestro Morricone, che io tra l' altro
non conoscevo. Mi presentai a casa sua e glielo diedi. Lui si mise a ridere. Sul biglietto c' era scritto
'Caro Ennio, non so niente di questo ragazzo ma mi dicono che canti bene. Vedi tu'».
E lui ha visto. «Gli consegnai un nastro e lui mi disse che mi avrebbe fatto sapere.
Poi andai in giro con l' orchestra e, dopo qualche mese, nel febbraio del '65, mi chiamò mia madre, per
dirmi che Morricone voleva parlarmi. Andai da lui e mi fece ascoltare Angel Face, che registrammo nel
maggio dello stesso anno. Poi ci fu Il ritorno di Ringo e tante altre cose».
Tra l' altro, lei ha scritto anche 'Death rides a horse' per 'Da uomo a uomo', che Tarantino ha usato in
'Kill Bill vol.1' «Sì, è vero ma quella l' ha cantata Raoul. L' ha usata Tarantino in Kill Bill? Sa che non mi
ricordo Sarà l' età». Il ritorno in auge dello spaghetti western non la fa sperare in una chiamata di
Tarantino? «Ho scritto una lettera a Tarantino per complimentarmi ma non so nemmeno se aspettarmi
una risposta. Lui sa chi sono, perché ne ha parlato con Ennio Morricone». Se non altro per la Siae
«Esatto. Ora mi sono ricordato, effettivamente. L' ho scritto proprio io, il testo quella canzone che
Tarantino ha usato in Kill Bill​».
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Continua ­­>
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Il Resto del Carlino (ed.
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Il Resto del Carlino Ravenna
FILIPPO DIONISI
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Salemme in scena con il suo pene
"Sogni e bisogni" arriva al teatro Rossini Domani pomeriggio l' incontro con il regista e la
compagnia
LUGO. Rocco Pellecchia e il suo pene. Ecco i
protagonisti del nuovo spettacolo portato in
scena da Vincenzo Salemme che arriva ora a
Lugo. A differenza del racconto moraviano,
dove il "lui " in questione era solo una voce,
qui il più famoso e significativo organo del
sesso maschile si stacca materialmente dal
corpo del suo "titolare" e diventa egli stesso
uomo, riven felicità». Lo spettacolo, così, si
traduce in un duello tra i due contendenti. Il
«tronchetto» spinge il povero Rocco a rialzare
la testa e ad affrontare il futuro con orgoglio e
spirito visionario. La commedia è popolata da
numerosi altri personaggi: un ispet questo il
titolo ­ è una commedia di fortissimo impatto
comico e «nello stesso tempo mi consente di
continuare il percorso che ho iniziato ormai già
da qualche anno ­ spiega Salemme ­. Aprire
cioè in qualche modo la confezione borghese
della commedia classica per intrattenermi e
intrattenere il rapporto con il pubblico».
Si va in scena al Rossini stasera alle 20.30 con
replica domani; domenica anche alle 16.
Sabato alle 18 Salemme e la compagnia
incontreranno il pubblico.
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Cinema. Negli anni 60 cantò brani composti dal musicista: stasera ospite alla proiezione del film
di Tarantino
Spaghetti western e canzoni Graf, la "voce"di
Morricone
ALFONSINE. In occasione della proiezione al
cinema Gulliver del nuovo film di Quentin
Tarantino The hateful eight, la cui colonna
sonora composta da Ennio Morricone è
candidata all' Oscar, questa sera alle 21 ci
sarà l' incontro con un ospite speciale, il
goriziano Maurizio Graf, che negli anni
Sessanta cantò diverse canzoni composte
dallo stesso Morricone come colonna sonora
per classici dello "spaghetti western" come
Una pistola per Ringo e Il ritorno di Ringo,
interpretati da Giuliano Gemma.
Ci abbiamo fatto due chiacchiere.
Com' è nata la collaborazione con
Morricone?
«Come tante cose che succedono nella vita, è
avvenuta per caso. A metà degli anni
Sessanta conobbi a Roma Luciano Salce, che
nel 1961 aveva girato Il federale, con le
musiche di Morricone, all' epoca a me
sconosciuto. In quel momento io ero al terzo
anno di Statistica all' Università ma Salce era
interessato al fatto che fossi anche un
cantante, appassionato soprattutto del genere
"western" alla Frankie Laine, e mi disse che
Morricone cercava un cantante per la colonna
sonora di un film di prossima uscita. Grazie all'
intercessione di Salce mi presentai quindi da Morricone con un nastro su cui erano registrate alcune
mie canzoni e glielo lasciai. Poi iniziai una tournée in Italia e a Casablanca con la mia orchestra e non
pensai più alla questione, ma al mio rientro a Roma dopo qualche mese ­ stiamo parlando del febbraio
del 1965 ­ Morricone mi chiamò per dirmi che avrebbe voluto farmi interpretare una sua canzone. Si
trattava di Angel face. Una pistola per Ringo, ed era la prima volta che qualcuno cantava per lui».
Poi cosa successe?
«Cantai e collaborai con lui per il testo della canzo ne contenuta in Il ritorno di Ringo ­ ovvero La mia
gente ­ sempre nel 1965, e ad alcuni temi di Per qualche dollaro in più, che però non finirono nel film.
Poi lavorai al testo della canzone portante di Da uomo a uomo, del 1967, che cantò Raoul, e a quella de
Il grande silenzio, del '68. Dopo il periodo d' oro dei di schi in Italia iniziò a calare, non collaborai più con
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Corriere di Romagna
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Corriere di Romagna Ravenna
Morricone, ma vinsi sette puntate della rassegna "Sette voci" e ciò mi portò per vari anni cantare in giro
per l' Europa, fino al 1976, quando smisi e iniziai tutt' altro genere di carriera».
Da allora non ha più cantato?
«Ogni tanto vengo ancora invitato a qualche serata in cui si celebra il cinema western all' italiana degli
anni Sessanta, e ultimamente ho avuto una bella soddisfazione: nel 2009 conobbi al Ciak di Milano un'
orchestra australiana allora molto famosa, la Spaghetti Western Orchestra. Rimasi di stucco, sapevano
tutto di me e mi trattarono con un divo.
Tanto che di lì a poco mi invitarono a un loro concerto milanese per cantare due pezzi, Angel face e una
versione mia di Per un pugno di dollari che avevo scritto per Morricone, poi non uscita su disco.
La serata ebbe successo e nel 2012 mi invitarono di "Night and day", "Moanin", "Boogie woogie bugle
boy" e brani dai repertori di grandi autori come Cole Porter, Benny Goodman, Louis Armstrong, Billie
Holiday e Charles Mingus, a cui si aggiungeranno alcune anteprime, grandi classici mai suonati dalla
big band, che verranno eseguiti e reinterpretati dai giovani componenti della Myo.
L' orchestra , formatasi nella Scuola di musica di Mondaino, è diretta dal Michele Chiaretti. Nel 2015 ha
presentato il suo primo progetto discografico, "Keep swingin'", trasmesso in anteprima dall' emittente
californiana "Gmmy Radio".
Ingresso: 15 euro. Info: 0541 705058; 348 8745678 nuovo, questa volta a Londra, dove il pubblicò si
rivelò meraviglioso».
Con Morricone è ancora in contatto?
«Non ci siamo mai persi di vista, ci siamo sentiti a Natale, e recentemente l' ho chiamato per fargli i
complimenti per il Golden Globe e la candidatura all' Oscar».
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Corriere di Romagna
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Corriere di Romagna Ravenna
"Un paese che suona" si chiude all' insegna della
musica dixieland
Si conclude la rassegna musicale "Un paese
che suona". Questa sera in programma alle
21.30 al Teatro Moderno di Fusignano si terrà
un concerto interamente dedicato alla musica
dixieland, con la Tiger Dixie Band.
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26 febbraio 2016
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Affidatala gestione della biblioteca alla coop
Zerocento fino al 2019
Sono stati affidati ad un raggruppamento
temporaneo di imprese tra la cooperativa
Zerocento di Faenza e l' Open Group di
Bologna i servizi bibliotecari del Comune di
Massa Lombarda, per il periodo che va da
gennaio 2016 a dicembre 2019.
Le due cooperative avevano gestito lo stesso
servizio anche nel periodo 2012­2015.
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Corriere di Romagna
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In manette un 33enne fermato a Bagnacavallo dai poliziotti della Mobile e dagli agenti del
Commissariato di Lugo
Droga in casa, arrestato
Oltre a coca e hashish trovati soldi e un quaderno con gli incassi
BAGNACAVALLO. In tasca aveva una dose
che gli inquirenti ritengono dovesse
consegnare a qualche cliente; il resto era
invece nell' appartamento di Bagnacavallo da
cui era appena uscito quando mercoledì
pomeriggio i poliziotti lo hanno fermato.
Nell' abitazione gli uomini dell' antidroga della
Squadra mobile (supportati dai colleghi del
Commissariato di Lugo) hanno ritrovato quasi
mezzo etto di cocaina e alcuni panetti di
hashish per un peso complessivo di circa 800
grammi oltre a materiale per il
confezionamento dello stupefacente, una
somma di denaro in contanti pari a 4.130 euro
in banconote di vario taglio e una sorta di libro
mastro in cui erano annotati i conti legati all'
attività di spaccio.
Un ritrovamento che ha fatto scattare l' arresto
per Badr Mouhcine, 33enne marocchino noto
alle forze dell' ordine perché già implicato in
passato in vicende connesse agli stupefacenti.
L' uomo è stato condotto nella casa
circondariale di Ravenna a disposizione dell'
autorità giudiziaria; indagata in stato di libertà
anche la compagna, una connazionale di 37
anni, presente nell' abitazione al momento del
controllo della Polizia.
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
La maratona di Telethon non si ferma La raccolta
fondi prosegue stasera all' Ala d' Oro e alla
Segavecchia di Cotignola
LUGO. Telethon continua con il briefing
conclusivo di questa sera all' Ala D' Oro. La
maratona benefica avrebbe dovuto chiudersi
entro i primi di gennaio, ma i referenti lughesi,
coordinati da Mariagiovanna Ranieri, hanno
deciso di proseguire la raccolta fondi per la
lotta alla distrofia muscolare con vari
appuntamenti, compresa la cena di stasera.
«Oltre alla collaborazione dell'
Amministrazione di Lugo che in ogni nostra
iniziativa è stata presente ­ sottolinea la
Ranieri ­ è stato determinante il contributo
delle collettività.
Al di là della cifra raccolta, come Comitato
siamo molto contenti del messaggio che
ancora una volta siamo riusciti a divulgare,
ovvero l' importanza della ricerca». Prezioso
anche il sostegno degli sponsor cui va il
ringraziamento del direttivo, in particolare ai
giovani Leo Club di Lugo e alla dirigente dell'
istituto "Stoppa Compagnoni", che ha
permesso ai propri alunni di essere presenti
nei punti raccolta. Una vera gara di presenze
di giovani, volontari anche solo per un giorno, i
quali si sono avvicinati al volontariato grazie a
questo evento.
Prossimo appuntamento la Segavecchia di
Cotignola. (a.r.g.
)
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La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
EVENTI La consegna domenica prossima alle 18 a Cesena Fiera, nell' ultima giornata di "Sono
Romagnolo", il week end con 200 espositori dedicato alle tradizioni locali
Il comico Giuseppe Giacobazzi agguanta il premio
"Romagnolo Doc"
Sarà assegnato al comico Giuseppe
Giacobazzi la prima edizione del premio
Romagnolo Doc. La consegna avverrà
domenica 28 febbraio alle 18 a Cesena Fiera,
nell' ultima giornata di "Sono Romagnolo", il
fine settimana con oltre 200 espositori
dedicato alle tradizioni e ai sapori della
Romagna. Una candidatura perfetta quella di
Giacobazzi, nato ad Alfonsine di Ravenna,
che, dopo il felice esordio a Zelig, riempie oggi
palazzetti e teatri con la sua comicità di
stampo prettamente romagnolo. Ed anche
domenica sarà pronto ad intrattenere il
pubblico con la sua ironia da 'pavura',
accompagnato dal suo celebre "palmare" fai
da te in plastica. L' ingresso allo spettacolo,
così come alla fiera, è libero. Oltre a
Giacobazzi i tre giorni della Fiera dell' identità
Romagnola riservano un ricchissimo
programma di spettacoli, intrattenimenti ed
eventi. Un altro autentico personaggio di
Romagna, Sgabanaza, sarà il protagonista di
uno spettacolo in compagnia dei ballerini e
degli s­ciucaren della scuola di ballo le
Comete di Romagna (stasera alle 20).
"Sgabanaza", alias Piergiuseppe Bertaccini, di
questa terra romagnola è sicuramente l'
interprete più noto grazie anche ai numerosi e
seguitissimi programmi televisivi dedicati alla tradizione di casa nostra, alle nostre radici. Nei tre giorni
della fiera, non mancheranno balli e musica, come la riproposta dei balli sulle aie dei contadini con la
musica del Duo Trabadel e il Gruppo di ricerca Antichi Balli Popolari (domenica alle 14,30).
Grande spazio è dedicato al liscio, sulle note dell' orchestra La Storia di Romagna (domani alle 20): a
salutare il pubblico sarà presente anche Riccarda Casadei, mentre la Casadei Sonora esporrà una
mostra fotografica di Secondo Casadei.
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La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
Cinema L'amore di Hugh Grant sullo schermo di
Palazzo Vecchio
Sarà il film di Marc Lawrence Professore per
amore a chiudere il mese di febbraio per la
rassegna Cinema di Palazzo Vecchio a
Bagnacavallo. Da oggi a domenica verrà infatti
proiettato l' ultimo lavoro del regista
statunitense, commedia sentimentale con
protagonisti Hugh Grant e Marisa Tomei che
racconta di uno sceneggiatore divorziato,
caduto in disgrazia, che si innamora di una
madre single tornata sui banchi di scuola.
La rassegna Cinema di Palazzo Vecchio, che
proseguirà fino a tutto il mese di marzo con
proiezioni nelle serate di venerdì, sabato e
domenica alle 21.15, è curata per il Comune
da Alan Angelini e Ivan Baiardi dell'
associazione culturale Cinecircolo
Fuoriquadro. Biglietti: 5 euro intero, 4 euro
ridotto e soci libreria Alfabeta di Lugo. Palazzo
Vecchio è in piazza della Libertà 5.
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La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
La coop Zerocento si aggiudica i servizi bibliotecari
MASSA LOMBARDA Molte le novità previste nel piano Dall' offerta dedicati ai più piccoli
ai corsi per il personale, senza tralasciare i social network
Sono stati affidati al RTI (Raggruppamento
temporaneo di imprese) tra Cooperativa Zero
cento di Faenza e Open Group soc. coop. di
Bologna i servizi bibliotecari del Comune di
Massa Lombarda, per il periodo che va da
gennaio 2016 a dicembre 2019. L' affidamento
è stato aggiudicato mediante Richiesta di
Offerta sul Mercato elettronico della pubblica
amministrazione della regione Emilia ­
Romagna ed è risultato vincitore lo stesso RTI
che ha gestito questi servizi anche nel periodo
2012­2015.
Ecco in sintesi, come risultano dall' esame
dell' offerta, le novità salienti del servizio che
riguarda la sezione ragazzi "Il Signor Oreste",
la sezione multimediale e altri servizi
aggiuntivi, così come stabilito dalla gara d'
appalto.
Per lo svolgimento del servizio Biblioteca per
ragazzi "Il signor Oreste" è previsto l' utilizzo di
una unità di personale e la previsione di due
operatori nel ruolo di sostituti (nel precedente
periodo era previsto un solo sostituto). La
Coop Zerocento, impresa capogruppo, si
impegna a inviare mensilmente all' Ufficio
cultura un report contenente i dati statistici
(prestiti, nuovi utenti, catalogazioni, reference,
eccetera) e propone inoltre la rilevazione della
soddisfazione degli utenti tramite un questionario che contenga i seguenti aspetti: cortesia,
professionalità, tempi di risposta, esaustività e completezza delle informazioni fornite. Tra le tante
proposte anche alcune dedicate ai ragazzi, filmografie a tema musicale, corsi di formazione per la
comunicazione .
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La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
FUSIGNANO
Tiger Dixie Band Al Moderno si chiude "Un paese
che suona
Venerdì alle 21.30 al Teatro Moderno di
Fusignano si chiude la rassegna musicale "Un
paese che suona" con un concerto interamente
dedicato alla musica dixieland, con la Tiger
Dixie Band.
Per l' occasione sarà proposto un programma
musicale intitolato "Original Dixieland
Songbook" che spazierà attraverso i tempi e i
luoghi del jazz tradizionale. La Tiger Dixie
Band si dedica sistematicamente al recupero
del jazz degli "anni ruggenti", proponendolo
con un approccio interpretativo originale e
attuale. Le atmosfere tipiche del New Orleans
e del Chicago style, del Charleston e del
Ragtime, sono rispettate nel timbro e nello
spirito grazie all' utilizzo di strumenti originali
dell' epoca. I progetti del gruppo prendono a
modello i grandi nomi degli albori del
Ventesimo secolo e del primo dopoguerra, tra
cui Louis Armstrong, Jelly Roll Morton, Fats
Waller e Bix Beiderbecke.
La Tiger Dixie Band è composta da Paolo
Trettel (tromba), Stefano Menato (clarinetto e
sax soprano), Fiorenzo Zeni (sax tenore), Luigi
Grata (trombone), Andrea Boschetti (banjo e
chitarra), Renzo De Rossi (piano), Giorgio
Beberi (sax basso), Claudio Ischia (batteria).
In questi anni la band sta riscuotendo consensi
in Italia e all' estero; tra le recenti esibizioni si ricorda la loro partecipazione alla rassegna "I suoni delle
Dolomiti", "Garda jazz festival" e "Verona jazz Festival". La rassegna, patrocinata dal Comune di
Fusignano, è organizzata in collaborazione con la parrocchia di San Giovanni, l' associazione "Lo
scrigno delle culture e delle arti e si avvale della direzione artistica di Matteo Salerno. I biglietti costano
10 euro.
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La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
COTIGNOLA INSEGNANTE E PITTRICE, VELIA CHIARINI MORÌ TRENT' ANNI FA. LE SUE
OPERE ESPOSTE DA DOMANI
Una bella mostra per la maestra
Domani alle 16.30 inaugura al Museo "Luigi
Varoli" di Cotignola, nelle sale al piano terra di
Palazzo Sforza, una mostra antologica della
pittrice cotignolese Velia Chiarini, a trent' anni
dalla morte.
L' esposizione, dal titolo "La lavagna e il
pennello", raccoglie una cinquantina di opere
provenienti da collezioni private del territorio e
si inserisce, dopo la recente mostra di
Fioravante Gordini, in quel filone che intende
dare risalto e indagare, a partire dalla figura di
Varoli e dal suo fertile impegno come
educatore e maestro, quella fitta schiera di
allievi formatasi nella locale scuola Arti e
mestieri.
La mostra, curata da Roberto Ravaglia ­ che
ha avuto Velia Chiarini come maestra alle
scuole elementari di Sant' Agata sul Santerno ­
è frutto della collaborazione tra Comune di
Cotignola e Pro Loco. Dopo esser passata in
anteprima a Sant' Agata, arriva ora a Cotignola
in una versione più corposa e piena, con l'
aggiunta di altri pezzi provenienti da case
cotignolesi. L' esposizione, corredata da un
catalogo, è introdotta da testi dell'
organizzatore Ravaglia, del critico Aldo Sa vini
e di Afra Bandoli, maestra elementare e
appassionata di storia locale.
Velia è stata una donna emancipata, come ben si evince da un estratto di questo testo introduttivo
scritto dal curatore: "Istruttrice, maestra, partigiana, ma anche pittrice. Sono molti i ruoli per cui Velia
viene ricordata oggi... io la ricordo così: col grembiule bianco, burbera, severa, ma anche preparata e
stimata dai colleghi, riservata, rigorosa ma sincera.
Un' insegnante d' altri tempi di una scuola che non esiste più, la signorina Chiarini passava le sue
vacanze in Val d' Aosta oppure a Città di Castello dove aveva terminato la lotta partigiana e dove
saltuariamente andava a trovare i genitori del suo fidanzato partigiano morto nel 1944. Per tutti gli anni
'70 insegnò italiano e matematica a noi bambini santagatesi e nel tempo libero si immergeva nella
Pittura, suo autentico piacere. Amante della velocità, le classi elementari di quegli anni se la
ricorderanno certamente dialogare con Gino il bidello oppure sfrecciare con la sua Autobianchi per il
vialetto delle scuole di via Roma... Allieva del Prof. Luigi Varoli e di Antonio Guerrini presso la scuola
cotignolese di "Arti e Mestieri" in questa rassegna scopriamo insieme, per la prima volta, le sue opere
suddivise in tre distinte tematiche: Nature Morte, Fiori e Paesaggi.
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Continua ­­>
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La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
" "La lavagna e il pennello" sarà aperta da sabato 27 febbraio a domenica 13 marzo, il giovedì e il
venerdì dalle 15.30 alle 18.30, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30; Durante
la sagra della Segavecchia, dal 3 al 6 marzo: giovedì 3 e venerdì 4 marzo dalle 15.30 alle 18.30 e dalle
20 alle 22, sabato 5 marzo dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 22, domenica 6 marzo dalle 10 alle 12 e dalle
15 alle 19. L' ingresso è gratuito.
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26 febbraio 2016
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Lo stato dell' arte. Samaritani: tra marzo e aprile i primi servizi Pa accessibili con il «Pin unico»
L' Agenzia prepara il Piano triennale La banda
ultralarga attende l' ok Ue
ROMA Fin dal marzo 2015, con il consiglio dei
ministri che ha sdoganato il dossier digitale
nell' agenda di governo, la scelta è stata quella
di lavorare in parallelo sull' infrastruttura e sui
servizi. Per la prima, in quella occasione, è
stata presentata la "Strategia per la banda
ultralarga" mentre lo sviluppo dei servizi è
stato delineato nel documento sulla "Strategia
per la crescita digitale": «Due strategie
sinergiche per il perseguimento degli obiettivi
dell' Agenda Digitale Europea al 2020». Quasi
un anno dopo il giudizio della Commissione
Ue sul nostro avanzamento digitale è davvero
poco lusinghiero, risentendo ovviamente in
modo particolare del ritardo accumulato negli
anni precedenti caratterizzati da una
sottovalutazione del tema. Si può comunque
tentare di fare un bilancio di quanto realizzato
finora dal governo Renzi e di anticipare i
prossimi passi.
Servizi È l' Agenzia per l' Italia digitale a
coordinare la strategia per i servizi. «Tra
marzo e settembre ­ dice Antonio Samaritani,
direttore generale dell' Agenzia da maggio
2015 ­ sarà pronto l' atteso Piano triennale
previsto dallo statuto. Tra i suoi capitoli
principali ci saranno linee guida di interoperabilità e di usabilità perché i servizi sui siti della Pa possano
essere facilmente utilizzati. Nel frattempo, una volta consolidatasi tutta una serie di misure varate negli
ultimi mesi, il governo valuterà la possibilità di completare il quadro normativo con un vero Digital Act».
L' obiettivo dell' Agenzia è mettere in sequenza cinque passaggi­priorità in un unico percorso,
battezzato "Italia Login": il cittadino naviga su siti Pa semplificati, accede ai servizi tramite un' unica
identità digitale, paga i servizi da casa, riceve una notifica di avvenuto pagamento, riceve documenti
anagrafici da qualsiasi città.
Anche in questo caso, come per le infrastrutture, siamo ancora alla "versione beta" per usare una
metafora digitale. Per l' implementazione di tutti i servizi, ha detto di recente il ministro della Pa
Marianna Madia, il traguardo è la fine del 2017. Ma il 2016 dovrà essere un anno di forte discontinuità.
«Tra marzo e aprile dovrebbero essere accessibili i primi servizi ­ dice Samaritani ­ almeno 300, tramite
Spid» (un unico login per accedere online a servizi pubblici e privati). A metà 2016 è poi prevista l'
implementazione dell' Anagrafe unica in 26 Comuni pilota, con l' obiettivo di estenderla a tutti entro l'
anno. «Il sistema PagoPa per i pagamenti online ­ prosegue il direttore dell' Agid ­ è l' altra priorità
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perché spingerà a un uso sempre più diffuso di internet»: sono state collegate 19 Regioni e si è partiti
per ora con 41 prestatori di servizi che hanno consentito 244mila transazioni (obiettivo coprire tutto il
territorio a fine 2016). Solo a metà anno, invece, dovrebbe scattare la sperimentazione del sistema di
notifiche in tempo reale da parte della Pa, ad esempio scadenze di pagamento, cambi di residenza
avvenuti o notifiche scolastiche.
Infrastrutture Il governo ha presentato un piano da poco meno di 12 miliardi totali, di cui quasi 7
pubblici, per la realizzazione di una rete nazionale a banda ultralarga. Dopo la delibera dell' agosto
2015, e una doppia consultazione pubblica (con aggiornamento degli impegni assunti dagli operatori)
due settimane fa è stata siglata in Conferenza Stato­Regioni l' intesa per la ripartizione di 1,56 miliardi
del Fondo sviluppo e coesione. Queste risorse, insieme a 233 milioni del Pon Imprese e competitività e
1,2 miliardi di risorse regionali a valere sui fondi strutturali Fesr e Feasr sono attualmente la dote
disponibile per una rete realizzata direttamente dallo Stato in 7.300 Comuni ritenuti "a fallimento di
mercato". Le gare, se tutto andrà bene, potrebbero partire ad aprile. Ancora in ghiacciaia la parte
restante del piano del valore totale di quasi 2,7 miliardi, destinata alle aree redditizie in concorrenza e ai
voucher per gli utenti finali: è ferma in attesa del via libera europeo e (probabilmente) di un quadro più
chiaro delle manovre in gioco tra i grandi player: Telecom Italia, Metroweb, Enel, Vodafone, Wind,
Fastweb.
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26 febbraio 2016
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Il Sole 24 Ore
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L' Italia digitale agli ultimi posti nella Ue
Il Paese è inserito fra gli Stati «in recupero» ma finisce al 25esimo posto nel ranking
europeo
milano Anche quest' anno i voti della Ue sullo
stato di salute digitale dell' Italia mandano il
Paese dietro la lavagna. Certo, l' annuale
analisi di Bruxelles sul "Digital economy and
society index" (Desi) è accompagnata dal
riconoscimento di essere fra gli Stati con
punteggio inferiore alla media, ma con tassi di
crescita maggiori. Insomma un' Italia nel
gruppo dei Paesi "catching up", assieme a
Lituania, Spagna, Croazia, Romania e
Slovenia.
È poco però. Troppo poco per una classifica
che ci vede inchiodati al 25esimo posto su 28.
Peggio hanno fatto solo Grecia, Bulgaria e
Romania. In realtà, a leggere le cronache dello
scorso anno anche allora l' Italia era 25esima.
Ma l' aggiornamento della Ue ha fatto perdere
una posizione in classifica: superati dalla
Croazia. «Nell' ultimo anno ­ si legge nel
report ­ ha fatto pochi progressi in relazione
alla maggior parte degli indicatori». E in più:
«Le prestazioni dell' Italia sono ancora inferiori
a quelle della Ue».
Al punteggio che relega l' Italia nei bassifondi
del ranking europeo si arriva miscelando 30
indicatori, con dati al 2015, tranne 4 al 2014.
La Ue riassume poi i risultati in cinque categorie: connettività; competenze digitali; propensione all' uso
dei servizi digitali; integrazione delle tecnologie digitali nel business; digitalizzazione dei pubblici
servizi.
Si arriva a un indice sintetico con un punteggio che per l' Italia è 0,4 a fronte di una media Ue di 0,52.
Danimarca (0,68), Paesi Bassi e Svezia (0,67) sono lontani.
Dietro a questi numeri ci sono tutta una serie di dati. E quindi a livello generale si scopre, per esempio,
che nei 28 Paesi della Ue il 71% delle famiglie ha accesso alla banda ultralarga (almeno 30 Mbit al
secondo di velocità in download) rispetto al 62% dell' ultima rilevazione. E anche il numero di
abbonamenti alla banda larga (sopra i 2 Mbps) mobile è in aumento: da 64 per 100 abitanti nel 2014 ai
75 attuali.
È chiaro che differenze ci sono, in alcuni casi anche notevoli, fra parte alta e bassa della forchetta.
E così il 76,4% di cittadini Ue che usa internet regolarmente (almeno una volta a settimana) è a metà fra
il battistrada Lussemburgo (96,8%) e la maglia nera Romania (51,8%), con un' Italia che ha il 63,4 per
cento. Allo stesso modo il 30% di abbonamenti in banda ultralarga sul totale è un dato di media fra il
78% del Belgio e il 2,79% della Croazia (l' Italia ha il 5,4%).
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26 febbraio 2016
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«Sono sempre più numerosi in Europa ­ ha commentato Andrus Ansip, vicepresidente della
Commissione Ue e commissario responsabile per il Mercato unico digitale ­ i cittadini, le imprese e i
servizi pubblici che imboccano la strada del digitale. Ma troppi di loro s' imbattono ancora in problemi
quali mancanza di copertura internet ad alta velocità o di servizi online transfrontalieri della Pa e
difficoltà per comprare o vendere attraverso le frontiere». I progressi della Ue «ci sono, ma sono troppo
lenti.
Non possiamo riposare sugli allori. Se vogliamo metterci al passo con Usa, Giappone e Corea del Sud,
dobbiamo darci da fare», ha dichiarato dal canto suo Günther H. Oettinger, commissario responsabile
per l' Economia e la società digitali.
La Ue è al lavoro, pur con i suoi tempi, sulla creazione di un mercato unico digitale e su proposte per
avvicinare i cittadini a uno standard più accettabile. Al momento però la situazione è questa. E l' Italia è
in coda nel ranking e indietro rispetto alla media Ue in due terzi degli indicatori.
Il dettaglio è in molti casi impietoso. Per la "connettività", ad esempio, siamo 27esimi: penultimi. La
banda larga fissa (sopra i 2 Mbps al secondo) è a disposizione del 99% delle famiglie e anche nella
diffusione della banda larga mobile l' Italia è migliorata ed è alla pari con la media Ue (75%). Ma siamo
ultimi per sottoscrizioni in banda larga fissa (53%). E il 5,4% di abbonamenti "superveloci" (a giugno
2015) è sì cresciuto rispetto al 3,8% di dicembre 2014, ma è lontano dal 30% di media.
Anche sul versante del "capitale umano" non va granché: l' Italia è 24esima, con un terzo degli italiani
che sostanzialmente non usa internet (qui siamo 25esimi) e competenze di base in meno di un cittadino
su due (43% contro 55% di media Ue).
Da qui si arriva dritti a quello che è il peggiore risultato per l' Italia. Sull' uso di internet infatti, vale a dire
sulla sulla propensione a usare i servizi digitali, il Paese è ultimo. Lo studio parla di scarso uso o
comunque di scarsa fiducia quando di tratta di fare transazioni online (soprattutto) o interagire con gli
altri. Bene invece la crescita nell' e­shopping (dal 35% al 39% dei 16­74 enni), ma l' Italia è 25esima in
Europa e molto sotto il 65% di media. Va un po' meglio sull'"integrazione delle tecnologie digitali nel
business" dove l' Italia è al 20esimo posto (stabile), con punteggio che passa da 0,29 a 0,31 (media
europea a 0,36) e progresso importante (dal 22esimo al 14esimo posto) nel peso dell' e­commerce nel
fatturato delle Pmi, anche se all' 8,2% del totale (contro il 9,4% di media Ue).
Del resto le Pmi che vendono online sono il 6,5% del totale: ben poche rispetto al 16% della Ue, anche
se sopra il 5,1% del 2014.
Ultima notazione sull' e­government. Qui l' Italia è nella sua migliore posizione: 17esima. Ma nel Desi
2015 era 16esima.
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ANDREA BIONDI
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Oneri per 130 milioni in 10 anni
Voce più consistente il mancato gettito Irpef per le detrazioni sul coniuge a carico
ROMA Poco più di 130 milioni di euro in dieci
anni: tanto dovrebbe costare alle casse dell'
Erario la legge sulle unioni civili approvata ieri
dal Senato. Nel primo anno la nuova disciplina
dovrebbe pesare per 3,7 milioni di euro. E il
grosso della cifra (3,2 milioni) deriverebbe dal
calo del gettito Irpef legato all' aumento delle
detrazioni Irpef per coniuge a carico.
Molto meno ( 100mila euro) impatterebbe l'
estensione al partner superstite dell' unione
civile della pensione di reversibilità. I restanti
400mila euro sono l' onere dell' assegno al
nucleo familiare.
La mappa arriva dalla relazione tecnica al
maxiemendamento del governo approvata ieri
mattina dalla commissione Bilancio dopo la
bollinatura della Ragioneria generale dello
Stato. Relazione identica a quella prodotta a
luglio scorso per il primo ddl Cirinnà.
Sono dunque detrazioni, reversibilità e assegni
familiari le tre uniche novità della legge che ­
secondo l' Inps, il ministero del Lavoro e il
Dipartimento delle finanze del ministero dell'
Economia ­ impatteranno sui bilanci pubblici.
Z e r o oneri s o n o i n v e c e a t t r i b u i t i a l l a
registrazione delle unioni a carico dei Comuni
(in circa 250 il registro già esiste), all' estensione dei diritti successori e alle norme sui conviventi di
fatto.
Le proiezioni si fermano al 2025, quando il costo annuo è stimato in 22,7 milioni annui: 16 milioni per le
detrazioni fiscali, 6,1 per la reversibilità e 600mila euro per gli assegni familiari. L' attendibilità di questi
numeri dipende da un dato chiave: quante saranno effettivamente le coppie gay che decideranno di
ricorrere all' unione civile. L' ultimo censimento risale al 2011, quando all' Istat risultavano 7.513 coppie
dello stesso sesso, di cui 529 con figli. Per stimarne l' aumento nel tempo, l' Inps e il Mef hanno preso a
riferimento la Germania (al cui modello varato nel 2001 la legge italiana si ispira) dove nel 2011 le
unioni civili erano 67mila. «Ragionevole» per la stima degli oneri legati alla reversibilità è parso fissare
in 30mila le coppie che potrebbero avvalersi del nuovo istituto dopo dieci anni.
Ne discendono dati «corretti e prudenziali», ha sottolineato il Servizio Bilancio del Senato. Che però
chiede perché la proiezione non vada oltre il decennio e suggerisce che a regime la reversibilità
potrebbe arrivare a 50 milioni annui.
Per la copertura si attingerà dal Fondo per interventi strutturali di politica economica del Mef e dai Fondi
di riserva e speciali. Con una clausola di salvaguardia: l' Inps dovrà monitorare gli oneri previdenziali.
Se si verificheranno scostamenti, l' Economia interverrà tagliando le dotazioni per le spese rimodulabili
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26 febbraio 2016
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
nell' ambito dello stato di previsione del ministero del Lavoro. Nonostante i numeri esigui, i detrattori già
parlano di «bomba previdenziale». E il senatore Ap­Ncd Giuseppe Marinello, che non ha votato la
fiducia, ha già pronta una lettera al presidente del Senato in cui denuncia come sia un errore gravissimo
che dal monitoraggio siano escluse le casse previdenziali autonome. Falsando, a suo dire, l' intera
architettura.
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MANUELA PERRONE
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.
Semplificazioni e più risorse per rilanciare la ricerca
S ono anni che si parla di ricerca.
La differenza è che in questi giorni il dibattito è uscito dai
convegni ed è entrato prepotentemente nella discussione
politica. Non è un caso. Consapevole che la ricerca e la
conoscenza sono il vero motore dello sviluppo, il Governo ha
deciso di affrontare con determinazione nodi che da troppo
tempo erano irrisolti. Proprio in questi giorni stiamo
assistendo a una singolare contraddizione.
Da un lato gli straordinari successi dei nostri ricercatori, come
dimostrano i recenti epocali risultati sulle onde gravitazionali;
dall' altro i sempre più evidenti limiti strutturali e le vischiosità
di un sistema non più all' altezza della qualità dei suoi
ricercatori.
Esiste anzitutto un problema di scarse risorse finanziarie:
sappiamo bene che siamo lontani dagli obiettivi di incidenza
sul Pil su cui noi stessi, anni fa, come Paese ci siamo
impegnati nel quadro della strategia europea.
Come pure la insufficiente partecipazione dell' Italia alla
circolazione dei cervelli.
Inoltre, non è più tollerabile quell' asfissia burocratica che
considero incompatibile con la ricerca scientifica. Non è
concepibile che un ricercatore abbia le stesse regole di
carriera di un funzionario amministrativo. Non lo è perché chi
fa scienza compete e coopera a livello internazionale e ha
bisogno di flessibilità, rapidità e apertura. Per non parlare
della enorme frammentazione dei finanziamenti tra diversi
m i n i s t e r i , c o s ì c o m e t r a amministrazione c e n t r a l e e
amministrazioni regionali, che da troppo tempo ci
impediscono di costruire un unico grande disegno sulle
priorità strategiche del Paese in tema di ricerca e
innovazione. C' è ampio consenso su queste posizioni. E da
molto tempo. Ma nessuno ha voluto o potuto finora rimuovere
questi enormi ostacoli al buon funzionamento del sistema e
alla sua competitività in Europa e nel mondo. E questo è il
problema politico che sta alla politica risolvere.
Finora il Governo è intervenuto con misure puntuali. Le 500
cattedre d' eccellenza, i più di mille ricercatori per le
università e gli enti di ricerca, un primo allentamento dei
vincoli nel reclutamento dei giovani ricercatori, e l' imminente
varo di una strategia unitaria affidato al Programma nazionale per la Ricerca (Pnr): tutto ciò rappresenta
una premessa necessaria all' azione di riassetto strutturale della ricerca italiana che nessun Governo ha
avuto ancora il coraggio di affrontare.
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26 febbraio 2016
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Il Sole 24 Ore
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Ci sono diversi modelli internazionali ai quali ispirarsi. Così come ci sono tratti peculiari e distintivi del
nostro sistema che vanno preservati e valorizzati. Molte buone idee stanno arrivando in queste
settimane dalla comunità scientifica. Spetta a noi, adesso, la responsabilità di valutare e arrivare ad una
sintesi. Abbiamo già in mano le deleghe Madia che intendiamo esercitare in maniera incisiva. A partire
da una profonda semplificazione delle regole, della struttura e dell' organizzazione degli enti, inclusi
soprattutto i meccanismi di finanziamento.
In modo da arrivare a una ridefinizione dello stato giuridico dei ricercatori ­ fuori dai lacci della pubblica
amministrazione ­ e a un sistema che metta ogni singolo ricercatore nella condizione di fare il proprio
lavoro con autonomia e responsabilità.
Sappiamo che servono molte più risorse. Ma sappiamo anche che più risorse diventano investimenti sul
futuro se, e solo se, abbiamo il coraggio di ripensare in profondità il sistema nazionale della ricerca nel
contesto europeo e internazionale. Con tutte le conseguenze che ciò comporta: la rinuncia alla
coltivazione di piccoli e grandi orticelli o giardini, la rimessa in discussione dei criteri di finanziamenti a
pioggia (o comunque disseminati in mille rivoli e troppi ministeri), la disponibilità a competere con
meccanismi trasparenti di valutazione ispirati ai comuni benchmark internazionali, insomma tutto ciò
che finora tutti hanno auspicato, ma che nessuno ha saputo, voluto o potuto realizzare.
Non riduciamo, quindi, un dibattito politico e culturale di massima importanza per l' Italia e per ogni
Paese avanzato che aspiri a una leadership nel contesto internazionale a una sterile contesa tra
burocrazie e poteri ministeriali sulla collocazione della R di ricerca e della U di università nell' acronimo
Miur.
La ricerca è una ed è organica. Essa è da sempre principale strumento di crescita e progresso della
società. Non c' è società senza scienza e, ormai, non c' è scienza senza società.
Abbiamo impiegato il necessario tempo per la diagnosi. Ora è tempo di fare sintesi e intervenire.
Stefania Giannini è ministro dell' Istruzione, dell' Università e della Ricerca © RIPRODUZIONE
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STEFANIA GIANNINI
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26 febbraio 2016
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
INTERVENTO
La contrattazione frammentata frena il comparto
scuola
Dal rapporto dell' Aran sulla contrattazione
integrativa nel settore pubblico per l' anno
2014 emergono dati che destano non poche
perplessità e preoccupazioni sulla gestione
negoziale del comparto scuola.
Prima di entrare nel vivo della questione,
occorre ricordare che per la contrattazione
integrativa del settore pubblico, a seguito del
Decreto legislativo 150/2009 (la cosiddetta
Riforma Brunetta), gli spazi di negoziazione si
sono sensibilmente ridotti. In particolare, tale
contrattazione è stata funzionalmente vincolata
all' erogazione di trattamenti economici in
chiave di premialità delle performance dei
dipendenti e, a cascata, della qualità dei
servizi offerti dalle relative amministrazioni.
Ne consegue che nel sistema a suo tempo
delineato dalla riforma il ruolo della
contrattazione integrativa fosse alquanto
circoscritto, con un' evidente limitazione delle
materie oggetto di potenziale negoziazione.
Tuttavia, a leggere i dati pubblicati dall' Aran,
è palese che nel comparto scuola ci sia una
tenace resistenza alla completa ricezione di
tale normativa.
Nello specifico, per dare un' idea del
fenomeno, basti dire che l' Aran, nella sua analisi degli accordi integrativi conclusi in tale comparto, è
stata addirittura costretta a suddividere le materie disciplinate dagli stessi tra quelle legittimamente
trattabili in base al contratto nazionale e alla legge e quelle che, per motivi diversi, tali non sono.
Ebbene, non solo è emerso come nel comparto la contrattazione non sia concentrata esclusivamente
sulle materie economiche, ma anche che ben il 31% delle materie trattate nei contratti integrativi non
potesse essere legittimante oggetto di contrattazione.
Tale macroscopica difformità, seppure in lieve calo (circa il 2%) rispetto al 2013, costituisce un evidente
elemento di criticità e ­ a giudizio di chi scrive ­ è da attribuirsi all' estrema frammentazione e
articolazione della contrattazione nel comparto scuola.
La presenza di quattro livelli (ossia Aran, nazionale in sede Miur, regionale e di istituto), determina un
proliferare di sedi negoziali e di interlocutori che ­ in assenza di stringenti controlli sul loro operato ­
intervengono promiscuamente su materie non di competenza del proprio livello di contrattazione, se
non persino escluse dall' ambito contrattabile.
La contrattazione d' istituto, in particolare, non risulta ­ come dovrebbe ­ limitata a poche materie, ma,
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26 febbraio 2016
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anzi, si continuano a riscontrare valori molto elevati di contrattazione per materie che riguardano l'
ambito più strettamente organizzativo/gestionale, adesso di competenza dirigenziale. E ciò nonostante
anche la più recente giurisprudenza di merito abbia stabilito che la mancata convocazione al tavolo
contrattuale per tali materie non costituisca di per sé condotta antisindacale (si veda la Corte d' appello
di Napoli, sentenza n. 5163 del 26 luglio 2013).
In conclusione, il rapporto dell' Aran ci restituisce una fotografia preoccupante della situazione del
comparto della scuola pubblica. Una contrattazione frammentata che dispone di materie non di sua
competenza in un caos generalizzato che determina una duplicazione di sforzi negoziali e di fonti di
regolazione.
Se a questo si aggiunge che la percentuale dei contratti privi di relazione illustrativa e di relazione
tecnica continua a salire, non si può non concludere che la partita sul rispetto delle regole nel comparto
e sulla buona amministrazione sia ancora tutta da giocare.
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GABRIELE FAVA
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Pubblica amministrazione. Dopo l' incontro Madia­Regioni verso la definizione dei pareri dei
governatori su otto degli 11 testi
Pa, «decreti al traguardo in due mesi»
Primo via libera ieri dal Consiglio di Stato al provvedimento sulla trasparenza
I primi 11 decreti della riforma della Pubblica
amministrazione a r r i v e r a n n o i n G a z z e t t a
Ufficiale «entro due mesi». Uscita dal primo
confronto a tutto campo con le Regioni, l a
ministra della Pa Marianna Madia si dice
ottimista sulla possibilità di tagliare il
traguardo rispettando in pieno il calendario
previsto per l' esame dei provvedimenti da
parte di Consiglio di Stato, enti territoriali e
Parlamento. Ieri, del resto, è arrivato il primo
parere dei giudici amministrativi, che oltre a
dare il via libera al decreto sulla trasparenza si
sono lanciati in giudizi positivi sull' intero
impianto della riforma, e anche i governatori,
pur con qualche sfumatura diversa a seconda
del colore politico, hanno annunciato un
sostanziale via libera. Al punto che, a quanto
risulta, sarebbero già pronti i pareri positivi
sugli 8 provvedimenti di interesse più diretto
p e r g l i enti territoriali, con una serie di
indicazioni sui temi ieri al centro del confronto.
Resta ancora nell' ombra, per il momento, il
decreto sui servizi pubblici locali, c h e h a
subito parecchi rimaneggiamenti ospitando
una parte della riforma dei trasporti (come
anticipato dal Sole 24 Ore fin dal 25 gennaio)
ma ora ha trovato un assetto definitivo e attende solo la "bollinatura" (dopo 35 giorni dal primo giro in
consiglio dei ministri).
Obiettivo dell' incontro con le Regioni, come spiegato dal presidente della conferenza Stefano Bonacini
(governatore dell' Emilia Romagna), era proprio quello di «sciogliere dubbi o resistenze e anche per
avere una procedura più veloce sui pareri che dobbiamo dare». Sul piano politico, la richiesta è stata
quella di un maggiore confronto preventivo sul prossimo pacchetto di provvedimenti, che prima dell'
estate dovranno affrontare nodi cruciali come la riforma della dirigenza e il nuovo testo unico sul
pubblico impiego, mentre sui decreti già in corso d' opera i timori più diffusi si concentrano intorno ai
tentativi di accelerare le procedure per Scia e conferenza dei servizi. Il problema, sottolineato per
esempio dal presidente del Veneto Luca Zaia, sono i «tanti interlocutori» ancora presenti nella «catena
decisionale», su cui c' è bisogno di un «intervento approfondito» per evitare sorprese.
Sul punto, il rafforzamento del silenzio­assenso e gli obblighi di «conferenza simultanea» con tutti gli
attori in gioco dovrebbe nelle intenzioni del Governo chiudere il problema, ma potranno essere
importanti anche eventuali indicazioni dal Consiglio di Stato. Qualche chiarimento potrebbe poi arrivare
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26 febbraio 2016
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
sulla salvaguardia delle società finanziarie regionali, che faticano a rientrare nei nuovi parametri fissati
per le partecipazioni pubbliche, e sulle assunzioni in società particolari come quelle informatiche, che
faticheranno a trovare nuovo personale fra gli esuberi delle società in chiusura (del resto già il decreto
prevede di evitare l' obbligo di pescare dai futuri elenchi per i profili professionali che non vi troveranno
posto).
Sempre ieri, come detto, il Consiglio di Stato ha concesso il suo primo via libera, sul decreto che amplia
gli obblighi di trasparenza. Più delle osservazioni sui singoli articoli, sono le riflessioni sull' intera riforma
a costituire il cuore del parere (n. 515/2016, relatore Gerardo Mastrandea).
Il riassetto viene definito «rilevante» perché incide sull'«apparato pubblico nel suo complesso» con una
«visione olistica che mette al centro il destinatario del servizio pubblico e non l' apparato che fornisce il
servizio medesimo». Obiettivi che il Consiglio di Stato «sostiene e incoraggia» e rispetto ai quali intende
fornire «un contributo adeguato, non formale».
Da qui il suggerimento al Governo che in questa fase venga valorizzato ulteriormente il ruolo consultivo
di Palazzo Spada, soprattutto per perseguire al massimo la «qualità normativa» delle nuove
disposizioni. E questo sia in chiave di deflazione del contenzioso ­ una norma scritta bene dà meno
adito ai ricorsi ­ sia per rendere più fluida la fase dell' attuazione. E sulla fase attuativa Palazzo Spada
chiede al Governo particolare attenzione e consiglia l' istituzione di una cabina di regia.
Da parte sua, il Consiglio di Stato metterà mano agli altri pareri anche ricorrendo ad audizioni di esperti
e portatori di interessi collettivi. Un' apertura all' esterno «in linea con le finalità di crescita, sviluppo e
competitività sottese alle recenti riforme amministrative, la cui concreta realizzazione dipende anche
dalla fiducia degli investitori nella stabilità del quadro regolatorio e nell' efficacia degli apparati
pubblici».
Sulla trasparenza, poi, la raccomandazione è di no n vederla solo in chiave di prevenzione della
corruzione, ma «come strumento ordinario e primario di riavvicinamento del cittadino alla pubblica
amministrazione». Anche per questo sarebbe utile una guida online alla trasparenza, «anche in forma di
vademecum», perché il testo del decreto, per quanto frutto di un lavoro «delicato» e «apprezzabile» non
in tutte le sue parti «è facilmente intellegibile e di piana e agevole lettura».
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ANTONELLO CHERCHIGIANNI TROVATI
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
STUDI DI SETTORE/ Indicazioni alle associazioni
I dati al 5 marzo
E ok a correttivi sulla coerenza
Per allargare il raggio d' azione dei correttivi
anticrisi necessaria la collaborazione delle
associazioni di categoria. Solo se queste
ultime riusciranno a far arrivare alla Sose i dati
dei loro assistiti entro il prossimo 5 marzo sarà
possibile estendere l' azione dei correttivi
congiunturali anche sugli esiti della coerenza
economica e ottenere possibili risvolti positivi
anche per gli studi di settore ai quali si applica
il regime premiale. È questo, in estrema
sintesi, il dato saliente che emerge dalla
riunione della Commissione degli esperti per
gli studi di settore tenutasi per approvare le
integrazioni e le modifiche alle analisi
territoriali a livello comunale con effetto sul
periodo d' imposta 2015. Per proseguire nella
scaletta di marcia fissata nella seduta del 2
dicembre scorso, è dunque necessario che i
dati strutturali utili alla predisposizione dei
correttivi congiunturali anticrisi per l' esercizio
2015 arrivino il prima possibile all'
amministrazione finanziaria. Se tali dati non
arriveranno in tempo utile o se non saranno
quantitativamente e qualitativamente sufficienti
per le implementazioni allo studio, difficilmente
Sose potrà riuscire a realizzare quanto
previsto nella suddetta riunione della
commissione.
Oltre al sollecito nell' invio dei dati, durante la riunione tenutasi lo scorso 24 febbraio, la Commissione
degli esperti ha dato il via libera agli aggiornamenti delle variabili territoriali degli studi di settore che si
sono rese necessarie per effetto dell' istituzione di nuovi comuni a seguito della fusione o della
aggregazione di comuni già esistenti. Fusioni e aggregazioni degli enti territoriali che hanno imposto la
revisione, sempre con effetto dal periodo d' imposta 2015, delle variabili territoriali specifiche applicabili
a singoli studi di settore. È il caso della variabile relativa alle tariffe applicate per l' erogazione del
servizio di Taxi applicabile allo studio di settore WG72A, alla variabile territoriale relativa alle
aggregazioni comunali delle strutture ricettive quali gli alberghi e gli affittacamere di cui allo studio di
settore WG44U e la c.d. «Territorialità dei Factory Outlet Center» relativa alle attività del commercio di
abbigliamento e calzature operante sullo studio di settore WM05U. L' operazione studi di settore 2016
entra dunque nel vivo. Se le categorie rappresentate nella Commissione degli esperti riusciranno ad
inviare i dati necessari all' elaborazione dei correttivi anticrisi nei termini indicati, quest' anno, e sarebbe
la prima volta da quando tali variabili congiunturali sono state introdotte, il software Gerico dovrebbe
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Italia Oggi
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essere rilasciato con un mese di anticipo rispetto al passato. Se ciò si dovesse davvero realizzare si
potrebbe finalmente evitare lo slittamento delle tempistiche di pagamento delle imposte dovute in Unico
2016 dai contribuenti soggetti agli studi di settore.
ANDREA BONGI
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Il precario equilibrio tra diritti e doveri del professionista intermediario
Serve fare chiarezza sul rapporto tra lavoratori
autonomi e p.a.
Non passa giorno che non legga sui giornali,
sul web o senta in tv o in radio, interventi di
ogni genere sul ddl «Lavoro autonomo e
lavoro agile». Il solo fatto che il governo si
preoccupi dei diritti dei lavoratori autonomi fa
piacere, anche se ciò che è stato presentato
oggi nelle commissioni parlamentari che
dovranno discuterlo, è il famoso topolino
partorito dalla montagna, è un primo passo
nella giusta direzione, anche se la meta da
raggiungere è ancora molto lontana. L' Ancl,
tramite il suo Centro studi nazionale, dopo un
anno di lavoro, nel maggio del 2014 pubblicò
lo Statuto del professionista intermediario
telematico con la pubblica amministrazione,
nel quale erano già previste le tutele delle
quali necessitava un lavoratore autonomo che
attualmente lavora a costo zero per la pubblica
amministrazione (e non solo).
Nel ddl Lavoro autonomo c' è una visione
parziale del problema, perché questo prevede
alcune tutele per i soli lavoratori autonomi non
iscritti ad alcun ordine o albo, escludendo tutti
quelli che invece lo sono e che suppliscono al
lavoro una volta svolto dai dipendenti della
p.a., che avevano diritti e tutte quelle tutele
contrattuali quali retribuzione, ferie, malattia,
maternità, sciopero ecc. Negli ultimi anni molto
è cambiato per il consulente del lavoro, è scomparsa la tariffa minima che dava un riferimento a un
equo compenso, è stata data attuazione a regolamenti che permettono ai patronati di fare consulenza in
campo previdenziale e assistenziale, lasciandoci solo gli adempimenti in materia di lavoro,
adempimenti per i quali non saremo pagati dalla p.a.
e se commetteremo errori, saremo passibili di sanzioni. È questa l' occasione per riproporre la giusta
azione sindacale che fino ad oggi è stata portata avanti impropriamente dagli organismi istituzionali di
categoria (vedi la predisposizione del codice di autoregolamentazione dello sciopero) sempre più
rappresentativi della p.a. a tutela della fede pubblica (vedi commissioni disciplinari) per questi motivi
oggi bisogna ribadire i concetti già espressi tre anni fa pertanto: prevedere un equo compenso per il
lavoro svolto per conto della pubblica amministrazione; prevedere di comune accordo con la p.a. uno o
più periodi dell' anno in cui non ci siano scadenze per permettere al professionista intermediario un
meritato e necessario riposo; prevedere la partecipazione del professionista intermediario nelle
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rappresentanze degli enti; prevedere la partecipazione del professionista nei tavoli di concertazione per
la predisposizione delle norme e disposizioni che lo riguardano come intermediario; prevedere in caso
di malattia la sospensione degli adempimenti, con la possibilità di inviarli successivamente senza l'
imposizione di sanzioni; prevedere in caso di maternità la sospensione degli adempimenti, con la
possibilità di inviarli successivamente senza l' imposizione di sanzioni.
Nella sua nuova veste di incaricato di pubblica utilità, deve poter porre in essere azioni di contrasto
contro l' imposizione da parte della p.a. di adempimenti, scadenze, sanzioni ritenuti ingiusti e
inadeguati; prevedere il diritto alla partecipazione interna all' attuazione all' agenda digitale. In campo
previdenziale, poi, prevedere per il consulente del lavoro intermediario di svolgere le stesse attività e gli
stessi servizi prestati da patronati e Caf e a parità di condizioni; creazione di un unico portale web con
accesso tramite un' unica password, per la trasmissione e la consultazione dei dati, con tutti gli enti
della pubblica amministrazione e con gli enti privati; riconferma di una remunerazione economica per il
servizio di trasmissione dati, con il ripristino dell' art. 3­ter dpr 322/1998 e adeguamento e allargamento
a tutte le amministrazioni ed enti privati. Infine, prevedere lo Statuto dell' intermediario Da qui dovremo
ripartire.
CLAUDIO FAGGIOTTO
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La Rete delle professioni tecniche sul testo chiamato a sostituire il dlgs 163/2006
Codice dei contratti da rivedere
Sos per i servizi di ingegneria, architettura e area tecnica
I servizi per l' ingegneria e l' architettura
assimilabili a quelli per la ristorazione. Può
sembrare una provocazione, ma è quello che
a c c a d r à s e i l n u o v o codice dei contratti
pubblici, chiamato a sostituire l' attuale codice
De Lise (approvato con il decreto legislativo n.
163 del 2006), sarà approvato come si
presenta attualmente. Il provvedimento, che in
sostanza attua (o almeno dovrebbe) la legge
delega di recepimento delle direttive europee,
e che, tra i suoi principali obiettivi, ha quello di
conseguire una drastica riduzione e
razionalizzazione di leggi e regolamenti
esistenti, manca di un riferimento
fondamentale: una disciplina apposita per i
servizi di architettura e ingegneria e degli altri
servizi dell' area tecnica, giacché, come ha
commentato Rino La Mendola, coordinatore
del tavolo lavori pubblici della Rete delle
professioni tecniche, «gli articoli che
riguardano l' argomento sono disseminati nel
testo in modo disorganico e difficilmente
leggibile».
Con il risultato che questo tipo di servizi sono
regolamentati come altre attività generiche,
come quelle della ristorazione, dimenticando
la loro peculiarità e il loro preciso riferimento a
direttive comunitarie s p e c i f i c h e . I n o l t r e ,
secondo il rappresentante della Rete, «buona parte dei principi enunciati dalla legge delega non
trovano concreto riscontro nell' articolato. Per esempio, non si comprende come si concretizzi la
drastica riduzione dell' appalto integrato promossa dalla legge delega, oppure perché per i concorsi di
progettazione non è stato specificata, come avevamo chiesto, la garanzia della priorità dell' affidamento
(e non l' opzione) delle fasi successive della progettazione al professionista vincitore. Un principio
fondamentale per scongiurare il rischio che le amministrazioni continuino a bandire concorsi, magari a
fini propagandistici, che non si concretizzano mai con la realizzazione delle opere in linea con le
previsioni del progetto vincitore». Insomma il punto chiave è che nel testo elaborato dal governo sono
spariti molti principi fondamentali enunciati dalla legge delega e che la Rete delle professioni tecniche
aveva apprezzato.
C' è poi un problema di metodo. «Siamo stati convocati in fretta per l' audizione e con la stessa fretta ci
è stato chiesto un contributo con il quale, data la ristrettezza dei tempi, abbiamo potuto evidenziare solo
alcuni aspetti. Oltretutto senza un testo completo». «Il governo», ha aggiunto ancora La Mendola,
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«infatti, non ha fornito agli addetti ai lavori una traccia ufficiale su cui introdurre organicamente le
modifiche da proporre. Il risultato è che, in pochi giorni, i diversi rappresentanti del settore hanno
prodotto una serie di proposte articolate e differenziate, facendo riferimento a bozze di testo diverse,
ricavate dal web, che difficilmente potranno confluire in un testo condiviso, entro i tempi strettissimi
dettati dalla stessa presidenza del consiglio dei ministri, che già oggi, salvo imprevisti, potrebbe varare
il decreto. La preoccupazione è che i tempi stretti a disposizione possano produrre una norma di scarsa
qualità, inficiando l' ottimo lavoro svolto con la legge delega». In particolare, ha aggiunto ancora La
Mendola, «la Rtp aveva condiviso i princìpi di quella legge diretti a snellire le procedure di affidamento,
ridurre l' appalto integrato, gli affidamenti in house e i requisiti tecnico­organizzativi ed economici dei
professionisti per l' accesso alle gare. Abbiamo poi apprezzato l' apertura dei concorsi di progettazione
ai giovani o alle strutture professionali medio piccole che, seppure non dispongano di grossi fatturati e
di un gran numero di dipendenti o collaboratori, sono comunque in grado di garantire prestazioni di
qualità. Abbiamo giudicato positivamente anche l' abbandono del criterio del prezzo più basso, che
negli ultimi anni ha prodotto prestazioni professionali scadenti, alimentando una serie di varianti
correttive in corso d' opera ed un allarmante crescita del numero di opere pubbliche incompiute nel
paese». «Siamo alla vigilia di un nuovo inizio», ha concluso poi Sergio Molinari, consigliere Cnpi
delegato alla materia e componente del tavolo lavori pubblici per la Rtp, «con un' opportunità offerta dal
recepimento delle nuove direttive comunitarie. Ora la speranza è che nell' iter successivo all'
approvazione del provvedimento in Consiglio dei ministri, ci sia lo spazio per accogliere le proposte che
abbiamo fatto come Rete delle professioni tecniche, proponendo un articolato coerente con i principi
riportati nella direttiva comunitaria e nella legge delega. Naturalmente ribadiamo, ancora una volta, tutta
la disponibilità dei professionisti dell' area tecnica a collaborare con il legislatore e a fornire qualsiasi
contributo possa essere utile per la stesura di un testo che non tradisca i principi per i quali è stato
immaginato. Questa può essere una chance significativa per riordinare, semplificare e soprattutto
correggere i difetti che il sistema nel suo complesso ha mostrato fino ad ora. È un' opportunità che non
possiamo permetterci di perdere per riattivare il mercato dei lavori pubblici, eccellente motore di
sviluppo economico del nostro paese».
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Controlli interni, questionari da trasmettere entro il
31 maggio
Numero degli atti esaminato e delle irregolarità
rilevate. Numero e qualifica del personale
impiegato. Frequenza dei report. E ancora
tasso medio di copertura dei costi dei servizi,
tasso medio di realizzazione degli obiettivi
affidati per il 2015 a ciascun organismo
partecipato, periodicità con cui si è proceduto
alla misurazione della soddisfazione degli
utenti interni ed esterni. Sono solo alcuni dei
dati richiesti dalla Corte dei conti nei consueti
questionari volti a verificare il corretto
funzionamento dei controlli interni degli enti
locali, c h e i n b a s e a l l a deliberazione n .
6/2016/Inpr della Sezione autonomie della
Corte dei conti, dovranno essere trasmessi
entro il prossimo 31 maggio.
Per il 2015, nel mirino, ci sono gli internal
a u d i t s d i t u t t i i comuni con popolazione
superiore ai 15.000 abitanti, oltre a quelli di
città metropolitane e province. Nel dettaglio, la
mappa è quella «potenziata» dal dl 174/2012 e
include il controllo di regolarità amministrativa
e contabile, il controllo di gestione, il controllo
strategico, il controllo sugli equilibri finanziari,
il controllo sulle partecipate e il controllo di
qualità.
Le linee guida evidenziano la nuova filosofia
della verifica, che da quest' anno persegue
obiettivi di razionalizzazione attraverso la semplificazione e la drastica riduzione del numero delle
domande, preordinate ad acquisire elementi informativi essenziali e dati puntuali.
La maggiore omogeneità dei dati in tal modo raccolti, e la conseguente maggiore comparabilità tra gli
stessi dovrebbero consentire di ottenere informazioni in grado di alimentare referti più brevi, ma più
puntuali e particolareggiati e, soprattutto, che facciano emergere le reali criticità delle gestioni
considerate Lo schema di relazione, debitamente compilato, dovrà essere inviato per posta elettronica
sia alla Sezione regionale territorialmente competente che alla stessa sezione delle autonomie, come
detto entro il 31 maggio 2016.
Ricordiamo che, nel caso di rilevata assenza o inadeguatezza degli strumenti e delle metodologie di
controllo interno adottate, le sezione giurisdizionali possono irrogare a carico degli amministratori
responsabili apposita sanzione pecuniaria.
MATTEO BARBERO
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Il ministro ha incontrato le regioni in vista del prossimo parere sui provvedimenti
Riforma p.a., tocca ai dirigenti
Dlgs in arrivo. Cds e Corte conti promuovono i decreti
La riforma di Marianna Madia fa rotta sui
dirigenti pubblici.
Dopo il pacchetto di 11 decreti legislativi
attuativi della delega p.a. (legge 124/2015),
licenziati dal consiglio dei ministri lo scorso 20
gennaio e in attesa di essere pubblicati in
Gazzetta Ufficiale entro un paio di mesi, il
governo sta preparando un secondo pacchetto
di provvedimenti. Forse il più delicato perché
riguarderà i dipendenti e i dirigenti pubblici,
questi ultimi, in particolare, messi al centro
della riforma con l' istituzione del ruolo unico e
la possibilità (forse più teorica che pratica) di
non essere più inamovibili ma soggetti al
collocamento in disponibilità qualora restino
senza incarico.
A dare l' annuncio è stata lo stesso ministro
della funzione pubblica nel corso dell' incontro
con i governatori in Conferenza delle regioni.
Un incontro propedeutico al parere che le
regioni dovranno licenziare sugli 11 decreti
nelle prossime settimane.
«Saremo pronti per esprimere i pareri su gran
parte dei provvedimenti», ha spiegato il
presidente del parlamentino dei governatori
Stefano Bonaccini, al termine dell' incontro col
ministro.
Madia ha riconosciuto l' apporto importante
fornito dalle regioni a tante parti della legge 124/2015 ed ha promesso che sulla seconda tranche di
provvedimenti in materia di lavoratori e dirigenti pubblici «si può immaginare un maggior
coinvolgimento preliminare di regioni ed enti locali».
Intanto sul primo pacchetto di decreti ieri sono arrivate importanti «promozioni» da parte del Consiglio
di stato e della Corte dei conti.
Palazzo Spada ha espresso un parere tutto sommato favorevole sullo schema di decreto trasparenza,
primo dei decreti attuativi della legge n. 124 del 2015. Il Consiglio di stato ha focalizzato l' attenzione
sull' importanza di «una solida fase di implementazione, anche dopo l' approvazione dei decreti
attuativi», suggerendo la creazione di una «cabina di regia» per l' attuazione pratica della riforma.
Questa task force non dovrà dimenticare aspetti, spesso relegati in secondo piano, ma essenziali per il
recepimento dei decreti. In primis la formazione dei dipendenti incaricati dell' attuazione. In secondo
l u o g o l a comunicazione istituzionale a cittadini e imprese sui loro nuovi diritti, l' adeguata
informatizzazione dei procedimenti, il coinvolgimento dei portatori di interessi (i cosiddetti
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«stakeholders») sin dall' impostazione della fase attuativa.
Una promozione sul campo per quello che, dopo i fatti di Sanremo, è stato il più controverso degli 11
decreti, ossia il dlgs sulla lotta all' assenteismo, è invece arrivata dal procuratore regionale della Corte
conti Lombardia, Antonio Caruso, durante l' inaugurazione dell' anno giudiziario 2016.
«Va nella direzione giusta», ha osservato Caruso nella sua relazione sull' attività della procura
lombarda, «la scelta di prevedere, da un lato, un importo minimo di danno all' immagine pari a sei
mensilità di stipendio e, dall' altro, di sganciarlo dalla necessità del giudicato penale».
Per il procuratore, il decreto Madia potrebbe determinare «una inversione di tendenza rispetto alla
normativa del dl 78/2009», che ha invece limitato il danno all' immagine «a pochi reati contro la p.a.,
introducendo altresì una pregiudiziale penale che allontana i tempi di risposta della magistratura
contabile».
FRANCESCO CERISANO
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Vendola ha fatto il furbo sulle stabilizzazioni
Niente furbetti sulle stabilizzazioni dei
lavoratori regionali. La chance, prevista dalla
legge di stabilità 2014 (legge n. 147/2013), che
ha consentito alle regioni di regolarizzare, con
proprie risorse, i lavoratori precari grazie ai
quali gli enti hanno in questi anni sopperito alle
carenze di organico, va intepretata in modo
restrittivo. Riguarda solo «l' apparato
amministrativo delle regioni e i l r e l a t i v o
personale» e non può essere estesa anche
alle agenzie regionali, alle Autorità di bacino,
alle società in house.
I n pratica a t u t t a l a g a l a s s i a d i enti c h e
gravitano attorno alle regioni. Ci aveva provato
l' ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, a
imbarcare nei ruoli della regione tutte la
assunzioni a termine effettuate negli anni negli
enti strumentali. Ma il governo Renzi ha fatto
ricorso alla Consulta che ieri ha dichiarato
illegittime le norme pugliesi di stabilizzazione
del personale. Si tratta dell' art.
4 della legge regionale n. 47/2014 che è stata
dichiarata incostituzionale dalla sentenza n.
37/2016, redatta dal neopresidente della
Corte, il giudice Paolo Grossi. Secondo la
Consulta, «la semplice differenziazione
soggettiva degli enti ai quali si riferisce il
personale da stabilizzare è, di per sé,
sufficiente a configurare la discrepanza della disposizione impugnata con la previsione statale di
principio, evidentemente circoscritta al solo personale dell' ente territoriale». «L' illegittimità della scelta
normativa regionale», ha proseguito la Consulta, «deriva direttamente e immediatamente dallo
sconfinamento delle potestà legislative regionali rispetto a quanto previsto dalla norma statale di
principio».
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Le scadenze del Dup non sono perentorie
I termini di presentazione del Dup e delle
relative note di aggiornamento non sono
perentori. Pertanto, gli enti locali possono
definire la tempistica del documento nei propri
regolamenti di contabilità senza essere
necessariamente legati alle scadenze fissate
dalla normativa nazionale.
È questo l' orientamento espresso dalla
Conferenza stato­città e autonomie locali, che
nella riunione dello scorso 18 febbraio ha
raggiunto un' intesa, oltre che sul rinvio dei
bilanci d i previsione 2016­2018 (slittati al 30
aprile per i comuni e al 31 luglio per gli enti di
area vasta), anche su come debba essere
strutturato l' iter del documento unico di
programmazione.
Al riguardo, come si ricorderà, si sono
registrate numerose incertezze, non risolte dai
ripetuti interventi della Commissione Arconet.
Ricordiamo il Dup deve essere presentato
dalla giunta entro il 31 luglio, termine che per il
2015 è slittato prima al 31 ottobre e poi al 31
dicembre. Inoltre, l' ordinamento contabile
prevede la presentazione di una nota di
aggiornamento entro il 15 novembre,
u n i t a m e n t e a l l o s c h e m a d i bilancio d i
previsione: nell' anno del debutto del Dup
anche tale scadenza è stata rinviata ed è
attualmente fissata al 29 febbraio 2016.
Tuttavia, le norme non chiariscono come debba strutturarsi la presentazione giuntale e se e in che
termini debba intervenire la successiva approvazione consiliare.
Al riguardo, la faq n. 9 di Arconet ha precisato che le predette scadenze si riferiscono alla mera
presentazione al consiglio, per le conseguenti deliberazioni, dei documenti approvati dalla giunta. Ora,
la Conferenza stato­città e autonomie locali aggiunge un importante tassello, chiarendo che si tratta, in
ogni caso, di termini ordinatori e non perentori. Il che, come chiarito dall' Ifel, consente agli enti di far
confluire il percorso di formale approvazione del Dup in quello del preventivo, evitando di dover
affrontare due sessioni di bilancio nel giro di pochissimo tempo. Tale lettura pare decisamente
convincente e risolve molti problemi. Innanzitutto, consente di fatto di superare la faq n. 10 di Arconet,
che ha delineato un percorso­labirinto per il Dup. Secondo tale schema, la deliberazione consiliare può
tradursi o in una approvazione o in una richiesta di integrazioni e modifiche del documento stesso, che
costituiscono un atto di indirizzo politico del consiglio nei confronti della giunta, ai fini della
predisposizione della successiva nota di aggiornamento. Quest' ultima, quindi, che in generale
rappresenta un adempimento meramente eventuale, sarebbe obbligatoria laddove il consiglio l a
richieda, oltre che in tutti i casi in cui siano intervenuti eventi da rendere necessario l' aggiornamento del
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Dup già approvato. Considerata la grande distanza temporale che separa il termine di presentazione
del Dup a regime (31 luglio) da quello in cui è possibile definire un bilancio con numeri credibili, la
lettura di Arconet di fatto imporrebbe di duplicare gli adempimenti, scrivendo un Dup «estivo» del tutto
inutile e destinato a essere sostituito, ad autunno inoltrato, dalla nota di aggiornamento. Tali
considerazioni sono alla base anche della querelle che si è generata fra Arconet e il Consiglio nazionale
dei commercialisti ed esperti contabili. Questi ultimi hanno evidenziato come non sia possibile, per i
revisori, rilasciare un parere di congruità su un Dup che non contenga al proprio interno numeri «veri».
MATTEO BARBERO
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Pareggio, vanno indicati gli spazi da cedere
Nel prospetto relativo al pareggio di bilancio è
possibile inserire già in sede previsionale l'
importo degli spazi finanziari che si prevede di
cedere nel corso del triennio 2016­2018 per i
Patti nazionali e regionali. Viceversa, i righi
relativi agli spazi finanziari acquisiti non
devono essere compilati dagli enti e saranno
valorizzati in automatico in base ai
provvedimenti di riparto definiti dallo stato o
dalle regioni. È uno dei chiarimenti forniti dalla
circolare n. 5/2016 della Ragioneria generale
dello stato, diramata nei giorni scorsi per
illustrare le novità del vincolo di finanza
pubblica che da quest' anno sostituisce il Patto
d i stabilità interno (si veda ItaliaOggi del
20/2/2016). La nuova disciplina conferma la
possibilità, per comuni ed enti di area vasta, di
scambiarsi spazi finanziari, prevedendo che le
quote cedute vengano recuperate (e quindi
quelle acquisite debbano essere restituite)
entro il biennio successivo (cosiddette
compensazioni orizzontali). A tal fine, sono
previsti due strumenti, uno di livello regionale,
con due finestre temporali che si chiuderanno
il 15 aprile e il 15 settembre, e uno di livello
nazionale, gestito dalla stessa Rgs, con dead­
line fissata al 15 giugno. Per gli enti c h e
prevedono di cedere spazi è stata prevista la
possibilità di inserirne l' importo già in sede di predisposizione del bilancio. Tale previsione mira a far sì
che il rispetto delle regole del concorso al contenimento dei saldi di finanza pubblica costituisca un
vincolo all' attività programmatoria dell' ente, anche al fine di consentire all' organo consiliare di vigilare
già in sede di approvazione del preventivo. Naturalmente, chi non ha intenzione di cedere nulla o
intende valutare solo in seguito tale opzione al momento non deve inserire nessun importo, salva la
necessità di variare in seguito il prospetto. Per contro, il rispetto del pareggio in sede previsionale non
può essere garantito grazie alle ipotetiche quote che potrebbero essere acquisite, ivi comprese quelle
che le regioni decideranno di cedere in via verticale.
I relativi righi non possono essere valorizzati finché non saranno definiti i provvedimenti di riparto.
MATTEO BARBERO
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I paletti della Corte conti Abruzzo: vietato anche ridurre le agevolazioni ai contribuenti
Tributi locali, blocco assoluto
Congelati il contributo di sbarco e l' imposta di soggiorno
Nessuno spiraglio per superare il blocco dei
tributi locali. Ai dubbi e alle incertezze sollevati
dalle amministrazioni locali sui limiti che la
legge di stabilità 2016 ha fissato agli aumenti
di aliquote e tariffe, ha dato una risposta chiara
la Corte dei conti, sezione regionale di
controllo per l' Abruzzo, con la deliberazione
35/2016, la quale ha affermato che non
esistono margini di manovra per effettuare
delle scelte di politica fiscale che possano
comportare un aumento della tassazione.
Al di là della formulazione letterale della norma
che si limita a imporre la sospensione degli
aumenti, per i giudici contabili la ratio legis è
quella di porre un freno all' innalzamento della
pressione fiscale a livello locale.
Non rientra nel blocco solo ciò che è
espressamente escluso, come la Tari. Soni
esonerati dal vincolo anche gli enti locali che si
trovano in uno stato di dissesto o predissesto.
In queste settimane sono stati manifestati dei
dubbi da funzionari e dirigenti degli enti locali
sui limiti del blocco. In particolare, se è
impedito istituire nuovi tributi (imposta d i
soggiorno, imposta di scopo), se è impossibile
r i m o d u l a r e l e a l i q u o t e deliberate p e r l '
addizionale Irpef rapportate ai vari scaglioni di
reddito o fissare tariffe più elevate rispetto al
2015 per il nuovo contributo di sbarco, sostitutivo dell' imposta di sbarco, tenuto conto che è stato
previsto proprio da una disposizione di legge a partire dal 2016. Secondo i giudici contabili, che
richiamano precedenti pareri espressi in passato, unico obbiettivo dello stop all' aumento di imposte e
tasse negli enti locali è quello di contenere il livello della pressione fiscale. Il blocco per il 2016 non è
però limitato solo al contenimento di aliquote e tariffe, ma impedisce anche l' istituzione di nuovi tributi.
Non va dato rilievo alla differenza terminologica tra «aumento» e «istituzione», poiché ciò che conta è
che rimanga invariato il carico fiscale sui contribuenti, siano essi residenti o meno nel territorio
comunale. Ecco perché non è consentito istituire neppure l' imposta di soggiorno, ancorché siano
soggetti al prelievo solo i non residenti. Allo stesso modo non è possibile ridurre le agevolazioni già
concesse ai contribuenti. Sono escluse dal blocco la Tari, il cui gettito serve a coprire integralmente il
costo del servizio di smaltimento rifiuti, e tutte le entrate che hanno natura patrimoniale, come il canone
occupazione spazi e aree pubbliche, il canone idrico e via dicendo. Non sono soggetti al vincolo gli enti
che hanno deliberato il predissesto o il dissesto.
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L' articolo 1, comma 26, della legge di stabilità 2016 (208/2015), dunque, non consente di introdurre
nuovi tributi o aumenti di aliquote e tariffe, anche se le relative delibere sono state adottate prima dell'
entrata in vigore della norma (1° gennaio). Peraltro, non solo è impossibile ritoccare in aumento aliquote
o tariffe, ma è anche impedito che possano essere aboliti benefici già deliberati dagli enti (aliquote
agevolate, riduzioni, detrazioni), che comunque inciderebbero sul carico fiscale e darebbero luogo a un
innalzamento della tassazione.
Tuttavia, questi vincoli non producono effetti per le entrate che hanno natura patrimoniale o
extratributaria. Al riguardo, vi sono delle incertezze sulle entrate che devono sottostare al divieto
imposto dalla legge e questo dipende anche dalla loro controversa natura. Va ricordato che il canone
per l' occupazione di spazi e aree pubbliche (Cosap) ha natura patrimoniale. Sono entrate patrimoniali
anche il canone idrico e il canone depurazione.
Non è ammesso l' aumento delle tariffe, invece, per il canone installazione mezzi pubblicitari (Cimp)
che, nonostante la trasformazione da imposta a canone eventualmente operata dall' amministrazione
comunale, mantiene la sua natura tributaria. Soggiace al blocco anche il diritto sulle pubbliche affissioni,
ancorché non sia mai stata del tutto pacifica la sua natura giuridica.
SERGIO TROVATO
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Se la regione ha già deciso sull' istituzione di una Asl il quesito è tardivo
Referendum solo ex ante
La consultazione deve precedere la decisione
È ammissibile una proposta di referendum
comunale avente ad oggetto il passaggio dello
stesso ente locale alla competenza di una
istituenda Asl?
L' ordinamento italiano presta una peculiare
attenzione alla partecipazione diretta del
cittadino nella vita delle istituzioni locali. L '
Italia, infatti, ha fatto propri i principi della
Carta europea dell' autonomia locale a cui ha
aderito sottoscrivendo la relativa convenzione,
poi ratificata con la legge 30 dicembre 1989, n.
439. In particolare, l' articolo 3 della Carta, al
comma 2, riconoscendo alle collettività locali il
diritto di regolamentare ed amministrare, nell'
ambito della legge, una parte importante di
affari pubblici mediante consigli e assemblee
costituiti da membri eletti a suffragio libero,
segreto, paritario, diretto e universale, in grado
di disporre di organi esecutivi responsabili nei
loro confronti, ha precisato che «detta
disposizione non pregiudica il ricorso alle
assemblee di cittadini, al referendum, o ad
ogni altra forma di partecipazione diretta dei
cittadini qualora questa sia consentita dalla
legge». Gli istituti di partecipazione e gli
organismi consultivi del cittadino trovano una
loro concretizzazione nel dlgs n.
267/00 e, indipendentemente dalla dimensione
demografica dell' ente, fanno parte del contenuto necessario e non meramente facoltativo dello statuto.
Un rinvio allo statuto è previsto dal comma 3 dell' art. 8 del citato dlgs. n. 267/2000 in merito alla
previsione di forme di consultazione della popolazione, nonché alle procedure per l' ammissione di
istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore
tutela di interessi collettivi con la determinazione delle garanzie per il loro tempestivo esame. La norma
dispone che «possono» essere, altresì, previsti referendum anche su richiesta di un adeguato numero
di cittadini, che devono comunque riguardare materie di esclusiva competenza locale. Il referendum, si
configura, dunque, quale elemento meramente eventuale e facoltativo dello statuto comunale che una
volta previsto deve essere compiutamente disciplinato dal regolamento. Rispetto alla normativa
previgente è stata ampliata la valenza dell' istituto del referendum popolare, attualmente configurabile
non più solo come consultivo, ma anche come abrogativo (di provvedimenti a carattere generale degli
organi istituzionali e burocratici dell' ente), propositivo (per approvare proposte di atti avanzate dalla
stessa amministrazione o da altri soggetti), confermativo, di indirizzo e oppositivo­sospensivo. Come
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emerge dalla prevalente dottrina, il più volte citato Tuel nulla dice circa l' effetto dell' esito del
referendum consultivo e gli statuti comunali tendono ad escludere che l' esito sia vincolante per l'
amministrazione, preferendo precisare che l' ente locale possa discostarsi dallo stesso, con adeguata
motivazione, al fine di tutelare la piena autonomia politica del consiglio. In tal senso, si è anche
affermato che il potere statutario in materia resta ampio con riguardo all' oggetto del referendum (che è
sufficiente che rientri tra le materie di competenza esclusiva dell' ente), alla determinazione del numero
dei partecipanti per la sua validità e alla possibilità di prevedere effetti consequenziali per l'
amministrazione locale legati all' esito del referendum, con il solo limite della conservazione del potere
decisionale in capo agli organi di governo.
La giurisprudenza amministrativa, inoltre, ha affermato che «il referendum consultivo impone solo all'
amministrazione che lo ha indetto di tener conto della volontà popolare, ma non esplica alcun effetto
sull' azione amministrativa che ne è stata oggetto, né tanto meno su vicende successive o di altre
amministrazioni, né la volontà popolare espressa con il referendum è idonea ad attribuire all' ente locale
poteri estranei alla sfera di attribuzioni fissate con legge» (Tar Puglia, Bari, sez. II, 10 marzo 2003, n.
1098). Nel caso di specie, lo statuto del comune disciplina l' istituto del referendum comunale s u
materie concernenti la sfera esclusiva di competenza comunale con talune eccezioni ben individuate, e
prevede che «il consiglio comunale, entro un mese dallo svolgimento, deve deliberare prendendo atto
dell' esito ed assumendo le determinazioni del caso». Il regolamento comunale precisa che il
referendum è a carattere consultivo, stabilisce che i referendum che possono essere dichiarati non
ammissibili dal consiglio comunale sono solo ed esclusivamente quelli a carattere non consultivo e/o
nelle materie elencate nelle disposizioni statutarie, e contiene una norma transitoria che, in relazione
alla specifica iniziativa referendaria oggetto dell' odierno quesito, stabilisce delle prescrizioni tecniche in
deroga al contenuto generale del medesimo provvedimento normativo. In merito alla fattispecie in
esame, occorre valutare se la materia oggetto di referendum rientri nella specifica competenza del
consiglio comunale, come richiesto dalle norme dello Statuto. Ciò anche in considerazione del fatto che,
con apposita legge, la regione competente ha già proceduto all' accorpamento delle aziende unità
sanitarie locali, confermando l' istituzione della Conferenza regionale dei sindaci ­ già disciplinata da
precedente normativa regionale e composta dai presidenti delle conferenze zonali dei sindaci, ove
partecipano tutti i sindaci dell' ambito territoriale ­ quale organo attraverso cui tali soggetti
contribuiscono, tra l' altro, alla definizione delle politiche regionali in materia sanitaria e sociale. L' ente,
pertanto, attraverso i predetti organi, costituiti con legge regionale, era in condizione di poter esprimere
le proprie posizioni in materia. Ciò posto, considerato che la regione ha già provveduto a legiferare sulla
materia, l' iniziativa non pare ammissibile alla luce anche delle pronunce del Consiglio di stato, secondo
cui «le consultazioni costituiscono strumento di partecipazione popolare all' elaborazione delle scelte
amministrative, non strumento di verifica a posteriori da parte dei cittadini di scelte già definite con
formali provvedimenti amministrativi. L' attività consultiva, per propria natura, deve precedere l' attività
decisionale, non seguirla».
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La legislazione alluvionale degli ultimi anni ha introdotto novità spesso contraddittorie
Fisco locale in cerca di stabilità
Uffici tributi, lotta all' evasione e riscossione da potenziare
La fiscalità locale non riesce a trovare stabilità
e le modifiche normative che intervengono
annualmente ne cambiano le regole e le
dinamiche, obbligando gli enti locali a rivedere
piani pluriennali e programmazioni strategiche
di medio e lungo periodo.
In questa ottica di nuovo centralismo si
collocano le scelte assunte, negli anni, dal
legislatore. Oltre ad amplificare un quadro di
forte contrazione dell' autonomia, il legislatore
ha introdotto novità tributarie, spesso non
necessarie o addirittura contraddittorie,
rispetto a principi di equità fiscale e a elementi
di semplificazione e di razionalizzazione del
r a p p o r t o t r a p u b b l i c a amministrazione e
cittadino.
Investire personale negli uffici tributi La nascita
dell' Imu e della Tasi ha generato confusione e
difficoltà applicative, dando la sensazione che
l' unica «spinta riformista» fosse nel nome del
tributo e nella crescita esponenziale dei
coefficienti di rivalutazione delle rendite
catastali e del proporzionale incremento del
carico fiscale.
È sufficiente rilevare che in quattro anni dalla
nascita dell' imposta municipale propria e
della successiva Iuc sono stati emanati sulla
materia: 6 decreti legislativi, 34 decreti legge,
26 risoluzioni e 7 circolari ministeriali.
Gli uffici tributi nello svolgimento delle proprie attività non hanno soltanto la necessità di studiare e
approfondire la copiosa quantità di atti emanati a livello centrale, ma devono riuscire a trasformarne i
contenuti in istruzioni operative ai contribuenti, semplici, chiare e praticabili.
È un compito molto impegnativo che toglie tempo ed energie agli uffici tributi che potrebbero utilizzare
al meglio queste risorse nelle tipiche fasi organizzative delle attività: gestione, accertamento e
riscossione.
Investire nel personale degli uffici tributi è una scelta strategica vincente perché consente di ridurre le
conflittualità, i contenziosi e di operare con il dovuto buon senso, nel rispetto delle norme e dei
contribuenti. Significa anche migliorare l' impostazione regolamentare dell' ente e garantire al comune
una maggiore efficacia nella gestione delle novità normative, nella tempestiva applicazione della prassi
e nell' approfondimento della giurisprudenza.
Il supporto tecnico e la necessaria alta professionalità da ricercare in esterno devono essere finalizzati a
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garantire l' avvio di un processo innovativo che, nel medio periodo, sia in grado di proseguire in
autonomia grazie alle competenze acquisite dal personale nella conoscenza applicativa delle norme per
l' utilizzo di un programma informatico flessibile e personalizzato.
Tax gap e contrasto all' evasione L' attenzione al contrasto all' evasione e il miglioramento delle
percentuali di riscossione coattiva sono le due fasi su cui focalizzare l' attenzione nei piani esecutivi di
gestione di ogni ufficio tributi, cercando di crescere in termini qualitativi e quantitativi, grazie all'
innovazione tecnologica e all' approfondimento normativo.
Entrando nel merito della prima fase, è necessario assumere decisioni strategiche di quantificazione
preventiva dell' evasione presente, al fine di generare una razionale e tempestiva attività di verifica;
questo è oggi possibile grazie al calcolo del tax gap che in modo approssimato consente di quantificare
il gettito reale nei singoli territori.
Tale esperienza di calcolo del tax gap, è stata elaborata dall' Agenzia delle entrate a livello nazionale e
perfezionata in Toscana, in 80 enti locali che rappresentano il 28% dei comuni della regione e il 40%
della popolazione, con risultati molto rilevanti in termini di emersione di gettito evaso, con percentuali
prudenti di evasione per Imu 2012, stimabili tra l' 11 e il 15%.
Controlli fiscali a due anni e accertamenti simultanei su Imu, Tasi e Tari In primo luogo è necessario
attivare un progetto triennale straordinario, che riduca i tempi dei controlli da cinque a due anni,
favorendo la rapidità dei controlli, l' aggiornamento in tempi più rapidi delle banche dati e la crescita
della capacità di riscossione.
Quando si programma una crescita dell' innovazione tecnologica e l' innalzamento del livello dei
controlli ci si riferisce anche alla possibilità di procedere con accertamenti d' imposte diverse, sullo
stesso immobile e per lo stesso anno.
Il parametro di riferimento, ai fini della quantificazione della base imponibile, è collocato nella stessa
visura catastale e la sua completa lettura informatica può generare l' accertamento utilizzando la rendita
catastale per le imposte patrimoniali, e il valore non inferiore all' 80% della superficie catastale ai fini
della tassa sui rifiuti.
La lettura completa della visura consente un' attività di accertamento simultanea che raggiunge risultati
superiori in termini di recupero di gettito e risparmi sui costi derivanti dall' economia di scala.
Queste strategie sono compatibili con le attuali strutture degli uffici tributi italiani, seppure sotto
dimensionati in termini di risorse umane e strumentazione tecnica.
Investire nel recupero dell' evasione, peraltro autofinanziandone il costo con le nuove entrate, è l' unica
vera possibilità di rilancio del federalismo fiscale.
La riscossione pre coattiva La seconda fase su cui è necessario focalizzare l' attenzione riguarda la
possibilità di ridurre il numero di pratiche trasferite alla tradizionale riscossione coattiva, tramite ruolo o
atto d' ingiunzione.
Le percentuali di riscossione coattiva, a prescindere dallo strumento utilizzato e dalle diverse
opportunità operative, sono sensibilmente diminuite negli ultimi anni, per motivi normativi ed economici
facilmente intuibili.
La necessità di operare una fase di riscossione pre coattiva, internamente all' ufficio tributi, da attivare
prima dell' invio a coattivo dell' elenco degli accertamenti non riscossi spontaneamente, è una priorità
indispensabile.
In assenza di attività pre coattiva, i ruoli crescono e le percentuali di riscossione scendono, in quanto le
modalità di rateazione applicabili al debito tributario non attengono più a quelli fissati dal comune, ma a
quelli stabiliti dal legislatore nazionale fino a settantadue rate o addirittura fino a centoventi rate mensili.
Tempi molto ampi assolutamente antieconomici e privi di buon senso nel caso dei tributi locali che,
nella grande maggioranza, hanno accertamenti con valori medi inferiori ai mille euro.
A nostro avviso, la priorità è tendere a ridurre le posizioni trasferite alla fase coattiva investendo nella
tecnologia e nella formazione del personale interno all' ente, con l' obiettivo di favorire e valorizzare lo
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strumento della riscossione diretta rateizzata delle pratiche pre coattive.
È una sfida complessa e articolata, che può appassionare chi amministra e dirige i settori entrate degli
enti locali, con la volontà di governare l' innovazione da protagonisti e non di vivere passivamente una
prassi consolidata che si alimenta per la sola forza d' inerzia.
Il federalismo fiscale, attuato con intelligenza ed equità, è la vera riforma da completare e da rilanciare,
individuando nelle diversità dei territori, una ricchezza da valorizzare e non un ostacolo da appiattire e
standardizzare.
* esperto nazionale di finanza locale di Legautonomie.
CESARE CAVA
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sull' unificata
Biglio incontra Costa
Si aprono spiragli per il ritorno dell' Anpci in
Conferenza unificata. Se ne è parlato nel corso
dell' incontro che la presidente Franca Biglio
ha avuto con il neo ministro per gli affari
regionali e la famiglia, Enrico Costa. Biglio ha
ribadito a Costa la richiesta, già formalizzata a
dicembre al sottosegretario Gianclaudio
Bressa, di poter tornare ad assistere alle
riunioni dell' Unificata anche solo come uditori,
dopo l' estromissione subìta a dicembre (si
veda ItaliaOggi del 29/1/2016).
«Il 17 dicembre scorso una delegazione dell'
Anpci si è presentata in via della Stamperia
per partecipare all' Unificata, ma le è stato
fatto divieto di entrare per espressa
disposizione in tal senso», ricorda Franca
Biglio.
«Abbiamo subito denunciato come si trattasse
di una situazione incresciosa, anche perché i
precedenti ministri per gli affari regionali,
Maria Carmela Lanzetta e Graziano Delrio, ci
avevano spalancato le porte della Unificata,
anche solo come uditori (per partecipare alle
riunioni servirebbe una modifica del Tuel in tal
senso ndr)», ha proseguito Biglio, «ma non ci
è mai giunta risposta».
L' incontro con Costa ha anche toccato tutte le
tematiche che stanno più a cuore ai piccoli
comuni.
«Siamo molto soddisfatti», ha dichiarato il sindaco di Marsaglia. «Sarà per la nostra comune
provenienza cuneese, ma con il ministro c' è stata dall' inizio grande sintonia. Costa è un profondo
conoscitore delle problematiche dei piccoli comuni e sono certa che con lui si potrà avviare un proficuo
percorso di dialogo».
Il ministro dal canto suo assicura vicinanza alla causa dei mini enti ma, come si conviene al suo ruolo
istituzionale, per il momento non si sbilancia.
«La presidente Biglio mi ha sempre rappresentato le difficoltà dei piccoli centri sin da quando ero
parlamentare. In me troveranno sempre un interlocutore sensibile».
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Dal Piemonte alla Calabria i sindaci stanno con l'
Anpci
Indignazione, sgomento, ma anche tanta
voglia di continuare a lottare per la difesa dei
piccoli comuni. La proposta di legge Lodolini,
che minaccia fusioni obbligatorie per tutti i
municipi sotto i 5 mila abitanti, è sì uno
spauracchio ma anche un formidabile collante
per i mini­enti. Che da quando la proposta di
legge è balzata agli onori della cronaca (grazie
a un articolo pubblicato su ItaliaOggi del
29/1/2016) si sono stretti attorno all' Anpci e al
suo presidente Franca Biglio assicurando
sostegno e solidarietà per portare avanti la
battaglia.
La numero uno dell' Anpci ha inviato a tutti i
sindaci aderenti una missiva chiedendo loro di
formalizzare l' impegno a lottare con l'
Associazione affinché la pdl Lodolini non veda
mai la luce. Un referendum in piena regola per
tastare il polso della base. «Sei pronto ad
attivarti, secondo le indicazioni dell' Anpci, per
informare i tuoi cittadini su quanto viene
imposto, deciso d' imperio, dall' alto, da chi
dovrebbe rappresentarli interpretando le loro
necessità, i loro bisogni, le loro aspettative?»,
chiede Biglio. «Intendi delegare Anpci a
intraprendere tutte le iniziative atte a
contrastare questo processo disgregativo della
storia e della geografia italiana?».
La risposta dei sindaci non si è fatta attendere. Giuseppe Rizzi, sindaco di Lenta (Vercelli) ha subito
risposto sì, invitando tutti gli altri colleghi ad aderire all' appello di Anpci per non far morire i piccoli
comuni. La stessa cosa ha fatto Marco Perosino, sindaco di Priocca (Cuneo) secondo cui «solo Anpci
può difendere gli interessi dei piccoli comuni». Dal Piemonte alla Calabria, la protesta ha coinvolto
anche Francesco Trebisacce, sindaco di Nocara (Cs) che ha scritto alla propria parlamentare di
riferimento, Vincenza Bruno Bossio (Pd), una dei venti firmatari dem della proposta di legge Lodolini,
per esprimere tutto il suo disappunto per un provvedimento che in Calabria porterebbe alla chiusura di
323 comuni, pari al 79% dei municipi dell' intera regione. Anche in Valle Varaita, ai piedi del Monviso,
suona l' allarme. A lanciarlo Domenico Amorisco, sindaco di Casteldelfino. «La pdl Lodolini
cambierebbe la fisionomia della Valle perché farebbe scomparire 11 comuni (oltre a Casteldelfino,
Pontechianale, Bellino, Sampeyre, Frassino, Melle, Valmala, Brossasco, Venasca, Isasca e Piasco, o, in
alternativa Rossana)», dice. «E' una proposta assurda e illogica da respingere senza mezzi termini».
Spostandoci in Veneto, Loris Mazzorato, sindaco di Resana (Tv) annuncia battaglia.
E al premier Matteo Renzi che, da ex sindaco, gli ha scritto, chiamandolo collega, per ricordargli i 480
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milioni di euro stanziati dal governo per l' edilizia scolastica dei comuni, ha replicato stizzito: «il fatto che
in passato lei abbia ricoperto il ruolo di sindaco non significa che oggi possa definirsi mio collega.
La sua politica nei confronti dei comuni è devastante, ci sta mettendo in ginocchio e ci sta togliendo ogni
risorsa economica». Anche l' Anpci Liguria è scesa al fianco del presidente Biglio contro «i galoppini
dell' autoritarismo renziano». «È ora di smettere di mentire», si legge in una nota, «sostenendo che le
piccole realtà incidono pesantemente sulla spesa pubblica, perché incidono solo per il 2.7% sul bilancio
statale a fronte dell' erogazione di servizi fondamentali per il cittadino e di presidio del territorio. La
virtuosità sta nei piccoli comuni, i tagli che lo Stato fa ai mini­enti vanno a compensare le voragini di
bilancio create dalle grandi città (mafia Capitale docet)».
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L' Anpci aderisce alla manifestazione del 12 marzo. No alle fusioni imposte
L' orgoglio dei mini enti
A Volterra per salvaguardare le identità locali
L' identità non si svende.
L' orgoglio dei piccoli comuni non deve finire
nel tritacarne dei numeri, delle presunte
semplificazioni, dei fantomatici risparmi,
perché il patrimonio culturale dei mini enti
costituisce la spina dorsale del Paese e non è
negoziabile. Per questo a Volterra, il 12 marzo
prossimo, i rappresentanti delle piccole
comunità locali si daranno appuntamento per
reclamare la salvaguardia delle proprie
identità. Ma non si tratta, come più di un
politico nazionale ottusamente pensa, di un
atteggiamento di chiusura al cambiamento.
La battaglia dei piccoli comuni n o n è u n a
miope battaglia di conservazione, ma è una
richiesta di sopravvivenza.
La sopravvivenza dei servizi essenziali (si
pensi agli uffici postali e alle farmacie rurali), la
garanzia del diritto alla salute, la
sopravvivenza contro lo spopolamento, il
dissesto idrogeologico, l' invecchiamento della
popolazione, gli infiniti contenziosi che si
aprirebbero se il ddl sul consumo del suolo
diventasse legge.
La manifestazione, organizzata dal comune di
Volterra in collaborazione con l' Associazione
comuni d i m e n t i c a t i e i l P o r t a l e A g e n z i a
Impress, vedrà confluire nella cittadina etrusca
sindaci e amministratori da ogni parte d' Italia. Anpci ha deciso di aderirvi perché ritiene possa costituire
un' imperdibile occasione per ribadire un secco no all' associazionismo comunale obbligatorio. Quello
forzoso, disegnato dalla proposta di legge Lodolini (AC 3420) che prevede fusioni obbligatorie per tutti i
comuni sotto i 5 mila abitanti, e quello forzato che porterà comunque sempre alle fusioni, ma attraverso
un percorso più subdolo: riconoscendo ai comuni, che decidono di svendere la propria identità per
mettersi insieme, privilegi e incentivi negati a tutti gli altri.
Come per esempio ha fatto il decreto Milleproroghe, convertito definitivamente in legge dal senato
mercoledì, che esonera dal pareggio di bilancio (dal 2016 esteso a tutti gli enti, anche quelli sotto i
1.000 abitanti, un tempo esenti da vincoli) i comuni sorti a seguito di fusione. «Ci stanno mettendo il
cappio al collo», osserva la presidente dell' Anpci, Franca Biglio. «Ci stanno dicendo: o procedete alla
fusione senza tante storie o sarete presi per fame». «Non interessa a nessuno sapere che smantellare i
piccoli comuni, privando le realtà locali delle istituzioni di maggiore prossimità, costituisce una grave
ferita per la democrazia e contrasta con la necessità di rilancio economico e sociale delle aree montane,
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collinari, rurali e interne.
Non interessa a nessuno sapere che lo smantellamento dei comuni incrementerà lo spopolamento che
a sua volta produrrà la desertificazione del territorio, come non interessa a nessuno sapere che un
territorio abbandonato assorbe il 22% di acqua in meno con tutto ciò che ne consegue», conclude il
sindaco di Marsaglia. Quello che più colpisce la numero uno dell' Anpci è l' atteggiamento quantomeno
incoerente del Partito democratico che, mentre il governo a guida Pd concede una proroga di un anno
in quanto l' associazionismo, così come concepito dalla dl 78/2010 non ha dato buoni risultati, dall' altro
fa sottoscrivere a 20 deputati dem una proposta di legge che impone tout­court le fusioni obbligatorie.
«È possibile», si chiede Franca Biglio, «che il presidente del consiglio non ne fosse a conoscenza
quando i firmatari sono tutti deputati del partito di cui è segretario?
È possibile che il presidente dell' Anci non ne fosse a conoscenza dal momento in cui una firmataria
della proposta, l' onorevole Daniela Sbrollini, è una funzionaria di Anci Veneto? O forse dobbiamo
pensare che in realtà non vi sia nessuna contraddizione e che la pdl Lodolini sia invece funzionale al
progetto accentratore dell' Anci il cui presidente, Piero Fassino, nel settembre 2014 ebbe a dichiarare
che, secondo il suo personale auspicio, i comuni in Italia sarebbero dovuti passare da 8 mila a 2.500?».
Ecco perché i sindaci dei piccoli comuni hanno deciso di alzare bandiera bianca (si veda ItaliaOggi del
29/1/2016).
Bandiere bianche sui municipi, bandiere bianche sui luoghi pubblici e privati, invitando i cittadini a
partecipare. Ma non in segno di resa, bensì come richiesta al governo e al parlamento di uno «spazio
libero, una pagina bianca per azzerare tutto e riscrivere democraticamente un patto con, e per, i piccoli
comuni che vada nella direzione dell' efficienza, dell' efficacia, dell' economicità, nel rispetto dell'
autonomia e della democrazia». Nel frattempo, largo ad assemblee pubbliche e consigli comunali aperti
per informare i cittadini su tutto quello viene imposto ai piccoli comuni: dalle fusioni obbligatorie ai tagli
ai trasferimenti, dai vincoli sul personale ai limiti per l' assunzione mutui ecc. Queste iniziative
partiranno dal mese di marzo e dureranno fino alla vigilia del referendum sulla riforma costituzionale. A
iniziare sarà proprio Marsaglia, dove il sindaco Biglio ha convocato un' assemblea pubblica il 4 marzo.
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Un Dpcm stabilirà le procedure per raggruppare i comuni non capoluogo di provincia
Appalti, aggregazioni nella p.a.
Stazioni appaltanti autonome per contratti fino a 40 mila ​
Sarà un Dpcm a stabilire come si dovranno
a g g r e g a r e i comuni n o n c a p o l u o g o d i
provincia che vogliono bandire gare di
appalto; le stazioni appaltanti saranno libere di
procedere in autonomia fino a 40 mila euro di
servizi e forniture e 150 mila per lavori; oltre
queste soglie si dovranno utilizzare le
piattaforme informatiche delle centrali di
committenza e, se non qualificate, dovranno
affidare alla centrale di committenza la
g e s t i o n e d e l l ' appalto; p r e v i s t i r e q u i s i t i
premiali per entrare nell' albo delle stazioni
appaltanti gestito dall' Anac. Sono questi
alcuni dei punti principali delineati nell' ultima
versione (datata 22 febbraio) del decreto di
riordino della disciplina in materia di appalti
pubblici che va oggi all' esame del consiglio
dei ministri.
Nel testo è di particolare interesse la disciplina
relativa alle stazioni appaltanti che si muove
su due filoni: centralizzazione degli appalti e
qualificazione delle stazioni appaltanti.
Le stazioni appaltanti saranno libere di
procedere autonomamente per i contratti fino a
40 mila euro per servizi e forniture e fino a 150
mila per lavori. Oltre tale soglia e fino alle
soglie Ue (per servizi e forniture) nonché per
gli acquisti di lavori di manutenzione ordinaria
di importo superiore a 150 mila euro e inferiore a 1 milione di euro le stazioni appaltanti, qualificate dall'
Anac, procedono mediante ricorso autonomo agli strumenti telematici messi a disposizione dalle
centrali di committenza (ad esempio il Mepa).
Se poi la stazione appaltante non risulti in possesso della necessaria qualificazione dovrà procedere all'
acquisizione di forniture, servizi e lavori ricorrendo a una centrale di committenza qualificata, ovvero
mediante aggregazione con una o più stazioni appaltanti aventi la necessaria qualifica.
Se si tratta di un comune non capoluogo di provincia, esso potrà scegliere una di queste due ipotesi:
fare ricorso a una centrale di committenza o procedere mediante unioni di comuni costituite e qualificate
come centrali di committenza, ovvero associandosi o consorziandosi in centrali di committenza nelle
forme previste dall' ordinamento. Sarà poi un Dpcm a definire gli ambiti territoriali all' interno dei quali si
dovranno aggregare i comuni.
Per quel che riguarda la qualificazione delle stazioni appaltanti tutto ruota intorno al sistema gestito dall'
Anac che riunirà stazioni appaltanti qualificate in base ai principi indicati nel decreto e le centrali di
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committenza (oltre ai provveditorati alle opere pubbliche, alle centrali di committenza regionali e a
Consip, che ne fanno parte di diritto).
Per essere qualificati si farà riferimento al complesso delle attività che caratterizzano il processo di
acquisizione di un bene, servizio o lavoro in relazione alla capacità di programmazione e progettazione,
alla capacità di affidamento e alla capacità di esecuzione e controllo. I parametri di valutazione saranno
relativi alla struttura organizzativa della stazione appaltante, alle competenze dei dipendenti, alla loro
formazione e al numero di gare svolte nei tre anni precedenti.
Inoltre, saranno premiate le stazioni appaltanti che avranno ricevuto una valutazione positiva dell' Anac
in ordine all' attuazione di misure di prevenzione dei rischi di corruzione e promozione della legalità e
che potranno dimostrare la presenza di sistemi di gestione in qualità degli uffici e dei procedimenti di
gara, nonché la disponibilità di tecnologie telematiche nella gestione di procedure di gara e il livello di
soccombenza nel contenzioso. La qualificazione varrà cinque anni e una volta entrato in vigore il
sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti l' Anac non rilascerà il codice identificativo di gara per
appalti non rientranti nella qualificazione ottenuta dalla stazione appaltante.
PAGINA A CURA DI ANDREA MASCOLINI
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Diversamente, per l' Anac sono cancellate dai soggetti aggregatori
Centrali di committenza libere da capitali privati
La presenza di capitale privato in una
«centrale di committenza» legittima la
radiazione dall' elenco dei soggetti aggregatori
tenuto dall' Autorità nazionale anticorruzione. È
questa la ragione principale che ha condotto l'
Authority presieduta da Raffaele Cantone, con
la delibera n. 124 del 10 febbraio 2016 resa
nota il 16 febbraio, a procedere all'
annullamento, con validità retroattiva, dell'
iscrizione del Consorzio Cev di Verona nella
lista dei cosiddetti soggetti aggregatori, in
precedenza disposta con riserva nel luglio
2015.
L' annullamento segue ad alcune indagini
condotte dalla Guardia di finanza e prende in
esame gli elementi che devono assicurare il
principio di indipendenza e la totale assenza di
conflitti di interesse anche potenziali nello
svolgimento delle funzioni della centrale di
committenza. L' Autorità ha in particolare
accertato la sussistenza di relazioni di tipo
soggettivo tra gli organi amministrativi del Cev
e quelli di alcune società private di cui il Cev
detiene quote di partecipazione.
Inoltre, la delibera ha anche dato atto che la
centrale di committenza non aveva un
dipendente e che le 10 unità lavorative erano
alle dipendenze di una delle società private
partecipate, elemento che ha fatto dire all' Anac che il Cev non può svolgere alcun ruolo operativo nell'
ambito delle procedure di gara in quanto non è dotato di personale dipendente.
La particolarità del caso è che inizialmente, rispetto ai rilievi formulati dall' Anac, il Cev si era anche
adeguata a quanto richiesto dall' Anac ma soltanto formalmente e non nella sostanza . In particolare, si
legge nella delibera, la dismissione delle quote delle tre società private, detenute dal Cev al momento
dell' iscrizione nell' elenco dei soggetti aggregatori, nonché la presentazione delle dimissioni di due
consiglieri del cda del Cev ed i minimi adeguamenti operati alla struttura organizzativa, «non incidono in
modo significativo sulla circostanza della mancata indipendenza del Consorzio al momento dell'
iscrizione all' elenco dei soggetti aggregatori».
La vicenda del Consorzio Cev richiama, quanto meno per l' esito, quanto avvenuto con la Asmel
(società consortile che svolge funzione di centrale di committenza per numerosi comuni) oggetto della
delibera (n.321 del 30 aprile 2015) con cui l' Anticorruzione aveva rilevato alcuni profili di illegittimità
proprio dal punto di vista della partecipazione, più sfumata, di soggetti privati.
Nel caso specifico, l' Anac con la citata delibera aveva contestato l' attività della Asmel e condannato la
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presenza di soggetti privati al suo interno.
In particolare, secondo l' Anac, le gare poste da Asmel erano prive del presupposto di legittimazione
perché non rispondenti ai modelli organizzativi indicati nel comma 3­bis dell' art. 33 del Codice degli
appalti. E' stato poi il Consiglio di stato, con ordinanza n. 4016 del 9 settembre, a sospendere l' efficacia
della delibera, anche al fine di non incidere sulle gare in corso di esecuzione.
Dovrà essere il Tar del Lazio ad entrare nel merito.
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sentenza cds sulla qualificazione
Gare e servizi analoghi
Negli appalti pubblici d i servizi la richiesta di
pregresse esperienze analoghe non può
portare ad ammettere alla gara soltanto i
concorrenti che abbiano svolto servizi identici
all' oggetto della procedura di affidamento.
Lo ha affermato il Consiglio di stato sez. III con
la sentenza del 19 febbraio 2016 n. 695 che
a f f r o n t a i l t e m a d e i c o s i d d e t t i «servizi
analoghi», elemento di qualificazione dei
concorrenti che partecipano ad appalti pubblici
di servizi.
Il problema si pone generalmente quando il
concetto di analogia viene interpretato dalla
stazione appaltante in termini eccessivamente
restrittivi, arrivando a configurare addirittura la
richiesta negli atti di gara di servizi «identici» a
quelli oggetto dell' affidamento.
Si tratta evidentemente di scendere nel
dettaglio, caso per caso, ma alcuni punti fermi
il Consiglio di stato li fa presenti. In particolare,
si specifica che laddove il bando di gara
richieda quale requisito il pregresso
svolgimento di «servizi analoghi», tale nozione
non può, se non con grave forzatura
interpretativa, essere assimilata a quella di
«servizi identici».
Per i giudici quindi il concorrente è in regola
rispetto alla prescrizione del bando di gara se
ha dimostrato lo svolgimento di servizi rientranti nel «medesimo settore imprenditoriale o professionale
al quale afferisce l' appalto». Nel caso di specie oggetto dell' appalto era l' affidamento di un centro
diurno polifunzionale e, cioè, un servizio articolato in spazi multivalenti, che si colloca nella rete dei
servizi sociali territoriali, e offre la possibilità di aggregazione finalizzata alla prevenzione di situazioni di
disagio attraverso proposte di socializzazione tra minori e di identificazione di persone adulte
significative.
La stazione appaltante aveva chiarito che per servizi analoghi si dovesse fare riferimento al numero di
classificazione Cpv europeo di riferimento che è indicato per ogni lotto, cioè, in relazione al Cpv
85320000­8, relativo ai servizi sociali. Per i giudici quindi l' appalto ha ad oggetto un servizio sociale e
non sanitario e riguarda specificamente i minori, mentre le pregresse esperienze vantate dal consorzio
ed elencate nel suo curriculum sono estranee rispetto alla specificità del servizio richiesto.
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Aiuti all' area adriatica
È operativo il nuovo bando per la
capitalizzazione e la clusterizzazione del
Programma di cooperazione transfrontaliera
A d r i a t i c I p a C b c r i v o l t o a l l e regioni c h e
affacciano sull' Adriatico. Il bando, dotato di
risorse per 6,1 milioni di euro, coinvolge le
sette regioni adriatiche italiane di Abruzzo,
Emilia­Romagna, Friuli Venezia Giulia,
Marche, Molise, Puglia, Veneto, oltre che
alcuni territori di altri sette stati (Albania,
Bosnia Erzegovina, Croazia, Grecia,
Montenegro, Serbia e Slovenia). Gli enti locali
potranno finanziare progetti in materia di
ambiente marino e all' attività marittima,
qualità dell' ambiente terrestre e marino e
tutela della biodiversità, trasporti e connessioni
energetiche, marittime e intermodali, nonché
costruzione e gestione di turismo sostenibile e
diversificazione dell' offerta. Ogni progetto
potrà richiedere da un minimo di 500 mila euro
a un massimo di 1,2 milioni di euro di
contributo Ipa. Il tasso di co­finanziamento Ipa
copre fino all' 85% del costo pubblico totale.
La scadenza è fissata all' 11 marzo 2016.
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Approvato il decreto che prova a rilanciare la promozione dell' efficienza energetica
Conto termico, via alla riforma
Sul piatto 900 mln di cui 200 per gli enti pubblici
Il Conto termico 2.0 è finalmente realtà, è stato
infatti approvato il decreto interministeriale del
16 febbraio 2016 che prova a rilanciare lo
strumento per promuovere l' efficienza
termica. Lo strumento garantirà risorse per
900 milioni di euro annui, di cui ben 200 milioni
d i e u r o a f a v o r e d e l l e amministrazioni
pubbliche. L' entrata in vigore del decreto
interministeriale avverrà dopo 90 giorni dalla
sua pubblicazione.
Con l' operatività del nuovo Conto Termico, le
amministrazioni pubbliche potranno anche
godere di incentivi maggiorati che oscilleranno
tra il 40 e il 65% del costo dell' intervento.
N e l l a c a t e g o r i a d e l l e amministrazioni
pubbliche, il Conto termico 2.0 considererà
anche le società a patrimonio interamente
pubblico (società in­house), nonché le società
cooperative sociali.
Le novità del Conto Termico 2.0 Tra le novità
più interessanti del nuovo Conto termico
possiamo citare l' eliminazione dell' iscrizione
ai registri per pompe di calore elettriche o a
gas e caldaie a biomassa di potenza termica
superiore a 500 kW che d' ora in avanti
potranno quindi accedere direttamente all'
incentivo, nonché la predisposizione di un
catalogo di prodotti di mercato idonei e
prequalificati per l' accesso al meccanismo per i quali è prevista una procedura semi­automatica di
riconoscimento.
Inoltre, le pubbliche amministrazioni avranno la possibilità di ottenere un acconto e pagamenti per stato
di avanzamento lavori, nonché il rilascio in un' unica rata per importi fino a 5 mila euro.
Altra novità è l' aggiornamento del contratto tipo predisposto dall' Autorità per l' energia elettrica, il gas e
il sistema idrico con termini di pagamento ridotti a 60 giorni da fine lavori rispetto ai 180 vigenti. È
prevista anche la possibilità, per le sole pubbliche amministrazioni, di richiedere, prima della
realizzazione degli interventi e al ricorrere di precise condizioni, la prenotazione degli incentivi con
impegno all' erogazione delle risorse.
Arrivano nuovi interventi agevolabili Il Conto termico 2.0 porta in dote anche l' introduzione di nuovi
interventi agevolabili, nonché l' innalzamento delle soglie di accesso per pompe di calore elettriche, a
gas, caldaie a biomassa e impianti solari termici.
I nuovi interventi agevolabili sono la trasformazione degli edifici esistenti in «edifici a energia quasi
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zero», nonché la sostituzione di sistemi per l' illuminazione d' interni e delle pertinenze esterne degli
edifici esistenti con sistemi efficienti di illuminazione. È stata inoltre introdotta la possibilità di finanziare
l' installazione di tecnologie di gestione e controllo automatico (building automation) degli impianti
termici ed elettrici degli edifici, ivi compresa l' installazione di sistemi di termoregolazione e
contabilizzazione del calore.
Altro nuovo intervento finanziabile è la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con
sistemi ibridi a pompa di calore.
Confermati i vecchi interventi Il Conto termico rimarrà accessibile anche per i precedenti interventi già
finanziabili. Quindi la pubblica amministrazione potrà finanziare interventi di isolamento termico di
superfici opache delimitanti il volume climatizzato, sostituzione di chiusure trasparenti comprensive di
infissi delimitanti il volume climatizzato, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con
impianti di climatizzazione invernale utilizzanti generatori di calore a condensazione, nonché
installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento di chiusure trasparenti con esposizione da
Est­Sud­Est a Ovest, fissi o mobili, non trasportabili.
Sia enti pubblici che privati potranno ottenere il conto termico per la sostituzione di impianti di
climatizzazione invernale esistenti con impianti a maggior efficienza, nonché per l' installazione di
impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e/o ad integrazione dell' impianto di
climatizzazione invernale, anche abbinati a sistemi di solar cooling e per la sostituzione di scaldacqua
elettrici con scaldacqua a pompa di calore.
PAGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI
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Friuli, fondi alle scuole
La regione Friuli Venezia Giulia ha approvato il
bando relativo a «Riduzione di consumi di
energia primaria negli edifici scolastici» del
Por 2014­2020. La Regione ha stanziato allo
scopo risorse per 10 milioni di euro. I soggetti
che possono presentare domanda sono gli enti
locali d e l F r i u l i V e n e z i a G i u l i a . S o n o
ammissibili i progetti che prevedono interventi
finalizzati all' efficientamento energetico degli
edifici scolastici. Sono finanziabili lavori edili e
affini per coibentazione interna ed esterna,
oltre che lavori di sostituzione di serramenti e
infissi e di installazione di sistemi schermanti a
protezione di superfici vetrate. Inoltre,
rientrano i lavori agli impianti mediante
implementazione di materiali, dispositivi e
prodotti per il miglioramento dei rendimenti di
distribuzione ed emissione, sostituzione
generatori di calore con sistemi e componenti
ad alta efficienza. I contributi sono concessi
nella forma di contributo a fondo perduto nella
misura del 100% della spesa ritenuta
ammissibile. Le domande devono essere
presentate entro il termine ultimo delle ore
16,00 del 24 marzo 2016.
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