4 giugno 2015 - Unione dei Comuni della Bassa Romagna

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4 giugno 2015 - Unione dei Comuni della Bassa Romagna
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
Giovedì, 04 giugno 2015
UNIONE DEI COMUNI BASSA ROMAGNA
Giovedì, 04 giugno 2015
Prime Pagine
04/06/2015 Prima Pagina
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Il Sole 24 Ore
04/06/2015 Prima Pagina
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Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
Enti locali
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 3
Carlo Bastasin
Salvata la Grecia l' urgenza è l' Europa
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 4
Marco Moussanet
«La ripresa è partita, avanti con le riforme»
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7
Nicoletta Picchio
«Senza manifattura non c' è ripresa»
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7
R.Tu.
Dirigenza Pa, la Corte dei conti torna a criticare il «ruolo...
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7
Luca Orlando
Varese intravede i primi segnali di ripresa
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 10
Mauro Salerno
Appalti, stretta sulle varianti
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 10
Sara Monaci
Dopo­Expo, tredici in corsa
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 15
Paola Dezza
La Miami delle archistar
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 17
Francesco Nariello
Formazione continua per agenti e mediatori
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 18
Emilia Patta
La linea di Renzi: chi non vota la fiducia è fuori dal Pd
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 20
Giovanni Vegezzi
Banca Farmafactoring, avvio sprint: raccolta a 350 milioni in 9 mesi
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 27
Luca Gaiani
Ace, credito Irap solo dal 2014
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 35
Giovanni Negri
Class action, arriva l' ok alla riforma
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 38
Nicola CavalluzzoAlessandro Montinari
Sui beni materiali gratuiti trattamento fiscale «incerto»
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 40
Giorgio Gavelli
Alternativa Imu­Irpef al test di Unico
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 40
Gianni Trovati
Centri per l' impiego, nel decreto enti
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 1
PIERLUIGI MAGNASCHI
Per Pier Luigi Bersani l' abuso di ufficio è come una multa per un...
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 2
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 2
FRANCO ADRIANO
Il Jobs act salva il posto a Renzi
GIORGIO PONZIANO
Primarie cu a pummarola 'n coppa
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 12
DOMENICO CACOPARDO
Nella Ue siamo come carta velina
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 13
SIMONETTA SCARANE
Eni gas conta in Francia già mezzo milione di clienti
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 24
FABRIZIO G. POGGIANI
Aiuto alla crescita semplificato
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 25
Nozze gay, prefetti zittiti
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brevi
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 25
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Imu Tasi Tari, the three­card trick
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 10
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Imu Tasi Tari, il gioco delle tre tavolette
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 3
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Da oggi il filo diretto su Imu e Tasi
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 41
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LE ISTRUZIONI
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I tedeschi aprono un listino a Singapore
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 35
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Ripartire davvero o l' onda del declino si farà più alta
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 24
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I NODI DELLA RIPRESA
04/06/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9
3
DARIO FERRARA
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04/06/2015 Italia Oggi Pagina 27
GIOVAMBATTISTA PALUMBO
Il giudice tributario deve quantificare la pretesa
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 28
MATTEO BARBERO
Imponibile a metà per fabbricati di interesse storico­artistico
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 28
SERGIO TROVATO
Tasse locali, tempo di acconti
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 29
ANDREA FRADEANI
Scorporo terreni di rigore solo per i fabbricati cielo­terra
04/06/2015 Italia Oggi Pagina 33
RAFFAELLA MESSINA * E DANIELE GIACALONE **
Raddoppio termini da rivedere
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Il Resto del Carlino Ravenna
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 10
Fondazione sempre più benefica
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 15
Il consiglio del primo cittadino di Lugo Giovanni punti sulla competenza
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17
CENA CIMBRA' QUESTA SERA AL CHICCO D'ORO
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17
Paurosa carambola fra tre auto
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17
I volontari della Protezione civile lughese hanno incontrato i cittadini
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17
Rubano slot machine ma rimangono a mani vuote
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 17
«La zona di via Bandiera troppo spesso rischia di allagarsi»
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19
Maxischermo a Lugo per la finale di Champions
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19
Due alberi per i 269 bimbi nati nel 2013 e nel 2014
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19
«La nuova via Lunga verrà realizzata, il Comune sta cercando...
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 19
L' Osteria di Piazza Nuova cambia gestione e si amplia
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 20
Concerto a S. Stefano in Corleto
04/06/2015 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 22
MUSICA ALL' ACRYLICO
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Corriere di Romagna Ravenna
04/06/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 10
Dalla Fondazione della Cassa 8 milioni per aiutare il territorio
04/06/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 12
Composizione del nuovo consiglio Fino al ballottaggio regna l' incertezza
04/06/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 29
Dissesto sulla sponda del Senio: E' arrivata la relazione finale del...
04/06/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 30
Osteria di piazza Nuova: cambio al timone
04/06/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 30
Schianto a Massa: grave un 39enne
04/06/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 30
A Lugo stasera il presidente Pd Matteo Orfini
04/06/2015 Corriere di Romagna (ed. Ravenna­Imola) Pagina 30
Rubano dal bar cambiasoldi con 1.200 euro
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La Voce di Romagna Ravenna
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 32
In 84 hanno chiesto il rimborso Iva ad Hera I dati al congresso di...
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 32
Rivalutazione pensioni Lungo contenzioso
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
Osteria piazza nuova, cambio di timone
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
ANCHE IL SINDACO PARTECIPERÀ
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
Storia d' impresa Mostra organizzata da Confindustria
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
Grande Guerra, una rievocazione che vola
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
Lugo La Protezione civile incontra e informa i cittadini
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
Teatrobus a Cotignola
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
Il pifferaio magico del Luigi Battaglia
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04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 34
Un albero, un bambino al Podere Pantaleone
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 36
Si progetta la messa in sicurezza della sponda destra del fiume Senio dopo...
04/06/2015 La Voce di Romagna Pagina 39
In mostra !
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Il Sole 24 Ore
Prima Pagina
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Prima Pagina
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
LE SFIDE DELLA UE.
Salvata la Grecia l' urgenza è l' Europa
Più si avvicina il burrone e più cresce la debolezza politica di
entrambe le parti.
Solo per questa ragione ieri era considerato prossimo un
accordo nel negoziato tra Atene e i creditori. Le istituzioni
coinvolte nella trattativa sperano di arrivarci entro venerdì, ma
l' intesa che ieri sembrava possibile era solo quella del
cosiddetto "compromesso sporco", un ponte provvisorio che
porti in autunno a varare un terzo piano di assistenza più
gravoso del previsto per i Paesi euro, ma sotto concessione
solo graduale dei fondi già stanziati per patrimonializzare le
banche greche. Su queste colonne abbiamo già raccontato i
dettagli dell' offerta ad Atene e di come l' urgenza prevarrà
sulla sostanza, ma c' è ancora distanza e intransigenza tra le
posizioni. Alla fine la trattativa si concentrerà sui punti
d''appiglio necessari a ottenere l' approvazione sia dei
parlamenti dei creditori più severi, sia della frangia radicale di
Syriza. È possibile dunque che venga anticipato l' annuncio
del futuro taglio del 17% del valore attuale netto del debito
greco, andando incontro così anche alle obiezioni del Fondo
monetario sulla sua sostenibilità poco garantita da un
compromesso debole.
Subito dopo, tuttavia gli europei dovranno chiedersi quanto
costerà in più a loro il nuovo piano di assistenza ad Atene e
se è vera la stima di almeno 35 miliardi che circola tra
Francoforte e Bruxelles. Ci si dovrà chiedere inoltre quanti
anni ci vorranno ancora per risolvere davvero la questione
greca. Per concludere tuttavia che, per quanto alto il suo
prezzo, per quanto indefinito l' impegno, un accordo sarà
comunque preferibile a scatenare l' instabilità monetaria
europea e vedere il mirino della crisi girare verso Ovest e
puntare, presto o tardi, su Roma.
Ciò che unisce i negoziatori è infatti che il caos ad Atene
sarebbe rischioso per tutti. Se lo stallo durasse oltre i
prossimi giorni, per Alexis Tsipras il problema non sarebbe
più la mancanza di fondi con cui ripagare i creditori­ la rata
del Fondo monetario scade venerdì ­ ma l' impossibilità di
pagare le pensioni, gli stipendi dei dipendenti dell'
amministrazione e i fornitori dei servizi pubblici.
Le prestazioni degli ospedali si potrebbero interrompere, i
trasporti e i servizi fondamentali ­ criticamente quelli che fanno capo ai militari ­ si potrebbero fermare.
La dinamica politica cambierebbe drammaticamente. Per ottenere consenso dai dipendenti pubblici e
dai pensionati, al governo non basterebbe dare la colpa al resto del mondo e in primo luogo ad Angela
Merkel e Christine Lagarde. A un certo punto la responsabilità ricadrebbe inevitabilmente sulle spalle di
Tsipras e sulle istituzioni democratiche.
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
Nel giro di due anni quasi metà dei depositi greci sono già fuggiti dalle banche.
Trenta miliardi dopo le ultime elezioni. La società greca resta divisa tra chi da tempo si è messo al
riparo da ogni conseguenza dell' implosione ­ ed è pronto a beneficiare di un' uscita del Paese dall' euro
­ e chi non ha mezzi né possibilità per difendersi, o al massimo nasconde i risparmi dentro al
materasso. Sono proprio questi gli elettori di Syriza: sotto uno strato di intellettuali c' è la massa dei
cittadini che negli ultimi anni hanno vissuto il tiro al piccione sulla Grecia dal punto di vista del piccione,
privi di voce, talvolta complici, sempre indifesi.
Inevitabilmente il consenso per Syriza si disintegrerebbe.
Syriza ha chiesto un mandato elettorale contraddittorio: restare nell' euro, senza sacrifici e sottraendosi
al controllo della troika. La trattativa con i partner ­ governi anch' essi democratici ­ ha mostrato che le
promesse elettorali non erano coerenti. Il governo ha puntato così sulla sostituzione delle riforme della
troika con l' aumento della pressione fiscale che, in ragione della polarizzazione della società greca, è
parsa agli elettori di Syriza riguardare i mandarini del passato.
Tuttavia, gli aumenti delle tasse non sono coerenti con l' appello di Atene a un programma che punti
sulla crescita per tagliare il debito, anziché sul contrario. Su queste basi, Atene avrà bisogno di
sostegno per anni.
Si dice che nessun accordo possa cambiare di per sé la competitività di un Paese. Ma il problema
greco è anche nella debolezza istituzionale e nella cattiva governance. Se solidale con i cittadini, un
accordo con istituzioni estere e creditori poteva affrontare questi punti deboli. Qui si è vista la debolezza
politica dei creditori: incapaci di riconoscere che errori erano stati commessi dalla troika, si sono fatti
catturare dalla logica confrontativa di Atene. Si è vista la debolezza dell' impianto contrattuale di una
governance comune che si basa su responsabilità singole, rendendo un intralcio la solidarietà e la
condivisione di sovranità: rimanere nell' euro richiede che ogni Paese abbia debiti sostenibili, quindi
prospettive di crescita, riforme che rendano i mercati elastici agli shock e incentivi per investire e
produrre. Affinché questi requisiti siano realizzati, la governance europea tra Paesi sovrani prevede che
gli aiuti siano condizionali alle riforme, in ragione di una verifica che a sua volta richiede un elevato
grado di trasparenza tra il debitore e i creditori. Come si vede dietro questi meccanismi c' è un intero
sistema di interdipendenza politica, che finora tuttavia nessuno è riuscito a esprimere come un valore. E
che è stato invece declinato nel linguaggio ottocentesco delle sovranità nazionali esclusive e
reciprocamente diffidenti.
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Carlo Bastasin
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
«La ripresa è partita, avanti con le riforme»
Ocse: ma in Italia rischi per possibili terremoti nell' Eurozona ­ Padoan: non siamo
vulnerabili.
parigi L' Ocse promuove il Governo e alza le
stime di crescita dell' Italia. Spingendosi a
scrivere che «l' insieme dei fattori che
sostengono la crescita italiana è il più propizio
da molti anni».
Il Pil è previsto in aumento dello 0,6% quest'
anno (confermate le stime di marzo, rispetto
allo 0,2% dell' outlook di novembre) e dell'
1,5% nel 2016 (rispetto all' 1,3% di marzo e all'
1% di novembre), con un' accelerazione all'
1,7% nell' ultimo trimestre dell' anno prossimo.
Grazie anche all' effetto congiunto dell' euro
debole e dei prezzi del petrolio in forte calo, l'
export dovrebbe aumentare del 3,4% quest'
anno e del 5,1% nel 2016 (+5,5% a fine anno).
E se le esportazioni «continueranno a
sostenere la crescita, la ripresa sarà rafforzata
dai consumi interni», che dovrebbero salire
dello 0,4% nel 2015 e dell' 1,1% nel 2016. Gli
investimenti fissi lordi, in calo del 3,4% l' anno
scorso, dovrebbero ripartire e rafforzarsi, con
un incremento dell' 1,6% quest' anno e dell'
1,9% il prossimo.
Il deficit è previsto al 2,6% nel 2015 e al 2%
nel 2016, mentre il saldo corrente registrerà un
surplus del 2,6% quest' anno e del 3,4% il
prossimo. Il debito, in aumento quest' anno al 133,2% del Pil, dovrebbe iniziare a scendere l' anno
prossimo, al 132%.
Il tasso di disoccupazione rimarrà invariato nel 2015 (al 12,7%), ma anch' esso dovrebbe finalmente
diminuire (al 12,1%) nel 2016. Mentre sale l' occupazione (dello 0,5% quest' anno e dell' 1% il
prossimo). Dati che secondo l' Ocse «confermano il fatto che i segnali positivi sul fronte della crescita
spingono nuove persone verso il mercato del lavoro».
Al di là dei fattori esterni, l' Ocse sottolinea l' impatto fondamentale del processo di riforme avviato dal
Governo. A partire dal Jobs Act, che ha «il potenziale di migliorare drasticamente il mercato del lavoro».
Ma l' organizzazione parigina insiste anche sull' importanza della nuova legge elettorale, «destinata a
garantire stabilità e ridurre l' incertezza politica».
Pur segnalando la vulnerabilità italiana rispetto al possibile protrarsi della crisi greca.
Il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan ha ovviamente commentato con soddisfazione l' analisi
dell' Ocse, spiegando che «la composizione della crescita è incoraggiante perché ci sono più
investimenti e perché iniziano ad arrivare risultati sul fronte dell' occupazione». Si tratta, ha aggiunto
Padoan, di una ripresa graduale, «che sarà pienamente soddisfacente» quando agli aumenti di Pil e
domanda si aggiungerà «una forte ripresa del lavoro». Il ministro ha ribadito l' impegno del Governo ad
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
andare avanti, rapidamente, sul terreno delle riforme, citando in particolare la scuola, la pubblica
amministrazione e la giustizia civile. E ha escluso il rischio di un contagio greco: «Non c' è alcuna
vulnerabilità. Abbiamo pochissimo debito privato nell' economia e siamo tra i Paesi messi meglio nell'
Ocse».
Il rapporto semestrale dell' organizzazione si sofferma anche sulle «fragilità del settore bancario»,
evidenziandone «l' incapacità a supportare efficacemente gli investimenti privati». E invitando a
procedere rapidamente verso la creazione di un «mercato secondario dei prestiti non performanti». A
proposito di bad bank, Padoan ha assicurato che il Governo varerà «entro l' estate, le misure per
trattare le sofferenze bancarie».
Se la situazione italiana e dell' area euro migliora, lo stesso non si può dire dello scenario mondiale,
condizionato dagli ultimi dati americani e dal rallentamento cinese.
L' Ocse ha rivisto al ribasso la crescita globale (al 3,1% quest' anno e al 3,8% il prossimo) e quella Usa
(2 e 2,8%).
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Marco Moussanet
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Enti locali
«Senza manifattura non c' è ripresa»
Squinzi: dati Istat e Ocse positivi ma da verificare nel lungo periodo ­ Pressing per le
riforme.
roma I segnali positivi sull' andamento dell'
economia ci sono. «Ma devono essere
verificati nel lungo periodo perché l'
impressione è che siano ancora molto legati
alle esportazioni, in questo momento
beneficiate di fattori esteri come l'
indebolimento dell' euro o il Qe deciso dalla
Bce». Giorgio Squinzi commenta i dati Ocse
sulla crescita dell' Italia e quelli Istat sull'
occupazione, riservandosi di «rivedere questi
segnali nel giro di qualche mese». C' è un
aspetto che il presidente di Confindustria
sottolinea: l' andamento del mercato interno.
«Non è ripartito». Senza non potrà esserci una
ripresa solida. Motivo in più per continuare il
pressing sul governo a fare le riforme e a
mettere al centro il manifatturiero.
«Senza impresa non c' è ripresa.
Se le nostre imprese non ripartono la ripresa
non la vediamo. Non saranno il pubblico o i
servizi a far ripartire il paese», ha detto il
presidente di Confindustria all' assemblea
degli industriali di Varese, intervistato dall'
economista Marco Fortis. «Lo possiamo fare
noi con le nostre imprese manifatturiere, siamo
solo noi a poter fare la differenza». Di qui l'
auspicio di Squinzi che «questo governo l' abbia capito» e che «si muova in direzione di facilitare il
nostro ruolo e rimetta l' impresa al centro degli interessi del paese».
Bisogna ritrovare «un orgoglio dell' Italia manifatturiera». Anche se, ha aggiunto, sarà difficile tornare al
quarto posto a livello mondiale. «Come imprenditori ci dobbiamo credere, avere fiducia. Le aziende che
hanno investito in questi anni riescono ad essere efficaci, efficienti e competitive in tutto il mondo».
Squinzi ha riconosciuto che c' è stato un impatto del Jobs act e di alcuni provvedimenti del governo. Ma
occorre continuare con le riforme strutturali: «Dobbiamo tenere alta la pressione sul governo perché
vengano realizzate, quelle politiche e istituzionali, ma anche della Pa». Se alcune, come la riforma del
lavoro, vanno nella direzione giusta, su altre il presidente di Confindustria è critico, in particolare sulla
legge sui reati ambientali e sul falso in bilancio.
«La legge sui reati ambientali passata in prima battuta è veramente anti impresa perché non distingue
chi sbaglia per errore e chi per volontà deliberata. E questo è vero anche per la legge sul falso in
bilancio».
C' è anche un altro tema su cui Squinzi insiste: il rilancio degli investimenti e delle infrastrutture.
«L' Italia che una volta era all' avanguardia ora è in ritardo». Far ripartire le infrastrutture avrebbe un
impatto positivo anche sul settore dell' edilizia, che ha sofferto molto durante la crisi: «Per fortuna negli
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ultimi due­tre mesi non vediamo ulteriori cali dopo le flessioni spaventose degli ultimi anni. Basti dire
che il mercato del cemento è sceso da 47 milioni di metri cubi del 2007 a 18 nel 2014». L' impressione,
ha aggiunto, è che il mercato abbia finito di scendere ma non sia ancora ripartito, circostanza che vale
non solo per l' edilizia.
All' assemblea annuale della scorsa settimana, Squinzi aveva rilanciato il tema delle relazioni industriali
e della contrattazione, sostenendo un legame più forte tra salari e produttività. «Non è vero che l'
obiettivo di Confindustria è ridurli: vogliamo invece salari più elevati, che siano competitivi a livello
europeo, che diano soddisfazione ai lavoratori», ha sottolineato, rispondendo alla leader della Cgil,
Susanna Camusso. «Sono rimasto stupito di leggere che la signora Camusso ha detto che il nostro
obiettivo è ridurre i salari. Non l' ho detto, non l' ho lasciato intuire e non corrisponde alla realtà».
Piuttosto bisogna portare a termine l' applicazione dell' accordo sulla rappresentanza.
«È un accordo che tutti hanno accettato ma per cui si sta facendo molta fatica a scrivere i regolamenti
attuativi. Non si può andare avanti con il vecchio copione, bisogna agire mantenendo la stessa velocità
dei paesi europei che sono più competitivi ed hanno un clima di relazioni industriali adeguato alla
rapidità di movimento di questi anni». In casa propria, Confindustria, con la presidenza Squinzi, ha
rivisto la propria organizzazione con la riforma Pesenti: «È riuscita a semplificare il meccanismo di
rappresentanza, ha dato il buon esempio, ha dimostrato di andare nella direzione giusta ad un governo
che dice di non credere nei sistemi intermedi di rappresentanza come i sindacati e le associazioni
imprenditoriali».
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Nicoletta Picchio
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Enti locali
Ddl Madia. Le Regioni chiedono il rispetto dell' autonomia sulla gestione degli incarichi.
Dirigenza Pa, la Corte dei conti torna a criticare il
«ruolo unico»
Una raffica di rilievi sulla riforma della
dirigenza. La richiesta di un passo indietro
sulla modifica delle regole sulla responsabilità
amministrativo­contabile dei dirigenti. U n
nuovo pressing per sollecitare il riordino della
disciplina delle partecipazioni azionarie delle
amministrazioni pubbliche (mancano gli
obiettivi di risparmio) e dei servizi pubblici
locali. Invitata ieri alla Camera a dire la sua sul
Ddl delega per la riforma della Pa, la Corte dei
conti ha ribadito tutti i suoi dubbi sul testo
arrivato da palazzo Madama, che entro fine
mese arriverà in aula.
La dirigenza, capitolo cruciale della riforma,
resta dunque sugli scudi. E qualcuno mormora
perché tanto, come spesso accaduto, la
grande burocrazia difende sempre sé stessa.
In verità la Corte dei conti, rappresentata ieri in
commissione Affari costituzionali dal
presidente Raffaele Squitieri, non s' è limitata
ad avanzare rilievi, anche se non delle vere e
proprie censure. La magistratura contabile ha
infatti riconosciuto che il testo orginario
contiene parecchie e importanti novità e che
nell' esame del Senato sono state accolte non
poche delle osservazioni che aveva avanzato.
Quel che funziona, di massima, è l' impianto­auspicio generale, come gli aspetti che dovrebbero snellire
i procedimenti, spianando la strada all' accesso ai servizi, dalla digitalizzazione alla previsione d i
"punire" le amministrazioni che stanno con le mani in mano nel processo di cambiamento del dinosauro
burocratico. Resta il fatto che, prima ancora di sollevare le sue obiezioni, la Corte dei conti ieri ha voluto
sottolineare due aspetti che le stanno molto a cuore. Il primo: la necessità, una volta "fatta" la legge, di
emanare rapidamente i decreti delegati, in quanto «eventuali ritardi potrebbero incidere negativamente
sul recupero di competitività dell' intero sistema produttivo». Il secondo aspetto sottolineato è quello di
non aver colto nel testo la necessità di porre il problema di disegnare un diverso «perimetro» della Pa,
di cui la Corte nei suoi rapporti si fa interprete da tempo.
Intanto, in merito alla riforma della dirigenza , gli aspetti critici, secondo la Corte, sono ancora numerosi.
A partire dalla necessità di «contemperare» la flessibilità organizzativa con l'«autonomia» della
dirigenza dalla politica. Per nono dire dei modi individuati per selezionare chi avrà incarichi dirigenziali:
il Ddl, non considera come dovrebbe le «competenze specifiche» dei candidati. Autonomia e capacità,
dunque. Ma anche le pastoie che rischiano di crearsi con la gestione dei ruoli unici (da cui dovrebbero
essere esclusi i prefetti), il rapporto poco chiaro tra legge e contrattazione collettiva sul trattamento
economico. E gli stessi dubbi di costituzionalità legati al ruolo unico anche per i dirigenti di regioni e
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comuni. Quanto basta, alla Corte dei conti, che c' è parecchio da rivedere. Sempre che sia rivisto.
Come il nuovo regime delineato per la responsabilità amministrativo­contabile.
Aspetto che la Corte contesta apertamente, scorgendo anche un vulnus nei propri confronti.
Ma anche dell' erario.
Nelle audizioni di ieri sono sfilati anche i rappresentati di sindacati (la Cgil ha bollato la riforma come
antistorica e negatrice del ruolo della contrattazione), Anci, Upi, Dn Antimafia e Regioni. Anche da
queste ultime rilievi sul nodo dirigenza, con la richiesta di rispetto dell' autonomia degli enti sul
reclutamento e il conferimento degli i incarichi.
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R.Tu.
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I NODI DELLA RIPRESA
Far ripartire il mercato interno Verificare nel
lungo periodo i segnali positivi per l' economia
che arrivano da Ocse e Istat ma il nodo resta il
mercato interno che non è ripartito. A
sottolinearlo è stato ieri Giorgio Squinzi. «Se le
nostre imprese non ripartono la ripresa non la
vediamo», sono state le parole del presidente
di Confindustria che ha aggiunto come non
saranno il pubblico o i servizi a far ripartire il
paese. «Siamo noi con le nostre imprese
manifatturiere a poter fare la differenza». L'
auspicio è che «questo il governo l' abbia
capito» e che si muova in direzione e rimetta l'
impresa al centro dell' interesse del paese
Avanti con le riforme Il Jobs act e ha avuto un
impatto positivo, ma bisogna continuare con le
riforme strutturali. «Dobbiamo tenere alta la
pressione sul governo ­ ha detto Squinzi ­
perché vengano realizzate quelle politiche e
istituzionali ma anche della Pa» Il rilancio degli
investimenti Squinzi è tornato anche tema del
rilancio di investimenti e infrastrutture: «L' Italia
che una volta era all' avanguardia ora è in
ritardo». Far ripartire le infrastrutture avrebbe
un impatto positivo anche sul s ettore dell'
ediliza, che ha sofferto molto la crisi.
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Assemblee. Il presidente uscente Brugnoli: «Riforme perfettibili ma comunque intraprese ­ Ci
sono tutte le condizioni per guardare con fiducia al futuro»
Varese intravede i primi segnali di ripresa
Busto Arsizio (Va) «Ti lascio il testimone con
uno zero virgola in più, guarda che io non l' ho
mai avuto!». In effetti per Giovanni Brugnoli,
come per quasi tutti gli imprenditori italiani, gli
ultimi anni non sono stati certo facili, un quarto
di produzione industriale lasciata sul campo
dal Paese ha lasciato evidentemente il segno.
Ma Brugnoli, nel "passare" le consegne al
nuovo presidente dell' Unione Industriali di
Varese, Riccardo Comerio, sintetizza in fondo
quello che è il nuovo mood che si respira tra le
aziende, corroborato finalmente da una
statistica che inizia a mostrarsi più benevola.
Alla crescita del Pil nel primo trimestre si
aggiunge ora un calo della disoccupazione,
con il risultato di ribaltare un lungo trend che
ha visto il tasso di senza lavoro in Italia
crescere per 14 trimestri consecutivi. La
crescita, come ricorda Brugnoli, è ancora
limitata ad uno «zero virgola», e tuttavia basta
per ribaltare la visione prevalente negli ultimi
anni.
«Oggi ­ scandisce Brugnoli nell' intervento
finale del suo quadriennio alla guida degli
imprenditori varesini ­ ci sono tutte le
condizioni per poter guardare con fiducia al
futuro», più roseo alla luce dei «venti di ripresa che pur timidamente si stanno manifestando».
Una fiducia basata da un lato sulla riaffermata validità del modello imprenditoriale italiano, capace di
conquistare la laeadership dell' export in quasi 300 diverse categorie di prodotto, dall' altro sulla
percezione di una svolta in atto nell' intera economia. Ripresa che certo trae beneficio dal combinato
disposto di azioni Bce, petrolio low­cost e superdollaro, e che tuttavia viene alimentata ora anche dall'
azione del Governo, con la riforma del lavoro, della scuola, della pubblica amministrazione.
«Tutte certamente perfettibili ­ osserva Brugnoli ­ ma comunque intraprese».
Sono questi dunque gli elementi obiettivi su cui è possibile ricostruire il nostro orgoglio di Paese,
orgoglio che rappresenta il leit­motiv dell' intera relazione e che tuttavia «non vuole essere un'
autocelebrazione ma deve piuttosto declinarsi in una nuova e riconosciuta autorevolezza, credibilità e
reputazione del Paese».
Tutto bene dunque? Non esattamente, e i motivi di insoddisfazione restano ampi e articolati. Dall'
incompleta e tardiva attuazione dei programmi infrastrutturali all' incapacità di rendere finalmente
Malpensa un hub internazionale; dalle incertezze e i ritardi con cui si affrontano i nodi del bilancio
pubblico e della spending review alla (collegata) difficoltà nel ridurre la pressione fiscale sulle imprese e
sulle famiglie.
Problemi che restano sul tappeto, e che fanno definire a Brugnoli la realtà esterna come qualcosa «che
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a volte spinge ma molto più frequentemente frena la dinamica delle imprese». Eppure la rivoluzione
copernicana è evidente, il cambio di passo rispetto ad altre relazioni netto: si parte dalle opportunità e
da quanto di "buono" si vede nel Paese per poi parlare anche dei problemi, piuttosto che affrontare il
tema al contrario. Certo, la crisi anche qui a Varese ha picchiato duro, con 15mila posti di lavoro bruciati
negli ultimi cinque anni, ma la sensazione è che le recessione abbia «intaccato, non certo sconvolto il
tessuto imprenditoriale del territorio».
Capace di esprimere manifattura di qualità in una vasta e articolata serie di settori, dalle macchine
utensili al tessile, dall' aerospazio alla chimica, dall' alimentare alla gomma­plastica. Comparti che
globalmente nel 2014 hanno esportato nell' area manifatturiera quasi dieci miliardi di euro e che in
termini di valore aggiunto manifatturiero pongono la provincia nelle posizioni di vertice assoluto a livello
europeo.
«Risultati che testimoniano non solo la grande tradizione del nostro territorio ma anche la capacità di
questi anni di cambiare marcia, di abbandonare le vecchie rendite di posizione, di affrontare i mercati
con le strade dell' internazionalizzazione e dell' innovazione». Temi su cui il territorio continua a
"battere", sfruttando anche l' hub di competenze rappresentato dall' Università Liuc, nata 25 anni fa
proprio su iniziativa dell' Unione degli Industriali, in procinto ora di attivare un nuovo laboratorio dedicato
in particolare alla manifattura additiva.
«Io ­ conclude Brugnoli rivolto alla platea di imprenditori ­ spero che da qui portiate a casa qualcosa di
positivo, un ritrovato senso di fiducia in ciò che facciamo. Dopo sette anni di crisi c' è tanta voglia di
rialzare la testa».
L' applauso tra i 600 imprenditori in sala è convinto, la prima risposta è certamente un sì.
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Luca Orlando
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Riforma del codice. Testo in Aula il 9 giugno ­ Il relatore Esposito: obiettivo realizzare opere
senza corruzione.
Appalti, stretta sulle varianti
Sì in commissione al Senato, slitta sospensione del performance bond.
ROMA Primo scoglio superato per la riforma
appalti. Il provvedimento che delega il governo
a riformare l' intero settore dei contratti
pubblici, adeguandolo agli standard europei è
stato approvato ieri dalla Commissione Lavori
pubblici del Senato .
Il via libera è arrivato in serata. E corona un
lungo lavoro svolto dalla commissione di
Palazzo Madama sul testo del Governo in
autunno, ma entrato nel vivo soltanto a
gennaio con l' inizio di un lungo ciclo di
audizioni e la messa a punto di un nuovo testo
proposto dal relatore Stefano Esposito (Pd),
molto più dettagliato di quello varato in
Consiglio dei ministri a fine agosto.
Ora la palla passa all' Aula, che dovrebbe
cominciare l' esame in tempi brevissimi. Tanto
che oggi la conferenza dei capigruppo
potrebbe decidere di mettere in programma l'
esame del testo in Assemblea già da martedì
9. «Se questo impianto verrà mantenuto ­
commenta Esposito ­ consegneremo al
G o v e r n o u n a d e l e g a s u g l i appalti c h e
permetterà di realizzare davvero le opere che
servono a questo paese, con gli strumenti
giusti per combattere anche i fenomeni di
corruzione».
Tra i circa 50 principi in cui si articola la delega non è difficile scorgere il riflesso delle inchieste che
hanno scosso negli ultimi mesi i lavori pubblici. Tra gli emendamenti approvati ieri c' è per esempio un
ulteriore giro di vite sulle varianti in corso d' opera, da cui passa in due casi su tre l' aumento dei costi
dei lavori pubblici. Grazie alla modifica varata ieri le stazioni appaltanti saranno autorizzate a stracciare
il contratto, in caso di incremento di costi di rilievo rispetto all' importo di gara. Inoltre, l' introduzione di
varianti dovrà comunque garantire «la qualità progettuale e la responsabilità del progettista in caso di
errori di progettazione».
Il provvedimento cancella la possibilità di deroghe rispetto alle procedure ordinarie di gara per l'
assegnazione degli appalti, se non per motivi legati alla necessità di reagire alle calamità naturali. Un
ruolo di primo piano viene assegnato all' Autorità guidata da Raffaele Cantone che potrà godere di
poteri di intervento molto più efficaci, con atti di indirizzo vincolanti verso le amministrazioni.
Slitta invece la cancellazione del performance bond sulle grandi opere. La sospensione della garanzia
di completamento dei maxi­cantieri non scatterà più insieme all' entrata in vigore della delega, ma
insieme alla pubblicazione del nuovo codice. Una condizione, imposta ieri dalla Commissione Bilancio,
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
per superare i rilievi sulla necessità di garantire l' invarianza finanziaria del provvedimento.
Sul filo di lana è arrivato anche un aiuto importante per favorire la partecipazione al mercato delle
piccole imprese, con la previsione che sia gli appalti sia il valore delle gare, vengano dimensionati in
modo da garantire la partecipazione delle Pmi. Ok anche ai bonus per le imprese locali, «nel rispetto
dei principi dell' Unione europea» .
Nella seduta conclusiva è arrivato anche il previsto stop alle concessioni autostradali in proroga. Con il
nuovo codice degli appalti si dovrà passare sempre per una gara, da avviare in anticipo di almeno 24
mesi rispetto alla scadenza naturale della gestione. Cancellata da subito (con l' entrata in vigore della
legge delega) la possibilità per i general contractor di svolgere in proprio la direzione lavori delle grandi
opere.
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Mauro Salerno
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Arexpo. Prima scrematura per la selezione dell' advisor sui 25 candidati: tra i soggetti pubblici
resta in pista solo il Politecnico di Torino.
Dopo­Expo, tredici in corsa
MILANO Prima "scrematura" per sviluppare il
progetto del dopo­Expo. Su 25 candidati alla
gara per la selezione dell' advisor bandita da
Arexpo, proprietaria delle aree, 13 passano la
selezione. Entro domani dovrebbero ricevere
l a comunicazione u f f i c i a l e e l ' i n v i t o a
presentare l' offerta economica; poi a metà
giugno ci sarà l' aggiudicazione (prima quella
provvisoria, e poi, dopo 35 giorni, quella
definitiva).
Non c' è ancora ufficialità sui nomi. Il fatto più
rilevante è che un solo ateneo rimane in pista.
Dovrebbe aver passato la selezione il
Politecnico di Torino, mentre sarebbe stata
esclusa la Bicocca di Milano. Dovrebbero
essere state valutate positivamente anche le
proposte di Deloitte&Touche, Pwc, Prelios e
Ernst&Young, mentre altre società più piccole
non avrebbero requisiti idonei, così come i
gruppi di architetti.
Le motivazioni per cui sono stati esclusi 12
aspiranti advisor sono sostanzialmente due:
errori nella formulazione della domanda;
assenza di competenze in uno o più ambiti
richiesti (amministrativo, urbanistico,
finanziario, logistico). Inoltre alcuni soggetti
non avrebbero la capacità di realizzare almeno la metà dei compiti in­house, senza cioè chiedere aiuto
a operatori esterni.
La selezione dell' advisor non è che il primo passo per la valorizzazione delle aree su cui adesso sorge
il sito di Expo. La società Arexpo ­ partecipata da Comune di Milano (che ha il compito di indicare la
destinazione d' uso), Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Rho e Fondazione Fiera
Milano ­ dovrà infatti mettere a punto un progetto in grado di ripagare l' investimento effettuato per l'
acquisto dei terreni (320 milioni, di cui circa 160 di debito bancario) e dare vita ad un parco dell'
innovazione. Diversi soggetti hanno dato la disponibilità a partecipare (dall' università Statale di Milano
ad Assolombarda, dalla Consob al Demanio), ma ancora sono incerte le forme di finanziamento.
Sicuro a questo punto l' intervento del governo o del Demanio, o all' interno della stessa società
rilevando le quote della Fondazione Fiera o intervenendo con il pagamento di un affitto per gli uffici dell'
Agenzia delle entrate. Previsto anche il supporto di Cassa depositi e prestiti.
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Sara Monaci
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Il Sole 24 Ore
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investire oltreoceano.
La Miami delle archistar
I nuovi grattacieli firmati costano fino a 25mila dollari al metro Più di 75mila italiani
vivono nella città.
I l s o l e d e l l a F l o r i d a p e r l a comunità
internazionale splende su Miami. La città negli
ultimi anni si è lasciata alle spalle la pesante
crisi finanziaria e immobiliare e ha ripreso la
strada della crescita. Oggi Miami è tornata tra
le mete preferite per l' investimento
immobiliare oltreoceano.
La città riporta la più alta concentrazione di
banche internazionali degli Stati Uniti e cresce
il numero di fondi di investimento che vi hanno
sede. Il suo aeroporto, recentemente
ristrutturato per un totale di 6,5 miliardi di
dollari, compare tra i primi dieci aeroporti degli
Stati Uniti in termini di traffico di passeggeri ed
è pronto ad aprire la Florida a un nuovo
mercato, grazie all' introduzione di voli diretti
con l' Asia. Non solo. Miami è una delle più
importanti destinazioni turistiche al mondo,
con oltre 14,2 milioni di visitatori l' anno, il 50%
dei quali di provenienza internazionale.
E così anche il mercato residenziale è oggi più
sano e stabile di quello degli anni precedenti
alla crisi, grazie alle restrizioni applicate dalle
banche per la concessione di finanziamenti, al
meccanismo dei depositi (vengono richiesti
importanti depositi da parte dell' acquirente al
momento della firma del contratto, circa il 40­50% rispetto al 10% del passato) e all' importante numero
di acquirenti che ricorrono al contante per concludere le transazioni. Il 90% degli investitori nel mercato
immobiliare è di origine straniera.
Negli ultimi 20 anni (dal 1995 al 2014), secondo Scenari Immobiliari, le famiglie italiane hanno comprato
quasi 20mila immobili residenziali a Miami, circa un quarto degli acquisti negli Stati Uniti (il dato non
tiene conto del numero di alloggi che nel frattempo sono stati rivenduti).
In forte sviluppo è soprattutto l' area di Miami Beach, dove i valori arrivano per gli appartamenti in
condomini di lusso con vista mare anche a 20­25mila dollari al metro quadrato.
Si tratta di un mercato in espansione che attira anche molti manager dal nostro Paese (75mila sono gli
italiani che vivono stabilmente a Miami e molti lavorano nel settore del real estate).
Ultimo, ma solo in ordine di tempo, Rodolfo Petrosino, fino a ieri direttore generale di IDea Fimit Sgr e in
procinto di approdare a Miami per seguire nuove opportunità di business per conto di imprenditori
italiani, ma anche per fare da ponte per investitori americani che puntano sull' Italia. «Il mercato
immobiliare di Miami è in pieno fermento ­ dice Petrosino ­ e in forte sviluppo oggi, vista la saturazione
di South Beach, è l' area oltre la 60esima strada, dove arriveranno nuovi grattacieli di lusso».
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
Qui è in arrivo l' edificio di 18 piani disegnato da Renzo Piano, interamente targato made in Italy. Intorno
alla 90esima strada Fort Capital sviluppa un' area molto ampia per sviluppare entro il 2016 hotel,
residenze e ville affacciate sulla spiaggia a marchio Four Seasons e disegnati da Richard Meyer.
«Bisogna anche dire che le quotazioni sono a livelli elevati e hanno raggiunto una certa maturità ­ dice
ancora Petrosino ­ pertanto bisogna agire con cautela».
È a Miami Beach che sono arrivati o arriveranno i grattacieli delle archistar. «Il mercato immobiliare in
forte espansione ha attirato, infatti, numerosi architetti di fama mondiale che stanno ridisegnando la
skyline della città, contribuendo al suo fermento artistico e culturale ­ spiega Rodolfo Misitano, che si
occupa del mercato americano per Optimum asset management ­. I più importanti nomi dell'
architettura e del design, riconosciuti a livello internazionale, come Herzog & de Meuron, Frank Gehry,
Norman Foster, Zaha Hadid, Renzo Piano, Piero Lissoni, Enrique Norten per citarne alcuni, hanno
realizzato o stanno realizzando progetti nella città di Miami. Questo tra gli altri fattori, ha spinto i prezzi
del residenziale verso l' alto, i quali hanno raggiunto livelli che contraddistinguono il prodotto di lusso».
Tra i più importanti progetti in corso ci sono Jade Signature (Sunny Isle Beach), di Herzog & de Meuron,
con prezzi di circa 14mila dollari al mq, Faena House (Miami Beach), ad opera di Norman Foster, i cui
prezzi medi sono pari a 30mila dollari al mq, e ancora 1000 Museum (Miami Downtown), ad opera di
Zaha Hadid, con prezzi medi a partire da 13mila dollari al mq. E ancora 321 Ocean Drive (Miami
Beach), ad opera di Enrique Norton e Baltimora Terrace (Miami Beach), ad opera di Renzo Piano, con
prezzi medi pari a 20mila dollari al mq.
La crescita del mercato ha inoltre permesso ad alcuni studi di architettura locali di raggiungere livelli di
fama mondiale. Tra questi spiccano lo studio di Arquitectonica (tra le cui opere c' è il Brickell
CityCenter, il più grande sviluppo a destinazione mista al momento in corso a Miami), che al momento
sta curando anche il progetto del Ritz­Carlton Residences, Sunny Isles Beach. Un condominio di lusso
da 212 unità sviluppato da Fortune International Group e Chateau Group e con gli interni curati dal
designer italiano Michele Bönan. Ma è diventato noto anche lo studio Shulman+Associates che ha
curato la ristrutturazione del Lincoln Theater, Lincoln Road, e la Soho Beach House. Entrambi al
momento sono impegnati in tre progetti commissionati da Optimum Asset Management. Arquitectonica
sta infatti sviluppando per conto di Optimum una torre­boutique residenziale, ubicata a North Beach
(Miami Beach), in collaborazione con lo studio di interior design Lissoni Associati, e un innovativo
edificio a destinazione uffici nel prestigioso quartiere di Coconut Grove (Miami).
Shulman è invece impegnato in un progetto di sviluppo e ristrutturazione di uno degli edifici Art déco di
Miami Beach, localizzato nel distretto commerciale di Collins Avenue.
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Paola Dezza
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professionisti.
Formazione continua per agenti e mediatori
Aumenta l' offerta di qualità. Al debutto il master proposto dall' ateneo di Parma.
Più qualità per la formazione degli agenti
immobiliari, sia per l' accesso alla professione
che per l' aggiornamento delle competenze.
Da una parte, infatti, c' è l' Università che
muove i primi passi nell' organizzazione di
percorsi abilitanti per l' esame da mediatore.
Dall' altra aumenta l' offerta di corsi e seminari,
anche online ­ proposti da associazioni di
categoria ed enti di formazione ­ dalle tecniche
di valutazione al marketing immobiliare.
L' ultima novità, per chi vuole intraprendere la
professione di agente, è la partnership tra
Università di Parma e We­Unit, società di
mediazione del credito del gruppo Fondocasa,
per la realizzazione della prima edizione del
Master immobiliare e creditizio abilitante
(Mica) ­ così definito in quanto sostituisce il
corso obbligatorio pre­esame in Camera di
Commercio o presso enti accreditati ­ in
programma per il prossimo autunno. «La
maggiore concorrenza del mercato creditizio e
i segnali di ripresa dell' immobiliare ­ spiega
Claudio Cacciamani, docente presso il
dipartimento di Economia dell' Ateneo
parmense e coordinatore scientifico del master
­ implicano il possesso di competenze
trasversali, teoriche ma anche tecniche e giudiriche, per garantire un valore aggiunto al servizio
offerto». Sebbene ci sia incompatibilità tra agenti immobiliari e mediazione creditizia «è fondamentale ­
sottolinea il docente ­ che il professionista si sappia orientare in materia, nell' interesse della clientela
attuale e potenziale».
Il master, destinato a diplomati e laureati (15 partecipanti, durata 4 mesi, costo 3.500 euro), prevede
una prima fase di formazione comune, al cui termine il candidato può scegliere il percorso per agente
immobiliare o per consulente del credito. La presenza dell' Università, precisa Cacciamani, «dà
garanzie sulla qualità tecnico­scientifica dei contenuti.
L' obiettivo, una volta testato il percorso, è il riconoscimento ai partecipanti di crediti per il corso
universitario di Real Estate». Previsti, inoltre, stage presso le filiali del gruppo Fondocasa.
Oltre ai corsi abilitanti ­ organizzati da Camere di Commercio e altri soggetti accreditati dalle Regioni
(associazioni, società di formazione) ­ il ventaglio di chance formative per gli agenti immobiliari è molto
ampio. In prima fila ci sono le sigle di categoria, che stanno arricchendo la propria offerta di corsi e
seminari.
«Anche se l' aggiornamento professionale non è obbligatorio ­ afferma Sabrina Cancellieri,
vicepresidente Fiaip con delega alla formazione ­ lavoriamo come se lo fosse. Organizzando eventi,
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
gratuiti o a pagamento, sui temi di interesse: dalla contrattualistica alle locazioni, dalla valutazione alla
lettura documenti. La stessa Fiaip, inoltre, sta lavorando a un sistema per attribuire crediti formativi
collegati alla certificazione professionale in base a standard europei (Uni En 15733).
Tra le iniziative ci sono quelle del Centro nazionale di alta formazione Fiaip, come il corso organizzato
con Abi Formazione sui "Servizi immobiliari evoluti" (valutazioni, aste, vendita immobili a garanzia di
crediti non performing). Ma anche la convenzione con Universitas Mercatorum, ateneo telematico del
sistema camerale, per favorire ­ con sconti e percorsi ad hoc ­ l' iscrizione degli associati a specifici
corsi di laurea.
Discorso diverso per Fimaa, dove la formazione è gestita soprattutto dalle sedi provinciali, con l'
integrazione di Fimaa Forma, ente nazionale con funzione sussidiaria per le realtà locali. A Roma è
attivo da sei anni Fimaa Camp, scuola per l' aggiornamento professionale degli agenti: «Per gli eventi ­
spiega Maurizio Iori, responsabile del centro ­ coinvolgiamo relatori e professionisti del settore. I costi
sono bassi, 50­80 euro a workshop, e la partecipazione elevata.
Stiamo inoltre costruendo un percorso specifico di laurea in convenzione con Link Campus University di
Roma». Fimaa Milano, invece, propone corsi di aggiornamento professionale in Real estate organizzati
dal Politecnico, oltre a un catalogo che spazia dal rent to buy allo space staging fino ai contratti
locazione atipici.
L' offerta formativa per i mediatori immobiliari, in ogni caso, è sempre più varia, con agenzie
specializzate ed esperti che organizzano eventi sui temi più gettonati, dal coaching motivazionale al
marketing immobiliare. In crescita anche il fenomeno webinar, i seminari in streaming da poter seguire
da agenzia o da casa, conciliando formazione ed esigenze di vita­lavoro. È il caso di Webinar
Immobiliare, operatore leader a livello nazionale nell' e­learning di settore con oltre 2.600 utenti iscritti ­
che ha appena ridefinito la propria piattaforma online, puntando proprio su un modello di formazione il
più possibile on demand.
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Francesco Nariello
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Il Sole 24 Ore
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Verso la direzione. Ma al momento non sono in vista né cambiamenti allo statuto, né ai
regolamenti parlamentari.
La linea di Renzi: chi non vota la fiducia è fuori dal
Pd
«C' è ancora molto da fare, specie su fisco, Pa
e giustizia civile. Ma andiamo avanti ancora
più decisi, a viso aperto». Matteo Renzi,
mentre nel suo Pd continua ad andare in
scena la guerra tra minoranza bersanian­
cuperliana e maggioranza renziana dopo i
risultati non esaltanti delle regionali di
domenica scorsa, trova conforto negli ultimi
dati dell' Istat sull' aumento delle assunzioni
(361mila in più rispetto ad aprile 2014, si veda
pagina 5) per ribadire che la linea del governo
non cambia, che le riforme messe in campo
sono la ricetta giusta. «In politica c' è chi urla e
spera che tutto vada male ­ scrive il premier e
segretario del Pd su Facebook in una giornata
riservata per il resto al lavoro a Palazzo Chigi ­
. E c' è chi quotidianamente prova a cambiare
le cose, centimetro dopo centimetro, senza
arrendersi alle difficoltà.
Avanti tutta, è #lavoltabuona».
I destinatari del messaggio, va da sé, sono i
compagni della minoranza dem sul piede di
guerra per chiedere a Renzi un cambio di
rotta, a cominciare dal Ddl scuola e dalla
riforma del Senato e del Titolo V presto all'
esame di un' Aula di Palazzo Madama in cui i
numeri della maggioranza sembrano farsi sempre più esigui. E i 24 bersaniani sempre più decisivi. Ma
il premier, al di là di qualche aggiustamento a cui stanno lavorando i senatori dem guidati da Luigi
Zanda, non ha alcuna intenzione di snaturare le due riforme a cui più lega il successo del suo governo:
il superamento del bicameralismo perfetto dopo una discussione ventennale e una scuola che valorizzi
il merito. E allora la direzione di lunedì si annuncia davvero come una resa dei conti politica. Non
saranno proposte al momento modifiche statutarie o dei regolamenti parlamentari perché, come
anticipato ieri dal Sole 24 Ore, le regole ci sono già: sono quelle volute da Pier Luigi Bersani nel 2013,
sottoscritte da tutti i parlamentari del Pd e da quelli di Sel allora alleati, che esigono il rispetto delle
decisioni prese a maggioranza dai gruppi parlamentari; e sono le stesse volute dall' allora capogruppo
Roberto Speranza alla Camera (analoghe regole ci sono anche nel regolamento approvato dai senatori
del Pd). «Le regole ci sono già, il tema è che finora non le abbiamo volute applicare. Ora le faremo
rispettare. Ad esempio chi non vota la fiducia non può stare nel partito». Chi non vota la fiducia non può
stare nel partito: una regola non scritta perché talmente implicita che non è stato finora necessario
scriverla. «Però se fosse necessario espicitarlo meglio si farà».
Questo il clima. Mentre sullo sfondo resta il complicatissimo caso De Luca, il neogovernatore della
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Campania su cui pende la sospensione in virtù della legge Severino.
Secondo quanto ribadito ieri dal sottosegretario Ivan Scalfarotto, De Luca si insedierà e poi verrà
sospeso in base alla legge Severino.
Ma quanto tempo dovrà attendere il pronunciamento della magistratura ordinaria? La regione sarà
governata nel frattempo da una giunta acefala? Interrogativi pesanti e al momento senza risposta che
inducono i 5 Stelle a chiedere di tornare quanto prima alle urne. Come osserva l' alleato Alfano, in modo
politicamente non disinteressato, «mai vista tanta ferocia in un partito: sono finiti a denunce e in teoria
se la presidente dell' Antimafia fosse condannata, dovrebbe essere arrestata». Non solo: ieri la
denuncia di De Luca contro la presidente dell' Antimafia Rosy Bindi è stata passata per competenza alla
Procura di Roma. Con un rischio paradossale: Bindi potrebbe appellarsi all' insindacabilità prevista dall'
articolo 68 della Costituzione, e il giudice potrebbe a sua volta passare tutto alla Consulta per conflitto di
attribuzione.
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Emilia Patta
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Il Sole 24 Ore
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Ripartire davvero o l' onda del declino si farà più alta
Matteo Renzi governa un Paese che in
Europa, tolta la Grecia, ha il più alto debito
pubblico, la più alta pressione fiscale, una
spesa pubblica incontrollata che assorbe oltre
il 50% del prodotto interno lordo. La
maggioranza dei quotidiani, che ancora
sostiene languidamente Renzi, ha sottolineato
che negli ultimi giorni sono arrivati i primi
timidi segnali di ripresa dell' economia, con il
Pil del primo trimestre salito dello 0,3% e con
una stima per il 2° trimestre di un più 0,2%. Ma
la crescita è un' altra cosa.
Perché si abbia un aumento degli occupati il
Pil nel 2015 dovrebbe crescere almeno del
2%. I consumi interni restano ai livelli di 20
anni fa e l' impetuosa e continua crescita dei
risparmi fa capire come gli italiani restino
preoccupati per il futuro. La pressione fiscale
resta un tema insormontabile. Alcuni
editorialisti, ancora dotati di autonomia di
giudizio, hanno affermato delle verità. Guido
Gentili, uno dei più apprezzati giornalisti del
Sole 24 Ore intervistato il 3 marzo 2015 da il
sussidiario. net : «L' aumento delle
esportazioni favorite dal calo del cambio euro­
dollaro non è sufficiente per trainare la ripresa.
Le previsioni di crescita di Fmi, Ocse e commissione Ue per l' area euro grazie al deprezzamento del
petrolio sono molto prudenti. Ciò che occorre è un aumento della domanda interna.. Bisogna ridurre la
pressione fiscale sulle imprese e sui cittadini. Se non ci sarà questa riduzione, siamo condannati a una
crescita che rimarrà a livelli da zero virgola. È necessario di conseguenza ridurre le spese». Nicola
Rossi, economista liberale e presidente dell' Istituto Bruno Leoni, intervistato da il sussidiario. net il 25
marzo 2015: «Il Governo Renzi non ha un' idea precisa di politica economica. La cosa più rilevante che
doveva essere fatta da un anno a questa parte era il processo di revisione della spesa. Siamo in
enorme ritardo».
Alberto Mingardi, sulla Stampa del 13 maggio 2015: "Il Governo Renzi ha rinunciato a mettere mano al
groviglio delle partecipate degli enti locali".
Alfredo Commento Alghero Ringraziandola per la generosa citazione, non posso che confermare il
senso di queste analisi da lei messe in fila. Èchiaro che una crescita "zerovirgola" non ci porta lontano e
che vent' anni di mancato sviluppo pesano come un macigno. Dice ora Renzi che andrà avanti con
maggiore decisione: c' è da augurarselo, perché dobbiamo correre più degli altri. Sul fisco, in
particolare, ritengo si giochi con la prossima legge di stabilità una partita decisiva. L' alternativa è
secca: o si riparte davvero o l' onda lunga del declino si farà più alta.
Con conseguenze che eviterei anche solo di immaginare.
.@guidogentili1 Astensionismo sottovalutato Anche al voto alle Regionali di domenica scorsa è
successo quanto accade sempre.
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
Si vota e, nel giorno delle elezioni, si guardano con sconcerto i numeri dell' astensionismo. Se ne parla
per un giorno, poi, sommersi dai numeri di eletti e non eletti, non ci si interroga più sui perché dell'
astensionismo. Gli italiani sono increduli davanti alla pochezza dei politici che si propongono quali
gestori della cosa pubblica, sono scandalizzati per le ruberie perpetrate a ognu livello amministrativo e
urlano i loro sentimenti disertando le urne. Peccato che chi dovrebbe ascoltare la loro protesta mette la
testa nella sabbia e lo fa dopo ogni elezione, piccola o grande che sia. Ciò significa lasciare il Paese e
gli elettori senza risposte.
Lettera firmata Invitalia e gli appalti L' articolo "Grandi stazioni appaltanti, l' Anac boccia Invitalia",
pubblicato dal Sole 24 Ore il 30 maggio scorso, rende necessaria una doverosa precisazione da parte
nostra.
Invitalia è centrale di committenza e stazione appaltante per i lavori, non per l' acquisto di beni e
forniture. Questa distinzione era stata avanzata dalla nostra stessa Agenzia nell' atto della
presentazione della domanda all' Anac.
Dunque, nessuna bocciatura da parte dell' Autorità anticorruzione, come erroneamente scritto nel titolo
e nell' articolo, perché l' elenco a cui si fa riferimento riguarda beni e forniture e non lavori. Anzi, proprio
nel mese scorso è stato firmato dall' Anac e dall' Agenzia nazionale per l' attrazione degli investimenti e
lo sviluppo d' impresa (Invitalia) un protocollo di azione per la vigilanza collaborativa sugli appalti
banditi dalla centrale di committenza Invitalia, compresi quelli riguardanti l' area archeologica di
Pompei.
Ufficio Stampa di Invitalia Nell' articolo non si fa alcuna distinzione tra lavori e forniture. Si dà solo conto
di come la domanda presentata da Invitalia per l' iscrizione all' albo dei 35 soggetti aggregatori non sia
stata accolta dall' Anac.
La stessa precisazione conferma che la domanda (non accolta) è stata presentata all' Autorità. (Mau.S.
)
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
Credito. La strategia e il Conto Facto.
Banca Farmafactoring, avvio sprint: raccolta a 350
milioni in 9 mesi
MILANO Una raccolta che ha superato i 350
milioni in nove mesi e nuovi prodotti per
continuare a esplorare un canale ritenuto
strategico anche in vista della vendita o della
quotazione del gruppo. Banca Farmafactoring
raccoglie i buoni risultati del proprio conto
deposito e, dopo il lancio recente di una
variante ­ Conto Facto Plus ­, continua a
guardare al pubblico con nuovi prodotti
previsti per il 2016. «A nove mesi dal lancio,
Conto Facto ha raggiunto risultati lusinghieri,
superando i 350 milioni di euro di raccolta e i
5mila clienti ­ ha spiegato a Il Sole 24 Ore
Emanuele Bona direttore online banking di
Banca Farmafactoring ­. Un numero che
evidenzia come la giacenza media per singolo
cliente sia abbastanza elevata, in linea con il
nostro obiettivo visto l' importo minimo
sottoscrivibile è di 15mila euro».
«Puntavamo a una clientela affluent fra i 30 e i
65 anni, presente soprattutto nelle aree
metropolitane che sono quelle più facili da
raggiungere per uno strumento online ­
aggiunge Bona ­. Il target è stato raggiunto,
ma il prodotto è andato oltre questi confini,
convincendo anche pensionati o persone che
aprivano per la prima volta un conto di deposito online».
Il gruppo nato nel 1985 dal mondo farmaceutico e diventato negli anni un operatore indipendente nello
smobilizzo dei crediti verso la sanità e la Pubblica Amministrazione ha ottenuto l' autorizzazione a
operare come banca nel 2013 e ora vuol continuare a puntare sul canale retail per differenziare le fonti
di finanziamento.
Nel 2014 intanto Banca Farmafactoring ­ presente anche in Spagna e Portogallo ­ ha ottenuto incassi
complessivi per 5,19 miliardi di euro, un utile pre­imposte di 186 milioni con un livello di capitale sia di
base (Tier1) che complessivo (Total Capital ratio) del 27,5%.
E se il management si trincera dietro un no­comment per quanto riguarda il futuro assetto azionario del
gruppo (dopo l' ipotesi di un' Ipo ora la strada più probabile sembra la cessione a un altro fondo), il
gruppo conferma invece che per Apax (il private equity che ha rilevato la società nel 2006 per 250
milioni di euro) lo sviluppo del retail rimane importante anche al fine della valorizzazione del gruppo:
«Nel consiglio di amministrazione c' è molta soddisfazione per i risultati della raccolta retail che pur
rimanendo funzionale al factoring è considerata un progetto strategico» aggiunge il manager spiegando
che questo filone sarà sviluppato con nuovi prodotti. «Abbiamo appena lanciato Conto Facto Plus che
permette al cliente di svincolare fino al 30% della somma vincolata, senza penalità e ricevendo gli
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
interessi maturati fino al giorno dello svincolo. Un' offerta che sarà abbinata anche a un piano di fedeltà
con un catalogo premi ­ conclude Bona ­. Probabilmente nel 2016 ci saranno ulteriori novità. Stiamo
ragionando sempre su prodotti nell' ambito della raccolta».
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Giovanni Vegezzi
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Enti locali
La Deutsche Boerse sui derivati.
I tedeschi aprono un listino a Singapore
Deutsche Boerse, la Borsa tedesca, prevede
di introdurre a Singapore una Borsa dei
derivati per ampliare l' offerta in Asia: la nuova
piattaforma Eurex Exchange Asia diventerà
operativa nel 2016, assieme alla Clearing
House già prevista a Singapore, una volta
ottenute le necessarie autorizzazioni.
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Il Sole 24 Ore
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I chiarimenti delle Entrate. Circolare sulle modifiche del decreto legge 91/2014 all' incentivo per
la capitalizzazione.
Ace, credito Irap solo dal 2014
Le eccedenze sorte fino al 2013 possono essere usate esclusivamente per ridurre l' Ires.
L a c o n v e r s i o n e d e l l ' A c e i n c r e d i t i Irap
riguarda le eccedenze formatesi dal 2014,
mentre quelle sorte fino al 2013 potranno
solamente formare oggetto di riporto a nuovo.
Una volta operata la conversione, non è più
consentito ripristinare la deduzione Ires. Sono
alcuni dei chiarimenti contenuti nella circolare
21/E di ieri, con la quale l' agenzia delle
Entrate prende in esame le novità riguardanti
dal disciplina dell' Ace, affrontando inoltre
alcune problematiche degli interpelli
disapplicativi delle norme antielusive.
Conversione dal 2014 Il Dl 91/2014 ha
introdotto la possibilità di trasformare le
deduzioni Ace non utilizzate per incapienza
del reddito imponibile in crediti di imposta da
i m p i e g a r e p e r i l v e r s a m e n t o d e l l ' Irap.
Illustrando le nuove disposizioni, l' Agenzia,
con la circolare 21/E del 3 giugno 2015, ha
precisato che la novità trova applicazione a
partire dall' esercizio 2014, nel senso che
potranno essere trasformate in crediti Irap
solamente le eccedenze Ace maturate da tale
periodo di imposta e non invece quelle
accumulate fino al 2013. Trova così
spiegazione la particolare impostazione delle
istruzioni al modello Unico 2015 che, nella versione definitiva (e a differenza delle prime bozze), hanno
stabilito un divieto di conversione delle eccedenze pregresse. Divieto che deve dunque intendersi
limitato a quelle riportate da anni anteriori al 2014. È dunque da ritenere che un' eccedenza sorta nel
2014, non convertita in Unico 2015 e riportata a nuovo, possa essere oggetto di conversione il prossimo
anno. La conversione, chiarisce la circolare, può essere anche solo parziale. Ad esempio, in presenza
di una deduzione Ace del 2014 di 1.000 con un reddito imponibile di 800, l' eccedenza di 200 può
essere convertita anche solo per 50, rinviando a nuovo il residuo di 150 (che potrà eventualmente
essere convertito il prossimo anno). Una volta effettuata, però, la conversione non può essere revocata.
Dal credito Irap non si potrà cioè ritornare a una deduzione Ires.
Se la società è in regime di consolidato fiscale, la conversione può avere ad oggetto solo la parte di
eccedenza che residua dopo il trasferimento al gruppo; trasferimento che è obbligatorio fino a
concorrenza del reddito complessivo del consolidato.
Compensazione libera Nell' utilizzo dei crediti derivanti dalla conversione Ace a riduzione dei debiti a
titolo di Irap, non trovano applicazione, precisa ancora la circolare, i vincoli attualmente esistenti per l'
incrocio di crediti e debiti fiscali, non trattandosi, in senso tecnico, di una vera compensazione. Non vale
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Enti locali
innanzitutto il tetto annuo di 700mila euro per le compensazioni in F24, e così pure non sussiste quello
di 250mila euro per i crediti di imposta inseriti nel quadro RU. Neppure si applica il divieto di
compensazione in presenza di ruoli erariali e accessori scaduti per un importo superiore a 1.500 euro.
Per la compensazione, infine, non è necessaria l' apposizione del visto di conformità indipendentemente
dall' ammontare del credito.
Le società di capitali convertono le eccedenze al 27% (aliquota Ires), mentre per le imprese Irpef la
conversione si effettua utilizzando le aliquote Irpef per scaglioni di importi. Ad esempio, un' eccedenza
Ace di una ditta individuale di 20mila euro si converte in crediti Irap pari a 4.800 euro (23% su 15mila
euro e 27% sui restanti 5mila euro). Non rileva il fatto che il contribuente sia assoggettato anche alle
addizionali locali.
Il credito derivante dalla conversione si utilizza a riduzione dell' Irap in cinque rate uguali a partire dall'
inizio del periodo di imposta successivo. La parte del quinto eventualmente superiore all' Irap dovuta
per l' esercizio può essere riportata in avanti senza limite temporale. Il credito derivante da Unico 2015
si utilizza quindi, per un quinto, a riduzione dell' Irap 2014.
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Luca Gaiani
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Il Sole 24 Ore
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LE ISTRUZIONI
01 Decorrenzadella conversione Ace La
possibilità di convertire le eccedenze di
deduzioni Ace non utilizzate per incapienza di
reddito imponibile trova efficacia a partire dall'
esercizio 2014, nel senso che potranno essere
trasformate in crediti Irap solo le eccedenze
maturate da tale periodo di imposta e non
invece quelle accumulate fino al 2013 02
Compensazione creditiderivanti da eccedenze
Ace L' utilizzo dei crediti derivanti dalla
conversione può effettuarsi dall' inizio dell'
esercizio successivo a quello di formazione
delle eccedenze. I crediti sorti in Unico 2015
possono dunque essere utilizzati (per il primo
quinto) dal 1° gennaio 2015. Nella
compensazione con i debiti Irap non trovano
applicazione gli attuali vincoli: il tetto annuo di
700mila euro per le compensazioni in F24,
quello di 250mila euro per i crediti di imposta
da quadro RU e il divieto di compensazione in
presenza di ruoli erariali scaduti oltre 1.500
euro. Neppure è necessaria l' apposizione del
visto di conformità 03 Conversione parzialee
regime del consolidato È consentito convertire
le eccedenze Ace (limitatamente a quelle che
si sono formate a partire dal 2014) anche solo
parzialmente, rinviando a nuovo la quota residua. Ad esempio, in presenza di una deduzione 2014 di
1.000, con un reddito di 800, l' eccedenza di 200 può essere convertita in credito Irap per 50, rinviando
a Unico 2016 la deduzione residua di 150. In caso di adesione al consolidato, l' importo da convertire è
sempre al netto di quanto obbligatoriamente trasferito al gruppo in presenza di reddito capiente 04
Calcolo del creditoper le imprese Irpef La conversione dell' Ace dei soggetti Irpef si effettua applicando
all' eccedenza maturata le aliquote Irpef per scaglioni con le stesse modalità con cui si determina l'
imposta (23% fino a 15mila euro di eccedenza, 27% per la parte tra 15mila e 28mila, e così via). Non si
c o n s i d e r a n o i n v e c e l e addizionali locali c u i i l c o n t r i b u e n t e s i a s o g g e t t o 0 5 I n t e r p e l l i
disapplicativi:scadenza 2 luglio Per gli interpelli riguardanti la disapplicazione di norme antielusive ai
fini Ace il requisito della preventività richiede che le istanze siano inviate almeno 90 giorni prima della
scadenza di Unico. Ciò che rileva è l' anno della dichiarazione per il quale si chiede la disapplicazione e
non quello in cui è sorta l' operazione di cui si chiede la disapplicazione. Gli interpelli riguardanti l'
esercizio 2014 vanno inviati entro il 2 luglio 2015 anche se le situazioni da disapplicare (conferimenti a
controllate, eccetera) sono avvenute in anni precedenti 06 Base Ace solo da utili,la disapplicazione Le
società che chiedono la disapplicazione di riduzioni o sterilizzazioni costituite da conferimenti a
controllate, incrementi di finanziamenti, acquisti di partecipazioni o di aziende già appartenenti al
gruppo, possono ottenere la disapplicazione dimostrando che nella loro base Ace vi sono solo utili a
riserva e che non sono stati ricevuti conferimenti da chicchessia o finanziamenti provenienti da altre
società del gruppo 7 Cash pooling e «timedeposit intercompany» Il contratto di cash pooling regolato
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
nella forma cosiddetta zero balance (con azzeramento a fine giornata dei saldi a credito e a debito con
trasferimento sul conto accentrato della capogruppo) non configura un' operazione di finanziamento e
non genera dunque sterilizzazioni della base Ace. Al contrario, i crediti derivanti dai cosiddetti time
deposit intercompany (depositi irregolari) sono da ricondurre alla categoria dei crediti di finanziamento.
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Diritti & garanzie. L' aula della Camera approva quasi all' unanimità la riscrittura delle regole sull'
azione collettiva: parola al Senato.
Class action, arriva l' ok alla riforma
Confindustria: favorite le strumentalizzazioni, oneri eccessivi per le aziende.
Milano Un plebiscito per la riforma della class
action. La Camera ha approvato ieri sera con
388 voti favorevoli, nessuno contrario e un solo
astenuto, il disegno di legge, che ora passa al
Senato, che riscrive radicalmente l' azione
collettiva. Uno strumento che, introdotto del
2010, in Italia non è certo decollato: poche le
azioni proposte, rare quelle che hanno
superato il primo giudizio di ammissibilità.
Esito di un sistema che prevede una serie di
meccanismi per rendere il giudizio di classe
equilibrato e sostenibile da parte delle
imprese. Il disegno di legge, invece, rivede in
profondità l' ambito di applicazione dell'
istituto, modifica la struttura del giudizio e le
modalità per l' adesione e introduce un
pacchetto di incentivi all' azione che spostano
in maniera netta il baricentro dell' azione
collettiva.
Fortissima la contrarietà di Confindustria che
già nelle settimane scorse aveva chiesto
(almeno) una pausa di riflessione, se non un
ripensamento. Vaste e, come ovvio, di segno
positivo le reazioni sia del Pd, con il
responsabile giustizia David Ermini che mette
l' accento sul fatto che la riforma avvicinerà la
legislazione italiana a quella europea, sia del Movimento 5 Stelle che ricorda come in questo modo sia
stato rispettato uno dei punti qualificanti del programma.
In ogni caso, vista l' ampiezza del consenso ottenuto, un cambiamento al Senato non appare agevole.
Vediamo punto per punto allora le principali novità, accompagnate dalle osservazioni critiche di
Confindustria che ne hanno ripercorso tutto l' impianto. Innanzitutto, l' estensione dei soggetti tutelati,
conseguenza diretta della collocazione della nuova azione collettiva nel Codice di procedura civile,
traghettandola da quello del Consumo. A potere costituire la classe potranno essere non solo i
consumatori/utenti, ma anche imprese, pubblica amministrazione e associazioni. Un ampliamento che,
nel duro giudizio di Confindustria presta il fianco a strumentalizzazioni con effetti deleteri per il sistema
giustizia. Il riferimento, per esempio, è ai rapporti emittenti­investitori e agli effetti in termini di
contenzioso e di tenuta dei titoli.
Ampliate anche le ipotesi di illecito extracontrattuale, sino a comprendere tutti i casi di responsabilità
per fatto illecito. In questo modo, è la perplessità, può trovare forma di tutela attraverso class action
qualsiasi diritto individuale, come quello alla salute e alla riservatezza, e risarcimento ogni danno
ingiusto (all' integrità fisica, alla libertà individuale). Circostanza che espone le imprese, polemizza
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Confindustria, al rischio di un contenzioso enorme, con conseguenze pesanti anche sul piano
reputazionale.
Le modalità di adesione aprono a un allargamento della classe anche dopo la sentenza di condanna e
non solo prima del giudizio di merito come nell' attuale Codice del consumo. Da una parte gonfiare la
classe dopo la condanna apre la strada a condotte opportunistiche di chi preferisce attendere l' esito
della controversia prima di agire, dall' altra introduce un' alea di costante incertezza sull' impatto che il
giudizio potrebbe avere sulle imprese, rendendo assai ardua anche la presentazione di transazioni.
A incentivare la raccolta di mandati per la proposizione dell' azione di classe, la riforma prevede l'
obbligo a carico dell' impresa di pagare un compenso di natura premiale al rappresentante comune
della classe, agli avvocati dei soggetti vittoriosi intervenuti e ai difensori degli attori delle cause riunite. Il
compenso è calcolato sulla base dell' importo complessivo dovuto ai danneggiati, tenuto conto della
complessità e qualità dell' opera prestate e del numero degli aderenti. Una previsione che, fa notare
Confindustria, oltre che fare da volano al contenzioso si mette in contrasto con la Raccomandazione
della Commissione europea che invita a definire parcelle per i legali che non rappresentino incentivi alla
litigiosità.
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Giovanni Negri
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
Bilancio. La Guida dei commercialisti all' Oic 16.
Sui beni materiali gratuiti trattamento fiscale
«incerto»
L' Oic 16, nella nuova versione dell' agosto
2014 già in vigore per i bilanci chiusi a partire
dal 31 dicembre 2014, e in generale i principi
contabili nazionali stanno assumendo sempre
più valore anche sotto il profilo tributario. Per
questo motivo il Consiglio nazionale dei dottori
commercialisti ed esperti contabili ha diffuso
un primo approfondimento sul principio
relativo alle immobilizzazioni materiali con
specifiche considerazioni anche in merito all'
impatto fiscale derivante dall' adozione delle
novità contenute nei documenti dell' Oic e, in
linea più generale, dalla corretta applicazione
dei principi contabili. Ampio spazio è riservato
al trattamento dell' operazione di scorporo del
terreno e, invocando la praticità, il documento
indica molto più agevole determinare il valore
del terreno e poi per differenza quello del
fabbricato. Di estrema utilità anche le
indicazioni sulla fiscalità differita riportate in
una apposita tabella.
Inoltre preme qui soffermarsi sul trattamento
fiscale dei beni acquisiti dall' impresa a titolo
gratuito e sull' impatto che ciò determina a
livello fiscale.
Il nuovo Oic 16 dedica il paragrafo 3 a questo
tema prevedendo, ai fini contabili, che tali immobilizzazioni materiali siano iscritte nell' attivo dello stato
patrimoniale in base al presumibile valore di mercato attribuibile alle stesse alla data di acquisizione, a
cui vanno aggiunti i costi sostenuti e/o da sostenere affinché le stesse possano essere durevolmente e
utilmente inserite nel processo produttivo. In ogni caso il valore contabile dell' immobilizzazione non può
superare il valore recuperabile. Il valore così determinato è rilevato nella gestione straordinaria del
conto economico alla voce E20 "proventi". Le immobilizzazioni materiali acquisite a titolo gratuito sono
ammortizzate con gli stessi criteri di quelle acquisite a titolo oneroso. La differenza principale rispetto
alla precedente versione è che ora, dal punto di vista operativo, l' eventuale immobilizzazione ottenuta a
titolo gratuito deve essere iscritta a un valore che tenga conto dei costi sostenuti affinché le
immobilizzazioni possano essere utilizzate. Riferimento questo non presente nel vecchio Oic.
Se sul trattamento contabile delle immobilizzazioni materiali acquisite a titolo gratuito l' interpretazione è
univoca e condivisa, non si può dire lo stesso del trattamento fiscale.
Nell' approfondimento diffuso dai dottori commercialisti si rileva che dal punto di vista fiscale l' iscrizione
nell' attivo dello stato patrimoniale di tali immobilizzazioni e la rilevazione contabile sopra delineata «non
sembrano idonee a far assumere rilevanza fiscale al valore stesso», risolvendosi l' operazione, sotto il
profilo fiscale, nell' iscrizione di una plusvalenza meramente iscritta, come tale non più rilevante, a
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Enti locali
decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 1997 (legge finanziaria 1998) se non al
momento del realizzo. Di conseguenza, prosegue il documento, «anche le quote di ammortamento
imputate a conto economico risulteranno, parimenti, irrilevanti fiscalmente con obbligo di apportare
corrispondenti variazioni in aumento in sede di dichiarazione dei redditi». Come emerge dalla formula
«non sembrano idonee» utilizzata dai commercialisti il tema è dibattuto atteso che, secondo una diversa
elaborazione, i proventi in natura conseguiti a titolo di liberalità costituiscono sopravvenienze attive ai
sensi dell' articolo 88, comma 3, lettera b) del Dpr 917/1986. Questa norma riguarda tutte le donazioni in
natura ricevute nell' esercizio dell' impresa, come ad esempio, la donazione di un' azienda o la
donazione di beni da parte della casa madre. In proposito, è stato osservato, richiamando il paragrafo
105 del principio contabile Oic 12 in materia di «Composizione e schemi del bilancio di esercizio», che,
l' importo iscritto in contropartita tra i proventi straordinari deve essere fiscalmente trattato come una
sopravvenienza attiva e quindi da tassare ai sensi del citato articolo 88. Di contro il valore iscritto all'
attivo potrà a essere ammortizzato con rilevanza fiscale e ciò sia ai fini Ires sia ai fini Irap.
La differenza tra i due trattamenti è significativa atteso che nell' interpretazione del Cndcec non si ha
rilevanza fiscale se non al momento dell' eventuale realizzo mentre nell' elaborazione da ultima
esaminata l' impatto fiscale si rileva nei singoli periodi di imposta.
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Nicola CavalluzzoAlessandro Montinari
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Enti locali
Dichiarazioni 2015. La doppia imposta non scatta per le abitazioni principali «di lusso», che
pagano già la tassa immobiliare comunale.
Alternativa Imu­Irpef al test di Unico
La casa sfitta nel proprio Comune di residenza «concorre» all' imposta sulle persone
fisiche.
Semplificazione p e r c h i s i a p p r e s t a a
compilare il quadro RB ("fabbricati") di Unico
PF 2015: non è più richiesta l' indicazione dell'
Imu versata nel periodo cui si riferisce la
dichiarazione. Tuttavia, proprio il tributo
comunale c o m p l i c a n o t e v o l m e n t e l a
compilazione, a causa delle diverse
implicazioni del principio di alternatività tra
detta imposta e l' Irpef sul reddito dei fabbricati
non locati (articolo 8, comma 1, del Dlgs
23/2011). A sciogliere l' intreccio può aiutare
uno schema operativo come quello pubblicato
qui a fianco.
Vediamo distintamente le varie ipotesi, dopo
aver premesso che per i fabbricati locati non
sussiste alcuna alternatività, per cui gli
immobili verseranno ordinariamente sia l' Irpef
(o la cedolare secca in caso di opzione) sia l'
Imu.
Abitazione principale In deroga alla regola
generale, l' abitazione principale può subire l'
assolvimento dell' Imu, in particolare nell'
ipotesi di accatastamento in categorie "di
lusso" (A/1, A/8 e A/9). In questa fattispecie
(identificata a quadro RB, colonna 12, con il
codice "2"), sul reddito fondiario non sono
dovute Irpef e addizionali, per cui la rendita (rivalutata) viene indicata a colonna "16" («abitazione
principale soggetta a Imu») e poi riportata a rigo RN50, colonna 1. In quest' ultimo rigo vanno riportati
tutti i redditi fondiari in cui l' applicazione dell' Imu (o dell' Ivie per gli immobili sfitti ma imponibili nello
stato estero in cui sono situati: articolo 70, comma 2, del del Tuir) rende non dovuta l' Irpef (e le
addizionali), anche se il relativo importo va comunque considerato ad altri fini (anzituttoi calcoli Isee).
Diversamente, se l' abitazione principale non ha scontato l' Imu nel 2014, scatterebbe l' imponibilità, la
quale, tuttavia, viene evitata (ma non per le addizionali) dalla "rediviva" deduzione per l' abitazione
principale (articolo 10, comma 3­bis, del del Tuir). Nel modello si compila la colonna 18 del quadro RB
(«abitazione principale non soggetta a Imu») e la rendita concorre a formare il reddito complessivo (rigo
RN1) ma non quello imponibile, per effetto della deduzione indicata a rigo RN2.
Da tener presente, con riguardo alle pertinenze, che la disciplina Imu è molto più restrittiva di quella
Irpef; mentre per quest' ultima ha rilievo essenziale la destinazione concreta e durevole al servizio dell'
abitazione principale, per l' imposta patrimoniale si intendono come pertinenze esclusivamente quelle
classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un' unità per ciascuna
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
categoria, anche se iscritte in catasto unitamente all' unità ad uso abitativo. Ciò significa che vi possono
essere pertinenze dell' abitazione principale ai fini Irpef (codice utilizzo "5") che hanno comportato il
versamento Imu, per cui, a livello compilativo, ci si comporta come per l' abitazione principale "di lusso".
Altri fabbricati Per quanto riguarda gli altri immobili non locati, dal 2013 sussiste una nuova fattispecie,
costituita dai fabbricati abitativi situati nello stesso comune nel quale si trova l' immobile adibito ad
abitazione principale, i quali, ai sensi dell' articolo 9, comma 9, del Dlgs 23/2011 (appositamente rivisto
dal comma 717 dell' articolo 1 della Legge di stabilità 2014), pur se assoggettati ad Imu, vedono
concorrere il proprio reddito fondiario al 50% sia alla base imponibile Irpef che a quella delle relative
addizionali. Operativamente, questi immobili sono indicati al quadro RB, colonna 12, con il codice "3" e
la rendita rivalutata va riportata per metà a colonna 17 (immobili non locati non imponibili) e per metà a
colonna 13 (tassazione ordinaria). La quota di colonna 17 verrà poi riportata a rigo RN50, colonna 2.
Diversamente, per la classica "seconda casa" a disposizione nel luogo di villeggiatura (Comune diverso
da quello in cui si trova l' abitazione principale) l' Imu è effettivamente alternativa all' Irpef, ed il relativo
reddito va riportato a colonna "17" del quadro RB (senza compilare la colonna "12") e poi a colonna 2
del rigo RN50.
Con circolare n. 11/E/2014 (risposta n. 1.2), l' Agenzia ha chiarito che si trova in questa situazione il
contribuente che risiede nello stesso comune dell' immobile non locato, ma non dispone di una
abitazione principale secondo la definizione di cui al comma 3­bis dell' articolo 10 del Tuir (che prevede
la proprietà o la titolarità di un diritto reale sull' immobile). Per cui un contribuente che dimora
abitualmente in un immobile detenuto in locazione o comodato e che, nello stesso comune, possiede a
titolo di proprietà un' unità immobiliare ad uso abitativo non locata assoggettata all' Imu, non dovrà
applicare l' Irpef e le addizionali neppure sul 50% del reddito di tale fabbricato.
Infine, per gli immobili non locati, diversi dall' abitazione principale ma che non hanno assolto l' Imu
2014 per effetto di assimilazioni a quest' ultima, scatta l' imponibilità ad Irpef del reddito fondiario, e il
quadro RB è contraddistinto dal codice "1" riportato a colonna 12.
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Giorgio Gavelli
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4 giugno 2015
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
L' iniziativa. Con Il Sole.
Da oggi il filo diretto su Imu e Tasi
Appuntamento da oggi con il filo diretto con i
lettori e un ausilio per il calcolo dell' acconto
Imu e Tasi.
Dalle 9 sarà infatti attivo un forum online sul
sito del Sole 24 Ore attraverso cui sarà
possibile inviare un quesito agli esperti: dall'
individuazione di chi deve pagare alle regole
per il calcolo, da come si devono versare l' Imu
e la Tasi ai ritardi e alle sanzioni a carico del
contribuente distratto. Le questioni di
maggiore rilevanza saranno trattate sulle
pagine del quotidiano mentre alle altre verrà
data risposta sul sito del Sole 24 Ore.
Sempre sul sito del Sole 24 Ore, in
collaborazione con Anutel (associazione
nazionale degli uffici tributi degli enti locali),
sarà a disposizione dei lettori il calcolatore
Imu­Tasi: inserendo i propri dati, il calcolatore
restituisce l' imposta da pagare e il modello
stampabile con cui effettuare il versamento.
Oggi sarà invece disponibile online ilFocus del
Sole 24 Ore uscito ieri in edicola e dedicato
alla scadenza del 16 giugno, con esempi
operativi e schemi.
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
Autonomie. Fondo biennale da 140 milioni.
Centri per l' impiego, nel decreto enti locali
passaggio alle Regioni
MILANO Una soluzione ponte per il
trasferimento dei centri per l' impiego, che
colloca i lavoratori presso le Regioni attraverso
intese da "oliare" con un finanziamento statale
da 140 milioni in due anni, pescati dal fondo
per la formazione professionale.
Il meccanismo è scritto nelle bozze di decreto
enti locali, che dopo settimane di preparazione
dovrebbe finalmente vedere la luce domani in
consiglio dei ministri come annunciato nei
giorni scorsi dal premier Renzi (oggi è in
calendario un nuovo incontro fra Governo e
amministratori locali). Oltre alle novità per i
bilanci locali, fra cui la riforma del Patto d i
stabilità e l' anticipo da 1,2 miliardi dal gettito
Imu­Tasi 2015, il decreto contiene un ricco
capitolo dedicato al personale, nel tentativo di
rilanciare una riforma delle Province che si è
inceppata sul versante della mobilità per i
ritardi governativi e le resistenze regionali.
Resistenze che, a quanto sembra, sarebbero
potute sfociare in nuovi contenziosi
costituzionali, al punto che le ultime bozze si
premurano di precisare che nei territori a
Statuto speciale le regole sull' assorbimento
degli ex provinciali si applicheranno solo dopo
il varo delle leggi attuative regionali.
Proprio dalle Regioni passerebbe comunque una tappa chiave in questo tentativo di rilancio, relativa ai
circa 8mila dipendenti provinciali oggi in organico nei centri per l' impiego. La loro destinazione finale
dovrebbe essere quella dell' Agenzia nazionale prevista dal Jobs Act, ma visto anche l' allungarsi dei
tempi nella creazione di questa nuova struttura il decreto gioca la carta delle Regioni. Per evitare la
paralisi che si rischia con i l protrarsi della fase transitoria, le bozze prevedono un accordo in
Conferenza Stato­Regioni s u u n «piano di rafforzamento» dei servizi per l' impiego con il diretto
intervento regionale, da finanziare con 70 milioni all' anno nel 2015 e nel 2016. In attesa dell' accordo, le
Regioni potranno bussare subito al ministero per ottenere la propria quota, da ratificare poi con l'
accordo.
In discussione nel cantiere del decreto c' è anche una nuova soluzione per i circa 1.800 componenti
della Polizia provinciale.
L' ipotesi, dopo che sembra tramontata l' idea di una "fusione" con la Guardia forestale perché anche
questa è in via di «superamento» nella delega Pa, prevede un «transito nei ruoli» dei Comuni, in deroga
ai tetti di spesa e ai vincoli assunzionali, purché questo passaggio di personale non metta a rischio negli
enti di destinazione il rispetto del Patto di stabilità 2015 e «la sostenibilità del bilancio». Resta però da
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Il Sole 24 Ore
Enti locali
capire se gli enti locali accetteranno questo ulteriore carico, e in che modo potranno farlo «nei limiti della
dotazione organica e della programmazione triennale dei fabbisogni di personale» come prevede la
bozza.
Per agevolare il passaggio di dipendenti dalle Province ai Comuni, il decreto prevede comunque una
deroga al blocco totale delle assunzioni nelle amministrazioni che nel 2014 hanno impiegato in media
più di 90 giorni di tempo per pagare i propri fornitori: in questi casi lo stop alle assunzioni non sarà
applicato quando si tratta di «consentire la ricollocazione del personale delle Province». Nel
provvedimento, infine, dovrebbero trovare spazio la possibilità di rinnovo dei contratti a termine anche
negli enti di area vasta che non hanno rispettato il Patto di stabilità nel 2014 e la possibilità per i Comuni
di indire concorsi per il personale della scuola.
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Gianni Trovati
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4 giugno 2015
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Italia Oggi
Enti locali
Per Pier Luigi Bersani l' abuso di ufficio è come una
multa per un camionista
Solo un grande giornale italiano ha pubblicato
questa significativa affermazione dell' ex
segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Ma l' ha
messa ben nascosta, in fondo a un articolo
lunghissimo, senza farne alcun accenno nella
titolazione. In base all' importanza dell'
affermazione e dal momento nel quale è stata
fatta, essa si sarebbe meritata un bel titolo in
prima pagina. La riesumiamo adesso noi,
dandole il rilievo che essa giustamente merita.
Bersani, che è un nemico di Vincenzo De
Luca, ha detto: «Io ho fatto l' amministratore
pubblico per trent' anni. L' abuso di ufficio (il
reato per il quale è stato condannato in primo
grado il neo presidente della Regione
Campania, ndr) l' abuso d' ufficio, diceva, per
un amministratore locale, è come una multa
per un camionista». Bersani poi aggiungeva:
«Non a caso, il codice etico del Pd, che pure è
rigorosissimo, non prevede che l' abuso d'
ufficio possa precludere una candidatura».
Tuttavia, concludeva Bersani, «siccome, con la
legge Severino, l' abuso di ufficio è diventato
escludente per una candidatura, De Luca non
può essere candidato».
Il discorso onesto e chiaro di Pier Luigi
Bersani, dal punto di vista giuridico, non fa una
piega. È dal punto di vista politico che è
gravemente claudicante. Perché dimostra che la sinistra italiana, a furia di voler sconfiggere Berlusconi
attraverso la pericolosa (per tutti) scorciatoia della via giudiziaria (non riuscendo a farlo fuori per via
politica) ha finito per mettere tutta la politica nella mani della magistratura che adesso, usando le leggi
approvate dal parlamento (cioè dalla politica), riesce (o è costretta, a seconda dei punti di vista) a far
fuori intere generazioni di uomini politici, come se la specie fosse molto folta e non in via di progressiva
scomparsa, come se fossero tanti Panda straniti sul bambù.
Da che contesto politico salta fuori la legge Severino che esclude dalla candidabilità, non solo chiunque
sia stato condannato in primo grado (quando invece la Costituzione più bella del mondo dice che una
persona è considerata colpevole solo quando la sentenza è passata in giudicato, cioè dopo il terzo
grado) ma anche per reati che Bersani stesso dice che «assomigliano a una multa per un camionista»
(cioè sono praticamente irrilevanti)? La legge Severino è passata in questa sua delirante, perché
persecutoria, formulazione, solo perché, a quel tempo, si voleva far fuori Berlusconi, cioè estrometterlo
dal senato. La sinistra Dem, nell' entusiasmo di quel risultato finalmente a portata di mano, non si rese
allora conto che, se l' effetto immediato era quello di mettere fuori uso Berlusconi, si introduceva anche
uno strumento legislativo pericolosissimo che, successivamente, avrebbe potuto colpire, altrettanto
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4 giugno 2015
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Italia Oggi
Enti locali
immotivatamente, qualcun altro. Com' è il caso, oggi, di Vincenzo De Luca.
Il punto vero era che la legge Severino, in questa sua ossessionata e ossessionante formulazione, non
doveva vedere la luce. Ma, adesso che è stata fatta, siccome è inaccettabile, dovrebbe essere
riformulata in modo, non solo più garantista (la non candidabilità può avvenire con sentenza passata in
giudicato) ma anche in modo tale che la sanzione aggiuntiva prevista, sia proporzionata al reato
commesso (mentre, dice Bersani, l' abuso di ufficio va spesso visto come una sorta di incidente per un'
attività che si sviluppa nei ghirigori di una legislazione complessa, contraddittoria e spesso
incomprensibile a chiunque e che purtroppo regola la gestione degli enti locali).
Ma adesso che la legge Severino (sbagliata) esiste, se anche ci fosse qualcuno che avesse il coraggio
di proporne in parlamento una revisione, costui verrebbe subito sbranato perché, dalla eccessiva
severità della Severino, molto politici sperano sempre che essa faccia fuori un avversario politico (oggi
De Luca, ma domani chissà chi) e non certo loro stessi. In questo cul de sac quindi non dovevano
infilarsi i grossi partiti che, proprio per questo, hanno maggiori responsabilità, in assoluto e sul piano
concreto della gestione del Paese ma che hanno operato dissennatamente. Quando il dentifricio è
uscito dal tubo è impossibile farcelo rientrare.
Anzi, invece di ridisegnare la legge Severino, c' è addirittura Debora Serracchiani, un vicesegretario del
Pd, renziana doc, per giunta, che ha affermato che il suo partito prevederà anche l' avviso di garanzia
per un amministratore pubblico come un precetto d' incandidabilità. Insomma, secondo la Serracchiani,
una persona che viene raggiunta da un avviso di garanzia (che non è una sentenza e che significa nulla
sulla sua colpevolezza ma che è stato predisposto proprio per garantirlo dalle indagini, dicendogli che
esse sono iniziate a suo carico) una persona, dicevo, sarebbe fulminata politicamente. In tal modo però
qualsiasi pm avrebbe in mano lo strumento per polverizzare qualsiasi politico, anche se incolpevole.
Pensare che questi strumenti li inventino i politici, dà il segno che questa categoria, in Italia, è diventata
come i lemming che, a un certo punto, decidono di gettarsi collettivamente giù dalla rupe. Contenti loro.
Pierluigi Magnaschi.
PIERLUIGI MAGNASCHI
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4 giugno 2015
Pagina 2
Italia Oggi
Enti locali
L' analisi.
Imu Tasi Tari, il gioco delle tre tavolette
DI MARINO LONGONI ­ Entro il 16 giugno i
proprietari di immobili e aree fabbricabili sono
tenuti per il secondo anno consecutivo al
versamento della Tasi.
L' imposta si giustifica con la necessità di
finanziare i costi dei servizi indivisibili (verde
pubblico, illuminazione e c c ) . D i f a t t o è u n
modo per far rientrare dalla finestra l' Imu sulla
prima casa cambiandole semplicemente
nome. Tanto è vero che le modalità di calcolo
sono abbastanza simili, anche se si è persa la
detrazione di 200 euro che era prevista per l'
Imu e in alcuni case le due imposte si sono
sommate. Dal punto di vista dei proprietari
sarebbe stato meglio tenersi l' Imu.
L' anno scorso i versamenti avvennero in un
clima di emergenza per le finanze comunali a
causa di continue proroghe dei termini, ritardi
nella definizione delle regole e delle aliquote,
problemi interpretativi.
Il decreto legge n. 16 del 2014 aveva previsto
che dal 2015 «i comuni assicurano la massima
semplificazione d e g l i a d e m p i m e n t i d e i
contribuenti rendendo disponibili i modelli di
pagamento preventivamente compilati su loro
richiesta, ovvero procedendo autonomamente
all' invio degli stessi modelli». Naturalmente,
quando un obbligo interessa una pubblica
amministrazione si trova sempre il modo di svicolare. Infatti sono pochissimi i comuni che hanno
provveduto a inviare i bollettini precompilati o che sono in grado di provvedere alla compilazione su
richiesta del contribuente. La scusa è che gli enti locali non dispongono di tutti gli elementi necessari
per il calcolo dell' imposta. In realtà le regole per il versamento della prima rata prevedono il
versamento della metà di quanto versato l' anno prima, non sarebbe stato quindi impossibile per i
comuni inviare i bollettini, magari accompagnandoli dall' avvertenza che per il versamento della
seconda rata bisogna tener conto di eventuali cambiamenti di aliquote o variazioni dello stato degli
immobili. Infatti per la Tari i bollettini sono arrivati, anche se spesso in ritardo. Se gli enti locali «più
vicini al cittadino» non sono in grado di fare nemmeno quello, figuriamoci se sono in grado di fare i
controlli su chi sbaglia a fare i versamenti o li dimentica del tutto (anche perché sono molti i proprietari
che nemmeno si ricordano di doverla versare).
Facile prevedere che in queste condizioni i buchi di gettito saranno consistenti.
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4 giugno 2015
Pagina 2
Italia Oggi
Enti locali
Improve your American English.
Imu Tasi Tari, the three­card trick
By June 16, the owners of properties and
building sites will have to pay the Tasi for the
second straight year. The tax is justified by the
need to fund the costs of indivisible services
(public parks, lighting, etc.). Actually it is a way
to propose the Imu on the first house again by
simply changing its name. So much so that the
calculation procedures are quite similar,
although the 200 euro deduction set for the
Imu has been lost and in some case the two
taxes were added up. From the owners' point
of view it would have been better to keep the
Imu. Last year the payments took place in an
emergency atmosphere for municipal finances
because of the continuous extensions of
deadlines, delays in the definition of the rules
and rates, interpretation problems. The 2014
Decree Law no. 16 provided that from 2015
«the municipalities ensure the highest level of
simplification of the taxpayers' obligations by
making available payment models filled in
advance on their request, or by sending the
very same models independently». Of course,
when an obligation affects a public
administration a way of wriggling is always
found. Indeed very few municipalities sent
precompiled forms or were able to provide for
their compilation at the instance of taxpayers.
The excuse is that local authorities don' t have all the elements needed to calculate the tax. Actually the
rules for the payment of the first installment provide for the payment of half of the amount paid in the
year before. Therefore it wouldn' t have been impossible for municipalities to send the forms, maybe
accompanied by the warning that for the payment of the second installment any changes in tax rates or
in the state of the properties must be taken into account. Indeed the forms for the Tari have arrived,
although often late. If local bodies «closer to the citizen» cannot even do that, imagine if they are able to
make checks on those who make payments incorrectly or forget them completely (also because there
are many owners who don' t even remember that they have to pay it). It is easy to predict that under
these conditions revenue holes will be substantial.
© Riproduzione riservata Traduzione di Silvia De Prisco.
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4 giugno 2015
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Italia Oggi
Enti locali
Grazie alla riforma, meno disoccupati (dati Istat) e l' Ocse conferma: un drastico miglioramento.
Il Jobs act salva il posto a Renzi
Expo, chiusa l' indagine su Maroni. Fitto e Mauro fanno gruppo.
Tutto bene sul fronte del lavoro con piccoli
segnali che lasciano ben sperare per l'
immediato futuro. Il tanto contestato Jobs Act
si sta rivelando la carta vincente del governo e
potrebbe perfino contribuire a salvare il posto
a Matteo Renzi, nel momento più difficile e
confuso per la maggioranza. L' Istat ad aprile
ha fatto registrare 159mila posti in più, con il
tasso disoccupazione giù al 12,4%, mentre
cala anche il dato su quella giovanile. Il
premier esulta: «Altri urlano noi cambiamo l'
Italia, avanti tutta». E l' Ocse conferma con un
inaspettato assist parlando di un
«miglioramento drastico» in Italia sul tema del
lavoro. In generale l' Ocse ha rivisto al rialzo le
previsioni di crescita economica dell' Italia sul
prossimo anno.
Nel suo Economic Outlook, l' ente parigino
stima un aumento del pil dello 0,6% quest'
anno, cui seguirà un più 1,5% nel 2016 (a
febbraio sul 2016 aveva indicato una stima di
crescita dell' 1,3%). Sui dati Istat è stata
espressa soddisfazione anche dal ministro del
Lavoro, Giuliano Poletti, che ha messo in
evidenza come «sono dati positivi.
Naturalmente sono dati che devono essere
stabilizzati nel tempo». «Siamo alla coda di
una crisi pesantissima che è durata oltre sette
anni, e tutti i segnali che abbiamo sono in senso positivo. Si è ridotta la cassa integrazione autorizzata,
c' è una stabilizzazione in corso dei contratti di lavoro, abbiamo dati che ci dicono che gli avviamenti
sono sempre di più a tempo indeterminato». «Adesso», ha aggiunto il ministro, «abbiamo la positiva
conferma che anche in termini assoluti il numero degli occupati ad aprile è aumentato. È calata la
disoccupazione ed è un buon segno ma va preso come un dato che riguarda un solo mese, adesso
vedremo nei prossimi, anche se siamo convinti che le cose si stabilizzeranno positivamente perché i
segnali sono tutti in questa direzione». E si è concentrato su questo tema pure il ministro dell' Economia
Pier Carlo Padoan. Per «far ripartire il motore dell' occupazione», ha spiegato, «è necessaria una
crescita forte della produttività». «Non si tratta solo di stimolare la domanda», ha aggiunto, «la riforma
del lavoro è solo l' inizio, l' obiettivo deve essere quello del lavoro di qualità. La creazione dell'
occupazione in Europa e negli Usa è strettamente collegata a una crescita forte della produttività, a sua
volta legata all' innovazione e all' educazione».Una maggiore prudenza sulla valutazione dei dati è
venuta da parte dei sindacati che hanno avversato questa riforma in ogni modo. «A me fa piacere che
aumenti l' occupazione, ma la valutazione la faremo con il semestre. Bisogna vedere i dati strutturali»,
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4 giugno 2015
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Italia Oggi
Enti locali
ha dichiarato il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, aggiungendo che «il problema che abbiamo è il
mercato interno». Il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, parla di dati «incoraggianti, che
rappresentano un segnale positivo», ma «solo un patto sociale tra tutti i soggetti responsabili, governo
centrale, regioni, imprese, sindacati, banche, può favorire la crescita e gli investimenti, creare le
condizioni per nuovi posti di lavoro per i giovani, le donne e quanti hanno perso il lavoro».
Per ora no. Ma entrambi hanno formalizzato, ieri, il rafforzamento del loro ruolo all' opposizione al
Senato.
Popolari per l' Italia, la formazione di Mario Mauro, è uscita dalla maggioranza ed è passata all'
opposizione.
Una piccola differenza che può fare la differenza al Senato dove la maggioranza è piuttosto risicata.
Anche se sono attese novità pure sul fronte Denis Verdini che potrebbero invece rafforzare Renzi
pescando da FI. mauro ha spiegato che i motivi sono legati a «riforme non condivise, condotte in modo
improvvisato ed approssimativo, con una improvvida esaltazione del carattere monocolore dell'
Esecutivo sono alla base di una decisione che è innanzitutto un giudizio definitivo su una gestione
politica che sta tenendo in stallo l' Italia, la sua economia e il suo bisogno di crescita» ha sostenuto.
Neanche il tempo di affermarlo che i due sottosegretari: Domenico Rossi, deputato e sottosegretario
alla Difesa, e Angela D' Onghia, senatrice e sottosegretario all' Istruzione, hanno comunicato «di voler
continuare a lavorare come sempre nell' interesse comune e generale dell' Italia, scevri da pregiudizi e
congetture politiche che non ci appartengono». E così hanno deciso di presentare le loro «dimissioni dal
Partito dei Popolari per l' Italia». Anche un altro senatore del movimento, Tito Di Maggio, ha lasciato Pi
ed è emigrato nel nuovo gruppo dei fittiani, nato proprio ieri non a caso, con il nome «Riformisti e
conservatori». Il capogruppo al Senato Luigi Zanda è ricorso a Shakespeare: «Molto rumore per nulla».
E poi: «La maggioranza non cambia. Andremo avanti con la stagione delle riforme.
I numeri a Palazzo Madama non cambiano affatto» poiché «i senatori che hanno annunciato il loro
passaggio all' opposizione già da molti mesi votano contro il governo».
In realtà la riduzione dello «scarto» rispetto all' opposizione è fissata a 9 senatori.
Una soglia decisiva alla luce della riforma costituzionale che tornerà alla Camera alta in terza lettura
prima della pausa estiva e del via libera alla riforma della scuola.
Un conto che comunque, per essere incisivo, dovrà tener conto degli effetti finali del confronto fra Renzi
e la minoranza interna del Pd.
Tra i 12 senatori «Riformisti e conservatori» di Raffaele Fitto, dunque, figura anche l' ex mauriano Di
Maggio.
Gli altri sono i senatori Bonfrisco, Bruni, D' Ambrosio Lettieri, Falanga, Liuzzi, Longo, Milo, Pagnoncelli,
Perrone, Tarquinio, Zizza. Capogruppo, a scrutinio segreto, è stata eletta la senatrice Cinzia Bonfrisco.
È un ulteriore step della «scissione» da Forza Italia di Raffaele Fitto, ormai da mesi in lotta con Silvio
Berlusconi.
La procura di Milano ha chiuso le indagini, in merito all' inchiesta sui contratti Expo, sul presidente della
Regione Lombardia Roberto Maroni. Il governatore della Lombardia è accusato di turbata libertà nella
scelta del contraente e induzione indebita nella vicenda con al centro presunte pressioni per far ottenere
a due sue collaboratrici incarichi nelle società Eupolis ed Expo.Oltre a Maroni, l' atto che sigla la
chiusura dell' inchiesta è stato notificato ad altre quattro persone fisiche e alla stessa società Expo. Nel
caso in cui venisse condannato in primo grado per il reato di induzione indebita, Maroni rischierebbe di
decadere dalla carica di governatore della Lombardia in base alla legge Severino. Maroni è accusato, in
concorso con il suo capo della segreteria Giacomo Ciriello, di avere indotto il direttore generale Expo,
Christian Malangone, a promettergli indebitamente l' utilità del pagamento (6 mila euro) delle spese di
aereo e hotel di Maria Grazia Paturzo, ex collaboratrice di Maroni al Ministero dell' Interno e già inserita
in Expo come manager temporanea, da portare in trasferta a Tokyo nella primavera dell' anno scorso su
richiesta del governatore lombardo. La missione fu poi annullata da Maroni all' ultimo momento, i
biglietti vennero usati da un' altra delegazione regionale rappresentata da Mario Mantovani. L' esistenza
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Italia Oggi
Enti locali
di una relazione affettiva tra Maroni e Maria Grazia Paturzo emergerebbe dalle carte dell' inchiesta. Il
danno per le casse pubbliche consistette in alcune centinaia di euro (la prima notte prenotata in hotel a
Tokyo), ma sufficiente per ipotizzare il reato, l' articolo 319 quater che punisce la «promessa» indebita
di utilità». Su Maroni pende anche un secondo capo d' accusa, in concorso sempre con Ciriello e anche
con Andrea Gibelli, segretario generale della Regione. In questo caso l' accusa è «turbata libertà del
procedimento di scelta del contraente» che avrebbe portato ad assegnare a un' altra ex collaboratrice di
Maroni al Viminale, Mara Carluccio, un incarico in Eupolis, società controllata dalla Regione, con un
compenso annuo di 29.500 euro. Un capitolo dell' inchiesta che ha già portato al patteggiamento del
direttore generale di Eupolis, Alberto Brugnoli, a 8 mesi di reclusione. Per Maroni «è una sciocchezza».
«Sono tranquillo», ha dichiarato. «Era ora, finalmente dopo un anno di indagini si chiudesse, se per una
sciocchezza come questa ci vuole un anno, poveri noi. Detto questo, io sono tranquillissimo, non ha mai
fatto pressioni in vita mia per nessuno, per i miei figli, amici o parenti».
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FRANCO ADRIANO
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Pagina 10
Italia Oggi
Enti locali
«Tu 'vo fa l' americano, mericano» cantava Carosone. Poi aggiungeva «ma sei nato in Italì​»
Primarie cu a pummarola 'n coppa
Si vuol copiare il modello Usa che però è incopiabile.
Le primarie furono ideate (nel 2005 su
ispirazione di Arturo Parisi) da Romano Prodi,
che cercava un' investitura da parte del popolo
pidiessino, al quale lui non apparteneva. Ma
dopo quel successo (come partecipazione e
come risultato) le primarie hanno, per lo più,
creato al Pd soprattutto grattacapi, fino alla
disfatta ligure.
Probabilmente diventeranno il totem di questo
periodo post­elezioni regionali: il Pd si
interroga su come e se continuare a farle,
Matteo Salvini (e Flavio Tosi, vedi l' articolo di
ieri su questo giornale) le reclamano a gran
voce, Silvio Berlusconi è ondivago, a giorni
alterni si dichiara favorevole o contrario, i
5stelle sostengono di farle via web, infine
Matteo Renzi sta scrivendo una nuova
normativa per regolamentare i partiti e dalle
prime indiscrezioni risulta che sono previste e
regolamentate anche le primarie.
Ma in che modo il nostro assetto politico può
davvero utilmente importare questo
meccanismo di scelta dei candidati nato negli
Stati Uniti alla fine del 1800?
Nell' introduzione al primo documento sulle
regole delle primarie, il duo Parisi­Prodi
scriveva che «le primarie è lo strumento scelto
dalle forze politiche aderenti all' Unione d e l
centrosinistra per l' individuazione di un candidato comune alla carica di presidente del Consiglio. Si
tratta di un' iniziativa assolutamente nuova, destinata a restare nella storia politica del nostro Paese; è la
prima volta, infatti, che le scelte fondamentali riguardanti il governo vengono affidate direttamente ai
cittadini». Potevano candidarsi coloro che presentavano «almeno diecimila e non oltre ventimila
sottoscrizioni di cittadini che godano dell' elettorato attivo per le elezioni della Camera e che
sottoscrivano il Progetto politico dell' Unione. Tali sottoscrizioni devono essere raccolte su appositi
moduli in almeno 10 diverse Regioni con almeno 1.000 sottoscrizioni in ciascuna Regione (500 nelle
Regioni con meno di un milione di abitanti e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano)».
A quelle primarie si presentarono in sette (oltre a Prodi, Fausto Bertinotti, Antonio Di Pietro, Clemente
Mastella, Simona Panzino, Alfonso Pecoraro Scanio e Ivan Scalfarotto), votarono in 4,3 milioni, il 74,1%
per Prodi (al secondo posto Bertinotti col 14,6). Di lì in poi, il Pd si è nutrito di primarie, con litigi,
ripicche, strappi, scissioni.
Anche perché le regole sono stabilite di volta in volta e spesso a vantaggio di questo o quello. Una
curiosità.
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Enti locali
Solo una Regione, in Italia, si è dotata di "norme per la selezione dei candidati e delle candidate per il
consiglio regionale e alla carica di presidente della giunta regionale» (numero 70 del 2004) che però
semplicemente propone un regolamento comune (che quindi non è vincolante) per lo svolgimento.
A cercare di fare un po' di chiarezza sono politologi e giuristi. Tutti, o quasi, non hanno dubbi sul fatto
che le primarie vadano regolamentate perché ne va dello stato di salute del sistema politico. Per
esempio Gianfranco Pasquino (Johns Hopkins University) ipotizza soprattutto un intervento su chi è
chiamato a (eventualmente) votare: «l' apertura massima delle primarie sarebbe un rischio da correre
per avere una partecipazione ampia e, ne sono convinto, non facilmente oppure non assolutamente
manipolabile. Il nome di chi vota dovrà essere scritto in appositi registri che potrebbero essere resi
pubblici e quindi gettare discredito sugli elettori furbacchioni. Le votazioni si dovrebbero svolgere,
provincia per provincia, non nello stesso giorno, ma, un po' come per le primarie Usa in una sequenza
prestabilita che, nel complesso, duri un mese o due. Questo consentirebbe agli elettori di acquisire
maggiori conoscenze sui candidati, ai mass media di produrre maggiori e migliori informazioni e ai
candidati di diffondere in massimo grado il proprio programma».
Ma contro il registro si schiera Roberto Reggi, ex­sindaco pidiessino di Piacenza e oggi direttore dell'
Agenzia del demanio, secondo cui si tratterrebbe «di una forma di schedatura che rischia di allontanare
tante persone che non hanno alcuna voglia di vedere il proprio nome pubblicato. Una roba da regime
comunista».
Al contrario il deputato Pd, Marco Meloni, ha presentato una proposta di legge per rendere le primarie
«pubbliche, statali e obbligatorie» e in essa prevede che «presso il ministero dell' Interno è istituito il
registro degli elettori delle elezioni primarie, nel quale sono automaticamente inseriti i cittadini iscritti ai
partiti. Le spese dei candidati alle primarie non possono superare un terzo delle spese previste per la
partecipazione alle relative elezioni».
Insomma non sarà facile trovare regole condivise con cui attuare le primarie anche se, secondo il
politologo, Paolo Pombeni (ex­docente all' università di Bologna e direttore di Mentepolitica), non è
possibile continuare con questo modo elastico e, di fatto, senza norme codificate: «Consentire di
scegliere un candidato alle elezioni a chi non è poi titolato ad essere elettore è un palese controsenso in
regime di suffragio universale. Il rischio che chi non è neppure formalmente titolare di una cittadinanza
elettorale (sedicenni e cittadini di altri Stati) possa diventare preda di manipolazioni, per non dire di
peggio, è facilmente prevedibile». La cartina di tornasole di queste preoccupazioni sono state per
Pombeni le primarie in Liguria: «Non ci voleva nessuna particolare qualificazione per rendersi conto di
questi rischi e se Sergio Cofferati non se ne era reso conto in anticipo c' è da dubitare del suo acume
politico».
Il fatto è che le primarie sono un «fenomeno» tutto italiano. Non esistono in nessun altro Paese europeo
(solo i socialisti francesi le hanno sperimentate in due occasioni per poi abbandonarle) e pure il raffronto
con gli Stati Uniti non è calzante a causa della particolarità di quel sistema elettorale: negli Stati Uniti
per esercitare il diritto di voto (valido per qualsiasi elezione) è necessaria una registrazione (quindi non
vi è l' iscrizione automatica alle liste elettorali, come in Europa) che può avvenire anche in occasione
dell' esame della patente. Al momento della registrazione si deve esprimere una preferenza politica per
un partito o per un altro (oppure dichiararsi indipendenti) e questo serve proprio per rendere più
semplice la partecipazione alle primarie. Ovviamente l' elettore può cambiare la sua scelta nel tempo,
ma sempre comunicandola all' ufficio competente.
No, l' Italia proprio non può «copiare» dagli Stati Uniti.
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GIORGIO PONZIANO
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Enti locali
Il semestre italiano è passato come una piuma ed il nostro personale comunitario è modesto.
Nella Ue siamo come carta velina
O Renzi si dà una mossa oppure è qui che rischia grosso.
Dopo le vittorie, è venuto il tempo delle
sconfitte e dei ridimensionamenti. Parliamo di
Matteo Renzi che, dopo un anno condotto a
ritmi, soprattutto comunicazionali, trascinanti,
si trova davanti a una dura realtà che non si
piega alle sue esigenze propagandistiche. È,
in queste contingenze, che si può giudicare la
tempra di un leader. Lo smisurato ego, la
fiducia in se stesso piena di presunzione, la
mancanza di cultura politica, il provincialismo,
il banale cinismo sono gli elementi che
emergono con più evidenza da poco più di un
anno di direzione del governo e del partito.
Il prodotto sin qui visibile di questo complesso
di difetti è stato l' avvio di un miracoloso
processo riformista, pieno di contraddizioni e
di manchevolezze, tuttavia importante per
rimettere in modo un Paese paralitico.
Oggi però, la dimensione dell' insufficienza e
del (speriamo provvisorio) crac di Renzi è la
politica internazionale, soprattutto europea.
Non ci riferiamo all' inesistenza del semestre
italiano, passato come passa una folatina di
vento della sera, ma all' assenza sistematica
dai tavoli che contano nei momenti che
contano.
Ci riferiamo al vertice europeo di lunedì primo
giugno, celebrato da frau Merkel, Hollande,
Junker, Lagarde e Draghi, e all' intesa franco tedesca che l' ha preceduto, rivelata dal settimanale
tedesco Die Zeit.
Va ricordato che sabato, a Trento, a margine del convegno economico di Innocenzo Cipolletta, Renzi,
aveva incontrato Valls,primo ministro francese, e annunciato una specie di asse franco­italiano per
«cambiare verso» all' Europa. Il senso di tutto questo non è tanto la nostra irrilevanza europea, che non
è nuova e risale all' uscita di scena di Kohl, Mitterand e Craxi, quanto l' incapacità del premier italiano e
della sua scadentissima squadra di conoscere tempestivamente ciò che bolle in pentola a Bruxelles, a
Berlino, a Parigi e a Francoforte.
I contenuti delle intese definite nel vertice di lunedì e nel bilaterale franco­tedesco sono molto importanti
e segnano una strada di rafforzamento dell' Europa e dei suoi poteri sovranazionali.
Era fatale, e l' abbiamo ricordato tante volte: o l' Unione marcia sulla via dell' integrazione o si avvita in
un processo di dissoluzione. Quindi, per sopravvivere, è necessario più Europa, non meno, secondo le
inconsistenti e autolesionistiche tesi delle forze populiste in giro nell' Eurozona.
C' è da attendersi, per i prossimi mesi, l' attuazione della nuova linea di politica comunitaria:
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Italia Oggi
Enti locali
integrazione politica con maggiore interdipendenza delle politiche; maggiori poteri dell' eurogruppo
(decisione, azione, cogenza); coinvolgimento del Parlamento europeo nell' adozione di riforme radicali
imposte d' ufficio ai paesi membri. I paesi dell' Unione esterni all' Eurozona saranno liberi di aderire o
non aderire ai nuovi sviluppi politici.
In questa prospettiva, la prima beneficiaria o vittima della rinnovata iniziativa europea è l' Italia e, con
essa, il suo garrulo primo ministro. Tutte le formule sin qui adottate, le contorsioni, l' indifferenza rispetto
all' enorme problema del taglio delle spese, le erogazioni di quattrini, diventeranno, in poco tempo,
quello che sono: inutili pannicelli caldi da rimuovere a favore di misure incisive nei confronti delle tante
rendite di posizione vigenti e delle sacche di parassitismo. Storicamente, nella testa di coloro che hanno
guidato il processo di integrazione europea, ultimi De Michelis e Carli a Maastricht, c' è sempre stata l'
idea che il vincolo europeo ci avrebbe aiutato a risolvere gli annosi problemi nazionali, dal debito
pubblico, al sistema fiscale, alla giustizia, alla trasformazione della pubblica Amministrazione da peso
morto a supporto positivo per la vita quotidiana degli italiani.
E anche della recente e gravissima questione immigrati, nella quale ci dibattiamo tra incapacità politica
e amministrativa e imbrogli, il vero elemento, quest' ultimo, di congiunzione tra il fenomeno e la
criminalità interna e internazionale, che impedisce, per inconfessabili motivi, la svolta più volte
annunciata.
Il governo riformista di Renzi è passato, su questi specifici punti, come una piuma d' oca passa sulla
pelle di un paziente. Per difficoltà oggettive e per totale incapacità del personale politico addetto.
Ora, unitamente al calo di ruolo internazionale dell' Italia, vedremo un calo di peso interno del governo,
che sarà costretto ad attuare politiche più determinate ed efficaci decise altrove, nella sede
sovranazionale di cui siamo fondatori.
Nonostante i mal di pancia di Grillo e dei suoi grullini, di Salvini e delle sue truppe e dell' inconsistente
coacervo di particelle della sinistra (pensavamo, sbagliando, che con la rielezione l' insopportabile
Vendola sarebbe finalmente scomparso dai nostri schermi quotidiani), la maggiore presenza dell'
Europa dovrebbe esserci utile, sia in termini di razionalizzazione del sistema, sia in termini di possibilità
di ripresa (e di lotta alla disoccupazione).
A una sola condizione: che il governo, da chiunque diretto, si attesti su una linea del Piave e si mostri
pronto a difenderla a costo di minacciare l' uscita dall' Unione. La linea della tutela dell' apparato
industriale italiano, costantemente minacciato dalla superpotenza egemone, la Germania, e di una
politica industriale gelosa degli interessi nazionali, si tratti della siderurgia, della gomma e dell' energia.
I basilari della nostra esistenza come soggetto partecipe del Wto non possono essere messi in
discussione.Renzi dovrà rapidamente adeguarsi. Altrimenti sarà iscritto nella storia come un'
impalpabile meteora durata l' espace d' un matin.
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DOMENICO CACOPARDO
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Italia Oggi
Enti locali
Il gruppo italiano è diventato Oltralpe il numero due del settore.
Eni gas conta in Francia già mezzo milione di clienti
In Francia il gruppo italiano Eni conta già
mezzo milione di clienti (con 450 mila privati in
portafoglio) ed è diventato il numero due nel
mercato del gas, trasformandosi in un
pericoloso concorrente per Engie, l' ex Gdf
Suez, l' azienda energetica francese che ha
cambiato nome da aprile. E che serve 9 milioni
di famiglie in Francia. Eni è presente Oltralpe
dal 2000, con 200 dipendenti e un indotto di
mille persone. E oggi rappresenta il 17% del
mercato francese del gas per volume di
vendite. All' inizio riforniva soltanto l' industria,
ma successivamente ha aperto alle utenze
domestiche, enti locali, e i m p r e s e d o v e
margini e bisogni di servizi energetici sono
superiori. E quest' anno conta di accelerare la
crescita grazie alla fine delle tariffe di maggior
tutela (regolamentate) del gas per pmi,
artigiani, piccoli professionisti. E questo
costringerà tra qualche mese 50 mila imprese
a rivolgersi alle offerte del libero mercato. In
Europa Eni conta un portafoglio di 10 milioni di
clienti. Oltre che in Italia il gruppo è molto
attivo in Francia, Spagna, Germania e Belgio.
Da gennaio ha lanciato in Francia la sua
offerta disponibile soltanto in Internet, mirata a
una clientela «giovane» 25­40 anni, che ha
dimestichezza con il web, e che è stata
sottoscritta da un consistente numero di clienti. In parallelo, ha arricchito la propria offerta con Astucio,
un contratto di fornitura a prezzo fisso per quattro anni.
L' offerta ha molto contribuito alla notorietà del gruppo in Francia perché inferiore di circa il 10% rispetto
al prezzo regolamentato di Engie. E gli eventuali ribassi delle tariffe di maggior tutela vengono
riassorbite da Astucio che in questo modo assicura una certa tranquillità tariffaria alle famiglie.
C' è comunque un rischio per il gruppo italiano nel garantire il prezzo a lungo termine, dal momento che
il prezzo del gas, nella scia delle quotazioni del petrolio, potrebbero aumentare da un momento all'
altro. La società ha ammesso l' esistenza di questa minaccia, ma ha deciso di assumersi il rischio
contando sul fatto che sfruttando in proprio un certo numero di giacimenti si è conquistata un posto di
primo piano sulla scena del gas. Ora, il gruppo italiano mira nel 2016, con la fine delle tariffe
regolamentate, ad entrare anche nel mercato dell' elettricità in Francia, da quando ha ricevuto la licenza
di fornitore dalla direzione generale dell' elettricità e del clima (Dgec).
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SIMONETTA SCARANE
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Italia Oggi
Enti locali
Circolare dell' Agenzia delle entrate sulla corretta applicazione dopo il dl Crescita.
Aiuto alla crescita semplificato
Conversione in credito Irap usando le aliquote Irpef.
Conversione semplificata dell' aiuto alla
crescita economica (Ace) in credito d' imposta
Irap. Basta applicare, infatti, le aliquote
stabilite per ogni scaglione Irpef all' eccedenza
del bonus convertita.
L' Agenzia delle entrate, con la circolare 21/E
di ieri, ha risolto così uno dei problemi più
complessi (si veda ItaliaOggi del 3/4/2015)
inerente alla corretta applicazione della
disciplina sull' Ace, dopo le novità introdotte
dal dl 91/2014 (cosiddetto «decreto crescita e
competitività»).
La circolare è copiosa ma interviene su
numerose problematiche, ricordando,
innanzitutto, che il dl 91/2014 ha disposto un
vero e proprio rafforzamento del bonus,
introducendo una maggiorazione del 40%
della variazione del capitale proprio per le
società quotate, e rendendo possibile la
conversione delle eccedenze Ace non
utilizzate, in un credito d' imposta utilizzabile
per il versamento dell' imposta regionale
(Irap).
Con riferimento alla maggiorazione, destinata
esclusivamente alle società quotate che sono
state ammesse alla quotazione e alla
negoziazione dei propri strumenti finanziari
dopo il 25/6/2014 (data di entrata in vigore del
provvedimento), le Entrate chiariscono il meccanismo che deve sempre tenere conto della somma
algebrica degli elementi positivi (conferimenti e accantonamenti degli utili) e negativi (distribuzione di
patrimonio) e, soprattutto, che la variazione incrementativa da utilizzare non tiene conto di tutti gli
incrementi eseguiti, a partire dall' 1/1/2011, ma solo a quelli eseguiti in ciascun esercizio, cui si deve
applicare la maggiorazione, rispetto al periodo d' imposta precedente.
Con riferimento, invece, alla conversione dell' eccedenza in credito d' imposta Irap, posta la possibilità
di riportare la stessa nei periodi d' imposta successivi o di convertirla, anche parzialmente, nel detto
credito d' imposta, il documento di prassi ricorda che l' utilizzo è limitato al pagamento del tributo
regionale, senza possibilità di eseguire una compensazione, di cui all' art. 17, dlgs 241/1997 e che non
operano, in tal caso, né il limite di compensabilità (euro 700 mila annui), di cui all' art. 34, legge
388/2000, né il blocco per i crediti erariali iscritti a ruolo (superiori a 1.500 euro), di cui all' art. 31, dl
78/2010.
Inoltre, l' utilizzo del credito in dichiarazione non è soggetto all' apposizione del visto di conformità, di
cui al comma 574, dell' art. 1, legge 147/2013 e, per la ripartizione in cinque quote annuali, con riporto
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Enti locali
senza limiti temporali dell' eccedenza, non lo si deve considerare soggetto al limite disposto per i crediti
agevolati (euro 250 mila), da indicare nel quadro «RU», di cui al comma 53, dell' art. 1, legge 244/2007.
La parte più interessante del documento, però, è quella in cui le Entrate propongono alcuni esempi per
la corretta determinazione e, soprattutto, quella riguardante la formazione del credito d' imposta in capo
ai soggetti Irpef (si veda esempio), giacché le disposizioni non erano per niente chiare; si fa riferimento,
infatti, alla lett. b), comma 1, dell' art. 19, dl 91/2014, che richiama «genericamente» le aliquote «di cui
agli articoli 11 e 77 del testo unico delle imposte sui redditi».
Inoltre, la circolare evidenzia l' impossibilità di eseguire un dietrofront poiché le eccedenze, una volta
trasformate in credito d' imposta Irap, assumono una natura diversa e seguono un percorso diverso
rispetto alle eccedenze Ires, e ricorda che le nuove disposizioni si rendono applicabili solo alle
eccedenze maturate nel periodo d' imposta in corso al 31/12/2014 (per i solari, il 2014).
La seconda parte della circolare è formata da numerosi chiarimenti in tema di disciplina antielusiva, con
l' analisi di alcuni ambiti e casi particolari, come, per esempio, la «preventività» degli interpelli
disapplicativi; il detto requisito non deve essere considerato con riferimento alle singole operazioni, ma
con riferimento al periodo d' imposta, cui si chiede la disapplicazione.
Con riferimento al rapporto di controllo, la sterilizzazione dell' Ace derivante dall' incremento dei crediti
da finanziamento si rende applicabile esclusivamente nei confronti di soggetti su cui il detto controllo è
presente alla chiusura dell' esercizio in cui avviene l' incremento, mentre restano escluse dall' ambito
della disciplina antielusiva, le acquisizioni (o l' incremento) di partecipazioni di controllo con
conferimento in natura.
Infine, relativamente ai conferimenti provenienti da soggetti non residenti in Italia, il documento di prassi
evidenzia la prevista «sterilizzazione» delle variazioni in aumento fino a concorrenza degli apporti
eseguiti da soggetti non residenti o da soggetti domiciliati in Stati o territori a fiscalità privilegiata, che
non sono individuati dalla «white list», di cui all' art. 168­bis, dpr 917/1986 (Tuir).
Sul tema, le Entrate precisano, facendo alcuni esempi, che la «sterilizzazione» deve operare in
presenza di un conferimento proveniente da soggetto localizzato in un Paese che non aderisce allo
scambio di informazioni o in presenza di un gruppo strutturato, dal quale emerge la presenza di un
socio, anche di minoranza, localizzato in un Paese non collaborativo.
Dopo aver trattato la gestione delle istanze di disapplicazione delle norme antielusive, il documento
ricorda ulteriori fattispecie «elusive» (o ritenute tali) e chiarisce l' operatività dell' agevolazione nei
confronti delle stabili organizzazioni, per le quali si rende possibile l' applicazione, ma con riferimento al
«fondo di dotazione», rispetto a quello esistente alla chiusura dell' esercizio in corso al 31/12/2010, con
gli opportuni adattamenti.
Infine, confermando che le riserve da rivalutazione, iscrivibili a fronte di leggi speciali o di deroghe al
comma 4, dell' art. 2423 c.c., non rilevano ai fini del bonus alla nascita, poiché riserve «non» disponibili,
le Entrate precisano che le stesse possono rilevare ma soltanto per la quota riferibile ai maggiori valori
realizzati nelle fasi successive.
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FABRIZIO G. POGGIANI
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Italia Oggi
Enti locali
brevi
Giovanna Alessio dal 1° giugno è alla guida
della direzione regionale della Lombardia dell'
Agenzia delle entrate, affiancata da Marco
Orsini, direttore regionale aggiunto. Nel 2013 è
stata a capo della direzione regionale della
Toscana e successivamente direttore
regionale del Lazio. Negli ultimi quattro mesi
ha affiancato Eduardo Ursilli, direttore uscente,
come direttore regionale aggiunto della
Lombardia. Nuove nomine in Lombardia
anche per alcuni direttori provinciali: Antonino
Lucido, sempre dal 1° giugno è il nuovo
direttore provinciale di Bergamo. Alla
direzione provinciale di Lodi è stato nominato
Giacomo Gentile; Daniela Paola Cammilli è il
nuovo direttore della direzione provinciale II di
Milano e, infine, Salvatrice Malgioglio direttore
provinciale di Pavia.
Corepla, Conai, Assobioplastiche e Consorzio
italiano compostatori sigleranno l' 11 giugno
prossimo un accordo per realizzare un
sistema di gestione di tutti gli imballaggi in
plastica a n c o r p i ù e f f i c i e n t e , e f f i c a c e e
sostenibile, per una maggiore crescita, ricerca
e occupazione. La gestione integrata, puntuale
e innovativa del fine vita degli imballaggi in
plastica b i o d e g r a d a b i l i e c o m p o s t a b i l i ­
sottolinea una nota ­ offrirà ulteriori opportunità
di risparmio di risorse e possibilità di sviluppo economico e imprenditoriale.
«Questa riforma, che vuole riorganizzare la pubblica amministrazione, semplificando il sistema e
valorizzando il capitale umano di tutte le istituzioni, deve essere coerente e coordinata alla riforma delle
Aree vaste, e, anzi, può rappresentare il consolidamento del processo avviato con la Legge Delrio». Lo
ha detto il presidente dell' Unione province d' Italia e sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, in audizione
alla Camera sul ddl sulla «Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche». «Bisogna dare massima
coerenza tra il ridisegno dell' amministrazione statale e periferica e quello in atto della riforma dei nuovi
enti di area vasta. Proprio sui temi della semplificazione, i nuovi enti di area vasta possono essere
messi alla prova per il loro ruolo di Case dei comuni, promuovendo la gestione di servizi e funzioni
associati, valorizzando il potenziale delle centrali uniche di committenza con risparmi e garanzia di
servizi su tutto il territorio, sostenendo i processi di unioni e fusioni dei comuni».
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Italia Oggi
Enti locali
Il Tar Friuli smentisce il Viminale. E denuncia anche il comune.
Nozze gay, prefetti zittiti
Solo il giudice può annullare la trascrizione.
Viminale smentito. Non può essere il prefetto a
cancellare dal registro dello stato civile le
nozze gay celebrate all' estero che il Comune
ha deciso di trascrivere. E ciò perché la
normativa in materia non contiene lacune:
risulta dunque escluso che possa essere
integrata da altre disposizioni, come la legge
sulla trasparenza amministrativa degli atti: l'
unica via è il ricorso all' autorità giudiziaria
ordinaria. Ma intanto il Comune è segnalato
alla Corte dei conti perché è intervenuto ad
adiuvandum dopo il ricorso della coppia
omosex, stanziando a bilancio l a s o m m a
necessaria per le spese di giudizio, che
dunque ricadono sul contribuente, senza che l'
ente a b b i a u n i n t e r e s s e s p e c i f i c o a l l a
controversia. È quanto emerge dalla sentenza
228/15, pubblicata dalla prima sezione del Tar
Friuli Venezia Giulia.
Nessuna sostituzione Accolto il ricorso di una
signora che ha sposato un' altra donna in
Belgio, Paese in cui il matrimonio
omosessuale esiste come negli altri Regni dei
Paesi Bassi e di Spagna: sono annullati tutti gli
atti del prefetto, che ha cancellato d' ufficio la
trascrizione delle nozze gay dal registro dopo
aver invitato invano il Comune a provvedere,
sulla scorta delle indicazioni provenienti dal
ministero dell' interno. Aveva in effetti ragione l' ente locale a rispondere di non poter espungere l' atto
dal registro senza la sentenza di un giudice ordinario. Ma ora l' amministrazione locale rischia la
condanna per danno erariale dopo aver stanziato la somma necessaria per la causa al Tar senza
risultare titolare di un vero interesse a stare in giudizio, che, osservano i giudici, non può essere di «tipo
ideologico, politico». I matrimoni fra persone dello stesso sesso sono contro la legge italiana che,
diversamente da altri Stati Ue, non riconosce alcuna altra forma di unione in materia. E allo stato il
nostro Paese non risulta obbligato a provvedere dalle norme europee (le normative nazionali ad hoc
sono in continua evoluzione). È tuttavia escluso che il prefetto possa sostituirsi d' ufficio al Comune che
rifiuta di cancellare il matrimonio omosessuale dai registri dell' anagrafe perché il dpr 396/00 non
contiene «buchi»: non solo il privato può rivolgersi al giudice per far cancellare l' atto illegittimo, ma il
procuratore della Repubblica può e deve intervenire per tutelare la legalità violata (infatti gli atti sono
inviati in procura). Spese di giudizio compensate per la novità della questione.
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DARIO FERRARA
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4 giugno 2015
Pagina 27
Italia Oggi
Enti locali
Il giudice tributario deve quantificare la pretesa
Il giudizio tributario non si connota come
giudizio di «impugnazione­annullamento»,
bensì come giudizio di «impugnazione­
merito», in quanto non è finalizzato soltanto ad
eliminare l' atto impugnato, ma è diretto alla
pronuncia di una decisione di merito sul
rapporto tributario, sostitutiva dell'
accertamento dell' Amministrazione
finanziaria, previa quantificazione della
pretesa erariale, peraltro entro i limiti posti, da
un lato, dalle ragioni esposte nell' atto
impositivo impugnato e, dall' altro lato, dai
motivi dedotti nel ricorso introduttivo. Di
conseguenza, il giudice tributario, che ritenga
solo in parte fondato il ricorso del contribuente,
non può limitarsi ad annullare l' atto
impugnato, ma è tenuto ad esaminare, nel
merito, la pretesa tributaria e a quantificare la
pretesa erariale. Così la Cassazione, con la
sentenza n. 11232 del 29 maggio 2015. La
sentenza affronta il tema della qualificazione
della natura del processo tributario. La formula
«impugnazione­merito» viene in particolare
usata per indicare decisioni sostitutive del
provvedimento impositivo, in contrapposizione
alla tesi secondo cui le decisioni delle
Commissioni sono decisioni di mero
annullamento (totale o parziale). Ma le due
formule non sono in realtà contrapposte. Non v' è dubbio, del resto, che il giudice tributario può
pronunciare sia sentenze che annullano in toto l' atto impositivo, sia sentenze che lo annullano solo in
parte, ad esempio riducendo la base imponibile determinata nell' avviso. Questo non vuol dire però che
il giudice non possa annullare gli atti che riconosce illegittimi. In particolare, in caso di mancanza di
motivazione, la tutela giurisdizionale non può che consistere nell' invalidazione del provvedimento
quando la carenza di motivazione sia tale da non consentire l' identificazione degli elementi materiali e
giuridici cui è correlata la pretesa tributaria. Il giudice di merito infatti, ai fini del riesame, dispone di un
potere di indagine istruttoria, ma non può, ovviamente, sostituirsi all' Amministrazione nella ricerca dei
presupposti del rapporto d' imposta. Se invece la motivazione non è mancante, il giudice deve
comunque andare oltre e determinare il quantum dovuto.
GIOVAMBATTISTA PALUMBO
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4 giugno 2015
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Italia Oggi
Enti locali
tributo sui servizi indivisibili/ Le finanze rispondono al comune di verona.
Imponibile a metà per fabbricati di interesse storico­
artistico
Anche ai fini Tasi, i fabbricati di interesse
storico e artistico possono usufruire della
riduzione al 50% del valore imponibile prevista
per l' Imu.
Lo chiarisce il Dipartimento delle finanze
rispondendo a un quesito posto dall' Ordine
dei commercialisti e degli esperti contabili di
Verona, che ha sollevato la questione dopo
che il comune aveva negato l' estensione del
beneficio dall' ambito dell' imposta municipale
a quello del tributo sui servizi indivisibili. Come
ricordano le Finanze, la disciplina di
riferimento è contenuta nel comma 675 della l
147/2013. Tale norma dispone che la base
imponibile Tasi è « q u e l l a p r e v i s t a p e r l '
applicazione» dell' Imu. I n v i r t ù d i t a l e
richiamo, è applicabile alla Tasi anche l' art.
13, comma 3, del dl 201/2011, il quale prevede
il dimezzamento della base imponibile per i
suddetti immobili. La stessa tesi, del resto, era
stata sostenuta anche nelle Faq pubblicate
dallo stesso Dipartimento (Faq n. 8 del 4
giugno 2014). Del medesimo tenore è la
stessa disciplina regolamentare adottata dal
comune scaligero, che richiama per la Tasi le
stesse regole di determinazione della base
imponibile previste per l' Imu, ivi compreso lo
sconto per gli immobili di pregio.
Soddisfazione è stata espressa dai commercialisti veronesi e dal presidente Alberto Mion.
Ai fini dell' identificazione degli immobili di interesse storico­artistico, rileva la classificazione di cui all'
art.
10 del dlgs 42/2004.La medesima agevolazione spetta anche ai fabbricati inagibili/inabitabili, sempre
che tale condizione sia stata accertata dall' ufficio tecnico comunale o dichiarata dal contribuente
mediante autocertificazione e purché risultino di fatto non utilizzati. Se un fabbricato inagibile/inabitabile
è anche di interesse storico­artistico l' agevolazione si applica una volta sola, per cui la riduzione della
base imponibile è sempre del 50% (e non del 25%).
MATTEO BARBERO
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Enti locali
Un vademecum per orientarsi tra i pagamenti delle imposte sulla casa nel 2015.
Tasse locali, tempo di acconti
Imu e Tasi al 16 giugno. Sulla Tari decidono i comuni.
Contribuenti alla cassa per il pagamento degli
acconti Imu, Tasi e Tari. Mentre per i primi due
tributi il termine ultimo per versare gli acconti è
quello classico del prossimo 16 giugno, per la
tassa rifiuti le scadenze per il pagamento sono
fissate dai comuni. L ' a c c o n t o Imu dovrà
essere versato da tutti i contribuenti titolari di
fabbricati, aree edificabili e terreni, ad
eccezione degli immobili adibiti a abitazione
principale, sono tenuti invece a pagare la Tasi
solo coloro che possiedono fabbricati e aree
edificabili. Per entrambi i tributi l' acconto va
calcolato sulla base delle aliquote e delle
detrazioni deliberate d a i comuni per i dodici
mesi dell' anno precedente. Quindi va versato
il 50% di quanto pagato nel 2014. Fermo
restando che i contribuenti possono effettuare i
pagamenti in un' unica soluzione se già
c o n o s c o n o l e deliberazioni adottate dalle
amministrazioni comunali.
Imu. Il primo appuntamento con l' imposta
municipale, al solito, è confermato per il 16
giugno. Non devono versare l' imposta i titolari
di immobili destinati a prima casa e equiparati
per i quali è prevista l' esenzione.
Dall' esenzione sono esclusi gli immobili
classificati nelle categorie catastali A1, A8 e
A9 (immobili di lusso, ville e castelli).
Questi fabbricati fruiscono comunque di un trattamento agevolato, perché deve essere applicata un'
aliquota ridotta (dal 2 al 6 per mille), deliberata dal comune, e una detrazione di 200 euro. I soggetti
obbligati al pagamento dovranno mettere mano al portafoglio e versare il 50% dell' imposta calcolata in
base a aliquote e detrazioni adottate nel 2014. I comuni, infatti, hanno tempo fino al prossimo 30 luglio
per approvare bilanci preventivi, regolamenti e delibere. Il resto dovrà essere pagato entro il 16
dicembre, a conguaglio di quanto dovuto per l' intero anno facendo riferimento a aliquote e detrazioni
deliberate per il 2015.
Tasi. Sono obbligati al pagamento della Tasi sia proprietari che inquilini.
L' articolo 1, commi 671 e 681, della legge di Stabilità 2014 (147/2013) individua come distinti soggetti
passivi possessori e detentori degli immobili. Il titolare dell' immobile, a titolo di proprietà, usufrutto, uso
e via dicendo, non è tenuto a pagare la quota che il comune pone a carico del detentore, nel caso in cui
quest' ultimo non versi l' imposta dovuta. Solo in caso di occupazione temporanea, non superiore a 6
mesi, è obbligato al versamento del tributo colui che risulti possessore dell' immobile. L' imposta sui
servizi comunali indivisibili si paga solo sui fabbricati, comprese le abitazioni principali, e le aree
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Continua ­­>
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Italia Oggi
Enti locali
edificabili. Esclusi espressamente dall' imposizione i terreni. La base imponibile è la stessa dell' Imu Va
ricordato che i comuni non sono tenuti a inviare ai contribuenti i modelli di pagamento Tasi precompilati.
L' imposta sui servizi, come l' Imu, deve essere versata in autoliquidazione e spetta al contribuente fare i
calcoli e pagare quanto dovuto. In effetti, la legge non prevede l' obbligo di invio dei modelli
precompilati. Il bollettino va predisposto su richiesta dell' interessato, ma non c' è un obbligo di invio
generalizzato. Le amministrazioni locali devono garantire ai contribuenti un servizio di assistenza
compilando, su richiesta, i bollettini di pagamento.
Acconti Tari. Per la tassa rifiuti i comuni possono richiedere il pagamento degli acconti in attesa dell'
approvazione del bilancio di previsione, delle delibere tariffarie e dei regolamenti. Nulla osta, dunque,
all' invio degli avvisi di pagamento degli acconti della tassa rifiuti anche se i comuni non hanno ancora
approvato i regolamenti e determinato le tariffe.
Il tributo può essere calcolato sulle tariffe del 2014.
Nonostante non vi sia una norma ad hoc che attribuisca questo potere, i comuni hanno il potere di
determinare gli acconti Tari calcolando gli importi in base a quanto pagato dai contribuenti l' anno
precedente. In questo senso, tra l' altro, si è espresso il dipartimento delle finanze del ministero dell'
economia con la nota 5648/2014. Secondo il dipartimento delle finanze non serve un' apposita
disposizione legislativa per riscuotere gli acconti Tari. Del resto, il comma 688 della legge di Stabilità
2014 (147/2013) attribuisce ai comuni la piena facoltà di prevedere liberamente le scadenze, con l'
unico limite di garantire un numero minimo di due rate semestrali.
Modalità di pagamento.
Il pagamento di Imu e Tasi può essere effettuato con il modello F24 o tramite apposito bollettino di conto
corrente postale, secondo le regole stabilite dall' articolo 17 del decreto legislativo 241/1997.
Quindi, le somme versate dai contribuenti vengono incassate dalla «Struttura di gestione» e riversate
all' ente interessato.
Gli stessi canali di pagamento possono essere utilizzati per la Tari. Per la Tari, inoltre, è possibile
pagare tramite i servizi elettronici di incasso e interbancari. La legge, però, impone che Tasi e Tari
devono essere versate in momenti diversi, fermo restando che gli interessati hanno la facoltà di pagare
in un' unica soluzione entro il 16 giugno, qualora siano già a conoscenza delle deliberazioni adottate
dall' ente.
SERGIO TROVATO
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Italia Oggi
Enti locali
un documento dei commercialisti sul principio contabile oic 16 (immobilizzazioni materiali)
Scorporo terreni di rigore solo per i fabbricati cielo­
terra
Scorporo dei terreni obbligatorio solo per i
fabbricati cielo/terra e senza impatti tributari. È
una delle indicazioni contenute nella guida
operativa per l' adozione dei nuovi principi
contabili del Consiglio nazionale dei dottori
commercialisti e degli esperti contabili avviata
ieri con un lavoro sull' Oic 16 ­
Immobilizzazioni materiali, primo di una serie
d' approfondimenti sulla transizione alle nuove
r e g o l e c o n t a b i l i d e i bilanci d ' e s e r c i z i o
civilistici.
«L' adozione dei Principi contabili», spiega
Raffaele Marcello, consigliere nazionale dei
commercialisti delegato ai principi contabili,
«costituisce un elemento qualificante per i
commercialisti, soprattutto nella logica di voler
fornire una rappresentazione veritiera, corretta
e non ambigua dello stato di salute delle realtà
aziendali con cui professionalmente e a
diverso titolo vengono periodicamente a
contatto».
Il documento, prodotto dalla Commissione per
lo studio dei principi contabili nazionali, inizia
affrontando le novità in termini di
ammortamento, con particolare riferimento allo
scorporo del valore dei terreni da quello dei
fabbricati. Sono tre le implicazioni operative:
non è più possibile continuare ad
ammortizzare il terreno su cui insiste il fabbricato, anche nel caso in cui il costo di bonifica azzeri quello
del terreno; è necessario distinguere il valore di quest' ultimo da quello del fabbricato; si deve infine
eliminare il fondo ammortamento relativo al terreno. La distinzione degli importi, laddove non si
disponga dei rispettivi costi d' acquisto, potrà avvenire in proporzione ai loro valori attuali determinati
con perizia oppure grazie a fonti ufficiali quali, ad esempio, le basi di calcolo ai fini Imu; la suddivisione
è inoltre facoltativa per i fabbricati non cielo/terra. Importante è poi la presa di posizione sulla
sopravvenienza del fondo ammortamento, laddove questo non sia riclassificato come fondo bonifica o
ripristino: il componente positivo di reddito non deve essere tassato, anche per la quota accantonata
prima del periodo d' imposta 2006. Sempre in tema d' ammortamento, vengono chiarite alcune
particolarità: il component approach, ossia la sua determinazione distinta per ciascun componente con
vita utile diversa da quella del bene principale, deve essere applicato quando le singole parti risultano
significative e la separazione è praticabile; l' interruzione del processo d' ammortamento, per i cespiti il
cui valore residuo risulta pari o superiore al valore netto contabile, spiega i suoi effetti anche a livello
tributario (non potendo più dedursi tali costi extracontabilmente); non è più possibile, inoltre, smettere di
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Italia Oggi
Enti locali
spesare i cespiti a lungo inutilizzati, si pone anzi il problema della loro eventuale svalutazione in
presenza di perdita durevole di valore (la cui deducibilità passa attraverso la deduzione dei maggiori
ammortamenti fiscali ai sensi della risoluzione dell' Agenzia delle entrate 98/E del 19 dicembre 2014);
per i beni ceduti nel corso dell' esercizio, infine, è necessario determinare la quota di ammortamento
pro rata temporis, soluzione rilevante anche ai fini tributari. La Commissione affronta quindi il tema delle
immobilizzazioni materiali destinate alla vendita: vanno riclassificate in una specifica voce dell' attivo
circolante, peraltro assente nella vigente tassonomia Xbrl, qualora siano vendibili alle condizioni attuali,
con alta probabilità e nel breve termine; debbono essere iscritte al minore tra il costo ed il valore di
mercato. L' operazione può determinare benefici di carattere fiscale, i cespiti non assumono rilevanza ai
fini del test di operatività per le società di comodo.
ANDREA FRADEANI
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Le proposte di modifica dei Giovani dottori all' art. 2 del dlgs sulla certezza del diritto.
Raddoppio termini da rivedere
Accertamenti agevolati in presenza di reati tributari.
Lo schema dell' emanando dlgs 163, afferente
le «disposizioni sulla certezza del diritto nei
rapporti tra fisco e contribuente», all' art. 2,
introduce un limite alla disciplina del
raddoppio dei termini per l' accertamento.
Secondo tale testo, il raddoppio, che si
concretizza in presenza di violazioni tributarie
(ex dlgs.
74/2000) che comportino, ai sensi dell' art. 331
c.p.p., l' obbligo di segnalazione scritta alla
procura della notizia di reato, «non opera
qualora la denuncia da parte dell'
Amministrazione finanziaria sia presentata o
trasmessa oltre la scadenza ordinaria »,
prevista dagli artt.
43 del dpr 600/1973 e 57 del dpr 633/1972. In
altri termini, in base alla nuova disposizione
ipotizzata dall' esecutivo, il raddoppio potrà
operare solo se la violazione penal­tributaria
sarà stata denunciata dall' A.f.
all' A.g. entro il 31 dicembre del quarto anno
successivo a quello di presentazione della
dichiarazione o, in caso di presentazione
omessa o nulla, entro il 31 dicembre del quinto
anno successivo. Già dalla prima lettura della
proposta di riforma appare evidente che un
siffatto testo normativo non soddisfa di certo l'
esigenza di revisione del «raddoppio dei
termini». Sembra, piuttosto, che l' impellente esigenza di modifica da parte del governo sia legata, oltre
all' attuazione della delega, ad esigenze di cassa dell' erario. Tale lacunosa scelta normativa, di certo,
consentirebbe di dare slancio alla voluntary disclosure, ma, a pagarne le conseguenze, sarebbe il
normale contribuente.
Ancora una volta, si è persa l' occasione sia di rivedere norme, che incidono profondamente sui diritti
costituzionali dei contribuenti, sia di uniformarsi al diritto europeo e agli insegnamenti della Corte di
giustizia dell' Ue e della Cedu.
Per l' Unione giovani sarebbe auspicabile una più attenta riflessione per dar vita alle necessarie riforme.
La modifica normativa, così come concepita, non è di certo sufficiente a garantire la certezza del diritto,
non risolvendo la stragrande maggioranza dei problemi legati all' attuale testo di legge.
Infatti, in più occasioni, l' Unione ha rappresentato come tale istituto spesso finisce per comportare un
grave pregiudizio per il contribuente, costretto a rimanere nella totale incertezza per un decennio,
magari a causa di un uso strumentale del raddoppio dei termini da parte dell' Agenzia. Ma v' è di più.
Nei casi in cui l' ufficio, per finalità accertative, utilizzi impropriamente i metodi induttivo puro o analitico­
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Italia Oggi
Enti locali
induttivo, potrebbe facilmente essere superata la soglia di punibilità prevista per alcuni reati tributari.
Come dire, il danno e la beffa. Se l' obiettivo del legislatore è quello di dare certezza ai contribuenti, non
pare che esso possa essere raggiunto con la norma de qua.
In un paese fiscalmente sano non può lasciarsi il contribuente nel limbo per un periodo così lungo (da 8
a 10 anni). Appare incomprensibile, peraltro, come mai si possano concedere altri 4 o 5 anni per
notificare un avviso di accertamento una volta che gli uffici finanziari abbiano già raccolto fatti e notizie
sufficienti per comunicare la notitia criminis. Sarebbe più logico e coerente con le finalità della riforma,
imporre all' Agenzia di notificare gli atti impositivi entro tre o sei mesi dalla comunicazione del presunto
illecito alla procura della repubblica.
Nel tentativo di dare un contributo all' esecutivo in ordine alle emanande riforme, l' Ungdcec ha
presentato le sue proposte, fondate, con riferimento a tale argomento, sulle seguenti riflessioni. Se da
una parte il nuovo termine concesso all' A.f.
p e r comunicare la notizia di reato, legittimante il raddoppio, tutela il contribuente, dall' altro la
formulazione attuale della norma non offre alcun meccanismo che possa evitare un ricorso improprio all'
istituto in commento, volto a dilatare l' arco temporale entro cui completare l' attività di accertamento
ordinaria. Per tale ragione, potrebbe essere utile prevedere la nullità dell' avviso di accertamento
emanato fuori da termini canonici, in forza di tale istituto, se il procedimento penale si chiuda
favorevolmente al contribuente. Dal momento che proprio l' avvio del procedimento penale permette un'
ultrattività anche dell' azione amministrativa, se la ratio della norma è favorire una linea dura sui reati
tributari, non vi è motivo perché, in mancanza di tali presupposti, debba comunque sopravvivere la sola
azione amministrativa. È ovviamente opportuno che tale nullità debba essere collegata ai casi in cui la
non colpevolezza del contribuente sia esplicita (non si può, difatti, comminare tale sanzione in caso di
estinzione del reato per prescrizione). La novella, al fine di evitare un utilizzo improprio della norma,
dovrebbe poi prevedere che i verificatori/accertatori debbano fornire ex ante elementi sufficienti,
possibilmente di natura documentale, a sostegno dell' accusa in sede penale, affinché possa rimanere
in vita l' effetto del raddoppio dei termini e la conseguente legittimità degli atti emanati per gli esercizi d'
imposta per i quali è ormai spirato l' ordinario termine di decadenza. Sarebbe opportuno, sempre nel
rispetto della ratio della norma, prevedere la non applicazione del raddoppio quando lo stesso si fondi
su accertamenti basati sul metodo induttivo puro (si pensi agli accertamenti sulle società di comodo). Si
deve rilevare, infine, che le vere tutele per il contribuente potranno nascere solo da un' organica
attuazione dell' art. 8 della delega fiscale, che darà «rilievo al reato per i comportamenti fraudolenti,
simulatori o finalizzati alla creazione e utilizzo di documentazione falsa», circoscrivendo, come si legge
nella relazione di accompagnamento, in maniera più precisa l' ambito di applicazione della disciplina
penale tributaria, e riducendo le incertezze e i rischi per i contribuenti.
RAFFAELLA MESSINA * E DANIELE GIACALONE **
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
IL BILANCIO APPROVATO ALL' UNANIMITÀ, REGISTRA 842 PROGETTI FINANZIATI.
Fondazione sempre più benefica
Nel 2014 oltre 8,5 milioni per iniziative sociali, in sette anni sono 60.
CON GLI OLTRE 8,5 del 2014 salgono a 61 i
milioni di euro erogati in favore di iniziative
sociali da parte della Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna negli ultimi sette anni. Il
bilancio dell' ente è stato approvato all'
unanimità e registra 842 progetti finanziati. A
conferma della volontà di essere «un
fondamentale punto di riferimento nel
sostegno alle iniziative sociali, assistenziali,
culturali, educative e del volontariato, tutte
convergenti nel sostenere lo sviluppo sociale e
l' innovazione, soprattutto educativa».
IN PARTICOLARE nel corso del 2014, emerge
dal bilancio, è stata formalizzata la donazione
all' Ausl Romagna di nuove apparecchiature e
del sistema di monitoraggio dei pazienti nel
nuovo reparto di rianimazione e terapia
intensiva operante nel Dea, dipartimento di
Emergenza e accettazione dell' ospedale
Santa Maria delle Croci di Ravenna. Inoltre
sono stati affidati a imprese locali i lavori per il
restauro di Palazzo Guiccioli che ospiterà il
museo dedicato a Lord George Byron e quello
del Risorgimento. Particolare attenzione ai
giovani, agli anziani e alle categorie disagiate. La Fondazione ha tra l' altro sostenuto l' innovativo
progetto di prevenzione WeFree della Comunità di San Patrignano.
«Molto forte l' impegno previsto a favore delle giovani coppie per l' acquisto della propria abitazione e
per le strutture residenziali per anziani nell' ottica del potenziamento della rete di presidi qualificati». La
Fondazione e' anche intervenuta in favore della valorizzazione dell' autonomia scolastica, permettendo
a «tantissimi plessi di ammodernare tecnologicamente laboratori, luoghi di lettura e ambienti di studio,
modalità di insegnamento». SENZA dimenticare il sostegno alla Fondazione Flaminia per il campus
universitario e alle varie istituzioni culturali cittadine: RavennAntica, la Fondazione Casa di Oriani,
Fondazione Ravenna Manifestazioni, Istituzione Biblioteca Classense, Istituzione del Museo d' Arte della
Città', Fondazione Teatro Rossini di Lugo, Fondazione Museo delle Ceramiche di Faenza. Insomma da
23 anni l' ente «sviluppa sul territorio fini di alta utilita' sociale e culturale».
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
Il consiglio del primo cittadino di Lugo Giovanni punti
sulla competenza
MALPEZZI non è il primo, in provincia, a dover
passare sotto le forche caudine del
ballottaggio. Giusto un anno fa, l' attuale primo
cittadino di Lugo Davide Ranalli, espressione
del Pd e sostenuto da una coalizione di
centrosinistra, non riuscì a conquistare la
maggioranza assoluta al primo turno, dovendo
aspettare la seconda tornata elettorale per
indossare la fascia tricolore.
Da amministratore e compagno di partito di
Giovanni Malpezzi, cosa pensa dei risultati
delle elezioni manfrede? «Domenica scorsa
ero accanto a Giovanni per seguire i dati sullo
spoglio delle schede, rimanendo nella sede
del comitato fino alle 5 di mattina, proprio per
esprimere la mia vicinanza. Detto questo, in
base anche alla mia personale esperienza
ritengo che non sia un dramma per un
candidato del Pd andare al ballottaggio: ormai
è un avvenimento normale anche nel nostro
territorio».
Essendoci passato, che consigli darebbe a
Malpezzi e al Pd in questo prolungamento
della campagna elettorale? «Innanzitutto
cercare di mantenere gli elettori che già si sono espressi a favore del loro progetto, cercando però di
parlare a tutti i cittadini che hanno votato altri candidati, e in special modo al mondo della sinistra, ma
evitando accordi di natura politica con le forze alternative. Nel mio caso c' era una differenza, avendo di
fronte un avversario di una lista civica, seppur mascherata, mentre qui lo sfidante è un rappresentante
della Lega Nord».
Questo può avvantaggiare Malpezzi? «Sì, a patto di rendere molto chiaro agli elettori che questa volta il
loro voto è ancora più importante, poiché si tratta di scegliere tra un capace amministratore, proveniente
da cinque anni di buongoverno, e un esponente della destra che a livello nazionale è rappresentata da
Matteo Salvini». Malpezzi in campagna elettorale è stato accusato di giocare sulla difensiva, secondo lei
dovrebbe mostrarsi più aggressivo? «Assolutamente no, un cambio di passo non farebbe parte della
sua personalità e anzi rischierebbe di ottenere l' effetto contrario. Deve continuare a puntare sulla
competenza e la ragionevolezza che ha dimostrato finora». Nicola Tanesini.
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Il Resto del Carlino (ed.
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Il Resto del Carlino Ravenna
CENA CIMBRA' QUESTA SERA AL CHICCO D'ORO
Al Chicco d'Oro di Lugo nuova iniziativa
stasera denominata scacciacrisi': in
programma dalle 19.30 una cena cimbra'
dedicata al popolo dei cimbri, con
degustazione a 15 euro
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Il Resto del Carlino (ed.
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Paurosa carambola fra tre auto
UN 39ENNE nativo di Massa Lombarda è
rimato gravemente ferito ieri pomeriggio in una
paurosa carambola fra tre auto nei pressi di
Massa Lombarda. L'uomo è stato trasportato
con l'elicottero di Romagna Soccorso' al
Trauma Center' dell'ospedale Bufalini' di
Cesena. Le sue condizioni al momento del
decollo apparivano piuttosto serie.
Praticamente illese, seppur spaventate, le due
persone che erano al volante delle altre due
auto. L'INCIDENTE si è verificato intorno alle
17 lungo via Bagnarolo, strada provinciale che
collega Massa Lombarda alla frazione
conselicese di San Patrizio. Spetterà al
personale della Polizia Municipale della Bassa
Romagna, intervenuto con più pattuglie per i
rilievi, ricostruire l'esatta dinamica del sinistro.
Tuttavia, alla luce di alcune testimonianze, è
stato possibile effettuare una prima verosimile
ricostruzione. Intorno alle 17 una donna di 67
anni residente a Massa Lombarda stava
percorrendo, al volante di una Mini Cooper',
via Bagnarolo, proveniente dalla medesima
cittadina e diretta verso San Patrizio. Giunta
all'altezza del civico 38 stava effettuando una svolta a destra per immettersi in una via che congiunge la
stessa provinciale con via Canalazzo. Strada, che diversi residenti chiamano ormai da anni senza
nome', proprio per il fatto che non è presente alcuna tabella che lo indichi. ALLE spalle della prima
vettura sopraggiungeva una Fiat 500' nuovo modello condotta dal 39enne massese, il quale avrebbe
tentato di evitare di tamponare la Mini Cooper'. Manovra che non gli sarebbe riuscita completamente,
visto che l'ha ugualmente colpita sulla parte posteriore sinistra, prima di buttarsi' a sinistra e di
scontrarsi frontalmente con una Mercedes'. Auto, quest'ultima, condotta da un 38enne di San Lorenzo di
Lugo, che stava recandosi al lavoro a Massa Lombarda. In seguito al violento impatto la Fiat 500' ha
capottato girandosi più volte su se stessa e terminando la sua corsa in mezzo alla carreggiata, adagiata
su una fiancata. SUL posto sono intervenute due ambulanze, l'elicottero di Romagna Soccorso'
(atterrato in mezzo a via Bagnarolo, a poche decine di metri dall'incidente) e una squadra dei vigili del
fuoco del Distaccamento di Lugo, i quali con l'ausilio di cesoie e divaricatori hanno provveduto, con la
costante assistenza del personale del 118', ad estrarre il 39enne dall'abitacolo. Dopo aver ricevuto
l'uomo le prime cure è stato intubato e trasportato, come detto, al Bufalini' in gravi condizioni. Per
consentire le operazioni di soccorso ed i successivi rilievi il traffico è rimasto bloccato in entrambi i sensi
di marcia per un paio di ore. Luigi Scardovi
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Il Resto del Carlino (ed.
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Il Resto del Carlino Ravenna
I volontari della Protezione civile lughese hanno
incontrato i cittadini
IERI mattina al Pavaglione le associazioni di
volontariato e i gruppi di volontariato comunale
che si occupano di Protezione civile nella
Bassa Romagna hanno incontrato i cittadini
per far conoscere le attività e gli strumenti in
dotazione e parlare della prevenzione dei
rischi. L'iniziativa, organizzata in
collaborazione con le associazioni e i gruppi di
volontariato comunale di Protezione civile della
Bassa Romagna, si inserisce nel programma
di iniziative della Settimana regionale della
Protezione civile e della prevenzione dei
rischi', istituita dalla Regione nel 2013.
«Queste iniziative sono sempre molto
apprezzate dalla cittadinanza ha sottolineato il
sindaco referente per la Protezione civile,
Daniele Bassi perché danno l'opportunità di
una conoscenza diretta, senza filtri. L'incontro
e il confronto tra volontari e cittadini è, di fatto,
un servizio nel servizio, perché permette un
accrescimento reciproco, sia in termini di
rapporti umani, sia in termini di professionalità
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Il Resto del Carlino (ed.
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Il Resto del Carlino Ravenna
Rubano slot machine ma rimangono a mani vuote
DOPO aver messo in atto la tecnica della
spaccata' sono entrati in un bar di Lugo, nei
pressi di via del Villaggio Neolitico, traversa
della più conosciuta via Quarantola. In poche
decine di secondi hanno prelevato una slot
machine, ma il tempestivo intervento di più
pattuglie dei carabinieri della locale
Compagnia ha costretto la banda, composta
da più individui, ad abbandonare
l'apparecchiatura con l'intero contenuto in
monete. L'episodio si è verificato intorno alle 2
della notte tra martedì e ieri. A notare la
presenza, poco prima delle 2, di 3­4 persone
incappucciate che stavano forzando la vetrina
d'ingresso del bar, sono state alcune persone,
che hanno contattato il 112'. In una manciata di
minuti, dalla caserma di via Mentana, sono
intervenuti più mezzi. Il personale di una
pattuglia ha notato i ladri nei pressi delle vicine
Buche Gattelli, dove con tutta probabilità si
stavano recando per forzare la macchinetta e
prelevare il denaro. Accortisi di essere stati
scoperti hanno abbandonato la refurtiva e,
approfittando della vegetazione e della zona
priva di illuminazione, sono fuggiti a piedi. La slot machine è stata recuperata, anche se i danni
provocati dalla spaccata sono ingenti. E' verosimile ritenere che ad attendere i malviventi ci fosse, nei
pressi del laghetto, una persona al volante di un'auto. lu.sca.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
BAGNACAVALLO LEGAMBIENTE CHIEDE INTERVENTI.
«La zona di via Bandiera troppo spesso rischia di
allagarsi»
SU RICHIESTA di alcuni cittadini ­ che
intendono dar vita a una petizione, perchè
preoccupati dal ripetersi del rischio
allagamenti ad ogni pioggia ­ i volontari di
Legambiente hanno effettuato un sopralluogo
in via Bandiera, nella zona sud/est di
Bagnacavallo. L a z o n a i n f a t t i a n c h e i n
occasione di recenti piogge ha visto la rete di
scolo delle acque meteoriche entrare in crisi.
«Per fortuna il fenomeno è risultato di portata
inferiore a quello dello scorso febbraio, ma è
rimasta la preoccupazione per una situazione
che va ripetendosi troppo spesso, con
allagamenti più o meno estesi e conseguenti
danni. Abbiamo allora raccolto l' appello dei
cittadini ­ sottolinea Yuri Rambelli, presidente
del circolo 'Cederna' di Legambiente ­
preoccupati per il ripetersi di questi fenomeni.
Si tratta di una zona 'bassa', in cui negli ultimi
decenni gran parte del terreno agricolo è stato
urbanizzato. Dopo gli eventi di febbraio erano
stati intrapresi alcuni lavori per risolvere
almeno parzialmente il problema della zona,
ma il cantiere è fermo da circa un mese.
Auspichiamo poi che tutti i soggetti coinvolti, dal Comune al consorzio di Bonifica lavorino ad un
progetto di sistemazione definitiva dell' area». Tra le proposte di cui i cittadini hanno discusso con
Legambiente c' è quella di realizzare una vasca di laminazione tra via Redino, via Bandiera e via
Caravita, utilizzando aree attualmente incolte, «un' opzione sicuramente da valutare», conclude
Rambelli.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
Maxischermo a Lugo per la finale di Champions
I TANTI tifosi lughesi della Juventus potranno
assistere alla finale di Champions League di
sabato con un maxi schermo installato al
Circolo Tennis di Lugo. L'iniziativa è dello
Juventus Club Stelle Bianconere Lugo, che
allestirà appunto uno schermo di 4 metri di
lunghezza per 3 di alteaa nell'ampio spazio
esterno della struttura sportiva di viale Europa.
Nato nel gennaio di quest'anno, lo Juventus
Club Stelle Bianconere Lugo, che ha sede
proprio al Circolo Tennis, ha già raggiunto la
quota di 110 tesserati. In pochi mesi, spiegano
i responsabili Stefano Mazzoli e Alessandro
Mantella, «l'interesse intorno al club è
cresciuto in maniera esponenziale, a
dimostrazione che nella nostra zona si
avvertiva la mancanza di un punto di ritrovo
per i tifosi bianconeri. Nella stagione sportiva,
l'entusiasmo e la partecipazione alle iniziative
del club è andato moltiplicandosi, di pari
passo con i risultati ottenuti sul campo dalla
Juventus, aspetto questo non secondario». Ma
le intenzioni dei promotori dello Juventus Club
Lugo, sede distaccata dell'omonimo club di
Cesena, non si limitano a ritrovi davanti alla tv in occasione delle partite di Buffon e compagni: il gruppo,
affermano, «deve fungere da promotore di idee e di occasioni di aggregazione. Puntiamo a trascorrere
insieme il tempo libero divertendoci con cene a tema e ritrovi che coinvolgano anche famiglie intere».
Nei mesi scorsi sono state organizzate le prime trasferte allo Juventus Stadium e il 14 giugno il club
porterà i suoi soci a Torino per visitare il Museo bianconero. Sabato, la finale di Champions sarà
preceduta da una pizzata' per i soci. L'accesso all'impianto sarà comunque libero per tutti coloro che
vorranno assistere alla partita. «Aspettiamo tutti dicono i ragazzi dello Stelle Bianconere sia tifosi che
semplici curiosi, e ringraziamo chi ha contribuito all'iniziativa: le ditte Capi e Revotech, oltre al Jammin'
Sport Cafè e alla Uisp che ci ospitano nel Circolo Tennis». l.m.
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Il Resto del Carlino (ed.
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BAGNACAVALLO AL PODERE PANTALEONE.
Due alberi per i 269 bimbi nati nel 2013 e nel 2014
SABATO scorso maggio il Podere Pantaleone
a Bagnacavallo ha ospitato la 19ª edizione
della manifestazione 'Un albero e un bambino'.
Nel corso del pomeriggio e alla presenza di
oltre 300 persone, il Comune di Bagnacavallo
ha festeggiato i bimbi nati negli anni 2013 e
2014, mettendo a dimora all' interno dell' oasi
di riequilibrio ecologico un albero di noce e
una quercia: il primo albero è stato dedicato ai
130 bambini nati nel 2013, il secondo ai 139
nati nel 2014.
I bambini hanno ricevuto inoltre in dono un
libretto che potrà essere completato con foto e
disegni nel corso degli anni. La festa è
proseguita poi con laboratori, giochi,
escursioni e una visita, guidata da Roberto
Fabbri, all' oasi del Podere Pantaleone, per
concludersi con merenda e gelato per tutti.
Per l' amministrazione comunale sono
intervenuti il sindaco Eleonora Proni, il
vicesindaco Matteo Giacomoni e gli assessori
Ada Sangiorgi ed Elena Verna.
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Il Resto del Carlino (ed.
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«La nuova via Lunga verrà realizzata, il Comune sta
cercando le risorse»
«SIAMO convinti del valore strategico della
nuova via Lunga e ribadiamo il nostro impegno
per far sì che venga realizzata, malgrado i
difficili tempi economici». Maurizio Montanari,
segretario del Pd di Lugo, smorza le
polemiche emerse dopo la decisione della
giunta comunale di bloccare il progetto affidato
alla Provincia per la nuova strada del territorio
di Voltana. Una scelta che il sindaco Davide
Ranalli ha motivato con «la cancellazione della
Provincia, che avverrà nel 2016 e che ha
comportato da tempo l'annullamento dei
finanziamenti all'ente, che quindi non potrà più
finanziare l'intervento». STA di fatto che la
scelta è stata criticata, soprattutto dal gruppo
consiliare Per la Buona Politica', che l'ha
interpretata come «un impegno non mantenuto
verso i voltanesi a cui la via Lunga era stata
promessa da oltre 15 anni». Uno scontro dai
toni accesi, su cui Montanari intende fare
chiarezza. La politica, afferma, «deve essere
onesta e i suoi rappresentanti devono essere
chiari. Il progetto della via Lunga non è stato
cancellato, perchè ancora non è stato fatto e
non può essere eseguito da una Provincia che verrà sciolta fra 7 mesi. La progettazione sarà fatta dal
Comune di Lugo (con un risparmio di circa 400mila euro), che nel frattempo renderà esecutivo
l'intervento minore ma indispensabile per l'area voltanese: l'adeguamento di via Traversagno che porta i
mezzi pesanti alla discarica di Hera. Le risorse risparmiate consentiranno nuovi interventi nella frazione,
in accordo con la Consulta e i cittadini». SECONDO Montanari, «le polemiche sono emerse anche per
quella espressione impropria contenuta nella delibera del Comune, dove si afferma che si è scelto di
fermare la progettazione della Provincia perché si vuole rivalutare i motivi di interesse pubblico
dell'opera, per difficoltà finanziarie ed esigenze di contenimento delle spese'. Come Pd, presenteremo
dunque un ordine del giorno in cui ribadiremo senza ambiguità il valore strategico del collegamento
Lugo nord­statale 16 (ovvero la nuova via Lunga) e l'impegno non semplice, perchè questa è la realtà, a
reperire, in tempi di crisi delle risorse pubbliche, il finanziamento complessivo dell'intervento, di 8
milioni di euro, che per circa un terzo era a carico del Comune» DI TEMI locali e nazionali si parlerà
stasera alle Festa dell'Unità di Largo Corelli a Lugo, dove alle 20.30 arriverà Matteo Orfini, presidente
nazionale del Pd, per un dibattito col sindaco Ranalli, intitolato Il futuro di Lugo e dell'Italia riparte dalla
nostra passione'. Orfini, sottolinea Montanari, «è già venuto a Lugo nella campagna elettorale 2014, a
sostegno della candidatura a sindaco di Ranalli, ed è in grande sintonia con la nostra città e la nostra
cultura». Lorenza Montanari
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Il Resto del Carlino (ed.
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Il Resto del Carlino Ravenna
BAGNACAVALLO OGGI L' INAUGURAZIONE.
L' Osteria di Piazza Nuova cambia gestione e si
amplia
OGGI alle 18.30 sarà inaugurata la 'nuova'
Osteria di Piazza Nuova di Bagnacavallo. Lo
storico locale, uno dei simboli dell'
enogastronomia romagnola e la cui gestione è
affidata al Consorzio Vini di Romagna, ha
infatti una nuova conduzione. Dopo quasi vent'
anni (dal 1996) Maurizio Bragonzoni ha
lasciato il timone dell' Osteria ad una nuova
compagine sociale. All' inaugurazione
interverranno, con Giordano Zinzani
presidente del Consorzio Vini di Romagna, il
sindaco Eleonora Proni e il vicesindaco e
assessore alle attività Produttive Matteo
Giacomoni.
Grazie alla disposizione dell' intero locale,
riveduta nell' ambito della ristrutturazione
operata, salvaguardando l' armonia del luogo
e le sue peculiarità storico­architettoniche che
ne fanno un ambiente accogliente, di charme
unico, l' Osteria oggi si presenta con un
numero di posti accresciuto negli spazi interni
(ora 130) e nel solco della tradizione
romagnola prosegue l' offerta di piatti tipici 'di
terra', anche riletti con una nota di modernità; a
questi si affianca ora anche un menù 'di mare'; il tutto accompagnato dai vini delle aziende aderenti al
Consorzio Vini di Romagna.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
'PIEVI IN MUSICA'
Concerto a S. Stefano in Corleto
PROSEGUE la rassegna 'Pievi in musica'
organizzata dalla cooperativa Mosaici sonori in
collaborazione con la Capit. Domani, venerdì
5, nella pieve romanica di Santo Stefano in
Corleto a Pieve Corleto si esibirà l' ensemble
'Mosaici Sonori'. Quindi, venerdì 12 giugno ci
sarà un concerto nella pieve romanica di San
Cassiano in Decimo a Campiano cui seguirà, il
19, un concerto nella pieve di San Lorenzo a
Filetto. La rassegna si chiuderà il 26 giugno
n e l l a p i e v e d i San P i e t r o i n S y l v i s d i
Bagnacavallo con la Cappella musicale della
Basilica di San Francesco di Ravenna diretti
da Giuliano Amadei. Tutti i concerti sono alle
21.
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Il Resto del Carlino (ed.
Ravenna)
Il Resto del Carlino Ravenna
MUSICA ALL' ACRYLICO
È IN programma alle 21 il primo
appuntamento con le Officine Musicali Estate,
la nuova rassegna del centro Acrylico
Ariafresca di Bagnacavallo.
Stasera tocca ai Supermarket con la loro
divertente Calypso World Music romagnola.
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Dalla Fondazione della Cassa 8 milioni per aiutare il
territorio
Approvato il bilancio: nel 2014, l' ente ha donato le apparecchiature al nuovo Dea e
ristrutturato Palazzo Guiccioli. Tanti i progetti sostenuti contro la povertà.
RAVENNA. Arte, cultura, sanità, volontariato e
sostegno ai giovani: la Fondazione della
Cassa di Risparmio approva il proprio bilancio
2014 e fa il conto delle "donazioni". Erogati in
un anno più di otto milioni e mezzo di euro a
ben 842 progetti per lo sviluppo del territorio.
Tra le donazioni più rilevanti, le nuove
apparecchiature per la Rianimazione del
nuovo Dea, all' ospedale, o il restauro di
Palazzo Guiccioli. In sette anni, donati in tutto
ben 61 milioni di euro.
Di particolare significato, nel settore della
salute pubblica, per il suo valore sociale, la
formalizzazione nel corso dell' anno della
donazione all' Ausl unica delle nuove
apparecchiature e del sistema di monitoraggio
dei pazienti nel nuovo reparto di Terapia
intensiva al Dea di Ravenna. Nella seconda
metà del 2014, sono stati poi affidati ad
imprese del nostro territorio i la vori per il
restauro di Palazzo Guiccioli che, con la
ricostruzione dell' ambiente di una dimora del
l' 800', ospiterà il Museo del poeta Lord
George Byron e il Museo del Ri sorgimento.
Particolare attenzione ai giovani con le
donazioni ad attività culturali, percorsi
formativi e di pratica sportiva.
Intensificati gli interventi anche nel settore del l'
assistenza agli anziani e alle categorie più deboli e per rispondere alle situazioni di accresciuta povertà,
sono state decine i progetti a tutela delle categorie più deboli soste nuti. Per il settore del volontariato, l'
impegno della Fondazione ­ si legge nella nota diffusa ­ è stato soprattutto rivolto ad incoraggiare
iniziative giovanili e l' integrazione sociale e lavorativa delle categorie maggiormente in difficoltà. Infine il
settore dell' arte, che per la Fondazione rimane un' area di grande rilievo: «Continuo è il sostegno alle
Istituzioni quali RavennAntica, la Fondazione Casa di Oriani, Fondazione Ravenna Manifestazioni,
Istituzione Biblioteca Classense, Istituzione del Museo d' Arte della Città, Fondazione Teatro Rossini di
Lugo, Fondazione Museo delle Ceramiche di Faenza». Aiuti anche alla ricerca scientifica e al recupero
delle tossicodipendenze.
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Composizione del nuovo consiglio Fino al
ballottaggio regna l' incertezza
I calcoli di resti, percentuali e l' ipotesi che vengano presentati ricorsi (la lista Io faentino)
stanno aumentando la confusione: si profilano tre diversi scenari a seconda del
candidato che prevarrà.
FAENZA. In attesa del ballottaggio, a Faenza
tiene banco il toto consiglio.
Se nella storia elettorale precedente al fatidico
31 maggio la curiosità era quella di riuscire a
indovinare la squadra di assessori, questa
tornata amministrativa ha scombussolato i
giochi.
Dovendo attendere quindi il 14 giugno per il
secondo turno, si punta intanto a capire come
sarà formata la prossima assemblea,
mettendo in campo i diversi scenari possibili:
da una parte con Giovanni Malpezzi
confermato sindaco, dall' altra contemplando l'
eventuale vittoria del leghista Gabriele
Padovani.
L' incertezza regna sovrana. I calcoli di resti,
percentuali e l' ipotesi che si presentino ricorsi
(Io faentino) stanno aumentando la confusione.
Senza contare che non si è ancora saputo
quale variabile verrà tenuta in considerazione
per formare il consiglio: i voti al candidato o
quelli alla lista.
Provando a immaginare l' ipotesi di vittoria al
secondo turno di Malpezzi, la maggioranza
potrebbe ottenere quindici consiglieri più il
sindaco. Le minoranze invece sarebbero
composte da nove consiglieri. La pattuglia del
Partito democratico sarebbe composta da
dodici persone; a queste andrebbero ad aggiungersi i due consiglieri conquistati dalla lista civica
Insieme per cambiare e l' unico rappresentante de La tua Faenza.
Rimarrebbe senza rappresentanza invece l' Idv.
Per quanto riguarda le opposizioni, la pattuglia più numerosa sarebbe quella della Lega Nord con
quattro rappresentanti (tre della lista politica e una di quella civica collegata). Seguirebbero i tre
consiglieri eletti tra le file del Movimento 5 stelle e uno da Rinnovare Faenza.
Se dal ballottaggio dovesse uscire vincitore il candidato della Lega nord le cose potrebbero cambiare.
Su questa ipotesi l' incertezza è ampia. Ci sono situazioni che hanno interessato la casistica nazionale e
che vanno in direzioni diverse.
Nelle vicinanze faentine una questione simile si è verificata a Lugo nel 2014. A seconda di come viene
interpretata la legge, calcolo effettuato sui voti alla lista o al candidato, potrebbero verificarsi due ipotesi.
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Una che vedrebbe quattordici consiglieri per la maggioranza e dieci alla minoranza, che appare però la
più re mota.
L' altra, quella che si è verificata a Lugo, vedrebbe quindici consiglieri di maggioranza e nove per la
minoranza. Nel primo caso la Lega otterrebbe quattordici consiglieri (undici politici e tre civici) più il
sindaco. Alle opposizioni andrebbero dieci consiglieri con rappresentanza al Pd, Insieme per cambiare,
La tua Faenza, l' Altra Faenza, Movimento cinque stelle e forse Rinnova re Faenza.
Nel secondo caso alla Lega andrebbero quindici consiglieri e alle minoranze nove. In questo caso nell'
opposizione sarebbero rappresentati Pd, Insieme per cambiare, La tua Faenza, l' Altra Faenza, M5s.
Non certa sarebbe invece la presenza di Rinnovare Faenza.
Comunque vada chi di sicuro non entrerà in consiglio in entrambi gli scenari sono il Comitato no piano
sosta, il Comitato Faventia e Forza Nuova.
Infine il sorteggio per la posizione dei due pretendenti nella scheda elettorale del 14 giugno avverrà
lunedì prossimo alle 12.
Riccardo Isola Ancora molte incognite gravano sulla composizione del futuro consiglio che siederà a
Palazzo Manfredi (Foto M. Monti)
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
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Dissesto sulla sponda del Senio: E' arrivata la
relazione finale del Servizio tecnico di bacino Reno
Predisposta una perizia urgente di manutenzione straordinaria del costo di centomila
euro inserita nel Piano degli interventi urgenti da effettuare.
CASTEL BOLOGNESE. È arrivata nei giorni
scorsi la relazione del Servizio tecnico di
bacino Reno della Regione Emilia­Romagna
in merito alla situazione di dissesto verificatasi
lo scorso inverno lungo la sponda destra del
fiume Senio a valle della località Tebano, tra i
Comuni di Faenza e Castel Bolognese.
Come si legge nella relazione, il responsabile
del Servizio tecnico di bacino Reno,
Ferdinando Petri, ha effettuato con i tecnici
d e l l a s e d e d i s t a c c a t a d i Lugo r i p e t u t i
sopralluoghi per monitora re l' evoluzione del
dissesto, valutarne i temuti rischi a carico dell'
abitato e le possibili misure di contrasto. I
sopralluoghi hanno evidenziato l' estensione
del fenomeno, che interessa tutta la lunghezza
e larghezza del terrazzo fluviale e la sua lenta
ma progressiva evoluzione, con una carente
regimazione delle acque. Occorreranno
opportuni interventi di regimazione da parte
del privato.
Per quanto riguarda il movimento franoso in
corso ­ si legge ancora nella relazione ­ al
momento il piede della frana è so
stanzialmente stabile, anche se esposto agli
effetti erosivi in caso di severi eventi di piena.
Per restituire al Senio la necessaria regolarità
idraulica ­ conclude la re lazione ­ e
allontanare ogni rischio di coinvolgimento dell' abitato di Castel Bolognese in un ipotetico e potenziale
fenomeno esondativo, il Servizio tecnico di bacino Reno non si è limitato al costante controllo del corso
d' acqua ma ha predisposto una perizia urgente di manutenzione straordinaria comprendente interventi
di taglio totale delle piante in alveo e riprofilatura delle sponde. La perizia, del costo complessivo di
100.000 euro, è stata inserita nel Piano degli interventi urgenti in conseguenza delle eccezionali
avversità atmosferiche che hanno colpito il territorio regionale dal 4 al 7 febbraio 2015 (Ordinanza del
Capo del Dipartimento di Protezione Civile n.
232 del 30 marzo 2015).
Non appena il Piano sarà approvato e diverrà esecutivo, il Servizio tecnico di bacino Reno procederà
all' appalto e alla realizzazione dei lavori, per dare tranquillità e sicurezza a un territorio già provato
dagli eventi meteo dello scorso settembre.
«Ringraziamo il Servizio tecnico di bacino Reno ­ fa sapere l' Amministrazione di Castel Bolognese ­
per la dettagliata relazione e l' attenzione dimostrata. Confidiamo nella rapida approvazione del Piano
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degli interventi e nel conseguente celere avvio dei lavori».
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4 giugno 2015
Pagina 30
Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Dopo quasi 20 anni avvicendamento nello storico locale del Consorzio Vini di Romagna: oggi l'
inaugurazione dopo il passaggio di testimone a febbraio.
Osteria di piazza Nuova: cambio al timone
Bragonzoni resta nella nuova società, con imprenditori del Coco Loco e del Cabiria di
Ravenna.
BAGNACAVALLO. Una nuova compagine
societaria per condurre l' Osteria di Piazza
Nuova, ma il legame di sempre con le
eccellenze del territorio, formula che da
decenni è alla base del successo del locale
bagnacavallese, così come degli altri "templi"
dell' enogastronomia romagnola gestiti dal
Consorzio vini di Romagna, la Ca' de Vèn di
Ravenna e la Ca' de Bè di Bertinoro.
L' inaugurazione ufficiale si terrà oggi
pomeriggio, alle 18.30, dopo che già il nuovo
gruppo è subentrato nella gestione a Maurizio
Bragonzoni lo scorso 18 febbraio, ultimati i
lavori di ristrutturazione.
Lo stesso Bragonzoni, che era al timone del
locale dal 1996, mantiene una quota nella
nuova compagine sociale ­ una srl ­ rinnovata
per tre quarti e che annovera fra le sue file
anche imprenditori in società nel bagno Coco
Loco di Ma rina di Ravenna e nel ristorantino
Cabiria nel centro storico di Ravenna.
«Il Consorzio Vini di Romagna è da sempre
attore principale di quelle che sono le attività di
promozione e di valorizzazione del nostro vino
di qualità sul territorio, in Italia e nel mondo ­
sottolinea il presidente Giordano Zinzani ­.
Promozione che, a nostro avviso, passa anche
da luoghi come l' Osteria di Piazza Nuova nei
quali il connubio fra cibo e vino L' Osteria di piazza Nuova a Bagnacavallo, gestita dal Consorzio Vini di
Romagna viene esaltato. Non a caso il Consorzio gestisce da decenni anche altri due luoghi "culto" per
gli amanti dell' enogastronomia: la Cà de Bè di Bertinoro e la Cà de Vèn di Ravenna, mete ogni anno di
migliaia di turisti alla ricerca dei sapori della nostra terra e di altrettanti appassionati delle nostre
eccellenze enogastronomiche ».
Grazie alla disposizione dell' intero locale rive duta nell' ambito della ristrutturazione operata,
salvaguardando l' armonia del luogo e le sue peculiarità storico ­architettoniche che ne fanno un
ambiente accogliente, di charme, unico, l' O steria oggi si presenta con un numero di posti accresciuto
negli spazi interni (ora 130) e nel solco della tradizione romagnola prosegue l' offerta di piatti tipici "di
terra", anche riletti con una nota di modernità; a questi si affianca ora anche un menù "di mare". Il tutto
accompagnato dai vini delle aziende aderenti al Consorzio Vini di Romagna, che rappresentano l'
eccellenza enologica di un ampio "spicchio" della regione, che va dalla provincia di Rimini fino al
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4 giugno 2015
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territorio imolese.
All' inaugurazione interverranno, oltre a Zinzani, il sindaco di Bagna cavallo Eleonora Proni e il
vicesindaco Matteo Giacomoni.
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4 giugno 2015
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Corriere di Romagna
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Schianto a Massa: grave un 39enne
L' incidente ha coinvolto tre auto: ferito portato al Bufalini in elicottero.
MASSA LOMBARDA. Un uomo di 39 anni è
rimasto gravemente ferito in un incidente
avvenuto ieri pomeriggio intorno alle 17,30 a
Massa Lombarda, che ha coinvolto tre
automobili. Lo scontro è avvenuto sulla via
Bagnarolo, la strada che collega Massa
Lombarda a San Patrizio, in un tratto rettilineo
fuori dal centro abitato.
Tre le auto coinvolte: una Mini Cooper
condotta da una donna residente a Massa
Lombarda, la nuova 500 che guidava il ferito,
un 39enne residente anche lui a Massa, e una
Mercedes al volante della quale si trovava un
rumeno residente a San Lorenzo di Lugo.
Difficile per gli agenti della Polizia municipale
della Bassa Romagna ricostruire l' esatta
dinamica del sinistro.
Stando alle prime ipotesi, sembra che la Mini
Cooper stesse viaggiando in direzione
Conselice; nella stessa direzione viaggiava,
seguendola di pochi metri, la 500 del
massese.
Ad un certo punto la Mini potrebbe aver dato
avvio a una manovra di svolta e sarebbe stata
urtata dalla 500 che la seguiva. Un impatto
lieve, ma l' auto avrebbe poi carambolato
finendo per scontrarsi con la Mercedes che
stava sopraggiungendo dalla direzione
opposta e finendo la sua corsa ribaltandosi su un fianco. Ad avere la peggio è stato il 39enne residente
a Massa, apparso agli operatori sanitari in condizioni critiche, tanto da disporne il trasporto in elicottero
all' ospedale Bufalini di Cesena con un codice di massima gravità. L' uomo però sul momento non ha
perso conoscenza, e i soccorritori sono riusciti a estrarlo dall' auto ancora prima dell' arrivo dei vigili del
fuoco.
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4 giugno 2015
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
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A Lugo stasera il presidente Pd Matteo Orfini
LUGO. Torna a Lugo oggi Matteo Orfini,
intervenuto lo scorso anno in campagna
elettorale per sostenere l' allora candidato
sindaco Davide Ranalli. L' appuntamento è
alle 20.30 alla Festa dell' Unità di Largo
Corelli. Or fini è diventato nel frattempo il
presidente nazionale del Pd. A coordinare la
serata sul tema Il futuro di Lugo e dell' Italia
riparte dalla nostra passione sarà il giornalista
Samuele Staffa, l' introduzione è affidata a
Marta Garuffi, vice segretario del Pd dell'
Unione Comunale lughese.
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4 giugno 2015
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Corriere di Romagna
(ed. Ravenna­Imola)
Corriere di Romagna Ravenna
Rubano dal bar cambiasoldi con 1.200 euro
Banditi scatenati: strappano collana dal collo di un' anziana in via Gramsci.
LUGO. Furto e scippo il 2 giugno in città. A
farne le spese il Bar Dolceamaro, svaligiato di
notte, e un' anziana signora che percorreva via
Gramsci.
«Quattro teppisti muniti di palanchini sono
entrati nella sala giochi ­ racconta il barista del
Dolceamaro ­ ma sono già in corso le indagini
dei carabinieri, intervenuti quasi
immediatamente dopo l' allarme pervenuto alla
security privata». Non è la prima volta che il
bar subisce furti o tentativi di scasso. Questa
volta quattro persone incappucciate sono
penetrate nella parte del locale dedicata alla
sala giochi; presumibilmente a partire dall'
1,15 di notte e si sono soffermati per pochi
minuti, il tempo necessario per rubare la
macchinetta conta spiccioli che conteneva
circa 1.200 euro, poi ritrovata a poca distanza
e con tutto il malloppo; forse il gruppetto si
sentiva braccato. Sono ora al vaglio degli
uomini dell' Arma anche i filmati delle
telecamere di sicurezza presenti in zona.
Sempre il 2 giugno, ma in pieno giorno, una
signora anziana è stata vittima di uno scippo.
«Abbiamo soccorso una signora in via
Gramsci nelle vicinanze del forno», racconta
una delle prime persone intervenute per
soccorrere la signora. Gli autori dello scippo,
prosegue il racconto, «erano in due, entrambi muniti di bicicletta; senza indugi le hanno strappato la
collana dal collo». Questa situazione, anomala fino a poco tempo fa, ora pare sia divenuta più frequente
anche nel Lughese.
Quanto accaduto è stato denunciato alle forze dell' ordine.
(g.c.
)
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La Voce di Romagna
La Voce di Romagna Ravenna
In 84 hanno chiesto il rimborso Iva ad Hera I dati al
congresso di Federconsumatori
Il nuovo Comitato direttivo provinciale della
Federconsumatori di Ravenna ha riconfermato
nei loro incarichi il presidente Vincenzo
Fuschini e il vicepresidente Ezio Nardi. Il
comitato direttivo è stato eletto dal secondo
congresso provinciale della Federconsumatori
che si è svolto nella Camera del lavoro di
Ravenna. Nel corso del congresso il
vicepresidente Ezio Nardi ha presentato il
rapporto sull' attività svolta nell' ultimo quin
quennio; successivamente il presidente
Vincenzo Fuschini ha illustrato il documento
congressuale approvato dal comitato direttivo
nazionale che indica la prospettiva della
Federconsumatori. Lo sviluppo dell' attività
dell' associazione è testimoniato dal notevole
numero di pratiche svolte: 1.464 pratiche sono
state espletate nell' ultimo quinquennio, con un
significativo aumento. Infatti si è andati da 270
pratiche nel 2010 a 318 nel 2014. Il
contenzioso telefonico, con 197 pratiche nel
2014, rappresenta tuttora l' attività più
consistente, con una percentuale di conclu
sione positiva per i clienti che si rivolgono alla
Federconsumatori vicina al 100%. Inoltre si è
avviato il ricorso per il rimborso dell' Iva sulla
Tia nei confronti di Hera, cui hanno aderito 84
cittadini, con la collaborazione del sindacato
pensionati Spi Cgil. Ciò ha portato a un rafforzamento dello sportello di Lugo, con la presenza del nuovo
collaboratore Claudio Baldini. Era presente al congresso, tra gli altri intervenuti, la segreteria provinciale
della Cgil, a nome della quale è intervenuta la responsabile organizzativa Maura Masotti.
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La Voce di Romagna Ravenna
50&PIÙ.
Rivalutazione pensioni Lungo contenzioso
Cominciamo con due recentissime
dichiarazioni del presidente dell' INPS Tito
Boeri direttamente dal Festival dell' Economia
di Trento.
" Dal primo giugno tutte le pensioni saranno
pagate il primo del mese, è opportuno che lo
sappiano soprattutto i pensionati che le ritirano
in contanti" e poi continua " entro il corrente
mese di giungo presenteremo al Governo una
proposta chiavi in mano a favore dei 56/65enni
che ancora non hanno maturato la pensione e
perso il lavoro. Bisogna garantire protezione
sociale dai 55 anni in su, ovvero quando se si
perde il lavoro lo tra solo uno su dieci." Due
buone notizie, specialmente la seconda,
aspettiamo con fiducia quello che il Governo
saprà fare. Non finirà presto il contenzioso
sulla rivalutazione delle pensioni. Il 28 maggio
scorso un Giudice del lavoro di Napoli,
Federico Bile, ha firmato un decreto ingiuntivo
chiesto da un pensionato nei confronti dell'
INPS, intimando di fatto all' Istituto di liquidare
3.047,74 euro, vale a dire tutti gli arretrati
maturati negli anni e congelati dal blocco dell'
adeguamento delle pensioni all' inflazione.
Il ricorso è stato presentato dall' avvocato del
pensionato qualche giorno prima del decreto
col quale il Governo intende tacitare tutti con
piccoli "bonus". Ora il problema sollevato a Napoli potrebbe estendersi da molte altre parti d' Italia
anche se il Governo ha cercato di get tare acqua sul fuoco ritenendo che chiunque potrà fare ricorso,
ma che ha valore solo il decreto emesso.
Abbiamo notizia che già oltre cinquemila pensionati, attraverso il Codacons, avrebbero aderito all' idea
di una azione risarcitoria collettiva. Staremo a vedere e seguiremo l' evolversi con grande attenzione ed
interesse. Vediamo qualche altra notizie di questi giorni che interessano il mondo della previdenza.
L' osservatorio dell' INPS comunica che a fine 2014 erano attivi 9,4 milioni di trattamenti pensionistici di
ecchiaia e anzianità, fra questi è interessante rilevare che 230mila italiani percepiscono la pensione da
oltre 30 anni, avendo iniziato a percepirla da prima del 1980!
Per il quarto anno consecutivo l' Inps presenta un bilancio in rosso, con una perdita nella gestione
economica di circa 5,65 miliardi di euro e la gestione finanziaria con un passivo di oltre due miliardi di
euro. E buona parte di questo disastroso risultato derivano dall' incorporazione dell' Inpdap ( gestione
dipendenti pubblici) che ha peggiorato in maniera preoccupante i conti dell' Istituto di previdenza. E
dopo questa ultima notizia suggeriamo a chi gode di una pensione e a chi dovrà percepirla nei prossimi
anni di controllare attraverso la nostra Associazione 50&PIU' lo stato delle cose; gli uffici si trovano
presso le AscomConfcommercio di Rimini, Cesena, Forlì, Ravenna, Cervia, Faenza, Lugo e Imola.
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Osteria piazza nuova, cambio di timone
BAGNACAVALLO Il locale, simbolo dell' enogastronomia romagnola, passa di mano
dopo vent' anni. Oggi l' inaugurazione.
Oggi pomeriggio alle 18.30, ci sarà l'
inaugurazione ufficiale della "nuova" Osteria di
Piazza Nuova di Bagna cavallo. Lo storico
locale, uno dei simboli dell' enogastronomia
romagnola di qualità sito in uno dei luoghi più
suggestivi della nostra regione, la cui gestione
è affidata al Consorzio Vini di Romagna, ha
ora una nuova conduzione. Infatti, dopo quasi
vent' anni (dal 1996) Maurizio Bragonzoni
lascia il timone dell' Osteria a una nuova
compagine sociale, che continuerà a garantire
ai tanti ospiti che la frequenteranno quel
legame indissolubile al territorio e alle sue
eccellenze enogastronomiche che ne ha
caratterizzato il lungo successo nei decenni
passati. "Il Consorzio Vini di Romagna è da
sempre attore principale di quelle che sono le
attività di promozione e di valorizzazione del
nostro vino di qualità sul territorio, in Italia e nel
Mondo ­ sottolinea il Presi dente Giordano
Zinzani ­ Promozione che, a nostro avviso,
passa anche da luoghi come l' Osteria di
Piazza Nuova nei quali il connubio fra cibo e
vino viene esaltato. Non a caso il Consorzio
gestisce da decenni anche altri due luoghi
"culto" per gli amanti dell' enogastronomia: la
Cà de Bè di Bertinoro e la Cà de Vèn di
Ravenna, mete ogni anno di migliaia di turisti
alla ricerca dei sapori della nostra terra e di altrettanti appassionati delle nostre eccellenze
enogastronomiche". Grazie alla disposizione dell' intero locale riveduta nell' ambito della ristrutturazione
operata, salvaguardando l' armonia del luo go e le sue peculiarità storico architettoniche che ne fanno
un ambiente accogliente, di charme, unico, l' Osteria oggi si presenta con un numero di posti
accresciuto negli spazi interni (ora 130) e nel solco della tradizione romagnola prosegue l' offerta di
piatti tipici "di terra", anche riletti con una nota di modernità; a questi si affianca ora anche un menù "di
mare". Il tutto accompagnato dai vini delle aziende aderenti al Consorzio Vini di Romagna, che
rappresentano l' eccellenza enologica di un ampio "spicchio" della regione, che va dalla provincia di
Rimini fino al territorio imolese.
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ANCHE IL SINDACO PARTECIPERÀ
Interverranno all' inaugurazione, con Giordano
Zinzani Presidente del Consorzio Vini di
R o m a g n a , i l S i n d a c o d i Bagnacavallo
Eleonora Proni e il Vicesindaco e assessore
alle Attività Produttive Matteo Giacomoni. Sono
attesi rappresentati delle istituzioni provinciali
e regionali particolarmente vicine al settore.
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BAGNACAVALLO.
Storia d' impresa Mostra organizzata da
Confindustria
Domani, dalle 11:30, al Palazzo Vecchio di
Bagnacavallo, verrà inaugurata la mostra
fotografica organizzata da Confindustria
Ravenna "Imprese e territorio: storia per
immagini", parte del calendario di eventi del
primo Festival dell' Industria e dei Valori d'
Impresa. Il festival è stato organizzato per
celebrare il 70° anniversario dell' Associazione
e il programma prevede tre mostre
fotografiche allestite in tre diversi comuni
(Bagnacavallo, Faenza e Ravenna). La mostra
fotografica di Bagnacavallo, patrocinata dal
Comune, è nata grazie alla collaborazione
delle imprese del comprensorio lughese
associate a Confindustria Ravenna, che hanno
contribuito con le proprie foto storiche. La
mostra sarà aperta dal 5 al 14 giugno e sarà
visitabile dal lunedì al venerdì tra le 18.30 e le
20.30 e il sabato e la domenica tra le 10.30 e
le 12.30 e le 17 e le 22.
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Grande Guerra, una rievocazione che vola
VILLA SAN MARTINO Due giorni organizzati dall' Aero Club Baracca Una grande
mostra storica con la riproduzione dei velivoli in uso nel primo conflitto.
Sabato e domenica l' aeroporto di Villa San
Martino d i Lugo di Romagna ospiterà una
grande manifestazione rievocativa dal titolo
"Sulle ali della Grande Guerra". La due giorni è
organizzata dall' Aero Club 'Francesco
B a r a c c a ' d i Lugo g r a z i e a l p r o g r a m m a
promosso dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri per le celebrazioni del Centenario per
le Commemorazioni della Prima Guerra
Mondiale 2014­2018. Questa manifestazione si
propone di rap presentare il periodo storico
della Prima Guerra Mondiale 1914­1918
attraverso un' esposizione di mezzi, strumenti
tecnologici e cimeli del tempo, con lo scopo di
onorare la memoria di coloro che
parteciparono a quel conflitto, ma anche di
preservarne il ricordo divulgandolo
principalmente a favore delle più giovani
generazioni. Sarà una grande mostra storica,
con la partecipazione di fedeli riproduzioni dei
velivoli in uso durante gli eventi bellici,
assieme con gli originali di auto, camion,
motociclette, biciclette, calessi e più in
generale di mezzi meccanici di ogni genere e
tipo, al fine di ottenere una rappresentazione
non solo visiva e statica, ma anche dinamica
del periodo. Infatti, si terranno evoluzioni
acrobatiche di aerei, con simulazioni da parte
dei piloti di duelli mozzafiato e le diverse sfilate dei mezzi tecnologici di allora, utilizzando figuranti in
abiti dell' epoca.
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Lugo La Protezione civile incontra e informa i
cittadini
Al Pavaglione di Lugo le associazioni e i
gruppi di volontariato comunale che si
occupano di Protezione civile in Bassa
Romagna hanno incontrato i cittadini per fare
conoscere le attività e gli strumenti in
dotazione e diffondere temi della conoscenza
e della prevenzione dei rischi. L' iniziativa si
inserisce nel programma di iniziative della
Settimana regionale della Protezione civile e
della prevenzione dei rischi, istituita dalla
Regione nel 2013 con l' obiettivo di mettere al
centro dell' attenzione pubblica la sicurezza
del territorio e la prevenzione dei rischi.
"Queste iniziative sono sempre molto
apprezzate ­ ha sottolineato il sindaco
referente per la Protezione civile, Daniele
Bassi ­, perché danno l' opportunità di una
conoscenza diretta, senza filtri. L' incontro e il
confronto tra volontari e cittadini è, di fatto, un
servizio nel servizio, perché permette un
accrescimento reciproco, sia in termini di
rapporti umani, sia in termini di professionalità.
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Teatrobus a Cotignola
Sabato alle 18 a Cotignola, nell'ambito della
Città dei bambini, al parco Bacchettoni (via
Cairoli) ci sarà ci sarà lo spettacolo Manoviva
con il Teatrobus di Girovago e Rondella.
L'esibizione prevede tre repliche per quaranta
spettatori per turno, alle 18, alle 19.30 e alle
21. Lo spettacolo dura 20 minuti. L'ingresso è
gratuito ed è possibile prenotare sul posto a
partire dalle 17.
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Il pifferaio magico del Luigi Battaglia
Continuerà fino a domani la rassegna per
ragazzi organizzata dalla scuola di musica
Arcangelo Corelli, in collaborazione con
l'istituto comprensivo Luigi Battaglia di
Fusignano. Domani sarà messa in musica la
celebre favola del Pifferaio Magico, nella
versione video di Daniele Panebarco. Ogni
spettacolo, a ingresso libero, sarà replicato
due volte nel corso della giornata alle 18.30 e
alle 21.
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Un albero, un bambino al Podere Pantaleone
Sabato 30 maggio il Podere Pantaleone ha
ospitato la diciannovesima manifestazione Un
albero e un bambino. Nel corso del
pomeriggio e alla presenza di oltre 300
p e r s o n e , i l C o m u n e d i Bagnacavallo h a
festeggiato i bimbi nati nel 2013 e nel 2014
mettendo a dimora all'interno dell'oasi di
riequilibrio ecologico un noce e una quercia: il
primo albero è stato dedicato ai 130 bambini
nati nel 2013, il secondo ai 139 nati nel 2014
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Si progetta la messa in sicurezza della sponda
destra del fiume Senio dopo i disastri invernali
DISSESTO Al momento il piede della frana è sostanzialmente stabile. Il Servizio tecnico
di Bacino Reno ha in previsione una manutenzione straordinaria.
E' arrivata la relazione del Servizio tecnico di
Bacino Reno della Regione Emilia­Romagna
in merito alla situazione di dissesto verificatasi
lo scorso inverno lungo la sponda destra del
fiume Senio a valle della località Tebano, tra i
Comuni di Faenza e Castel Bolognese. Come
si legge, il responsabile del Servizio tecnico,
Ferdinando Petri, ha effettuato con i tecnici
d e l l a s e d e d i s t a c c a t a d i Lugo r i p e t u t i
sopralluoghi per monitorare l' evoluzione del
dissesto, valutarne i temuti rischi a carico dell'
abitato e le possibili misure di contrasto. I
sopralluoghi hanno evidenziato l' estensione
del fenomeno, che interessa tutta la lunghezza
e larghezza del terrazzo fluviale e la sua lenta
ma progressiva evoluzione, con una carente
regimazione delle acque. Occorreranno
opportuni interventi di regimazione da parte
del privato.
Per quanto riguarda il movimento franoso in
corso ­ si legge ancora nella relazione ­ al
momento il piede della frana è
sostanzialmente stabile, anche se esposto agli
effetti erosivi in caso di severi eventi di piena.
Per restituire al Senio la necessaria regolarità
idraulica ­ conclude la relazione ­ e allontanare
ogni rischio di coinvolgimento dell' abitato di
Castel Bolognese in un ipotetico e potenziale
fenomeno esondativo, il Servizio tecnico di bacino Reno non si è limitato al costante controllo del corso
d' acqua ma ha predisposto una perizia urgente di manutenzione straordinaria comprendente interventi
di taglio totale delle piante in alveo e riprofilatura delle sponde. La perizia, del costo complessivo di
100.000 euro, è stata inserita nel Piano degli interventi urgenti in conseguenza delle eccezionali
avversità atmosferiche che hanno colpito il territorio regionale dal 4 al 7 febbraio scorsi. Non appena il
Piano sarà approvato e diverrà esecutivo, il Servizio tecnico di Bacino Reno procederà all' appalto e alla
realizzazione dei lavori, per dare tranquillità e sicurezza a un territorio già provato dagli eventi meteo
dello scorso settembre.
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In mostra !
Nell'arte ci si deve far catturare, ammaliare,
stregare per percorrere obliquamente tutte le
sue fantastiche derive, disordinatamente, per
meglio inebriarsi. Non negarsi nulla ed essere
sempre disponibili a nuovi innesti. Per
attraversare la vita, o far sì che lei attraversi
noi, sinesteticamente. Di fronte alle difficoltà
economiche emergenti sembrano affiorare
tendenze nuove che vedono la sostituzione
delle merci con le esperienze. L'attrattiva di
un'opera d'arte non si esaurisce nel
rendimento che promette (a differenza dei
mercati finanziari) ma contiene in sé un forte
dispositivo di senso «come occasione per
capire il mondo in cui viviamo e persino, in
qualche misura, noi stessi», come ha scritto
l'economista Pier Luigi Sacco. Scrivevo alcuni
anni fa che vi sono luoghi che garantiscono
libertà di cuore e altri che la annichiliscono. La
Romagna mi sembra un luogo privilegiato,
bellissimo, che favorisce l'espressione più
autentica del fare a contatto con piccole città
storiche, con paesaggi nutritivi posti sulle
prime colline, con atmosfere che emozionano
in modo armonico tutte le cose. C'è chi vi è
nato in queste terre, chi le ha scelte e fatte
proprie, c'è chi viè tornato e chi le tiene ferme
come bussola vitale e nucleo germinante. Si
tratta di una piccola mappatura geografica, di una campionatura, di una selezionata schiera per una
prima perlustrazione che ha toccato trentun artisti, me compresa. Si va da Mauro Capitani (San
Giovanni Valdarno, 1949) a Carlo Ravaioli (Ravenna 1954), da Alberto Mingotti (Faenza, 1954) a
Davide Frisoni (Rimini, 1965), da OnorioBravi (Portico di Romagna, 1955), da Paola Campidelli
(Longiano, 1948) ad Alessandro La Motta (Rimini, 1966), da Claudio Ballestracci (Vimercate, 1965) a
Graziella Giunchedi (Forlì, 1950), da Luca Piras (Cesena, 1982) ad Enrico Lombardi (Meldola, 1958),
da Gian Ruggero Manzoni (San Lorenzo di Lugo, 1957) a Rosetta Berardi (Ravenna, 1944), da Franco
Pozzi (Rimini, 1966) a Gio Urbinati (Rimini, 1946), da Pier Giovanni Bubani (Bagnacavallo, 1960) a
Giovanni Fabbri(Meldola, 1947), da Dusan Jovanovic (Belgrado, 1949) a Gianfranco Beghi (Ravenna,
1966), da Vincenzo Baldini (Forlì, 1960) a Beatrice Sansavini (Forlì, 1972), da Aldo Rontini (Faenza,
1948) a Walter Gasperoni (San Marino, 1943), da Massimiliano Fabbri (Faenza, 1972) a Maria Cristina
Ballestracci (Vimercate, 1967), da Monica Spada (Forlì, 1959) a Luca Piovaccari (Cesena, 1965), da
Paola Babini (Ravenna,1962) a Max Sirotti (Rimini, 1957), da Franco Palazzo (Cristiano, 1938) a
Marcovinicio (Primosello Chiovenda, 1955). E pure io sono stata ospitata con le mie recenti
Mandragore.
La mostra che oggi ordina le opere di questi artisti offre un percorso identitario anomalo, che non è
frutto di un curatore come usualmente accade, ma ha seguito un percorso più spontaneo sulla base di
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artisti segnalati dallo storico dell'arte Claudio Spadoni, già Direttore del Mar di Ravenna, dall'artista
Vittorio D'Augusta, ex Direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Ravenna e da me. Una mostra che
offre l'occasione di riflettere e approfondire lo stato dell'arte nella nostra magica Romagna. L'arte si
riconferma, dunque, quale processo di individuazione eccelso riaffermando quella sua dimensione
iniziatica fondante, quel suo essere strumento privilegiato dell'uomo, principio che agisce in modo
segreto e alchemico. L'Artista dà volto e corpo al suo mondo immaginario per materializzare
l'immateriale e offrirlo agli altri uomini. Scava perennemente nel suo stato mentale e spirituale, scopre
l'originario e ci disvela i suoi ultramondi. Tutte queste opere possono dunque essere intese come una
coralità emozionale, una rete sinapsica che lega uomo uomo, luogo a luogo come radice carsica
multipla e trasformativa, impronta di memoria attiva che esprime il dinamismo e l'humus del nostro
tempo. Una fioritura che la nostra terra offre fra dinamismi creativi e diversificate sensibilità:
«saturazioni di energia in un grumo di materia», come ebbe a scrivere Giulio Carlo Argan. Una materia
che non esaurisce le sue potenzialità di espansione. Perché ogni opera d'arte conserva quella capacità
di dilatare le sue potenzialità evocative ed emozionali, illimitatamente nel tempo. Marisa Zattini
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