“Künstlerlichter” lassen Turin erleuchten La storia
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“Künstlerlichter” lassen Turin erleuchten La storia
23. Dezember 2016 11 Passaparola Gedichte Cannocchiale wenn der Tag blau sich lebt “Künstlerlichter” lassen Turin erleuchten besänftigt vom milden Himmelslicht Tessiner Winterlicht adagiando la vita wäre da nicht gespiegelt im See in wisperndem Funkeln jene flirrende Verheissung wie Mädchengekicher wie Frauengetuschel hinter vorgehaltener Hand ob jemals Vertrauen mich trägt wie die Schneedecke erliebkosend das Geheimnis des Himmels fallen leichthin leis wie Schneeflocken fallen dann wenn die Zeit klirrt Aus “unter wechselnden Monden”, von Esther Ferrier, Collection Montagnola, 2016, ISBN 978-3-7392-4763-2 von Marco Della Bruna Seit der ersten Durchführung von Luci d’artista (Künstlerlichter) in Turin sind mittlerweile schon 19 Jahre vergangenen. Die Veranstaltung hat sich über die Jahre durch ihre originelle Interaktion zwischen Kunst und städtischem Territorium, zwischen Lichtern und Architektur ausgezeichnet. Mit der Leuchtkraft der Installationen entsteht eine Art funkelndes Museum im Freien. Auch heuer wiederholt sich in Turin die Tradition, während der Weihnachtszeit die wichtigsten Plätze und Strassen mit spektakulären und kunstvollen Lichtkreationen zu schmücken. Während mehr als zwei Monaten erhellen rund zwanzig grosse Leuchtinstallationen bekannter zeitgenössischer Künstler die Nächte der piemontesischen Metropole. Im 1998 wurden zum ersten Mal 14 Künstler unterschiedlichster Herkunft beauftragt, eine Weihnachtsbeleuchtung zu kreieren, welche der Stadt eine besondere Atmosphäre verleiht und die zentralen Örtlichkeiten in wahre Kunstgalerien unter freiem Himmel verwandelt. Die Veranstaltung, die zu einem Fixpunkt im winterlichen Kalender der Stadt geworden ist, hat heuer viel Bekanntes sowie einige Neuerungen zu bieten. Für diese Ausgabe von Luci d’artista schuf Daniel Burren wiederum für die Piazza Palazzo di Città, gleich vor dem Rathaus, den Tappeto volante, einen grossen fliegenden Teppich mit hunderten bunter Lämpchen. Und an der Fassade der Mole Antonelliana, dem Symbol der Stadt, darf die Installation Il volo dei numeri (Der Zahlenflug) von Mario Merz nicht fehlen. Unter den Neuigkeiten sei an dieser Stelle das Projekt Luce in cattedra, ein von den Studentinnen und Studenten der Technischen Hochschule geschaffener, leuchtender Baum in der Corte d’Onore des Castello del Valentino erwähnt. Erstmals zu sehen ist auch Lumen Flumen von der Vereinigung Nomen Omen. Die Installation, bestehend aus Neonröhren und Led-Lampen, zeigt aus Formen und Worten zusammengefügte Geometrien. Sie wurde am Gebäude der städtischen Sozialdienste (am Lungo Dora Savona 30) angebracht. Luci d’artista wurde Ende Oktober im Rahmen des Projekts Contemporary Art Torino Piemonte eingeweiht und hüllt bis am 15. Januar 2017 die wichtigsten Plätze und Strassen der Stadt in ein neues Licht. Turin hat in diesen Wintermonaten aber auch noch weitere wichtige Events zum Thema Kunst, Kultur und Unterhaltung zu bieten. Zu diesen gehört die Ausstel- lung Toulouse-Lautrec - La Belle Epoque im Palazzo Chiablese (noch bis zum 5. März 2017), die Werke des französischen Meisters von Ende des 19. Jahrhunderts, Henri de Toulouse-Lautrec, zeigt. Auf der Piazza d’Armi wurde das Villaggio di Babbo Natale mit vielen Darbietungen, Zauberei, Street Food und Zirkus zum Thema Weihnachten errichtet. Das Dorf des Weihnachtsmanns bleibt bis zum 8. Januar geöffnet. Im Bild: “Palomar” von Giulio Paollini, welches die zentrale Via Po ziert. Wortschatz La storia di una donna che si è realizzata nella famiglia a cura di Giò Rezzonico In questi ultimi mesi ho presentato in questa rubrica i ritratti di personaggi significativi dell’universo femminile ticinese dell’ultimo secolo. La scelta delle biografie è stata realizzata assieme alle responsabili degli Archivi Riuniti Donne Ticino con sede a Melano, che raccoglie documentazione su questo interessante argomento. La storia che vi racconto per concludere questo ciclo è diversa da quelle presentate finora, incentrate su figure di donne sole o coniugate che hanno faticato a conciliare la loro ricerca di indipendenza e di affermazione con l’impegno familiare. La vicenda di Linda Gansser-Biaggi, detta Toti, ben si riassume nel titolo del libro che suo marito le ha dedicato dopo la morte: “La moglie di un geologo”, che lascia aperta la domanda se sia più importante la moglie oppure il geologo, sebbene lei sia rimasta per tutta la vita la moglie di… Di uno scienziato di fama internazionale, per la verità. Questa storia potrebbe essere la trama di un film d’amore ambienta- to a metà Novecento. Vuole essere un omaggio a tutte quelle donne vissute in un periodo maschilista in cui era difficile affermarsi nella vita lavorativa, ma che ciò nonostante sono riuscite a realizzarsi all’interno della famiglia puntando su profondi valori e sulla ricchezza interiore. Toti Gansser, ci racconta Chiara Macconi che ha studiato il materiale conservato dagli Archivi (AARDT), era una di queste figure, convinta che la sua opera d’arte fossero stati suo marito e i suoi sei figli. Figli, che intervistati dalla studiosa, hanno raccontato di avere trascorso una vita serena con i loro genitori, da cui hanno ereditato l’immagine di una famiglia unita, aperta al mondo, rispettosa delle scelte di ognuno. La vicenda di Toti Gansser è anche la storia di un grande amore, vissuto in allegria, perché se è vero che ha dedicato la sua vita alla famiglia è altrettanto vero che suo marito, esploratore e scienziato di grande notorietà, ha rinunciato ad importanti incarichi pur di non separarsi per lunghi periodi dai suoi cari. Augusto, dopo esplorazioni in Groenlandia e Tibet, ha lavorato una ventina d’anni per le compagnie petrolifere alla ricerca di giacimenti in ogni parte del mondo. Assieme a Toti ha vissuto in Colombia nel periodo a cavallo della seconda guerra mondiale, quindi a Trinidad e infine in Iran per poi tornare, per far studiare i ragazzi, in Svizzera, dove gli è stata offerta una prestigiosa cattedra al Politecnico di Zurigo. Toti è sempre stata l’anima e il cuore della famiglia, perché il marito si assentava spesso per partecipare a spedizioni disagiate alla ricerca dell’oro nero. Il ritorno a casa, a Lugano, era però sempre una festa. Nei soggiorni all’estero,quando era possibile, Toti accompagnava il consorte in viaggi anche molto avventurosi. Il loro viaggio di nozze nel 1937 ebbe come destinazione il Marocco, che raggiunsero a bordo di una Balilla decapottabile. Le lettere, conservate agli Archivi delle donne, in cui Toti racconta queste sue esperienze di viaggio, costituiscono una lettura davvero piacevole e interessante. i ritratti: die Porträts coniugate: verheiratet conciliare: vereinbaren la moglie: die Ehefrau uno scienziato: ein Wissenschaftler la trama: die Handlung affermarsi: sich bestätigen vita lavorativa: Arbeitswelt (Arbeitsleben) opera d’arte: Kunstwerk rispettosa: resepektvoll esploratore: Entdecker notorietà: Bekanntheit giacimenti: Vorkommen disagiate: abgelegenen viaggio di nozze: Hochzeitsreise Anzeige