Novembre 2014 - Gente di Falchera
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Novembre 2014 - Gente di Falchera
GF o t i u b i r t s i d e l a n r o i G i r o t i n e t s o ai soli S ente di NOVEMBRE 2014 ALCHERA ANNO 21° - N° 11 P ERIODICO I NDIPENDENTE S UPPL . A.S.I. R EG . T RIB . 4227/90 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE ALL’INTERNO Ricordo di don Bernardino Cagliero EDITORIALE In attesa di sviluppi di AMILCARE DE LEO V SOMMARIO Ricordo di don Dino Uno scrittore tra noi Come eravamo Vasca in piazza Astengo Nuove Circoscrizioni Intervista a... I laghetti e il loro ricordo I lettori scrivono Emodinamica A.S.L. Psicanalisi e dintorni La Biblioteca Reale di Torino Regolamento di Polizia Urbana Ma quanto tempo è passato? La capacità di convivere L’angolo della poesia Ciriosità / Momenti di Cultura La narrativa Astronomia / Briciole di Storia Invito al Museo Il piacere di leggere Silent Key pag. 2 pag. 3 pag. 3 pag. 4 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 10 pag. 12 pag. 13 pag. 14 pag. 15 pag. 16 pag. 17 pag. 18 pag. 20 pag. 21 pag. 22 pag. 23 erso la fine del mese di settembre, c’è stato grande movimento in Falchera. Le ruspe hanno sgomberato gli orti urbani abusivi, vicini ai laghetti, da anni nel mirino delle istituzioni. Si tratta di uno dei tasselli della riqualificazione green del quartiere, fortemente sostenuta dal Comune di Torino, dalla VI Circoscrizione e, credo, da gran parte della cittadinanza. Molti degli orti erano stati trasformati in “appartamenti” buoni per soggiornare d’estate, alcuni semplici e decorosi, altri un pò meno, altri ancora combinati addirittura per viverci. Molti erano tenuti bene e lavorati con mano esperta: era uno spettacolo in primavera ma soprattutto in estate vederli allineati, in ordine, rigurgitanti di ortaggi e di frutta. Udivo di sotto mormorare l’acqua dei laghetti che scivolava lenta sulle placide onde e faceva loro da guardia. Ricordo anche la collinetta d’immondizia sulle rive del lago più grande e spaziavo con lo sguardo... lontano, seguivo il volo della cannaiola oppure osservavo l’inconfondibile famigliola dei germani reali, regolarmente in fila l’uno dietro l’altro, a sbatter goffamente le ali. Alto, maestoso, volteggiava l’airone, quello bianco. Sono stati demoliti ben 150 orti in tutta via degli Ulivi, sono rimasti in piedi solo undici appezzamenti, gli unici, a quanto pare, considerati regolari. Gli unici dove non sono stati trovati divani, masserizie, pezzi d’auto e ovviamente detriti, rifiuti e immondizia; ma chi dormiva negli appartamenti di fortuna avevano già provveduto a fare le valigie e a liberare quegli spazi in cui alloggiavano. Di questo, d’altra parte, si era raccomandato il Comune provvedendo a far girare in tempo una serie di volantini per gli occupanti: tutti forse aspettavamo questo momento da tempo. “Dopo quasi 20 anni di atteGente di Falchera 1 segue a pag. 9 Ricordo di don Dino Ad un anno dalla morte di don Dino Cagliero, primo parroco di S. Pio X in Falchera, si sono attivate le iniziative per ricordarlo e per celebrare i 60 anni dalla nascita della parrocchia. Venerdì 18 ottobre in chiesa alle 20,45 sono state fatte delle letture di brani, tratti dai quaderni dove don Dino era solito affidare i suoi pensieri e le sue riflessioni, in particolare in occasione degli esercizi spirituali. Con queste letture rese pubbliche, ancora una volta don Dino ci ha lasciato un suo testamento spirituale, dove si percepisce la sua grande profondità di sentimenti e il suo senso di responsabilità verso il ministero del sacerdozio, a tratti lascia trapelare la stanchezza dell’uomo di fronte alle difficoltà quotidiane, ma sempre sostenuto da una fede incrollabile. Domenica mattina la messa delle ore 10 è stata dedicata a don Dino, concelebrata dal parroco don Adelino Montanelli, don Beppe Sibona e dal diacono Raffaele Olivieri. Don Beppe Sibona primo parroco di Gesù Salvatore, ha ricordato gli anni difficili durante l’insediamento delle prime famiglie assegnatarie, quanto gli è stato prezioso il sostegno e l’aiuto di don Dino nel suo nuovo ministero pastorale. Terminata la messa è stata fatta una lettura in cui si ripercorrono tutte le numerose tappe che hanno segnato il cammino sacerdotale di don Dino e la nascita della nuova chiesa S. Pio X. La posa della prima pietra avvenuta il 16 ottobre del 1955, è stata commemorata con un cippo in pietra e una targa in bronzo nel giardinetto antistante la chiesa. Durante la cerimonia dell’inaugurazione, erano presenti l’Assessore Enzo Lavolta in rappresentanza del Comune di Torino, la presidente della 6^ Circoscrizione Nadia Conticelli che hanno reso omaggio all’operato svolto da don Dino in 60 anni di vita in Falchera. L’idea del cippo, una pietra, quasi un’opera d’arte naturale, scovata da Crocilio Ricci e la moglie Livia nel parco nazionale d’Abruzzo. La sua intuizione e la sua intraprendenza ha fatto sì che, con l’aiuto di un gruppo di persone volonterose, ne risultasse un’opera degna e adatta a ricordare il nostro amato parroco don Dino. A completare l’evento, in chiesa attorno all’altare, una ricca mostra fotografica che documenta i momenti più importanti della vita parrocchiale. Rita Voyat Gente di Falchera 2 UNO SCRITTORE TRA NOI Marco Chinaglia a metà ottobre presenta, presso la biblioteca “Don Milani”, la sua ultima opera di narrativa “Briciole di torta”, illustrazioni di Gioia Della Porta, in mezzo a un pubblico numeroso e interessato, attratto dalla curiosità verso il libro ma anche conquistato dal sorriso malizioso e accattivante dell’autore che ispira spontaneamente simpatia. Con i suoi 51 anni, conserva ancora un volto da adolescente come quando l’abbiamo conosciuto alla Falchera negli anni Settanta, prima che si trasferisse a Venaria. Forse solo l’avvento di una spruzzatina bianca sui capelli potrebbe rivelare la vera età. Impegnato nel sociale e abile nello scrivere fonde piacevolmente il dovere con la passione, il sentimento con l’umorismo, il razionale con la fantasia da cui ha origine la sua fiaba, una fiaba attuale, come egli stesso commenta genuino nel risvolto del libro. E come in tutte le favole, di ieri e di oggi, si nasconde una verità, e allora si va metaforicamente alla ricerca di una chiave che alla fine aprirà una porta dove tutto sarà svelato; basta volere, basta cercare. Non stiamo qui a comporre del testo una recensione perché è già bene è stata fatta su queste pagine nel numero di maggio. Ci limitiamo ora, semplicemente, a rivelarne il messaggio che è quello della speranza nel mondo di oggi, in cui alcuni operai sono stati privati, a causa della crisi, di quel bene assoluto che è il lavoro, seguito dalla perdurante certezza di averlo perso e dall’improvviso miracolo di averlo riconquistato. E’ la voglia di riscatto di chi non si vuole arrendere e si unisce ad altri che hanno lo stesso destino. Si avverte il bisogno di non essere soli, si assaporano il compiacimento e riconoscimento delle proprie capacità rimaste troppo tempo all’oscuro. Non resta che scommettere su se stessi e guardare al futuro, ma insieme. Che forza ne scaturisce! Dialoghi e brani del libro, letti ad alta voce da Adriana, da Luciano e finanche da Marco l’autore, sono opportunamente accompagnati dalle note di una musica penetrante che sembra scaturire, coerente, dal segreto delle parole stesse. a.d.l. COME ERA VAMO ERAV a cura di Umberto Grassi Il sig. Zorgniotti Pietro ci ha inviato una vecchia fotografia del 1956 circa, scattata dalla via degli Olmi dove si vedono le prime scuole elementari della Falchera costruite in legno e collegate con la costruzione in muratura, in cui attualmente si trova la sede del circolo ARCI. “Credo che qualche persona si ricordi di queste scuole (attuale ARCI), correva l’anno 1956/57 (credo). Io non ero ancora nato, ma da casa mia si scorgevano. Sono nato qualche anno dopo (1958) e non mi ricordo quando è stata demolita la parte in legno”. Zorgniotti Pietro. Saluti L’amico Pagnini Rosario abitante in Falchera dal 1954 ci ha fatto avere queste fotografie del 1959 circa, che rappresentano la vita della parrocchia di allora, le partite di calcio, le gite, merende. Ed erano i nostri unici divertimenti sani di quei bei tempi. GIANN BBIGLIAMENTO Da Gianna abbigliamento tante novità da Parigi, e non solo, vasto assortimento di maglieria Svezia di ottima qualità. Viale Falchera 66 - Tel. 011-262.14.03 Gente di Falchera 3 Vasca in Piazza Astengo Tra martedì 30 settembre e mercoledì 1° ottobre sono stati tagliati e asportati 4 cavi d’acciaio nella vasca della Piazza Astengo, là dove c’era la cascata, cosa molta pericolosa per il rischio di cadute nella parte sottostante ove giocano i bambini, con tutte le conseguenze che ne possono derivare. La vasca è già di per sé in stato di incuria e abbandono, così come un certo degrado si avverte un pò in tutto il quartiere: non è proprio un bel biglietto da visita per la nostra borgata. Perché fare delle opere quasi faraoniche per poi lasciarle decadere o lasciarle alla mercé dei malintenzionati per furti e danneggiamenti? Da alcuni mesi alcune imprese stanno risistemando le cabine elettriche, attraverso, ad esempio, la posatura di nuovi cavi. Ebbene nella notte, i cavi appena installati vengono sottratti da ignoti. ULTIMISSIME: il giorno 15 ottobre sono state messe quattro corde marinare al posto di quelle in acciaio e già nella notte sono state tagliate, un’ulteriore beffa per il quartiere. Queste persone che danneggiano, non si rendono conto che il costo di tali danni ricadono su tutti noi? Nuove Circoscrizioni, nuove competenze per il decentramento Il Consiglio comunale di Torino ha deliberato il prolungamento fino al prossimo 31 dicembre dei lavori della Commissione consiliare speciale per il decentramento. La Commissione è al lavoro dalla primavera scorsa per ridefinire e attualizzare il sistema di decentramento amministrativo della Città, attualmente basato su dieci Circoscrizioni con altrettanti organi di governo. I lavori hanno per ora consolidato l’ipotesi di ridurre a sei le Circoscrizioni cittadine, ridefinendone in modo del tutto nuovo i confini e riequilibrando il numero dei residenti che dovrebbero andare dai 127.000 della Circoscrizione 6 ai 161.000 della Circoscrizione 1. È ancora in via di definizione la riorganizzazione delle competenze delle circoscrizioni che, questo è l’orientamento attuale, dovrebbero essere aumentate. Anche il sistema elettorale e la composizione degli organi di governo sono stati al centro delle riflessioni dei commissari, ma anche questo punto non è ancora stato messo del tutto a fuoco. Intenzione della Giunta, manifestata dall’assessore al decentramento Gianguido Passoni, e della Commissione, presieduta dalla Consigliera Laura Onofri, è di sperimentare fin dal 2015 il nuovo assetto delle Circoscrizioni cittadine. Per l’eventuale entrata in vigore di novità nel sistema elettorale si dovrà invece attendere la prossima tornata di elezioni amministrative, che si svolgeranno nella primavera del 2016. I commissari su questo punto sono attualmente orientati alla sostanziale conservazione degli attuali meccanismi di scelta del presidente e di formazione di consigli circoscrizionali. S.L. Nella foto:L’ipotesi di nuova suddivisione della Città in 6 circoscrizioni. Gente di Falchera 4 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 a cura di Amilcare De Leo L’INTERVISTA A... ...Ivan Possamai, titolare della Ferramenta di Via Adige 10 D. Signor Possamai, il suo negozio, a quanto vedo, è solitamente affollato, complimenti! “Ivan Possamai. Alla sua sinistra in alto Si può affermasul muro i segni della re che una ferbuca delle lettere.” ramenta per gli uomini sia un pò come una merceria per le donne? O è un concetto oggi un tantino superato? R. Guardi, forse qualche tempo fa quando ero ragazzo e iniziavo ad avvicinarmi al mestiere, il paragone poteva anche calzare, ma con i tempi che corrono, mi creda, ci sono donne assolutamente preparate “al fai da te”, cioè sia a lavori domestici, sia manuali e tecnici. D’altra parte, oggi come oggi, le donne sono impegnate un pò in tutto, dalla casa al lavoro. D. Infatti, sostando nel suo negozio, mi è capitato di vedere, e d’altra parte non solo nel suo negozio, delle signore molte precise, addirittura meticolose nelle richieste. R. E’ proprio così, ed è un piacere servirle. D. Ora mi dica, da chi era occupato in origine questo locale? R. Dall’Ufficio Postale. Sono rimasti dei segni tangibili e indelebili, che apparentemente sfuggono alla vista, ma permangono, venga con me a vedere fuori. Ecco, i lati esterni dello scalino corrispondente allora all’entrata dell’Ufficio Postale sono più anneriti degli altri a causa dei fumi dei furgoni in partenza e in sosta. Non solo ma, come può vedere, il gradino stesso risulta più appiattito, sempre rispetto agli altri, a causa della frequenza e consistenza di pubblico che entrava ed usciva. A lato poi, in alto a sinistra, ci sono i fori che indicano la posizione in cui era collocata la buca delle lettere. D. Questa zona è costituita da case e da villette. Sono contemporanee alla nascita della Falchera Vecchia? R. A mia memoria, alcune sono addirittura antecedenti. D. Da quando è in questo locale? R. Nel 1982, eravamo là (beh, io ero bambino) all’angolo di Via Tanaro in cui ora si trova il Centro Estetica, poi dal 1994 ci siamo trasferiti qui, dove siamo tuttora. D. Il suo negozio e la sua casa, come le altre qui attorno, sono situate nella parte, diciamo, cosiddetta “nobile” della borgata, più appartata, più tranquilla, più lontano dal contesto urbano. Si sente, vi sentite, dentro o fuori del cuore pulsante della Falchera? R. Senza ombra di dubbio mi sento parte integrante della Falchera. E non solo io, tutti siamo orgogliosi di far parte della borgata. D. Eppure durante i miei contatti con i cittadini talora sento pareri discordi in cui prevale un certo senso di sfiducia o di rassegnazione. Che ne pensa? R. A volte capisco tale stato d’animo, però in tali giudizi rilevo francamente un pò troppo pessimismo. D. Il problema nomadi, che mi dice? R. Non escludo che non esista, tuttavia bisogna concepirlo e trattarlo con senso di civiltà e di responsabilità. Porsi di fronte al problema, come si dice, a muso duro serve a ben poco. Sono infatti dell’avviso che si vedranno i benefici della comprensione, della tolleranza e quindi della integrazione solo con il tempo. Bisogna ancora avere pazienza, cioé la forza e la capacità culturale di porsi davanti al problema con un rinnovato stato d’animo, senza troppi pregiudizi ed esclusivismi, insomma con altro spirito e sotto un’altra luce. D. Vedere insomma...con altri occhi, direbbe Pirandello. R. Sì, ecco dovremmo imparare ad osservare con gli occhi dei bambini. I miei figli ad esempio, ma come altri, che hanno frequentato la Scuola elementare in via Cavagnolo, in cui non pochi erano i nomadi, hanno saputo convivere senza troppe difficoltà. Il mondo dell’infanzia insegna e ci dovrebbe far riflettere. D. Signor Possamai, so di una sua grande passione, la musica. Se non sbaglio in passato si esibiva in pubblico, anche con un certo successo... Ricordo un gruppo musicale. R. Non sbaglia, canto e suono tuttora, il mio strumento è il basso, ma non è facile dedicarsi a tali hobbies, ci vogliono esercizio e tempo a di sposizione. La musica è una cosa seria. D. Dovesse scegliere per cosa propenderebbe: il canto o lo strumento? R. Sicuramente per il canto! Gente di Falchera 5 I laghetti e il loro ricordo Era tempo, tanto tempo. Talmente tanto che probabilmente l’origine del discorso si perde con la stessa Falchera. Senza dilungarmi, voglio parlare di ciò che mi sta molto a cuore, un qualcosa che non è solo una sorgente d’acqua con i suoi problemi limitrofi, bensì un ricordo. Esatto, parlo dei laghi della Falchera. Diamine, scritto così sembra si sia prosciugato senza lasciare traccia di vita; per fortuna no, dovrà durare ancora per molto, mi auguro. Mi riferisco invece a ciò che da qualche settimana ha, possiamo osar dire, sconvolto la faccia di quella che era una oziosa immagine perpetua ed immutata da tempo immemore. Se fossi un matematico direi che la Falchera stava ai laghetti come i laghetti stavano ai giardinetti. Ebbene si, perché non si può negare che, per momento, quella immagine tranquilla e bonaria che possedeva la zona incriminata era qualcosa di paradisiaco. Fatta eccezione l’immondizia persa e dispersa, per quel che riguarda la mia persona, soprattutto negli anni passati e ancora un pochino nei giorni attuali, ciò che era e che ora non c’è più possedeva qualcosa di mistico e al contempo avventuriero. Sono cresciuto con le parole: “non andare al laghetto che è pericolo!”. Ho perso il conto dei passi, o forse dovrei dire dei copertoni della mia vecchia “28 per quante volte ho percorso la mulattiera che portava all’entrata dei laghi. Ero di casa, buon cielo non che ci abitassi, s’intende, ma la zona la conoscevo come le mie tasche. Conoscevo la posizione degli alberi da frutto cui mi piaceva saziarmi durante le scorribande clandestine. Gelsi, fichi, more, pesche, cachi, ciliegie e chi più ne ha più ne metta, e con il chiodo fisso che essendo abusivi non rubavo niente a nessuno; qualcuno potrebbe dirmi: “si ma se nessuno coltiva..” e vabbeh, per giove, dove mangia uno, mangiano due! Ed è così che cresciuto, ed abituato a vedere i miei laghetti sornioni tra le ruote, le lavatrici e le guaine dei cavi, quando sabato scorso (04/10) c’ho fatto ‘na capatina, ecco che m’è venuto un colpo al cuore. Tracce di caterpillar, tronchi abbattuti, giardinetti bruciati, porte scoperchiate. Un immenso cimitero. Spero vivamente che ciò che ho visto sia l’inizio di un futuro migliore per la zona dei laghetti e soprattutto che quel futuro venga poi accudito dai cittadini, e controllato dalle autorità affinché diventi davvero un qualcosa di unico per la Nostra Falchera. Damiano Grilli L’ITALIA... Eravamo un Paese molto più semplice e povero. Facevamo il morbillo e il servizio militare. Giocavamo per strada e avevamo sempre le ginocchia sbucciate. La marcia più alta era la quarta. C’erano le diapositive, Sandokan e i gettoni del telefono. Però il futuro non era un problema, ma un’opportunità. anonimo PER CHI AMA IL TEATRO Teatro Marchesa a cura di Vittorio Leode VI Circoscrizione C.so Vercelli 141, TorinoTel. 3388706798 Il 1° ottobre 2014 sono iniziati i corsi di danza, teatro e canto. Il 25 ottobre è stata inaugurata la IV stagione “Barriera Danza” Per informazioni spettacoli stagione 2014-2015 tel.3388706798 Teatro Monterosa Via Brandizzo 65,Torino Per informazioni spettacoli stagione 20142015 tel. 011/2304153 Gente di Falchera 6 I lettori scrivono Sabato 4 ottobre al Sea di corso Cadore si è svolto un incontro per festeggiare i volontari in servizio. C’è chi ha operato da 10 anni, chi da 20 e chi da 25. Dopo il benvenuto e la presentazione della responsabile signora Stefania, è seguita la proiezione di filmati ed è sembrato di tornare indietro nel tempo quando ho iniziato il 18 maggio del 1992. E’ infatti cominciata la mia seconda vita al servizio degli anziani e bisognosi, devo dire che oltre questa missione che svolgo ho incontrato nella mia sede e anche in quella di corso Cadore delle magnifiche persone di fiducia. Sono veri amici e amiche dei quali io mi onoro di essere amico. Si è proseguito poi alla consegna delle pergamene, per me e per gli altri. E’ stato un piacere, dopo il rinfresco, scattare delle foto per ricordare l’avvenimento. Ci siamo salutati tutti fraternamente, con la promessa finché la salute ci assisterà e la famiglia ce lo permetterà, continueremo a fare del bene. Tutto ciò ci aiuta nella mente, nel corpo e nello spirito. Un abbraccio e un caro saluto a tutti voi dal volontario Giacomo Chissotti Spett. le Gente di Falchera Ho visto le varie fotografie inserite nell’articolo intitolato “Fare e non fare”, del mese di ottobre e che ho apprezzato, ne condivido appieno lo spirito. Vi siete però dimenticati di riprendere quell’isolotto di cemento che ha la forma, più o meno, di un triangolo scaleno. Si tratta esattamente di quella piccola area rialzata non accessibile ai veicoli, che tuttavia spesso sostano, situata alla Falchera Vecchia di fronte al bar, di fianco a quell’edificio fatiscente della rotonda, ormai ben noto, che voi avete giustamente fotografato. Anch’essa è in stato di degrado con, tra l’altro, l’erba secca che spunta da tutte le parti. Non si potrebbe restaurarla un pochino, non credo che tale intervento necessiti di una grande spesa, in attesa che si decida finalmente di cosa fare di quella che una volta, di fianco, era una vera e propria autorimessa... una volta! E’ una richiesta diretta al Comune e alla 6° Circoscrizione. Eventualmente, ringrazio per la pubblicazione. Distinti saluti Italo Sereni SPORTELLO per la MEDIAZIONE CIVILE OBBLIGATORIA A seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge del 9 agosto 2013, la mediazione civile e commerciale ritorna obbligatoria dal 21 settembre, per le controversie su specifiche materie. La mediazione civile e commerciale (d. lgs 28/2010, e legge 98/2013) è l’attività svolta da un professionista, al di sopra delle parti, finalizzata alla ricerca di un accordo amichevole per la risoluzione di una lite. Compito del mediatore è quello di ricercare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti allo scopo di evitare una causa civile lunga e dispendiosa. La mediazione civile e commerciale riguarda le seguenti materie: ♦ condominio ♦ diritti reali ♦ divisione ♦ successioni ereditarie ♦ patti di famiglia ♦ locazione ♦ comodato ♦ affitto di aziende ♦ risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria ♦ risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità ♦ contratti assicurativi, bancari e finanziari (non include la responsabilità da sinistri stradali) LO SPORTELLO per la MEDIAZIONE CIVILE OBBLIGATORIA è a disposizione dei cittadini, un servizio di consulenza gratuito sulla nuova legge OBBLIGATORIA tenuta dalla; Dott.ssa LAGONIGRO Jessica Tutti i lunedì in Via degli Abeti 16, Dalle 10 alle 12 a partire dal mese di Novembre 2013 E’ OBBLIGATORIA la prenotazione telefonica al N° 011-4432621 CERCO GARAGE BOX in zona Falchera per affitto o acquisto. Telefonare al 347.6843317 Si impartiscono accurate lezioni e/o ripetizioni di inglese e spagnolo per le elementari, medie, superiori ed Università. Disponibile anche per aiuto studio e svolgimento compiti a casa. Paola cell.3482946736 Gente di Falchera 7 EMODINAMICA... ...LIVE DAL SAN GIOVANNI BOSCO DI TORINO AL CONGRESSO NAZIONALE GISE 2014 DI GENOVA Il Laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale San Giovanni Bosco, leader nel trattamento delle lesioni coronariche complesse, è stato selezionato per eseguire una sessione di casi “live” in collegamento via satellite con la 35° edizione del Congresso Nazionale di Cardiologia Interventistica (GISE), a Genova. Il laboratorio di Emodinamica della Cardiologia dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino (diretta dalla Dott.ssa Patrizia Noussan), l’equipe del Dott. Roberto Garbo (responsabile del Laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale San Giovanni Bosco) ha eseguito in diretta, con trasmissione in alta definizione con la sala principale della sede congressuale, due interventi di Angioplastica per occlusioni coronariche croniche, con il Dott. Andrea Gagnor, responsabile del Laboratorio di Emodinamica dell’ Ospedale degli Infermi di Rivoli, invitato come “guest operator”. “Le occlusioni coronariche croniche totali sono le lesioni più complesse da trattare con Angioplastica – spiega la Dott.ssa Patrizia Noussan, Direttore della Cardiologia del San Giovanni Bosco- questo tipo di intervento richiede grande attenzione, utilizzo di materiali dedicati e tecniche innovative, come l’approccio retrogrado ed IVUS-guidato” “La tecnica retrograda si basa sull’utilizzo di microcateteri e fili-guida sottilissimi specifici per questa procedura, e vanta una percentuale di successo maggiore rispetto alla via anterograda, ma richiede una grande esperienza nel campo della cardiologia interventistica -precisa il Dott. Roberto Garbo, del Laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale San Giovanni Bosco- se eseguita da operatori esperti consente di ottenere elevate probabilità di successo, anche in casi estremamente complessi”. Nell’ottica dei benefici clinici, grande importanza riveste la selezione corretta dei pazienti da candidare a questo tipo di procedura e la gestione esperta delle eventuali complicanze: i due casi che verranno eseguiti in diretta operatoria riguardano un paziente di 57 anni, con pregresso infarto miocardico anteriore, portatore di stent medicati, che ha già subito, presso un altro ospedale, un recente tentativo inefficace di disostruzione per via anterograda; il secondo caso riguarda un paziente di 64 anni, colpito sei mesi fa da sindrome coronarica acuta, per il quale si procederà in elezione alla disostruzione coronarica, ini- zialmente per via anterograda, con possibilità di “switch” a procedura retrograda. “Mi congratulo con gli operatori per questo riconoscimento che premia la loro professionalità: l’elevata specializzazione del Laboratorio di Emodinamica dell’Ospedale San Giovanni Bosco nella diagnosi e nel trattamento della malattia coronarica complessa ha permesso di diventare anche centro di riferimento nazionale per l’esecuzione di corsi teorico-pratici nell’ambito dell’approccio alle occlusioni coronariche croniche con tecniche retrograde e con ultrasonografia intravascolare -sottolinea il Direttore Generale ASL TO 2, Dott. Maurizio Dall’Acqua- e di corsi sull’utilizzo dell’Aterectomia rotazionale, per lesioni severamente calcificate, tecnica di cui siamo uno dei pochi centri esperti in Italia”. Nel corso dell’anno 2013 il Laboratorio di Emodinamica del San Giovanni Bosco, ospedale di riferimento per l’Area Torino Nord, ha eseguito 2600 procedure di interventistica cardio-vascolare, di cui, per la parte cardiaca, 1450 coronarografie, 950 interventi di angioplastica coronarica, di cui 220 in emergenza in pazienti colpiti da infarto miocardico acuto. Per l’attività dell’anno 2014, si è osservato un ulteriore incremento di procedure complesse, soprattutto per l’invio da altri ospedali di pazienti che necessitano di trattamento per occlusioni croniche, di cui il Centro del San Giovanni Bosco è di riferimento a livello nazionale. SC Relazioni Esterne - Ufficio Stampa Direttore Dott. Pier Carlo Sommo Addetto Stampa Dott.ssa. Silvana Patrito C.so Svizzera, 164 – 10143 Torino CARI NONNI Voi mi illuminate come un raggio di sole, pensate sempre a me: ogni volta che vi vedo è una festa, ogni volta un regalo diverso. I vostri abbracci sono caldi come un forno a legna acceso, il vostro viso e i vostri occhi felici quando mi vedete, me li ricorderò per sempre. Vi voglio bene. Ai miei adorati nonni Mirella e Antonio Veneziano Gente di Falchera 8 Luca Veneziano segue editoriale di Amilcare De Leo IN BREVE dalla Provincia a cura di Ricciardetto • Settimo Torinese. Alcune coppie gay settimesi dicono la loro dopo il “diktat” di Alfano. Ma i gay davvero vogliono sposarsi? C’è chi unirà in Portogallo e chi teme le discriminazioni: “Non siamo pronti”. Comunque dalle interviste emerge il bisogno di una legge che regoli l’unione tra coppie omosessuali. Il centro diurno per disabili ha ricevuto la visita di una delegazione di Pechino. Il Progetto Ponte è da esempio anche in Cina. La struttura ha catturato l’attenzione degli esperti orientali per le sue tecniche innovative. • San Mauro Torinese. Tonnellate di rifiuti costellano l’area tra via Burgo, via Domodossola e il nuovo ecocentro. Terra di rifiuti abusivi e borse rubate. Nel bosco ci sono anche depositi di materiale trafugato. E la rete dell’ecocentro è sfondata. La strada che conduce al Palazzetto dello Sport è lasciata al totale abbandono. Oltre ai rifiuti ci sono pure lastre di amianto. Un anno d’oro per la biblioteca civica: in crescita sia il numero di prestiti libri (+8%) che quello di utenti (7%). • Mappano. Francesco Grassi torna all’attacco per Mappano Comune. “Basta alla persecuzione giudiziaria”. Bruciato il photored al confine con la Falchera. Alcuni cittadini ci hanno chiesto informazioni sul Tempio crematorio di Mappano:esso è situato in Via Argentera tel. 0119968868. Sportello per la CONSULENZA LEGALE È a disposizione dei cittadini un servizio gratuito di consulenza legale tenuto dall’avvocato Michele Ianniello. Tutti i Mercoledì dalle ore 15 alle 16, in via degli ABETI 16 - È obbligatoria la prenotazione al n° 011-44.32.621. “E’ importante riflettere per non dimenticare mai e poi mai di essere riconoscenti, senza i cretini, le persone valide potrebbero non riuscire ad emergere”! Manuela Capel Badino sa hanno cancellato l’abusivismo da Falchera”, mi dice, apparentemente soddisfatto, un cittadino e aggiunge pensieroso: “Speriamo solo che sia fatto un buon lavoro e che si sappia custodirlo nel tempo in modo che non vada tutto in malora...”. Una preoccupazione d’altra parte che anche noi condividiamo, anche se in quartiere alcuni cittadini sono piuttosto scettici sugli effetti positivi dei ben noti progetti legati al Piano Città. Obiettano che con quel denaro assegnato si potevano realizzare altre necessità essenziali e contingenti. Rispettando, com’è dovuto, giudizi di questo tipo riteniamo tuttavia che tali interventi siano da considerare degni di attenzione e di approvazione perché sono protesi a riqualificare un territorio ritenuto, e non sempre a torto, abbandonato a se stesso. A nostro parere, migliorie di tal genere serviranno di sprone ai cittadini stessi i quali si sentiranno più coinvolti e responsabilizzati nel vigilare e tutelare il proprio territorio da chi o coloro che lo vogliono affondare. Ora che sono terminati gli sgomberi seguiranno nuovi interventi, tonnellate di rifiuti saranno rimosse, come sta gradualmente avvenendo in questi giorni. “Sono previste una straordinaria bonifica e un’esigenza sanitaria da brividi” dichiara un addetto ai lavori. Dopo Strada Bellacomba, le attenzioni della divisione Ambiente del Comune di Torino si sono spostate direttamente nel quartiere. E’ ciò che è emerso dal sopralluogo effettuato dalla Città di Torino tra strada vicinale dell’Abbadia di Stura e via Cuorgné dove il numero dei rifiuti, alcuni dei quali tossici e pericolosi, è crollato rapidamente in questi ultimi mesi. “L’immondizia è comunque presente accanto ai bidoni, gli orti abbandonati, si può trovare persino una “officina” di ruderi o una “carrozzeria” di parafanghi a cielo aperto. Peggio è la situazione nei pressi dell’autostrada Torino Milano con tonnellate di immondizia anche presso la stazione Stura”, così si sfoga un ortolano mentre osserva il suo vecchio orticello ora sconquassato e dove prima, in questi tempi, si accingeva a seminare piselli, aglio e cipolle. “In fondo ci eravamo abituati, qui abbiamo trascorso molto del nostro tempo; ma così non si poteva più continuare. Continua sconsolato “Ciò che era rimasto è stato sottratto dai nomadi” e ancora: “La stagione estiva è stata triste per la pioggia insistente, il sole si è fatto vedere ben poco, gli orti non hanno prodotto molto, ma non importa, noi siamo ancora fortunati, pensi ai danni di quella povera gente di Parma e di Genova.” Infine, con un gesto del braccio, mi saluta e si allontana, in una giornata sfacciatamente meravigliosa di metà ottobre. Gente di Falchera 9 Psicanalisi e dintorni del dott. Oreste Borio Possibilità e limiti dei cambiamenti psicologici. Gli schemi del comportamento, il repertorio di atteggiamenti, le basi del ragionamento, che automaticamente adottiamo, sono l’espressione di ciò che possiamo chiamare, per sommi capi, “personalità”. Tali schemi sono ripetitivi e relativamente costanti per ogni persona. Sono quelle stesse espressioni di personalità che ci attendiamo quando veniamo in contatto con persone già note. Infatti nel’incontrare qualcuno noi ci aspettiamo che sia come lo abbiamo già conosciuto, e come potrebbe essere così?, se quella persona non si comportasse e agisse con gli stessi schemi che gli sono propri? Noi ci aspettiamo quelle smorfie sul viso, quel tono di voce, quel genere di ragionamenti che abbiamo già conosciuto e alla fine le apprezziamo per quanto esse sono “attendibili”, nel senso che si ripetono (nelle componenti di base) sempre nei comportamenti già noti. Cambiare gli schemi è molto difficile e non privo di fatica, inevitabile quindi che ciò non accada, se non raramente, e di solito solo quando la persona vi è in qualche modo costretta dagli eventi della vita, o perché possiede forti motivazioni per farlo. Quindi è bene togliersi subito le illusioni di poter cambiare se stessi (cioè i propri schemi) con la sola forza della volontà, o peggio con il solo desiderio. La forza di volontà, che poi non è altro che il proprio intimo e convinto desiderio, da sola non è efficace se non ad illudersi di poterlo fare. Occorre sì la volontà, ma sostenuta o da pressioni esterne o da forte motivazione, non è dato altro mezzo. Le pressioni esterne possono essere in grado di produrre dei cambiamenti nella psicologia delle persone, introdurre valori prima non noti, o emozioni di tipo nuovo, esperienze piacevoli e/o ritenute utili, o assimilare un comportamento casuale che ha avuto successo, o introdurne uno alternativo a seguito di un grave fallimento, o per una grave minaccia o una perdita. Dunque in genere noi ci aspettiamo sempre le stesse modalità di comportamento dalle persone e così avviene infatti in gran parte: pertanto non identifichiamo le persone per quello che esse sono (spesso inconoscibili nel breve termine) ma in realtà per come si comportano, che è l’aspetto visibile. Ma allora ci si può chiedere come sono veramente le persone se in qualche caso possono manifestare dei cambiamenti? Per gli amanti delle definizioni si può dire che una persona è quello che mostra di essere, con l’aggiunta delle potenzialità che potrebbe ancora esprimere: di più non si può ragionevolmente aggiungere, perché ogni comportamento che si possa ritenere eccezionale sarebbe dovuto a circostanze eccezionali, dunque non consuete. Nessuno può dire fin dove può spingersi il comportamento di una persona, là dove essa fosse esasperata o costretta da eventi straordinari; ciò sarebbe un esercizio improduttivo ai fini della nostra analisi. Dunque gli schemi comportamentali sono per lo più delle abitudini relativamente strutturate, che abbiamo imparato ad adottare spesso fin dalla prima infanzia e in genere rappresentano, per l’individuo sano, delle modalità relativamente ottimali per risolvere i problemi psicologici di vita quotidiana. Se lo schema ha dimostrato di funzionare, e in ciò viene premiato dalla conferma continua che esso funziona, si ripete indefinitamente. L’adozione di nuovi schemi, si comprende bene, può avvenire solo attraverso l’esperienza, una nuova esperienza, positiva e che dimostri di funzionare, che negli anni della vita adulta diventa abbastanza rara per la maggior parte della gente, in quanto si tende a interpretare anche accadimenti nuovi sempre con gli stessi schemi, e lo sperimentarne di veramente nuovi avviene solo in circostanze particolari, che sono pur possibili, ma molto dipendenti dall’intelligenza del soggetto e dalle motivazioni (es. una psicoterapia, un viaggio originale, incontrare persone creative, ecc). Ma che dire degli schemi “sbagliati”, che pur vengono ripetuti anch’essi indefinitamente e rappresentano per la persona spesso una tragica sofferenza: perché si ripetono quando palesemente mostrano di non funzionare? La risposta è fin troppo semplice. Se lo schema porta a costanti risultati fallimentari è comunque il solo che il soggetto, nella sua esperienza esistenziale, è riuscito a produrre, e rappresenta un “gioco al minimo”, dove pur ottenendo risultati deludenti, il soggetto “spende” il minimo, e ad esso si attacca, perché rappresenta, pur nell’insuccesso, un risultato che ha già provato e sa di poter sopportare, possiede un costo che già conosce. Sarebbe spaventoso lasciarlo per altri di cui non si ha esperienza e che nelle ipotesi fantasmatiche del soggetto potrebbero rivelarsi ancora peggiori. Il soggetto perdente qui gioca in un angolo e quell’angolo con le sue limitazioni gli garantisce una sicurezza minima a cui sta comunque aggrappato, mancandogli quelle altre diverse esperienze di successo che potrebbero convincerlo ad abbandonare lo schema perdente. Questo atteggiamento è stato ben sintetizzato dall’affermazione di A.Solzenicyn: “L’uomo ha una grande capacità di soffrire Gente di Falchera 10 Gente di Falchera 11 La Biblioteca Reale di Torino La Biblioteca Reale viene fondata nel 1831 da Carlo Alberto di Savoia-Carignano che – salito al trono quello stesso anno – ambisce a dare impulso allo sviluppo del Piemonte attraverso la promozione di riforme amministrative e politiche e rivalutando le arti e le istituzioni culturali. Biblioteca Reale Il progetto di promozione di Carlo Alberto prevede l’ampliamento della Biblioteca di corte, alla quale il sovrano decide di unire gli innumerevoli volumi che dà mandato di acquistare presso gli antiquari, di tutta Europa, oltre alla sua raccolta personale, ricca di volumi appartenuti alla nonna paterna Giuseppina di Lorena-Carignano, donna colta e aperta alle nuove idee del settecento. Tale ampliamento era reso necessario dalla decurtazione delle collezioni reali in seguito alla donazione di Vittorio Amedeo II di gran parte della sua biblioteca alla Regia Università di Torino nel 1723 (attuale Biblioteca Nazionale Universitaria). Per questo progetto di sviluppo della Biblioteca il re si avvale della collaborazione di una ristretta ed efficiente cerchia di collaboratori, ai quali sovvenziona viaggi di ricerca all’estero che permettono di venire a contatto con i progressi delle lettere, delle scienze e delle istituzioni culturali, consentendo anche di reperire documenti utili sulla storia dei domini di Casa Savoia, e altre opere che - per rarità o bellezza - meritino di essere acquistate. La Biblioteca si arricchisce così di preziosi volumi, libri antichi e codici miniati. Carlo Alberto sceglie come sede della nuova biblioteca palatina il piano terreno dell’ala di levante del Palazzo Reale; il locale - prima adibito ad ambiente di servizio- viene convertito in biblioteca su progetto di Pelagio Palagi, artista che in qualità di pittore, architetto nonché arredatore di corte realizzò e diresse tutte le trasformazioni delle residenze sabaude nel periodo carloalbertino. Entrati all’interno del salone monumentale della Bi- blioteca Reale ci si trova di fronte ad un ambiente maestoso, realizzato in stile neoclassico – con una volta affrescata a monocromo con scene allegoriche sulle arti e sulle scienze – caratterizzato da un doppio ordine di librerie in noce con una balconata dalla caratteristica ringhiera in ferro battuto. Autoritratto In origine la Biblioteca Reale è destinata, oltre che al servizio di corte, agli ufficiali e ai dotti interessati allo studio della storia patria e delle belle arti. Nel 1839 Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato- un collezionista autodidatta originario di Chieri che viaggiando per l’Europa aveva messo insieme un’interessante collezione personale - una raccolta di disegni dal Quattrocento al Settecento opera di grandi maestri italiani e stranieri, fra i quali Michelangelo, Raffaello, Rembrant e Leonardo da Vinci. Di Leonardo da Vinci in particolare la BiCodice del volo blioteca possiede il famoso autoritratto a sanguina, il Ritratto di Fanciulla- studio per il volto dell’angelo nel quadro La Vergine delle Rocce conservato al Louvre- e il Codice sul volo degli uccelli, un quaderno cartaceo di 18 carte nel quale Leonardo annotò le sue considerazioni sul volo. Il prezioso manoscritto giunge alla Biblioteca Reale alla fine dell’Ottocento, come dono a re Umberto I da parte di Teodoro Sabachnioff, mecenate russo innamorato del rinascimento italiano. Dopo la seconda guerra mondiale- con il passaggio allo Stato dei beni di Casa Savoia (perfezionato nel caso della Biblioteca Reale solo nel 1970)- la Biblioteca diviene una biblioteca pubblica statale, e attualmente fa parte del Ministero per i Beni e le Attività culturali. La Biblioteca conserva circa 200.000 volumi, 4.500 manoscritti, 3.055 disegni, 187 incunaboli, 5.019 cinquecentine, 1.500 pergamene, 1.112 periodici, 400 album fotografici, carte geografiche,incisioni e stampe. Gente di Falchera 12 Franco Cirelli Regolamento di Polizia Urbana della Città di Torino a cura di Emilio Ghirardi Segue dal numero 10 Articolo 13 ter - Criteri di sicurezza per l’installazione di impianti di g.p.l. per uso domestico e per l’esercizio di depositi di gas combustibile 1. Salvo quanto espressamente disposto dalla legislazione e dalle norme speciali in materia, è vietato tenere nell’abitato materiali esplodenti, infiammabili e combustibili per l’esercizio della minuta vendita, nonché depositi di gas di petrolio liquefatti, senza autorizzazione dell’Autorità Comunale. 2. Agli effetti del presente articolo sono considerati combustibili, oltre a quelli propriamente detti, quali la legna da ardere, carboni ed oli combustibili, anche il legname in opera, fieno, paglia, carta, cartoni, cotone, canapa, lino, sparto, iuta, fili vegetali in genere, sughero, tessuti, materiale da imballaggio, zolfo, caucciù, gomme elastiche, plastiche e derivati. 3. I depositi ed i luoghi di vendita di combustibili, solidi, liquidi o gassosi devono essere a piano terreno, con ingresso dalla pubblica via o dal cortile. 4. I depositi e magazzini di gas compressi in bombole di capienza superiore ai 1000 mc. dovranno essere tenuti fuori dal centro abitato. 5. Per i depositi e magazzini di minore entità è consentita l’attivazione anche nell’interno dell’abitato se i locali siano provvisti di fitta rete metallica alle finestre e coperti da volta reale, con pareti e soffitta di strutture incombustibile, o resi resistenti al fuoco con efficaci rivestimenti. Le aperture di comunicazione con i locali di abitazione devono essere opportunamente riparate. 6. Nei sotterranei di case di abitazione sarà concessa la sola detenzione di combustibili strettamente necessari per il riscaldamento del fabbricato e per gli usi domestici degli inquilini o per forni di pane, pasticcerie o simili, a condizione che i sotterranei abbiano pareti, soffitti e porte di materiale resistente al fuoco e non siano in diretta comunicazione con scale di disimpegno di locali di abitazione. 7. È vietato costituire ammassi di materiale da imballaggio di carta straccia e simili. I combustibili di qualunque genere non possono essere detenuti in quantità superiori a 100 kg. e non dovranno mai essere appoggiati alle pareti nelle quali sono ricavate canne fumarie. 8. Le finestre ed aperture dei sotterranei verso gli spazi pubblici devono essere munite di serramenti e vetri e di reticolati in ferro a maglia fitta, così da impedire il gettito di incentivi infiammabili. 9. Nei solai sono vietati depositi di combustibili o di qualsiasi altra materia di facile combustione. 10. Nelle scale, nei corridoi e ballatoi di disimpegno di abitazioni non si possono depositare materiali facilmente combustibili, materiali di imballaggio, casse o altri ingombri che ostacolino il passaggio alle persone. 11. Nelle case di civile abitazione è consentito il deposito di massimo n. 2 bombole di g.p.l. per una capacità complessiva non superiore a kg. 20, ovvero di massimo n. 1 bombola se di capacità complessiva pari a kg. 15. 1. a) b) 2. Articolo 14 - Attività interdette in zone di particolare interesse ambientale A salvaguardia delle zone cittadine di particolare interesse archeologico, storico, artistico e ambientale, sono interdette al commercio su aree pubbliche, in conformità a quanto previsto dalla legge: la zona delimitata da corso Castelfidardo, corso Vittorio Emanuele II, corso Inghilterra, piazza Statuto, corso Principe Eugenio, corso Regina Margherita, piazza Maria Ausiliatrice, via Maria Ausiliatrice, via Cigna, fiume Dora Riparia, ponte Bologna, lungo Dora Savona, Giardini Schiapparelli, corso XI Febbraio, corso Regina Margherita, piazzale Regina Margherita, ponte Regina Margherita, piazza Borromini, corso Casale, piazza Gran Madre di Dio, corso Moncalieri, via Gioanetti, via Giardino, corso Moncalieri, ponte Principessa Isabella, corso Sclopis, via Petrarca, corso Massimo d’Azeglio, corso Marconi, via Nizza, sottopassaggio pedonale fra le vie Nizza e Sacchi, corso Stati Uniti, corso Re Umberto, corso Einaudi. L’area interdetta si estende sino ai limiti esterni dei confini suindicati; il piazzale antistante la Basilica di Superga. Sono esclusi dall’interdizione di cui al comma 1. le aree mercatali, limitatamente agli orari di mercato, ed i chioschi autorizzati. Gente di Falchera 13 (segue nel prossimo numero) MA QUANTO TEMPO E’ PASSATO? Possibile che sia passato già tanto tempo? Scorrono velocemente gli anni della crescita di Ale e Claudio: le prime parole e i primi passi; il primo giorno di scuola e la prima comunione, il diploma e poi la laurea... Quanta fatica, ma anche quanta gioia; quanti piccoli e grandi problemi sono passati dentro casa e quante difficoltà sono state risolte o semplicemente sopportate. In questo cammino, tre cose hanno richiesto una grande consapevolezza: la prima è che questo percorso impegnativo e caratterizzato da continui cambiamenti, prima o poi approda a un punto di non ritorno. Che i figli non ci appartengono e se ne andranno un giorno per la loro strada, è una verità che bisogna accettare da subito, abituandosi giorno per giorno a restare sempre un pò più indietro, perché i giovani possano maturare e diventare adulti a loro volta. Lo chiamano processo di desatellizzazione: un distacco che qualche volta fa sentire dolore, ai genitori come ai ragazzi; altre volte fa tirare a tutti un respiro di sollievo, anche se non è facile ammetterlo. La seconda è che comunque non finiremo mai di essere famiglia. Ci sono legami che durano per sempre senza logorarsi mai in modo irreversibile; ci sono responsabilità che l’affetto tiene in piedi e trasforma gradualmente in esperienze diverse di sollecitudine e di cura reciproca. Mutano le forme della genitorialità e le manifestazioni con cui giovani e adulti entrano quotidianamente in relazione fra loro, ma nessuno deve mai pensare che potrà dimettersi a suo piacere dal ruolo di padre, di madre, di figlio o di figlia. La terza è che essere una famiglia con figli giovani o giovani adulti non è affatto più facile; l’esperienza dell’approssimazione fra le generazioni e della reciprocità educativa chiede anzi un surplus di saggezza e di equilibrio, di lungimiranza e di amore. Anche perché si tratta di situazioni forse un pò inedite rispetto al passato. Bisogna fare i conti, inoltre, con alcuni elementi che, almeno per noi genitori, risultano ambivalenti e forse anche un pò ambigui: dove si pone il confine fra la necessità, la possibilità e la volontà, quando la permanenza dei figli nella famiglia di origine si fa prolungata? E ancora: se è scontato mantenere un’incondizionata disponibilità e accoglienza dei propri ragazzi in una fase di crescita che è laboriosa e controversa, come allargare il cuore e la casa non soltanto alla loro pre- senza, ma a tutto un mondo di interessi, impegni, attese, relazioni, contraddizioni che i giovani si tirano dietro nella vita quotidiana? E infine: se è vero che con tutta la nostra onestà in tutti questi anni ci siamo sforzati di educare i nostri figli a una vera maturità, possiamo essere sicuri che questa possa includere anche il traguardo esigente dell’adultità? Una cosa è certa: per il loro bene desideriamo che i figli possano avere una vita del tutto autonoma dalla nostra; in fondo, però, ci piace ancora poter godere della loro presenza. Speriamo che questo non sia un condizionamento che rallenti ulteriormente il loro cammino. Marianna Pacucci e Alessandra Mastrodonato SPORTELLO DELLO PSICOLOGO Dal mese di novembre è disponibile uno sportello dedicato all’ascolto e al supporto psicologico di tipo generico, totalmente gratuito al servizio dei cittadini via degli Abeti 16. Per chi fosse interessato è necessario prenotare per appuntamento telefonando al n° 011-4432621 (Tavolo Sociale) oppure 3496551846. Nuovo Sportello A.T.C. alla Falchera Si comunica che dal mese di Gennaio 2014 è attivo il nuovo Sportello di A.T.C. Torino nel quartiere Falchera, presso il LABORATORIO DI QUARTIERE A.S.L. VIA DEGLI ABETI 16 - con i seguenti orari: 1° e 3° Martedì di ogni mese dalle ore 10,00 alle ore 12,00. Gente di Falchera 14 A.T.C Torino LA CAPACITÀ DI CONVIVERE di Bruno Ferrero La più grande conquista della società dovrebbe essere la capacità di convivere. Siamo ancora molto lontani da questo traguardo perché ci scopriamo dolorosamente assediati dalla violenza, fisica o verbale, fatta di ricatti e di intrighi, per la strada, in politica e sul posto di lavoro, sul pianerottolo, in casa propria. In televisione e su Youtube è lo spettacolo quotidiano, tanto che qualcuno comincia a pensare che l’aggressività sia un istinto degli esseri umani. Se fosse vero sarebbe ineliminabile. In realtà, la persona umana può operare delle scelte e prendere delle decisioni clamorosamente contrastanti con ciò che può essere definito istinto, e in effetti lo fa. Quindi l’aggressività, radice di quasi tutte le forme di violenza, può essere eliminata. Questo la fa diventare un problema “educativo”. I genitori devono prima di tutto aver chiara la galassia delle cause che provocano una deriva aggressiva e distruttiva nella persona umana che rende incapaci di convivere. Per molti le cause principali dell’aggrssività sono la collera e l’ira, che sono in realtà soltanto i sintomi del profondo malessere che provoca la violenza. Radici ben più profonde sono l’odio, la rivalità, la frustrazione, l’insicurezza che provocano una costante incertezza, aggravata dalla poca stima di sé. Un’immagine positiva di sé e un’autostima equilibrata che consenta di rimanere saldi, senza dipendere del tutto da critiche o giudizi altrui, sono elementi fondamentali di un’educazione corretta. Non sarebbe tanto difficile, se anche i migliori dei genitori non dovessero scontrarsi con quello che è il vero motivo scatenante dell’attuale clima aggressivo: l’adattamento al sistema dominante. Nei nostri figli la mentalità dominante opera con tentacoli irresistibili: le pressioni dei coetanei, più forti anche dei più sofisticati mezzi di comunicazione. Mi sembra incontestabile che il nostro sistema sociale sia fondato sulla preminenza del potere, specie economico, rispetto ai rapporti affettivi. L’importante non è vivere in un clima di amore, di fiducia, di generosità, bensì di possedere i mezzi con cui dominare i nostri simili. Questo è il costume che, fin dal primo giorno di vita, pesa sull’evoluzione di ciascun uomo. La malattia prodotta dall’adattamento al sistema è la dissoluzione della personalità, che produce una condizione di debolezza, di mancanza di fiducia in se stessi e quindi il bisogno di una continua ricerca di rassicurazioni “all’esterno”. Chi non trova dentro di sé dei motivi validi per stimare se stesso, deve cercarli fuori di sé, in quei simboli che la consuetudine propone come segni di rispettabilità, forza, bravura, potenza ecc. Da questo tipo di frustrazione nascono altri sentimenti: l’invidia per chi ha ottenuto un successo superiore al nostro, la vanità di ostentare i simboli di potere conquistati, la gelosia nei confronti di chi potrebbe derubarci o comunque minacciare il nostro possesso, la paura degli altri, in quanto potenziali nemici, e quindi la viltà. • Non occorre una particolare acutezza per individuare i tratti caratteristici di questa nostra realtà: competizione e rivalità, culto del successo, caccia al potere, conquista di un falso benessere o anche solo dei suoi simboli. Ne derivano da un lato la religione del denaro e dall’altro la perenne insicurezza e la paura. Anche per questo si moltiplicano i “piccoli tiranni”. Così il nostro prossimo diventa qualcuno da superare e da cui ci si deve difendere. Diventa perciò un nemico. Se volessimo analizzare sinceramente le nostre azioni di ogni giorno scopriremmo, spero con sgomento, che molte di esse sono promosse più da impulsi di aggressione o di difesa che dall’amicizia. Il fare carriera, il raggiungere posizioni di dominio, il conquistare oggetti simboli di rango e potenza, l’accumulare ricchezza, sono tutte operazioni che implicano un rovescio della medaglia costituito dalle persone che abbiamo sconfitto, umiliato e derubato, che cerchiamo di dominare, che collochiamo a un rango inferiore e dalle quali in un modo o nell’altro abbiamo ricavato la ricchezza. Perfino i piccoli prepotenti della scuola primaria pensano: “Se mi temono, vuol dire che valgo”. • Che cosa si può fare a livello educativo? Il compito è certamente quello di conquistare la capacità di convivere, eliminando le cause dell’aggressività, e di far si che tutti imparino a sviluppare un controllo sulla violenza. E questo non si ottiene con le solite regolette, né con la cosiddetta disciplina, né con le prediche. E nemmeno con la forza pubblica. La censura, la repressione, l’autoritarismo in genere provocano solo nuovi pericolosi risentimenti. L’essenziale sarebbe operare un cambiamento profondo di noi stessi e un mutamento radicale del nostro costume, ma soprattutto una sincera revisione del nostro sistema di valori. I cristiani sanno quello che si dovrebbe fare, anche se oggi si rivela una fatica titanica. Lo ha dichiarato con molta chiarezza il Gesù delle Beatitudini: “Beati i poveri, i miti, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace...”. Cioè tutto il contrario di quello che ci sentiamo dire ogni giorno. Un pizzico di aggressività può tornare utile se stimola a dare il meglio di sé. Gente di Falchera 15 L’angolo della poesia a cura di Rocco De Pace FIEVOLE VOCE UN CERCHIO MAGICO Lette, rilette, pagine d’un libro stracciato, sgualcito, tessuto usurato. Fievole voce, ancor da quei versi mi parla, mi narra d’un tempo lontano, d’un roseo avvenire bruciato affondato nell’abisso d’un nostalgico cuore. Versi su versi, lunghi silenzi respirano ancora parole d’amore. Beltà e giovinezza, legate a un ricordo: un mare turchino carezza le vesti, abbraccia due cuori. Un cerchio magico, una pennellata di dolcezza nell’ansia di un sospiro. Bellezza, insieme di ricordo, di nebbia invernale. Bellezza nel cosmo, nell’universo, bellezza lontana troppo lontana, per poterla riavere per poter ridipingere il Tuo viso assetato. Lina Sorrentino NOSTALGIA Ammirando i quadri del maestro istriano Alfredo Sficco, quanta nostalgia nel vedere i paesaggi della bella Istria mia.. Ho sognato, ho sognato di essere un gabbiano e di tornare in volo a te, Orsera mia e di vederti ancora, come per magia, com’eri allora nella mia fantasia paese di fiaba sospeso fra l’azzurro del cielo e del mare e di ritrovare quell’allegria di bimba felice fra gente vera e sincera prima che, un dì, il triste esodo velasse i nostri occhi di malinconia, prima che il triste esodo ci portasse lontano da te, cara Orsera mia. Giorgia Catalano L’EQUILIBRISTA Vivo in equilibrio su un filo sospesa fra terra e cielo Mi destreggio tra acrobazie e salti mortali per raggiungere il traguardo finale Il filo ondeggia mi scuote trattengo la presa a fatica Sarebbe più facile lasciarsi cadere abbandonarsi al destino… Ma una forza mi tiene anche contro la mia volontà… Prima o poi lascerò quella presa Ma solo per salire più su! G. Maugeri L’ALUNNA Maria Cervai Attenta o distratta, l‘alunna normale o matta! Lavora o batte la fiacca e la scheda sbagliata, stacca. Prende la pagella e fa una festa bella. Gente di Falchera 16 Paola Longo Curiosità “POESIE NELL’ETERE” Un giacimento d’oro più grande di quelli in Sud Africa si trova sotto il monte Rosa Un immenso tesoro potrebbe trovarsi sotto il Monte Rosa - Nelle sue viscere del massiccio delle Alpi Pennine c’è un giacimento d’oro superiore a quelli attualmente più produttivi presenti in Sudafrica. Parola della geologa Rita Mabel Schiavo: “Si tratta di un giacimento di 20 Km quadrati che, a causa di problemi ambientali, di sicurezza e di costi, non è attualmente sfruttato”. “Ben 60 km o forse più di gallerie testimoniano l’antico lavoro che si svolgeva soprattutto nella Valle Anzasca, a Macugnaga -ha proseguito- in provincia di Verbania, dove l’ultima miniera fu chiusa nel 1961, a seguito di un incidente in cui persero la vita quattro persone”. ”Durante le fasi glaciali del Quaternario spiega Schiavo- i ghiacciai delle Alpi occidentali si sono man mano espansi e ritirati edificando cerchie moreniche formate dai detriti. Successivamente la rete fluviale ha aperto dei varchi in questi depositi che ancor oggi i fiumi erodono e trascinano a valle durante le piene. L’oro contenuto in tali depositi si presenta sotto forma di lamelle e di granuli: la forma a granulo è indice del basso tasso di trasporto che esso ha subito ad opera dei corsi d’acqua; in genere, infatti, i granuli subiscono in acqua corrente continue percussioni tra i ciottoli e per la loro elevata malleabilità si assottigliano assumendo una forma lamellare. Si sono così formati i giacimenti secondari”. Il TUO ascensorista… DIETRO CASA Miglietta Raffaele Via degli Abeti, 45 Numero Verde 800180791 L’Associazione dei Sardi “S. Efisio” in collaborazione con “Gente di Falchera” in ricordo di Mario Alba, organizzano un incontro di poesie, Domenica 23 novembre alle ore 16,30, in via degli Abeti 15, su “I Poeti della Falchera”, con lettura di liriche in lingua e in vernacolo. Domenica 30 novembre sempre alle ore 16,30 in via degli Abeti 15, avverrà un altro incontro, questa volta dedicato al “Regno di Sardegna sotto i Savoia. Da Vittorio Amedeo II a Carlo Alberto”. Ingresso libero Rassegna di Poesie In ricordo di Mario Alba In merito all’incontro sulla Poesia che si terrà il 23 novembre, alle ore 16,30, presso i locali di Via Abeti 15, elenchiamo, il titolo della lirica prescelta e il nome dei rispettivi autori indicati da un ristretto comitato di redazione, in ordine alfabetico. Ogni autore, prima della singola lettura da parte di dicitori, se vorrà, sarà invitato a presentarsi in pubblico per esporre brevemente una biografia personale ed eventualmente esprimere considerazioni sulla propria poetica. Ecco dunque i nomi delle poesie e dei poeti: Natale 2012 di Remo Andreasi, Strada di Francesco Antonio Ascrizzi, Malinconia di Lorenzo Bertone, Donare di Luigi Cabras, Rossa Luna (quella sera a Falchera...) di Giorgia Catalano, Natale di Manuela Barbara d’Ischia, La Centrale Ode di Andrea Gabetto, Arriva il Natale di Cinzia Gargiulo, Un Uomo di Ennio Gennari (Unitre Falchera), Il Tuo Fuoco di Paola Longo, Senso Immediato di Massimo Irenze, Ricordo di Mario Alba di Luigi Pinna, Diana Principessa Sfortunata di Angela Saccone Rizzi, Per fè na mama a cura di Lina Signorini, Parole Parole di Agostino Smiroldo, Il Geron di Ernesto Ceraulo Somadaj, T’Ascolto Amore di Lina Sorrentino, Il Poeta di To affezionà Teresio (in lingua piemontese), Sera D’Autunno di Rita Voyat. Se avessimo tralasciato, involontariamente, il nome di altri autori che hanno collaborato con la nostra rubrica “L’Angolo della Poesia” ci scusiamo vivamente e li invitiamo pertanto a presentarsi entro il 10 novembre in redazione per il loro inserimento. Non ci saranno vinti né vincitori ma prevarrà il piacere e il privilegio di ascoltare unicamente voce e versi della poesia, insieme. Gente di Falchera 17 Il Comitato di Redazione La narrativa di Anna Maria Dadomo Signore, fammi uscire di qui Quando chiusero il portale della chiesa e la luce del sole che prima entrava a fiotti densi e vigorosi sparì, una sensazione di panico si impadronì di lei. Non posso più scappare, si disse girandosi con angoscia verso il fondo della navata. Il portale era irrimediabilmente chiuso, e invitati e curiosi formavano una barriera invalicabile. Che stupida sono stata! Dovevo mettermi nell’ultimo banco così da poter sgattaiolare fuori inosservata quando mi pareva. Adesso non posso più farlo. La chiesa era piombata in un’ombra cupa, umida che sapeva di muffa e che la profusione di rose bianche, non solo sull’altare principale, ma anche in quelli laterali, e raccolte in piccoli mazzi legati con sottili nastri di raso bianchi ad ogni banco, non riusciva a mitigare. E troppo lontane e strette erano le piccole finestre da cui entrava un soffio di luce dorata che però restava là in alto, leggera e irraggiungibile, come una ragnatela. Aleggiava sui presenti un chiarore tenue, fosforescente, sinistro. Strinse la pochette che teneva tra le mani e chinò la testa per nascondere il viso corrucciato. Una scheggia di sole - chissà da dove entrava - come un frammento di vetro nel buio, brillava vicino a lei sul cotto della vecchia chiesa tirato a lucido ed era così vivida che avrebbe potuto piegarsi, raccoglierla, stringerla nel palmo della mano fino a conficcarla dentro, tagliarsi. All’improvviso l’abside, dove si stava preparando il rito, fu inondata dalla luce dei faretti dei fotografi. Cercò di attenuare quella sensazione di ansia che provava osservando l’abito bianco della sposa, il prezioso velo di pizzo di famiglia sorretto da due damigelle che dalla testa le scendeva fino alle décolleté di seta bianca, il bouquet di calle avvolto in nastri di seta e appoggiato sul cuscino di damasco rosso. Non serve a niente, pensò. Voglio uscire e basta. Ma non si muoveva. Non trovava la forza di farlo. Quando era arrivata aveva parcheggiato la macchina lungo il viale dei pioppi e un’ombra calda leggera e marezzata di luce l’aveva accompagnata fino sul sagrato della chiesa. E dappertutto quel cielo quasi bianco sconfinato dietro il verde ordinato dei campi a fare da fondale. E la sorpresa di quel piccolo orto proprio dietro l’abside con le aiuole di ortaggi ben disegnate, il cespuglio di rose rosse, la bordura di gigli tigrati, il rosmarino addossato al muro, e il filo da bucato sorretto da due bastoni, le avevano reso quella piccola chiesa di campagna familiare, quasi domestica. Buona. Fammi uscire, pregò guardando verso l’altare. Signore, fammi uscire di qui. Soffoco. Tutti quei vecchi che la circondavano, che la stringevano da ogni parte, che le si addossavano e bisbigliavano, e di cui sentiva il respiro rumoroso, l’alito fetido delle bocche e delle dentiere, l’odore di naftalina e di cassettone dove fino al giorno prima avevano tenuto quei calzoni quelle giacche quelle camicie quegli scialli funerei e tristi. Non voleva respirare quell’odore. Sa di morto. Anche la cera delle candele che si mescolava all’incenso, al profumo dei fiori recisi. Tutto qua dentro sa di morto. Voglio uscire, voglio andare nell’orto. Si girò di nuovo verso il fondo della chiesa come si aspettasse che il suo stesso desiderio, irresistibile, potesse spalancare il portale, afferrarla, portarla in salvo. No. Non sarebbe riuscita a mettersi in salvo. Si afflosciò sul banco, rassegnata. Lo sapeva, non appena la cerimonia fosse terminata, il portale di nuovo spalancato, la luce, quella luce calda viva trionfante che era stata esclusa e che sentiva premere sulla facciata e sui muri della chiesa, sarebbe entrata come un fiume di fuoco e li avrebbe travolti, inceneriti. Tutti. Lei compresa. Un viaggio nella nostra A cura di Circoscrizione Remo Andreasi Omaggio alla memoria La Cascina Marchesa Alla fine del Settecento lo storico e architetto G.A. Grossi denominava la Cascina Marchesa “La Florita”. Prendeva il nome dalla proprietaria la Marchesa Cristina Carlotta Fleury Biandrate di San Giorgio, dama d’onore di Madama Reale Cristina di Francia moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia, che l’acquistò nel 1657. La cascina era costituita da un complesso architettonico costituito da scuderia, due stalle con fienile, granaio, tre colombari, il forno e un edificio civile. Tutto intorno si estendevano prati e campi. Durante l’assedio di Torino nel 1706 la Cascina fu gravemente danneggiata. La “Florita” alla fine del Settecento passò alla famiglia Coardi di Carpeneto (Alessandria). Nel 1801 fu venduta all’avv. L. Colla con i relativi terreni. Dalla mappa Rabbini risulta che nel 1840 la Cascina era ormai indicata con il nome di “Marchesa” (C.so Vercelli 137 e da non confondersi con un’altra “Cascina Marchesa” situata all’interno della Pellerina). Dopo essere stata acquistata da vari proprietari, oggi della Cascina rimane la Manica in stile neoclassico, con loggiato, colonne in muratura, capitelli dorici e architravi in pietra. Preziose sono le volte delle stalle e la copertura con capriate lignee, cioè con incastellature a triangolo che sorreggono il tetto. Tale parte venne acquistata dal Comune e restaurata agli inizi degli Anni Settanta quando era ormai in un vero e proprio stato di abbandono. Nel 1981 l’edificio divenne sede della biblioteca civica decentrata “Cascina Marchesa”, di un auditorium e di un centro culturale. Gente di Falchera 18 Il Vernacolo a cura di Lina Signorini Per fè na mama Per fè na Mama a basta ‘n cheur ma venta ch’a sìa pì grand ch’as peul, lòn ch’a fa meravija venta ch’a l’abbia ‘n seul pien d’amore et bonomja. Ma se ‘l cheur e le soferent per crussi o per maleur e a bagna facia e fassolèt, son lacrime ch’a bruso e, come tanti giajet a brilo, a lusò, ma gnun a s’è stùpis se da stò quadrett a j’è sponta edco ‘n soris! La Mama canta la soa canson edcò se ‘l cheur lè pien ed magon. Le Mame a diso: “ognidun pèr soa strà ma per quajdun, l’è pì seuila e soagnà” dialetto piemontese Gilda Gallea Gianaria Laboratorio di Quartiere Falchera Sportello Ambiente: la distribuzione dei sacchetti per la raccolta della plastica a v v i e n e t u t t i i m e rc o l e d ì dalle ore 15 alle 16 in via degli Abeti 16 “Comitato Sviluppo Falchera” Piazza Giovanni Astengo 10 presso Biblioteca Civica Falchera Tel. 011-443.26.21 / Fax 011-443.26.22 E mail: [email protected] SMARRITO... ...e ritrovato un mazzo di chiavi presso la zona mercatale della Falchera Nuova. Gli interessati possono recarsi presso la Redazione “Gente di Falchera” in P.zza G. Astengo 10 Macelleria Steri OFFERTE VALIDE FINO AL 30/11/2014 Petto di Pollo 9,80 • 7,80 al Kg. Fesa di Tacchino Cosce di Pollo 9,80 5,90 • 7,80 al Kg. • 4,90 al Kg. Casce di Tacchino 5,90 • 4,90 al Kg. Braciole di maiale 9,80 • 7,80 al Kg. Costine di Maiale 7,90 • 6,50 al Kg. Capocollo s/osso 9,80 • 7,80 al Kg. Rustichelle di Pollo 9,80 • 7,80 al Kg. E INOLTRE UN VASTO ASSORTIMENTO DI PASTA FRESCA SFUSA CON PRELIBATI SUGHI DA ABBINARE. DA NON DIMENTICARE CHE LE NOSTRE OFFERTE: BABY SPESA FAMIGLIA, MINI SPESA FAMIGLIA E SPESA FAMIGLIA, SONO SEMPRE VALIDE!! Macelleria Steri str. Cuorgnè 119 Mappano To.-Tel. 011-996.81.94 Gente di Falchera 19 Astronomia e... Briciole di storia... DIO E L’UNIVERSO Torino misteriosa a cura del Gruppo “G. Plana” Il fisico inglese Stephen Hawking nel libro intitolato “Il progetto grandioso” scritto nel 2010 assieme allo scienziato Leonard Mlodinov, si pone alcune domande: quando e come ha avuto inizio l’Universo? Perché siamo qui? Piergiorgio Qual è la natura delle realtà fisiche? Odifreddi E ancora, alla fine questo “grande progetto” è forse l’evidenza della esistenza di un creatore o sarà la scienza a dare la spiegazione ultima? Egli scrive che la creazione dell’universo è stata semplicemente una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica. Sostiene infatti che esistendo leggi come quelle della gravità, l’universo può essere stato creato dal nulla. Secondo lo scienziato inglese infatti le ultime scoperte scientifiche hanno dimostrato che esistono alternative alla idea che esso sia nato dalla mano divina. Hawking nelle sue teorie elimina il concetto di tempo, secondo lui l’universo è come un salame di cui noi possiamo vedere solo una fetta, ma che in realtà è già tutto lì. In questo caso non c’è una creazione, e quindi non c’è bisogno neanche di un Creatore. Convalida queste opinioni il matematico torinese Piergiorgio Odifreddi, il quale ritiene che religione e scienza non possono convivere. Esse guardano allo stesso problema ma da due punti di vista diversi. Scienza e fede dunque vanno scisse, perché è come paragonare i libri di Newton alla Divina Commedia, afferma Odifreddi. In un caso si tratta di realtà, cioè di osservazioni matematiche e misurabili, nell’altro di letteratura. Per chi ama osservare il cielo: mese di novembre. Mercurio è visibile, con difficoltà, all’alba. Venere si affaccia timidamente al tramonto, ma solo verso la fine del mese. Marte è visibile al tramonto. Giove è visibile per tutta la II parte della notte. Saturno è praticamente invisibile. vittorio leode RICORDATI!! a cura di Fiorella Corea Ricordati di passare un pò di tempo con i tuoi cari, perché non ci saranno per sempre. Ricordati di dare un caloroso abbraccio a chi ti sta accanto, perché è l’unico tesoro che puoi dare con il tuo cuore. Ricordati di dire “TI AMO” al tuo partner e ai tuoi cari, ma soprattutto sentilo. Un bacio e un abbraccio sanano una ferita... se provengono dal profondo del cuore. Dai tempo all’amore, dai tempo al parlare, dai tempo al condividere i preziosi pensieri che nutri nella tua mente. RICORDATI!! a cura di Franco Foppiani La strada della pazzia Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900) ebbe con la città di Torino un rapporto di profondo amore, ma fu anche qui che impazzì. Abitò in P.zza Carlo Alberto sopra la Galleria Subalpina. Dopo un breve soggiorno nella primavera del 1888, il filosofo tedesco ritornò a Torino nell’autunno di quell’anno e vi restò fino al gennaio del 1889. Nell’opera “Ecce Homo”, a cui lavorava in quel periodo, parla della nostra città, che trovò ideale, soprattutto stupenda in autunno. Nelle lettere agli amici confessava che tutto gli piaceva: l’architettura, i colori dei palazzi, i portici, le colline e il fiume, le Alpi. Scriveva: “E la sera il tramonto, dai ponti del Po è una cosa stupenda. Al di là del bene e del male!”. Nel gennaio del 1889 una tragica malattia stroncherà la mente geniale del pensatore che ormai ottenebrato dalla follia, abbracciò un cavallo. Rientrato in Germania, presso la sorella, morì a Weimar nel 1900. Riccciardetto SOLO PER DONNE FENOMENALI di Madre Teresa di Calcutta Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni… Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.. Dietro ogni successo c’è un’altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite… Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te. Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa i bastone. Però non trattenerti mai!!! Gente di Falchera 20 INVITO AL MUSEO a cura di Rita Miglia BORGO E ROCCA MEDIEVALE Sulla sponda del Po, all’interno del parco del Valentino, il 27 aprile 1884, in occasione dell’Esposizione Generale Italiana, veniva inaugurato il Borgo Medievale: un piccolo complesso di edifici costituito da case con botteghe artigianali e portici che si affacciano su una via unica, sormontato da un castello di stile quattrocentesco. Ideato da un gruppo di artisti e intellettuali coordinati da Alfredo D’Andrade, pur essendo un prodotto di pura invenzione, il complesso riproduce fedelmente elementi di oltre 40 edifici piemontesi e valdostani del XV secolo: una vera e propria “summa” del patrimonio architettonico e artistico di stile gotico delle regioni a ridosso dell’arco alpino. Destinato alla demolizione al termine dell’Esposizione Generale Italiana, divenne museo civico nel 1942. Tutto nel Borgo è curato fin nei minimi particolari, tanto da apparire assolutamente “vero” e il visitatore può immergersi con immediatezza nell’atmosfera di altri tempi del villaggio. Passati la torre d’ingresso con il ponte levatoio riprodotti dal ricetto di Oglianico, poco oltre l’albergo dei Pellegrini (da Serravalle Scrivia), è possibile aggirarsi tra le botteghe del ferro e del vetro sotto i portici di Bussoleno, dare un’occhiata alle botteghe del legno della casa di Frossasco o curiosare nelle antiche stamperie di Aba e di Cuorgnè. Dopo una fermata nel cortile dell’osteria con pozzo originale proveniente da Dronero, uno sguardo merita , accanto alla chiesa, la fontana del Melograno del castello di Issogne, dalla quale si ammira l’imponente mole della Rocca. Unico edificio progettato per essere visto anche all’interno, il Castello rappresenta il momento centra- le del percorso all’interno del Borgo. Oltrepassati il ponte mobile e l’atrio, si entra nel cortile, copia fedele di quello di Fenis a pianta trapezoidale, dominato da una scala semicircolare in pietra e da due ordini di balconate in legno interamente decorate ad affresco. I temi sono quelli tipici della cultura cortese: santi, saggi e cavalieri sono posti accanto a San Giorgio che lotta contro il drago. Tutta la manica di sud-ovest è occupata dal Camerone degli uomini d’arme, con la rastrelliera che sorregge armature, elmi e armi. Passando attraverso le cucine, si accede alla sala da pranzo, tra le più sontuose e meglio conservate dal Castello, ricca di suppellettili, mobili e decorazioni. Il notevole soffitto ligneo è copiato dall’originale proveniente dal Castello di Strambino e oggi conservato a Pavone. Al piano superiore, dopo la cameretta del guardiano (dalla quale si controllava l’accesso al ponte levatoio), e l’Antisala Baronale, si accede alla Sala Baronale su modello della Sala degli Spagnoli del Castello della Manta. Notevole è la camera da letto, ispirata alla camera del Re di Francia del Castello di Issogne, con l’imponente letto a baldacchino che conserva la coperta ricamata con lo stemma di Amedeo IX. L’itinerario prosegue attraverso l’Oratorio, la Stanza della Damigella, fino alla Cappella. Notevoli, sulla volta, gli affreschi che riproducono il ciclo del pittore quattrocentesco Giacomo Jaquerio della sacrestia di Sant’Antonio di Ranverso. Prima di lasciare il Castello, una visita meritano ancora i sotterranei che ospitano le prigioni. Tra ceppi, catene con anello collare infisse ai muri, rozzi giacigli, immancabile è la botola aperta su una cisterna sotterranea, priva di aria e di luce, nella quale venivano calati i prigionieri. La visita si conclude con una passeggiata nel Giardino Medievale. Allestito nel 1998, comprende il “giardino delle delizie” con rose e primule, il “giardino dei rimedi semplici” con piante officinali utilizzate come rimedi nella farmacia medievale, e l’orto delle verdure e degli alberi da frutto. Il Borgo Medievale è aperto dal lunedì alla domenica con orario 9-20. Dal martedì alla domenica, è possibile visitare la Rocca, con orario dalle 10 alle 18. Gente di Falchera 21 Il piacere di leggere a cura di Adriana Scavello Un nostro affezzionato e assiduo lettore, Ghirardi Emilio, ci trasmette le sue impressione su un libro letto di Giovanni Falcone. “PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI” di Luigi Garlando “che con immagini vive e toni semplici racconta ai ragazzi la storia di Giovanni Falcone e i valori per cui ha lottato”. Giovanni è un bambino di Palermo. Per il suo decimo compleanno, il papà gli regala una gita attraverso la città per spiegargli come mai, di tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, nel racconto prendono vita i momenti chiave della storia di Giovanni Falcone, il suo impegno, le vittorie e le sconfitte, l’epilogo. Giovanni scopre che il papà non parla di cose astratte: la mafia c’è anche a scuola, la mafia è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi. “GLI UOMINI PASSANO, LE IDEE RESTANO E CONTINUANO A CAMMINARE SULLE GAMBE DI ALTRI UOMINI.” Giovanni Falcone 50 anni di matrimonio Auguri Mamma Alba e Papà Nicola per i vostri 50 anni di matrimonio. Grazie per aver creato e portato avanti con tanti sacrifici e tanto amore la nostra numerosa famiglia. Siete due genitori meravigliosi, due nonni fantastici che hanno lavorato duro per educarci e trasmetterci i valori che sono profondamente radicati in voi: l’amore per il prossimo e la generosità verso gli altri. Vi amiamo con tutto il nostro cuore: Rosanna, Adele, Davide, Deborah i vostri generi e i vostri 8 bellissimi nipoti!!!! Tanti auguri da tutta la redazione. RICORDANDO FRANCESCO Il 29 settembre si sono svolti presso la parrocchia San Pio X i funerali di Francesco Traisci, aveva 77 anni. Chi l’ha conosciuto sa con quanto entusiasmo e con quanta passione si sia prestato per il bene della comunità e per la riqualificazione di un quartiere che egli ha amato come la propria terra di origine. Negli anni Settanta lo vediamo impegnato nel Comitato Spontaneo Falchera E2 a offrire tutto se stesso per risolvere, insieme ad altri, un problema serio come quello della casa che coinvolgeva l’attenzione di una intera collettività in un momento storico, particolare e difficile, a seguito di drammatiche conseguenze derivate dalla occupazione. Volle poi mettersi in gioco, impegnandosi attivamente come consigliere di circoscrizione per monitorare meglio le problematiche del territorio in cui viveva e intendeva operare, meritandosi la stima degli amici e degli avversari. Animato da sincera e costruttiva volontà politica e sociale, si prodigò per sentirsi utile per una buona causa, di cui fece una bandiera personale. Non sopportava soprusi e violenze e palesò sempre opinioni e giudizi in prima persona, mettendoci, come si dice, la faccia. Fu attivo collaboratore, con sapienti consigli, del nostro mensile e arricchì di preziosi contenuti pagine del volume dedicato alla storia della Falchera Nuova. Permanentemente attivo nel campo del sociale, con idee chiare e nette talora anche controcorrente, amava la disquisizione dialettica cui si sottoponeva con garbo e signorilità mai tuttavia mancando di rispetto verso gli interlocutori, anche i più agguerriti che scoraggiava con la forza del sorriso e della battuta di spirito. Non si sottraeva a incontri e dibattiti in cui rilevava spesso, con profonda acutezza, situazioni incresciose e scottanti nell’ambito del quartiere e che sfuggivano ai più, ma non si staccò mai dal caldo legame che nutriva per la sua borgata, che voleva sempre più bella, più vivibile, e rinnovata. Fu infine, per un breve periodo, presidente del Tavolo Sociale, senza però mai staccarsi, finché poté, dai suoi oneri civili e sociali, contribuendo al proposito di sempre: operare per la Falchera! Fu costretto a cedere solo a causa della grave malattia, che gli fu fatale. Caro Francesco, conserveremo a lungo il tuo ricordo. Gente di Falchera 22 La redazione RICORDO Le figlie raccontano... Ciao papà, sei stato un genitore che ha vissuto insegnandoci il VALORE DELLA FAMIGLIA, e facendoci vivere con l’essenza che la rappresenta. Qualche volta ti abbiamo contraddetto, ma il più delle volte comunque sempre ti abbiamo amato. Ci mancherai tantissimo e questa condizione rimarrà per sempre. Ora noi insieme alla mamma siamo come la terra senza l’acqua... ma confidiamo in te e nella tua guida per proseguire il cammino della nostra vita con i tuoi insegnamenti... affinché tu sia sempre al nostro fianco e sentirti pienamente fiero di noi. Con infinito amore. SILENT KEY CI HANNO LASCIATO: 27/09/2014 Raimondo Maria in Foppiani di anni 79 Via degli Ulivi 14 30/09/2014 Seminerio Maria ved. Chiarenza di anni 68 Via degli Ulivi 29 03/10/2014 Mollica Giuseppina Via degli Abeti 38 La moglie Maria con le figlie Milena e Lara Traisci RICORDO Antonio Cosentino Caro Antonio, la tua mamma ti pensa ogni giorno, ma il 13 di ottobre sono ben quattro anni che ci hai lasciati. Ricordiamo noi della famiglia Cosentino, la dolcezza del tuo carattere l’affetto e l’unione dei tuoi fratelli, nipoti e genitori, non sarai mai dimenticato. Tuo fratello Giorgio quattro mesi fa è mancato anche lui, con grande stupore e dolore, il nostro ricordo rimarrà vivo e infinito. Giorgio Cosentino Gente di Falchera 23 di anni 74 RICORDO Per la scomparsa della cara Maria Raimondo, moglie del nostro redattore Franco Foppiani, rinnoviamo a lui e ai suoi figli i sinceri sentimenti di cordoglio. Nel grande dolore rimaniamo loro vicini. La Redazione ANNIVERSARIO Nel quinto anniversario della scomparsa di Longo Epifanio lo ricordano con amore la moglie Paola con tutta la sua famiglia. Vogliamo ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi. Vogliamo pensare che ancora ci ascolti, che come allora ci sorridi. Hanno collaborato a questo numero: Remo Andreasi, Attilio Bartolone, Oreste Borio, Franco Cirelli, Giacomo Chissotti, Anna Maria Dadomo, Bruno Ferrero, Emilio Ghirardi, Damiano Grilli, Vittorio Leode, Ass. L’Olimpo, Alessandra Mastrodonato, Marianna Pacucci, Silvana Patrito, Luigi Ricciardetto, Adriana Scavello, Livio Scremin, Italio Sereni. Gli eventuali contributi potranno essere versati direttamente presso la Redazione, in Piazza G. Astengo 10. Orario di Redazione dal lunedì al venerdì: dalle ore 9,30-11,30 / 15,30 -17,30 Tel. cell. 349.420.10.90 E mail: [email protected] Sito: www.gentedifalchera.it Un ringraziamento particolare a tutti i sostenitori, inserzionisti e agli amici che ci aiutano nella distribuzione del giornale. Sostenitori “GENTE di FALCHERA” Sig.ra Dalena Flavia Sig. Apollonio Giacomo Sig. Belfiore Armando Sig.ra De Vecchi Natalina Sig.ra Casucci Paola ved. Longo Sig.ra Cottari Giuliana ASTRA SOCIETA’ COOPERATIVA TORINO C.so Giulio Cesare, 99 - tel. 011-280901 Via Monginevro, 161 - tel. 011-3828558 Gli articoli da pubblicare dovranno pervenire entro il 15 di ogni mese. La redazione si riserva la facoltà di pubblicarli e/o modificarli secondo le esigenze del giornale. Gli articoli non verranno restituiti NON SEMPRE IL CONTENUTO DEGLI SCRITTI DI CHI COLLABORA RISPECCHIA LE OPINIONI DELLA REDAZIONE Gestione in proprio - Il giornale viene distribuito gratuitamente ai soli sostenitori che con le offerte contribuiscono al costo della stampa Biblioteca Civica FALCHERA Periodico fondato nel 1993 Direttore Responsabile Rita Miglia Vicedirettore Massimo Giusio Redazione: A. De Leo, C. Elia, R. Voyat, F. Foppiani, U. Grassi, R. De Pace Caporedattore e grafica Umberto Grassi Segretaria di Redazione Rita Voyat Redazione P.zza G. 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