Ottobre 2015 - Gente di Falchera

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Ottobre 2015 - Gente di Falchera
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e... DINTORNI
ALCHERA
ANNO 22° - N° 10
P ERIODICO I NDIPENDENTE S UPPL . A.S.I. R EG . T RIB . 4227/90
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE
ALL’INTERNO
EDITORIALE
di
AMILCARE
DE LEO
La Solitudine di una Periferia
G
Festa patronale S. Pio X
SOMMARIO
40° Anni di Sacerdozio
Festa Patronale S. Pio X
La Festa dei Vicini
Concerto MITO a S. Pio X
Intervista a...
Attenzione alle truffe!!
I lettori scrivono
Gli architetti e il futuro...
L’urlo di una foto
Come eravamo
Regolamento di Polizia Urbana
L’angolo della poesia
Psicanalisi e dintorni
L’evoluzione della specie
Curiosità
E per cielo un tetto di stelle
Se eri un bambino degli anni...
Astronomia / Briciole di storia...
La narrativa
Viaggio nella Circoscrizione
Invito alla mostra
Il piacere di leggere
Silent Key
pag. 2
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ià usammo questa espressione per significare che la borgata Falchera vive, oggi
più di ieri, un isolamento sociale e strutturale, per cui allora si creò un certo malumore
da parte di chi proprio non la pensava come noi, quasi per
dire: “meglio soli che male accompagnati”. Non a caso difendemmo i progetti del Piano Città, favorevoli a che la nostra
borgata possa aprirsi a ulteriori “frontiere” con una nuova urbanizzazione e con rinnovati servizi. Ci riferivamo alla prossima costruzione di alloggi alla Falchera che permetterebbero,
secondo noi, una maggiore espansione del territorio capace di
acquistare, finalmente, vera fisionomia di “città” piuttosto di
essere ancorato anacronisticamente a quella superata concezione di “paese”, vaga aura da cui è avvolta ancora la Falchera. Dobbiamo tuttavia rispettare tale convinzione o sensazione
perché è quella che sentimentalmente più tocca le corde del
nostro cuore anche se poi di fatto ci rendiamo conto che attualmente, per mille ragioni legate allo sviluppo delle periferie,
non è più così. Il processo di trasformazione urbana per la riqualificazione fisica, ambientale, funzionale e sociale dell’area
Nord rappresenta per la Città di Torino la sfida dei prossimi
anni. Negli ultimi due decenni la Città è stata al centro di un
ampio e profondo processo di trasformazione, fondato da una
parte sulla riconversione delle aree industriali dismesse e su
grandi interventi infrastrutturali tesi alla riorganizzazione del
sistema della mobilità; dall’altra su interventi integrati di riqualificazione urbana delle aree degradate e delle periferie. È
comunque corretto constatare che in seno al quartiere c’era, e
forse c’è ancora, una parte degli abitanti ancora avversa alla
realizzazione di nuove case ritenendole uno spreco a fronte di
quanto invece si dovrebbe spendere per migliorare il presente.
Non volendo demolire la validità in parte di tali opinioni ne
Gente di Falchera 1
segue a pag. 7
40Anni di Sacerdozio
Il mistero più grande della vita, credo sia la vita stessa.
Era il 4 aprile 2004 e Don Adelino iniziava la sua
esperienza nel nostro quartiere, a Falchera.
Qualche giorno dopo arrivò per me il momento di
festeggiare la mia Prima Comunione.
Comunione, mettere in comune, condividere.
Ero forse troppo piccolo per comprendere il vero
significato di queste parole, probabilmente lo sono
ancora oggi e sicuramente impiegherò tutta la mia vita
per interiorizzare questo concetto.
Mettere in comune, ma con chi?
È la vita e, per nostra fortuna, esiste qualcuno più
grande di noi. Qualcuno che ci conosce e riesce ad
affiancarci le persone giuste al momento giusto.
Così, ormai più di dieci anni fa, la mia strada (e quella
di molte persone) e quella di Don Adelino si sono
incrociate. Il rapporto con Don Adelino non è sempre stato “rose e fiori”, sia chiaro, ma riguardando
indietro in questi anni sono sicuro di aver imparato
molto e in tutte le occasioni, le più belle esperienze e
i momenti dove le nostre vie sembravano prendere
direzioni differenti. Siamo così giunti a settembre del
2015 a quaranta anni dalla sua ordinazione sacerdotale. Una ricorrenza così importante non poteva che
essere occasione di grande festa.
I preparativi sono durati parecchio tempo, ma il risultato è stato eccezionale.
Suor Laura si è messa al timone dell’organizzazione
e ha dipinto, ovviamente di nascosto, un crocifisso di
oltre tre metri con un risultato strabiliante: un’opera
d’arte impregnata dell’amore con cui è stata realizzata, che ne fa innamorare a sua volta chi la osserva.
La Santa Messa è stata molto intensa ed emozionante: un coro speciale ha accompagnato tutta la celebrazione con canti emozionanti e durante l’offertorio
la comunità, vicina a Don Adelino in questo giorno
speciale, ha portato diversi doni al nostro parroco.
Anche i giovani, presenti in gran numero, hanno partecipato con emozione a questo giorno di festa colorando la Santa Messa con le magliette blu degli animatori. Proprio a contatto con i giovani ha trascorso il pomeriggio Don Adelino fino a cena, quando è stata servita la pizza ai presenti.
Dopo cena i giovani, sempre sotto la guida dell’instancabile Suor Laura,
hanno inscenato uno
sketch di cabaret che trattava, da prospettiva chiaramente comica, la storia
dei dodici apostoli.
A seguire un video montato proprio per questa occasione ha raccontato, facendone un sunto, la vita e le esperienze di Don Adelino, che ha ringraziato pubblicamente tutta la comunità
per questi festeggiamenti inaspettati. Credo che lavorare a stretto contatto con Don Adelino in questi ultimi
anni sia stata per me una grande fortuna. Crede davvero in quello che fa, crede davvero nell’educazione dei
giovani: questo porta spesso la sua immagine sotto una
luce negativa ad occhi poco attenti, ma questo non gli
impedisce di proseguire. Educare, dal latino ex ducere, trarre fuori, a volte può essere una medicina amara
ma necessaria. A volte bisogna prendere alcune decisioni pensando al futuro, non al presente e men che
meno al passato e questo può far male. Ma chi sceglie
di dedicare la propria vita ai giovani e alla loro educazione lo sa, lo deve sapere. Capita che non se ne
possa fare a meno, e questo fa male a chi viene educato tanto quanto a chi educa: la relazione educativa è
una relazione bidirezionale e spesso il maestro impara
più che l’allievo.
Non posso fare altro che ringraziare Dio per questa
opportunità, quella di camminare al fianco di un grande educatore. E ringraziare Don Adelino.
Gente di Falchera 2
Alessio Salpietra
Festa Patronale S. Pio X
Il cuore della Festa
Il gradevole sole di
settembre dà una
mano alla Festa Patronale “San Pio X”,
corredata da amabili intrattenimenti e
gustose sorprese.
Come ogni anno in
verità la Festa è ricca di iniziative e attività, ma questa volta, chissà perché, avvertiamo “qualcosa di nuovo nell’aria”, un brio
in più per alcune novità che vale la pena di ricordare. Forse perché tutti ci sentiamo più uniti in seno
alla comunità parrocchiale, forse perché viviamo con
don Adelino la gioia del suo quarantesimo anniversario di sacerdozio o forse perché quel nuovo crocifisso che si erge alto in chiesa sofferente ma anche
sereno, costruito dalle mani sapienti di alcuni fedeli,
ci parla di rinnovate
speranze.
Domenica 20, dopo
la messa solenne delle 10, una processione composta da una
lunga fila di persone
ha accompagnato per
le vie la statua del santo patrono dal volto dolce, bonario ma insieme austero, peculiarità quasi fisiche di
un pontefice che fu misericordioso e razionale. Ma è
soprattutto il caldo pomeriggio della domenica stessa a donare, per molti inaspettatamente, le ore più
liete. Sfrenata e all’insegna
della musica più
“rapace”
così congeniale al
gusto dei giovani e ugualmente aprezzata dalla sobrietà degli adulti, gli intrepidi ballerini dell’Associazione “Olimpo”, tra cui campeggia la maestria di
Katiuscia e Gioia, che si esibiscono in balli hip hop
coinvolgendo il pubblico grazie all’animazione della Crew “Elektro Teatro”, meritando davvero caldi
applausi. Segue il momento più magico e fascinoso
con l’elezione
della 1° edizione
di Miss Falchera,
una vera e propria
chicca della Festa
offerta generosamente dalla fanta-
sia delle
madrine:
Wilia e
Rossana.
Agli occhi del
pubblico,
caloroso e partecipe, sfilano con grazia ed esperienza come fossero in TV, mirabili, avvenenti giovani
signore, avvolte in sfarzosi abbigliamenti e presentate dall’abile Gioia Raro, come sempre in perfetta forma. Le concorrenti sono: Aprile Quiroja, Cristina
Santana, Marina Bonzano, Caterina Usai, Anna Damicis, Pia
Ferracin,
Rosanna
P re v i t i .
Dopo ancora qualche esitazione da
parte della
Miss Falchera Anna Damicis
giuria essendo difficile la selezione, le concorrenti sono tutte
belle, ecco finalmente la miss Falchera over 30:
Anna Damicis ; e la reginetta under 30: Marina
Bonzano .
Un battimano scrosciante rafforza la
scelta con il
calore di un
entusiasmo
generale
soprattutto
quando le
vincitrici,
La Reginetta Marina Bonzano
emozionate, salutano e ringraziano con tanto di fascia e coroncina sul capo: evviva, miss Falchera 2015! Conclude il
lungo pomeriggio un brillante giuoco per tutte le età:
la tombolata del dolce, veramente per tutti i gusti...
Infine i “Dejavu” (Sergio e Patrizia) propongono una
serata danzante, sempre molto apprezzata particolarmente dai “giovani” della III Età, in cui si alzano voci
festose e note musicali fino a perdersi nella notte.
Gente di Falchera 3
Foto ricordo
LA FESTA
DEI VICINI
La festa dei vicini quest’anno è arrivata a settembre.
Sabato 12 infatti la piazza di Falchera ha ospitato la
famosa festa europea che celebra i vicini di casa e
crea l’occasione per essere “vicini” per davvero,
passando un pò di tempo insieme!
Nel pomeriggio il
Falklab, insieme
all’Oratorio San
Pio X e all’associazione Judo Tomodachi, hanno
animato i bambini e ragazzi con una serie di giochi a stand, dal
bowling al twister, non solo per muovere braccia e
gambe, ma anche il cervello, grazie a divertenti rompicapo, ideati dagli educatori del DoposcuolaBus.
L’associazione
L’Olimpo ha poi
intrattenuto grandi e piccini con
esibizioni di danza, dall’hip hop
al dancehall, dal
house al latino
americano, mentre l’associazione Tomodachi ha ospitato nella palestra i Giochi sul Tatami.
Insomma tanti stimoli e proposte dedicati ai giovani
e ai bambini offerti da tutti e per tutti, collaborando
insieme nello spirito del buon vicinato.
All’ora dell’apericena
poi tutti i vicini falcheresi hanno
brindato insieme con
un lauto apericena, offerto dal Comitato per lo Sviluppo della Falchera,
dal Circolo Garcia Lorca e da tutti quelli che hanno
portato e condiviso il proprio piatto, creando un buffet interculturale, dalla Romania al Perù, passando
per tutte le regioni d’Italia!
Accostandosi all’iniziativa promossa da
ATC, sono state infatti raccolte le ricette dei
diversi piatti che le
mamme e nonne falcheresi hanno preparato per la festa. Le ricette, insieme alla foto
delle cuoche e le loro
storie, andranno a costruire un libro di cucina, insieme ad altre nei
vari quartieri di Torino.
I volontari del Tavolo
Sociale insieme ai volontari delle varie associazioni, Comitato
Spontaneo Falchera
Villaretto Zona E2, il
Circolo ACLI, il Centro D’Incontro e l’ass. Gente di Falchera hanno seguito tutta l’organizzazione della festa.
Non sono naturalmente mancati gli ospiti istituzionali, dalla Presidente di Circoscrizione Nadia Conticelli al Presidente dell’ATC Marcello Mazzù, promotori e rappresentanti della festa per la Città di Torino e l’Agenzia Territoriale per la Casa.
L’occasione della Festa dei
Vicini è stata inoltre perfetta
per dare il benvenuto a quelli che saranno i nostri futuri
nuovi vicini di casa. Pasquale Cifani vice presidente della cooperativa Di Vittorio e
Emanuele Ferragatta della
cooperativa Synergica, si
sono presentati al quartiere illustrando il progetto che vedrà sorgere i nuovi alloggi vicino al futuro Parco Laghetti. Cifani ha spiegato che gli alloggi, in affitto a
canone agevolato, saranno destinati principalmente
ai giovani e a giovani famiglie e soprattutto a quelli
originari del quartiere, che per varie ragioni si sono
allontanati dalla zona e desiderano ri-avvicinarsi.
Buon Vicinato a tutti e arrivederci alla prossima festa!
Gioia Raro
Apertura
Nuova Attività
MONDO TÈ
dove potrai trovare:
Tè bianco, Tè verde, Tè giallo, Tè oolong o blu,
Tè nero, Tè Pu-erh, Tè aromatizzato, Tè all’acero
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Tel. 011-2077316 / [email protected]
Lun-Sab 9.00-12.30 / 15.30-19.30
Giovedì chiuso
Gente di Falchera 4
Concerto MITO a S. Pio X
Anche quest’anno è
giunta a Falchera presso la chiesa di San Pio
X la rassegna MITO
(ad ingresso gratuito)
che dal 2007 (prima
era Settembre musica)
promossa congiuntamente dalle Città di
Torino e di Milano. L’organizzazione del Festival a
Torino è affidata alla Fondazione per la Cultura, presieduta da Piero Fassino.
La splendida serata ha avuto come
interpreti i maestri
Roberto Issoglio e
Stéphanie Vuillermoz che hanno eseguito a quattro
mani al pianoforte,
musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e Claude Debussy.
Il metodo a quattro mani nacque, originariamente,
come metodo didattico per avvicinare i giovani pianisti alla musica. Nonostante queste radici poco illustri, tale formazione ebbe a partire dal XIX secolo
un ruolo determinante per la veicolazione della musica sinfonica.
Essendoci spesso necessità logistiche che non permettevano l’utilizzo di orchestre sinfoniche, fu grazie a
tale pratica che la musica sinfonica si introdusse nei
grandi salotti ottocenteschi. Vorrei soffermarmi ancora sulla peculiarità del pianoforte a quattro mani. Un
pianista solista è costretto a passare molte ore al giorno sul proprio strumento in completa solitudine. Altri
strumentisti (ad arco ad esempio), invece hanno la possibilità di studiare in gruppo e quindi sono in compagnia, parlano e condividono le passioni. Un pianista,
quindi suonando a quattro mani o in duo pianistico,
può riservarsi anche questa “piacevolezza”. Nessun
altro strumentista può condividere il suo stesso strumento con un collega; in tal modo si instaura un rapporto unico poichè bisogna condividere uno stesso spazio, bisogna sapersi adattare alle esigenze fisiche ed
emozionali dell’altro. Il numeroso pubblico presente
al concerto ha calorosamente applaudito i due grandi
pianisti della serata che hanno eseguito la Sonata in si
bemolle maggiore KV 358, la Sonata in do maggiore
KV 521 e cinque variazioni in sol maggiore KV 501 di
Mozart e la Petite Suite di Debussy.
nota: KV indica KöchelVerzeichnis (Catalogo Köchel
in tedesco) che era l’elenco in ordine cronologico di
tutte le composizioni musicali di Mozart . Esso prende il nome da musicologo Ludwig von Köchel.
Franco Mantione
Dal Liceo Scientifico
“Giordano Bruno”’
OCCHIO AL TAPPO
Al Liceo Giordano Bruno
iniziativa ecologica e solidale. Da molti anni il nostro Liceo, accanto alle
molte iniziative di sensibilizzazione ambientale, è impegnato nella raccolta dei
TAPPI DI PLASTICA! Studenti, docenti e tutti coloro
che lavorano nella scuola raccolgono i tappi per solidarietà e rispetto dell’ambiente.
Perché separare le bottiglie di plastica dai tappi?
Il tipo di plastica con cui vengono prodotti questi due
oggetti è differente, diverso è il sistema di riciclaggio, diverso è quello che si può produrre con il materiale riciclato.
Nel nostro Liceo, la raccolta di tappi di bottiglie in
plastica, tappi di flaconi di detersivi, tappi di dentifrici o bagnoschiuma serve a finanziare iniziative dell’Associazione APRI, che si occupa di promuovere la
ricerca scientifica contro le malattie degenerative della retina, organizzare attività per i disabili visivi, favorire il sereno inserimento sociale e scolastico dei
disabili visivi, creare iniziative di sensibilizzazione.
Un piccolo gesto per due validi scopi: rispettare l’ambiente e aiutare i disabili visivi dell’associazione
APRI. Chi volesse partecipare al progetto può chiedere informazioni al nostro Liceo o all’Associazione APRI. Nei prossimi mesi vi racconteremo altre iniziative ambientali della nostra scuola.
Progetto RRR (Riciclo, Riuso, Risparmio)
Gente di Falchera 5
Giovanna Ferraris
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a cura di Amilcare De Leo
L’INTERVISTA A...
...Suor Laura dell’Ordine
Suore delle Carità
D.
R.
D.
R.
R.
D.
R.
D.
R.
D.
R.
D.
R.
D.
R.
Da quanto è alla Falchera?
Da ben 12 anni. Tanti vero?
E prima di venire da noi?
Da Robbio (Pavia), ma io sono
veneta, nativa di Massanzago
provincia di Padova e provengo
da una famiglia contadina.
D. Qual è stata la sua impressione
quando è giunta alla Falchera?
Meravigliosa, mi creda, nello scoprire tanta natura, tanto verde. Mi è sembrato di tornare bambina nella mia terra.
Appartiene alle Suore della Carità. Ci dica qualcosa sull’Ordine.
Con piacere. L’Ordine è stato fondato da Santa
Giovanna Antida Thouret, francese, nel 1810 a
Napoli, sotto il re Murat, per interessamento della
madre stessa di Napoleone. La nostra fondatrice
fu una donna umile, semplice, imparò tardi a scrivere, ma fu sempre protesa al sapere, non trascurando mai la passione religiosa che sapeva infondere con grande umanità. Talora sofferente a
causa della salute, si occupò sempre di assistere, con profonda dedizione, poveri e malati. Morì
nel 1826, non aveva ancora sessant’anni. Noi ci
ispiriamo al suo esempio e al suo insegnamento.
Lei è maestra di scuola materna.
Sì, ho sempre amato stare con i bambini e in seguito la mia vita di suora non ha fatto che sviluppare questa tendenza all’educazione e all’insegnamento. Devo tutto alla mia scelta.
In che senso?
Come dicevo ho sempre coltivato il desiderio
per l’insegnamento ma non potevo realizzare tale
sogno perché la mia famiglia non era abbiente.
La ferma volontà di farmi suora, con il passare
degli anni, ha fatto sì che potessi realizzare le
mie aspirazioni.
Di cosa si occupa attualmente?
Coordino la scuola materna e mi occupo di catechesi, cioè dell’insegnamento del catechismo, attraverso un dialogo anche con i genitori, indispensabile, per instaurare un intenso rapporto
umano e sociale, improntato sempre sull’onestà,
già da piccoli.
Qual è la sua pedagogia?
Innanzi tutto mi ispiro ai princìpi della Congre-
D.
R.
D.
R.
D.
R.
D.
R.
D.
R.
D.
R.
gazione improntati sull’umiltà e la dedizione verso gli altri e poi a quanto ci ha trasmesso don
Bosco: insegnare giocando. Davvero, impariamo a giocare con i bambini, non stanchiamoci.
Non perdiamo del tempo anzi abbiamo tutto da
imparare, ma non dimentichiamo mai di ricorrere alle parole del vangelo, anche e soprattutto
con i bambini.
I bambini (piccoli) sono in grado già di apprezzare il messaggio del nuovo testamento?
Alla fine del mio insegnamento, alla fine, diciamo, della lezione ripropongo quello che ho trasmesso loro attraverso una rappresentazione ludica, cioè attraverso il gioco suscitando interesse e divertimento. È una esperienza bellissima
per me e per loro.
E ora veniamo ad un’altra passione, quella dell’arte, dico bene?
Beh, non esageriamo... sono una semplice appassionata.
Ama un pittore in particolare?
No francamente, mi piacciono tutti, in modo particolare quegli artisti che posso copiare. Non mi
vergogno di confessare di essere una “falsaria”.
Mi piace dipingere, colorare, un’altra mia caratteristica che mi porto da bambina.
E ora veniamo al “capolavoro” del crocifisso
donato recentemente a don Adelino per il suo 40°
anniversario di sacerdozio.
Debbo ricordare che l’impresa è stata compiuta
non solo da me, ma da altri bravi e zelanti concittadini, che fanno parte della comunità parrocchiale, i signori Aldo Forlani che ha fatto il disegno e Crocilio Ricci che ha provveduto alla intelaiatura con un legno particolare.
Può dirci qualcosa di più?
Che dire? Le sue misure sono m. 3 x m.2,65.
I parrocchiani sicuramente l’avranno già notato
in alto nella cantoria, come gradiva lo stesso don
Adelino per ammirarlo mentre celebra la messa.
Il volto è ispirato a S. Francesco, ai lati si scoprono i volti della Madonna e di san Giovanni.
La colomba, lo Spirito Santo, cala su Gesù sofferente.
Ho usato colori acrilici, d’altra parte non potevamo permetterci di più.
E ora, se posso osare, una domanda fuori programma. Cosa direbbe a chi non ha la fede e vive
nel dubbio. Per parafrasare il titolo di un’opera
di André Gide, per alcuni la porta è stretta...
Dico che si guardi intorno e si guardi dentro, s’interroghi sulla gioia e sul dolore della vita, contempli la natura. Credo di aver detto tutto.
Gente di Falchera 6
segue editoriale di Amilcare De Leo
IN BREVE dalla
Città Metropolitana
a cura di Ricciardetto
*Borgaro. Superare i campi Rom per sempre. Una
possibile utopia? Mentre a livello nazionale e
locale si inizia a ragionare su questa ipotesi, sull’area di strada Aeroporto la maggioranza borgarese di centro sinistra sta preparando una mozione
da votare in Consiglio Comunale a luglio.
*Borgaro. Tanta soddisfazione alla scuola elementare “Grosa” dopo la vittoria delle classi IVD e
IVC per il concorso “La Sindone: provocazione
all’intelligenza e messaggio universale”, indetto
dall’Ufficio Scuola della diocesi di Torino.
* Caselle. Più piste ciclabili in città. Una nuova
petizione dell’Associazione “Vivicaselle”
* Mappano. Si aspetta la sentenza del Tar che entro ottobre dovrebbe definitivamente pronunciarsi
sull’istituzione di Mappano Comune.
* Caselle/Mappano. Lo scorso 10 giugno, a Palazzo Mosca, il sindaco Baracco ha ricevuto i rappresentanti del Consiglio Comunale dei ragazzi e
delle ragazze di Caselle e Mappano. La sezione di
Mappano è stata premiata per la realizzazione del
fumetto “Arriva Supergreen” rivolto al rispetto
dell’ambiente e della propria città.
cogliamo talora pretesti per strumentali opposizioni.
E non intendendo accendere nessun focus nel braciere delle polemiche, intendiamo ora semplicemente
porre in rilievo alcuni aspetti di quel progetto per
esaminarli insieme e sottoporli al giudizio dei lettori. La zona dei laghetti è stata ormai ceduta alla Città. Essa è in fase di bonifica a cura della attuale proprietà, che potrà costruire un’area compresa tra la
borgata e l’A4 Torino-Milano, in concomitanza con
il “secondo accesso”, in via di realizzazione. La nuova
strada collegherà Via delle Querce a C.so Romania,
utilizzando il passaggio esistente sotto l’autostrada
A4 e superando la Ferrovia Torino-Milano grazie al
cavalcavia in parte già realizzato. Qui potranno essere costruiti 21 mila quadrati di superficie edificabile, per l’80% destinati a residenza e per il 20%
adibiti a servizi e commercio (ASPI), secondo un
modello misto che prevede l’introduzione tra abitazioni e servizi, con la collocazione delle attività al
piano terreno degli edifici. I nuovi stabili non dovranno superare gli otto piani fuori terra, due in meno
rispetto alle attuali torri della Falchera Nuova.
È inoltre stata prevista la possibilità di edificare una
quota aggiuntiva, a uso residenziale, sino a un massimo di 7 mila quadrati, per la realizzazione di un programma di housing sociale, a condizione che la superficie totale destinata allo stesso non sia inferiore
a 15 mq complessivi. Il provvedimento è stato approvato nella seduta di lunedì 29 giugno scorso.
In quell’occasione la vice sindaco Elide Tisi ha fornito un quadro degli impegni del suo assessorato per
la politica della casa sostenendo che, fino a qualche
anno fa, il problema principale era la mancanza di
case di edilizia pubblica e che in questi anni il problema da affrontare è la mancanza di capacità reddituali degli inquilini. Per questa ragione gli sforzi del
Comune di Torino e della Regione Piemonte, nell’ambito della spesa corrente sono concentrate su iniziative atte al “locare”, per incentivare la stipula di contratti a regime concordato (cioè a prezzi calmierati)
e fare in modo di incentivare domande e offerta attraverso garanzie, anche economiche, ad entrambe le
parti. Da fondi nazionali arriveranno sei milioni di
euro per il sostegno della locazione. In questo quadro, sono previsti nuovi investimenti per incrementare le iniziative di housing sociale.
“Procede intanto”, ha proseguito la vice sindaco, “il
bando per l’acquisto di appartamenti privati di taglia
media e grande. Le metrature tra i 70 e i 100 mq,
necessarie alle famiglie numerose, sono quelle che
maggiormente scarseggiano nella edilizia residenziale
pubblica”. Ora non rimane che aspettare e verificarne, così come si auspica, i vantaggi.
Gente di Falchera 7
I lettori scrivono
Attenzione alle truffe!!
La più famosa è la “truffa dello specchietto”.
Ma da qualche giorno c’è un nuovo sistema
escogitato dai truffatori per estorcere denaro
ai malcapitati.
ECCO DI COSA SI TRATTA:
Una nuova truffa a cui prestare attenzione: la mano
sanguinante
La truffa dello specchietto è ormai ben conosciuta,
tanto che ormai la maggior parte degli automobilisti
ne è al corrente. Ma a oggi, l’arte del raggiro si è
evoluta e si sono verificati casi in cui a farla da padrone è un’altra truffa: quella della mano sanguinante. Quali sono le sue dinamiche? Due veicoli collidono a causa di uno scontro tra specchietti, l’automobilista della vettura che abbiamo urtato ci viene
incontro con la mano sanguinante simulando di essersi ferito pochi secondi prima e chiede un risarcimento dei danni.
AVVERTIMENTO
È stata la Polizia di Stato a mettere in guardia dalla
nuova truffa, servendosi della pagina Facebook Agente Lisa, nella quale è stato riportato il racconto di
una vittima. A Roma, un uomo viaggiava sul suo scooter quando ha avvertito un leggerissimo urto e visto
attraverso lo specchietto retrovisore un uomo che si
scusava e proseguiva per la sua strada. Apparentemente, l’episodio non aveva avuto conseguenze, ma
poco dopo la svolta: l’uomo viene affiancato da una
moto con a bordo un brutto ceffo, il quale aggredisce
verbalmente il conducente dello scooter, esibendo una
mano ferita e sanguinante. Ignaro del raggiro in atto,
l’uomo sul motorino si scusa e accetta di pagare cento euro per risarcire la “vittima” dell’incidente.
Dopo aver sborsato i soldi, però, il protagonista del
racconto ha notato una cosa: la mano insanguinata
mostrata da colui che si era intascato cento euro non
era quella giusta. Ritornando con la mente al momento dell’urto, infatti, il conducente dello scooter si è
reso conto che, se avesse davvero ferito l’altro uomo,
avrebbe dovuto causargli un danno alla mano destra,
non a quella sinistra che era ricoperta di sangue.
A quel punto, l’uomo ha capito che la vittima dello
scontro non era colui a cui aveva dato cento euro, ma
lui stesso, che era stato truffato.
Se dovesse capitarvi, come si legge nella pagina Facebook della Polizia, non lasciatevi prendere dall’agitazione né dalla fretta, ma riflettete un attimo e
contattate subito le forze dell’ordine.
a cura di Ricciardetto
Una lamentela...
Menefreghismo di certe imprese di scarico liquami.
Sono un cittadino abitante della nuova Falchera e
vorrei esporre una lamentela poco piacevole. Mercoledì 12 c.m. ore serali in cui fa anche caldo, improvvisamente dalla parte della tangenziale arriva un
odore nauseabondo di fogna come di pozzo nero.
Quando lo svuotano l’odore è sopraggiunto anche in
casa; ho dovuto chiudere le porte. Qualche buontempone ha scaricato senza chiedere permesso, ma dico
io... poi ci lamentiamo dei nostri politici quando siamo noi che con i nostri comportamenti non siamo capaci di cercare di vivere civilmente. Qualcuno mi sa
spiegare questi atteggiamenti incivili? Grazie se la
pubblicate.
Giacomo
UN BRUTTO ESEMPIO
IN MEZZO ALLA PIAZZA
Sono una vostra vecchia (anche perché sono piuttosto anziana) abbonata e proprio attraverso il Vostro
giornale -Gente di Falchera- vorrei mettere in risalto una bruttura che da tempo noi abitanti della Falchera siamo abituati a vedere in bella mostra. Si fa
per dire. Difatti mi riferisco all’Autorimessa che c’è
in mezzo alla piazzetta della Falchera Vecchia e che
si presenta agli occhi della gente che passa veramente in uno stato di abbandono. Allego fotografia. Confesso che a suo tempo io stessa ero un’affezionata
cliente quando essa funzionava come auto-officina e
mi sono sempre trovata bene con i meccanici che vi
lavoravano. Ma ora? Mi dicono che, attualmente, è
ancora funzionante come garage per alcuni clienti.
Dunque ci si prodighi almeno per restaurarla all’esterno, se proprio non la si vuole abbattere. Cosa ne pensano gli altri abitanti della Falchera? Io credo che la
maggior parte la pensino come me. Grazie, spero tanto
per la pubblicazione. Distinti saluti.
Carolina Sereni
Viale Falchera: Rischio Pattumiera
Lato alberato e relativo fossato (bialera) sta diventando un deposito di immondizia, sul marciapiede si
cammina tra erbacce e sporcizia.
La civiltà di certe persone è dell’epoca antidiluviana, i Vigili quando passano (poco assai) non vedono
o non vogliono vedere, anche dopo le segnalazioni di
falcheresi civili.
Gente di Falchera 8
C. R.
Gli architetti e il futuro delle periferie
Non è sempre facile vivere nelle periferie, la loro
realtà oggi non è proprio rosea: pochi i servizi, spesso
inadeguati, talora chiusi. Riteniamo tuttavia che il futuro delle città stia da ricercare nelle periferie.
Negli anni Ottanta il futuro stava nei centri storici;
ora essi sono stati tutti riqualificati, persino troppo,
in un certo senso quasi mummificati. Oggi siamo dell’avviso che il futuro delle città si giochi nelle periferie, le quali, come ha avuto modo di dire recentemente Renzo Piano: “non sono brutte, sono luoghi in
cui l’architetto trova la bellezza e la ricongiunge alla
città”. Secondo gli architetti che lavorano per Torino
ad esempio, non si devono più costruire parcheggi
ma bisogna dare più forza al trasporto pubblico e la
politica non deve aver fretta. Il processo è lungo, ci
vorranno ancora alcuni anni per riqualificare le periferie, per aggiungere luoghi di aggregazione, ulteriori servizi. Quindi parlare di periferie vuol dire parlare della città tutta da ricostruire, della sua crescita,
che non sarà più quella storica ma quella nuova.
Significa parlare anche della possibilità, o della impossibilità, dell’architettura di proporre, di controllare, di intervenire con il progetto su una nuova realtà. C’è da tempo in atto la necessità di ricucire le
periferie di Torino, compresa naturalmente la Falchera, con il centro della città e si sta lavorando, per
quanto ci risulta, a un progetto mirato a raggiungere
proprio questo obiettivo. La periferia, sentiamo dire
ancora da Renzo Piano, è marginalità non soltanto
“fisica”, è metafora della condizione sociale che viviamo all’interno dei nostri paesaggi urbani. Spesso,
però, nell’assecondare la tendenza all’espansione,
nonostante gli sforzi di qualche assessorato, le amministrazioni comunali non si sono curate di cercare
un modulo unificante rispetto al centro della città.
Dagli insegnamenti degli architetti, e un pò anche grazie al nostro buon senso, apprendiamo che bisogna
smettere di costruire periferie. Ormai le nostre città
sono piene di questi luoghi dove il centro non è più
centro, e la campagna non è ancora campagna.
Invece di continuare ad espanderli così, si dovrebbero
intensificare i nostri centri urbani, “fecondando e fertilizzando” le periferie. Ovunque ci sono grandi buchi
neri da recuperare e trasformare, in modo che questi
sobborghi diventino luoghi di civiltà, e non solo posti
dove si va a dormire. Certo con i centri storici era più
facile perché sono fotogenici, ma anche i sobborghi, le
periferie hanno la loro bellezza, la bellezza dei desideri di milioni di persone che li abitano. Qualcosa si
sta muovendo? Stiamo andando nella direzione giusta? È il momento di avere fiducia?
a. d. l.
CRONACA
a cura di
Ugo
Bonalberti
Operazione Mercati
Banco di frutta e verdura con i titolari
Un mercato rionale su quattro rischia di chiudere i
battenti. Dati alla mano è decisamente in perdita, vi
sopravvivono da due a cinque bancarelle e il Comune deve metterci del suo per mantenerlo in vita.
Lo stesso problema vale per altri 7-8 mercati rionali
della città. Uno studio commissionato dall’Assessorato al Commercio al Politecnico ha calcolato, incrociando i dati su quanto il Comune incassa da licenze e tasse con quanto invece spende per tenerli in
vita, che fanno perdere alla Città da 700 mila a
1 milione di euro l’anno. È il caso di Via Plava, di
P.zza Carlina, di Via Cena, di P.zza Chironi, di C.so
Grosseto, di Via Lucento, di via Michele Rua, di C.so
Taranto, di Falchera Vecchia e Nuova. Il destino di
questi mercati “morenti” non è ancora stato deciso,
ma la chiusura riguarderà almeno 7.8 mercati. Fortunatamente per noi, si salveranno per certo solo i due
della Falchera, che saranno accorpati. Sono, tra l’altro, previsti consorzi o cooperative tra ambulanti che
gestiranno in maniera unitaria i servizi.
Dall’Unità d’Italia
Art. 50 dello Statuto Albertino:
“Le funzioni di Senatore e di Deputato
non danno luogo ad alcuna retribuzione
o indennità”.
Nel giugno 1861 il Senatore Roncalli propose il rimborso del biglietto del treno per
i senatori residenti lontano da Torino.
La proposta fu respinta dal Senato del
Regno con la seguente motivazione:
“Servire il Paese è un privilegio, da vivere come un dovere. Chi lo serve in armi
rischia tutto, anche la propria vita,
senza nulla chiedere in cambio”
Gente di Falchera 9
UNITRE FALCHERA
L’URLO DI UNA FOTO
Le iscrizioni dell’Universitá della Terza Etá
sezione Falchera per l’anno accademico 20152016 avranno luogo dal 5 al 9 0ttobre 2015
con i seguenti orari:
♦ lunedì martedì e mercoledì dalle ore 15
alle ore 17
♦ giovedì e venerdì dalle ore 10 alle ore 12
proseguiranno poi per tutti i lunedì dalle ore
15 alle ore 17 presso la Biblioteca Civica don
Milani via dei Pioppi, 43 Torino
Il libretto è in fase di elaborazione, non appena
possibile invieremo a tutti una copia via mail,
mentre sarà a disposizione con il nuovo orario,
al momento dell’iscrizione.
L’inaugurazione dell’anno accademico avverrà
mercoledì 28 ottobre 2015 ore 15,30 presso la
Biblioteca civica “don Milani”
Anche noi che facciamo parte di una piccola redazione, in un angolo di periferia, non possiamo rimanere
insensibili di fronte al grave problema delle ondate
migratorie. Siamo di fronte a un fenomeno epocale che
ha cause latenti nel disfacimento di molti Stati, nelle
guerre, nelle crisi economiche e nell’esplosione demografica di una grande parte del sud del mondo. Anche se già confusi e disorientati, siamo avvezzi ad
assistere inermi, attraverso il comodo schermo televisivo di casa, alle crude immagini girate dal vivo,
che scorrono fugaci tra le onde della mente, così tra un
pasto e l’altro. Ora però ci ha colto un fremito in più
dopo la struggente commozione per quanto è accaduto
in questi ultimi tempi: un indicibile strazio umano. Ci
riferiamo a quella polvere di vita, l’insulina, scagliata
vigliaccamente in acqua da chi sappiamo a danno di
una povera ragazzina diabetica o alla polizia ceca che
ha “marchiato” i migranti ma soprattutto alla tragica
fine di Aylan, attraverso quella foto che ha fatto il giro
del pianeta. Sì, il piccolo siriano di tre anni annegato
mentre, con altri migranti, da Bodrum in Turchia cercava di raggiungere l’isola greca di Kos. Come si può
rimanere inerti di fronte all’immagine di un bambino
che sembra dormire, come uno dei nostri figli o nipoti? Non possiamo girare la testa dall’altra parte, far
finta di niente, permanere, in un giorno come l’altro,
nella tranquilla quotidianità dell’inconsapevolezza. Riflettiamo, fermiamoci un momento per essere coscienti di cosa è accaduto sulla spiaggia del mare in cui
saremmo potuti andare in vacanza. L’Europa è naufragata su quel mare, in futuro sarà all’altezza della Storia? È vero, possiamo normalmente riprendere la nostra vita, magari indignati per questa realtà ma certo
più consapevoli. Riportiamo quanto scrisse in proposito Mario Calabresi su La Stampa: “È l’occasione
per ognuno di noi di fare i conti con il senso ultimo
della esistenza”.
Il Vernacolo
a cura di
Livio
Scremin
LA NIVOLETTA
A j-era na nivolëtta grisa
ch’a smijava ‘n farchét
an moment a volava ‘n sël brich
a la pian-a ai bùtava ‘1 bonét,
minca tant anvërtujava
prima l’un e peui l’auta,
e con piasì a bamblinava
‘1 farchét ë1 bonét a sia biauta.
Antant ch’ël sol a fasija baboja
‘1 vent pen-a alvà a sofiava sia feuja,
a s’ausava d’antrames le buscaje
a polidija ‘1 cel dle fëirvaje;
con so farbalà la nivola corija
e dosman, darera ‘1 brich s’a-scondija.
Gilda Gallea Gianaria
Il DoposcuolaBus riparte!
Anche quest’anno la Tomodachi riapre lo
spazio dedicato ai compiti e allo studio.
Ogni sabato mattina dalle ore 9,30 alle 12,30
per un aiuto nello svolgimento dei compiti.
Inoltre, da quest’anno, i tutor del DoposcuolaBus sono disponibili, dal lunedì al venerdì
su appuntamento, per incontri individuali di
sostegno all’apprendimento (DSA, ADHD,
BES) Per info: Piazza G. Astengo 9
dott. Luppino 333-3349579
dott.sa Ciampi 348-1047209
AVVISO
L’Ass. L’Olimpo, ricorda per chi fosse
interessato al DVD del saggio al Teatro
Cardinal Massaia del 1° Giugno, di rivolgersi alla sig.ra Elena per la prenotazione. cell. 3288042245
Inoltre si ricorda che le iscrizioni per le
lezioni di danza inizieranno dal 14 settembre presso la scuola Ambrosini (dalle ore 16,30 alle 18,30). I corsi di danza
inizieranno nel mese di Ottobre.
Gente di Falchera 10
COME ERA
VAMO
ERAV
a cura di Umberto Grassi
Riflessione sulla tecnologia
Sono sul treno e mi stavo guardando intorno.
Telefoni e tablet nelle mani di chiunque.
Amiche che non si guardano nemmeno negli
occhi e restano incollate ad uno schermo.
Gente che non si scambia più sguardi e sorrisi
ma soltanto messaggi.
E tra questa gente ci sono anch’io che sto
scrivendo qua sopra, però dannazione, davvero
siamo diventati così tristi? Davvero frugare tra
le notizie di facebook è diventato meglio di un
sano scambio di parole?
Davvero la gente preferisce parlare attraverso
uno schermo anziché uscire a prendere un caffè
anche se fuori piove?
Se ci penso un pò questa situazione mi fa
paura, perché tanto io lo so come finirà: sempre
peggio. Diventeremo sempre più tristi e forse
anche più soli.
E non ce ne accorgiamo.
Picca Valeria
La vita è breve: vivila!
La rabbia è brutta:
lasciala andare...
L’amore è raro: afferralo!
I ricordi dolci...
conservali nel cuore.
anonimo
Il nostro lettore e amico Magnani Luigi ci invia queste tre fotografie che rappresentano tre momenti di
ricordi: la prima fotografia rappresenta la 4° classe
del 1956 con il maestro Passero in str. del Villaretto,
la seconda una gita a Gassino nel 1962, la terza in
Falchera sul piazzale della chiesa sempre nel 1962.
Gente di Falchera 11
Regolamento di Polizia
Urbana della Città di Torino
a cura di Emilio Ghirardi
Segue dal numero 9 - 2015
Articolo 46 - Abitazioni private
1. Nelle abitazioni private non è consentito far
funzionare apparecchiature fonti di molestie e disturbi,
fatte salve le eccezioni di cui ai due commi seguenti.
2. Le apparecchiature di esclusivo uso domestico che
producono rumore o vibrazioni non possono farsi
funzionare prima delle ore 7 e dopo le ore 22.
3. Gli apparecchi radiofonici e televisivi, nonché gli
apparecchi di qualsiasi specie per la riproduzione
della musica devono essere utilizzati contenendo
sempre il volume delle emissioni sonore entro limiti
tali da non recare in alcun modo molestie o disturbo
ai vicini. La disposizione vale anche per gli analoghi
apparecchi installati in esercizi pubblici di
somministrazione, specie se ubicati in fabbricati
destinati a civile abitazione.
4. Il divieto di cui al comma 1. non si applica nella
circostanza della esecuzione di lavori di
ristrutturazione di locali, a qualunque scopo destinati,
situati in fabbricati di civile abitazione, purché siano
adottati tutti gli accorgimenti e tutte le cautele per
contenere il disturbo e non siano comunque effettuati
prima delle ore 8 e dopo le ore 20 nei giorni feriali e
prima delle ore 10, fra le ore 12 e le ore 15 e dopo le
ore 20 nei giorni festivi. Analoghi accorgimenti,
cautele e rispetto dei limiti di orario devono
osservarsi nella ristrutturazione di esercizi pubblici
di somministrazione di alimenti e bevande e di esercizi
commerciali, nonché di uffici, ambulatori e simili,
ubicati in fabbricati destinati a civile abitazione.
Articolo 47 - Strumenti musicali
1. Chi, nella propria abitazione, faccia uso di
strumenti musicali è tenuto ad adottare tutti gli
accorgimenti e tutte le cautele al fine di evitare disturbo
ai vicini.
2. Non è comunque consentito l’uso di strumenti
musicali dalle ore 12 alle ore 15 e dalle ore 21 alle
ore 9, salvo la totale insonorizzazione del locale in
cui lo strumento musicale è usato.
Articolo 48 - Dispositivi acustici antifurto
1. Fermo restando quanto in proposito prescritto dal
Codice della Strada, i proprietari di veicoli sui quali
sia stato installato un dispositivo acustico antifurto
devono tarare il medesimo affinché il segnale acustico
non superi i limiti fissati dalle disposizioni vigenti.
Il segnale non deve, comunque, superare la durata
complessiva di tre minuti primi, ancorché sia
intermittente.
2. La disposizione del comma 1. vale anche per i
dispositivi acustici antifurto installati in abitazioni,
uffici, negozi, stabilimenti, salvo che per la durata
del segnale che non può, in alcun caso, superare i
quindici minuti primi.
Articolo 48 bis - Emissioni sonore
prodotte da veicoli a motore
1. Fermi restando i limiti previsti dall’articolo 155
del D.Lgs. 285/1992 “Nuovo Codice della strada”,
nell’usare apparecchi radiofonici o di riproduzione
sonora o comunque qualsiasi impianto di diffusione
vocale o musicale a bordo di veicoli, l’emissione
sonora da questi generata non deve propagarsi al di
fuori dell’abitacolo dei medesimi.
Articolo 48 ter - Utilizzo e vendita di
prodotti pirotecnici
1. E’ tassativamente vietato far esplodere botti o
petardi di qualsiasi tipo:
a) in tutti i luoghi, coperti o scoperti, pubblici o
privati, in cui si svolgono manifestazioni pubbliche o
aperte al pubblico, di qualsiasi tipo; gli organizzatori
responsabili delle iniziative dovranno affiggere
appositi cartelli pubblicizzanti il divieto ed
assicurare, con proprio personale, un’assidua
sorveglianza, per il rispetto di quanto sopra,
avvertendo tempestivamente, se del caso, le forze
dell’ordine;
b) all’interno di asili, scuole, ospedali, case di cura,
comunità varie, uffici pubblici e ricoveri di animali
(canile, gattile, etc.), nonché entro un raggio di 200
metri da tali strutture;
c) in tutte le vie, piazze ed aree pubbliche, ove
transitano o siano presenti delle persone.
2. La vendita negli esercizi commerciali abilitati è
consentita esclusivamente nel rigoroso rispetto dei
limiti e delle modalità stabilite dalla legge, con
particolare riguardo al quantitativo massimo che può
essere detenuto presso ciascun punto vendita,
all’etichettatura e alle norme poste a tutela dei minori;
in caso di accertata inosservanza, il Comune, valutata
la gravità dell’infrazione, potrà disporre, in aggiunta
alle altre sanzioni e all’eventuale sequestro della
merce irregolarmente venduta, il divieto di
prosecuzione della vendita.
3. In considerazione del particolare rischio che si
potrebbe configurare è tassativamente vietato il
commercio in forma itinerante di artifici pirotecnici.
4. Per quanto concerne i posteggi assegnati nelle aree
mercatali, fatti salvi i limiti e le modalità di legge
richiamate nel precedente comma 2, la vendita è
subordinata all’installazione presso ogni posteggio
di almeno due estintori, posti ai due angoli del banco.
Gente di Falchera 12
(segue nel prossimo numero)
L’angolo della poesia
a cura di Rocco De Pace
“Giorno di festa con i nonni”
E’ festa e dai nonni andiamo:
la nonna cucina i suoi manicaretti,
prepara delizie e gustosi dolcetti.
Il nonno ci aspetta seduto in soggiorno,
racconta le storie di lui bimbo “quel giorno”...
Ci narra novelle (ne sa assai di cose!)
sia brutte che belle!!
Abbiamo pranzato, arriva il caffè...
“Nonno ne avanzi un goccino per me??”
È già pomeriggio, è ora di andare...
i nonni dobbiam salutare.
La nonna mi bacia, sorride ed abbraccia...
è un’ombra scura la sua dolce faccia...
Allegra stai nonna, noi adesso andiamo,
ma tra qualche giorno torniamo.
Farò un bel disegno, m’inventerò un canto,
tu dammi un bacio e pensami tanto!!!!
Manuela Barbara d’Ischia
L’EQUILIBRISTA
RIPENSO
Ripenso a gesti, ironie
scherzose malinconie.
Rubo i miei stessi pensieri
per lavarli dalla tristezza,
per stenderli al caldo sole.
Così, odorosi di bucato,
li indosserò come abito nuovo.
Giorgia Catalano
NON SONO RAZZISTA
Non sono razzista, però
mi piange il cuore nel vedervi
mendicare a tutte le ore per
poter mangiare e dimenticare
ogni dolore.
Non sono razzista e voglio
dirlo con il cuore in mano
per aiutarvi a dimenticare tutte
le cose brutte che avete
lasciato lontano.
Pacca Sergio
Vivo in equilibrio su un filo
sospesa fra terra e cielo
Mi destreggio tra acrobazie
e salti mortali
per raggiungere il traguardo finale
Il filo ondeggia mi scuote
trattengo la presa a fatica
Sarebbe più facile lasciarsi cadere
abbandonarsi al destino…
Ma una forza mi tiene
anche contro la mia volontà…
Prima o poi lascerò quella presa
Ma solo per salire più su!
a cura di Giacomo Chissotti
da
G. Maugeri
IL PRELUDIO
È una benedizione questa lieve brezza
che soffia dai campi verdi e dalle nuvole
e dal cielo: mi batte sulla guancia
quasi consapevole della gioia che dà.
Benvenuta messaggera, benvenuta amica,
ti saluta un prigioniero che esce da una casa
servile, affrancato dalle mura di codesta città,
un carcere che a lungo l’ha serrato.
Ora sono libero, emancipato, all’aria aperta,
posso prendere casa dove mi piace.
William Wordsworth
SOGNO
(Cockermouth, 7 aprile 1770)
E lo sognavo, e lo sogno,
e lo sognerò ancora, una volta o l’altra,
e tutto si ripeterà, e tutto si realizzerà,
e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno.
Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo
un’onda dietro l’altra si frange sulla riva,
e sull’onda la stella, e l’uomo, e l’uccello,
e il reale, e i sogni, e la morte:
un’onda dietro l’altra.”
Tarkovskij
Gente di Falchera 13
Tramonto
Oggi alla fine del giorno
il tramonto posò le sue perle
sui fini e neri capelli della sera
ed io le ho nascoste
come una collana senza filo
dentro il cuore...
Tagore
I DOLCI DELL’ANNO
a cura di Pino cuoco sopraffino
BUS e TRAM: OCCHIO
AI BORSEGGIATORI
Biscotti con il mosto
COME DIFENDERSI
Ingredienti: 500 g di farina,
200 g di zucchero,
200 g di graniglia di
mandorle dolci, 2 uova,
100 g di burro sciolto nel
mosto, 100 g di miele,
100 g di uva passita,
bustina di lievito vanigliato,
buccia grattugiata di un limone non trattato, mosto
quanto basta ad impastare. Procedimento: disponete
la farina a fontana e impastatela con uova, burro
sciolto, miele e zucchero. Quando l’impasto è ancora
molle, unite le mandorle, l’uva passita, la buccia di
limone ed il lievito.
Amalgamate bene, poi riprendete la pasta dividendola in panetti (cm 8 x 3 x 2) un pò schiacciati.
Disponeteli su una teglia sulla quale avrete steso
della carta da forno.
Mettete in forno a 170°C per circa 30 minuti.
Serviteli freddi con vino passito.
♦ Tenere borse e zaini davanti a sé e ben chiusi.
♦ Diffidare di chi spinge o blocca il passaggio (specie le uscite) senza motivo.
♦ Non tenere portafogli, valori e telefoni cellulari
nelle tasche posteriori dei pantaloni o comunque in posizione particolarmente visibile.
♦ Prestare particolare attenzione in caso di mezzo
affollato.
IN CASO DI BORSEGGIO
♦ Avvertire il conducente, che è in contatto diretto
con la Centrale GTT e le forze di polizia.
♦ Sporgere sempre denuncia presso gli uffici delle
forze di polizia, segnalando giorno e ora del fatto, la linea e il numero identificativo del veicolo
(es.: linea 4, vettura 6032).
♦ Se il mezzo è video sorvegliato, avvisare entro 8
ore il numero 011.6636767 per consentire il salvataggio delle immagini.
Borseggi, l’arma migliore è l’attenzione.
Macelleria
Steri
Spesa
Famiglia
Mini Spesa
Famiglia
Baby Spesa
Famiglia
2 kg. Fettine di Vitello
2 kg. Bollito di Vitello
1 kg. Salsiccia
2 kg. Spezzatino
2 kg. Braciole di Maiale
1 kg. Petto di Pollo
1 kg. Fesa di Tacchino
1 kg. Hamburgher
2 kg. Tritata di Vitello
2 kg. Costine di Maiale
2 kg. Cosce di Pollo
1 Coniglio
1 kg. Rolatine di vitello
1 kg. Rustichelle
1 kg. Tritato
1 kg. Fettine di vitello
1 kg. Braciole di maiale
1 kg. di salsiccia
1 kg. Cosce di pollo
1 Coniglio o Pollo
1 kg. Bollito con osso
1
Rolata o Tasca ripiena
1 kg. Costine di Maiale
1Kg. Fettine
1Kg. Spezzatino
1Kg. Rolatine
1Kg. Cosce di Pollo
1Kg. Petto di Pollo o Tacchino
E 9,00 al Kg.
IO
IN OMAGG r la
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i sacchetti pione
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a
conserv
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acquistandozioni
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delle pro
E 8,00 al Kg.
E 7,00 al
Kg.questi prezzi verranno applicati solo acquistando tutta la serie di proTutti
dotti della: “Spesa Famiglia, Mini Spesa Famiglia o Baby Spesa Famiglia”
Macelleria Steri str. Cuorgnè 119 Mappano To.-Tel. 011-996.81.94
Gente di Falchera 14
Psicanalisi e dintorni
a cura di
Massimiliano
Irenze
Depressione e guarigione
La depressione è una psicopatologia molto diffusa. Le persone che ne
soffrono si percepiscono vuote, tristi e demotivate. Molte semplici
azioni, come ad esempio andare al
lavoro, uscire a fare delle commissioni o una passeggiata appaiono -al soggetto depresso- insormontabili. Chi soffre di depressione è spesso svogliato,
privo di entusiasmo; la persona depressa può avere
inoltre un rapporto alterato con il cibo, con il sonno
o con entrambi. Quest’ultima potrebbe dormire più
del necessario, utilizzando il sonno come una fuga
dai suoi problemi e dal suo malessere, oppure potrebbe cercare di colmare il vuoto che sente dentro
aumentando l’assunzione giornaliera di cibo.
La persona depressa è in genere pervasa da un senso
di colpa profondissimo; tende a rimproverarsi molte
cose, non ultimo il fatto di essersi ammalata psicologicamente. Nella patologia depressiva è ricorrente il
tema della morte e può emergere lo spettro del suicidio. Nei casi meno gravi, il soggetto depresso prende semplicemente in considerazione il suicidio come
possibile soluzione ai suoi mali. Nei casi estremi,
tuttavia, la persona può portare a compimento tale
proposito. Il funzionamento dei soggetti depressi è
compromesso in ogni ambito: lavorativo, relazionale, affettivo e sessuale. Le persone depresse tendono
a rimuginare sulla loro condizione e sui loro problemi alimentando dialoghi interni poco funzionali alla
guarigione ed al benessere. In tal modo, spesso, giungono ad autoconvincersi del fatto che non vi è alcuna
soluzione al loro disagio, che nulla può cambiare e
che tutto andrà male, sempre.
Come ho spiegato, la depressione è una condizione
psicologica, ma non dobbiamo dimenticare i forti legami che tale patologia ha con il cervello e con la
biochimica di esso. Solitamente il circuito della depressione si scatena quando si unisce ad una predisposizione genetica (che riguarda un particolare assetto neuro-chimico del cervello) un fattore ambientale scatenante (ad esempio un lutto, una separazione, la perdita del lavoro, ecc.).
La vita è un percorso complesso, tortuoso e pieno di
ostacoli, difficoltà e cambiamenti. Lutti, separazioni,
problemi economici fanno parte dell’esistenza di
ognuno. Alcune persone, tuttavia, sono più sensibili
e rischiano di farsi travolgere dagli eventi, perdendo
l’equilibrio psichico ed il benessere per un tempo
troppo lungo. Quando la tristezza, il senso di vuoto e
la sofferenza diventano quindi una costante nella vita,
bisogna intervenire, affrontando il problema con l’ausilio di un professionista della salute mentale per
imparare, pian piano, a cambiare la rappresentazione della realtà ed a sviluppare funzioni utili a ripristinare e mantenere un senso di benessere.
Alessandro Stifani
SPORTELLO DELLO PSICOLOGO
È disponibile al servizio dei cittadini uno sportello GRATUITO dedicato all’ascolto e al supporto psicologico di tipo generico, in via degli
Abeti 16. Si fa presente che gli incontri che
avvengono in tale sportello non costituiscono
sedute psicoterapeutiche.
Per chi fosse interessato è necessario prenotare per appuntamento telefonando al
N° 3496551846.
FATE MOLTA
ATTENZIONE!!
Stanno girando per Falchera degli individui che adescano persone anziane...
carpiscono la loro fiducia con scuse varie per entrare nell’alloggio e rubare soldi e gioielli. (probabilmente seguono i
vostri movimenti giorni prima, sanno i
vostri nomi)
E il gioco è fatto.
Diffidate da chi dice di conoscervi, chiamate qualcuno o i vostri vicini che vi
possano dare manforte.
Da alcuni mesi in Falchera si aggirano
due “personaggi”, che si spacciano per
rappresentanti di alcune ditte quali:
ENEL, IREN, AEM, SMAT e EDISON,
costoro rappresentano se stessi non aprite e non fateli entrare assolutamente!!!
Avvertite immediatamente
le forze dell’ordine!!
il 113 oppure il 112
Gente di Falchera 15
la redazione
L’evoluzione della specie
Curiosità
“Padri, madri e figli, mariti e mogli, fratelli e sorelle
al lavoro nella stessa azienda. I figli continueranno
l’opera dei genitori. Sulle linee di lavoro della Fiat
le generazioni si succedono per famiglie. Così nella
grande industria moderna si ripetono talune prerogative già proprie delle età artigianali del lavoro”. Sono
parole di Vittorio Valletta, amministratore delegato
Fiat, in un messaggio agli azionisti del 1955, parole
che io riprendo nel mio romanzo Le colpe dei padri
e che completo così: “Il nonno operaio, il figlio perito, il nipote ingegnere: era questa, a Torino, l’evoluzione della specie”. Oggi, lo sappiamo, questa sorta
di automatismo, di ascensore sociale, si è rotto; oggi,
per la prima volta dal dopoguerra, le nuove generazioni rischiano di avere condizioni di lavoro e di vita
peggiori di quelle delle generazioni che le hanno precedute. Il problema non si pone solo in Piemonte,
non si pone solo in una terra che forse troppo a lungo
ha creduto che quelle parole di Valletta fossero scolpite nella pietra; il problema si pone ovunque e attribuirlo solo alla concorrenza asiatica sarebbe riduttivo. Ad entrare in crisi è il modello di sviluppo basato sulla crescita continua, sul continuo incremento dei
consumi e del prodotto interno lordo, ma poiché le
ragionevoli teorie di Serge Latou che sulla “decrescita felice” sembrano provocare l’orticaria a politici ed economisti, non ci resta che porci una domanda: cosa fare in Piemonte per garantire ai giovani un
futuro almeno degno del passato dei loro padri?
Io non sono un economista, né un esperto di diritto
del lavoro; sono uno che per mestiere racconta il
mondo e che insegna a raccontarlo; ed è proprio insegnando che cerco di dare una risposta agli interrogativi sul futuro. Davanti a me, seduti ai banchi delle
aule universitarie (quando le aule ci sono, ma questa
è un’altra storia) vedo centinaia di giovani che hanno
rinunciato ad aspirare all’eccellenza. Quando l’ascensore sociale funzionava, bastava studiare per tagliare nuovi traguardi. Oggi non basta più, occorre puntare all’eccellenza. Eccellenza non vuol dire competizione sfrenata o ambizione fine a se stessa; eccellenza significa curiosità inesauribile, coraggio nel fare
esperienze, dedizione nello studio (delle lingue, innanzi tutto). Ed è vero che il sistema della scuola e
dell’università potrebbero fare di più, ma il mondo
della rete offre, a chi voglia impegnarsi, una gamma
infinita di occasioni di autoformazione. L’impegno
individuale, è questa la vera evoluzione della specie, oggi come ieri.
La nave più grande del mondo
Alessandro Perissinotto
di
Enrico
Bassignana
La nave da crociera più grande
mai costruita
Ecco la Britannia, la nave più grande mai costruita
da Fincantieri. Varato il nuovo transatlatico britannico. Alla cerimonia c’era la regina Elisabetta II.
Il nuovo gigante dei mari della compagnia britannica
P&O del Gruppo Carnival e costruita dall’italiana
Fincantieri di Monfalcone è stata varata nel porto di
Southampton. Alla cerimonia era presente anche la
regina Elisabetta II.
La nave, con le sue 144.000 tonnellate di stazza lorda, i 330 metri di lunghezza e 38 di larghezza, le 1.837
cabine (può ospitare circa 5.700 persone compreso
l’equipaggio), è la più grande nave passeggeri varata
dalla compagnia di Trieste. Una vera e propria città
galleggiante. La Britannia è anche la più grande nave
realizzata per la storica compagnia crocieristica fondata nel 1837. Lo stesso nome Britannia ha una valenza simbolica molto importante per la regina: la
nave da crociera si chiama come lo yacht reale in
servizio dal 1954 al 1997
La Britannia è la nave più grande progettata per il
mercato vacanziero britannico. È dotata di 15 ponti
passeggeri, 13 bar, 13 ristoranti, un teatro da 936 posti, quattro piscine e una collezione d’arte di un valore pari a diversi milioni di sterline.
Il costo della nave è di 664 milioni di euro.
La Britannia è la più grande nave della storia ed è
stata disegnata esclusivamente per il Regno Unito.
Per Elisabetta II è stato un ritorno al battesimo di
un’unità britannica. Fu sempre lei, infatti, a inaugurare vent’anni fa un’altra nave da crociera P&O, Oriana, concepita per portare l’Union Jack, dipinta sulle
fiancate di prua, sulle rotte del mondo.
L’ultima nave britannica fu varata nel giugno di due
anni fa quando la Royal Princess, prima di una nuova
classe di navi extra lusso realizzata a Panzano, fu tenuta a battesimo dalla duchessa di Cambridge, Kate
Middleton, all’ultima sua uscita ufficiale prima di
mettere al mondo il suo primogenito George.
Gente di Falchera 16
Non gettate via le vecchie VHS:
potrebbero valere una fortuna
Attenzione a tenere da
conto le videocassette.
Ecco che dovremmo recuperare le care vecchie impolverate videocassette.
Ebbene, sembra che le videocassette (o VHS che dir si voglia) possano ben
presto subire la stessa rivalutazione dei vinili, sostituiti dai cd e ora nuovamente di moda.
Prima dei dvd e dei film in streaming, infatti, l’unico
supporto su cui registrare film, cartoni animati, show
o programmi tv erano le videocassette che poi, per una
questione di spazio e di praticità sono state accantonate nello sgabuzzino di casa o addirittura buttate nella
spazzatura. Ma i più nostalgici ne avranno sicuramente conservata qualcuna e adesso si preparano al momento della rivincita: basti pensare, infatti, che recentemente la versione originale di “Star Wars” è stata
acquistata sul sito di compravendita online e Bay per
più di 100 euro e alcuni ricercatissimi horror in videocassetta valgono sui 2000 euro! Un ottimo segno che
spingerà sicuramente anche i più scettici a dare un’occhiata in cantina alla ricerca del tesoro nascosto.
Eleonora D’Urbano - funweek.it
E Per Cielo un Tetto di Stelle
Per chi non l’avesse capito, il titolo di un vecchio film
è un eufemismo per indicare che ai margini di Strada
Cuorgné vicino ai campi sportivi c’è un mondo di immondizia, fermo ma che in realtà cresce giorno dopo
giorno. Nessuno fa nulla, nessuno può fare nulla; lo si
dice in giro, lo si denuncia ai giornali da parte di qualche cittadino di buona volontà, lo si riporta più volte
sulle righe di questo periodico: tutto rimane fatalmente come prima. Si guarda, si recrimina tra i denti, si
passa. Ma davvero non si può proprio fare nulla? Già,
è negli spazi poco vissuti, scarsamente controllati e in
attesa di rilancio da tempi immemori che si accumulano i rifiuti delle discariche abusive. Ce n’è per tutti i
gusti: mattoni e calcinacci provenienti da qualche ristrutturazione, gomme di auto che costava troppo per
smaltire regolarmente, elettrodomestici di tutte le forme e le misure, vecchi materassi e vestiti ormai fuori
moda, barattoli di vernici e altre misere cianfrusaglie
accantonate che fanno brutta mostra di sé. Può accadere che di tanto in tanto appaia qualcuno, chissà da dove,
che, pacificamente come nulla fosse anche se osservato rovisti in quel coacervo di pattume quasi si ritrovasse magicamente in un risorto mercato delle pulci.
L’ultimo tocco di “folklore”, in barba a tutte le preoccupazioni per la salute di chi ci abita. Gli interventi di
pulizia sono vanificati dopo soli pochi giorni. Eppure
quel tratto di strada non è in mezzo a un deserto, ma
piuttosto adiacente ad una via di grosso respiro su cui
scorre la linea 4 di cui si servono non solo cittadini
della Falchera ma utenti provenienti da fuori, i quali
per comodità parcheggiano l’auto da quelle parti. Non
è certo un bell’esempio di pulizia. “Otto anni fa fu
presentata una raccolta di firme ma che non sortì alcun
effetto”, si lamenta un residente. E continua desolato:
“La strada sopra è provinciale, quella sotto del Comune, la riva dell’ATIVA. E così nessuno fa niente. Tra
polizia e vigili nessuno vuole prendersene carico. Abbiamo proposto dei parcheggi. Come vede, tutto invano. Le telecamere pare siano spente”. Una volta la
presidente della VI Circoscrizione così si espresse: “I
problemi da noi sono maggiori perché ci sono tante
aree di cantiere e perché, essendo zona di cerniera, ci
sono ampi spazi vuoti, senza una vocazione. Combattere il fenomeno non è facile. Prima alcuni interventi
di pulizia rientravano nel contratto di servizio con
l’AMIAT. Oggi sono tutti ‘straordinari’ e molto costosi”. Un altro cittadino a capo di una associazione così
spiegò: “È un malcostume che si è accentuato con la
crisi. I muratori che lavorano in nero non possono andare a scaricare in discarica senza mostrare le ricevute. E chi può vuole liberarsene risparmiando in ogni
modo”. Così si cercano soluzioni alternative per i rifiuti: in un prato, in una strada poco trafficata o in un
cantiere dimenticato della periferia nord. Comunque
non ci sono parole per giustificare tale realtà di fatto.
Ispirandoci ora ad una famosa espressione di qualcuno, ci sentiamo di affermare: la Falchera siamo noi!
amilcare de leo
Mappa trasporti
pubblici Torino
La G.T.T. mette a disposizione dei
cittadini la nuova Mappa dei
Trasporti di tutta la città di Torino.
Chi la desidera può ritirarla gratuitamente presso la Redazione
“Gente di Falchera” in Piazza G.
Astengo n° 6 - Tel. 3494201090
Gente di Falchera 17
Se eri un bambino negli anni ’50
’60 ’70 ’80 DEVI LEGGERE!!!
1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano
cinture di sicurezza né airbag…
2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo…
3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle
porte.
5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il
casco.
6.- Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece
che dalla bottiglia dell’acqua minerale…
7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti
a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano
di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì,
noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
8.- Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari… cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile….
9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a
casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche
con il papà).
10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per
questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se
non di noi stessi.
11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e
burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo
sempre in giro a giocare…
12.- Condividevamo una bibita in quattro… bevendo
dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box,
Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali,
videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet… Avevamo invece tanti AMICI.
14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con
bastoni e palline da tennis, si formavano delle
squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non anda-
vano dallo psicologo per il trauma.
16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e
quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo,
nessuno soffriva di dislessia né di problemi di
attenzione né d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità… e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa:
Come abbiamo fatto a sopravvivere?
E a crescere e diventare grandi?
B. V.
QUELLI CHE…
Quelli che …tu li saluti e non ti rispondono…
oh yeah
Quelli che …la domenica vanno a messa e poi
rubano...
oh yeah
Quelli che non vanno a messa e non rubano…
oh yeah
Quelli che …in nome del denaro calpestano le
regole di convivenza civile…
oh yeah
Quelli che …non pagano le tasse, poi pretendono
che i servizi pubblici funzionino…
oh yeah
Quelli che …se vai per funghi dove sono loro ti
rigano la macchina…
oh yeah
Quelli che ...pensano di essere soli al mondo e non
hanno rispetto per il prossimo…
oh yeah
Quelli che ...portano il proprio cane a “pascolare”
nei prati di altri condomini…
oh yeah
Quelli che ...lasciano i cani negli appartamenti da
soli ad abbaiare giorno e notte…
oh yeah
Quelli che ...non conoscono il significato delle
parole “rispetto per gli altri”…
oh yeah
Quelli che ...usano le strade del quartiere
contromano, tanto non ci sono controlli… oh yeah
Quelli che ...Continuate voi se volete!!!
Roberto Slaviero
NON LASCIARE BORSE
E OGGETTI INCUSTODITI!
Una nostra abbonata per aprire il cancello di casa
ha posato per un attimo a terra la borsa con documenti, telefono, soldi, ecc. Un distributore delle pubblicità con carrettino mentre passava si è impadronito della borsa dileguandosi immediatamente, lasciando la signora interdetta e a bocca aperta.
FATE ATTENZIONE, NON LASCIATE
NULLA DI INCUSTODITO!!
Gente di Falchera 18
Astronomia e...
Briciole di storia...
APPUNTAMENTO
SOTTO LE STELLE
I Guaritori
a cura di Vittorio Leode del Gruppo “G. Plana”
Da dove proveniamo? Cosa
c’era prima del Big Bang?
Ecco ancora alcune delle domande senza risposte, ma il
fatto stesso della ricerca da
parte dell’uomo è motivo di
interesse, di fascino e di suggestione. Dal 7 all’11 settembre scorso, materia oscura,
raggi cosmici, astrofisica dei
neutrini, onde gravitazionali
sono stati trattati ampiamente a Torino. L’invasione di scienziati ha scelto, questa
volta, la nostra Città. Infatti 500 fisici di 38 Paesi di
tutto il mondo si sono riuniti sino a venerdì 11 settembre al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Via
Fanti per il prestigioso appuntamento biennale del
Taup: “Topics in Astroparticle and Underground Physics”. Si è trattato della principale rassegna di fisica
astroparticellare e “sotterranea” dove i cervelloni che
studiano le interconnessioni tra la fisica delle particelle, l’astrofisica e la cosmologia, cioè tra ciò che è
infinitamente piccolo e ciò che è infinitamente grande,
si sono riuniti per fare il punto sugli esperimenti intorno alla materia oscura, l’argomento forse più affascinante e non solo dallo stretto punto di vista legato alla
scienza ma anche da quello più largamente rivolto
all’imponderabile, al mistero. Forse c’è un pò di magia anche nella scienza. Esperimenti che si stanno attualmente tenendo sul pianeta, negli oceani, sotto terra
come al Gran Sasso o al Polo Sud, ma anche nello
spazio. Le conferenze sono state organizzate dalla Università di Torino, Dall’Istituto Nazionale di Fisica
molecolare, dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso,
dall’Istituto Nazionale di astrofisica, dal Centro Universitario di fisica spaziale. E con questi numeri “è
stata la più partecipata delle 14 edizioni biennali che
si sono tenute in tutto il mondo, da quando l’iniziativa
nacque nel 1989 su ispirazione del fisico torinese Alessandro Bottino” ha spiegato il professor Nicolao Fornengo del Dipartimento di Fisica dell’Università di
Torino e dell’Istituto di Fisica Nucleare.
Ognuno di noi è un’opera d’arte.
Non sarà mai amata da tutti,
ma per chi ne coglierà il senso
avrà un valore inestimabile.
A. G. Battantier
a cura di Ricciardetto
Fino dall’antichità la
gente di montagna, delle
campagne, Monferrato e
Langhe, comprese le
classi popolari più povere adottavano per preservare la propria salute sistemi che si differenziavano da quelli degli strati sociali più abbienti, spesso
con risultati migliori in quanto la loro medicina era
più vicino alla natura. I metodi di cura popolari si basavano in buona parte sulla figura carismatica del guaritore o della guaritrice per poter curare anche con la
parola ed il convincimento i propri pazienti. E il paziente li considerava uno di loro ma con poteri particolari, magici, quasi sovrannaturali, e ancora più benefici di quelli del vero medico, di cui spesso non si
fidavano, anche perché era spesso difficile da contattare. La medicina popolare ha, da sempre, una impostazione diversa rispetto a quella ufficiale, perché i
suoi principi sono basati sulla natura e sulla ritualità:
la ritualità di porre le mani, quella di avere a disposizione un indumento del paziente, quella della parola,
della preghiera e quant’altro. C’è anche una concezione diversa di malattia fra le due medicine: la medicina
ufficiale vedeva la malattia come ciò che aggrediva la
persona dall’esterno, mentre la medicina popolare considerava la malattia come un qualcosa che proveniva
dall’interno. Così avveniva una caduta delle difese dell’organismo che permetteva al male di avere il sopravvento e di “possedere” la persona; da qui altri riti
contro ad esempio la possessione, la fisica, la fattura,
i demoni, etc. I guaritori consideravano curative le applicazioni medicinali di molte erbe e piante; tali conoscenze si tramandavano di generazione in generazione
dalla notte dei tempi. Allo stesso tempo scoprivano
nuove formule e pratiche attraverso la sperimentazione che per la gente e per la chiesa talora apparivano
come metodi vicino alla magia. I guaritori, in parte,
sono stati ancora attivi e operosi nelle campagne piemontesi sino quasi alle soglie del duemila. Ancora nel
tardo Settecento alcuni di essi avrebbero potuto incappare nelle arroventate maglie dell’Inquisizione. A
poco a poco queste figure di guaritori, come è giusto
che sia, stanno ormai totalmente scomparendo se non
addirittura già scomparsi.
Ci vuole un gran fisico per
correre dietro ai sogni.
Gente di Falchera 19
Stefano Benni
La narrativa
a cura di
Rita
Voyat
La storia del mondo
C’era una volta una topolina che voleva diventare la regina degli
animali. Si fece costruire un trono di mollica
di pane e una corona con
la carta dei cioccolatini
poi dichiarò: «Sono la
regina degli animali!
Quadrupedi, bipedi,
alati e striscianti sono
tutti invitati a rendermi ubbidienza, onore, omaggi e a
farmi un regalo per il mio compleanno!». La notizia si
diffuse in fretta, perché gli animali sono dei grandi
pettegoli. Le prime ad arrivare furono le api che, in
fretta e furia, omaggiarono alla regina un pò di miele
ronzando e borbottando: «Con tutto quello che abbiamo da fare! Ci mancava anche questo! Comunque noi
abbiamo dato e chi s’è visto s’è visto….».
Due tortore color caffelatte non riuscirono a trattenere una risatina: «Una regina con i baffi!»
Pian piano arrivarono altri animali, che non avendo
niente di meglio da fare, prestarono omaggio alla regina. Giunse anche una bella volpe rossa, che invece di
fare la riverenza alla regina, sogghignando se la pappò. E già che c’era si mangiò anche il trono. Poi si
fece fare un bel trono di legno scolpito dai castori e
dichiarò: «Adesso la regina sono io!». Le scimmie
adulatrici gridarono: «Urrà!»
Dopo qualche giorno arrivò una grossa tigre dall’aria
sorniona che ad andatura felpata si avvicinò a Regina Volpe, sorrise melliflua e la sbranò. Poi si voltò e
con gli occhi che mandavano lampi d’oro proclamò:
«Il re sono io! Cominciate pure a portare i regali!»
Dopo un pò di tempo, con un fracasso formidabile,
arrivò alla reggia un mastodontico elefante che, giunto davanti alla tigre, la schiacciò. E appiattì anche il
trono. Poi barrì minaccioso:
«Il re sono io! Tutti i miei sudditi facciano tre urrà
per Elefante 1° Magno!». E si fece costruire un trono
di pietra adeguato al suo enorme posteriore. Gli uomini della savana si accorsero di tutto il trambusto
provocato dagli animali e arrivarono per curiosare.
Quando seppero che l’elefante si era proclamato re,
lo attaccarono con lance e spade, lo fecero a pezzi,
che arrostirono e mangiarono con le patate dolci. Poi
misero sul trono il loro capo.
Gli uomini del mare ne sentirono parlare e arrivarono
in forze, gridando: «Noi siamo i più forti! Dobbiamo
regnare noi!». Gli uomini della savana si schierarono
a difesa del loro re e ne venne fuori una battaglia con
morti e feriti. Vinsero gli uomini del mare e il loro
capo divenne re.
Gli uomini del deserto, selvatici e crudeli, arrivarono quasi subito con i loro cammelli e le lunghe scimitarre e fecero strage degli uomini del mare. Il loro
capo si sedette sul trono e fu acclamato re. Il suo
regno durò poco. Gli uomini delle città si coalizzarono e mossero contro il regno degli uomini del deserto. Questa volta la battaglia fu terribile. Rimasero
solo pochi sparuti abitanti che misero un bambino sul
trono e dissero: «Il re sei tu!», ma in quel momento
davanti al trono passò una topolina, il Re Bambino si
spaventò e scappò via piangendo. La topolina salì
sul gran trono vuoto, si sedette e disse: «Sono la regina degli animali!». Dopo tanto sangue e tanti morti
tutto tornò come all’inizio.
Ne valeva la pena?
B.U.
UN VIAGGIO NELLA NOSTRA
a cura
di Remo
CIRCOSCRIZIONE Andreasi
Omaggio alla memoria
La Strada del Francese
Come molti sapranno, è vicino a casa nostra infatti è
situata all’angolo di Strada comunale del Villaretto
e prosegue sino a raggiungere Strada dell’Aeroporto. Perché si chiama così?
Ricorda il passaggio delle
truppe francesi, al tempo
dell’Assedio di Torino nel
1706, quando occuparono
e saccheggiarono il Villaretto ma di seguito dovettero ritirarsi. Difatti persero la guerra grazie alla strategia di Vittorio Amedeo II, detto la volpe savoiarda.
I francesi si sbandarono, si dispersero e si ritirarono
verso ovest percorrendo proprio quel tratto di strada
che prende appunto il nome “del Francese”, abbandonando tutto il materiale bellico. Proprio lungo quel
medesimo tratto, a circa metà strada nell’entroterra
quasi dirimpetto alla cascina Lamarmora, appare
l’antica cascina del Francese. Pare fosse stata acquistata, dopo la guerra, da un anonimo ufficiale francese da cui il nome originario. Pare sempre che egli si
fosse già subito innamorato del Piemonte e soprattutto della bontà della terra di queste parti.
Gente di Falchera 20
INVITO ALLA MOSTRA
di
Rita
Miglia
Lino, Lana, Seta, Oro.
La prestigiosa
cornice di Palazzo Madama
a Torino ospita fino al 16
novembre,
una singolare
rassegna interamente dedicata all’arte del ricamo attraverso i secoli. Pratica
antichissima e nobile che nel corso del tempo ha
utilizzato ogni tipo di filato vegetale o animale,tinto
o naturale, arricchito spesso da materiali preziosi
come oro, argento, corallo, perle, vetro, o, più recentemente pailettes metalliche o in gelatina, il ricamo deriva il suo nome dall’arabo “raqun”, segno, che
significa disegnare ad ago.
Originariamente diffuso in Oriente e nel bacino del
Mediterraneo, nel corso del Medioevo prende piede
anche in Europa e coinvolge in egual misura uomini e
donne. Basti pensare che nel XIII secolo a Parigi operavano oltre 200 mastri ricamatori di ambo i sessi.
Solo nei secoli
successivi,
l’organizzazione corporativa
dei mestieri affida agli uomini la titolarità
delle botteghe,
ma il ricamo comincia a diffondersi presso i monasteri femminili, come luogo di produzione organizzata e successivamente si diffonde come attività domestica, esclusivo intrattenimento di nobildonne, ma anche esercizio pratico ed educativo per ragazze.
La rassegna allestita nella sala Atelier di Palazzo
Madama, presenta oltre sessanta pezzi provenienti
dalla propria collezione, con una scelta che spazia
dai ricami sacri medievali agli abiti danzanti degli
anni Venti, arricchiti da un prestito d’eccezione: un
incantevole
abito baiadera di Gianfranco Ferrè
totalmente ricamato in cristalli Swarovski e canotti-
glie. Lungo il
percorso
espositivo si
possono ammirare ricami
in seta e oro,
da un prezioso san Cosma
in “or nuè”, ai
ricami in lino
bianco dei
monasteri
svizzero tedeschi, fino a quelli in lana colorata per i
tessuti di arredo, particolari della zona di Zurigo e
Schiaffusa del Cinque-Seicento. Ma uno sguardo curioso meritano anche i fiori e le racailles che decorano i tessuti e gli accessori di abbigliamento tipici del
Settecento: dalle pettorine alle borsette femminili; dai
corpetti a trapunto alle marsine, ai gilet, fino ai copricapo da uomo.
Tra le particolarità in mostra, un cenno merita l’antico cappuccio da piviale risalente alla fine del XIII
secolo, o il sorprendente frammento di stolone di piviale con allegri teschi infiocchettati, realizzato in
Spagna intorno al 1590. Più o meno allo stesso periodo risale il complesso ricamo svizzero tedesco che
unisce la raffigurazione della parabola
delle “Vergini
sagge e delle
Vergini stolte”
alla raffigurazione degli
Evangelisti e
delle stagioni. Accanto ai ricami, uno sguardo merita
senz’altro la raccolta di “imparaticci”, ossia i riquadri di tela lavorati nei secoli dalle ragazze per esercitarsi e raccogliere modelli di punti per ricamo e
rammendo, che illustrano l’antico uso di “imparare
l’arte”. Tra le rarità dell’esposizione, spicca un raro
quaderno manoscritto di disegni per ricami a inchiostro e tempera del 1538, accanto alla preziosa collezione di agorai in smalto, avorio e microintaglio ligneo risalenti al periodo dal XVII al XIX secolo.
Chiude la rassegna, uno sguardo al futuro con i campioni di ricamo di Pino Grasso, proposti per le creazioni dei grandi stilisti italiani.
La rassegna “Lino, lana, seta, oro. Otto secoli di ricami” resterà aperta a Palazzo Madama fino al 16
novembre, con orario dalle 10 alle 18, escluso il
martedì.
Gente di Falchera 21
Il piacere di leggere
a cura di
Adriana
Scavello
La nostra affezionata lettrice Lina
Signorini ci propone la seguente lettura:
“Se chiudo gli occhi”
di Simona Sparaco.
Viola nella vita ha imparato molto bene una
cosa: a nascondersi.
I vestiti di una taglia
troppo grande, un impiego ben lontano
dalle sue passioni di
bambina, quando inventava storie e le appuntava su fogli di carta, un bravo ragazzo
come marito, con cui
forse l’amore non c’è
mai stato.
Poi un giorno, mentre
sta sviluppando alcune
fotografie nel negozio
dove lavora, si fa largo tra la folla del centro commerciale un uomo alto e dinoccolato, ancora bello
nonostante l’età: è suo padre, l’artista famoso, l’irregolare, l’eterno bambino. È tornato, è venuto a cercarla per proporle un viaggio nella loro terra d’origine e per dirle qualcosa di molto importante.
Ma come fidarsi un’altra volta dell’uomo che l’ha
abbandonata? Come credere di nuovo a una delle sue
funamboliche storie? La tentazione però è troppo forte
e Viola accetta. Mentre un paesaggio innevato scorre
oltre il finestrino, l’inaspettata sincerità di quell’uomo disarmato inizia a far breccia nelle difese di Viola e quando insieme arrivano alle pendici dei Sibillini, dove è custodito un antico segreto, una nuova forza la travolgerà: la forza dell’amore, che Viola non
ha mai conosciuto, della verità, del perdono, di un luogo che la chiama a sé con la sua luce misteriosa e
avvolgente. È un viaggio davvero magico se il prezzo della felicità è abbandonarsi con gli occhi chiusi
al potere della vita che è pronto ad accoglierci.
Lina Signorini
Ogni singolo gesto donato non è mai
tempo sprecato. Una carezza.
Un abbraccio. Un sorriso.
Di tutto rimane traccia. (M. Travaglino)
RICORDO
L’ultimo Partigiano
Ci piace ricordare così Renato Mattio, deceduto il 25
luglio. D’altra parte stanno
a poco a poco scomparendo
i vecchi, i veri partigiani
come lui. Una vita spesa per
il lavoro e la famiglia, una vita spesa per non dimenticare il suo passato di combattente, in nome
della libertà e della giustizia. Collaboratore del
giornalino da sempre, ha messo a disposizione la
sua lunga esperienza di uomo, di cittadino e lo
spirito della sua intramontabile fede nella partecipazione di un determinato periodo storico di cui
si compiaceva di essere stato partecipe. Spesso
le sue lettere e le sue riflessioni, vergate con semplicità e a mano su intramontabili fogli di protocollo, miravano da una parte a sollecitare i giovani al risveglio delle loro coscienze per una società migliore, dall’altra tentavano di suggerire
risoluzioni ai vari problemi sociali e politici del
quartiere in vista della sua riqualificazione.
Ha rappresentato degnamente quella generazione
di anziani, di pionieri che, nei primi Anni Cinquanta, hanno “toccato terra” alla Falchera la cui
freschezza e genuinità di allora è rimasta sempre
viva e palpitante nei loro cuori. Indimenticabile,
ci confessava, la struttura del gioco delle bocce
che lui e altri condomini avevano costruito all’altezza di Via dei Frassini 27 ove ha abitato con i
suoi cari tutta la vita, per ritrovarsi insieme ai
vicini, soprattutto nelle sere d’estate, intorno a una
“pinta” di vino: tripudio di voci e di risate. Diceva: “Eravamo, è vero, più poveri, ma ci conoscevamo tutti, eravamo tutti amici”, un piccolo mondo antico che ora non c’è più. Non si è perso mai
d’animo, nonostante il dolore per la perdita prematura di Rosina, sua moglie. Ha ritrovato forza
impegnandosi a dialogare con i giovani e con le
scuole per trasmettere momenti di vita e di lotta
al tempo della Resistenza, quando sulle montagne
del Piemonte, Renato classe 1925 sotto il nome di
battaglia “Sommariva”, si prodigava con altri
compagni a liberarsi dal giogo della dittatura.
Lo abbiamo visto, per l’ultima volta, ancora fiero
ma appesantito dagli anni, accanto al cippo di str.
Cuorgné a commemorare il 25 aprile scorso, appoggiato al fedele bastone per una ferita riportata
ad una gamba proprio in battaglia. Forse proprio
quella gamba, chissà, l’ha tradito non avendolo
retto nella fatale caduta in casa. Alla cerimonia
religiosa è stata presente una delegazione dell’A.N.P.I. di Barriera di Milano con a capo il suo
presidente, Francesco Vercillo. Vorremmo concludere il nostro omaggio a Renato con le brevi ma
toccanti parole conclusive della figlia Cristina pronunciate in chiesa tra le lacrime: “Sei stato un
buon padre. Grazie, ciao papà”’.
Gente di Falchera 22
ANNIVERSARIO
Il 26 settembre 2014 è mancato Traisci Francesco, amico e
collaboratore della redazione.
Ad un anno dalla sua scomparsa lo ricordano con immenso
amore la moglie Maria, le figlie Lara e Milena: ci manchi tanto.
ANNIVERSARIO
Cosentino Antonio, figlio mio oggi 13-10-2015
sono già passati cinque tristissimi anni, da quando ci hai lasciato non è più come prima.
Mi portavi allegria e buon umore nella mia casa,
tavolate con i tuoi fratelli e nipoti. Aiutami ad
andare avanti e ad affrontare le difficoltà della
vita, ricordati che nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta. Non ti abbiamo
perduto, dimori prima di noi nella luce di Dio...
La tua mamma Carmela, tuo padre Giuseppe,
tuo fratello Michele e Alessandro, le cognate
Mirella e Paola, nipoti tutti... ciao Giorgio veglia su di noi, cuore di mamma.
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Lino manutenzione e servizi reperibile allo:
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CI HANNO LASCIATO:
28/07/2015 Salso Francesco
Via degli Ulivi 68
23/08/2015 Di Giovanni Antonino
Via delle Querce 67
31/08/2015 Lupino Michele
Via degli Abeti 25
14/09/2015 La Motta Giuseppe
Via delle Querce 81
19/09/2015 Indovino Maria Giuseppa
Via dei Faggi 11
23/09/2015 Giribaldi Giuiseppe
Via dei Tigli 20
di anni 84
di anni 92
di anni 83
di anni 83
di anni 102
di anni 68
CROCE ROSSA ALLA FALCHERA
Desidero ricordare a tutti che il servizio di misurazione della pressione continua a essere operativa con i soliti orari: il martedì presso il Centro d’Incontro alla Falchera Nuova dalle ore 16
alle ore 17; il venerdì presso la Redazione
“Gente di Falchera” in piazza Astengo 6 dalle
ore 16 alle ore 17 e al circolo ACLI dalle ore
17 alle ore 18. Per informazioni mi trovate al
numero 3358026904.
Un saluto e vi aspetto numerosi!
Crocilio Ricci
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DIETRO CASA
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Numero Verde 800180791
Gente di Falchera 23
Hanno collaborato a questo numero:
Remo Andreasi, Enrico Bassignana, Ugo Bonalberti, Giacomo Chissotti, Eleonora D’Urbano, Giovanna Ferraris, Emilio Ghirardi, Vittorio Leode, Massimiliano Irenze, Valeria Picca, Claudio Raffaelli,
Gioia Raro, Ricciardetto, Alessio Salpietra, Adriana Scavello, Livio
Scremin, Carolina Sereni, Lina Signorini, Roberto Slaviero.
Gli eventuali contributi potranno essere versati direttamente presso la Redazione, in Piazza G. Astengo 6.
Orario di Redazione dal lunedì al venerdì:
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Un ringraziamento particolare a tutti
i sostenitori, inserzionisti e agli amici che
ci aiutano nella distribuzione del giornale.
Sostenitori “GENTE di FALCHERA”
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Kpoh Augusta
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Dalena Flavia
Gozzelino Maria
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