Ottobre 2015 - Gente di Falchera
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Ottobre 2015 - Gente di Falchera
GF ente di OTTOBRE 2015 o t i u b i r t s i d e l a n r i r Gio o t i n e t s o S i l o s ai e... DINTORNI ALCHERA ANNO 22° - N° 10 P ERIODICO I NDIPENDENTE S UPPL . A.S.I. R EG . T RIB . 4227/90 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE ALL’INTERNO EDITORIALE di AMILCARE DE LEO La Solitudine di una Periferia G Festa patronale S. Pio X SOMMARIO 40° Anni di Sacerdozio Festa Patronale S. Pio X La Festa dei Vicini Concerto MITO a S. Pio X Intervista a... Attenzione alle truffe!! I lettori scrivono Gli architetti e il futuro... L’urlo di una foto Come eravamo Regolamento di Polizia Urbana L’angolo della poesia Psicanalisi e dintorni L’evoluzione della specie Curiosità E per cielo un tetto di stelle Se eri un bambino degli anni... Astronomia / Briciole di storia... La narrativa Viaggio nella Circoscrizione Invito alla mostra Il piacere di leggere Silent Key pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 8 pag. 8 pag. 9 pag. 10 pag. 11 pag. 12 pag. 13 pag. 15 pag. 16 pag. 16 pag. 17 pag. 18 pag. 19 pag. 20 pag. 20 pag. 21 pag. 22 pag. 23 ià usammo questa espressione per significare che la borgata Falchera vive, oggi più di ieri, un isolamento sociale e strutturale, per cui allora si creò un certo malumore da parte di chi proprio non la pensava come noi, quasi per dire: “meglio soli che male accompagnati”. Non a caso difendemmo i progetti del Piano Città, favorevoli a che la nostra borgata possa aprirsi a ulteriori “frontiere” con una nuova urbanizzazione e con rinnovati servizi. Ci riferivamo alla prossima costruzione di alloggi alla Falchera che permetterebbero, secondo noi, una maggiore espansione del territorio capace di acquistare, finalmente, vera fisionomia di “città” piuttosto di essere ancorato anacronisticamente a quella superata concezione di “paese”, vaga aura da cui è avvolta ancora la Falchera. Dobbiamo tuttavia rispettare tale convinzione o sensazione perché è quella che sentimentalmente più tocca le corde del nostro cuore anche se poi di fatto ci rendiamo conto che attualmente, per mille ragioni legate allo sviluppo delle periferie, non è più così. Il processo di trasformazione urbana per la riqualificazione fisica, ambientale, funzionale e sociale dell’area Nord rappresenta per la Città di Torino la sfida dei prossimi anni. Negli ultimi due decenni la Città è stata al centro di un ampio e profondo processo di trasformazione, fondato da una parte sulla riconversione delle aree industriali dismesse e su grandi interventi infrastrutturali tesi alla riorganizzazione del sistema della mobilità; dall’altra su interventi integrati di riqualificazione urbana delle aree degradate e delle periferie. È comunque corretto constatare che in seno al quartiere c’era, e forse c’è ancora, una parte degli abitanti ancora avversa alla realizzazione di nuove case ritenendole uno spreco a fronte di quanto invece si dovrebbe spendere per migliorare il presente. Non volendo demolire la validità in parte di tali opinioni ne Gente di Falchera 1 segue a pag. 7 40Anni di Sacerdozio Il mistero più grande della vita, credo sia la vita stessa. Era il 4 aprile 2004 e Don Adelino iniziava la sua esperienza nel nostro quartiere, a Falchera. Qualche giorno dopo arrivò per me il momento di festeggiare la mia Prima Comunione. Comunione, mettere in comune, condividere. Ero forse troppo piccolo per comprendere il vero significato di queste parole, probabilmente lo sono ancora oggi e sicuramente impiegherò tutta la mia vita per interiorizzare questo concetto. Mettere in comune, ma con chi? È la vita e, per nostra fortuna, esiste qualcuno più grande di noi. Qualcuno che ci conosce e riesce ad affiancarci le persone giuste al momento giusto. Così, ormai più di dieci anni fa, la mia strada (e quella di molte persone) e quella di Don Adelino si sono incrociate. Il rapporto con Don Adelino non è sempre stato “rose e fiori”, sia chiaro, ma riguardando indietro in questi anni sono sicuro di aver imparato molto e in tutte le occasioni, le più belle esperienze e i momenti dove le nostre vie sembravano prendere direzioni differenti. Siamo così giunti a settembre del 2015 a quaranta anni dalla sua ordinazione sacerdotale. Una ricorrenza così importante non poteva che essere occasione di grande festa. I preparativi sono durati parecchio tempo, ma il risultato è stato eccezionale. Suor Laura si è messa al timone dell’organizzazione e ha dipinto, ovviamente di nascosto, un crocifisso di oltre tre metri con un risultato strabiliante: un’opera d’arte impregnata dell’amore con cui è stata realizzata, che ne fa innamorare a sua volta chi la osserva. La Santa Messa è stata molto intensa ed emozionante: un coro speciale ha accompagnato tutta la celebrazione con canti emozionanti e durante l’offertorio la comunità, vicina a Don Adelino in questo giorno speciale, ha portato diversi doni al nostro parroco. Anche i giovani, presenti in gran numero, hanno partecipato con emozione a questo giorno di festa colorando la Santa Messa con le magliette blu degli animatori. Proprio a contatto con i giovani ha trascorso il pomeriggio Don Adelino fino a cena, quando è stata servita la pizza ai presenti. Dopo cena i giovani, sempre sotto la guida dell’instancabile Suor Laura, hanno inscenato uno sketch di cabaret che trattava, da prospettiva chiaramente comica, la storia dei dodici apostoli. A seguire un video montato proprio per questa occasione ha raccontato, facendone un sunto, la vita e le esperienze di Don Adelino, che ha ringraziato pubblicamente tutta la comunità per questi festeggiamenti inaspettati. Credo che lavorare a stretto contatto con Don Adelino in questi ultimi anni sia stata per me una grande fortuna. Crede davvero in quello che fa, crede davvero nell’educazione dei giovani: questo porta spesso la sua immagine sotto una luce negativa ad occhi poco attenti, ma questo non gli impedisce di proseguire. Educare, dal latino ex ducere, trarre fuori, a volte può essere una medicina amara ma necessaria. A volte bisogna prendere alcune decisioni pensando al futuro, non al presente e men che meno al passato e questo può far male. Ma chi sceglie di dedicare la propria vita ai giovani e alla loro educazione lo sa, lo deve sapere. Capita che non se ne possa fare a meno, e questo fa male a chi viene educato tanto quanto a chi educa: la relazione educativa è una relazione bidirezionale e spesso il maestro impara più che l’allievo. Non posso fare altro che ringraziare Dio per questa opportunità, quella di camminare al fianco di un grande educatore. E ringraziare Don Adelino. Gente di Falchera 2 Alessio Salpietra Festa Patronale S. Pio X Il cuore della Festa Il gradevole sole di settembre dà una mano alla Festa Patronale “San Pio X”, corredata da amabili intrattenimenti e gustose sorprese. Come ogni anno in verità la Festa è ricca di iniziative e attività, ma questa volta, chissà perché, avvertiamo “qualcosa di nuovo nell’aria”, un brio in più per alcune novità che vale la pena di ricordare. Forse perché tutti ci sentiamo più uniti in seno alla comunità parrocchiale, forse perché viviamo con don Adelino la gioia del suo quarantesimo anniversario di sacerdozio o forse perché quel nuovo crocifisso che si erge alto in chiesa sofferente ma anche sereno, costruito dalle mani sapienti di alcuni fedeli, ci parla di rinnovate speranze. Domenica 20, dopo la messa solenne delle 10, una processione composta da una lunga fila di persone ha accompagnato per le vie la statua del santo patrono dal volto dolce, bonario ma insieme austero, peculiarità quasi fisiche di un pontefice che fu misericordioso e razionale. Ma è soprattutto il caldo pomeriggio della domenica stessa a donare, per molti inaspettatamente, le ore più liete. Sfrenata e all’insegna della musica più “rapace” così congeniale al gusto dei giovani e ugualmente aprezzata dalla sobrietà degli adulti, gli intrepidi ballerini dell’Associazione “Olimpo”, tra cui campeggia la maestria di Katiuscia e Gioia, che si esibiscono in balli hip hop coinvolgendo il pubblico grazie all’animazione della Crew “Elektro Teatro”, meritando davvero caldi applausi. Segue il momento più magico e fascinoso con l’elezione della 1° edizione di Miss Falchera, una vera e propria chicca della Festa offerta generosamente dalla fanta- sia delle madrine: Wilia e Rossana. Agli occhi del pubblico, caloroso e partecipe, sfilano con grazia ed esperienza come fossero in TV, mirabili, avvenenti giovani signore, avvolte in sfarzosi abbigliamenti e presentate dall’abile Gioia Raro, come sempre in perfetta forma. Le concorrenti sono: Aprile Quiroja, Cristina Santana, Marina Bonzano, Caterina Usai, Anna Damicis, Pia Ferracin, Rosanna P re v i t i . Dopo ancora qualche esitazione da parte della Miss Falchera Anna Damicis giuria essendo difficile la selezione, le concorrenti sono tutte belle, ecco finalmente la miss Falchera over 30: Anna Damicis ; e la reginetta under 30: Marina Bonzano . Un battimano scrosciante rafforza la scelta con il calore di un entusiasmo generale soprattutto quando le vincitrici, La Reginetta Marina Bonzano emozionate, salutano e ringraziano con tanto di fascia e coroncina sul capo: evviva, miss Falchera 2015! Conclude il lungo pomeriggio un brillante giuoco per tutte le età: la tombolata del dolce, veramente per tutti i gusti... Infine i “Dejavu” (Sergio e Patrizia) propongono una serata danzante, sempre molto apprezzata particolarmente dai “giovani” della III Età, in cui si alzano voci festose e note musicali fino a perdersi nella notte. Gente di Falchera 3 Foto ricordo LA FESTA DEI VICINI La festa dei vicini quest’anno è arrivata a settembre. Sabato 12 infatti la piazza di Falchera ha ospitato la famosa festa europea che celebra i vicini di casa e crea l’occasione per essere “vicini” per davvero, passando un pò di tempo insieme! Nel pomeriggio il Falklab, insieme all’Oratorio San Pio X e all’associazione Judo Tomodachi, hanno animato i bambini e ragazzi con una serie di giochi a stand, dal bowling al twister, non solo per muovere braccia e gambe, ma anche il cervello, grazie a divertenti rompicapo, ideati dagli educatori del DoposcuolaBus. L’associazione L’Olimpo ha poi intrattenuto grandi e piccini con esibizioni di danza, dall’hip hop al dancehall, dal house al latino americano, mentre l’associazione Tomodachi ha ospitato nella palestra i Giochi sul Tatami. Insomma tanti stimoli e proposte dedicati ai giovani e ai bambini offerti da tutti e per tutti, collaborando insieme nello spirito del buon vicinato. All’ora dell’apericena poi tutti i vicini falcheresi hanno brindato insieme con un lauto apericena, offerto dal Comitato per lo Sviluppo della Falchera, dal Circolo Garcia Lorca e da tutti quelli che hanno portato e condiviso il proprio piatto, creando un buffet interculturale, dalla Romania al Perù, passando per tutte le regioni d’Italia! Accostandosi all’iniziativa promossa da ATC, sono state infatti raccolte le ricette dei diversi piatti che le mamme e nonne falcheresi hanno preparato per la festa. Le ricette, insieme alla foto delle cuoche e le loro storie, andranno a costruire un libro di cucina, insieme ad altre nei vari quartieri di Torino. I volontari del Tavolo Sociale insieme ai volontari delle varie associazioni, Comitato Spontaneo Falchera Villaretto Zona E2, il Circolo ACLI, il Centro D’Incontro e l’ass. Gente di Falchera hanno seguito tutta l’organizzazione della festa. Non sono naturalmente mancati gli ospiti istituzionali, dalla Presidente di Circoscrizione Nadia Conticelli al Presidente dell’ATC Marcello Mazzù, promotori e rappresentanti della festa per la Città di Torino e l’Agenzia Territoriale per la Casa. L’occasione della Festa dei Vicini è stata inoltre perfetta per dare il benvenuto a quelli che saranno i nostri futuri nuovi vicini di casa. Pasquale Cifani vice presidente della cooperativa Di Vittorio e Emanuele Ferragatta della cooperativa Synergica, si sono presentati al quartiere illustrando il progetto che vedrà sorgere i nuovi alloggi vicino al futuro Parco Laghetti. Cifani ha spiegato che gli alloggi, in affitto a canone agevolato, saranno destinati principalmente ai giovani e a giovani famiglie e soprattutto a quelli originari del quartiere, che per varie ragioni si sono allontanati dalla zona e desiderano ri-avvicinarsi. Buon Vicinato a tutti e arrivederci alla prossima festa! Gioia Raro Apertura Nuova Attività MONDO TÈ dove potrai trovare: Tè bianco, Tè verde, Tè giallo, Tè oolong o blu, Tè nero, Tè Pu-erh, Tè aromatizzato, Tè all’acero (Maple Tea), Rooibos (Tè rosso), Tè bio, Accessori, Tisane, Infusi, Cioccolata, Zucchero, Miele, Marmellate, Confetture, Composte, Dolci, Spezie. Via Carlo Alberto 77 - 10040 Leinì (To) Tel. 011-2077316 / [email protected] Lun-Sab 9.00-12.30 / 15.30-19.30 Giovedì chiuso Gente di Falchera 4 Concerto MITO a S. Pio X Anche quest’anno è giunta a Falchera presso la chiesa di San Pio X la rassegna MITO (ad ingresso gratuito) che dal 2007 (prima era Settembre musica) promossa congiuntamente dalle Città di Torino e di Milano. L’organizzazione del Festival a Torino è affidata alla Fondazione per la Cultura, presieduta da Piero Fassino. La splendida serata ha avuto come interpreti i maestri Roberto Issoglio e Stéphanie Vuillermoz che hanno eseguito a quattro mani al pianoforte, musiche di Wolfgang Amadeus Mozart e Claude Debussy. Il metodo a quattro mani nacque, originariamente, come metodo didattico per avvicinare i giovani pianisti alla musica. Nonostante queste radici poco illustri, tale formazione ebbe a partire dal XIX secolo un ruolo determinante per la veicolazione della musica sinfonica. Essendoci spesso necessità logistiche che non permettevano l’utilizzo di orchestre sinfoniche, fu grazie a tale pratica che la musica sinfonica si introdusse nei grandi salotti ottocenteschi. Vorrei soffermarmi ancora sulla peculiarità del pianoforte a quattro mani. Un pianista solista è costretto a passare molte ore al giorno sul proprio strumento in completa solitudine. Altri strumentisti (ad arco ad esempio), invece hanno la possibilità di studiare in gruppo e quindi sono in compagnia, parlano e condividono le passioni. Un pianista, quindi suonando a quattro mani o in duo pianistico, può riservarsi anche questa “piacevolezza”. Nessun altro strumentista può condividere il suo stesso strumento con un collega; in tal modo si instaura un rapporto unico poichè bisogna condividere uno stesso spazio, bisogna sapersi adattare alle esigenze fisiche ed emozionali dell’altro. Il numeroso pubblico presente al concerto ha calorosamente applaudito i due grandi pianisti della serata che hanno eseguito la Sonata in si bemolle maggiore KV 358, la Sonata in do maggiore KV 521 e cinque variazioni in sol maggiore KV 501 di Mozart e la Petite Suite di Debussy. nota: KV indica KöchelVerzeichnis (Catalogo Köchel in tedesco) che era l’elenco in ordine cronologico di tutte le composizioni musicali di Mozart . Esso prende il nome da musicologo Ludwig von Köchel. Franco Mantione Dal Liceo Scientifico “Giordano Bruno”’ OCCHIO AL TAPPO Al Liceo Giordano Bruno iniziativa ecologica e solidale. Da molti anni il nostro Liceo, accanto alle molte iniziative di sensibilizzazione ambientale, è impegnato nella raccolta dei TAPPI DI PLASTICA! Studenti, docenti e tutti coloro che lavorano nella scuola raccolgono i tappi per solidarietà e rispetto dell’ambiente. Perché separare le bottiglie di plastica dai tappi? Il tipo di plastica con cui vengono prodotti questi due oggetti è differente, diverso è il sistema di riciclaggio, diverso è quello che si può produrre con il materiale riciclato. Nel nostro Liceo, la raccolta di tappi di bottiglie in plastica, tappi di flaconi di detersivi, tappi di dentifrici o bagnoschiuma serve a finanziare iniziative dell’Associazione APRI, che si occupa di promuovere la ricerca scientifica contro le malattie degenerative della retina, organizzare attività per i disabili visivi, favorire il sereno inserimento sociale e scolastico dei disabili visivi, creare iniziative di sensibilizzazione. Un piccolo gesto per due validi scopi: rispettare l’ambiente e aiutare i disabili visivi dell’associazione APRI. Chi volesse partecipare al progetto può chiedere informazioni al nostro Liceo o all’Associazione APRI. Nei prossimi mesi vi racconteremo altre iniziative ambientali della nostra scuola. Progetto RRR (Riciclo, Riuso, Risparmio) Gente di Falchera 5 Giovanna Ferraris 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 12345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121 a cura di Amilcare De Leo L’INTERVISTA A... ...Suor Laura dell’Ordine Suore delle Carità D. R. D. R. R. D. R. D. R. D. R. D. R. D. R. Da quanto è alla Falchera? Da ben 12 anni. Tanti vero? E prima di venire da noi? Da Robbio (Pavia), ma io sono veneta, nativa di Massanzago provincia di Padova e provengo da una famiglia contadina. D. Qual è stata la sua impressione quando è giunta alla Falchera? Meravigliosa, mi creda, nello scoprire tanta natura, tanto verde. Mi è sembrato di tornare bambina nella mia terra. Appartiene alle Suore della Carità. Ci dica qualcosa sull’Ordine. Con piacere. L’Ordine è stato fondato da Santa Giovanna Antida Thouret, francese, nel 1810 a Napoli, sotto il re Murat, per interessamento della madre stessa di Napoleone. La nostra fondatrice fu una donna umile, semplice, imparò tardi a scrivere, ma fu sempre protesa al sapere, non trascurando mai la passione religiosa che sapeva infondere con grande umanità. Talora sofferente a causa della salute, si occupò sempre di assistere, con profonda dedizione, poveri e malati. Morì nel 1826, non aveva ancora sessant’anni. Noi ci ispiriamo al suo esempio e al suo insegnamento. Lei è maestra di scuola materna. Sì, ho sempre amato stare con i bambini e in seguito la mia vita di suora non ha fatto che sviluppare questa tendenza all’educazione e all’insegnamento. Devo tutto alla mia scelta. In che senso? Come dicevo ho sempre coltivato il desiderio per l’insegnamento ma non potevo realizzare tale sogno perché la mia famiglia non era abbiente. La ferma volontà di farmi suora, con il passare degli anni, ha fatto sì che potessi realizzare le mie aspirazioni. Di cosa si occupa attualmente? Coordino la scuola materna e mi occupo di catechesi, cioè dell’insegnamento del catechismo, attraverso un dialogo anche con i genitori, indispensabile, per instaurare un intenso rapporto umano e sociale, improntato sempre sull’onestà, già da piccoli. Qual è la sua pedagogia? Innanzi tutto mi ispiro ai princìpi della Congre- D. R. D. R. D. R. D. R. D. R. D. R. gazione improntati sull’umiltà e la dedizione verso gli altri e poi a quanto ci ha trasmesso don Bosco: insegnare giocando. Davvero, impariamo a giocare con i bambini, non stanchiamoci. Non perdiamo del tempo anzi abbiamo tutto da imparare, ma non dimentichiamo mai di ricorrere alle parole del vangelo, anche e soprattutto con i bambini. I bambini (piccoli) sono in grado già di apprezzare il messaggio del nuovo testamento? Alla fine del mio insegnamento, alla fine, diciamo, della lezione ripropongo quello che ho trasmesso loro attraverso una rappresentazione ludica, cioè attraverso il gioco suscitando interesse e divertimento. È una esperienza bellissima per me e per loro. E ora veniamo ad un’altra passione, quella dell’arte, dico bene? Beh, non esageriamo... sono una semplice appassionata. Ama un pittore in particolare? No francamente, mi piacciono tutti, in modo particolare quegli artisti che posso copiare. Non mi vergogno di confessare di essere una “falsaria”. Mi piace dipingere, colorare, un’altra mia caratteristica che mi porto da bambina. E ora veniamo al “capolavoro” del crocifisso donato recentemente a don Adelino per il suo 40° anniversario di sacerdozio. Debbo ricordare che l’impresa è stata compiuta non solo da me, ma da altri bravi e zelanti concittadini, che fanno parte della comunità parrocchiale, i signori Aldo Forlani che ha fatto il disegno e Crocilio Ricci che ha provveduto alla intelaiatura con un legno particolare. Può dirci qualcosa di più? Che dire? Le sue misure sono m. 3 x m.2,65. I parrocchiani sicuramente l’avranno già notato in alto nella cantoria, come gradiva lo stesso don Adelino per ammirarlo mentre celebra la messa. Il volto è ispirato a S. Francesco, ai lati si scoprono i volti della Madonna e di san Giovanni. La colomba, lo Spirito Santo, cala su Gesù sofferente. Ho usato colori acrilici, d’altra parte non potevamo permetterci di più. E ora, se posso osare, una domanda fuori programma. Cosa direbbe a chi non ha la fede e vive nel dubbio. Per parafrasare il titolo di un’opera di André Gide, per alcuni la porta è stretta... Dico che si guardi intorno e si guardi dentro, s’interroghi sulla gioia e sul dolore della vita, contempli la natura. Credo di aver detto tutto. Gente di Falchera 6 segue editoriale di Amilcare De Leo IN BREVE dalla Città Metropolitana a cura di Ricciardetto *Borgaro. Superare i campi Rom per sempre. Una possibile utopia? Mentre a livello nazionale e locale si inizia a ragionare su questa ipotesi, sull’area di strada Aeroporto la maggioranza borgarese di centro sinistra sta preparando una mozione da votare in Consiglio Comunale a luglio. *Borgaro. Tanta soddisfazione alla scuola elementare “Grosa” dopo la vittoria delle classi IVD e IVC per il concorso “La Sindone: provocazione all’intelligenza e messaggio universale”, indetto dall’Ufficio Scuola della diocesi di Torino. * Caselle. Più piste ciclabili in città. Una nuova petizione dell’Associazione “Vivicaselle” * Mappano. Si aspetta la sentenza del Tar che entro ottobre dovrebbe definitivamente pronunciarsi sull’istituzione di Mappano Comune. * Caselle/Mappano. Lo scorso 10 giugno, a Palazzo Mosca, il sindaco Baracco ha ricevuto i rappresentanti del Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze di Caselle e Mappano. La sezione di Mappano è stata premiata per la realizzazione del fumetto “Arriva Supergreen” rivolto al rispetto dell’ambiente e della propria città. cogliamo talora pretesti per strumentali opposizioni. E non intendendo accendere nessun focus nel braciere delle polemiche, intendiamo ora semplicemente porre in rilievo alcuni aspetti di quel progetto per esaminarli insieme e sottoporli al giudizio dei lettori. La zona dei laghetti è stata ormai ceduta alla Città. Essa è in fase di bonifica a cura della attuale proprietà, che potrà costruire un’area compresa tra la borgata e l’A4 Torino-Milano, in concomitanza con il “secondo accesso”, in via di realizzazione. La nuova strada collegherà Via delle Querce a C.so Romania, utilizzando il passaggio esistente sotto l’autostrada A4 e superando la Ferrovia Torino-Milano grazie al cavalcavia in parte già realizzato. Qui potranno essere costruiti 21 mila quadrati di superficie edificabile, per l’80% destinati a residenza e per il 20% adibiti a servizi e commercio (ASPI), secondo un modello misto che prevede l’introduzione tra abitazioni e servizi, con la collocazione delle attività al piano terreno degli edifici. I nuovi stabili non dovranno superare gli otto piani fuori terra, due in meno rispetto alle attuali torri della Falchera Nuova. È inoltre stata prevista la possibilità di edificare una quota aggiuntiva, a uso residenziale, sino a un massimo di 7 mila quadrati, per la realizzazione di un programma di housing sociale, a condizione che la superficie totale destinata allo stesso non sia inferiore a 15 mq complessivi. Il provvedimento è stato approvato nella seduta di lunedì 29 giugno scorso. In quell’occasione la vice sindaco Elide Tisi ha fornito un quadro degli impegni del suo assessorato per la politica della casa sostenendo che, fino a qualche anno fa, il problema principale era la mancanza di case di edilizia pubblica e che in questi anni il problema da affrontare è la mancanza di capacità reddituali degli inquilini. Per questa ragione gli sforzi del Comune di Torino e della Regione Piemonte, nell’ambito della spesa corrente sono concentrate su iniziative atte al “locare”, per incentivare la stipula di contratti a regime concordato (cioè a prezzi calmierati) e fare in modo di incentivare domande e offerta attraverso garanzie, anche economiche, ad entrambe le parti. Da fondi nazionali arriveranno sei milioni di euro per il sostegno della locazione. In questo quadro, sono previsti nuovi investimenti per incrementare le iniziative di housing sociale. “Procede intanto”, ha proseguito la vice sindaco, “il bando per l’acquisto di appartamenti privati di taglia media e grande. Le metrature tra i 70 e i 100 mq, necessarie alle famiglie numerose, sono quelle che maggiormente scarseggiano nella edilizia residenziale pubblica”. Ora non rimane che aspettare e verificarne, così come si auspica, i vantaggi. Gente di Falchera 7 I lettori scrivono Attenzione alle truffe!! La più famosa è la “truffa dello specchietto”. Ma da qualche giorno c’è un nuovo sistema escogitato dai truffatori per estorcere denaro ai malcapitati. ECCO DI COSA SI TRATTA: Una nuova truffa a cui prestare attenzione: la mano sanguinante La truffa dello specchietto è ormai ben conosciuta, tanto che ormai la maggior parte degli automobilisti ne è al corrente. Ma a oggi, l’arte del raggiro si è evoluta e si sono verificati casi in cui a farla da padrone è un’altra truffa: quella della mano sanguinante. Quali sono le sue dinamiche? Due veicoli collidono a causa di uno scontro tra specchietti, l’automobilista della vettura che abbiamo urtato ci viene incontro con la mano sanguinante simulando di essersi ferito pochi secondi prima e chiede un risarcimento dei danni. AVVERTIMENTO È stata la Polizia di Stato a mettere in guardia dalla nuova truffa, servendosi della pagina Facebook Agente Lisa, nella quale è stato riportato il racconto di una vittima. A Roma, un uomo viaggiava sul suo scooter quando ha avvertito un leggerissimo urto e visto attraverso lo specchietto retrovisore un uomo che si scusava e proseguiva per la sua strada. Apparentemente, l’episodio non aveva avuto conseguenze, ma poco dopo la svolta: l’uomo viene affiancato da una moto con a bordo un brutto ceffo, il quale aggredisce verbalmente il conducente dello scooter, esibendo una mano ferita e sanguinante. Ignaro del raggiro in atto, l’uomo sul motorino si scusa e accetta di pagare cento euro per risarcire la “vittima” dell’incidente. Dopo aver sborsato i soldi, però, il protagonista del racconto ha notato una cosa: la mano insanguinata mostrata da colui che si era intascato cento euro non era quella giusta. Ritornando con la mente al momento dell’urto, infatti, il conducente dello scooter si è reso conto che, se avesse davvero ferito l’altro uomo, avrebbe dovuto causargli un danno alla mano destra, non a quella sinistra che era ricoperta di sangue. A quel punto, l’uomo ha capito che la vittima dello scontro non era colui a cui aveva dato cento euro, ma lui stesso, che era stato truffato. Se dovesse capitarvi, come si legge nella pagina Facebook della Polizia, non lasciatevi prendere dall’agitazione né dalla fretta, ma riflettete un attimo e contattate subito le forze dell’ordine. a cura di Ricciardetto Una lamentela... Menefreghismo di certe imprese di scarico liquami. Sono un cittadino abitante della nuova Falchera e vorrei esporre una lamentela poco piacevole. Mercoledì 12 c.m. ore serali in cui fa anche caldo, improvvisamente dalla parte della tangenziale arriva un odore nauseabondo di fogna come di pozzo nero. Quando lo svuotano l’odore è sopraggiunto anche in casa; ho dovuto chiudere le porte. Qualche buontempone ha scaricato senza chiedere permesso, ma dico io... poi ci lamentiamo dei nostri politici quando siamo noi che con i nostri comportamenti non siamo capaci di cercare di vivere civilmente. Qualcuno mi sa spiegare questi atteggiamenti incivili? Grazie se la pubblicate. Giacomo UN BRUTTO ESEMPIO IN MEZZO ALLA PIAZZA Sono una vostra vecchia (anche perché sono piuttosto anziana) abbonata e proprio attraverso il Vostro giornale -Gente di Falchera- vorrei mettere in risalto una bruttura che da tempo noi abitanti della Falchera siamo abituati a vedere in bella mostra. Si fa per dire. Difatti mi riferisco all’Autorimessa che c’è in mezzo alla piazzetta della Falchera Vecchia e che si presenta agli occhi della gente che passa veramente in uno stato di abbandono. Allego fotografia. Confesso che a suo tempo io stessa ero un’affezionata cliente quando essa funzionava come auto-officina e mi sono sempre trovata bene con i meccanici che vi lavoravano. Ma ora? Mi dicono che, attualmente, è ancora funzionante come garage per alcuni clienti. Dunque ci si prodighi almeno per restaurarla all’esterno, se proprio non la si vuole abbattere. Cosa ne pensano gli altri abitanti della Falchera? Io credo che la maggior parte la pensino come me. Grazie, spero tanto per la pubblicazione. Distinti saluti. Carolina Sereni Viale Falchera: Rischio Pattumiera Lato alberato e relativo fossato (bialera) sta diventando un deposito di immondizia, sul marciapiede si cammina tra erbacce e sporcizia. La civiltà di certe persone è dell’epoca antidiluviana, i Vigili quando passano (poco assai) non vedono o non vogliono vedere, anche dopo le segnalazioni di falcheresi civili. Gente di Falchera 8 C. R. Gli architetti e il futuro delle periferie Non è sempre facile vivere nelle periferie, la loro realtà oggi non è proprio rosea: pochi i servizi, spesso inadeguati, talora chiusi. Riteniamo tuttavia che il futuro delle città stia da ricercare nelle periferie. Negli anni Ottanta il futuro stava nei centri storici; ora essi sono stati tutti riqualificati, persino troppo, in un certo senso quasi mummificati. Oggi siamo dell’avviso che il futuro delle città si giochi nelle periferie, le quali, come ha avuto modo di dire recentemente Renzo Piano: “non sono brutte, sono luoghi in cui l’architetto trova la bellezza e la ricongiunge alla città”. Secondo gli architetti che lavorano per Torino ad esempio, non si devono più costruire parcheggi ma bisogna dare più forza al trasporto pubblico e la politica non deve aver fretta. Il processo è lungo, ci vorranno ancora alcuni anni per riqualificare le periferie, per aggiungere luoghi di aggregazione, ulteriori servizi. Quindi parlare di periferie vuol dire parlare della città tutta da ricostruire, della sua crescita, che non sarà più quella storica ma quella nuova. Significa parlare anche della possibilità, o della impossibilità, dell’architettura di proporre, di controllare, di intervenire con il progetto su una nuova realtà. C’è da tempo in atto la necessità di ricucire le periferie di Torino, compresa naturalmente la Falchera, con il centro della città e si sta lavorando, per quanto ci risulta, a un progetto mirato a raggiungere proprio questo obiettivo. La periferia, sentiamo dire ancora da Renzo Piano, è marginalità non soltanto “fisica”, è metafora della condizione sociale che viviamo all’interno dei nostri paesaggi urbani. Spesso, però, nell’assecondare la tendenza all’espansione, nonostante gli sforzi di qualche assessorato, le amministrazioni comunali non si sono curate di cercare un modulo unificante rispetto al centro della città. Dagli insegnamenti degli architetti, e un pò anche grazie al nostro buon senso, apprendiamo che bisogna smettere di costruire periferie. Ormai le nostre città sono piene di questi luoghi dove il centro non è più centro, e la campagna non è ancora campagna. Invece di continuare ad espanderli così, si dovrebbero intensificare i nostri centri urbani, “fecondando e fertilizzando” le periferie. Ovunque ci sono grandi buchi neri da recuperare e trasformare, in modo che questi sobborghi diventino luoghi di civiltà, e non solo posti dove si va a dormire. Certo con i centri storici era più facile perché sono fotogenici, ma anche i sobborghi, le periferie hanno la loro bellezza, la bellezza dei desideri di milioni di persone che li abitano. Qualcosa si sta muovendo? Stiamo andando nella direzione giusta? È il momento di avere fiducia? a. d. l. CRONACA a cura di Ugo Bonalberti Operazione Mercati Banco di frutta e verdura con i titolari Un mercato rionale su quattro rischia di chiudere i battenti. Dati alla mano è decisamente in perdita, vi sopravvivono da due a cinque bancarelle e il Comune deve metterci del suo per mantenerlo in vita. Lo stesso problema vale per altri 7-8 mercati rionali della città. Uno studio commissionato dall’Assessorato al Commercio al Politecnico ha calcolato, incrociando i dati su quanto il Comune incassa da licenze e tasse con quanto invece spende per tenerli in vita, che fanno perdere alla Città da 700 mila a 1 milione di euro l’anno. È il caso di Via Plava, di P.zza Carlina, di Via Cena, di P.zza Chironi, di C.so Grosseto, di Via Lucento, di via Michele Rua, di C.so Taranto, di Falchera Vecchia e Nuova. Il destino di questi mercati “morenti” non è ancora stato deciso, ma la chiusura riguarderà almeno 7.8 mercati. Fortunatamente per noi, si salveranno per certo solo i due della Falchera, che saranno accorpati. Sono, tra l’altro, previsti consorzi o cooperative tra ambulanti che gestiranno in maniera unitaria i servizi. Dall’Unità d’Italia Art. 50 dello Statuto Albertino: “Le funzioni di Senatore e di Deputato non danno luogo ad alcuna retribuzione o indennità”. Nel giugno 1861 il Senatore Roncalli propose il rimborso del biglietto del treno per i senatori residenti lontano da Torino. La proposta fu respinta dal Senato del Regno con la seguente motivazione: “Servire il Paese è un privilegio, da vivere come un dovere. Chi lo serve in armi rischia tutto, anche la propria vita, senza nulla chiedere in cambio” Gente di Falchera 9 UNITRE FALCHERA L’URLO DI UNA FOTO Le iscrizioni dell’Universitá della Terza Etá sezione Falchera per l’anno accademico 20152016 avranno luogo dal 5 al 9 0ttobre 2015 con i seguenti orari: ♦ lunedì martedì e mercoledì dalle ore 15 alle ore 17 ♦ giovedì e venerdì dalle ore 10 alle ore 12 proseguiranno poi per tutti i lunedì dalle ore 15 alle ore 17 presso la Biblioteca Civica don Milani via dei Pioppi, 43 Torino Il libretto è in fase di elaborazione, non appena possibile invieremo a tutti una copia via mail, mentre sarà a disposizione con il nuovo orario, al momento dell’iscrizione. L’inaugurazione dell’anno accademico avverrà mercoledì 28 ottobre 2015 ore 15,30 presso la Biblioteca civica “don Milani” Anche noi che facciamo parte di una piccola redazione, in un angolo di periferia, non possiamo rimanere insensibili di fronte al grave problema delle ondate migratorie. Siamo di fronte a un fenomeno epocale che ha cause latenti nel disfacimento di molti Stati, nelle guerre, nelle crisi economiche e nell’esplosione demografica di una grande parte del sud del mondo. Anche se già confusi e disorientati, siamo avvezzi ad assistere inermi, attraverso il comodo schermo televisivo di casa, alle crude immagini girate dal vivo, che scorrono fugaci tra le onde della mente, così tra un pasto e l’altro. Ora però ci ha colto un fremito in più dopo la struggente commozione per quanto è accaduto in questi ultimi tempi: un indicibile strazio umano. Ci riferiamo a quella polvere di vita, l’insulina, scagliata vigliaccamente in acqua da chi sappiamo a danno di una povera ragazzina diabetica o alla polizia ceca che ha “marchiato” i migranti ma soprattutto alla tragica fine di Aylan, attraverso quella foto che ha fatto il giro del pianeta. Sì, il piccolo siriano di tre anni annegato mentre, con altri migranti, da Bodrum in Turchia cercava di raggiungere l’isola greca di Kos. Come si può rimanere inerti di fronte all’immagine di un bambino che sembra dormire, come uno dei nostri figli o nipoti? Non possiamo girare la testa dall’altra parte, far finta di niente, permanere, in un giorno come l’altro, nella tranquilla quotidianità dell’inconsapevolezza. Riflettiamo, fermiamoci un momento per essere coscienti di cosa è accaduto sulla spiaggia del mare in cui saremmo potuti andare in vacanza. L’Europa è naufragata su quel mare, in futuro sarà all’altezza della Storia? È vero, possiamo normalmente riprendere la nostra vita, magari indignati per questa realtà ma certo più consapevoli. Riportiamo quanto scrisse in proposito Mario Calabresi su La Stampa: “È l’occasione per ognuno di noi di fare i conti con il senso ultimo della esistenza”. Il Vernacolo a cura di Livio Scremin LA NIVOLETTA A j-era na nivolëtta grisa ch’a smijava ‘n farchét an moment a volava ‘n sël brich a la pian-a ai bùtava ‘1 bonét, minca tant anvërtujava prima l’un e peui l’auta, e con piasì a bamblinava ‘1 farchét ë1 bonét a sia biauta. Antant ch’ël sol a fasija baboja ‘1 vent pen-a alvà a sofiava sia feuja, a s’ausava d’antrames le buscaje a polidija ‘1 cel dle fëirvaje; con so farbalà la nivola corija e dosman, darera ‘1 brich s’a-scondija. Gilda Gallea Gianaria Il DoposcuolaBus riparte! Anche quest’anno la Tomodachi riapre lo spazio dedicato ai compiti e allo studio. Ogni sabato mattina dalle ore 9,30 alle 12,30 per un aiuto nello svolgimento dei compiti. Inoltre, da quest’anno, i tutor del DoposcuolaBus sono disponibili, dal lunedì al venerdì su appuntamento, per incontri individuali di sostegno all’apprendimento (DSA, ADHD, BES) Per info: Piazza G. Astengo 9 dott. Luppino 333-3349579 dott.sa Ciampi 348-1047209 AVVISO L’Ass. L’Olimpo, ricorda per chi fosse interessato al DVD del saggio al Teatro Cardinal Massaia del 1° Giugno, di rivolgersi alla sig.ra Elena per la prenotazione. cell. 3288042245 Inoltre si ricorda che le iscrizioni per le lezioni di danza inizieranno dal 14 settembre presso la scuola Ambrosini (dalle ore 16,30 alle 18,30). I corsi di danza inizieranno nel mese di Ottobre. Gente di Falchera 10 COME ERA VAMO ERAV a cura di Umberto Grassi Riflessione sulla tecnologia Sono sul treno e mi stavo guardando intorno. Telefoni e tablet nelle mani di chiunque. Amiche che non si guardano nemmeno negli occhi e restano incollate ad uno schermo. Gente che non si scambia più sguardi e sorrisi ma soltanto messaggi. E tra questa gente ci sono anch’io che sto scrivendo qua sopra, però dannazione, davvero siamo diventati così tristi? Davvero frugare tra le notizie di facebook è diventato meglio di un sano scambio di parole? Davvero la gente preferisce parlare attraverso uno schermo anziché uscire a prendere un caffè anche se fuori piove? Se ci penso un pò questa situazione mi fa paura, perché tanto io lo so come finirà: sempre peggio. Diventeremo sempre più tristi e forse anche più soli. E non ce ne accorgiamo. Picca Valeria La vita è breve: vivila! La rabbia è brutta: lasciala andare... L’amore è raro: afferralo! I ricordi dolci... conservali nel cuore. anonimo Il nostro lettore e amico Magnani Luigi ci invia queste tre fotografie che rappresentano tre momenti di ricordi: la prima fotografia rappresenta la 4° classe del 1956 con il maestro Passero in str. del Villaretto, la seconda una gita a Gassino nel 1962, la terza in Falchera sul piazzale della chiesa sempre nel 1962. Gente di Falchera 11 Regolamento di Polizia Urbana della Città di Torino a cura di Emilio Ghirardi Segue dal numero 9 - 2015 Articolo 46 - Abitazioni private 1. Nelle abitazioni private non è consentito far funzionare apparecchiature fonti di molestie e disturbi, fatte salve le eccezioni di cui ai due commi seguenti. 2. Le apparecchiature di esclusivo uso domestico che producono rumore o vibrazioni non possono farsi funzionare prima delle ore 7 e dopo le ore 22. 3. Gli apparecchi radiofonici e televisivi, nonché gli apparecchi di qualsiasi specie per la riproduzione della musica devono essere utilizzati contenendo sempre il volume delle emissioni sonore entro limiti tali da non recare in alcun modo molestie o disturbo ai vicini. La disposizione vale anche per gli analoghi apparecchi installati in esercizi pubblici di somministrazione, specie se ubicati in fabbricati destinati a civile abitazione. 4. Il divieto di cui al comma 1. non si applica nella circostanza della esecuzione di lavori di ristrutturazione di locali, a qualunque scopo destinati, situati in fabbricati di civile abitazione, purché siano adottati tutti gli accorgimenti e tutte le cautele per contenere il disturbo e non siano comunque effettuati prima delle ore 8 e dopo le ore 20 nei giorni feriali e prima delle ore 10, fra le ore 12 e le ore 15 e dopo le ore 20 nei giorni festivi. Analoghi accorgimenti, cautele e rispetto dei limiti di orario devono osservarsi nella ristrutturazione di esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande e di esercizi commerciali, nonché di uffici, ambulatori e simili, ubicati in fabbricati destinati a civile abitazione. Articolo 47 - Strumenti musicali 1. Chi, nella propria abitazione, faccia uso di strumenti musicali è tenuto ad adottare tutti gli accorgimenti e tutte le cautele al fine di evitare disturbo ai vicini. 2. Non è comunque consentito l’uso di strumenti musicali dalle ore 12 alle ore 15 e dalle ore 21 alle ore 9, salvo la totale insonorizzazione del locale in cui lo strumento musicale è usato. Articolo 48 - Dispositivi acustici antifurto 1. Fermo restando quanto in proposito prescritto dal Codice della Strada, i proprietari di veicoli sui quali sia stato installato un dispositivo acustico antifurto devono tarare il medesimo affinché il segnale acustico non superi i limiti fissati dalle disposizioni vigenti. Il segnale non deve, comunque, superare la durata complessiva di tre minuti primi, ancorché sia intermittente. 2. La disposizione del comma 1. vale anche per i dispositivi acustici antifurto installati in abitazioni, uffici, negozi, stabilimenti, salvo che per la durata del segnale che non può, in alcun caso, superare i quindici minuti primi. Articolo 48 bis - Emissioni sonore prodotte da veicoli a motore 1. Fermi restando i limiti previsti dall’articolo 155 del D.Lgs. 285/1992 “Nuovo Codice della strada”, nell’usare apparecchi radiofonici o di riproduzione sonora o comunque qualsiasi impianto di diffusione vocale o musicale a bordo di veicoli, l’emissione sonora da questi generata non deve propagarsi al di fuori dell’abitacolo dei medesimi. Articolo 48 ter - Utilizzo e vendita di prodotti pirotecnici 1. E’ tassativamente vietato far esplodere botti o petardi di qualsiasi tipo: a) in tutti i luoghi, coperti o scoperti, pubblici o privati, in cui si svolgono manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico, di qualsiasi tipo; gli organizzatori responsabili delle iniziative dovranno affiggere appositi cartelli pubblicizzanti il divieto ed assicurare, con proprio personale, un’assidua sorveglianza, per il rispetto di quanto sopra, avvertendo tempestivamente, se del caso, le forze dell’ordine; b) all’interno di asili, scuole, ospedali, case di cura, comunità varie, uffici pubblici e ricoveri di animali (canile, gattile, etc.), nonché entro un raggio di 200 metri da tali strutture; c) in tutte le vie, piazze ed aree pubbliche, ove transitano o siano presenti delle persone. 2. La vendita negli esercizi commerciali abilitati è consentita esclusivamente nel rigoroso rispetto dei limiti e delle modalità stabilite dalla legge, con particolare riguardo al quantitativo massimo che può essere detenuto presso ciascun punto vendita, all’etichettatura e alle norme poste a tutela dei minori; in caso di accertata inosservanza, il Comune, valutata la gravità dell’infrazione, potrà disporre, in aggiunta alle altre sanzioni e all’eventuale sequestro della merce irregolarmente venduta, il divieto di prosecuzione della vendita. 3. In considerazione del particolare rischio che si potrebbe configurare è tassativamente vietato il commercio in forma itinerante di artifici pirotecnici. 4. Per quanto concerne i posteggi assegnati nelle aree mercatali, fatti salvi i limiti e le modalità di legge richiamate nel precedente comma 2, la vendita è subordinata all’installazione presso ogni posteggio di almeno due estintori, posti ai due angoli del banco. Gente di Falchera 12 (segue nel prossimo numero) L’angolo della poesia a cura di Rocco De Pace “Giorno di festa con i nonni” E’ festa e dai nonni andiamo: la nonna cucina i suoi manicaretti, prepara delizie e gustosi dolcetti. Il nonno ci aspetta seduto in soggiorno, racconta le storie di lui bimbo “quel giorno”... Ci narra novelle (ne sa assai di cose!) sia brutte che belle!! Abbiamo pranzato, arriva il caffè... “Nonno ne avanzi un goccino per me??” È già pomeriggio, è ora di andare... i nonni dobbiam salutare. La nonna mi bacia, sorride ed abbraccia... è un’ombra scura la sua dolce faccia... Allegra stai nonna, noi adesso andiamo, ma tra qualche giorno torniamo. Farò un bel disegno, m’inventerò un canto, tu dammi un bacio e pensami tanto!!!! Manuela Barbara d’Ischia L’EQUILIBRISTA RIPENSO Ripenso a gesti, ironie scherzose malinconie. Rubo i miei stessi pensieri per lavarli dalla tristezza, per stenderli al caldo sole. Così, odorosi di bucato, li indosserò come abito nuovo. Giorgia Catalano NON SONO RAZZISTA Non sono razzista, però mi piange il cuore nel vedervi mendicare a tutte le ore per poter mangiare e dimenticare ogni dolore. Non sono razzista e voglio dirlo con il cuore in mano per aiutarvi a dimenticare tutte le cose brutte che avete lasciato lontano. Pacca Sergio Vivo in equilibrio su un filo sospesa fra terra e cielo Mi destreggio tra acrobazie e salti mortali per raggiungere il traguardo finale Il filo ondeggia mi scuote trattengo la presa a fatica Sarebbe più facile lasciarsi cadere abbandonarsi al destino… Ma una forza mi tiene anche contro la mia volontà… Prima o poi lascerò quella presa Ma solo per salire più su! a cura di Giacomo Chissotti da G. Maugeri IL PRELUDIO È una benedizione questa lieve brezza che soffia dai campi verdi e dalle nuvole e dal cielo: mi batte sulla guancia quasi consapevole della gioia che dà. Benvenuta messaggera, benvenuta amica, ti saluta un prigioniero che esce da una casa servile, affrancato dalle mura di codesta città, un carcere che a lungo l’ha serrato. Ora sono libero, emancipato, all’aria aperta, posso prendere casa dove mi piace. William Wordsworth SOGNO (Cockermouth, 7 aprile 1770) E lo sognavo, e lo sogno, e lo sognerò ancora, una volta o l’altra, e tutto si ripeterà, e tutto si realizzerà, e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno. Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo un’onda dietro l’altra si frange sulla riva, e sull’onda la stella, e l’uomo, e l’uccello, e il reale, e i sogni, e la morte: un’onda dietro l’altra.” Tarkovskij Gente di Falchera 13 Tramonto Oggi alla fine del giorno il tramonto posò le sue perle sui fini e neri capelli della sera ed io le ho nascoste come una collana senza filo dentro il cuore... Tagore I DOLCI DELL’ANNO a cura di Pino cuoco sopraffino BUS e TRAM: OCCHIO AI BORSEGGIATORI Biscotti con il mosto COME DIFENDERSI Ingredienti: 500 g di farina, 200 g di zucchero, 200 g di graniglia di mandorle dolci, 2 uova, 100 g di burro sciolto nel mosto, 100 g di miele, 100 g di uva passita, bustina di lievito vanigliato, buccia grattugiata di un limone non trattato, mosto quanto basta ad impastare. Procedimento: disponete la farina a fontana e impastatela con uova, burro sciolto, miele e zucchero. Quando l’impasto è ancora molle, unite le mandorle, l’uva passita, la buccia di limone ed il lievito. Amalgamate bene, poi riprendete la pasta dividendola in panetti (cm 8 x 3 x 2) un pò schiacciati. Disponeteli su una teglia sulla quale avrete steso della carta da forno. Mettete in forno a 170°C per circa 30 minuti. Serviteli freddi con vino passito. ♦ Tenere borse e zaini davanti a sé e ben chiusi. ♦ Diffidare di chi spinge o blocca il passaggio (specie le uscite) senza motivo. ♦ Non tenere portafogli, valori e telefoni cellulari nelle tasche posteriori dei pantaloni o comunque in posizione particolarmente visibile. ♦ Prestare particolare attenzione in caso di mezzo affollato. IN CASO DI BORSEGGIO ♦ Avvertire il conducente, che è in contatto diretto con la Centrale GTT e le forze di polizia. ♦ Sporgere sempre denuncia presso gli uffici delle forze di polizia, segnalando giorno e ora del fatto, la linea e il numero identificativo del veicolo (es.: linea 4, vettura 6032). ♦ Se il mezzo è video sorvegliato, avvisare entro 8 ore il numero 011.6636767 per consentire il salvataggio delle immagini. Borseggi, l’arma migliore è l’attenzione. Macelleria Steri Spesa Famiglia Mini Spesa Famiglia Baby Spesa Famiglia 2 kg. Fettine di Vitello 2 kg. Bollito di Vitello 1 kg. Salsiccia 2 kg. Spezzatino 2 kg. Braciole di Maiale 1 kg. Petto di Pollo 1 kg. Fesa di Tacchino 1 kg. Hamburgher 2 kg. Tritata di Vitello 2 kg. Costine di Maiale 2 kg. Cosce di Pollo 1 Coniglio 1 kg. Rolatine di vitello 1 kg. Rustichelle 1 kg. Tritato 1 kg. Fettine di vitello 1 kg. Braciole di maiale 1 kg. di salsiccia 1 kg. Cosce di pollo 1 Coniglio o Pollo 1 kg. Bollito con osso 1 Rolata o Tasca ripiena 1 kg. Costine di Maiale 1Kg. Fettine 1Kg. Spezzatino 1Kg. Rolatine 1Kg. Cosce di Pollo 1Kg. Petto di Pollo o Tacchino E 9,00 al Kg. IO IN OMAGG r la e i sacchetti pione z a conserv una acquistandozioni o m delle pro E 8,00 al Kg. E 7,00 al Kg.questi prezzi verranno applicati solo acquistando tutta la serie di proTutti dotti della: “Spesa Famiglia, Mini Spesa Famiglia o Baby Spesa Famiglia” Macelleria Steri str. Cuorgnè 119 Mappano To.-Tel. 011-996.81.94 Gente di Falchera 14 Psicanalisi e dintorni a cura di Massimiliano Irenze Depressione e guarigione La depressione è una psicopatologia molto diffusa. Le persone che ne soffrono si percepiscono vuote, tristi e demotivate. Molte semplici azioni, come ad esempio andare al lavoro, uscire a fare delle commissioni o una passeggiata appaiono -al soggetto depresso- insormontabili. Chi soffre di depressione è spesso svogliato, privo di entusiasmo; la persona depressa può avere inoltre un rapporto alterato con il cibo, con il sonno o con entrambi. Quest’ultima potrebbe dormire più del necessario, utilizzando il sonno come una fuga dai suoi problemi e dal suo malessere, oppure potrebbe cercare di colmare il vuoto che sente dentro aumentando l’assunzione giornaliera di cibo. La persona depressa è in genere pervasa da un senso di colpa profondissimo; tende a rimproverarsi molte cose, non ultimo il fatto di essersi ammalata psicologicamente. Nella patologia depressiva è ricorrente il tema della morte e può emergere lo spettro del suicidio. Nei casi meno gravi, il soggetto depresso prende semplicemente in considerazione il suicidio come possibile soluzione ai suoi mali. Nei casi estremi, tuttavia, la persona può portare a compimento tale proposito. Il funzionamento dei soggetti depressi è compromesso in ogni ambito: lavorativo, relazionale, affettivo e sessuale. Le persone depresse tendono a rimuginare sulla loro condizione e sui loro problemi alimentando dialoghi interni poco funzionali alla guarigione ed al benessere. In tal modo, spesso, giungono ad autoconvincersi del fatto che non vi è alcuna soluzione al loro disagio, che nulla può cambiare e che tutto andrà male, sempre. Come ho spiegato, la depressione è una condizione psicologica, ma non dobbiamo dimenticare i forti legami che tale patologia ha con il cervello e con la biochimica di esso. Solitamente il circuito della depressione si scatena quando si unisce ad una predisposizione genetica (che riguarda un particolare assetto neuro-chimico del cervello) un fattore ambientale scatenante (ad esempio un lutto, una separazione, la perdita del lavoro, ecc.). La vita è un percorso complesso, tortuoso e pieno di ostacoli, difficoltà e cambiamenti. Lutti, separazioni, problemi economici fanno parte dell’esistenza di ognuno. Alcune persone, tuttavia, sono più sensibili e rischiano di farsi travolgere dagli eventi, perdendo l’equilibrio psichico ed il benessere per un tempo troppo lungo. Quando la tristezza, il senso di vuoto e la sofferenza diventano quindi una costante nella vita, bisogna intervenire, affrontando il problema con l’ausilio di un professionista della salute mentale per imparare, pian piano, a cambiare la rappresentazione della realtà ed a sviluppare funzioni utili a ripristinare e mantenere un senso di benessere. Alessandro Stifani SPORTELLO DELLO PSICOLOGO È disponibile al servizio dei cittadini uno sportello GRATUITO dedicato all’ascolto e al supporto psicologico di tipo generico, in via degli Abeti 16. Si fa presente che gli incontri che avvengono in tale sportello non costituiscono sedute psicoterapeutiche. Per chi fosse interessato è necessario prenotare per appuntamento telefonando al N° 3496551846. FATE MOLTA ATTENZIONE!! Stanno girando per Falchera degli individui che adescano persone anziane... carpiscono la loro fiducia con scuse varie per entrare nell’alloggio e rubare soldi e gioielli. (probabilmente seguono i vostri movimenti giorni prima, sanno i vostri nomi) E il gioco è fatto. Diffidate da chi dice di conoscervi, chiamate qualcuno o i vostri vicini che vi possano dare manforte. Da alcuni mesi in Falchera si aggirano due “personaggi”, che si spacciano per rappresentanti di alcune ditte quali: ENEL, IREN, AEM, SMAT e EDISON, costoro rappresentano se stessi non aprite e non fateli entrare assolutamente!!! Avvertite immediatamente le forze dell’ordine!! il 113 oppure il 112 Gente di Falchera 15 la redazione L’evoluzione della specie Curiosità “Padri, madri e figli, mariti e mogli, fratelli e sorelle al lavoro nella stessa azienda. I figli continueranno l’opera dei genitori. Sulle linee di lavoro della Fiat le generazioni si succedono per famiglie. Così nella grande industria moderna si ripetono talune prerogative già proprie delle età artigianali del lavoro”. Sono parole di Vittorio Valletta, amministratore delegato Fiat, in un messaggio agli azionisti del 1955, parole che io riprendo nel mio romanzo Le colpe dei padri e che completo così: “Il nonno operaio, il figlio perito, il nipote ingegnere: era questa, a Torino, l’evoluzione della specie”. Oggi, lo sappiamo, questa sorta di automatismo, di ascensore sociale, si è rotto; oggi, per la prima volta dal dopoguerra, le nuove generazioni rischiano di avere condizioni di lavoro e di vita peggiori di quelle delle generazioni che le hanno precedute. Il problema non si pone solo in Piemonte, non si pone solo in una terra che forse troppo a lungo ha creduto che quelle parole di Valletta fossero scolpite nella pietra; il problema si pone ovunque e attribuirlo solo alla concorrenza asiatica sarebbe riduttivo. Ad entrare in crisi è il modello di sviluppo basato sulla crescita continua, sul continuo incremento dei consumi e del prodotto interno lordo, ma poiché le ragionevoli teorie di Serge Latou che sulla “decrescita felice” sembrano provocare l’orticaria a politici ed economisti, non ci resta che porci una domanda: cosa fare in Piemonte per garantire ai giovani un futuro almeno degno del passato dei loro padri? Io non sono un economista, né un esperto di diritto del lavoro; sono uno che per mestiere racconta il mondo e che insegna a raccontarlo; ed è proprio insegnando che cerco di dare una risposta agli interrogativi sul futuro. Davanti a me, seduti ai banchi delle aule universitarie (quando le aule ci sono, ma questa è un’altra storia) vedo centinaia di giovani che hanno rinunciato ad aspirare all’eccellenza. Quando l’ascensore sociale funzionava, bastava studiare per tagliare nuovi traguardi. Oggi non basta più, occorre puntare all’eccellenza. Eccellenza non vuol dire competizione sfrenata o ambizione fine a se stessa; eccellenza significa curiosità inesauribile, coraggio nel fare esperienze, dedizione nello studio (delle lingue, innanzi tutto). Ed è vero che il sistema della scuola e dell’università potrebbero fare di più, ma il mondo della rete offre, a chi voglia impegnarsi, una gamma infinita di occasioni di autoformazione. L’impegno individuale, è questa la vera evoluzione della specie, oggi come ieri. La nave più grande del mondo Alessandro Perissinotto di Enrico Bassignana La nave da crociera più grande mai costruita Ecco la Britannia, la nave più grande mai costruita da Fincantieri. Varato il nuovo transatlatico britannico. Alla cerimonia c’era la regina Elisabetta II. Il nuovo gigante dei mari della compagnia britannica P&O del Gruppo Carnival e costruita dall’italiana Fincantieri di Monfalcone è stata varata nel porto di Southampton. Alla cerimonia era presente anche la regina Elisabetta II. La nave, con le sue 144.000 tonnellate di stazza lorda, i 330 metri di lunghezza e 38 di larghezza, le 1.837 cabine (può ospitare circa 5.700 persone compreso l’equipaggio), è la più grande nave passeggeri varata dalla compagnia di Trieste. Una vera e propria città galleggiante. La Britannia è anche la più grande nave realizzata per la storica compagnia crocieristica fondata nel 1837. Lo stesso nome Britannia ha una valenza simbolica molto importante per la regina: la nave da crociera si chiama come lo yacht reale in servizio dal 1954 al 1997 La Britannia è la nave più grande progettata per il mercato vacanziero britannico. È dotata di 15 ponti passeggeri, 13 bar, 13 ristoranti, un teatro da 936 posti, quattro piscine e una collezione d’arte di un valore pari a diversi milioni di sterline. Il costo della nave è di 664 milioni di euro. La Britannia è la più grande nave della storia ed è stata disegnata esclusivamente per il Regno Unito. Per Elisabetta II è stato un ritorno al battesimo di un’unità britannica. Fu sempre lei, infatti, a inaugurare vent’anni fa un’altra nave da crociera P&O, Oriana, concepita per portare l’Union Jack, dipinta sulle fiancate di prua, sulle rotte del mondo. L’ultima nave britannica fu varata nel giugno di due anni fa quando la Royal Princess, prima di una nuova classe di navi extra lusso realizzata a Panzano, fu tenuta a battesimo dalla duchessa di Cambridge, Kate Middleton, all’ultima sua uscita ufficiale prima di mettere al mondo il suo primogenito George. Gente di Falchera 16 Non gettate via le vecchie VHS: potrebbero valere una fortuna Attenzione a tenere da conto le videocassette. Ecco che dovremmo recuperare le care vecchie impolverate videocassette. Ebbene, sembra che le videocassette (o VHS che dir si voglia) possano ben presto subire la stessa rivalutazione dei vinili, sostituiti dai cd e ora nuovamente di moda. Prima dei dvd e dei film in streaming, infatti, l’unico supporto su cui registrare film, cartoni animati, show o programmi tv erano le videocassette che poi, per una questione di spazio e di praticità sono state accantonate nello sgabuzzino di casa o addirittura buttate nella spazzatura. Ma i più nostalgici ne avranno sicuramente conservata qualcuna e adesso si preparano al momento della rivincita: basti pensare, infatti, che recentemente la versione originale di “Star Wars” è stata acquistata sul sito di compravendita online e Bay per più di 100 euro e alcuni ricercatissimi horror in videocassetta valgono sui 2000 euro! Un ottimo segno che spingerà sicuramente anche i più scettici a dare un’occhiata in cantina alla ricerca del tesoro nascosto. Eleonora D’Urbano - funweek.it E Per Cielo un Tetto di Stelle Per chi non l’avesse capito, il titolo di un vecchio film è un eufemismo per indicare che ai margini di Strada Cuorgné vicino ai campi sportivi c’è un mondo di immondizia, fermo ma che in realtà cresce giorno dopo giorno. Nessuno fa nulla, nessuno può fare nulla; lo si dice in giro, lo si denuncia ai giornali da parte di qualche cittadino di buona volontà, lo si riporta più volte sulle righe di questo periodico: tutto rimane fatalmente come prima. Si guarda, si recrimina tra i denti, si passa. Ma davvero non si può proprio fare nulla? Già, è negli spazi poco vissuti, scarsamente controllati e in attesa di rilancio da tempi immemori che si accumulano i rifiuti delle discariche abusive. Ce n’è per tutti i gusti: mattoni e calcinacci provenienti da qualche ristrutturazione, gomme di auto che costava troppo per smaltire regolarmente, elettrodomestici di tutte le forme e le misure, vecchi materassi e vestiti ormai fuori moda, barattoli di vernici e altre misere cianfrusaglie accantonate che fanno brutta mostra di sé. Può accadere che di tanto in tanto appaia qualcuno, chissà da dove, che, pacificamente come nulla fosse anche se osservato rovisti in quel coacervo di pattume quasi si ritrovasse magicamente in un risorto mercato delle pulci. L’ultimo tocco di “folklore”, in barba a tutte le preoccupazioni per la salute di chi ci abita. Gli interventi di pulizia sono vanificati dopo soli pochi giorni. Eppure quel tratto di strada non è in mezzo a un deserto, ma piuttosto adiacente ad una via di grosso respiro su cui scorre la linea 4 di cui si servono non solo cittadini della Falchera ma utenti provenienti da fuori, i quali per comodità parcheggiano l’auto da quelle parti. Non è certo un bell’esempio di pulizia. “Otto anni fa fu presentata una raccolta di firme ma che non sortì alcun effetto”, si lamenta un residente. E continua desolato: “La strada sopra è provinciale, quella sotto del Comune, la riva dell’ATIVA. E così nessuno fa niente. Tra polizia e vigili nessuno vuole prendersene carico. Abbiamo proposto dei parcheggi. Come vede, tutto invano. Le telecamere pare siano spente”. Una volta la presidente della VI Circoscrizione così si espresse: “I problemi da noi sono maggiori perché ci sono tante aree di cantiere e perché, essendo zona di cerniera, ci sono ampi spazi vuoti, senza una vocazione. Combattere il fenomeno non è facile. Prima alcuni interventi di pulizia rientravano nel contratto di servizio con l’AMIAT. Oggi sono tutti ‘straordinari’ e molto costosi”. Un altro cittadino a capo di una associazione così spiegò: “È un malcostume che si è accentuato con la crisi. I muratori che lavorano in nero non possono andare a scaricare in discarica senza mostrare le ricevute. E chi può vuole liberarsene risparmiando in ogni modo”. Così si cercano soluzioni alternative per i rifiuti: in un prato, in una strada poco trafficata o in un cantiere dimenticato della periferia nord. Comunque non ci sono parole per giustificare tale realtà di fatto. Ispirandoci ora ad una famosa espressione di qualcuno, ci sentiamo di affermare: la Falchera siamo noi! amilcare de leo Mappa trasporti pubblici Torino La G.T.T. mette a disposizione dei cittadini la nuova Mappa dei Trasporti di tutta la città di Torino. Chi la desidera può ritirarla gratuitamente presso la Redazione “Gente di Falchera” in Piazza G. Astengo n° 6 - Tel. 3494201090 Gente di Falchera 17 Se eri un bambino negli anni ’50 ’60 ’70 ’80 DEVI LEGGERE!!! 1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag… 2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo… 3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo. 4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte. 5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco. 6.- Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale… 7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto! 8.- Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari… cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile…. 9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà). 10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi. 11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare… 12.- Condividevamo una bibita in quattro… bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo. 13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet… Avevamo invece tanti AMICI. 14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare. 15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non anda- vano dallo psicologo per il trauma. 16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno. 17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità… e imparavamo a gestirli. La grande domanda allora è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere? E a crescere e diventare grandi? B. V. QUELLI CHE… Quelli che …tu li saluti e non ti rispondono… oh yeah Quelli che …la domenica vanno a messa e poi rubano... oh yeah Quelli che non vanno a messa e non rubano… oh yeah Quelli che …in nome del denaro calpestano le regole di convivenza civile… oh yeah Quelli che …non pagano le tasse, poi pretendono che i servizi pubblici funzionino… oh yeah Quelli che …se vai per funghi dove sono loro ti rigano la macchina… oh yeah Quelli che ...pensano di essere soli al mondo e non hanno rispetto per il prossimo… oh yeah Quelli che ...portano il proprio cane a “pascolare” nei prati di altri condomini… oh yeah Quelli che ...lasciano i cani negli appartamenti da soli ad abbaiare giorno e notte… oh yeah Quelli che ...non conoscono il significato delle parole “rispetto per gli altri”… oh yeah Quelli che ...usano le strade del quartiere contromano, tanto non ci sono controlli… oh yeah Quelli che ...Continuate voi se volete!!! Roberto Slaviero NON LASCIARE BORSE E OGGETTI INCUSTODITI! Una nostra abbonata per aprire il cancello di casa ha posato per un attimo a terra la borsa con documenti, telefono, soldi, ecc. Un distributore delle pubblicità con carrettino mentre passava si è impadronito della borsa dileguandosi immediatamente, lasciando la signora interdetta e a bocca aperta. FATE ATTENZIONE, NON LASCIATE NULLA DI INCUSTODITO!! Gente di Falchera 18 Astronomia e... Briciole di storia... APPUNTAMENTO SOTTO LE STELLE I Guaritori a cura di Vittorio Leode del Gruppo “G. Plana” Da dove proveniamo? Cosa c’era prima del Big Bang? Ecco ancora alcune delle domande senza risposte, ma il fatto stesso della ricerca da parte dell’uomo è motivo di interesse, di fascino e di suggestione. Dal 7 all’11 settembre scorso, materia oscura, raggi cosmici, astrofisica dei neutrini, onde gravitazionali sono stati trattati ampiamente a Torino. L’invasione di scienziati ha scelto, questa volta, la nostra Città. Infatti 500 fisici di 38 Paesi di tutto il mondo si sono riuniti sino a venerdì 11 settembre al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Via Fanti per il prestigioso appuntamento biennale del Taup: “Topics in Astroparticle and Underground Physics”. Si è trattato della principale rassegna di fisica astroparticellare e “sotterranea” dove i cervelloni che studiano le interconnessioni tra la fisica delle particelle, l’astrofisica e la cosmologia, cioè tra ciò che è infinitamente piccolo e ciò che è infinitamente grande, si sono riuniti per fare il punto sugli esperimenti intorno alla materia oscura, l’argomento forse più affascinante e non solo dallo stretto punto di vista legato alla scienza ma anche da quello più largamente rivolto all’imponderabile, al mistero. Forse c’è un pò di magia anche nella scienza. Esperimenti che si stanno attualmente tenendo sul pianeta, negli oceani, sotto terra come al Gran Sasso o al Polo Sud, ma anche nello spazio. Le conferenze sono state organizzate dalla Università di Torino, Dall’Istituto Nazionale di Fisica molecolare, dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, dall’Istituto Nazionale di astrofisica, dal Centro Universitario di fisica spaziale. E con questi numeri “è stata la più partecipata delle 14 edizioni biennali che si sono tenute in tutto il mondo, da quando l’iniziativa nacque nel 1989 su ispirazione del fisico torinese Alessandro Bottino” ha spiegato il professor Nicolao Fornengo del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino e dell’Istituto di Fisica Nucleare. Ognuno di noi è un’opera d’arte. Non sarà mai amata da tutti, ma per chi ne coglierà il senso avrà un valore inestimabile. A. G. Battantier a cura di Ricciardetto Fino dall’antichità la gente di montagna, delle campagne, Monferrato e Langhe, comprese le classi popolari più povere adottavano per preservare la propria salute sistemi che si differenziavano da quelli degli strati sociali più abbienti, spesso con risultati migliori in quanto la loro medicina era più vicino alla natura. I metodi di cura popolari si basavano in buona parte sulla figura carismatica del guaritore o della guaritrice per poter curare anche con la parola ed il convincimento i propri pazienti. E il paziente li considerava uno di loro ma con poteri particolari, magici, quasi sovrannaturali, e ancora più benefici di quelli del vero medico, di cui spesso non si fidavano, anche perché era spesso difficile da contattare. La medicina popolare ha, da sempre, una impostazione diversa rispetto a quella ufficiale, perché i suoi principi sono basati sulla natura e sulla ritualità: la ritualità di porre le mani, quella di avere a disposizione un indumento del paziente, quella della parola, della preghiera e quant’altro. C’è anche una concezione diversa di malattia fra le due medicine: la medicina ufficiale vedeva la malattia come ciò che aggrediva la persona dall’esterno, mentre la medicina popolare considerava la malattia come un qualcosa che proveniva dall’interno. Così avveniva una caduta delle difese dell’organismo che permetteva al male di avere il sopravvento e di “possedere” la persona; da qui altri riti contro ad esempio la possessione, la fisica, la fattura, i demoni, etc. I guaritori consideravano curative le applicazioni medicinali di molte erbe e piante; tali conoscenze si tramandavano di generazione in generazione dalla notte dei tempi. Allo stesso tempo scoprivano nuove formule e pratiche attraverso la sperimentazione che per la gente e per la chiesa talora apparivano come metodi vicino alla magia. I guaritori, in parte, sono stati ancora attivi e operosi nelle campagne piemontesi sino quasi alle soglie del duemila. Ancora nel tardo Settecento alcuni di essi avrebbero potuto incappare nelle arroventate maglie dell’Inquisizione. A poco a poco queste figure di guaritori, come è giusto che sia, stanno ormai totalmente scomparendo se non addirittura già scomparsi. Ci vuole un gran fisico per correre dietro ai sogni. Gente di Falchera 19 Stefano Benni La narrativa a cura di Rita Voyat La storia del mondo C’era una volta una topolina che voleva diventare la regina degli animali. Si fece costruire un trono di mollica di pane e una corona con la carta dei cioccolatini poi dichiarò: «Sono la regina degli animali! Quadrupedi, bipedi, alati e striscianti sono tutti invitati a rendermi ubbidienza, onore, omaggi e a farmi un regalo per il mio compleanno!». La notizia si diffuse in fretta, perché gli animali sono dei grandi pettegoli. Le prime ad arrivare furono le api che, in fretta e furia, omaggiarono alla regina un pò di miele ronzando e borbottando: «Con tutto quello che abbiamo da fare! Ci mancava anche questo! Comunque noi abbiamo dato e chi s’è visto s’è visto….». Due tortore color caffelatte non riuscirono a trattenere una risatina: «Una regina con i baffi!» Pian piano arrivarono altri animali, che non avendo niente di meglio da fare, prestarono omaggio alla regina. Giunse anche una bella volpe rossa, che invece di fare la riverenza alla regina, sogghignando se la pappò. E già che c’era si mangiò anche il trono. Poi si fece fare un bel trono di legno scolpito dai castori e dichiarò: «Adesso la regina sono io!». Le scimmie adulatrici gridarono: «Urrà!» Dopo qualche giorno arrivò una grossa tigre dall’aria sorniona che ad andatura felpata si avvicinò a Regina Volpe, sorrise melliflua e la sbranò. Poi si voltò e con gli occhi che mandavano lampi d’oro proclamò: «Il re sono io! Cominciate pure a portare i regali!» Dopo un pò di tempo, con un fracasso formidabile, arrivò alla reggia un mastodontico elefante che, giunto davanti alla tigre, la schiacciò. E appiattì anche il trono. Poi barrì minaccioso: «Il re sono io! Tutti i miei sudditi facciano tre urrà per Elefante 1° Magno!». E si fece costruire un trono di pietra adeguato al suo enorme posteriore. Gli uomini della savana si accorsero di tutto il trambusto provocato dagli animali e arrivarono per curiosare. Quando seppero che l’elefante si era proclamato re, lo attaccarono con lance e spade, lo fecero a pezzi, che arrostirono e mangiarono con le patate dolci. Poi misero sul trono il loro capo. Gli uomini del mare ne sentirono parlare e arrivarono in forze, gridando: «Noi siamo i più forti! Dobbiamo regnare noi!». Gli uomini della savana si schierarono a difesa del loro re e ne venne fuori una battaglia con morti e feriti. Vinsero gli uomini del mare e il loro capo divenne re. Gli uomini del deserto, selvatici e crudeli, arrivarono quasi subito con i loro cammelli e le lunghe scimitarre e fecero strage degli uomini del mare. Il loro capo si sedette sul trono e fu acclamato re. Il suo regno durò poco. Gli uomini delle città si coalizzarono e mossero contro il regno degli uomini del deserto. Questa volta la battaglia fu terribile. Rimasero solo pochi sparuti abitanti che misero un bambino sul trono e dissero: «Il re sei tu!», ma in quel momento davanti al trono passò una topolina, il Re Bambino si spaventò e scappò via piangendo. La topolina salì sul gran trono vuoto, si sedette e disse: «Sono la regina degli animali!». Dopo tanto sangue e tanti morti tutto tornò come all’inizio. Ne valeva la pena? B.U. UN VIAGGIO NELLA NOSTRA a cura di Remo CIRCOSCRIZIONE Andreasi Omaggio alla memoria La Strada del Francese Come molti sapranno, è vicino a casa nostra infatti è situata all’angolo di Strada comunale del Villaretto e prosegue sino a raggiungere Strada dell’Aeroporto. Perché si chiama così? Ricorda il passaggio delle truppe francesi, al tempo dell’Assedio di Torino nel 1706, quando occuparono e saccheggiarono il Villaretto ma di seguito dovettero ritirarsi. Difatti persero la guerra grazie alla strategia di Vittorio Amedeo II, detto la volpe savoiarda. I francesi si sbandarono, si dispersero e si ritirarono verso ovest percorrendo proprio quel tratto di strada che prende appunto il nome “del Francese”, abbandonando tutto il materiale bellico. Proprio lungo quel medesimo tratto, a circa metà strada nell’entroterra quasi dirimpetto alla cascina Lamarmora, appare l’antica cascina del Francese. Pare fosse stata acquistata, dopo la guerra, da un anonimo ufficiale francese da cui il nome originario. Pare sempre che egli si fosse già subito innamorato del Piemonte e soprattutto della bontà della terra di queste parti. Gente di Falchera 20 INVITO ALLA MOSTRA di Rita Miglia Lino, Lana, Seta, Oro. La prestigiosa cornice di Palazzo Madama a Torino ospita fino al 16 novembre, una singolare rassegna interamente dedicata all’arte del ricamo attraverso i secoli. Pratica antichissima e nobile che nel corso del tempo ha utilizzato ogni tipo di filato vegetale o animale,tinto o naturale, arricchito spesso da materiali preziosi come oro, argento, corallo, perle, vetro, o, più recentemente pailettes metalliche o in gelatina, il ricamo deriva il suo nome dall’arabo “raqun”, segno, che significa disegnare ad ago. Originariamente diffuso in Oriente e nel bacino del Mediterraneo, nel corso del Medioevo prende piede anche in Europa e coinvolge in egual misura uomini e donne. Basti pensare che nel XIII secolo a Parigi operavano oltre 200 mastri ricamatori di ambo i sessi. Solo nei secoli successivi, l’organizzazione corporativa dei mestieri affida agli uomini la titolarità delle botteghe, ma il ricamo comincia a diffondersi presso i monasteri femminili, come luogo di produzione organizzata e successivamente si diffonde come attività domestica, esclusivo intrattenimento di nobildonne, ma anche esercizio pratico ed educativo per ragazze. La rassegna allestita nella sala Atelier di Palazzo Madama, presenta oltre sessanta pezzi provenienti dalla propria collezione, con una scelta che spazia dai ricami sacri medievali agli abiti danzanti degli anni Venti, arricchiti da un prestito d’eccezione: un incantevole abito baiadera di Gianfranco Ferrè totalmente ricamato in cristalli Swarovski e canotti- glie. Lungo il percorso espositivo si possono ammirare ricami in seta e oro, da un prezioso san Cosma in “or nuè”, ai ricami in lino bianco dei monasteri svizzero tedeschi, fino a quelli in lana colorata per i tessuti di arredo, particolari della zona di Zurigo e Schiaffusa del Cinque-Seicento. Ma uno sguardo curioso meritano anche i fiori e le racailles che decorano i tessuti e gli accessori di abbigliamento tipici del Settecento: dalle pettorine alle borsette femminili; dai corpetti a trapunto alle marsine, ai gilet, fino ai copricapo da uomo. Tra le particolarità in mostra, un cenno merita l’antico cappuccio da piviale risalente alla fine del XIII secolo, o il sorprendente frammento di stolone di piviale con allegri teschi infiocchettati, realizzato in Spagna intorno al 1590. Più o meno allo stesso periodo risale il complesso ricamo svizzero tedesco che unisce la raffigurazione della parabola delle “Vergini sagge e delle Vergini stolte” alla raffigurazione degli Evangelisti e delle stagioni. Accanto ai ricami, uno sguardo merita senz’altro la raccolta di “imparaticci”, ossia i riquadri di tela lavorati nei secoli dalle ragazze per esercitarsi e raccogliere modelli di punti per ricamo e rammendo, che illustrano l’antico uso di “imparare l’arte”. Tra le rarità dell’esposizione, spicca un raro quaderno manoscritto di disegni per ricami a inchiostro e tempera del 1538, accanto alla preziosa collezione di agorai in smalto, avorio e microintaglio ligneo risalenti al periodo dal XVII al XIX secolo. Chiude la rassegna, uno sguardo al futuro con i campioni di ricamo di Pino Grasso, proposti per le creazioni dei grandi stilisti italiani. La rassegna “Lino, lana, seta, oro. Otto secoli di ricami” resterà aperta a Palazzo Madama fino al 16 novembre, con orario dalle 10 alle 18, escluso il martedì. Gente di Falchera 21 Il piacere di leggere a cura di Adriana Scavello La nostra affezionata lettrice Lina Signorini ci propone la seguente lettura: “Se chiudo gli occhi” di Simona Sparaco. Viola nella vita ha imparato molto bene una cosa: a nascondersi. I vestiti di una taglia troppo grande, un impiego ben lontano dalle sue passioni di bambina, quando inventava storie e le appuntava su fogli di carta, un bravo ragazzo come marito, con cui forse l’amore non c’è mai stato. Poi un giorno, mentre sta sviluppando alcune fotografie nel negozio dove lavora, si fa largo tra la folla del centro commerciale un uomo alto e dinoccolato, ancora bello nonostante l’età: è suo padre, l’artista famoso, l’irregolare, l’eterno bambino. È tornato, è venuto a cercarla per proporle un viaggio nella loro terra d’origine e per dirle qualcosa di molto importante. Ma come fidarsi un’altra volta dell’uomo che l’ha abbandonata? Come credere di nuovo a una delle sue funamboliche storie? La tentazione però è troppo forte e Viola accetta. Mentre un paesaggio innevato scorre oltre il finestrino, l’inaspettata sincerità di quell’uomo disarmato inizia a far breccia nelle difese di Viola e quando insieme arrivano alle pendici dei Sibillini, dove è custodito un antico segreto, una nuova forza la travolgerà: la forza dell’amore, che Viola non ha mai conosciuto, della verità, del perdono, di un luogo che la chiama a sé con la sua luce misteriosa e avvolgente. È un viaggio davvero magico se il prezzo della felicità è abbandonarsi con gli occhi chiusi al potere della vita che è pronto ad accoglierci. Lina Signorini Ogni singolo gesto donato non è mai tempo sprecato. Una carezza. Un abbraccio. Un sorriso. Di tutto rimane traccia. (M. Travaglino) RICORDO L’ultimo Partigiano Ci piace ricordare così Renato Mattio, deceduto il 25 luglio. D’altra parte stanno a poco a poco scomparendo i vecchi, i veri partigiani come lui. Una vita spesa per il lavoro e la famiglia, una vita spesa per non dimenticare il suo passato di combattente, in nome della libertà e della giustizia. Collaboratore del giornalino da sempre, ha messo a disposizione la sua lunga esperienza di uomo, di cittadino e lo spirito della sua intramontabile fede nella partecipazione di un determinato periodo storico di cui si compiaceva di essere stato partecipe. Spesso le sue lettere e le sue riflessioni, vergate con semplicità e a mano su intramontabili fogli di protocollo, miravano da una parte a sollecitare i giovani al risveglio delle loro coscienze per una società migliore, dall’altra tentavano di suggerire risoluzioni ai vari problemi sociali e politici del quartiere in vista della sua riqualificazione. Ha rappresentato degnamente quella generazione di anziani, di pionieri che, nei primi Anni Cinquanta, hanno “toccato terra” alla Falchera la cui freschezza e genuinità di allora è rimasta sempre viva e palpitante nei loro cuori. Indimenticabile, ci confessava, la struttura del gioco delle bocce che lui e altri condomini avevano costruito all’altezza di Via dei Frassini 27 ove ha abitato con i suoi cari tutta la vita, per ritrovarsi insieme ai vicini, soprattutto nelle sere d’estate, intorno a una “pinta” di vino: tripudio di voci e di risate. Diceva: “Eravamo, è vero, più poveri, ma ci conoscevamo tutti, eravamo tutti amici”, un piccolo mondo antico che ora non c’è più. Non si è perso mai d’animo, nonostante il dolore per la perdita prematura di Rosina, sua moglie. Ha ritrovato forza impegnandosi a dialogare con i giovani e con le scuole per trasmettere momenti di vita e di lotta al tempo della Resistenza, quando sulle montagne del Piemonte, Renato classe 1925 sotto il nome di battaglia “Sommariva”, si prodigava con altri compagni a liberarsi dal giogo della dittatura. Lo abbiamo visto, per l’ultima volta, ancora fiero ma appesantito dagli anni, accanto al cippo di str. Cuorgné a commemorare il 25 aprile scorso, appoggiato al fedele bastone per una ferita riportata ad una gamba proprio in battaglia. Forse proprio quella gamba, chissà, l’ha tradito non avendolo retto nella fatale caduta in casa. Alla cerimonia religiosa è stata presente una delegazione dell’A.N.P.I. di Barriera di Milano con a capo il suo presidente, Francesco Vercillo. Vorremmo concludere il nostro omaggio a Renato con le brevi ma toccanti parole conclusive della figlia Cristina pronunciate in chiesa tra le lacrime: “Sei stato un buon padre. Grazie, ciao papà”’. Gente di Falchera 22 ANNIVERSARIO Il 26 settembre 2014 è mancato Traisci Francesco, amico e collaboratore della redazione. Ad un anno dalla sua scomparsa lo ricordano con immenso amore la moglie Maria, le figlie Lara e Milena: ci manchi tanto. ANNIVERSARIO Cosentino Antonio, figlio mio oggi 13-10-2015 sono già passati cinque tristissimi anni, da quando ci hai lasciato non è più come prima. Mi portavi allegria e buon umore nella mia casa, tavolate con i tuoi fratelli e nipoti. Aiutami ad andare avanti e ad affrontare le difficoltà della vita, ricordati che nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta. Non ti abbiamo perduto, dimori prima di noi nella luce di Dio... La tua mamma Carmela, tuo padre Giuseppe, tuo fratello Michele e Alessandro, le cognate Mirella e Paola, nipoti tutti... ciao Giorgio veglia su di noi, cuore di mamma. Offresi per Lavori di Manutenzione Lino manutenzione e servizi reperibile allo: 334-2668124 si esguono i seguenti interventi: carpenteria metallica e di legno, saldature, posa guaina catramata, cartongesso e decorazioni, stucco veneziano, sostituisco serrature, posa canalina e punti luce,bastoni e binari per tende,tapparelle da sostituire o riparare, veneziane zanzariere e riparo sedie. SILENT KEY CI HANNO LASCIATO: 28/07/2015 Salso Francesco Via degli Ulivi 68 23/08/2015 Di Giovanni Antonino Via delle Querce 67 31/08/2015 Lupino Michele Via degli Abeti 25 14/09/2015 La Motta Giuseppe Via delle Querce 81 19/09/2015 Indovino Maria Giuseppa Via dei Faggi 11 23/09/2015 Giribaldi Giuiseppe Via dei Tigli 20 di anni 84 di anni 92 di anni 83 di anni 83 di anni 102 di anni 68 CROCE ROSSA ALLA FALCHERA Desidero ricordare a tutti che il servizio di misurazione della pressione continua a essere operativa con i soliti orari: il martedì presso il Centro d’Incontro alla Falchera Nuova dalle ore 16 alle ore 17; il venerdì presso la Redazione “Gente di Falchera” in piazza Astengo 6 dalle ore 16 alle ore 17 e al circolo ACLI dalle ore 17 alle ore 18. Per informazioni mi trovate al numero 3358026904. Un saluto e vi aspetto numerosi! Crocilio Ricci Signora africana OFFRESI come Badante o Colf Ottima esperienza lavorativa Molto paziente con persone anziane Disponibilità immediata Referenze controllabili Tel. 3201844961 Il TUO ascensorista… DIETRO CASA Miglietta Raffaele Numero Verde 800180791 Gente di Falchera 23 Hanno collaborato a questo numero: Remo Andreasi, Enrico Bassignana, Ugo Bonalberti, Giacomo Chissotti, Eleonora D’Urbano, Giovanna Ferraris, Emilio Ghirardi, Vittorio Leode, Massimiliano Irenze, Valeria Picca, Claudio Raffaelli, Gioia Raro, Ricciardetto, Alessio Salpietra, Adriana Scavello, Livio Scremin, Carolina Sereni, Lina Signorini, Roberto Slaviero. Gli eventuali contributi potranno essere versati direttamente presso la Redazione, in Piazza G. Astengo 6. Orario di Redazione dal lunedì al venerdì: dalle ore 9,30-11,30 / 15,30 -17,30 Tel. cell. 349.420.10.90 E mail: [email protected] Sito: www.gentedifalchera.it Un ringraziamento particolare a tutti i sostenitori, inserzionisti e agli amici che ci aiutano nella distribuzione del giornale. Sostenitori “GENTE di FALCHERA” Sig. Sig.ra Sig. Sig. Sig.ra Sig.ra Chissotti Giacomo Kpoh Augusta Sgambellone Aurelio Oglietti Gianfranco Dalena Flavia Gozzelino Maria ASTRA SOCIETA’ COOPERATIVA TORINO C.so Giulio Cesare, 99 - tel. 011-280901 Via Monginevro, 161 - tel. 011-3828558 Gli articoli da pubblicare dovranno pervenire entro il 15 di ogni mese. La redazione si riserva la facoltà di pubblicarli e/o modificarli secondo le esigenze del giornale. 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