ha i fianchi - Live Sicilia

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ha i fianchi - Live Sicilia
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PALERMO-JUVENTUS AI RAGGI X
» Accursio Sabella
L
e braccia in volo di Franco Brienza. Lo sguardo stupito e sognante
di Mattia Cassani. Gol che, con
parabole tanto folli da fare impazzire
Buffon, hanno scritto storie insperate.
In grado di sovvertire regole e leggi. A
cominciare da quellle della fisica, per
finire con quella “del più forte”. Che
sulla carta è, deve essere (quasi sempre) la Juventus. Pronostici capovolti,
a volte, da un tiro non pensato, e forse
nemmeno sognato. Da uno stadio, vero
uomo in più. Da un entusiasmo che è,
spesso, benzina vera. Molto più che le
stelle sulla maglia, i trofei in bacheca,
la storia scritta.
Così, l’analisi di Palermo-Juventus non
può che partire da lì. Dalla “messa in
conto” di un elemento imponderabile
(un paradosso, è ovvio). Poi, viene tutto il resto. Vengono i numeri, le squadre, le tattiche e le debolezze delle due
squadre. Che disegnano le trame di un
tappeto. Sul quale, però, la palla rotola.
O vola, disegnando parabole assurde.
Come quelle di Brienza. O di Cassani.
PALERMO: INVERSIONE DI TENDENZA
Le ultime, ravvicinate sfide di campionato, hanno raccontato storie nuove per
il Palermo, rispetto alle giornate precedenti. Una vera e propria inversione di
tendenza che può e deve far riflettere.
Nelle prime partite della stagione, infatti, i rosa hanno spesso pagato una partenza lenta, per poi recuperare con ottimi secondi tempi. Il gol nel finale col
La Juve ha subito 4 dei 5 gol stagionali con azioni dalle fasce. Il Palermo lì può fare male
LA
Signora
ha i fianchi
scoperti
Bari e quello di Miccoli contro il Napoli hanno regalato agli uomini di Zenga
4 dei 6 punti in classifica. Punti che
potevano essere di più. Perché subendo
due gol negli ultimi cinque minuti contro Roma e Lazio, i rosa hanno “restituito” quei 4 punti conquistati nelle prime
due sfide al Barbera. La speranza è che
si tratti solo di una “parentesi romana”.
LA JUVE PARTE FORTE
Il Palermo, finora, non ha mai segnato nella prima mezz’ora. Un bilancio
esattamente contrario a quello della
Juve che, invece, ha un impatto con la
gara devastante. Al punto che più della
ROSANERO
A MILANO
» Enrico Nunnari (www.tifosirosanero.it)
Il guazzabuglio fra i pali rosanero
Da piccolo giocavo a fare il piccolo prestigiatore. Avevo un cassetto
magico che usavo per fare sparire la realtà. Ora lo aprivo e c’era una
cosa, ora lo riaprivo e la cosa non c’era più. Agli altri raccontavo che
era una magia, ma in fondo sapevamo sia io che loro che si trattava di
un banalissimo trucco. Come quello messo in scena inconsapevolmente dal Palermo in questi cinque giorni. Ora apri il cassetto e trovi Rubinho che scivola sul’acqua contro la Roma, agganciando le gambe di
Okaka. Ora lo riapri e trovi Sirigu che vola all’incrocio dei pali contro
la Lazio. Lo riapri ancora e trovi di nuovo Rubinho, immobile sulla fucilata di Totti dagli undici metri. Lo riapri per l’ultima volta e rispunta
Sirigu, che dice “no” due volte a Rocchi con una reattività spaventosa.
Magia? No. Due facce della stessa medaglia rosanero. Un pareggino
in entrambi i casi, forse. Due punti persi ieri, un punto guadagnato
oggi, probabilmente la verità. Ed intanto le facce di Rubinho e Sirigu
sembrano le maschere tristi e ridenti, che fuori dal teatro invitano i
passanti ad entrare. Ora tocca a Walterone stare attento alla prossima
mossa, perché il buon Fernando non merita la fustigazione della piazza ma il giovane Salvatore merita quantomeno rispetto. E per risolvere
questo guazzabuglio non basterà un semplice trucco, ma servirà una
magia vera e propria. Perché in ballo stavolta c’è il futuro del Palermo
e non un golletto preso in più.
LA SFIDA AI RAGGI X
I NUMERI
7
GOL FATTI
11
8
GOL SUBITI
4
5
GOL SUBITI IN AREA
3
3
GOL SUBITI FUORI AREA
1
34
TIRI IN PORTA
28
4,86
TIRI IN PORTA / GOL
2,55
I bianconeri partono
forte (6 gol su 11
li ha segnati
nei primi 30 minuti).
Occhio a Iaquinta:
l’attaccante
segna solo
nel primo
quarto d’ora
3
I GOL SUBITI
I GOL SEGNATI
MINUTI
DI GIOCO
MINUTI
DI GIOCO
1
DAL 1’ AL 15’
0
0
DAL 1’ AL 15’
3
3
DAL 16’ AL 30’
0
0
DAL 16’ AL 30’
3
1
DAL 31’ AL 45’
2
3
DAL 31’ AL 45’
1
0
DAL 46’ AL 60’
0
1
DAL 46’ AL 60’
0
1
DAL 61’ AL 75’
1
2
DAL 61’ AL 75’
2
2
DAL 76’ AL 90’
1
1
DAL 76’ AL 90’
2
metà delle reti le ha segnate proprio nei
primi 30 minuti (6 su 11, nessuno subito). Occhi aperti, quindi, fin dal fischio
iniziale. E puntati, soprattutto, su Vincenzo Iaquinta, capace di segnare i suoi 3
gol in campionato addirittura nel primo
quarto d’ora. Anche perché il Palermo
subisce molto tra il 15’ e il 30’ del primo
tempo (3 gol).
COME SEGNANO I BIANCONERI
In genere, si considerano inefficaci,
poco pericolosi, i cross e le punizioni
dalla tre-quarti verso l’area. Specie se
calciati da posizione centrale. La Juventus, invece, ha fatto di questa situazione
di gioco una risorsa. Da due calci piazzati e da un lancio di Camoranesi da circa 45 metri, sono nati tre gol bianconeri
(contro Chievo, Livorno e Genoa). E in
due di queste occasioni, la testa privilegiata è stata quella di Vincenzo Iaquinta.
COME FARE MALE ALLA SIGNORA
Quasi tutti i gol della Juve (10 su 11)
sono nati da azioni centrali. La Signora
non ama le fasce, anche per la scelta di
un rombo che prevede ai lati Marchisio
e Camoranesi, giocatori inclini a giocare più da interni che da “ali” pure. E le
caratteristiche del gioco offensivo della
Juve possono essere “ribaltate” nella
disposizione difensiva. I bianconeri, infatti, finora ha subito solo 4 gol in campionato e uno in Champions. A parte
quella da 30 metri di De Rossi, le altre
4 reti sono arrivate da situazioni quasi
identiche: sfondamenti dalla fasce e
cross sul primo o secondo palo (molto
simili i gol subiti dal Bologna e dal Bordeaux).
Tutte queste considerazioni potrebbero
spingere Zenga a puntare su un atteggiamento tattico diverso. Magari un 3-4-1-2
che consentirebbe, da un lato, di coprire
meglio la zona centrale (con un difensore in più e uno dei due mediani qualche
metro indietro). E, dall’altro favorirebbe
la spinta degli unici, veri giocatori di
fascia nella rosa del Palermo (i difensori Cassani e Balzaretti). Capaci, con le
loro sgroppate (e i cross verso una torre, magari Budan), di colpire la Signora
nell’unico punto scoperto: i fianchi.
LA LEGGE
DEL GOL
» Leonardo Guarnotta
La vecchia guardia
Offre sempre garanzie
Esiste un vecchio brocardo secondo il quale “se si lascia
la strada vecchia per la nuova, si sa cosa si lascia ma non
si sa cosa si trova”
Uscendo fuor di metafora, è bastato che Zenga riequilibrasse la squadra, sistemando le pedine al loro posto,
impostando la formazione sulla falsariga di quella (a
parte Liverani) che aveva conquistato ben 58 punti nella
scorsa stagione, perché il Palermo sfoderasse, tra mercoledì e domenica, due buone prestazioni contro le due
squadre capitoline, prima nella palude del “Barbera” e
poi all’”Olimpico”.
E ciò nonostante il notevole dispendio di energie fisiche
e mentali che aveva consentito alla squadra rosanero di
sfiorare la vittoria sulla Roma, vanificata da un improvvido fallo del portiere su Okaka a pochissimi minuti dal
triplice fischio di chiusura.
Dopo la deludente partita di Parma, nella quale il Palermo ha espresso il peggior gioco dall’inizio del campionato a causa di una formazione messa in campo senza testa
né coda e con qualche giocatore fuori ruolo, l’allenatore è
corso ai ripari ricorrendo alla “vecchia guardia”, la quale
ha risposto alla grande assicurando tenuta, gioco, manovra fluida, e soprattutto apprezzabili reti. Anche a Roma
la squadra ha ben giocato nei primi 15, 20 minuti per poi
controllare la gara e non ha corso rischi se non nei minuti
finali, dopo la rete di Cavani e l’uscita dal campo di Kjaer,
anche per la reazione veemente della Lazio alla ricerca
del gol del pareggio sul quale Sirigu non ha alcuna responsabilità. A proposito del giovane “guardiapali” fatto
esordire in una gara impegnativa, va dato atto a Zenga
di avere preso una decisione tanto coraggiosa quanto opportuna, essendosi accorto (e chi meglio di lui avrebbe
potuto) del particolare momento critico attraversato da
Rubinho, non in grado per il momento di dare ai difensori la sicurezza necessaria per giocare con tranquillità.
E Sirigu lo ha ripagato con una prestazione maiuscola
esibendosi in due o tre interventi decisivi senza tradire
emozione per il debutto in Serie A, e per di più in un
palcoscenico prestigioso.
Naturalmente, il fatto che il Palermo abbia fatto segnare
notevoli miglioramenti sul piano del gioco, in attesa del
rientro di Liverani, da quando Pastore e Bertolo siedono
in panchina, non può e non deve suonare come un campanello di allarme per il futuro dei due giovani argentini.
Zenga saprà opportunamente inserirli nella collaudata
intelaiatura della squadra e potranno tornare utili in un
futuro anche prossimo, quando si saranno ambientati ed
adattati ad un campionato ben più tattico e difficile di
quello argentino.
Domenica prossima la squadra è attesa da un altro impegno difficile perchè. arriva la “vecchia signora” del calcio
italiano e bisogna essere pronti a riceverla, sfruttando
l’abbrivio delle due ultime partite giocate e il sostegno
caloroso del proprio pubblico.
Prepariamoci ad accogliere con un grande applauso
Amauri, di prossima nazionalità italiana, uno dei più
grandi ed amati giocatori che hanno vestito la maglia
rosanero. Adesso indossa quella bianconera della Juventus e farà di tutto per contribuire alla sua vittoria, come
è giusto che faccia un serio professionista, ma i tifosi del
Palermo dovranno essergli sempre grati per lo spettacolo
di gioco e di gol che ha loro offerto.