Marzo - Associazione Vecchia Alassio

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Marzo - Associazione Vecchia Alassio
ANNO XLIII - N. 3
€ 1,38
Sabato 15 Marzo 2003
Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 - Filiale di SAVONA
Eccovi Alassio che innamora il sole. (A. Graf)
Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure.
Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio aderente € 16,50 - Socio Sostenitore € 19,50 - Socio estero € 21,00
ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37 - E-mail: [email protected]
Quattro secoli sono trascorsi
ma Alassio lo ricorda ancora
Il giorno 25 marzo ricorre il
quarto centenario della nascita
del P. Francesco Maria Giancardi cappuccino; primo storico di
Alassio.
La figura di questo eminente
figlio della nostra terra verrà riproposta alla pubblica attenzione nella prima quindicina del
mese di ottobre, per iniziativa
della Parrocchia Collegiata di
Presunto ritratto del Padre
Francesco Maria Giancardi.
S. Ambrogio, dell’Amministrazione Comunale, dell’Associazione Vecchia Alassio, dell’Istituto Professionale di Stato. A
questo corale tributo non resterà insensibile la Provincia
dei Frati Cappuccini di Genova
nell’onorare questo antico suo
frate che per le sue esimie doti
detiene un posto importante tra
gli illustri suoi figli.
Venne alla luce nel giorno
dell’Incarnazione del Signore,
annunciata dall’Angelo a Maria,
il 25 marzo del 1603.Ultimo figlio
di Prospero Giancardi e di Masina Tocasio. Battezzato in quello
stesso giorno col nome di Antonio Maria. Padrini Angelo
Moirano e Mariettina Brea.
La casata dei Giancardi era
oriunda francese e nobilitata
con proprio stemma col motto:
Soli Deo honor et gloria. I Giancardi in Alassio erano divenuti
facoltosi per i continui traffici
commerciali con l’isola di Sardegna. Un suo fratello maggiore
di età si era fatto prete e fu per
molti anni curato dalla nostra
Parrocchia. Antonio tratto dall’
ideale francescano si fece cappuccino. Un suo zio materno, il
P. Gabriele Tocasio era stato
frate cappuccino, «religioso di
santa vita e buon predicatore».
In quell’epoca i Frati Cappuccini vivevano un’intensa vita di
religioso fervore e di attivissima
espansione. Antonio Maria aveva compiuto 21 anni quando entra nel convento genovese di
san Barnaba per compiervi il
25 APRILE
Festa della libertà e della pace
Programma di massima
L’A.N.P.I. - Sezione di Alassio e
Laigueglia - organizza, di concerto con le Amministrazioni
comunali dei due Comuni come
per gli anni decorsi, una nutrita
serie di manifestazioni.
Il programma culturale rivolto alle scuole medie alassine,
pubbliche e private, prevede
l’impegno degli studenti su temi
storici, su composizioni poetiche, su produzioni in tecniche
artistiche diverse, come concordate con le direzioni degli
Istituti scolastici ed i relativi
corpi docenti. Verranno assegnati premi congrui (confidando nei contributi richiesti come
per il passato e sempre ottenuti) agli studenti vincitori del
concorso.
Nell’ambito delle manifestazioni celebrative della ricorrenza del 25 Aprile, si informa che
il giorno 21 marzo c.a. alle ore
21 presso la Biblioteca Civica
(continua a pagina 2)
TAVOLA ROTONDA ALL’A.V.A.
Lunedì 10 febbraio u.s. alle ore
21,00 presso la Sala Congressi
Biblioteca Civica «Renzo Deaglio», si è svolto un interessante
ed importante conferenza sul
«Commercio equo e solidale».
Molte le persone convenute a
sentire ed a dibattere l’argomento trattato.
Dopo i saluti della Preside della Scuola Media Statale «M.M.
Ollandini» Prof.ssa Loredana
Nattero, ha coordinato l’incontro
il Sig. Alberto Puppo, giornalista
di «La Repubblica-Il Lavoro». Il
Sen. Nuccio Iovene Membro della Commissione Diritti Umani del
Senato e Alberto Zoratti Responsabile in Italia dell’Associazione
«Rete Lilliput» di ritorno dal
Social Forum di Porto Alegre,
hanno spiegato il significato
profondo della mozione votata al
Senato della Repubblica da
(continua a pagina 2)
BEPPE GRILLO AD ALASSIO
«Antonio, pensaci tu! Fai qualcosa!» Beppe Grillo, il solito fiume in piena, duetta con Antonio
Ricci, seduto tra il pubblico. E
via a sottoporgli casi di malcostume quotidiano.
alla fine ne esce soltanto con
l’etichetta di «simpaticone».
C’è di peggio, e molto.
In primis il solito Berlusconi,
ridotto ad un «ologramma»:
«parlare di lui è come dare un
L’immagine di Alassio
attraverso lo sport del calcio
Il 19 febbraio u.s., presso la sede A.V.A., si è tenuto un dibattito sul tema della rinascita del
calcio alassino, promosso, attraverso l’A.V.A. stessa, dai soci
Dante Schivo e Sergio Zenari.
Carlo Cavedini a tutti i presenti, è intervenuto Sergio Zenari
con un accurato invito
all’Amministrazione
Comunale, agli operatori turistici, commercianti e cittadini,
(continua a pagina 2)
Palalassio Lorenzo Ravizza, 24/2/03. Successone di pubblico per Beppe
Grillo. La serata ha segnato il tutto esaurito. Grillo non ha risparmiato nessuno nella sua performance satirica: oltre ai personaggi della scena internazionale e nazionale, il comico ha colpito gli amministratori del presente e del
passato prossimo (Melgrati e Avogadro). In prima fila Antonio Ricci e famiglia di cui Grillo era ospite per la vecchia amicizia. (FOTO SILVIO FASANO)
Bandiera italiana e tedesca
per ricordare la Resistenza
Domenica 27 aprile si svolgerà sulla collina panoramica di
San Bernardo di Casanova Lerrone una giornata dedicata
all’inaugurazione del sentiero
lungo il quale il comandante
partigiano Felice Cascione
scrisse, 60 anni fa, le parole
dell’inno nazionale della Resistenza, «Fischia il vento». Per
l’occasione sarà anche inaugurata la stele bianca donata dal
grande scultore tedesco Rainer
Kriester dedicata ai valori per i
quali gli italiani combatterono
in nazifascismo. Il 27 aprile si alzeranno così a San Bernardo la
bandiera italiana e quella tede-
Commercio equo e solidale
sca. L’iniziativa, «aperta a tutte
le forze politiche che si riconoscono nella costituzione italiana», è organizzata dall’associazione culturale albenganese
«Fischia il vento» che per ricordare Cascione ha già prodotto
libri, due video-documentari, inserti speciali su pubblicazioni
nazionali.
r.s.
Pubblichiamo questa notizia
pervenutaci in chiusura di giornale, riservandoci di fornire ulteriori informazioni sul prossimo numero de «L’Alassino».
SOCIETÀ AGRICOLA
MUTUO SOCCORSO-SOLVA
Domenica 30 marzo 2003
Festa
dell’Annunziata
ore 10 Santa Messa - ore 15,15 Processione
Segue la tradizionale
festa delle «BISCETTE»
(continua a pagina 2)
Non prima, però, di bacchettare i politici locali, che, a onor
del vero se la sono ancora «cavata» rispetto a tanti casi ben
più colpiti dagli strali del comico genovese. Lo stesso Sindaco,
ceffone a un bimbo su un vasino» ma tant’è la tentazione è
troppo forte e via sulle performance estere, corredate da
(continua a pagina 2)
Progetto campo alternativo in località Loreto.
Presenti il Sindaco Arch.
Marco Melgrati e l’Assessore
Rag. Fabrizio Calò per il Comune di Alassio, il Comm. Pasquale Balzola, Presidente Associazione Commercianti e Pubblici
Esercizi.
Dopo i saluti del Presidente
per dare vita ad un’unica società sportiva Alassina di Calcio, che vanta un glorioso passato, e dare una nuova immagine alla Città di Alassio e di conseguenza un ritorno turistico;
RINNOVO ABBONAMENTI 2003
Per motivi tecnici il modulo di C.C.P. viene anche inserito ne
«L’Alassino» di quanti hanno già versato la quota Soci
Aderenti (Euro 16,50). Ci scusiamo con loro e li ringraziamo
per la loro fedeltà.
Per gli Alassini passa apposito incaricato.
(continua a pagina 2)
ASSOCIAZIONE VECCHIA ALASSIO
Floreat Alaxium
Il giorno lunedì 28 aprile 2003 presso la
Sede Sociale di Via XX Settembre 7, Alassio
è convocata
L’ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI
alle ore 20.30 in prima convocazione e
alle ore 21.00 in seconda convocazione
con il seguente
SOCIETÀ OPERAIA
DI MUTUO SOCCORSO
ALASSIO
Domenica 6 aprile 2003
Assemblea Generale Ordinaria
Pranzo Sociale, alle ore 12.45,
ORDINE DEL GIORNO
presso l’Albergo Ristorante AIDA
1) Relazione del presidente;
2) Varie ed eventuali.
Via Flavio Gioia, 25 – Alassio
Per i Soci è un dovere morale
partecipare all’Assemblea
Sono invitati tutti i Soci e simpatizzanti.
Il Presidente A.V.A.
(Carlo Cavedini)
Prenotazioni presso CARLO CARBONE
e/o Ristorante AIDA e/o SEDE A.V.A
2
«L'ALASSINO»
ALASSIO LO RICORDA ANCORA
noviziato religioso, l’accoglie il P.
Bonaventura da Casale, allora
Superiore provinciale. Da questo
preciso momento fra Francesco
Maria da Alassio percorre un cammino segnato da importantissime
tappe. Nel 1639 la sua ascesa al sacerdozio. L’incarico di dedicarsi alla predicazione in Liguria, in altre regioni, nell’isola di Sardegna. Creato
guardiano (superiore) del convento
di Savona e nel convento di Alassio.
Per fattivo suo intervento si appiana
finalmente l’annosa questione della
posizione dei Cappuccini nella città
di Loano. Ma un’altra attività doveva assorbire il tempo a disposizione
del nostro frate impegnato nel suo
ruolo di scrittore e pubblicista.
Impegnandovi le sue doti intellettuali col proposito di far conoscere
i maggiori santuari mariani della
Liguria. Da quello a lui particolarmente caro della Madonna di Misericordia in Savona di cui divenne
l’araldo, della Guardia di Genova, di
Montellegro di Rapallo, della Madonna della Vigne in Genova, di SS.
Maria Pia del Finale. Ad Alassio sua
patria, dedicava le Imprese d’Alassio, Città Sacra (Alassio) della Madre di Dio, Giardino Sacro per la Madonna del Suffragio, Gioiello Sacro
delle Reliquie trasportate di Sardegna in Alassio. A queste sue opere si
aggiungono alcuni opuscoli a scopo
divozionale.
Un’ampia messe di erudizione sacra e profana di una articolata costruzione letteraria che rispecchia il
tempo, l’indole, il gusto di quel preciso secolo, il Seicento. Fu egli veramente un poligrafo il quale fece veramente gemere i torchi. E questa
sua produzione libraria comparve
adombrata sotto il nome di Don
Giuliano d’Alassio Prete Secolare.
Corrispondente al nome del suo fratello, essendo lui religioso vincolato
col voto di povertà.
(segue dalla prima pagina)
E sotto tal nome appare tra «Li
scrittori della Liguria» di Raffaele
Soprani e di Michele Giustiniani, stese in quel secolo.
Nei campi della cultura, da autentico umanista, fu cultore dell’arte.
Intrinseco del genovese pittore
Giovanni Andrea De Ferrari (15981657) committente la sua famiglia,
dipingeva la Madonna del Carmelo
per la chiesa dell’Ospedale della
Carità e quella della Cappella della
Madonna del Suffragio in Parrocchia, dove il pittore lo ritraeva nella
figura di San Francesco d’Assisi. P.
Francesco Maria moriva nel convento di Savona il 1 dicembre 1670
all’età di 67 anni.
Ricorrendo nel 1970 il terzo centenario della sua dipartita, Alassio
sua città natia ne esaltava la figura
nel giorno primo di dicembre con
pubbliche celebrazioni. In quegli
stessi anni da parte del Comune veniva intitolata al suo nome la più lunga via cittadina che dal cavalcavia
giunge ai confini con Albenga. Nel
1978, l’Associazione Vecchia Alassio provvedeva alla ristampa anastatica dell’opera Imprese D’Alassio, stampato in Mondovì nel 1653,
mettendo a disposizione degli studiosi la più antica storia di Alassio.
Nel 1963, con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1677 del
1°/10, l’approvazione di un Istituto
Professionale Alberghiero di Stato.
Con l’erezione della stabile sede
di Via Neghelli, con deliberazione
del Consiglio d’Istituto n. 136 del
31/01/1984, viene approvato all’unanimità di intitolare la nuova sede col
nome di Francesco Maria Giancardi.
Queste notizie biografiche servano a rinverdirne la memoria e preparare gli animi degli odierni
Alassini a degnamente celebrare la
chiara memoria di questo illustre
concittadino.
Antonio Carossino
FESTA DEL 25 APRILE (segue dalla prima pagina)
Renzo Deaglio verrà presentato il
libro «Un Poliziotto Perbene» dello scrittore Luigi Monardo Faccini, con la partecipazione dell’Autore.
In data da destinarsi (ma prima
del 25 Aprile) presso la Biblioteca
Civica R. Deaglio ad Alassio verrà
presentato il libro del dott. Pier
Paolo Rivello, Procuratore Militare della Repubblica a Torino, dal
titolo «Quale giustizia per le vittime dei crimini nazisti».
La sera del 24 Aprile alle ore
20.30, grande corteo con fiaccolata per le vie cittadine (Palazzo Comunale, viale Gibb, via Dante, via
Cavour, Passeggiata Grollero, via
Torino, via Dante, Comune) ed
orazione ufficiale del rev. Don
Luigi Ciotti. Parteciperanno anche Associazioni e rappresentanze dei Comuni vicini.
Il 25 Aprile alle ore 9 a Laigue-
glia, manifestazione in Piazza del
Monumento ai Caduti.
Quindi ad Alassio, ore 10.30, S.
Messa e premiazione degli studenti vincitori del Concorso nei
giardini di fronte al Palazzo comunale.
Al pomeriggio nei Giardini dei
Cavalieri di Vittorio Veneto, come per gli anni passati, tradizionale programma del Circolo Arci
Brixton, con spettacoli teatrali,
attrazioni, musica.
Trattandosi di iniziative volte
non soltanto a ricordare il grande
evento storico della riconquistata libertà, ma anche a dimostrare
la volontà del Popolo a pretendere la Pace e dire NO alla guerra,
l’A.N.P.I. confida nella corale partecipazione di tutti i Cittadini e di
tutte le Associazioni.
Il C.D. ANPI
Alassio-Laigueglia
TAVOLA ROTONDA A.V.A. (segue dalla prima pagina)
il mondo del calcio ribadisce Zenari,
è un forte richiamo turistico; occorre riportare la squadra di Alassio al
livello che le compete. Il programma
deve comprendere inoltre il rifacimento dello stadio, con annessi servizi, ed un campo alternativo per gli
allenamenti.
Il Comandante Schivo prende la
parola per ricordare il tifo per le
squadre che si sono succedute nel
passato, di cui anch’egli ha fatto
parte come giocatore, citando anche un suo libro pubblicato nel
1996, dal titolo «Cuvea de Balun»,
dove si racconta la storia del calcio
alassino dal 1920 al 1957, pieno di ricordi e fotografie; sprona quindi
l’amministrazione comunale, i
Presidenti le varie società sportive a
farsi carico di questa iniziativa. Lo
sport del calcio è anche una salvaguardia per i giovani, nel conservare integro, oltre il corpo, lo spirito.
L’Assessore Calò dichiara di avere già fissato, allo scopo, un incontro con i rappresentanti le varie società sportive, per definire i pro-
grammi futuri e istituire un’unica
Società alassina, con l’invito al sig.
Sergio Zenari di prestare la sua consulenza, e che questo è l’orientamento
dell’amministrazione
Comunale.
Per quanto riguarda le infrastrutture e gli impianti sportivi per il calcio, è intervenuto il Sindaco Arch.
Marco Melgrati per confermare che
è in atto il progetto per il rifacimento dello Stadio, con relative tribune
e spogliatoi, sottostante parcheggio
auto di due piani interrati.
Nel frattempo, cioè ancora prima
dell’inizio dei lavori, verrà creato un
campo sportivo in regione Loreto,
in terra battuta, che rimarrà campo
ufficiale per le squadre minori e per
gli allenamenti, inoltre verrà utilizzato come parcheggio auto nel periodo estivo.
Il comm. Pasquale Balzola plaude
all’iniziativa, che porterebbe benefici economici alla Città tutta, e chiude la serata con un brindisi gentilmente offerto.
A.V.A.
COMMERCIO EQUO E SOLIDALE
tutte le parti politiche, il 24 ottobre
2002. Fra i vari argomenti è emerso
che il cacao ed il caffè prodotto dai
paesi in via di sviluppo è calato di
prezzo riducendo in modo considerevole il guadagno di chi lo produce
con gravi conseguenze sulla vita sociale dei contadini, inoltre quattro
multinazionali hanno il monopolio
del 40% del commercio di questi
prodotti.
Nella mozione viene contestato
che negli ultimi anni il «Commercio
equo e solidale» si è rivelato uno dei
modi più efficaci per promuovere lo
sviluppo, la Carta europea dei criteri recita: «Il commercio equo e solidale è un approccio alternativo al
commercio convenzionale; esso
promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e l’ambiente,
attraverso il commercio, l’educazione e l’azione politica. Il suo scopo è riequilibrare i rapporti con i
Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al
mercato e le condizioni di vita dei
produttori svantaggiati, attraverso
una più equa distribuzione dei
Sabato 15 Marzo 2003
(segue dalla prima pagina)
guadagni. Il commercio equo e solidale è una relazione paritaria fra
tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del
Mondo, importatori e consumatori. Promuove migliori condizioni
di vita nei Paesi economicamente
meno sviluppati rimuovendo gli
svantaggi sofferti dai produttori
per facilitare l’accesso al mercato,
organizza rapporti commerciali e
di lavoro senza fini di lucro e nel rispetto e valorizzazione delle persone; promuove i diritti umani, sostiene l’autosviluppo economico e
sociale».
Molti ancora sono gli argomenti e
le valutazioni scritte su questa
Carta, fra l’altro impegna il Governo:
a favorire la diffusione del commercio equo e solidale, come possibile
strumento di sviluppo; a favorire la
presenza nelle scuole di programmi
di educazione allo sviluppo e alla solidarietà internazionale, contrasto
alla povertà e lotta alla fame, per
una maggiore conoscenza delle risorse naturali e per un loro uso consapevole.
c.c.
BEPPE GRILLO (segue dalla prima pagina)
supporto fotografico, del nostro capo di Governo.
Da Berlusconi agli americani il passo è breve. A Bush e all’America
Grillo risparmia poco. Attacca la politica estera, ma anche la giustizia, i
servizi segreti… e la cartografia.
Sul maxischermo infatti compare
una cartina dell’Europa centrale dove a sud est della Germania si trovava nientemeno che la Svizzera. Idee
confuse? Forse ma nel dubbio, un
consiglio agli americani Grillo l’ha dato. Se proprio dovete bombardare
queste sono le coordinate esatte: e
fornisce latitudine e longitudine di
Arcore.
Si parla di terrorismo, di biogenetica e di ricerca; di santi e di chi quasi santificato, proprio santo non è.
Si parla di imprenditori, di quelli
veri, quelli di una volta che mai
avrebbero tollerato di licenziare un
dipendente e quelli che invece… tanto c’è la cassa integrazione, la mobilità… e chi paga?
Si parla di ambiente, di leggi, di modus vivendi. E di giornali. Non poteva
mancare un pensiero anche al giornalismo, scritto e televisivo. Si salvano in pochi.
«Guarda Antonio, guarda! – e ancora si rivolge a Ricci - Questo è “Quattroruote” cosa leggi?: “La birra fa bene alla guida” ma siamo pazzi?
Porc… Vai, vacci tu, mandali dentro
tutti come hai fatto con quelli della
Tucker o come hai fatto con Wanna
Marchi… bè però devo dire la verità
con lei sei stato un po’ troppo duro.
Quando facevi zapping e te la trovavi
davanti era un bel momento. Ti fermavi stavi qualche istante… ora al
suo posto c’è Berlusconi…»
Due ore irrefrenabili le sue. Si agita,
impreca, sbraccia e si sposta felino in
mezzo al pubblico, legge il futuro su
qualche testa glabra, seguito dall’occhio di una telecamera che proietta
tutto su un maxischermo. Ad applaudirlo un palazzetto esaurito da giorni:
duemila paganti effettivi e pochi, pochissimi pass accuratamente selezionati e centellinati. Fortunati? Privilegiati? no, in servizio.
Alassio, 25 febbraio 2003
UNA SERATA ALLA S.O.M.S.
DA NON DIMENTICARE
Nello storico salone della SOMS si
è ripreso il ciclo delle conferenze,
iniziato con tanto entusiasmo e partecipazione due anni fa. Di «turno»
un altro Alassino d.o.c., Socio onorario e apprezzato specialista, il
dott. Giampaolo Mela che ci ha deliziato con una curiosa e anche per
questo interessante e ingegnosa
conferenza sulla vista (o visione),
vista dalla vista (che bel bisticcio di
parole…) dagli insetti e da altri vari
«animali». Eh già… infatti, a parte la
diversa banda di radiazione (per noi
da 4000 a circa 7500 amstrong), ogni
occhio è una diversa specie di telecamera che registra, immagazzina,
organizza e invia gli stimoli ricevuti
al cervello. Ma non sempre negli insetti c’è una struttura complessa
come la nostra, per cui, ad esempio,
il lombrico capta facilmente gli stimoli come la capasanta; nella rana è
enorme la capacità di rilevare ogni
movimento esterno, mentre i ragni
sono più sensibili alla captazione
delle vibrazioni per afferrare e imprigionare le prede. Madre Natura!…
In genere gli insetti hanno buona
vista, pur essendo più sensibili al
movimento; certi, però, non distinguono i colori. Che brutto per loro,
vivere ad Alassio e vedere tutto il
nostro smagliante cromatismo naturale… in bianco e nero! L’ape ha
facoltà straordinariamente sorprendenti nel distinguere le vibrazioni della luce come orientamento;
proprio come se avesse una bussola. Molti insetti hanno occhi difficilissimi da studiare. I pesci, come i
rettili, hanno vista variegata; quelli
di superficie hanno una visione ben
calibrata, quelli dei fondali hanno
facoltà di emettere luce propria per
«vedere». Gli uccelli hanno un olfatto rudimentale, ma acutissima la vista; i mammiferi (roditori) non godono di buona vista, ma hanno il
senso dell’olfatto acutissimo. Il coniglio vede bene, pur con una retina
semplice; gli ungulati non distinguono bene i colori, per cui abbiamo scoperto che il toro delle corride è attratto dal movimento del
panno e non dal suo color rosso! Il
cane vede in bianco e nero (poverino… anche lui!) e con una specie di
accentuata e congenita miopia; il
gatto, invece, gusta intensamente la
vivacità dei colori. Poi c’è differenza fra animali diurni e notturni col
massimo raggiunto dal «radar» del
pipistrello. Insomma, gira e rigira, il
dott. Mela è andato persino a scovare (e mi ha guardato negli occhi
come a dirmi che la Divina
Commedia la conosce bene anche
lui) del papa dantesco Giovanni XXI
(Pietro Ispano, medico a Parigi,
prof. a Siena e poi Papa per 8 mesi)
una ricetta di uno strano collirio,
una specie di panacea con misura
di varia limatura messa in orina di
fanciullo, prima, e poi di vergine e
ancora di vino vermiglio e intrighi
vari. Ecco, in sintesi l’argomento.
Per la «cornice», tutta di pregevole fattura e con un tocco di particolare eleganza: prima il saluto cordiale, aperto, accattivante del Presidente, Geom. Enzo Barbera, ai presenti, alle autorità, al Parroco, poi
quello dell’Assessore dott. Loretta
Zavaroni, sempre sensibile e «dolcissima» in questo genere di manifestazioni. Una serata, cari amici, da
non dimenticare!
t.s.
IN BREVE, AI NOSTRI
AMMINISTRATORI
SEGNALIAMO CHE…
RUBRICA MENSILE A CURA DELL'A.V.A.
Da aprile 2002 è iniziato un cantiere con impalcatura che invade buona parte della caratteristica Piazzetta «Recantu di Pescaui», da dicembre u.s. non vengono eseguiti lavori.
Il gruppo di Alassini e non solo, che normalmente si riuniscono nella
suddetta piazzetta, chiedono che i lavori vengano finiti al più presto e
l’ingombrante impalcatura tolta.
B.M.S.: INIZIANO I TEST
Ne avevamo parlato a gennaio,
ne ha parlato lo stesso Beppe
Grillo nel suo spettacolo di fine
febbraio. Sarà sperimentato ad
Alassio il B.M.S. Beach Management System, ovvero il sistema di
consolidamento del litorale già
noto in diversi paesi Europei e
che sta muovendo i primi passi
sulle coste italiane.
ressate dai prelievi, condizioni
meteo permettendo, per alcuni
giorni si procederà ai test, tutto
per procedere poi in una seconda
fase della stesura del primo tratto
sperimentale del Beach Management System.
Per quanto attiene la Liguria,
Alassio sarebbe il primo test utile
a verificarne gli effetti.
L’attrezzatura per il carotaggio.
«Non per arrivare con la spiaggia in Corsica - spiega il Sindaco di
Alassio, Marco Melgrati - ma per
salvaguardare la nostra spiaggia,
bene prezioso, da reali pericoli di
erosione».
Così, in questi giorni, nel tratto
di spiaggia compreso tra il Pontile Bestoso e l’Hotel Milano, sono
iniziati i test idro-geologici sulla
spiaggia di Alassio: carotaggi e
campionamenti di sedimenti sabbiosi.
«Abbiamo voluto saggiare la resistenza meccanica della sabbia a
più livelli - spiegano alla Impresub, l’azienda incaricata della
sperimentazione - e abbiamo attuato prove idrauliche per verificare la permeabilità della sabbia».
Transennate così le zone inte-
«Per questo motivo - spiega il
Consigliere Comunale incaricato
al Demanio, Rocco Invernizzi - la
Regione Liguria si è subito dimostrata attenta alla nostra iniziativa, decidendo di affiancarci con
un significativo contributo».
«Quello che vorrei sottolineare
- aggiunge Invernizzi - è che questa prima sperimentazione non
avrà costo alcuno per l’utenza e
che, in ogni caso, non comporterà variazioni all’aspetto della
nostra splendida spiaggia».
«Non solo: il B.M.S. - spiega ancora l’Assessore all’Ambiente del
Comune di Alassio, Fabrizio Calò
- è privo di impatto ambientale;
ed è questa la ragione principale
che ci ha fatto preferire questa
soluzione rispetto ad altre sicuramente più invasive».
Un pensiero gentile per Alassio
Franjo Weiss, pittore tedesco di
Diessen, di grazia raffinata e di pregevoli cromatismi ha voluto quest’anno creare un calendario dotato di magnifici acquerelli e filigrane
a inchiostro di china che ritraggono magnificamente il nostro paese
nei suoi smaglianti colori. L’autore
ha già ritratto cento paesi nell’ambito del Mediterraneo. Suo il motto
simpatico: «I quadri non sono mobili fissi, sono vestiti ed io ho bisogno di averne molti, per cambiarli
spesso».
Tra le immagini più salienti: il panorama con la Cappelletta e l’isola,
dal molo verso levante o ponente,
le colline di Alassio, le passeggiate
a mare, l’inverno con i gabbiani e
con sullo sfondo Capo Mele. Un
plauso sincero e un ringraziamento cordiale da parte dell’A.V.A.
Franjo Weiss.
Sabato 15 Marzo 2003
INTITOLAZIONE DELLA GALLERIA
DI ALLACCIAMENTO CON ALASSIO
Al Sig. Sindaco di Alassio
Al Sig. Sindaco di Villanova
e p. c.
Redazione dell’Alassino
I sottoscritti propongono
all’attenzione della S.V. l’opportunità di promuovere gli atti necessari per l’intitolazione della
galleria di allacciamento con
Alassio al concittadino Prof. Antonio Don Isoleri (1871-1918).
L’istanza trae motivazione dalla lungimirante pubblicazione di
Don Isoleri: «Alassio nelle Origini
e la galleria di allacciamento con
Bossoleto» edita con lo pseudonimo Federico Lip nel 1911 – Tipografia della Gioventù Genova
1911, pagine 174.
Isoleri sosteneva con convinzione l’utilità dell’opera:
«Una galleria, attraverso il
Tirasso pel Colletto di Marta con
riallacciamento a Bossoleto,
Villanova, Ortovero, sarebbe la
migliore promessa all’avvenire
di Alassio… ci vuole uno sforzo,
un ideale capace di compendiare
codesto avvenire. Senza un tale
rimedio, è vano sperare di mettere un argine alla fatale decadenza. Anche le vallate circostanti risentirebbero dello straordinario
beneficio, realizzando in pari
tempo il sogno di tante aspirazioni latenti. Intanto Alassio entrerebbe direttamente a far parte di
Val Lerone e di Val d’Aroscia,
usufruendo di tutti gli speciali
vantaggi che esse possono fornire. E nell’insieme, Alassio, Laigueglia, i villaggi limitrofi, Val Lerrone e Val d’Aroscia s’avvierebbero per vie progressive ad uno
sviluppo economico straordinario. Le valli accennate recano in
dote immense energie agricole,
le quali, per difetto organico, non
hanno fin qui dato i risultati che
se ne possono aspettare. La Valle
del Lerrone, sacra all’olivo, produce olii finissimi: Marmoreo,
Ligo, Casanova, Bassanico ne
fanno fede. La vite vi alligna e fornisce vini assai squisiti ed abbondanti. Villanova fa un esteso
commercio di fiori e frutta; la violetta e il pesco vi trionfano. Vi sono delle difficoltà da superare, lo
vedo anch’io. Le spese della galleria e della costruendo linea non
sono lievi; altra non lieve spesa è
quella del mantenimento del
tram elettrico e relativo personale… Le difficoltà si possono facilmente superare. Chi mantiene le
linee ferroviarie, le macchine e il
personale? Quelli che hanno fatto le gallerie. Chi ha fatto le galle-
rie? Il commercio, lo scambio interno ed esterno… Effettuata la
galleria, Alassio avrà uno straordinario accrescimento di popolazione e di dimore. Ed ecco che un
maggior contingente d’acqua,
con “presa” non lontana, vicina e
comoda, risponderà ai nuovi bisogni. Persone competenti hanno detto che il Tirasso è abbondantemente acquifero nella spina dorsale inferiore. Ed i bacini
idrografici del Lerrone e dell’Aroscia non servono a nulla?». (pp
159,163)
Isoleri, con l’aiuto dell’alassino
Prof. Angelo Negroni, cercò di
realizzare nel 1914, il progetto
del tracciato della galleria. Purtroppo la morte del Negroni
(8/10/14), la prima guerra mondiale e la morte di Isoleri nell’epidemia «spagnola» del 1918 posero fine al tentativo.
Alleghiamo l’inedito rapporto
del sopralluogo del 23 marzo del
1914, tratto dagli appunti di Don
Isoleri.
Confidando nel Vostro benevolo interessamento porgiamo
distinti saluti.
23 Marzo – Primo sopralluogo sul
«Colletto» di Moglio – Partenza ore 7
da Villanova; ore 8.21 da Bossoleto
con Amedeo Navone. Giornata bella, mattinata freddina. Bei panorami, selciati antichi ben conservati. Si
incontrano contadini e contadine di
Moglio che vengono oltre colle a lavorare.
«Avete veduto nessuno al Colletto?» «Nessuno!» - rispondono.
E così via finché una donna con
una ragazzetta, somino e capra:
«Già aspettano al Colletto!»
«Ci aspettano?»
«Si!»
«Chi c’è? Un signore?»
«Un signore vecchiotto ed uno giovane!»
«Bene; grazie!» - «Svelto Amedeo
corriamo!»
Saliamo alla punta d’un poggio, e
vediamo una macchina che si muove: è il Signor Angelo Negroni. Fò il
saluto agitando il mio cappello. Si gira una curva, ed eccoci venire incontro il Signor Augusto, figlio di
Angelo, giovane di 16 anni, con la rivoltella legale sul fianco sinistro.
Finalmente siamo faccia faccia
col Prof. Negroni il quale ha anticipato la sua ascesa: egli ci aspetta, e
non noi che volevamo precederlo,
son le 9 e 3/4.
Noi ammiriamo, fatte le presentazioni, la sveltezza e la puntualità degli ospiti. Ci scusiamo, un ritardo?
Perché? Abbiamo perduto un po’ di
tempo per fare le provviste e dare gli
ordini.
Si parla del luogo e della possibilità dell’impresa. Egli, Negroni, è
contento e ben intenzionato. Le sue
parole coincidono con le nostre:
l’impresa è splendida, l’idea ottima.
Ma bisogna studiarla bene con le
carte; bisogna scrivere all’Istituto
Geografico di Firenze, e spendere…
Accetto la spesa delle carte.
Ora bisogna vedere a basso, fare
una vista al punto dove il colle avvalla, e vi scorre il ruscello.
Andiamo il Professore dice: «Oh!
Bello… Va bene così!»
Scivola un po’: «Oh! La là!»...
È il suo intercalare. «Andiamo bene! Si andiamo bene; non credevo
fosse così!…»
V’è roccia buona all’intersezione
degli avvallamenti: Va bene!
E poi si risale dall’altra parte.
Augusto ed Amedeo vanno avanti;
noi restiamo addietro.
Si discorre di letteratura e di gusti
d’arte. Negroni odia il verismo! Egli
ha letto con amore i libri di Ignazio
Cantù; non confondere con Cesare. È
un autodidatta; fin da piccino ha
avuto amore alle carte geografiche;
io l’ho avuto per la caccia al vischio.
Augusto e Amedeo vanno avanti con
lo schioppo e di soffermano per sparare, ma non sparano.
Negroni, prima di scendere nel ruscello, aveva colto una viola montana con un filo d’erba, per regalarmela. Io l’accettai; ma dopo averla
recata un pezzo in mano tra le dita,
onde non strozzarle, la consegnai
ad Amedeo, che la riponesse nel taccuino fra due pagine bianche. Così
noi prima di partire ne abbiamo regalato quattro mazzi delle nostrane.
Tornando, io colgo un rametto di
pino con gli amenti novelli, ed un rametto di ginepro con le bacche verdi
odorose. Son per me, per la nuova
poesia della vita. E con Negroni si discorre d’accordo intorno alla «speranza», che è poesia della vita:
«Senza la speranza tutto è morte;
senza la poesia della vita niente è
più bello!» concludo io.
Alle 12 siamo a Bossoleto. Ma
dapprima, sotto i pini, vediamo un
uomo dalla barba bianca: «Chi è?» domanda Negroni.
«È colui che primo suggerì la galleria».
«Ma, guardi, non ha barba!»
«L’ha, creda, e bianca! Egli anco-
ra intuì la sua venuta!»
«Come?»
«Un mese fa, ha detto ad Amedeo
che presto doveva venire uno per la
galleria: e questi è stato lei!»
«Davvero?»
«Proprio così!»
Negroni trova tutto bello: il panorama di Caso, Bossoleto, ecc.. Alle
12 e 1/2 siamo a pranzo con la maestra di Bossoleto, Giovanni il
Conciliatore e infine Giuseppino
Vava, che fa poi il brindisi in francese. Ma sull’impresa non si parla. La
consegna è di tacerne. Vi si allude
tuttavia con vaghe parole. Giunge infine Norandino, il portalettere di
Villanova. E poi si esce per parlare
da soli. Si visita l’Amarello, e si discute sulla possibilità della linea…
«Quanto ci vorrà di tempo?»
«Un anno!»
Torniamo a casa, dove si combina di scrivere all’Istituto Geografico
di Firenze Via Sapienza 8. Si domandano 20 carte Quadrante II III.
Prezzo £ 0,40 ciascuna. Totale spesa
£ 9,09. Negroni compila la dichiarazione nostra per l’Istituto, che sottoscriviamo; e poi la lettera con busta.
Alle cinque si scioglie la seduta.
Negroni ci consegna la carta di
Giuseppino di Moglio, e a me da la
lettera da spedire a Firenze. Augusto
con uno Zolfanello mostra come si fa
ad imbiancare le violette; dice che le
bianche diventerebbero viole «foncè». Si parte. Sia fa una visita al laboratorio del meccanico, di cui vien
ammirato l’ingegno e la bontà.
Infine ci avviamo: sono le 5,10
(17,10). Li accompagniamo per venti minuti, e poi fra cortesi saluti ci lasciamo: la gita è finita!
Con Amedeo torniamo indietro
per fare i commenti. Ci accordiamo
su tutto. Speriamo dunque che la galleria si compia presto. Ma per ora silenzio!
IL PLAUSO DELLO STORICO
A. CAROSSINO
Un cordiale plauso agli egregi
signori Carlo Bartolomeo Usanna e Luciano Siffredi per il positivo intervento presso i Sindaci di
Alassio e di Villanova, onde le
stesse Autorità promuovano gli
atti necessari per la doverosa intitolazione della nuova galleria
di allacciamento Alassio-Villanova alla memoria del Rev. Prof.
Don Antonio Isoleri. (Villanova
1871-1918).
Il sottoscritto sin dall’inizio della galleria si credette in dovere di
cooperare per parte sua ed in nome della nostra Città per questo
doveroso, postumo riconoscimento. Scrivendo un articolo che
doveva comparire su Anthia
dell’Associazione Amici di Peagna nel 2000. In seguito, non
uscendo il foglio Anthia per motivi redazionali, promuoveva un
trafiletto su «La Stampa» del
21/11/2000 a firma r.sr. col titolo:
Aurelia bis dedicata a Lanteri, anziché Isoleri. Le notizie su don
Antonio Isoleri sono confuse con
3
«L'ALASSINO»
quelle di don Antonio Isoleri, emigrato a Filadelfia, zio del nostro.
E su Verde e Azzurro, periodico
della Comunità Montana Ingauna
n. 2 Ottobre 2002. «Aurelia bis
pronte per l’estate ’03», col sottotitolo «Un’opera che avvicina la
costa all’entroterra». Ampio articolo a firma s.c. con l’aggiunta del
trafiletto. La «profezia» di Antonio
Isoleri. Nel quale viene fatto il mio
nome.
Nell’intento di fare conoscere
vieppiù la figura e l’opera di don
Antonio Isoleri, autore di Alassio
nelle Origine e Galleria di Allacciamento con Bossoleto; sotto
lo pseudònimo di Federico Lip.
Genova 1911, tornerò a parlarne
su L’Alassino.
Ringrazio il Sig. Luciano Siffredi
per avermi spedito copia e Don
Giorgio Brancaleoni, Cancelliere
della Curia Vescovile per i dati relativi a Don Antonio Isoleri.
Alassio, 25 febbraio 2003
Antonio Carossino
Carlo Bartolomeo Usanna
Siffredi Luciano
Rev. Prof. A. Isoleri
CRONACA DI ANDATE: MESE DI MARZO 2003
AD OGNUNO IL SUO
Vi scrivo dalla nebbiolina primaverile del lago di Como, dal
mio nido di Andate, cioè, e vi
scrivo con una profonda invidia
per voi cittadini di Alassio, nel
cui giornale vengono benevolmente ospitate le mie cronache.
Infatti ho saputo che il vostro
Sindaco Architetto continua
nella sua incessante e proficua
opera di difesa del patrimonio
naturale delle vostre verdi colline, impedendo ad ogni costo
che si ergano nuove costruzioni, che si modifichi l’esistente,
insomma che si costruisca e
scavi alcunché.
Invece il mio Sindaco di Andate, che è Ingegnere Edile, e quindi ha una visione particolare del
mondo (deve costruire o far costruire, a tutti i costi) non è riuscito ad impedire che la nostra
preziosa collina di Andate abbia
subito, o stia subendo una certa, visibile modificazione. Mi dicono i turisti (o gli abitanti di
Andate) che vanno a passeggio
per la collina, che un po’ dappertutto, piano piano, una botta
qua e una là, si sta scavando, soprattutto per costruire nuovi
garages (l’epidemia garagifera
di Andate) privati, pubblici,
pubblico-privati, ma anche tante altre piccole e meno piccole
«bellezze edilizie» (cercare di ri-
salire a piedi per l’ex mulattiera
di Molva per avere un flash).
Ora, io voglio bene al sindaco
Ingegnere di Andate e tutti lo
sanno; so che fa il possibile e
l’impossibile per difendere la
stupenda natura del luogo; ma
forse non ce la fa proprio perché è «fuori ruolo» e cioè è come
un portiere di calcio che l’allenatore vuole far giocare ala sinistra. E allora mi chiedo, ogni
tanto, che cosa succederebbe
se ad Andate avessimo eletto in
quel ruolo (sindaco) un amante
dell’ambiente, un «verde» (no,
non come partito, come mentalità), un ecologo, un biologo
amante della vita-bios, e non del
cemento a pronta presa, o un
poeta, o un marinaio, o un sociologo, o uno psicologo, o un
ginecologo.
Chissà Andate come sarebbe
diventata e come diventerebbe!
Perciò sono qui a dire a voi, cittadini di Alassio, di tenervi buono il Vostro Sindaco Architetto,
perché, se per caso vi mandassimo in un programma – scambio, il nostro Sindaco Ingegnere,
capireste la fortuna che avete
ora, amereste di più l’Architetto, e non lo lascereste prendere
per i fondelli dal primo comico
che arriva ad Andate, come è avvenuto nell’ultimo show di
Grillo. Ma tant’è. Grillo ha anche
detto, nella medesima occasione, che l’Alassino vende otto copie; quando noi tutti sappiamo
che, da solo, supera il numero di
tutti gli altri giornali venduti ad
Alassio, messi insieme.
E allora diamo all’ironia l’importanza che si merita e capiamo che talvolta significa il contrario di quello che afferma.
Nient’altro. Anzi, no: mi dicono da varie parti che ho avuto
ragione nel numero scorso del
giornale, quando ho parlato di
crisi, ad Andate, del turismo e
del commercio, soprattutto.
Si vede che qualcosa la vedo
e la capisco ancora. E ve la annuncio (non denuncio) su queste colonne. Poi se volete continuare a non fare niente e a sperare nel Cielo, a me non ne potrebbe importare di meno. Io
sono un impiegato statale, lavoro nelle Poste, a timbrare le lettere, e sono così bravo che mi
chiamano «Dottore in lettere», e
a me il turismo non mi porta
una lira in tasca. Anche se sono
così sciocco che spesso sembra che io sia l’unico di Andate
che lo difende e si preoccupa se
va in crisi.
Il resto sono affari vostri.
Luca Caravella
LA FILATELIA NELLE SCUOLE
La sezione «Collezionisti delle
Baie del Sole» del Museo di Scienze Naturali Don Bosco di Alassio,
dopo annose richieste alle Poste
Italiane è riuscita ad ottenere uno
sportello Filatelico aperto tutti i
giorni con un servizio particolare
su tutti i materiali Filatelici delle
Poste Italiane.
L’importanza maggiore, oltre
che quella turistica, è quella didattica; infatti anche questo anno
scolastico ha dato il suo gettito di
iscritti nella sezione Juniores. Il
14 gennaio, giorno dell’inaugurazione, i ragazzi di Alassio
hanno iniziato il servizio dello
sportello filatelico annullando
agli appassionati filatelici e ai ragazzi delle elementari di Pietra
Ligure accompagnati dalla maestra Alessandra Chiaretta la cartolina della manifestazione e la
corrispondenza filatelica.
Ringraziamo le Poste Italiane
per aver esaudito una nostra importante richiesta che asservirà
alle esigenze turistiche italiane e
straniere.
La sezione Collezionisti le Baie
del Sole invita tutti gli appassionati giovani e pensionati a contattarci per far crescere nei ragazzi
delle scuole la passione sana ed
istruttiva della Filatelia.
Contattateci telefonando al
0182-643391 e 644797.
Vi ringraziamo infinitamente
per il Vs. interessamento e collaborazione.
Il responsabile del Museo
Enzo Briozzo
CTA ACLI e Agenzia ALPTUR Viaggi, di Albenga
organizzano
Pellegrinaggio a
Medjugorje
Da giovedì 24 aprile a martedì 29 aprile 2003
24 Aprile - Partenza al mattino, da Alassio/Albenga/Loano.
Percorrendo l’autostrada con dovute soste si raggiunge il ristorante per il pranzo; proseguimento per Zara dove ceneremo
e pernotteremo presso Hotel tre stelle.
25 Aprile - Colazione, partenza per Medjugorje dove arriveremo per il pranzo. Nel pomeriggio si parteciperà alle devozioni
Mariane. Cene e pernottamento.
26 Aprile - Pensione completa a Medjugorje. Visita ai monti delle apparizioni e ai luoghi dove apparve la Beata Vergine.
27 Aprile - Pensione completa con visita al santuario del paese
di Padre Iozo. Nel pomeriggio andremo alla comunità di suor
Elvira dove avremo un momento di incontro confronto con i
giovani della comunità. Santa Messa. Serata libera.
28 Aprile - Mattina libera, pranzo e partenza per Zara. Cena e
pernottamento.
29 Aprile - Colazione, proseguimento per il rientro verso casa
con sosta per il pranzo.
€ 399,00 Minimo 30 partecipanti
Iscrizioni entro il 30 Marzo 2003 versando acconto del 50%
Diacono Ferrari GianCarlo CTA 329/2266059 – 320/2182514
e Agenzia Alpitur 0182/50620.
Un gruppo di alunni.
Un Premio che è una promessa
Un giovanissimo nostro
concittadino, Paolo Piras
(classe 1991!) ha meritato
nella IIª Edizione
del Concorso poetico
per ragazzi «Odissea
poetica nel nuovo millennio»
(concorso indetto
dal giornale Eco - Sv)
il 3° premio (8 febbraio 2003)
con la lirica che
pubblichiamo con i nostri
più fervidi auguri
e le più ampie felicitazioni.
Uccelli
Oh uccelli padroni
instancabili dell’aria,
voi che solcate il cielo
siete maestosi
e sempre fieri.
Uccelli deboli o forti?
Non c’è differenza tra il falco
e il pettirosso,
l’airone o il condor;
siete tutti
padroni del cielo.
Paolo Piras
4
«L'ALASSINO»
Lettere del pubblico
SANT’ANNA AI MONTI
Lettera di concittadini inviata a vari enti pubblici
e alla stampa nazionale
Abbiamo avuto occasione di ripercorrere recentemente la «via
Julia Augusta» la più celebre fra le
passeggiate Alassine, pubblicizzata da tutti gli Enti che si occupano
di turismo nel nostro comprensorio, e di fermarci ad ammirare la
splendida architettura di S. Anna
ai Monti.
Come a tutti Loro è noto, questa
chiesa fu sede della prima parrocchia nel territorio, e fu fondata, pare, nel 940 dai monaci che risiedevano all’Isola Gallinara. Un tesoro
non possono che giudicare le
Amministrazioni tutte, ed anche i
cittadini alassini, in funzione del
palese stato di totale abbandono
di questo prezioso «monumento
nazionale».
Poiché i sottoscritti sono entrambi soci della Sezione di
Albenga del Club Alpino Italiano,
offriamo per noi ed alcuni volonterosi colleghi, se autorizzati e
sostenuti dalla disponibilità di
mezzi di trasporto comunali, di avviare alla discarica pubblica il pat-
Sabato 15 Marzo 2003
riceviamo e pubblichiamo
(le lettere anonime non vengono pubblicate)
DON MARIO ANDREOLETTI
Carissimo professore,
che strano dopo tanti anni e
nonostante la mia età non sia più
quella della giovane studente liceale del Don Bosco, che scaldava le sedie nella classe ove tenevi le tue concitate lezioni di storia
e filosofia, faccio fatica a darti del
«tu». Mi sembra, quasi, una mancanza di rispetto ad una «sacra
istituzione», come se la mia pur
sincera e amichevole amicizia di
donna ormai adulta, andasse a
turbare l’immagine della persona
che ho sempre avuto fin dall’adolescenza.
Un tesoro racchiuso in uno
scrigno. Una lucerna celata sotto
il moggio. Severo e impassibile.
Stimato e temuto. Spesso incompreso. Schivo, di poche parole.
Deciso ed energico. A volte duro,
ma giusto; leale e incorruttibile.
Convinto sempre di ciò in cui credi e fai, senza bisogno dell’approvazione degli altri, con impegno, costanza e dedizione fino a
che le forze ti reggono.
Tutto questo lo hai sempre fatto senza grandi clamori, con
l’aiuto discreto di chi ti capiva e
amava. Quasi di nascosto, per
non infastidire «gli altri», per non
sentirti dire «bravo» da quelli che
stanno solo a guardare, per non
essere quasi infastidito.
Oggi, però, è venuto il tempo di
togliere definitivamente il velo
che finora ti ha coperto ai nostri
occhi. Ora Basta!
E se qualcuno non l’avesse ancora fatto, bene, è il tempo di renderti merito di quello che hai fatto per i più bisognosi, nel quotidiano impegno di «volontariato»
in aiuto di quei giovani, speranza
dell’umanità, in cui hai sempre
creduto e ai quali Don Bosco
stesso ha dedicato la sua intera
vita.
Preghiamo Dio che ci conceda
il privilegio di incontrarti ancora
per tanti anni lungo la strada, a
passeggio, tutti i giorni, di vedere
quel tuo sorriso stanco e sincero,
di sentire quella tua carezza
pronta e leale.
Grazie, Don Mario.
L’Assessore all’Associazionismo
e Volontariato
Zavaroni Dr. Loretta
I BEI PANORAMI ALASSINI
Il degrado della storica chiesa.
non comune, dunque.
Eppure, lo stato di conservazione è assolutamente deplorevole,
sia per quanto attiene la difesa
dell’affresco che si trova sotto il
piccolo porticato (sconciato, fra
l’altro, da dementi, ripetitivi grafomani), sia per lo sconcio totale dei
locali interni, ripieni di immondizia di ogni genere, fra la quale spiccano due insultanti e vistosi cartelli gialli: «chiesa di S. Anna ai
Monti – Secolo X – monumento nazionale!!!»
Va detto che la pubblicità negativa che genera questa situazione è
piuttosto consistente, dato che i
turisti, molti dei quali stranieri,
In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome (leggibile) ed il firmatario
deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione.
LE RICHIESTE DEI PENSIONATI
TURISTI E… NON SOLO
Nell’inverno del 2002 alcuni
rappresentanti dei vari pensionati, che soggiornano nel
comune di Alassio, accompagnati dal coordinatore Sig.
Rovida, hanno avuto un incontro con l’Assessore Comunale
Dr.ssa Zavaroni.
In quella occasione si erano
presentate alcune richieste tra
le quali:
1) Possibilità di un medico di
famiglia per gli ospiti che soggiornano;
2) Riapertura del locale Bar
da utilizzare in caso di maltempo
3) Installazione di servizi
Igienici Pubblici lungo la spiaggia
4) Maggiore attenzione per
la spiaggia libera
A metà mese di febbraio 2003
il capo delegazione Rovida
Cesare si è presentato in comune incontrando la Dr.ssa Zavaroni Assessore la quale ha
assicurato l’interessamento e
l’attenzione quanto prima di:
1) Il medico di famiglia per
ospiti che sono presenti in
Alassio per un certo tempo ed
in possesso di un documento
rilasciato dal medico curante;
2) Sono allo studio la realizzazione di «Vespasiani» servizi
igienici pubblici;
3) Possibilità di ambulatorio
per prestazioni varie ai pensionati bisognosi;
4) A seguito di quanto evidenziato dall’Assessore Dr.ssa
Zavaroni il signor Rovida a nome dei vari pensionati, ringrazia per l’impegno profuso ed
augura ogni bene e buon lavoro per rendere più confortevole il soggiorno ai pensionati
presenti nel periodo invernale
nel Comune di Alassio.
Rovida Cesare
ed altre firme
(gli itinerari del buon ricordo)
tume interno e di ricollocare i due
famosi cartelli gialli al loro posto.
Ci piacerebbe che fossero anche
attuati dal Comune due provvedimenti: la chiusura delle porte di accesso con adeguati mezzi e la protezione di quel che rimane dell’affresco del porticato, in attesa di
auspicabile restauro.
Ringraziamo e porgiamo cordiali saluti
Tra le numerose bellezze aperte allo sguardo del visitatore in
marcia verso la collina si segnala,
per originalità di impianto estetico e tecniche di costruzione, il
manufatto cementizio (peraltro
manutenzione attenta ed esemplare; infatti di lì a breve li attendono: sassi ben connessi, tronchi e radici artisticamente posti
di traverso, cancelli e ringhiere,
pilastri e artistici portoncini tra
Enzo Fabbri - Enzo Prearo
L’A.V.A. condivide le preoccupazioni dei nostri amici e si augura
che al più presto venga risolta la
questione
Momenti di «relax» per i nostri graditi ospiti.
CRONACA DI ANDATE
FEBBRAIO 2003
Egregi Signori,
pur possedendo auto fuoristrada, apprezzo e condivido quanto
scritto da Luca Caravella, nel n° 2
del Vs. mensile, in merito al raduno dei fuoristrada svoltosi sulla
spiaggia del lago di Andate il 26 febbraio u.s.
Pur comprendendo, e rispettando, gli appassionati e partecipanti
di tali manifestazioni, trovo assurdo permettere lo svolgimento sulla sabbia della preziosa e delicata
spiaggia.
Consiglierei, pertanto, agli organizzatori del 4WD Promotion di
svolgere raduni ed esibizioni in
luoghi appropriati ed adatti ai loro
veicoli. (Non vorrei mai che, un domani, si organizzasse anche un raduno dei «Bisonti della strada» TIR nel budello di Andate).
Si può sapere cosa ne pensano i
residenti, e non, del lago di Andate?
Ringrazio e cordialmente saluto.
in attesa di completa realizzazione), che si erge solenne in tutta la
sua maestosità ai margini della
prima rampa della Mulattiera per
Solva: seconda curva della «siberia». Gli escursionisti, prima di intraprendere il cammino verso la
frasche e sterpi. Proseguendo il
campestre sentiero saranno
inoltre rallegrati, a sorpresa, da
cani privi di museruola pronti a
far loro ottima accoglienza.
Lode sempre agli Amministratori cittadini (notoriamente sol-
meta prefissata, hanno di che sostare estasiati tra bei muri di calcestruzzo e gradevoli acciottolati, come si può vedere dalle foto
accluse al testo.
Proseguendo in salita verso
Solva i gitanti potranno giulivamente destreggiarsi lungo un
sentiero reso agevole da una
leciti ad intervenire per il bene
della Comunità: chiusura carruggi, manufatti sulla spiaggia,
ingombri, ecc.) e un caldo invito, per una visita nella zona, a
tutti gli escursionisti nostrani e
Forestieri. Ne vale la pena!
Andrea Bruscoli
MALEDETTA PRIMAVERA
Tutti gli anni scivolo nella stessa
contraddizione; proprio io che
amo il risveglio della campagna, il
richiamo della nostra spiaggia,
debbo associare il maledetto ricordo delle ultime ore vissute con
mio Padre e la speranza del miracolo che nutrivo nella primavera.
Mio Padre era gravemente ammalato, ma, l’idea di poter festeggiare
a casa la festa del Papà, affrontava
il dolore molto serenamente, mentre – come tutti gli anni – ci si commuoveva o si rideva dei fatti della
vita passata.
Da piccola, non riuscivo a di-
stinguere la «A» dalle altre lettere;
così il mio paziente «Zeppinotto»
mi disegnò una bellissima testa
d’asino. Io, ferita garbatamente
nell’orgoglio, risolvetti il problema
all’istante. Un po’ più grandina, incominciò a parlarmi di «anima» di
«onestà» di «coscienza» che, nella
mia ancora acerba esperienza, credevo fossero persone da incontrare per la strada! Mi diceva «accontentati sempre e solo di quello che
hai». «Sii sempre fiera di quella che
sei». «Poi, tante telefonate di auguri ai nostri amici Papà».
Fernanda
L’Osservatore
LA MARGHERITA
E LA ROSA
Il nome è individuale, è proprio il tuo, anche se simile a tanti altri… pensa ad un campo,
una collina o un prato verde,
pieno di margherite; ogni fiore è
distinto anche se in questo campo si confonde e si annulla. La
margherita è il fiore della primavera, fiore dell’allegria e della
gioventù; chi non ha sognato
sfogliando i suoi petali e la domanda: m’ama, non m’ama?
Ecco perché penso che la margherita sia il fiore che è simbolo
dell’onomastico; perché è adatto per la festa di ogni nome. Apri
allora la bottiglia di spumante e
invita tutti i tuoi amici a festeggiare con te il tuo onomastico;
canta, balla, sorridi, sei un fiore
del prato esposto al Sole della
vita.
Ma il giorno del compleanno
è ben diverso; non essere egoista a pensare che sia la tua festa, perché è l’anniversario della tua nascita: che merito ne hai
tu? È vero, è un giorno di grande festa ma lo è per i tuoi genitori che in quel giorno ti hanno
messo al mondo; è il giorno in
cui la vita è stata da loro trasmessa a te, come loro la ricevettero da altri, su su fino a Dio,
Principio di tutto.
E allora pensa al dono da fare:
una rosa per tua mamma, una
rosa, il fiore profumato che le ricorda con le spine del gambo le
sofferenze del parto, e con la corolla la delicata gestazione di
nove mesi in cui ti ha profuso
amore e gioia; quante volte durante la gravidanza si è accarezzata il ventre in cui tu riposavi e
crescevi da lei protetto e amato… e a tuo padre per aver supportato la tua nascita e tua
mamma incinta, dona un grande
bacio in fronte e digli semplicemente «grazie»: è sufficiente.
Ecco come intendo la festa
del tuo onomastico che è solo il
«tuo» giorno, ma il compleanno
è la festa del quarto Comandamento divino, che dice «onora il
padre e la madre», festa dimenticata spesso… troppo spesso
nel suo profondo significato.
Silvio Viglietti
Sabato 15 Marzo 2003
5
«L'ALASSINO»
San Valentino e Giuliano Gemma
Quest’anno la tradizionale
festa di San Valentino celebrata sul Muretto di Alassio il
14 febbraio con la premiazione della più bella lettera
d’amore ha visto la presenza
di Giuliano Gemma. Il notissimo attore è stato invitato dal
Patron del Muretto, Mario
Berrino, nella sua nuova, e già
riconosciuta valida dalla critica, attività di scultore. Infatti Gemma ha vinto il concorso
lanciato da Berrino nella
scorsa estate, per realizzare,
in maniera originale, una testa in bronzo di Adelasia, figlia dell’imperatore Ottone I,
e mitica fondatrice di Alassio
insieme con il suo sposo
Aleramo. Gemma ha realizzato un’opera di rara intensità e
di notevole valore artistico,
creando una figura femminile
che esprime contemporaneamente passione e severità,
sentimento e nobiltà. Dopo
l’inaugurazione del busto di
Adelasia, destinato ad ornare
il Muretto, si è proceduto alla
seconda parte della manifestazione, quella tradizionale,
e cioè la premiazione della
più bella lettera d’amore.
Questo concorso che è senza
dubbio il primo in Italia (tutte
le manifestazioni simili sono
venute in seguito nel tempo, e
sono comunque imitazioni
della Festa alassina) è un’altra idea del vulcanico pittore
Mario Berrino ed è svolto sotto l’egida del Comune di
Alassio (e il Sindaco Melgrati,
in occasione della premiazione, ha tenuto a rivendicare la
primogenitura della manifestazione e il fatto che Alassio
abbia per prima brevettato il
titolo di «Città dell’amore».).
La giuria del concorso stesso, presieduta dal prof. Andrea Gallea, il quale ha anche
egregiamente presentato la
manifestazione ed ha letto
con sentimento ed efficacia le
opere vincitrici, dopo aver
esaminato e discusso le centinaia di lettere pervenute sia
alla Buca del Muretto, sia alla
Galleria Berrino, ha deliberato all’unanimità:
Di segnalare le opere dei seguenti autori, perché degne
di elogio per il rilevante livello formale e contenutistico:
Lorena Rossi (Parma), Maria Giuseppina Marinelli (Savona), Giampiero Rinaudo
(Alassio), Mara Giovine (Albenga) Luca Berto (Loano),
Paola Bevilacqua (Treviglio),
Bruno Basile (Luino), Sonia
Grappeggia (Pavia).
La giuria ha deliberato inoltre di segnalare Francesca
Paoletti (Alassio) come la più
giovane poetessa del concorso (anni dieci).
La giuria ha deciso infine di
assegnare sei premi ai seguenti autori:
Sesto classificato: Gian Pietro Tilli (Savona); quinto classificato: Dario Cavallo (Garlenda); quarto classificato:
Raoul Mariani (Milano); terzo
classificato: Giancarlo Belloni (Codogno); seconda classificata: Paola Belgrano (Imperia); prima classificata: Lucia
Ferrero (Albenga). La manifestazione è stata animata dal
complesso musicale che è un
poco il simbolo del Muretto e
di Alassio, il notissimo Trio
Romantos (Rosanna, Marina,
Simonetta), accompagnate
alla chitarra dal M° Dino Ferrari.
Un puntuale e sontuoso rinfresco offerto al numeroso
pubblico e perfettamente gestito da alcuni membri dell’
Associazione Italiana Barman
e Sommelier ha chiuso degnamente il pomeriggio.
L.C.
1 CLASSIFICATA
a
L’amore semplice
Rubrichetta mensile
Un ricordo per...
Piccolo uomo che vivi
nella tua piccola casa
umile in ogni gesto
e immenso nel colmarmi d’amore;
Così incomprensivo
inappropriato quasi tutte le volte che discorri
pensando d’essere imponente
in vuoti paroloni;
Racchiudi in un sorriso molte gioie
e ore d’ilarità trascorse insieme come
doni di Natale;
Hai un cuore spaventosamente fragile
ma un animo tenero
candido nell’innocenza di quel bambino immaturo
che punta i piedi ai soprusi;
Conosci quell’Onestà e quella Giustizia
e non hai segreti
sai qual è la verità e la racconti
con lo sguardo consapevole
a volte di ferite;
e soprattutto non riesci mai a dirmi di no
un vizio concesso davvero a pochi
in questa esistenza di egoismi;
A volte fuggirei da te
lontano
perché mentre volo oltre
tu resti a terra sperando di trattenermi
poi capisci
e mi liberi;
ANNO 1954
Spiaggia bagni «Elena»
In piedi da sinistra: Quartara Luciano, Gagliolo Giancarlo, Lavagna Angelo, Testa Marino, Secondo
Ginetto, Elio Ferraro, Capriati Pino, Elena Emilio, Andreis Roberto, Gennaro Pietro.
Seduti: Chirivi Antonio, il nipote del giornalaio, Oliva Nando, Valentino (fratello di Elio).
e riesco a scorgere laggiù sempre la tua mano
in quel saluto d’arrivederci
di chi aspetta con pazienza
il ritorno del suo amante;
e nel momento di quell’incontro
che sembra sempre il primo
lo spirito è uno come il corpo
e fingendo l’incredulità afferri
come per errore
il dono
di un po’ d’eternità.
Lucia Ferrero – Albenga
2a CLASSIFICATA
Nel nostro domani
Quando non avremo
più l’età
per l’amore
noi ci ameremo.
Quando gli altri
seduti sui gradini
delle loro case
guarderanno il tramonto
del sole
noi vivremo intensamente.
Ruberemo al tempo che passa
i momenti magici
del nostro amore.
E questo amore
sara unico, totale,
completo
perché sofferto e ambito.
Quando i nostri capelli
saranno bianchi e sui
nostri visi i solchi
degli anni
avranno
lasciato i loro segni
noi ci ameremo.
E non sarà la fine
ma l’inizio della
nostra favola.
Paola Belgrano
Alassio, 14/2/03. Festa di San Valentino al Muretto: l’attore Giuliano Gemma,
il sindaco Marco Melgrati e Mario Berrino premiano la vincitrice del concorso
riservato alle più belle poesie d’amore: è la giovane universitaria di Albenga
Lucia Ferrero. Sulla destra si nota il busto della principessa Adelasia scolpito
da Giuliano Gemma. L’opera è il nuovo ospite del Muretto insieme alla statua
degli innamorati. La manifestazione, presentata dal prof. Andrea Gallea, è stata animata dalla bella esibizione del trio «Romantos» e rallegrata infine da un
rinfresco servito dai sommeliers della AIBES.
(FOTO SILVIO FASANO)
San Valentino 2003 al Muretto Premio Galleria Berrino
Lettera d’amore
San Valentino 2003
Prima di incontrarti
il mio labbro non conosceva il bacio.
Il mio cuore
non conosceva i palpiti dell’amore.
Il mio corpo
non conosceva i fremiti della passione,
la mente,
non conosceva l’assillo del desiderio,
l’armonia di un abbraccio.
Adesso
vedo la tua immagine in ogni fiore,
sento la tua voce in ogni alito di vento
nel cielo azzurro vedo i tuoi occhi,
nel sole
sento il calore del tuo corpo.
Solo chi è innamorato
può provare queste sensazioni,
ed io ti amo.
Giancarlo Belloni
A… un’«alba» rosa
Dove ci siamo incontrati, anima mia?
Forse sono nato con l’eco del tuo nome nel cuore.
Forse, tesoro, portavo da tempi immemorabili la tua
immagine dentro di me. Forse mi hai già parlato
in qualche sogno mattutino.
Sappi, Alba mia, già possedevo l’incrollabile
certezza del tuo nome; del tuo viso e della tua voce
d’angelo… e nulla di te, da quel primo giorno, ricordi?,
mi ha più sorpreso, poiché Tu sei l’atteso preludio della mia vita.
E più non so, Tesoro. Se fosti Tu a rispondere
alla mia invocazione o io al tuo misterioso richiamo,
tanto i nostri cuori batterono assieme la prima volta
la magica parola: t’amo!
Se ti guardo, so quello che pensi.
Se taci, so quello che dici.
Certo da anni, ti cercavo disperatamente.
Certo dovevo trovarmi a quel crocicchio mentre tu passavi.
Certo la mia ora era anche la tua.
3a CLASSIFICATA
Il monumento agli innamorati sul
Muretto - autore E. Pellini
E sai, Caschetto mio d’oro, cento ostacoli avremmo superato
e mille barriere pur di giungere assieme a quel punto e in quell’istante.
Nei piani degli incantesimi d’amore era scritto che io incontrassi te
E tu trovassi me. Per questo benedico il nostro destino,
perché tu sei venuta a me e ho trovato te!
«A volte Dio uccide gli amanti perchè non vuole essere
superato in amore» Nel leggere questo innamorato pazzo
pensiero di Alda Merisi, «LO» supplico di spicciarsi, perché,
gioia mia, anima mia, amore mio, sono moribondo di TE!
Raoul Mariani
Rosa! Di sangue d’amor
fatta vermiglia
porta a Lei il mio ben
pria che cadendo ai pié,
il terreno infiori,
sì che perpetui
il suo nascere e morir!
Giannino
6
«L'ALASSINO»
Ricordo di Gianni Agnelli
Sabato 15 Marzo 2003
FRAMMENTI DI STORIA NOSTRANA
(a cura di Tommaso Schivo)
CAP. 14 - MA IN MARE… ERA UN’ALTRA MUSICA!
Una foto «storica» della metà degli anni ’80. L’avvocato Gianni Agnelli ha appena ricevuto dal presidente dello «Juventus Club Alassio» Meluccio Nattero
(compianto nostro collaboratore e poeta) il primo stendardo del sodalizio, lo
ha girato lateralmente per leggere la firma dell’autore e disse «Però». La firma
è quella di Mario Berrino del quale l’Avvocato aveva conosciuto la pittura quando, decenni prima, frequentava Alassio ospite dei Marchesi Ferrero suoi parenti. Del piccolo stendardo ne sono state poi stampate centinaia di copie, in
quanto richiestissimo da tifosi e non.
Al Congresso di Talassoterapia si è
parlato anche della sabbia di Alassio
Ad Agadir (Marocco) si è svolto
dal 24 al 26 gennaio u.s. il primo
Congresso Mondiale di Talassoterapia, organizzato al fine di mettere a punto una normativa internazionale e di creare una federazione mondiale di talassoterapia.
Ampia è stata la partecipazione di
studiosi dell’argomento, provenienti dai seguenti Paesi: Marocco, Francia, Italia, Spagna, Grecia,
Germania, Russia, Ucraina, Ungheria, Estonia, Romania, Bulgaria, Turchia, Cipro, Tunisia, Algeria, Egitto, Sud Africa e Taiwan.
Mi è gradito segnalare che, nel
corso del programma scientifico,
è stata presentata la relazione
«Comparative study in a
few italians sands» di C.
Miravalle, G.F. Strani, S.
Manesero e M. Agostini,
ove è stata presa in considerazione anche la
spiaggia dell’arenile di
Alassio, sottolineandone
le caratteristiche fisiche,
granulometriche e chimiche che sono da considerarsi ideali per il trattamento psammatoterapico (cioè la cura con le
sabbiature). La massima
parte del materiale scientifico relativo alla sabbia
della nostra città è stata
messa a disposizione dal
rag. Enzo Briozzo, responsabile del Museo di
Scienze Naturali Don
Bosco, al quale rivolgo –
anche a nome dei co-autori della relazione – il
mio più sincero ringraziamento.
G.F. Strani
Composizione della sabbia
di Alassio
Silice
Calcio
Manganese
Cloro
Potassio
Titanio
Magnesio
Sodio
Solfato
Fosforo
Oro
Si O2
Ca O
Mn O
Cl
K2O
Ti O2
Mg O
Na2 O
S O3
P2 O2
Au
78,0%
10,0%
4,3%
1,6%
1,4%
1,3%
1,2%
1,1%
0,5%
0,5%
0,1%
Abbiamo detto che le strade liguri furono sempre un dramma.
E lo sono anche oggi con decine
di migliaia di «bagnanti» e la difficoltà indescrivibile di arrivate in
città e di reperire un «buco» qualsiasi per posteggiare e per poter
scendere di macchina. I vigili urbani non transigono e, forse, fanno bene anche se, talvolta, il loro
eccesso stona e nuoce sensibilmente al turismo. Oggi, è vero, la
gente in genere è più maleducata
di un tempo e una legge drastica
ci vuole, ma questo succedeva
anche prima, quando le «regole»
erano maggiormente rispettate.
In mare, anche in passato non recente… fu un’altra musica! Là lo
spazio c’era e le leggi erano rigorose. Porterò solo qualche esempio, tratto dagli «Arrivi di mare»,
documenti manoscritti che risalgono al periodo 1831-36 e citerò
integralmente, con tutti gli errori
(tanti!) di ortografia dovuti certamente all’Ufficiale di Sanità che
non aveva molta dimestichezza
con la lingua.
Ecco il primo. Porta il numero
d’ordine 1012 ed è del 16 luglio
1832: «È comparso il Padrone
Brusco Diego di Alassio con la
sua tartana Nostra Signore della
Guardia di ton. 29 equipaggiata di
Sei persone e 27 passeggeri proveniente dalla Tonnara di
Sardegna, il quale, fatte le opportune interrogazioni, ha deposto
quanto segue: Vengo carrico di
sallagione destinato per Alassio,
siamo sei persone di equipaggio
e 27 passeggeri, due dei quali sono ammalati con febre…(segue
uno sgorbio illeggibile)… di
Sardegna, come costa (=consta)
dalla fede del chirurgo Gaetano
Basso; radunato l’Ufficio di
Sanità e fatta l’inspezione dei
sud. (=suddetti) Ammalati risulta
dalla deposizione dei medesimi il
primo cioè Gerolamo Demonte
essere affetto da legiera disente-
ria, L’altro cioè Francesco
Alciatore da Febre quotidiana periodica non accompagnata da
Sintomi perniciosi; fatte inoltre
ulteriori interrogazioni depone
lo stesso Capitano di non essere
comprovo col presente certificato sottoscritto dal Medico Carlo
(forse voleva dire…di Carloforte) che dichiara innoltre non esservi alcun sospetto di malattia
contagiosa come certificato da
stato Visitato da nessun Corsaro
ne presa alcuna cosa in mare; attesa la relazione del medico il Sig.
Presidente ha ordinata l’amisione a libera pratica»… Un altro documento analogo è del 27 luglio
successivo e recita: «È comparso
il P. (=Padrone) Garassino
Basilio Sardo (si tenga presente
che “sardo” significa sempre “del
Regno Sardo dei Savoia”) di
Alassio con la sua filuca nominata N.S. del Rosario proveniente
da Carlo Forte (sic)… carrico di:
merce diversa, eq. di 8 persone in
tutto… il q. ha deposto come siege (=segue): Vengo dalla
Sardegna siamo carrichi di grano, fave, formaggio, legumi, non
abbiamo commerciato ne preso;
siamo tutti sani meno io che da
circa 15 giorni fui attaccato da
una febre intermittente come
Carloforte e contrasegnato dal
Vice Console di Marina residente
in detta città in fede di che lo stesso Padrone fu ammesso a libera
pratica dall’Uffizio a tal ogetto radunato in pieno numero».
Mi fermo con gli esempi; sono
a migliaia e sempre scrupolosi.
Ad Alassio per chiedere libera
pratica ancora nell’800 giungevano in rada oltre cento bastimenti
ogni mese e per ciascuno si doveva sottoscrivere un documento con tutti i crismi della severità.
Ogni anno molte nostre navi
partivano per le tonnare. Molti
tonnarotti alassini (in particolare
di Moglio) erano annualmente
chiamati, tanto erano bravi ed
esperti… più per la salagione e la
conservazione del pesce che per
la pesca e la cattura dello stesso.
Ricordo a coloro che volessero
più ampie notizie su questa attività cospicua di diverse generazioni «nostre» il magnifico libro
del Circ. Ricreat. Mogliese «Cara
vecchia Moglio» uscito alle stampe nel 1993.
Insomma, in mare non si scherzava… Persino i Savoia che con
l’annessione della Liguria ebbero
in sorte il mare dopo il Congresso
di Vienna (1815), operarono a
fondo per equipaggiare le…prime navi ufficiali da guerra e reclutarono a tal uopo molti marinai delle due Riviere, uomini
espertissimi in mare e a bordo,
uomini di coraggio tradizionale
che fecero loro vagheggiare l’idea
di una flotta di grande efficienza.
E lo fecero con cura. Già sette anni dopo Vienna (nel 1822) il piccolo Regno sardo aveva tre fregate (la Maria Teresa e il Commercio di Genova ciascuno con 60
cannoni e la Maria Cristina con
44, una corvetta, il Tritone, con 22
cannoni e il brigantino Nereide
con 14; possedeva inoltre due galeoni (Liguria e Beatrice) e il brigantino Zeffiro acquistato
dall’Inghilterra. Proprio quelle
navi «sarde», navigando sistematicamente lungo le coste africane
del Mediterraneo, misero fine alla falcidia operata da troppo tempo lungo le nostre coste dai
Saraceni e dai «pirati barbareschi». Anche a questo proposito
voglio citare alcuni libri che potrebbero interessare a chi volesse approfondire l’argomento.
Si tratta di: «Pirati barbareschi,
schiavi e galeotti» di Giulio Giacchero (Sagep, Genova 1970),
«Corsari turchi e barbareschi in
Liguria», (di Assoc. Amici di
Pedagna, 1986) «Cose da Turchi»
di A. Bruzzone, 1983 e infine di B.
Luppi I Saraceni in Provenza e in
Liguria» (1973).
E si parla di queste cose anche
nel mio libro: «Alassio e la marineria velica dell’800» (1997).
«MANI, MUSICA E STELLE NEL CENACOLO RESTAURATO»
Conferenza del professor Renzo Mantero organizzata
dal Rotary Club Alassio col patrocinio dell’Assessorato alla Cultura
Il professor Renzo Mantero è
nato a Lerici, docente all’Università di Pavia, autore di molte pubblicazioni, è conosciutissimo anche in campo internazionale per
la sua fama di chirurgo della mano
che ha esercitato per molti anni
presso l’ospedale San Paolo di
Savona, dove ha istituito un apposito reparto specialistico e ha
operato musicisti e sportivi per i
quali la perfetta efficienza delle
mani è indispensabile Ora opera
presso la clinica San Michele di
Albenga. Presentato dal gen.
Carlo Cipollone, segretario del
Rotary alassino, ha tenuto questa
interessantissima conferenza
nell’auditorium della Biblioteca
civica il 4 febbraio scorso.
L’Ultima cena è uno degli episodi evangelici più rappresentati
pittoricamente - dice il prof.
Mantero - dai mosaici bizantini
(eseguiti pochi secoli dopo la nascita del Cristianesimo), al Medio
Evo, soprattutto al Rinascimento.
Leonardo da Vinci ricevette l’incarico di affrescare un lato del refettorio del Convento delle Grazie
in Milano da Ludovico il Moro e vi
dedicò tutto l’impegno possibile,
nonché le sue conoscenze artistiche e scientifiche. Sulla parete opposta un altro pittore contemporaneo, Donato da Montorfano,
eseguì una crocifissione, opera
validissima, ma oscurata dal ca-
polavoro leonardesco. In seguito
Leonardo vi inserì due piccole figure. Il periodo (fine del ’400) è
denso di importanti avvenimenti,
primo fra tutti la scoperta dell’America, che non a caso viene po-
dopo 21 anni di lavoro la restauratrice Pinin Brambilla ne ha terminato l’ultimo, recuperando,
con i più sofisticati mezzi e tecniche attuali quanto rimane di Leonardo; è poco, ma sufficiente a di-
«Mani che parlano» e il professor
Mantero, luminare in questo campo, ne ha spiegato il significato, in
particolare per quelle del Cristo e
di Giuda: «Le mani non stanno mai
ferme, neanche nel sonno, sono
più i movimenti involontari che quelli volontari
e rispecchiano lo stato
d’animo della persona;
Leonardo lo sapeva e dipinge la mano sinistra
del Cristo rilassata, indice di rassegnazione, ma
la destra è contratta (come quelle di Giuda) per
il nervosismo causato
dal tradimento. Tutto
nel dipinto è studiato
nei minimi particolari
(come fece letterariamente il Manzoni nei
Promessi sposi), ad
esempio i castoni, cioè i
fermagli con pietra che
Il Cenacolo dipinto da Leonardo nel Refettorio di S. Maria delle Grazie a Milano.
allacciano i mantelli, gli
È evidente il gioco delle mani.
arazzi alle pareti, il vasellame da tavola, i bicsta come confine fra Medio Evo ed
mostrare la grandezza del genio e
chieri col loro contenuto, il pane;
età moderna. Il Cenacolo fu dipina leggervi certi particolari prima
solo in qualche caso indulge alla
to non ad affresco, che impone
coperti da ridipinture. Il Cenacolo
superstizione (o all’ironia) come
tempi obbligati e non consente rirappresenta il momento in cui
nella saliera rovesciata». Oltre ai
pensamenti, ma a tempera, tecniGesù annuncia il tradimento da
canoni pittorici altre discipline afca assai più libera, però causa (se
parte di Giuda. Tutta la composifiorano, come la musica: Leonarusata su muro) di rapido degrado,
zione risponde a severissimi cado era anche musicista; ci sono
che cominciò dopo pochi anni,
noni anatomici, comportamentaimponendo interventi di restauro
li, emozionali, sorprendenti per
ricorrenti, anche nefasti. Nel 1999
l’epoca. Soprattutto le mani:
(continua a pagina 7)
Sabato 15 Marzo 2003
7
«L'ALASSINO»
AL 2° FESTIVAL DELLA CANZONE DIALETTALE
Pinocchiu
Un successo della canzone
alassina
16
Siamo lieti di comunicare che al
2° Festival «San Giorgio» della canzone dialettale ligure svoltosi nel
«Teatro Don Pelle - San Giorgio di
Albenga», in data 7 e 8 febbraio
u.s., il «Trio Romantos» di Dino
Ferrari, arricchito da una brillante
violoncellista, con la canzone
«Tango Zeneise» di Ferrari e il duo
Pinocchiu all’indumàn u s’appremüra
cu-u libbru e cuntentu da nu dì
zü, versu a scöra lestu e de premüra
ma in luntanansa u sènte «PI-PI-PI»…
Stu sòn luntàn, ch’u insciste e ch’u perdüra
u l’è ün arcanu d’andò a desruvì
«A scöra?… U ghe sarà autra uccaxiùn…»
D’abbrivu u gira a bòra du timùn.
di Enrico Rapetti e ottima la regia
di Riccardo Bilotti. Non facile e impegnato è stato il lavoro della
Giuria, presieduta dal Prof. Franco Gallea della Consulta Ligure.
La nostra Redazione si congratula coi due Complessi premiati.
A.V.A.
17
U porte pe ‘sti esci a spròn battüu
seguèndu u sòn in quella diressiùn;
cumme u l’arriva in ciassa… e te salüu
che scossa, che mirabile vixiùn!
Ün ommu, in palandrona de vellüu
u annunsiova a rapprezèntassiùn
faita da’n teatrìn de maiunetti
e u invitova a entrò grandi e matetti.
18
L’entrata a l’è però de mezza mutta!
U t’embastisce allura ün argumèntu
ch’u po’ nomma vegnì a ‘na faccia rutta:
«Me vèndu u berettìn e u vestimèntu…»
‘Na spece de strassé u se ghe fa sutta:
«Vèndime u libbru e ti sarai cuntentu…»
«T’oulì, piai…» e u ha i öggi lüxènti
tramènte, a cà, Geppettu u sbatte i dènti.
Complimenti Alessandra
Da sinistra: Dino Ferrari, Mariana Carli, Rosanna Maineri, Marina Ferrari,
Simonetta Mauti.
E u Grillu, ch’u parlova cumme nui:
«E me ne vaggu, ma ti veggherai
che primma o pöi pe tì saran durui,
se ti nu scangi, te ne pentirai…
Feste nel Salone Parrocchiale
I Confratelli… e tanti amici in più!
La Confraternita di S. Caterina,
è ormai da alcuni anni attivamente presente alle manifestazioni religiose della nostra città e delle
città limitrofe.
Lo spirito di fraternità ed amicizia che col passare del tempo si è
venuto a creare fra i confratelli ci
fratelli ed alcuni esperti collaboratori che hanno messo a disposizione non solo le loro capacità culinarie ma anche la loro simpatia
ed entusiasmo.
La gioia e l’armonia presenti fra
i partecipanti sono state le prove
tangibili di come con piccoli gesti
«I Ribattabastiui» di
Pezzuolo e Raita, con la
composizione «Sturnelladda leccaressa» di
Pezzuolo, dei cinque
premi posti in palio, hanno conquistato: il «Secondo» e il «Premio simpatia».
Il primo premio è stato assegnato alla «Compagnia della Casaccia»
di Savona con una cantilena di anonimo dal titolo «Gira la corda». Fra le
tante composizioni inviate alla tenzone una
competente Giuria ne ha
scelto ventiquattro che
sono state presentate a
un numerosissimo pubblico nelle due serate
che hanno avuto per
ospiti d’onore il cantautore belga Michel Mayan
e la celebre Wilma
Goich.
Brillante è stata la conduzione dello spettacolo
I Ribattabastiui Pessö e Raita.
Che carriera… Cardinale!
Un momento della festa.
ha suggerito di vivere insieme un
momento di festa e condivisione
tra noi, le nostre famiglie e numerosi amici.
Sabato 09/02/03 è stata organizzata nel salone parrocchiale, ultimamente rinnovato una piacevole cena realizzata da alcuni con-
si possano realizzare piacevoli
momenti che si arricchiscono e ci
donano serenità.
Speriamo quindi visto il positivo risultato di ritrovarci nuovamente insieme e… magari con
qualche amico in più.
Vive da 22 anni (un’età eccezionale e veneranda) in casa del nostro Socio e amico Carlo Carbone
e, nonostante sia stato costretto a
rimanere in gabbia per tutto questo tempo, ha sempre goduto ottima ospitalità e buona salute,
ostentando imperterrito i suoi
smaglianti colori e la lucentissima
porpora…
Carlo merita un plauso certamente e il Cardinale l’onore di una
fotografia con pubblicazione.
t.s.
Paolo Torre Priore
CENACOLO RESTAURATO
Alessandra Miai ha vinto
il 2° premio al 34 esimo
concorso nazionale di
pianoforte «Grand Prix
Claude Kahn» a Cannes
il 25 gennaio 2003. La
giuria le ha fatto i complimenti per la sua abilità interpretative e per
la raffinatezza del suono. Ha complimentato
anche il suo Maestro,
Alessandro Collina, per
la preparazione dell’allieva.
Alassio, 21/2/03.
Il francese Casper taglia vittorioso il traguardo della semitappa del Giro della Liguria Alassio-Alassio.
(FOTO SILVIO FASANO)
pervenute alcune sue composizioni, usava il pentagramma (allora erano più comuni il tetragramma o l’esagramma), era
amico di Franchino Gaffurio,
Maestro di cappella del Duomo e
compositore, gli fece un famoso
ritratto oggi alla pinacoteca
Ambrosiana. Il prof. Mantero ha
isolato le impronte delle mani
del Cenacolo nella loro posizione e le ha inserite in un pentagramma, ha poi sottoposto la
«composizione» a due musicisti
di diversa estrazione: ambedue
vi hanno riconosciuto un brano
(segue da pagina 6)
musicale. Anche matematica e
astronomia-astrologia entrano
nel Cenacolo: Luca Pacioli, celebre matematico, altro amico di
Leonardo, è autore fra l’altro del
trattato «De divina proportione»
del quale Leonardo tenne conto
nel Cenacolo, e nel quale il
Pacioli lo cita.
Come si vede, le competenze
culturali del professor Mantero
vanno ben oltre quella della sua
professione, come nei più grandi
personaggi del Rinascimento.
Carlo Bertolino
8
«L'ALASSINO»
Rimme da noscia tèra
Pinocchiu
Pinocchiu
19
22
Messe dite…
E l’eru in tu caruggiu, tempu fa,
quande da ùn me sùn sentiu ciamò:
«Hoi! Ma t’èi ti addabòn… u l’è za’n po’
che nu te veggu… E dimme, cumm’a và?..»
«Cumme ti vöi ch’a vagghe… a ‘sta mainera…
S’arribatammu… E tì, cose ti dì?…»
Maiciù e l’avesse ditu, coru tì,
che quellu u t’ha ingranau a scicutera:
Sabato 15 Marzo 2003
Entrau Pinocchiu drentu a-u teatrìn
u gh’era za a cummedia innandiò.
Rusaura, Pulcinella e Arlecchìn
veghendulu cumènsan a ciamò
«Vegnu, sùn lì…» u fa stu malandrìn
sautandu lasciù pe fose brassò.
Ma u pübblicu, privau da-a so emussciùn
u fa ‘n casìn da stadiu de balùn.
A l’è vera! Pinocchiu u s’è sarvau
ma u gh’è l’arrostu ancura da allestì,
cuscì u so postu u vegnirà piau
da Arlecchìn che, nomma a stu sentì,
u cazze in tèra longu e destrigau:
«A nu l’è giusta, allura u tucca a mì…»
u crìa Pinocchiu. E st’attu d’ardimèntu
u-i sorva tutti dui da ‘stu turmèntu.
20
«Poca pensciùn, debiti da pagò,
manegge, marutie, zénni putrui,
a muié in cà carega de durui,
parenti grammi, fîi da maridò,
23
A recita, in te quellu battifundu
a nu va-a avanti e allura da-u tendùn
u sciorte föra ün ommu furibundu
cui öggi russi pezzu de ‘n tissùn.
Mangiafögu!… L’ommu ciù grammu a-u mundu
ch’u cöie a-u voru a situassiùn
cundannandu Pinocchiu a doghe fögu
pe coxe mèu l’arrostu ch’u fa u cögu.
so frai, che a muié a l’ha faitu beccu…»
E pensò, che quande e s’entuppomu
ciù che donne e balùn e nu parlomu…
Messe dite! Te ghe l’ho ciantau seccu.
Gianni Croce
TRADUZIONE
«Brüttu birbante!»… e zü’n bellu stranüu
«Munta pa-a borba, vén, damme ün baxìn…
Ti-i vegghi ‘sti dinai, che bellu müu
dalli a tò pare cu-i mette-a cammìn…»
E Pinocchiu, l’agnimu messu a nüu,
u vén ciü teneru de’n babelìn:
«Vöiu folu felice stu veggettu!»
E u và, ma pe cammìn… u trabucchettu.
21
24
Messe dette
Ero nel caruggio, tempo fa,/ quando mi son sentito chiamare:/ «Hei,
Ma sei proprio tu, è già da un po’/ che non ti vedo… E dimmi come
va?»/ «Come vuoi che vada, a quella maniera/ Tiriamo avanti e tu cosa dici?»/ Mai più l’avessi dettu, caro te/ che quello ha ingranato la lamentela:/ «Poca pensione, debiti da pagare,/ grane, malattie, generi
poltroni,/ la moglie in casa piena di dolori,/ parenti cattivi, figli da
sposare,/ suo fratello, che la moglie ha fatto bécco…»/ E pensare che
quando c’incontravamo/ più che di donne e pallone non parlavamo…/ Messe dette! (Cose ormai andate) Ce l’ho piantato secco.
A-a pruspettiva de murì arrustiu
Pinocchiu u crìa, u cianze, u se dispera
tantu che Mangiafögu, ammaiguniu
piau de da-a pietai (a nu po’ vera…)
u fa ün stranüu ch’u l’ha desgurdiu:
«Ti -a vöi fenila, cùn ‘sta tiritera!»
Tütti i suspiran, perché a l’è upiniùn
che straniandu o-u pia a cummusciùn.
E scì, perché chi u intuppa in te l’andò?
Ün’Urpe mezza ranga ch’a stranscina
ün Gattu orbu ch’u se fa guidò;
sùn dui pocu de bòn che in surdina
han za capiu cun chi han da fò
e te ga-a contan in mainera fina:
«Pe raduggiò ün çertu capitale
e sammu nui ün moddu uriginale…»
Rianelli
(Dialetto di Albisola – SV)
Léggie, e dïe do vento
scarpèntan i erboi ‘n colinn-a,
carèssan e masche de fasce.
A tramontann-a a s’adéscia
e comme ‘na vëgia ‘n po’ néscia
a ciamma e âtre bagasce.
Stàn sitti i oxelli pe-e cöste
e i ömmi son carmi ‘n te chê,
mî son contento
che armeno i rianelli
pössan cantâ
o bansìgo do vento.
INCONTRI CON L'AUTORE INCONTRI CULTURALI 2002-2003
Aldo A. Mola:
«Parliamo di…»
«STORIA DELLA MONARACHIA IN ITALIA
Lorenzo Mondo
Ed. Bompiani
«LA LETTERATURA DURANTE LA RESISTENZA»
Gianni Marenco
TRADUZIONE
Rivi
Leggere, le dita del vento/ arruffano gli alberi in collina,/ accarezzano
le gote delle terrazze./ La tramontana si sveglia / e come una vecchia
un po’ stupida/ chiama le altre (arie) prostitute./ Stanno zitti gli uccelli per le erte/ e gli uomini sono calmi nelle case,/ io sono contento/
che almeno i rivi/ possano cantare/ il dondolio del vento.
Conferenza sul Volontariato
Proseguono le riunioni organizzate dall’assessorato al volontariato con tutte le associazioni di
Alassio. L’ultima in ordine di tempo si è tenuta il 13 febbraio, ospitata nella sala del consiglio comunale sempre più gremita. Prima della riunione vera e propria
l’assessore all’ambiente Fabrizio
Calò ha portato alcune proposte
da parte dell’amministrazione comunale. La prima riguardava l’intenzione del Comune di ripristinare i servizi igienici su tutto il
territorio comunale, in collaborazione con le associazioni di volontariato. L’altra proposta è stata quella della pulizia dei sentieri
collinari e l’organizzazione di una
giornata dedicata alla pulizia. Ha
preso la parola il presidente
dell’Ava Carlo Cavedini che ha
sottolineato subito quanto il problema dei servizi igienici sia sentito da turisti e alassini, dicendo
anche che una soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere alcuni giovani in cerca di lavoro.
Concordi anche altri rappresentanti di associazioni di volontariato. Dopo una breve discussione prende la parola l’assessore
Loretta Zavaroni con alcune comunicazioni. Sono stati raccolti
2550,87 euro per l’ambulatorio infermieristico compresi gli otre
600 euro raccolti nell’ultima manifestazione organizzata nel palazzetto dello sport dall’assessorato al volontariato, con l’associazione Elgar e l’ufficio turismo
(in quell’occasione è stata conse-
gnata una targa al gruppo Italia
173 di Alassio e Laigueglia di
Amnesty International per i suoi
«primi 20 anni» di attività).
Purtroppo non sono ancora
stati completati i lavori nei nuovi locali, per cui l’assessorato ha
raggiunto un accordo con l’Avis
che metterà a disposizione la
propria sede per dar vita all’ambulatorio infermieristico in modo temporaneo. Sempre durante
la riunione l’assessore Zavaroni
ha portato a conoscenza di tutti
alcune richieste arrivate al Comune per l’organizzazione di alcune giornate dedicate al volontariato, da parte di associazioni.
Ecco di seguito gli appuntamenti
in programma ad aprile. Per alcuni di questi saranno coinvolti
direttamente tutti coloro che
vorranno aderire alle iniziative
delle associazioni, oppure i volontari alassini saranno in appoggio di quelli inviati direttamente dalle sedi delle associazioni di volontariato.
3/6 aprile: sarà presente una
delegazione Cri du Chat, che si
occupa di bambini con ritardi psico-motori. Arriveranno ad Alassio per alcune giornate a contatto
con il mare.
13 aprile: l’Abeo (Associazione
Bimbo Emopatico ed Oncologico7 organizza una vendita di
uova di Pasqua.
18/21 aprile: l’Anlaids (Associazione lotta all’Aids) allestirà
un banchetto per la vendita di
Bonsai
Barbara Testa
Un ponderoso volume sulla storia della monarchia in Italia è stato
presentato nell’auditorium della
Biblioteca civica il 22 febbraio scorso. L’autore Aldo A. Mola, piemontese, ex preside è ora docente di
Storia contemporanea all’università statale di Milano e presso
l’Università libera di Bruxelles. Ha
scritto numerosi saggi di Storia, anche locale, è medaglia d’oro di benemerito della Scuola e della Cultura. Erano presenti altri tre storici:
il prof. avv. Franco Malnati, il prof.
Danilo Veneruso dell’Università di
Genova e il prof. Pier Franco
Quaglieni, direttore del «Centro
Pannunzio», prestigioso sodalizio
culturale torinese, che ha collaborato per questa presentazione con
l’assessorato alla Cultura del
Comune di Alassio e, in questa occasione, ne è stata costituita una
sezione nella nostra città.
Il sindaco arch. Marco Melgrati
ha porto il suo saluto di monarchico, mentre la dott. Anna Ricotti, vice direttrice del Centro, ha portato
quello del presidente Jas Gawronski, celebre giornalista.
Il compito del moderatore è stato affidato al prof. Franco Gallea
che fa una sintesi dell’opera: «Libro
importante, scientifico e divulgativo, fa l’analisi di una realtà senza
polemiche, è un impegnativo lavoro di sintesi». Poi l’avv. Malnati
espone una disamina del libro con
particolare riguardo alla situazione
attuale della monarchia in Italia, dice che Mola si è trasformato da storico in politologo, ha scritto con
estrema obbiettività, prosa agile e
ben documentata. Il prof. Veneruso
afferma che Mola non si accontenta di parlare di Casa Savoia: il problema della monarchia non è solo
italiano, ma europeo; poi fa una
dotta dissertazione storico-filosofica sull’Europa, da Romolo fini ai
nostri giorni, soffermandosi particolarmente sull’annoso conflitto
Stato-Chiesa. A sua volta il prof.
Quaglieni dice che «l’autore ha il
merito di aver suscitato una serie
di riflessioni prima assenti; parlare
oggi di repubblica o monarchia è
assolutamente fuori dalla realtà;
Umberto II° ha pagato millenni di
storia anche in negativo; Mola può
definirsi il “De Felice” della monarchia». In fine Gallea intervista l’autore: Mola, con esemplare chiarezza, sostiene fra l’altro che Carlo
Alberto venne dalla Rivoluzione
francese, sa che la storia è impietosa, da qui la concessione dello
Statuto e la libertà per i Valdesi e gli
Ebrei; perde la sua prima guerra,
ma vince la battaglia ideale, che
però si scontra con lo Stato della
Chiesa; comunque i Savoia, al di
fuori dei comportamenti personali,
hanno promosso la modernità dello Stato italiano.
C.B.
Un personaggio che occupa un
posto di rilevante prestigio nella
cultura piemontese, ha parlato il 1°
marzo scorso nell’auditorium
dell’Istituto Salesiano (che con l’Assessorato alla Cultura del Comune
di Alassio organizza questi incontri), sulla letteratura in Italia durante la Resistenza.
Il professor Guido Sanlorenzo così lo presenta: «Professore, giornalista, critico letterario, ex vice direttore de La Stampa, fa parte delle giurie del Premio Grinzane-Cavour e
del premio Un autore per l’EuropaAlassio 100 libri; è anche raffinato
romanziere, cita spesso Don Bosco».
Con elegante ma affabile eloquenza il professor Lorenzo Mondo parla da studioso di questo periodo storico-letterario. Dice che gli scrittori
si agganciano al Risorgimento, il romanzo ha un aspetto singolare, alcuni la Resistenza l’hanno vissuta in
proprio, altri l’hanno osservata senza parteciparvi, in genere risentono
della narrativa americana, ma si
adoperano per dare dignità letteraria a scritti autobiografici. Fra i più
importanti si possono citare. Mar-
cello Venturi, Cesare Pavese, Carlo
Cassola, Elio Vittorini, Italo Calvino,
Beppe Fenoglio, in parte il poeta
Giorgio Caproni. Mondo si sofferma
in particolare su Vittorini, che ha
descritto con aderenza gli avvenimenti dell’epoca introducendovi riflessioni personali: «Non conta tanto vincere, ma saper lottare, ottenere la vittoria morale». In Calvino il
romanzo è atipico, senza retorica,
scritto con distacco: nel contesto
della lotta partigiana, in una banda
sgangherata, si inserisce la figura di
Pin, che segue un suo sogno, un’utopia: la fratellanza universale.
Fenoglio ha raggiunto in questo
campo i risultati più ampi: una cronaca puntuale della vita durante la
Resistenza, che può essere utile anche agli storici, ma raccontata con
fantasia; il protagonista dà alla lotta
un significato quasi religioso, la lotta del bene contro il male.
Gli incontri sono in parte pubblici, in parte in ambito scolastico ma
aperti a tutti; questo era per gli studenti che hanno partecipato numerosi e con esemplare attenzione.
C. B.
MOSTRE D’ARTE
(a cura di Carlo Bertolino)
SEDE A.V.A.
ALL’HOTEL DIANA
Congresso internazionale
di chirurgia epatobiliare
Organizzato dall’Assessorato alla
Politiche sociali del Comune di
Alassio in collaborazione con la IIª
Divisione di Chirurgia dell’Azienda
Ospedaliera Santa Corona, si è svolto il 15 febbraio scorso presso la
Sala convegni dell’Hotel Diana, un
importante congresso di medici chirurghi inserito nel programma di
riunioni della Società Ligure di
Chirurgia. Hanno partecipato oltre
duecento specialisti italiani, francesi e inglesi di chiara fama.
Un resoconto dell’avvenimento è
ovviamente superfluo, ma sembra
giusto evidenziarne l’importanza
che, aldilà dell’interesse scientifico,
rappresenta un’iniziativa suscetti-
bile di ambiziosi sviluppi. Il turismo
congressuale è un turismo «ricco»,
coinvolge molte persone, non provoca disagi di nessun genere, è un
incentivo e un veicolo promozionale rilevantissimo. Per questo tutti
(Enti, operatori, semplici cittadini),
dobbiamo adoperarci perché questo congresso non rimanga un fatto
isolato; anche in previsione della costruzione del nuovo teatro, che oltre alla rappresentazione di spettacoli, può essere adibito anche a questo scopo, quando i partecipanti sono numerosi e le sale-convegno degli alberghi risultano insufficienti.
C. B. per A.V.A
Il volto e la maschera
Gilberto Govi era un personaggio che tutti conosciamo. Dal 1° all’8
marzo scorso la Sala Carletti ha
ospitato una mostra fotografica a
cura dell’Associazione Culturale
Gilberto e Rina Govi di Genova, organizzata dalla GESCO, dalla Società
Nazionale di Salvamento sez. di
Alassio (fondata nel 1871) e dall’Assessorato alle Politiche Sociali del
Comune di Alassio.
Sono state esposte oltre settanta fotografie: del celebre attore, della moglie Rina, di altri personaggi. Il
suo volto così mutevole è stato colto in gran numero di espressioni,
una vera maschera naturale articolata che Govi sapeva adattare ad
ogni situazione scenica, durante
quasi tutto l’arco della sua vita artistica. Govi era anche un bravo disegnatore, alcune riproduzioni sono
in mostra insieme a sue caricature
eseguite da altri, poi lettere autografe e documenti vari. Pannelli
esplicativi riportano la sua biografia, spiegano dei particolari e alcuni
la trama delle sue commedie più famose (a fianco delle fotografie di
scena relative): I manezzi pe maià
‘na figgia; Colpi di timone; Pignaverde e pignasecca; Articulu V°; Impresa trasporti, ecc.
Govi ha avuto un rapporto contrastato con Alassio: deluso dalla
scarsa presenza di pubblico a una
sua recita in anni lontani, non ne voleva più sentir parlare; ma Mario
Berrino lo convinse ad accettare il
«Garofano d’oro» che gli venne consegnato sul Roof Garden e a firmare
la piastrella (con ritratto) che tuttora figura sul Muretto. Da allora cambiò idea e non perdeva occasione
per tornare a salutare gli amici.
Sabato 15 Marzo 2003
9
«L'ALASSINO»
Successo della Compagnia
Teatrale Alassina
I 90 anni dell’Unione Exallievi/e di Don Bosco ad Alassio
Nell’ambito della Rassegna
del Teatro Dialettale Ligure, la
Compagnia Teatrale Dialettale
Alassina, si è esibita, sabato 15
febbraio u.s. nel Teatro «Don
Pelle» di San Giorgio di Albenga,
davanti ad un foltissimo e caloroso pubblico. La Compagnia
ha presentato un’opera nuova
di Gianni Croce: «U terribile
gungùu» (traduzione approssimativa: Il terribile pasticcio, il
tremendo intrigo). L’opera è
una ripresa del famoso teatro
«Le allegre comari di Windsor»
di W. Shakespeare, che lo scrittore e musicista Arrigo Boito,
nel secolo XIX, ha tradotto in italiano col titolo di Falstaff, preparando il libretto operistico per
Giuseppe Verdi.
L’opera, allegra, ironica, pungente è stata «traslata» da Gianni Croce nel dialetto alassino, e
trasferita nell’Alassio degli anni
trenta. Numerosi, vivissimi ap-
Nel 1911 troviamo tra gli arrivi
nella Casa Salesiana di Alassio
quello del chierico Giovanni Boccalatte, ha 27 anni e, originario di
Lu Monferrato, proviene dalla
Scuola Normale di Valsalice in
Torino. È un nome nuovo nella storia dell’Istituto alassino, nome destinato a durare a lungo. Nel 1913,
proprio in Alassio riceverà la sua
ordinazione sacerdotale, cominciando così quella missione che lo
vedrà protagonista nella nostra
città come docente, come confessore fino al1961, con una breve
pausa dal 1933 al 1939, insegnante
a Varazze.
plausi hanno accolto e sottolineato l’esibizione degli attori
della Compagnia, che vogliamo
citare tutti con ugual merito:
Mimmo Bogliolo, Pierino Bogliolo, Lina Nattero, Silvana Vella, Rina Benvenuto, Marisa
Gaibisso, Nino Brusco, Giorgio
Gioberti, Nino Bruzzone, Augusto Bogliolo, Nino Moirano,
Alessandra Armato, Wanda
Berrino.
La scenografia era di Astrid
Hammond, costumi e trucco
teatrale di Marisa Brusco, la regia di Augusto Soldi, la direzione di scena di Andrea Gallea, il
quale, all’inizio della serata, ha
presentato anche Tommaso
Schivo e Gianni Croce, che hanno intrattenuto il pubblico con
la recita di alcune loro spiritose
e belle poesie. I tecnici di luci e
suoni sono stati i Fratelli Croce.
sua umanità piena di comprensione e per la sua prudenza.
Lo troviamo al capezzale di don
Giovanni Secondo, a lungo presidente dei Decurioni e ormai dimenticato, ma non da don Boccalatte. Lo troviamo al capezzale del
conte Edoardo della Lengueglia,
novantenne, da sempre nella presidenza degli exallievi (ha conosciuto don Bosco, allievo del 1870,
grande benefattore); presenti il
cugino Alberto Beniscelli col figlio
Giannetto, don Boccalatte gli impartisce l’estrema unzione. La
morte viene annunciata dai Salesiani sia sui giornali che in città sui
manifesti. Ai funerali partecipa
tutto l’Istituto.
Portare conforto ai malati, sollievo agli infermi ed estremo saluto ai defunti sarà il suo compito
principale. Lo troviamo, nel gennaio del 1948, al capezzale del barone Celesia di Vegliasco, senatore, grande benefattore dei Salesiani e di molti Alassini. Lo troviamo, nell’agosto dello stesso anno,
a portare l’estrema unzione al suo
confratello don Aurelio Piccagli.
Con lui c’è il prof. Antonio Negro,
suo exallievo, e il dott. G.B. Cattaneo, medico curante. Don Piccagli
spirerà il 23 agosto e il giorno dopo ci sarà il solenne funerale, come al solito orchestrato da don
Boccalatte. Al cimitero parole di
circostanza del sindaco, Angelo
Ciccione, exallievo, di don Luigi
Oldano e, a nome della cittadinanza, dell’avv. Guido, anch’egli exallievo.
Il necrologio ufficiale, tuttora
custodito nell’archivio salesiano,
sarà dell’exallievo, prof. Antonio
Negro, illustre docente di omeopatia a livello internazionale.
Sarebbe da trascrivere tutto il
pensiero del Prof. Negro, ma gli
spazi a disposizione mi riservano
solo una piccola menzione, che
mi sembra significativa: «Si donò
allo studio dell’anima, dell’intelligenza, del cuore purificandosi ogni
ora di più per forgiarsi santo sacerdote, dotto professore, incomparabile educatore…La bellezza della
povertà era vissuta negli episodi
più illustrativi: nulla amava possedere per il corpo, per meglio arricchire lo spirito. La sua cella disadorna armonizzava col pensiero; il
superfluo avrebbe potuto rubare alla meditazione, alla creazione intellettuale. Aveva realizzato anche
nei particolari la regola di don
Bosco Santo: lavoro e preghiera.
La sua vita era profumata dalla
squisita naturalezza francescana,
temprata dalla ferrea rigidità certosina, rischiarata dal sublime misticismo domenicano: era il modello
del frate».
Venuto a mancare don Piccagli,
viene a mancare l’animatore delle
grandi conferenze culturali, Ma è
così per poco: don Boccalatte scopre un nuovo protagonista e fa appello alle sue energie culturali,
Don Angelo Ferrari. E saranno di
nuovo pienoni: Exallievi, personalità della cultura, dell’arte, autorità civili, religiose, militari, studenti del liceo. Un grande successo organizzativo per l’umile, ma
accorto, delegato exallievi, che
tutti riceve, tutti saluta, tutti intrattiene.
Ma il 14 marzo 1961, don Giovanni Boccalatte ci lascia. Era arrivato dalla terra di don Rinaldi,
Salesiano vero, maestro, confessore instancabile, uomo di grande
buon senso, dalle maniere gentili e
affabili, ma soprattutto grande
animatore dell’Unione Exallievi:
aveva saputo darle vivacità organizzativa, intraprendenza. Grazie
don Giovanni da parte di migliaia
di exallievi alassini e non!
Meteorologia Alassina
le nuvole lasciano prevedere altrettanti fenomeni atmosferici; e
infatti: «Nìvura russa, o ch’u ciòve o ch’u buffa!», «Nìvura giànca,
o cu ciòve o cu lampa!», mentre:
«Russu a a mattìn: tèmpu meschìn!», «Russu a a sèra: tèmpu in
candèra».
«Çé fàitu a pàn: s’u nù ciòve
ancòi, u ciòve dumàn!» E, sempre
sulle nuvole: «Quandu a nìvura a
va a muntàgna, mette i bòi in tà
cabànna!» «Quandu a nìvura a và a
ù mò, mette i bòi a travaiò!»
Quanto sopra elencato e tanti
altri ormai dimenticati erano
adagi dialettali che facevano parte integrale della saggezza popolare; interpretavano i fenomeni
atmosferici attraverso l’esperienza. Detti popolari, insomma,
creati da uomini forti dediti alla
pesca o all’agricoltura. Lavori, in
quel tempo, faticosi e poco redditizi. Brava gente alassina, operosa e saggia, che col vivace sarcasmo a lei congeniale, così definiva… in ultima analisi la Meteorologia; tanto che concludeva sovente con un: «Chi vò esse buxiàru, u pòrle du tèmpu!»
della passeggiata erano don Boselli e don Boccalatte. Il Barone Celesia li accoglieva all’ingresso del castello, i giovani venivano fatti accomodare nelle proprietà per la
merenda, mentre don Boselli e
don Boccalatte tenevano compagnia al senatore e alla sua famiglia
nel salotto.
Ma don Boccalatte lo troviamo
dappertutto: negli anni della guerra, e in quelli immediatamente
successivi lo troviamo, sempre alla guida dei suoi Exallievi, a dar
manforte all’Oratorio, di cui è direttore don Giacomo Zanghi; negli
anni dal 45 in poi lo troviamo or-
L.C.
UOMINI DIVERSI 3
L’individualismo dei Liguri è
davvero esagerato. Se girate il
mondo noterete che nelle «Little
Italy» delle più famose città americane, nei club e nelle associazioni in cui si riuniscono all’estero i moltissimi italiani emigrati,
mai troverete dei Liguri. Essi si
trovano a loro agio dappertutto,
perché si sentono cittadini del
mondo. Genova e la Liguria sono
poste ai punti estremi delle Alpi,
che segnano il confine con
l’Europa, sono sistemate sull’orlo dello stivale che forma la nostra penisola; davanti hanno il
mare che considerano come
una strada maestra per il commercio e la ricchezza. Ma non
sono mai stati colonizzatori e
non solo mercanti. Indispensabile ricordare le lingue e soprattutto essere buoni navigatori, avere abilità politica e capacità amministrative. Se conquistavano una città, con il favore
della Provvidenza Divina, ma
con la forza, non vedevano l’ora
di far la pace con i vinti in modo
da trasformarli da nemici in
clienti. In genere pretendevano
solo il possesso di un terzo della
città, purché comprendesse il
porto. Costruivano darsene, magazzini botteghe ma prima di
ogni altra costruzione erigevano
una chiesa. Un buon Ligure era
sempre pronto ad accettare
qualsiasi commercio ma sapeva
che con Dio non conviene
scherzare. I fratelli Ugolino e
Vadino Vivaldi, genovesi, osarono circumnavigare l’Africa due
secoli prima di Vasco de Gama e
la loro impresa probabilmente,
ispirò a Dante l’episodio di
Ulisse nella Commedia; le isole
Canarie vennero scoperte dal
Ligure Lanzarotto Maloncello.
Una delle isole, Lanzarote, porta
ancora il suo nome; l’alassino
Antonio Noli scopre l’arcipelago
di Capo Verde e, sostenendo l’efficacia nell’orientamento dell’
ago magnetico perfezionato nella «bussola» dall’amalfitano Flavio Gioia, avvia sulle rotte oceaniche le caravelle di Cristoforo
Colombo che affascinato dalla
prima stesura del Milione di Rustichello è sempre più convinto
che, secondo quanto ha testimoniato, nelle prigioni genovesi, Marco Polo nell’anno 1298 il
favoloso Cipango esiste davvero. È la mentalità vincente di
questi uomini a cambiare il mondo! E non solo nel commercio
come testimoniano le fiorenti
città di Pera, Caffa (600.000 abi-
(TERZA PUNTATA)
tanti nel 1200) e Galata, nel mar
d’Azow; nel Mar Nero e nel
Bosforo (tuttora nell’estuario
del Danubio esiste il Porto dei
Genovesi) che questo popolo di
uomini liberi, si distinse ma fu
per la determinazione con la
quale difese la sua indipendenza
che divenne famoso. Questa
prerogativa etnica evince dalla
temeraria quanto determinata
resistenza alle mire del Barbarossa che, dopo aver conquistato Milano e ottenuto la sottomissione di Lombardia e Toscana,
ora mirava a Genova ed al suo
porto. Ebbene fu forgiato proprio in quel tempo, si dice, quel
famoso detto «Emmu za detu».
Tutte queste cose ce le racconta
il Caffaro: «Or avendo i genovesi
ottenuto con il favore della
Divina Provvidenza, che tutta la
marina da Roma a Barcellona
fosse libera dai pirati che la infestavano, così che per merito dei
Genovesi ciascuno poteva dormire sicuro presso il suo fico e la
sua vite, di null’altro dovevano
essere gravati». A questi argomenti poi gli ambasciatori, da
buoni Liguri, aggiunsero come
riferisce il Caffaro: «Per ottenere
gli stessi ottimi risultati l’Impero
avrebbe dovuto spendere non
meno di diecimila marchi d’argento ogni anno». In poche parole, le ragioni valide per gli altri
Italiani non possono essere valide per i genovesi; e anche se la
terra può ritenersi proprietà
dell’Impero, essi non traggono
giovamento da essa, ma dal mare e dalle terre di là di esso.
Insomma Barbarossa, il suo invincibile esercito, di fronte ad
una volontà così ferma, e a tanto
coraggio scese a patti ed i Liguri
videro riconfermati i loro privilegi; anzi aumentati. Anche perché, sapendo della fanatica determinazione di Federico Barbarossa nel voler ricostituire l’impero di Carlo Magno, i genovesi
non si erano limitati alle ambascerie e «ai discursci» ma in solo
otto giorni, lavorando grandi e
piccoli, uomini e donne, ricchi e
poveri, laici e chierici, sani e malati, vecchi e giovani, avevano
costruito quell’imponente muraglia che ancor oggi è chiamata
le «mura del Barbarossa». E alla
risposta «emmu za detu» più
nessuno replicò; tantomeno in
lingua tedesca.
(continua)
Dante Schivo
Alassio, 1/4/1933 - Ordinazione Sacerdotale di don Giovanni Cazzola
Da sinistra a destra, in piedi: Ch. Caprari, Ing. Nocelli, don Dalponte, don
Giuseppe Cazzola, don Sinistrero, don Bistolfi, don Boselli.
Seduti: don Boccalatte, don Giordano, Angela Cassola (mamma), don
Giovanni Cazzola, don Bettini, don Oldano, don Brunacci.
Sempre giovanile nel garbo, intense amicizie e benevolenze, che
lentamente lo faranno uno dei più
conosciuti Salesiani di Alassio,
buono per i rapporti di amicizia e
di apostolato fra la popolazione.
In una riunione della Compagnia San Giuseppe del 1933, troviamo insieme due nomi, che diventeranno un po’ la storia di tutta l’exallievità alassina: Don Giovanni Boccalatte e don Giovanni
Cazzola. Il primo, che all’epoca era
assistente della Compagnia, aveva
invitato il secondo a trattare
l’ideale missionario; questi l’aveva fatto prendendo lo spunto dal
fratello don Luigi, all’epoca missionario in Cina. Alla fine dell’adunanza insieme avevano ricordato
l’exallievo Achille Romersi, medaglia d’argento al valor militare caduto durante la Grande Guerra.
Il 1941, anno di guerra, rappresenta un anno molto importante
nella storia dell’Unione degli
Exallievi e di Don Boccalatte in
particolare. Due grandi avvenimenti si preparavano nel Collegio
salesiano: l’inaugurazione dell’organo e la traslazione delle salme
dei Salesiani defunti nella attuale
Cappella del Cimitero.
Il 23 marzo si inaugura l’organo.
Gran cerimoniere è don Boccalatte: sistemazione dei posti con numerazione (756 posti), posti riservati alle autorità, scaletta del programma, servizio d’ordine affidato ai giovani exallievi, biglietteria
nelle mani delle Patronesse (Zappa, Mazza, Marson, Scavia). Sembra la prima della Scala; all’organo
don Giovanni Pagella, il più insigne musicista salesiano.
Il 20 aprile la traslazione delle
salme. Presenti le autorità locali e
molte altre provenienti da fuori
città, parte un lungo corteo dal
Collegio alla volta del Cimitero: anche in questo caso l’organizzazione meticolosa è di don Boccalatte
e degli Exallievi, coordinati da
Mimmo Divizia (Bruzzone, E.
Grollero, Scavia, Bacchetta, Borasi, T. Schivo, Bocca).
La riconoscenza alle autorità e
alla gente di Alassio è espressa in
modo solenne dal Direttore, don
Vincenzo Sinistrero, il quale esprime la volontà di continuare l’opera creata dal genio di Don Bosco e
dal sacrificio dei suoi primi figli.
Proprio quest’anno ho sentito
della ripresa di un’abitudine tipicamente salesiana: la passeggiata
delle castagne. All’epoca di cui sto
parlando si soleva andare alla
Baronia di Vegliasco. Incaricati
ganizzatore, sempre come delegato degli Exallievi, delle conferenze
domenicali di don Piccagli, valente oratore che attira e avvince
l’uditorio formato tutto da Exallievi e amici. Insomma un don Boccalatte organizzatore, cerimoniere, diplomatico, ma soprattutto un
uomo buono d’animo, confessore
instancabile, ricercatissimo per la
Mai come in questi ultimi anni,
la meteorologia ha assunto tanta
importanza. La meteorologia studia l’atmosfera terrestre, la sua
costituzione fisica, la sua struttura e i relativi fenomeni dinamici
che in essa avvengono. Si distingue in due parti: quella statica e
quella di movimento. Quest’ultima studia le condizioni della
pressione, della temperatura,
della ventosità, dell’umidità, eccetera. La somma dei dati presi in
esame consente quindi di addivenire ad una formulazione più
precisa delle previsioni del tempo. Una scienza tuttavia piuttosto imprevedibile anche per i medesimi studiosi che, nonostante
il valido sussidio di satelliti, palloni-sonda, anemometri, pluviometri ed altre… diavolerie, non
sempre riescono ad individuare,
nel modo più corretto e soddisfacente, i comportamenti dei fenomeni atmosferici. Le radio-stazioni, le televisioni, giornali e riviste riportano, ogni giorno, gli
annunci del tempo che farà domani e ciò in base alle rilevazioni
effettuate – come già detto – dalle numerose stazioni meteorologiche sparse un po’ dovunque sul
territorio. Le rilevazioni vengono
costantemente raccolte ed elaborate dagli esperti dell’Aeronautica militare per essere presentate tempestivamente al pubblico. Tali informazioni sono di
aiuto principalmente alla Protezione Civile, ai naviganti, a chi
va in montagna e a chi si accinge
a mettersi comunque in viaggio;
al limite anche a chi va soltanto
in ufficio, suggerendogli se debba o meno prendere con sé l’ombrello…
Ma ci fu un tempo, molti anni fa,
in cui la Meteorologia era ancora
un’emerita sconosciuta. Di conseguenza l’interpretazione dei feno-
meni atmosferici e le conseguenti
previsioni per il futuro erano basate esclusivamente sull’esperienza o, meglio sulla tradizione
popolare.
Ad Alassio, per esempio, ci si
aspettava tempo cattivo (cioè
grammu) quando: «Se u Covu ù l’à
u cappellu - àigua in tu sappéllu»,
oppure con: «Na tramuntòna scùra - àigua segùra».
Segno premonitore, sempre ad
Alassio, dell’imminente arrivo del
libeccio era un orizzonte insolitamente chiaro e limpido: «Còrsega
‘a m’appò - lebécciu a cannò!».
Il libeccio quel vento forte fastidioso e discontinuo accompagnato solitamente dalla pioggia: «U
lebécciu ù éncie e ù vòia!».
Tanti erano i venti che interessavano la meteorologia alassina:
«A a muntàgna ù sciròccu ù ghe
mette u fioccu!» e poi: «Maistràle
de bon terrén, che de nivure u fa
seren!» e «Punènte d’Invérnu: tempu d’Infèrnu», mentre: «Punènte
d’Estài: belle giurnài!»
Anche le varie colorazioni del-
Antonio Tassara
Vincenzo Moirano
Concerto della corale alassina
nella chiesa di Sant’Anna
Piacevole e interessante avvenimento in Borgo Barusso il 21
febbraio scorso. La Corale Alassina si è esibita in un concerto organizzato dall’Assessorato alla
Cultura del Comune di Alassio,
Biblioteca civica e A.P.T. Riviera
delle Palme. Sono stati cantati
brani del repertorio alpino, piemontese e trentino in particolare,
ma anche canzoni liguri e internazionali, come la Ninna nanna
Corsa. Non è mancata «Arecampose» in alassino, scritta dal «nostro» Tomschi (Tommaso Schivo) e musicata dal M° Giuseppe
Arnaud. In conclusione è stata
eseguita la celebre struggente
«Signore delle Cime» in sostituzione della ritmica «Kalinja», per
indisposizione del solista. Chiesa
affollatissima soprattutto di gentili ospiti, calorosi meritati applausi.
10
«L'ALASSINO»
UNIONE CICLISTICA ALASSIO
Leva Ciclistica 2003
Anche per la stagione 2003 l’Unione Ciclistica Alassio indice
una leva ciclistica per i giovani Alassini che intendono cimentarsi nello sport del ciclismo.
I ragazzi e ragazze nati negli anni 1996, 1995, 1994, 1993, 1992,
1991, 1990, 1989, possono contattarci telefonando ai numeri:
0182/643124 (casa) oppure 0182/640211 (ufficio) oppure rivolgersi in sede al giovedì sera in Via San Rocco N° 6.
Ricordiamo che con l’Unione Ciclistica Alassio hanno iniziato
le prime gare e raggiunto poi tanti successi il Campione Italiano
allievi Elvis Bruno, il campione Europeo pista Juniores Marco
Olivieri e l’attuale professionista Mirko Celestino vincitore di gare di Coppa del Mondo e di tante altre classiche.
Sabato 15 Marzo 2003
ALASSIO VOLLEY
P.G.S. DON BOSCO
Vi presentiamo alcune delle
piccole atlete che hanno partecipato al «9° Trofeo Città di Alassio»
categoria mini e super mini volley
Bosco, Istituto Maria Ausiliatrice,
Scuola Media Statale M.M. Ollandini ed al Palalassio.
La giornata sarà dedicata a tut-
che si è svolto domenica 9 marzo
al Palalassio Lorenzo Ravizza, che
vi danno appuntamento il 27 aprile per la «Pasqua dello sportivo»
che si svolgerà nelle palestre della città di Alassio: Istituto D.
ti gli sport, coloro che fossero interessati ad aderire potranno
mettersi in contatto al numero
349/8304324.
Il Presidente
Orlando Vignola
CALCIO ALASSINO
Si è svolto il 21 febbraio scorso
l’incontro che l’Amministrazione
Comunale ha sollecitato al fine di affrontare le problematiche relative al
calcio alassino.
L’Assessore allo Sport, Fabrizio
Calò, ha così voluto incontrare le tre
società, attualmente operative sul
territorio cittadino, per quanto attiene l’attività calcistica.
All’incontro hanno quindi preso
parte, con l’Assessore Calò, il Sig
Usai, in rappresentanza dello Sport
Club Alassio, il Sig Patrucco e il Sig
Spampinato in rappresentanza della Soc. «San Bernardino – Alassio»
e il Sig. Zenari, in qualità, come è stato evidenziato nel corso della seduta, di collaboratore del Comune di
Alassio. Assente il Sig. Casanova, invitato in rappresentanza della U.S.
Don Bosco.
«Il fatto che in Alassio, - ha dichiarato l’Assessore Calò, aprendo la
riunione – per quanto attiene il calcio operino tre società distinte non
è positivo. L’Amministrazione con
questo incontro vorrebbe sollecitare un dialogo tra le tre società per
verificare la possibilità di unificarle
in un’unica realtà a fronte della quale il Comune ha in animo una serie di
iniziative di grande rilievo economico e programmatico».
L’Amministrazione ha infatti, in
programma opere strutturali significative: un grande intervento sullo
Stadio e non solo su quello; lavori
che certo incentiveranno l’attività
sportiva, ma che garantiranno anche notevoli ricadute sul piano turistico.
Allo stato dell’arte questa la fotografia del calcio alassino: recentemente la «San Bernardino» ha acquisito la prima squadra e con essa le
categorie Allievi, Giovanili Provinciali e Giovanili Regionali; le categorie dai Giovanissimi in giù sono rimasti invece allo Sport Club Alassio.
Poi c’è una Terza Categoria del Don
Bosco, che non ha grandi ambizioni
e gioca a livello amatoriale, con diversi ottimi giocatori.
La sostanza, per quanto attiene il
Comune è che entro la fine dell’anno partiranno i lavori di ristrutturazione dello stadio. Si tratta di un
grande progetto che richiederà almeno due anni di lavoro. Prima ancora partiranno i lavori sul campo
di Loreto, che diventerà regolamentare per consentire l’attività
anche durante i lavori allo Stadio.
Per l’Amministrazione Comunale si
tratta di impegni gravosi sia da un
punto di vista economico sia progettuale.
Le perplessità di una possibile
confluenza delle parti in una unica
società presenta delle difficoltà, la
più significativa viene sottolineata
dal Sig. Usai: «Dobbiamo parlarne al
nostro interno se c’è la volontà di
tutti andremo avanti. Insomma, il
problema di allora sussiste anche
oggi ed è la difficile convivenza tra
prima squadra e settore giovanile.
La prima squadra assorbe tutte le risorse lasciando solo briciole al giovanile. Un conflitto interno sarebbe
inevitabile. Insomma, il problema
per me è solo quello: i rapporti tra
prima squadra e settore giovanile. Il
settore giovanile è nostro ce lo gestiamo noi; se però entriamo in una
società ci dobbiamo accodare alla
prima squadra. Mi spiace ma ho perplessità grandi. La prima cosa da fare sarebbe individuare i principi che
dovrebbero regolamentare questa
convivenza».
Un problema reale, ma risolvibile,
come ha spiegato Spampinato «la
prima squadra viaggia per conto
suo in tutte le società, e altrettanto
fa il settore giovanile. È solo quando
le società sono in crisi che si penalizza il giovanile, come credo sia logico. Noi stiamo parlando di una società sana, dunque questo tipo di
problema non sussisterebbe».
La soluzione potrebbe essere
quella di una unica società con due
settori e due responsabili distinti
per 1a squadra e giovanili.
Nessuno del resto vuole penalizzare il settore giovanile ed è lo stesso Assessore a ribadirlo: «Vorrei
sottolineare che c’è un grosso interesse da parte comunale per tutto
quello che può essere l’indotto dello stadio, dai grandi eventi che potrebbe ospitare in giù, ma quello
che più ci interessa è il discorso dei
giovani. Lo dico e lo ribadisco. Ma
quello che vorrei è che da parte di
tutti ci fosse un interesse unitario.
Dateci la possibilità di dimostrarvi i
nostri intenti. Stiamo facendo molto
per tutti gli altri sport, vorremmo fare altrettanto per il calcio».
«Insomma - continua l’Assessore non capite che i primi a voler risolvere la situazione siamo noi? A me
piange il cuore dire di no a grandi
squadre che, complice la nostra bella città e il clima, ci chiedono di venire a fare stage, allenamenti, ritiri.
È per questo che vi chiediamo uno
sforzo per diventare una unica
realtà a fronte della quale mi prendo
l’impegno di dimostrare cosa può e
vuole fare il Comune».
La seduta si chiude sull’impegno
del Sig Usai a riferire presso la
Sport Club Alassio e comunicarne
di conseguenza le intenzioni; e sulla proposta del Sig. Spampinato affinché a fronte di questa unica
realtà sportiva lo stesso Comune si
dichiari disponibile a farne parte
direttamente.
Ancora una volta è l’Assessore
Calò a ribadire la piena apertura, da
parte comunale a dibattere di ogni
possibile risvolto o intervento
dell’Amministrazione.
LAUREA
Il 13 febbraio u.s. presso l’Ateneo genovese si è laureata a pieni voti in Giurisprudenza la nostra concittadina Giorgia Marrella, con la tesi di Diritto Marittimo: «Il raccomandatario marit-
timo». Relatore il Ch.mo prof.
Corrado Medina.
Alla neo dottoressa le felicitazioni più vive da parte dell’Associazione Vecchia Alassio e di
tanti amici e conoscenti.
Il Direttivo
dell’Alassio Volley
INTER F.C. - Matetti nerazzurri
Formalizzata ad Alassio la nascita
del Circolo Sportivo «INTER F.C.» «I
MATETTI NERAZZURRI» con sede
Ristorante «I MATETTI» Viale
Hanbury - Alassio.
Quadro direttivo:
Presidente: Airaldi Giacomo
VicePresidente: Caviglia Gianni
Tesoriere: Pellegrini Lisandro.
Rapporti con i tifosi: Formento
Le promesse di questo circolo sono di promuovere iniziative rapportandoci all’INTER F.C. e incontri ad
Alassio come c’è già stato assicurato dal Presidente Massimo Moratti e
dal Vicepresidente Giacinto
Facchetti in occasione della nostra
visita in albergo a Barcellona ai due
massimi dirigenti ove abbiamo consegnato i famosi «Baci di Alassio»
Nella foto da sinistra: Lisandro Pellegrini, Andrea Pellegrini, Angelo Galtieri,
Giacinto Facchetti (Vice presidente dell’Inter), Mimmo Airaldi, Gianni Caviglia.
Gianni, Galtieri Angelo, Parodi
Giuseppe.
Membri del Consiglio: Vena Lino,
Siffredi Silvio, Rinaldo Agostini,
Grollero Gianni, Lunetta Cesare.
Rapporti coi Tifosi Milano: Andrea
Pellegrini
Pubbliche Relazioni & Stampa:
Tomagnini Carlo.
Iscrizioni alla data odierna n° 120.
gentilmente offerti dalla Pasticceria
Sanlorenzo di Alassio come da foto
con il Vicepresidente Facchetti.
Ringraziamo per l’attenzione e
cordialmente porgiamo distinti saluti.
Il Direttivo
I Matetti Nerazzurri
Il Presidente
Airaldi Giacomo
Fiocchi Rosa
e Azzurri
Il 10 gennaio 2003 è nato
NICOLÒ VACCAREZZA
Lo annuncia con gioia il fratellino
Matteo.
Ai genitori Mariella e Andrea alla
nonna Franca, ai nonni Emanuela e
Ambrogio Vaccarezza e familiari
tutti giungano le congratulazioni
dell’Associazione Vecchia Alassio.
Luchino Marco Maria annuncia la
nascita della sorellina
LUNA IOLANDA
per la gioia di mamma Maria e del
papà Marco Melgrati.
L’A.V.A. partecipa alla gioia e porge le più sentite felicitazioni.
•••
Il giorno 25 febbraio 2003 per la felicità della mamma Maria e di papà
Emanuele Foresti è nato
ALESSANDRO
A questa felicità partecipano anche i nonni Marilena e Giorgio, Laura
e Derio Vignola e parenti tutti.
Anche l’A.V.A. porge le sue felicitazioni.
Giulia e Silvia Gioberti annunciano con gioia la nascita del fratellino
ANDREA
Ai genitori, ai nonni Lucia e Lino
Gioberti, nostro consigliere, le più
vive felicitazioni.
A.V.A.
•••
U NOSCIU MUNDU
Eravamo ragazzi, tanti, ma proprio tanti anni fa, quando, in certi pomeriggi festivi, lunghissimi e
noiosissimi, seduti sul muricciolo accanto al «bastiùn» accadeva
che si rimanesse come incantati,
lo sguardo rivolto al mare, senza
dire una parola, per ore ed ore.
Quel silenzio generale rotto
soltanto dal soffice «franze»
dell’onda sul bagnasciuga, dava
l’impressione che fosse il preludio a qualche cosa di importante
che, prima o poi, avrebbe dovuto
accadere. Ed invece non succedeva proprio nulla…
È risaputo ormai come, in quel
tempo, Alassio consistesse,
grosso modo, in un’unica fila di
case lungo il mare, di qualche
piazzetta e di «carrugi». C’erano
pure diverse chiese, dei monasteri, delle cappelle e degli oratori, questi ultimi sparsi qua e là,
segno della profonda religiosità
degli abitanti.
Il tutto circondato da vasti
giardini profumati di arancia, di
limoni con tanti orti caratterizzati da una vastissima produzione
di verdure. In collina, poi, prosperavano, severi, gli ulivi centenari mentre i tozzi alberelli di ginepro si alternavano agli odorosi
cespugli di timo e di rosmarino
unitamente al giallo stridente
delle ginestre.
Un sito prediletto da viaggiatori, da scrittori e da sognatori…
Eccovi Alassio che innamora il
sole… cantava il poeta.
La notizia è arrivata inaspettata, incredula dapprima. Poi prepotente come un soffio di maestrale, si è insinuata, sicura e convincente, nella sonnolenta penombra degli «esci».
A scia Bedetta «quella dolce
vecchina che abita al primo piano nell’esciu da gexa» ha vinto al
lotto.
Un terno secco sulla ruota di
Genova.
Tre numeri puliti, leggeri, in rapida successione così come li ha
dettati in sogno il defunto marito.
«A nu po vera» è il primo commento della «Carbunina», che è
una vera esperta del gioco e, co-
me tale riconosciuta ormai da
tutti gli appassionati frequentatori del «semenoriu» ossia il botteghino del lotto.
È lei infatti quella capace di cavare fuori i numeri da ogni avvenimento lieto e triste che sia, da
ogni sogno e, non invano, a dire il
vero, perché, più di una volta, la
«Carbunina,» ci ha preso.
Sua quindi l’interpretazione
dei numeri usciti. 27 «mortu de
sonnu» 88 «i spegetti du pappa»
18 «l’amulitta».
Una vincita decisamente cospicua per quel tempo.
Se ne parla quindi avidamente
negli «esci», nelle osterie, nei
«mezan» e persino fra i «reordi»
che, laggiù verso le «serre» faticano a salpare la sciabica del
«Maraiàn».
Allora il gioco del lotto era
l’unico mezzo, specialmente per
la povera gente, di comprarsi,
con modica spesa, un poco di
speranza. Un detto dialettale
«chi dau lottu u spera succursu,
u muscia e balle cumme l’ursu»
sconsigliava decisamente tale
attività. Pur tuttavia la gente insisteva e sperava. Inoltre per facilitare i giocatori nella ricerca
dei numeri era stato dato alle
stampe e distribuito ai botteghini una sorta di almanacco battezzato come «la smorfia» dei
Napoletani, mentre gli Alassini,
sarcastici, lo avevano definito «u
buxiaru».
Quella notte Alassio sembrava
come caduta in un coma profondo. Le case davano l’impressione
che non se la sentissero di reggersi in piedi da sole addossate,
come erano, una sull’altra.
Gli «esci» poi, parevano stranamente più angusti e più stretti.
Persino gli «sbiri» che a frotte
affollavano gli anfratti del
sant’Ambrogio, si erano zittiti.
Quel silenzio pareva fosse il
preludio a qualche cosa di importante che, prima o poi, sarebbe dovuto succedere.
Invece non accadeva proprio
nulla.
Vincenzo Moirano
Enel: accordo di Cooperazione
tra So.l.e. e Comune di Alassio
L’iniziativa permetterà la riqualificazione della rete
di illuminazione pubblica della città
Genova, 4 marzo 2003 – Marco
Melgrati, sindaco di Alassio,
Domenico Giraldi, Assessore ai
Lavori Pubblici e Giuseppe Colombati, Responsabile Area
Nord-Ovest Società So.l.e. (Gruppo Enel), hanno firmato un
«Accordo di Cooperazione» per
favorire la realizzazione di un
piano di riqualificazione della rete di illuminazione pubblica della città capace di dare una risposta innovativa alle esigenze di sicurezza e di valorizzazione artistica della città.
Il piano approvato dall’attuale
Amministrazione prevede infatti
un consistente programma di
potenziamento dell’illuminazione pubblica che ha portato alla
realizzazione della nuova illuminazione della passeggiata Cadorna che dal Torrione arriva fino al
Porto di Alassio.
Per garantire un’illuminazione
funzionale sono state installate
90 lanterne dotate di lampade al
sodio alta pressione. La tipologia di lampade consente infatti di
perseguire i due obiettivi fondamentali: efficienza energetica e
contenimento dell’inquinamento luminoso.
Un secondo lotto di lavori ha
invece riguardato il primo tratto
della Via Aurelia, Via Giancardi.
Tale intervento ha consentito di
trasformare l’ingresso della città
con una luce particolarmente
«calda» e idonea a valorizzare e
qualificare l’immagine della
città.
A tale scopo sono state utilizzate 49 lampade di bronzo, particolarmente indicate nelle zone
di mare, posizionate su pali zincati verniciati in ferro micaceo e
dotate di lampade ad alta pressione.
Il progetto illuminotecnico
della Via Aurelia, studiato appositamente da So.l.e. per la città di
Alassio, rappresenta un esempio
di valorizzazione paesaggistica
in quanto integra l’illuminazione
funzionale, necessaria per la sicurezza del traffico veicolare e
pendolare, a quella architettonica per una funzione estetica per
la città.
È da sottolineare, inoltre che,
pur garantendo i livelli di illuminazione prescritti per legge, è
stato ottenuto un significativo risparmio energetico, per l’Amministrazione Comunale, prevedendo in sede di progettazione
un’interdistanza tra i pali di 25
metri.
Enel Spa
Sabato 15 Marzo 2003
ALASSIO SUL WEB
Ricordo l’ultima mostra fotografica, in occasione delle Colombiadi, che illustrava, ancorata al problema dell’immigrazione, uno degli aspetti sociali più crudi e dolorosamente pesanti legato alle allora non floride condizioni di vita,
nel nostro paese, di molte persone
che, pur essendo disposte a lavorare, non trovavano occupazione.
Le foto che molti alassini portarono per mettere in bella vista e dar
lustro all’importante iniziativa,
mettevano in mostra, i nostri nonni e i nostri padri in procinto di partire per l’America. Ebbene, abituato ad osservare per le strade del
mondo il fenomeno dell’immigrazione, il forzato trasferimento di
persone in un paese diverso da
quello di origine, il modo irriguardoso e spesso crudele con cui venivano trattate all’arrivo nei paesi
di destino, anche o solo, dalle autorità delle varie «immigration»
(Riguardo spesso i numerosi «landing Permit» nelle cui foto identificative figuro mettendo in mostra
un numero come i carcerati e ripenso alle sfilate completamente
nudo, sotto gli occhi ridenti dell’ufficiale, (spesso era una donna),
dell’immigrazione, alla presa delle
impronte digitali, alle strane battute in «italiano slang» : «sei iscritto al
partito fascista? Sei iscritto al partito comunista? Ti piace Marileen
Monroe? Per che squadra italiana
di calcio tieni? Perché vuoi scendere a terra?) mi sono sempre stupito della dignità che schizzava,
letteralmente, dagli occhi degli
alassini, dei personaggi di quelle
foto, non molto antiche, che andavano a cercar lavoro. Sempre ben
vestiti, quasi tutti con il «borsellino» in testa, tutti con la cravatta e,
soprattutto, con la valigia; (non
con i fagotti o i sacchi!). Dovevano
essere tristi e disperate condizioni
di uomini e di donne, adolescenti e
bambini costretti per necessità ad
abbracciare il sogno sfuggente e
lontano della «Merica»; che partivano per mare certi, che peggio
non poteva andare e che morire
per morire tanto valeva tentare.
Eppure, non sono passati molti anni (dal 1880 al 1910), e per riscoprire certe emozioni oltre le realtà
fotografiche anche la memoria torna ancora utile. Emigrarono di più
le popolazioni del circondario di
11
«L'ALASSINO»
Chiavari ma subito dopo, furono
quelle di Albenga e Savona a detenere il primato. Come succede a
tutti i progetti, alcuni si realizzano
pienamente altri no; qualcuno davvero riuscì a tornare con i soldi per
farsi la casa con il giardinetto e la
cantina come vagheggia l’emigrante di Ma se ghe pensu; altri sono tornati poveri com’erano partiti.
Ricordo i loro racconti durante le
lunghe nottate estive passate alla
pesca della lampara; molti dei vecchi pescatori alassini, quelli mai
domi, sempre attenti, sempre
pronti, instancabili tanto da farmi
sentire inerme davanti alla loro
(erano ottantenni!) animosità, erano tra quelli tornati poveri; tornati
per difendere la Patria in pericolo.
Ma i più sono rimasti là con la loro
dignità di uomini onesti, lavorando
e sognando un destino migliore
per i loro figli. Certamente quel
Sanguinetti e quel Brignone presidenti dell’Uruguay e dell’Argentina sono i discendenti diretti di
questi liguri valenti, meritevoli e
nobili d’animo. E il Lavagna attuale
ministro dell’economia dell’Argentina? E basta girare per Buenos
Aires per constatare che fu fondata dal genovese Gio Batta Bacicalupo la Banca più importante, o passeggiare sulla banchina del
«Fisherman’s Wharf di San Francisco» per ammirare ancora i leudi
(in tutta la Liguria credo ne siano
rimasti solo due ancora funzionali!) di alcuni soci della Società dei
Pescatori e apprendere che ancora la lingua tecnica usata nel mercato ortofrutticolo californiano è
tuttora il «zeneise». Ma si emigrava, senza passaporto, anche in
Francia come operai specializzati,
«bancarai» falegnami perlopiù e nel
Canton Ticino dove tuttora la zappa bidente è chiamata genoesa.
Alcuni di questi uomini coraggiosi
ad Alassio sono ancora viventi; bisognerebbe intervistarli (sempre
che loro si rendano disponibili)
per imparare a guardare con occhio nuovo tutti quegli uomini e
donne diversi che si adeguano a lavorare (non girano per le strade)
nelle peggiori condizioni, nei fine
settimana e alla domenica! Ritorno
spesso ai miei ricordi di navigante
quando su tutte le navi del mondo
si parlava genovese, molfettese o
siciliano. Ora il nostro posto è sta-
to preso dai filippini, dai coreani,
dagli indiani, dai figli del Bangladesh e anche per loro non è mai
ora di tornare a casa, dalle mogli e
dalle madri; per vedere il figlio, ultimo nato, occorre aspettare la fine del contratto (dopo 18 o 20 mesi) in modo da aver il biglietto pagato. E guai ad ammalarsi! Guai a
parlare di diritti! Pena la disoccupazione eterna.
Torniamo al WEB: su www.porlosochicos.com un clic regala un
pasto ad un bambino. La spesa sul
portale argentino tocca allo sponsor del giorno: le multinazionali, in
cambio di visibilità, versano dieci
dollari ogni mille visitatori dell’homepage. Appena pochi giorni fa,
l’arcivescovo di Milano Dionigi
Tettamanzi è tornato sull’«accordo irrinunciabile tra etica ed economia» l’idea d’una responsabilità
etica fra le imprese ha fatto strada.
Le multinazionali, in cambio di visibilità oggi pagano in piatti caldi
per piccole bocche da sfamare.
Basta un «clic» per regalare un pasto ad un bambino argentino. Non
è un modo nuovo per ricordare?
Ma non solo su questo portale si
può fare beneficenza. Non è inutile
buonismo,; basta davvero cliccare
su link per destinare una piccola
offerta ad un progetto umanitario;
non costa nulla solo un pensiero
quotidiano. The Hunger site=
www.thehungersite.com: basta un
clic per fare una piccola donazione
in cibo ad un paese povero;
Aiutiamo=www.aiutiamo.org.: è il
primo portale italiano dedicato al
volontariato e alla beneficenza virtuale; il Centro Sportivo Italiano è
impegnato ad aiutare i bambini di
Pitoa. «La solidarietà è una atto
quotidiano. Dona gratis con un
clic». Spero che ad Alassio, città legata alla sua storia, Comunità
aperta al mondo, nessuno dimentichi le strade che per primi hanno
tracciato i nostri padri, e tutti, anche solo virtualmente, contribuiscano a tenerle libere e percorribili affinché tutti coloro che si sono
messi in cammino per necessità,
non siano costretti ad abbandonare per la via anche i loro ricordi.
Anche ad Alassio per farlo: basta
un «CLIC».
Confesercenti e E.N.PA.
in favore dei nostri amici
a quattro zampe
Molto spesso i nostri amici a
quattro zampe non possono entrare
in negozi, bar o ristoranti. Non in
tutti sia chiaro, ma in molti non vengono visti di buon occhio. Per aprire le porte dei locali pubblici anche
a questi «clienti» ci hanno pensato la
Confesercenti e l’Enpa. Nei negozi
che appoggiano l’iniziativa verrà sistemata una vetrofania con un simpatico cagnolino e con scritta «Qui
posso entrare» proprio per sottolineare che gli amici a quattro zampe
sono bene accetti. «In questo modo
vogliamo venire incontro a tutti gli
amici degli animali – dice Giuseppe
Maiellano, presidente provinciale
della Confesercenti – ma anche alle
persone anziane che spesso escono
di casa accompagnate con il loro ca-
ne, da cui non si separano mai neanche per fare la spesa. Inoltre sappiamo che tantissimi turisti che vengono in vacanza nella nostra provincia
sono amanti degli animali e portano
con sé i propri cani, questa iniziativa può essere anche un utile aiuto
per loro». Spazio quindi anche agli
amanti delle quattro zampe nei locali pubblici. A dire il vero in qualche ristorante sono già bene accetti. I nomi dei luoghi dove le porte si
aprono senza problemi anche ai
clienti a quattro zampe sono stati
tutti inseriti nella Ristorguida, la guida ai ristoranti della provincia di
Savona, edita dalla I&C di Albenga.
Ad Alassio, inoltre, verrà sistemato
un’area, in zona Loreto, dedicata ai
cani. Qui potranno giocare in tutta
tranquillità, in una zona recintata
che presto verrà arredata con panchine, cestini ma anche illuminata
per consentire ai padroni di portare
in questa zona i propri cani anche di
sera.
Dante Schivo
Barbara Testa
LUTTI CITTADINI E NECROLOGI
la rete, alla quale dedicava il tempo libero, pur non sapendo nuotare. L’A.V.A. porge alla Signora
Linda, al figlio Duccio, a Ruth e famigliari tutti le più sentite condoglianze.
GIUSEPPINA GAIBISSO
VED. MONTESSORO
JAQUELINE TIRABOSCHI
IN FIDONE
BRUNO BELGRANO
PAOLO BERGAMI
Lo scorso 28 febbraio è mancata improvvisamente all’affetto di
noi tutti Jacqueline Tiraboschi in
Fidone di anni 69.
Il ricordo struggente di una
donna generosa e piena di attenzioni per tutti rimarrà indelebile
LUIGI AIRALDI
(GIGIN)
Nato ad Alassio il 21/08/1914
morto a Pisa il 04/02/2003
Pensionato F.S.
Il 4 febbraio u.sc. è mancato in
Pisa, all’età di 89 anni, il nostro
amato Socio Gigin.
Luigi Airaldi, alassino da sempre e dovunque stimato per il suo
carattere franco e gioioso per una
lunga vita dedicata alla famiglia e
al lavoro, come dipendente delle
Ferrovie di Stato.
Da una decina d’anni si era trasferito con la moglie Mariuccia a
Pisa per restare accanto alla figlia
Elena e agli amati nipoti Francesco, Stefano e Ilaria, ma serbando
nel cuore il ricordo costante della
sua terra.
A tutta la famiglia, al figlio Giu-
Anniversari
8/6/1916 - 23/3/2003
seppe e alla sorella Rina giunga
anche il cordoglio dell’Associazione Vecchia Alassio e di tanti
amici che gli hanno voluto bene.
È deceduta, alla veneranda età
di 97 anni, Giuseppina Gaibisso
Montessoro, una alassina adottiva che molti ricordano con simpatia.
Al figlio Luciano ed alla famiglia
giungano le condoglianze della
Vecchia Alassio.
nei nostri cuori e nel cuore del
marito Riccardo, del figlio Fabio
e della nuora Ivana.
Anche l’A.V.A. porge al Socio
Riccardo ed ai famigliari le più
sentite condoglianze.
Nel 25° Anniversario della Sua
scomparsa, con immutato affetto,
Marisa ed Antonella ricordano il
Loro Caro a quanti Gli vollero bene.
MESE DI FEBBRAIO 2003
Il giorno 27 febbraio 2003 è deceduto in Alassio all’età di 89 anni
assistito amorevolmente dai familiari. Arrivò in Alassio nel 1948 dalla natia Torino, contrasse matrimonio con la sua cara Linda, e da
allora iniziò a lavorare come cameriere nei più grandi alberghi.
Ha dedicato la vita onestamente
alla famiglia ed al lavoro. Negli ultimi dieci anni assistette con abnegazione la moglie inferma.
Aveva la passione della pesca con
AIRALDI Luigi
anni 88
BERGAMI Paolo
anni 89
BOSCIONE Flaviano
anni 72
CAMMILLI Anna
anni 77
CAPELLO Angelo
anni 33
DEL ZOPPO Antonio
anni 81
FIGAROLO DI GROPPELLO Maria anni 99
GAIBISSO Giuseppina
anni 96
GARLASCHELLI Dario
anni 80
GATTA CASTELLO Luigi anni 77
GIACOMINI Costantina
anni 90
LAURERI Pietro
MARSENGO Franco
NANNETTI Elsa
NATTERO Ester
OLCESE Grazia
OTTONELLO Mario
QUAGLIA Antonio
SCAVIA Angiolina
TOIGO Rosa
VENTIMIGLIA Claudio
anni 87
anni 77
anni 84
anni 88
anni 75
anni 91
anni 92
anni 81
anni 93
anni 60
L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite condoglianze ai loro familiari.
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«L'ALASSINO»
Fauna di Alassio
LUÌ GROSSO
(Phylloscopus Trochilus) – «Buìn da primma»
Sabato 15 Marzo 2003
HA TOCCATO IL CUORE
La famiglia Cosso del Ristorante Panama (coadiuvata da altri sponsor cittadini) ha organizzato un pranzo del tutto particolare e sapete per chi e perché? Per i dirigenti di due nostre
Associazioni che lavorano e si
impegnano con costanza e senza alcun fine di lucro a beneficio
degli altri, che spesso non hanno nome né volto, ma sono considerati fratelli e amici. Quest’anno l’invito è toccato ai Presidenti (Carlo Cavedini ed Elena
Dotti) e ai consiglieri dell’Associazione Vecchia Alassio (da oltre 40 anni attivissima) e a quelli dell’Università delle tre età
che è impegnata ad Alassio (e
città viciniori) con ben 26 corsi
annuali da oltre vent’anni.
E poiché queste cose capitano raramente, e poiché toccano
il cuore, lo abbiamo voluto ricordare a tante persone insensibili e rivolgere un grazie commosso a chi ha avuto questo nobile pensiero.
FOTO FRANCO IEBOLE
È presente da novembre a marzo qui da noi in boschi decidui
aperti, in conifere, con fitto sottobosco, in brughiere, in parchi e in
giardini ampi dove cerca gli insetti parassiti delle foglie.
Il suo dorso è verdastro uniforme senza barrature sulle ali mentre qualche individuo è più scuro
e assomiglia al Luì piccolo.
I giovani hanno le parti inferiori
più gialle e le zampe più chiare. Si
distingue dagli altri Luì (potendolo osservare da molto vicino) per
una smargiatura della sesta penna remigante primaria delle ali.
Come tutti i phylloscopus è
molto attivo e irrequieto nelle sue
ispezioni fra i rami.
La sua voce è un lamentoso
«fluid». In primavera il canto amoroso è un gorgheggio armonioso
in tono decrescente.
In aprile va al nord a nidificare.
Qui da noi nella sua sosta è facile
trovarlo fra le piante e i fiori dei
terrazzi in caccia di cibo.
Pessö
Il pranzo, preparato dal blasonato chef Moreno Tavernelli, con la collaborazione della Pescheria Bongiovanni, del Frantoio Armato Nino Fioroni, Nuova
Riviera Bevande, Ras Assicurazioni, Winner, Associazione Bagni Marini,
Confesercenti e Associazione Albergatori. Un particolare ringraziamento a
Mario Berrino. È stato allietato da numerosi omaggi da parte delle menzionate ditte alassine, nonché dall’esilerante prof. Andrea Gallea. Nuccia Cosso
è promotrice di numerose iniziative atte a riconoscere i meriti delle varie associazioni cittadine e per questo si avvale della grande e fattiva collaborazione di Rita Vitaloni della profumeria Joan.
(FOTO SILVIO FASANO)
Strane terapie dei nonni
Meteorologia
Alassina
a cura dell'Osservatorio Don Bosco
FEBBRAIO 2003
Febbraio è un mese ancora pienamente invernale, ma con situazioni meteorologiche a volte
molto fluttuanti sia in senso positivo, sia in senso
negativo. Lasciamo parlare – per questo mese strano – i singoli strumenti della nostra Torretta; qualche confronto con i dati registrati
per lo stesso mese negli anni precedenti ci aiuterà, forse, a formulare qualche giudizio, se vogliamo. Cosa ci dice il pluviografo? Ha riposato per tutto il mese! 0,0 millimetri di pioggia! Non è una eccezione perché anche nel febbraio del 1997 e del 1999 non sono state registrate precipitazioni. Dal 1974, anno in cui presi la direzione
dell’Osservatorio, a oggi, il febbraio più piovoso con 133,0 mm di
pioggia è del 1977. I termometri e i Termografi cosa hanno indicato?
Temperatura minima assoluta: + 3,2°C nel primo pomeriggio del giorno 17. Temperatura media del mese: 9,1°C. Il valore medio più basso
in questi 30 anni di mia osservazione è del 1986 con 7,0°C. Il più alto
del 1990 con 13,8°C; la media – partendo sempre dal 1974 – è di 10,8°C
(dispiace che qualche pubblicazione poco informata abbia indicato
per la nostra Città valori assai inferiori e non oggettivi).
Un grosso lavoro è stato svolto dall’eliofanografo; mai tanto sole
in febbraio come quest’anno: oltre 200 ore di sole con una media di
8 ore al giorno di limpido sole! A tanto sole si accompagnano i giorni
sereni: 26. Nessun giorno completamente coperto; misti i due giorni
restanti. E cosa ci ha presentato l’igrografo? Umidità media mensile:
37%; media decadali: 33% nella prima; 38% nella seconda; 40% nella
terza decade. In alcuni giorni, specie nella prima decade, l’igrografo
ha sfiorato lo 0,0% di umidità. Il valore massimo assoluto del mese è
segnato alle ore 23 del 28 febbraio con 79%; il giorno 5 ha una media
di 6% di umidità. E l’anemografo? Grande è stata la sua collaborazione per offrirci 230 ore di sole, 26 giorni sereni e 37% di umidità!
Dobbiamo quindi dire che anche in buona parte di questo mese il
vento è stato protagonista. I rilevamenti della velocità del vento e della sua direzione di provenienza vengono fatti tre volte al giorno e precisamente alle ore 8.00 alle ore 14.00 e alle ore 19.00. Le direzioni di
provenienza risultano così suddivise: da Sud: un rilevamento; da Est:
quattro; da Sud-ovest: 8; da NE: 8; da Nord: 9; da Nord-ovest: 10; da
Sud-Est: 19; calme: 18 (si classifica «calma di vento» se la sua velocità
oraria è inferiore ai 5 Km). I valori medi registrati nelle tre decadi sono i seguenti: 239 Km ogni 24 ore nella prima decade; 301 nella seconda; 287 Km percorsi dal vento in 24 ore nella terza decade. Per un
senso di onestà verso i lettori devo fare una precisazione: le provenienze del vento indicante prima, si riferiscono all’anemografo del
nostro Osservatorio, il quale, come tutta la nostra Città, è localizzato in una baia meravigliosamente difesa dalle colline che le fanno arco tutto attorno; il vento che noi registriamo, fatta qualche eccezione di provenienza (es. da Sud-Est) è stato rimaneggiato dal baluardo
collinare e quindi non sempre risponde ai caratteri che si manifesterebbero se fossimo in aperto mare,e comunemente riportati dai testi o prontuari di meteorologia.
Quindi, ai tanti privilegi della nostra Baia, dobbiamo aggiungere
anche questo!
Il Direttore dell’Osservatorio
Prof. Don Natale Tedoldi
La pertosse e la vaporiera
Sei magnifici cigni…
(FOTO KATIA)
…strani turisti ad Alassio - lunedì 3 marzo 2003. (FOTO KATIA)
Ancora prima degli anni trenta del secolo i nostri padri erano
convinti che la pertosse (A tussa
zanina) era una malattia necessaria per rinforzare l’apparato
respiratorio dei bambini. C’era
addirittura la credenza che i piccoli che non la «facevano» avevano più probabilità di non raggiungere la maggiore età. Quando un bambino ne era colpito si
usava portarlo all’alba a respirare in luoghi dove l’aria era ricca di gas prodotti dalla combustione del carbone fossile. Qui
in Alassio il luogo più idoneo era
in Via Neghelli nei pressi dell’officina del gas; Colà si teneva per
circa un’ora il piccolo a «riempirsi» i polmoni con questo tossico prodotto.
Per chi non voleva, o poteva,
andare laggiù c’era in città «U
ponte di prefummi» (dei suffumigi), quel ponte che, passando
sopra la ferrovia, collega Via
Mameli col Parco San Rocco.
Allora la ferrovia non era elettrificata e i treni erano trainati dalla vaporiera a carbone che al
passaggio, sbuffando, sparava
fumo verso il cielo. Nel momen-
to in cui la vaporiera passava
sotto al ponte si cercava di far
respirare al piccolo la maggior
quantità di fumo.
Mi ricordo che quando a sei
anni questa disfunzione mi
colpì, mia nonna più volte mi ha
portato su questo ponte a respirare e che, passata la vaporiera,
mi dava da bere acqua bollita
con semi di anice, foglie di menta e di tiglio, pronunciando queste parole:
«Aù che st’aigua a l’è andàita zü
sperammu che a tussa
a nu veggne ciü».
(Adesso che l’acqua è andata
giù – speriamo che la pertosse
più non ritorni).
Pessö
Gli articoli e le
lettere devono
pervenire
alla Redazione
entro la fine
di ogni mese per la
pubblicazione
ne «L'Alassino» del
mese successivo.
A.V.A.
Nelle scure acque di dicembre, vediamo di materializzarsi la sagoma della
poppa di un relitto. È l’Ouet-Tiflys, un mercantile francese silurato il 14 gennaio 1943 nel corso della 2a Guerra Mondiale. Immersione affascinante per
la maestosità e l’integrità dello scafo adagiato in perfetta assetto di navigazione ad una profondità di 51 m.
(FOTO PIERO QUARONE)
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(già R.N.S. n. 9806)
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