scheda di sala
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Prossimi concerti Martedì 25 gennaio 2011/‘900&oltre DÉNES VÁRJON pianoforte Berg/Kurtág/Skrjabin/Wagner/Liszt Giovedì 3 febbraio 2011 WERNER GÜRA tenore CHRISTOPH BERNER pianoforte Schubert Venerdì 18 febbraio 2011/‘900&oltre ENSEMBLE ITALIANO DI SASSOFONI Françaix/Pousseur/Sciarrino/Nyman/Glass Un monumento della storia della musica di tutti i tempi, questa breve pagina bachiana, che rende sterili tutti gli accesi dibattiti musicologici sul ruolo storico del genio musicale tedesco, in bilico tra le due posizioni di supremo esaltatore delle strutture gotiche del misticismo barocco da una parte e di estremo anticipatore dell’espressività romantica dall’altra. Il rigore della natura del suo tematismo, la perfetta distillazione del linguaggio imitativo, la forma ineffabile dell’architettura interna ai canoni costituiscono un abito razionale di estrema eleganza, da cui si irradia una sensibilità umana straordinaria, che forse soltanto insieme a Beethoven, è, con le parole di Werner Neumann, “uno scoglio posto di traverso nella corrente del tempo”, su cui tutti i flutti della musica si frangono ineluttabilmente per essere restituiti al mare della storia con una forza interiore del tutto nuova. Clara Giangaspero Discografia Comune di Monfalcone Servizio Attività Culturali, Educative e Sportive con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDirezione Generale per lo Spettacolo dal Vivo Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia in collaborazione con Fazioli Pianoforti Il giornale della musica Assessore alla Cultura Paola Benes Direttore artistico Filippo Juvarra Dirigente del Servizio Giovanna D’Agostini Informazioni [email protected] www.teatromonfalcone.it Stampa a cura di Esecuzione al clavicembalo Staier/HM Leonhardt/Sony Pinnock/DG Vartolo/Tactus Rousset/DG Weiss/Satirino Esecuzione al pianoforte Schiff/Decca + ECM Hewitt/Hyp Perahia/Sony Tureck/DG Weissenberg/EMI Tipo/EMI Programma Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) Aria con 30 variazioni (Variazioni Goldberg), BWV 988 Aria Variatio 1 a 1 Clavier Variatio 2 a 1 Clavier Variatio 3 Canone all'Unisuono Variatio 4 a 1 Clavier Variatio 5 a 1 ovvero 2 Clavier Variatio 6 a 1 Clavier Canone alla Seconda Variatio 7 a 1 ovvero 2 Clavier Al tempo di Giga Variatio 8 a 2 Clavier Variatio 9 a 1 Clavier Canone alla Terza Variatio 10 a 1 Clavier Fughetta Variatio 11 a 2 Clavier Variatio 12 a 1 Clavier Canone alla Quarta Variatio 13 a 2 Clavier Variatio 14 a 2 Clavier Variatio 15 a 1 Clavier Canone alla Quinta. Andante Variatio 16 a 1 Clavier Ouverture Variatio 17 a 2 Clavier Variatio 18 a 1 Clavier Canone alla Sexta Variatio 19 a 1 Clavier Variatio 20 a 2 Clavier Variatio 21 a 1 Clavier Canone alla Settima Variatio 22 a 1 Clavier Alla breve Variatio 23 a 2 Clavier Variatio 24 a 1 Clavier Canone all'Ottava Variatio 25 a 2 Clavier Adagio Variatio 26 a 2 Clavier Variatio 27 a 2 Clavier Canone alla Nona Variatio 28 a 2 Clavier Variatio 29 a 1 ovvero 2 Clavier Variatio 30 a 1 Clavier Quodlibet Aria da Capo e Fine Teatro Comunale di Monfalcone Musica 2010-2011 ANDREAS STAIER clavicembalo Giovedì 20 gennaio 2011 ore 20.45 ANDREAS STAIER clavicembalo Andreas Staier è senza alcun dubbio uno dei principali interpreti di strumenti a tastiera antichi: attivo in tutto il mondo Staier è perfettamente a suo agio tanto al clavicembalo che al fortepiano; ha iniziato la carriera solistica nel 1986 e, sin da allora, la sua indiscutibile maestria musicale ha lasciato il segno per le sue interpretazioni di musica barocca, classica e romantica. Staier è nato a Gottinga, dopo il diploma in pianoforte moderno e clavicembalo, ha proseguito i propri studi a Hannover e ad Amsterdam. Per tre anni è stato il clavicembalista dell'Ensemble “Musica Antiqua Köln”, con cui ha preso parte a tour concertistici nelle principali sale di tutto il mondo e a importanti e numerose registrazioni discografiche. Come solista, Andreas Staier ha effettuato concerti in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Andreas Staier è inoltre invitato come solista da prestigiose orchestre barocche quali: Concerto Köln, Freiburger Barockorchester, Akademie für alte Musik di Berlino e l’Orchestre des Champs-Elysées di Parigi. Andreas Staier è regolarmente invitato nei principali festival internazionali: Festival de La Roque d'Antéron, Festival de Saintes, Festival de Montreux, Edinburgh International Festival, Styriarte Graz, Schubertiade Schwarzenberg, Schleswig-Holstein-Musikfestival, Beethoven-Fest Bonn, Bach-Fest Leipzig, Bach-Tage Berlin, Kissinger Sommer (in Germania); e nelle più prestigiose sale a livello mondiale: Konzerthaus di Vienna, Konzerthaus e Philharmonie di Berlino, Philharmonie di Colonia, Gewandhaus di Lipsia, Alte Oper di Francoforte, Tonhalle di Düsseldorf, Wigmore Hall e Royal Festival Hall a Londra, De Singel di Anversa, Concertgebouw di Amsterdam, Palais des Beaux Arts di Brussels, Tonhalle di Zurigo, Cité de La Musique, Théâtre des Bouffes du Nord, Ircam, Théâtre des Champs Elysées di Parigi, Teatro della Pergola di Firenze, Sala Verdi del Conservatorio di Milano, Toppan Hall e Suntory Hall di Tokyo, Carnegie Hall di New York, per nominarne solo alcune. Le numerose collaborazioni musicali con straordinari artisti, riconosciuti a livello internazionale, come Anne Sophie von Otter, Pedro Memelsdorff e Alexej Lubimov, così come la strettissima collaborazione con Chrisoph Prégardien - attestata dalle numerose loro straordinarie incisioni di Lieder di Schubert, Schumann, Mendelssohn, Beethoven, Lachner e Brahms - testimoniano l’eccezionale versatilità e la ricchezza della sua vita musicale. Ha inoltre recentemente dato vita a un trio di grande successo assieme al violinista Daniel Sepec e al violoncellista Jean-Guihen Queyras; con questa formazione hanno recentemente registrato il loro primo CD, dedicato a musiche di Beethoven, per Harmonia Mundi. Nel 2001 Staier ha eseguito la prima esecuzione mondiale di Contra-Sonata, un brano per fortepiano del compositore francese Brice Pauset, incisa per l’etichetta discografica AEON. La sua ricchissima discografia ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti internazionali da parte della critica specializzata. Ha inciso per BMG, Teldec Classics (con cui ha avuto un contratto in esclusiva per sette anni) e ora, dal 2003, incide per Harmonia Mundi. Con questa etichetta, dopo la sua ultima registrazione dedicata alle Variazioni Goldberg, seguirà un disco dedicato alle Variazioni Diabelli. Staier suona un clavicembalo a due tastiere, costruito da Keith Hill (Manchester) nel 2005, copia da P. Taskin 1765, conservato al Museo degli strumenti musicali di Edimburgo. Lo strumento è munito di due tastiere con l’estensione di cinque ottave cromatiche, da FF grave a f5 acuto. Tre registri, 2 x 8’ e un 4’ più registro di liuto sulla seconda tastiera. Note al programma La tecnica della variazione nasce parallelamente all’uso del contrappunto, e vanta una presenza costante attraverso i secoli di creatività della musica strumentale. Dalle melodie lineari su cantus firmus, al dispiegamento di ornamentazioni su un basso ostinato, alle trasformazioni ritmiche (aumentazioni e diminuzioni) e armoniche dei disegni melodici, la variazione è un esercizio stilistico che segue un corso ben preciso, è un modulo tecnico ponderato e strutturato, con una sua logica spesso prevedibile. Lo stesso Bach, pur qualche anno dopo aver composto le Goldberg e le Variazioni Canoniche BWV 769, nel 1747 scrive Einige kanonische Veränderungen über das Weynachtslied “Vom Himmel hoch, da komm ich her”, elaborato sullo stile classico della variazione che gli consentirà di accedere alla società “Der musikalischen Wissenchaft” del Mitzler. Questa pagina non è parte della cosiddetta “opera speculativa” di Bach ma lascia intendere l’interesse che il Maestro tedesco testimonia per la considerazione scientifica della musica, in linea con la tendenza della Lipsia in cui egli stesso è Kantor e Rettore universitario. Lo sviluppo delle attività scientifiche, lo studio della musica come disciplina teoretica nelle università, il frequente raduno di convivia philosophica tra studenti, la pubblicazione degli Acta eruditorum, come risultato dei dibattiti speculativi circondano un Bach ormai esaurito nelle sue funzioni ufficiali dalle polemiche nella gestione dell’attività della Thomaskirche, ma stimolato, piuttosto, dal bisogno di esplorare nuove formule espressive e guidato dalla necessità di definire una propria disciplina interiore nel comporre, di indirizzare la propria fantasia e il proprio istinto verso la perfezione formale. Lo slancio che lo trasporta verso la musica assoluta, verso la contemplazione dell’arte perfetta in quella sorta di metafisica sonora che sarà l’Arte della fuga, trae origine proprio da quest’Aria con 30 variazioni, BWV 988. La leggenda, forse provocatoriamente, attribuisce la composizione di queste pagine alla richiesta che il giovane Goldberg propone a Bach, suo Maestro, di comporre alcune musiche per lenire l’insonnia del Conte Hermann Carl von Keyserlingk, tutore del giovane allievo: davvero impossibile immaginare come una musica dalla costruzione logica così strutturata e dominata dall’artificium intellettuale sia nelle microstrutture che nell’architettura generale possa placare l’attività mentale di chiunque! La stupefacente attenzione che Bach assegna all’architettura della musica, alla concatenazione dei suoni in strutture geometriche e simboliche variamente intrecciate rende protagonista di queste pagine una nuova formula di variazione, che lega il genio bachiano al proprio mondo e nello stesso tempo, paradossalmente, fa sì che lo trascenda. È questa una nuova articolazione del linguaggio musicale che rimane, sì, aderente al principio tecnico formale barocco delle proporzioni, della coerenza interna delle cellule melodiche, dell’equilibrio sonoro, della distribuzione razionale e simmetrica della scrittura musicale; ma modifica integralmente le cellule melodiche, si ispira a nuovi e diversi modelli stilistici trasformando la variazione in un nucleo autonomo e autosufficiente. Alla Variatio 16 è accostata la forma di Ouverture, mutuata dalla tradizione francese: essa scandisce la perfetta “metà” del ciclo delle Goldberg, si articola su 48 battute e apre una seconda sequenza perfettamente simmetrica alla prima. La Variatio 7 è “Al tempo di giga”, e altri schemi di danze sono riconoscibili altrove. Ma protagoniste del nuovo costruttivismo bachiano sono soprattutto le proprietà logico-matematiche del canone, pilastro assoluto del linguaggio “scientifico” del Bach delle Goldberg, delle Musikalisches Opfer e sublimato nella già citata Die Kunst der Fuge. Il primo canone all’unisono si presenta alla Variatio 3, ed è riproposto in tutte le variazioni corrispondenti ai multipli di 3, secondo una precisa scelta numerologica; ogni canone successivo si sviluppa su un intervallo cresciuto di un tono rispetto al precedente. La perfezione stilistica della fuga, massima espressione dell’uso del canone teorizzata già all’inizio del Seicento dagli studi di Fux sull’applicabilità del contrappunto palestriniano al sistema tonale, è centrale nella seconda parte della Variatio 16. La “cellula madre” (Aria), che si ripete per un totale di 32 sezioni, è sempre bipartita, è composta da 32 battute (solo talvolta diventano 16), è quasi sempre elaborata sulla tonalità di sol maggiore e si articola su un basso di otto note lunghe che discendono sui primi quattro gradi della scala. Questo semplice nucleo si scompone attraverso complessi e ponderati mutamenti ritmici e armonici attraverso tutta l’opera fino quasi a rendersi irriconoscibile nella Variatio 30, nella quale Bach innesta due melodie tratte dalla brillante e leggera letteratura musicale popolare tedesca: il contrasto della riproposta del puro tema iniziale a conclusione del ciclo diventa tanto più evidente e straniante dopo la “provocazione” della trentesima cellula.