MarIa Perrotta pianoforte - Associazione Filarmonica Rovereto
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MarIa Perrotta pianoforte - Associazione Filarmonica Rovereto
SALA FILARMONICA MARTEDì 3 FEBBRAIO 2015 - ORE 20.45 ___ MarIa Perrotta pianoforte Johann Sebastian BACH (1685-1750) Variazioni Goldberg BWV 988 Aria con 30 variazioni (Clavier-Übung, part IV) Aria Variatio 1 a 1 Clavier Variatio 2 a 1 Clavier Variatio 3 Canone all’Unisuono a 1 Clavier Variatio 4 a 1 Clavier Variatio 5 a 1 ô vero 2 Clavier Variatio 6 Canone alla Seconda a 1 Clavier Variatio 7 a 1 ô vero 2 Clavier Al tempo di Giga Variatio 8 a 2 Clavier Variatio 9 Canone alla Terza a 1 Clavier Variatio 10 Fughetta a 1 Clavier Variatio 11 a 2 Clavier Variatio 12 Canone alla Quarta a 1 Clavier Variatio 13 a 2 Clavier Variatio 14 a 2 Clavier Variatio 15 Canone alla Quinta: Andante a 1 Clavier Variatio 16 Ouverture a 1 Clavier Variatio 17 a 2 Clavier Variatio 18 Canone alla Sexta a 1 Clavier Variatio 19 a 1 Clavier Variatio 20 a 2 Clavier Variatio 21 Canone alla Settima a 1 Clavier Variatio 22 Alla breve a 1 Clavier Variatio 23 a 2 Clavier Variatio 24 Canone all’Ottava a 1 Clavier Variatio 25 Adagio a 2 Clavier Variatio 26 a 2 Clavier Variatio 27 Canone alla Nona a 2 Clavier Variatio 28 a 2 Clavier Variatio 29 a 1 ô vero 2 Clavire Variatio 30 Quodlibet a 1 Clavier Aria da Capo e Fine 50 ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO Maria Perrotta studia al Conservatorio di Cosenza, dov’è nata, con A. Barbarossa e si diploma con lode al Conservatorio di Milano con E. Ponti. Ottiene il Diploma Superiore di Musica da Camera all’École Normale de Musique di Parigi, si perfeziona a Imola con F. Scala e B. Petrushansky e in Germania con W. Blankenheim. Nel 2007 si diploma con lode presso l’Accademia di Santa Cecilia nella classe di S. Perticaroli. Arricchisce la sua formazione con C. Burato e F.-J. Thiollier. Vive a Parigi. Applaudita come interprete particolarmente comunicativa, Maria Perrotta si afferma in importanti concorsi fra cui il Rina Sala Gallo di Monza, il Premio Encore! Shura Cherkassky (2008) e il Concorso J. S. Bach di Saarbrücken (2004), premio quest’ultimo che la impone sulla successi di pubblico e di critica: «Maria Perrotta sa sfruttare le risorse del pianoforte moderno senza incorrere in inesattezze stilistiche. Il suono di vitrea trasparenza, la tessitura sempre percepibile, l’interessante articolazione della frase hanno reso la musica di Bach in modo ideale» (Saarbrücker Zeitung mondiale… Nelle Variazioni Goldberg ella è all`altezza di Glenn Gould, di Rosalyn Tureck.» (P. Isotta, Corriere della Sera). Registra per la Radio Tedesca, per la Rai e Sky. La sua incisione dal vivo delle Variazioni Goldberg di Bach ottiene il favore della critica specializzata: 5 Stelle delle riviste Amadeus e Musica, 5 Stelle e Disco del Mese della rivista Suonare News, Premio della Critica 2012 promosso dalla rivista Musica & Dischi. Nell’ottobre 2013 la Decca pubblica un cd con la sua registrazione dal vivo delle tre ultime Sonate di Beethoven che ottiene le “5 Stelle Amadeus” ed è scelto come miglior cd del mese dalla rivista Amadeus. Nel settembre 2014 esce la sua nuova incisione per Decca delle Variazioni Goldberg di Bach. Fra i suoi recenti impegni l’esecuzione del Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach, del Quarto Concerto per pianoforte e orchestra op. 58 di Beethoven con la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Antoni Wit e una tournée in Francia e Italia con un programma interamente dedicato a Chopin. STAGIONE DEI CONCERTI 2014-2015 51 note aL PrograMMa Le Variazioni goldberg sono una tra le opere più imponenti ed affascinanti non solo del repertorio bachiano ma anche dell’intera letteratura per tastiera dal Seicento ai nostri giorni. Sarà per la loro lunghezza (l’esecuzione con tutti i ritornelli, tralasciati per prassi esecutiva dal Novecento, durerebbe quasi 90 minuti), per la loro complessità in quanto summa degli stili e delle forme musicali del tempo o per il loro mistero con quella simbologia di numeri che si palesano e si nascondono lungo tutta l’opera: per questi ed altri motivi le Variazioni Goldberg sono uno tra i pezzi più famosi ed amati dal pubblico dell’ultimo secolo. tesse allietarlo nelle lunghe ore di veglia e lenire in qualche modo le sue sofferenze. Per la consegna di queste Variazioni, si legge ancora nella Pubblicate nel 1742 come Clavier Übung - ossia letteralmente “studio dello strumento a tastiera” - sotto il semplice titolo di “Aria con diverse variazioni”, la loro genesi è legata ad una circostanza raccontata da Johann Nikolaus Forkel Cosa ne fece Bach del tesoretto guadagnato dal momento che alla sua morte, occorsa solo otto anni dopo, nell’inventario dei suoi beni non datata 1802. Diversi musicologi, del passato come del presente, dubitano sulla veridicità di tali informazioni, raccontate comunque da un uomo, Forkel, che non solo era un importante studioso ed organista tedesco, considerato il fondatore della musicologia, ma anche un grande ammiratore di Bach e che si era direttamente Friedemann e Carl Philipp Emanuel. Veniamo, dunque, ai fatti narrati in questa bioCarl von Keyserlingk, ambasciatore di Russia, a commissionare l’opera a Johann Sebastian Bach, allora Musikdirector e Cantor della Thomasschule di Lipsia nonché Hofcompositeur della cappella di Dresda - nomina reale, quest’ultima, che Bach aveva ricevuto pochi anni prima proprio dalle stesse mani del conte. Keyserlingk era malato e soffriva d’insonnia. Chiese quindi a Bach di scrivergli qualche soave clavicembalista Johann Gottlieb Goldberg, po- 52 compenso di tutta la sua vita: una coppa d’oro colma di cento monete dell’epoca, i luigi d’oro. I dubbi sollevati dagli storici sulla veridicità di questa vicenda sono facilmente comprensibili: com’è possibile considerare la monumentale opera bachiana come una soave ninna nanna per le insonnie del conte? Com’è possibile che l’adolescente Gottlieb, seppur dotato di grande talento, potesse avere la capacità di eseguire i si trovò in una situazione economica critica? Perchè né sul manoscritto né sulla prima copia a stampa compare la dedica al committente, il conte Keyserlingk, oppure il titolo oggi indissolubilmente legato alle variazioni? Che si tratti di realtà o leggenda, vero è che in tutto il mondo questa Aria con diverse variazioni è conosciuta ormai con il nome di Goldberg, il suo primo esecutore, vero o presunto che sia. La forma scelta da Bach per questa composizione è quella del tema e variazione. Il tema in questo caso è rappresentato da un’Aria in sol maggiore dal carattere intimo e cristallino, composta dall’autore stesso in quegli anni e copiata nel secondo Clavierbüchlein dedicato alla moglie Anna Magdalena. Seguono 30 variazioni costruite non sulla linea melodica dell’Aria, come ci potremmo aspettare, bensì sulla linea del basso. A conclusione del ciclo di variazioni viene rieseguita l’Aria da capo. Si contano quindi in totale 32 brani (Aria + 30 variazioni + Aria), come 32 sono le battute dell’Aria. Questo è solo l’inizio di una rete di rimandi numerologici che costituiscono la struttura delle Variazio- ASSOCIAZIONE FILARMONICA DI ROVERETO ni Goldberg attraverso una simbologia mistica, con la cifra 2 (associata al Cristo, seconda persona della Trinità), la cifra 3 (la Trinità appunto), la cifra 4 (simbolo dell’umano, la Croce) e le loro complesse relazioni. Le variazioni sono raggruppate per gruppi di 3 (dunque 10 gruppi di 3 variazioni), di cui l’ultimo pezzo è sempre nella forma di Canone, per una scrittura che si allarga melodicamente elevandosi dall’intervallo di Prima (l’unisono) a quello di Nona. L’ultimo gruppo non termina con Canone alla Decima bensì con un Quodlibet che tratta due temi popolari in doppio canone. Solo 3 variazioni sono in tonalità minore. La prima di queste è l’emozionante qui senza soluzione di continuità, con una sosta contemplativa che riporta lo sguardo sull’umanità perduta senza Dio, con la retorica immediata del lamento attraverso il semitono discendente. Questa importante cesura è confermata dalla variazione successiva, la n. 16, che si presenta come un ouverture alla Rameau seguita da un fugato, con un impatto sonoro opposto. Se la leggenda legata a quest’opera assume, all’occhio dell’uomo moderno, le tinte di un romanzo di Thomas Mann – da quel titolo “Goldberg”, che da un lato richiama a una magica Montagna d’oro, dall’altro evoca le guance candide di quel poco più che bambino, Gottlieb, costretto a vegliare le lune malate di un vecchio aristocratico – in realtà le Variazioni furono nell’intenzione di Bach un glorioso monumento all’architettura divina. Poichè quella geometria perfetta, quella simbologia del numero, altro non è che l’imago mundi, la realizzazione del creato da parte di Dio e dunque la celebrazione del divino. Bach era un fervente luterano, per lui la Musica era un dono di Dio. Solo la sua immensa fede, sincera, unita alla sua sana umanità, reale, poteva mostrare in un unico capolavoro l’immagine di Dio e quella dell’uomo, legando l’ultima variazione al suo tema, ossia il Quodlibet all’Aria. La n. 30 richiama il gioco corale, che era in uso tra le mura domestiche, della variazione di due melodie popolari: un canto in compagnia con le gustose storie di amate lontane e di rape due canti popolari inseriti sono stati riconosciuti in “Ich bin so lange nicht bei dir gewest, ruck her, ruck her” - trad. “È da così tanto tempo che non sono con te, vieni qui, vieni qui” - e “Kraut und Rüben haben mich vertrieben” - trad. “Cavoli e rape mi hanno fatto andar via”). Scritte per lo strumento a tastiera del tempo, ossia il clavicembalo, nelle Variazioni Goldberg ben undici pezzi erano da eseguirsi con due manuali. La realizzazione sullo strumento moderno, il pianoforte, deve quindi affrontare la difa disposizione un’unica tastiera, e sicuramente proprie immaginate da Bach: impresa riuscita per tutti i pianisti di oggi e domani. STAGIONE DEI CONCERTI 2014-2015 Monique Ciola 53