Bottini_Gotico_Piacenza_Mall
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sito diretto da fabrizio bottini -1/4 - http://mall.lampnet.org Fabrizio Bottini Gotico in scatola a Piacenza Il punto in cui la tangenziale diretta oltre la ferrovia verso la Caorsana scavalca la via Emilia Parmense, ancora a fine anni Settanta sembrava quasi aperta campagna. Finita già più o meno all’altezza della vecchia Fiera e del cavalcavia per il cimitero la città compatta, qui si cominciava di nuovo a respirare un po’ di odore di terra. Adesso la città è arrivata in blocco sin qui, ma viene più che mai da chiedersi: che razza di città è? Scatoloni, scatoloni, ancora scatoloni. E passi (?) quando si tratta delle incrostazioni accumulate dal tempo sul ciglio stradale, una dopo l’altra più o meno a caso, con la solita logica del poi si vedrà, per adesso lasciateci lavorare. Piuttosto sconcertante invece è vedere come la “civiltà” scarichi in periferia tutti i suoi scarti mentali, imbellettandoli al massimo con qualche lucetta colorata, in grado al massimo di confondere qualche gonzo al buio. La lucetta colorata in questo caso recita “Gotico”. Sottotitolo “Centro Commerciale”. sito diretto da fabrizio bottini -1/4 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -2/4 - http://mall.lampnet.org Il quotidiano leghista La Padania ha riportato con evidenza nelle sue cronache la protesta dei commercianti tradizionali davanti a quella che viene presentata come invasione di complessi di grandi dimensioni, che farebbero una concorrenza sleale ai piccoli esercizi di quartiere. Naturalmente il giornale, vista la sua collocazione politica, spingeva molto a evidenziare come in questo caso si trattasse della grande distribuzione cooperativa “rossa”, quindi a loro dire favorita dalla giunta in carica di centrosinistra. È sicuro che, storicamente, l’insediarsi delle vaste superfici e delle grandi organizzazioni rappresenta comunque un colpo per la rete esistente del commercio, a gestione familiare o comunque di tipo diverso da quello delle catene nazionali e dei loro formati. È anche sicuro, però, che forse la pubblica amministrazione dovrebbe/potrebbe fare qualcosa di più per il proprio territorio e la sua qualità complessiva, visto che il mitico “mercato” pare non pensarci affatto, salvo riempirsi le tasche e tentare di abbindolare i succitati gonzi con descrizioni tipo “accogliente cittadella non solo per gli acquisti ma anche per il relax”, che svolge addirittura la funzione di “vero e proprio avamposto della città storica”. L’accogliente cittadella che farebbe da avamposto alla città storica, consiste di due scatole appoggiate su una crosta di asfalto, il tutto a girare le spalle al resto dell’universo. Questo è quanto: altro che balle! Non che la cosa sia una novità, certo: il centro commerciale all’italiana (e non solo all’italiana) pare una maledizione divina, identica ovunque decide sito diretto da fabrizio bottini -2/4 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -3/4 - http://mall.lampnet.org di atterrare con la sua dovizia di materiali promozionali e poca sostanza, salvo appunto le tonnellate di cemento, asfalto, più qualche neon e stentata aiuola a far da ciliegina. E nessuno pretende certo, almeno in tempi umani, che al tempo stesso mercato e normative urbanistiche si adeguino a una filosofia mixed-use (e a un apparente comune buon senso) che vorrebbe recuperare almeno dal punto di vista spaziale la complessità degli ambienti davvero “urbani” di cui in questo caso si dichiara di essere avamposto. La logica degli spazi omogenei e dedicati a un uso specializzato a quanto pare è dura a morire. Un’altra logica vorrebbe, però, che anche nella cornice delle sole funzioni commerciali e dei servizi complementari si facesse qualche passo verso una maggiore complessità: di relazioni con l’intorno, di composizione interno/esterno, di gerarchie dei sistemi di mobilità. E invece. Invece la cittadella avamposto eccetera è un clone più o meno identico a quello spuntato ad esempio solo qualche mese fa poco distante, a Cremona, e chissà a quanti altri. Un ipermercato, un corridoio a due ingressi su cui si affacciano le casse dell’ipermercato e gli esercizi più piccoli, e la no-man’s-land del mare di parcheggi, dove si naviga perigliosamente guidando un carrello stracarico gomito a gomito con l’ultimo modello di SUV rostrato, o viceversa. Ci sono naturalmente delle varianti possibili, ma il Gotico sembra aver sposato il modello basic nella sua forma più rustica e primigenia. Al punto che risulta quasi attraente, se confrontata al resto, anche la pensilina che fa da trait d’union fra la scatola più grande e quella annessa del centro fai- sito diretto da fabrizio bottini -3/4 - http://mall.lampnet.org sito diretto da fabrizio bottini -4/4 - http://mall.lampnet.org da-te, che chiude a angolo retto un lato dei lunari parcheggi. Parcheggi che realizzano, come in tanti altri casi, il vero sogno dell’esercizio commerciale del XX secolo: fare in modo che l’automobilista non veda altra spiaggia di salvezza diversa da quella dell’ingresso al mall. Anche l’affaccio sulla via Emilia, sottolinea questa scelta decisamente enclosed: un basso terrapieno piantumato, parallelo alla corsia di accelerazione per chi esce dal parcheggio più piccolo (e che curiosamente sembra più apprezzato dalla clientela, anche se sta di fianco alla zona servizi, rifiuti ecc.). In definitiva, dunque, pare che si sia riusciti in un colpo solo a scontentare sia il popolo padano Doc e il settore del commercio che rappresenta, sia il resto del popolo padano e dell’umanità. Anche i pochi curiosi che passano lì davanti la domenica pomeriggio, a vedere la grande novità del posto, sembrano piuttosto delusi da quel monolite chiuso, e con apertura rigorosamente a pagamento. Che sia anche questo tipo di organizzazione, un “avamposto” del tipo di centro storico blindato e sicuro che ci attende nei prossimi anni? sito diretto da fabrizio bottini -4/4 - http://mall.lampnet.org