Piano Verde: progetto degli abitanti di Christiania, dicembre 1991

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Piano Verde: progetto degli abitanti di Christiania, dicembre 1991
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Il Piano Verde di
Christiania
Progetto degli abitanti
Dicembre 1991
Titolo originale: Christiania’s Green Plan, Project Designed by the Inhabitants of
Christiania – Scelto e tradotto per eddyburg_Mall da Fabrizio Bottini (agosto 2006) – In
appendice un articolo su Cristiania di Stephen Marshall
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Cari Amici!
Il Piano Verde di Christiania è pronto!
Una breve introduzione:
Prima un po’ di storia:
Il “blocco dei residenti” è stato introdotto nel 1987 fra le poche regole di
Christiania. Prima di tutto e principalmente, consideravamo ragionevole
preservare e mostrare rispetto per quanto rimane delle rive storiche di
Copenaghen, e per il tipo di paesaggio culturale e naturalistico che
rappresentano. La zona era, secondo il parere di molti, già sovraffollata, e
le pressioni da parte di chi voleva stabilirsi qui e costruire, insieme a
quelle governative, portarono al “blocco dei residenti” poi abolito. Inoltre,
dopo l’87, venti edifici sono stati eliminati o distrutti.
Con la legge di Christiania, la Direttiva Nazionale Urbanistica, e la
presentazione del piano regolatore locale, si definì una nuova situazione.
Era convinzione diffusa qui a Christiania che la distanza fra teoria e realtà
fosse troppo grande nel piano presentato, e decidemmo di proporre un
piano nostro, immagine più realistica di come fosse possibile conseguire i
nostri scopi, ed assicurare che Christiania rimanesse un’area aperta per le
attività del tempo libero.
Fu preparata la bozza “Il Nostro Piano” che servì da punto di partenza per
questo “Piano Verde di Cristiania”.
Il vantaggio rispetto al piano di quartiere del governo, è che si può
realizzarlo senza l’uso della forza.
Cari saluti,
Christiania
Redazione: Karit, Thorleif, Jørgen, Claus and Benny
Coordinamento: Finn
Disegni: Rami, Rene J. and Fupz
Impaginazione: Anna
Copyright: Cristiania
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I. GLI OBIETTIVI DEL PIANO VERDE
Nel Piano Verde, vogliamo descrivere e spiegare la prospettiva, i principi, i
nostri orientamenti per l’organizzazione spaziale di Christiania.
Sulla base del principio di auto-amministrazione, vogliamo prenderci cura
dello sviluppo locale in quanto zona aperta, creativa, costruttiva, in
equilibrio ecologico.
Il Piano Verde è una proposta che riguarda:
Come possiamo nel corso degli anni, rendere Christiania anche più
ecologicamente valida.
Come le zone delle sponde e del lago possano, con un delicato
spostamento di abitazioni, offrire un buon equilibrio estetico.
In quali modi Christiania può fungere da area creativa ecologica, a
vantaggio sia del residenti che degli amici.
Il piano si basa sui primi giorni di Christiania, sul gruppo ecologico, sulle
iniziative nelle varie aree tematiche: nate da molti anni di interesse e
amorosa cura per le zone verdi di Cristiania, e per la terra in generale,
sulla quale tutti abitiamo.
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Gli obiettivi generali di Christiania
Costruire una società autogovernata, dove ogni individuo possa
liberamente sviluppare sé stesso e una responsabilità comune.
Che questa società rimanga economicamente autosufficiente, e il suo
antagonismo comune sia di mostrare all’esterno come l’inquinamento
materiale e mentale possa essere evitato.
13/11 – 1971
II. OBIETTIVI E PROSPETTIVE
a. il punto di partenza
Il nostro punto di partenza sono le sponde storiche e il paesaggio
culturale, l’insieme di natura e edifici che si è formato attraverso 300 anni
come insediamento militare, e negli ultimi 23 con le cure di Christiania.
Sin da quando gli edifici e l’area sono stati occupati – e aperti al pubblico
– nel 1971, l’obiettivo originale di Cristiania è stato oggetto di innumerevoli
discussioni e possibili prospettive.
Uno degli elementi costanti e fondativi, la democrazia locale e l’autoamministrazione.
b. Auto-amministrazione
Gli obiettivi principali di uno sviluppo nella libertà possono essere articolati
in tre principi fondamentali, che hanno determinato il modo in cui vogliamo
gestirci:
1. Principio di auto-amministrazione e responsabilità
2. Principio di solidarietà
3. Principio di equilibrio naturale
Il principio di auto-amministrazione e responsabilità (per l’individuo, l’area,
Christiania), insieme al principio di solidarietà (estendere il nostro
interesse verso gli altri) può essere considerato come la condizione base
del libero sviluppo individuale nella comunità, in equilibrio con la natura.
Con questi principi a fare da orientamento, i problemi possono essere
risolti con regole comuni ridotte al minimo. Cerchiamo di raggiungere un
accordo attraverso la discussione, anziché l’azione individuale.
Questo tipo di democrazia rende superflua la maggior parte dei controlli.
c. La città del futuro
- La società urbana futura da un punto di vista ecologico
La gente si precipita dalla campagna verso la città, perde le proprie radici,
si trova confinata in un alloggio, con un uccellino in gabbia, il quadro di
una mucca appeso al muro, una pianta in vaso sul davanzale.
Sul lungo periodo, questo non funziona!
Per migliaia di anni, le società umane hanno vissuto nel mondo delle
piante e degli animali. Dobbiamo ricostruire un intreccio fra il nostro
operare e quello della natura libera.
Ai bambini piace abitare e accedere alla natura. I grandi apprezzano
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abitare e accedere a natura e cultura. Natura e cultura formano la città del
futuro.
Un giardino pubblico non è un ambiente vegetale e uno Zoo non è un
mondo animale. Noi vogliamo i pesci nei laghi! E gli animali che brucano
nei parchi! Le persone nella natura! E senza tutto questo pensiero
economico di breve prospettiva.
Natura, cultura, spirito.
- L’architettura, l’ecologia, gli spazi verdi di Christiania
Non possiamo accettare la “linea di demarcazione” del piano urbanistico
governativo, che spacca Christiania in due: una città densamente abitata
e un parco vuoto. Vogliamo la città in campagna, e la campagna in città,
non mescolate in un unico pastone, ma come zone diversificate: spaziose,
amabili, piene di sorprese gradevoli.
Ecco perché, in ciascuna zona, dobbiamo rivalutare gli edifici, e
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considerare le nostre abitazioni attraverso gli occhi della comunità:
Sono collocate indebitamente in un’area delicata e tranquilla?
Sono state costruite nonostante le proteste?
Provocano buio, freddo, umido?
Vorreste trasferirvi, se ci fosse un altro posto?
La mia casa sarà demolita quando mi sposterò?
In alcune zone, la natura deve avere libero corso (boschi lasciati a sé
stessi); in alter deve essere coltivata dalla gente (gruppi di abitazioni).
Dobbiamo avere erba sulle sponde per i piccoli animali.
E la striscia della Refshalevej deve essere a verde, tagliata da percorsi
pedonali e strette line spartifuoco, con aree parcheggio ad entrambe le
estremità.
Vogliamo un piccolo porto per le case galleggianti a Holmen; e spazi per
le canoe e i kayak con posti per accendere fuochi; strutture per mostre
d’arte e laboratori.
Ossigeneremo l’acqua con celle solari e fontane azionate da mulini a
vento, e cascatelle. Faremo meglio e più efficientemente nell’uso dei
nostri rifiuti. Ripuliremo da soli gli scarichi idrici trasformando Dyssen in
un’isola.
Vogliamo case a basso consumo energetico, e collettori di energia
termica e solare sulle sponde.
[…]
d. Eco-valutazione
- Iniziative di miglioramento ambientale a Christiania esposte in forma di
modello.
In questa sezione, valutiamo le iniziative di miglioramento ambientale
attuali, per rendere più evidente una prospettiva che molti non riescono a
cogliere.
Così il quadro può essere paragonato ad altre iniziative ufficiali in corso
oltre i nostri confini, ad esempio nelle municipalità Verdi con interessi
ambientali.
Il modello si basa su tre articolazioni:
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I. Gestione di tutti i rifiuti
II. Tecnologie e prodotti più puliti
III. Una diversa consapevolezza nello stile di vita
I. Gestione di tutti i rifiuti
a. Raccolta della spazzatura e depurazione degli scarichi
L’unica possibilità valida è una gestione locale e diretta della massima
quantità di spazzatura possibile.
A Christiania la separazione dei rifiuti è decentrata, ovvero ogni nucleo
familiare divide i propri scarti e li consegna a tre centri raccolta:
piattaforma rottami, impianto per il compost, e Machinehall: per vetro e
scarti di cucina. Ricicliamo circa il 50% dei rifiuti.
Nel breve periodo, incrementeremo la produzione di compost, con
vantaggi collaterali in termini di posti di lavoro locali, e attivazione di nuovi
impianti di trattamento.
Nel lungo periodo, vogliamo arrivare a riciclare l’80% degli scarti familiari.
É quasi terminato il sistema fognario centrale di Christiania. Nelle zone
esterne gli scarti galleggianti sono smistati fra:
1. Escrementi, da avviare alla decomposizione
2. Acque grigie, reimmesse in circolo in aree naturali.
Nel breve periodo, sarà completato il sistema fognario e l’allacciamento
alla rete.
Nel lungo periodo, depureremo e gestiremo localmente le acque di
scarico.
b. Contenere lo spreco del deflusso
Acque:
Le iniziative attuali:
Gabinetti con scarico a terra, abitazioni a basso consumo d’acqua,
apparecchiature di risparmio idrico negli impianti bagno comuni, controllo
dei traboccamenti.
Nel breve periodo, installeremo strumenti di misurazione idrica,
opereremo sul risparmio idrico, e sulla manutenzione delle reti.
Nel lungo periodo, si riutilizzeranno le acque piovane.
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Elettricità:
Le iniziative attuali:
Informazione, lampadine a basso consumo, impianti a basso voltaggio,
turbine a vento domestiche e celle solari.
Nel breve periodo, saranno installati impianti di misurazione nei laboratori,
negozi, aree comuni ecc.
Inoltre informazione, dimostrazioni, ricerche di mercato, analisi, sviluppo,
ricerca per metodi di risparmio energetico.
Nel lungo periodo, vogliamo sviluppare sistemi di energie rinnovabili, e
rivolgerci a sistemi a basso voltaggio.
II. Tecnologie e prodotti più puliti
a. Cambiamenti di entità minore
Prodotti ecologici, meno sostanze velenose, salute preventiva, interventi,
mercato edilizio con materiali riciclati e prodotti ecologici, consulenza
edilizia ed energetica.
b. Cambiamenti essenziali
Il riscaldamento a Christiania è decentrato e quindi i consumi sono
verificabili; non c’è riscaldamento elettrico; il calore è ottenuto in parte da
legname di secondo uso; si sperimentano nuove tecniche per la cottura;
l’acqua per lavarsi è al 50% a riscaldamento solare; sperimentano
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installazioni con acqua recuperata. Anche se il lago ha un flusso di
corrente dall’acqua del porto, sarà comunque necessario aggiungere
vitalità a queste acque “mezze morte”, realizzando una serie di cascate
artificiali sulle sponde.
c. Cambiamenti
Una città senza auto: solo trasporto merci.
Poche macchine: molto lavoro.
III. Una diversa consapevolezza nello stile di vita
a. Cambiamento nei bisogni
L’essere in grado di decidere da soli, insieme alla responsabilità collettiva,
dà una comprensione condivisa, e la possibilità di modificare
consapevolezza e bisogni. Si tratta di uno degli elementi più importanti,
perché l’ecologia indica la comprensione del rapporto fra le persone e la
natura.
b. Cambiamento negli stili di vita: la struttura sociale
In una democrazia rappresentativa, è difficile modificare il proprio modo di
vivere, per ché le decisioni sono prese in modo centrale. Non ci si può
adeguare localmente.
Contro questo si colloca la storica autonomia di Cristiania per il diritto a
decidere sulla propria area. Qui sta l’elemento più importante
dell’orientamento di tutte le iniziative ambientali: decisione autonoma e
attuazione diretta attraverso una struttura decisionale decentrata e
graduale.
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Il risultato di questo approccio è visibile tra l’altro nella creazione di 3-400
posti di lavoro, nella realizzazione di progetti economici locali comunitari,
e nell’attuazione del Piano Verde.
IV. I CONTRIBUTI DELLA COMUNITÀ
a. Amministrazione delle aree Verdi di Christiania
Una breve storia.
Sin dall’inizio le aree Verdi di Christiania sono state gestite come un
complesso unico.
Qualche volta, gli interessati hanno preso l’iniziativa di realizzare spazi da
gioco e simili. Altre volte, zone diverse sono state organizzate per attività
di lavoro.
Alcuni hanno tagliato alberi per lasciar entrare luce nelle abitazioni.
In alcune zone è stato semplicemente utilizzato un “addetto” per tagliare
l’erba, potare gli alberi ecc. Altri semplicemente si improvvisano addetti,
con maggiore o minore soddisfazione del prossimo.
Primavera e autunno sono normalmente stagioni di lavoro comune per la
pulitura e manutenzione, e nel tempo a partire dal 1980 è stato composto
un gruppo di giardinaggio, che con piccole somme a disposizione ha
realizzato vari progetti.
Le cose sono andate avanti senza troppi contrasti, ma ci sono due dispute
ancora non risolte.
Il conflitto riguarda la “privatizzazione” delle aree comuni.
La prima è l’accorpamento degli abitanti della zona Psyaks del prato
davanti alla Grey Hall per farne degli orti. L’altra riguarda 7-8 case sul lago
e le sponde che in modo irresponsabile rovinano l’equilibrio estetico di
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quella che altrimenti sarebbe una zona bellissima e tranquilla.
Esempi dalla vita quotidiana:
Alcuni abitanti notano l’usura delle sponde per il passaggio costante di
turisti e sportivi. Si rivolgono al gruppo giardinaggio, che interviene e
realizza una scalinata naturale.
Uno dei giardinieri passeggia sulla riva del lago e scopre cinque piante di
olmo malate. Il gruppo verifica con la zona dove sono stati individuati gli
alberi, e ottiene il permesso di rimuoverli.
Una delle zone vorrebbe avere ridotto un accesso dalle rive e più erba. Un
paio di giardinieri danno consulenza agli abitanti, che realizzano
materialmente il lavoro durante uno “action day”.
Un modello non ancora sperimentato:
In una zona si è convenuto di rinnovare le scalinate, piantare fiori, tratti
erbosi, realizzare cascatelle ecc. L’ufficio edilizia e il gruppo di
giardinaggio collaborano alla formazione del progetto, e sostengono
attraverso consulenza, attrezzi e macchinari, oltre a terminare le opere se
gli abitanti non lo fanno entro due fine settimana.
Il futuro
Come sarà possibile mantenere e modificare le zone verdi in futuro?
Possiamo solo continuare come abbiamo fatto negli ultimi dieci anni,
nell’interazione fra bisogni materiali e biologici, quelli dei residenti e del
gruppo giardinieri.
Istituiremo una Unione degli Amici delle Aree Verdi di Christiania,
comprendendo chi le ama. E discuteremo col gruppo del lago, quello
ecologico, Machinehall, quello del giardinaggio, i rappresentanti delle
zone, l’ufficio edilizia e altri.
Economia
Tutto si paga coi fondi comuni di Christiania, risparmi dai residenti delle
zone, ed infine da vari altri fondi.
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b. Amministrazione di edifici e spazi
Obiettivi
Costruire una rete autogestita di gruppi che si prendono cura di edifici e
spazi a Christiania.
Organizzazione
Il gruppo di incontro dei costruttori è un’organizzazione ombrello per una
rete di gruppi auto-organizzati come quello per l’elettricità, l’acqua, le
fogne, il giardinaggio, edilizia e manutenzione, smaltimento rifiuti,
ecologia, consulenza per le costruzioni, e il gruppo “trova soldi”.
Il gruppo di incontro dei costruttori si riunisce una volta al mese e
comprende rappresentanti delle dieci zone di Cristiania, insieme a quelli
dei vari gruppi tematici.
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Il futuro
Come si gestiranno gli edifici in futuro?
Continuiamo come abbiamo fatto in tutti questi anni, attraverso
l’interazione fra residenti, le aree tematiche, l’ufficio edilizia.
Esempi:
Un abitante vuole costruire una torretta sul tetto. Contatta l’ufficio edilizia o
uno degli artigiani specializzati, per avere indicazioni su come procedere.
C’è bisogno di un nuovo tetto. Viene contattato l’ufficio edilizia e si
propongono progetto e costi. Il progetto è eseguito dagli artigiani
specializzati insieme al residente, o autonomamente dall’abitante.
Una zona necessita di una verifica per le necessarie manutenzioni
periodiche.
Si contatta l’ufficio edilizia e tecnici e artigiani esaminano gli edifici. Si
predispongono elenchi di priorità e costi relativi.
Economia
I costi sono coperti da fondi comuni, da quelli per l’edilizia, dai risparmi
dell’area, infine da altri fondi.
[…]
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Stephen Marshall, Christiania: posto
affascinante, ma lo vorreste davanti a
casa?The Planning Factory, n.10, estate 1999 Numero speciale –
“Utopia Unplanned” (Titolo originale: Christiania: a fascinating place, but would you
want one on your doorstep? Scelto e tradotto per eddyburg_Mall da Fabrizio Bottini)
“Benvenuti a Christiania” dice il cartello all’ingresso della comune; nella
direzione opposta, il messaggio d’addio è “Benvenuti nell’UE”. Questo è
Christiana, geograficamente all’interno della città di Copenaghen, ma che
si è dichiarata indipendente dallo stato danese. É un intero settore della
città interna dove vive tipo di emarginati vive secondo un proprio stile
alternativo, in una specie di casa occupata a scala urbana.
Conosciuta anche come Città Libera, Christiania è sopravvissuta come
comunità autogovernata sin dai primi anni Settanta, quando l’ex terreno e
baracche militari abbandonati furono occupati dai senza casa e da tutta
una serie di emarginati e alternativi. Il suo già dubbio stato legale è
peggiorato con la reputazione di rifugio per tossicodipendenti; anche se le
droghe pesanti sono bandite all’interno, quelle leggere sono
esplicitamente disponibili sulla “Pusherstreet”. Inevitabilmente, sono sorti
molti problemi con la polizia e la politica nel corso degli anni; la lotta per
l’esistenza della Città Libera è stata talvolta violenta, anche se da allora
c’è stato qualche tipo di accordi con le autorità, e ora si presenta come un
pacifico esperimento sociale, luogo affascinante per il visitatore. In realtà,
con mezzo milione di visitatori l’anno, è riconosciuta come la terza
principale attrazione turistica della Danimarca.
Se Christiania non fosse una vera e viva città, potrebbe apparire
superficialmente come un parco a tema alternativo, una Tivoli arruffata,
con nomi evocativi alle varie énclaves come Nemoland, Foresta del
Futuro o Pianeta Canapa. Il posto è pieno di persone colorate, curiose
biciclette e bambini e cani che corrono in giro; nessuna macchina e
nessuna “divisa” da queste parti. Di fatto, è in un certo senso una eco-città
autosufficiente, completa di sala riunioni, bagni, fabbriche comunitarie,
fabbri, laboratorio tipografico, bar e caffè. Ha una propria stazione
radiofonica e servizio postale interno, e ospita numerosi eventi culturali,
politici, “happenings”.
C’è anche un tocco di essenzialità e squallore da un’epoca passata, con
ogni genere di cosa prodotta con poco, tutto trasportato su carrelli a
pedali, i rifiuti gestiti con attenzione sul posto.
Qualunque sia la vita o la condizione di lavoro per gli abitanti, si tratta
certamente di una gioia per i visitatori. É affascinante camminare attorno
attraverso i folli paesaggi urbani della case autocostruite, idiosincratiche
capanne e baracche, alcune in posizioni idilliache affacciate su angoli
boscosi. Uno qualunque di questi rividi gioielli potrebbe spuntare una
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buona somma sul libero mercato, se mai il capitalismo arrivasse in città:
nonostante possano mancare di autorizzazione edilizia.
Presa complessivamente, Christiania appare come una realizzazione
funzionante di un certo tipo di stile di vita alternativo portato alla
conclusione logica: una vera città di tipi tosti, che i bohémien da fine
settimana potrebbero solo sognare. Forse è anche un tipo di terra
fantastica, con un curioso ribaltamento sociale, dove il vagabondo
residente letteralmente fa parte dell’establishment, ed è sempre sicuro di
essere servito al bar; qui, è il turista occasionale ad essere l’estraneo
timoroso. Se non apparisse uno spazio troppo fragile, e troppo poco
elegante da sondare, sarebbe di certo una miniera d’oro di casi studio per
lo scienziato sociale.
Naturalmente, ci sono alcunui paradossi. Per una comunità sedicente
informale, i vistosi segnali col divieto di scattare fotografie che accolgono il
visitatore attorno a Pusherstreet possono sembrare un po’ incongrui a
prima vista. La Città Libera dopotutto ha qualche regola, e un proprio
sistema di controllare l’immigrazione e garantire il diritto di residenza: non
ci si può semplicemente presentare con lo zaino aspettandosi all’istante
un diritto allo spazio.
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E per tutti gli sforzi verso l’autosufficienza, la comune non lo è per quanto
riguarda l’energia, ma viene rifornita di elettricità dalla rete statale. Vista in
senso lato in realtà, l’esistenza della Città Libera dipende dalla tolleranza
dello stato danese proprietario del terreno, e che potrebbe
presumibilmente mettere fine all’ “esperimento” se davvero volesse.
Christiania trasuda anche la logica impossibilità di una “società” che si
basi sulla pura “anarchia”. Qualunque società ha bisogno di qualche serie
di regole per essere gestita, e per una comune assediata cercare di
sopravvivere al di fuori del “sistema” la necessità di adottare un sistema
proprio appare essenziale. Paradossalmente, perché questa società
possa sopravvivere come paradiso degli anarchici, i suoi membri devono
diventare esperti di questioni legali e amministrative, sviluppando
un’eccellenza in (auto) governo e problemi dello Stato.
La Città Libera ha anche sviluppato un interesse in questioni urbanistiche,
scontrandosi con gli uffici pubblici competenti su come dovesse costruirsi
il proprio spazio. I tecnici del Ministero dell’Ambiente volevano dividere il
territorio fra una zona più “urbana” delle ex baracche militari e una più
“rurale” di spazi verdi attorno ai laghi e specchi interni. Ad ogni modo, i
residenti di Christiania si sono opposti alla trasformazione di metà dello
spazio in “parco vuoto”, preferendo considerare il territorio un sistema
unico. Nel loro Piano Verde esprimono una propria retorica: “Vogliamo la
città in campagna, e la campagna in città, non mescolate in un unico
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pastone, ma come zone diversificate: spaziose, amabili, piene di sorprese
gradevoli”.
Al momento, Christiania sembra unire caratteri di una rudimentale società
passata a un adattamento al presente, in una parziale realizzazione di
comunità sostenibile autogovernata. Potrebbe quindi rappresentare un
modello per qualche tipo di futuro utopico?
A livello pratico, finché la sua “indipendenza” unilaterale non è
riconosciuta dallo stato, il futuro rimane precario: esiste sempre la
minaccia che la “Città Libera” possa essere spazzata via dalle ruspe, o
“progettata” a non esistere più come la conosciamo. Ciò premesso, essa
è riuscita a sopravvivere contro ogni probabilità per quasi trent’anni. Ma
ancora, nonostante la longevità, resta un’eccezione, il suo potenziale
come modello futuro irrealizzato. Finché ogni grande città non avrà la sua
“Città Libera”, si potrebbe sostenere, Chrisitania può essere liquidata
come poco più di una curiosità.
Del resto, per propria natura una “Città Libera” non si presta ad essere
modello nel senso convenzionale, di un progetto tipo da poter
semplicemente trapiantare o imporre in un’altra situazione. Una società
fragile e organica deve emergere da un particolare spazio e tempo, per
essere autentica e di conseguenza resiliente. La ventura “Città Libera” si
cristallizzerà là dove si troveranno insieme le persone giuste, lo spazio
giusto, l’occasione giusta. Potrebbe essere qualcosa dall’aspetto molto
diverso da Christiania, ma a modo suo sorprendente e auto-inverante.
Nota: le immagini in bianco e nero sono quelle del Green Plan di Cristiania; altre
informazioni al sito www.christiania.org (f.b.)
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