SCHERZO del destino in agguato dietro l`angolo, come

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SCHERZO del destino in agguato dietro l`angolo, come
SCHERZO
del destino in agguato dietro l’angolo, come un brigante di strada
di Lina Wertmüller
Prima proiezione
29 settembre 1983
Onorevole De Andreis
Moglie di De Anfreis
Capitano della Digos
Segretario del Ministro degli Interni
Il terrorista Gigi Pedrinelli
Ministro degli Interni
Moglie del Ministro degli Interni
Suocera dell’Onorevole De Andreis
Cognata dell’Onorevole De Andreis
Primo carabiniere
Secondo carabiniere
Figlia dell’Onorevole De Andreis
Ugo Tognazzi
Piera Degli Esposti
Renzo Montagnani
Roberto Herlitzka
Enzo Jannacci
Gastone Moschin
Antonella D’Agostino
Pina Cei
Livia Cerini
Sergio Solli
Massimo Wertmüller
Valeria Golino
Soggetto Lina Wertmüller
Silvia D’Amico Bendicò
Sceneggiatura Lina Wertmüller
Age
Fotografia Camillo Bazzoni
Scenografia e costumi Enrico Job
Montaggio Franco Fraticelli
Musiche Paolo Conte
Regia Lina Wertmüller
Produzione Radiovideoservice
Distribuzione Gaumont
Arredamento
di scena: maschera
280
Casualmente un’automobile supercorazzata e tecnicamente sofisticata, modello “Prometeo”, si arresta in panne davanti alla casa dell’Onorevole De Andreis.
Dentro ci sono il Ministro degli Interni e l’autista, il quale quando tenta di
scendere, scopre bloccato il congegno per aprire sportelli e finestrini. Dopo
averla spinta nel garage della villa, dell’Onorevole De Andreis, il capitano della
Digos e il meccanico “Diotaiuti” tentano invano di aprire la diabolica macchina. E tuttavia, con discrezione, bisogna riuscire a liberare l’importante
uomo politico da quell’inaspettata prigionia. Altri personaggi della casa complicano la vicenda. La moglie femminista dell’onorevole, innamorata di un
capo terrorista, la figlia quindicenne invaghita di un giovane carabiniere, la
suocera che per reazione fuma uno spinello. Intanto un nuovo meccanico,
mandato dall’Avvocato Agnelli,“Sperindio”, non risolve niente, mentre il terrorista Pedrinelli, evaso dal carcere, sta per fuggire con la moglie dell’onorevole. Ma d’un tratto, inspiegabilmente, la diabolica macchina risucchia al proprio interno tutte le persone presenti nella villa (n. d. r.).
“Lo scenografo Enrico Job ha fatto le cose perbenino, costruendo un set azzeccatissimo, con questa casa straripante di oggetti, belli e brutti, dal quadro inquietante
al giocattolo kitsch” (Valerio Caprara, “Scherzo” amaro, Il Mattino, 1 ottobre 1983).
“Il film è girato benissimo, aiutato dalle intelligenti e gustose scenografie di
Enrico Job che sullo sfondo della Roma monumentale contrappongono
memorie fastose alle piccinerie del presente” (Giovanni Grazzini, La Wertmüller
“scherza” sul palazzo, Corriere della Sera, 1 ottobre 1983).
“Arredamenti e scene di Enrico Job, in cui l’immagine anche psicologica di
un certo mondo e di certe classi vien suggerita furbescamente dal Liberty o
dal gusto fine secolo, messi a contrasto dei sotterranei, dove il ‘prode’ terrorista è corso a rifugiarsi, tra emblemi e statue di una romanità impolverata, data
come sfondo di cartapesta agli pseudo tribuni di oggi” (Gian Luigi Rondi,
Scherzo del destino, Il Tempo, 1 ottobre 1983).
A super-bulletproof, technically sophisticated car, model-“Prometheus”, happens to
break down in front of the house of the Right Honourable De Andreis. Inside are the
Home Secretary and his chauffeur who, when he tries to get out, discovers that the
device for opening the doors and windows has jammed. The police chief and the
mechanic “Diotaiuti” [lit., “Godhelpyou”] push the car into the garage of the Right
Honourable De Andreis and attempt in vain to open the diabolical contraption. But
the important politician must be released discreetly from his unexpected imprisonment.
The affair is complicated by the other members of the household: the MP’s feminist
wife, who is in love with a terrorist leader, his fifteen-year-old daughter, who has a crush
on a young policeman, and his mother-in-law, who reacts by smoking a joint.
Meanwhile another mechanic “Sperindio” [lit.,“Hopetogod”], sent by Agnelli himself,
fails to resolve matters.And meanwhile, Pedrinelli, the terrorist, has escaped from prison
and is about to escape with the MP’s wife. But all the persons present in the villa are
suddenly and inexplicably sucked right into the diabolical contraption” (ed).
“Art director Enrico Job has done a good job, building a set which hits the nail right
on the head, with this house, stuffed with the beautiful and horrendous, eg the
disturbing picture and the kitsch toy” (Valerio Caprara, “Scherzo” amaro, Il
Mattino, 1 October 1983).
“The film is well made, helped by Enrico Job’s intelligent and tasteful set design
which, against a backdrop of the monuments of Rome, contrasts memories of a
magnificent past with the pettiness of the present” (Giovanni Grazzini, La
Wertmüller “scherza” sul palazzo, Corriere della Sera, 1 October 1983).
“Fittings and scenery by Enrico Job, in which even the psychological element of the
image of a certain world and a certain class is cunningly suggested by the Art
Nouveau or Fin de Siècle taste, contrasting with the underground world in which the
‘good’ terrorist has taken refuge, amongst emblems and statues of a dusty Roman air,
the papier maché backdrop to today’s pseudo-courtrooms” (Gian Luigi Rondi,
Scherzo del destino, Il Tempo, 1 October 1983).