New slett er - striding system

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New slett er - striding system
Numero 9
Gennaio 2016
L’agenda del Direttore
Febbraio 2015
Striding®…una strada lunga 10 anni
di Vito Iozzo (Master Instructor)
Striding® Newsletter
1-2-3-4…10…la stagione 2015/2016 festeggia i dieci anni
di cammino dello Striding® del quale ho condiviso
pienamente gli ultimi nove. Sono stati anni fantastici ed emozionanti, pervasi
da un’energia che pochissime altre volte ho visto così forte nel fitness, allo
stesso tempo sono stati anni di crescita e di successi di un programma serio
che ha saputo trovare un apprezzamento crescente e che oggi appare al
primo posto in Italia negli indici di gradimento nell’ambito delle discipline
legate all’Indoor Walking.
Naturalmente, come in ogni percorso che si rispetti, in tutti questi anni
abbiamo dovuto superare tante difficoltà e problemi, abbiamo fatto errori
ed adottato soluzioni a volte molto felici a volte meno, abbiamo dato fiducia
a persone che non sempre la meritavano, abbiamo imparato tantissimo,
anche dagli sbagli. Quello che conta, dopo 10 anni di parziale crisi del settore
che ha messo molte aziende in ginocchio, è che siamo ancora qui più
convinti ed agguerriti di prima, sostenuti nella nostra azione da una
comunità di allievi davvero fantastica.
Redazione e impaginazione: Vito Iozzo, Sara Giavante—Web Master: Guido Renna
Dividerei la storia dello Striding®, dalle sue origini fino ad oggi, in tre
lunghi momenti.
Il primo (2005-2008) lo chiamerei “Gli anni del debutto e della ricerca di
identità”. E’ stato un periodo esplorativo, in cui l’importante era gettare le
basi per costruire un programma ed una situazione formativa seria ed
Let’s keep in touch:
originale, capace, da un lato, di far comprendere agli insegnanti, che ad esso
si sarebbero affidati, il suo grande valore aggiunto e, dall’altro, di saper
allenare gli allievi divertendoli ed emozionandoli. Allo stesso tempo sono
www.stridingsystem.com
stati anni in cui abbiamo imparato a conoscere il nostro agone, i nostri
Facebook: Striding® Italia
avversari e le caratteristiche del nostro mercato di riferimento e delle
Twitter: Striding World
Instagram: striding_world
numerose figure più o meno importanti, presenti nel nostro contesto, con le
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quali valesse la pena collaborare o dalle quali fosse meglio prendere le
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Tel. 06 43 68 01 59
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distanze.
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L’agenda del Direttore
Il secondo momento (2009-2012), che denominerei “Gli anni dell’esplosione”, è stato
quello del consolidamento e del boom. Sono stati anni d’oro in cui abbiamo certificato
numerose centinaia di insegnanti e siamo entrati da protagonisti in tantissimi Centri. Sono
stati anni, altresì, in cui il programma tecnico è giunto a maturazione ed il livello di tanti
insegnanti, che avevano incominciato a superare gli esami Stage di passaggio, si è
notevolmente accresciuto. Sono stati gli anni del forte successo dello Striding® a Rimini
Wellness, dei grandi eventi che si consolidavano, del record dell’Evento Sunset con 210
Treadmill, anni che chiunque ha avuto la fortuna di vivere, allievo o insegnante che fosse
o che sia, porterà nel cuore per sempre.
Il terzo momento (2013-2015), che chiamerei “Gli anni della responsabilità”, sono stati
anni di coraggio. Per una serie di vicissitudini, infatti, in questo periodo l’Accademia aveva
deciso che, oltre a mantenere salda la sua opera formativa, avrebbe gestito in maniera
autonoma anche le altre voci aziendali, in primis la costruzione ed importazione del
Treadmill. Questo periodo che non è ancora terminato ha comportato la revisione di
alcuni processi aziendali, in particolare la riorganizzazione commerciale. E’ un periodo
complesso ma molto stimolante per chi come noi ama le sfide e cerca di adeguarsi
continuamente alle esigenze del suo pubblico. Di questo periodo è presto per parlare di
consuntivi.
Dal canto mio, il valore principale che ha caratterizzato la mia azione fin qui, è stato
lavorare per far sopravvivere un marchio alle persone. Lo sforzo è stato quello, nei limiti
delle possibilità, di cercare di avviare il percorso di un’organizzazione nel vero senso del
termine, con le sue regole, le sue procedure, i suoi responsabili, tecnici ed amministrativi,
le sue sinergie e di dare ruoli e fiducia a chi realmente se la merita, perché è solo da chi ha
piena consapevolezza del suo ruolo che ci si può aspettare una collaborazione autentica e
produttiva. A tal proposito vorrei rivolgere un ringraziamento sincero a tutti quegli
insegnanti che quotidianamente si mettono in gioco insieme a noi per arricchire di
competenza ed emozioni il palcoscenico di questa disciplina. A loro ricordo che abbiamo
la fortuna di condividere la nostra esperienza con una comunità di allievi eccezionale, a
sua volta molto preparata, cerchiamo di rispettarli sempre, di lavorare per loro e di non
deluderli mai, questo è stato lo Striding® fino adesso e questo deve continuare ad essere
nella sua identità e nei suoi valori guida.
Con queste parole, che tracciano un po’ l’idea della nostra storia e della nostra
missione, vorrei altresì dare il benvenuto a tutti gli Istruttori di altre discipline che
decideranno di diventare anche nostri Insegnanti. La comunità Striding® oggi è una realtà
vasta, assortita e con un alto indice di gradimento, una realtà che si è costruita in dieci
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L’agenda del Direttore
anni, giorno dopo giorno, grazie al lavoro, la presenza ed il coinvolgimento dei tanti,
insegnanti, allievi, collaboratori e simpatizzanti che ne compongono le fila…vogliamo
crescere ancora e rafforzare, insieme a chi lo desidera, questo grande ambiente di allegria
ed amicizia…ancora benvenuti dunque a tutti quelli che vorranno diventare dei nostri e
condividere con noi la loro energia e la loro unica ed insostituibile esperienza.
Vito Iozzo
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Sommario
L’Agenda del Direttore
Striding®…una strada lunga 10 anni (di V. Iozzo)……...………...………………….……………….pag. 1
Fiere - Eventi - Corsi - Centri ufficiali - Convenzioni……………………...……………….………..pag. 5
Notizie e Curiosità
Salire i gradini uno o due alla volta: come si consumano più calorie?..................….…pag. 10
In Cina è ora possibile camminare su un burrone..……………….………………….……….….…pag. 10
La passeggiata sugli alberi più lunga del mondo………………...……………………….……….….pag. 11
Pianeta Striding®
Conosciamo Vito Iozzo - Striding® Master Instructor (di S. Giavante)..……..….……..…..pag. 13
Camminare insieme (di T. Marrazzo)……………………………………………..…………………...…..pag. 15
La parola agli allievi
Striding® Summit live blog (di R. Ricci)……………..………………………….………………..…....….pag. 17
Lo Striding® per me (di A. Ferino)………………………………………………………………………....…pag. 21
Pillole di Anatomia, Tecnica e Ricerca
Scienziati 'fotografano' la camminata (AdnKronos Salute)……….……………….………….….pag. 24
Cammina sì…ma veloce (a cura di E. Perasso).….……………………………………………………..pag. 25
Il decalogo della salute……………………………………………………………………………………….…...pag. 27
Dalla parte dell’anima
Camminare incrementa l’ispirazione creativa (a cura di E. Brenna)………..….…...…..….pag. 29
La respirazione orientale: unire l’intenzione al respiro (a cura di L. K. C. Manzo).….…pag. 31
Vuoi scrivere sulla Striding® Newsletter? Ti piacerebbe che venisse affrontato un tema in particolare?
Contatta Vito Iozzo e Sara Giavante per ogni curiosità, dubbio, idea che hai!
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Fiere - Eventi - Corsi - Centri ufficiali - Convenzioni
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Fiere - Eventi - Corsi - Centri ufficiali - Convenzioni
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Fiere - Eventi - Corsi - Centri ufficiali - Convenzioni
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Notizie e curiosità
Salire i gradini uno o due alla volta: come si consumano più calorie?
Per smaltire i chili messi su durante le feste è
indubbiamente utile fare esercizio fisico, e fare le
scale anziché prendere l’ascensore è il primo
suggerimento per chi vuole dimagrire. Ma su come
salire le scale ci sono filosofie diverse: alcuni
sostengono che è meglio fare un gradino alla volta,
altri assicurano che salendone due per volta invece si
consumano più calorie.
Un paio di anni fa, un gruppo di ricercatori della University of Roehampton (Londra) ha
analizzato sperimentalmente la questione, sottoponendo un gruppo di volontari ad una
serie di test, in cui dovevano salire delle scale, ad uno o due gradini alla volta, mentre
veniva misurato il loro battito cardiaco ed il consumo di ossigeno.
Il risultato è che salire due gradini per volta richiede effettivamente uno sforzo
leggermente maggiore (circa 9,2 kcal/min per gradino contro 8,5 kcal/minuto): però a
livello complessivo questo si trasforma invece in un risparmio di energie, dato che il
numero di passi fatti sulla scala viene dimezzato, riducendo così il consumo totale di
energia. Quindi due gradini alla volta e scale più lunghe per consumare più calorie!
In Cina è ora possibile camminare su un burrone grazie ad un ponte di
vetro?
a cura di V. Bonelli
Siete stanchi delle solite mete turistiche? Volete vivere
un’esperienza senza precedenti dall’altra parte del
mondo? Non temete l’altezza e siete attratti dal brivido e
dalle prove di coraggio? Allora questo ponte fa per voi.
L’hanno costruito nel Pingjiang, nella provincia di Hunan,
nella Cina meridionale, e la sua architettura è davvero
spettacolare.
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Notizie e curiosità
Si tratta di un ponte con il pavimento in vetro lungo 300 metri e sospeso a 180 metri di
altezza su un burrone. Ovviamente la vista panoramica è garantita, insieme all’incredibile
sensazione di camminare nel vuoto. Un’altra particolarità di questo ponte, del resto com’è
ovvio che sia, è quella di oscillare con il vento (non sarebbe abbastanza spaventoso
altrimenti). Salireste mai su un ponte a strapiombo nel vuoto? Oppure preferireste una
bella passeggiata rilassante sul bagnasciuga?
Come gran parte delle attrazioni ‘da brivido’, il ponte attrae molti turisti, i quali però,
una volta giunti sul posto, sono terrorizzati e vorrebbero tirarsi indietro. Ma la genialità
cinese lo aveva ovviamente messo in conto e infatti è stato predisposto uno staff a
disposizione di questi clienti titubanti, o forse sarebbe meglio dire, paralizzati dal terrore. I
membri della squadra infatti hanno il compito di incoraggiare le persone paralizzate dalla
paura a percorrere il ponte.
Tra gli stratagemmi usati c’è ovviamente quello del “sicuramente c’è chi sta peggio di
te”. Questa tecnica di convincimento consiste nel ricordare ai turisti che non gli è andata
poi così male: se loro hanno paura, cosa dovrebbero dire gli addetti alla pulizia del ponte,
soprattutto quelli incaricati di pulire la parte inferiore?
La passeggiata sugli alberi più lunga del mondo
a cura di M. Molteni
Chi di voi è mai stato in un Parco Avventura? A Neuschonau, Baviera, in Germania
hanno realizzato la “Passeggiata sugli alberi più lunga del mondo”, il Baumwipfelpfad, qui
non ci si deve ancorare con morsetti e corde, questa è solo una passeggiata a diversi metri
dal suolo adatta a tutta la famiglia.
Sono in totale 1.300 metri di lunghezza per un’altezza impressionante di 25 metri sopra
le cime degli alberi, in più la passerella finisce in una cupola a forma di ovale, alta 44
metri, dove è possibile raggiungere la cima tramite una scala a spirale di 360° che gira
tutta intorno e offre una vista mozzafiato sulla
natura circostante.
Il curioso sentiero sugli alberi inizia con una
breve corsa in ascensore, o per le scale, per
comprare il biglietto; man mano che si inizia ad
intraprendere la passeggiata, la terra sembra
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Notizie e curiosità
cadere leggermente sotto i nostri piedi, questo
perché il percorso si inclina in modo quasi
impercettibile,
così
da
renderlo
facilmente
accessibile ai genitori con passeggini o agli anziani.
Lungo il percorso è anche possibile trovare dei
pannelli informativi che descrivono gli alberi e la
loro natura, oltre a delle passerelle “bucate” dove è possibile guardare la vegetazione
sottostante attraverso della rete robusta.
Il sito ufficiale: www.Baumwipfelpfad.by.
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Pianeta Striding®
Conosciamo Vito Iozzo - Striding® Master Instructor
di Sara Giavante (Strider)
1) Cosa significa per te essere Striding® Master Instructor?
Per me essere Master Instructor significa principalmente
prendersi tutta la responsabilità che questo ruolo prevede, vale
a dire cercare di lavorare al meglio per garantire, a chi è in
formazione ed agli allievi che partecipano alle iniziative ufficiali
dell’Accademia, un valore aggiunto reale che soddisfi le loro aspettative. Essere Master
Instructor significa essere di esempio nell’applicare le regole che si insegnano, non
adagiarsi mai su ciò che è stato fatto, studiare e confrontarsi con tutti, con l’umiltà di chi
non si sente mai onniscente o arrivato.
2) Scrivi un aggettivo che descriva secondo te i profili Striding®.
Base: confortevole.
Endurance: sensuale.
Interval: alternato.
Fartlek: imprevedibile.
Weight: progressivo.
Fusion: multicolore.
3) Qual è il tuo genere musicale preferito nello Striding®?
E’ molto difficile rispondere univocamente a questa domanda perché parte della magia
delle nostre lezioni sta proprio nella capacità di originare composizioni musicali
accostando e fondendo in un unico percorso stili musicali diversi, detto questo ti dico
che sono molto sensibile alle atmosfere della Epic Trance ed ai ritmi tribali.
4) Scrivi un aggettivo/una frase che descriva ognuno dei quattro Striding® National
Event.
Striding® Shift Biella: un grande abbraccio con tutti i nostri amici del Nord.
Striding® Riminiwellness: l’evento tatuato sul cuore.
Striding® at Sunset Time: 210 treadmills…il record.
Striding® Summit: l’evento d’Italia.
5) Cosa consiglieresti a chi fa Striding® per la prima volta?
Se a fare Striding® per la prima volta è un allievo, lo esorterei a darsi un po’ di tempo
per interiorizzare ed assimilare le tecniche e le andature base della disciplina e poi di
crescere per gradi affidandosi ad un insegnante certificato ed aggiornato che sappia
condurlo in questo cammino. Se, viceversa, parliamo di un insegnante alle sue prime
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Pianeta Striding®
conduzioni, gli consiglierei un atteggiamento simile, gli proporrei cioè di iniziare da
lezioni semplici, facilmente gestibili ma con tutte le fasi e le costruzioni musicali al loro
posto, di non fare mai il passo più lungo della gamba e di non creare quegli orrendi
“mischioni” di tecniche messi lì senza senso per prevenire la paura di annoiare e per
mascherare un’autorevolezza che ancora non c’è. Seguendo il giusto percorso,
l’autorevolezza pian piano arriverà e sarà solida e ricca di competenza.
6) Qual è l’errore più comune che commette lo Strider?
E’ quello che spesso commettiamo tutti noi nella vita, non ascoltare! Se è vero che
l’insegnante ha il compito di spiegare al principiante quali sono tutte le modalità
(andando per gradi) per acquisire quella preparazione cardiovascolare di base che gli
consentirà di vivere lo Striding® a 360 gradi, allo stesso tempo l’allievo deve prestare
attenzione alle raccomandazioni dell’insegnante e cercare di metterle in atto come
prescritte, anche se all’inizio questo può costare qualcosa in termini di concentrazione o
pazienza. Ecco, questo spesso non avviene!
7) Cosa suggeriresti a chi vuole diventare insegnante Striding®?
Partendo dal presupposto che anche diventare un insegnante significa assumersi una
grande responsabilità in termini di salute ed allenamento dei propri allievi, gli
consiglierei di non perdere nessuna occasione, corso, approfondimento, discussione,
confronto per aumentare costantemente il suo spessore e crescere. Gli consiglierei di
attingere da tutti i campi di conoscenza possibili, da quelli più tecnici a tanti altri che la
completano. Gli spiegherei che anche l’uso proprio della lingua italiana, dei suoi verbi,
delle sue espressioni è molto importante perché chi non sa comunicare non può
proporre efficacemente, gli ricorderei inoltre che per prendersi cura degli altri bisogna
cercare di essere il meno autoreferenziali possibile.
8) Qual è l’errore più ricorrente che commette l’insegnante Striding®?
E’ proprio quello…metaforicamente…di “guardarsi allo specchio mentre lavora”, di fare
questo mestiere per se stesso e non per gli altri. Si sceglie di fare l’insegnante per
diversi motivi, spesso anche per rafforzare un proprio problema di autostima. Avere una
sindrome da palco a vent’anni può essere fisiologico, avere lo stesso bisogno atavico a
quaranta al contrario è spesso la spia di una deriva narcisista che non può fare bene agli
allievi. Il consiglio rimane sempre quello di usare i propri anni per cercare di diventare
autenticamente migliori, per crescere nell’anima oltreché nella capacità tecnica e per
imparare a volere bene a se stessi nel senso più compiuto del termine, il che significa
saper sorridere alle proprie insufficienze ed accettare i propri limiti.
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Pianeta Striding®
Camminare insieme
di Tiziana Marrazzo (C.S.I.)
Lo Striding® per me è arrivato quasi per caso - a dire la verità non
ricordo nemmeno le motivazioni che mi spinsero a salire sul tappeto - in
una normalissima serata passata in palestra ad allenarmi. Sì allenarmi,
perché io ho sempre praticato lo sport sotto questo profilo, come
allenamento destinato a migliorare la mia performance, senza pensare a quello che i miei
compagni/colleghi avrebbero fatto o raggiunto, senza lasciarmi travolgere dallo spirito
competitivo di voler fare meglio del vicino o del compagno, ma concentrandomi sulla sfida
con me stessa.
Beh, però andiamo per ordine; ero rimasta alla mia prima volta sul tappeto.
Effettivamente non ricordo perché ci fossi salita, ma ricordo - e anche molto bene - la
fatica di quella prima lezione. In alcuni momenti i piedi mi trascinavano fuori dal treadmill,
mentre in altri avevo come l'impressione di non riuscire a gestire il passo a tempo di
musica. Devo dire che al termine di quell'ora mi sono sentita stanca come non lo ero da
tempo, qualcosa era cambiato. Sì, certo che avevo già camminato e per di più anche sul
tappeto classico della palestra - rispondo alla domanda che senz'altro qualcuno di voi si
starà ponendo adesso - ma quel nastro e quei movimenti eseguiti a tempo e quella
tecnica di gesti e postura - beh per me erano nuovi. Era come se avessi razionalizzato,
ordinato alcuni gesti abituali che svolgevo e svolgo tuttora nella mia vita quotidiana. Era
come se il mio cervello avesse davvero capito il senso di muovere le braccia durante la
camminata, o quello di ampliare la falcata o rimpicciolirla. Ecco, pensai al termine della
mia prima lezione di Striding®, finalmente una disciplina che mi permetta di associare la
musica all'attività fisica, come nello Spinning del resto, mondo che conoscevo molto bene
essendo istruttore da qualche anno, ma con la grande differenza di muovere tutto il corpo
e non solo le gambe. In pratica scesi dal tappeto, lo pulii, mi congratulai con l'istruttore e
mi ripromisi di tornare. In effetti non si può dire che non mantenni la promessa fatta a me
stessa, visto che per i due anni e mezzo seguenti partecipai alle lezioni tre volte alla
settimana e successivamente mi iscrissi al corso di istruttore di Striding®.
Perché lo Striding® ti prende, ti cattura come un magnete: vuoi per la musica, vuoi per
l'armonia di movimento che si crea, vuoi per la guida dell'istruttore, vuoi per il gusto di
arrivare ogni volta fino alla fine della lezione e dire a te stesso che ce l'hai fatta, vuoi
perché ogni lezione non è mai uguale a quella precedente, vuoi perché quando riconosci
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Pianeta Striding®
un pezzo ti viene voglia di camminarlo sempre meglio, vuoi perché non ti stufa mai. Potrei
continuare ancora ad elencare tutti i motivi che mi spingono a camminare, sono certa che
ne verrebbero fuori di nuovi dopo l'ennesima lezione.
Lo Striding® è questo: una continua evoluzione. A questo si aggiunge il gruppo.
Striding® non ti mette in competizione tra compagni, la competizione la vivi con te stesso;
non mi ha mai sfiorato l'idea di fare meglio di chi stava accanto a me a camminare; mi
sono sempre posta, invece, come obiettivo quello di superare me stessa. Se provo a
moltiplicare questa sensazione per 15 possibili allievi di una classe, beh, il risultato è
senz'altro una stanza piena di aria calda, vapore acqueo ed energia positiva. Sì perché
questo lato genuino dello Striding® porta come unica conseguenza l'emanazione di
energia positiva, solo positiva.
Ora che oltre ad essere stata strider sono anche instructor, mi pongo molti obiettivi
tutti perseguibili con grande pazienza e costanza, e se alla fine di ogni lezione sono riuscita
a fare vivere al mio allevo anche solo una di quelle emozioni che vi ho raccontato prima,
beh allora mi sento realizzata e felice. È una valida e nobile motivazione che mi spinge a
creare un nuovo profilo per la lezione successiva.
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La parola agli allievi
Striding® Summit live blog
di Roberta Ricci (Strider)
ore 15:00 del primo sabato di freddo.
La gente "normale" sta sul divano in pieno collasso digestivo.
Noi, popolo dello Striding®, invece ci prepariamo, destinazione Striding® Summit.
ore 15:30 il divano mi sta fissando.
Devo resistere. Praticamente scappo di casa.
ore 15:40 meeting point al bar con la compagna di camminate, Francesca Brizzi.
A Striding® si creano legami particolari (condividere stati di pre-morte ti avvicina un
sacco). Un po' come lo sponsor degli alcolisti anonimi, ma potendosi ubriacare.
Camminiamo davanti la vetrina di paste…cornetti…biscottini…in slow stride, ma
resistiamo, solo caffè.
ore 16:20 arriviamo al Maximo.
Nell’atrio l'accoglienza è caldissima. Faranno un 50 gradi.
Ecco apparire Cristina D'Amico, armata del suo miglior sorriso.
E della maglietta “Striders 2016” nuova fiammante. Sarà un piacere sudarla tutta.
Al desk del check-in io mormoro preghiere affinché la mia iscrizione sia andata smarrita.
Macché, sono in lista. Mai una gioia.
Ci danno pure il tesserino numerato corrispondente al tappeto, già assegnato.
Che organizzazione, loro stanno avanti! Noi siamo in quarta fila, e non possiamo più
scappare.
Avvistate le ARIS blond girl: Elena Fabi e Maria Pia Merola. Sono abbronzate e fighe come
se fosse ancora estate a Mondofitness. La domanda è: perché io invece ho l’incarnato di
zio Fester (e non solo quello, ahimè)?
Ecco la Maestra Paniccia! E Roberto Ghirelli, da una settimana gli buco le lezioni, ma non
me lo fa mica pesare, noooo, l’ha presa con “calma, dignità e
classe”.
Volevo dire ad Arianna Bottillo: guarda! c’è Stefano Spadaro!!!
Uh c’è Sara Redazione (mi viene ora il sospetto che “Redazione”
non sia il suo cognome…mumble). Ma…ha le mani vuote…???
DOVE SONO I SUOI DOLCETTI?!!
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La parola agli allievi®
Sono una mammoletta, a ritrovarli tutti insieme finisce che mi commuovo. Questo
Summit è un po’ come andare ad una festa di famiglia, ma senza il parente strano e
imbarazzante. Mi correggo. Avvistata ora anche la Giacomello.
Il Maximo è tecnologico: ci danno una chiavetta elettronica. In
pratica tu la inserisci, lei chiude l'armadietto e ti dice il numero.
Possiamo farcela.
Ok siamo agli armadietti, li riempiamo, li chiudiamo, mettiamo la
chiavetta nella fessura.
E stiamo a guardare. "Dovrebbe succedere qualcosa?", "Forse è
rotto?", "Chiamiamo qualcuno?" poi proprio davanti agli occhi,
notiamo un cartello.
Entriamo in sala. Tappeti ovunque! Luci stroboscopiche, musica. Ci fosse John Travolta
avrebbe un travaso di bile, altro che febbre del sabato sera.
Invece ecco arrivare Tavazzani. Chepperò è uno Stage 3, mica cavoli.
Ecco la Daniela-smiling-Pagano, come sempre ha un posto in prima fila, che nemmeno
l'abbonato Rai!
La Danila Frezza invece ancora non si vede. Forse starà ancora guidando con i migliori
sul GRA…
Ore 17:00.
Sale il ritmo, tutti sui tappeti, ammaliati dal dolce
richiamo di Elena Fabi che presenta i nostri istruttori/
conduttori con la sua solita scoppiettante verve. Una
vera regina del palco. Ce la volevano scippare per
Sanremo, ma abbiamo declinato, ce la teniamo stretta.
Max Gazzetto introduce la lezione. Oh no, ha detto
"faremo un Fartlek"...? Sgrunt. Meno male che Ghirelli non può leggermi nel pensiero o
me ne faceva fare due, per punizione della lamentela (metodo Montessori!).
Fine riscaldamento, io mi faccio pure un bel segno della croce, non si sa mai. A
proposito, ora passa qualcuno per raccogliere le ultime volontà?
"Quanto sono belli tutti e cinque lì sopra!" La Brizzi
ha proprio ragione. Sembrano una sola persona, si
muovono all'unisono.
Change position da otto in appoggio. Ci piace. Libera
free. Ci si può stare, via.
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La parola agli allievi
Gazzetto: "Siete pronti?? Fino ad ora abbiamo scherzato!"...EH? Up and back da 4, no
da 2, in free, no in power. Grande, power, free, grande, power, free, free, power, power,
free C'E' UN CARDIOLOGO IN SALA???
Eh però, il faccino della Paniccia, che sorride dal palco gioiosa, come stesse
passeggiando a piedi nudi nel parco, quanto mi era mancato.
Sul palco sventola bandiera bianca. Anzi, asciugamano
blu. È Belli, che cerca di fare aria. Gioie, dolori e calori dello
star sotto le luci della ribalta.
"Gestisci. Ascoltati", forse meglio di no, gli insulti che mi
arrivano da gambe, glutei, polmoni, non sono un bel sentire.
La Brizzi accanto a me quasi fluttua sul tappeto. Io arranco
con lo stile delle Ippopotame ballerine di Fantasia.
Vabbè, faccio lo sprint finale, spinta da non so quale botta di orgoglio.
C'E' UN PRETE IN SALA???
"Si torna a casa" uh che dolci parole. A me la piccola.
Dai, la minima. Ehm, cioè, si può fare la nana? Daje,
abbiamo finito! Adesso doccia, trucco, parrucco, e
cenAHNOC'ELASECONDAHIKEL'AVEVORIMOSSAARGH.
Questo è il momento in cui mi chiedo ma perché io
non vado al cinema come fa la gente normale?!
Commento anonimo: "La prima hike è stata tosta. Pure la Giacomello stava per non
farcela. E poi...invece...niente, ce l'ha fatta".
ore 18:00.
Altro giro altra corsa, si aspetta Vito Iozzo con allegra fibrillazione.
(Spero piuttosto ci sia anche un defibrillatore da qualche parte).
Uh guarda questa davanti a me sembra Danila Frezza. Ah no è proprio Danila Frezza, ce
l'ha fatta ad arrivare, che bello!
Stavolta ci siamo riconosciute e salutate subito. In genere ci succede a fine lezione (noi,
gente sveglia). Questa hike inizia sotto i migliori auspici.
Iozzo ha detto Endurance, e un brivido emozionato ha percorso la sala.
Ora che è iniziata, capisco perché. L’Endurance è una sfida interiore, non puoi
nasconderti dietro ai giochi di velocità, al cambio di stile. Ci sei solo tu e la tua testa, e
dovete andare avanti. Insieme.
Qui sta succedendo una magia. È come se l'entusiasmo e la grinta di ciascuno si stia
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La parola agli allievi®
condensando nel fruscio di 50 tappeti.
Si finisce con il Fartlek. Addio.
Ho il corpo in ammutinamento. Io glielo dico ai piedi di
non chiudere, mi sa che son sordi. C'E’ UN OTORINO IN
SALA???
Commento della Frezza, allusivo alla leggera intensità dell’ impegno: "dopo se
magnamo TUTTO!"
Stretching, sipario, applausi, e tutti a cambiarsi per la cena. Dal maniglione alla
forchetta il passo è grande andatura.
ore 20:30.
Consiglio della sera: non dite mai a Cristina D'amico le parole "tavolo da 4". Mai.
Il suo dolce visino si tramuterà in un distributore di acidità.
A tavola si mangia, si ride, si premiano i file excel. Quello che vedo non è fitness, o
lavoro, è amicizia, e contagia un po’ tutti.
Questo è il momento in cui mi dico: meno male che io non vado al cinema come fa la
gente normale!
Angolo delle dediche.
A Cristina Rambotti e alle sue stelline tatuate, per tutti i sabato in cui hanno guidato i
miei passi sul tappeto, e la mia testa oltre i limiti.
E a Linda, ai danni della quale commisi un grave errore, da inconsapevole matricola,
occupando il “suo” tappeto!
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La parola agli allievi
Il “mio” Striding®
di Antonio Ferino (Strider)
Sono una persona abbastanza timida e riservata e il fatto di poter solamente
scrivere mi ha spinto ad accettare l’invito a dire la mia in merito ad un argomento che vivo
con interesse e partecipazione. Tenete presente che sono solo un semplice strider, un
allievo, e non ho una preparazione tecnica o medico-sportiva. Pertanto usatemi come un
medicinale…a piccole dosi!!! Ma per gli approfondimenti rivolgetevi a chi è preposto e si
deve aggiornare per esercitare la professione. Io parlo da semplice innamorato e, chi è
innamorato vede solo il bello e non intravede difetti o complicazioni.
Quasi due anni fa mi hanno fatto conoscere lo Striding® ed ho iniziato con parecchie
perplessità: una disciplina sportiva completamente sconosciuta, che non godeva di buona
fama nell’ambiente “maschile/maschilista” della palestra, mentre la mia “testa” mi faceva
rifiutare a priori molte possibili innovazioni e sperimentazioni. Insomma qualche piccolo
tabù l’ho dovuto abbattere per seguire la mia prima lezione. Poi è iniziato il bello e...altro
che doping...io vado in crisi d’astinenza da Striding®!
Veniamo a noi e all’argomento di nostro comune interesse.
Lo Striding® è la simulazione di una camminata in montagna con l’ausilio di un tapis
roulant meccanico ad inclinazione fissa e si utilizza, per scandire i ritmi della marcia e i
diversi livelli di sforzo fisico, una base musicale. E’ cosa nota…la musica può essere un
grande stimolo. Un vero doping!
Le lezioni si svolgono partendo da una preparazione mentale, un riscaldamento
muscolare cui segue il vero e proprio condizionamento con l’utilizzo delle diverse tecniche
e andature (free, power, piccola-media-grande andatura etc.). La lezione termina con il
defaticamento e lo stretching. Sono possibili diversi tipi di allenamento a seconda che si
voglia allenare la soglia aerobica o anaerobica degli atleti (fartlek-interval-endurance etc.)
ma anche allenare la resistenza mentale allo sforzo. A volte le lezioni “noiose”…possono
essere le più allenanti!
I benefici sono molteplici e le controindicazioni quasi irrilevanti perché uno dei fattori
importanti dello Striding® è che permette di adattare lo sforzo in base ai singoli obiettivi e
alla singola preparazione fisica. In pratica chiunque può terminare la lezione gestendo il
proprio fisico in modo appropriato anche durante le primissime lezioni. Durante la prima
lezione lo strider dovrà mettere in preventivo un senso di “panico”, di “inadeguatezza”,
soprattutto se inizia in un gruppo già rodato. Voler tenere il passo non supportato da
un’adeguata preparazione psico-fisica può essere frustrante; però già alla successiva
Numero 9
21
La parola agli allievi®
lezione l’allievo potrà accorgersi che il primo gradino era lo scoglio più difficile. Superato
quello...ce ne sono altri...è tutta in salita! Ed è qui che viene il bello, ora dopo ora di
allenamento, potrà ottenere:

miglioramento della resistenza muscolare;

riduzione della massa grassa;

potenziamento delle difese immunitarie;

miglioramento dell’efficienza cardiovascolare (il cuore è un muscolo e lo alleniamo);

riduzione dello stress e dell’ansia (ti pare poco in considerazione della vita che
facciamo?);

miglioramento della qualità del sonno (certo, se dopo una lezione ci fermiamo per una
pizza e una birra è anche meglio!);

miglioramenti rispetto a problemi lombosacrali;

benefici sulla circolazione;

glutei più sodi, cosce toniche, polpacci snelli, addominali tonificati (ed io lì a vedere i
miglioramenti!);

aumento dell’autostima, del senso di benessere e di energia;

socializzazione e ascolto di buona musica (beh…dipende dai singoli gusti musicali e dai
gusti degli Istruttori!);

attenzione per l’ambiente, l’ecologista convinto si affeziona alla disciplina perché il
tapis roulant è meccanico ad emissioni zero.
È recente inoltre una declinazione interessante della disciplina: Striding® Circuit
Training in collaborazione con HDP.
Non mi stupirebbero ulteriori trasformazioni in grado di influenzare ancora di più
l’autostima e il senso di benessere, considerando una visione olistica dell’attività.
L’obiettivo potrebbe essere il mantenimento e possibilmente l’accrescimento di quelle
sensazioni positive che ci regala la fase del condizionamento e del successivo
defaticamento, in nome dei principi: “io ce la posso fare!”, ”tutto passa!”, “me lo merito!”
“sto bene e voglio vincere le mie paure e i miei limiti!”.
Ovviamente, come in tutte le attività sportive, l’istruttore deve essere preparato sia dal
punto di vista tecnico che motivazionale. Inoltre per provare nuove emozioni trovo
fantastico partecipare, e lo consiglio vivamente, alle Hike che periodicamente sono
organizzate in giro per l’Italia, così da potersi rapportare anche con altri striders e
“approfittare” della preparazione di tanti Istruttori qualificati.
Per finire, senza nominare nessuno, ringrazio chi mi ha spinto a partecipare alla mia
prima lezione di Striding®. Ringrazio la mia prima istruttrice in assoluto (che per fortuna
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Numero 9
La parola agli allievi
non mi ha spaventato o annoiato...altrimenti avrei corso il rischio di abbandonare) e
ringrazio chi da quasi due anni...mi (so)supporta.
Ringrazio infine tutti gli Istruttori che ho conosciuto durante tutte le lezioni di
Mondofitness a Roma e durante le Hike degli eventi a cui ho partecipato in questi mesi.
Numero 9
23
Pillole di Anatomia, Tecnica e Ricerca
Scienziati ‘fotografano’ la camminata
AdnKronos Salute
Mandare messaggini o chattare mentre si va al
lavoro o in palestra a piedi può influenzare in
maniera significativa il modo in cui una persona
cammina, facendo optare per un'andatura più
cauta.
Ancor
di
più
quando
siamo
anche
cognitivamente distratti da qualcos'altro, come la
domanda di un passante o la lettura di un cartello stradale.
A fotografare scientificamente una situazione nella quale molti di noi si trovano spesso
è uno studio pubblicato sulla rivista 'Plos One' a firma di esperti della Texas A & M
University e dell'Università di Bath, nel Regno Unito.
Capita non di rado di dover inviare un messaggio mentre si cammina sui marciapiedi
delle nostre città, ma poca ricerca era stata fatta fino a questo momento per esaminare
come varia l'andatura delle persone. Gli autori di questo studio hanno esaminato l''effetto
sms' sulla camminata coinvolgendo 30 volontari fra i 18 e i 50 anni di età, che hanno
completato tre percorsi a ostacoli a piedi mentre camminavano normalmente,
camminavano e inviavano sms, camminavano e inviavano sms ed erano anche distratti da
domande di matematica. I ricercatori hanno analizzato l'andatura dei partecipanti
utilizzando un sistema di analisi del movimento a 3 dimensioni, modellato per valutare le
differenze tra ogni prova.
Gli autori hanno confermato che i partecipanti hanno avuto bisogno di molto più
tempo per completare il percorso mentre 'chattavano' ed erano impegnati anche nel quiz
di matematica. In particolare il risultato era che spesso si urtavano gli ostacoli, dunque
diminuiva la frequenza dei passi, come anche la capacità di camminare in linea retta.
Secondo gli autori dello studio, questa non è altro che una risposta naturale a possibili
pericoli in agguato mentre siamo profondamente impegnati in un'attività. Ulteriori
ricerche potranno essere necessarie per esaminare le conseguenze per gli anziani, a
maggior rischio di inciampare.
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Numero 9
Pillole di Anatomia, Tecnica e Ricerca
Cammina sì...ma veloce
a cura di E. Perasso
Camminare fa bene, basta non seguire alla lettera il noto
proverbio che predica di andare piano, per andar «sano e
lontano», e mettere un po’ di sprint in più e di energia alla
propria falcata. Anche se il consiglio può sembrare banale, c’è
un nuovo studio appena pubblicato che è riuscito a
dimostrare, dopo anni di analisi su migliaia di adulti americani, come accelerare il ritmo
del proprio allenamento aiuti a salvarsi la vita, e abbassi la possibilità di morte. Anche solo
piccole differenze di passo, perpetrate nel tempo e con costanza, fanno sì che chi si allena
possa vivere più a lungo. Purtroppo invece, per i camminatori più lenti, non basta
rispettare le regole e i consigli medici del muoversi ogni giorno per almeno 30 minuti. È
davvero invece l’aumento di velocità la chiave del «sano e lontano».
L’importanza del camminare - Negli Stati Uniti e non solo la camminata è l’attività fisica
più praticata dagli adulti, soprattutto dalla mezza età in su. Medici e linee guida
ministeriali raccomandano un minimo di 30 minuti di passeggiata possibilmente ogni
giorno, e fino ad oggi non erano però stati dati consigli sulla velocità da tenere. Anzi,
molte ricerche americane ed europee hanno dimostrato come rispetto al dispendio
calorico per esempio, e al benessere generale (tono muscolare e cardiovascolare,
buonumore scatenato dalle endorfine e così via), si possano ottenere gli stessi benefici sia
andando piano, sia tenendo ritmi più sostenuti. E le discipline “slow” sono nate e
cresciute anche con un buon fine: riuscire a far muovere i più deboli, i sedentari, chi è più
avanti con l’età e ha problemi di salute. Per quanto riguarda nello specifico la lotta
all’obesità e lo sport usato per bruciare i grassi, gli esperti consigliano e dimostrano come
anche a ritmi poco sostenuti, semplicemente alzando il numero di minuti camminati, si
possano raggiungere gli stessi risultati di una corsa leggera. Il tutto sempre in un’ottica
non competitiva e sportiva, e volta unicamente a ottenere buoni risultati di benessere
generale dell’individuo.
Un campione di 39mila persone - In questo contesto si inseriscono però anche i risultati
dell’ultimo studio statistico appena pubblicato su Plos ONE che ha indagato sulla
«Relazione tra l’intensità della camminata e la mortalità totale e dovuta a cause
specifiche». Si tratta di una ricerca svolta utilizzando i dati raccolti a partire dal 1998 dal
laboratorio dell’ateneo di Berkeley che gestisce il National Walkers’ Health Study: qui si
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25
Pillole di Anatomia, Tecnica e Ricerca
raccolgono da 15 anni i dati di migliaia di camminatori adulti americani che si sono
volontariamente iscritti allo studio e che praticano regolarmente attività fisica. Nel caso
della ricerca sulla mortalità, gli statistici hanno confrontato nel tempo i dati di circa 7mila
maschi e di 31mila femmine (le donne risultano camminare, nella media, più veloce degli
uomini) con quelli dell’indice nazionale di mortalità americano. Gli sportivi, erano già stati
catalogati a seconda delle loro performance, in 4 categorie: si va dalla prima, quella dei
più veloci, che vanta medie di 13,5 minuti a miglio terrestre (pari a 1,6 km circa), ovvero
meno di 8 minuti e mezzo a chilometro, fino alla quarta, dei più lenti, che impiegano
anche 20-25 minuti per percorrere un miglio a piedi ogni giorno (da 12,5 a 15,6 minuti per
un chilometro).
Mortalità più alta per i più lenti - Lo studio ha concluso che il rischio di mortalità
decresce in rapporto all’intensità della camminata e che aumenta se questa si attesta
intorno ai 24 minuti o più impiegati per camminare un miglio (15 minuti per un
chilometro). Nel campione di circa 39mila persone, duemila erano morte dall’inizio del
monitoraggio, durato poco meno di dieci anni. E l’incidenza di morti nel gruppo dei
camminatori “lenti” era più alta del 44 per cento rispetto a quelli più “veloci”. Come
commenta uno dei dottori responsabili della ricerca, «i risultati suggeriscono che
aumentare il passo offre benefici alla salute. Spingere il proprio corpo un po’ oltre, sembra
essere la causa di cambiamenti fisiologici positivi, effetti che un allenamento più dolce non
comporta».
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Numero 9
Pillole di Anatomia, Tecnica e Ricerca
Il decalogo della salute
Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (World Cancer Research Fund) ha concluso
nel 2007 un'opera ciclopica di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto tra
alimentazione e tumori che ad oggi è ancora insuperata. Ne è nato il decalogo che segue e
che riteniamo utile riproporre.
1) Mantenersi snelli per tutta la vita. Per conoscere se il proprio peso è in un intervallo
accettabile è utile calcolare l'indice di massa corporea (BMI = peso in Kg diviso per
l'altezza in metri elevata al quadrato: ad esempio una persona che pesa 70 kg ed è alta
1,74 ha un BMI = 70 / (1,74 x 1,74) = 23,1.), che dovrebbe rimanere verso il basso
dell'intervallo considerato normale (fra 18,5 e 24,9 secondo l'Organizzazione mondiale
della sanità).
2) Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni. In pratica è sufficiente un impegno fisico
pari a una camminata veloce per almeno mezz'ora al giorno; man mano che ci si sentirà
più in forma, però, sarà utile prolungare l'esercizio fisico fino ad un'ora o praticare uno
sport o un lavoro più impegnativo. L'uso dell'auto per gli spostamenti e il tempo passato a
guardare la televisione sono i principali fattori che favoriscono la sedentarietà nelle
popolazioni urbane.
3) Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di
bevande zuccherate. Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente
raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di zucchero e grassi,
quali i cibi comunemente serviti nei fast food. Si noti la differenza fra "limitare" ed
"evitare". Se occasionalmente si può mangiare un cibo molto grasso o zuccherato, ma mai
quotidianamente, l'uso di bevande gassate e zuccherate è invece da evitare, anche perché
forniscono abbondanti calorie senza aumentare il senso di sazietà.
4) Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale,
con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un'ampia varietà di
verdure non amidacee e di frutta. Sommando verdure e frutta sono raccomandate almeno
cinque porzioni al giorno (per circa 600g); si noti fra le verdure non devono essere contate
le patate.
5) Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate. Le
carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Non sono
raccomandate, ma per chi è abituato a mangiarne si raccomanda di non superare i 500
grammi alla settimana. Si noti la differenza fra il termine di "limitare" (per le carni rosse) e
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Pillole di Anatomia, Tecnica e Ricerca
di "evitare" (per le carni conservate, comprendenti ogni forma di carni in scatola, salumi,
prosciutti, wurstel), per le quali non si può dire che vi sia un limite al di sotto del quale
probabilmente non vi sia rischio.
6) Limitare il consumo di bevande alcoliche. Non sono raccomandate, ma per chi ne
consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari ad un bicchiere di vino (da 120
ml) al giorno per le donne e due per gli uomini, solamente durante i pasti. La quantità di
alcool contenuta in un bicchiere di vino è circa pari a quella contenuta in una lattina di
birra e in un bicchierino di un distillato o di un liquore.
7) Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale.
Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi). Assicurarsi quindi del
buon stato di conservazione dei cereali e dei legumi che si acquistano, ed evitare di
conservarli in ambienti caldi ed umidi.
8) Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Di
qui l'importanza della varietà. L'assunzione di supplementi alimentari (vitamine o
minerali) per la prevenzione del cancro è invece sconsigliata.
9) Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi.
10) Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le
raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già
ammalato.
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Numero 9
Dalla parte dell’anima
Camminare incrementa l’ispirazione creativa, anche gli studi lo confermano
a cura di E. Brenna
Ricordi Paul Auster cosa diceva? “Trovo che il movimento aiuti a generare pensieri e
parole“.
E il grande poeta Andrew Motion? “Amo camminare e se mi blocco faccio una
passeggiata“.
In un certo modo, anche Ernest Hemingway consiglia la stessa cosa: “È necessario fare
esercizio fisico, stancare il corpo ed è davvero ottimo fare l’amore con chi si ama“.
Camminare rende felici, oltre che a fare bene alla salute. Una passeggiata porta una
ventata di aria fresca al nostro cervello, liberandolo. E se da un lato svuota la mente,
dall’altro riempie la nostra anima. Quando poi il lavoro è frutto di idee e ispirazione, cosa
c’è di meglio che camminare per le vie della città e imbattersi nell’inaspettato? Non
sappiamo mai a cosa andiamo incontro.
“Fai una passeggiata”, una delle dritte per dare una spinta alla creatività, per evitare
che il lavoro diventi grigia routine e rendere efficienti le giornate lavorative, senza
sprecare nessuna delle nostre quattro energie (energia fisica, energia emotiva, energia
mentale ed energia spirituale). Ed è più vero di quanto possiate immaginare. Uno studio
condotto da Marily Oppezzo e Daniel Schwartz della Stanford ha confermato quello che i
più grandi scrittori e artisti hanno sempre sostenuto: camminare incrementa l’ispirazione
creativa.
Le persone hanno notato che camminare sembra avere una relazione speciale con la
creatività. Il filosofo Friedrich Nietzsche (1889) scrisse: “Tutti i pensieri davvero grandiosi
sono stati concepiti camminando”. La ricerca mette tali osservazioni su basi solide. Studi
dimostrano che camminare aumenta l’ideazione creativa. L’effetto non è semplicemente
dovuto alla maggiore stimolazione percettiva che si ha muovendosi attraverso un
ambiente, ma è piuttosto dovuto al camminare. Che sia all’aperto o su un tapis roulant,
camminare migliora la generazione di nuove e appropriate idee, e
l’effetto si estende anche a quando le persone si siedono poco dopo a
fare il proprio lavoro creativo.
Anche Frédéric Gros, famoso filosofo francese, ha addirittura pubblicato
un libro per celebrare il potere della camminata. Dal titolo Andare a
piedi. Filosofia del camminare, il volume non ha nulla a che fare con lo
sport, anzi, l’autore dichiara che camminare non è affatto un’attività
Numero 9
29
Dalla parte dell’anima
sportiva. Gros elogia la lentezza, riflette sulle gioie del muoversi lentamente e considera il
camminare un modo di sperimentare il reale e una forma di «vita messa a nudo».
“Camminare può provocare questi eccessi: eccessi di stanchezza che fanno fantasticare
la mente, eccessi di bellezza che fanno vacillare il cuore […]. Camminare finisce col
ridestare in noi la parte ribelle, arcaica: i nostri appetiti diventano scabri e intransigenti, i
nostri slanci ispirati. Camminare, infatti, ci mette sulla verticale dell’asse della vita: travolti
dal torrente che scaturisce immediatamente sotto i nostri piedi”.
Frédéric Gros è senza dubbio un pensatore e la sua teoria del camminare descritta in
modo filosofico, per quanto affascinante e vera, senza conferme scientifiche potrebbe
risultare solo una convinzione personale dell’autore. Ma come accennato in precedenza,
lo studio condotto a Stanford conferma la magia del camminare.
Chiedere alle persone di correre 30 minuti per migliorare la loro successiva creatività
da seduti sarebbe una prescrizione infelice per molte persone. Pertanto, la ricerca
esamina la strategia più pratica del farsi una breve passeggiata: camminare ha avuto un
grande effetto sulla creatività. La maggior parte dei partecipanti ha beneficiato dalla
camminata paragonata con lo restare seduti, e l’aumento medio nella produzione creativa
è stato intorno al 60%. Camminare porta ad un aumento nella creatività analogica.
Mentre la ricerca indica che stare all’aperto comporta molti benefici cognitivi, camminare
porta un beneficio molto specifico—il miglioramento della creatività.
Quello che i ricercatori ancora non hanno scoperto è perché camminare abbia questo
effetto sulla creatività.
Come si potrebbe allora spiegare l’effetto del camminare? La spiegazione includerà
eventualmente un complesso percorso casuale che si estende dall’atto fisico della
camminata ai cambiamenti psicologici e ai processi cognitivi prossimi. «Non stiamo
dicendo che camminare vi trasformerà in Michelangelo», ha spiegato Marily Oppezzo
«Ma potrebbe aiutare nelle prime fasi della creatività». Avere la sana abitudine di
passeggiare, dunque, non è solo indispensabile per la nostra salute fisica, ma anche per
quella mentale.
Sappiamo già che l’attività fisica è importante e stare seduti troppo spesso è malsano.
Questo studio è un’altra giustificazione per integrare momenti di attività fisica nella
giornata, che si tratti di un intervallo a scuola o di trasformare una riunione di lavoro in
una riunione-passeggiata. Saremo più sani e forse più innovativi.
Forse è proprio qui che risiede il segreto dei grandi personaggi che hanno fatto la storia
della letteratura, della filosofia, della scienza, dell’arte…e che nei tempi moderni hanno
raramente trovato degli eredi in quanto a grandiosità: loro camminavano. Pensate a
Virginia Woolf, Jane Austen, Nietzsche, Thoreau, l’elenco si protrae all’infinito, è risaputo
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Numero 9
Dalla parte dell’anima
e storicamente provato che tutti loro camminavano, le passeggiate erano abitudini
quotidiane, così come la lentezza. Essi dimostrano la stretta relazione tra camminare e
pensare e tra camminare e cultura, e ci ricordano della necessità odierna, nella società
dipendente dai mezzi di trasporto e da una costante accelerazione, di proteggere il tempo
e lo spazio per una camminata lenta.
La respirazione orientale: unire l’intenzione al respiro
a cura di L. K. C. Manzo
Gli orientali hanno sempre accentuato il valore delle respirazioni profonde non solo
come un grande aiuto spirituale nella cultura di sé, ma anche quale valido coadiuvante per
la salute e la longevità . Esiste sicuramente una relazione tra arti marziali e respiro e tra
respiro ed energia, il “ki”. Saper respirare significa controllare le proprie emozioni e paure,
mantenendo una mente lucida e pronta; ecco perché oggi molte discipline dedicano
attenzione alla respirazione e la utilizzano per trovare una migliore sintonia con il proprio
corpo.
Il concetto di respirazione ha un significato molto più esteso in Oriente che non in
Occidente, dal momento che comprende non soltanto il processo di riempimento dei
polmoni d’aria e l’espulsione di anidride carbonica e di altri residui, bensì anche la
trasmissione dell’ossigeno e delle sue proprietà a tutti i tessuti del corpo attraverso il
sangue. La parola “ki” che può essere tradotta in “fiato”, include così anche il concetto di
energia vitale, di vitalità e di spirito.
Una corretta respirazione deve essere effettuata con tutto il polmone. Molto spesso
invece al giorno d'oggi si utilizza solo una parte dei polmoni, quella alta. Lasciando
inutilizzata la parte più bassa si riduce la ventilazione e gli effetti benefici della
respirazione che sono, come universalmente risaputo, l'ossigenazione del sangue e quindi
di tutto il corpo. La respirazione più naturale è quella che prevede l'utilizzo di tutto il
polmone. Per accorgersi della differenza basta osservare i bambini più piccoli: loro non
sono ancora diventate vittime dello stress e la loro respirazione è quella che gli adulti
hanno perduto e devono, quindi, imparare di nuovo!
Regolare il respiro significa giungere a una respirazione priva di un controllo
consapevole; nelle arti orientali ci sono diversi i tipi di respirazione, ma principalmente se
ne possono descrivere tre: la respirazione con le narici , la respirazione con la bocca e le
narici e la respirazione addominale.
Numero 9
31
Dalla parte dell’anima
•
Nella respirazione con le narici la bocca è chiusa e sia l’inspirazione che
l’espirazione avvengono attraverso il naso. Si ricorre in genere a questa tecnica quando si
ha l’obiettivo di calmare la mente. È una respirazione docile e lenta.
•
Nella respirazione con le narici e la bocca, la bocca rimane chiusa durante
l’inspirazione e l’aria entra attraverso il naso, mentre nell’espirazione esce dalla bocca. Si
ricorre a questo metodo durante il rafforzamento del tan-t’ien, punto situato nel ventre,
due o tre centimetri sotto l'ombelico, che corrisponde al baricentro del corpo umano.
•
La respirazione addominale è quella più profonda e l’intero tronco del corpo ne è
coinvolto. Essa richiede un’intensa attività del diaframma. Gli organi interni devono,
inoltre, essere sufficientemente flessibili per non ostacolare il diaframma quando esercita
una forte pressione per spingere l’aria nell’addome. Questa forma di respirazione
dovrebbe essere naturale e non richiedere sforzo. Nelle fasi iniziali, il praticante può
focalizzare il movimento del respiro, a volte contando le inspirazioni e le espirazioni, altre
volte concentrandosi semplicemente su di esse.
L’aspetto essenziale di una corretta tecnica di respirazione, che deve essere
assolutamente compreso da ogni principiante, è che l’aria inalata va spinta non soltanto
fino ai polmoni, bensì giù nell’addome. Tutti i più avanzati metodi per far circolare il “ki” e
immagazzinare l’energia purificata richiedono l’abilità di concentrare il respiro nella
regione addominale bassa, abilità che può essere sviluppata con specifici esercizi e con la
meditazione. Gli occidentali provano difficoltà a guidare il respiro fino al ventre; ciò è
dovuto all’abitudine ad inalare profondamente allargando il torace: questo fa sì che l’aria
si fermi all’altezza dei polmoni.
Benefici generali della respirazione yoga
La respirazione Pranayama dello yoga è di grande beneficio generale. Il sangue viene
reso più ricco di ossigeno, non tanto nel momento preciso dell’applicazione della tecnica,
quanto durante tutta la giornata, poiché la respirazione normale viene stimolata e resa
più proficua per un periodo di circa 24 ore. Il sangue risulta migliorato in qualità e
quantità, nutre più adeguatamente l’intero organismo, specialmente il cervello, la spina
dorsale, nervi relativi e quelli spinali, con notevole vantaggio di tutto il corpo che viene
mantenuto sano, forte e giovane. L’eccezionale influenza della respirazione yoga sul
sistema nervoso ed endocrino – le respirazioni lente e profonde è noto hanno un effetto
sedativo – creano l’armonia necessaria alla salute. È stato osservato che più le respirazioni
controllate sono lente e più facilitano l’acume, la visione e la creazione della mente ed
eliminano con la pratica la tendenza all’agitazione psichica.
Una pratica utilizza i palmi delle mani per guidare il respiro. Innanzitutto si pongono i
palmi all’altezza dell’addome sopra l’ombelico, a mo’ di coperchio. Mentre si espira dalla
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Numero 9
Dalla parte dell’anima
bocca, premere con le mani per aiutare l’addome a contrarsi e ad espellere l’aria.
Inspirando per il naso, invece, cedere la pressione gradualmente e costantemente.
Ripetere per alcune volte, abbassare la posizione delle mani fino al momento in cui si
collocheranno direttamente sopra al “mare del respiro”, l’addome. Con la pratica il respiro
verrà indirizzato automaticamente, anche se il successo di questo metodo dipende in
buona parte dalla condizione e dall’atteggiamento del corpo: occorrerà essere sereni nello
spirito e con i muscoli rilassati. Allo scopo è bene indossare abiti larghi, slacciare la cintura
in modo da lasciar libera la circolazione sanguigna nell’addome e sdraiarsi a faccia in su,
mantenendo il corpo, il collo e la spina dorsale allineati e dritti. Sia l’inalazione che
l’esalazione vanno compiute lentamente, gradualmente e costantemente, senza produrre
suoni nel naso o nella gola. All’inizio è consigliabile praticare questa forma di respirazione
al mattino presto appena svegliati o la sera prima di coricarsi. Con la pratica si potrà
eseguire questo esercizio anche seduti o in piedi fino alla facile esecuzione dovunque e in
qualsiasi forma. Dopo un certo periodo di addestramento regolare, verrà raggiunto uno
stadio più avanzato, nel quale l’addome proverà una sensazione di calore come risultato
della potente energia che vi si accumula. A questo punto, mediante una corretta
disciplina, sarà possibile immagazzinare questa energia vitale e sospingerla in ogni parte
del corpo, dalla mente alla punta delle dita o al centro delle piante dei piedi (conosciute ai
taoisti come le “cavità della sorgente rigogliosa”) e di nuovo indietro sino al “mare del
respiro”. Il ciclo ricorrente di questo flusso di energia vitale attraverso il corpo è di enorme
valore per il conseguimento degli obiettivi di salute e longevità.
Dirigere il respiro
Il flusso del respiro viene guidato nel corpo, iniziando con una respirazione lenta o
veloce, e concentrandosi poi sul processo di inspirazione e di espirazione. Il controllo non
è mai forzato: è l’intenzione che avvia il movimento e la respirazione si fa naturale. Il
metodo iniziale consiste nel divenire consapevoli della respirazione contando il numero di
inspirazioni e di espirazioni mentre il processo è in atto. In genere si ricorre a questa
tecnica per arrestare il flusso selvaggio dei pensieri o per allontanare la mente dagli
avvenimenti della realtà esterna.
La forma più perfezionata di controllo del respiro è lasciare che l’intenzione guidi la
respirazione, metodo conosciuto come tao-yin (letteralmente guidare e dirigere). Quando
la mente è svuotata dai pensieri, la vera intenzione emerge. Una volta che l’intenzione si è
raggiunta, il controllo cosciente scompare e il movimento della respirazione segue i canali
aperti del sistema circolatorio e scorre naturalmente nel corpo.
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