beatificazione di papa paolo vi

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BEATIFICAZIONE DI PAPA PAOLO VI
La giornata di chiusura del Sinodo dei vescovi, domenica 19 ottobre, coinciderà con la beatificazione di
Giovanni Battista Montini: Papa Paolo VI. Quasi un patrocinio spirituale che viene riconosciuto a un
Pontefice che volle mettere al centro del suo magistero i temi familiari. Sarà grande festa quella della
beatificazione di Paolo VI, un pontefice che viene ricordato per aver portato a conclusione il Concilio
Vaticano II ma che, per il resto, è rimasto a lungo nell'oblio. Per questo motivo, dopo il testo del Card.
Gianfranco Ravasi che ci illustra per questa domenica "L’APPROCCIO DI PAOLO VI ALLA
CONTEMPORANEITÀ" di questo pontefice, uomo di toccante ricchezza interiore, una eccezionale risorsa
per la Chiesa, un pastore esemplare e una guida lungimirante, nelle successive domeniche daremo spazio
alla scoperta della ricchezza del Concilio Vaticano II di cui Papa Paolo VI ne fu traghettatore e primo
attuatore. Questo progetto ha un senso in sé, perché, se ancora ricordate l’intervista a don Sergio, ex
parroco, una domanda riguardava proprio quanto il vento del Concilio Vaticano II fosse presente nella
nostra Comunità cristiana di Rossano. E don Sergio rispose: "Assolutamente no, il Concilio Vaticano II è
stato ignorato… le responsabilità sono un po’ di tutti. Il Concilio Vaticano II è ancora da essere vissuto",
confermando purtroppo quanto lo stesso Paolo VI dirà: "Con il Vaticano II ci aspettavamo la primavera e
invece è venuto l'inverno" (Vittorio Messori, Aldo Cazzullo, Il Mistero di Torino, Mondadori).
L'occasione di questa beatificazione permette allora di approfondire realmente non solo un po’ della sua
conoscenza, dei suoi messaggi, spesso inascoltati fino in fondo perché sovrastati dal rumore degli anni di
piombo, dal fragore delle contestazioni sessantottine, dal fermento della Chiesa negli anni del Concilio,
dalle accese discussioni sui temi delicati del divorzio e dell'aborto, ma ci permette di tuffarci nel mare del
Concilio Vaticano II di cui noi siamo "figli". Oggi che papa Francesco parla di incontro e di dialogo, di una
Chiesa aperta, il pensiero di Paolo VI si carica di un valore e di una luce nuovi. "La Chiesa - scriveva papa
Paolo VI mezzo secolo fa - deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere; La Chiesa si fa parola; la
Chiesa si fa messaggio; la Chiesa si fa colloquio". Così come, rievocando oggi una delle sue espressioni più
celebri: "L'uomo non può vivere senza amore" si ritrova il collegamento con uno dei fili conduttori del
pontificato di Bergoglio. Ma anche la sua convinzione che annunciare il Vangelo agli uomini "spesso
travagliati dalla paura e dall'angoscia", sia senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità
cristiana, ma anche a tutta l'umanità, ritrova nell' operato di Papa Francesco un parallelismo significativo.
Questa beatificazione è allora un dono enorme perché permette di capire o riscoprire chi fosse davvero
Paolo VI e di partecipare con una nuova consapevolezza della vicenda di un uomo che è stato un grande
maestro, ma ancor più un grande testimone vero e credibile, proprio ciò di cui la Chiesa e gli uomini di oggi
hanno più bisogno.