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quotidianosanita.it
Notizia del: 16/12/2016
Foglio: 1/2
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Venerdì 16 DICEMBRE 2016
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Mega Asl? Se si fanno solo per risparmiare sul
management non produrranno risultati
Diciamolo con franchezza, in questi anni la spinta verso le mega Asl è sembrata
dettata più che dall’esigenza di reingegnerizzare il sistema, dall’obiettivo
politico del risparmio sul costo del management. Come se il problema finanziario
fosse risolvibile tagliando lo stipendio a qualche direttore generale, peraltro
retribuito molto meno che nel privato
16 DIC - Nella metà degli anni ’80, come è stato ricordato da Quotidiano Sanità
alcuni giorni fa, la sanità pubblica si articolava in 642 Unità sanitarie locali, che
amministravano anche i grandi ospedali. Nel 2017, quando entreranno in vigore
le Riforme sanitarie del Veneto e della Sardegna e le due Asl di Torino
diventeranno un tutt’uno, il numero delle Aziende sanitarie sarà sceso a 97, più
99 Aziende ospedaliere.
Alcune di queste dovranno organizzare i servizi per milioni di utenti e
gestire budget miliardari. Un ‘azione centripeta inarrestabile, che solo negli
ultimi 5 anni ha visto ridursi del 35% il numero delle Aziende, in alcuni casi di
dimensioni tali da configurarsi quasi come un assessorato, dove il vertice
manageriale rischia di assumere una funzione più politica che tecnico-gestionale.
Se la politica deve svolgere le funzioni che competono alla politica e il management quelle che gli sono
proprie è allora quanto mai necessario aprire una riflessione che faccia chiarezza sui livelli di responsabilità
e di autonomia di chi opera nelle Aziende. Magari cogliendo l’occasione per configurare un sistema dove i
clinici fanno i clinici, i policy maker fanno i policy maker, i professionisti i professionisti e i manager i
manager, superando una volta per tutte le confusioni di ruolo che l’aziendalizzazione si è portata appresso.
E’ un tema centrale sul quale come FIASO abbiamo aperto un confronto che parte dalla consapevolezza che
è solo ridefinendo i profili della governance aziendale che sarà possibile dare risposte adeguate a vecchi e
nuovi bisogni.
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La rete delle nuove aziende, con o senza aziende ‘zero’ o altri corpi intermedi regionali, ha
invece bisogno di porsi il problema della collegialità delle decisioni e della relazioni fra i diversi
decisori; le mega-aziende richiedono a loro volta profili di general manager, non solo al vertice. E forse bisogna prendere in considerazione la necessità, anche a questo livello, di forme di condivisone a
matrice delle decisioni sull’organizzazione, sull’allocazione delle risorse, in ottemperanza agli input nazionali
(ad esempi il DL 70, i Piani di rientro, etc), ponendo mano anche alla revisione del modello aziendale
scaturito della 502. Penso a board tipo holding fra assessorati regionali e aziende, nuove responsabilità
intermedie di management a livello intra aziendale.
Come FIASO ci stiamo occupando di entrambi i livelli, cercando di proporre una visione prospettica delle
nuove aziende e di individuare percorsi formativi e di carriera per funzioni che saranno sempre più
contendibili da medici e non medici, infermieri, piuttosto che tecnici.
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Il presente documento è ad uso esclusivo del committente.
Diciamolo con franchezza, in questi anni la spinta
verso le mega Asl è sembrata dettata più che
dall’esigenza di reingegnerizzare il sistema,
dall’obiettivo politico del risparmio sul costo del
management, come se il problema finanziario fosse
risolvibile tagliando lo stipendio a qualche direttore
generale, peraltro retribuito molto meno che nel privato.
Ma in realtà l’obiettivo reale, al di la delle battute, è stato
quello di ridisegnare la governance dei sistemi regionali a
fronte di una esplicita volontà (e forse necessità) dei
governi nazionali di riaccentrare, ridefinendo di
conseguenza la mappa delle responsabilità del
management. Così i Dg hanno finito per assumere un
ruolo sempre più politico, a volte assimilabile a un ViceAssessore, occupati più a tessere rapporti istituzionali
che ad assumere decisioni. ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
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Ma crediamo sia anche una volta per tutte superata l’idea che chi ha funzioni di direzione
clinica debba essere anche un manager. Ai Direttori di unità semplici e complesse occorre fornire gli
strumenti per far funzionare al meglio la propria equipe , innovando e rispondendo ai nuovi bisogni
dell’utenza, primo tra tutti quello della gestione della cronicità. E il service management deve essere la
logica con cui si supportano i clinici nel produrre prestazioni e percorsi.
La necessità di ridefinire le responsabilità dirigenziali nella sanita, sia quelle sulla clinica sia quelle di general
management è poi ancor più evidente dopo le vicende referendarie e le sentenze della Corte Costituzionale che tendono a complicare il quadro. Con il rischio di fare del management il parafulmine di una legislazione
concorrente dove lo Stato impone obiettivi e priorità (pena la decadenza dei Dg!), che restano però
impegnati su obiettivi scaturiti dal rapporto fiduciario con la Regione, che magari ha priorità diverse da
quelle statali. Per questo disegnare una nuova governance delle Aziende è un oggi un tema più che mai
centrale della nostra agenda.
Francesco Ripa di Meana
Presidente FIASO
16 dicembre 2016
nutrizionisti italiani
5
Manovra. Via libera dal Senato
all’ultima fiducia al Governo Renzi. Il
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6
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8
L’eparina non previene coaguli a
gambe e polmoni dopo artroscopia e
ingessatura
9
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del Consiglio. Lorenzin confermata alla
Salute, Padoan al Mef, Madia alla PA e
Calenda allo Sviluppo Economico.
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