Anno 2010 - numero 4

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Anno 2010 - numero 4
Periodico trimestrale a carattere tecnico-informativo, ANNO VII - N. 4
ASL di Vallecamonica - Sebino - Iscr. Trib. di BS n. 10/2004 in data 8 marzo 2004
Sanità Camuna
L’Asl Informa
04/2010
sommario
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sommario
3 AZIONI CONCRETE E SIGNIFICATIVE
OVVERO QUANTO DI IMPORTANTE È STATO FATTO
di Matilde Comensoli
NELLA SECONDA “GESTIONE FOSCHINI”
7 RITORNA UNA SIMPATICA CONSUETUDINE:
IL RINGRAZIAMENTO DELL’AZIENDA A DIPENDENTI
di Matilde Comensoli
E PENSIONATI L’ANGOLO DELL’INFORMAZIONE
9 DONAZIONE E TRAPIANTO DI ORGANI:
UNA SCELTA CONSAPEVOLE
di Silvia Brasa
11 IN LOMBARDIA RICETTE MEDICHE
dal Notiziario Sanità Lombardia
VALIDE UN ANNO
12 ACCETTAZIONE CENTRALIZZATA:
MAGGIORI GARANZIE
di Stefania Bellesi
INFORMA FAMIGLIA
13 AFFETTIVITÀ E SESSUALITÀ IN ADOLESCENZA
ESITI DELL’INDAGINE CONDOTTA DALL’ASL
di Carla Romele SU UN GRUPPO DI ADOLESCENTI
PREVENZIONE E SICUREZZA (inserto)
17 PUNTO DONNA
di Aure Parolini
18 LAVORATORI STRANIERI
INFORTUNI E SICUREZZA
a cura della Redazione
21 PROGETTO MALATTIE RARE
di Claudia Bonomelli
22 SCENDE LA SERA
di Gloria Parolini
23 CURE PALLIATIVE DOMICILIARI - OBIETTIVI
di Ermanno Scotti
RAGGIUNTI E PROSPETTIVE FUTURE 24 PERCHÈ L’INTERVENTO DELLO PSICOLOGO
di Silvia Cretti
di Eugenio Fontana
26 SERVIZI SOCIALI,
LA RISPOSTA DEI COMUNI…
di Roberto Bellesi
L’ANGOLO DELL’APPROFONDIMENTO scientifico
28 1992-2010: LA COLECISTECTOMIA LAPAROSCOPICA
IN VALLECAMONICA
di Roberto Cazzaniga
DIVENTA MAGGIORENNE
30 PATOLOGIE EMERGENTI
ANEMIA INFETTIVA EQUINA (AIE)
di Enzo Antonini
NOTIZIE IN BREVE
33 Curiosando qua e là
IL “NOSTRO” NOTIZIARIO
Potenza dei mezzi di comunicazione messi a disposizione dalla
rivoluzione informatica! Con internet si può dialogare con
tutto il mondo in tempo reale. La posta elettronica consente
di spedire un messaggio in pochi secondi da un capo all’altro
della terra. Per uno come me cresciuto con la penna stilografica
(che comunque aveva il suo fascino) abituarsi alle “novità” non
è stato facile. Comunque non si può non rimanere affascinati.
Questa semplice ed ovvia premessa per dire che anche la nostra Azienda Sanitaria è in rete e da molto tempo, con grandi
vantaggi per il cittadino, con puntuali informazioni a portata di
mano e sempre aggiornate. E così è capitato anche, tanto per
fare un esempio, che un infermiere di Viterbo, il signor Antonio
Tavano, visitando il nostro sito aziendale, sia venuto a conoscenza del notiziario Sanità Camuna, l’abbia elettronicamente
sfogliato, l’abbia trovato - sono sue parole testuali - «di ottima
fattura», abbia chiesto di avere la raccolta completa, facendo i
complimenti ai redattori definendoli - bontà sua - «persone in
gamba». I complimenti fanno sempre piacere. Come responsabile di Sanità Camuna - per non imbrodarmi più di tanto e
dare a Cesare quel che è di Cesare - mi pare di poter dire che
abbiamo cercato di confezionare un buon prodotto: gradevole
nell’impaginazione, vario negli argomenti, arricchito sempre da
pagine “speciali” di forte contenuto sociale. Abbiamo iniziato nel
2004. Siamo con il 2010 entrati nel settimo anno di vita. Siamo
ormai vicini al traguardo dei trenta numeri pubblicati. Il mio
compito è stato facile per aver trovato in Matilde l’interlocutore
attento e preciso, essendo lei, nelle vesti di direttore editoriale,
il motore propulsivo dell’iniziativa. Gemma ha svolto e svolge
con determinata discrezione la funzione di coordinatrice del
piccolo comitato di redazione composto da Daniele, Dariella e
Siro. Una parola di plauso va sicuramente anche al titolare della
Litografia Bressanelli di Manerbio per la cura della stampa. In
sette anni è la prima volta che parliamo di noi. E l’occasione ci
è stata suggerita da una e-mail giunta da Viterbo. Lo abbiamo
fatto con un solo scopo: fare del nostro notiziario un’occasione
per conoscere e far conoscere meglio la nostra complessa realtà
aziendale la quale ha un unico fine: migliorare la qualità dei
servizi socio-sanitari della nostra Valle per i suoi abitanti.
a cura dello Staff della Comunicazione
Direttore Responsabile: Eugenio Fontana
Direttore Editoriale: Matilde Comensoli
Comitato di Redazione
Coordinatore: Gemma Torri
Daniele Venia
Dariella Salvini
Siro Casatti
Editore
ASL di Vallecamonica - Sebino
via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS)
www.aslvallecamonicasebino.it
e-mail: [email protected]
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Litografia Bressanelli - Manerbio (Bs)
Sanità Camuna
Azioni concrete e significative
Ovvero quanto di importante È STATO
FATTO nella seconda “gestione” Foschini
Ecco elencati gli obiettivi che la seconda “gestione” Foschini si era prefissata, così come
erano riportati dal n.1 di Sanità Camuna - anno 2008, e che sono stati implementati. Accanto è riportata l’indicazione della prevista consegna dei lavori.
1. Realizzazione nuovo edificio per CRT CPS e NPI: Giugno 2011
il progetto è in fase di esecuzione e prevede la costruzione di un edificio presso l’Ospedale di Esine con lo scopo di ospitare
gli utenti che prima affluivano al Centro di Malegno.
2. Realizzazione del Servizio di Radioterapia presso l’Ospedale di Esine, con costruzione
di apposito bunker e locali annessi: Settembre 2011
si tratta di un intervento di primaria importanza per qualificare maggiormente l’Ospedale di Esine, anche se risulta essere molto oneroso; il finanziamento necessario ammonta infatti a 3.150.000,00 euro.
3. Avvio della riabilitazione geriatrica dell’Ospedale di Edolo: 20 dicembre INAUGURAZIONE!
4. Mantenimento degli standards quali-quantitativi:
il mantenimento e il miglioramento della qualità dei servizi offerti dall’ASL passa attraverso investimenti di riqualificazione
come quelli relativi alla sostituzione e al rinnovo di attrezzature medicali e sanitarie, arredi, articoli tecnici, all’adozione di nuovi sistemi informatici, alla messa a norma e all’adeguamento di edifici.
5. Realizzazione dello svincolo stradale presso l’Ospedale di Esine: Marzo 2011
risolvere i problemi di accesso e di viabilità intorno all’Ospedale di Esine è un’esigenza che si avverte ormai da molti anni. Gran
parte del progetto è stata finanziata. 6. Realizzazione di una palazzina adibita a sede universitaria Novembre 2011
e sede di ambulatori per attività libero-professionali:
si tratta di un progetto che prevede la realizzazione di un edificio polifunzionale vicino all’Ospedale di Esine, destinato ad ospitare la Scuola di Laurea Infermieristica (che ora si trova a Darfo BT, presso il “Conventone”) e spazi per visite ambulatoriali.
Ciò permetterà al nostro territorio di avere una struttura adeguata ad ospitare la formazione e la qualificazione del personale infermieristico, nonché un centro funzionale per l’attività ambulatoriale. 7. Creazione di una nuova, unica sede per le attività distrettuali dell’Alta Valle: Un bel sogno da...rimandare.
questo progetto, ancora da finanziare, prevede la creazione, nel Comune di Edolo, di una nuova sede dove far confluire tutte
le attività territoriali/distrettuali dell’Alta Valle, con la possibilità di avere a disposizione spazi funzionali per uffici, servizi ed
ambulatori.
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Sanità Camuna
IL NUOVO REPARTO DI CARDIOLOGIA, che con servizi quali l’Emodinamica, l’Angiografia e l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica, permetterà di eliminare una delle maggiori cause di mobilità passiva per la
popolazione camuna (evitando lunghi viaggi verso strutture cittadine e
permettendo di ridurre i tempi di attesa), è divenuto realtà. Inaugurato il
6 marzo di quest’anno dal Presidente Formigoni, occupa un’area di circa
1600 metri quadri, dei quali 210 riservati all’Angiografia e 200 alla Terapia Intensiva, dotata di 6 posti letto “motorizzati” e sistema di videosorveglianza. Sono stati inoltre ammodernati gli spazi per le degenze e i Poliambulatori.
SISTEMA DI CONTROLLO COMPUTERIZZATO “ENDOSUITE”: è
stato completato il collegamento di questo sistema che consente la completa digitalizzazione delle immagini relative agli interventi e il collegamento tra le sale operatorie di Esine e Edolo, rendendo così possibili teleconsulti in tempo reale tra le due sale
operatorie e con altri Ospedali.
RIABILITAZIONE PRESSO L’OSPEDALE DI ESINE
L’UO di Riabilitazione Specialistica, aperta a Esine nel 2007, con 13 posti letto ordinari, 2 posti letto di Day Hospital e un ambulatorio di Riabilitazione Geriatrica, è ormai una positiva e consolidata realtà. Anzi, essendo altissimo l’indice di saturazione del reparto, è stato richiesto l’aumento
dei posti accreditati, che ci è stato concesso, portando il numero totale a 28.
L’intervento riabilitativo precoce, reso possibile dall’apertura del reparto,
migliora il risultato finale delle patologie acute anche laddove la completa guarigione non possa essere raggiunta, accresce la qualità di vita delle
persone con disabilità persistenti e comporta benefici anche per le famiglie dei pazienti, obiettivi che l’ASL di Vallecamonica-Sebino ha voluto e si
è impegnata ad offrire alla popolazione.
Nelle intenzioni del Dr.Foschini ci sarebbe stata però quella di proporre ai cittadini un servizio di riabilitazione di più vasta gamma, vale a dire, affiancando alla Riabilitazione MOTORIA, anche la Riabilitazione CARDIOLOGICA e NEUROLOGICA.
PROMOZIONE DEGLI STILI DI VITA SANI
Nel corso degli ultimi tre anni quest’ASL ha mantenuto il forte impegno strategico già profuso
a partire dal 2007 nell’ambito della Prevenzione, portando avanti quei Progetti (implementati
nella passata gestione) finalizzati alla promozione presso la popolazione dell’adozione di stili
di vita corretti. Se l’obiettivo perseguito nel corso del 2007 è stato quello di valorizzare maggiormente lo sviluppo di progetti integrati, centrati sui bisogni del cittadino e non necessariamente sulle sole attività tradizionali dei Servizi, nel corso di questi tre anni la strada percorsa
è stata parecchia. Si è continuato infatti nel perseguire forte coinvolgimento e stretta integrazione tra la componente Sanitaria e quella Socio-Sanitaria.
Gli ambiti di maggior interesse del piano per la promozione degli stili di vita sono
stati e sono tuttora:
- controllo delle malattie infettive
- promozione di una corretta alimentazione e salute orale
- prevenzione del disagio psicologico giovanile in senso lato ed alimentare in particolare
- promozione dell’attività fisica
- lotta al tabagismo
- promozione della sicurezza stradale e domestica
- promozione di una sana affettività e sessualità negli adolescenti
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- promozione delle attività di accompagnamento alla nascita
- promozione del benessere dopo il parto
- sostegno alla famiglia e alla genitorialità
Le strategie d’intervento che avevano visto la creazione di alleanze, collaborazioni e sinergie in un’ottica di rete, fra soggetti pubblici coinvolti nella promozione degli stili di vita, quali il mondo della scuola, del terzo settore, amministrazioni comunali e
Provincia, si stanno saldando e radicando, permettendo così la prosecuzione del cammino previsto.
SCREENING
L’impegno dell’Azienda nell’attività generale di screening si è confermato e si è rafforzato con l’adesione al progetto pilota per l’applicazione controllata del test
HPV come test di screening primario nella prevenzione del cervicocarcinoma”. Questa iniziativa rientra nell’ambito del più ampio progetto del CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie. Esso, di durata triennale, costituisce una novità assoluta a livello regionale e notevole è anche l’impegno
finanziario dell’iniziativa, per la quale è stato dato un considerevole apporto da Regione Lombardia: quello avviato dalla nostra Azienda è infatti un progetto pilota che
sarà utile per valutare l’opportunità di estenderlo alle altre ASL lombarde.
In tal modo, quest’ASL si allinea alle indicazioni del Piano Nazionale di Prevenzione
e si colloca tra le realtà all’avanguardia nella Sanità Pubblica, come dimostra
anche lo svolgimento in parallelo di tre programmi di screening (citologico, mammografico, colonrettale) con buone percentuali di adesione da parte della popolazione.
COMUNICAZIONE
• In questo triennio, grazie anche alla sensibilità sempre dimostrata dal Direttore Generale nel campo della comunicazione, l’Azienda ha lavorato a 360 gradi, conseguendo positivi riscontri. Quanto programmato via via
dai vari Piani di Comunicazione è stato puntualmente attuato, tal volta operando delle varianti in corso d’opera, privilegiando alcuni percorsi rispetto a quelli previsti, al fine di rendere più efficace l’informazione.
Ecco i punti chiave intorno ai quali si è svolta la comunicazione aziendale in questi anni:
• Promozione dell’Azienda con la costante illustrazione dell’offerta puntando sulla salute della persona, sviluppando anche
la ricerca sui bisogni e il percepito dei cittadini.
A questo proposito SEI sono state le importanti innovazioni studiate,
elaborate ed introdotte:
AVATAR: la nostra ASL è la prima fra tutte le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione
Lombardia a fornire informazioni sull’accesso ai servizi, tramite una graziosa immagine femminile (Linda), che risponde a 45 domande ritenute quelle di maggior interesse per la popolazione,
individuate sulla scorta delle richieste più frequenti che pervengono ai nostri centralini, sportelli
e uffici. L’idea è nata prima di tutto dalla necessità di venire incontro ai molti ipovedenti presenti sul territorio, ma anche dalla consapevolezza che la gran parte delle persone che necessita di
un’informazione, preferisce ascoltarla dalla viva voce di qualcuno, piuttosto che leggerla. Chi invece è affetto da ipoacusia, o, semplicemente, preferisce la lettura all’ascolto, può consultare l’intero
elenco delle domande scritte, con le relative risposte, nell’apposito spazio indicato.
CONOSCI LA TUA ASL: Lo Staff della Comunicazione aziendale, dopo molte riflessioni ha convenuto sull’opportunità di svecchiare e snellire la Carta dei Servizi, intesa come “patto con il cittadino”, facendone uno strumento di marketing sanitario, obbedendo alle esigenze di una comunicazione efficace che richiedono dei messaggi più diretti, più fruibili e di facile reperimento, quindi di
consultazione. é nata così la pubblicazione “Conosci la tua ASL”, con una veste grafica gradevole ed
efficace, che ha tenuto conto di tutte le esigenze di comunicazione socio-sanitaria legate alla realtà
della nostra Azienda, in relazione con il territorio. I cittadini camuni l’hanno ricevuto presso le loro
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abitazioni e, potendovi trovare tutte le iniziative ed i servizi innovativi, di eccellenza e di fruizione più diffusa, con le indicazioni
necessarie per l’accesso, hanno a disposizione un vero e proprio Vademecum sanitario.
PRESENZA SU TELEVIDEO RAI3: Dal 1° marzo di quest’anno la nostra ASL è presente sul Televideo Regionale di RAI3 alla
voce SALUTE a pag. 305. Vengono pubblicate di volta in volta notizie flash di pubblica utilità inerenti la sanità in generale e
quella camuna in particolare.
ACCETTAZIONE CENTRALIZZATA: Nell’ambito del miglioramento del front office relativo alle attività del Dipartimento di
Prevenzione Medico, si è attivato, a decorrere dal mese di maggio, un progetto sperimentale di accettazione centralizzata che
permette di raccogliere in un’unica sede tutte le richieste telefoniche che afferiscono alle accettazioni degli ambulatori vaccinali
delle sedi periferiche di Edolo, Cedegolo, Darfo BT e Pisogne. Questa scelta consente all’utenza di avere a disposizione un operatore sanitario che possa quindi fornire una risposta qualificata.
PUNTO DONNA: Nell’ottica della facilitazione all’accesso a qualsiasi forma di sostegno (sociale, sanitario, psicologico o psichiatrico) è stato istituito il numero verde 800 480288 denominato “Punto Donna”, in quanto intende fornire una risposta
immediata e qualificata riguardo a qualsiasi problema femminile (es: difficoltà nel gestire un neonato o nel rapporto di coppia,
dubbi circa la prosecuzione di una gravidanza, problemi ostetrico-ginecologici, ecc.)
STOP BULIMIA: Nel campo del disagio è stato avviato un percorso integrato di prevenzione, sostegno
e cura che è sfociato nel Centro di diagnosi e cura della bulimia nervosa denominato “Punto a Capo”,
per chi ha dei problemi con l’alimentazione e, in particolare, di bulimia. è stata data quindi massima visibilità al progetto “Stop Bulimia”, sia tramite la divulgazione di una brochure ad hoc, sia creando uno
spazio apposito sul sito web aziendale, sia mediante gli strumenti di comunicazione usuali (periodico
aziendale, conosci la tua ASL ecc)
• Continuare l’opera di sensibilizzazione dell’utenza attraverso l’educazione ad un uso appropriato delle risorse.
• Uno degli obiettivi che quest’ASL sta perseguendo ed incrementando è sicuramente quello dell’integrazione socio-sanitaria
tra tutti gli attori coinvolti nel sistema di prevenzione e cura, sia interni che esterni. è indispensabile quindi che la strategia di comunicazione privilegi i percorsi di promozione alla salute da attuare sul territorio integrandosi a sua volta nelle sinergie create:
- fra Ospedale e Territorio;
- con i soggetti interlocutori individuati quali: il mondo della scuola,
del terzo settore, assessorati delle amministrazioni comunali e provinciali, ecc;
Nell’ambito della promozione alla salute le azioni di marketing sociale diventano strumento determinante al fine di creare una condivisione di questo obiettivo. Si sta costruendo un percorso di comunicazione fruibile sul sito aziendale
attraverso il quale diffondere la cultura di stili di vita sani e far conoscere al territorio le iniziative intraprese. Col tempo si intende sviluppare lo stesso spazio
internet al fine di dialogare con altre istituzioni e cittadini su questo tema. Nello
spazio dedicato alla promozione di stili di vita sani all’interno di Sanità Camuna si sono privilegiati gli interlocutori territoriali, soprattutto della Scuola, partner privilegiato in queste attività di prevenzione.
- con le attività commerciali;
Promozione della cultura della sicurezza
• Ampliamento continuo del “range informativo” con particolare
nell’età prescolare e scolare
attenzione alle problematiche legate all’immigrazione, in un’ottica di costante
impegno, finalizzato all’abbattimento delle barriere linguistiche, al fine di estendere la promozione alla salute anche alla popolazione straniera e mantenimento dello standard qualitativo raggiunto nel servizio di mediazione culturale.
Significativo in quest’ambito è il progetto di recente avvio che vede l’attivazione sperimentale del servizio di mediazione linguistica nell’ambito dell’attività vaccinale. Questo progetto rappresenta un esempio innovativo e concreto di come si
possa dare continuità all’assistenza ospedaliera con le attività di prevenzione territoriale.
• Adeguamento di tutti gli strumenti di comunicazione - relativamente all’adozione del nuovo marchio - secondo
le linee guida regionali.
Matilde Comensoli - Direttore della Comunicazione aziendale
Sanità Camuna
RITORNA UNA SIMPATICA CONSUETUDINE:
IL RINGRAZIAMENTO DELL’AZIENDA A DIPENDENTI E PENSIONATI
Il Direttore Generale Dr. Angelo Foschini ha voluto ripristinare una manifestazione che per anni
ha scandito il suo mandato. Dato che, per varie ragioni, nell’ultimo biennio non è stato possibile
effettuare l’evento, il Direttore, desiderando ringraziare il personale dell’Azienda e le Istituzioni
che lo hanno supportato nel suo mandato, ha colto l’occasione per riunire e premiare coloro che
hanno lasciato l’ASL negli anni 2008, 2009 e 2010.
L’evento ha avuto luogo il 22 novembre scorso, nella sala del BIM a Breno, allietato, oltre cha da
una massiccia presenza di dipendenti, dall’interludio musicale di una chitarra, suonata magistralmente da Antonio Pedersoli, valente musicista valligiano.
Pedersoli ha dedicato al Dr. Foschini il brano “La rosa bianca” di Sergio Endrigo, quale ringraziamento da parte della Valle.
Hanno inoltre partecipato all’incontro i Sindaci di: Breno, Sandro Farisoglio, Ossimo, Damiano
Isonni, Gianico, Mario Pendoli, Artogne, Maddalena Lorenzetti, unitamente al Presidente del BIM, Francesco Gelfi, al Comandante della Compagnia Carabinieri di Breno, Roberto Rapino, al Presidente dell’AVIS, Mario Farisé, al Presidente Alleanza per la Salute Mentale, Alberto Bonazzi, al Responsabile dell’UPT, Gen. Riccardo Ziliani e, in rappresentanza dell’ANDOS, alla Sig.ra Annamaria Furloni.
Nel suo intervento, il Direttore Generale ha rimarcato l’importanza, per i cittadini, della pubblicazione “Conosci la tua ASL” strumento di immediata consultazione che evidenzia come l’ASL segua passo passo la persona nelle varie fasi della vita. Foschini,
nel ripercorrere brevemente quanto fatto per l’ASL di Vallecamica-Sebino, esprime ciò che gli sarebbe piaciuto vedere realizzato, un “Sogno nel cassetto”. Si tratta dell’ambizioso progetto che vedrebbe lo sfruttamento dell’energia solare, utilizzando la
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struttura ospedaliera di Esine, che offrirebbe la possibilità di produrre energia in quantità notevole. Il secondo obiettivo si riferisce all’ampliamento del Pronto Soccorso, sempre di Esine.
Non potendo pubblicare le fotografie di tutti i nostri pensionati, immortalati nel momento della premiazione,
li citiamo qui, non senza una punta d’invidia… rinnovando il corale ringraziamento per una vita dedicata alla
Sanità Valligiana …
Ecco i colleghi che ci hanno lasciato nel 2008:
Belotti Giovanna, Benedetti Giovanni, Circoncisi Apollonia, De Giuli Dr. Camillo, Ducoli Antonietta, Ducoli Domenica, Falocchi Vincenza, Frosio Lucia, Giacomi
Michele, Landrini Maria Grazia, Lorenzoli
Luisa, Nodari Ausilia, Ottelli Lina, Pedersoli Bettino, Ruck Dr. Ferdinando, Salvetti
Virginia, Squazoni Domenica, Vincenti Pierangela, Violi Gianfranco e Zeminian Dr.
Antonio Piero.
Nel 2009:
Bardini Rosa, Chiudinelli Giovanna, Fedriga Tommasina, Feriti Gianpietro, Fontana Ausilia Lucia, Gaioni Guglielmo, Giacomelli Piera, Giacomini Giuseppe, Mariotti Franca, Martinelli Giampietro, Morgani Renato, Salvetti Lucia, Sola Giovanni, Taboni Fausto, Tosi Paolo e Trombini Augusto.
I neo pensionati del 2010:
Andreoli Luigino, Baccanelli Giannina, Baffelli Dr. Ezio, Bertoni Giulietta, Bolis Fiorenzo, Cattane Sergio, Chiudinelli Giovanni, Corbelli Elisabetta, Donarini Lucia, Don
Ercoli Giacomo, Folini Michele, Gulberti Antonietta, Minini Eleonora, Mizzotti Romana, Pasquale Dr. Luigi, Putelli Andreina, Tonidandel Valentino e Tottoli Apollonia.
… accompagnandoli con la citazione fatta dal nostro Direttore “Nella vita sempre di più valgono i ricordi…”.
A cura della Redazione
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L’angolo dell’informazione
DONAZIONE E TRAPIANTO DI ORGANI: UNA SCELTA CONSAPEVOLE
“INFORMATI, RIFLETTI, SCEGLI ANCHE TU”
La possibilità di trapiantare organi e tessuti prelevati da una persona deceduta ad un altra
che ha necessità di essere curata è una grande opportunità: attraverso il trapianto è possibile salvare e migliorare la qualità di vita di molti pazienti.
Che cos’è un trapianto?
Il trapianto è la sostituzione di un organo malato e non più funzionante con un organo sano
prelevato da un donatore.
Il trapianto restituendo le funzioni perdute è in grado di dare al paziente una soluzione definitiva alle sue aspettative permettendo al tempo stesso una sua totale integrazione sociale.
Organi e tessuti che possono essere donati e trapiantati
ORGANI:
• Rene
• Cuore
• Fegato
• Polmone
• Intestino
• Pancreas
TESSUTI:
• Cornea
• Valvole Cardiache
• Segmenti Vascolari
• Cute
• Midollo osseo
• Cellule Staminali da cordone ombelicale
Chi è il donatore di organi
È un soggetto cha ha subito una lesione cerebrale primitiva irreversibile, cioè una completa distruzione delle cellule cerebrali per
una delle seguenti cause:
• Trauma cranico
• Accidente vascolare (emorragia)
• Anossia/ischemia cerebrale
• Tumore cerebrale primitivo e per questo motivo si dice che il soggetto è in ‘morte cerebrale’.
Che cos’è la morte cerebrale
Quando un individuo viene colpito da una grave e irreversibile lesione cerebrale, si verifica una condizione clinica definita morte
cerebrale che è caratterizzata dalla totale perdita di tutte le funzioni cerebrali e viene documentata inequivocabilmente sia con
accertamenti clinici che strumentali.
Quando avviene la donazione di organi?
Solo dopo che è stato fatto tutto il possibile per salvare il paziente ma il cervello
non funziona più e non potrà mai più funzionare a causa della completa distruzione delle cellule cerebrali.
Esiste un limite di età per donare gli organi e i tessuti?
Non ci sono limiti di età: si possono prelevare e trapiantare organi con successo,
come cornee, reni e fegato da donatori di età superiore a 80 anni.
Perchè io dovrei donare?
Spesso evitiamo questa domanda ritenendo che il trapianto sia estraneo alla nostra vita.
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Donare i propri organi e tessuti significa salvare vite umane o curare gravi malattie.
Ognuno di noi potrebbe avere bisogno di essere curato con un trapianto.
Ognuno di noi può scegliere di essere donatore di organi.
Come deve essere espressa la dichiarazione di volontà?
La dichiarazione di volontà è valida se contiene i dati anagrafici (cognome, nome, luogo e data di nascita e codice fiscale), numero del documento, data e firma.
Qualunque nota scritta che riporti quanto indicato è da considerarsi valida.
Ogni cittadino, in attesa di ricevere dalla propria Azienda Sanitaria la notifica, potrà utilizzare come dichiarazione di volontà,
qualsiasi tessera o altra nota scritta contenente i dati sopra elencati e potrà portarla con se unitamente ai propri documenti, oppure consegnarla agli sportelli della propria Azienda Sanitaria.
Questa tessera NON deve essere considerata come una notifica e la sua compilazione NON è un obbligo.
Essa rappresenta un modo semplice per invitare tutti noi ad una scelta consapevole, a parlare di donazione in famiglia in un clima di serena discussione.
Che cosa è il SIT
Il Sistema Informativo dei Trapianti è stato istituito nell’ambito del Sistema Informativo Sanitario con la Legge 1 aprile 1999,
n.91 “Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti”, che ha tra i suoi obietivi principali l’informatizzazione delle attività della rete nazionale dei trapianti per garantire la tracciabilità e la trasparenza dell’ intero processo di “donazione-prelievo-trapianto”.
Il SIT svolge le seguenti attività:
• Registra e raccoglie le dichiarazioni di volontà di donazione di organi e tessuti da parte dei cittadini.
• Raccoglie dai gestori di lista regionali le liste di attesa standard dei pazienti in attesa di trapianto.
• Gestisce a livello nazionale il Programma Nazionale Pediatrico e la lista delle urgenze.
• Registra il flusso dei dati sull’ attività di donazione e prelievo di organi e tessuti, l’attività di trapianto di organi e la distribuzione di tessuti alle banche certificate.
• Gestisce il registro del trapianto da vivente.
• Raccoglie i follow-up dei pazienti trapiantati, anche in maniera specifica rispetto ai diversi protocolli previsti dalle normative
sulla sicurezza.
Gli operatori ASL, per la registrazione delle dichiarazioni di volontà, si collegano alla rete internet e con apposita password accedono al sistema informativo dei trapianti (SIT) nazionale.
A chi rivolgersi
Le dichiarazioni di volontà espresse dal cittadino sono raccolte presso la Direzione Medica di Presidio dell’Ospedale di Esine presso l’Ufficio DRG (Sig.ra Eugenia Manella), previo accordo telefonico al numero 0364 369.326.
Cosa serve
è necessario presentarsi muniti di documenti in corso di validità: carta di identità e codice fiscale.
Dr.ssa Silvia Brasa
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IN LOMBARDIA RICETTE MEDICHE VALIDE UN ANNO
Le impegnative per prescrivere gli esami in Lombardia saranno valide per un anno, e non più sei mesi come avveniva finora. La novità è contenuta nel terzo provvedimento sulla Gestione del
servizio socio sanitario 2010, appena approvato dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità Luciano Bresciani. Nello stesso
provvedimento viene inoltre estesa anche agli specialisti delle strutture
private accreditate la possibilità di utilizzare il bollino verde per gli esami urgenti (da svolgere entro 72 ore), dopo che nel giugno dello scorso anno gli stessi medici erano stati abilitati a utilizzare il cosiddetto ricettario rosso.
‘’Proseguiamo nel percorso di miglioramento continuo della qualità del
servizio sanitario - commenta l’assessore Bresciani - e lo facciamo come
sempre in costante e continuo dialogo con i nostri professionisti, in una logica di concerto e di condivisione delle scelte. Infatti
la decisione di estendere il periodo di validità dell’impegnativa è derivata da una segnalazione della Federazione regionale degli Ordini dei Medici. è necessario garantire la continuità delle cure di primo e secondo grado di complessità, in modo da offrire
una medicina più di casa, più vicina al malato. La qualità dei sistemi resta la stessa ma si può affrontare anche in questo modo
la vera sfida del futuro della sanità, che è la cura della cronicità’’.
Il provvedimento contiene anche indicazioni che riguardano vari capitoli del Servizio Sanitario Regionale: le attività ambulatoriali
(day hospital e day surgery), con alcune precisazioni su prestazioni chirurgiche leggere; l’introduzione di una nuova prestazione
(cross linking corneale) per la cura del cheratocono, una malattia rara della cornea, con il relativo protocollo diagnostico terapeutico; le attività di chemioterapia per i tumori del sangue con alcune novità sui rimborsi per le strutture che offrono queste cure;
l’inserimento tra le prestazioni extrabudget (cioè senza limite di risorse) degli interventi chirurgici per tumori benigni al sistema nervoso centrale (cervello, meningi e midollo spinale); l’estensione delle esenzioni per le terapie farmacologiche del dolore.
Tratto dal Notiziario ANSA di Regione Lombardia del 15 ottobre
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ACCETTAZIONE CENTRALIZZATA:
MAGGIORI GARANZIE
Da maggio di quest’anno il Dipartimento di Prevenzione Medico ha attivato sperimentalmente un servizio di accettazione centralizzata, che consente di gestire con maggiore professionalità il front office con l’utente, avendo un operatore dedicato a tale
scopo, ottimizzando al tempo stesso la gestione delle risorse umane.
L’accettazione centralizzata è attiva presso la sede legale dell’ASL, a Breno, in via Nissolina, 2, con i seguenti orari:
dal Lunedì al Venerdì, orari 8.30-12.30 e 13.30-15.30
Al di fuori di questi orari risponde una segreteria telefonica, in cui l’utenza può lasciare messaggi e essere richiamata dall’operatore sanitario (infermiera/assistente sanitaria).
L’accettazione telefonica centralizzata ha permesso di deviare in un’unica sede tutte le richieste telefoniche che afferivano alle
accettazioni periferiche presenti sul territorio.
Le richieste hanno riguardato principalmente:
- il processo delle vaccinazioni (informazioni su vaccini, cambi di date, consigli pre e post vaccinazioni…)
- le prestazioni ambulatoriali, (informazioni circa alcune problematiche sanitarie specifiche (commissione medica locale, vaccinazione per adulti, vaccinazioni per viaggi internazionali…)
- informazioni non riguardanti il servizio (cioè di competenza di altri operatori, e per ciò deviate in tempo reale al personale
competente per argomento (tecnici della prevenzione, medici, segreteria, servizio sociale, veterinario).
L’obiettivo principale è stato quello di consentire agli operatori che stanno vaccinando di non dover
rispondere al telefono, godendo così della tranquillità necessaria per garantire una maggiore sicurezza nello svolgimento della pratica vaccinale.
L’avere un operatore unico che si occupa della gestione delle telefonate, per la maggior parte di richiesta di spostamento di appuntamenti, consente inoltre un maggiore controllo del software dedicato alla programmazione delle vaccinazioni, contribuendo in tal modo ad evidenziare alcuni errori legati al trasferimento delle situazioni anagrafiche.
Ci scusiamo, pertanto, se a volte trovate la linea occupata, ma tutto ciò Vi offre una garanzia maggiore per le prestazioni che ricevete in ambulatorio.
Non Vi si chiede che un piccolo investimento in pazienza, per ottenere una importante (a parer nostro) garanzia per la salute
dei Vostri piccoli.
Stefania Bellesi - Coordinatore infermieristico Dip. Prev. Medico
Sanità Camuna
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Informa famiglia
AFFETTIVITA’ E SESSUALITA’ IN ADOLESCENZA
ESITI DELL’INDAGINE CONDOTTA DALL’ASL SU UN GRUPPO DI ADOLESCENTI
Al fine di delineare il quadro della realtà adolescenziale locale rispetto agli atteggiamenti ed ai comportamenti riguardanti l’affettività e la sessualità, e poter quindi meglio orientare gli interventi rivolti a questa fascia d’età, nel corso dell’anno scolastico
2009/2010 è stata realizzata dai Consultori Familiari della nostra ASL una specifica indagine conoscitiva.
Lo studio ha riguardato ragazzi e ragazze frequentanti sei Istituti scolastici del nostro territorio, nei quali sono state attivate iniziative del progetto “Spazio adolescenti 7”, ed è stato attuato tramite un questionario contenente 25 domande sul tema
dell’affettività e sessualità, da compilare in forma anonima.
Il questionario è stato compilato complessivamente da 284 studenti, pari al 31,2 % della popolazione scolastica frequentante
la classe seconda presso gli Istituti della Valle (909 studenti), distribuiti come segue:
Tabella riassuntiva degli Istituti interessati dall’indagine
Istituto scolastico
N. classi seconde
N. questionari compilati
C.F.P. “Zanardelli” PONTE DI LEGNO
C.F.P. “Zanardelli” EDOLO
Istituto “Meneghini” EDOLO
Scuola Edile BRENO
C.F.P. ”Zanardelli” DARFO BT
I.P.S.S.A.R. ”Putelli” DARFO BT
1
2
6
1
3
4
20
31
89
15
69
60
TOTALE
17
284
Il questionario, oltre a raccogliere informazioni socio-anagrafiche sui ragazzi, ha indagato, relativamente alla sfera affettivo/sessuale, tre aspetti: conoscenze, vissuti e comportamenti. Le domande riguardanti le conoscenze erano finalizzate a comprendere il livello di informazione degli adolescenti riguardo al Consultorio, alla contraccezione e alle malattie sessualmente trasmesse.
I vissuti sono stati indagati rispetto ai cambiamenti fisici, alle relazioni con coetanei ed adulti, alla percezione del proprio stato
d’animo nelle relazioni affettive e sessuali; i comportamenti sono stati rilevati in particolare nella sfera delle esperienze sessuali
e dell’utilizzo di contraccettivi, mentre nell’ultima parte del questionario si è cercato di raccogliere le opinioni e le esigenze dei
ragazzi in merito alle informazioni in tema di sessualità.
Di seguito si riportano in forma sintetica i risultati dell’indagine, evidenziando gli aspetti ritenuti più significativi.
Il gruppo di adolescenti che ha partecipato all’indagine è composto per il 50,3% da femmine e per il 48,9% da maschi (n.1 soggetto non ha indicato il sesso) e, come evidenziato nella tabella sopra riportata, si distribuisce tra studenti dell’alta Valle (n.140)
e studenti della media-bassa Valle (n.144); risulta prevalente la presenza di 15enni (48,6%) e 16enni (35,6%) mentre inferiore
(14% circa) è la presenza di ragazzi piu grandi (17 anni e oltre). Si osserva che oltre l’80% dei ragazzi/e risiede sul territorio di
competenza dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, mentre circa il 17% proviene da territori limitrofi.
Nell’ambito delle conoscenze si osservano, accanto alla presenza di corrette informazioni, anche alcune significative mancanze.
Per quanto riguarda il funzionamento del Consultorio, l’85% dei ragazzi/e sa che non è necessario essere maggiorenni per rivolgersi a tale Servizio, tuttavia il 25,4% non sa se esista un consultorio familiare nella propria zona di residenza, mentre il 26,8%
ritiene che non esista:
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Sanità Camuna
Rispetto al funzionamento dei contraccettivi risulta che oltre il 90 % degli adolescenti conosce il funzionamento del profilattico e il 79,9% ne conosce la funzione protettiva rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili; al contempo emergono alcune
carenze in merito ad aspetti specifici della fisiologia riproduttiva, in quanto il 21,6% dei maschi e il 17,5% delle femmine esprimono la convinzione che una ragazza non possa rimanere incinta al primo rapporto sessuale, mentre il 27,3% dei maschi e il
29,3% delle femmine dichiarano di non possedere questa informazione.
Dai dati raccolti emerge come la maggior parte degli adolescenti viva i cambiamenti fisici di questa particolare fase di crescita in
modo positivo: il 48,2% dichiara di viverli con naturalezza, il 18,7% con curiosità ed il 10,9% con entusiasmo, mentre percentuali meno significative indicano emozioni negative.
La maggioranza dei ragazzi/e evidenzia una relazione molto intensa e positiva con i coetanei e abbastanza soddisfacente anche
con la famiglia. Alla domanda “Ti piace stare con gli amici?” l’84,2% indica come risposta “molto” e il 13,4% “abbastanza”;
alla stessa domanda, riferita alla famiglia, il 32,4% indica “molto” e il 49,7% “abbastanza”.
L’atteggiamento nei confronti dell’affettività e soprattutto della sessualità evidenzia in generale una buona capacità riflessiva
da parte degli adolescenti, pur con alcune differenze tra maschi e femmine: il 46% dei maschi e il 60% delle femmine associa
la sessualità ad una relazione importante, mentre il concetto di affettività evoca sia il pensiero di un partner ( 39,5%) sia della famiglia (27%).
Sanità Camuna
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Nell’ambito dei comportamenti, il 34,9% degli adolescenti intervistati dichiara di aver avuto rapporti sessuali completi e il
39,1% incompleti. Nonostante il profilattico risulti essere il contraccettivo più conosciuto dai ragazzi/e anche nella sua funzione protettiva, soltanto il 34% di coloro che hanno rapporti sessuali, afferma di utilizzarlo sempre, mentre il 34% dice di usarlo “a volte” e l’11% “mai”; il 21% non risponde alla domanda. Questo dato ben evidenzia lo scarto esistente tra conoscenze
e comportamenti, confermando come non sempre le conoscenze teoriche si accompagnino ad adeguate competenze relazionali ed emotive.
Nonostante l’elevata percentuale di adolescenti che hanno già avuto esperienze sessuali, emerge dall’indagine che l’87,3% di
loro non si è mai rivolto ad un Consultorio Familiare.
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Sanità Camuna
Viene rilevato un diffuso desiderio di maggiori informazioni in ambito sessuale, soprattutto su aspetti riguardanti igiene e malattie sessualmente trasmesse, nonchè sessualità ed aspetti psicologici, e la convinzione che l’informazione sessuale determini
maggiore consapevolezza e rassicurazione (79,6%).
Al contempo viene confermato, come atteggiamento diffuso fra gli adolescenti, il ricorso alle indicazioni degli amici (circa 45%)
per approfondimenti sulla sessualità.
Questi dati confermano quanto gli adolescenti intrattengano, anche in quest’ambito, relazioni privilegiate con l’area del rischio
e diventi importante proporre loro percorsi educativi/preventivi efficaci.
Conclusioni
Il quadro emergente da questa indagine, arricchito anche dal contatto diretto con i ragazzi e le ragazze durante il percorso formativo, restituisce l’idea di adolescenti che complessivamente affrontano con naturalezza questa particolare fase di vita.
Dispongono di informazioni importanti, tuttavia a volte le utilizzano in modo superficiale e conservano convinzioni fondate su
credenze o sentito dire; sono interessati a conoscere, capire e soprattutto dialogare con i propri coetanei, ma anche con gli adulti se ne viene data l’opportunità.
Hanno una vita sessuale attiva e ne parlano più volentieri tra loro, anche se la famiglia, in particolare la madre, rappresenta comunque un punto di riferimento importante in questo ambito.
L’indagine conferma sostanzialmente quanto emerge da ricerche di più ampio respiro e soprattutto conferma che gli adolescenti, interessati alla sessualità, la sperimentano spesso senza avere informazioni corrette in merito e anche quando le hanno, tendono ad ignorarle.
è più facile per loro parlare delle esperienze sessuali con gli amici e trovare così risposte ai loro dubbi, piuttosto che rivolgersi agli adulti o ai Servizi.
Tutto questo suggerisce di sperimentare altri modi per raggiungere gli adolescenti, altre strategie che, utilizzando e valorizzando la comunicazione tra pari, riescano a veicolare e diffondere comportamenti protettivi e
responsabili per la loro salute.
L’elaborazione dei dati raccolti attraverso questa indagine è stata possibile grazie alla stretta collaborazione tra gli operatori sociali dei Consultori Familiari, che hanno partecipato al Progetto “Spazio Adolescenti 7”, e l’Osservatorio sulla Famiglia del Dipartimento ASSI.
Dr.ssa Carla Romele - Assistente sociale Consultorio Familiare di Darfo
Sanità Camuna
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PUNTO DONNA
UN NUMERO VERDE PER LE DONNE
Con questa iniziativa l’ASL di Vallecamonica-Sebino intende
mettere a disposizione delle donne, di ogni fascia di età, la professionalità e l’esperienza degli operatori dei Consultori familiari per dare una risposta diretta ed immediata ai bisogni, a volte drammatici, in cui la donna può trovarsi nel corso della vita.
Il riferimento è soprattutto rivolto alle situazioni di maltrattamento, di violenza psicologica, fisica e sessuale, alle maternità
non desiderate o vissute in situazioni di grande difficoltà, alle
conflittualità di coppia, ai compiti di cura ed assistenza di familiari disabili o non autosufficienti, a tutte quelle situazioni in cui
la donna si trova, in solitudine, a dover fronteggiare un enorme
carico emotivo e fisico.
Il PUNTO DONNA, che a partire dal 1° dicembre 2010 sarà attivato tramite il numero
verde 800 480288 dal lunedì al venerdì (9.00-12.30 - 14.00-17.00) garantirà la possibilità di
entrare in contatto telefonico diretto con un operatore qualificato, in grado di ascoltare ed accogliere con competenza i bisogni che la donna esprime e di attivare la presa in carico da parte
degli operatori dei Consultori familiari nel più breve tempo possibile, se la situazione dovesse presentare caratteristiche di urgenza, o di orientarla/accompagnarla all’accesso ad altri servizi, qualora si manifestasse l’esigenza di interventi non assicurati dal Consultorio familiare.
Con il PUNTO DONNA si vuole aprire un’ulteriore porta di aiuto alle donne che stanno vivendo in silenzio, magari con sentimenti confusi e contraddittori, una situazione difficile ed
hanno necessità di essere ascoltate ed accolte in modo non giudicante per riprendere fiducia
nelle proprie possibilità e per poter trovare una via d’uscita.
Aure Parolini - Direttore Dip. ASSI
Prevenzione e sicurezza
Parte con il nuovo anno il “PUNTO DONNA”, un numero verde dedicato alle donne, finalizzato all’ascolto, all’orientamento ed all’attivazione di una risposta immediata nei casi urgenti.
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Sanità Camuna
Prevenzione e sicurezza
Lavoratori Stranieri
INFORTUNI E SICUREZZA
Informazione per la prevenzione
Morti Bianche: una realtà purtroppo sempre presente nel panorama internazionale, nazionale così
come in Valle Camonica. Gli immigrati, di solito occupati nelle lavorazioni più rischiose, sono spesso
colpiti da questi eventi: in Vallecamonica nel 2010, 2 eventi su 4 sono accaduti a lavoratori stranieri.
Lo scorso anno quest’ASL ha distribuito un opuscolo tascabile in varie lingue, contenente tre informative
in materia di prevenzione sui seguenti temi:
INFORTUNI E SICUREZZA in Francese, Inglese, Arabo, Albanese e Rumeno.
SETTORE ALIMENTARE in Francese, Inglese, Cinese, Arabo, Albanese e Rumeno.
IMPIANTI DI RISCALDAMENTO in Cinese, Albanese e Rumeno.
Nel ricordare che il Lavoratore/Cittadino straniero interessato può reperire il tascabile presso L’ASL, che lo
consegna con la tessera sanitaria ai nuovi iscritti al SSN (ed a chi lo rinnova) e presso: le sedi CISL e CGIL
di Darfo, le ACLI di Darfo, la CARITAS a Darfo, CASA GIONA a Breno, l’AZIENDA Territoriale Servizi alla Persona di Breno e il CONSORZIO Dimensione Sociale a Darfo, e che tutte le informative elencate, tradotte in tutte le lingue indicate, sono disponibili sul sito www.aslvallecamonicasebino.it, la Redazione ha comunque ritenuto di riportare su queste pagine la parte riguardante:
INFORTUNI E SICUREZZA
Informazione per la prevenzione
NORMATIVA IN TUTELA DEI LAVORATORI
Decreto 81/2008 Testo Unico (TU) sulla sicurezza e salute sul lavoro.
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Il datore di lavoro deve:
• valutare i rischi presenti nelle varie situazioni lavorative ed elaborare il documento di valutazione dei rischi da conservare in azienda
• mettere in atto le necessarie misure di prevenzione;
• organizzare il Servizio di Prevenzione e Protezione e nominarne il Responsabile;
• designare il Medico Competente;
Sanità Camuna
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• scegliere i lavoratori addetti alle emergenze e alla prevenzione incendi e gli incaricati del pronto soccorso;
• provvedere a informare e formare i lavoratori sui rischi presenti in azienda e sulle misure di sicurezza messe in atto.
IL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (SPP)
È organizzato dal datore di lavoro ed è costituito da una o più persone scelte all’interno o all’esterno
dell’azienda. Affianca il datore di lavoro nella individuazione dei rischi lavorativi e delle misure di prevenzione e si riunisce periodicamente per verificare lo stato di attuazione di tali misure.
è il collegamento tra i lavoratori e le altre figure del sistema della prevenzione aziendale:
• deve ricevere dal datore di lavoro una adeguata formazione;
• deve acquisire tutte le informazioni riguardanti la tutela della salute e della sicurezza;
• può accedere ai luoghi di lavoro dove si svolgono le lavorazioni;
• viene consultato per la valutazione dei rischi, l’individuazione, la programmazione, la realizzazione e la
verifica degli interventi di prevenzione;
• partecipa alla riunione periodica con il datore di lavoro e il responsabile del SPP della azienda.
OBBLIGHI DEL LAVORATORE
Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, sulle quali possono ricadere gli effetti delle sue azioni o
omissioni.
In particolare:
• osserva le misure di sicurezza disposte dal datore di lavoro senza modificare i dispositivi e le protezioni;
• si sottopone ai controlli sanitari eventualmente previsti;
• partecipa alla nomina del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza;
• partecipa ai programmi di informazione e formazione sui rischi e sulle misure di prevenzione.
INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI
Per evitare gli infortuni è necessario che il lavoratore venga messo a conoscenza di tutte le possibili situazioni di pericolo connesse alla sua attività lavorativa e debitamente formata.
Prevenzione e sicurezza
IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS)
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Sanità Camuna
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
Viene effettuata dal medico competente e prevede visite mediche e eventuali esami necessari per verificare
l’idoneità dei lavoratori a una specifica mansione. Visite ed esami sono prescritti prima dell’inizio del lavoro (visita di pre assunzione) e poi con periodicità variabile (visita periodica). La sorveglianza sanitaria viene effettuata dal medico competente.
Prevenzione e sicurezza
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei lavoratori i dispositivi di protezione individuale idonei, cioè attrezzature destinate a essere indossate dal lavoratore per proteggerlo contro i rischi
che minacciano la sicurezza o la salute durante il lavoro.
I dispositivi di protezione individuale sono collegati al tipo di attività.
I principali sono:
• elmetto;
• scarpe di sicurezza;
• guanti;
• occhiali di protezione in caso di proiezioni di schegge o frammenti;
• maschere di protezione in presenza di polveri o aria inquinata;
• cinture di sicurezza nel caso di lavori in quota.
COSA FA L’ASL PER LA PREVENZIONE
L’ASL svolge la vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso ispezioni negli ambienti di lavoro, inchieste a seguito di infortuni gravi e malattie professionali; svolge inoltre attività di informazione e assistenza a imprese e lavoratori.
COMPITI DELL’INAIL
L’INAIL è l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e le malattie professionali e garantisce a tutti i lavoratori
infortunati o che hanno contratto una malattia professionale prestazioni economiche e sanitarie.
Le prestazioni sono dovute anche se il datore di lavoro non ha provveduto ad assicurare il lavoratore, in quanto si applica il principio
dell’automaticità delle prestazioni.
Sanità Camuna
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PROGETTO MALATTIE RARE
Ho una malattia rara... e adesso?
Dove e come posso curarmi ?
Sono queste le domande che si pone una
persona a cui è stata diagnosticata una malattia rara.
Il paziente si sente arrivare addosso una sentenza che lo inchioda alla sua malattia... spesso si sente abbandonato dalle istituzioni, in alcuni casi non ci sono cure approvate e nemmeno centri specializzati. La diagnosi di malattia rara è vissuta come un
trauma, a cui sussegue una sorta di smarrimento.
Ogni malattia rara interessa un piccolo numero di individui, ma solo apparentemente si tratta di un problema di poche persone.
Sono malattie spesso croniche e invalidanti e per la maggioranza di origine genetica. I sintomi sono difficilmente riconoscibili e
a volte quando la malattia viene diagnosticata è già in fase avanzata.
Regione Lombardia per dare priorità alle reali esigenze dei malati rari sta attuando un progetto per la prevenzione, la sorveglianza e la terapia delle malattie rare anche grazie alla presenza sul territorio di molti centri specializzati.
La vera innovazione di questo progetto consiste nell’attivazione da parte di ogni ASL lombarda di un centro dedicato.
L’ Asl di Vallecamonica-Sebino ha costituito un proprio gruppo di lavoro e ha attivato un numero telefonico apposito (0364
369.980) disponibile dal lunedì al venerdì delle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00, creato uno spazio sul sito internet aziendale www.aslvallecamonicasebino.it e attivato un indirizzo mail ([email protected]) in
modo che i pazienti, i familiari ed i medici si possano rivolgere per avere informazioni utili e immediate.
Lo spazio informatico è stato ideato con l’intento di agevolare il più possibile l’assistito fornendo le linee guida necessarie per
affrontare e snellire il percorso burocratico.
Consultandolo si potranno avere indicazioni in merito ai centri accreditati lombardi, al percorso da seguire per ottenere le esenzioni, l’invalidità, la fornitura di presidi e di farmaci.
è stata creata inoltre una sezione in cui è possibile porre domande e richieste di chiarimenti, attraverso la compilazione di una
scheda a campi predefiniti, la quale è inviata in automatico all’indirizzo mail apposito.
Chiunque necessiti di chiarimenti, spiegazioni e informazioni pertanto può:
• rivolgersi al numero telefonico dedicato;
• compilare la scheda informatizzata all’ interno del sito;
• inviare una mail;
• compilare il modulo cartaceo, presso lo sportello scelta e revoca delle sedi distrettuali di Edolo, Breno e Darfo BT, che verrà poi
inoltrato all’ufficio competente.
Con questo progetto l’Asl intende sollevare ed accompagnare il più possibile nell’iter amministrativo i malati e le loro famiglie,
spesso costretti a dover fronteggiare problemi burocratici, economici e frequenti spostamenti. “Collocare la persona al centro
dell’assistenza andando incontro alle sue necessità” ...insomma l’intento del gruppo di lavoro è anche quello di comunicare e
informare il più possibile, far girare le informazioni più che le persone.
Claudia Bonomelli - Referente amm.vo Gruppo di lavoro “Malattie Rare”
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Sanità Camuna
SCENDE LA SERA
Scende la sera e si desta il ricordo,
sale come il fumo di una candela
in volute dai confini del tempo.
Prima era stato il vento che spingeva
grosse nuvole grigie nell’aprile
quali un branco di elefanti in sfilata.
Prima la pioggia era caduta lenta
sulle tenere foglie, sui narcisi,
ed il cielo s’era fatto d’inchiostro.
Ma ora la calma scura della notte
accoglie il jazz che suona alla radio,
stende mantelli rossi alla memoria.
E tu ritorni, con l’esile corpo,
e sciogli i tuoi capelli sul mio viso.
(di DR)
è stata una battaglia durata diversi decenni quella che è stata condotta da alcuni medici e che ha portato l’Italia tra gli stati che
ora possono dirsi “CIVILI” che permettono la prescrizione degli oppioidi per bocca come un qualsiasi farmaco.
Le difficoltà burocratiche erano portate come giustificazione alla non prescrizione degli oppioidi e il mantenimento di terapie
spesso inadeguate al controllo del dolore.
Un’ampia indagine condotta in Europa ha rilevato che il 100% dei pazienti che hanno chiesto l’eutanasia l’han fatto per sfuggire ad un dolore incoercibile e di questi pazienti il 65% temeva la ricomparsa della sofferenza.
È a questi malati che abbiamo l’obbligo di dare una risposta. Immediata. Senza la scusa di intoppi burocratici.
A questi pazienti va ridata la speranza, la dignità, la possibilità di traghettare serenamente con il vento che soffia nelle vele.
Ho avuto modo di entrare nelle case di questi malati e toccare il grande coraggio che hanno, la forza e l’amore dei famigliari che
si trasformano in pochi giorni in coraggiosi sanitari pronti a gestire tutte le necessità del loro congiunto. Case che si trasformano
in piccoli ospedali per permettere al loro malato di essere circondato da ciò che ha di più caro: la sua famiglia.
Il Servizio di cure palliative domiciliari che oggi l’ASL garantisce è il servizio più importante che si può offrire a chi soffre, a chi ormai non ha più il tempo di andare alla ricerca di chi lo può aiutare.
I medici devono, e i famigliari possono, richiedere l’attivazione del servizio quando vi è necessità.
Quando i medici avranno certezza che tutti i malati hanno avuto una terapia adeguata alla loro sofferenza e
una morte dignitosa, solo allora potremo dire di aver mantenuto fede al Giuramento di Ippocrate. Dr.ssa Gloria Parolini
Sanità Camuna
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...CURE PALLIATIVE DOMICILIARI
OBIETTIVI RAGGIUNTI E PROSPETTIVE FUTURE
Nell’ottobre 2009, a seguito e come evoluzione logica di un importante percorso di formazione professionale, culminato nel Convegno del 21 novembre e che ha interessato operatori ospedalieri, del territorio e degli Enti erogatori di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), è iniziata la fase sperimentale delle Cure Palliative Domiciliari (CPD).
Ad un anno di distanza si traggono le valutazioni necessarie alla stabilizzazione ed al miglioramento del servizio, al fine di offrire
non solo in ospedale ma anche a domicilio un intervento qualificato al malato ed alla sua famiglia nella delicata fase terminale della vita, intrisa di profondi significati ed emozioni, paragonabili per intensità solo all’evento nascita.
Dal 15 marzo 2010 la legge 38 tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore, ora è nostro
compito e dovere promuoverle e garantirle.
L’obbiettivo che la nostra Asl si è impegnata a raggiungere è quello di consentire alla persona malata, nella fase terminale della
sua vita, di ricevere, da figure professionali diverse e competenti, un supporto al paziente e alla sua famiglia, volto a migliorare la
qualità della vita nella fase terminale.
Nel Servizio sono presenti anche due figure professionali con specifica preparazione, il medico palliatore e lo psicologo, l’uno per
intervenire sul controllo del dolore fisico, l’altro per la sofferenza psicologica, componenti comunque che s’intrecciano ed interagiscono a bilancia.
A fronte di una stima teorica di 200 persone all’anno che possono trarre beneficio dalle CPD nel territorio della Vallecamonica, i
dati raccolti evidenziano da un lato risultati positivi, ma contestualmente la necessità di diffondere maggiormente l’informazione
sulla possibilità di usufruire delle cure domiciliari per raggiungere la totalità dei potenziali utenti, ora siamo al 50 %, ossia a metà
percorso.
Persone assistite in CPD
N. Voucher erogati
Accessi totali
93
296
5728
Le persone seguite in CPD rappresentano il 23,5% della totalità delle persone con Assistenza Domiciliare Integrata. Oltre all’importante ed insostituibile ruolo della famiglia, i bisogni assistenziali delle persone seguite a domicilio in ADI sono prevalentemente di tipo infermieristico, di monitoraggio da parte del medico di famiglia (MMG), di assitenza alla persona (ASA/OSS), di consulenza psicologica e del medico palliatore.
accessi domiciliari per figura professionale (ottobre 2009 - ottobre 2010)
ACCESSI TOTALI INFERMIERE FISIOTERAPISTA ASA/OSS MEDICO di Famiglia PSICOLOGO MEDICO Palliatore
5.728
100%
4.150
72,45%
115
2,01%
689
12,03%
716
12,50%
43
0,75%
15
0,26%
Pur con diversi pesi, si nota che nelle CPD c’è una presa in carico “globale” dei bisogni della persona e della sua famiglia, che mira
alla cura sia degli aspetti organici che emotivi e psicologici.
Tra gli Enti erogatori che hanno aderito alla sperimtazione delle CPD, i 93 casi si sono ripartiti come da seguente tabella:
Voucher Totali
Distretto Socio
Sanitario ASL
Cooperativa
La Salute in Valle
Cooperativa
Margherita
Studio Infermieristico
Ass. Camuno
296
87
177
7
25
100%
29,39%
59,80%
2,36%
8,45%
Obiettivo a breve termine, entro fine anno, è la definizione di nuovi criteri di accreditamento alle CPD per gli Enti erogatori, ossia
la garanzia da parte della persona e dei suoi famigliari di ricevere dall’Ente scelto cure di qualità, fornite da operatori specificatamente formati per i bisogni dei malati terminali.
Dr. Ermanno Scotti
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Sanità Camuna
PERCHÈ L’INTERVENTO DELLO PSICOLOGO?
L’intervento dello psicologo nelle Cure Palliative Domiciliari è diverso dagli altri tipi di interventi psicologici. Lo psicologo entra “in punta di piedi” nell’intimità della casa, percepisce il calore e l’affetto della famiglia verso il malato
e accoglie il bisogno di tutti i componenti di esprimere liberamente la propria sofferenza.
Al termine della vita, ognuno di noi sente il bisogno di ripercorrere e riflettere
sulla propria esistenza, scelte ed errori. I familiari di fronte alla morte imminente di un proprio caro, se sostenuti, rinforzano il loro legame e a volte recuperano un rapporto che si è incrinato da tempo, riuscendo a cogliere quanto
di buono possa emergere dagli ultimi momenti di vicinanza fisica e affettiva.
Il rapporto psicologo-paziente nelle cure palliative è esclusivo, confidenziale, basato sulla fiducia, sull’ascolto e sul bisogno
del paziente di “affidare” i propri pensieri e le proprie sensazioni a qualcuno che non sia travolto quotidianamente dalla “tempesta emotiva”, determinata dal legame affettivo. Il paziente e i suoi familiari si sentono liberi di condividere con lo psicologo le
emozioni negative e le paure, che risultano troppo difficili da esprimere ai propri cari, ma che se vengono soffocate creano una
terribile sofferenza e solitudine.
È frequente, nel campo dell’assistenza domiciliare al malato terminale, assistere all’instaurarsi di un vero e proprio circolo vizioso
che, vede da una parte il malato (il più delle volte tenuto all’oscuro delle sue reali condizioni) alla prese con sentimenti di confusione, rabbia, solitudine destinati a non essere compresi e contenuti, dall’altra i familiari, a loro volta travolti da una pluralità di
emozioni di non facile gestione ed espressione. L’impasse che ne segue è segnata da incomprensioni, conflitti, vissuti abbandonici, sensi di colpa, ecc. La mancata considerazione degli aspetti psichici ed emozionali, rischia di amplificare i sentimenti di disagio, solitudine e dolore del malato e del suo contesto familiare.
Il lavoro dello psicologo, all’interno dell’équipe di cure palliative è orientato ad aiutare le famiglie e i pazienti a contenere ed elaborare tensioni e sofferenze, attraverso colloqui individuali, volti all’espressione del malessere e del disagio psicologico.
Supporto psicologico al paziente
La persona con diagnosi di malattia in fase terminale percorre inevitabilmente alcune fasi che possono manifestare più o meno
intensamente il suo malessere emotivo:
- Fase di negazione, di rifiuto: “Ma è sicuro, dottore, che le analisi sono fatte bene?”, “Non è possibile, si sbaglia!”, “Non
ci posso credere” sono le parole più frequenti di fronte alla diagnosi di una patologia organica grave; questo processo di rifiuto
della verità circa il proprio stato di salute può essere funzionale al malato per proteggerlo da un’eccessiva ansia di morte e per
prendersi il tempo necessario per organizzarsi.
- Fase della rabbia: dopo la negazione iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le
direzioni, investendo i familiari, il personale ospedaliero, Dio. La frase più frequente è “perché proprio a me?”. È una fase molto
delicata dell’iter psicologico e relazionale del paziente. Rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé.
- Fase della contrattazione o del patteggiamento: in questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare, ed
Sanità Camuna
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in quali progetti può investire la speranza, iniziando una specie di negoziato, che a seconda dei valori personali, può essere instaurato sia con le persone che costituiscono la sfera relazione del paziente, sia con le figure religiose. “se prendo le medicine,
crede che potrò vivere fino a…”, “se guarisco, farò…”. In questa fase, la persona riprende il controllo della propria vita, e cerca di riparare il riparabile.
- Fase della depressione: rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che
sta subendo o che sta per subire e di solito si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta. Questa fase è conseguente alla presa di coscienza di quanti aspetti della propria identità, della propria immagine corporea, del proprio potere decisionale e delle proprie relazioni sociali, sono andati persi e quanti altri si perderanno. In questa fase della malattia la persona non può più negare la sua condizione di salute, e inizia a prendere coscienza che la ribellione non è possibile, per
cui la negazione e la rabbia vengono sostituite da un forte senso di sconfitta.
- Fase dell’accettazione: quando il paziente ha avuto modo di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui, arriva ad un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere; durante questa fase possono sempre
e comunque essere presenti livelli di rabbia e depressione, che però sono di intensità moderata. Il paziente tende ad essere silenzioso, sono frequenti momenti di profonda comunicazione con i familiari e con le persone che gli sono accanto. È il momento dei saluti e della restituzione a chi è stato vicino al paziente. È il momento del “testamento” e della sistemazione di quanto
può essere sistemato.
Lo psicologo in ciascuna delle fasi può aiutare il paziente a gestire le sue emozioni e a rielaborare quanto gli sta accadendo.
Spesso il paziente soffoca i propri timori in merito alla malattia, alla sofferenza fisica e psicologica e soprattutto rispetto alla perdita della propria autonomia e dignità personale, alla paura di perdere il controllo, alla preoccupazione di sentirsi un peso per la
famiglia, non per ultima la paura della morte.
L’intervento dello psicologo consente al paziente di esprimere paure e forti emozioni senza che queste vengano vissute in maniera traumatica da persone strette a lui da un legame affettivo.
Sostegno rivolto alla famiglia
La gestione di un malato a domicilio ha un impatto notevole sulla vita quotidiana dei familiari non solo a livello di carico assistenziale, ma anche a livello emotivo e affettivo. I componenti della famiglia si trovano inizialmente disorientati, confusi e terrorizzati dall’inevitabile perdita del proprio caro. Oltre a un supporto tecnico assistenziale necessitano di un supporto nella gestione della relazione e della comunicazione con il familiare malato, e nella gestione delle proprie emozioni negative, legate al senso
di impotenza e alla sofferenza per l’inevitabile perdita della persona cara.
Per il familiare è estremamente importante riuscire a dare tutte le cure possibili e una vicinanza emotiva e affettiva al proprio caro,
con la certezza di aver fatto quanto possibile per fargli trascorrere al meglio l’ultima parte della sua vita.
È dimostrato che un adeguato accompagnamento del familiare nel percorso di assistenza e di accettazione della perdita imminente, facilita il processo di elaborazione del lutto.
Dr.ssa Silvia Cretti
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Sanità Camuna
SERVIZI SOCIALI, LA RISPOSTA DEI COMUNI…
A partire dall’anno 2000, attraverso la legge 328, tutti i Comuni Italiani si sono dotati di un innovativo sistema di programmazione delle politiche sociali sul proprio territorio: Il Piano di Zona.
Il Piano di Zona è lo strumento che la legge mette a disposizione dei Comuni di un Distretto per programmare in forma concertata tutti i servizi sociali per un arco temporale di tre anni.
I servizi che vengono programmati con il Piano di Zona, secondo l’indirizzo politico che stabilisce la Conferenza dei Sindaci, afferiscono a tutte le aree del Sociale: gli Anziani, le Persone Disabili, le Famiglie, i bambini, gli Immigrati, la Scuola e tutte le Persone con problematiche legate alle dipendenze, alla salute mentale ed all’emarginazione in genere.
Il percorso di Programmazione sociale del Distretto Valle Camonica Sebino è iniziato nell’anno 2002 con il primo Piano di Zona ed
è giunto oggi alla sua terza esperienza.
“La Valle Camonica è ormai alla sua terza significativa programmazione con il Piano di Zona ed in questi anni il sistema è evoluto da una modalità di delega quasi assoluta all’ASL ad un sistema che vede oggi i Comuni responsabili ed autonomi nelle scelte di politica sociale sul territorio”; è con queste dirette parole che Francesco Abondio, Presidente della Conferenza dei Sindaci del Distretto dall’anno 2004, descrive sinteticamente il grande processo di cambiamento politico
avvenuto nei Comuni in questi ultimi anni.
L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA VALLE CAMONICA
Ia TRIENNALITÀ 2003-2005
(per quasi tutti i Comuni delega all’ASL dei servizi, Comune committente ma senza autonomia programmatoria,
prime esperienze sui titoli sociali)
IIa TRIENNALITÀ 2006-2008
(sperimentazione delle forme di gestione associata e ritiro delle deleghe dall’ASL nell’anno 2007)
“L’interesse concreto dei Comuni nelle problematiche sociali, si evince poi dalle risorse sempre
maggiori che negli anni hanno appostato nei loro
bilanci, dai 2,35 euro dell’anno 2004 siamo arrivati alla quota di 16,35 pro capite prevista per il
2011!”, fa seguito poi il Vice Presidente Pierluigi Mottinelli, sottolineando l’impegno delle singole Amministrazioni Comunali (fig. 1).
Fig. 2
EURO/ABITANTE
IIIa TRIENNALITÀ 2009-2011
(evoluzione verso il sistema integrato di servizi alla persona)
Fig. 1
È sicuramente nell’evoluzione dell’impegno economico dei Comuni
che si può leggere quell’accresciuta volontà di occuparsi in maniera
efficace dei problemi e delle fragilità delle diverse comunità locali. La
spesa sociale totale del Distretto Valle Camonica Sebino è difatti coperta per quasi il 70% da risorse che provengono dai Comuni, dagli
Enti Comprensoriali e dagli utenti finali dei servizi.
(fig. 2).
“Lo sforzo del Piano di Zona non è però solo quello di allocare risorse” continua il Presidente Abondio “il fine ultimo
di questo sistema di programmazione è soprattutto garantire ai cittadini di tutta la Valle Camonica una rete di
servizi uniforme, efficiente e funzionale ai loro bisogni”.
Sanità Camuna
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Il sistema di welfare Camuno, attraverso un sistema uniforme su tutto il territorio, offre infatti oggi ai suoi cittadini una completa filiera di servizi sociali diurni, residenziali e domiciliari in risposta alle diverse aree di intervento sociale (fig. 3).
Fig. 3
Il Piano di Zona è però anche uno strumento di partecipazione collettiva che ha visto nel suo percorso di costruzione il coinvolgimento di numerosi attori del sociale privato e pubblico, “attraverso il coordinamento dell’Ufficio di Piano della Comunità Montana, vengono coinvolti nella stesura e gestione del Piano, più di 80 delegati provenienti da tutti gli attori sociali del territorio: le aziende dei Comuni, il terzo settore, la scuola, le organizzazioni sindacali, il mondo delle
RSA, l’ASL di Vallecamonica-Sebino…anche questo è un risultato importante!”, afferma Mottinelli che, sottolineando
l’importanza della condivisione aggiunge “un sistema di condivisione così articolato ed inclusivo è sicuramente garanzia della buona riuscita delle azioni progettate ed intraprese.” (Fig. 4)
Entrando concretamente nel merito dei servizi erogati in forma
associata dai Comuni attraverso il Piano di zona, emerge come
lo sforzo di uniformità di risposta sia palese e continuamente
perseguito attraverso un sistema capillare che serve ogni angolo del territorio, “in pochi anni siamo riusciti a costruire una rete di servizi davvero completa, basta pensare solo all’organizzazione del segretariato sociale sul
territorio con la presenza in tutti i Comuni di un’Assi-
Fig. 4
stente sociale pronta e preparata a dare risposte adeguate ai cittadini” afferma soddisfatto Abondio. “Non dimentichiamo poi come, con l’istituzione delle aziende
speciali, già dal 2007, sia stato possibile riappropriarsi delle funzioni proprie che i Comuni fino ad allora delegavano all’ASL: la tutela dei minori, la gestione della
rete dei servizi per i disabili e l’inserimento lavorativo
delle persone svantaggiate…” sottolinea Mottinelli.
In conclusione, un’idea completa della mappa di governo e gestione delle politiche e dei servizi sociali in Valle Camonica è
bene illustrata dalla figura 5.
Roberto Bellesi
Fig. 5
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Sanità Camuna
L’angolo dell’approfondimento scientifico
1992-2010: LA COLECISTECTOMIA LAPAROSCOPICA
IN VALLECAMONICA DIVENTA MAGGIORENNE
La prima colecistectomia laparoscopica fu eseguita a Lione nel 1987, in una giovane ragazza, dal Dr Philippe Mouret, da poco scomparso (foto a lato).
Forse allora neppure lui ne era pienamente consapevole, ma questa data segnò per tutto il
mondo l’inizio della chirurgia miniinvasiva, una delle più grandi rivoluzioni della chirurgia del
ventesimo secolo tanto che recentemente è stato detto che la storia della chirurgia si può dividere in un “prima” e in un “dopo Mouret”. Mouret fu naturalmente ai tempi definito dai
suoi colleghi, come ebbe a dire in una intervista, un “barjo”, cioè un folle.
La metodica, che ricordiamo prevede
l’asportazione della colecisti attraverso
delle piccole incisioni sotto controllo videoendoscopico, prese lentamente ma costantemente piede.
Successivamente altri chirurghi in tutto il mondo si cimentarono ad eseguire con tecnica laparoscopica i più disparati interventi che spaziano dalla ginecologia all’urologia, alla chirurgia toracica e a quella addominale maggiore.
Fra tutti questi interventi però la colecistectomia è ancor oggi l’unico intervento addominale per il quale la tecnica laparoscopica sia ritenuta unanimemente la migliore o, come si usa dire, il “gold standard”.
In altre parole se tanti altri interventi POSSONO essere eseguiti in laparoscopia, la colecistectomia nel 2010, fatte salve alcune limitate e ben codificate
controindicazioni, DEVE essere eseguita con metodica miniinvasiva.
schema di una colecistectomia
laparoscopica
In Vallecamonica le prime colecistectomie laparoscopiche furono eseguite a
Breno dal Dr. Huscher a partire dalla primavera del 1992, ancor prima quindi del trasloco nel nuovo Ospedale di Esine, e fummo allora tra i primi in Italia.
Ricordo ancora le grandi difficoltà che si incontrarono nell’iniziare una chirurgia nuova e così diversa da quella cui eravamo abituati, le perplessità che invariabilmente si generarono e soprattutto la grande fatica e tensione che i primi interventi comportavano (le prime colecistectomie, anche se si cercava di programmare per le prime volte dei casi ritenuti “semplici”, duravano all’incirca 3-4 ore con i chirurghi costretti in posizioni spesso francamente scomode!!).
Da allora sono passati ben 18 anni e quello che allora era considerato un intervento pionieristico ora è entrato nella nostra routine quotidiana: si pensi che attualmente una colecistectomia richiede un tempo di circa 40-50 minuti, talora anche meno, nei
casi più agevoli.
La tecnologia ci è poi venuta incontro mettendoci a disposizione dei dispositivi sempre più adeguati performanti e sicuri: si pensi ad esempio ai “trocars”, a quei dispositivi cioè che vengono introdotti nelle incisioni addominali e permettono l’entrata dei
vari strumenti.
I primi trocars assomigliavano più a dei pugnali che a degli strumenti chirurgici e come tali esponevano il paziente a potenziali
danni a carico dei visceri addominali ed i chirurghi ad ansie che è facile immaginare.
trocar di vecchia generazione
Sanità Camuna
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I materiali odierni possono essere smussi e quindi atraumatici oppure provvisti di sistemi di sicurezza tali da rendere oramai trascurabili le complicanze legate al loro inserimento.
A fronte di un intervento ormai codificato ultimamente emergono delle
novità anch’esse portate avanti da pionieri. Una è la cosiddetta NOTES
(natural orifice transluminal endoscopic surgery) tecnica che prevede l’esecuzione dell’intervento attraverso un solo strumento endoscopico introdotto attraverso orifizi naturali (cioè senza alcuna incisione cutanea), principalmente costituiti dallo stomaco o dal fornice vaginale. (foto a lato)
Altra è la SILS (single incision laparoscopic surgery) che realizza la colecistectomia mediante una sola incisione ombelicale con
un dispositivo e dello strumentario dedicati. (foto sopra)
Per il momento entrambe le tecniche sono frenate nella loro diffusione sia dai costi che dalla selettività nelle indicazioni che non
ne consentono ancora l’impiego su larga scala.
Il tempo ci dirà se avranno o meno un futuro e se potranno essere praticate come interventi routinari in tutti gli ospedali.
Dr. Roberto Cazzaniga - Direttore Chirurgia generale di Edolo
Intervento
laparoscopico
a Edolo
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Sanità Camuna
PATOLOGIE EMERGENTI
ANEMIA INFETTIVA EQUINA
L’Anemia Infettiva Equina, che non colpisce l’uomo, è senza dubbio una patologia di grande attualità, definita emergente
a seguito della sua larga comparsa nel territorio nazionale. Malattia virale causata da agenti infettivi del genere lentivirus, famiglia Retroviridae, che riscontriamo, sempre con maggiore frequenza, in forma atipica e/o con sintomatologia lieve od inapparente.
è praticamente presente in tutte le aree geografiche dove si allevano cavalli. Nel passato si riteneva che i pascoli e le aree paludose fossero responsabili della maggiore frequenza della malattia registrata in questi luoghi, venne anche denominata “febbre
delle paludi”; ma in realtà si riscontra anche a quote di tremila metri.
I casi registrati in Italia nel 2007 sono stati 356, nel 2008 sono stati 313, nel 2009 sono stati 71 e nei primi 10 mesi del 2010
sono stati 65. La Lombardia ha registrato 9 casi nel 2007 e 3 casi nel 2008. Il numero di cavalli stimato sul territorio Italiano è
di circa 380.000 capi.
Nella nostra ASL l’ultimo caso, registrato a Edolo, risale all’aprile 2007 ed interessò un cavallo di razza agricola - femmina - di 3
anni - positivo sierologicamente, che però non ha mai manifestato sintomatologia.
I soggetti sottoposti al prelievo per Coggins’s Test sono circa 1.200.
Trasmissione
Generalmente le infezioni ad andamento acuto si osservano nella tarda estate ed in autunno conseguenti alla puntura di insetti ematofagi. Lo Stomoxys calcitrans è l’insetto vettore maggiormente chiamato in causa nella trasmissione della malattia oltre
alle zanzare del genere Anopheles ed ai tabanidi.
Stomoxys calcitrans
Tafano
La diffusione della malattia, come predetto, avviene principalmente tramite l’azione di insetti vettori (trasmissione indiretta). Se
l’animale si trova nella fase febbrile il potere infettante del sangue è elevato.
Nonostante tutto l’anemia equina è una malattia poco contagiosa ciò è dato dal fatto che solo gli individui malati (non quelli
positivi al test) trasmettono la malattia; la stragrande maggioranza degli equidi trovati positivi al test di Coggins sono sani e lo
rimarranno tutta la vita almeno rispetto a questa malattia.
In sostanza l’insetto ematofago che punge un cavallo malato mantiene il virus nel suo apparato buccale per un periodo tra i 30
minuti e le 3 o 4 ore, tempo in cui è un potenziale veicolo di diffusione. Dato il breve tempo di sopravvivenza del virus nell’apparato buccale del dittero, è necessario che l’insetto che ha succhiato sangue infetto da un cavallo malato sia scacciato e vada
a pungere un altro soggetto per poter trasmettere il virus. Eventualità possibile anche se non particolarmente frequente. Riassumendo, per propagare l’infezione, è necessario che nella stagione calda l’insetto (d’inverno gli insetti ematofagi sono molto rari) succhi il sangue da un cavallo veramente malato (il 10% dei positivi) che sia in fase acuta o sub-acuta (una piccola parte di quelli malati), e che, scacciato da quest’ultimo, vada immediatamente a pungere un altro soggetto (evento molto raro).
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Pur tuttavia è possibile che il contagio avvenga anche per via transplacentare e per contatto diretto (stretta coabitazione e durante il coito) tra animale infetto e animale sano (trasmissione diretta); è quanto ordinariamente avviene nei puledri nati da madri infette, sia per lo stretto contatto sia per l’assunzione di latte contenente il virus della A.I.E. Da non sottovalutare la trasmissione iatrogena tramite aghi e siringhe contaminate dal virus. Dopo l’infezione, il periodo di incubazione si attesta intorno ai
15 gg. con fluttuazioni che vanno da 10 a 90 gg.
Sintomatologia
Certi cavalli non manifestano mai i sintomi della malattia. Il decorso della stessa è tipicamente caratterizzato da una enorme variabilità sintomatologica: si possono registrare episodi acuti della durata di pochi giorni a cui seguono intervalli di mesi od anni
in cui non compaiono sintomi.
Dal punto di vista accademico l’anemia infettiva è descritta in tre forme: acuta, subacuta e cronica.
Nelle forme acute i sintomi compaiono improvvisamente, c’è temperatura di 40-42°C per una/tre settimane, anoressia, sudorazione, grave anemia, ittero, petecchie soprattutto a livello sub-linguale, congestione ed edema delle mucose nasali ed oculocongiuntivali, scolo sieroso nasale, costipazione ed episodi colici, grave sindrome renale con albuminuria.
All’esame obiettivo generale si osservano l’edema (vedi foto sotto) all’entrata del petto, addome, prepuzio, parti distali degli arti,
nonché un significativo abbattimento del soggetto. Molto più frequentemente, in campo, è osservata la forma subacuta/cronica
che, oltre alla presenza di reazione febbrile intermittente, rappresenta in genere gli stessi sintomi descritti per la forma acuta ma
con comparsa ed intensità decisamente minore ed attenuata.
I soggetti in questa fase manifestano anemia, aumento della velocità di eritrosedimentazione, alterazione dei parametri enzimatici, principalmente a carico del fegato. L’anemia infettiva può essere, genericamente, letale per tutti gli animali infetti a condizione che gli stessi possano vivere sufficientemente a lungo per garantire il completo decorso della malattia.
Edemi entrata petto addome e prepuzio
Diagnosi
La diagnosi clinica si basa sulla raccolta dei sintomi patognomonici e ricorrenti nelle espressioni patologiche presenti; l’accertamento sierologico di conferma, test di Coggins, risulta discriminante nella formulazione della diagnosi e nella assunzione delle misure restrittive, cautelative e di profilassi (obbligo della denuncia - Decisione Commissione 2004/216/CE).
Normativa italiana in materia
Fino al 1994, nel nostro Paese, il controllo dell’Anemia Infettiva Equina era regolamentata, oltre che dal Regolamento di Polizia Veterinaria
320/54 (tutt’ora vigente ma modificati dal DPR 243/94 per quanto riguarda le modalità di revoca delle misure di focolaio), dal DM 4.12.76
che assicurava il controllo diagnostico individuale a tutti gli equini destinati a concentramenti e poneva di fatto gli ippodromi nella condizione di acquisire lo status di indennità da malattia.
In seguito all’insorgenza di casi di malattia nel 2006 l’Italia emana la prima OM 14.11.2006 recante: “Disposizioni urgenti in materia di sorveglianza dell’anemia infettiva degli equidi” l’attuazione della quale a partire dall’1.1.2007 fino alla fine di novembre del 2007, ha visto la notifica alla Commissione europea di 245 focolai di anemia infettiva degli equini, distribuiti sull’intero territorio nazionale; tale situazione ha reso
necessaria la reiterazione dei controlli con una successiva OM 18.12.2007: «Piano di sorveglianza nazionale per l’anemia infettiva degli equidi. » che obbligò l’effettuazione dei controlli per altri due anni cioè fino al 31.12.2009.
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Sanità Camuna
In seguito alla situazione favorevole e considerata la bassa presenza di capi positivi in data 8.8. 2010 è stata emanata l’ultima
ordinanza Piano di sorveglianza nazionale per l’anemia infettiva degli equidi che in sintesi prevede:
• È resa obbligatoria l’esecuzione di controlli sierologici almeno una volta ogni 24 mesi per l’anemia infettiva degli equidi su tutti gli equidi stanziali di età superiore a sei mesi, ad esclusione dei capi allevati unicamente per essere destinati alla macellazione, ai fini del consumo alimentare, purché non conviventi con equidi non allevati per fini alimentari.
• Non si intendono compresi nella categoria degli equidi allevati unicamente per essere destinati alla macellazione i riproduttori e i soggetti allevati unicamente per fini alimentari interessati alla «transumanza», che, pertanto, devono ugualmente essere sottoposti a controllo sierologico.
• Nelle regioni Abruzzo, Lazio, Molise e Umbria e negli allevamenti di tutto il territorio nazionale in cui sono allevati anche muli
la periodicità dei controlli è annuale.
• Gli Istituti Zooprofilattici sperimentali competenti per territorio sono gli unici competenti per le analisi.
• In caso di positività il campione di siero viene inviato al Centro di Referenza Nazionale per conferma della diagnosi.
• Non sono ammesse prove di laboratori indipendenti.
• In caso di positività viene posto sotto sequestro sia l’animale positivo che gli altri equidi presenti nello stesso centro. Il sequestro viene revocato solo dopo l’allontanamento o l’abbattimento del soggetto positivo e la conseguente ripetizione del test
sierologico a tutti gli equini del centro.
• I costi del campionamento, comprese le prove diagnostiche sono a carico del proprietario o del detentore dell’equide.
• In caso di allontanamento del soggetto positivo, la normativa vigente dispone che sia possibile isolare l’equide in modo che
non abbia contatti con altri equini.
Prevenzione e cura
Non esistono cure contro il virus, sono efficaci i mezzi di prevenzione tradizionali contro gli insetti ematofagi ma in ogni caso la
lotta a questi insetti risulterebbe insufficiente, mentre sarebbe più logico e corretto eliminare il serbatoio dell’infezione per prevenire ad una qualifica di territorio Ufficialmente Indenne da Anemia Infettiva Equina.
Nella nostra ASL i controlli sono effettuati dai Medici Veterinari Ufficiali, competenti per territorio oppure dai Medici Veterinari Liberi Professionisti accreditati.
Per informazioni chiamare il numero 0364 329.415 del Distretto Veterinario di Breno.
Dr. Enzo Antonini - Responsabile del servizio di sanità animale
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Notizie in breve
curiosando qua e là…
L’OLIO D’OLIVA PREVIENE LA COLITE ULCEROSA
Un recente studio condotto presso la “University of east Anglia’s School of Medicine”, nel Regno Unito,
ha evidenziato come nelle persone la cui dieta è ricca di acido oleico, il principale costituente dell’olio
extra vergine d’oliva, è fortemente ridotta la possibilità di sviluppare colite ulcerosa che provoca dolori,
diarrea e perdita di peso. Questo perché l’olio extra vergine d’oliva ottenuto tramite spremitura meccanica (meglio se a freddo) è un concentrato di virtù salutari. È infatti composto da grassi insaturi che
riducono la formazione di placche arteriosclerotiche nei vasi sanguigni e contiene inoltre importanti
antiossidanti quali: vitamina E, composti fenolici e tocoferolo. In pratica protegge fegato e bile e difende
le mucose intestinali, riducendo il rischio di stitichezza e ulcere.
Due consigli:
1 - L’olio novello, di colore giallo-verde, profumo intenso e sapore fruttato-piccante, è il più ricco di principi curativi e non va
consumato oltre i 18 mesi dalla spremitura. La raccolta delle olive inizia in ottobre, pertanto l’olio novello può essere disponibile
intorno alla seconda metà di novembre.
2 - In genere, nel condimento a base di olio extra vergine d’oliva, si aggiunge il sale che, notoriamente
danneggia la circolazione. Un’ottima alternativa al sale è costituita da rosmarino e salvia. Ecco come
preparare un buon olio aromatizzato:
Inserire in una bottiglietta da 250 ml. (meglio se di vetro scuro) 5 spicchi d’aglio, un rametto di rosmarino e qualche foglia di salvia; coprire con l’olio (meglio il novello!) e chiudere. Deve essere conservato
al buio per almeno 15 giorni, prima di essere consumato.
INVERNO, TEMPO DI MELAGRANA: UN PREZIOSO REGALO PER IL CUORE E...
Il succo di melagrana puro è un potente cardiotonico: un misurino al giorno è sufficiente per regolare il battito
cardiaco ed esercita un’azione “sgrassante” sul sangue perché elimina l’eccesso di trigliceridi, aiutando a
prevenire ictus e infarto.
La melagrana è una vera bomba di salute, è infatti ricchissima di vitamina C, tannini, magnesio, potassio e
composti fenolici che depurano tessuti, sangue e linfa, con un’azione protettiva nei confronti dell’apparato
digerente, (oltre che a quello vascolare, come sopra citato) eliminando le scorie intestinali più pericolose.
Se questo dono di Dio (non dimentichiamo che il famoso “pomo” responsabile della cacciata dell’uomo dal
paradiso terrestre, altri non era che la melagrana, simbolo di vita per eccellenza, visto che in Mesopotamia non
sono mai esistite le mele…) viene poi abbinato alla polvere di alghe, (meglio se brune, come Kelp o Kombu)
si ottiene un Super Vaccino.
L’alga infatti libera il fegato e il circolo da grassi
e colesterolo. Questo mix è quindi
utile per ridurre il colesterolo, prevenire ictus, infarto e arteriosclerosi, tonificare la tiroide e contrastare
le degenerazioni cellulari. Di fatto, questa bevanda, ottenuta mescolando
il succo puro di melagrana con la polvere di alghe, depura il colon, rinnova
il sangue ed aiuta a combattere l’insorgenza dei tumori.
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Sanità Camuna
TUMORI: CALORE PER POTENZIARE CHEMIO, IL POMA FA SCUOLA
Usare il calore per favorire l’azione della chemio: lo fa la Chirurgia toracica dell’Ospedale Poma
di Mantova, grazie alla ‘chemioterapia intraoperatoria ipertermica’. Questa innovativa tecnica
serve in particolare a combattere il mesotelioma pleurico, tumore che colpisce il polmone
in caso di esposizione all’amianto. “L’uso del calore insieme alla chemio, (…) è oggetto di un
protocollo elaborato da Andrea Droghetti, chirurgo del Poma, e dal collega Yasunori Matsuzaki
dell’ospedale di Miyazaki in Giappone, in collaborazione con il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Numerosi studi hanno evidenziato che l’ipertermia è in grado di potenziare l’attività terapeutica di molti chemioterapici, e di aumentarne la penetrazione nei tessuti tumorali e
di conseguenza l’efficacia’’. Per sostenere questa strategia di cura, il Poma ha acquisito alcuni
anni fa una speciale macchina che permette di eseguire la chemioterapia a 42°C già a partire
dal termine dell’intervento chirurgico. Nella struttura sono stati effettuati numerosi trattamenti
chemioterapici di questo tipo, sia per mesotelioma pleurico che per casi selezionati di carcinosi
pleurica, ‘’con ottimi risultati di sopravvivenza e qualità di vita (…) e senza aver osservato complicanze immediate o tardive’’.
Proprio per l’esperienza acquisita in questo ambito, la Chirurgia Toracica del Poma è sede di corsi di aggiornamento e addestramento per
personale medico (chirurghi-anestesisti) e infermieristico di tutto il territorio nazionale, dove tra le tecniche insegnate c’è anche quella della
chemioterapia ipertermica intraoperatoria.
Tratto dal Notiziario ANSA di Regione Lombardia dell’8 Ottobre
RICERCA: TROVATI GENI LEGATI A SLA CON AIUTO AUXOLOGICO
Setacciando il Dna, i ricercatori di 8 Paesi del mondo hanno svelato un altro dettaglio della Sclerosi laterale
amiotrofica, malattia neurologica a tutt’oggi incurabile. Per l’Italia è stato l’Istituto Auxologico Italiano di Milano a contribuire nel gettare nuova luce su un particolare gruppo di geni, strettamente associato ad alcune
forme della malattia che, prese insieme, rappresentano la stragrande maggioranza dei casi.
Lo studio ha unito gli sforzi, oltre che degli scienziati italiani, dei ricercatori di Regno Unito, Stati Uniti, Olanda,
Irlanda, Francia, Svezia e Belgio. ‘’Questo lavoro - spiega Vincenzo Silani, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’Auxologico, (…) ha permesso di identificare una regione localizzata sul cromosoma 9q21 quale
responsabile oltre che della forma sporadica, anche della Sla associata a demenza fronto-temporale familiare.
Infatti, nella regione identificata sono localizzati alcuni geni conosciuti che ora necessitano di essere studiati
per chiarire la possibilità che siano responsabili della malattia. La scoperta della porzione di Dna collegata
alla Sla rappresenta un passo sostanziale verso la definizione delle cause della malattia: solo attraverso questi
passaggi obbligati potrà essere approntata una terapia per i pazienti. Questa ricerca avvicina ancor più il giorno
in cui avremo chiarito i meccanismi patogenetici della malattia, dato che le forme sporadiche della Sla rappresentano più del 90% del totale’’.
Oltre a contribuire allo studio internazionale, i ricercatori guidati da Silani hanno anche completato la raccolta 2.000 campioni di Dna da
altrettanti pazienti italiani, colpiti da Sla sporadica, con l’intenzione di condurre uno studio autonomo tutto italiano da confrontare in futuro
con i risultati internazionali.
Tratto dal Notiziario ANSA di Regione Lombardia del 22 Ottobre
ALZHEIMER: CON STIMOLATORE MAGNETICO MIGLIORA LINGUAGGIO
Migliorare il linguaggio e la capacità di comprensione nei pazienti con Alzheimer grazie a uno stimolatore magnetico accostato alla testa. è
questo il frutto di una sperimentazione, ancora alle fasi iniziali, condotta dai ricercatori dell’IRCCS Centro san Giovanni di Dio Fatebenefratelli
di Brescia e dell’Università di Brescia, coordinata da Maria Cotelli e Carlo Miniussi. ‘’Lo studio, spiegano gli scienziati, mostra per la prima
volta un effetto a lungo termine di questo tipo di stimolazione in patologie particolarmente invalidanti come l’Alzheimer’’. Lo strumento,
aggiungono, è del tutto innocuo e utilizza le onde elettromagnetiche: i pazienti vengono sottoposti alla procedura a livello della corteccia
prefrontale, cioè accanto alla tempia sinistra, che ha tra le sue varie funzioni quella di controllare la corretta comprensione del linguaggio. Lo
studio ha dimostrato che l’applicazione di sedute ripetute migliora l’abilità di comprensione in pazienti con malattia di Alzheimer e che questo
miglioramento si mantiene fino a tre mesi dopo l’inizio del trattamento’’ (…)
Tratto dal Notiziario ANSA di Regione Lombardia del 5 Novembre
(Le notizie, tratte da varie pubblicazioni, sono state scelte a cura dello Staff della Comunicazione).
O
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N
E
S
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U
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I
Z
A
R
G
A:
Trafilix SpA
La TRAFILIX SpA di Esine, non certo nuova ad atti di generosità di questo tipo, ha donato all’ospedale di Esine - e più precisamente al Centro di Endoscopia ed al Servizio di Riabilitazione specialistica - apparecchiature per la riabilitazione (magnetoterapia, tens, ultrasuoni, laser), un armadio
per endoscopi completo e n.2 display medicale 24” Endovue completi del valore commerciale
complessivo di € 33.840,00, IVA inclusa.
Al Pronto Soccorso di Esine, ha poi donato un Ecografo MyLab25 del valore complessivo di
€ 31.200,00, IVA inclusa.
Gli operatori sanitari che potranno utilizzare attrezzature moderne ed efficienti e garantire così
un elevato grado di assistenza, si uniscono alla Direzione nel caloroso ringraziamento.
Queste nuove ulteriori donazioni coniugano imprenditorialità e solidarietà, tanto più apprezzabili in quanto rivolte ad un bisogno essenziale quale la salute.
Periodico trimestrale a carattere tecnico-informativo, ANNO VII - N. 4
ASL di Vallecamonica - Sebino - Iscr. Trib. di BS n. 10/2004 in data 8 marzo 2004
Sanità Camuna
L’Asl Informa
04/2010