Anno 2009 - numero 2

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Anno 2009 - numero 2
sommario
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sommario
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INAUGURATO IL NUOVO CENTRO
ODONTOIATRICO DELL’OSPEDALE DI ESINE di Eugenio Fontana
DEDICATO AI DIPENDENTI
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GLI STATI GENERALI in valcamonica
UNA SFIDA SUPERATA
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PARLIAMO DEL CRAL DELLA NOSTRA ASL
SARà PIÙ SEMPLICE DA DISTINGUERE
di Matilde Comensoli
di Walter Cenini
L’ANGOLO DELL’INFORMAZIONE
10 L’ASL INFORMA: LE NOVITÀ INTRODOTTE DALLA L.80 -2006
INERENTI L’ACCERTAMENTO DELLE INVALIDITÀ CIVILI
NEI MALATI ONCOLOGICI di Ivanna Lascioli
12 LA SANITÀ LOMBARDA TAGLIA LE ATTESE
SULLE PRESTAZIONI ONCOLOGICHE
Tratto da Notiziario Sanità Lombardia
13 PICCOLA STORIA DELLA MEDICINA
LA MEDICINA MEDIEVALE - II PARTE
di Daria Salvini
16 LÈGGERE CURA:
ANIMAZIONE LETTERARIA IN OSPEDALE
di Matilde Comensoli
17 PREVENZIONE E SICUREZZA (inserto)
NUOVI SCENARI PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA
NEGLI AMBIENTI DI LAVORO (III Parte)
di Franco Martello
21 ABIO CONCLUDE IN ALLEGRIA IL PROGETTO:
“UN DISEGNO PER UN SORRISO: COLORA IL TUO OSPEDALE”
di Matilde Comensoli
23 INFORMA FAMIGLIA
IL RUOLO DI: ASSISTENTE SOCIALE, PSICOLOGO E OSTETRICA
NEL CONSULTORIO FAMILIARE
di Barbara Baccanelli
27 RIVOLUZIONE DOLCE IN SALA PARTO
di Stefano Gioia e Lorena Barbetti
30 ZOONOSI: MALATTIE TRASMISSIBILI DAGLI ANIMALI
ALL’UOMO - INFESTAZIONE DA PULCI di Marcello Domenighini
33 NOTIZIE IN BREVE
Curiosando qua e là
35 RINGRAZIAMENTI
a cura dello Staff della Comunicazione
IL DOVERE DI INFORMARE
IL DIRITTO DI ESSERE INFORMATI
Il ciclo televisivo di informazione promosso dalla nostra Asl
risponde da una parte ad un dovere e dall’altra - quale interfaccia inscindibile - ad un diritto. In questa scelta nulla vi è di
autoreferenzialità e ancor meno di propaganda.
L’Azienda sanitaria non è un’azienda commerciale anche se
pure essa deve attenersi a precise logiche di marketing e comunicazione. è un’azienda che mira ad un “prodotto” del tutto
speciale e non negoziabile: la salute dei suoi cittadini,
ben sapendo che dire salute significa aprire subito gli orizzonti
vasti della prevenzione, della diagnosi e della cura. A questo
obiettivo l’Azienda indirizza ogni suo sforzo, ogni sua risorsa,
perché essa conosce la finalità primaria ed istituzionale del suo
esserci ed agire sul territorio. Così stando le cose, altro senso
non hanno i continui viaggi del nostro Direttore Generale in
quel di Milano, se non per chiedere e sollecitare investimenti
(incontrando comunque sempre attenti interlocutori) che si traducano in miglioramento delle strutture ed in qualità dei servizi
socio-sanitari. Certo, è stato detto inelegantemente che il DG
si limita “fare il compitino” che la Regione gli assegna. è il più
bel complimento che potesse ricevere. è proprio così, anche se il
termine “compitino” è alquanto infelice nella sua accentuazione
un poco dispregiativa.
I risultati raggiunti non sempre sono conosciuti nella loro potenzialità. Intendiamoci bene, conosciuti non già per ricevere
applausi ma per essere fruiti a vantaggio e a beneficio di quanti
sono costretti a rivolgersi alle nostre strutture ospedaliere (e
non solo). Se abbiamo raggiunto livelli di eccellenza, anche a
detta di molti che, dopo essere ricorsi alle cure del nostro presidio ospedaliero, inviano alla Direzione dell’Asl umili e sincere
testimonianze di gratitudine, è bene che ciò che si fa nei nostri
ospedali sia noto per essere - lasciate correre il termine - “sfruttato” al meglio. Per questo gli “speciali” televisivi che già stanno
andando in onda, non vedono come prevalenti protagonisti il DG
o i dirigenti sanitari e amministrativi, ma vedono in campo gli
operatori ospedalieri, i medici, gli infermieri, insomma quelli che
sono in prima linea. Da qui il taglio degli “speciali” e soprattutto
la loro destinazione che potrebbe essere riassunta in un motto:
Conosci il tuo ospedale per utilizzarlo al meglio.
Eugenio Fontana
Direttore Responsabile: Eugenio Fontana
Direttore Editoriale: Matilde Comensoli
Comitato di Redazione
Coordinatore: Gemma Torri
Daniele Venia
Dariella Salvini
Loredana Sanzogni
Editore
ASL di Vallecamonica - Sebino
via Nissolina, 2 - 25043 Breno (BS)
www.aslvallecamonicasebino.it
e-mail: [email protected]
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Litografia Bressanelli - Manerbio (Bs)
Sanità Camuna
Inaugurato
il
nuovo centro odontoiatrico
dell’ospedale di
Esine
Giovedì 2 aprile è stato inaugurato, all’interno dell’ospedale di Esine, il “Centro di Odontostomatologia - Asl di Vallecamonica-Sebino”.
è un traguardo significativo ed all’avanguardia, se si pensa che l’odontoiatria
si svolge prevalentemente al di fuori delle strutture pubbliche.
L’avvio di questo nuovo servizio è stato possibile grazie ad una convenzione
maturata fra l’ASL e la società privata Odonto Quality.
Il Centro si trova al piano terra dell’Ospedale, ed è in grado di erogare tutte le
prestazioni che oggi l’Odontostomatologia può assicurare, partendo dalle più
semplici, quali la semplice visita, l’igiene e la pulizia, la rimozione del tartaro,
la profilassi, la chirurgia estrattiva, l’implantologia e la terapia d’urgenza.
Sarà inoltre possibile usufruire della chirurgia avanzata maxillo-facciale, della
riabilitazione protesica mobile combinata e fissa e della terapia ortodontica
per bambini ed adulti, grazie anche alla collaborazione del reparto maxillo
facciale e degli altri servizi ospedalieri collegati.
I vantaggi della nuova struttura per i cittadini camuni sono molteplici, a cominciare dal contenimento dei costi, che dovrebbero essere abbattuti della
metà per gli interventi più impegnativi, proseguendo con l’accesso gratuito
ai controlli per i bambini e la particolare attenzione riservata ai
cittadini disabili, che spesso non accedono a questo tipo di cure. Si tratta dunque di un notevole sforzo per una
struttura pubblica, in grado di ampliare ed adeguare le proprie
risposte ai bisogni dell’utenza.
Tariffe
Le tariffe delle singole prestazioni sono quelle previste dal Nomenclatore Tariffario Regionale con partecipazione alla spesa
da parte del cittadino (Ticket).
Il Tariffario è in visione presso
il Centro Odontostomatologico. Le tariffe delle prestazioni
odontoiatriche escludono il
costo dei manufatti protesici, implantologici ed ortodontici.
Come prenotare?
Prenotazione
prima visita:
Sportello CUP c/o Centro di Odontostomatologia
dal lunedì al venerdì 8.30 - 19.00 Tel. 0364.369535
Call Center dal lunedì al venerdì 8.30 - 16.30
il sabato 8.30 - 12.30 Tel. 800.270.662
Call Center (solo per cellulari) Tel. 0364.439501
Accesso d’urgenza
dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 11.00
Rinvii e annullamenti
Sportello CUP c/o Centro di Odontostomatologia
dal lunedì al venerdì 8.00 - 19.00 Tel. 0364.369535
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Sanità Camuna
L’accesso alle prestazioni di Odontoiatria avviene sempre e solo previa prenotazione di prima visita.
Si può prenotare telefonicamente (vedi scheda) o direttamente allo sportello CUP dedicato presso il centro di odontoiatria.
Dopo la prima visita, in base al piano di trattamento, sarà indicata la/le prestazioni prioritarie da prenotare direttamente sempre allo sportello CUP dedicato presso il centro.
Accesso alla prestazione:
Per l’accesso alla prestazione occorre, solo per i pazienti LEA, l’impegnativa del Medico curante. Portare sempre la
Carta Regionale dei Servizi (CRS). Si consiglia di accedere alla visita odontoiatrica portando Rx Ortopantomografia,
se, ovviamente, in possesso.
Accesso in urgenza:
Dal Lunedì al Venerdì dalle 9.00 alle 11.00 (previo pagamento, allo sportello CUP-odontoiatria, del ticket della visita
generale). La visita odontoiatrica urgente si limita a risolvere lo stato di urgenza come l’infezione o l’emorragia e
non è sostitutiva di una visita generale di primo accesso. Le eventuali ulteriori prestazioni necessarie
al completamento della cura in oggetto, affinché sia risolutiva, dovranno essere differite in successivi
appuntamenti prescritti su apposita impegnativa.
UNA DOVEROSA PRECISAZIONE
Nell’ultimo numero di Sanità Camuna, nell’articolo incentrato sui nuovi Primari e, più precisamente, nello spazio dedicato al Dr. Vincenzo Zindato, sono state pubblicate alcune inesattezze
relativamente alle date, che qui di seguito si vanno a rettificare:
Il Dr. Zindato ha conseguito la Laurea in Psicologia nel 1986 e non nel 1990 - la specializzazione
nel 1986 e non nel 1994 ed ha iniziato a lavorare presso quest’Azienda nel 1990, anziché nel
1988. Naturalmente al Dr. Zindato vanno le più sentite scuse da parte della Redazione.
Sanità Camuna
Dedicato ai dipendenti
GLI STATI GENERALI IN VALCAMONICA
UNA SFIDA SUPERATA
Venerdì 26 giugno 2009, presso il Centro Congressi di Darfo BT, la Vallecamonica ha ospitato la quarta tappa degli “Stati generali territoriali del sistema socio-sanitario”.
L’evento, preparato da tempo e con la massima cura, ha visto una stretta e proficua collaborazione fra lo staff della Comunicazione
aziendale ASL e Regione Lombardia, con i suoi
partners per l’immagine.
Alla presenza dell’Assessore Bresciani, della
delegata Rosella Petrali - Dirigente Unità Organizzativa “Sistema Socio assistenziale”, latrice del messaggio dell’Assessore Boscagli, di
Francesco De Tomi, Dirigente della sede territoriale “Spazio Regione” di Brescia, dei nostri
Direttori Generale - Angelo Foschini e Sociale - Eliana Breda, del Presidente della Conferenza dei Sindaci, Francesco Abondio, del Presidente della Comunità Montana di Valle Camonica, Sandro Bonomelli, del Direttore Generale dell’AREU, Alberto Zoli e dei consiglieri regionali: Monica Rizzi, Margherita Peroni e Vanni Ligasacchi, e di
tutta l’alta Dirigenza dell’Azienda, si sono affrontati i problemi più pregnanti della sanità camuna.
è stato un susseguirsi di “cose fatte” e da “farsi”, sia da
parte del sistema regionale lombardo sia da parte della sua
più piccola (ma non per questo meno importante) ASL.
L’Assessore Bresciani ha definito la nostra ASL “…un castello sanitario che presidia la Valle, importante perché raccoglie le esigenze e fornisce ogni possibile risposta alle
domande dei cittadini”. Dopo aver illustrato le molte eccellenze del sistema sanitario lombardo, tra le quali la costituzione di una macroarea europea per lo sviluppo e il
trasferimento tecnologico, con la partecipazione di altre regioni italiane (Emilia-Romagna, Toscana e Province autonome di Trento e Bolzano), e regioni europee (Rhône-alpes,
Catalunya, Baden Württemberg, Andalusia e Alsazia), con il
contributo anche dello Stato di Israele.
Sono state create delle aree di trasferimento tecnologico anche in centro-sud America (Nicaragua, Costarica,
Honduras, Argentina, Uruguay). Infine la succosa anteprima della partecipazione della Carinzia alla costituenda “rete delle regioni alpine”.
Ha aggiunto inoltre che l’ASL di Vallecamonica-Sebino ha diritto di esistere perché “…è il riflesso di tutta la progettazione a livello regionale che vi ho illustrato ed è presente sul territorio per garantire al cittadino una sanità migliore, a più bassi costi, producendo più ricchezza e più lavoro”.
Il Direttore Generale Foschini e la Dr.ssa Breda, dal canto loro, hanno illustrato le imminenti prospettive di sviluppo della nostra realtà socio-sanitaria.
In primo piano i progetti di costruzione significativi come:
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Sanità Camuna
1. Costruzione di un BUNKER per l’attivazione di un programma di radioterapia per l’assistenza ai malati oncologici.
2. Costruzione di un edificio per i servizi psichiatrici (CPS-CRA-NPIA).
3. Realizzazione di un edificio per la collocazione degli ambulatori medici per l’esercizio della Libera Professione Intramuraria e della Scuola Infermieri.
4. Realizzazione del RACCORDO tra la STATALE N.42 ed il Pronto Soccorso di Esine.
5. Realizzazione del servizio di EMODINAMICA presso l’UO di Cardiologia di Esine.
6. Sempre presso il medesimo ospedale è stata recentemente accreditata una struttura per l’esercizio dell’attività ambulatoriale di odontostomatologia.
Un accenno a parte meritano:
7. il discorso Riabilitazione: Si sta conducendo una battaglia, volendo avviare un servizio di riabilitazione di
ampia gamma vale a dire, affiancando a quella motoria, anche quella cardiologica e neurologica.
8. il grande sforzo fatto volto sia al rinnovamento sia tecnologico (l’ospedale di Esine ha 15 anni - Edolo 35) sia
di percorso verso l’accreditamento all’eccellenza (le UO certificate sono 39).
Sanità Camuna
Infine ecco alcuni esempi di cose fatte in questi anni: Ortopedia, TAC, RMN, Ristrutturazione e messa a norma
dell’ospedale di Edolo, Digitalizzazione della radiologia ecc.
Sono poi stati descritti i progetti più significativi in campo sanitario.
Buona parte degli interventi sia del DG che del Direttore Sociale hanno riguardato il tema della prevenzione. Innumerevoli sono i Piani, i progetti e le iniziative che la nostra ASL sta portando avanti in questo campo. Sono
stati citati i più significativi, nell’ambito delle alleanze interne ed esterne che questa ASL sta creando e che stanno dando ottimi e gratificanti risultati.
Il DG ha poi esposto anche alcune delle criticità dell’azienda.
Ha presentato la situazione dei tempi d’attesa, ricordando che il presidio ospedaliero è dotato delle specialità
di base, ma anche di alcune dei livelli intermedi e superiori, sia pure in termini numerici relativi. Ciò, comporta
l’impossibilità di assicurare talune prestazioni ambulatoriali (mancando l’UO di ricovero e quindi il personale sanitario); ha citato ad esempio l’oculistica, (un solo medico) e la dermatologia e la difficoltà di soddisfare la domanda di altre prestazioni specialistiche, comunque erogabili, ma in termini limitati o modesti. Infine, ha aggiunto, le dimensioni, l’articolazione e le caratteristiche delle strutture non consentono particolari ulteriori azioni di
riorganizzazione né tanto meno economie di scala. Pur tuttavia ha potuto confermare che il complesso delle prestazioni erogate, sia pure con alcune aree di storica criticità, (oculistica, elettromiografia) appare sostanzialmente coerente con la domanda, accettabile con i bisogni assistenziali e compatibile con la realtà camuna.
Si è invece rilevato un netto miglioramento per quanto riguarda i tempi delle prestazioni ambulatoriali cardiologiche (es: EcoColorDopplerGrafia cardiaca) che costituivano una grossa criticità fino a poco tempo fa,
e così pure per le prestazioni Doppler agli arti.
La nostra offerta ospedaliera (domanda di ricovero) si può riassumere individuando 4 Aree:
Area senza concorrenza (es: psichiatria, pneumologia, medicina)
Si tratta di strutture che mancano di elevata specializzazione, mirate alla cura delle patologie più comuni e alla
soluzione dei casi urgenti. Anche per questo motivo i fabbisogni dei cittadini camuni non possono essere completamente soddisfatti.
Aree con forte concorrenza (es: chirurgica, ortopedica e materno infantile)
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Sanità Camuna
Aree strutturalmente critiche (es: Emodinamica e Riabilitazione cardiochirurgica)
Aree non attive in azienda, ove si assiste al “flusso” verso altre specialità che non possono essere presenti in Vallecamonica.
Grossa influenza ha pure il contesto geografico, infatti risulta maggiormente fidelizzata (67%) la popolazione della Media valle, laddove è situato, appunto, l’ospedale di Esine. Per l’Alta e Bassa valle (confinanti con
altre realtà sanitarie concorrenti) si riscontra invece un indice di “fedeltà” inferiore (59%).
A pochi giorni dalla convention si può constatare il successo dell’evento, che si è rivelato positivo e costruttivo,
nonostante una, purtroppo prevedibile, requisitoria da parte di un solo sindacato - intervento giudicato “fuori
luogo” dall’Assessore Bresciani - che comunque ha, in qualche modo vivacizzato l’atmosfera…
Gli addetti ai lavori sanno quanto impegno e lavoro servano per organizzare un meeting di queste proporzioni, quindi un grazie particolare va a tutti gli intervenuti che, in gran numero, hanno seguito i lavori con interesse ed attenzione, contribuendo alla riuscita della manifestazione, ma il ringraziamento più sentito va a tutti coloro che, più o meno nell’ombra, si sono spesi con generosità, professionalità e spiccato senso di appartenenza,
per il raggiungimento di un fine comune.
Fra questi voglio citare: Leo Cannillo - Luisella Bertazzo e Roberta Gorio di Regione Lombardia, Marcella Ubezio
e Chiara Franceschi di Multimedia, Paola Molteni e Laura Barone di abcomunicazioni.
Apprezzatissima la disponibilità di Alessandra Resta, del Centro Congressi e di Giovanni Mafessanti (Nuova Sicurezza del Cittadino gruppo Civis ) con il suo impeccabile servizio d’ordine.
Un grazie ed un abbraccio virtuale alle mie preziose collaboratrici che con la loro presenza elegante, ma discreta
e professionale, hanno reso perfetta l’organizzazione: Gemma, Lidia, Lucia Laura, Erica e Loredana. Infine
non posso non citare due collaboratori altrettanto preziosi che mi hanno sostenuto con il loro contributo durante tutto il periodo di preparazione; grazie a Fabrizio Ianniti e a Francesco Ferrè.
Matilde Comensoli - Direttore AGR/Comunicazione
Sanità Camuna
PARLIAMO DEL CRAL SANITÀ VALLECAMONICA
Il “CRAL SANITà VALLECAMONICA” è il circolo ricreativo aziendale della nostra ASL.
Possono aderire a questo circolo tutti i dipendenti di ruolo e non e i loro familiari, i pensionati, tutti i dipendenti delle ditte in appalto, i medici di base e da quest’anno tutti coloro che lavorano presso le Case di Riposo accreditate
con l’ASL.
Negli ultimi anni i tesserati sono passati dai circa 350 a 628 nel 2008, mentre quest’anno abbiamo ormai raggiunto
la quota di 700 iscritti. La nostra sede è presso il palazzo dell’ASL in Via Nissolina, 2 a Breno.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO È COSÌ COMPOSTO:
Presidente
Segret. e Tesoriere
Vice Presid.
Consiglieri
Walter Cenini
Andrea Gasparini
Giuseppe Chiappini
Rosanna Bellandi
Maria Lucia Calzoni
Maria Grazia Lardelli
Mirella Malisia
Paolo Peduzzi
Amneris Tobia
(Pensionato)
(Breno)
(Esine)
(Pensionata)
(Edolo)
(Breno)
(Edolo)
(Breno)
(Breno)
Ad ogni tesserato viene consegnato un libretto “GUIDA ALLO SCONTO”, con la descrizione di tutte le convenzioni stipulate per il triennio in vigore, con negozi di ogni genere, assicurazioni, ristoranti, piscine, cinema e tante altre attività che offrono sconti ai nostri tesserati.
Inoltre ora siamo affiliati all’ASSOCRAL (associazione dei CRAL in Italia) per ottenere sconti in tutta Italia e convenzioni a territorialità nazionale.
Organizziamo varie gite culturali e di divertimento nel corso di tutto l’anno, corsi di
vario genere: cucina, ballo ed altro. Abbiamo organizzato mostre per i dipendenti
che hanno vari hobbyes (pittura, scultura, ceramica, fotografia, ecc.)
Da qualche anno abbiamo istituito la consegna delle borse di studio ai figli dei dipendenti tesserati. Vengono premiati i ragazzi meritevoli della scuola secondaria,
delle superiori e della maturità per un totale di cinque borse di studio per un valore che va dai 200 ai 350 €.
Ogni anno c’è la nostra cena sociale per un divertimento fino a notte fonda.
Questo è ciò che in sintesi è il CRAL.
Se volete aderire o avere ulteriori informazioni siamo sempre a vostra disposizione.
Il Presidente: Walter Cenini
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Sanità Camuna
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L’angolo dell’informazione
L’ASL INFORMA:
le novità introdotte dalla L.80/2006 inerenti l’accertamento
delle invalidità civili nei malati oncologici.
La legge 80/2006 ha introdotto significative novità nel processo di accertamento delle minorazioni civili e dello stato
di handicap dei malati oncologici, novità che riguardano sia l’iter dell’accertamento medico-legale che la concessione degli eventuali benefici dallo stesso derivanti.
Il nuovo iter per i malati oncologici prevede che:
• l’accertamento sia effettuato entro 15 giorni dalla presentazione della domanda;
• il relativo verbale provvisorio diventi immediatamente efficace e possa pertanto essere utilizzato per richiedere tutti i benefici, di carattere economico e socio-assistenziale, previsti dalla normativa vigente;
• il verbale stesso debba essere sottoposto al giudizio della Commissione Medica di Verifica dell’INPS, che può disporre la sospensione della procedura.
Secondo le indicazioni fornite da Regione Lombardia vanno individuati, quali soggetti aventi diritto all’accertamento
entro 15 giorni dalla domanda, quei pazienti che risultino affetti da:
• patologia neoplastica maligna di prima diagnosi con documentata necessità di trattamento radioterapico o chemioterapico;
• recidiva di patologia neoplastica maligna con documentata necessità di trattamento radioterapico o chemioterapico;
• patologia neoplastica maligna metastatizzata o in fase terminale con compromissione delle condizioni generali ed
indicazione clinica al trattamento palliativo e/o assistenziale.
Per poter accedere alla procedura prevista per i malati oncologici è pertanto necessario che la domanda sia corredata da idonea documentazione sanitaria (certificato medico curante, relazioni di dimissione, referti visite specialistiche,
…), tale da consentire una puntuale individuazione della patologia nelle definizioni sopra indicate .
Verificata la sussistenza dei requisiti sopra richiamati ed effettuata la visita da parte della Commissione Medica
dell’ASL, verrà rilasciato il verbale provvisorio. Tale certificazione ha valore immediato: essa cioè è sin da subito utilizzabile e consente di accedere a ogni beneficio previsto dalle norme vigenti.
Si ricorda che al verbale provvisorio seguirà l’invio del verbale definitivo, approvato dalla Commissione Medica di Verifica dell’INPS o da nuovo verbale modificato a seguito dei controlli di legge effettuati dalla Commissione di Verifica stessa.
Nelle tabelle che seguono sono indicati i dati relativi all’attività di accertamento, degli stati di invalidità e di handicap nei confronti dei pazienti oncologici.
Nel periodo considerato (triennio 2006 - 2008) sono stati sottoposti ad accertamento medico-legale 461 cittadini affetti da patologia oncologica.
Il tempo medio di attesa tra la domanda e la visita è stato di 12 giorni.
Dati relativi ai pazienti oncologici nel triennio 2006 - 2008
Numero giorni di attesa tra la domanda e la visita
Anno
Giorni attesa
2006
2007
2008
15
11
9
L’89% ha avuto il riconoscimento di un grado di invalidità totale e/o con indennità accompagnamento. Per il 49% dei
giudizi è stato fissato un termine di revisione.
All’88% è stata riconosciuta la situazione di gravità di quanti hanno chiesto l’accertamento dell’handicap.
Per il 53% delle 263 valutazioni di handicap è stato fissato un termine di revisione.
Sanità Camuna
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Esito accertamenti invalidità
Invalidità
46-73%
Invalidità
74-99%
Invalidità
100%
Indennità di
accompagnamento
Totali
Prevista
revisione per
Numero
29
20
199
213
461
226
%
6%
4%
43%
46%
49%
Esito accertamenti handicap Legge 104/92
non
handicap
Handicap
(comma 1)
handicap grave
(comma 3)
Totali
Prevista
revisione per
Numero
2
30
231
263
140
%
0,7%
11%
88%
53%
Esiti per i quali è stato previsto un termine di revisione del giudizio medico-legale
Revisione a
meno di 1 anno
Revisione
a 1 anno
Revisione
a 2 anni
Revisione
a 3 anni
Revisione
a 4 anni
Revisione
a più di 4 anni
Numero
2
97
55
36
15
21
%
1%
43%
24%
16%
7%
9%
Accertamenti per classi di età
< 18 anni
18-64 anni
65-80 anni
> 80 anni
Totali
Visite
a
domicilio
Numero
1
218
182
60
461
156
%
0,2%
47%
39%
13%
34%
Dr.ssa Ivanna Lascioli - Direttore del Dipartimento Cure Primarie
Dipartimento Cure Primarie - Ufficio invalidi:
via Nissolina 2 - 25043 BRENO Tel. 0364329.262(361) Fax 0364329.212
orario al pubblico:
lunedì dalle ore 10,00 alle ore 12,00; martedì e giovedì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 14 alle ore 15.30.
e-mail: [email protected]
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Sanità Camuna
LA SANITÀ LOMBARDA TAGLIA LE
ATTESE SULLE PRESTAZIONI ONCOLOGICHE
(Notiziario Sanità Lombardia - Milano, 19 giugno)
Regione Lombardia taglia le liste d’attesa per le prestazioni legate a
malattie oncologiche, e prevede lo stop per le prestazioni private che
non rispettano i tempi massimi. Inoltre, le ricette per gli esami si potranno avere anche dal medico specialista, e non più solo da quello di famiglia. Sono alcune novità del provvedimento sulla gestione del servizio
sanitario 2009, da poco approvato dalla Giunta regionale su proposta
dell’assessore alla sanità Luciano Bresciani.
Nel dettaglio, le strutture che non rispettano i tempi d’attesa stabiliti
per le prestazioni cosiddette ‘extra budget’ (senza alcuna limitazione di
rimborso), la maggior parte delle quali riguarda l’oncologia, potranno
vedere sospesa la loro attività di libera professione fino a quando i tempi d’attesa, per le prestazioni svolte in regime pubblico, non siano almeno uguali a quelli delle prestazioni a pagamento.
‘’Dopo i provvedimenti dei mesi scorsi, che hanno portato all’adozione di nuove regole per l’accreditamento delle strutture, il controllo sulle
prestazioni ed all’ampliamento delle prestazioni ‘extra budget’ - commenta il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni - interveniamo sui tempi d’attesa di tutte le prestazioni, riducendoli ulteriormente. Si tratta di una decisione importante,
che viene incontro alle esigenze dei cittadini e alla loro domanda di salute. Il nostro sistema, già eccellente, è in
grado di progredire continuamente’’.
‘’L’altra novità del provvedimento - aggiunge Bresciani - riguarda le ricette per gli esami: i cittadini lombardi,
che sono i veri protagonisti del sistema,
non dovranno fare più la spola da
un medico all’altro per avere queste prescrizioni, come avviene spesso
oggi. Infatti i medici specialisti di tutte le strutture private accreditate e
dunque non solo gli ospedali, vengono
abilitati, nell’ambito della propria attività
istituzionale (esclusa quindi la libera professione), a fare prescrizioni per prestazioni di specialistica ambulatoriale (esami diagnostici) e riceveranno entro il
31 luglio l’apposito ricettario (rosso), per ora in dotazione ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli specialisti di strutture
pubbliche’’.
Scopo di questa decisione, conclude la Regione, è anche quello di migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni,
favorendo un’ulteriore assunzione di responsabilità da parte dei medici e dei professionisti sanitari che operano
sul territorio, anche grazie all’obbligo di indicare il quesito o sospetto diagnostico nella ricetta.
A cura della Redazione
Sanità Camuna
PICCOLA STORIA DELLA MEDICINA
LA MEDICINA MEDIEVALE
(IIa PARTE)
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Continua il nostro viaggio nella medicina delle varie ere.
Partiti addirittura dall’uomo delle caverne, dimostrando
come il bisogno di capire e quindi curare disturbi e malattie sia sempre stato presente e prioritario nella storia
dell’umanità, passati per la medicina nell’antico Egitto,
per quella greca, per quella romana e per quella medioevale, di cui ora trattiamo la seconda parte.
L’Europa alla vigilia della pandemia
La popolazione europea tra il 900 e il 1300 ha subito uno straordinario incremento demografico. L’Inghilterra meridionale, le valli della Senna e
della Loira, la zona attorno a Parigi, la valle del Reno e le città anseatiche in Germania, le Fiandre e Italia centro-settentrionale, sono popolati molto più densamente del resto d’Europa. Nel periodo non interviene alcun grande conflitto a bloccare lo sviluppo della società e i confini europei non
sono minacciati, né a sud dagli arabi né a est dai bizantini.
Nelle università fioriscono gli studi teologici e filosofici, mentre alle scienze naturali si dedica scarsa attenzione. Le poche conoscenze chimiche sono
impiegate nell’alchimia, l’astronomia è utilizzata per oroscopi e profezie. Poco o per nulla si sviluppano le scienze mediche. L’origine delle malattie resta oscura. La società medievale dispone di rimedi prevalentemente non sanitari: preghiera, penitenza, quarantena dei malati, sfollamento
delle persone sane e ricerca di capri espiatori. L’Europa avverte le avvisaglie della crisi a partire dal 1290. Si assiste a lunghi periodi di carestia, provocati dal raffreddamento del clima, la cosiddetta “piccola era glaciale” che perdura a fasi alterne fino alla prima metà del XIV secolo.
I prezzi dei cereali a Norfolk, in Inghilterra, mostrano che tra il 1290 e il 1348 vi sono stati diciannove anni
di raccolti scarsi. Ricerche analoghe svolte in Linguadoca segnalano vent’anni di produzione agricola insufficiente tra il 1302 e il 1348. Dal 1315 al 1317 la Grande Carestia infuria in tutta l’Europa settentrionale (fig. 2). Tra il 1325 ed il 1340 le estati sono state molto fresche e umide, con abbondanti piogge che aumentano l’estensione delle paludi e diminuiscono i raccolti. Tutte le città europee di quel tempo
sono vere e proprie discariche a cielo aperto, con cumuli di rifiuti giacenti a marcire per strada. La tragica
situazione igienica si aggrava per l’assenza di fognature, con rifiuti organici versati direttamente in strada
da finestre e balconi. È questo il quadro nel quale, nell’ottobre 1347, la peste fa la sua comparsa nei
porti del Mar Mediterraneo, a Messina, a Costantinopoli e a Ragusa (Dubrovnik).
Le cause nell’immaginario collettivo sono ascritte a gruppi marginali come le streghe e gli ebrei, questi ultimi da sempre perseguitati perché accusati di deicidio o reicidio cioè l’uccisione di Gesù. Le streghe sono
perseguitate poiché accusate di parteggiare per il demonio e di avere con questo rapporti carnali nel corso di rituali chiamati sabba, durante i quali sacrificano bambini e si beve il loro sangue (Fig. 3).
Serpeggiano altre ipotesi sul diffondersi della peste quali congiunzioni astrali sfavorevoli e punizioni divine.
La medicina dell’epoca non ha compiuto grandi passi avanti rispetto ai tempi dell’Impero RoFig. 2 Rappresentazione della grande carestia
mano: I medici, basandosi sulle conoscenze di Ippocrate e Galeno, pensano di poter guarire dalla peste eliminando dal corpo l’humus negativo, tagliando una vena al paziente e facendo uscire del sangue (cosa che contribuiva al diffondersi del contagio).
Gli uomini di fede ritengono che la peste sia stata mandata da Dio come punizione, perciò organizzano preghiere collettive, processioni, movimenti quali i flagellanti. Tali eventi collettivi hanno costituito
un’ottima occasione per veicolare l’agente patogeno per via respiratoria.
Fig. 3 Rappresentazione di un sabba di streghe
Scoppio della peste e diffusione in Europa
L’area di origine della pandemia sembra esser stata quella regione dell’Asia centrale a cavallo del Pamir dell’Altaj e del Tannu-Tuva. La causa scatenante parrebbe esser stata la moria di roditori dovuta alla
scarsità di cibo, conseguente all’irrigidimento delle condizioni climatiche. In assenza di roditori, le pulci
affamate, vettori del bacillo della peste, attaccarono anche l’uomo e gli altri mammiferi. I rifiuti abbondanti e a cielo aperto nelle città medioevali sono stati un’attrattiva irretibile per i roditori affamati: L’efficiente sistema di comunicazioni dell’Impero Mongolo ha favorito la propagazione del contagio in poco
tempo da un capo all’altro del continente asiatico, fino all’Europa che - geograficamente - altro non è
che una propaggine dell’Asia.(fig. 4).
Nel 1338, l’epidemia raggiunge le comunità afferenti alle Chiese orientali cristiane presso il lago IssykKul, nell’odierno Kirghizistan. Le prime testimonianze scritte sono state rinvenute proprio presso questo
lago, che costituisce una tappa obbligata sul cammino della Via della Seta. Nel 1345 si segnalano i primi casi a Sarai sul Volga meridionale e in Crimea.
Nel 1346 la peste miete le prime vittime ad Astrakhan. Lo stesso anno il morbo raggiunge i confini dell’Europa. La peste raggiunge Caffa, ricca colonia e scalo sulla via dell’oriente della Repubblica di Genova, nella penisola di Crimea. Le cronache dell’epoca riportano che gli assedianti gettavano con le catapulte i cadaveri degli appestati entro le mura della città. Gli abitanti di Caffa avrebbero immediatamente gettato in mare i corpi,
ma la peste comunque entra in città in questo modo.
La peste si introduce nella vasta rete commerciale dei Genovesi. A bordo delle navi, nel 1347, il contagio raggiunge ogni scalo commerciale, Co-
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Sanità Camuna
Fig. 4 Diffusione della peste nera dal 1347
(marroncino) al 1351 (giallo)
stantinopoli, Il Cairo e Messina. La città siciliana è stata la prima di tutto il Mediterraneo ad essere sconvolta dall’epidemia. Per limitare i rischi
di contagio, dopo il 1347 le navi, sulle quali si sospettava la presenza di peste, vengono messe in isolamento per 40 giorni (quarantena, dal francese “une quarantaine de jours”) per impedire che gli equipaggi mettessero piede
a terra, ma non impediva che lo facessero i ratti, contribuendo così alla diffusione della malattia.
Conseguenze demografiche della peste nera
Si calcola che la Peste nera abbia ucciso circa 25 milioni di persone, un terzo
della popolazione europea dell’epoca (fig. 5).
Più delle cifre sono i destini individuali a dare un’idea concreta delle devastazioni
della peste: Agnolo di Tura, cronista senese, lamenta di non trovare più nessuno che
seppellisse i morti e di aver dovuto seppellire con le proprie mani i suoi cinque figli.
John Clyn, l’ultimo monaco ancora in vita in un convento irlandese a Kilkenny, mette sulla carta, poco prima di morire egli stesso di peste, la sua speranza che all’epidemia sopravvivesse almeno un uomo, che potesse continuare la cronaca della peste che egli aveva cominciato.
Giovanni Villani, cronista fiorentino, viene stroncato dalla peste in maniera tanto repentina che la sua cronaca si interrompe a metà di una frase.
A Venezia muoiono 20 medici su 24, ad Amburgo 16 membri del consiglio cittadino su 20, a Londra
tutti i mastri della corporazione dei sarti e dei cappellai, un terzo dei notai di Francia, un terzo dei cardinali riuniti ad Avignone.
Alcune (rare) zone sono state quasi immuni dal contagio (Polonia, il Belgio e
Praga), altre invece quasi spopolate. In Italia la peste risparmia Milano, mentre
a Firenze uccide quattro quinti degli abitanti. Gli effetti sulla popolazione sono
senz’altro più gravi in Francia e in Italia che in Germania. In Norvegia la pandemia
ha colpito così tanto la popolazione da lasciarla senza sovrani. E’ per questa ragione che i tre regni nordici: Danimarca, Norvegia e Svezia si sono riuniti sotto la
guida della regina Margrete I di Danimarca.
Sono stati necessari alcuni secoli perché la popolazione europea ritornasse alla
densità precedente la pandemia. David Herlihy nota che il numero degli abitanti dell’Europa cessa di calare solo nei primi decenni del XV secolo e che nei cinquant’anni successivi rimane stabile, per poi riprendere lentamente ad aumenFig. 5 Rappresentazione della peste bubbonica
tare attorno al 1460.
I medici e la loro reazione
I medici dell’epoca sono disorientati di fronte al fenomeno. Le teorie mediche risalgono all’antichità, ad
Ippocrate e Galeno, secondo i quali le malattie nascevano da una cattiva miscela (discrasia) dei quattro
umori del corpo: sangue, flemma, bile gialla e bile nera.
L’idea stessa del contagio è sconosciuta e del tutto impensabile la trasmissione di malattie da animale a
uomo. Si pensa piuttosto che dei “soffi pestiferi” avessero trasportato la malattia dall’Asia all’Europa, oppure che la malattia sia causata da miasmi provenienti dall’interno della terra (Fig. 6).
Molti medici, di fronte alla peste, fuggono. Riferisce il cronista Marchionne di Coppo Stefani “Medici non
se ne trovavano, perocché moriano come gli altri; e quelli che si trovavano, volevano smisurato prezzo
innanzi che intrassero nella casa”. In caso di peste, l’unico dovere del medico è di invitare l’ammalato a
confessarsi. Il rimedio cui i medici più frequentemente ricorrono sono fumigazioni con erbe aromatiche.
Il Papa Clemente VI, per tutta la durata dell’epidemia ad Avignone, rimane rinchiuso nei suoi appartamenti, dove erano accesi grandi falò. È probabile che in questo modo sia riuscito realmente a sfuggire al
contagio: il calore allontana le pulci.
I consigli o regimi contro la peste che mostrano come difendersi dal contagio, divengono quasi un geneFig. 6 Il medico della peste
re letterario. Si consiglia di tener aperte solo le finestre rivolte a nord, perché i venti da sud, caldi e umidi, sono considerati dannosi. Il sonno durante il giorno è bandito, così come il lavoro pesante. Secondo molti, la peste colpisce le donne giovani e
belle. (in effetti, la peste contagia con maggior facilità più le donne degli uomini e più i giovani che gli anziani).
Il medico Gentile da Foligno elabora la teoria del soffio pestifero: una congiunzione sfavorevole dei pianeti avrebbe risucchiato l’aria dalla terra,
aria che sarebbe ritornata sulla terra in forma di “soffio pestifero”. La facoltà di medicina dell’Università di Parigi, incaricata da Filippo IV di Francia di redigere una relazione sulle cause dell’epidemia, fa propria questa tesi e così questa spiegazione assume grande autorevolezza e viene tradotta in numerose lingue europee.
A lungo termine la peste ha fatto sì che la medicina si emancipasse dalla tradizione galenica. La chiesa ha acconsentito che si sezionassero cadaveri, pur di scoprire le cause dalla malattia. La ricerca diretta sul corpo umano per mezzo di studi anatomici ha avuto un maggior impulso dopo la
Sanità Camuna
15
peste, un primo passo in direzione della medicina moderna e della scienza empirica. Ma dovevano trascorrere quasi duecento anni prima che Girolamo Fra Castoro (1483-1533) si confrontasse in maniera più sistematica con l’idea di contagio.
La peste e la società medievale
La peste è ritenuta una punizione divina. Movimenti religiosi nascono spontaneamente in conseguenza della peste, o nel timore dell’epidemia, e molti di
essi sfidano il monopolio ecclesiastico sulla sfera spirituale. La vita quotidiana è segnata da rogatorie e processioni. I flagellanti percorrono le strade delle città. Il culto di San Rocco, patrono degli appestati, diviene particolarmente
intenso e i pellegrinaggi più frequenti. In molti luoghi sorgono chiese votive e
altri monumenti, come le cosiddette “colonne della peste”, per la paura degli
uomini e per il loro desiderio di essere liberati dal flagello. L’economia non poteva reggere l’urto dell’epidemia. La mano d’opera moriva, fuggiva, o non riusciva più a svolgere il proprio compito. Per molti non aveva più senso coltivare
i campi, se comunque la morte ben presto doveva raggiungerli.
Fig. 7 Rappresentazione del Decamerone
La persecuzione degli ebrei
Boccaccio, nel suo Decamerone (fig. 7), annota: e in tanta afflizione e miseria della nostra città era la reverenda autorità delle leggi, così divine
come umane, quasi caduta e dissoluta tutta per li ministri e esecutori di quelle, li quali, sì come gli altri uomini, erano tutti o morti o infermi o sì di
famigli rimasi stremi, che uficio alcuno non potean fare; per la qual cosa era a ciascun licito quanto a grado gli era d’adoperare.
L’epidemia si accompagna ad una gravissima persecuzione degli ebrei.
I pogrom ebbero inizio quanto la popolazione esasperata individua negli ebrei i colpevoli della catastrofe.
L’accusa che gli ebrei avvelenassero fonti e pozzi cominciò a circolare agli inizi del 1348: in Savoia alcuni ebrei, inquisiti, sotto tortura avevano ovviamente ammesso questo reato. La loro confessione si diffonde rapidamente in tutta Europa e scatena un’ondata di violenze. Il 9 gennaio 1349,
a Basilea, viene uccisa una parte degli ebrei che vi abitavano. Il consiglio cittadino della città aveva allontanato i più agitati tra quelli che istigavano alla violenza, ma la popolazione si rivolta, costringendo gli amministratori a togliere il bando e a cacciare gli ebrei. Una parte di loro viene
rinchiusa in un edificio su un’isola sul Reno, cui poi è dato fuoco. Anche a Strasburgo il governo cittadino tenta di proteggere gli ebrei, ma viene
esautorato dalle corporazioni.
Nel marzo 1349, quattrocento ebrei di Worms preferiscono appiccare il fuoco alle loro case e morirvi che finire nelle mani della folla in rivolta. Lo
stesso fanno in luglio agli ebrei di Francoforte. A Magonza gli ebrei si difendono e uccidono duecento cittadini che li stavano attaccando.
Gli ebrei si suicidano e incendiano le proprie case. I pogrom proseguirono sino alla fine del 1349. Gli ultimi ebbero luogo ad Anversa e Bruxelles.
Quando l’epidemia termina ben pochi ebrei sono rimasti in vita tra Germania e Paesi Bassi.
Conseguenze a lungo termine della Peste nera
La Peste nera ha provocato un mutamento profondo nella società dell’Europa medievale. Dopo il 1348 non è più stato possibile mantenere i modelli culturali del XIII secolo. Le gravissime perdite in vite umane hanno destrutturato e ristrutturato nello stesso tempo la società. La peste è stata definita “l’ora degli uomini nuovi”: il crollo demografico ha reso disponibile vasti terreni agricoli e posti di lavoro remunerativi. Le corporazioni
ammettono nuovi membri, cui prima si negava l’iscrizione. I fitti agricoli crollano, mentre le retribuzioni nelle città aumentarono sensibilmente. Per
questo un gran numero di persone gode, dopo la peste, di un benessere che in precedenza era irraggiungibile.
L’aumento del costo della manodopera favorisce un’accentuata meccanizzazione del lavoro. Il tardo Medioevo diviene un’epoca di notevoli innovazioni tecniche, invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg e le armi da fuoco tra le più significative.
La Chiesa, cui moltissime vittime dell’epidemia avevano lasciato in eredità i loro beni, esce dalla peste nera più ricca, ma anche meno popolare di
prima, non essendo riuscita a dare una risposta soddisfacente al perché Dio avesse messo alla prova l’umanità in maniera tanto dura. Secondo alcuni storici, la Peste nera ha causato la crisi delle concezioni medievali di uomo e di universo, scotendo le certezze della fede che avevano dominato fino ad allora.
Il ritorno della peste nei secoli successivi
Si ritiene che lo stesso agente patogeno del 1348 sia responsabile delle periodiche epidemie scoppiate in Europa, con vari gradi di intensità e mortalità, ad ogni generazione fino al XVIII secolo. Tra queste, la peste del 1576-1577 (cosiddetta Peste di San Carlo) e soprattutto quella terribile abbattutasi nel Nord Italia nel 1630 e immortalata da Alessandro Manzoni ne I Promessi sposi. Da ricordare pure la grande peste di Londra del 16651666 e quella di Vienna del 1679. La peste di Marsiglia del 1720-1722 è invece considerata di origine vicino-orientale.
BIBLIOGRAFIA
• Klaus Bergdolt, La peste nera in Europa, Casale Monferrato, 1997
• Norman F. Cantor, In the Wake of the Plague – The Black Death and the Word
it made, Londra, 1997, ISBN 0-7434-3035-2
• Claudia Eberhard Metzger, Renate Ries, Verkannt und heimtückisch - Die
ungebrochene Macht der Seuchen, Basilea, 1996, ISBN 3-7643-5399-6
Daria Salvini
• Penso G. - Parassiti, microbi, contagi. Ed. Ciba 1989
• Penso G. -La medicina medioevale. Ed. Ciba 1991
• Premuda L. - Storia dell’Iconografia medica, Ed. Ciba 1993
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Sanità Camuna
“LÈGGERE CURA”
ANIMAZIONE LETTERARIA
IN OSPEDALE
Il 20 ed il 26 maggio, si sono tenute, presso l’ospedale di Esine, le prime delle quattro giornate previste dal progetto “Lèggere Cura”, organizzato dalla
Fondazione Cocchetti di Cemmo, con la collaborazione di quest’ASL ed il supporto del Sistema Bibliotecario della Comunità Montana.
L’ospedale di Edolo ha ospitato la manifestazione nelle giornate del 9 e 16
giugno.
L’iniziativa si basa sulla convinzione che “il corpo di una persona reagisca
meglio alle necessarie cure mediche se, in concomitanza, riceve una sollecitazione delle componenti intellettuali ed emotive”.
è un concetto ormai consolidato che le malattie non si curano solo con i farmaci ma che musica e lettura costituiscono validi supporti alla terapia.
La lettura ha il potere di trasmettere forti emozioni, di trasportare il lettore lontano, di lenire il dolore psicologico, di aiutare ad operare riflessioni positive che allontanano dall’autocommiserazione, di donare un sorriso, non
alle labbra, ma all’anima.
In quest’ottica sono stati scelti dei brani vertenti sul “Piacere di leggere” e “La storia si racconta”, “interpretati”
da quattro lettori, coordinati brillantemente dalla Prof.ssa Rosella Bianchi.
Ecco alcuni dei brani scelti per il ciclo “Piacere di leggere”:
“Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di L. Sepùlveda; “Memorie di una ragazza per bene” di S. De Beauvoir
e “Il barone rampante” di I. Calvino.
Per il tema “La storia si racconta” sono stati offerti dei brani tratti da leggende della tradizione locale quali:
“La pagana”, “La vendetta della zingara” ed il pezzo forte tratto da “La chimera” di Sebastiano Vassalli. Questi
brani si prestano particolarmente alla lettura drammatizzata a più voci.
Per quanto sia stato difficile coniugare questo momento di evasione con i meccanismi di cura e terapia dei degenti ma, soprattutto, fare breccia nella naturale diffidenza per tutto quello che rappresenta una
novità (se non addirittura, agli occhi di molti, una
stravaganza) quest’esperienza si può considerare, nel suo complesso, positiva.
L’intento prefissato era quello di offrire un gustoso passatempo per chi lettore lo è già ed offrire un’opportunità per avvicinarsi al meraviglioso mondo dei libri, per chi finora non ha avuto
l’occasione di incontrarli sulla sua strada e, al di
là dei freddi numeri, l’impressione è di esserci riusciti.
Matilde Comensoli
Responsabile della Comunicazione aziendale
Sanità Camuna
Questo è il terzo ed ultimo appuntamento
con “… la Prevenzione e la Sicurezza negli
ambienti di lavoro”, dove si illustra la strategia di intervento.
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NUOVI SCENARI PER LA
PREVENZIONE E LA SICUREZZA
NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Questo nuovo articolo sulla sicurezza del lavoro illustra gli obiettivi che Regione Lombardia ha definito per contenere il fenomeno degli infortuni sul lavoro e quali azioni l’ASL di Vallecamonica-Sebino sta realizzando per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Innanzitutto, grazie alla recente realizzazione di un Sistema Informativo Regionale della Prevenzione, oggi si è in
grado di offrire un tempestivo aggiornamento della situazione infortunistica da confrontare con i dati esposti nei
numeri precedenti di questa rivista.
Nella seguente tabella sono riportati i dati sintetici degli infortuni mortali sul lavoro avvenuti in Lombardia, registrati negli anni 2009 e 2008, accaduti nel primo quadrimestre di ogni anno, per macro settori di lavorazione. La fonte
dei dati è costituita dal Registro regionale infortuni mortali, alimentato dalle AASSLL lombarde.
periodo
anno
totale
gen/apr
2009
2008
settore
agricoltura
edilizia
industria
trasporti/logistica
altro
15
3
4
6
1
1
23
6
5
8
2
2
Questa situazione, che conferma l’andamento positivo già delineato negli ultimi anni, è territorialmente attribuibile alle AASSLL, così come risulta nella tabella a fianco.
Tuttavia gli infortuni lavorativi rappresentano un problema significativo di salute pubblica, per le rilevanti dimensioni che comunque mantiene e per la diffusione capillare del fenomeno,
per le significative conseguenze sanitarie, sociali ed economiche, dirette ed indirette, sia per l’individuo che per le imprese e
per la società in generale. Aspetti individuali e sociali, lavorativi ed extralavorativi, interagiscono tra loro in maniera multiforme. è altresì noto che le cause del fenomeno infortunistico sono
molteplici e coinvolgono in varia misura ed interazione aspetti
strutturali e tecnici, organizzativi e procedurali, di informazione
e formazione, individuali e sanitari. La letteratura mostra come
l’analisi multidisciplinare, che comprenda la valutazione dei
molteplici aspetti, epidemiologici, organizzativi e sanitari, svolta anche con il coinvolgimento delle professionalità disponibili
in azienda, dei responsabili e gli addetti SPP in particolare, degli
RLS, dei Medici Competenti, sia essenziale da un lato per valutare le reali dimensioni del fenomeno e dall’altro per progettare ed attuare le migliori soluzioni di salute e sicurezza
concretamente praticabili in azienda e per valutarne successivamente l’efficacia.
INFORTUNI MORTALI ACCADUTI SUL LAVORO
SEGNALATI DALLE ASL NELL’ANNO 2009
Aggiornamento al 27 aprile 2009
Asl
N° Infortuni mortali
BG
BS
CO
CR
LC
LO
MN
MIC
MI 1
MI 2
MB
PV
SO
VCS
VA
1
5
TOTALE
15
2
2
1
2
1
1
Prevenzione e sicurezza
L’ANDAMENTO degli infortuni mortali sul lavoro nel biennio 2008/2009.
Prevenzione e sicurezza
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Sanità Camuna
PIANO REGIONALE 2008-2010 PER LA PROMOZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE
Il “Piano regionale 2008-2010 per la promozione della sicurezza e della salute negli ambienti di lavoro” rappresenta,
da un lato, il frutto di una azione costante di Regione Lombardia sugli ambienti di lavoro sviluppata nel corso degli ultimi dieci anni e potenziata ulteriormente a partire dal 2004, e dall’altro testimonia l’esigenza di un ulteriore impegno
nello sviluppo di politiche ed azioni trasversali ed integrate in materia di sicurezza e salute negli ambienti di lavoro.
Per questo il Piano Regionale ha introdotto significativi elementi di novità che agiscono su diverse direttive:
- definizione di ruoli e funzioni di tutti i soggetti coinvolti attraverso una sempre maggiore responsabilizzazione del
titolare d’impresa, la promozione di sinergie con enti e associazioni di categoria in una logica di sistema regionale,
la revisione delle modalità d’azione della Pubblica Amministrazione;
- fissazione di obiettivi strategici quantificati e verificabili sulla base di dati ufficiali (INAIL, con riferimento ai dati
2006):
• riduzione del 15% degli infortuni sul lavoro avvenuti
• riduzione del 10% degli infortuni mortali e degli infortuni gravi
• riduzione del 10% delle non conformità a norme di legge o tecniche
• riduzione del 15% degli infortuni denunciati nelle aziende con SGS (Sistema Gestione Sicurezza) e comportamenti
etici, al fine di misurare concretamente l’incidenza reale delle politiche messe in opera.
- centralità dell’impresa come soggetto attivo per la sicurezza e la salute sul lavoro, nonché previsione di meccanismi
premiali per le aziende virtuose (riduzione premi INAIL, diminuzione dei controlli, eventuali sgravi IRAP);
- incremento del numero dei controlli nelle aziende, con priorità di intervento nei comparti più a rischio, sulla base del
rischio individuale, graduazione della tipologia e frequenza dei controlli;
- integrazione tra gli operatori delle ASL preposti alle attività di vigilanza e i diversi attori esterni del sistema di prevenzione, attraverso la reciproca informazione, la collaborazione ed il coordinamento degli interventi (Direzione Regionale del Lavoro, INAIL, Corpo dei Vigili del Fuoco, Università, ISPESL, Prefetture, Magistratura, Associazioni scientifiche);
- realizzazione del Sistema Informativo della Prevenzione per l’offerta di servizi informativi “unificati”, omogenei, aggiornati, autorevoli.
Le risorse per la realizzazione dei controlli, sono state individuate con la DGR n.VIII/5743 del 31 ottobre 2007 “Determinazioni in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario regionale per l’esercizio 2008”, e consistono in:
- il finanziamento, pari a 20 milioni di €, riservato ai Dipartimenti di Prevenzione delle AASSLL;
- la sostituzione del 100%, in deroga al limite del 50%, prevista per il personale cessato addetto alle attività di prevenzione e controllo.
LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELL’ASL DI VALLECAMONICA-SEBINO
Le attività istituzionali assegnate dalle Leggi di Istituzione del
Servizio Sanitario ed altre normative vigenti nell’ambito del Servizio PSAL, sono numerose e impegnano gran parte delle risorse
disponibili (inchieste per infortunio e malattia professionale, attività medico legali, pareri amministrativi, sportello informativo,
ecc); Inoltre i Piani Attuativi Locali (PAL) hanno definito i settori
prioritari di intervento nei quali viene data continuità di controllo: Costruzioni, Agricoltura, Sanità, Tumori Professionali, Stress
e lavoro e Lavori temporanei in quota.
L’impegno dell’ASL è di realizzare - nell’anno in corso - 576 controlli di cui il 60% nelle aziende con indice di rischio elevato. In
questa sede tuttavia ci si concentra sugli interventi di prevenzione degli infortuni sul lavoro, fenomeno che riguarda soprattutto il settore delle costruzioni e
della metallurgia.
Comparto Edilizia
Per il settore edile si evidenzia la collaborazione tra ASL Brescia, ASL di Vallecamonica-Sebino, INAIL, INPS e Direzione
Sanità Camuna
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Comparto Agricoltura
Per il settore agricolo si prevede di diminuire l’attività di ispezione ed aumentare l’attività di informazione
e
formazione. Tale scelta è dovuta a quanto emerso dai
controlli già effettuati su aziende agricole ed al fatto che
in Vallecamonica l’attività agricola e di allevamento è
condotta prevalentemente da piccole imprese spesso a
conduzione familiare e da un ridottissimo numero di realtà produttive con dipendenti; si è rilevata in genere
una scarsissima conoscenza delle norme a tutela della
salute e sicurezza dei lavoratori. Il Servizio PSAL garantirà tuttavia l’effettuazione dei controlli richiesti dalla Regione sul rispetto delle nome in materia di igiene e sicurezza del lavoro presso le aziende agricole che hanno
avuto accesso ai finanziamenti secondo il Piano di Sviluppo Rurale 2007/13. Per incidere su tale situazione è stato costituito un sottogruppo della Commissione Provinciale ex art. 27 che svilupperà una stretta collaborazione tra ASL, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali e
verranno intraprese iniziative riguardanti l’informazione sui rischi lavorativi del settore.
Pertanto l’attività nel comparto si svilupperà come di seguito indicato.
- Proseguirà l’attività di vigilanza nelle aziende agricole secondo una nuova programmazione come sopra indicato;
- Divulgazione delle Linee Guida per la prevenzione dei rischi per la salute e per la sicurezza e la sorveglianza sanitaria nel settore cerealicolo, predisposte in collaborazione con la UOOML e con l’Asl Brescia;
- Visto l’elevato numero di infortuni sul lavoro legati al ribaltamento di mezzi agricoli, verrà promossa la collaborazione tra Asl (PSAL), Comuni (Polizia Locale) e Provincia (polizia Provinciale, INAIL relativamente ai controlli riguardante la sicurezza dei lavoratori agricoli come da DGR 5208 del 2.8.2007.
Attività di formazione.
In riferimento all’attuazione dell’accordo tra Governo e Regioni in materia di formazione degli addetti e responsabili
SPP, addetti al montaggio ponteggi e ai lavori in quota con utilizzo di funi, il Servizio SPSAL, così come indicato dalle
circolari regionali 13/SAN, 21/SAN, 32/SAN del 2006 e 24/SAN del 2007, svolgerà un ruolo di governo di tali iniziative nel territorio al fine di razionalizzazione l’offerta formativa e garantirne l’appropriatezza.
LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SICUREZZA
Il rispetto del vincolo legislativo costituisce fondamento per migliorare il livello di sicurezza negli ambienti di lavoro,
ma è opinione altrettanto condivisa che sia indispensabile anche la promozione di una cultura della sicurezza che
favorisca l’osservanza delle disposizioni normative e l’adozione di comportamenti sicuri a prescindere dalle disposizioni di legge.
Va innanzittutto osservato che il nuovo approccio delle norme europee in materia di prevenzione nei luoghi di lavoro, recepite nel recente testo unico D. Lgs. 81/2008, individuano nel lavoratore un “soggetto attivo” con compiti di
partecipazione e consultazione, fondamentali al fine di attuare le misure cautelative necessarie. Ciò permette il superamento dell’impostazione normativa degli anni ’50 (in vigore fino a ieri) in cui il lavoratore era individuato come
un “soggetto passivo” destinatario di “condizioni di lavoro sicure” che erano esclusivo dovere del datore di lavoro. È
Prevenzione e sicurezza
Provinciale del Lavoro, per un’azione coordinata per la realizzazione di sopralluoghi comuni, condivisione delle informazioni sull’esito delle ispezioni, momenti di formazione comuni, come da protocollo d’intesa fra gli Enti firmato il
4.7.2007, condivisione dei dati fra gli Enti, per mezzo del portale messo a disposizione dalla Provincia di Brescia.
Per le attività di vigilanza e controllo nei cantieri è previsto il contributo degli operatori del Servizio “Sicurezza del lavoro e impiantistica” nell’ottica del coinvolgimento dell’intero sistema di prevenzione dell’ASL.
Proseguiranno le attività di formazione/informazione alle figure di sistema (capicantiere, datori di lavoro, coordinatori per la sicurezza, RLS); visto l’esito positivo dell’esperienza condotta con la ASL Brescia e gli Ordini/Collegi professionali per la definizione di regole condivise di comportamento dei CSP - CSE si ritiene opportuno dare continuità a
questa esperienza. I controlli previsti nei cantieri nel 2009 sono un minimo di 162.
Prevenzione e sicurezza
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Sanità Camuna
fondamentale quindi che i lavoratori siano destinatari di adeguate attività di informazione, formazione, addestramento e divengano detentori di quel “saper essere” che li guidi nell’adozione di comportamenti sicuri.
La necessità di attivare iniziative di promozione della cultura della sicurezza emerge poi da numerose evidenze: sempre più spesso fra i determinanti degli eventi infortunistici si ravvisano aspetti riguardanti la percezione individuale del
rischio ed il comportamento dell’individuo, aspetti che solo parzialmente trovano risposta nell’adempimento normativo. La necessità oggi in termini formativi dei lavoratori è l’acquisizione di competenze, superando la semplice conoscenza di nozioni e procedure operative specifiche, che accrescano la capacità individuale di valutare le situazioni a rischio e di adottare le precauzioni adeguate. Queste competenze devono appartenere all’individuo al
fine di essere applicabili in contesti professionali diversi: queste peculiarità sono fondamentali oggi in un mondo del
lavoro caratterizzato da una marcata fluidità dove il lavoratore è sempre meno legato alla singola realtà lavorativa.
Analizzare il fenomeno degli infortuni professionali nella sua complessità porta poi a coglierne i molti punti di contatto con altri eventi che appartengono alla vita privata e al tempo
libero: l’ambiente domestico rappresenta per tutte le fasce di età il
luogo dove accadono incidenti spesso gravi (8.000 mortali all’anno) e le similitudini fra gli incidenti domestici e gli infortuni sul lavoro sono forti e ci confermano, se ce ne fosse bisogno, che le azioni di promozione della cultura della sicurezza devono essere rivolte
alla “persona” prima ancora che al lavoratore, al giovane o all’anziano. Le stesse competenze sono poi indispensabili anche per una
prevenzione degli incidenti stradali, altra emergenza sociale.
Sono pertanto maturi i tempi per investire nella promozione della cultura della sicurezza, rivolgendosi a coloro che saranno i cittadini di domani. Ed è proprio su questo fronte che questa Azienda si sta impegnando, promuovendo percorsi educativi destinati a
divenire parte integrante dei Piani di Offerta Formativa degli Istituti scolastici.
Il territorio, attraverso le amministrazioni comunali, ha espresso il
bisogno di educare i giovani alla sicurezza facendo sì che la
scuola diventi il luogo privilegiato dove educare e formare i ragazzi, affinché sappiano interpretare correttamente la
complessità della società moderna e, contestualmente, possano assumere, nella quotidianità, i necessari atteggiamenti di autoprotezione.
A questo fine, il 13 febbraio scorso è stato stipulato un protocollo d’intesa fra quest’ASL, gli Istituti Comprensivi di Bienno (promotore dell’iniziativa), Darfo II, San Zeno, Istituto Ghislandi, Saint Gorge School, Centro di Coordinamento dei Servizi Scolastici di Vallecamonica, alcuni
Comuni (Bienno, Berzo Inferiore, Prestine), l’Assessorato alla Protezione
Civile della Provincia di Brescia e i Vigili del Fuoco della Provincia di Brescia; in questa sede i sottoscrittori si impegnano per il triennio 2009-2012
a sviluppare iniziative congiunte e coordinate finalizzate alla promozione
della cultura della sicurezza.
La formazione dei docenti da parte degli operatori ASL è già iniziata e gli
stessi insegnanti stanno definendo i percorsi educativi da inserire nei curricoli del prossimo anno scolastico.
Tra le iniziative previste in questo ambito si prevedono corsi di formazione anche per i genitori degli studenti della scuola primaria e secondaria
di primo grado finalizzata ad un coinvolgimento delle famiglie nell’azione educativa attesa.
Il concorso fra istituzioni pertanto non è più un auspicio ma è diventato realtà operativa quotidiana
e sta dimostrando come la sinergia di specifiche competenze costituisca un valore aggiunto di estrema importanza.
Franco Martello - Coordinatore Area Tecnica Servizio PSAL
Sanità Camuna
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ABIO CONCLUDE IN ALLEGRIA
IL PROGETTO:
UN DISEGNO PER UN SORRISO:
COLORA IL TUO OSPEDALE
Il 28 maggio, presso la Pediatria
dell’Ospedale di Esine, si è svolta una
simpatica cerimonia, nella quale si è
presentata un’iniziativa messa in campo
dall’Associazione ABIO, in favore dei
piccoli ospiti del reparto.
L’ABIO, che si occupa dell’intrattenimento dei bambini in ospedale, ha indetto il concorso “Un disegno per un
sorriso: colora il tuo ospedale” riservato ai bambini delle scuole primarie.
La finalità del progetto consisteva
nell’utilizzare poi i lavori dei partecipanti per migliorare l’atmosfera del
reparto, abbellendo il luogo di degenza, rendendo in tal modo più sereno il
forzato soggiorno in ospedale.
In occasione della premiazione, avvenuta
appunto nel corso della cerimonia di cui sopra, si è potuto ammirare il risultato: alle
pareti fanno bella mostra di sé, in un tripudio di colori, le opere selezionate, montate
su grandi pannelli, lavabili e ignifughi.
Chiara Conti, a nome di tutte le volontarie
Abio, ed il Dr. Stefano Poli – Presidente
ABIO di Esine - ci hanno spiegato il percorso che ha portato a questo risultato:
“Sono stati raccolti in totale 287 disegni.
Considerando che le classi I e II non rientrano tra i requisiti del bando, riservato alle classi terze, i disegni totali valutati
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Sanità Camuna
dalla giuria sono stati 260.
Da una prima selezione sono stati
scelti 59 disegni rappresentativi di
ogni scuola partecipante, ridotti da
una seconda selezione a 25. Il disegno numero 61 (vedi foto accanto)
relativo ad un alunno della classe
IIIA di Esine, viene premiato come
vincitore: “per l’originalità, l’estro,
la fantasia e la qualità della tecnica, nonché per l’uso appropriato del
colore e la capacità di padroneggiare lo spazio”.
Alla manifestazione erano presenti M.Grazia Grechi e Giuseppe Garatti, per la Direzione, Gemma Torri per la Comunicazione aziendale, Stefano Poli, con tutte le volontarie Abio e … naturalmente tutti i piccoli protagonisti del concorso.
Un gradito rinfresco ha concluso allegramente la giornata.
Matilde Comensoli
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Informa Famiglia
IL RUOLO DI: ASSISTENTE SOCIALE, PSICOLOGO
ED OSTETRICA NEL CONSULTORIO FAMILIARE
La definizione di Consultorio familiare, contenuta sia nella legge nazionale (n.405 del 29 luglio 1975) sia in quella
regionale (LR n.44 del 6 settembre 1976), è la premessa fondamentale da cui partire per capire il ruolo di chi vi opera: il Consultorio Familiare è un servizio socio-sanitario territoriale al cui interno sono presenti diverse figure professionali che si occupano di prevenzione, accoglienza, assistenza
sanitaria, psicologica e sociale.
L’ASSISTENTE SOCIALE
L’Assistente Sociale è un professionista al servizio delle persone, delle famiglie,
dei gruppi e delle comunità, formato per accogliere ogni persona portatrice di
una domanda, di un bisogno, di un problema, come unica e distinta da altre.
Nell’esercizio della sua funzione l’Assistente Sociale non esprime giudizi di valore sulle persone ed agisce secondo il codice deontologico approvato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine. Ha l’obiettivo di essere un’agente di cambiamento nella vita degli individui e delle famiglie che si rivolgono
al Servizio e che richiedono un supporto professionale in un momento individuale e familiare critico.
Al fine di accogliere la persona e comprendere la sua situazione, l’Assistente Sociale svolge un primo colloquio, che rappresenta il più significativo momento nella costruzione della relazione d’aiuto; si tratta di un colloquio molto
complesso poiché assolve a diverse funzioni: dare e ricevere informazioni, comprendere e decodificare la domanda, capire le aspettative della persona, fornire possibili risposte, definire chi “prende in carico la persona”.
Durante il primo colloquio si gettano le basi per il lavoro successivo ed è pertanto necessario mettere a proprio agio
la persona, far emergere le problematiche ed i bisogni, eliminare le eventuali resistenze, motivare la persona ad affrontare e gestire le proprie problematiche.
In particolare nel contesto del Consultorio, per le tematiche che caratterizzano tale servizio, emerge spesso da parte
della persona il timore di essere giudicato, la paura di non essere capito, la sensazione di inadeguatezza ad affrontare le proprie difficoltà e la necessità della tutela della privacy. È importante quindi che l’Assistente Sociale durante l’incontro instauri un rapporto di fiducia basato sull’assenza di giudizio, sulla comprensione e rassicurazione per
poter avviare un lavoro insieme alla persona, volto ad affrontare e soddisfare i suoi bisogni.
In questo rapporto di fiducia sta la possibilità di sviluppo della collaborazione necessaria tra operatore e persona per
giungere alla gestione, all’accettazione e all’eventuale soluzione del problema.
è inoltre necessario che l’Assistente Sociale, nella restituzione alla persona dell’analisi del problema e del bisogno,
la coinvolga appieno, la aiuti a guardare in modo diverso la sua situazione e la renda parte attiva rispetto alle soluzioni da adottare..
L’Assistente Sociale che lavora in un Consultorio Familiare fornisce e garantisce:
• consulenza sul diritto di famiglia e sugli aspetti giuridici della separazione e del divorzio;
• sostegno alle donne e alle coppie in attesa di un figlio;
• consulenza al singolo, alla coppia, alla famiglia in ordine a problematiche relazionali, educative, personali, ecc;
• aiuto alla presa di decisione rispetto alla scelta separativa tra coniugi o conviventi;
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Sanità Camuna
• lavoro sulla conflittualità tra genitori separati nella gestione dei figli;
• supporto a genitori soli nell’ambito dei compiti e delle funzioni genitoriali;
• sostegno a giovani ed adolescenti mirato all’acquisizione di maggiori competenze nell’affrontare difficoltà connesse alla sfera personale, sociale e relazionale;
• partecipazione, con altri operatori, a progetti di prevenzione soprattutto diretti a gruppi di adolescenti.
Nei tre Consultori Familiari di quest’ASL sono presenti tre Assistenti Sociali, una per ogni sede, le quali ricevono
quotidianamente le persone in difficoltà, previo appuntamento telefonico preso direttamente con la professionista.
L’Assistente Sociale può lavorare individualmente con la persona in difficoltà oppure in èquipe con gli altri professionisti presenti in Consultorio (psicologo, ostetrica, ginecologo, ecc..) al fine di accompagnare la persona in ogni
aspetto del suo disagio.
Barbara Baccanelli - Assistente Sociale Consultorio Familiare - Edolo
LO PSICOLOGO
La psicologia è una scienza che si occupa dei processi della mente, del
comportamento e delle relazioni umane, con lo scopo di promuovere il
miglioramento della qualità della vita.
Le competenze e gli strumenti offerti attualmente dalla psicologia hanno applicazioni in tutti i contesti della vita quotidiana nei quali ci si occupa del benessere psicologico dell’individuo.
Nello specifico, i contesti maggiormente interessati riguardano:
- i passaggi critici del ciclo di vita (infanzia, adolescenza, coppia, sessualità, gravidanza, terza età),
- la prevenzione (salute, stili di consumo, sicurezza, violenza, dipendenza da sostanze),
- educazione e sviluppo (scuola, disturbi dell’apprendimento, genitorialità e processi di formazione),
- lavoro ed organizzazioni (selezione, valutazione, presa di decisioni, analisi delle organizzazioni).
Lo psicologo è un professionista che opera per favorire il benessere delle persone, dei gruppi, degli organismi sociali e della comunità.
Si occupa della psicopatologia, ma non solo; altre importanti aree di intervento riguardano una molteplicità di situazioni personali e relazionali che possono essere fonte di sofferenza e di disagio.
L’attività dello psicologo ha l’obiettivo di:
- favorire il cambiamento
- potenziare le risorse
- accompagnare gli individui, le coppie e le famiglie, le organizzazioni nei momenti critici.
Per diventare psicologo in Italia, è necessario laurearsi in psicologia (5 anni), svolgere un tirocinio post-lauream della durata di un anno, conseguire l’abilitazione all’esercizio della professione mediante l’Esame di Stato e iscriversi all’Albo professionale.
Tra i molteplici ambiti di lavoro dello psicologo si possono individuare gli
ospedali, i consultori, le scuole, il Tribunale, i servizi per l’infanzia e l’adolescenza, le comunità terapeutiche e le residenze per anziani.
Lo psicologo garantisce alle persone che richiedono il suo intervento vari
tipi di prestazione:
- diagnosi o valutazione psicologica, attraverso cui lo psicologo può
fare un quadro dello stato di benessere e delle caratteristiche di personalità del cliente e può identificare i fattori interni, esterni e relazionali che
hanno contribuito a determinare e a mantenere la sua condizione attuale;.
- consulenza psicologica, attraverso cui lo psicologo utilizza le informa-
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zioni raccolte per formulare delle ipotesi, allo scopo di individuare ed offrire al paziente percorsi per migliorare la
sua qualità di vita;
- sostegno psicologico alle singole persone, alle coppie o alle famiglie, che si trovano ad affrontare dei momenti critici o delle fasi di passaggio particolarmente significativi.
Nei tre Consultori della nostra ASL lo psicologo lavora sia individualmente, sia affiancando le altre figure professionali presenti in tali strutture, in un complesso lavoro di équipe, in cui le singole competenze vengono messe in campo
allo scopo di accogliere i cittadini e accompagnarli in un percorso volto alla risoluzione di disagi di vario genere.
L’accesso alle prestazioni di tale professionista da parte dei cittadini avviene senza necessità di impegnativa medica,
previa richiesta di appuntamento effettuata direttamente presso le sedi dei Consultori Familiari o rivolgendosi telefonicamente alla segreteria del Servizio Famiglia (tel. 0364. 329408).
Un ambito nel quale oggi, nei consultori, lo psicologo si trova a dare sempre più spesso il suo contributo, è quello della prevenzione. Nella nostra ASL, nel corso degli anni, sono stati realizzati una serie di progetti per la promozione di comportamenti tesi a favorire il benessere e migliorare la qualità di vita delle persone; all’interno di tali
progetti lo psicologo ha garantito un fondamentale apporto, in virtù di uno specifico professionale che, alla formazione teorica, aggiunge quotidianamente la ricchezza dell’esperienza clinica maturata nel colloquio con il singolo,
la coppia e la famiglia.
Dr.ssa Tiziana Torri - Psicologa Consultorio Familiare - Breno
L’OSTETRICA
L’ostetrica, come menzionato dal proprio profilo professionale, è l’operatore sanitario che, in possesso del titolo di studio abilitante (Laurea in
ostetricia o titolo equipollente) e dell’iscrizione all’Albo profesionale, assiste e consiglia la donna nel ciclo vitale (adolescenza, età fertile, menopausa e climaterio), nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel
puerperio, conduce e porta a termine i parti eutocici, presta assistenza al
neonato, effettua interventi di educazione sanitaria e promozione della salute.
L’ostetrica, per quanto di sua competenza, partecipa:
- a interventi di educazione sanitaria e sessuale nell’ambito sia della famiglia sia della comunità;
- alla preparazione psicoprofilattica al parto;
- alla preparazione e all’assistenza a interventi ginecologici;
- alla prevenzione e all’accertamento dei tumori della sfera genitale femminile;
- ai programmi di assistenza materna e neonatale.
Considerato l’ampio campo d’azione dell’ostetrica è quindi una figura presente all’interno dell’ospedale, ma che trova uno spazio importante sul territorio nei consultori familiari, dove svolge diverse attività di prevenzione ed educazione alla salute per donna, coppia e bambino, sia individualmente che in collaborazione con le altre figure presenti quali ginecologo, psicologo e assistente sociale.
Nello specifico, nei nostri Consultori Familiari sono attualmente quattro, le ostetriche che prestano la propria attività; dal mese di giugno ne verrà inserita una in più, che si occuperà dell’assistenza a domicilio alle madri e al neonato, al rientro a casa dopo il parto.
L’ostetrica, all’interno dell’ampio programma di screening di quest’ ASL (prevenzione tumori della mammella, del
colon-retto e del collo dell’utero), esegue il Pap Test, esame periodico raccomandato a tutte le donne dai 25 ai 64
anni, per la prevenzione del tumore del collo dell’utero; questa rappresenta per l’ostetrica anche un’occasione per
incontrare un considerevole numero di donne e fornire informazioni e sostegno riguardo alla loro salute sessuale-riproduttiva o eventualmente indirizzarle a chi rivolgersi.
Per ogni sede di consultorio è stabilito un giorno settimanale nel quale alla donna è possibile accedere per la visi-
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Sanità Camuna
ta ginecologica (previo appuntamento presso il CUP (Centro Unico Prenotazioni) o previo accordo con l’ostetrica, senza necessità di impegnativa medica): l’ostetrica collabora con il ginecologo
predisponendo l’ambulatorio per le visite e nell’accoglienza della donna. Inoltre, l’ostetrica esegue i tamponi vaginali e affianca
il ginecologo durante l’esecuzione delle ecografie ostetriche e ginecologiche.
Per ogni sede, nell’attività settimanale dell’ostetrica, vengono riservati degli spazi denominati sportello gravidanza e puerperio,
a cui la donna può accedere per ricevere sostegno, informazioni e consigli riguardanti la gravidanza e i giorni del rientro a casa
dopo il parto, trattando ad esempio temi quali l’allattamento, le
cure al neonato, la prevenzione e riduzione dei rischi per la salute
del bambino, trovando sostegno pratico ed emotivo per eventuali
difficoltà. Ma non solo, l’ostetrica è comunque presente per fornire consigli anche rispetto a contraccezione, sessualità, disturbi ginecologici, per quanto di sua competenza, o indirizzando la donna se necessita di altro specialista.
L’ostetrica è comunque presente in consultorio e disponibile ad essere contattata anche telefonicamente per fornire
informazioni o fissare eventualmente un incontro.
L’ostetrica che svolge la propria professione in consultorio collabora inoltre nella realizzazione di diversi progetti di
prevenzione, promozione e informazione quali:
- Progetto Spazio Adolescenti: insieme ad altre figure professionali del consultorio, quali psicologo e assistente
sociale, l’intervento dell’ostetrica non si limita a fornire informazioni tecniche riguardanti affettività e sessualità, ma
cerca di sensibilizzare i ragazzi a scelte consapevoli e responsabili, sfatando eventuali dubbi o convinzioni errate.
- Percorso Nascita: ciclicamente vengono organizzati i Corsi di Accompagnamento alla Nascita, per le mamme
(consultorio di Edolo e ospedale a Esine) e per le coppie (consultorio di Darfo BT), all’interno dei quali l’ostetrica conduce degli incontri, sia individualmente che insieme alla psicologa, atti a fornire informazioni sull’evento nascita, ma
maggiormente con l’intento di accompagnare la donna e la coppia nella nuova esperienza della gravidanza, del parto e dell’accudimento del bambino. Tale progetto prosegue poi con:
Corsi per neo genitori, nei quali l’ostetrica collabora ancora con psicologo e pediatra, per continuare a sostenere la coppia anche dopo il parto al rientro a casa;
- Corsi di massaggio al bambino, tenuti da un’ostetrica o da una psicologa del consultorio, insegnanti AIMI (Associazione Italiana Massaggio Infantile), per facilitare la conoscenza e l’attaccamento del proprio bambino mediante
la tecnica del massaggio.
L’ostetrica esercita la propria professione secondo scienza
e coscienza; come tutte le figure professionali, nel rispetto
della privacy della persona, è tenuta al segreto professionale. Fino agli anni ‘50 ha esercitato la professione prevalentemente a livello territoriale: a domicilio, nelle famiglie, nelle comunità rurali e urbane.
Con la possibilità di avvalersi di ricoveri gratuiti presso
strutture ospedaliere è avvenuta un’inversione di tendenza e l’ostetrica ha così iniziato ad esercitare maggiormente la professione negli ospedali.
Nonostante ciò la figura dell’ostetrica nel consultorio familiare continua a rappresentare un ruolo cruciale e centrale per la continuità dell’assistenza tra ospedale e territorio ed inoltre può rappresentare un punto di riferimento facilmente accessibile per la donna, in qualunque fase della vita.
Debora Foini - Ostetrica - Consultorio Familiare - Breno
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RIVOLUZIONE DOLCE IN SALA PARTO
Non più sale parto organizzate come catene di montaggio, ma luoghi dove mettere al mondo i propri figli
con serenità e dolcezza.
All’ospedale di Esine, che vanta più di 900 neonati ogni anno, è in atto una piccola rivoluzione in sala
parto, con luci soffuse e con l’introduzione di una vasca per il parto dolce in acqua, voluta dal primario Dr.
Eugenio Fiumanò.
Fluttuanti in una grande vasca di acqua tiepida, dove il corpo diventa più leggero, il travaglio è più facile e anche meno doloroso. (foto
1).
In piedi, oppure accovacciate, carponi, sedute
sullo “sgabello olandese”, (foto 2) appoggiate
a un grosso pallone morbido, attorcigliate a liane che scendono dal soffitto, adagiate su cuscini colorati, distese su un letto che sembra proprio quello di casa, circondate da colori e luci soffuse.
Sempre più spesso le donne si sottraggono al parto medicalizzato e preferiscono metodi alternativi a quello
tradizionale.
Finalmente le donne scelgono luoghi e posizioni che garantiscano maggiore intimità, libertà, relax, benessere
fisico e psicologico per loro stesse e per il neonato: parto naturale, parto analgesia, travaglio o parto in acqua. E scelgono anche le persone care con cui condividere questi momenti e queste emozioni uniche.
E poi, dopo il parto, quasi sempre preferiscono la formula del
rooming-in: tenere il piccolo in camera con sé, anziché nella
nursery comune. Così è favorito lo stretto legame madre-figlio e
l’allattamento è incentivato fin dai primi momenti dopo il parto.
All’ospedale di Esine tutto ciò è possibile.
La sala parto del terzo millennio è un luogo in cui la donna è
parte sempre più attiva e non si limita ad affidare tecnicamente
la vita propria e del nascituro nelle mani di altri.
I medici ginecologi che operano in questo reparto sono sempre
più attenti all’ esperienza che vi si compie, ciò significa rispettare l’evento umano, limitando al massimo l’intrusione medica.
Nella divisione di ostetricia e ginecologia l’incidenza di parti cesarei si attesta sulle medie nazionali: circa il
25% del totale. Il ricorso all’episiotomia è limitato ai casi strettamente necessari bandendone l’esecuzione
routinaria. Il ginecologo e il team di ostetriche sono sempre presenti, così come il personale del nido, il pediatra e il medico anestesista. Ciò significa, a fronte di una “demedicalizzazione” dell’evento nascita, la presenza
di professionisti in grado di monitorare attentamente l’esatto procedere degli eventi e di intervenire in modo
repentino qualora ve ne fosse indicazione.
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Sanità Camuna
Il parto si umanizza e si fa in modo che la donna debba soffrire il meno possibile, difatti l’anestesia epidurale è garantita a tutte le ore del giorno e della notte.
Epidurale, una parola poco nota che molte donne però
conoscono, è una terapia utilizzata durante il travaglio del
parto che smentisce la convinzione che si può partorire solo
con dolore.
Con l’inserimento da parte di un medico anestesista di un
catetere sottilissimo sul rachide dorsale, si somministrano
diversi farmaci analgesici e anestetici per permettere di modulare il dolore.
è una tecnica che esiste da molti anni, in Italia è praticata
solo al 3,7% delle partorienti, mentre viene scelta da circa il
50% delle donne in Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti.
L’epidurale è sicura per la madre e per il suo bambino, non
interferisce sulla dinamica del travaglio e sulla libertà di
movimento della donna. Questo servizio è proposto gratuitamente a tutte le gravide afferenti ai consultori ed ambulatori divisionali del reparto di ostetricia del presidio ospedaliero.
Per permettere alle donne di essere informate e quindi fare scelte consapevoli, negli ultimi mesi di gravidanza vengono offerti corsi di accompagnamento alla nascita: le gravide riunite in piccoli gruppi possono condividere l’esperienza dell’attesa e ricevere da ostetriche appositamente formate informazioni preziose, oltre che
sulla gravidanza, sulle modalità del parto e sulle opzioni offerte dalla struttura. La possibilità di familiarizzare con le persone e i luoghi in cui avverrà l’evento aiuta le donne a contenere l’ansia e le rassicura in un momento così delicato.
L’”evento nascita” è il perno dell’attività di un reparto ostetrico ginecologico, ma la tutela della salute della
donna, di cui il ginecologo si fa garante, qui si svolge a 360 gradi: l’obiettivo è di accompagnare le pazienti durante tutto l’arco della loro vita sia - per la prevenzione che per la cura delle problematiche ginecologiche.
E spesso la maternità è solo la prima occasione di incontro in un
rapporto destinato a durare a lungo.
Parto dolce, naturale, in analgesia, in acqua, medicalizzato, la terminologia è varia, ma la prassi è unica, tanto semplice in teoria
quanto difficile da mettere in atto.
L’obiettivo dei medici e del personale ostetrico è quello
di permettere alla donna di mettere al mondo il suo bambino restando protagonista di quest’avventura unica.
Il reparto di Ostetricia si è recentemente rinnovato.
Ecco due delle nuove attrezzature a disposizione delle
partorienti:
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Vasca per il travaglio e/o il parto dolce in acqua
Sgabello olandese
Dr.i Stefano Gioia e Lorena Barbetti
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Sanità Camuna
ZOONOSI:
MALATTIE TRASMISSIBILI
DAGLI ANIMALI ALL’UOMO
INFESTAZIONE DA PULCI
Fig. 1 Adulto di Ctenocephalides felis. (dimensione: 5mm.)
Le zoonosi sono malattie infettive trasmissibili dagli animali all’uomo. La loro insorgenza e tipologia dipende da numerosi fattori quali la natura del rapporto uomo-animale, l’ambiente (rurale od urbano), e la densità
della popolazione umana ed animale.
Con una serie di articoli che si succederanno nei prossimi numeri cercheremo di portare l’attenzione del lettore su
problematiche da tempo conosciute, ma più che mai attuali in relazione alle segnalazioni di sempre nuovi agenti a
carattere zoonosico, al riemergere di patologie ben note e documentate da tempo e che sembravano ormai in via
di eradicazione.
L’attuale organizzazione e le rinnovate funzioni del Dipartimento Veterinario comportano la progressiva affermazione di una nuova coscienza professionale e il ricorso a metodologie operative diversificate.
Nel settore della lotta a malattie a carattere zoonosico viene oggi giorno assegnata al Dipartimento Veterinario e
agli operatori di sanità animale una funzione di natura epidemiologica con riferimenti a problemi di natura comprensoriale, nazionale e internazionale, la quale si estrinseca in nuovi interventi e in nuovi aspetti operativi:
a) Recepimento e attuazione delle nuove normative, ultima in ordine di tempo è la Direttiva 2003/1999/CE del
17.11.2003 che indica le misure di sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici;
b) Operatività territoriale di tipo continuo e capillare;
c) Collaborazione interdisciplinare a tutti i livelli;
d) Integrazione e collaborazione con i veterinari libero professionisti;
e) Contatti con Enti e Organismi non operanti nel settore sanitario: enti, istituzioni, zooeconomia;
f) Continuo aggiornamento professionale degli operatori sanitari e non sanitari.
I Dipartimenti veterinari costituiscono uno degli strumenti che la collettività utilizza per il raggiungimento dell’obiettivo primario del Servizio Sanitario Nazionale: la salute dell’uomo.
La lotta alle zoonosi, accanto agli altri tradizionali servizi di tipo sanitario e zootecnico, è sicuramente di fondamentale importanza per la salvaguardia della salute umana.
In ambito sia nazionale che internazionale sono state da tempo definite le principali linee d’intervento contro le affezioni trasmissibili all’uomo, anche attraverso alimenti di origine animale.
Da tali linee di intervento emerge, non soltanto il ruolo ancora oggi insostituibile della medicina e del medico veterinario, ma si rende particolarmente evidente la necessità di una interdisciplinarietà tra medici e veterinari, le quali
si estrinsecano primariamente in un servizio di sorveglianza tecnico-epidemiologica che è svolta principalmente dai
Dipartimenti Veterinari.
Tenuto conto dei numerosi agenti di natura microbica, virale, micotica e parassitaria oggigiorno potenzialmente dotati di caratteri zooantroponosici possiamo cercare di classificare le zoonosi sulla base di tipologie e settore di rischio:
A) Grandi epidemie con elevato tasso di morbilità e/o di mortalità
Si intendono malattie di prevalente origine virale, le quali possono comportare anche fenomeni di ciclizzazione interumana a seguito di difficoltà diagnostiche iniziali (es: influenza aviare).
B) Affezioni ad alto rischio per persone professionalmente esposte
Le zoonosi a carattere professionale riguardano categorie di persone a contatto con animali e con prodotti di origine animale, nelle quali il rapporto ospite- parassita può risultare anche di tipo indiretto. Dette categorie comprendono gli operatori del settore agrozootecnico; quelli addetti alla macellazione e all’industria dei prodotti e
sottoprodotti di origine animale; le persone che vengono direttamente o indirettamente a contatto con animali
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selvatici; veterinari e tutti coloro che manipolano animali domestici o selvatici in ambiente urbano; medici, infermieri e altro personale ospedaliero; laboratoristi e ricercatori; operatori di sanità pubblica operanti sul territorio
nonché individui ad alto rischio per circostanze eccezionali (immunodepressi).
C) Zoonosi urbane
Sono quelle correlabili soprattutto alla ristorazione di tipo collettivo e all’industria alimentare, mentre le malattie
a carattere zoonosico che interessano l’ambiente domestico sono sostanzialmente quelle che riconoscono la loro
origine diretta o indiretta negli animali d’affezione e in quelli sinantropi.
Le affezioni di tipo zoonosico contratte nel corso di attività ricreative sono essenzialmente di natura parassitaria
e riguardano soprattutto il contatto con cani e gatti e relativi escrementi.
Focalizziamo ora l’attenzione proprio sulle zoonosi urbane iniziando da quelle con manifestazioni cutanee e in particolare parliamo dell’infestazione da pulci.
La conoscenza della biologia della pulce è premessa indispensabile allo scopo
di impostare un’efficace programma di prevenzione.
Delle oltre duemila specie di pulci identificate, quella che di gran lunga parassita più frequentemente il cane ed il gatto è la Ctenocephalides felis (fig.1). Si
tratta di un piccolo insetto a sei zampe visibili ad occhio nudo che pur vivendo d’elezione su cane e gatto può infestare l’uomo. Tale fatto in realtà accade
solo in situazioni particolari, per lo più quando gli ospiti preferiti, cane e gatto,
sono stati allontanati dall’ambiente domestico.
Negli adulti le morsicature tendono ad essere concentrate sulle caviglie e i polpacci (fig.2) poiché le pulci non saltano più di trenta centimetri.
Fig. 2
Nei bambini le lesioni possono essere
invece distribuite su tutto il corpo. Le
immagini riportate nelle fig. 3 e 4 si riferiscono a un bambino con lesioni
presenti a fasi alterne da più di 6 mesi, che non aveva cani e gatti in casa, ma
che saltuariamente andava a giocare dalla nonna nel cui cortile c’erano cani
e gatti infestati da pulci: solo a posteriori la mamma ha notato la coincidenza con le visite dalla nonna e il riaccendersi delle lesioni. Si tratta di papule
rosse pruriginose che si presentano per lo più in soggetti ipersensibili alla saliva del parassita.
Fig. 3
Fig. 4
La durata del periodo che le pulci adulte trascorrono sull’ospite
non è certa, anche se gli studi più recenti tendono ad affermare che gli adulti passano praticamente tutta la loro vita sull’animale parassitato, dove dopo un pasto di sangue si accoppiano
e depongono le uova: fino a 500 per femmina (fig. 5).
Fig. 5 Uova di Ctenocephalides felis. (dimensione: 0,5mm)
Queste uova non aderiscono ai peli, ma tendono a cadere nell’ambiente unitamente alle feci degli adulti. Queste
ultime si presentano come grumi nerastri di sangue parzialmente digerito e sono di aiuto nella diagnosi di infestazioni da pulci.
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Sanità Camuna
Fig. 7 Pupe di Ctenocephalides felis. (dimensione: 5 mm)
Fig. 6 Larva di Ctenocephalides felis. (dimensione: 3-5 mm.)
Sia le uova che le feci cadute dall’animale si concentrano principalmente dove questo si sdraia o si gratta, quindi a
queste sedi bisognerà guardare con particolare attenzione.
Dalle uova cadute sul terreno si schiudono le larve di primo stadio (fig. 6) che si nutrono di detriti organici e soprattutto degli escrementi delle pulci adulte.
Le larve tendono ad annidarsi in crepe, fessure, tappeti e compiono due mute trasformandosi in pupe (fig. 7) le quali sono forme di resistenza (resistono alla maggior parte degli insetticidi) che in condizioni avverse possono resistere fino a 5 mesi mantenendo la capacità di trasformarsi in pulci adulte.
L’intero ciclo di vita si può completare in un minimo di 14 e in un massimo di 180 giorni, anche se nelle condizioni ambientali medie delle nostre abitazioni si completa in 3 o 4 settimane. Anche la temperatura ambientale riveste
un ruolo importantissimo nell’ecologia della pulce, infatti il suo range ottimale di vita è compreso tra i 20° e i 30°
centigradi, mentre sopra i 34° e sotto i 17° le pulci rallentano notevolmente o addirittura interrompono il loro ciclo
di vita. Nessuno stadio del ciclo può inoltre sopravvivere per più di 5 giorni a 1° centigrado. Questo aspetto ha un
enorme significato nelle zone ad inverno rigido, in quanto nei mesi freddi è possibile sospendere la lotta alle pulci
nell’ambiente esterno. In queste zone la sopravvivenza invernale delle pulci è legata agli adulti, ospiti su animali che
vivono in luoghi riscaldati o alle pupe annidate nelle case.
Da quanto esposto risulta chiaramente che nella lotta alle pulci si deve agire attaccando contemporaneamente le
due sedi del loro ciclo di vita. Questo significa trattare l’animale, ma anche l’ambiente.
Circa i prodotti da utilizzare per un’eventuale disinfestazione dell’animale e dell’ambiente, data la tossicità più o
meno elevata degli stessi, si consiglia di affidarsi rispettivamente ad un veterinario di fiducia ed a ditta specializzata.
Vorremmo comunque sottolineare come la trascuratezza dell’igiene dell’ambiente abitativo sia la causa più frequente dell’insuccesso della lotta alle pulci. Ricordiamo che per una pulce adulta sull’animale, vi sono in media 99 pulci in stadio pre-adulti nell’ambiente. Il maggior sforzo nel programma di controllo deve quindi essere diretto all’ambiente interno poiché, durante tutto l’anno, il clima delle nostre abitazioni è tale da permettere il continuo sviluppo
di uova, larve, pupe e quindi pulci adulte.
Il primo passo a livello abitativo è senza dubbio quello dell’asportazione meccanica delle pulci mediante aspirapolvere, soffermandosi con insistenza in quelle sedi in cui i nostri animali sono soliti soggiornare.
Il sacchetto raccoglitore va cambiato e se possibile bruciato dopo ogni uso. Anche la pulizia a vapore a temperature
e pressione elevate di moquette, divani, letti ecc. può in parte aiutare ad uccidere larve e uova.
A questo punto si interviene con presidi chimici avvalendosi della consulenza di una ditta specializzata.
Dr. Marcello Domenighini
Veterinario dirigente - Servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche
Dr. Gian Carlo Battaglia
Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinario
Sanità Camuna
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Notizie in breve
curiosando qua e là…
MALATTIE del CUORE: LA LOMBARDIA SI ALLEA CON 3 ENTI USA
Tratto dal Notiziario Sanità Lombardia
Da oggi c’è un filo rosso che collega la Lombardia e tre dei
più importanti centri di ricerca americani, per la lotta di alcune rare e gravi malattie cardiovascolari.
A Milano, infatti, il Policlinico San Matteo di Pavia ha da poco
firmato tre accordi con altrettanti centri di eccellenza Usa,
come la Johns Hopkins University (Maryland) per la cura di
patologie rare, l’Irvine University (California) per la ricerca
sulle cardiomiopatie mitocondriali ed infine la Edwards
Lifesciences (California) per la ricerca sulle bioprotesi.
Gli accordi, spiega la Regione, si svilupperanno nell’arco dei
prossimi tre anni e sono stati voluti per mettere a disposizione dei lombardi (e degli europei) le migliori cure d’oltreoceano per alcune gravi patologie cardiovascolari come la sindrome di Marfan, ma anche per condividere a livello scientifico
conoscenze e competenze, e per sperimentare nuovi modelli gestionali e di sviluppo.
‘’Attraverso questi accordi - ha detto il Presidente della Lombardia Roberto Formigoni - i nostri malati, invece di dover affrontare
il viaggio negli Stati Uniti e le spese per soggiornare là potranno farsi curare dai medici Usa con tecniche di eccellenza presso
il Policlinico San Matteo. Ma allo stesso tempo si avvia una collaborazione per cui, entro brevissimo, i nostri medici e specialisti
sapranno utilizzare queste stesse tecniche. è un ulteriore balzo in avanti della qualità della sanità lombarda, noi tendiamo a
dare sempre più ai nostri malati cure all’avanguardia, e vogliamo anche che il nostro personale si formi e aumenti le proprie
competenze, lavorando fianco a fianco con chi nel mondo si è”specializzato’’.
Ancora, “ci aspettiamo che alcuni ricercatori italiani andati all’estero per poter seguire i propri talenti - ha continuato Formigoni possano tornare qui da noi in Lombardia, perchè ormai i centri di avanguardia sono qui. Dal punto di vista cardiochirurgico,
ad esempio, le classifiche internazionali segnalano nella nostra Regione eccellenze superiori a quelle degli Stati Uniti e della Gran
Bretagna, e tanti altri paesi nel mondo. Ora vogliamo confermare questi primati, in questo e in tutti gli altri campi’’.
STAMINALI: SCONFITTA AL S. RAFFAELE RARA IMMUNODEFICIENZA
Tratto dal Notiziario Sanità Lombardia
Vivevano continuamente racchiusi in una speciale bolla di plastica, perché
il loro sistema immunitario era così debole che qualsiasi contatto con il
mondo esterno li avrebbe messi in pericolo. Ma oggi quelli che erano chiamati i “bambini in bolla” hanno finalmente una cura, messa a punto dagli
esperti dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
La rarissima malattia che colpisce questi bambini si chiama “Ada-Scid” sigla che per esteso significa ‘grave immunodeficienza combinata dovuta
alla mancanza dell’enzima adenosindeaminasi’, ed è stata definitivamente
sconfitta dai ricercatori milanesi grazie alla terapia genica. Il loro ultimo
studio raccoglie le conclusioni di una ricerca clinica cominciata nel 2000,
messa a punto dall’Istituto Telethon di terapia genica al San Raffaele di
Milano (Hsr-Tiget) guidato da Maria Grazia Roncarolo e Alessandro Aiuti.
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Sanità Camuna
Con questo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, gli scienziati hanno potuto annunciare con certezza che il
trattamento che hanno escogitato otto anni fa è del tutto efficace e sicuro.
In tutto il mondo erano noti solo nove bambini malati di Ada-Scid, e oggi sono cresciuti, vanno a scuola, fanno una vita normale
e possono finalmente dire di essere guariti. La prima bambina ad essere curata è stata la palestinese Salsabil, che si è sottoposta
alla terapia proprio otto anni fa.
L’ultimo in ordine di tempo è invece Abdul Rahim, di origine pakistana e nato alla fine del 2006 in Qatar. I genitori avevano già
perso tre figli a causa dell’Ada-Scid; la malattia di Abdul è stata diagnosticata subito, e i genitori e i medici che lo seguivano
hanno contattato immediatamente il San Raffaele per avviare le pratiche per il trasposto in Italia del bimbo. A soli tre mesi di vita
Abdul è stato sottoposto alla terapia genica: in pratica, i ricercatori hanno prelevato le cellule staminali del suo midollo osseo e
le hanno modificate in laboratorio, inserendo la copia sana di un gene che, quando danneggiato, è responsabile della malattia.
In seguito, hanno iniettato le cellule modificate nel piccolo, che sono tornate nel midollo osseo e hanno cominciato a produrre
cellule del sistema immunitario contenenti l’enzima mancante.
Ad oggi è passato un anno dalla terapia genica di Abdul; il piccolo sta bene, e il suo sistema immunitario sta cominciando a
funzionare normalmente.
UNGHIE RIFATTE: ALLARME RAGGI UVA
Le lampade per il fissaggio del gel usato per la ricostruzione delle unghie, possono provocare il cancro. L’allarme arriva dall’Inghilterra dove due donne hanno sviluppato un cancro
della mano per essersi sottoposte alla ricostruzione delle unghie più volte nel corso di un
anno. “Il problema è costituito come sempre dall’abuso che, come nel caso di normali
lampade abbronzanti, comporta il rischio di sviluppar un tumore della pelle, senza dimenticare i prodotti chimici utilizzati” - spiega Patrizio Mulas, presidente dell’Associazione
dermatologi ospedalieri. Per chi proprio non vuole rinunciavi è estremamente importante
spalmare mani e dita con crema altamente protettiva.
IL REFLUSSO ESOFAGEO È NEMICO DELLA VOCE
Il Dr. Delfo Casolino, Direttore di ORL dell’AUSL di Ravenna e Presidente SIO (Società
Otorinolaringologia e Chirurgia cervico-facciale) spiega come da poco tempo si sia appurato che il reflusso esofageo può essere dannoso anche per le corde vocali e quindi per
la voce. La laringite da reflusso è molto frequente a tutte le età, da disturbi importanti.
Il segnale sentinella è una tosse stizzosa, inspiegabile, che da un senso di peso dietro
allo sterno. Le terapie farmacologiche, associate alla dieta, hanno lo scopo di attenuare
l’eccessiva acidità, proteggendo esofago e mucose quando la malattia si consolida, ma
la prevenzione è importante. Prevenire significa appropriata igiene alimentare e corretti
stili di vita. Mangiare cibi leggeri e porzioni contenute, non coricarsi subito dopo cena e
bere poco alcol, soprattutto la sera. Idem per cioccolato, caffè, bibite acide e pomodori.
In condizioni di stress si perde il controllo degli orari, si sottovalutano gli intervalli tra il
riposo e la veglia, tra il nutrirsi ed il digiunare, il muoversi e lo stare fermi, in tal modo tutti
i cicli circadiani vengono sconvolti …e il reflusso ha il sopravvento.
(Le notizie, tratte da varie pubblicazioni, sono state scelte a cura dello Staff della Comunicazione).
L’AMMINISTRAZIONE VIVAMENTE
RINGRAZIA I SEGUENTI DONATORI:
La Provincia di Brescia per il rifinanziamento, per
l’anno 2009, di una borsa di studio per le attività di
verifica dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie
dell’importo di € 25.000,00.
L’Associazione Alpini sezione Vallecamonica di Artogne, per la donazione di un’apparecchiatura “Lynda” per ultrafiltrazione cod. IB700 2801, del valore commerciale di € 11.500,00, della ditta Bellco di Mirandola (Mo), a favore dell’UO di Cardiologia di Esine.
La ditta “Pfizer Italia” Srl di Roma, per lo stanziamento liberale di € 5.000,00 per contribuire allo
sviluppo ed al potenziamento di attività presso il Servizio di Neurologia dell’ospedale di Esine e per lo sviluppo ed il potenziamento della struttura organizzativa del Servizio di Farmacia ospedaliera.
Le Signore Marisa e Vilma Morandi di Schilpario (Bg), per la donazione di € 700,00 destinati
all’acquisto di materassi antidecubito per il reparto di Cure palliative, della Medicina Interna di Esine.
La Banca di Valle Camonica di Breno, per un contributo di € 25.000,00 per il finanziamento di
borse di studio - per l’annualità 2009 - da attribuirsi a giovani laureati che intendono perfezionare il loro
bagaglio professionale.
Le Signore Anna Maria Ghitti e Zelinda Plebani, per la donazione, rispettivamente, di € 500,00
ed € 250,00, destinati all’acquisto di materassi antidecubito per il reparto di Cure palliative, della Medicina Interna di Esine.